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N° 1 - DICEMBRE 2009 - ANNO XI - COPIA GRATUITA

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L'informazione dei monti sicani

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EDITORIALESulle orme dei Sicanidi Tommaso Maggio

5SOMMARIO

Monti Sicani un Parco

tra natura e culturadi Francesco Lo Presti

Pierangela Maniscalchi

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PERSONAGGII tre

Moschettieri 12

CULTURAAD 1478: la stampa in Siciliadi Agostino Tuzzolino

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SOCIETA’Sicilia, Italia, Mondo

Identità e Integrazionedi Salvo Butera

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SOCIETA’ 23

SOCIETA’Occhi che parlanodi Giusy Fasino 24

ECONOMIAI vini “Made in Sikania”

conquistano Romadi Pierangela Maniscalchi 26

SPORTEccellenza & Promozione

Il valzer delle sicanedi Paolo Militello

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SPORTL’allenatore col

cuore nel pallonedi Pierangela Maniscalchi

33EVENTIEventi & Dintorni 34

SOCIETA’Facebookdi Valentina Infantino

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SPECIALE

10SOCIETA’

Faccia a faccia

con la nuova infl uenzadi Pierangela Maniscalchi

SOCIETA’ 15Il colore dell’acquadi Maristella Panepinto

La rivolta del Granodi Francesco Lo Presti

STORIASicani Mito e Storiadi Vito Lo Scrudato

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Periodico a cura della Testata Giornalistica Studio Fantasy News

Registrazione Tribunale di Agrigentonumero 212 del 10/06/95

Dicembre 2009Anno XI

Numero 1

Edito dall’ Associazione Studio Fantasy Magazè Via Campania, 2 Cammarata -AG

Tel/fax 0922900717cod. fisc. 93027138843 P.Iva 02515360846

[email protected] www.magaze.it

Responsabile EditorialeTommaso Maggio

Direttore responsabileClaudio Spoto

Redattori - CoordinatoriFrancesco Lo Presti

Pierangela ManiscalchiAgostino Tuzzolino

Hanno collaborato:Salvo Butera, Giusy Fasino,

Valentina Infantino, Vito Lo Scrudato, Paolo Militello, Maristella Panepinto.

Responsabile Commerciale Nazareno Scrudato

Enzo Fasino

Photo Editor Gianpiero La Palerma

Impaginazionemagaze.it

Tipografi a RS Arti Grafi che

In CopertinaCapanno sentiero Donna

S. Stefano Quisquina

Nessuna parte della rivista può essere in alcun modo riprodotta senza autorizzazione rilasciata da Magaze.it.

Chiuso in redazione il 25 novembre 2009

Un anno fa leggendo la data della copertina del nostro numero appena stampato, mi stupivo che fossero, già, trascorsi dieci anni dal primo numero cartaceo di Magaze. E torno ancora a stupirmi e l’emozione di avere fra le mani, ancora una volta, l’ultimo numero fresco di stampa, è indescrivibile.L’editore è un po’ il papà delle pubblicazioni e prova una grande gioia quando le proprie creature nascono, crescono, determinandosi nelle qualità. E’ quello che è accaduto a Magaze, da mensile cartaceo in bianco e nero a quotidiano on line.Ora una nuova scommessa: un trimestrale per affrontare argomenti legati al nostro territorio, i Monti Sicani, con la sua peculiare fi sionomia. Una fisionomia unica che cercheremo di scoprire e diff ondere.Un trimestrale che sia da traino e da stimolo per le vostre rifl essioni e approfondimenti. Ma prima, per noi è stato, e sarà, un laboratorio, dovescervellarci su cosa inserire, sui canali da utilizzare per portare alla vostra attenzione, in inglese gli esperti della comunicazione direbbero agenda setting e agenda bulding, le tematiche già trattate da altri mezzi di informazione. Non potevamo fare altrimenti.Troverete l’attualità locale e nazionale, come la presenza del manganese nell’acqua, l’influenza A/H1N1; la nascita del Parco dei Monti Sicani, l’esperienza di due aziende vitivinicole e la cultura. Ma anche le storie di persone ed alcune curiosità. Insomma, vogliamo offrirvi una visione, quasi senza confini, se fosse possibile, comunque ampia. Come cerchiamo di fare con l’informazione quotidiana on line, con la quale tentiamo di svelare ai cittadini dei 23 paesi, serviti dalla nostra rete, le potenzialità ed i possibili percorsi di sviluppo delle nostre comunità. Un territorio che racconta la nostra storia ed è il nostro futuro. Ma dobbiamo conoscerlo, apprezzarlo e soprattutto amarlo anche se il presente è diffi cile.Vorremmo che ai lettori arrivassero gli entusiasmi e le passioni dei protagonisti di queste pagine, siano essi gli indigeni Sicani o gli uomini di un passatopiù recente, o ancora dei nostri contemporanei. Uomini che possono essere degli esempi di coraggio, forniti di una propria visione del futuro che hanno inseguito e concretizzato. Svelandoci anche il loro lato fatto di debolezze e timori, superati con umiltà e caparbietà. Caratteristiche che hanno permesso le grandi e piccole imprese dei popoli. Le gesta memorabili possono essere il quotidiano di ognuno, con i propri limiti. Limiti da rispettare e superare, per realizzare quello che, a volte, agli occhi di molti può sembrare una pazzia, ma per chi ci crede, invece, un progetto da realizzare. Da condividere.Buona lettura.

Editorialedi Tommaso Maggio

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MONTI SICANI UN PARCO TRA NATURA E CULTURA

- i 12 sindaci dei comuni interessati, un rappresentante per l’Assessorato regionale Territorio e ambiente, uno per l’Assessorato regionale Agricoltura e Foreste, uno ciascuno per gli Ispettorati provinciali dell’Agricoltura di Agrigento e Palermo, infi ne sei esperti designati dalle associazioni ambientaliste più rappresentative - attualmente è presieduto dal sindaco di Burgio Vito Ferrantelli, che abbiamo intervistato. A che punto è l’iter burocratico per l’avvio del Parco?In questi giorni, in qualità di presidente del comitato insieme agli altri componenti, dal punto di vista organizzativo, abbiamo individuato due gruppi di lavoro, uno tecnico ed un altro scientifi co, adoperandoci, dunque, per creare le condizioni adeguate e ottimali al raggiungimento dell’ obiettivo fi nale.Come mettere in rete la realtà del Parco fra i 12 Comuni?Il Parco delimita dei territori con l’obiettivo di proteggere gli ecosistemi, off rire alla fruizione delle popolazioni aree di ricreazione e di promuovere uno sviluppo economico nelle comunità che vi insistono, attraverso la valorizzazione e la protezione delle ricchezze naturali e paesaggistiche del territorio. La capacità dei Comuni di costruire e attuare progetti

Sei mesi, 180 giorni per stabilire entro quale perimetro dovrà essere realizzato il Parco dei Monti Sicani, che da idea sta per tramutarsi in realtà. È questo il tempo che la finanziaria regionale approvata dall’Ars il 14 maggio

2009 ha concesso al costituendo comitato tecnico per portare a termine il proprio compito, perimetrare il Parco, eleggerne gli organi direttivi e stilare il regolamento per la fruizione. Le risorse assegnate per il 2009 appena 50 mila euro, destinati però ad essere incrementate dopo l’avvio. L’obiettivo è quello di unificare sotto un unico marchio “Monti Sicani”, una realtà composita ma omogenea. Diverse sono le risorse territoriali, culturali e ambientali dei 12 paesi interessati – Palazzo Adriano, Chiusa Sclafani, Prizzi, Castronovo di Sicilia, Contessa Entellina e Giuliana in provincia di Palermo, Burgio, Bivona, Cammarata, San Giovanni Gemini, Santo Stefano di Quisquina e Sambuca di Sicilia in provincia di Agrigento –, accomunati dall’appar-tenenza a quattro delle 33 riserve naturali gestite dalla Regio-ne, Monte Carcaci, Monte Genuardo e Santa Maria del bosco, Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, Monte Cammarata.Il Comitato tecnico pro-Parco composto da 22 membri,

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di Francesco Lo Presti Pierangela Maniscalchi

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e politiche negoziate e mirate verso uno sviluppo sostenibile, determinerà nuove possibilità per il mercato dei prodotti agricoli e artigianali, con l’incremento del fl usso turistico e il tentativo di rilanciare l’economia.Quando la “posa della prima pietra”?La posa della prima pietra avverrà con il concretizzarsi di una proposta coerente e condivisa di perimetrazione del Parco dei Monti Sicani, nei tempi previsti dalla legge, presumibilmente all’inizio di aprile 2010. Abbiamo rivolto alcune domande anche a Beniamino Margagliotta, sangiovannese, componente del comitato tecnico-scientifi co in qualità di rappresentante della Lega italiana protezione uccelli.Quali sono i criteri che verranno adottati per la perimetrazione del Parco?Il comitato sta lavorando all’individuazione del perimetro tenendo conto di elementi fi sici ben defi niti, ad esempio strade principali, fi umi, rilievi montuosi. Verranno individuate delle zone, all’interno del Parco stesso, così defi nite: Zona A, zona di riserva integrale, in cui rientreranno gli ecosistemi di grande interesse naturalistico e paesaggistico, dove minima

è la presenza delle opere dell’uomo: un esempio sono le riserve naturali già esistenti; Zona B, zona di riserva generale, dove verranno limitate le opere di trasformazione ambientale e dove verranno consentite le attività agro-silvo-pastorali; Zona C, zona di protezione, dove saranno ammesse opere per la valorizzazione dei fi ni istitutivi del Parco; Zona D, zona di controllo, in cui saranno ammesse diverse opere purché compatibili con le fi nalità del Parco. La delimitazione di queste aree, così come la perimetrazione, dipenderà dai valori naturalistici del territorio, dalla presenza di attività agricole, zootecniche e selvicolturali, dalle varie attività dell’uomo e dai piani regolatori di ogni singolo comune ricadente nell’area.Come e cosa salvaguardare dell’area individuata?Gli ecosistemi naturali ma anche l’insieme delle tradizioni agricole, religiose, laiche, culinarie, i centri storici di particolare pregio ed i siti archeologici. Fondamentale sarà la formazione e l’informazione delle collettività.Suggerimenti per l’avvio del Parco?Questa è un’ottima opportunità, il Parco rappresenta un volano per lo sviluppo economico. Carlo Levi, a proposito del modo in cui sono stati trattati gli ambienti naturali in Sicilia, sosteneva

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Vedere & Mangiare nel ParcoVedere & Mangiare nel ParcoAppartengono tutti a quattro delle 33 riserve naturali gestite dalla Regione Sicilia:Monte Carcaci, Monte Genuardo e Santa Maria del bosco, Monti di Palazzo Adriano e valle del Sosio, Monte Cammarata, è questo il sottile fi lo che lega i 12 comuni che ricadono nell’area del nascente Parco dei Monti Sicani. A ciascun paese fanno però capo diverse risorse territoriali, culturali e ambientali: scopriamo in due parole per ciascuno quali sono le peculiarità di queste 12 “oasi” che presto si faranno conoscere nel mondo sotto un unico “marchio di qualità territoriale”: quello dei “Monti Sicani”.

BIVONA: pesca, sedia “Bivona”BURGIO: ceramiche, campaneCAMMARATA: monte Cammarata, formaggi CONTESSA ENTELLINA: vini, resti di Entella CASTRONOVO DI SICILIA: TruciteddaCHIUSA SCLAFANI: ciliegie, “Ranza e sciura”GIULIANA: castello, “Festa du Bamminu”PALAZZO ADRIANO: la Piazza da Oscar, cultura arbëreshëPRIZZI: ballo dei Diavoli SAMBUCA DI SICILIA: lago Arancio, monte AdranoneSAN GIOVANNI GEMINI: carro di Gesù Nazareno, SANTO STEFANO DI QUISQUINA: eremo di santa Rosalia

che la gestione “non è da cristiani”. Il modo in cui sono state ridotte ai minimi termini alcune popolazioni animali e vegetali, “non è da cristiani”. I “cristiani”, gli uomini civili, trattano in altro modo gli ecosistemi. Sarà importante, per l’avvio e per una giusta valorizzazione e rispetto del territorio, essere tutti più “cristiani”, più rispettosi del nostro territorio cercando di comprendere che il degrado ambientale, l’abbattimento di specie rare, l’estinzione di una pianta, il bracconaggio diff uso e la distruzione degli ecosistemi sono comportamenti poco civili che si ripercuotono contro di noi e la nostra economia.Con Giuseppe Traina, dottore in Scienze forestali e rappresentante dell’associazione “Impronta sicana”, abbiamo scambiato appena due battute.Che opportunità di sviluppo off rirà il Parco?Negli ultimi decenni è aumentato a dismisura il desiderio di ambiente, inteso come ricerca di prodotti con elevati standard di qualità e genuinità, l’istituzione di un Parco in un’area che già di per sé è in grado di soddisfare queste aspettative non fa altro che favorire la creazione di tutta una serie di attività

legate a questa crescente richiesta, sia in termini promozionali che di immagine, perché costituirebbe un polo di attrazione per incentivi e fi nanziamenti a vario livello, primo fra tutti il PSR Sicilia.E’ possibile creare un unico marchio per i prodotti?L’area del Parco è contraddistinta da una notevole diversifi cazione ambientale e i prodotti che vi si realizzano sono espressione di questa varietà. Il territorio ha inoltre molte caratteristiche comuni, quali la vicinanza geografi ca e i legami tradizionali e culturali. L’istituzione di un unico marchio per tutti i prodotti dei Monti Sicani, sarebbe auspicabile perché ciascuno di essi, pur mantenendo la sua identità, sarebbe promosso da un unico soggetto, che darebbe maggiori garanzie di visibilità e di collocazione sul mercato.Quali sono le principali attrattive che il Parco già off re? A questa ultima domanda, di carattere più tecnico, rispondo semplicemente con una battuta: provate con mano!

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Dalla terra dei

Piazza Mario Francese (angolo via De Gasperi) - PALERMO “Chioschetto della Bontà”

alla tavola dei palermitaniMONTI SICANIMONTI SICANI

PROSSIMA APERTURA

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H1N1

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Faccia a faccia con la nuova infl uenza

IL VACCINO«Come per l’infl uenza stagionale, il Ministero della Salute suggerisce il vaccino per le principali categorie a rischio. Il virus H1N1 ha solo anticipato la sindrome stagionale: la nuova infl uenza non è più pericolosa di quella tradizionale, solo più contagiosa.», ci spiega Franco Giacovelli, medico di famiglia e assessore alle Politiche socio-sanitarie del comune di Lercara Friddi. Giacovelli è dal 1999 anche uno dei 53 medici-sentinella in Sicilia, della rete ministeriale di monitoraggio Infl unet, che raccoglie ogni anno i dati relativi all’infl uenza. La vaccinazione non è obbligatoria ma consigliata per le persone considerate a rischio: donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza; bambini e ragazzi di età compresa tra più di 6 mesi e i 17 anni con malattie croniche e bambini tra i 6 e i 24 mesi nati prematuri; adulti di età inferiore ai 65 anni con malattie croniche; personale sanitario e sociosanitario. A queste si aggiungono poi le categorie sensibili: forze dell’ordine, insegnanti e in generale tutti coloro che, ogni giorno, si trovano a contatto, soprattutto per lavoro, con molta gente. Il consiglio? «Niente panico e nessun allarmismo.», conclude Giacovelli.

di Pierangela Maniscalchi

Chi non ha mai accusato i seguen sintomi: febbre superiore ai 38 gradi, raff reddore, mal di gola, tosse, dolori ai muscoli e alle

ar colazioni? Se la risposta è “no”, allora complimen perché rientrate fra i pochi fortuna che non hanno mai preso una semplice infl uenza. Se invece la risposta è “si”, complimen due volte perché siete fra i milioni di “sopravvissu ” alla sindrome che ogni anno ene compagnia a milioni di italiani, quella infl uenzale. Di qualsiasi po. Avete le o bene: di qualsiasi virus

si tra , l’infl uenza si manifesta sempre allo stesso modo e nessuna forma è più pericolosa delle altre. Può essere solo più o meno contagiosa.

E’ quello che sta accadendo in questo periodo con l’infl uenza A, so o po H1N1. Una celebrità, portata al successo non dalle sue “do ” ma dai media. Giornali,radiogiornali e telegiornali – si sa – spesso tendono a spe acolarizzare le no zie per vendere. E il sospe o è proprio questo, perché a sen r parlare gli esper dell’OMS, ministri della salute di tu o il pianeta, l’infl uenza A/H1N1 non è più pericolosa dell’infl uenza stagionale, che ogni anno miete più vi me di quante non

ne abbia già fa e questa nuova forma. È solo più contagiosa ed è la cara eris ca a renderla più temibile. Fenomeno che può essere riassunto in una semplice parola: pandemia.

Una pandemia è un’epidemia la cui diff usione interessa più aree geografi che del mondo, con un alto numero di casi gravi e di conseguenza una elevata mortalità. Sono tre le condizioni che indicano l’insorgenza di una pandemia, la comparsa di un nuovo agente patogeno, un nuovo po di virus, la capacità di questo di colpire l’uomo, la capacità del virus di diff ondersi rapidamente a raverso il contagio. A diff erenza delle epidemie stagionali, le pandemie avvengono irregolarmente, ne compaiono circa tre in ogni secolo, e quando un nuovo ceppo del virus dell’infl uenza, viene trasmesso all’uomo da un’altra specie animale, principalmente suini, galline e anatre.

A questo punto constatato che l’infl uenza A/H1N1 possiede tu e queste cara eris che e l’OMS l’ha indicata come la prima pandemia infl uenzale del XXI secolo, non dovrebbe più terrorizzarci. La nuova infl uenza è pericolosa per la diffi coltà di contenere il virus, essendo

facilmente trasmissibile. Denominata inizialmente infl uenza suina, perché trasmessa dal maiale all’uomo, si è manifestata per la prima volta, in Messico nel marzo 2009, estendendosi in breve tempo in più di 80 Nazioni, fra queste anche la nostra Italia.

Come informa una recente campagna del Ministero della Salute, cinque sono le regole per prevenire la diff usione dell’infl uenza A/H1N1:

lavare spesso e bene le mani con • acqua e sapone

coprire naso e bocca con un • fazzole o se si starnu sce e bu arlo nella spazzatura

non toccare occhi, naso e bocca se ci • si dimen ca di lavare la mani

cambiare spesso l’aria in casa •

in caso di febbre, tosse o raff reddore, • restare a casa ed entrare in conta o con pochissime persone, chiamando il medico di famiglia solo dopo il terzo giorno di infl uenza.

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I Tre MoschettieriMoschettieri

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Tre uomini, un siciliano, un friulano e un pugliese. Tre territori, Cammarata, Lercara Friddi e Mussomeli. Tre province,

Agrigento, Palermo e Caltanissetta. Un unico comune denominatore l’Arma dei Carabinieri e l’amore profondo per lo Stato e per il suo Popolo. Stiamo parlando dei comandanti delle tre compagnie dei carabinieri che hanno competenza su 23 paesi. Il capitano Alessandro Trovato di Cammarata e i tenenti Federico Vecci di Lercara Friddi e Gabriele Tadoldi di Mussomeli. Il primo al comando da poco più di un anno, appena tre mesi per gli altri due. Tre protagonisti, diversi per carattere, stile e modo di essere, ma accomunati dall’ importante compito di tutelare i cittadini e il territorio.

Capitano Alessandro Trovato

Il suo libro preferito racconta una storia di semplicità e amicizia sincera. Le stesse caratteristiche che, secondo lui, potrebbero essere la

soluzione a molti dei problemi quotidiani

dell’umanità. Il libro è “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, lui il capitano Alessandro Trovato, classe 1964, comandante dall’anno scorso, della Compagnia dei carabinieri di Cammarata. Riservatissimo, non gradisce mischiare la vita pubblica e quella privata, di cui è molto geloso. Ama defi nirsi ed essere defi nito “terrone”, sogna un coast to coast della Sicilia a bordo di un piccolo cabinato a vela. Il mare è la sua passione e, secondo lui, incarna, in assoluto, l’idea di libertà. Catanese, per anni lontano dalla Sicilia, considera la sua città parte del suo patrimonio genetico,così come il profumo del mandorlo in fi ore, il colore del cielo, i ruggiti dell’Etna, i faraglioni di Acitrezza dei Malavoglia e di Verga, la pescheria e la Catania by night. Tifoso sfegatato del Catania calcio, la bandiera che ricorda i colori dell’Arma lo segue ovunque; gioca a tennis quando può e si concede delle “montalbaniane” nuotate, però in piscina, tra i monti. E se impazzisce per “Uomini semplici” di Eduardo De Crescenzo, a tratti lo

si può riconoscere in “Generale” di De Gregori; ascolta molto volentieri Concato e Paoli e non è diffi cile che sulla sua vespa, in giro per la Sicilia del mare, ascolti nell’I-pod la musica nazionalpopolare di Laura Pausini. Film preferito Nuovo cinema Paradiso del bagherese Peppuccio Tornatore. Nutre particolare ammirazione per padre Pino Puglisi. Siciliano. Ama la cucina, quella di una volta, povera e fatta “con nulla” ma ricca di sapori, profumi e sapienza mediterranea. E quando volge lo sguardo al cielo, gli piace pensare a Dio come a un “capo” che ci ascolta, sempre.

Tenente Federico Vecci

Sguardo attento e mite. Presenza imponente e rassicurante. Portamento fi ero e disciplinato. È il ritratto uffi ciale del tenente

Federico Vecci, classe 1974, udinese, dallo scorso settembre al comando della Compagnia dei carabinieri di Lercara Friddi, dopo un anno di servizio al nucleo operativo e radiomobile di Termini

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Imerese. Assieme alla fermezza e alla compostezza del comandante, però, emerge anche l’uomo riservato, marito e padre attento, curioso osservatore della realtà che lo circonda, un “gran bravo ragazzo” pronto a dare il giusto suggerimento a chi glielo chiede. Una personalità dalle mille sfaccettature, nutrita dell’umorismo dell’inglese Tom Sharpe e della sicilianità di Andrea Camilleri, passando per i thriller di Robert Harris. Camperista, prima o poi arriverà fi no a Capo Nord e parteciperà al rally fi nlandese dei “1000 Laghi historic” , amante di auto e moto d’epoca, rivela un passato da arbitro di calcio e da provetto Paolo Andreucci (il campione italiano di rally) con la sua partecipazione al 34esimo rally delle Alpi orientali. Friulano ha una profonda passione per la montagna e lo sci, cresciuto a pane e “Guerre stellari”, è ghiotto di frico, piatto tipico della sua terra, ma ha imparato ad apprezzare anche la nostra “pasta alla milanisa” con le sarde. Appassionato del rock dei Dire Straits, si commuove al suono dolce delle ballate di Branduardi,

medita sui testi impegnati di De Andrè e stima la Sicilia e la fi losofi a di Franco Battiato. Cosa lo ha colpito della Trinacria? Il fatto che il tempo sembra scorrere più lentamente. Ma anche il cuore e la partecipazione della gente. Un difetto della nostra terra? Per fare le cose ci vuole troppo tempo…

Tenente Gabriele Tadoldi

Solare. Disponibile e cordiale. Riesce a trasmettere l’autorità del proprio ruolo senza tuttavia avere atteggiamenti distaccati.

Socievole. È il tenente Gabriele Tadoldi, classe 1977, barese, che dallo scorso settembre ha assunto il comando della Compagnia dei carabinieri di Mussomeli, dopo due anni alla guida del nucleo operativo e radiomobile di Ancona. Duttile, dal forte spirito di adattamento, si defi nisce dai gusti “un po’ retrò”, anzi - correggendosi subito – “molto retrò”. E non solo in ambito cinematografi co. Ama la commedia all’italiana, soprattutto quella interpretata da

Alberto Sordi, sulla cui preferenza non discute, ed è appassionato di tutto il cinema neorealista del dopoguerra. Le sue donne ideali sono Claudia Cardinale e Monica Vitti. Non disdegna i polizieschi, purché ovviamente degli anni ‘70, che ricalchino il fi lone Milano spara, Napoli risponde. Conserva di Rino Gaetano tutti gli album, di Lucio Dalla quelli dal ’69 all’81. Apprezza lo stile di cantautori ironici e poetici del calibro di Fabrizio De Andrè e Vinicio Capossela. Tra una partita a calcetto e una steccata a biliardo, ascolta anche il rock progressivo della PFM e quello blues di Rod Stewart e Joe Cocker. Appassionato di storia contemporanea, ha una ricca biblioteca anche di testi che narrano le storie e le imprese di uomini e popoli fra il ‘500 e il ‘700. Collezionista in passato di alcuni modelli della mitica vespa, adesso dispone soltanto di una PX 150 con la quale già pensa di scorazzare per le vie e le viuzze di Mussomeli, tempo permettendo! Cosa apprezza di questa cittadina? Quella dimensione paesana che gli ricorda tanto la sua Turi.

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IL COLOREDELL’ ACQUANovembre sarà ricordato come il

mese dell’emergenza idrica per molti comuni tra l’Agrigentino e il Nisseno. L’acqua, però, non è

mancata. Dai rubinetti ne è uscita tanta, con un piccolo particolare, di colore gial-lastra. Tanto è bastato per fare scattare un allarme che si è esteso da Mussomeli fino a Canicattì, passando per Casteltermini. Quale il comune denominatore, che ha legato un carosello di comuni? L’essere riforniti dalla condotta Fanaco. Così, nel giro di pochi giorni, una schiera di paesi, dall’Agrigentino al Nisseno e affiancan-do il Palermitano, hanno lanciato l’SOS.Dalle segnalazioni ai rilievi sanitari il passo è stato breve. Manganese. Que-sto è stato l’esito del test, che ha chiari-to, seppure in modo sommario, i dubbi delle persone. Il manganese è un mi-nerale ferroso che si trova normalmen-te nell’acqua, ma nella fattispecie si è presentato in quantità maggiore. Non acqua sporca, quindi, come puntualiz-zano gli esperti, ma più correttamen-te “acqua ferrosa”. Nel frattempo però si è creata la psicosi da “acqua gialla”.C’è stato chi si è limitato a non usare più l’acqua a scopo alimentare, chi invece, ha scelto misure drastiche, chiudendo i rubinetti ed evitando di servirsi dell’ac-qua corrente anche solo per lavarsi le mani. Il passaparola, ha alimentato il panico. A stemperare la paura, giungo-no gli interventi delle amministrazioni comunali interessate dal fenomeno. Se a Mussomeli sono arrivati i Nas, a Ca-steltermini è stata invece organizzata una tavola rotonda. Il sindaco Nuccio Sapia ha invitato i suoi colleghi delle aree interessate, per fare il punto della situazione. Presenti anche i tecnici, ed i vertici di Siciliacque e di Girgenti Acque, a cui sono state rivolte decine di do-mande e chiesto soluzioni immediate.“Tutta colpa del manganese, ma ne usci-remo usando la pirolusite”, ha rassicurato i presenti l’ingegnere Stefano Pizzarello, direttore generale di Siciliacque. “La pi-

rolusite - ha detto Pizzarel-lo - è un ossido di manganese da cui arriverà la soluzione al problema. Per quanto sembrerà stra-no, l’ossido di m a n g a n e s e avrà il compi-to, una volta posto sopra i filtri acquiferi, di assorbire la quantità di m a n g a n e s e in eccesso. E’ bene però puntualizzare un dettaglio. Il manganese non è un veleno. E’ un minerale ferroso e nelle quantità regi-strata nell’acqua del Fanaco non com-porta rischi per la salute dei cittadini. Basti pensare che, in una comunissima tazzina di te, ne troviamo 133 mg, che non sono dannosi per chi lo sta be-vendo”. A fare eco a Pizzarello gli altri tecnici, il vice presidente di Siciliacque l’ingegnere Enrico Spada, l’ingegnere Gucciardo dell’Ato idrico, l’ingegne-re Calogero Sala della Girgenti Acque.La promessa è stata quella di fare par-tire nell’immediato il trattamento con pirolusite, così da risolvere il problema entro l’inizio del mese di dicembre. I tecnici hanno anche stilato una sorta di vademecum, in attesa che il livel-lo di manganese torni nella norma.“L’unica piccola regola precauzionale - hanno detto - è quella di evitare di bere l’acqua corrente. Tutti gli altri usi dome-stici sono invece consentiti. Via libera quindi alla toiletta e al lavaggio di frutta e verdura”. Tranquillizati gli amministratori presenti all’incontro. Il sindaco di Castel-termini Sapia, quello di Canicattì Corbo

e l’assessore Lentini in rappresentan-za del comune di Ravanusa hanno così commentato: “A noi preme garantire il benessere dei cittadini. Non potevamo che attivarci, immediatamente, al fine di trovare una soluzione. Temevamo esiti peggiori, invece si tratterà solo di met-tere in pratica poche, semplici, regole, in attesa che il problema sia del tutto risol-to”. Detto fatto. A Casteltermini è partita una campagna con manifesti per infor-mare i cittadini e diffondere le regole da seguire. Non mancano però gli scet-tici. “L’acqua non è limpida - commenta una castelterminese - e questo non mi consente di lavare il mio bambino con serenità. Non lo nego, per fargli il ba-gnetto uso l’acqua imbottigliata che co-sta tanto, ma almeno sto tranquilla”. Gli esperti tengono a puntualizzare che il manganese non causa dermatiti o qual-siasi altro tipo di infezione della pelle.Il trattamento con pirolusite è già inizia-to, siamo a metà novembre, quando scri-viamo questo articolo, stando a quanto hanno garantito i tecnici, non tarderà a dimostrare la positività dei suoi effetti.

di Maristella Panepinto

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Nel 1477 Francesco Patella, pretore a Palermo, decide di accettare un’ istanza di Rinaldo Sottile, allora fa-

moso giureconsulto e sindaco della città. Ma chi è Francesco Patella? E in che modo è legato all’ invenzio-ne di Gutenberg? Francesco Patella era discendente della famiglia Aba-tellis, o Patella, originaria di Lucca. Il suo avo Giovanni I, fu pretore di Palermo, presidente del regno e sposò in prime nozze Leonora Chiaramonte Dopo aver acquisito Cammarata, fu maestro segreto del regno, vicario generale e gran ca-merlengo. Alla sua morte, Federico, il maggiore dei figli, succedette al dominio della terra di Cammarata. Anch’egli fu camerlengo, amba-sciatore dei siciliani a re Alfonso e padre di Giovanni Francesco Abatellis, che nel 1466 ebbe l’in-vestitura di Cammarata. Giovanni II, quasi sempre chiamato soltanto col nome di Francesco, a Palermo, ricoprì cariche im-portanti e svolse anche, ed ecco sciolto il secondo quesito, un ruolo fondamentale nell’ introduzione della stampa in Sicilia. A riguardo il marchese Vincenzo Mortillaro, in un suo volume del 1843, racconta che se ne riconosce il primato alle città di Palermo e Messina. “E per parlar prima di Palermo; -continua il marchese- essendo pretore nel 1477 Francesco Patella baro-ne di Cammarata, costui ad istanza di Rinaldo Sottile insigne giureconsulto di quei tempi, e sindaco della città, chiamò dalla Germania il famoso tipografo Andrea di Wormacia, onde sta-bilire in Palermo una stamperia..” E il primo libro, che fra i tanti venne scelto, fu quello delle consuetudini di Palermo di Gio-vanni Naso. In verità l’anno 1477 , come data di pubblicazio-ne, è errato, come precisa il Mortillaro “...E pure, come ho io il primo osservato, ha preso in ciò un abbaglio il Mongitore, che non so per quale inavvertenza volle credere anno della stam-pa, quello che lo è della dedica; né si avvide che il libro portava la data del 1478, come puossi facilmente veder da chiunque; e come ho io stesso veduto in un esemplare che se ne rinvie-ne nella pubblica libreria del Collegio Massimo di questi pp. Gesuiti;...” Sull’invenzione della stampa molto è stato detto e scritto. Al centro dell’attenzione una domanda. L’invenzione di Gutenberg rappresentò o no una rivoluzione nella cultura di tutta l’Europa del XV e XVI? La risposta credo sia sotto gli occhi di tutti, di certo il nostro barone Francesco Abatellis contribuì all’evoluzione culturale e sociale della nostra regione.

AD 1478: l’istituzione della

di Agostino Tuzzolino

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stampa in Sicilia

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Torna l’appuntamento con il corso di studi etico-culturali, manifestazione organizzata dal Comune di Castronovo di

Sicilia, iunta alla quarta edizione. Un unico filo conduttore, i temi al centro del dibattito politico e culturale odierno. La prolusione del IV corso di studi etico-culturali è fissata per sabato 12 dicembre alle 18.00, presso il centro sociale “Totò Tirrito” di Castronovo di Sicilia. Si parlerà dell’evoluzione della società italiana e siciliana in particolare alla luce dell’inarrestabile fenomeno dell’immigrazione, che necessariamente pone il cittadino comune di fronte a una nuova riflessione sui concetti di Stato, di nazione, di cittadinanza, di diritti civili, di libertà religiosa. Si studierà come la nostra società sta affrontando il fenomeno dal punto di vista culturale, politico e giuridico. Il tema si intreccia con quello della laicità delle istituzioni e del rapporto tra etica e multiculturalismo. Verrà analizzato nei seminari, tra gli altri temi, il rapporto tra la bioetica laica della “qualità della vita” e la bioetica cattolica della “sacralità della vita”; l’insegnamento religioso a scuola, partendo dalla recente proposta di introdurre lo studio della religione islamica per gli

studenti musulmani e dalla sentenza della Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo sul Crocifisso che tante reazioni ha provocato. Breve “escursione storica”, infine, guidata dall’associazione SiciliAntica, che condurrà lo studio del fenomeno dell’integrazione tra i popoli nel passato isolano. Oltre ai temi, tante altre novità interesseranno questa edizione, a partire dall’organizzazione. Quest’anno la manifestazione è organizzata congiuntamente dalla presidenza del consiglio comunale e dall’assessorato alle Politiche sociali e giovanili. Direttore del corso sarà il presidente del Consiglio comunale, Alessandro Alfonzo, fondatore della manifestazione e coordinatore delle prime tre edizioni, mentre la nuova coordinatrice sarà l’assessore alle Politiche sociali, Tiziana Tirrito. Il sindaco, Vitale Gattuso, sarà il presidente onorario. Per il direttore della manifestazione, Alessandro Alfonzo, «il Corso tenta di fare un ulteriore salto di qualità, assumendo un carattere trasversale e oltrepassando quella dimensione esclusivamente territoriale che finora lo ha connotato. Si affronteranno temi che non possono appartenere a una sola parte politica, ma che costituiscono la sfida che

caratterizzerà il XXI secolo. Sono i temi che in maniera incessante il presidente della Camera Gianfranco Fini evidenzia quali pilastri della nuova identità italiana. Lo stesso titolo della manifestazione – “La nuova etica demografica: tutela delle identità e responsabilità dei popoli” – ne riassume il senso: studiare la trasformazione della società italiana moderna coniugando la tutela delle identità, non solo italiana ma anche dei popoli che arrivano in Italia e che legittimamente aspirano a diventarne cittadini, con la grande responsabilità richiesta sia agli immigrati che allo stesso popolo italiano di saper allargare gli orizzonti e di riconsiderare il concetto di nazione in senso “demografico” e aperto. Proprio perché si tratta di temi universali, la manifestazione è stata organizzata chiedendo la collaborazione, oltre che dei consiglieri di maggioranza, anche dei locali vertici del Partito democratico e del gruppo di opposizione. Sarà una grande manifestazione di unità dell’intera classe politica e culturale castronovese all’insegna dell’integrazione e dell’ospitalità, caratteristiche tutte che connotano il siciliano e il castronovese in particolare».

SICILIA, ITALIA, MONDO: IDENTITÀ E INTEGRAZIONE

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di Salvo Butera

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La rivolta del GRANOdi Francesco Lo Presti

Rallentamenti del traffico sui principali snodi della statale Palermo-Agrigento – al bivio di Manganaro e a quello del

Tumarrano – per chiedere sostegno e partecipazione da parte della cittadinanza, ma soprattutto per dare un segnale forte ai governi regionale e nazionale. È la “rivolta” degli agricoltori e degli allevatori siciliani, che per settimane hanno abbandonato le aziende per organizzare sit-in e marce di trattori con l’obiettivo di far convergere l’attenzione sulla grave crisi che l’ agricoltura sta attraversando. Prezzo del grano ai minimi storici, impossibilità di accedere al credito, contributi ancora non erogati da parte della UE. Palazzo Chigi ha assicurato che sta già pensando a delle soluzioni, per non abbandonare uno dei settori trainanti dell’economia siciliana. “Questa è una fase difficile per tutti i settori dell’economia, stiamo assistendo a una vera e propria emorragia dei consumi. L’agricoltura, come gli altri comparti, si raffronta con il mercato e risente degli effetti di questa fase complessa: latte, ortofrutta, cereali sono alcuni dei prodotti che segnano un crollo dei prezzi pagati agli agricoltori.” Sono le parole del ministro per le Politiche agricole Luca Zaia, pronunciate a margine dell’incontro tenuto lo scorso novembre con gli assessori regionali all’Agricoltura delle aree più colpite, presente il siciliano Michele Cimino. “Tra le misure discusse con gli assessori per fronteggiare la crisi – ha detto ancora il ministro –, una tra le più importanti è quella che riguarda un pacchetto finanziario per facilitare l’accesso al credito per gli agricoltori. Questa mi sembra la strada giusta per agganciare la ripresa”. E riguardo alla Sicilia ha aggiunto: “Ci attiveremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione per aiutare la Regione siciliana a superare questa crisi, che mette a rischio una parte così importante dell’agricoltura del nostro Paese”.La Sicilia è da sempre uno dei luoghi più ricchi e attivi della storia: soprattutto

per la sua posizione geografica, è stata terra e meta di conquista da parte di numerosi popoli, dove merci di tutti i tipi venivano prodotte e trafficate. Greci e Cartaginesi, oltre alle popolazioni dei Sicani e Siculi, ne avevano fatto un’isola libera e ricca di arte, scienze e cultura. Con l’arrivo dei Romani però l’autonomia fu ridotta e l’ Isola trasformata in luogo di coltivazione agricola, soprattutto del grano: da qui la denominazione di “granaio di Roma”. Il grano duro della Sicilia, dato il suo alto valore nutrizionale e commerciale, era affermato non solo come alimento per sfamare le popolazioni ma era una merce di scambio. La situazione oggi è però difficile, come dimostrano le citate proteste degli agricoltori: il grano e tanti altri prodotti non hanno nessun valore. La maggior parte della pasta acquistata dalle nostre famiglie a caro prezzo è di provenienza straniera: siamo noi siciliani a non dare fiducia alle nostre produzioni. Il territorio in cui viviamo è ricco di prodotti

genuini - il grano, le olive, le pesche, le mele, l’uva, le ciliegie, i ficodindia: ma quanti di noi dal fruttivendolo acquistano i prodotti locali? Pochi. Anzi, pochissimi. Anche il fatto di preferire il risparmio sul cibo ha contribuito in questi ultimi anni ad accrescere la crisi che i tanti agricoltori e allevatori stanno vivendo. I dati sulla chiusura delle piccole e grandi aziende sono drastici. Come aiutarli? Hanno bisogno delle istituzioni governative a tutti i livelli - europeo, nazionale, regionale, locale. Soprattutto a livello locale, le amministrazioni possono dare il via a piani di intervento infrastrutturali per rendere transitabili le strade di collegamento interno. Ma anche noi consumatori dobbiamo fare la nostra parte: acquistando i prodotti della nostra terra, potremmo contribuire a far risollevare i nostri agricoltori e la nostra economia. Chissà che un giorno il grano e tutti i prodotti agropastorali potranno ritornare a essere l’oro di un tempo.

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Virciglio

Avere il controllo soltanto del proprio sguardo, e raggiungere ciononostante traguardi importanti per la propria formazione personale. Si potrebbe sintetizzare con queste poche parole, la vita di

Giuseppe Virciglio, aff etto fi n dalla nascita da tetraparesi spastica, un termine che indica la compromissione di tutti e quattro gli arti, a causa di un danno a livello cerebrale dell’area motoria. Da ventisette anni non può camminare se non con l’ausilio di una sedia a rotelle, non può comunicare con gli altri se non utilizzando l’Etran. Nato dalla contrazione della frase eye transfer, che in inglese signifi ca “scambio”, è un pannello trasparente sul quale sono fi ssati piccoli oggetti, simboli, lettere o numeri. Posizionato fra la persona non parlante e il suo interlocutore, quando il primo guarda un elemento il secondo, seduto dalla parte opposta, può vedere dove si dirigono i suoi occhi. Giuseppe si esprime così, a monosillabi, e con la sua mamma senza nemmeno ricorrere a questo metodo. Basta una semplice occhiata. I suoi genitori Calogera e Salvatore lo hanno sempre sostenuto in tutte le sue decisioni, come quella di proseguire gli studi terminata la scuola dell’obbligo. È stato certamente un percorso diffi cile, tutto in salita. “Ci sono stati i pro e i contro. - ha dichiarato il padre in un’intervista al tg3 - Abbiamo avuto amarezze e soddisfazioni enormi”. Una di queste la laurea in Educatore della Prima Infanzia, conseguita lo scorso 26 ottobre

presso l’Università palermitana con la votazione di 110 e lode. “Fenomenologia dell’abuso all’infanzia e prospettive educative” il titolo della tesi, presentata con la docente Angela Maria Di Vita, ordinario di Psicologia e psicodinamica. Con i suoi grandi occhioni neri questo ragazzo, originario di Sutera ma residente a Palermo, è riuscito ancora una volta a dimostrare che le barriere esistono solo se non le si vuole superare. E lui ne ha dato prova, oggi come ieri. Nel 2003 si è diplomato all’istituto magistrale “Finocchiaro Aprile” del capoluogo regionale con indirizzo socio-psico-pedagogico, superando brillantemente, anche in quell’occasione, l’esame di maturità con un percorso didattico incentrato sul concetto di solitudine intesa sia come incomunicabilità e angoscia, sia come autonomia, a partire dalla propria personale esperienza. Da lui c’è tanto da imparare, da emulare. Il suo handicap non è per lui un limite invalicabile, ma piuttosto una parte di se che è riuscito a gestire grazie al supporto dei suoi cari e delle insegnanti di sostegno che lo hanno seguito in tutti questi anni di apprendimento. A volte a dovuto rinunciare, a volte ha conquistato mete scontate per studenti della sua età. Come il viaggio d’istruzione a Madrid alle superiori. Tra sogni, disillusioni e soprattutto diffi coltà, ha dimostrato di essere più “abile diversamente” da tanti suoi coetanei che non devono aff rontare ogni giorno la quotidianità con le complicazioni di una malattia come la sua.

Occhi che parlanodi Giusy Fasino

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7A E D I Z I O N E

DICEMBRE 2009 20-26-27-30 / GENNAIO 2010 1-2-3-6

CammarataPresepe

Comune diSAN GIOVANNI GEMINIProvincia di Agrigento

Comune diCAMMARATAProvincia di AgrigentoProgetto realizzato nell’ambito del

P.I.C. Leader+ - PSL Terre di Halycos - GAL Platani Quisquina

Associazione Religiosa CulturaleSS. CROCIFISSO DEGLI ANGELICAMMARATA

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Sireci/

I VINI “MADE IN SIKANIA

È una storia che si potrebbe definire proprio come quella di Davide e Golia: i Monti Sicani alla conquista di Roma. Dell’Italia e non solo anche del mondo. Si, perché se il Santo Padre proclama il suo messaggio annuale Urbi et

Orbi, Roma in quanto caput mundi è dunque paragonata – ma già i Romani la consideravano tale – all’intero pianeta. E così scopriamo che nel territorio abitato un tempo dagli indigeni Sicani, esistono realtà produttive – ma non solo, soprattutto culturali – che non hanno nulla da invidiare ai grandi nomi dell’industria vitivinicola. Anzi: sono esse stesse esempio e vanto. Per l’Italia. Per i siciliani, prima di tutto. Parliamo di due aziende che si trovano nel cuore dei Monti Sicani: la Castellucci Miano di Valledolmo e la Feudo Montoni di Cammarata, entrambe ormai da anni lanciate alla conquista di Roma. Parola di Vaticano e di Senseofwine, Roma. Vediamo come e perché. Iniziamo da Valledolmo, nel Palermitano. La Castellucci Miano

spa è un’azienda formata da 125 soci, presieduta da Antonino Piazza. Fondata nel 1961, come cooperativa di produttori vinicoli riuniti Castellucci Miano, nasce come strumento giuridico per contrastare la vendita sotto costo delle uve. Da qualche anno è divenuta una società solida e ben avviata che ha saputo coniugare, in modo attento, tradizione vinicola e sperimentazione tecnologica, “con la capacità d’immaginare storie nuove che esprimono, attraverso il valore di una viticultura di montagna, un’autentica appartenenza al loro territorio” come si legge nel sito Internet. Una capacità che è stata anche apprezzata in una delle manifestazioni principali del settore: Senseofwine di Luca Maroni, a cui si deve la “Guida ai migliori vini italiani”, che per il secondo anno consecutivo a Roma gli ha assegnato lo scorso 22 novembre il premio come miglior spumante Brut realizzato con il metodo charmant. La Castellucci Miano possiede un patrimonio viticolo autoctono, unico per storia e caratteristiche: un’età media dei vigneti di 30-40 anni,

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di Pierangela Maniscalchi

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Miano

A” CONQUISTANO ROMAgli antichi allevamenti ad alberello insieme ai più recenti a spalliera, ne fanno un esempio di valorizzazione, basata sulla filosofia della sostenibilità ambientale, di un’agricoltura biologica naturale nella cura dei vigneti, sulla riproposizione delle antiche tradizioni locali. Ciò permette di salvaguardare e migliorare la biodiversità viticola del territorio, fornendo un’uva con caratteristiche qualitative elevatissime. A Cammarata, nell’Agrigentino, ha sede invece il Feudo Montoni che da il nome all’omonima azienda: tanto apprezzato da avere ottenuto un posto d’onore nel paniere dei vini che vengono serviti in Vaticano. Dopo 600 anni di storia, la Feudo Montoni ha una grande eredità viticola ed enologica alle spalle, con un unico obiettivo – come scrive lo stesso proprietario, Fabio Sireci: produrre vini che possano “emozionare”. Fiore all’occhiello della produzione: il Nero d’Avola, coltivato già da quando non era un vino di tendenza e non faceva moda. “Da secoli – recita la presentazione sul web – lavoriamo in un dignitoso silenzio, tra il vigneto e la cantina, accompagnati dalla cultura dell’attesa, per realizzare la grande invenzione della tradizione”. L’azienda si trova in contrada Montoni Vecchi, in agro di Cammarata: l’attenzione è rivolta soprattutto ai metodi di coltivazione, con un impianto strutturato a spalliera e ad alberello, potato col metodo Guyot e cordone speronato. Centro della tenuta è il baglio, una tipica antica costruzione siciliana del 1469 ma la storia è più antica, di epoca normanna: re Ruggero diede le terre di Cammarata a una consanguinea, Lucia, che a sua volta le donò alla chiesa di Cefalù. Tra esse c’erano gli ettari di Santa Maria de Harsa e quando il vescovo di Cefalù, Raimondo da Giunta, concesse tali terre a Raimondo Villanova correva l’anno 1290 e Santa Maria de Harsa divenne principato di Villanova, comprendente il Feudo Montoni.Per saperne di più visitate i siti Internet delle due aziende:www.castelluccimiano.it www.feudomontoni.it

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I Sicani erano le genti più antiche della Sicilia

C he forza i nostri progenitori protostorici! La loro sto-ria è una saga avvincente, essi possiedono tutto per mantenere vivo il nostro interesse. Per prima cosa non si riesce ad individuare la loro origine: si fanno tre ipo-

tesi intriganti e cariche di mistero. Eccole:Dal momento che gli storici greci e latini lasciano dedurre •

la presenza dei Sicani già dal Neolitico, si formula l’ipotesi di un’origine autoctona (lo aff erma lo storico Timeo riportato da Diodoro);

I più invece propendono per un’origine iberica a motivo • dell’esistenza allora di un fi ume chiamato Sicano (Tucidide che riprende Antioco di Siracusa);

Altri infi ne pensano ad un’origine berbera a motivo di • recenti studi biologici che accomunerebbero i due popoli: tra i caratteri simili vengono indicati il colore chiaro dei capelli e degli occhi.In ogni caso è certo che i Sicani popolavano in origine la maggior parte della Sicilia, prima dell’arrivo dei Siculi e degli Elimi, avvenuto secondo lo storico Dionigi di Alicarnasso “tre generazioni prima della guerra di Troia”, quindi intorno al 1270 a.C. I nuovi arrivati contesero, com’è naturale il territorio ai Sicani e li costrinsero a ritirarsi nella parte centro occidentale dell’Isola. Ma chi erano i Sicani e com’erano? Erano miti, ma valorosi e cavallereschi e non depredavano i nemici abbattuti in battaglia, come invece facevano tutti gli altri eserciti del Mediterraneo. L’armamento del guerriero sicano era composto da una lancia, da un arco ottenuto da legno trattato con resine di bosco e tendini di orso, e da un coltello ricurvo di selce detta sike. Erano ottimi agricoltori e si presume abbiano scoperto il grano e la sua coltivazione; erano anche pastori, ma non mangiavano carne di animali; coprivano di ocra i corpi dei morti e li cremavano su pire.Insomma erano il popolo felice indicato da Omero come

possessore di un ambiente dove i frutti crescevano non coltivati in abbondanza. Siff atto popolo felice doveva perciò avere un re mitico. Questo re era Cocalo che regnava dalla capitale Camico, città perfetta perché arricchita e strutturata da Dedalo, il più grande architetto dell’antichità. E qui la storia si fa mito: Dedalo scappò via dalla prigionia di Creta assieme al fi glio Icaro con ali tenute insieme dalla cera. L’ardimento giovanile del fi glio però lo fecero avvicinare troppo al sole che sciogliendo le ali ne provocò la mortale caduta, mentre il padre attraverso un volo radente arrivò in Sicania dove alla corte di Re Cocalo venne accolto con onori e gli vennero commissionate opere grandiose. Il seguito della storia dice che Minosse re di Creta arrivò in Sicania con una fl otta e con un esercito e richiese la restituzione del suo prigioniero. Re Cocalo fi nse di accondiscendere, invitò il re cretese ad una festa, ma poi lo tradì facendolo uccidere dalle fi glie nel corso di un bagno. La leggenda di Dedalo costruita dai greci mascherava il fatto che molte delle opere architettoniche grandiose attribuitegli, invece preesistevano all’arrivo dei colonizzatori, erano cioè il frutto di una civiltà che dovette essere importante, strutturata politicamente e militarmente e dai caratteri religiosi profondi se è vero che i greci si appropriarono di alcune delle divinità sicane e le piazzarono nel loro Olimpo. Le grotte della Gurfa per esempio sono una formidabile prova di architettura avanzata come ha dimostrato il professor Carmelo Montagna in recenti decisivi studi. Ma dov’era ubicata Camico? Qui il dibattito si fa serrato tra gli storici che talvolta fanno battaglie di campanile. Chi scrive non vuole fare eccezione: Camico era sugli attuali Monti Sicani, presumibilmente a Cammarata, lo dice la morfologia del nome e quanto riportato da uno storico antico (Diodoro Siculo): “i Sicani abitavano le alte vette dei monti”. Se è vero ciò perché avrebbero costruito la loro capitale a valle? La disputa può ripartire!

SicaniMito e storia

di Vito Lo Scrudato

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È il fenomeno sociale del momento, l’aff are più ambito. Fondato il 4 febbraio 2004 da Mark Zuckerberg – all'epoca studente diciannovenne all'università di Harvard – è di-ventato in poco tempo un impero fi nanziario da milioni di dollari. Di cosa stiamo par-lando? Di Facebook, il social network più popolato della Rete. Lo spunto: gli annuari accademici dei college inglesi, mezzo usato per conoscere i colleghi di campus.Creato e messo in rete, inizialmente era riservato solo a chi fosse iscritto a una facoltà universitaria: solo in seguito si è guadagnato la nomea di rete sociale più seria e “adulta” rispetto ad altri sistemi concorrenti. È divenuto parte integrante della vita dei suoi uten-ti: su Facebook si organizzano feste, si discute, si creano amicizie e amori tra studenti e non anche fi sicamente lontani.Facebookmania è una passione in rapido aumento anche in Italia: gli ultimi dati parlano di un milione 369 mila utenti italiani.> Perché proprio Facebook?Perché su Facebook la stragrande maggioranza degli utenti si iscrive con i propri dati anagrafi ci reali. Si, avete capito bene: basta nickname astrusi. Nome e cognome in bella vista, possibilmente seguiti da una propria foto. Ciò permette sia di dare concretezza al social network, sia di trovare per nome e cognome gli amici che si conoscono o si sono persi di vista nella vita reale. Basta cercare gli amici e il gioco è fatto: vi verranno proposti poi “gli amici degli amici” e la vostra rete sociale inizierà ad allargarsi. Un altro degli as-petti più importanti di Facebook sono le applicazioni cioè giochi, sondaggi, utility che permettono di accedere ad altri social network, il tutto integrato con i vostro profi lo e i vostri amici.> Identikit del “facebookmaniaco”.Sono tanti e diversi gli utenti, accomunati però da un unico fattore: la “facebookmania”, a cui spesso si associa anche una profonda solitudine.1) I nostalgici: Cercano gli amici del passato per vedere come sono invecchiati, e com-mentano i bei tempi andati.2) I latin lover virtuali: dichiaratamente a caccia di nuovi potenziali partner.3) I cuori infranti: prostrati dall'ultima relazione, in corso o fi nita, sono a caccia degli antichi amori. Hanno l'impressione di essersi persi per strada qualcosa di vero.4) Gli insoddisfatti: infelici anche se hanno una famiglia e dei fi gli, spesso sono donne. Non trovano spazio per il sogno, il romanticismo e quel pizzico di avventura, che fi nis-cono per cercare su Facebook. 5) Quelli della pubblicità: sono più o meno famosi, politici, campioni dello sport, at-tori. Ricorrono a Facebook in modo strumentale, per farsi mega-spot gratuiti. 6) Quelli con l'ater ego: soli e in cerca di contatti, si mettono una maschera per ottenere attenzioni e credibilità nel mondo virtuale.> Gli usi di Facebook. Al momento, in Italia come nel resto del mondo, Facebook è visto come uno strumento di puro divertimento: la sua funzione principale è però quella di “farsi gli aff ari degli altri”. Guardare il profi lo dei contatti, leggere cosa scrivono, con chi scambiano mes-saggi, che amici hanno, guardare le fotografi e: spiare – insomma – gli altri dal buco della serratura.La privacy su Facebook è un argomento molto delicato: recentemente, sono state mi-nacciate anche cause milionarie. Peccato però che poi siano proprio gli stessi utenti a volersi far spiare.È quindi possibile visualizzare il profi lo privato di un qualsiasi utente Facebook? Si, ma il sistema è pensato per essere aggiornato quotidianamente e permettere agli iscritti di tutelare la propria riservatezza. Anche se, esistono diversi “trucchi” che sfruttando il social engineering – l’uso di psicologia spicciola, astuzia, pazienza e tecniche più sub-dole – permettono di intrufolarsi nelle identità altrui. Un esempio, è iscriversi su Facebook con un nome qualsiasi e mettere la foto di una bella ragazza prendendone una di una modella o attrice poco famosa. Se l'obbiettivo è un maschio, accetterà sicuramente l'amicizia di una bella donna mentre se si vuole aggiungere una ragazza ai contatti, si può provare mettendo la foto di un modello in abbigliamento e in posa casual.I social network – Facebook – sono strumenti utili se fi nalizzati al raggiungimento di uno scopo che può essere di tipo sociale, professionale o di puro passatempo per gio-care. Non bisogna scrivere tutto di se stessi, ma soltanto quel che serve per raggiungere l'obiettivo che ci si pone.

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il valzer delle sicane

Giunti quasi al giro di boa dei campionati di Eccellenza e Promozione, siamo già in grado di tracciare un primo bilancio (se pur provvisorio) sulla stagione in corso, mettendo in evidenzia

sia gli aspetti positivi che quelli negativi delle quattro squadre dei Monti Sicani impegnate nei rispettivi tornei: Kamarat, Atletico Campofranco, Cianciana e Gemini. Iniziamo dalla regina del quartetto: il Kamarat, formazione mpegnata nel campionato di Eccellenza. La squadra del direttore sportivo Mangiapane, dopo un inizio a rilento caratterizzato da 6 punti in 5 gare, si sta confermando superba, tirando fuori un bel gioco e un cinismo che mancavano in passato. Da ricordare le maiuscole e preziose prestazioni contro Enna, Sancataldese e Villabate. Da dimenticare invece le brutte gare con le due squadre di Marsala. Tra gli aspetti positivi bisogna menzionare il gruppo dei promettenti giovani cammaratesi, ma anche l’ottimo inizio di stagione di gente come Panepinto, Privitera e del ritrovato Azzarello, uomini dai gol pesanti. Con queste potenzialità e con l’indiscusso lavoro di mister Maggio, il Kamarat ha tutte le carte in regola per recitare un ruolo di protagonista in un campionato di Eccellenza molto livellato. Andiamo adesso in Promozione, dove l’ambizioso e imbattuto Atletico Campofranco di Valenti non ha deluso le attese, disputando fin qui un esaltante campionato. I giallorossi infatti con cinque vittorie, sei pareggi e nessuna sconfitta, occupano i piani alti

della classifica e non hanno nessuna intenzione di scendere. Piani alti, a cui guarda con un certo interesse anche l’altalenante Cianciana di Filippazzo. Squadra cinica e capace di vincere anche senza brillare, come dimostrano le recenti prestazioni con Strasatti e Castellammare. Pesa, e molto, fra le file ciancianesi l’assenza per infortunio del bomber- leader Alfano, uomo che rappresenta un monumento per la Cianciana calcistica. E infine, un capitolo a parte lo merita il Gemini: dopo tre anni di calvario riabbraccia a sorpresa, questa estate, la Promozione. Il cammino biancorosso non è certamente avvincente, nonostante un inizio promettente e il ritrovato entusiasmo della gente, dovuto anche alla riapertura dello stadio intitolato a Nino Lo Bue. Le vittorie con Sciacca, Terrasini e Carini non bastano, il Gemini non brilla e dopo la sonora sconfitta rimediata a Ribera, mister Serio presenta le dimissioni, in un clima tutt’altro che sereno. Adesso al neo allenatore Restivo il difficile compito di riportare la serenità in casa biancorossa, iniziando a fornire prestazioni positive, in modo da risalire il più presto possibile la china. Nonostante i problemi e gli incidenti di percorso che le formazioni calcistiche “sicane” devono affrontare durante la loro marcia in campionato, nonostante le amarezze che i tifosi sono costretti a subire di volta in volta e difficili da digerire, le nostre squadre ci regalano emozioni, gioie, entusiasmo. Perché nonostante tutto – se il calcio è passione – le nostre squadre sono il nostro amore.

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di Paolo Militello

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UUna storia che ricorda il famoso cartone animato giapponese “Mila e Shiro, due cuori nella pallavolo”, solo che a un certo

punto, lo Shiro di questa nostra storia, è stato letteralmente rapito da un altro sport, il calcio, che è diventato prima la sua passione, poi il suo mestiere. Parliamo di Piero Infantino, cammaratese, classe 1966, calciatore ed ora allenatore, il suo ultimo ingaggio quello come tecnico del Messina, in serie C, sulla cui panchina è stato fino al primo novembre scorso. Non tutti sanno – non tutti i ragazzi, almeno – che Infantino ha iniziato la sua carriera sportiva come pallavolista. E così anche la moglie, Antonella, è stata in passato una giocatrice di volley. Poi però le loro strade, nello sport, perché nella vita sono felicissimi genitori di tre bambini, l’ultimo di appena 10 mesi, si sono divise. A 16 anni, Piero è stato cooptato dal calcio. Era il 1984, quando le Aquile, squadra intercomunale di Cammarata e San Giovanni Gemini, subiva una vera e propria decimazione a causa di numerose squalifiche, così Infantino ha fatto il passaggio al calcio e da allora è stato amore per la vita. Notato mentre militava nelle Aquile, il salto di qualità fra i professionisti è avvenuto con l’ingaggio al Canicattì, con cui dalla promozione è salito alla serie C2. E poi Crotone, Gela, Acireale con la quale è arrivato in B, Catania e Ragusa. A 34 anni esatti, nel 2004, dopo l’esperienza ragusana, Piero decide di appendere le scarpe al chiodo e di passare dall’altro lato della barricata, inizia la sua carriera di allenatore, prima ad Andria, poi a Rieti e da ultimo a Messina. Innamorato del suo mestiere, Infantino non ha alcuna intenzione di mollare. Quel che è certo è che il suo futuro lavorativo non sarà scevro da difficoltà e ostacoli, ma sicuramente ricco dello stesso entusiasmo e delle stessa grinta di quando – sedicenne – è stato catapultato nel “magico mondo del pallone”.

L’ALLENATORE COL CUORE

NEL PALLONE

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di Pierangela Maniscalchi

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Eventi dintorni&&

BurgioPresepi in festa, II edizioneDal 23 dicembre 2009 al 6 gennaio 201023-26-27 dicembre degustazione dei prodotti tipici del territorioOrario delle visite: dalle 16.30 alle 22.00Notte bianca dei Presepi e dei Sapori26 dicembre 2009

CammarataPresepe vivente, VII edizione20-26-27-30 dicembre 2009 1-2-3-6 gennaio 2010Orario delle visite: dalle 17.00 alle 22.00

Castronovo di SiciliaLa Truscitedda, IX edizione Sagra della Taralla, Prima edizione5-6-7-8 dicembre 2009Orario di distribuzione della Truscitedda presso il centro sociale “Totò Tirrito”: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 20.00

Lercara Friddi

Presepe vivente della Comunità francescana26 dicembre 2009 – Istituto suore cappuccine dell’Immacolata di Lourdes Orario delle visite: dalle 17.00 alle 22.00

Prizzi Presepe vivente, III edizione24-26-27 dicembre 2009 2-3-5-6 gennaio 2010Orario delle visite: dalle 17.30 alle 22.00

San Giovanni GeminiFiera della Montagna , VI edizione5-6-7-8 dicembre 2009-11-19Orario delle visite: dalle 9.00 alle 23.30

SuteraPresepe vivente – XI edizione24-25-26-27-28 dicembre 2009 2-3-4-5-6 gennaio 2010Orario delle visite: dalle 17.00 alle 22.00

Mostra di Presepi dal mondo8 dicembre 2009 – 31 gennaio 2010Orario delle visite: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 18.00 – Chiesa Madre

Mostra del libro anticoBiblioteca Comunale “Mons. De Gregorio”fi no al 31 dicembre dal lunedì al venerdì Orario delle visite: dalle 8.30 -12.00 / 16.00 - 18.30

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Corso Umberto I, 161 - Tel. 0922.902077 - Via Manzoni, 35 - Tel. 0922.909893 - Via Rossini 0922.901610

SAN GIOVANNI GEMINI (AG)

con reparto

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