recensioni 407 - classics.unibo.it

6
RECENSIONI 407 Sympotica. A Symposium on the Symposion, ed. by OSWYN MURRAY, Oxford (Clarendon Press) 1990, XII-345 pp. + 24 tavv. f.t. Atteso quanto tardivo frutto del primo «symposium on the Greek symposion», il volume raccoglie i risultati dei colloqui che dal 4 all'8 settembre 1984 impe- gnarono al Balliol College di Oxford, in una cornice conviviale affatto estranea alla paludata e seriosa atmosfera dei convegni internazionali, una circoscritta accolta di studiosi argutamente definitisi 'Deipnosophistae' (Preface p. V). L'incontro, che ha visto intrecciarsi ventitré contributi - articolati in otto sezioni di Sympotica, secondo aree di interesse e orientamento d'analisi (socio-antropo- logico, letterario, archeologico, psicologico, Fortleben in ambito letterario e fi- gurativo, etc.) - concorre a delineare, nella ricca trama dei diversi approcci metodologici, un bilancio quanto più possibile coerente, se pur non esaustivo, dei risultati cui sono pervenute le indagini interdisciplinari sul proteiforme universo greco della tavola. Se il fervido interesse coagulatosi negli ultimi due decenni intorno alle pra- tiche simposiali del mondo classico ha sollecitato, nell'ambito di una vasta inda- gine sulle modalità e occasioni della comunicazione poetica arcaica, a riconoscere nel simposio lo spazio privilegiato per la trasmissione di cospicua parte della poesia lirica (monodica, elegiaca e giambica), al contempo parimenti fecondo deve dirsi l'esame delle singole forme di convivialità storicamente determinate, che non ha mancato di promuovere un processo di revisione critica e approfon- dimento dei temi della ritualizzazione nel consumo del cibo e dell'ambigua be- vanda di Dioniso. Se già da qualche anno i risultati di queste ricerche hanno imposto di abbandonare la prospettiva di un'omologante teoria generale sul sim- posio, restano tuttavia ancora aperti alcuni problemi alla cui definizione hanno concorso i contributi apportati da diverse discipline quali filologia, storia sociale, storia economica, archeologia e antropologia. Come infatti opportunamente sot- tolinea il Murray nella sua comunicazione Sympotic History (pp. 3-13) - a pre- messa di un cursorio se pur attento itinerario dell'evoluzione degli studi sull'ar- gomento - «forms of eating and drinking [...] reflect and reinforce the social system in a variety of complex ways», cooperando altresì a creare e rinsaldare, in un'elaborata ritualizzazione, il codice comunitario dei valori (p. 5). Emerge in questo orizzonte interpretativo, secondo Pauline Schmitt-Pantel (pp 14s ) una concezione onnipervasiva del simposio nella trama delle istituzioni civiche che fa peraltro torto ad altre forme di commensale, in particolare al

Upload: others

Post on 20-Oct-2021

5 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: RECENSIONI 407 - classics.unibo.it

RECENSIONI 407

Sympotica. A Symposium on the Symposion, ed. by OSWYN MURRAY, Oxford (Clarendon Press) 1990, XII-345 pp. + 24 tavv. f.t.

Atteso quanto tardivo frutto del primo «symposium on the Greek symposion», il volume raccoglie i risultati dei colloqui che dal 4 all'8 settembre 1984 impe­gnarono al Balliol College di Oxford, in una cornice conviviale affatto estranea alla paludata e seriosa atmosfera dei convegni internazionali, una circoscritta accolta di studiosi argutamente definitisi 'Deipnosophistae' (Preface p. V). L'incontro, che ha visto intrecciarsi ventitré contributi - articolati in otto sezioni di Sympotica, secondo aree di interesse e orientamento d'analisi (socio-antropo­logico, letterario, archeologico, psicologico, Fortleben in ambito letterario e fi­gurativo, etc.) - concorre a delineare, nella ricca trama dei diversi approcci metodologici, un bilancio quanto più possibile coerente, se pur non esaustivo, dei risultati cui sono pervenute le indagini interdisciplinari sul proteiforme universo greco della tavola.

Se il fervido interesse coagulatosi negli ultimi due decenni intorno alle pra­tiche simposiali del mondo classico ha sollecitato, nell'ambito di una vasta inda­gine sulle modalità e occasioni della comunicazione poetica arcaica, a riconoscere nel simposio lo spazio privilegiato per la trasmissione di cospicua parte della poesia lirica (monodica, elegiaca e giambica), al contempo parimenti fecondo deve dirsi l'esame delle singole forme di convivialità storicamente determinate, che non ha mancato di promuovere un processo di revisione critica e approfon­dimento dei temi della ritualizzazione nel consumo del cibo e dell'ambigua be­vanda di Dioniso. Se già da qualche anno i risultati di queste ricerche hanno imposto di abbandonare la prospettiva di un'omologante teoria generale sul sim­posio, restano tuttavia ancora aperti alcuni problemi alla cui definizione hanno concorso i contributi apportati da diverse discipline quali filologia, storia sociale, storia economica, archeologia e antropologia. Come infatti opportunamente sot­tolinea il Murray nella sua comunicazione Sympotic History (pp. 3-13) - a pre­messa di un cursorio se pur attento itinerario dell'evoluzione degli studi sull'ar­gomento - «forms of eating and drinking [...] reflect and reinforce the social system in a variety of complex ways», cooperando altresì a creare e rinsaldare, in un'elaborata ritualizzazione, il codice comunitario dei valori (p. 5).

Emerge in questo orizzonte interpretativo, secondo Pauline Schmitt-Pantel (pp 14s ) una concezione onnipervasiva del simposio nella trama delle istituzioni civiche che fa peraltro torto ad altre forme di commensale, in particolare al

Page 2: RECENSIONI 407 - classics.unibo.it

408 RECENSIONI

banchetto sacrificale: proprio dalle puntuali affinità tra quest'ultimo e il symposion - due fenomeni complementari che strettamente connettono dimensione sacra e dimensione sociale - prende le mosse il contributo Sacrificai Meal and Symposion: Two Models of Civic Institutions in the Archaic City? (pp. 14-33), in cui la suddetta studiosa condensa prospettive da lei sviluppate più ampiamente in altre sedi '. Se l'idea di comunità civica è inseparabile dalla commensalità, atta a produrre e riprodurre nella spartizione egualitaria delle carni l'eguaglianza politica2, può davvero il simposio, prassi privata e aristocratica di un solidale gruppo maschile che in esso riconosce e afferma la propria identità 3, configurare al contempo la struttura organizzativa dominante 4, anzi il modello ideologico della città? Per ovviare a tale non più che surrettizia aporia, la S.-P. procede ad una verifica - per la verità piuttosto sommaria 5 - della coesistenza, nei testi letterari e in àmbito iconografico, di simposio e pasto sacrificale come codificati e ripetuti rituali del gruppo sociale e in definitiva come istituzioni civiche. Superata così agevolmente la dicotomia tra sfera pubblica e privata, non le resta che riconoscere l'identità tra gruppo dei simposiasti e intero corpo civico («I would readily agree that the symposion is composed of a restricted group, but it does not belong to the private sphere»), nonché la conseguente indifferenziata destinazione e fruizione del di­scorso poetico (p. 25). Inutile sottolineare l'astrattezza di tale approccio sociologico che prescinde disinvoltamente da ogni accenno ai concreti modi della comunicazione poetica al peculiare momento di aggregazione cui essa era destinata, vale a dire l'eteria6.

Indirizzata ai risultati della ricostruzione archeologica delle sale da banchetto nei santuari e nelle case private, la successiva sezione ospita tra gli altri il con­tributo di Birgitta Bergquist, Sympotic Space: A Functional Aspect of Greek Dining-Rooms (pp. 37-65), che apre interessanti prospettive esegetiche: l'indagine sulle suppellettili, sui simboli e in particolare sulla struttura e configurazione degli andrones come degli hestatoria, luoghi dell'organizzazione comunitaria per ec-

Banquet et cité greque: Quelques questions suscitées par les recherches récentes, «MEFRA» XCVII (1985) 135-158; La cité au banquet, Lyons 1987.

N. Loraux, La cité comme cuisine et comme partage, «Annales ESC» XXXVI (1981) 620.

1 O. Murray, The Symposion as Social Organisation, in R. Gàgg (eur.), The Greek Renaissance of the Eighth Century B.C.: Tradition and Innovation, Stockholm 1983, 196.

4 O. Murray, Symposion and Mànnerbund, in Actes de la Conférence Eirene, Prague 1982, Prague 1986, 50 s.

5 Esemplare in merito il caso deWEunomia soloniana (fr. 3 G.-P.), la cui performance è ambientata tout court in una pubblica Saie sacrificale (p. 21).

6 Al cui proposito giova rimandare ancora a W. Ròsler, Dichter und Gruppe, Munchen 1980, nonché alle considerazioni di M. Vetta, Poesia e simposio, «RFIC» CIX (1981) 483-495.

Page 3: RECENSIONI 407 - classics.unibo.it

RECENSIONI 4 0 Q

cellenza, contribuisce a far luce non solo sulle procedure e modalità di svolgimen­to della commensalità simposiale, ma altresì su natura, composizione e legami del gruppo che vi partecipava.

Nell'intervento di Michael Vickers, Attic Symposia after the Persian Wars (pp. 105-121), il dibattito, destinato a ulteriori e più ampi sviluppi7, prende avvio dal complesso problema della cronologia dei primi esemplari di ceramica a figure rosse - strettamente concesso con l'interpretazione dei materiali archeologici rin­venuti sull'Acropoli durante gli scavi del secolo scorso - che il background storico e i coevi dati materiali indurrebbero ad ambientare, posticipandoli tra il 479 e il 460, nell'Atene cimoniana. In particolare, alla base della vasta prosperità post­bellica starebbe, secondo lo studioso, la distribuzione tra gli opliti di Platea del bottino persiano (cf. Herod. IX 81), nelle cui ricche spoglie avrebbero trovato una possibile fonte di ispirazione sia gli elaborati simposi ateniesi che la pratica del giaciglio a banchetto (!).

Nella riunione simpotica l'educazione politica e culturale dei véoi è noto­riamente affidata, nel riconoscimento del comune vincolo eterico, al legame pederotico, cui s'intrecciano pratiche e simboli iniziatici, retaggi di antichi riti di affiliazione tribale praticati nei Mdnnerbunde guerrieri. Indirizzano coerentemente in tal senso - sottolinea Jan N. Bremmer in Adolescents, Symposion and Pederasty (pp. 135-148) - le codificate prescrizioni rituali cui a Creta e Sparta era sottoposta la partecipazione dei più giovani ai pasti comuni negli andreia; le loro tradizio­nali mansioni subalterne, se non servili, provvedono del resto a segnalarne lo status iniziatico (pp. 138 s.). È tuttavia nelle implicazioni paideutiche sottese al complesso e intenso coinvolgimento tra eromenos ed erastes che l'ethos aristo­cratico afferma e sancisce la propria conservazione e sopravvivenza: una paideia che, nell'intima cornice simposiale, si nutre di aspetti ideali ma anche pragmatici, quali le performances musicali e poetiche, talvolta ai fanciulli stessi affidati8. Sintomatico al proposito, e forse mai puntualmente messo in rilievo, il fatto che proprio l'ultimo scorcio del VI sec. a.C. segnò, con l'esautorazione dei ghene gentilizi nella politica e nelle scelte strategiche, la lenta, ineluttabile crisi del simposio che ne aveva illustrato codici e valori. Proprio quando l'immaginario vascolare si popolò di scene pederotiche, nuove figure di professionisti - mimi, danzatori, etere e flautiste - cominciarono ad animare l'universo simpotico. Il mondo degli adulti prese a trascurare la formazione virile dei paides e grande favore,

7 Persepolis, Vitruvius and the Erechteum Caryatids: the Iconography of Medism and Servitude, «RA» (1985) 3-28; E.D. Francis-M. Vickers, The Agora Revisited: Athenian Chronology e. 500-450 B.C., «BSA» LXXXIII (1988) 143-167.

8 Dei numerosi passi segnalati a conforto (p. 138 n. 19) soltanto Ar. Nub. 1356 ss., Pax 1265-1304 ed Eccl. 678 sembrano tuttavia pertinenti. A p. 139, in luogo di «Aristot. Poi. 7.15.9», si legga «Aristot. Poi. 7, 17 (p. 1336 b 20)».

Page 4: RECENSIONI 407 - classics.unibo.it

4 1 0 RECENSIONI

di converso, incontrò, come occasione propizia agli approcci amorosi, la composita ambiance delle palestre.

Nel V sec. si consumò il definitivo iato tra vita pubblica e i gruppi eterici che nel simposio coltivavano la propria orgogliosa separatezza. Le frequenti parodie misteriche e la mutilazione delle erme, scandali che maturarono nella sfrenata atmosfera comastica, sono episodi ascrivibili - sostiene il Murray in The Affair of the Mysteries: Democracy and the Drinking Group (pp. 149-161) - non tanto ad intemperanze alcoliche quanto piuttosto ad un animoso disprezzo delle hetaireiai aristocratiche nei confronti delle istituzioni e convenzioni sacrali della polis, che trovano singolari consonanze nei fini e attività dei clubs inglesi dei secc. XVII e XVIII.

All'esplorazione dei molteplici e complessi tratti morfologici che provvedo­no a definire l'incontro simpotico come un microuniverso psicologico e culturale che riproduce in àmbito prevalentemente privato, attraverso una serie di atti rituali regolati da una ben precisa normativa, i tratti distintivi della festa si orienta il contributo di Ezio Pellizer, Outlines of a Morphology of Sympotic Entertainment (pp. 177-184), inteso altresì ad indagare regole e modalità in cui si articola l'ela­borato sistema di comunicazione simposiale.

A ravvivarne l'atmosfera, oltre a intrattenitori professionisti, concorrevano gli akletoi che nella poesia arcaica, al pari dei seriori kolakes o parasitoi, costi­tuivano un degradato gruppo sociale: sollecitati da uno stomaco mai satollo ma privi di specifiche abilità e attitudini artistiche, essi si cimentavano nell'esibizio­ne di se stessi in «a social self-portrait reduced to the features regarded as typical by their 'patrons', the invited guests», come sottolinea Burkhard Fehr (p. 191) nel suo Entertainers at the Symposion: The Akletoi in the Archaic Period (pp. 185-193). Tale grottesca ed inquietante ostentazione di inferiorità fisica e morale - illustrata del resto da precise convenzioni vascolari che ne deformavano tratti ed atteggiamenti - divertiva gli astanti, che non risparmiavano loro ingiurie e invettive, e al contempo provvedeva a rassicurare gli ospiti del proprio superiore senso etico e status sociale.

Lungi dal costituire un'anodina riproduzione fotografica dell'apparatus convivii, l'iconografia ceramografica si incarica di elaborare l'immaginario sociale, tra­ducendone i codici in un convenzionale sistema di segni. In una sorta di gioco speculare nello spazio pittorico dei vasi e soprattutto del cratere (accessorio cen­trale e simbolico nel consumo greco del vino), l'organizzazione plastica della figurazione evoca i momenti emblematici di tale pratica collettiva, come ben illustra Francois Lissarague in Around the Krater: An Aspect of Bouquet Imagery (pp. 196-209).

In tal senso il simposio si configura come luogo privilegiato di riflessione e di autorappresentazione, ove si organizza la memoria collettiva, sia visiva, attra­verso le icastiche immagini che sui vasi si offrono agli occhi dei bevitori, sia poetica, attraverso il canto che nel passato, nel luminoso Vorbila der Vorfahren fonda l'esistenza stessa del gruppo: così Wolfgang Ròsler, Mnemosyne in the Symposion (pp. 230-237).

Page 5: RECENSIONI 407 - classics.unibo.it

RECENSIONI 4 U

Ricco di spunti e considerazioni originali, l'intervento di Ewen Bowie, Miles Ludens? The Problem of Maritai Exhortation in Early Greek Elegy (pp. 221-229), si misura con una vexata quaestio: le circostanze di esecuzione dell'elegia parenetico-guerresca, cui generalmente è negata una pertinenza simpotica. In realtà alcuni cospicui indizi interni, l'indeterminatezza delle allocuzioni come dei referenti evocati, consoni ad una situazione di pericolo, peraltro non necessariamente immediato, concorrono, con l'indicazione delle stesse fonti antiche, a prefigurare, oltre alla circostanza marziale, più ampi contesti di esecuzione che a questo re­pertorio poetico garantirono diffusione e sopravvienza.

Dell'ultima sezione - quasi un'appendice, riservata ad un'incursione nel mondo romano - giova infine segnalare il contributo di Nevio Zorzetti, The Carmina Convivalia (pp. 289-307), che, con approccio aperto a stimolanti sviluppi, pro­spetta l'ipotesi di rileggere la più antica produzione poetica latina come riflesso di una tradizione lirica in saturni coltivata nei simposi dalle sodalitates aristocratiche.

Un'ampia rassegna bibliografica, scandita secondo i diversi orizzonti di ri­cerca, provvede ad integrare le indicazioni fornite dagli studiosi in chiusa ai singoli interventi e in molti casi aggiornate al 1990. Inevitabile tuttavia l'impres­sione che il bilancio critico tracciato da questi «Atti», nelle more richieste dal­l'elaborata gestazione del lussuoso e accuratissimo volume, sia stato ampiamente superato dagli sviluppi che alcuni itinerari d'indagine, ivi promossi, hanno nel frattempo per altre vie e in altre sedi conosciuto.

Udine ELENA FABBRO

Page 6: RECENSIONI 407 - classics.unibo.it

«EI

fin

Ijoi

:::

•sa

ita Ito itili

tlt

M ijìi

•ira

:ȣi