dicembre 2009

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Parrocchia di S. Sabina - Santo Natale 2009 Novena di Natale dal 16 al 24 Dicembre. ore 16.30 Santa Messa. - Giovedì 24 Dicembre ore 16.30 Novena di Natale e Santa Messa. ore 24 Santa Messa di Mezzanotte. - Venerdì 25 Dicembre Santo Natale del Signore. ore 11 Solenne Messa del giorno. - Sabato 26 Dicembre Santo Stefano, Diacono. ore 11 Santa Messa. - Domenica 27 Dicembre ore 11 Santa Messa. - Giovedì 31 Dicembre Ultimo giorno dell’anno. ore 16.30 Santa Messa di ringraziamento. - Venerdì 1 Gennaio 2010 Solennità di Maria Madre di Dio. ore 11 Santa Messa. - Mercoledì 6 Gennaio 2010 Epifania del Signore. ore 11 Santa Messa. - Domenica 10 Gennaio 2010 Festa della Santa Infanzia. ore 11 Santa Messa e benedizione dei Giovani. Auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo

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Numero invernale de La Zuncheiia

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AAuugguurrii ddii BBuuoonn NNaattaallee ee FFeelliiccee AAnnnnoo NNuuoovvoo

Trecentosessantacinque giorni fa se ne parlava soltanto, ma oraeccoci qui: cinque numeri, 1.500 copie consegnate “in mano” adalmeno 402 lettori (voi pomaresi), più di 4.000 visite al sito inter-net. Numeri che non ci saremmo mai aspettati e che ci hannopiacevolmente stupito. La Zuncheiia festeggia, così, un anno divita, e lo fa regalandovi un numero speciale, in stile natalizio, con-tenente le solite ormai storiche rubriche (astronomia, storia, com-puter, giardino) e quel qualcosa in più per aiutarvi eaccompagnarvi, in qualche modo, anche durante le feste (e quimi riferisco, in particolare, alla cucina). Buon compleanno a noi,dunque. E Buon Natale a tutti voi.

Valentina Frezzato

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Periodico trimestrale di informazione del Comune di Pomaro Monferrato

ANNO I - Numero 4 - Dicembree 2009Iscrizione n°259 del17/03/09 Tribunale di Casale Monferrato

Il giornale di Pomaro M

onferratoLa ZuncheiiaEEDDIITTOORRIIAALLEE

UMBERTO BASTIANEL:un vanto tutto pomareseSono state consegnate giovedì 29 ot-tobre dal Prefetto di AlessandriaFrancesco Paolo Castaldo, su ini-ziativa del Presidente della Repub-blica, le medaglie alla memoria e aisopravvissuti ai campi di lavoro dellaGermania nazista. La presenza deicittadini benemeriti, ex deportati, in-ternati nei lager nazisti e destinati ailavori forzati, ha riportato alla memo-ria quei momenti drammatici della no-stra storia. A ricevere l’importantericonoscimento a nome di Umberto Ba-stianel, pomarese deceduto a 85 anni, pochi mesi fa, c’era il figlioMassimo. Nell’occasione Massimo e la moglie Margherita hanno ri-cordato che il papà raccontò una sola volta di quegli anni terribilivissuti nel lager nazista vicino a Berlino a confezionare esplosivi,essendo troppo il dolore e la morte che lo circondava. Amava in-vece raccontare, anche forse per sdrammatizzare, di quando man-giò a stomaco vuoto ortiche bollite che gli causarono una forteindigestione e che, quando per fare ritorno a casa gli americani glidiedero qualche soldo per il viaggio in treno, con quei soldi compròsubito una pagnotta che poi tenne nascosta sotto un’ascella fino alsuo arrivo.

Direttore responsabile: Roberta Zemide.Caporedattore: Valentina Frezzato.Redazione: Luciano Coggiola, Fausto Daquarti, Franco Daquarti, Gianfranco Durante.Hanno collaborato a questo numero: Anna Bigoni, Giuseppe Bigoni, Anastasia Giorcelli, Luisella Rota, Mario Sassi, Mara Ines Terzariol. Distribuzione: Roberto Rota.

Grafica: Fausto Daquarti per BlackGrafica ([email protected])

Per inviare lettere al giornale:

La Zuncheiia c/o Municipio di Pomaro 15040 Pomaro M.to e-mail: [email protected]

Iscrizione n°259 del17/03/09 - Tribunale di Casale Monferrato

Il Vescovo Catella in visita a Pomaro

La Visita Pastorale èun segno della presenza del Signore chevisita il suo popolo nella pace. Con tale segno il Vescovo eser-cita il suo ministero, quello cioè di essere immagine viva diGesù Buon Pastore che cura il gregge, che gli è stato affidato,con l’insegnamento, la santificazione e il governo, animato davera carità pastorale al fine di perpetuare l’opera di Cristo, Pa-store eterno. La Visita Pastorale è quindi una delle forme, col-laudate dall’esperienza dei secoli, con cui il Vescovo mantienecontatti personali con il clero e con gli altri membri del Popolodi Dio. È un occasione per ravvivare le energie degli operaievangelici, lodarli, incoraggiarli e consolarli, ed è anche l’oc-casione per richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della pro-pria vita cristiana e ad un’azione apostolica più intensa.Domenica 29 novembre, in occasione della Santissima Cre-sima che si è celebrata in paese, sua eccellenza Mons. Al-ceste Catella, insieme al Parroco del nostro paese DonWalter Badengo, ha incontrato presso la sede del Municipiol’Amministrazione Comunale. Il Sindaco ha presentato Po-maro, un paese di soli 400 abitanti, che si conoscono tutti eche vivono nella tranquillità, per ora lontani dai grandi problemiquali la droga la criminalità e l’inquinamento. Ha ricordato ilpercorso fatto sino ad ora collaborando ognuno per le propriecompetenze e capacità; sono state realizzate opere impor-tanti, come il restauro della chiesa di S. Rocco, e si è cercatodi andare sempre incontro ai propri concittadini, come quando,in occasione di manifestazioni organizzate dall’amministra-zione o dalle associazioni locali, il Parroco ha messo a dispo-sizione i locali dell’ex asilo o quando è stata utilizzata la Chiesadi S. Sabina in occasione di concerti patrocinati dal Comune.La collaborazione tra l’Amministrazione, un gruppo di cittadinie le associazioni locali Pro Loco e SOMS sta dando vita ancheal restauro funzionale dell’organo della Chiesa. Mons. Catella,dopo aver espresso i propri auguri al Sindaco ed all’Ammini-strazione, ha manifestato la sua felicità per aver trovato in Po-maro “una realtà viva e impegnata sia sul versante civile chesu quello religioso”, queste le prime parole coinvolgenti dellalunga chiacchierata fatta insieme ai presenti. Partendo dai rin-graziamenti ai sacerdoti, alcuni ormai ultra settantenni, il suodiscorso ha portato alla presentazione delle “unità pastorali”,quale strumento per meglio servire il popolo di Dio. Un insiemedi più parrocchie nelle quali, con il coordinamento di un sa-cerdote “moderatore”, altri preti, diaconi, religiosi e religiose elaici impegnati saranno «a servizio di tutti, vale a dire dellagente che abita nel territorio». Dice il vescovo: «Le unità pa-storali non sono una “grande parrocchia” che assorbe le pic-cole comunità, ma sarà una vera risposta ai problemi concretidella gente. Dobbiamo impegnarci tutti (famiglie, associazioni,parrocchie, scuola) ad educare i nostri giovani. A sua Eccel-lenza è stata donata una targa in argento con l’immagine delnostro paese a ricordo dell’evento. E’ stata proprio una bellaesperienza che tutti hanno vissuto intensamente.

http://[email protected]

Franco Daquarti

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NNoottiizziiee ddaall CCoommuunneeIl Cimitero sotto una nuova luce

L’intervento che sta interessando l’illuminazione del cimitero di Pomaro vuole essere un esempio di come le nuove tec-nologie possono intervenire a vantaggio del risparmio energetico e di contenimento dei costi di gestione del-l’impianto. La nuova illuminazione si propone come elemento discreto e rispettose del luogo; è stata realizzatainteramente con l’impiego di luce LED. Si ritiene che la luce allo stato solido, i LED, rappresentino l’innovazione più significativa nel panoramadella luce, sin dalla primissima produzione di energia elettrica. Grazie alle sue caratteristiche tecniche ed

estetiche, consente una elevata libertà di progettazione sia in termini di uso del colore e di effetti di-namici, sia di inserimento architettonico, date le dimensioni spesso ridottissime. I LED di ultimagenerazione vantano una durata di vita utile elevatissima, fino a 50.000 h (circa 25 anni al 70% del loro flusso iniziale), inoltre offrono un rendimento energetico superiore rispetto a moltealtre sorgenti luminose. Il loro fascio luminoso è quasi del tutto privo di emissione termica edha uno spettro pressoché esente da raggi ultravioletti ed infrarossi. Non si prevede alcuncambio di lampada, riducendo al minimo le opere di manutenzione sull’impianto di illumi-nazione. Abbinando ottiche ad apparecchi efficienti, un nuovo impianto può abbattere i costi en-ergetici e di conseguenza le emissioni di CO2. Non è inconsueto ottenere risparmi energetici

superiore all’80% rispetto ad un impianto tradizionale. Quindi non ci si deve stupire se tutto il nuovoimpianto consumerà come una lampadina da 100 W!

Auguri dell'Amministrazione Comunale

In queste poche righe vogliamo ricordare i fatti e le attività che hanno caratterizzato l'anno appena trascorso. Forse nontutto quello che è accaduto è stato riportato sul giornalino del nostro paese, ma abbiamo cercato di fare una scelta e dimettere in luce le iniziative in cui l’Amministrazione Comunale è stata parte attiva. Abbiamo cercato di dare ascolto anchealle Associazioni del territorio, alle loro attività e a tutti gli organismi che sono parte integrante del nostro tessuto sociale:dalla Parrocchia alla Pro Loco ed alla SOMS. Riteniamo che tutti coloro che lavorano attivamente in queste associazionidebbano essere ringraziati per la loro preziosa attività che, oltre a far conoscere Pomaro anche al di là dei propri con-fini, hanno contribuito al miglioramento della qualità della vita di questo nostro piccolo comune. Come amministrazioneabbiamo cercato di dare risposta alle esigenze dei nostri concittadini senza strafare, ma prestando un’attenzione “par-ticolare” ai bambini, ai ragazzi e agli anziani. Ci siamo attivati anche per realizzare opere importanti per il nostro co-mune. Abbiamo lavorato molto (tutti noi), dimostrando che l’unione fa la forza e che in tanti si pensa meglio e si lavoradi più. Nel ringraziare quindi tutti coloro che hanno collaborato per la riuscita delle numerose iniziative che si sono svoltequest’anno, auguriamo gioia e serenità per le prossime feste natalizie ed un felice e buon anno nuovo.

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giu’ per la roccaA dire la verità, non rammento il motivo per il quale, in quelduro inverno e nei giorni del crudo Gennaio, parte della miafamiglia fosse a Pomaro. Si era sicuramente nel ‘42 o ’43 edi motivi potevano essere svariati: un malessere della Cichinao Giusep, il timore di reiterati “allarmi” a Casale con l’alea dipossibili bombardamenti, oppure le forzate vacanze scolas-tiche per motivi bellici. Stà di fattoW ch’ero a Pomaro con miasorella Anna Maria, mentre Pinot badava al suo negozio di tes-suti in piazza “del Cavallo” e mia madre ai lavori di casa in viaAlerami, facendo la spola ogni due-tre giorni, usando il trenoche fermava alla stazioncina di Villabella per raggiungerci.Erano cadute due spanne abbondanti di neve a Pomaro ed ilpaese pareva l’immagine di un presepio. Lungo le strade erapassato lo spartineve (la losa) e, sulle aguzze selci delle vie,tre dita di ghiaccio brillavano come lame di cristallo, mentre lagente misurava i passi, giostrando tra i cumuli che ricoprivanosponde e marciapiedi.

Dalla notte dei tempi la neve è motivo di gioco ed allegria pertutti i ragazzi ed anche noi a Pomaro non facevamo ec-cezione. Le strade del paese, pur essendo in buona pen-denza, non rispondevano appieno ai nostri disegni e nonsolleticavano a sufficienza il nostro desiderio di cimentarsi inun gioco particolare e spericolato. Inoltre, il passaggio di per-sone e carri sconsigliava la nostra chiassosa presenza, chepoteva sortire giusti richiami e rimproveri da parte degli adulti.

Ma c’era un luogo a cui rivolgere la nostra attenzione, un luogoche, per il rigore dell’inverno e la collocazione topografica inombra e tra innumerevoli alberi, attraverso i quali la luce fati-cava a farsi spazio, si prestava a meraviglia per quanto er-avamo intenzionati di mettere in atto: la Strada della Rocca,che dalle ultime case del paese mena alla roggia. Strada chenel primo tratto - il più scosceso - scende a fianco del muroche delimita la proprietà Margara (Sacco) e che poi si digradaa valle con inclinazione meno erta, ma pur sempre severa. Intotale, almeno duecento metri di delizia e rompicollo, accov-acciati sul pianale di una pesante slitta di legno con tanto di ti-mone direzionale e larghi pattini al di sotto. Chi poteva aiutareun gruppo di scavezzacolli se non quel grande cuore del fab-bro del paese a nome “Stevu” ( Stefano Quartero)? Tanto lopregammo - non mollando la presa come tante mignatte - cheEgli infine cedette dopo parecchie e giuste esitazionied inviti alla prudenza: “cercate di distribuire il pesoin modo uniforme su tutto il pianale e - sopratutto -azionate il timone che comanda la direzione deipattini anteriori, molto prima d’imboccare lacurva. In caso andrete a finire tra gli alberidella sponda destra che cala quasi a strapi-ombo e vi romperete l’osso del collo,razza... di malandrini, che ne studiate al-meno una al giorno!”.

Con la lena e la perizia che lo carat-terizzavano, “Stevu “ finì la suaopera in breve e noi vincemmo lapartita. La slitta ci parve il più bellodei regali, anche se il Natale - tempo allora di poveri doni

- era trascorso da un pezzo. Era un veicolo essenziale comestruttura, ma robusto ed affidabile. I pattini, corti e ricurvi,erano stati probabilmente ricavati da una vecchia balestrad’automobile. Non rimaneva che cavalcare questo ” bob” ar-tigianale e mettere alla prova il nostro coraggio. Malgrado imoltissimi anni trascorsi, rammento l’emozione che ci salivadal cuore in quel primo pomeriggio del rigido Gennaio. Lastrada, nella fredda luce invernale che filtrava attraverso glialti alberi, luccicava di gelidi bagliori come la superficie di unospecchio, tra le due alte sponde di neve che la “losa” avevaprodotto.

Seguimmo alla lettera i consigli del fabbro e ponemmo il piùrobusto di noi ad azionare la leva dei pattini. Consapevole ditale importante incarico, Egli impugnò la leva e l’azionò moltoprima che la slitta imboccasse velocissima la perigliosa curvadella Rocca. Gridavamo la nostra gioia con tutto il fiato cheavevamo in corpo. Per lo slancio poderoso, la slitta era giuntaben oltre il sentiero che porta alla “ciacchetta”. A tal puntogiunse il problema, per altro logico e previsto, di riportare amonte il nostro “gioiello”. La fatica a trascinare il mezzo incima alla salita non fu per niente lieve. Ai margini della stradail ghiaccio era più cedevole, per cui, aiutandoci l’un l’altro,riuscimmo a farcela. Ci sorreggeva il pensiero che avremmorisentito sul nostro volto il gelido vento della velocità e, nelcuore, l’emozione che la nostra giovinezza stava donandoci.Nei giorni che seguirono riprese a nevicare e la slitta venneaffidata a Stevu affinché ce la serbasse per altre emozionantidiscese. Nevicò così intensamente che pareva non dovessesmettere mai. Mia madre tornata in paese, rimase bloccatacon noi e cominciò a preoccuparsi per il marito a Casale:”guarda Catalinna che Pinot sa badare a sé stesso Wha fattosei anni di militare Wtra “ferma” e guerra sul Piave” le dice-vano per rassicurarla. Ma Catalinna non volle sentire ragionee, dal momento che la ferrovia era bloccata, optò per il cav-allo di S. Francesco; aveva deciso di tornarsene a piedi:”Wvoi pensate che 14 chilometri di neve mi spaventino? Hoquarantatre anni e non ho paura di niente!”. Anna Maria ed iodecidemmo di tornare con lei: in tre ci saremmo confortati avicenda. Per fortuna, dal primo mattino, la nevicata era ces-sata. Sulla strada il manto era alto da fare paura. Pochi solchisegnavano il passaggio di carri ed armenti. Partimmo di tardomattino e fummo fortunati poiché, giunti al crocevia con lastatale, vedemmo arrivare un uomo da Monte Valenza. Era

il “Moro”, un mandriano casalese noto per la bontà edil carattere simpatico e gioviale. Ci disse: “Wchebella combinazione per me! Ho portato una man-dria a Sartirana passando da Terranova ed ho de-ciso di tornare da Torre Beretti. Molto brigataW.vita beataW!”.

Siccome io avevo le gambe corte impiegammooltre quattro ore per giungere a Casale! Conlui accanto la fatica ci parve piùà lieve e – perdi più – era tornato il sole.

Luciano ‘dla Catalina

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Natale! In molte case si allestiscono presepi ed alberi. Anche miamadre prepara il presepe come più di cinquant’anni fa, anzi è pro-prio lo stesso, che aiutavo a preparare nella mia infanzia. Già unadecina di giorni prima si raccoglie il muschio ed un po’ di ghiaia,che viene lavata e messa ad asciugare, si scelgono i ceppi dilegno che daranno forma alle montagne e si preparano le statuine(ancora oggi mi soffermo ad guardare quelle che prediligo: il pa-store che si porta la mano alla fronte per osservare meglio in lon-tananza la capanna, con accanto la pecorella zoppa per la rotturadi una zampa, esito di una caduta dal tavolo su cui poggiava ilpresepe). Alla fine, eccolo lì il presepe, con il suo prato di mu-schio, la strada di ghiaia, un po’ di farina a mò di neve sui monti,la capanna con la Sacra Famiglia e la cometa sul tettoW Ma eraveramente una cometa quella che hanno visto i Magi? Solo il Van-gelo di Matteo riporta la descrizione di un fenomeno celeste:“Quando Gesù' fu nato a Betlemme di Giudea ai tempi del ReErode, ecco apparire dall'Oriente a Gerusalemme alcuni Magi, iquali andavano chiedendo dove fosse nato il Re dei Giudei, per-ché – dicevano – avevano visto la sua stella al suo sorgere ederano venuti ad adorarlo.. Allora Erode, accolti segretamente iMagi, si informò accuratamente da loro circa l'epoca in cui la stellaera apparsa... Udito il Re, essi partirono ed ecco la stella che ave-vano visto al suo sorgere, apparve di fronte a loro, finché si arre-stò sul luogo dove stava il Bambino". Se si vuole tentareun’interpretazione storico-scientifica del testo al fine di ricostruireciò che apparve in cielo in quel periodo, dobbiamo cercare di sta-bilire quando è nato Gesù. Lo storico Dionigi il piccolo, nel VI se-colo, stabilì che l’anno 0, o meglio l’anno 1 del computo cristiano,poiché lo zero non esisteva ancora, coincideva con l’anno 753dalla fondazione di Roma. Ma la data non è ancora esatta. InfattiErode morì il 4 a.C. e poiché i Magi lo incontrarono dopo la na-scita, Gesù sicuramente nacque prima del 4 a.C. e non oltre il 7a.C., perché questo è l’anno in cui fu indetto il censimento volutoda Augusto, a causa del quale Giuseppe e Maria si recarono aBetlemme: quindi dobbiamo cercare un qualcosa che apparve incielo tra il 7 ed il 4 a.C., intorno al 25 dicem-bre. In questa data forse si celebrava lafesta pagana del Sol Invictus, che cadevanel solstizio invernale di allora, data in cui ilsole iniziava a salire man mano in cielo, al-lungando le giornate. La scelta del 25 di-cembre, quindi, rispondeva all’esigenza dicontrapporre una festa cristiana ad una pa-gana. È molto improbabile che si trattassedi una cometa: infatti l’Evangelista non parladi una cometa, ma genericamente di unastella. Le comete erano ben note anche nel-l’antichità ed il loro apparire era di solito ri-tenuto un segno di sventura o di presagio di

qualche importante avvenimento. Nel 12 a.C. era apparsa unacometa, quella di Halley e, se ne fosse apparsa un’altra, sarebbestata descritta anche da altri osservatori. La tradizione della co-meta probabilmente affonda le sue radici in un dipinto di Giotto. Ilpittore infatti, forse colpito dalla visione della cometa di Halley nelsuo passaggio del 1301, dipinse una cometa sulla scena dellaNatività , nella cappella degli Scrovegni a Padova. È quasi sicuroche il fenomeno astronomico, che coincise con la nascita di Cri-sto, non fosse un qualcosa di molto appariscente, ma piuttostoun fenomeno importante più per gli astronomi che per la gentecomune. I Magi, infatti, appartenevano originariamente a unadelle tribù in cui era diviso il popolo dei Medi. Essi costituivano laclasse sacerdotale: in Persia infatti, dove vivevano, il loro nomeassunse il significato generico di sacerdoti. I Magi esercitavano laprofessione che oggi definiamo astrologia: alla corte di Babiloniaessi interpretavano i segni celesti, osservando i moti delle stellee dei pianeti, traendone auspici favorevoli o meno. Da perfetti co-noscitori della volta celeste quali erano, i Magi sicuramente si re-sero conto che ciò che videro, nel loro lungo viaggio da Babiloniaa Betlemme, era qualcosa di importante per la propria esperienzadi studiosi del cielo, anche se poi, a livello popolare, poteva pas-sare del tutto inosservato. Ecco dunque perché furono i Magi avedere "la stella" e non altri: solo loro erano in grado, come espertiosservatori delle stelle, di apprezzarne la particolarità. Il famosoastronomo polacco Keplero (1571-1630), coetaneo di Galileo, futestimone dell’apparizione in cielo, nel 1604, di una supernovanella nostra galassia (sono stelle che terminano la loro esistenzacon una esplosione violentissima, che le rende visibili in cieloanche di giorno). Poiché divenne luminosa come Venere, Kepleropensò che potesse trattarsi dello stesso fenomeno descritto daMatteo. Contro questa ipotesi c’è però la durata del fenomenovisto dai Magi, che si protrasse per alcuni mesi, mentre le super-nove restano visibili solo per due, tre settimane. Anche Keplero siera reso conto di questa difficoltà, tanto è vero che lui stesso fu ilprimo a ricercare soluzioni alternative e, forse, ad intuire la verità.

Il fatto è che Keplero fu anche testimone,nello stesso periodo, di una spettacolarecongiunzione (leggi: avvicinamento pro-spettico) tra Giove e Saturno, avvenutanella costellazione dei Pesci alcuni giorniprima del Natale del 1603. Ebbene, facendodei conti a ritroso Keplero si rese conto cheun simile fenomeno era avvenuto anche nel7 a.C. e poteva benissimo avere avuto ungrande significato simbolico per i Magi. In-fatti con l’aiuto delle ricostruzioni al compu-ter si è potuto accertare che èeffettivamente avvenuta una triplice con-giunzione tra Giove e Saturno nella costella-

Il Cielo di Pomaro

Continuano i lavori di abbellimento della nostra fontana. Da pocosono state comprate presso la ditta “Varallo” di Paolo Gilardino,a prezzo scontato, alcune piante di Lonicera Pileata, subito pi-antate intorno alla fontana. Si tratta di un arbusto sempreverdetappezzante che formerà una siepe bassa (60 cm circa). La pi-antumazione permetterà di abbellire la vista nel suo insieme, masoprattutto conterrà la terra nella pendenza retrostante. LaLonicera Pileata in inverno assume una colorazione verde. Altro“ospite della Zuncheiia: un pioppo bianco (tremolo), che, appenasarà cesciuto un po', ci permetterà di avere un'ampia zona om-breggiata, grazie alla sua folta chioma. La particolarità diquest'albero è che d'estate assume una colorazione verde-viola:il colore must di quest'anno! Non essendo un sempreverde,perde le foglie per alcuni mesi all'anno.

La Zuncheiia5

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Anziani in festaUna domenica diversa, per festeggiarei cittadini “di vecchia data” del paese, in-iziata con la messa officiata da DonWalter nell'antica chiesa di santaSabina, per poi continuare nei localidella SOMS. Il 25 ottobre tutti gli anzianidel paese, e non, si sono ritrovati per latradizionale “Festa dell'Anziano”, cheormai da anni è diventata un appunta-mento fisso, calendarizzato e atteso damolti. Grande successo per il pranzo,che ha annoverato tra i partecipanti nonsolo gli anziani residenti a Pomaro, maanche ex concittadini e alcuni consigliericomunali. La SOMS e l'Amminis-trazione Comunale, fautori dell'inizia-tiva, ringraziano tutti coloro che si sonoprodigati per la buona riuscita dellamanifestazioni. L'augurio è che ilprossimo anno i partecipanti siano an-cora di più.

La Zuncheiia si fa bella

zione dei Pesci. Congiunzioni triple tra Giove e Saturno si ripetono ogni 120 anni, ma occorrono circa 800 anni perché questo si ri-peta nella costellazione dei Pesci! Questo fenomeno sviluppatosi per un periodo di tempo così lungo da accompagnare i Magi du-rante tutto il loro viaggio, sembra davvero l'evento celeste ideale descritto nel Vangelo di Matteo. In fondo la costellazione dei Pescigodeva di un significato assolutamente particolare per gli Ebrei, e la presenza contemporanea, in quella regione di cielo, di due pia-neti come Giove (simbolo della regalità) e di Saturno (protettore degli Ebrei) non poteva certo passare inosservata. Siamo di frontequindi ad un fenomeno da sempre considerato mitologico che, grazie alla ricerca astronomica, acquista per la prima volta basi reali-stiche, e che si era verificato il 29 maggio, il 29 settembre ed il 4 dicembre del 7 a.C. Riassumendo i fatti, ecco una possibile rico-struzione degli eventi: nel maggio del 7 a.C. i Magi osservano la prima delle tre congiunzioni di Giove e Saturno nella costellazionedei Pesci e le attribuiscono un valore simbolico relativo alla nascita del Messia ebraico. Essendo poi stati in grado di calcolare le suc-cessive congiunzioni dei due pianeti, essi si sono messi in cammino per giungere ad ottobre a Gerusalemme e quindi proseguire versoBetlemme per vedere nascere Gesù Bambino a dicembre, data della terza congiunzione.Qualunque sia la verità è ora di sistemare per bene la cometa sulla capanna. Come sempre.

Buon Natale! Gianfranco Durante

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Anche da noi i mercatini di NataleL’occasione per molti di ritrovarsi per due chiacchere, accompagnata dallapossibilità di acquistare i primi regali per le feste, girovagare per le ban-carelle in compagnia di un ottimo vin brulè preparato da Sandro, del panet-tone offerto dalla SOMS... E' stata questa forse la miscela del successodella prima edizione del mercatino natalizio organizzato presso i localidella SOMS di Pomaro Monferrato. Gli organizzatori affermano: “la festaè andata molto bene, è prevalso il desiderio di allegria e di partecipazioneda parte di chi ha fatto anche tanta strada per raggiungerci”.Un sentito grazie va tutti i partecipanti, soprattutto a quelli che hanno cu-rato l’allestimento (e che già prenotiamo per il prossimo anno!!), a Piera,Massimo, Sandro e Marino che hanno dedicato tanto tempo per il mon-taggio e l’organizzazione della manifestazione, ma soprattutto ungrande ringraziamento agli Amici e ai Soci della SOMS per la lorodisponibilità.

Il presepio di s. sabinaAnche quest’anno grazie al prezioso lavoro di: Rosina, Graziella,Mirella, Clelia, Luca e Don Walter sarà possibile ammirare nellanostra Parrocchia uno splendido presepe.

Inviateci le fotografie dei vostri presepi o alberi di natale, le pub-blicheremo sul nostro sito internet.

Scriveteci a:La Zuncheiia c/o Municipio di Pomaro 15040 Pomaro M.to oppure via e-mail: [email protected] lasciateci i vostri scritti nella cassetta delle lettere presso l’in-gresso del Comune

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Ditalini con la zucca

Dosi per 6 persone: 200 gr di ditalini, 400 gr di zucca, 60 gr di Parmigiano grattugiato,1 patata, 1 spicchio d'aglio, 1 cipolla, 1 dado di brodo vegetale, 6 cucchiaini d'olio d'o-liva, 1 ciuffo di prezzemolo tritato, sale e pepe.

Eliminate la scorza della zucca e tagliate la polpa a pezzetti. Pelate la patata, lavatelae tagliatela a pezzetti. Mondate e tritate l'aglio e la cipolla, rosolate il trito in unacasseruola con tre cucchiai d'olio. Unite i pezzetti di zucca e la patata e lasciate cuo-cere per quindici minuti, unendo qualche cucchiaino di acqua calda. Versate nella casseruola un litro e mezzo d'ac-qua, aggiungete il dado e portate a ebollizione. Gettatevi la pasta e portatela a cottura, spolverizzatela con ilprezzemolo e conditela con il resto dell'olio e il parmigiano e servite.

Risotto con fontina e noci

Dosi per 4 persone: 250 gr di riso Carnaroli, 1 scalogno, brodo di carne, 80 gr di burro,120 gr di Parmigiano Reggiano, 100 gr di gherigli di noci, 15 gr di fontina, timo fresco,sale quanto basta.

Pelate e tritate lo scalogno, poi in una casseruola soffriggetelo con una noce di burro.Unite il riso, tostatelo, versate il brodo di carne bollente, unite i gherigli di noce sbricio-lati e il timo fresco tritato, cuocete per circa 10 minuti; aggiungete un po' di brodo nelcaso il riso si asciugasse troppo. Tagliate la fontina a tocchetti, unitela al riso, continuate la cottura per 6 minuti circa,spegnete e mantecate il risotto con il burro e il parmigiano. Ecco qua il risotto pronto peressere servito.

Stracotto della Ca’ Granda ai tartufi

Dosi per 6 persone: 800 gr di polpa di manzo di vitellone, 4 acciughe, una cipolla affet-tata, una costa di sedano affettata, 30 gr di burro, cucchiai di senape ( a piacere), duebacche di ginepro, una foglia di alloro, quattro cucchiai di aceto buono, mezzo litro dibrodo di carne, tartufo, sale e pepe.

Pulite le acciughe sotto il getto d'acqua fredda, aprendole per sfilettarle e privandoledelle teste e delle lische della coda. In una casseruola rosolate nel burro e nell'olio il pezzo di carne, rigirandolo piùvolte per uniniformarne la cottura; quindi calate le verdure affettate in precedenza. Sulla polpa di manzo spalmate lasenape, disponendovi sopra i filetti di acciughe sminuzzati con le dita, poi la foglia di alloro spezzettata e il pesto dibacche di ginepro; bagnate il tutto con l'aceto, regolate di sale e pepe, quindi lasciate asciugare. Trascorsi pochiminuti, versate il brodo e fate sobbollire adagio per almeno due ore. A cottura ultimata tagliate la carne a fette edisponetela nel piatto di portata; irroratela col sugo passato al setaccio affettatevi il tartufo e portate in tavola.

Dolce di mele della zia Corneglia

Dosi: 500 gr di mele, 80 gr di amaretti pestati, 20 gr di pangrattato, 2 uova, un bic-chierino di marsala, una tazzina di caffè, un cucchiaino di cacao amaro, zucchero a velo,un cucchiaino di miele di acacia, 2 cucchiai di sultanina, una scorzetta di limone. Per un-gere la tortiera: un pezzetto di burro e un pizzico di farina.

Mettete a bagno in acqua tiepida l'uva sultanina, tempo di ammorbidirla, scolarla e striz-zarla. In una ciottola mettete il pangrattato, gli amaretti pestati, il marsala, il caffè e leuova, poi lasciate riposare. Nel frattempo pelate le mele e grattugiatene la polpa. Uniteal composto l'uva sultanina, la scorzetta di limone, il cacao e la purea di mele; mesco-late bene e versate la crema nella tortiera precedentemente imburrata e infarinata. Mettete in forno già caldo a 160°,lasciando cuocere per circa un'ora. Tolta dal forno, sfoderate la torta e lasciatela raffreddare. Servitela imbiancatadallo zucchero a velo, come i tetti delle case d'inverno carichi di dolci fiocchi di neve.

A voi tutti Buon Appetito e un caro augurio per un inverno felice e sereno.

Luisella Rota

L’angolo Cottura

E’ una pianta ornamentale perenne diffusa nel periodo natalizio che fiorisce in pieno inverno. Nonostante sia originaria del CentroAmerica, se opportunamente curata può sopravvivere facilmente ai nostri climi. L’altezza massima è di un metro, il fiore della pi-anta è di colore rosso vivo, rosa o bianco, si chiama bratea ed è in realtà una foglia modificata; e dura per qualche mese, mentre il

fiore vero e proprio è nel centro ed è piccolo e giallo, con minuscoli sepali e petali. Lastella di Natale ha bisogno di una temperatura minima di 14 gradi e va tenuta lontanadalle correnti d’aria. Può sopportare il freddo più intenso, ma solo per brevi periodi,purché non esposta al gelo. È molto indicata alla vita in casa anche perché possiede laproprietà di rimuovere vapori chimici nocivi dall'aria . Questa sua qualità è stata di-mostrata nell'ambito di studi effettuati da scienziati per conto della NASA, l'agenziaaerospaziale americana.

Necessita di un ambiente luminoso, durante l’inverno può tollerare il sole diretto ma vatenuta lontana da fonti di calore. Le innaffiature devono essere scarse durante la fiorit-ura, evitando i ristagni di acqua nel sottovaso. Dopo la fioritura è normale che la piantaperda qualche foglia, senza che questo segnali malattie o sofferenza, per ridargli vitalitàsi può concimarla con prodotti a base di potassio o fosforo.

In primavera la si può trasferire all’aperto, ma in posizione riparata. Per produrne nuovi esemplari a maggio la si può tagliare ametà, facendo attenzione a proteggersi le mani con i guanti, perché il lattice della pianta è irritante; in seguito va rinvasata utiliz-zando un terriccio drenante a base di torba. L’operazione va eseguita con delicatezza perché le radici e i fusti sono delicati.Per far rifiorire la stella di Natale da un anno all’altro è necessario mantenerla, al buio 13/14 ore al giorno durante i mesi di ottobree novembre, coprendola con un telo o con uno scatolone.

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I consigli di nonna MarietaPrimo consiglio

Esiste un metodo, prettamente invernale, per profumare la vostra casa in modo gradevole e person-ale: provate a versare qualche goccia dell'essenza o del pofumo che preferite nelle vaschette piened'acqua che si appendono ai termosifoni per umidificare l'aria; il risultato sarà piacevolissimo.

Secondo consiglio

Si stanno avvicinando le feste natalizie e una tavola ben apparecchiata, con le candele accese,riesce a rendere calda (e allegra) anche l'atmosfera. Un inconveniente c'è: la cera può colaresulla tovaglia, macchiandola. Per impedirlo, provate a immergere le vostre candele in acqua moltosalata e lasciatele asciugare all'aria. Vedrete: la tovaglia rimarrà pulita.

Terzo consiglio

Per rendere la vostra posateria lucente, passatele con una fetta di limone prima di lavarle comefate sempre. Otterrete un risultato “splendente”!

LLaa SStteellllaa ddii NNaattaallee

Con l’arrivo delle feste Natalizie si creano più occasioni per ricevere ospiti. Il miglior benvenuto è sicuramente un ape-ritivo, che crea una nota piacevole alla conversazione. Ho pensato a qualche cosa di semplice, di elegantee di grande gusto: il “Cocktail Champagne”, dove possiamo anche sostituire lo champagne con uno dei no-stri spumanti brut.

Dosi per una persona:2 gocce di Angostura (si può trovare tra gli scaffali della sezione liquori al supermercato) 1 quarto di zolletta di zucchero2 gocce di cognac

Versare in un bicchiere e colmare con lo champagne o con lo spumante, aggiungere il cognac, l’angosturaed infine la zolletta di zucchero. Per decorare in stile natalizio, sicuramente gradito sarà un tocco di fruttadi colore rosso, magari brinata con un po’ di zucchero. Auguri a tutti!

Aperitivo di Natale

Mara Ines Terzariol

Fausto Daquarti

In questo numero de “La Zuncheiia” parlerò del sistema operativo nuovo di zecca della Microsoft: Windows 7. Queste sono con-statazioni sul campo realizzate da me. Prima cosa importante da sapere è che non si può fare l’aggiornamento da Windows Xp aWindows 7 (per me una pecca poiché ancora milioni di utenti usano Windows Xp), ma per fortuna lo si può fare con Windows Vista(il sistema operativo peggiore di tutti i tempi, come ammesso dalla stessa Microsoft) avendo l’accortezza di scaricareprima un fix per correggere un blocco dell’installazione in aggiornamento. Per chi ha Windows Xp, per passare aWindows 7 bisogna necessariamente formattare il pc con la conseguente perdita di dati; per ovviare a questo ènecessario creare un dvd con tutti i documenti personali per poterli riavere nel sistema nuovo. Se non si è certi dipoter passare al nuovo S.O. perché si ha un pc datato, al momento dell’installazione si può fare una verifica di com-patibilità con l’hardware del pc. Non ci saranno problemi di installazione dei driver delle periferiche, schedevideo, audio, rete, webcam, gamepad, stampanti multifunzione, monitor e altro. In circa mezz’ora si è pronti adusare Windows 7. Ci si accorgerà che è molto più veloce all’avvio e ha un’interfaccia grafica che non ha nientea che vedere con i suoi predecessori (lo stile rimane quello: una barra in basso), si vedrà che la barra degli stru-menti trasparente e più grande questo perché è il primo S.O. a poter essere usato anche con un monitor touch screen (utilizzabilecon le dita). Si sono aggiunte molte funzionalità, tutte tese a migliorare la prestazione della macchina in possesso senza perdere inqualità: tanto è vero che i requisiti minimi sono un processore a 1 Ghz e 1 Gb di memoria Ram. Windows 7 è utilizzabile con quasi tutti i programmi (anche in modalità di compatibilità non danno problemi), mentre altri bisogna nec-essariamente aggiornarli all’ultima versione compatibile: pochi sono i programmi incompatibili (Partition Magic è uno di questi). Per igiocatori nessun problema, anzi: la qualità di gioco è migliorata molto per l’utilizzo delle Direct-x 11. Chiaramente bisogna avere unascheda video compatibile con le stesse (anche se io personalmente ne ho una datata ma il gioco è ottimo). Questo perché Windows7 è ottimizzato: carica in memoria solo quello che è necessario in quel dato momento. Se avessimo voglia di vederci un film con Win-dows Media Center, il S.O. caricherà in quel momento i codec per la visualizzazione, la barra del volume e la grafica e altre cose, soloper quel momento e alla fine del film chiudendo il programma si chiuderanno tutte le risorse utilizzate, dando modo a noi di utilizzarealtri programmi senza perdere in prestazione e qualità. Questa è stata una piccola presentazione di Windows 7. A mio giudizio è il miglior sistema operativo creato fino ad oggi, certo un po’caro, ma ne vale la pena. Per chi vuole solo provarlo come ho fatto io, si può fare gratuitamente per ben 90 giorni, poi chiaramentebisogna acquistare una licenza o ritornare al proprio S.O. con la licenza originale in possesso.

Per qualsiasi domande o problemi potete contattarmi all’ indirizzo e-mail [email protected]

Buon Natale e Felice Anno Nuovo dal vostro Moscalieno

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L ’ ABC d e l COMPUT ER

La pagina della salute: Aggiornamento influenza A/H1N1

Come preannunciato nell’articolo precedente, l’influenza H1N1 è arrivata e non sono mancate le sorprese. La prima è stata l’antici-pazione del picco di massima estensione dei contagi, che è avvenuto a novembre anziché a dicembre. Non sappiamo se ci sarà unaseconda ondata, tutto dipenderà dalle nuove mutazioni del virus (che iniziano ad essere segnalate), dalla loro contagiosità e dalle lorocaratteristiche antigeniche.Una seconda sorpresa è costituita da un diffuso clima di diffidenza nei riguardi nel nuovo vaccino che viene distribuito, dovuta aitempi rapidi di allestimento ed alla presenza di un adiuvante (sostanza che stimola il nostro corpo a “reagire” maggiormente al virusdel vaccino, producendo una maggiore quantità di anticorpi), lo squalene, ritenuto, a torto, responsabile di una strana epidemia dimalanni che ha colpito i soldati americani reduci dalla cosiddetta “Guerra del Golfo” e sottoposti a vaccinazione contro l’antrace (vac-cino peraltro privo di squalene).A mio avviso la nuova influenza ci ha insegnato due cose:• Il sistema di sorveglianza sanitaria, rappresentato dalla Organizzazione Mondiale della Salute (WHO) e dei vari Centri di Con-trollo e Prevenzione delle malattie infettive (CDC), ha funzionato efficacemente, segnalando ed identificando rapidamente il nuovoagente virale;• L’industria farmaceutica è riuscita a preparare in tempi ristretti un vaccino efficace e sicuro.Fortunatamente la nuova influenza sinora si è rivelata di blanda gravità, per cui si può discutere sull’utilità della vacci-nazione, ma nel caso di un virus più letale, come quello della SARS o dell’aviaria, faremmo a gara per averlo!Ecco la situazione attuale della pandemia in Italia, secondo il Ministero della Salute:- Sono state vaccinate al 29 novembre circa 611.425 persone.

- In totale sono 5.030.851 le dosi di vaccino distribuite. - Totale casi stimati di influenza dall’inizio della pandemia al 29 novembre: 3.455.000

- Totale vittime correlate alla nuova influenza A al 30 novembre: 111 - Percentuale vittime in rapporto al totale dei malati di nuova influenza A: 0,0032 per cento.

- Totale casi che hanno necessitato di assistenza respiratoria al 30 novembre: 391 - Percentuale dei casi che necessitano di assistenza respiratoria in rapporto al totale dei malati: 0,011.

Aggiornato al 3 dicembre 2009 - ore 17.00

Come si può notare la severità della nuova pandemia è veramente bassa, per fortuna, e spero di non dover scrivere altri aggiornamenti!

Gianfranco Durante

Mara Ines Terzariol

Fausto Daquarti

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Il Vischio tradizione e magia

Una specie di miracolo della natura che d'inverno spicca nei boschi quando alberi e arbusti mostrano solo rami spogli.É una nostra usanza, nel periodo del Natale, addobbare negozi, vetrine e gli ingressi delle case con composizioni eghirlande di vischio naturale o color oro, simbolo di gioia, serenità, pace e amore. Per far sì che il vischio infonda

la sua magia, secondo i nordici, si sconsiglia di raccoglierlo dall'albero con le mani e soprattutto con quellasinistra: si attirerebbe la malasorte; una volta lo si faceva cadere colpendolo con un bastone o una frec-cia e si doveva afferrarne il cespo al volo.

La pianta è ben augurante ancora oggi: come da tradizione, nella notte di San Silvestro ci si scambiasaluti, baci e auguri sotto il ramo di vischio (che non deve mai toccare terra per non perdere i suoi magicipoteri) in genere appeso sulla porta di casa, appunto là, come spiegava Plinio, tra cielo e terra.

Anastasia Giorcelli

CÊera una volta a PecettoSulla strada che dalla piazzetta a lato della Chiesa si stacca ed affonda incontro ai prati del “Fontanino”, uno slargo ghiaioso ab-bracciato da una siepe di mirto, stava là, come un invito ad entrarvi, in ciò che “allora” era il Parco. ParcoW nome ampolloso che pre-sumeva! In realtà, consisteva in una porzione di collinetta di poche decine di metri quadrati, trasformati in una piazzetta che, dopoleggera angolatura, si biforcava in due vialetti limitati da alberelli di piccolo fusto. A fianco d’ognuno, un paletto di ferro reggeva unatarga di bronzo sulla quale era inciso il nome di un soldato caduto. Forse per ciò, questo breve spazio di verde era indicato da tutticome “il Parco della Rimembranza”. Mi soffermavo spesso da ragazzo davanti alle targhette per leggervi i nomi. Un velo di orgogliom’invadeva allorquando – indugiando su una di esse – leggevo il mio nome: un lontano parente – mi fu detto – che perse la vita trale pietre del Carso. Mi è sempre stato caro questo luogo, forse perché in esso, quasi, ci sono nato. Sullo slargo, con lieve declivio,correva incontro alla valle, incastonato fra cespugli di rose, il sentiero. Dopo un tratto rettilineo abbracciava con ampio anello un’aiuolache – in primavera – era una tavolozza di colori. Due altissimi abeti si tuffavano nel cielo come sentinelle a guardia sulla vallata piùin basso. Sulla piazzetta ghiaiosa, a ridosso di un muro, un basamento baroccheggiante reggeva un putto in cemento, dalle cui lab-bra fluiva discreto un argenteo zampillo; morbido come una carezza si scioglieva lungo la parete. Con sciacquio appena udibile in-crespava la superficie dell’acqua raccolta nella conca sottostante. La luce del sole dipingeva instabili figure astratte sul fondo levigato.Sul lato destro dello spiazzo e diametralmente opposto, si apriva l’altro vialetto, anch’esso ghiaioso e al contrario del primo, ubicatoin posizione ombreggiata. Rigogliose chiome di gaggie svettavano e con le loro radici tormentavano quel lenzuolo di terra dipingen-dola con i gialli forti e i rossi come ultimo sangue sparso sotto i grandi alberi. Un luogo delizioso questoW romantico se vuoi, con lepanchine di legno pitturate d’un verde sfacciato. Mi è particolarmente caro ricordare questo luogo: silenzioso rifugio per intense let-ture che impegnavano la mia amica Pia nel momento in cui nel cielo si andava diffondendo il terso chiarore della prima sera. Laprospettiva del vialetto ombroso sfumava tra i sambuchi delle rocche e la parete incolore della Casa di Riposo. Più in alto, da un ter-razzino sporgente, una suora minuta, con voce querula, al calare del giorno, dava inizio al rosarioW “Ave Maria gratia plena” e cosìgiù, giù fino all’”Agnus dei qui tollis peccati mundi”. Oggi quel parco non esiste più. La mia mente lo ricorda come fu e tale vorrei vederlo risorgere. Solo utopie. Di rado ritorno in quelluogo trasformato in un modesto e spoglio praticelloW campo gioco per bambiniW che non incontro mai! Mi domando che fine avrannofatto le targhe con i nomi incisi dei soldati caduti. Dove sarà finito il putto con il suo zampillo?! Rimangono solo i ricordi. Rimembranzedi giochi fatti da bambino, gioiosi incontri tra amici, rincorse e canzoni di ieri, esperienze adolescenziali, batticuori per aver incrociatolo sguardo sognante di una coetanea. Indugio a guardare. Nel silenzio che mi circonda riesco sentirmi pensare, ritrovare il profumodegli anni giovani, fragranze di aromi del tempo fu. CercoW ma non trovo più nulla di quel Parco. Resta solo il Cielo striato da qualchenube sfilacciata, sospesa sopra la collina. Ancora un pensiero mi corre a Colui che per anni ebbe cura ed amore nella manutenzionedi quella che fu, per la mia generazione, una tranquilla e romantica oasi: Pipen Crivelli, uomo ironico e di grande umanità.

Mario Sassi

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Idee di découpageCon il Natale alle porte, vorrei darvi qualche idea per gli addobbi del tradizionale albero.

Procuratevi delle palle di plastica o delle sagome di varie forme (io ho scelto delle stelle e dei dischetti), scegliete dei sog-getti natalizi e la carta di riso colorata con cui decorare le sagome scelte.

Gli strumenti che ci servono sono: colla da découpage, colla a velo, colla glitter, unaciotola con un po’ d’acqua, carta da cucina, un bisturi o un cutter, un bisturi a lamarotante con tappetino, almeno due pennelli e vernice trasparente opaca o lucida al-l’acqua, pronta per l’uso. (Foto 1)

Iniziamo il lavoro, ritagliamo i soggetti con ilbisturi a lama rotante (Foto 2) e immergia-molo nella ciotola pien d’acqua, solo qualcheistante per ammorbidirli (Foto 3); dopoaverli fatti asciugare dall’acqua in eccessosulla carta da cucina, stendiamo con il pen-nello uno strato sottile di colla da découpagedalla parte del disegno. Ora appoggiamo ilnostro ritaglio sulla sagoma (Foto 4) facen-dolo aderire bene, stendiamo un altro stratodi colla, facendo attenzione che non si for-mino bolle (Foto 5) e lasciamo asciugare.

Nel frattempo prendiamo un foglio di carta diriso, tagliamone un pezzo (quanto basta per co-prire la sagoma), appoggiamola sul retro del di-segno e stendiamo uno strato di colla a velo,facendo aderire bene la carta di riso e facendosempre attenzione alle bolle (Foto 6); fac-ciamo asciugare e con il bisturi o il cutter ta-gliamo la carta in eccesso (Foto 7).

Con un pennello asciutto stendiamo uno stratodi colla glitter sul lato anteriore, e, una volta chesi sarà asciugato, anche su quello posteriore(Foto 8). Una volta asciutto, diamo uno stratodi vernice trasparente opaca o lucida all’acqua(scegliete voi), anche qui sia davanti che dietro;lasciamo asciugare e ripetiamo l’operazione. Adasciugatura completata, faggiungiamo il nastro.Ora la vostra decorazione è pronta per essereappesa (Foto 9).

Sperando di essere stata abbastanza chiara nelle spiegazioni, vi dico: toccaa voi. Buon lavoro e auguri di Buon Natale!

Per eventuali suggerimenti contattatemi all’indirizzo di posta [email protected]

Anna Bigoni