bollettino febbraio-marzo 2012

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Anno LVII - n. 3/4 Febbraio/Marzo 2012 - Sped. in Abb. Postale, art. 2 comma 20/c Legge 662/96 Regione Campania -BN- In caso di mancato recapito restituire al mittente

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Bollettino dell'Assunta Febbraio-Marzo 2012 - Anno LVII - n. 3/4

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Fratelli e sorelle,la Quaresima ci offre ancora una volta l'opportunità di riflet-

tere sul cuore della vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio affinché, con l'aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. E' un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale.

Quest’anno desidero proporre alcuni pensieri alla luce di un breve testo biblico tratto dalla Lettera agli Ebrei: «Prestiamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (10,24). E’ una frase inserita in una pericope dove lo scrittore sacro esorta a confidare in Gesù Cristo come sommo sacerdote, che ci ha ottenuto il perdono e l'accesso a Dio. Il frutto dell'accoglienza di Cristo è una vita dispiegata secondo le tre virtù teologali: si tratta di accostarsi al Signore «con cuore sin-cero nella pienezza della fede» (v. 22), di mantenere salda «la professione della nostra speranza» (v. 23) nell'attenzione costante ad esercitare insieme ai fratelli «la carità e le opere buone» (v. 24). Si afferma pure che per sostenere questa condotta evangelica è importante partecipare agli incontri liturgici e di preghiera della comunità, guardando alla meta escatologica: la comunione piena in Dio (v. 25). Mi soffermo sul versetto 24, che, in poche battute, offre un insegnamento prezioso e sempre attuale su tre aspetti della vita cristiana: l'attenzione all'altro, la reciprocità e la santità personale.

1. “Prestiamo attenzione”: la responsabilità verso il fratello.Il primo elemento è l'invito a «fare attenzione»: il verbo greco

usato è katanoein,che significa osservare bene, essere attenti, guardare con consapevolezza, accorgersi di una realtà. Lo trovia-mo nel Vangelo, quando Gesù invita i discepoli a «osservare» gli uccelli del cielo, che pur senza affannarsi sono oggetto della sol-lecita e premurosa Provvidenza divina (cfr Lc 12,24), e a «render-si conto» della trave che c’è nel proprio occhio prima di guardare alla pagliuzza nell'occhio del fratello (cfr Lc 6,41). Lo troviamo anche in un altro passo della stessa Lettera agli Ebrei, come invi-to a «prestare attenzione a Gesù» (3,1), l'apostolo e sommo sacerdote della nostra fede. Quindi, il verbo che apre la nostra esortazione invita a fissare lo sguardo sull’altro, prima di tutto su Gesù, e ad essere attenti gli uni verso gli altri, a non mostrarsi estranei, indifferenti alla sorte dei fratelli. Spesso, invece, prevale l’atteggiamento contrario: l’indifferenza, il disinteresse, che nascono dall’egoismo, mascherato da una parvenza di rispetto per la «sfera privata». Anche oggi risuona con forza la voce del Signore che chiama ognuno di noi a prendersi cura dell'altro. Anche oggi Dio ci chiede di essere «custodi» dei nostri fratelli

(cfr Gen 4,9), di instaurare relazioni caratterizzate da premura reciproca, da attenzione al bene dell'altro e a tutto il suo bene. Il grande comanda-mento dell'amore del prossimo esige e sollecita la consape-volezza di avere una responsabilità verso chi, come me, è cre-

atura e figlio di Dio: l’essere fratelli in umanità e, in molti casi, anche nella fede, deve portarci a vedere nell'altro un vero alter ego, amato in modo infinito dal Signore. Se coltiviamo questo sguardo di fraternità, la solidarietà, la giustizia, così come la misericordia e la compassione, scaturiranno naturalmente dal nostro cuore. Il Servo di Dio Paolo VI affermava che il mondo soffre oggi soprattutto di una mancanza di fraternità: «Il mondo è malato. Il suo male risiede meno nella dilapidazione delle risor-se o nel loro accaparramento da parte di alcuni, che nella man-canza di fraternità tra gli uomini e tra i popoli» (Lett. enc. Populorum progressio [26 marzo 1967], n. 66).

L’attenzione all’altro comporta desiderare per lui o per lei il bene, sotto tutti gli aspetti: fisico, morale e spirituale. La cultura contemporanea sembra aver smarrito il senso del bene e del male, mentre occorre ribadire con forza che il bene esiste e vince, perché Dio è «buono e fa il bene» (Sal 119,68). Il bene è ciò che suscita, protegge e promuove la vita, la fraternità e la comunione. La responsabilità verso il prossimo significa allora volere e fare il bene dell'altro, desiderando che anch'egli si apra alla logica del bene; interessarsi al fratello vuol dire aprire gli occhi sulle sue necessità. La Sacra Scrittura mette in guardia dal pericolo di avere il cuore indurito da una sorta di «anestesia spirituale» che rende ciechi alle sofferenze altrui. L’evangelista Luca riporta due parabole di Gesù in cui vengono indicati due esempi di questa situazione che può crearsi nel cuore dell’uomo. In quella del buon Samaritano, il sacerdote e il levita «passano oltre», con indifferenza, davanti all’uomo derubato e percosso dai briganti (cfr Lc 10,30-32), e in quella del ricco epulone, quest’uomo sazio di beni non si avvede della condizione del povero Lazzaro che muore di fame davanti alla sua porta (cfr Lc 16,19). In entrambi i casi abbiamo a che fare con il contrario del «prestare attenzio-ne», del guardare con amore e compassione. Che cosa impedisce questo sguardo umano e amorevole verso il fratello? Sono spesso la ricchezza materiale e la sazietà, ma è anche l’anteporre a tutto i propri interessi e le proprie preoccupazioni. Mai dobbiamo essere incapaci di «avere misericordia» verso chi soffre; mai il nostro cuore deve essere talmente assorbito dalle nostre cose e dai nostri problemi da risultare sordo al grido del povero. Invece proprio l’umiltà di cuore e l'esperienza personale della sofferenza possono rivelarsi fonte di risveglio interiore alla compassione e all'empatia: «Il giusto riconosce il diritto dei miseri, il malvagio invece non intende ragione» (Pr 29,7). Si comprende così la bea-titudine di «coloro che sono nel pianto» (Mt 5,4), cioè di quanti sono in grado di uscire da se stessi per commuoversi del dolore altrui. L'incontro con l'altro e l'aprire il cuore al suo bisogno sono occasione di salvezza e di beatitudine.

Il «prestare attenzione» al fratello comprende altresì la pre-mura per il suo bene spirituale. E qui desidero richiamare un aspetto della vita cristiana che mi pare caduto in oblio: la corre-zione fraterna in vista della salvezza eterna. Oggi, in generale, si è assai sensibili al discorso della cura e della carità per il bene fisico e materiale degli altri, ma si tace quasi del tutto sulla responsabi-lità spirituale verso i fratelli. Non così nella Chiesa dei primi tempi e nelle comunità veramente mature nella fede, in cui ci si prende a cuore non solo la salute corporale del fratello, ma anche quella della sua anima per il suo destino ultimo. Nella Sacra Scrittura leggiamo: «Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s). Cristo stesso comanda di riprendere il fratello che sta commettendo un peccato (cfr Mt

in questo numero:

2 Quaresima 20124 Viviamo la Pasqua in... e con la famiglia6 Sotto la protezione dell'Assunta6 Hanno collaborato con noi...6 Esprimono gratitudine all'Assunta7 Settimana Santa 20128 Trasmissione di fede durante la Settimana Santa9 Peregrinatio delle spoglie mortali di S. Bernardino10 Appunti di cronaca11 Sono tornati alla casa del Padre12 In memoria di...

Quaresima 2012 «Prestiamo attenzione gli uni agli altri,per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone»

(Eb10,24)

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18,15). Il verbo usato per defini-re la correzione fraterna - elen-chein - è il medesimo che indica la missione profetica di denun-cia propria dei cristiani verso una generazione che indulge al male (cfr Ef 5,11). La tradizione della Chiesa ha annoverato tra le opere di misericordia spiritua-le quella di «ammonire i pecca-tori». E’ importante recuperare questa dimensione della carità cristiana. Non bisogna tacere di fronte al male. Penso qui all’at-teggiamento di quei cristiani che, per rispetto umano o per semplice comodità, si adeguano alla mentalità comune, piuttosto che mettere in guardia i propri fratelli dai modi di pensare e di agire che contraddicono la verità e non seguono la via del bene. Il rimprovero cristiano, però, non è mai animato da spirito di condanna o recrimina-zione; è mosso sempre dall’amore e dalla misericordia e sgorga da vera sollecitu-dine per il bene del fratello. L’apostolo Paolo afferma: «Se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito corregge-telo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu» (Gal 6,1). Nel nostro mondo impregnato di individualismo, è necessario riscoprire l’importanza della corre-zione fraterna, per camminare insieme verso la santità. Persino «il giusto cade sette volte» (Pr 24,16), dice la Scrittura, e noi tutti siamo deboli e manchevoli (cfr 1 Gv 1,8). E’ un grande servizio quindi aiutare e lasciarsi aiutare a leggere con verità se stessi, per migliorare la propria vita e camminare più rettamente nella via del Signore. C’è sempre bisogno di uno sguardo che ama e cor-regge, che conosce e riconosce, che discerne e perdona (cfr Lc 22,61), come ha fatto e fa Dio con ciascuno di noi.

2. “Gli uni agli altri”: il dono della reciprocità.Tale «custodia» verso gli altri contrasta con una mentalità che,

riducendo la vita alla sola dimensione terrena, non la considera in prospettiva escatologica e accetta qualsiasi scelta morale in nome della libertà individuale. Una società come quella attuale può diventare sorda sia alle sofferenze fisiche, sia alle esigenze spirituali e morali della vita. Non così deve essere nella comunità cristiana! L’apostolo Paolo invita a cercare ciò che porta «alla pace e alla edificazione vicendevole» (Rm 14,19), giovando al «prossimo nel bene, per edificarlo» (ibid. 15,2), senza cercare l'u-tile proprio «ma quello di molti, perché giungano alla salvezza» (1 Cor 10,33). Questa reciproca correzione ed esortazione, in spi-rito di umiltà e di carità, deve essere parte della vita della comu-nità cristiana.

I discepoli del Signore, uniti a Cristo mediante l’Eucaristia, vivono in una comunione che li lega gli uni agli altri come mem-bra di un solo corpo. Ciò significa che l'altro mi appartiene, la sua vita, la sua salvezza riguardano la mia vita e la mia salvezza. Tocchiamo qui un elemento molto profondo della comunione:la nostra esistenza è correlata con quella degli altri, sia nel bene che nel male; sia il peccato, sia le opere di amore hanno anche una dimensione sociale. Nella Chiesa, corpo mistico di Cristo, si veri-fica tale reciprocità: la comunità non cessa di fare penitenza e di invocare perdono per i peccati dei suoi figli, ma si rallegra anche di continuo e con giubilo per le testimonianze di virtù e di carità che in essa si dispiegano. «Le varie membra abbiano cura le une

delle altre»(1 Cor 12,25), afferma San Paolo, perché siamo uno stesso corpo. La carità verso i fra-telli, di cui è un’espressione l'ele-mosina - tipica pratica quaresi-male insieme con la preghiera e il digiuno - si radica in questa comune appartenenza. Anche nella preoccupazione concreta verso i più poveri ogni cristiano può esprimere la sua partecipa-zione all'unico corpo che è la Chiesa. Attenzione agli altri nella reciprocità è anche riconoscere il bene che il Signore compie in essi e ringraziare con loro per i prodi-gi di grazia che il Dio buono e onnipotente continua a operare nei suoi figli. Quando un cristia-

no scorge nell'altro l'azione dello Spirito Santo, non può che gio-irne e dare gloria al Padre celeste (cfr Mt 5,16).

3. “Per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone”: camminare insieme nella santità.

Questa espressione della Lettera agli Ebrei (10,24) ci spinge a considerare la chiamata universale alla santità, il cammino costante nella vita spirituale, ad aspirare ai carismi più grandi e a una carità sempre più alta e più feconda (cfr 1 Cor 12,31-13,13). L'attenzione reciproca ha come scopo il mutuo spronarsi ad un amore effettivo sempre maggiore, «come la luce dell'alba, che aumenta lo splendore fino al meriggio» (Pr 4,18), in attesa di vivere il giorno senza tramonto in Dio. Il tempo che ci è dato nella nostra vita è prezioso per scoprire e compiere le opere di bene, nell’amore di Dio. Così la Chiesa stessa cresce e si sviluppa per giungere alla piena maturità di Cristo (cfr Ef 4,13). In tale prospettiva dinamica di crescita si situa la nostra esortazione a stimolarci reciprocamente per giungere alla pienezza dell'amore e delle buone opere.

Purtroppo è sempre presente la tentazione della tiepidezza, del soffocare lo Spirito, del rifiuto di «trafficare i talenti» che ci sono donati per il bene nostro e altrui (cfr Mt 25,25s). Tutti abbiamo ricevuto ricchezze spirituali o materiali utili per il com-pimento del piano divino, per il bene della Chiesa e per la salvez-za personale (cfr Lc 12,21b; 1 Tm 6,18). I maestri spirituali ricor-dano che nella vita di fede chi non avanza retrocede. Cari fratelli e sorelle, accogliamo l'invito sempre attuale a tendere alla «misu-ra alta della vita cristiana» (Giovanni Paolo II, Lett. ap. Novo millennio ineunte [6 gennaio 2001], n. 31). La sapienza della Chiesa nel riconoscere e proclamare la beatitudine e la santità di taluni cristiani esemplari, ha come scopo anche di suscitare il desiderio di imitarne le virtù. San Paolo esorta: «gareggiate nello stimarvi a vicenda» (Rm 12,10).

Di fronte ad un mondo che esige dai cristiani una testimo-nianza rinnovata di amore e di fedeltà al Signore, tutti sentano l’urgenza di adoperarsi per gareggiare nella carità, nel servizio e nelle opere buone (cfr Eb 6,10). Questo richiamo è particolar-mente forte nel tempo santo di preparazione alla Pasqua. Con l’augurio di una santa e feconda Quaresima, vi affido all’interces-sione della Beata Vergine Maria e di cuore imparto a tutti la Benedizione Apostolica.

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L’antico adagio dice: “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi”.

Il Natale ricorda la nascita del bambino Gesù dalla Vergine Maria che è accolto da San Giuseppe. Essa è simi-le a quella di tutti e quindi raccontabile. I cristiani celebra-no il Natale il 25 dicembre durante il periodo invernale dove il buio è più della luce e quindi non consen-te tanti spostamenti. In casa si prepara il presepe e l’albero, si pensa allo scambio di doni e alla visi-ta da fare alla famiglia d’origine o agli amici. Questo e altro porta l’ada-gio a dire che il Natale è la festa della famiglia e quindi da vivere con i tuoi.

Pasqua deriva dal greco pàscha, traduzione dell’e-braico pésah, “passaggio”. E’ nata come festa agrico-la del primo raccolto (pane non lievitato) e pastorale (legata al movi-mento dei pastori che si spostavano dalle valli alle montagne offrendo in sacrificio i primi nati del gregge nel plenilunio di primavera). La natura, libera dalle catene dell’inverno, si rinnova e si riveste di nuovo splendore invitando a vivere all’aria aperta.

La Pasqua è la festa religiosa più importante sia per gli ebrei sia per i cristiani, per i quali costituisce il vertice di tutto l’anno liturgico.

Gli ebrei la celebrano il 14 di Nissan e rievocano la morte dei primogeniti egiziani e l’inizio della liberazione dalla schiavitù dell’Egitto con il cammino dell’esodo.

Per gli ebrei è stata inizialmente una festa di famiglia poi con Giosia divenne una festa da celebrare nel tempio e con un pellegrinaggio. Dopo l’esilio gli animali dovevano uccidersi nel tempio e il banchetto pasquale doveva aver luogo nelle case di Gerusalemme. Questa è la forma che i vangeli presentano al tempo di Gesù.

Oggi per gli ebrei la Pasqua è una festività felice che è solitamente trascorsa in famiglia e ogni credente è chiama-to a fare l’esperienza della liberazione durante una cena (seder) particolare. Infatti quando si ritorna a casa, dopo la

preghiera in sinagoga, si trova la tavola preparata con cura e il bimbo più piccolo domanda all’uomo più vecchio di raccontare il perché di quella cena. Solo chi domanda è interessato a conoscere il significato di un Rito che bisogna trasmettere da padre in figlio secondo il comando del Signore.

Per i cristiani il giorno di Pasqua (sempre di Domenica ma in date e mesi diversi) risuona l’annuncio: “Cristo è risorto!”. La risurrezione di Gesù dai morti è tutt’altra cosa rispetto all’uscita di un popolo dall’Egitto anche per-ché nessuno è stato presente in quel momento e non con-vince neppure la tomba vuota. Ma è proprio la risurrezione, il fondamento della nostra fede e della nostra speranza, come ricorda l ’apostolo Paolo: “Se Cristo non è risor-to, è vana la vostra fede” (1Cor 15,14). Come per gli ebrei anche per i cristiani il compito della famiglia è di trasmettere la fede nella Risurrezione ai propri figli. Ecco perché la Pasqua deve essere vissuta in e con la fami-glia.

Allora da dove bisogna partire? E’ fondamentale attingere alla Sacra Scrittura per ope-

rare un “passaggio” dal vedere al credere perché proprio essa ci presenta la risurrezione come una realtà di cui si sperimentano solo le conseguenze. E perciò solo questo può essere raccontato, trasmesso e annunciato.

Sappiamo che la vita di una persona con i problemi della nascita, crescita, maturità, sofferenza, morte e spe-ranza nella vita eterna, non è vissuta mai solo a livello indi-viduale ma anche familiare e comunitario, così anche la vita di fede nasce soprattutto dall’esperienza individuale ma è sempre condivisa con quella della comunità.

Basta leggere il Vangelo e guardare alla famiglia di Nazareth e veniamo a sapere che Gesù ha conosciuto, come ogni uomo, le tappe della crescita fisica, psicologica e spirituale insieme ai genitori e i suoi paesani. A Nazareth frequenta la sinagoga e ogni anno si reca al tempio di Gerusalemme per pregare, per ascoltare e interrogare i

Viviamo la Pasqua in … e con la famiglia.

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maestri del suo tempo: “Cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini” (Lc 2,52). Impara il mestiere del padre Giuseppe nella bottega di Nazareth. Maria e Giuseppe vivono e trasmettono a Gesù le usanze, le pre-ghiere, i riti e le feste del popolo ebraico a iniziare proprio dalla Pasqua.

Dopo il battesimo al Giordano, Gesù lascia la casa (i vangeli non parlano da quando tempo Giuseppe è stato chiamato da Dio, forse Maria e Gesù hanno custodito nel silenzio questo loro grande dolore) e si prepara a svolgere un ministero pubblico, chiama gli apostoli e forma con loro una “ n u o v a f a m i g l i a ” . Quando qualcuno gli ricorda la sua famiglia d’origine, egli rispon-de: “Chi è mia madre, chi sono i miei fratel-li?...chi fa la volontà di Dio, costui per me è fra-tello, sorella e madre” (Mc 3, 33-35).

Nuove relazioni di famiglia, nuovi vincoli più forti di quelli naturali del sangue devono unire i suoi discepoli. Maria non è solo madre ma discepola, modello del disce-polo che crede, accoglie la parola di Gesù e la mette in pratica.

Gesù si rivolge a tutti quelli che gli sono accanto e che incontra usando sempre gesti d’amore e parole che ricor-dano la tenerezza del Padre, con il quale coltiva un dialogo continuo. Infatti, gli ultimi pensieri di Gesù sono rivolti al futuro della sua famiglia che amò “sino alla fine”.

Nell’ultima cena consegna agli apostoli un memoriale, un racconto e dei gesti capaci di trasmettere il senso della sua vita e della sua morte per ogni uomo, mentre nel Getsemani, quando è immerso nella paura e nell’angoscia, si rivolge a Dio come Figlio amato: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu” (Mc 14,36). Gesù prega per i discepoli (la sua famiglia) quando ormai si profila evidente l’ostilità del mondo, ma essi non riescono a vegliare, anzi

c’è chi lo tradisce, chi scappa e chi arriva a dire: “Non lo conosco”. Egli, il Messia, soffre e muore come un maledet-to, appeso al legno della croce. I suoi discepoli si smarri-scono, hanno paura; alcuni, come i due di Emmaus, lascia-no Gerusalemme. Non tutti però l’abbandonano, perché presso la croce è presente la madre Maria, alcune donne e

l’apostolo Giovanni: “Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, d i sse a l la madre: “Donna, ecco tuo figlio”. Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé” (Gv 19,26s).

Quello di Gesù è un grande atto di amore e di adozione. Non lascia sola la madre, l’affida alla premura di Giovanni. E così nasce una nuova famiglia: Maria si prende cura di Giovanni e Lui si prende cura di Lei.

Sembra tutto finito ma interviene un’e-

sperienza decisiva per la comprensione di tutta la storia di Gesù: la Risurrezione.

Il Signore risorto appare a Maria Maddalena, la prima testimone della risurrezione, e le affida un grande messag-gio: “Va dai miei fratelli e di’ loro…”. Il Risorto appare non solo ad alcune persone ma anche alla comunità riunita.

Grande “prova” della risurrezione del Signore è pro-prio un grande numero di persone che sono rimaste fedeli al Vangelo fino alla fine.

Il racconto dei discepoli di Emmaus richiama all’impe-gno per una buona vita di famiglia che non può prescinde-re dall’ascolto della Parola di Dio e dall’Eucaristia (la Domenica e soprattutto a Pasqua) per testimoniare che il Signore è veramente risorto. Egli è il Vivente.

Allora viviamo la Pasqua in e con la famiglia e cambia-mo l’antico adagio con un altro: “Pasqua con i tuoi e pasquetta con chi vuoi”.

Pace e gioia.

Viviamo la Pasqua in … e con la famiglia.

Padre Filippo Di Lonardo d. O.

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Francesca Sanzari

In occasionedella prima Comunione i genitori Giuseppe e Giovanna pongono la

loro figlia sottola protezione dell’Assunta.

Niko Foschini eFilippo Garofano

I bisnonni Maria e Benito li affidano alla materna protezione

della Vergine Assunta in cielo.

Erasmo Maffei Gambuti

In occasione del loro 50° anniversario di matrimonio si pongono, insieme

con la loro famiglia, sotto la speciale protezione della Vergine Assunta.

sotto la protezione dell ’Assunta

Febbraio2 - Foschini Angelo e Isolina.4 - Falato – Palladino.5 - NN9 - Foschini Pasquale e Lina.12 - Conte Giuseppe e Teresa Foschini.19 - Maffei Erasmo e Gambuti Maria per il 50° di matrimonio.

- I coniugi Salvatore – Borrelli.23 - NN26 - Pascale Elisabetta.28 - Labagnara Filippo e Foschini Luisa per il 47° di matrimonio.

Marzo4 - Prete Pasquale e Angelina.

esprimono gratitudine all'Assunta

Santuario dell’aSSunta82034 Guardia Sanframondi

direttore e redattore: P. Filippo di lonardoresponsabile: P. Giuseppe lando

dir. red. amm.:Congregazione dell’oratorio PP. Filippini

82034 Guardia Sanframondi (Bn)tel. e Fax 0824.864013

www: santuarioassunta.come-mail: [email protected]

aut. tribunale Bn dec. 3/4/1956n. 25/56 del registro Stampe

C.C.P. 11000825iBan: it63Q0101075360041200000632

BiC: iBSPitna

Sped. in abb. post., art. 2,comma 20/C legge 662/96

regione Campania -Bn

Con approvazione ecclesiastica

Stampato nel mese di Marzo 2012 da:tipolitoGrafica nuova iMPronta

Cusano Mutri (Bn) - tel.-fax [email protected] - www.nuovaimpronta.net

Simone Marascio

I nonni Silvestri Vladimiro e Corapi

Elisabetta mettono sotto la protezione della Vergine Assunta

il loro nipotino.

dA GuARdIA:Maiorani Sebastianelli Maria - Famiglia Procaccini - Ferrigno Enzo – Pigna Silvia in De Cesare - Sebastianelli Oreste - Silvestri Fausto - Sebastianelli Antonio - Guerrera Pietruccia - Del Vecchio Carlo - Gambuti Speranza - Morone Umberto - Garofano Giuseppe - Romano Ida - Maffei Erasmo - Parente Antonella - Di Santo Garofano Angelina - Fam. De Vincentis-Sebastianelli - Foschini Nina - Borrelli Salvatore - Sebastianelli Pierino e Marisa - Gambuti Teresa - Ceniccola Raffaele - Santillo Michelina - Falluto Muzio fu Gaetano - Del Vecchio Consiglia - Falato Bellisario Antonio - Sanzari Giuseppe - Pengue Luigi - Pengue Alfredo - Falato Teresa - Prete Pasquale - Santagata Elvira - Morone Antonio - Prete Filomena - Foschini Maria in Morone - Morone Luisa - Mignone Nazareno - Pascale Michele - Musto Giovannina - Pengue Giovannina - Prete Pasqualina - Di Santo Vincenzo - Sanzari Nino.dALL’ItALIA:Nicolella Giustino, Moncalieri (TO) - Lavorgna Pasqualina, S. Lorenzello (BN) - Sanzari Di Toro Filomena, Varese - Parciasepe Luigi, S. Lorenzo Maggiore (BN) - Del Vecchio Giuseppe, Stradella (PV) - Garofano Rosetta, Asti - Iuliani Renato, Montepulciano (SI) - Garofano Flore Angelina, Castelvenere (BN) - Sanzari Giuseppe, Telese Terme (BN).dALL’EStERo:Pezzullo Filomena e Cavallo Gino, Australia - Del Rosso Nino, Australia - Pengue Guido e Clara, Australia.

Hanno collaborato con noiper sostenere il bollettino

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Basilica parrocchiale santa Maria assunta e san Filippo neri

Cristo è veramente risorto. Alleluia, alleluia.

Buona Pasqua!I Padri Filippini

La celebrazione della Pasqua del Signore, crocifisso, morto, sepolto e risorto, costituisce il culmine dell’anno liturgico

1 Aprile - DOMENICA DELLE PALME E DELLA PAssIONE DEL sIgNOrEore 10,30 - Piazza San Filippo: benedizione dei rami d’ulivoe in Santuario celebrazione della Santa Messa della Passionedel Signore.2 Aprile LuNEDI sANtOdalle ore 17,00 alle ore 18,00 - Ascolto delle confessioni

3 Aprile - MArtEDI sANtOore 20,30 - Santuario dell'Assunta:i giovani della parrocchia presentano: "Le ombre della Passione".

4 Aprile - MErCOLEDI sANtOore 17,30 - Santa Messa del Crisma a S. Agata de' Goti

5 Aprile - gIOVEDI sANtOore 19,00 - Santa Messa della Cena del Signore:partecipano i bambini della Prima Comunione.ore 22,00 - Veglia di preghiera.

6 Aprile - VENErDI sANtOore 8,00 - Celebrazioni delle Lodiore 17,00 - Celebrazione della Passione del Signore.ore 19,00 - Dalla Chiesa di San Sebastiano processionedel Gesù Morto e dell’Addolorata.

7 Aprile - sABAtO sANtOore 22,00 - Solenne Veglia Pasquale.

8 Aprile - PAsQuA DI rIsurrEZIONEore 8,00 - Santa Messa.ore 11,00 - Solenne Celebrazione eucaristica.ore 18,00 - Santa Messa.

Settimana Santa dell'Anno 2012

5 Aprile - gIOVEDI sANtOore 18,00 - S. Messa e lavanda degli apostoli.6 Aprile - VENErDI sANtOore 16,00 - Solenne Azione Liturgica.ore 19,00 - Processione del Cristo Morto e dell’Addolorata.7 Aprile - sABAtO sANtOore 21,00 - Veglia Pasquale.8 Aprile - PAsQuA DI rIsurrEZIONEore 8,30 - S. Messa.ore 10,00 - S. Messa in canto.

le celeBrazioni pasquali nella chiesa di san seBastiano

Le celebrazioni saranno trasmessein diretta sul sito

www.santuarioassunta.com

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I genitori devono trasmettere ai figli il significato delle celebrazioni, specialmente quelle della Settimana Santa, per aiutarli a capirne il senso.

E’ necessario sapere gli orari delle funzioni per organizzarsi e vivere le varie celebrazioni come “chiesa domestica”.

La Domenica delle Palme bisogna partecipare a tutta la celebrazione e non solo alla benedizione dei rami d’ulivo o delle palme; che sono scambiati, con-servati nelle case o portati nei luoghi di lavoro, al cimitero o in campagna come testimonianza della fede in Cristo, re messianico, e nella sua vittoria pasquale.

Giovedì santo inizia effettivamente il Triduo pasquale con la memoria dell’Ul-tima Cena, nella quale Gesù istituì il memoriale della sua Pasqua. All’inizio della celebrazione sono portati processionalmente all’altare il sacro crisma, l’o-lio dei catecumeni e l’olio degli infermi, benedetti dal Vescovo e dal presbiterio, questi olii si useranno per amministrare alcuni sacramenti. La salvezza, tra-smessa dai segni sacramentali, scaturisce dal mistero pasquale di Cristo; infatti, noi siamo redenti con la sua morte e risurrezione e, mediante i sacramenti, attingiamo a quella medesima sorgente salvifica. Il sacerdote canta il Gloria e si suonano le campane. Queste suoneranno di nuovo al canto del Gloria nella Veglia Pasquale. Dopo l’omelia, il sacerdote lava i piedi ad alcuni fedeli ripe-tendo il gesto fatto da Gesù agli apostoli. Questo gesto proclama il primato di chi serve il prossimo, non di chi domina ed è quindi un invito a testimoniare fat-tivamente l’amore del Redentore. Al termine della celebrazione è conservato il Corpo del Signore per la comunione dei fedeli del Venerdì Santo e per il Viatico degli infermi. Il luogo è quello della reposizione e si eviti di dire “sepol-cro”. La chiesa aperta fino alle 23.00 è un invito rivolto ai fedeli all’adorazione, silenziosa e prolungata, del mirabile Sacramento.

Il Venerdì Santo, il primo posto e il massimo rilievo, è rivolto nel pomeriggio alla solenne Azione liturgica mentre la sera si svolge la processione di Gesù morto e l’Addolorata in un clima di austerità, di silenzio e di preghiera per i non pochi significati del mistero della sepoltura di Gesù.

Il Sabato Santo è “Notte di grazia”: così chiamiamo la grande Veglia Pasquale. Una veglia fatta di ascolto, di orazione, di riti. Essa prevede la bene-dizione del nuovo fuoco (dove sono bruciati i vecchi olii santi) e della nuova acqua, nuovi i cuori dei cristiani, rinnovati dal sacramento della Penitenza per-ché la vita inaugurata da Cristo con la sua risurrezione rende nuove tutte le cose.

La Domenica di Pasqua è “il giorno fatto dal Signore” in tutte le chiese risuo-na l’annuncio: “Cristo è Risorto!”. I cristiani originariamente se lo rivolgevano l’un l’altro come un saluto cui si assentiva rispondendo: “Veramente è Risorto! Alleluia, Alleluia”. La gioia più grande e più vera è nella certezza che Gesù è il Vivente ed è con noi tutti i giorni e ci rincuora con il suo saluto pasquale: “Shalom”.

I fedeli recano nelle loro abitazioni l’acqua benedetta durante la Veglia del Sabato Santo. La consuetudine da incoraggiare è quella che il giorno di Pasqua il capofamiglia o un altro membro della comunità domestica benedica la mensa festiva.

Dalla Settimana Santa, vissuta con fede, dobbiamo uscire rinnovati nello stile di vita e avere un’attenzione più premurosa per gli altri, perché Gesù è morto ed è risorto per noi. Riscopriamo il valore della domenica, giorno del Signore e Pasqua della settimana. La famiglia si impegni a partecipare all’Eucaristia per celebrare e rinnovare la propria fede in e con la comunità.

Trasmissione della fede durante la Settimana Santa

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8 9

I Frati Minori del Sannio e dell’Irpinia, per il Primo Centenario della fondazio-ne della Provincia religiosa, hanno organizzato la Peregrinatio delle spoglie mortali di San Bernardino da Siena.

San Bernardino nasce l’8 settembre 1380 a Massa

Marittima, si trasferisce il 1391 a Siena e il 1402 indossa l’abito di San Francesco. Muore il 20 maggio 1444 a L’Aquila dove è ancora conservato il suo corpo.

Il corpo del grande Santo francescano, che con testimonianza esemplare di vita e fervente predicazio-ne diede un forte impulso di rinnovamento cristiano alla società del secolo XV, è stato presente, anche se per pochi minuti, a Guardia davanti al Municipio nel primo pomeriggio del giorno 21 marzo 2012.

Dopo il saluto del Sindaco Dott. Floriano Panza è stata recitata dal Parroco P. Filippo Di Lonardo d.O. e dai present i la preghiera in onore di San Bernardino da Siena poi i l c o r t e o h a ripreso il per-corso preventi-vato per rag-

giungere la Cattedrale di Cerreto dove è stato accolto dal Vescovo e dai fedeli della Diocesi.

La Comunità di Guardia ha partecipato alle due iniziative legate alla Peregrinatio:

1 – il sostegno di un progetto di solidarietà pro-mosso dai Frati Minori d’Abbruzzo, a favore delle

Popolazioni colpite dal terremoto del 2009;2 – la sottoscrizione della petizione al Santo Padre

per la proclamazione di San Bernardino a “dottore della Chiesa”.

La visita del corpo di San Bernardino è stata per tutti fonte di grazia e benedizione.

peregrinatio delle spoglie mortalidi San Bernardino da Siena

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Febbraio 2012Le abbondanti nevicate dei primi

giorni (3 /4 e 10/11) hanno determina-to un notevole flusso di aria fredda con la neve che è rimasta a terra per alcuni giorni. L’aria fredda ha interes-sato il clima fino alla metà del mese. Poi le temperature si sono alzate e ci sono state giornate fredde e serene tipiche della stagione invernale.

In parrocchia le celebrazioni della prima settimana sono state tutte orga-nizzate per ricordare la Settimana Diocesana della Famiglia dal titolo: “Promuovi la Vita se promuovi la Famiglia” promossa dalla nostra Diocesi di Cerreto S. – Telese – Sant’Agata de’ Goti e discusse n e l C o n s i g l i o Pastorale.

Abbiamo inizia-t o c o n l a Presentazione di Gesù al tempio (giovedì 2) (“la Candelora”) e si è celebrata una S. Messa nel Santuario (ore 17) alla quale sono stati invitati tutti i fedeli ma in particolare i ragazzi che fre-quentano il catechismo con le loro famiglie. Il giorno dopo festività di San Biagio con l’unzione della gola. Nella chiesa di San Sebastiano (ore 18) il Gruppo di Preghiera di S. Pio da Pietrelcina “Il Tralcio” ha guidato i fedeli nella riflessione sulla famiglia. Si è proseguiti con il Primo sabato del mese (4) nel Santuario: Veglia alle 21 seguita dalla S. Messa. Ad animare il rosario meditato sulla famiglia questa volta è stato il Gruppo Famiglia della nostra parrocchia guidato dai coniugi Antonella Garofano e Damiano Foschini che hanno partecipato anche all’incontro finale tenutosi a Cerreto Sannita.

S o n o i n i z i a t e ( d o m e n i c a 1 2 ) , seguendo lo schema tradizionale, le Sacre Quarantore nel la c h i e s a d i S . Sebastiano e si sono chiuse dopo quattro giorni (mercoledì 15). La mattina alle ore 10 c’è stata la S. Messa celebrata da P. Giustino Di Santo d. O. che si è conclusa con l’e-s p o s i z i o n e s o l e n n e d e l S S . Sacramento che è rimasto alla adora-zione libera dei fedeli fino alle 18. Nei giorni di lunedì, martedì e mercoledì

l’esposizione solenne si è chiusa con i Vespr i cantat i da l la Corale Parrocchiale “Cantate Domino in Laetitia” diretta da Alfonso De Nicola e la benedizione finale. La catechesi è stata tenuta da P. Giustino Di Santo d. O.. Alla fine della settimana (sabato 18), secon-do un calendario solito, sono inizia-te le Sacre Quarantore in Basilica e per quattro giorni c’è stata l’esposi-zione solenne del SS. Sacramento al termine della S. Messa delle ore 10 celebrata dal Parroco P. Filippo Di Lonardo d.O. Anche qui ha prestato servizio la Corale Parrocchiale “Cantate Domino in Laetitia” diretta da Alfonso De Nicola. Le Quarantore, anche quest’anno, sono state chiuse dal nostro Vescovo Mons. Michele De

Rosa alle ore 16:30 di martedì 21 feb-braio nel Santuario con la breve pro-cessione in Piazza San Filippo. Quest’anno per la prima volta questa cerimonia è stata trasmessa in diretta streaming dalla Live TV della parroc-chia e quanti hanno voluto seguirla da casa o da fuori e da lontano l’hanno

potuto farlo con assoluta libertà. Dopo la benedizio-ne so lenne del Vescovo i presenti

sono stati invitati a partecipare al buf-fet preparato anche quest’anno dai gruppi parrocchiali ma molti, per il freddo, sono tornati a casa. Gli orga-nizzatori del buffet hanno potuto con-sumare tanta grazia di Dio durante la festa di Carnevale che è iniziata alle

cronaca

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20:00 nell’Auditorium organizzata dall’Azione Cattolica e dai giovani della parrocchia.

I l giorno dopo è iniziata la Quaresima (mercoledì 22) e sono state celebrate le Ceneri con l’imposi-zione sul capo ai fedeli durante la S. Messa del pomeriggio (ore17 nella Basilica Santuario). Una chiesa piena di fedeli e tutti hanno chinato il capo davanti ai sacerdoti per ricevere l’au-stero simbolo delle ceneri con il moni-to: “Convertitevi e credete al Vangelo”. In questa celebrazione, come sempre, sono stati ricordati i Padri e i Fratelli defunti della Congregazione dell’Oratorio guardie-se.

Il giorno dopo ultimo giovedì del mese (23 ore 18) e quindi Adorazione E u c a r i s t i c a d a v a n t i a G e s ù Sacramentato nella chiesa di San Sebastiano. Il tema di riflessione di oggi, guidato dal gruppo parrocchiale dei Neocatecumenali , è stato: “Riconciliazione: In cammino verso di Te”.

Con l’avvento della Quaresima, come proposto nel Consiglio Pastorale Parrocchiale, sono iniziate le Via

Crucis tutti i venerdì a San Sebastiano animate dai giovani e dai gruppi par-rocchiali. La prima si è tenuta in S.

S e b a s t i a n o (venerdì 24 ore 17:30) con buona parte-cipazione dei fedeli. Il resto d e l l a p r o -grammazione ha v i s to lo svolgimento d e l l a Vi a Crucis nella giornata di d o m e n i c a s i a n e l S a n t u a r i o

che in diversi luoghi del paese, come è stato fatto lo scorso anno. La prima si è svolta nel Santuario (domenica 26 ore 16:30) ed anche qui il numero di fedeli partecipanti è stato discreto.

In paese si è voluto ricordare il Carnevale con una p icco la fes ta in maschera per i bambini organizzata dai commer-cianti e dai baristi di Via Parallela (martedì 21 ore 14:00) presso la Villetta Comunale vicino al muni-cipio.

Marzo 2012Nella prima decade del

mese le giornate sono state invernali ma comunque prive di pioggia. Una sola notte c’è stato un lungo e violento temporale.

In parrocchia il mese è iniziato con la Via Crucis a San Sebastiano (vener-dì 2) ed il giorno successivo (sabato 3) c’è stato l’appuntamento del Primo

Sabato con l’Assunta :Veglia alle 21 seguita dalla S. Messa. Ed ecco la seconda domenica di Quaresima (4) la Via Crucis itinerante, sempre prepara-ta ed animata dai gruppi parrocchiali, si è tenuta alle ore 18 in zona Mercato – Condotto. La terza domenica (11) è stata interessata la zona Piazzale del Convento - Largo Croce. Buona la presenza di fedeli. Nelle nostre chiese abbiamo pregato e raccolto le offerte per il nostro Seminario Diocesano.

In paese merco-ledì 21 ha sostato il c o r p o d i S a n Bernardino (vedi articolo su questo Bollettino).

E qui ci fermia-mo con la Cronaca perché dobbiamo andare in stampa a f f i n c h é i l

Bollettino arrivi nelle case prima della Pasqua. Anche da questi “Appunti di Cronaca” facciamo arrivare a tutti i più sinceri auguri per una Felice e Santa Pasqua.

Luca Iuliani

Febbraio4 - Di Lonardo Filomeno, nato a Guardia Sanframondi il 9 gen-

naio1932, coniugato De Vincentis Lucia.17 - Bagnuolo Antonio, nato a Guardia Sanframondi il 9 ottobre

1930, coniugato De Blasio Filomena. - Lombardi Gilda, nata a Guardia Sanframondi il 1 settembre

1931, coniugata Sebastianelli Elio.27 - Garofano Angelo Raffaele, nato a Guardia Sanframondi il 17

novembre 1916, vedovo Di Virgilio Angelina.28 - Ceniccola Elvio, nato a Guardia Sanframondi il 23 novembre

1927, coniugato Musto Filomena.Marzo1 - Guerrera Vittoria, nata a San Lupo il 27 ottobre 1923, coniu-

gata Bellisario Falato Vincenzo.3 - Tribisonna Vinicia, nata a Guardia Sanframondi il 17 giugno

1932, vedova Ceniccola Vittorio.

sono tornati alla casa del Padre

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Garofano Giovannin. 24-6-1954 – m. 16-3-2011

Nel 1° anniversario della mortela famiglia lo ricordacon immutato affetto

e lo affida al Signore risorto.

Antonio di Santon. 21-12-1923 – m. 14-2-2010

Nel secondo anniversario della scomparsa, la moglie Fiorinda ei figli Raffaele e don Giustino lo ricordano con immutato affetto

e lo affidano alla infinitamisericordia del Signore.

Giuseppe di Santon. 27-2-1930 – m. 14-4-1982

don Angelo di Santon. 26-7-1952 – m. 27-3-2006

Elvio Pinton. 4-5-1932 – m. 5-2-2008

Maturino Sanzarin. 3-5-1933 – m. 20-2-2000

La moglie, i figli e i nipotilo ricordano a quanti lo

conobbero in vita e imploranoper lui la pace dei giusti.

Michele Foschinin. 27-7-1933 – m. 7-1-2012

Raffaella Francon. 8-5-1930 – m. 10-11-2007

in memoria di...

La moglie Teresa Falatolo ricorda con immutato affetto

e lo affida alla preghieradella Chiesa.

I figli li ricordano e li affidano alla preghieradella Chiesa e alla misericordia del Signore.

Giovanni Ceniccolan. 25-2-1945 – m. 14-2-2002

Nel 10° anniversario della morte la moglie e i figli lo affidano al

Signore Risorto.

Pasquale Muccin. 1-7-1927 – m. 5-9-2011

Luisa Filippellin. 27-9-1931 – m. 1-3-2011

Alessandro Sebastianellin. 29-3-1933 – m. 16-2-1995

Nell’anniversario della sua morte la moglie e i figli lo affidanoalla materna misericordia

della Vergine Assuntaper proteggerlo sempre.

I familiari li ricordano con immutato affetto eli affidano al Signore della vita,

perché gioiscano nella luce dei giusti.

I figli li ricordano con immutato affettoe li affidano alla misericordia divina.

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in memoria di...

Flaviano Neccon. 24-11-1932 – m. 28-1-2012

Il figlio Silvio lo ricorda a quantilo ebbero caro in vita e

lo affida alla misericordia di Dio.

Sisto Parenten. 1-7-1924 – m. 26-5-2009

La moglie e i figli lo ricordano con immutato affetto e

lo affidano al Signore Risorto.

Giuseppe Penguen. 3-11-1934 – m. 21-2-2009

La moglie e le figlie lo affidanoal Signore Risorto.

Lorenzo Basilen. 7-9-1923 – m. 18-1-2012

La moglie e le figlie lo ricordanoe lo affidano alla preghiera

della Chiesa e alla misericordia del Signore.

diomira de Blasion. 20-9-1924 – m. 17-1-2012

I figli la affidanoal Signore Risorto e

alle preghiere della Chiesa.

Anna Mancinin. 25-7-1927 – m. 4-3-2010

Giovanni Mancinin. 27-4-1926 – m. 1-11-2010

La figlia Agnese e il genero Lupo con immutatoaffetto li affidano alla misericordia del Signore.

Michele Basilen.15-4-1946 – m. 5-4-2002

Filippo del Vecchion. 1-10-1922 – m. 11-3-2005

La moglie e i figli lo affidanoalla misericordia del Padre.

La moglie e i figli con grande fede nella Risurrezione, lo affidano

al Signore della vita, perché gioisca nella luce dei giusti.

Mirella Ciaburrin. 22-7-1961 – m. 5-3-2011

La mamma Idanel primo anniversario

della morte la ricorda con immu-tato affetto e imploraper lei il riposo eterno.

Francesco Pacellin. 24-8-1925 – m. 26-1-2012

Maria Iulianin. 2-7-1932 – m.7-3-2008

La familiare Alfonsina li ricorda con immutato affettoe li affida alla preghiera della Chiesa.

Page 14: Bollettino Febbraio-Marzo 2012

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Manfredo Germano Pignan. 25-4-1941 – m. 26-2-1987

Nel 25° della morte la figlia Silvia lo ricorda con immutato affetto

e lo affida al Signore risorto.

Filomena Mancinellin. 15-2-1933 – m. 13-10-2011

in Australia

Il fratello Guido ela cognata Clara la affidanoalla misericordia del Signore.

Maria Giuseppina Meolin. 29-6-1912 – m. 3-2-2008

Vincenzo Meolin. 28-3-1910 – 19-6-2002

Egidio Penguen. 16-9-1967 – m. 3-7-2007

Carmine Flaviano Pangue

n. 24-7-1930 – m. 10-9-2004

Il fratello Guidoe la cognata Clara lo affidanoalla misericordia del Signore.

Gli zii Guido e Claracon fede profonda implorano

per lui il riposo eterno.

Elvio Penguen. 31-5-1944 – m. 30-3-1997

teresa Penguen. 25-5-1946 – m. 7-11-1997

Angela de Lucian. 14-4-1946 – m. 20-3-2010

Il marito e le figlie la affidanoalla materna misericordia

della Vergine Assuntaper proteggerla sempre.

La figlia Clara e il genero Guidocon immutato affetto li affidano al Signore Risorto.

Guido e Clara li affidano alla Signoredella vita perché gioiscano nella luce del Padre.

in memoria di...

Antonio Meolin. 28-11-1933 – m. 20-6-1998

Guido e Clara Pengue affidanoil cognato e fratello

alla misericordia del Signore.

Rosina Foschinin. 12-3-1909 – m. 26-9-1990

Enrico Penguen. 12-3-1905 – m. 18-9-1978

Il figlio Guido con la moglie Clarali affidano alla misericordia divina

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14 15

in memoria di...Febbraio 20124 - Falato Domenico (trigesimo), la

famiglia. - Sanzari Maturino, la moglie e figli.5 - Plenzich Angelo Raffaele, la moglie

e figli. - Maiorani Guido, la moglie e figli. - De Blasio Filomena, il marito e

figlie. - Pingue Maria Luisa, il marito e

figlie.6 - Pengue Alfredo (trigesimo), la fami-

glia. - Pinto Elvio, la moglie Teresa.7 - Foschini Michele (trigesimo), i figli.8 - Abate Bruno, i nipoti.11 - De Blasio Marino e Garofano

Teresa, le figlie.12 - La Serpe Giulia, l’amica Albertina. - Maiorani Antonietta e Franco

Giovanni, la nipote. - Anime del purgatorio.13 - Plenzick Angelo (trigesimo), la

figlia. - Grillo Italo, le sorelle e fratelli.

14 - Filippelli Marianna, il marito Morone Francesco.

15 - Di Staso Giovanni, la moglie Ida e il figlio Raffaele.

16 - Di Muraglia Ernesto (anniversario), la moglie e figli.

17 - De Blasio Diomira (trigesimo), i figli.

18 - Basile Lorenzo (trigesimo), la moglie e figlie.

- Guerriero Rita (anniversario), il marito e figli.

19 - Sebastianelli Alessandro, la moglie e figli.

- Per i suoi defunti, Ceniccola Giovannina.

- Blandino Luigi, la moglie. - Conte Elvio, la moglie e figli.20 - A n i m e d e l p u r g a t o r i o , d a

Sebastianelli Tonino e Angelina (Australia).

- Falato Caterina (anniversario), i familiari.

21 - Ceniccola Nicola, Leo e Rosina, il familiare Giovanni.

- Pengue Giuseppe, la moglie e figlie.22 - Padri e Fratelli della Congregazione

defunti. - Falato Angelo e Grillo Angiolina, la

figlia Renata.23 - Garofano Sebastiano (trigesimo), i

figli.24 - Iacobucci Carlo, la moglie Filomena. - Filippelli Biagio (trigesimo), le

figlie. 25 - Uccellini Luigi e Conte Filomena, il

figlio Franco. - Ceniccola Giovanni, la moglie e figli.26 - Sebastianelli Gabriele e Nonno

Irma, i figli. - Garofano Pasquale e Del Vecchio

Angelina, le figlie. - De Blasio Giovanni, la moglie e figli. - Salvatore Giovanni e Ilva, le sorelle.28 - Pizzocri Giuseppe (trigesimo), la

moglie e figli.29 - Necco Flaviano (trigesimo), la

moglie e figli.

Marzo 20121 - Filippelli Luisa (anniversario) e

Mucci Pasquale, i figli.2 - Nifo Pellegrino, la moglie e figli.3 - Michelangelo, Michele e Pascasio, i

familiari. - Dragot t i Mar io e Garofano

Olimpia, il figlio.4 - Iuliani Maria e Pacelli Francesco, la

familiare Alfonsina. - Morone Iginio, la moglie e figli. - Silvestri Salvatore, la moglie e figli. - De Blasio Letizia, la figlia.5 - Ciaburri Mirella (anniversario), la

mamma. - Di Lonardo Filomeno (trigesimo),

la moglie e figli.9 - Bove Ida, Assuntina e Raffaella, i

familiari.10 - Anime del purgatorio, da Morone

M. Assunta.11 - Grillo Salvatore, Carmela e Luisa,

la familiare Filomena. - Ceniccola Giovanni, i genitori. - Ceniccola Giuseppe, la moglie e

figli.

- Sanzari Adamo, la moglie e figli. - Foschini Luisa e Falato Giuseppe, la

nipote Ida.12 - Del Vecchio Filippo, la moglie e i

figli.14 - Foschini Giovanni Vittorio (trigesi-

mo), la cognata Onorata e nipoti.16 - Bagnuolo Antonio (trigesimo), la

moglie e figli. - Garofano Giovanni (anniversario),

la mamma Luisa.17 - Maiorani Guido, la moglie e figli.18 - Falato Maria e Lombardi Carmela,

il congiunto Capocefalo Ciro. - Maturo Mario e Mastantuono

Armando, i familiari. - Iannucci Giuseppe e Nedia Ida, la

figlia Pasqualina. - Di Paola Benevento Andrea, la

moglie e figli. - Mancini Arcangelo e Plenzich

Santina, i figli.19 - Falato Angelo e Grillo Angelina, la

figlia. - Lombardi Giuseppina (anniversa-

rio), i figli.

- Falato Elda (anniversario), il marito e figlie.

20 - Lombardi Gilda (trigesimo), il marito e figli.

22 - Di Libero Assunta, i figli.23 - Di Paola Umberto, la moglie e figli.24 - Caruso Sandro, la mamma.25 - Garofano Bruno, la figlia. - Garofano Concetta, la cognata

Luisa. - Foschini Filomena e Morone

Giuseppe, il figlio Giovanni. - Pengue Pasquale, la moglie e figli. - Ceniccola Armida, Nucciarelli

Antonio e Gambuti Raffaele, i familiari.

27 - Garofano Angelo Raffaele (trigesi-mo), i figli.

28 - Ceniccola Elvio (trigesimo), la moglie e figli.

29 - De Blasio Remigia (anniversario), il marito.

30 - Verrilli Mario, la moglie e figli. - Falato Elvezia (anniversario), il

figlio Pietro Morone.31 - Falato Rosina, il marito e figli.

Page 16: Bollettino Febbraio-Marzo 2012

san Filippo neri

Non bisogna mai fidarsi di se stessi,ma occorre consigliarsi sempre con il proprio padre spirituale e raccomandarsi alla preghiera di tutti.