creative commons: manuale operativo - aliprandi (2008)

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    Stampa Alternativa

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    GRAPHIC DESIGNER: DAISY JACUZZI

    COPYRIGHT

    SIMONE ALIPRANDI 2008COPYRIGHT STAMPA ALTERNATIVA/NUOVI EQUILIBRI 2008ECCETTO DOVE DIVERSAMENTE SPECIFICATO, LA PRESENTE OPERA RILASCIATA NEI TERMINIDELLA LICENZA CREATIVE COMMONS ATTRIBUZIONE - NON COMMERCIALE -CONDIVIDI ALLO STESSO MODO 2.5 ITALIA, IL CUI TESTO INTEGRALE DISPONIBILE ALLA PAGINA WEBhttp://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/legalcode

    TUTTI I MARCHI E I LOGHI CITATI APPARTENGONO AI RISPETTIVI PROPRIETARI

    ISBN: 978-88-6222-061-3

    NUOVI EQUILIBRICASELLA POSTALE 97 - 01100 VITERBOE-MAIL: [email protected]

    SITO: www.stampalternativa.itE-MAIL: [email protected]

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    CREATIVE COMMONS:

    MANUALE OPERATIVOGUIDA ALLUSO DELLE LICENZEE DEGLI ALTRI STRUMENTI CC

    Simone Aliprandi

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    INDICE

    15 PRESENTAZIONE DELLAUTORE

    17 CAPITOLO PRIMOINTRODUZIONE

    17 1. Premesse

    18 2. Che cos Creative Commons22 3. Che cosa non Creative Commons24 4. La localizzazione delle licenze

    27 CAPITOLO SECONDOLE LICENZE

    27 1. Principi di base

    312. Le tre forme delle licenze

    34 3. Caratteristiche e funzionamento delle licenze39 4. Licenze Sampling40 5. Altri particolari strumenti Creative Commons

    43 CAPITOLO TERZOSUGGERIMENTI PRATICI PER UNA CORRETTAAPPLICAZIONE DELLE LICENZE

    43 1. Consigli di base per un corretto approccio44 2. Prima di licenziare47 3. Come scegliere la licenza pi adatta?49 4. Suggerimenti di natura giuridica54 5. Il procedimento guidato per la scelta della licenza59 6. Suggerimenti di natura tecnico-informatica

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    67 APPENDICE 1I COMMONS DEED DELLE LICENZE ITALIANE

    75 APPENDICE 2COME FUNZIONA

    83 APPENDICE 3LORIGINE DEI DIRITTI

    83 1. La nascita automatica dei diritti84 2. La paternit dellopera e la questione della prova

    87 APPENDICE 4PRIMA DI LICENZIARE

    91 APPENDICE 5COME PUBBLICARE

    91 1. Audio

    952. Video

    97 3. Immagini99 4. Testi101 5. Materiale didattico

    103 APPENDICE 6DIVENTA CREATIVO

    110 BIBLIOGRAFIA

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    La promozione della creativit giovanile e dei diversi linguaggiespressivi e comunicativi che caratterizzano levoluzione delle

    nuove generazioni rientrano sicuramente tra i compiti che anchelAmministrazione Pubblica deve perseguire nelle proprie politi-che rivolte ai giovani.Ecco perch lAssessorato alle Politiche Giovanili del Comune diModena ha da alcuni anni sviluppato una serie di azioni specificheche riguardano questi aspetti con particolare attenzione allinfor-matica, che riveste grande rilievo in questambito.Infatti da alcuni anni, a partire dal 2001, che stata realizzata ed

    implementata nella nostra citt la Rete Net Garage: sei strutturerivolte ai giovani, diffuse sullintero territorio cittadino, finalizzateallalfabetizzazione informatica e alla navigazione gratuita in internet.I riscontri positivi di questa proposta e il consolidamento della ReteNet Garage hanno consentito, in una fase successiva, di indirizzareil progetto anche su contenuti pi tecnici puntando con una precisascelta alle piattaforme Open Source e ai cosiddetti software liberi. evidente che questa opzione, solo apparentemente tecnica, inrealt una scelta culturale e politica che punta a privilegiare glistrumenti comunicativi che facilitano la condivisione delle idee ela libera diffusione dei contenuti creativi.Non a caso, a fianco al progetto Open Source sono state organiz-zate iniziative per linformazione e la promozione delle licenze liberecome le Creative Commons, applicabili alle diverse forme espressi-ve, dalla scrittura alla grafica, dai video alla musica e altro ancora.

    Nellauspicio che questo volume possa essere un ulteriore contri-buto allo sviluppo e alla diffusione di una cultura open, vi augu-riamo una buona lettura.

    LAssessore alle Politiche Giovanili del Comune di ModenaGiovanni Franco Orlando

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    Promuovere i diritti umani, la pace e la giustizia sociale; favorire lacrescita culturale e lautonomia delle persone; costruire la convi-venza e la coesione sociale attraverso lesercizio di una cittadinan-za attiva e responsabile. Sono i punti cardinali del progetto del-lArci, il filo conduttore che lega le mille attivit diverse prodotteogni giorno dalle sue associazioni di base, la rete di partecipazionepopolare pi ampia e diffusa nel Paese. Questa solida base di valo-ri condivisi ci che consente di spiegare la complessit di unassociazionismo dalle caratteristiche uniche per la sua capacit ditenere insieme esperienze tanto diverse, dalle tombole alle batta-

    glie per i diritti civili, dai tornei di briscola alla cooperazione inter-nazionale, dalle feste popolari alla sperimentazione culturale e allenuove tecnologie.Un fenomeno associativo dalle tradizioni centenarie, che affondale sue radici nelle prime esperienze mutualistiche del movimentooperaio. Negli anni 50 del secolo scorso, gli obbiettivi dei fonda-tori dellArci erano la conquista del diritto al tempo libero comespazio di rigenerazione umana, crescita individuale e collettiva dei

    cittadini, e la battaglia per il diritto alla cultura popolare comestrumento di emancipazione dei lavoratori. Quelle idee hannoattraversato mezzo secolo di storia italiana coinvolgendo genera-zioni diverse, intellettuali e gente comune, intrecciandosi col cam-mino delleducazione popolare, della sperimentazione davanguar-dia, della diffusione della cultura di massa, delle battaglie per iconsumi culturali alla portata di tutti, con unazione costante diproposta e di stimolo nei confronti delle politiche pubbliche.Oggi, in un contesto profondamente cambiato, caratterizzatodalla globalizzazione economica e culturale, il nostro obbiettivo difondo non poi cos diverso. In unepoca in cui la legge del mas-simo profitto rischia di diventare lunica bussola delle relazioniumane e sociali, la battaglia per il diritto alla cultura ancora unachiave decisiva dello sviluppo umano. La societ della comunica-

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    zione, insieme allinedita quantit di informazioni che produce,genera anche parcellizzazione dei saperi, difficolt a rielaborare leinformazioni in sapere critico, in crescita collettiva e senso comu-ne. Sono gli strumenti della conoscenza, il confronto e il dialogoche possono aiutarci a conquistare autonomia di pensiero e liber-t di scelta. dallaccesso ai saperi che passa lalternativa fra unasociet di sudditi o di cittadini liberi.Le nuove tecnologie ci offrono straordinarie opportunit per allar-gare laccesso ai diritti culturali, e al tempo stesso comportano ilrischio di un aumento del divario culturale. LArci ha iniziato a

    riflettere su questi temi nel 2005 con un seminario dal temaemblematico promuovere cultura, fare societ. Ci siamo posti lo-biettivo di capire cosa significhi, per una associazione autentica-mente popolare, fare cultura nel terzo millennio, imparare adusare anche gli strumenti dellinnovazione tecnologica al serviziodella crescita culturale diffusa. Questo il senso della scommessache abbiamo voluto fare: tenere insieme le bocciofile e Linux.Con questa ambizione abbiamo intrapreso unaltra tappa del cam-

    mino che ci vede da sempre impegnati a far da ponte tra cultureed esperienze sociali, tenendo ferma la bussola sulla reale esigibili-t di vecchi e nuovi diritti. Non avrebbe avuto senso limitarci adiscutere di brevetti e opere dellingegno allinterno del nodo wto-trips-gats senza provare a mettere in pratica quelle elaborazioninelle nostre attivit quotidiane di promozione culturale. Il movi-mento nato per affermare luso democratico delle nuove tecnolo-gie ci ha offerto loccasione di utilizzare il varco tra i software pro-prietari e quelli liberi per avviare una riflessione sui possibili servi-zi da offrire alle nostre esperienze di base e allesterno dellassocia-zione; ci ha fatto incontrare nuove forme di militanza nellassocia-zionismo della promozione culturale, stringere nuove e proficuecollaborazioni.La realizzazione dei volumi su Linux Ubuntu e sulle licenze Crea-

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    tive Commons un primo significativo risultato. Queste pubbli-cazioni nascono infatti dal lavoro comune dellArci con un entelocale, il Comune di Modena, e un editore, Stampa Alternativa:un modello inedito di cooperazione fra soggetti diversi destinato aprodurre molti buoni frutti. Siamo convinti che questi volumirappresentino, oltre a un utile strumento di servizio, unesperien-za significativa nella ricerca delle possibili alternative al sistemadelle grandi corporation e degli enti di tutela del diritto dautoreche stentano a trovare la propria ragion dessere al di fuori dellalogica del mercato. Nella relazione e nel lavoro comune fra asso-

    ciazioni, istituzioni e operatori culturali possono crescere spazi eopportunit per affermare una nuova etica dei consumi culturali.

    Paolo BeniPresidente Nazionale Arci

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    Ubuntu per tuttie Creative Commons: manuale operativo(StampaAlternativa 2008), la cui pubblicazione stata promossa dallAs-

    sessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Modena, fannoparte di un progetto pi ampio per linformazione, la promozionee la diffusione del software libero e della libera circolazione di ideee contenuti creativi.Sulla preesistente rete Net Garage, sei spazi che dal 2001 consen-tono la navigazione internet gratuita ai giovani, si innesta nel 2006la scelta dellutilizzo di Ubuntu Linux come sistema operativo,avviando la promozione del software open source con corsi, incon-

    tri, meeting, concorsi, etc.Il progetto si avvale della collaborazione del Dipartimento di Inge-gneria Informatica dellUniversit di Modena e Reggio Emilia edellAssociazione Conoscerelinux, con le quali lAssessorato parte-cipa allorganizzazione del Linux day fin dal 2006.Fra gli ultimi strumenti di informazione e promozione realizzatidalla Rete Net Garage/Net Open Source, figura la distribuzione diun open-CD/DVD, la cui terza edizione, presentata al Linux Day2008, contiene, oltre a una selezione di software libero, una seriedi video lezioni sullinstallazione di Ubuntu Linux (a cura di Ric-cardo Cavalieri) e sulle licenze libere (a cura di Simone Aliprandi),consultabili dal sito www.comune.modena.it/netgarage, prodottedal Comune di Modena e realizzate da Pongo film.Del medesimo progetto fanno parte le iniziative legate alla condi-visione delle idee e alla diffusione dei contenuti creativi.

    Con il ciclo di incontri Scritture Metropolitane (www.comune.modena.it/biblioteche/holden/scritmet.htm) e con il concorso Hol-den (www.comune.modena.it/biblioteche/holden/concorso.htm) leBiblioteche e le Politiche Giovanili del Comune di Modena si occu-pano da anni di creativit, di comunicazione e di nuove tecnologie.Se il concorso (giunto nel 2008 alla 7 edizione) ha offerto unospazio espressivo attraverso le diverse sezioni di prosa, poesia e

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    grafica, Scritture Metropolitane ha affrontato, tra gli altri, i temilegati alle licenze libere e al diritto dautore, oltre a proporne un

    canale di diffusione con lomonima collana di e-book edita dalleBiblioteche comunali (www.comune.modena.it/biblioteche/hol-den/ebook.htm) e rilasciata sotto licenza Creative Commons.

    I responsabili del progettoGiovanni Finali

    per lAssessorato alle Politiche Giovanili

    Walter Martinelliper le Biblioteche del Comune di Modena

    Info:[email protected]

    [email protected]

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    PRESENTAZIONE DELLAUTORE

    Lo spunto per questo libro specificamente dedicato al mondo Crea-tive Commons provenuto da questi ultimi anni di mia assidua par-tecipazione alle mailing list e ai dibattiti pubblici dedicati allusodelle licenze, nei quali emergevano costantemente una serie di equi-voci in cui gli utenti neofiti erano portati a cadere in modo abba-

    stanza regolare. Di concerto con gli enti promotori di questa inizia-tiva editoriale (che ringrazio per lintraprendenza e la lungimiranzadimostrata), ho pensato dunque che un manuale operativo senzafronzoli e tecnicismi potesse finalmente risolvere la situazione.Ovviamente, a coloro che si sono gi avvicinati a questi argomen-ti attraverso la lettura delle altre mie pubblicazioni (soprattuttoTeoria e pratica del copyleft, che rimane il testo pi approfondito epi tecnico della mia produzione), sembrer di fare un passoindietro, ma sono sicuro che anche costoro avranno modo conqueste pagine di rinfrescare alcuni argomenti e colmare dubbi suipunti pi ostici, legati allapplicazione concreta.Inoltre, la realizzazione di questo libro stata loccasione per tra-durre finalmente in italiano interessanti testi divulgativi e mate-riali esplicativi finora disponibili solo in inglese sul sito di Creati-ve Commons.

    Spero quindi che questa mia nuova opera serva da ulteriore incen-tivo allutilizzo e allo sviluppo di modelli innovativi di distribu-zione dei beni creativi, quali sono le licenze Creative Commons etutti gli altri strumenti ad esse affini.

    ottobre 2008Simone Aliprandi

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    CAPITOLO PRIMOINTRODUZIONE1. PREMESSE

    Alla fine degli anni Novanta il mondo della produzione artistico-culturale (sia essa editoriale, musicale, cinematografica, multime-diale ) si trovato a dover fare i conti con il fenomeno socialmen-

    te ed economicamente pi innovativo dai tempi della rivoluzioneindustriale: cio lavvento della tecnologia digitale di massa e del-linterconnessione telematica su scala globale.Se fino a quel momento il modello di copyright, nato appuntoin Inghilterra nel 1700, in seno alla rivoluzione industriale, eaffermatosi nei due secoli successivi in gran parte dei paesi indu-strializzati, era passato indenne attraverso tutte le precedentiondate di innovazione tecnologica, limpatto di questultimofenomeno stato pi destabilizzante. Si inizi infatti a non con-siderare pi lopera creativa (che poi il vero oggetto della tute-la del diritto dautore) come un tuttuno con il supporto fisico sucui essa viene resa fruibile. Un romanzo non doveva pi necessa-riamente essere stampato sulle pagine di un libro per essere letto,poich cera la possibilit di veicolarlo in vari formati e attraver-so vari canali grazie alle tecnologie digitali e telematiche; e pari-

    menti un brano musicale non aveva pi bisogno di essere incisosu un vinile o su un CD, n un film necessitava della relativa cas-setta VHS o di un disco DVD.Nello stesso periodo, parallelamente alla diffusione di massa delletecnologie digitali e della comunicazione telematica, si avuta laf-fermazione di un altro fenomeno culturale e sociale fra i pi inte-ressanti degli ultimi decenni: cio quello del software libero e open

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    source (anche individuato con lacronimo FLOSS1) e quello stret-tamente connesso dellavvento del modello copyleft. Fu proprio in

    ambito informatico, e in realt gi dalla met degli anni Ottanta,che il modello di copyright tradizionale (basato sul concetto ditutti i diritti riservati) era stato effettivamente messo in discus-sione, fino ad arrivare a trovare un modello alternativo di gestionedei diritti dautore, attuato attraverso lapplicazione di innovativelicenze duso2.Tale nuovo modello era dunque gi arrivato a un certo livello dimaturit in ambito informatico e aveva gi visto alcune interessanti

    sperimentazioni in altri ambiti della produzione creativa: infatti fra lafine degli anni novanta e linizio del nuovo millennio erano stati atti-vati alcuni progetti pilota che proponevano licenze appositamentepensate per le opere testuali, musicali e artistiche in generale3. in questa nuova onda di sperimentazione che si innesta lo spun-to del progetto Creative Commons, il quale si fin da subito postocome qualcosa di pi strutturato e pi lungimirante rispetto aiprogetti fino a quel momento comparsi.

    2. CHE COS CREATIVE COMMONSQuando diciamo genericamente Creative Commons ci riferia-

    1Acronimo ormai abbastanza diffuso che sta per Free Libre and Open Sour-ce Software.2 Per una pi approfondita ricostruzione storica dellaffermazione del modellocopyleft si legga ALIPRANDI, Copyleft & opencontent. Laltra faccia del copyright,PrimaOra, 2005, disponibile alla pagina web www.copyleft-italia.it/libro.3 Ci si riferisce a licenze come la Open publication license (diffusa nel1998 ad opere dellOpen Content Project), la Free documentation licen-se (diffusa nel 2000 ad opera del progetto GNU), le licenze per operemusicali Free music public license (rilasciata solo in una versione provvi-soria) e Open music license (nelle tre versioni Green, Yellow, Red).

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    mo contemporaneamente ad un progetto di carattere divulgativoe allente non-profit che vi sta alle spalle.

    a. Il progetto Creative CommonsIl progetto, nato dalliniziativa di alcuni giuristi della StanfordUniversity della California, attualmente qualcosa di molto arti-colato, localizzato ormai in quasi una cinquantina di Paesi delmondo e sostenuto da illustri intellettuali di varie provenienze. Aesso inoltre fanno capo altri sotto-progetti tematici di straordina-rio valore e lungimiranza culturale.

    Obbiettivo primario del progetto dunque promuovere un dibattitoa livello globale sui nuovi paradigmi di gestione del diritto dautore ediffondere strumenti giuridici e tecnologici (come le licenze e tutti iservizi a esse connesse) che permettano laffermazione di un modelloalcuni diritti riservati nella distribuzione di prodotti culturali.

    b. La Creative Commons CorporationI promotori e sostenitori del progetto pensarono fin da subito diorganizzarsi in ente non-profit a cui ricondurre le attivit divulgativelegate al progetto e cos da poter raccogliere fondi a ci destinati.Dal punto di vista giuridico la Creative Commons Corporation una 501(c)(3) tax-exempt charitable corporation, una particolareforma di associazione a carattere non lucrativo prevista dal diritto sta-tunitense e assimilabile in linea di massima alla nostra ONLUS4.

    Al di l della Creative Commons Corporation statunitense non esisto-

    no attualmente altri enti associativi ad essa collegati. I progetti di loca-lizzazione a livello internazionale delle licenze e degli altri strumentirientranti nel progetto Creative Commons vengono monitorati solita-mente da realt informali denominate gruppi di lavoro; questi fanno

    4 Maggiori informazioni alla pagine web http://creativecommons.org/about/.

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    capo direttamente ai coordinatori di Creative Commons Corporatione si appoggiano a entit preesistenti come istituti universitari e centri di

    ricerca che prendono la denominazione di Affiliate Insitutions.

    c. Lo spirito del progettoAlla pagina http://creativecommons.org/about/ si trova un brevetesto di presentazione del progetto Creative Commons e dei suoiscopi, di cui si riporta una traduzione italiana.Troppo spesso il dibattito sul controllo della creativit tende versodue estremi. Da un lato c una visione di totale controllo: un

    mondo in cui ogni singolo utilizzo di unopera regolamentato e incui la formula tutti i diritti riservati la norma. Dallaltro lato cuna visione di anarchia: un mondo in cui i creatori di opere scelgo-no un ampio spettro di libert ma sono lasciati in balia degli abusi.Equilibrio, compromesso e moderazione un tempo i principi car-dine di un sistema di copyright che incentivasse contemporanea-mente innovazione e protezione sono diventate specie in pericolo.Creative Commons intende lavorare per riportarli in auge. Usiamodiritti privati per creare beni pubblici: opere creative rilasciate libe-ramente per specifici usi. Lavoriamo per offrire agli autori gli aspet-ti migliori delle due visuali: protezione (grazie alle tutele offerte daldiritto dautore) e nello stesso tempo maggiore diffusione delleopere. In poche parole, alcuni diritti riservati.Questa mission ben rappresentata in unimmagine in cui Creati-ve Commons sta simbolicamente ad indicare una graduale sfuma-

    tura intermedia fra il modello tutti i diritti riservati tipico delcopyright tradizionale e il modello nessun diritto riservato tipi-co del pubblico dominio integrale o di una sorta di no-copyright.

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    d. Una curiosit: lorigine del nome Creative CommonsLeconomista Garret Hardin nel 1968 pubblic un interessante arti-colo intitolato The tragedy of the commons(cio La tragedia dei benicomuni), nel quale esponeva la sua arguta interpretazione di quel-lo che uno dei dilemmi economici-sociali pi dibattuti.In estrema sintesi, secondo Hardin i beni comuni, cio quelli chesono propriet di nessuno, ma di cui tutti possono beneficiare,sono destinati sempre a un triste destino. Egli utilizza la metaforadei pastori che fanno pascolare il bestiame in un pascolo naturale:ogni allevatore portato a far pascolare sempre pi animali, cosche ciascuno da un lato incrementa il suo giovamento e dallaltrocontribuisce a consumare oltremodo le risorse disponibili; lepilo-go della tragedia la distruzione del pascolo, che si ripercuote inun grave e irreparabile danno per tutti i pastori.Cos si esprime larticolo nel fulcro della sua riflessione: La rovi-na la destinazione verso la quale tutti gli uomini si affrettano,

    ciascuno perseguendo il proprio massimo interesse in una societche crede nella libert di accesso ai beni comuni. Questa libertporta la rovina a tutti quanti.5

    5 Breve estratto della versione italiana disponibile alla pagina webwww.oilcrash.com/italia/tragedy.htm.

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    I teorici di Creative Commons, e primo fra tutti Lawrence Lessig6,sostengono invece che, nel caso di beni come i prodotti della creati-

    vit e dellingegno umano, questo problema non sussiste poichogni creazione aumenta il suo valore sociale quante pi sono le per-sone che ne possono beneficiare; e tra laltro non sono soggette adeperimento e nemmeno a una naturale scarsit, poich la creativi-t umana non ha limiti. Dunque si pu legittimamente parlare diuna comedy of the commons, dove per i beni comuni in que-stione sono beni comuni creativi, appunto dei creative commons.

    3. CHE COSA NON CREATIVE COMMONSSono molti gli equivoci che si sono creati sul ruolo e laqualificazione di Creative Commons. dunque il caso di sfatarefin da subito i pi diffusi e pericolosi.

    a. Non un ente pubblico con compiti istituzionaliCreative Commons Corporation, in quanto associazione di dirittoprivato, non ha alcun ruolo istituzionale in nessuno degli Stati in cui attivo il relativo progetto. Ci non toglie che alcuni esponenti dellacomunit di collaboratori (e in certi casi anche alcuni membri delboard) abbiano avuto occasione di interfacciarsi con le istituzionipubbliche di alcuni Stati allo scopo di svolgere opera di sensibilizza-zione in materia di nuove problematiche per il diritto dautore. Maquesto sempre e solo in unottica di dibattito culturale e scientifico e

    non con una connotazione di tipo politico.

    6 Fra le sue opere (tutte interessanti e pertinenti) si legga principalmenteLESSIG, Cultura libera. Un equilibrio fra anarchia e controllo, contro lestre-mismo della propriet intellettuale, disponibile online alla pagina

    www.copyleft-italia.it/pubblicazioni.

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    b. Non un ente di gestione di diritti dautore alternativo alla SIAEUno degli equivoci pi diffusi e anche pi fuorvianti consiste nel

    confondere Creative Commons con una versione alternativa di unente di gestione dei diritti dautore (le cosiddette collecting socie-ties) presenti in ogni Stato e che hanno tuttaltra funzione.In Italia, dove la SIAE gode di una situazione di fatto monopolisti-ca, molti artisti, nel momento in cui si iniziato a far conoscere ilfenomeno Creative Commons, hanno pensato di essere di frontefinalmente a un altro ente di gestione (magari pi equo e democra-tico, meno burocratizzato e standardizzato) a cui appoggiarsi. Nien-

    te di pi falso. Enti come la SIAE e Creative Commons si muovonosu due piani diversi; e tra laltro, con lattuale legislazione, in Italianon sarebbe nemmeno possibile la creazione di un altro ente chesvolga le sue stesse funzioni (a causa della discussa esclusiva attribui-ta alla SIAE dallart. 180 della Legge 633/41 sul diritto dautore).In pi questo il punto pi problematico con lattuale regola-mento della SIAE in molti casi lutilizzo di licenze di libera distribu-zione risulta incompatibile con il mandato attribuito alla SIAE per lagestione dei diritti sulle proprie opere. Ci non toglie che un giornoentrambi i modelli di gestione possano convivere senza particolariproblemi; ma questo richieder unopera di rivisitazione dei mecca-nismi di base della SIAE e in generale delle altre collecting societies7.

    c. Non un servizio di consulenza legaleN Creative Commons in quanto ente, n le community a esso con-

    nesse sono (e nemmeno potrebbero essere) un servizio di consulenza

    7 Si veda a tal proposito lesempio delle collecting societies olandesi che nel2007 hanno avviato un interessante progetto pilota in questa direzione. Mag-giori dettagli sullarticolo Il progetto pilota di Buma/Stemra e Creative CommonsOlanda a firma di Lorenzo De Tomasi e disponibile alla pagina webhttp://isotype.org/activities/liberius/bumastemra_creativecommons_nl_pilot/.

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    e assistenza legale. Daltro canto Creative Commons non ha alcunruolo di intermediazione e, di conseguenza, non pu nemmeno

    avere alcuna responsabilit sugli effetti derivanti dallutilizzo dellalicenza. A scanso di equivoci, ci precisato in un chiaro preambo-lo, posto allinizio di ogni licenza8 e il cui testo il seguente:

    Creative Commons non uno studio legale e non fornisceservizi di consulenza legale. La distribuzione di questo model-lo di contratto di licenza non instaura un rapporto avvocato-cliente. Creative Commons fornisce informazioni da conside-

    rarsi cos come sono. Creative Commons non presta alcunagaranzia per le informazioni fornite e si esime da ogni respon-sabilit per i danni derivanti dalluso delle stesse.

    d. Non un movimentoMolti osservatori hanno fatto notare che parlare di movimentoCreative Commons, come spesso si sente fare, improprio. Crea-tive Commons non ha mai voluto porsi come un movimento cul-

    turale nel senso pi comune del termine; tuttavia non si pu nega-re che, per i suoi scopi e per il suo ambito dazione, il progettoCreative Commons risulta sotto vari aspetti parte di un piampio movimento culturale che possiamo definire movimentoper la cultura libera e presenta molti punti di contatto con ilmovimento dellinformatica libera (free software e open source).

    4. LA LOCALIZZAZIONE DELLE LICENZE9

    Il progetto Creative Commons come abbiamo parzialmente antici-pato si articola in un ente associativo centrale, che titolare dei dirit-

    8 Ci si riferisce alla versione Legal code.9 Paragrafo parzialmente tratto dal libro ALIPRANDI, Teoria e pratica delcopyleft, NDA Press, 2006, disponibile in versione digitale su

    www.copyleft-italia.it/libro2.

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    ti di marchio, del dominio Internet www.creativecommons.org edei domini a esso collegati, nonch del copyright sul materiale

    ufficiale pubblicato; e in una rete di Affiliate Institutions che fungonoda referenti per i vari progetti nazionali Creative Commons sparsi peril resto del mondo. Tale impostazione gerarchica, che agli occhi diqualcuno pu apparire poco calzante con la natura spontanea/comu-nitaria della cultura opencontent, consente per di verificare il corret-to porting delle licenze e di realizzare iniziative dinformazione e sen-sibilizzazione in modo efficace e coordinato.Tutti i progetti nazionali Creative Commons si articolano in due

    sezioni: una rivolta agli aspetti giuridici relativi alla traduzione,alladattamento e alla esplicazione delle licenze; una rivolta agliaspetti tecnico-informatici relativi a implementare soluzioni tec-nologiche che sfruttino le risorse rilasciate sotto licenze CC. Sipu intravedere anche una sezione (trasversale alle altre due) mira-ta alla sensibilizzazione e alla promozione della filosofia di CC, chesi preoccupa quindi di organizzare eventi, gestire liste di discus-

    sione e forum on line, realizzare materiale divulgativo.Nel concetto di porting delle licenze si racchiude una traduzionedelle licenze nelle varie lingue, ma anche un contestuale adattamen-to delle clausole ai diversi ordinamenti giuridici. Altre licenze dilibera distribuzione, pur essendo diffuse anche in lingue diverse daquella originale, contengono una clausola grazie alla quale, nel casodi dubbi dinterpretazione sulla licenza, linterprete chiamato incausa (giudice, avvocato) deve rifarsi al testo in lingua originale,

    che rimane lunico con carattere di ufficialit. Altre invece non sipreoccupano tanto dellaspetto dellinterpretazione quanto piutto-sto dellindividuazione della legge applicabile, indicando espressa-mente che la licenza XY disciplinata dalla legge del tale Stato.Creative Commons ha cercato di ovviare a entrambi i problemi(interpretazione e legge applicabile) cercando appunto di effettua-re una vera e propria opera di localizzazione delle licenze, dele-

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    gata alle varie Affiliate Institutions e monitorata dallente centralestatunitense. In tal modo, le licenze CC francesi, italiane, giappo-nesi etc. non sono delle mere traduzioni delle licenze in linguainglese, ma dei documenti sostanzialmente indipendenti, ispirati eadattati al diritto dautore dei vari Stati.In Italia tale compito stato svolto da un gruppo di giuristi specializ-zati in diritto industriale e internazionale, capitanati dal prof. MarcoRicolfi. Il lavoro si protratto fra il novembre 2003 (inaugurazionedel progetto italiano Creative Commons) e il dicembre 2004, quan-do a Torino sono state presentate ufficialmente le licenze italiane.

    Come emerge dagli appunti di lavoro resi pubblici sul sito di Crea-tive Commons Italia10, i giuristi italiani hanno optato per un por-ting tendenzialmente poco invasivo: nel senso che si cercato ilpi possibile di non stravolgere il testo delle licenze originali, com-piendo interventi di adattamento solo ove fosse strettamentenecessario per preservare il senso e gli effetti delle varie clausole. Intutti gli altri casi si quindi scelto di fare affidamento sui principifondamentali del diritto dautore e del diritto internazionale, non-

    ch sulla prudenza dellinterprete.Il progetto Creative Commons Italia (con il relativo gruppo di lavo-ro) attualmente fa capo a due Affiliate Institutions: il Dipartimentodi Studi giuridici dellUniversit di Torino per quanto riguarda gliaspetti legali e lIEIIT-CNR di Torino per quanto riguarda gli aspet-ti tecnico-informatici. Il Project Lead (ovvero il supervisore e refe-rente del progetto) stato fino al gennaio 2005 Marco Ricolfi; suc-cessivamente il ruolo di coordinatore passato a Juan Carlos DeMartin, ingegnere, che si occupa di guidare le attivit sia a livello diricerca tecnologica che di promozione e divulgazione.

    10 Si veda a tal proposito il materiale disponibile alla pagina webwww.creativecommons.it/AspettiGiuridici, grazie al quale possibile coglierenei particolari lo spirito del porting effettuato da Creative Commons Italia.

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    CAPITOLO SECONDOLE LICENZE1. PRINCIPI DI BASEInnanzitutto per evitare di cadere nei pi comuni equivoci cheemergono in fatto di licenze Creative Commons, fissiamo alcunipunti cardine validi per tutte le licenze di libera distribuzione.

    a. Definizione di licenza dusoLa licenza duso uno strumento giuridico con il quale il detentore deidiritti sullopera regolamenta lutilizzo e la distribuzione della stessa. Sitratta quindi di uno strumento di diritto privato che, fondandosi suiprincipi del diritto dautore, si occupa di chiarire ai fruitori delloperacosa possono fare e cosa non possono fare con essa. Il termine licen-za deriva dal latino licere e indica genericamente un atto autorizza-tivo, poich appunto la sua funzione principale (ma non lunica, comevedremo) quella di autorizzare alcuni utilizzi dellopera.

    b. Licenza e tutela delloperaDal chiarimento del concetto di licenza gi si coglie quanto siainfondato uno dei principali equivoci relativi alle licenze di liberadistribuzione: cio quello secondo cui la licenza sia una forma di

    tutela dellopera. Infatti non la licenza a tutelare lopera; sono iprincipi di diritto dautore a tutelare lopera, mentre la licenza dilibera distribuzione si muove proprio nel senso inverso. Ed effetti-vamente una delle principali funzioni di una licenza di libera di-stribuzione proprio quella di autorizzare utilizzi dellopera chenon sarebbero normalmente consentiti nel modello di copyrighttradizionale (cio il modello tutti i diritti riservati).

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    c. Licenza e acquisizione dei dirittiPer lo stesso principio, lapplicazione di una licenza duso nulla ha a

    che fare con lacquisizione dei diritti su di essa e tanto meno conlaccertamento e la tutela della paternit. Lapplicazione di una licen-za duso attiene a una fase successiva rispetto allacquisizione deidiritti e allacquisizione di una prova della paternit dellopera. Diconseguenza, lautore prima acquisisce i diritti sullopera e poi deci-de di regolamentarli attraverso lapplicazione di una licenza11.

    d. Contratto o atto unilaterale?Fra i giuristi che si sono occupati dellargomento non vi consen-so unanime sulla qualificazione giuridica delle licenze di libera di-stribuzione. Alcuni infatti considerano questo tipo di negozio giu-ridico come veri e propri contratti sinallagmatici (cio con presta-zioni corrispettive da parte di entrambi i contraenti), coi quali ildetentore dei diritti stipula idealmente un accordo con i fruitoridelle opere. Secondo altri invece questo tipo di inquadramentorischia di essere fuorviante e risulta pi opportuno considerare lelicenze di libera distribuzione degli atti unilaterali con i quali idetentori di diritti concedono alcuni permessi condizionati perlutilizzo della propria opera.

    e. Licenziante e licenziatarioPartiamo dal presupposto che lunico soggetto titolato ad applica-re legittimamente una licenza duso allopera colui che detiene

    lintero fascio di diritti dautore previsti dalla legge. In via origina-ria nel nostro ordinamento questo soggetto sempre lautore del-

    11 Per mettere a fuoco meglio le problematiche relative allacquisizione deidiritti dautore e alla certificazione della paternit dellopera, si consigliala lettura del paragrafo Lorigine dei diritti tratto dal libro Capire il copy-righte riportato in appendice.

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    lopera, ma questi pu per contratto cedere tutti i diritti dautorea un altro soggetto (ad esempio, un editore, unagenzia, una casa

    di produzione), dunque in questo caso perderebbe anche la pos-sibilit di scelta sul tipo di licenza da applicare allopera. Onde evi-tare equivoci, e dato che alla nostra analisi non interessaspecificamente che tipo di soggetto compia questa scelta, parlere-mo sempre di licenziante, ad indicare genericamente il detento-re dei diritti sullopera che sceglie di applicarvi una licenza.Inoltre, come gi accennato, al di l del fatto che non vi sia consen-so su che tipo di negozio giuridico sia una licenza di libera distribu-

    zione, cosa acquisita che si tratti di un documento che esplica isuoi effetti nei confronti di una serie di soggetti indeterminati: essipossono essere semplici utenti finali dellopera (lettori, ascoltatori,spettatori) ma in certi casi (pensiamo alle licenze che consentonola modifica e la ripubblicazione dellopera) possono essere anchesoggetti attivi nel meccanismo virtuoso di libera ridistribuzione tipi-co del mondo opencontent.Dunque anche in questo caso utilizzeremo un termine onnicom-prensivo riferito a tutti i potenziali destinatari della licenza: ciolicenziatario.Infine, per mero scrupolo di chiarezza terminologica, parleremo diopera licenziata ad indicare lopera a cui una specifica licenza stata applicata; oppure di diritti licenziati ad indicare gli specificidiritti che il licenziante ha inteso concedere ai licenziatari attra-verso lapplicazione della licenza allopera.

    f. Scrivere una licenzaTrattandosi, come si detto, di un atto di diritto privato (pur conuna non chiara configurazione giuridica) non esistono particolariprocedure e formalit da seguire. Ogni autore (o altro detentore didiritti dautore) quindi libero di scriversi la propria licenza dusoe applicarla allopera. Ma come ogni atto di diritto privato,

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    affinch ci si possa avvantaggiare di tutte le tutele previste dallor-dinamento giuridico, necessario attenersi alle norme di diritto

    civile. Daltro canto, una licenza duso di opera dellingegno undocumento di natura giuridica che richiede una certa preparazio-ne e specializzazione nel settore.In altre parole, una licenza scritta male, con approssimazione,senza il linguaggio opportuno, priva di clausole importanti per ilsuo funzionamento, rischia di non svolgere correttamente la suafunzione o addirittura di trasformarsi in un boomerang nei con-fronti dello stesso licenziante. Si tenga presente per che ci emer-

    gerebbe solo in via successiva ed eventuale, cio solo qualoranascesse una controversia legale (di tipo civile) sullutilizzo dello-pera; e una licenza mal concepita sarebbe facilmente contestabilee opinabile di fronte al giudice.

    g. Il senso delle licenze standardizzateSe escludiamo tassativamente il fai da te, da ci derivano duepossibili vie: o il licenziante pu avvalersi di qualcuno di compe-tente in campo giuridico per la redazione della licenza (lavoro che,se richiesto ad un professionista specializzato, pu costare anchequalche migliaia di euro), oppure pu affidarsi a licenze standar-dizzate messe a disposizione liberamente da progetti e organizza-zioni non-profit (come ad esempio Creative Commons, Free Soft-

    ware Foundation, Open Source Initiative) che hanno affidato agiuristi preparati e ad esperti del settore la redazione delle licenze

    e il monitoraggio del loro enforcing.Sia ben chiaro un aspetto fondamentale: queste organizzazioninon diventano in alcun modo una parte in causa, cio non sonoresponsabili di ogni singola applicazione delle licenze; e nemmenosi occupano direttamente della consulenza e dellassistenza legalederivanti dallapplicazione delle loro licenze. Questi enti fungonosolamente da redattori e promotori delle licenze; possibile inte-

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    ragire con i responsabili di questi progetti inviando commenti,segnalando casi di studio, sollevando dibattiti nei forum pubblici,

    ma non pensabile che essi siano tenuti ad intervenire nei singolicasi concreti. Ogni detentore dei diritti che sceglie di applicareuna licenza standardizzata sulla propria opera lo fa sotto la suapiena responsabilit; importante quindi un certo grado di con-sapevolezza e di informazione.

    2. LE TRE FORME DELLE LICENZE12

    In questo paragrafo vedremo laspetto che pi di tutti d una marciain pi alle licenze CC rispetto ad altre licenze per contenuti liberi.La scaltra trovata degli ideatori del progetto stata quella di con-fezionare ogni licenza in tre versioni differenti nella forma macoincidenti nella sostanza. In altre parole possiamo dire che ognilicenza CC una e trina: giuridicamente sempre la stessa poi-ch fa riferimento allo stesso documento, ma si manifesta in treforme differenti a seconda dei casi.

    a. Il Legal codeLa licenza vera e propria, cio quella rilevante a livello giuridico, il cosiddetto Legal code (lett. Codice legale): un il classico docu-mento per addetti ai lavori, formato da alcune premesse e da ottoarticoli, in cui si disciplina la distribuzione dellopera e lapplica-zione della licenza.

    Ci si per resi conto che lutente medio delle licenze non porta-to a leggere e comprendere un documento di quel tipo: a volte se nedisinteressa volutamente, altre volte invece non dispone degli stru-

    12 Paragrafo parzialmente tratto dal libro ALIPRANDI, Teoria e pratica delcopyleft(NDA Press, 2006), disponibile in versione digitale su

    www.copyleft-italia.it/libro2.

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    menti culturali adeguati, dato che non tutti hanno alle spalle unacultura giuridica specialistica. Il rischio dunque che le licenze ven-

    gano usate con approssimazione e scarsa consapevolezza, oppure chesi diffondano facilmente informazioni false sul loro utilizzo, oppureancora che prevalga una certa diffidenza e che quindi autori ed edi-tori decidano di non avvicinarsi a questi strumenti.

    b. Il Commons deedSi pensato perci di realizzare delle versioni sintetiche di talilicenze, scritte in un linguaggio accessibile a tutti e strutturate in

    una veste grafica chiara e schematica: questa seconda veste dellelicenze chiamata Commons deed (lett. atto per persone comu-ni). importante per ricordare che il Commons Deed non una licenza. semplicemente un utile riferimento per capire ilCodice Legale (ovvero, la licenza completa), di cui rappresenta unriassunto, leggibile da chiunque, di alcuni dei suoi concetti chia-ve. Lo si consideri come uninterfaccia amichevole verso il CodiceLegale sottostante. Questo Deed in s non ha valore legale e il suotesto non compare nella licenza vera e propria.13

    Il Commons deed riassume dunque in poche righe il senso dellalicenza e rimanda con un link al Legal code, nonch alle varie tra-duzioni in altre lingue disponibili. il caso di precisare che sevogliamo utilizzare il Commons deed come disclaimer in uno-pera non multimediale o senza un diretto collegamento con Inter-net (ad esempio, un libro cartaceo), buona norma aggiungere il

    preciso indirizzo web in cui poter trovare il Legal code onde evi-tare equivoci e incertezze sulla licenza scelta.

    13 Questo il testo della nota che compare in ogni Commons deed clic-cando sul link (in basso a destra) Limitazione di responsabilit.

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    c. Il Digital codeInfine, la terza veste della licenza quella chiamata Digital code,

    ovvero una serie di metadati che rendono la licenza facilmente rin-tracciabile dai motori di ricerca. Per chi non ha molte competen-ze informatiche, in parole povere i metadati sono delle informa-zioni aggiuntive che noi possiamo allegare a qualsiasi file digitale;tali informazioni nascoste sono visualizzabili solo grazie ad alcuniprocedimenti informatici.

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    Gli sviluppatori di Creative Commons hanno quindi ideato unsistema di embedding con cui possibile incorporare le licenze

    allinterno del file in modo indissolubile e oltre tutto riconoscibile aiprincipali motori di ricerca, che hanno sviluppato degli appositistrumenti di rilevazione. Avremo tuttavia modo di approfondiredebitamente questi aspetti tecnologici nel prossimo capitolo.Una precisazione in conclusione di questo paragrafo: delle tre forme dilicenza di cui abbiamo fin qui parlato, solo il Legal Code sottopostoad un vero e proprio lavoro di porting, dato che quella la forma incui rilevano gli aspetti tecnico-giuridici. Il Commons deed, come

    abbiamo detto, ha solo uno scopo informativo/divulgativo, mentre ilDigital Code identico in ogni parte del mondo, dato che scritto inlinguaggio informatico. Tale concetto ben rappresentato da una figuratratta dal sito ufficiale Creative Commons e riprodotta a pag. 33.

    3. CARATTERISTICHE E FUNZIONAMENTO DELLE LICENZECome si gi avuto modo di anticipare, le licenze Creative Com-mons si ispirano ad un modello alcuni diritti riservati, ci significache il detentore dei diritti sullopera applicando una licenza CC sce-glie di riservarsi solo alcuni dei diritti che la legge gli garantisce.

    a. Caratteristiche comuni a tutte le licenze Creative Commons14Tutte le licenze redatte e proposte dal progetto Creative Commonsdenotano alcuni aspetti comuni che andremo ora a presentare.

    Ogni licenza richiede che il licenziatario: ottenga il tuo permesso per fare una qualsiasi delle cose che haiscelto di limitare, per esempio, usi commerciali, o creazione diunopera derivata;

    14 Paragrafetto liberamente tratto dalla pagina web www.creativecom-mons.it/Licenze/Spiegazione.

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    mantenga lindicazione di diritto dautore intatta su tutte le copiedel tuo lavoro, in modo tale che sia sempre chiaramente individuabi-

    le chi il detentore dei diritti e qual il tipo di licenza da lui scelto; faccia un link alla tua licenza dalle copie dellopera, e nel caso dicopie non digitali, indichi chiaramente come poter risalire al testodella licenza; non alteri i termini della licenza: infatti modificare i termini dellalicenza senza averne titolo comporta una violazione di copyright; non usi mezzi tecnologici per impedire ad altri licenziatari diesercitare uno qualsiasi degli usi consentiti dalla legge: le licenze

    CC infatti non consentono lapplicazione dei sistemi di digitalrights management(DRM).Ogni licenza permette che i licenziatari, a patto che rispettino letue condizioni: facciano copie dellopera con qualsiasi mezzo e su qualsiasi tipodi supporto; distribuiscano lopera attraverso i pi disparati circuiti, con le-sclusione in determinati casi dei circuiti prevalentemente com-merciali (come avremo modo di precisare analizzando le clausolebase delle licenze); comunichino al pubblico, rappresentino, eseguano, recitino oespongano lopera in pubblico, ivi inclusa la trasmissione audiodigitale dellopera; cambino il formato dellopera.

    b. Struttura e clausole base delle licenze Creative CommonsLe licenze Creative Commons si strutturano idealmente in dueparti: una prima parte in cui si indicano quali sono le libert chelautore vuole concedere sulla sua opera; e una seconda parte chechiarisce a quali condizioni possibile utilizzare lopera.Per quanto riguarda la prima parte, dedicata alle libert che illicenziante vuole concedere ai licenziatari, possiamo dire che tutte

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    le licenze consentono la copia e la distribuzione dellopera, utiliz-zando nel Commons Deed le seguenti parole e il seguente visual:

    Tu sei libero di riprodurre, distribuire, comunicare alpubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire erecitare questopera.

    Daltro canto, solo alcune licenze (quindi non tutte) consentonoanche la modifica dellopera, precisandolo semplicemente con leseguenti parole e il seguente visual:

    Tu sei libero di modificare questopera.

    Per quanto riguarda invece la seconda parte, dedicata alle condizioniche il licenziante pone per lutilizzo dellopera, possiamo dire che lelicenze Creative Commons si articolano in quattro clausole base, cheil licenziante pu scegliere e combinare a seconda delle sue esigenze.

    Attribuzione (nella versione inglese, Attribution) Devi riconoscere la paternit dellopera allautore ori-ginario.

    Questa clausola presente di defaultin tutte le licenze. Essa indi-

    ca che, ogni volta che utilizziamo lopera, dobbiamo segnalare inmodo chiaro chi lautore.

    Non commerciale (nella versione inglese, Non com-mercial) Non puoi utilizzare questopera per scopicommerciali.

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    Significa che, se distribuiamo copie dellopera, non possiamo farloin una maniera tale che sia prevalentemente intesa o diretta al per-

    seguimento di un vantaggio commerciale o di un compensomonetario privato. Per farne tali usi, necessario chiedere unospecifico permesso allautore15.

    Non opere derivate (nella versione inglese, No deriva-tive works) Non puoi alterare, trasformare o svilup-pare questopera.

    Quindi se vogliamo modificare, correggere, tradurre, remixare lope-ra, dobbiamo chiedere uno specifico permesso allautore originario.

    Condividi allo stesso modo (nella versione inglese,Share Alike) Se alteri, trasformi o sviluppi questo-pera, puoi distribuire lopera risultante solo per mezzo

    di una licenza identica a questa.

    Questa clausola (un po come succede nellambito del softwarelibero) garantisce che le libert concesse dallautore si mantenganoanche su opere derivate da essa (e su quelle derivate dalle derivate,con un effetto a cascata).

    c. Il set di licenzeDalla combinazione di queste quattro clausole base nascono le sei

    licenze Creative Commons vere e proprie, che vengono denomi-nate attraverso il richiamo alle clausole stesse.Esse sono (in un ordine dalla pi permissiva alla pi restrittiva):

    15 questa la clausola che crea maggiori problemi di interpretazione,come si pu riscontrare nei forum online dedicati allargomento.

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    - Attribuzione

    - Attribuzione- Condividi allo stesso modo

    - Attribuzione- Non opere derivate

    - Attribuzione

    - Non commerciale

    - Attribuzione - Non commerciale- Condividi allo stesso modo

    - Attribuzione - Non commerciale- Non opere derivate

    Si noteranno due aspetti essenziali in questo elenco: che la clauso-la Attribuzione presente di default in tutte le licenze; e che leclausole Non opere derivate e Condividi allo stesso modo sonofra di loro incompatibili per una ragione logica (infatti la primanega a priori la possibilit di modifica, mentre la seconda implicanecessariamente la possibilit di modifica).

    d. Le versioni delle licenzeCome accade per gran parte degli enti che rilasciano licenze stan-dardizzate (quindi anche in ambito informatico), i testi delle licen-ze sono sottoposti a saltuari aggiornamenti, dettati dalla eventua-le necessit di correggere, precisare, completare o eliminare alcuneclausole delle licenze. Ci pu dipendere da vari fattori, come adesempio levoluzione del mercato e linnovazione tecnologica, che

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    pongono nuove tematiche che opportuno prendere in conside-razione allinterno delle licenze.

    Alla data di produzione di questo libro (ottobre 2008), le licenzeCreative Commons in versione inglese sono giunte alla versione3.0. Per quanto riguarda le versioni italiane delle licenze, le quali,richiedendo un certo lavoro di traduzione e discussione pubblica,sono rilasciate con un programmato ritardo rispetto alle versionioriginali, attualmente disponiamo solo della versione 2.5. Lo scar-to di tempo (questa volta piuttosto ampio) dovuto al fatto chein Italia come in altri paesi il passaggio dalla versione 2.5 alla ver-

    sione 3.0 ha richiesto una fase di confronto e riflessione pi com-plessa del previsto; tuttavia, dalle liste ufficiali di Creative Com-mons Italia trapela che la versione 3.0 delle licenze italiane sarrilasciata per il mese di dicembre 2008.

    4. LICENZE SAMPLINGOltre alle sei licenze generiche, Creative Commons ha predispostoaltre due licenze appositamente pensate per coloro che vogliono con-sentire un particolare utilizzo della propria opera, cio quello delsampling.Per sampling(letteralmente, campionamento) si intende lestrazionedi piccoli campioni di unopera e la loro duplicazione e messa insequenza per la realizzazione di unaltra opera. Lapplicazione piclassica quella in campo musicale, con lestrazione di piccole parti

    sonore di opere preesistenti da cui realizzare basi musicali per nuovibrani. possibile per parlare di samplinganche in ambito di graficadigitale, quando il particolare di una foto viene estratto per realizza-re uno sfondo o un effetto grafico da inserire in altro tipo di opera(come ad esempio un sito web o il montaggio di un video).Le licenze in questione di chiamano appunto Licenza CreativeCommons Sampling Plus e Licenza Creative Commons Sampling

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    Plus Non Commercial: con la prima i licenziatari possono copiare etrasformare parti dellopera per qualsiasi scopo eccetto quello pub-

    blicitario (che dunque proibito) e sono permesse anche la copia ela distribuzione dellopera nella sua interezza (ad esempio per mezzodi applicazioni per il file-sharing); con la seconda i licenziatari pos-sono copiare e trasformare parti dellopera esclusivamente per scopinon commerciali e anche in questo caso sono permesse la copiae la distribuzione per scopi non commerciali dellopera nella suainterezza (ad esempio per mezzo di applicazioni per il file-sharing).Si tenga presente che, per queste due licenze, Creative Commons

    ha previsto un apposito procedimento di licensing e di otteni-mento dei metadati che disponibile al seguente indirizzo web:http://creativecommons.org/license/sampling.Per distinguere queste due licenze speciali, sono stati anche creatidue appositi bottoni:

    5. ALTRI PARTICOLARI STRUMENTI CREATIVE COMMONSAlla fine del 2007 Creative Commons ha lanciato due nuovi inte-ressanti progetti, che hanno lobbiettivo di arricchire lofferta di ser-vizi al di l delle semplici licenze. Si tratta infatti di due strumentiche svolgono due funzioni ben distinte e con cui i licenziatari pos-

    sono comunicare informazioni aggiuntive oltre a quelle gi normal-mente previste dal procedimento di applicazione delle licenze.

    a. CC PlusCome si legge sul sito di Creative Commons, CC Plus un proto-collo che permette ad un licenziante, in maniera semplice e imme-diata, di indicare quali ulteriori permessi sono eventualmente asso-

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    ciati ad unopera licenziata sotto Creative Commons e in che modousufruire di tali permessi.16 In sostanza, CC Plus un sistema inte-

    grato di metadati che aggiunge ulteriori permessi rispetto a quelli giconcessi dalla licenza, specificandone le condizioni.Per capire meglio la dinamica, ragioniamo su uno dei casi pi classi-ci, cio quello di unetichetta di musica indipendente che pubblicaattraverso il suo sito web brani musicali con una licenza non com-mercial: i brani cos licenziati possono dunque essere tranquillamen-te scaricati e utilizzati a scopi non commerciali. Tuttavia per coloroche vogliono effettuare anche usi di tipo commerciale, letichetta deci-

    de di prevedere particolari condizioni (ad esempio il pagamento diuna somma di denaro o lapplicazione di un messaggio pubblicitario);di conseguenza incarica il suo ufficio legale di redigere il testo di unalicenza suppletiva con la quale vengono precisate le clausole a cui ilicenziatari devono sottostare per poter fare usi commerciali dei brani.Il testo di questa licenza suppletiva pu essere pubblicato in unappo-sita pagina del sito delletichetta indipendente, ma affinch esso siacollegato (anche a livello di metadati) con il testo della licenza Creati-ve Commons ecco che entra in gioco il meccanismo di CC Plus.Quindi, sotto il classico disclaimerin cui si segnala lapplicazionedella licenza Creative Commons (argomento di cui parleremo neldettaglio pi avanti) comparir una frase di questo tipo: permis-sions beyond the scope of this license may be available at (cio,autorizzazioni ulteriori rispetto allo scopo di questa licenza sonodisponibili allindirizzo) e qui si aggiunger lindirizzo web

    della pagina in cui vi il testo della licenza aggiuntiva17

    .

    16 Cfr. il comunicato a firma di Andrea Glorioso pubblicato allindirizzowww.creativecommons.it/node/608.17 In questa stessa direzione si muove il progetto Autorizzazione diffu-sion promosso da Free Hardware Foundation: maggiori dettagli sul sitohttp://fhf.it/progetti/autorizzazione-diffusion.

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    Lo stesso tipo di ragionamento vale per licenze che contengano la clau-sola non opere derivate e alle quali il licenziante voglia aggiungere

    alcuni condizioni particolari per consentire la modifica dellopera.Maggiori dettagli sul progetto (che in verit ancora in una faseiniziale) sono disponibili alla pagina web http://wiki.creativecom-mons.org/CCPlus.

    b. CC Zero e la Public Domain dedicationCC Zero un altro affascinante progetto che alla data di uscita del pre-sente libro viene annunciato come ancora in fase beta e quindi non

    definitiva. Esso si pone espressamente come unevoluzione della preesi-stente Creative Commons Public Domain dedication18 con la quale gliautori potevano volontariamente rilasciare unopera in un regime di pub-blico dominio (quindi di nessun diritto riservato), evitando di doverlasciar trascorrere i canonici 70 anni dalla morte dellultimo autore.Si tratta in verit di una prassi abbastanza lontana dalla culturagiuridica dellEuropa continentale (cio degli ordinamenti di dirit-to dautore) e pi vicina a quella degli ordinamenti anglo-ameri-cani di copyright19, grazie alla quale in sostanza lautorecertifica pubblicamente di rinunciare totalmente ed irrevocabil-mente ad esercitare i suoi diritti, in modo che lopera diventi finda subito patrimonio dellumanit. Ci pu essere realizzatofacendo in modo che lautore firmi (anche virtualmente) questadichiarazione dintenti e che di essa rimanga pubblica prova.

    Ad ogni modo maggiori dettagli su CC Zero sono disponibili alla

    pagina web http://wiki.creativecommons.org/CC0.

    18 Il testo della Public Domain dedication disponibile a questo indiriz-zo web: http://creativecommons.org/licenses/publicdomain/.19 Sulle differenze fra il concetto di diritto dautore e quello di copyrightsi legga ALIPRANDI, Capire il copyright(PrimaOra, 2007), disponibile allapagina web www.copyleft-italia.it/libro3.

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    CAPITOLO TERZOSUGGERIMENTI PRATICIPER UNA CORRETTA APPLICAZIONEDELLE LICENZE

    1. CONSIGLI DI BASE PER UN CORRETTO APPROCCIOCome abbiamo visto, la prassi di applicare delle licenze duso aduna propria opera realizza in sostanza una sorta di autogestione deipropri diritti, che prescinde (bypassandola interamente) dalla tra-dizionale rete di intermediari impegnati nella gestione dei dirittidautore. Questa una prassi relativamente nuova e strettamenteconnessa allevoluzione che il mondo della comunicazione hasubito grazie allavvento delle tecnologie digitali e telematiche.In sostanza il singolo autore si trova a doversi far carico di tutta unaserie di valutazioni e decisioni che nel sistema tradizionale eranosempre state appannaggio di operatori specializzati, muniti dellanecessaria competenza ed esperienza sul campo. quindi alto ilrischio che tale importante fase sia gestita con leggerezza e approssi-mazione; e ci come gi accennato potrebbe risolversi in unimpietoso boomerang a danno dello stesso autore-licenziante.

    per questo che nonostante lo spirito di disintermediazione con-naturato alle licenze di libera distribuzione sempre comunqueopportuno fare riferimento ad un professionista specializzato chepossa quantomeno colmare i dubbi pi ostici a livello tecnico-giuri-dico. Detto questo, tuttavia, gran parte delle operazioni di licenzia-mento vengono generalmente gestite in prima persona dal licen-ziante. Dunque opportuno che questi, prima di rilasciare lopera

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    con la relativa licenza, si ponga nellottica di informarsi adeguata-mente con tutti gli strumenti disponibili, come ad esempio i siti

    web ufficiali dei vari progetti di promozione delle licenze, le pub-blicazioni dedicate a questi temi, i forum e le mailing list di settore,nonch partecipando a eventi informativi organizzati su tali argo-menti. Daltro canto importante anche saper selezionare le infor-mazioni che si trovano attraverso i canali meno ufficiali, cos da evi-tare di cadere vittime della disinformazione che singoli autori nonparticolarmente preparati possono contribuire a diffondere.Dunque, un certo sforzo intellettuale di informazione e auto-for-

    mazione non pu essere evitato, se non si vuole incorrere nel rischiodi trovarsi in situazioni spiacevoli e di dover poi correre ai ripari ser-vendosi troppo tardi del consulto di professionisti specializzati.

    2. PRIMA DI LICENZIARE20a. Assicuratevi che la vostra opera possa cadere

    sotto licenza Creative CommonsLe licenze Creative Commons si applicano alle opere protette dacopyright. In linea generale, le opere protette da copyright sono:libri, scritti, siti web, appunti, blog e ogni altra forma di scritto; foto-grafie e altre immagini visive; film, video game e altri documentivideo; composizioni musicali, registrazioni sonore e altre opereaudio. Le licenze Creative Commons non si applicano invece a idee,informazioni di fatto o altre cose che non sono protette da copyright.

    20 Questo paragrafo riporta in versione sintetica e parzialmente rielaborata ilcontenuto della pagina del sito ufficiale Creative Commons http://wiki.crea-tivecommons.org/ Before_Licensing. Vista limportanza di questi argomen-ti, si riporta in appendice anche una traduzione integrale del testo.

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    b. Assicuratevi di averne i dirittiPrima di applicare una licenza Creative Commons ad unopera, dove-

    te assicurarvi di avere il potere di farlo. Questo significa che doveteaccertarvi che la persona che detiene il copyright sullopera daccor-do a rendere disponibile lopera sotto una licenza Creative Commons(sempre che questa persona non siate direttamente voi). Se siete voilautore dellopera, allora siete probabilmente il titolare del copyrighte di conseguenza potete licenziare lopera come meglio desiderate. Seavete realizzato lopera in seguito ad un incarico contrattuale, dovetecontrollare i termini di quellaccordo per vedere se i diritti sullopera

    non sono stati preventivamente trasferiti a qualcun altro.Se state utilizzando anche opere preesistenti realizzate da altre per-sone o state lavorando assieme ad altre persone nella produzionedi qualcosa, dovete assicurarvi di avere un chiaro ed esplicito per-messo di applicare una licenza Creative Commons allopera finale

    c. Assicuratevi di aver compreso come funzionano le licenze Creative CommonsLe licenze Creative Commons sono basate sul diritto dautore e siapplicano a tutte le opere che la legge considera tutelabili dal dirittodautore; come si gi sottolineato, da ci deriva che per cogliereappieno il loro funzionamento necessario aver ben presenti i fon-damenti del diritto dautore.

    d. E se poi cambiate idea sulla licenza applicata?Questo un punto molto importante. Le licenze Creative Com-

    mons sono in un certo senso irrevocabili: ci significa che non pote-te impedire a qualcuno, il quale abbia ottenuto la vostra opera sottouna licenza Creative Commons, di usare lopera secondo i terminidi quella licenza. Certamente potete smettere di offrire la vostraopera sotto licenza Creative Commons in ogni momento, ma que-sto non intaccher i diritti relativi alle copie della vostra opera chesono gi in circolazione sotto una licenza Creative Commons.

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    e. Siate chiari (con voi stessi prima ancora che con gli altri)su cosa intendete specificamente licenziare

    Dovete essere specifici su cosa esattamente andate a licenziare nelmomento in cui applicate la licenza Creative Commons alla vostraopera. Dovreste riflettere esattamente circa quali elementi dellavostra opera intendete licenziare. Per esempio, nel caso di un sito

    web, volete licenziare solo il testo e le immagini? Oppure anche ilfoglio di stile o il codice che rende operativo il sito? Allo stessomodo, se rendete disponibile sotto licenza Creative Commonsdella musica da scaricare sul vostro sito, la licenza si applica alla

    composizione musicale e alla registrazione sonora o anche ad ognialtra illustrazione e grafica del vostro sito?

    f. Fate parte di qualche collecting society? Se s, appurate se vi autorizzaa licenziare le vostre opere sotto licenze tipo Creative Commons necessario che verifichiate questa situazione con la societ.

    Attualmente molte collecting societies (come ad esempio in Australia, Francia, Germania, Spagna e Paesi Bassi) prevedonoun trasferimento di diritti dalla vostra persona in capo alla socie-t, per tutte le vostre opere presenti e future; ed essa li gestisceper voi (cos da diventare in sostanza leffettivo titolare di questidiritti). Di conseguenza, se siete gi membri di una collectingsociety in una di queste giurisdizioni, potreste non avere titoloper licenziare in autonomia la vostra opera con una licenza Crea-tive Commons poich i diritti necessari non fanno capo a voi ma

    alla societ. Creative Commons sta collaborando con le collec-ting societies in quelle giurisdizioni dove questo problema pre-sente, al fine di cercare di trovare una soluzione che metta i crea-tori dopera in grado di godere dei benefici che entrambi i siste-mi offrono.

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    3. COME SCEGLIERE LA LICENZA PI ADATTA?a. Riguardo alle clausole della licenza

    Innanzitutto non bisogna lasciarsi ingannare dallidea che le clauso-le della licenza vincolino anche se stessi. infatti un equivoco abba-stanza diffuso che un autore applichi una licenza con possibilit dimodifica dellopera per il timore poi di non poter pi modificare lo-pera; o che applichi una licenza con possibilit di usi commercialipoich intende in futuro commercializzare in prima persona lope-ra. Una simile impostazione non ha molto senso e denota una con-fusione di fondo sul funzionamento di base delle licenza.

    Teniamo infatti ben presente che la funzione essenziale delle licen-ze quella di comunicare ai licenziatari quali usi sono concessi libe-ramente e a quali condizioni. Il licenziante, in quanto detentore deidiritti, ha sempre la possibilit di fare gli usi non consentiti dallalicenza. Daltro canto, il criterio di scelta di certi tipi di clausole generalmente inverso: se scelgo la clausola Non commercial proprio perch voglio riservare solo a me stesso (o eventualmentead un editore o ad unagenzia con cui ho rapporti contrattuali) ildiritto di commercializzazione dellopera, vietandolo ad altri sog-getti. Lo stesso dicasi per la clausola No derivative works.

    b. Riguardo alle versioni delle licenzeNellottica del licenziante, possiamo dire che sempre meglio sce-gliere di applicare la licenza pi aggiornata disponibile, in modo dapoter avvantaggiarsi del lavoro di perfezionamento attuato dai giuri-

    sti di Creative Commons. Da ci deriva che nel caso di pubblicazio-ne di una nuova versione della licenza consigliabile (ove possibile)aggiornare il disclaimerin cui vi il richiamo e il link alla licenza.Tuttavia non sono da escludere casi in cui il licenziante ritenga piadatta alla sue esigenze una versione superata della licenza e non riten-ga opportuno aggiornare il disclaimer. Vige anche qui il principio dellalibert di scelta (consapevole, si spera) da parte del licenziante.

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    c. Riguardo alla giurisdizione delle licenzeLa scelta della giurisdizione pi adatta uno degli aspetti pi deli-

    cati, poich comporta una certa infarinatura in fatto di dirittointernazionale privato e processuale. Inoltre laspetto giuridicoviene ulteriormente complicato dallaspetto per cos dire socio-culturale, dato che, essendo le licenze Creative Commons stru-menti pensati principalmente per il mondo digitale, davverodifficile circoscrivere preventivamente la vita della licenza ad unaspecifica giurisdizione.Spieghiamoci meglio. Innanzi tutto consideriamo che il criterio

    pi opportuno per la scelta della giurisdizione non tanto quellodella nazionalit del licenziante, quanto piuttosto quello del con-testo in cui lopera svolger la parte principale della sua vita. Quin-di, in un caso ipotetico, se abbiamo un autore di nazionalit ita-liana che scrive un romanzo in francese ma il romanzo viene desti-nato principalmente al mercato britannico, allora la giurisdizionepi consona sar quella britannica. Questo quantomeno in lineadi principio; ma consideriamo che la scelta della giurisdizionecomporta alcune conseguenze giuridiche consistenti: infatti in unaeventuale controversia giudiziale sulluso dellopera licenziata sidovr fare riferimento alle norme dellordinamento britannico e incerti casi anche mettere in conto lavviamento di una causa civiledi fronte ad una corte britannica. E tra laltro si tratta di valuta-zioni molto difficili da effettuare anche per esperti del settore, poi-ch con lattuale mondo globalizzato delle comunicazioni nessuno

    potr prevedere con buona affidabilit in quale contesto loperacircoler in modo preponderante e per quanto tempo.Queste sia ben chiaro sono considerazioni pi che altro teori-che ed ipotetiche; per una corretta diagnosi, necessario valutareogni situazione nella sua specificit.

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    4. SUGGERIMENTI DI NATURA GIURIDICAPartiamo da un semplice ma basilare presupposto logico, che si

    ricollega con quanto detto sopra in merito ai meccanismi di fondodelle licenze. Poich da secoli il modello di riferimento per lagestione dei diritti dautore quello del tutti i diritti riservati, sideduce che qualsiasi opera in cui noi incappiamo risponde a quelmodello di tutela integrale21, al di l del fatto che venga riportatao meno una specifica avvertenza in cui ci sia precisato. In altreparole, se navigando troviamo una fotografia, un testo, una musi-ca e non abbiamo la certezza che il titolare dei diritti abbia auto-

    rizzato in qualche modo il loro libero utilizzo, dobbiamo astener-ci da qualsiasi operazione, cos da metterci al riparo da eventualidiffide e controversie legali per violazione di copyright.Di conseguenza, spostandoci nellottica del titolare dei diritti, sevogliamo consentire alcuni usi liberi della nostra opera dobbiamosegnalarlo espressamente e chiaramente, cosicch qualsiasi fruito-re (anche casuale) della nostra opera possa percepire questa nostravolont e possa cos avvantaggiarsi delle possibilit dazione cheabbiamo deciso di concedergli.Detto questo, ora il caso di ricordare che, essendo nel campo deldiritto privato contrattuale, non prescritta in alcuna norma unamodalit specifica per comunicare questa volont del detentore deidiritti. Limportante che tale volont sia espressa in modo chiaroe inequivocabile.

    a. Il disclaimerSia che si tratti di opere in versione digitale, sia che si tratti di operedistribuite su supporto materiale, la soluzione pi banale e pi intui-tiva quella di apporre sullopera (o di collegarvi indissolubilmente)

    21 Eccetto ovviamente le opere di pubblico dominio.

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    un apposito disclaimer(cio unavvertenza, una nota) sui diritti dau-tore in cui specificare queste tre informazioni essenziali: il nome del

    titolare dei diritti, lanno di pubblicazione dellopera (cio quello dacui i diritti sono esercitati) e il tipo di licenza applicata allopera.

    Un esempio corretto di disclaimerpotrebbe essere il seguente:

    Copyright Pinco Pallino, 2008Questopera rilasciata nei termini della licenza

    Creative Commons Attribuzione NonCommerciale

    Condividi Allo Stesso Modo 2.5 Italiail cui testo disponibile alla pagina Internet

    http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/22

    Cerchiamo di non dimenticare nessuno di questi particolari e diriportare il link in maniera corretta ed integra; un disclaimerimpreciso (o in s contraddittorio23) vanificherebbe la sua funzio-ne di comunicare informazioni con valore legale.

    Ad ogni modo, consideriamo che, nel caso specifico di licenze Crea-tive Commons applicate attraverso linserimento di codice html nellepagine web (si vedano maggiori dettagli nel prossimo paragrafo), unabozza di breve disclaimercompare gi in calce alla nostra pagina; nullavieta che si possa arricchire questo breve testo standard con maggioriinformazioni o abbellirlo sostituendo alcune parole. Ci che conta

    22 Questo il link corrispondente alla versione Commons deed dellalicenza, la quale a sua volta rimanda alla versione Legal code. Nulla vieta(anzi, in certi casi pu essere anche consigliabile per evitare confusione)che si inserisca il link diretto al testo del Legal code. Leffetto a livello giu-ridico sarebbe identico.23Ad esempio contenente il nome di una licenza, ma con il link di unalicenza diversa.

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    che rimanga intatta la parte contenente il link alla licenza e che il risul-tato finale sia chiaro e coerente con la volont che si vuole esprimere.

    b. Uso di loghi e visualsCome abbiamo visto, Creative Commons ha puntato molto sul-lefficacia semantica dei visuals, cio di quei piccoli simboli e bottoniche con la loro grafica piuttosto evocativa individuano le licenze e glialtri vari toolsdi Creative Commons24. Oltre a quelli legati alle sin-gole clausole, ne esiste uno generico (forse ancora il pi diffuso) conil simbolino di Creative Commons, cio la doppia C cerchiata, e la

    scritta some rights reserved (ovvero, alcuni diritti riservati).

    importante per tenere presente che si tratta di elementi chehanno principalmente uno scopo di abbellimento e di divulgazione,in modo che gli utenti siano aiutati a capire e a riconoscere con mag-gior efficacia le licenze e gli altri strumenti del mondo CreativeCommons. Tuttavia loghi e visuals non hanno in s un valore giu-ridicamente molto rilevante, nel senso che il solo utilizzo di uno diquesti visuals non pu essere sufficiente ad esplicitare la volont dellicenziatario se non sono legati ad un opportuno disclaimer testua-le o (quando possibile) ad un link al testo della relativa licenza25.

    24 Si vedano a titolo esemplificativo quelli riportati nel par. 3 del capitoloprecedente. Una panoramica completa di tutti gli elementi grafici propo-sti da Creative Commons disponibile alla pagina web http://creative-commons.org/presskit.25 In realt in alcuni casi specifici stato ritenuto sufficiente. un argo-mento su cui non c ancora consenso unanime fra i giuristi.

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    Mettiamoci infatti nellottica di un generico fruitore della nostraopera licenziata sotto Creative Commons, il quale, senza sapere

    minimamente che cosa sia una licenza Creative Commons, sitrova fra le mani un cd o un libro che riporta unicamente il visualcorrispondente alla licenza o ancor peggio il generico bottonecon la doppia C cerchiata e la dicitura some rights reserved. Conqueste generiche indicazioni difficilmente lutente potr risalirealla reale volont del licenziante e quindi la funzione informativadel visualrisulter insufficiente. Diverso invece il discorso se cimuoviamo nellambito digitale e telematico: infatti se si tratta di

    unopera pubblicata sul web, un semplice bottone pu esseresufficiente ad informare lutente nel momento in cui cliccandocisopra compaia in modo chiaro e immediato il testo di un disclai-mer informativo o direttamente il testo della licenza (sia esso inversione commons deed o legal code).La questione si fa ancora pi delicata se facciamo alcune conside-razioni in fatto di diritto dei marchi e di tutela dei segni distinti-vi. Infatti, come si legge nella pagina del sito ufficiale apposita-mente dedicata alle policies duso dei marchi CC, la doppia Cinscritta in un cerchio, il testo e il logotipo Creative Commonsassieme ad ogni combinazione degli stessi, siano essi integrati inun contesto pi ampio oppure isolati, sono marchi registrati daCreative Commons.26

    Ci allo scopo di precisare che tutti i segni distintivi (loghi, marchi,visuals) sono oggetto di tutela legale e che il detentore dei diritti di

    tutela la Creative Commons Corporation. Gli utenti degli stru-menti offerti da Creative Commons possono utilizzarli liberamentema nello stretto rispetto delle policies dettate dallente.Si sono verificati molti casi in cui, forse per inesperienza e per dis-informazione, il licenziante, invece di usare uno dei visualsappo-

    26 Cfr. http://creativecommons.org/policies.

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    sitamente creati da Creative Commons alluopo di segnalare lap-plicazione di una licenza allopera, ha utilizzato il logo identificati-

    vo di Creative Commons. Si tratta infatti di due cose ben distintee con funzioni non sempre coincidenti: il logo di Creative Com-mons (quello con la doppia C cerchiata e a fianco la scritta interaCreative Commons) un marchio creato dalla Creative Com-mons Corporation allo scopo di identificare lente, il progetto e leiniziative ad essi legate.

    In merito alluso del logotipo Creative Commons nella gi citatapagina dedicata alle policies si legge infatti: Creative Commonslicenzia luso del suo logo istituzionale a condizione che il licen-ziatario utilizzi il marchio stesso per puntare solo ed esclusiva-mente alla Home Page di Creative Commons (www.creativecom-mons.org), Creative Commons conserva il diritto, a suo pieno,illimitato e insindacabile giudizio, di revocare tale licenza di mar-chio, per qualunque ragione, anche non specificata.27

    Nonostante Creative Commons abbia finora dimostrato una certaelasticit e tolleranza nellutilizzo dei suoi loghi, teniamo semprepresente che luso non autorizzato di un marchio pu comportare in linea di principio una controversia legale per utilizzo non

    autorizzato di segno distintivo. Quindi sempre opportuno atte-nersi strettamente allepoliciesdi Creative Commons; e per even-tuali usi in esse non previsti, contattare i responsabili del progettoper ottenere una specifica autorizzazione.

    27 Cfr. http://creativecommons.org/policies.

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    5. IL PROCEDIMENTO GUIDATO PER LA SCELTA DELLA LICENZAPer chi non ha ancora acquisito una sufficiente dimestichezza con

    le licenze, Creative Commons ha predisposto un procedimentointerattivo guidato per la scelta e lapplicazione della licenza pivicina alle esigenze del licenziante: cio quello che si trova allapagina del sito ufficiale http://creativecommons.org/license/.Osserviamo come compare la schermata allinizio del procedi-mento guidato:

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    In sostanza, per renderci le cose pi semplici e intuitive, il sito cipone alcune domande per dedurre quale delle sei licenze Creative

    Commons pi calzante con le nostre esigenze di licenzianti.La prima domanda Allow commercial uses of your work?, cioConsenti usi commerciali della tua opera?, e prevede due rispo-ste alternative: s o no.La seconda domanda invece Allow modifications of your work?,cio Consenti modifiche della tua opera?, e prevede tre possibi-li risposte: s, no e s, a condizione che anche gli altri condi-vidano allo stesso modo.

    Successivamente la schermata prevede la possibilit di scelta dellagiurisdizione di riferimento. Cliccando sulla tendina, compaio-no tutti i paesi del mondo in cui stato completato il lavoro di

    portingdelle licenze; e possiamo quindi scegliere la giurisdizionepi opportuna, sulla base dei criteri di cui abbiamo fatto cennosopra. anche per possibile non indicare nessuna giurisdizioneparticolare lasciando evidenziata lopzione unported. Ci adesempio indicato nei casi in cui non ci possibile fare valutazio-ni oggettive su quale sar la giurisdizione prevalente per la vitadella nostra opera; di conseguenza si utilizzer una licenza gene-rica e sar compito di chi si trover ad analizzare il caso concre-to (giudici, avvocati, consulenti) individuare lordinamento giu-ridico di riferimento28.Infine, presente anche una parte mirata a raccogliere alcuneinformazioni addizionali sullopera, attraverso alcuni campi liberi

    che il licenziante pu liberamente compilare o lasciare in bianco.I dati che egli decide di inserire verranno poi incorporati allinter-

    28Alla base del Diritto internazionale privato stanno proprio una serie dicriteri giuridici per individuare la legge applicabile al caso concreto, di cuinon il caso di fare menzione in questa sede.

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    no dei metadati costituenti il digital code; ovviamente, se si vuolerendere lopera facilmente reperibile e riconoscibile opportuno

    fornire pi informazioni possibili.

    I campi da compilare riguardano nellordine: il formato dellopera (audio, video, immagine, testo, interattivo,o altro); il titolo dellopera; il nome dellautore o del detentore dei diritti che gli utenti del-lopera dovranno citare, in rispetto della clausola Attribution (pre-

    sente in tutte le sei licenze); lURL (cio lindirizzo web preciso) a cui dovr linkare chi uti-lizzer o ridistribuir lopera; la fonte da cui lopera licenziata a sua volta tratta (nel caso diopera che deriva gi da unaltra precedentemente pubblicata); lindirizzo preciso della pagina web in cui il licenziante pueventualmente dichiarare di autorizzare altri usi oltre a quelli giconcessi dalla licenza scelta29.Una volta compilato tutto ci che ci interessa compilare, possiamocliccare sul bottone scegli una licenza e saremo inoltrati alla pagi-na di presentazione della licenza corrispondente alle nostre prefe-renze, nella quale compare la seguente schermata.

    29A tal proposito di veda anche quanto detto in merito a CC Plus.

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    Nella prima parte della schermata viene presentata la licenza richiestae qui c ancora unultima scelta da effettuare: una scelta di caratterepuramente estetico, cio quale delle tre tipologie di bottone preferia-mo che compaia nella nostra pagina web. Una volta spuntata lopzio-ne gradita, cliccando su guarda come apparir la licenza potremovisualizzare il Commons Deed tale e quale come verr visualizzatodagli utenti dellopera quando arriveranno sulla nostra pagina.

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    Osservando il Commons deed cos ottenuto, si rilevano tutti gli ele-menti di cui si parlato in queste pagine: il nome della licenza indi-cato per esteso, completo di versione e giurisdizione (informazionesottolineata anche dalla bandierina che compare in alto a destra); la

    divisione della licenza in due grandi parti, corrispondenti da un latoalle libert per il licenziatario e dallaltro alle condizioni poste dallicenziante; alcune precisazioni aggiuntive, inserite alla fine del testo;infine, il link alla versione Legal Code della licenza.Ovviamente, nel caso fossimo in procinto di pubblicare unopera suun supporto materiale (ad esempio un libro, un cd, un dvd) inveceche on-line, e volessimo utilizzare come disclaimerproprio il Com-

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    mons deed, altamente consigliabile aggiungere alla fine del testouna nota che riporti lindirizzo web completo a cui lutente pu tro-

    vare il Legal Code. In questo modo, se un utente non a conoscenzadelle licenze Creative Commons si trovasse fra le mani un libro, uncd, un dvd con riportato questo Commons deed, sarebbe messo ingrado di approfondire e accertare le condizioni duso che avete postosullopera, andando a leggere il testo integrale della licenza.

    6. SUGGERIMENTI DI NATURA TECNICO-INFORMATICALe problematiche tecniche relative alla diffusione di opere sottolicenze Creative Commons sono in un certo senso complemen-tari fra di loro e si possono differenziare a seconda del punto divista da cui le si considera: se siamo autori o produttori nostrointeresse applicare correttamente le licenze CC in modo che chicerca opere rilasciate con un certo tipo di licenza possa pi facil-mente arrivare alla nostra opera; se invece siamo dallaltra parte,cio dalla parte dellutente che cerca opere sotto licenze CC,riusciremo meglio nella nostra opera di ricerca e selezione se illicenziante ha a suo tempo applicato la licenza allopera osser-vando tutte le cautele tecniche del caso30. Come si pu ben intui-re, le considerazioni che seguono sono riferibili unicamente adopere pubblicate in versione digitale e diffuse attraverso Internet;dunque non riguardano opere pubblicate unicamente su sup-porti materiali.

    Esistono vari modi per pubblicare e diffondere i file delle vostreopere in rete, alcuni che richiedono una certa dimestichezza e con-sapevolezza del mezzo telematico, altri pi semplici ed intuitivi;

    30 Lo stesso sito italiano di Creative Commons (cio www.creativecom-mons.it) ha una home page piuttosto semplice, strutturata proprio in duegrandi sezioni principali: cerca e pubblica.

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    inoltre, di recente, con lavvento del cosiddetto web 2.0, sononati diversi servizi che offrono una serie integrata di possibilit

    (dallo spazio web su cui ospitare i file, a processi di tagginge licen-singpi avanzati). Non possibile, ovviamente, fornire una pano-ramica completa di tutti i servizi disponibili attualmente con lerispettive modalit di funzionamento; ci limiteremo dunque achiarire alcuni principi di base e ad analizzare i servizi pi diffusi,rimandando ad altre fonti per un approfondimento degli aspettipeculiari31.

    a. Pubblicare opere sotto licenze Creative Commons sul proprio sito webSe dalla home-page del sito italiano Creative Commons clicchiamosul grosso tasto pubblica veniamo subito reindirizzati al processodi scelta e applicazione delle licenze di cui abbiamo parlato detta-gliatamente. Come gi visto, a livello tecnico, questo processo miraa fornirci dei metadati identificativi della licenza da noi scelta. Inse