soul running #4 - dicembre 2012

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RUNNING The Soul Experience: Elba Deep Blue Trail Marco Gazzola Giovanni Storti Nico Valsesia Luca Vismara Dino Bonelli Elena Gatto Tite Togni Francesca Canepa Krissy Moehl Jerome Bernard Soul

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L'ultima monografia del 2012. Ancora reportage esclusivi per continuare a correre e sognare per tutto l'inverno

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RUNNING

The Soul Experience:Elba Deep Blue Trail

Marco GazzolaGiovanni StortiNico ValsesiaLuca VismaraDino BonelliElena GattoTite TogniFrancesca CanepaKrissy MoehlJerome Bernard

Soul

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Surf Running! Un gioco di luci e ombre trasforma l’erba autunnalenella schiuma di un’onda oceanica.

Dove: VAL FERRETCliCk: RIKY FELDERER

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“Se vuoi fare un passo avanti, devi prima perdere l’equilibrio per un attimo”Massimo Gramellini

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RUBRICHE

18 Run for Free - Andrea Pizzi20 Soul Book - Marta Villa22 La zanzara - Luca Revelli98 Testati per voi

EXTRA

74 Jerome Bernard ITW89 La ricetta di Krissy 92 Soul Rewoolution100 Alpe di Siusi Running Shoe Experience101 Campagna abbonamenti di Soul Running

SOUL EXPERIENCES

24 Elba Deep Blue Trail78 La Strada della luce94 Libertè, agilitè, sûretè. L’esperienza Raidlight

SOMMAR IO

OUR FRIENDS

42 Gazzola, Storti, Valsesia, Vismara - I Gran Visir del Salar54 Elena Gatto, Dino Bonelli - La cinquantesima stella66 Francesca Canepa - Francesca82 Tite Togni - Tite a nudo

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SOMMAR IO

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Page 14: Soul Running #4 - Dicembre 2012

rapida che porta da sé a sé. La

corsa scava, svuota, prosciu-

ga e restituisce in leggerezza

quanto ha rapinato di morbi-

do e sinuoso. La corsa è sot-

trazione del meraviglioso su-

perfluo che anni di benessere

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Page 16: Soul Running #4 - Dicembre 2012

ELBA DEEP BLUE TRAIL

24

Page 17: Soul Running #4 - Dicembre 2012

100 KM DA CORRERE.

SASSI, TERRA, SABBIA, ROCCIA, ERBA.

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OSPITALITÀ INNATA.

CUORE.

UN SOLO LUOGO: ISOLA D’ELBA

Tendine caviglia destra rotto. Operiamo, non operiamo, operiamo, non

operiamo....NON operiamo. E così per l’ennesima volta nella mia vita

decido per il medico fai da te. Devo anche dire che le opinioni in merito

erano più che discordanti e mi è piaciuto seguire il consiglio della mia

amica Tite che via TW mi ha detto: “non operare! cerca spazio là dentro!”.

Se sapete chi è Tite saprete leggere in modo corretto il consiglio.

Dopo 60 giorni di riposo assoluto mi ritrovo con poco più di un mese

per allenarmi per la Soul Experience programmata per ottobre all’Isola

d’Elba con Max Russo, Deus Ex Machina dell’Elba Trail: è poco ma ce la

voglio fare. Ma non avevo fatto i conti con l’inserimento all’asilo di mio

figlio Giacomo che ha convogliato un flusso di batteri/virus verso la mia

abitazione. Io non ne ho evitato uno! E così alla partenza per l’Elba Deep

Blu Trail mi ritrovo reduce da antibiotico, ancora tossicchiante e con

nelle gambe sei allenamenti alla montagnetta di San Siro in settembre

e qualche uscita in bici ad agosto. Perfetto direi!

Per fortuna ho una certezza che mi continuo a ripetere come un mantra:

tanto c’è il Pizzi. Lui è in forma. Io inizio, dove arrivo, arrivo... mal che

vada faccio da driver/base vita con Marta. Il mio mantra si sgretola al

sesto chilometro quanto un urlo echeggia sulla cresta tra Cavo e Porto

azzurro, è Andrea. Caviglia destra. Il mio mantra cambia di colpo e

diventa: adesso ce la devi fare!!

Qui ho iniziato a correre davvero, al sesto chilometro del primo stage.

Ho incominciato a ripetermi, e l’ho fatto per tutto il tempo, che era il

miglior modo per ritornare in forma in fretta, diciamo un metodo “da 0

a 100”.....chilometri in 4 giorni. Non pensare al dolore! Cavigliera e via.

Ho così iniziato a fare il mio dovere/piacere di runner giornalista, pur

sapendo che l’unica cosa difficile da governare sarebbe stata la testa.

PRIMO STAGE

Umidità. Ci inoltriamo nelle nuvole basse. Saliamo subito per percorrere

una lunga cresta che offre panorami a 360° su tutto lo sviluppo

dell’isola. Sembra piccola, ma mi renderò conto dopo che non possiede

trenta metri dritti e in piano! Beh in fondo è quello che cercavo.

L’ambiente si fa esaltante, il vento è forte e fresco, due strappi su terra

e sassi mobili si fanno ricordare, e poi appaiono le sinuosità dell’isola

che emergono dal blu, tutte le sue curve sensuali, tornite. mi sento

25

Di Davide Orlandi. Foto Andrea Valsecchi

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I Gran Visir

del SalarMarco, Nico, Giovanni, Luca...

quattro amici, quattro visioni

diverse dello stesso obiettivo

e la poesia degli scatti di Morgan

43

Page 20: Soul Running #4 - Dicembre 2012
Page 21: Soul Running #4 - Dicembre 2012

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Page 22: Soul Running #4 - Dicembre 2012

HAWAI I

OHAU – BIG ISLAND – MAUI – KAUAI – MOLOKAI – LANAI – NIIHAU – KAHOOLAWE

OTTO PUNTINI SUL MAPPAMONDO DALLA PARTE DEL LATO AZZURRO.

HAWAII E’ SINONIMO DI LONTANO, VIA DA TUTTO, MAGNUM P.I., SURF, SQUALI, BELLEZZE E MILLE ALTRI STEREOTIPI.

MA QUI ABBIAMO SGUINZAGLIATO IL BONELLI E LA GATTO ET VOILA’! L’INEDITO E’ SERVITO!

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TESTO E FOTO DI ELENA GATTO E DINO BONELLI

LA CINQUANTESIMA STELLA

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OHAU – BIG ISLAND – MAUI – KAUAI – MOLOKAI – LANAI – NIIHAU – KAHOOLAWE

OTTO PUNTINI SUL MAPPAMONDO DALLA PARTE DEL LATO AZZURRO.

HAWAII E’ SINONIMO DI LONTANO, VIA DA TUTTO, MAGNUM P.I., SURF, SQUALI, BELLEZZE E MILLE ALTRI STEREOTIPI.

MA QUI ABBIAMO SGUINZAGLIATO IL BONELLI E LA GATTO ET VOILA’! L’INEDITO E’ SERVITO!

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LA CINQUANTESIMA STELLA

Page 24: Soul Running #4 - Dicembre 2012

Francesca

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Page 25: Soul Running #4 - Dicembre 2012

La mia casa è piena di girasoli.

Finti naturalmente, non potrei mai strappare un fiore dal suo

prato per portarmelo a casa. C’è molto da imparare dai girasoli,

mi piace la loro attitudine a seguire sempre il sole, orientandosi

verso la luce. Ho riempito la casa di questi fiori affinché mi

ricordino con la loro presenza di concentrarmi sul lato luminoso

delle cose.

Mi piacciono parecchio anche alcuni indiani d’America: in

breve, questi al mattino si alzano e vanno fuori a correre.

Ci vanno tutti, bambini compresi, senza scuse tipo fa brutto o

sono stanco, poi iniziano la loro giornata, sempre in sintonia

con la natura. Questi indiani mi ispirano moltissimo.

I miei colori preferiti sono il verde, diciamo più verde militare che verde

acqua, e il marrone in tutte le sue sfumature: i colori della natura.

La corsa è entrata nella mia vita nel 2010, ma forse più che

entrarci è semplicemente venuta allo scoperto, probabilmente

da qualche parte è sempre stata annidata dentro di me, nascosta

ad aspettare il momento buono. C’è un tempo per ogni cosa.

Ho scritto e detto molte volte che sono un’atleta da sempre,

l’ho avvertito fin da subito perché a me piace esprimermi

attraverso il corpo, ma quando ho incontrato la corsa ho

capito una cosa in più, una cosa che fino a quel momento

mi era sempre sfuggita lasciandomi un senso d’incompiuto.

Sono salita su innumerevoli podi insieme alla mia tavola, e

pennellando un muro ghiacciato riuscivo perfettamente a

esprimere il mio corpo. Avvertivo però che c’era sempre

qualcosa che mancava. Non riuscivo a esprimere la mia

anima, ecco l’anello mancante, il tassello senza il quale

potevo continuare a vincere senza tuttavia scrollarmi mai

di dosso una specie di ombra. La corsa mi permette di

esprimere il corpo ma ha lasciato uscire anche la mia anima,

finalmente ho capito. Anzi, più che lasciarla uscire direi che

l’ha letteralmente tirata fuori, quasi con la forza.

Francesca

Il motivo per cui trovo ispirazione negli indiani d’America è che la loro

essenza consiste nel vivere in accordo con la natura e con se stessi.

Questo è un concetto che ha sempre guidato ogni mio passo fin da

quando ero piccola: ho sempre incontrato una certa difficoltà a fare

qualcosa che non mi stia bene, che non sento. Il corpo mi ha sempre

suggerito benissimo ciò che è giusto per me e ciò che non lo è, tanto

per fare un esempio ho sempre odiato la carne fin da piccola per poi

scoprire, pochi anni fa, che la gente con il gruppo sanguigno A non

digerisce la carne. Io sono del gruppo A.

E poi c’è la lezione che ho imparato dall’acqua: faccio dighe da quando

avevo 5 anni, ho allagato campeggi e affinato la velocità di corsa per

scappare dai campeggiatori inferociti. Ora faccio di nuovo dighe con i

miei bambini e il più piccolo, Tobia, dorme con un castoro.

Tutti e tre abbiamo imparato che puoi bloccare il corso di un ruscello,

ma l’acqua trova sempre un altro modo per passare, si scava un’altra

via. Il suo potere è assoluto.

67

DI FRANCESCA CANEPA - FOTO LUCA BENEDET, LORENZO BELFROND

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VIBRAMIntervista a Jerome BernardFoto di Luca Benedet e Cyril Crespeau

Età, intanto.

42 e qualche mese.

Tu sei francese, ma vivi in Italia

Del tutto vero. Sono nato in Francia, studi in MBA Management International

e primi lavoretti come insegnante di freeclimbing: è il mio hobby da quanto

avevo 12 anni, ma ora l’ho un po’ tradito per il trailrunning.

E il lavoro, come mai in Italia?

Sono Marketing e communication director di Vibram, ad Albizzate, e in giro

per il mondo, per il Trailrunning Team Vibram, per esempio.

“Il team”, ecco, come ti è venuta l’idea?

Un paio d’anni fa, alla partenza dell’UTMB. Mi sembrava il momento di entrare

in gioco sul serio, non semplicemente sponsorizzando la gara: da pubblico in

protagonisti, et voilà!

Quanto marketing e quanto passione in questa scelta?

Certo il marketing c’entra: del resto la suola Vibram è quanto di più vicino

ci sia fra uomo e strada, qualunque sia il tipo di strada. Un’appendice

dell’uomo, direi. Ma l’intervento, la scelta, la filosofia sono stati un percorso

E’ un dato di fatto: il trailrunning coinvolge un numero

sempre maggiore di praticanti, in tutto il mondo,

grazie anche ad aziende leader nell’outdoor e a manager

molto attenti all’evoluzione dei mercati dello sport.

Bernard Jerome, Vibram, è uno di questi e cerca di far

convivere lavoro, tempo libero e sport. Pratica freeclimbing,

mountain bike, trailrunning, scialpinismo, trekking,

torrentismo. Per lui non cambia salire la Cassin al Pizzo Badile

o attraversare le highlands scozzesi con zaino e

tenda, gli basta essere in simbiosi con la natura.

Quando gli chiedi se si sente più manager dello sport

o sportivo che fa il manager hai una risposta semplice:

“I confini sono molto sottili, todo depende. Credo d’aver

portato la cultura dell’outdoor in azienda e di essere

uomo di sport, ma quando mi alleno o mi diverto con

addosso la divisa del Team Vibram la mia anima sportiva

è completamente quella del manager”.

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La Strada della Luce135 km di viaggio a ritroso nello spazio e nel tempo.

Partners Raidlight & rh+ Activewear bike

DI DAVIDE ORLANDI - FOTO SOUL TEAM

Page 29: Soul Running #4 - Dicembre 2012

PREQUEL

Sono tre settimane che mi sono messo in testa di fare un pezzo “multi-

sport” dedicato ad un percorso storico sulle Apuane (non dico quale

perché prima o poi...) e sono tre settimane che il meteo mi rema contro,

ha pure nevicato!

Complice il maltempo e svariati bacilli mi trovo alla Feltrinelli di C.so

Vercelli, che tra l’altro odio, mi sembra il bon marchè del libro, Io ho

bisogno di consigli, di confronto col libraio, di silenzio e non di Tiziano

Ferro alla radio; insomma giornata uggiosa per dirla alla Lucio. Riflet-

tendoci sto proprio invecchiando male, ora sono anche snob....

Giro, pigro e sbadigliante, tra pile di novità e best seller che urlano un

venduto di milioni di copie a settimana sulla fascetta (sarà vero?) e nulla

catalizza il mio interesse. Passeggio tra i romanzi storici che ho sempre

evitato come la peste da quando il prof Pogliani, storia e filosofia, mi

rifilò come dono natalizio “La Società Feudale”, 551 pagine ricche di

empatia... Inaspettatamente, invece, mi attrae una copertina che ritrae

il Duomo di Milano e mi ritrovo a camminare verso casa con il sacchet-

tino rosso pieno di scetticismo e del “Tempio della Luce” di Daniela

Piazza. Mi inoltro così nella cultura della mia città da fine 1300 a fine

1400 circa e mille volte, leggendolo, mi sono chiesto perché a scuola

mai nessuno ci ha portato davanti alla targa di una via per presentarci

un nostro concittadino, per poi vedere cosa aveva fatto per la nostra

città, che so, uno a caso....Giovanni Solari?

Mi appassiono al valzer delle parentele della nobiltà, ai contrasti tra

violenza e classe, stile ed arroganza, cultura e ignoranza, miseria ed

inestimabili ricchezze che ancora oggi resistono inalterate. Mi lascio

conquistare dalla cultura celtica di cui profuma tutta la storia di Milano

e nei giorni seguenti mi ritrovo ad allenarmi con dei casuali “Urban Trail”

che mi portano inevitabilmente sotto il simbolo della mia odiata e amata

Milano: il Duomo, il Medhelan, l’inizio. Lo guardo con un occhio diverso.

Il libro si fa leggere velocemente e le Apuane sono momentaneamente

appartate. Il percorso ora mi è chiaro, non ho dubbi. Sarà una corsa a

ritroso verso le origini di Milano per come la conosciamo ora.

Voglio riscoprire il luogo dove vivo, lavoro, amo, soffro, corro tutti i giorni

ed ho un obiettivo chiaro e forte nella testa: voglio far conoscere ai run-

ners/bikers che orbitano su Milano, e non sono pochi, il luogo

dove mettono i piedi e le ruote tutti i giorni, dove le mettono i loro figli.

Sono convinto che si sia perso tanto in termini di educazione, senso

civico, rispetto per il luogo in cui viviamo e sono sempre più persuaso

che si tratti principalmente di una perdita d’amore.

Se ami una cosa non puoi trattarla male (dementi a parte, ma quelli...).

Non puoi amare qualcosa o qualcuno se non lo conosci a fondo, se non

lo apprezzi, lo stimi. Oggi vorrei creare uno spunto, un primo spunto

non solo di riflessione. Voglio pensare e percorrere tragitti, vie, collega-

menti. Voglio che attraverso lo sport, mezzo di comunicazione di massa,

si possa amare di nuovo ciò che abbiamo: il nostro territorio, le nostre

città, la nostra esaltante cultura.

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Page 30: Soul Running #4 - Dicembre 2012

Di Tite Togni - Foto di Augusto Mia Battaglia

SPLASH! Lasciarsi cadere nell’acqua gelida di un ruscello a 2700 mt

e sentirla accogliente come quella di una fumante vasca da bagno.

Non è il potere dello yoga ma lo svuotamento delle forze da parte

dell’ipotermia al suo ultimo atto, quello del “fumbles”, del barcollare.

“Il classico metodo per identificare l’ipotermia è quello di avvertire

gli “umbles”. Questo è un termine della medicina specializzata e si

riferisce ai cambiamenti che avvengono nei livelli di coscienza e di

coordinazione. In breve: incespicare, borbottare, barcollare e annaspare

(“stumble, mumble, bumble and fumble”) sono sintomi di ipotermia.

La Tete aux Vents, ore 4:00 am circa, 30 agosto 2010. Piove da più di

16 ore, in questa mia seconda CCC, ancora una volta in team con Aug

(Augusto, ndr), ma assai differente per il resto, a partire dal meteo,

che in montagna è il padrone indiscusso. “Si tenga presente che nella

maggioranza dei casi l’ipotermia colpisce anche a + 5°C e non solo

in pieno inverno...ed è il killer numero uno nelle attività all’aperto”.

Fino a Trient, il 70° km, stavamo procedendo bene, con 3 ore di

anticipo rispetto all’anno precedente, nonostante il tempo inclemente:

soste più brevi e passo più deciso sia in salita, sulla Tete de la

Tronche, che al Grand Col Ferret, ma anche e soprattutto in discesa.

Tuttavia, a ben vedere, qualche segnale di “umble” era già visibile

a metà percorso, ma soprattutto la stanchezza e il sottile logorìo

conducono ad una catena di errori accumulati già al ristoro di

metà percorso, a Champex: declino l’offerta del mio team (la

banda dei miei figli) di cambiarmi con indumenti asciutti, mangio

poco, bevo poco e, via, si riparte. Tre errori in uno. Ci aspettano

la notte e le due salite più tecniche e non smette di piovere.

Nell’uscire dal ristoro iniziano i tremori (“umbles”!) ma chi corre gli

ultra in montagna sa che succede sempre quando si riparte dai ristori

dopo una pausa per quanto breve. La differenza è che, mentre l’anno

prima, sotto un cielo stellato, nell’attaccare la salita mi sono sentita

TITE A NUDO!

Quanto tempo ci vuole per elaborare un episodio

intenso della nostra vita? Non esiste una regola. Dopo tre anni Tite si

confronta con sè stessa così a fondo da regalarci una lucida analisi della

sua esperienza. Da leggere con l’evidenziatore e il post-it in mano!

82

Page 31: Soul Running #4 - Dicembre 2012

83

Page 32: Soul Running #4 - Dicembre 2012

LA RICETTA DI KRISSY

Gli spazi aperti sono fonte di ispirazione, l’avventura e la

scoperta domano i pensieri di tutti i giorni e regalano

sensazioni di libertà e pace.

PHOTO&WORDS

Words Krissy Moehl

Photo by Patagonia

Page 33: Soul Running #4 - Dicembre 2012

Di > AnDreA PizziFOtO Di > AngelA TrAwoeger, giovAnni MArchesi e AnDreA Pizzi

92

Trail running, mountainbike, kayak.

Cosa hanno in comune queste

discipline? Semplice, sono outdoor e

quindi fanno parte del nostro mondo.

Anche se non le pratichiamo con

costanza, o non le abbiamo mai

praticate, sono in qualche modo

presenti nel nostro Dna e se si viene

invitati a un raid multidisciplinare non ci

si può tirare indietro. La seconda tappa

dei Rewoolution Raid svoltasi a Torbole,

sul lago di Garda, a fine settembre è

stata l’occasione per un’esperienza

nuova e diversa dal solito, sopratutto

perché abbiamo costituito per la prima

volta un Soul Running Team.

Come runner siamo soliti correre per

lo più da soli, a volte in compagnia, a

volte in gara ma mai in team, è una

cosa diversa. Non si tratta solamente di

rimanere insieme, aspettarsi l’un l’altro,

darsi forza, è qualcosa di più: ci si

trova a condividere esperienze, fatiche,

sensazioni, positive e negative, come

difficilmente succede nel trail, disciplina

sicuramente più individuale. Insomma

un’esperienza diversa ma divertente,

aggregante, impegnativa, oltremodo

tecnica...davvero SOUL.

La prima giornata ci ha visti impegnati

in un tratto iniziale di quasi sei

chilometri di corsa, percorso veloce

SOUL REWOOLUTION

Page 34: Soul Running #4 - Dicembre 2012

94

Page 35: Soul Running #4 - Dicembre 2012

95

Liberté, agilité, suretéL’esperienza Raidlight

Temperatura mite, colori accesi,

tante foglie per terra e le giornate

che diventano via via più corte.

Questo è quanto offrono le nostre

Prealpi e metà novembre, quando

l’inverno ha provato a dire la sua

ma c’è ancora tempo per qualche

scampolo di caldo e sole.

La salita al monte Faiè ci ha messo

voglia di tornare su quelle foglie e

correre con quei colori, di correre

ma anche di divertirci per una

volta, senza un vero percorso da

seguire. Ci siamo detti: “scattiamo

qualche foto, per fare archivio,

prov iamo qualcosa magar i d i

diverso, qualche salto...”.

Salto? Si è mai visto un trail runner

saltare? E perché no!

Ci siamo spostati allora di qualche

chilometro in linea d’aria e siamo

saliti verso il Mottarone, cima

che domina da un parte sul

Lago Maggiore e dall’altra sul

Lago d’Orta, con lo sguardo che

prosegue fino al Monte Rosa e

le cime della Corona Imperiale.

Vestiti i panni dei runner seri

abbiamo incominciato invece a

fare i ragazzini inventandoci salti,

discese su morbidissimi tappeti

di foglie...per una serie di scatti

DI ANDREA PIZZI - FOTO SOUL TEAM

Page 36: Soul Running #4 - Dicembre 2012

2012 – edizione 0

Uno degli altopiani più belli del mondo, fortunatamente nelle mani di gente, i locali, che sanno

cosa farne ed il team di Soul Running, noi, che puntiamo d’azzardo e ancora in fasce ci inventiamo

un vero gioco da adulti nel mondo della comunicazione e del trade.

Si perchè, un anno dopo il battesimo in edicola del Magazine, ci siamo letteralmente inventati di

fare incontrare negozianti e produttori per “testare” fisicamente gli articoli che saranno sui loro banchi di vendita la prossima stagione. Cose che

solitamente le grandi aziende organizzano con meeting dedicati e le piccole non hanno il tempo di fare.

In pochi mesi Davide Orlandi, editore ed ideatore di Soul Running, è riuscito, non senza difficoltà a mettere d’accordo la fondamentale e lungimirante

APT di Seiser Alm e numerosi tra i più grandi brand di scarpe e abbigliamento da Trail Running, portando in questo luogo incantato una cinquantina

di dealers specializzati del settore outdoor e running che hanno, in un momento focale della stagione, potuto apprezzare l’idea e lo spirito con cui

l’intera manifestazione si è svolta nei tre giorni del week end dal 20 al 23 luglio 2012.

Alcuni inconvenienti dovuti alla “gioventù” dell’evento, che stiamo risolvendo, un po’ il tempo che non ci ha premiati soprattutto il sabato, poi tutto si

è svolto a meraviglia in uno spirito costruttivo/goliardico in cui amateurs, testers, inviati e proprietari di negozi, hanno trovato la massima disponibilità

degli operatori commerciali di marchi quali The North Face, Scott, Brooks, Garmin, Hoka, La Sportiva, Alpina, Dynafit, Falke, Mammut, Treksta e

Vivobarefoot a fare indossare scarpe da trail o indumenti di nuova concezione per una corsa di un ora o più, sui meravigliosi sentieri dell’Alpe di Siusi.

Per noi che la abbiamo organizzata, vissuta e sofferta, questa tre giorni è stata ricca di soddisfazioni, moltissimi i volti sorridenti tra i negozianti che

hanno accettato l’invito, distributori e agenti commerciali che hanno incontrato i clienti al di fuori dell’ambito impettito degli usuali orari di lavoro,

magari facendo una corsa proprio al loro fianco, e poi la sera tutti a cena insieme e la domenica dopo la gara di 12 km. “Alpe di Siusi Running”

tutti sotto il tendone per premiazione e rinfresco. Atleti, appassionati e semplici escursionisti che non hanno disdegnato di curiosare tra i gazebo

allestiti e magari provare anche loro un paio di scarpe.

Ci siamo posti l’ obiettivo di rendere un servizio alle aziende e ai dealers che spesso per questioni pratiche e di tempo vedono e toccano il prodotto

solo quando lo hanno già acquistato. Permettere loro di scambiare opinioni e valutazioni in modo anche informale, in questo modo aumenta sia la

conoscenza degli articoli che la specializzazione e competenza del punto vendita, sempre più richiesto dal consumatore finale e dai marchi stessi.

L’ evento Alpe di Siusi Running Shoe Experience è nato da questi stimoli, spinto

da passione e dall’amore per la corsa in generale e il Trail in particolare. Lavorare

divertendosi e godendo della natura è il modo giusto per dare un contributo

all’affermarsi di questo piccolo angolo di universo.

Keep on running & see you soon..... a luglio 2013, ovviamente all’Alpe di Siusi !

Andrea Valsecchi

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Page 37: Soul Running #4 - Dicembre 2012

CAMPAGNA ABBONAMENTI SOUL RUNNING 2013

I lettori chiamano e Soul Running risponde! Prima di tutto grazie. Grazie per tutte le volte che ci avete scritto sulla nostra pagina Facebook per comunicarci che nella vostra edicola il magazine non era ancora arrivato, oppure era esaurito. Questo ci ha permesso di migliorare la distribuzione che dal prossimo anno sarà potenziata tramite la presenza del magazine in una selezione di negozi running e outdoor. Soprattutto grazie per averci anche chiesto

in tanti la possibilità di poter sottoscrivere un abbonamento, significa che non volete perdere nemmeno una delle nostre fatiche editoriali. Eccoci allora a introdurvi la campagna abbonamenti con la quale sarà possibile avere la certezza di ricevere a casa i 4 numeri di Soul Running targati 2013, comprendenti la Guida all’Acquisto di inizio stagione ed in più la prima guida del Trail targata Soul Running del territorio Valdostano!!

E non è tutto! Infatti, come si usava fare qualche anno fa, insieme al magazine si potrà scegliere un regalo, non un semplice gadget, ma molto di più, un imperdibile e soprattutto utile accessorio da trail running, qualcosa che vi accompagnerà durante ogni allenamento o gara. Un oggetto ovviamente griffato Soul Running ma anche tecnico, di qualità e che contraddistinguerà i nostri lettori. Partner di eccellenza in questa operazione sono Buff e Raidlight!

Sarà possibile aderire alla campagna direttamente dalla nostra pagina Facebook e dal sito www.distanceplus.com a partire dal 20 dicembre 2012, scegliendo tra differenti opzioni per quanto riguarda la durata dell’abbonamento, le modalità di consegna (tradizionale o garantita) e il tipo di regalo.

Soul Running cresce grazie ai propri lettori.

Follow us! Come sempre!

In collaborazione con:

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