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La rivista mensile dedicata agli italiani all'estero

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Ma ciò che più mi ha colpito è sapere che nel mondo del web esistono oltre 300.000 siti pro-anoressia. Sono una comunitàvirtuale, una rete di siti internet della cultura del non mangiare. Vengono pubblicate testimonianze che esaltanol’esperienza di non nutrirsi, di vedersi sempre più magri, dove ci si scambiano commenti e complimenti reciproci sui tra-guardi raggiunti, a volte senza ritorno. Questi siti sono molto più di una community, sono una religione dell'orrore, moltofrequentata e sempre più seguita. Ho letto che il fenomeno è stato denunciato da più parti ma, nonostante il mio impegno,non sono riuscita a trovare indicazioni su cosa si stia facendo per contrastarlo. Trovo davvero incomprensibile il fatto chenon si trovi la maniera di intervenire per debellare il fenomeno.

Le cause dell'anoressia, secondo uno studio effettuato dalla e pubblicato dalla rivista(e forse era anche superfluo spendere soldi per effettuare tale ricerca!), sa-

rebbero da ricercarsi nei genitori e nei mass media. L’influenza dei mass media sembra essere più forte per le ragazze chesi sottopongono a diete estenuanti per assomigliare ai modelli imposti. Per quanto attiene alle responsabilità dei genitori,è difficile entrare nel merito. Penso che nessun genitore agisca, consapevolmente, in modo tale da danneggiare i proprifigli. È ovvio quindi che ci sono grossi problemi relazionali e che solo uno specialista potrebbe aiutare la famiglia nel per-corso, mi vien

Per quanto concerne, invece, le responsabilità dei mass media c'è davvero molto da dire.

Alla presentazione del progetto nazionale di prevenzione dei disturbi alimentari del 2008 (anoressia e bulimia) è statoproposto un codice etico per il mondo dell’ informazione. Si riteneva infatti importante che i mass media non propones-sero modelli, messaggi e pubblicità che potessero contribuire alla diffusione di anoressia e bulimia. Si ritenne che i di-sturbi alimentari fossero legati alla psicologia e al rapporto che i giovani hanno con la propria identità e, in questo conte-sto, contassero molto i messaggi culturali e i modelli proposti. Da lì, l’approvazione favorevole del Ministro della Salu-te alla proposta di un codice etico per i mass media ma “a patto che venisse rispettato”. Ebbene, cosa ne è stato del codiceetico? Vi risulta forse (o sono io che interpreto male i modelli imposti dai mass media?) che vi siano stati dei cambia-menti sostanziali dopo il 2008?Avete mai visto (o sono io che devo farmi vedere dall'oculista?) una modella che pesi piùdi 50 chili? Avete mai visto una valletta diciamo “in carne”? Se chiudete gli occhi e fate un attimo mente locale, quantepubblicità vi vengono in mente che pubblicizzano prodotti dietetici? A me ne vengono in mente un sacco (o forse sonoio a sbagliare?). Vi risulta che la moda proponga donne robuste come canone di bellezza assoluto? No, signori, in realtànulla è cambiato dal 2008!

Assistiamo ad una vera e propria esasperazione dell'esteriorità e conseguentemente dell'aspetto fisico, in cui l'apparireconta più dell'essere. Stabilito che l'idealizzazione della magrezza femminile da parte dei media può rappresentare unfattore di rischio per lo sviluppo di patologie come l'anoressia, qualcuno è in grado di spiegarmi perché si continua inquesta direzione?Aspetto con interesse le vostre impressioni.

Intanto vado a prepararmi un buon panino.

Scuola di Medicina di HarvardArchives of Pediatrics e Adolescent Medicine

da dire “collettivo”, di guarigione.

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Alle domande della conduttrice, Rutelli ha replicato:

L'Annunziata, non contenta, pro-babilmente in preda ad un attacco di otite che le impediscedi sentire ciò che l'interlocutore risponde, incalza:

.Il Presidente della Margherita, non riuscendo più a control-lare l'ira, perde definitivamente le staffe e sbotta:

.Ora, forse Rutelli non è, come si suol dire, un grande uo-mo politico e, tra l'altro, devo confessarvi che non mi èparticolarmente simpatico ed il suo accento romanescomi irrita anche un po'.

perché avrebbe dovutocontrollare la rabbia, avrebbe dovuto usare parole più con-sone ad un uomo così in vista come lui. Magari non hanemmeno detto la verità e potremmo anche scoprire chelui i soldi li ha davvero presi, ma come può una brava gior-nalista formulare accuse così pesanti nei confronti di unapersona, e addirittura insistere, se non ha elementi concre-ti per farlo? Purtroppo e a malincuore, questa volta devodare ragione al Presidente della Margherita o, se preferite,al leader di Api. L'Annunziata non è un Pm, non può con-durre lei gli interrogatori. Solo la legge potrà stabilire laverità. È chiaro che, alla gente comune risulta difficile cre-dere che il Presidente della Margherita, a stretto contattocon il senatore Lusi, tesoriere dello stesso partito, pare an-che co-firmatario del conto bancario dal quale avveniva-no le transazioni, non sapesse nulla del modo in cui veni-vano spesi i soldi. Ai più è difficile pensare che Rutellinon abbia mai avuto dubbi sulle esose cifre che venivanoutilizzate per le spese più comuni come i viaggi. Ragassi -direbbe Bersani sono spariti più di 20 milioni di euro, nonsi tratta mica di noccioline, stiamo parlando di palanche,tante palanche, possibile che nessuno se ne sia accorto?Alcomune cittadino risulta difficile credere che il SenatoreRutelli non abbia dato peso ai dubbi di qualche suo colle-ga che, già da tempo, sollecitava un maggior controllo deiconti bancari della Margherita perché nutriva sospetti suibilanci presentati dal tesoriere. Il leader di Api dice di Lu-si:

. Alsemplice impiegato d'ufficio non è facile credere che al

Senatore Rutelli non sia mai balenata l’ideache alcune voci a bilancio fossero davverofuori luogo. Io penso che questa vicenda, cosìcome altre, ci dice che in politica un'enormequantità di soldi gira vorticosamente senzaalcuna rendicontazione, senza un minimo diregole e senza un accurato controllo e, poichési fa uso dei denari pubblici, presi dalle taschedei cittadini con la legge sui rimborsi elettora-li, occorre al più presto fare “ordine e pulizia”sulla questione del finanziamento ai partiti.L'opinione pubblica è sempre più scossa dafatti come questo. È arrivata l'ora di mettereun punto ... e a capo.

“Mo'basta. Ho chiarito, mo' basta! Io i soldi non li ho presi, an-zi ho finanziato io. Ho già querelato chi mi accusa, vuoleche quereli anche lei?”

“Macosa c'è di male nel fatto che riceve questi soldi?”

“Continuaa dirlo? Ma li do i soldi, ancora insiste? Non li ricevo, li do.Ma mi ascolta o segue una sua scaletta e ripete le domandeche aveva programmato? Ho finanziato, io, personalmente,di tasca mia e ancora mi rompete le palle? Basta"

“Era molto preciso e molto cauto nell'am-ministrare isoldi, addirittura risultava antipatico perché rifiutava dirimborsare alcune spese che gli parevano eccessive”

Per contro, stimo molto Lucia Annunziata. Anche se leidice che in tanti la prendono per deficiente, compresa

, io trovo che sia una brava giornalista.Rutelli ha sicuramente sbagliatoSabina Guzzanti

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Io sto dalla parte del Senatore Rutelli

Lite Annunziata-Rutelli

L INTRUSOdi Maria C. Bernasconi

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Il dado sembra tratto, anche se nessuno lo vuole confessare.Stranamente, comunque, negli ultimi tempi, il Cavaliere haottenuto, di fatto, la caduta in prescrizione del processoMills, la cessazione di ogni e qualsiasi chiamata in nuovigiudizi, lo stop a nuove sue convocazioni per i procedimen-ti in corso e, notizia freschissima, come citato d'entrata,l'annullamento del processo al suo amico dell'Utri.

La situazione è molto chiara ed inutili sono le smentiteproposte, per la forma più che per convinzione, dalle op-posizioni (visto che comunque tutti sono perfettamente aconoscenza del baratto sopra accennato).Ancora: è recente la definitiva conferma scaturita nel cor-so del processo al Boss Francesco Tartaglia a Firenze, cheForza Italia (ricordate le pesanti accuse?) non ha mai avu-to niente a che fare con le stragi mafiose del 1993.Certo che la situazione è ben triste. Per me lo è ancora dipiù pensando che per contratto no-profit condovrei proporre le due righe da collocare sotto “frecciati-ne” con toni leggeri, scherzosi, un po’goliardici.Purtroppo di questi tempi, malgrado sforzi sovrumani,non trovo nessuno spunto ridancioso da proporre: anzi...Sul “Giornale” e , fan-no un lungo elenco di incriminati poi prosciolti per ragionidi contrapposizione politica (quasi sempre da sinistra supersonaggi di destra) spesso e volentieri con l’accusa prin-cipale o subordinata di “concorso esterno in associazione

l'altraitalia

Gian Marco Chiocci Simone Di Meo

Assolutamente incorruttibili:anzi manipolabili!

Assolutamente incorruttibili:anzi manipolabili!

di Giovanni il Battista

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OPINIONI

Carine le toghe rosse!Carine le toghe rosse!

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FRECCIATINE

mafiosa”. Una definizione bizantina che non ha riscontroin nessun’altra parte del Mondo. Una definizione effimera,se fine a se stessa, come tipo di accusa, se non viene suffra-gata da prove certe! Per capire: dice il ,professore universitario:

Ritornando all'elenco accennato sopra, si ritrovano casiconosciuti come quello di , per finire as-solto (tenuto in scacco per più di 11 anni), del già citato ca-so dell'Utri, prosciolto (dopo stress di19 anni), di

, DC, assolto (dopo 12 anni, addirittura risarcito per“ingiusta detenzione”), di , C

, del , solo per citarnealcuni. Nell'elenco vengono citati 101 casi simili ed ugual-mente pesanti. Tutti finiti, a vario titolo, con l'assoluzione.Naturalmente c'è ancora chi stoicamente resiste sulla bar-ricata della protesta “ideologica”: manco a farlo appostail procuratore Capo di Torino, (ex a Pa-lermo) ed il pm , due rossi che più rossinon si può, due contro “la destra” a prescindere.

Se dovessero scegliere quale mano mozzare a tutti gli uma-ni sceglierebbero, senza dubbio alcuno, “la destra” e maila sinistra, anche se l'80% degli umani è destrorsa, quandosalgono le scale, salgono sempre senza tentennamenti dal-la parte sinistra. Sembra che siano già stati ripresi dai Cara-binieri perché trovati con la loro vettura a circolare sullacorsia di sinistra; e questo non è accaduto in Inghilterra ...!Per passare alle cose ... serie o tristi, il procuratore Caselli,per esempio, ha chiesto addirittura un'azione disciplinareed una punizione da parte del Csm per il suo collega diCassazione (il Giudice che ha an-nullato il “processo dell'Utri”) per aver osato proscioglie-re uno “di destra”!! Santa pazienza.Seguiamo l'inchiesta sulle stragi di Capaci e di Via d'Ame-lio: vediamo come andrà a finire e quali verità verrannoalla luce!Opportunismo, Corruzione, Impotenza: ecco la misturaletale che lì ha agito. Giudici e Mafia. Ecco la partita ed igiocatori: nella squadra dei Giudici possiamo aggregare i

politici, i mafiosi, “i nemici degli altri” a prescindere. Nel-la squadra avversaria: i mafiosi, i politici, i giudici, gli op-portunisti, i “nemici degli altri” a prescindere ... Dov'è ladifferenza, direte voi? Qualcuno è capace di spiegarme-la?Amio modesto avviso: nessuna! Tutti sono uguali, tut-ti sono la stessa cosa! È un effetto specchio riprovevole.

Non si diceva recentemente che la mafia e/o la malavita ingenere fossero morenti? E poi quale mafia? Subito dopogli arresti eccellenti si scopre che la mafia è anche al Norded è forte! Delle due una: o è morente o è in piena forma!Come modestamente indicavo sul no.15 di questa rivistasotto il titolo “Orologi precisi a cucù”, mi viene ora da con-fermare che la mafia è tutto: è potere, è istituzione, è go-vernatrice, è controllante, è politica, è partitica . C'è sololei: i giocatori delle due squadre sono tutti uguali e stannotutti da una sola parte. Tutto è mafia ... purtroppo ... (sperosolo che la mafia non si offenda visto che loro (la mafia) illoro mestiere lo fanno molto bene e seriamente, molto se-riamente) Che tristezza.Uscito di scena Berlusconi chi sarà il nuovo bersaglio dellemanipolate “eccelse toghe”? Se non trovano nessun altro,quale sarà il loro prossimo destino? Verranno abbandonaticome “strumenti obsoleti” dai loro “manovratori” e man-dati al macero? E se così fosse le “toghette” avrebbero an-cora un colpo in canna dalla loro? A chi sarà destinato?Magari ai loro “manovratori”?Venendo a mancare certezze credute assolute, la guerrasarà senza quartiere: che il Buon Dio preservi le personedi buon volontà e che mandi i suoi strali ai piccoli uominimanipolati che perseverano a credersi onnipotenti noncapendo che qualche cosa è cambiato sotto i loro piedi,che pur essendo anche loro mafia sono una parte che nonserve più e quindi potrebbero venire confrontati con unaresa di conti ... rapidamente ... letalmente.Numquam est fidelis cum potente societas. Impunitassemper ad deteriora invitat.

Prof. Paolo Pittaro“Questa accusa (reato) soffre di

una certa dose di indeterminatezza. Parlare di un concor-so esterno è difficile e quasi contraddittorio. Come può esi-stere un concorso se il soggetto non fa partedell'associazione? A meno che non ci sia un favoreggia-mento provato ed in relazione ad ogni singolo reato ...”.

Giulio Andreotti

AntonioGava

Calogero Mannino armeloConte Giudice Corrado Carnevale

Giancarlo CaselliAntonio Ingroia

Francesco Iacoviello

Il pm Antonio Ingroia

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di Umberto Fantauzzo

Il differenziale etico:tra il Professore e

il Biscione progrediscea ritmo esponenziale

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ATTUALITÀ

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Con l’insediamento del Professore in parlamento, è perve-nuto al suo termine il perenne esibizionismo di pessimogusto di emanazione biscioniana, fenomeno patologicoche Sigmund Freud diagnosticamente definirebbe uno

, come:la vergognosa spettacolarità da BUNGABUNGA, avendocostui volgarmente incentrato la gestione politica del pae-se in funzione del suo patrimonio genitale e finanziario: lafastosa coreografia, in occasione delle sue conferenzestampa, che abitualmente fungeva da cornice per dar libe-ro corso ai consueti verbali sbrodolamenti di edizione“auto riverenziale”; le inaudite bugie e gaffe; promesse diprogetti faraonici da visione onirica nella fattispecie dellacostruzione del ponte dello stretto di Messina, opera, reto-ricamente sfarzosa, mai realizzata; le corna a tergo deicapi di stato europei in posa per una foto di gruppo; luridebarzellette di sconcertante bassezza morale con termino-logia da turpiloquio e disprezzanti battute lesive nei con-fronti di politici europei con particolare riferimento alloscontro storico nel lontano 2 luglio 2003, circostanza incui Berlusconi è divenuto famosissimo in Europa e nelmondo per aver spudoratamente umiliato l’europarla-mentare socialdemocratico proponendoloper un ruolo di “Kapò” in un film italiano sui campi diconcentramento durante il nazismo.Con l’avvento del , estinguendosi visibilmen-te l’ultradecennale era di volgarità morale e di mediocritàintellettuale, caratteristiche distintive dell’oscurantismoculturale berlusconiano, è stato gradualmente introdotto unnuovo archetipo di cultura politica che ipoteticamente

cospicua moltitudine di deputati e senatori prevalente-mente appartenenti al partito del cavaliere e del “senaturleghista”.La morigerata personalità del professore ha introdotto unsobrio stile di “performance” culturalmente distinto,umanamente rispettoso, retoricamente parco, precipuoelemento caratterizzante le pubbliche apparizioni delsenatore Monti, adornate da pacato tono di voce, dallaserenità delle sue dichiarazioni, da sorprendente luciditàcognitiva e da un lieve sorriso che a tratti potrebbe celareuna sottile ironia verso coloro che nel suo subconscio glisembrerebbero poco simpatici.La semplicità del professore si manifesta anche nel suonon appariscente consueto abbigliamento, contrapponen-do alla esuberante moda da bellimbusto dal doppio petto,frequente costumanza del cavaliere, una modesta classi-cità dal buon gusto estetico.I recenti successi economici e politici dimostrano l’ele-vata competenza e saggezza con cui il Premier Mario Mon-ti nei primi cento giorni della sua responsabilità governati-va ha traghettato il nostro paese dal pantano culturale,economico e politico, per effetto dell’arrogante e deleteriapolitica dell’incolto ed incompetente millantatore Berlu-sconi, ad un pur modesto ma significativo miglioramentoeconomico, tanto da suscitare ammirazione per il nostropaese da parte di numerosi premier europei e del medesi-mo presidente Obama, riconoscimento che ha consentitoalla nazione di recuperare l’affidabilità internazionaleanteriormente consumata.Malgrado il tangibile miglioramento finanziario dell’Ita-lia per merito del Professore, per poter uscire dal tunnel in

“strano evento di eziopatogenesi di turbe da fallo”

Martin Schulz

“montismo”

potrebbe fungere da pedagogia parlamentare per una

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POLITICA

Page 10: Visto da l'Altraitalia

cui ci siamo trovati, grazie allo spendaccione cavaliere ealla sua intera compagine di furbetti pidiellini, i qualidurante l’intera amministrazione berlusconiana si crogio-lavano a nostre spese deturpando il pubblico erario, gliitaliani dovranno certamente attendere per diversi annisostenendo nel contempo enormi sofferenze di ordinefinanziario.Volendo operare una comparazione tra il professore ed ilcavaliere sul versante dei contenuti e valori interiori ditipo umano, etico, culturale e professionale lo spreadqualitativo tra i due soggetti a confronto presenterebbeuna crescente divergenza incommensurabile a scapito delbiscione; costui nella sua mediocrità culturale presumi-bilmente offrirebbe diversi aspetti negativi: arroganza,prepotenza e millanteria che hanno cagionato e cagione-rebbero ulteriormente enorme nocumento alla nazione;mentre il professore presenterebbe inestimabili contenutisu tutti i versanti del paragone.Nel corso dei primi cento giorni dalle sue dimissioni ilbiscione prepotentemente si presenta ai giornalisti e allapubblica attenzione con affermazioni da monito occulta-mente minaccioso: ,alcune settimane dopo,

.

“io non mi ritiro e rimango in pista”“io posso staccare la spina quan-

do lo riterrò opportuno”

In data 8 marzo il cavaliere, considerando la giustizia dellanazione e la politica della comunicazione suo esclusivomonopolio e come tale tabù politico non negoziabile inquanto sottoposto a divieto di sacralità di genesi biscionia-na, impartisce al suo prediletto delfino ,ex ministro della giustizia e attuale segretario politico delPDL, dispotiche istruzioni con l’ordine di boicottarel’incontro, personalmente indetto dal senatore Monti, tra itre segretari dei partiti portanti l’attuale esecutivo ed ilpremier medesimo, con l’abusivo pretesto che il governotecnico sarebbe stato incaricato “ per esclusivo imprima-tur del metafisico unto, nonché biscione”, di affrontare ireali problemi della nazione come l’economia e la politicasociale e non per questioni di palazzo dettati dalla sinistra,a rischio di far saltare il governo del professore.

Per il cavaliere l’attuale sistema giudiziario nazionale,forgiato a sua immagine e somiglianza, per suo personalevantaggio giuridico, in virtù del principio di prescrizione,conferendogli perenne immunità parlamentare, ricoprepoliticamente una rilevante importanza, conformementealla concezione di giustizia di G. Orwell, il quale nella suamaestosa opera “ animal farm” lascia esibire i maiali dellafattoria con la famosa affermazione “tutti gli animali sonouguali, ma alcuni sono più uguali degli uguali”.L’insolente presenza del biscione in parlamento condi-zionerà insistentemente la politica montiana, principal-mente sul versante della giustizia, per strumentalizzarlaulteriormente a suo favore e districarsi, nel migliore dei

Angelino Alfano

Presidente del ConsiglioMario Monti

Antonio Catricalà

Giampaolo D'Andrea

Antonio Malaschini

Paolo Peluffo

Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio

(segretario del Consiglio dei Ministri)

(Rapporti con il Parlamento)

(Rapporti con il Parlamento)

(Informazione, Comunicazione, Editoria e Coordinamento amministrativo)

Angelino Alfano

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ATTUALITÀ

Page 11: Visto da l'Altraitalia

modi, dal groviglio giudiziario per tutti i suoi misfattievitando la condanna, come nel recente caso del processoMills, grazie alla normativa di prescrizione, un’infamepeculiarità della giustizia italiana, operata dal medesimocavaliere con apposite leggine “ad personam”; un feno-meno irrepetibile in Europa, che nel nostro paese consentea diversi senatori e deputati della repubblica, presumibil-mente collusi con organizzazioni malavitose, di perseve-rare in maniera incontrastata nell’esercizio parlamentare.In tale contesto, unitamente al ministro per la cooperazio-ne e integrazione Andrea Riccardi si potrebbe affermare“la politica delle strumentalizzazioni nella fattispecie mifa schifo”.

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POLITICA

Ministri con portafoglio

Affari Esteri

Interno

Giustizia

Difesa

Economia e Finanze

Sviluppo Economico e Infrastrutture e Trasporti

Politiche Agricole, Alimentari e Forestali

Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare

Lavoro e Politiche sociali con delega alle Pari

opportunità

Istruzione, Università e Ricerca

Beni e Attività Culturali

Salute

Ministro Giuliomaria Terzi di Sant'Agata

Sottosegretario Marta Dassù, Staffan de Mistura

Ministro Anna Maria Cancellieri

Sottosegretario

Carlo De Stefano, Giovanni Ferrara, Saverio Ruperto

Ministro Paola Severino Di Benedetto

Sottosegretario

Salvatore Mazzamuto, Andrea Zoppini

Ministro Giampaolo Di Paola

Sottosegretario Filippo Milone, Gianluigi Magri

Ministro Mario Monti

Vice Ministro Vittorio Grilli

Sottosegretario Vieri Ceriani, Gianfranco Polillo

Ministro Corrado Passera

Vice Ministro Mario Ciaccia

Sottosegretario Guido Improta

Sottosegretario

Claudio De Vincenti, Massimo Vari

Ministro Mario Catania

Sottosegretario Franco Braga

Ministro Corrado Clini

Sottosegretario Tullio Fanelli

Ministro Elsa Fornero

Vice Ministro Michel Martone

Sottosegretario Maria Cecilia Guerra

Ministro Francesco Profumo

Sottosegretario Elena Ugolini, Marco Rossi Doria

Ministro Lorenzo Ornaghi

Sottosegretario Roberto Cecchi

Ministro Renato Balduzzi

Sottosegretario Adelfio Elio Cardinale

Sviluppo Economico

Page 12: Visto da l'Altraitalia

Si tratta di uno dei più importanti processi in Europa e nelmondo relativi ad una causa ambientale. La prima causaambientale in cui sia stato riconosciuto il dolo alla pro-prietà. Almeno 6.000 le parti civili costituite. Due anni ladurata del processo durante il quale sono state indagate leresponsabilità relative a misure disattese in materia di salu-te e prevenzione nel luogo di lavoro. Queste hanno provo-cato nel solo distretto di Casale Monferrato il decesso di1800 tra gli abitanti e i lavoratori dello stabilimento della

multinazionale italo / belga /svizzera Eternit S.p.A.Oltre all'aula principale, sonostate aperte per l'occasione al-tre due aule e un'aula magnacon circa 600 posti, mentrealtri maxi schermi erano pre-disposti nel vicino Palazzodella Provincia. Per ascoltarela sentenza sono giunte a Tori-no migliaia di persone. Da Ca-sale Monferrato in particola-re 16 pullman, altri 2 prove-nienti dalla Francia.Presenti anche delegazionidelle varie parti sociali in cau-sa, dagli stabilimenti Eternit diCavagnolo (Piemonte), Ru-biera (Emilia), Bagnoli (Cam-pania), le Associazioni deiFamiliari delle vittime, asso-ciazioni ambientaliste, alme-no 18 sindaci dei paesilimitrofi Casale Monferrato,semplici cittadini, operatoridella stampa e dell’informa-zione, tv provenienti da tutto ilmondo, un'ispettrice dellavoro venuta appositamentedal Brasile.

Processo Eternitdi Torino

Processo Eternitdi Torino

Una sentenza storicaUna sentenza storica

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di Paola Zorzidi Paola Zorzi

ATTUALITÀ

Page 13: Visto da l'Altraitalia

Se l'esito di questo processo

metodo, retaggi irremovibili attraverso i quali

non potrà sanare tutte le feri-te aperte dalla produzione e diffusione nell'ambientedell'amianto, anche in considerazione del permanere nelterritorio di questo materiale, con questa sentenza si potràcomunque affermare che, giustizia è stata fatta.Con questa condanna decretata dopo due anni di dibatti-menti e 65 udienze si è creato infatti un precedente legalerispetto al quale in ogni parte del mondo, d'ora in avanti,difficilmente si potrà fare a meno di far riferimento.Se questo verdetto non potrà mai cancellare le tante mortie restituire ai familiari le vittime di questa immane trage-dia c'è da sperare che questa sentenza, oltre a restituire lo-ro dignità, darà nuovo impulso al risanamento delle zoneinteressate da questi danni ambientali e nuovi strumentiper far sì che simili disastri non abbiano a ripetersi.Questa sentenza vale per l'Italia, che è stato uno dei mag-giori produttori e consumatori di Eternit ma ha anche unvalore paradigmatico per la Francia ed il Belgio da tempoalle prese con questo problema. Ma ancor più questo valenei confronti di molti paesi in via di sviluppo dove soventenon vi è nessuna nozione di prevenzione e l'uso di questomateriale non è sottoposto ancor oggi ad alcuna restrizio-ne. Ma questa condanna a lungo attesa giunge ancor piùsentita in seguito ad un'altra decisione che ha visto infine ilComune di Casale Monferrato rifiutare l'indennizzo di 18milioni di euro offerto da .Un rifiuto strappato dai comitati eAssociazione dei Fami-liari delle Vittime ad una giunta comunale già pronta afirmare quella delibera. Un rifiuto ottenuto anche attra-verso la maratona di riunioni protrattesi fino alle 4 del mat-tino. Con questa condanna si chiude così una delle peg-giori pagine del capitalismo del Novecento, un secolo chesi era aperto con ottimismo ma dal quale emergono luci edaltrettante ombre. Esso dovrà da oggi rivedere alcunequestioni di

per troppo tempo sono stati tollerati astratti calcoli tra dannie benefici, a giustificazione delle tante spade di Damoclecalate sulle inconsapevoli teste di tanti lavoratori e cittadi-ni. Tra questi alcuni lavoratori degli stabilimenti in questio-ne che, per essersi impegnati a suo tempo in questioniambientali nel loro luogo di lavoro, sono stati licenziati intronco. Tra i presenti c'è ancora qualche collega che nericorda i nomi e la disperazione della famiglia. E se, in se-guito a queste e ad altre simili esperienze nel corso del tem-po, abbiamo potuto constatare un fatalismo d'altri tempisemplicemente sostituito da un più individualista “si salvichi può”, da oggi potremo forse aspirare ad una società piùgiusta, responsabile e democratica in cui le persone sianomesse in condizione di scegliere a ragion veduta del pro-prio destino. Incredibile infine, ancora oggi, alla luce delledifficoltà che si incontrano nel fare impresa, constatare co-me in questi casi sia stato, se non più facile, comunque pos-sibile, far enormi profitti con imprese che rappresentavanocosì alti rischi ambientali.Non credo altresì esista “il mostro” della situazione e cheil tutto si esaurisca semplicemente in questi termini. Varràcomunque la pena riflettere su di un sistema che in troppicasi si è rivelato più incline a sostenere progetti dannosima dal sicuro profitto, piuttosto che il contrario, passandocon disinvoltura al di sopra di intere comunità.

Perché questo avvenga molte infatti debbono essere leconnivenze, di tanti specialisti, le re-sponsabilità, gli egoismi individuali. In tal senso oggi,unita ad una maggiore giustizia, un maggior impegnopolitico/sociale e alle informazioni che il mondo contem-poraneo mette a disposizione, possiamo già impegnarciaffinché tragedie come queste siano evitate. La societàcontemporanea, nel suo essere rivolta a tutti, può trasfor-marsi da democrazia in massificazione.La differenza è data esattamente dalla qualità e dal “pro-cesso” attraverso il quale questa si realizza.

Stephan Schmidheiny i silenzi assordanti

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SOCIETÀ

Page 14: Visto da l'Altraitalia

Inizi che sei giovane e sprovveduto. Poi giovane non losei più, ma rimani in un certo modo sprovveduto perchétutti i lavori ti preparano al mondo a modo loro, questo perniente. Inizi (e continui) perché “sai la crisi, prendiamoquello che c’è’”, e poi rimani. Un po’per abitudine, forseper pigrizia, certo perché oramai lo sai fare, anche perchéci si affeziona sempre a qualcosa, e intanto passano glianni e quando ti chiedono che lavoro fai quasi ti vergognia rispondere: operatore di call center.Questo perché il call center nell’immaginario comune vie-ne visto come un lavoro poco serio, poco qualificato, unpassaggio temporaneo per giovani se va bene, il rifugio de-gli sfigati se va male. Beh, sapete che vi dico, non è così.

E mi rivolgo a te, a te che non fai la fatica di aprire un ma-nuale di istruzioni in caso di bisogno, ma componi un nu-mero. A te che chiami solo per sfogarti. A te che non sei ingrado di utilizzare un prodotto o servizio e dai la colpa anoi che non riusciamo nel miracolo di spiegartelo, a te che“Lei è solo una telefonista, voglio parlare con qualcunoche decide”, a te che, fossi anche un commesso alla Pam,saputo che lavoriamo in un call center, ci guardi dall’alto inbasso.Caro, carissimo cliente che sei arrivato a leggere fin qui,noi siamo lì per te, davvero. Noi arriviamo la mattina pre-stissimo e spesso ce ne andiamo alla sera tardi perché tu,digitato il fatidico numero, non debba aspettare troppo inlinea. Noi siamo tenuti a presentarci, siamo gentili, dispo-nibili e abbiamo imparato a essere “empatici” qualsiasicosa voglia dire. Noi non ridiamo alle tue domande stupi-de, non rispondiamo alle tue accuse paranoiche e se ancheti dobbiamo guidare passo passo in una procedura che an-che uno scimpanzé avrebbe capito da solo come fare, nonte lo faremo mai pesare.

Pronto, buongiornosono Chiara (e ti odio)

Qualcosa che dovreste sapere sui call center

di Chiara Morassut

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ATTUALITÀ

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Ma ricordati una cosa. Noi siamo gli unici amici che hai.E non sto esagerando. Questo è un articolo di pubblica uti-lità, e come tale consideralo, potresti capire qualcosa cheancora non sai. Noi siamo il ponte fra te povero consuma-tore finale, spesso con problemi reali, e una parvenza disoluzione a tali problemi.Ma attenzione, come diceva sempre uno dei miei primitrainer, quando ho lavorato per un’azienda informaticaanche troppo conosciuta:

, in altre parole: non siamo qui per tenerti per ma-nina. È questo in realtà il problema, il cliente (tu) chiama epretende qualsiasi cosa, dalle lezioni al telefono ai piccolimiracoli, senza spesso saper spiegare qual'è il reale pro-blema; l’operatore di call center (io) dall’altra parte si bar-camena fra procedure assurde e l’effettiva impossibilitàdi dare una mano, cercando in qual-che modo di concludere la chiama-ta con un cliente (tu) convinto diaver ricevuto un servizio degno.Non cercando di aiutare, attenzio-ne, non l’ho usata volontariamentequesta espressione, se cerchi unaiuto chiama il telefono amico. Elo so, sto diventando cinica, ma ècolpa tua, ipotetico utente a cui mirivolgo, è colpa dei tuoi lamenti,della tua ignoranza supponente,della tua arroganza nel rapportarticon me. E se anche alla fine ti sem-bra di aver ottenuto qualcosa dauno di noi, se hai messo giù il tele-fono veramente convinto di averappena vissuto la

della tua vita, ricordatiche l’ho fatto solo per farmi dareun feed back positivo (che spesso ha effetto sul mio sti-pendio). Quindi, comunque, ho vinto io. Senza rancore, lamaggiore parte delle volte non sei cattivo. Semplicemen-te non lo sai. Non sai cosa passiamo noi dall’altra partedella cornetta. E certo, questo si potrebbe (e dovrebbe)dire di qualsiasi lavoro, ma sei fortunato: io sono qui aspiegartelo.Iniziamo col sottolineare un punto, solo apparentementemarginale: io parlo la tua lingua, non nel senso che la cono-sco o la mastico appena, è proprio la mia lingua madre,conosco le sfumature, i toni, le parole difficili. La maggiorparte dei miei colleghi no, la maggior parte di loro, evvivala globalizzazione, rispondono da qualche paese dell’est,se non dall’India, e di quello che dici loro capiscono forsela metà, quindi tu, solo per il fatto di riuscire a parlare conme, sei fortunato. Poi. Per favore, non fare polemica, nonti giova in nessun modo. L’operatore di call center più pre-parato al mondo diventa fortemente impreciso nel dare leinformazioni, se non volutamente fuorviante, davanti a uncliente polemico. Come chiedi le cose è tutto. Sii educatoe lo saremo anche noi. Sii gentile e lo saremo anche noi.Indisponici e non avrai niente. Passando ai contenuti, al

motivo della tua telefonata, in breve tu chiami perché tiserve un’informazione generica o perché vuoi capire qual-cosa di più o meno tecnico che non capisci. Io la rispostaalle tue domande non ce l’ho. Ma, il 99% delle volte, la tro-vo su Google. Quindi, prima di spendere i tuoi soldi sii one-sto con te stesso e chiediti: ho fatto davvero tutto quanto inmio potere per venire a capo da solo al mio problema? Lamaggior parte delle volte la risposta sarà no.Che poi, a tesembra di no, ma io in fondo ti capisco, sono stato anche ioun utente che ha dovuto lottare con call center impreparatise non ostili, spesso senza ottenere niente, o con telefonisbattuti in faccia. E ne ho di colleghi totalmente incapaci,o incattiviti dallo stare dieci ore al giorno a presentarsi erispondere sempre alle stesse domande stupide. Però nonfare di tutta l’erba un fascio e se veramente capita che ti

abbiamo aiutato, perché noi, forse mi ripeto, se lo voglia-mo, possiamo aiutarti; se insomma sei stato contento dinoi, smettila di pensare: beh tanto voi rispondete solo altelefono, che ci vuole. La prossima volta potrebbe esserciun risponditore automatico al mio posto, e non saresti con-tento. Se, dopo tutto questo, non hai ancora riconsideratola tua idea sui call center e i poverini che ci lavorano, unasoluzione c’è sempre. Non chiamarci. Con immutata sti-ma. E sempre grazie di aver usato il nostro servizio.

“we support problems, not cu-stomers”

best customerexperience

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SOCIETÀ

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Per la prima volta, sotto la spinta della crisi e della neces-sità di reperire risorse, viene considerata la possibilità dirivedere la posizione di quel contribuente speciale, chefinora, grazie a Patti e accordi operanti è stato alriparo da approfondite indagini conoscitive per l'ac-certamento dell'entità e degli usi effettivi del suo vastopatrimonio immobiliare.

de facto,

In altre occasioni l'Italia ha conosciuto gravissime diffi-coltà economiche che hanno spinto i governi di allora adimporre sacrifici a dir poco pesanti, che i cittadini hannomostrato di accettare nella consapevolezza della situazio-ne. Ricordiamo la pesantissima finanziaria del 1992 diGiulianoAmato! Mai nessuno, però, si era spinto a consi-derare questa possibilità per contribuire a risanare i contidello Stato con i proventi dalle tasse sui fabbricati deglienti religiosi. E soprattutto a praticarla.

di Maria Agostina Pagliaroli

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ATTUALITÀ

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Se attuata senza ripensamenti, prefigura una piccola rivo-luzione, definita addirittura storica perchè, se da un latoafferma un principio di giustizia sociale, dall'altro, abbat-tendo privilegi ingiustificati, offre alla Chiesa la possibilitàdi liberarsi da due grossi macigni: il reato di reiterata eva-sione fiscale, davanti al tribunale civile dello Stato italia-no, e il peccato di falso e di ingiustificata appropriazione diricchezze, davanti al tribunale di Dio.Il primo, celato nelle pieghe delle dichiarazioni rese all'uf-ficio delle imposte, attiene alla legge degli uomini el'ambito di applicazione è pubblico, il secondo resta chiusonella profondità della coscienza e coinvolge la relazionetra il credente, sottoposto alla legge morale, e il suo Dio.Quale delle due questioni sia più gravida di conseguenze,giudichi ognuno secondo i propri convincimenti.Ma è certo che esse coesistono e trovano fondamento nella

condizione contraddittoria di una Chiesa, che è stato e ap-parato e nello stesso tempo religione e fede. Ragione di piùper apprezzare le parole del cardinale Bagnasco, presiden-te della Cei, quando ai giornalisti dichiara che non ci sonopregiudiziali da parte della Chiesa nell'accettare che siaapplicata l'Ici agli immobili di ordini religiosi, secondo leintenzioni manifestate dal Capo del governo. Ci sono inqueste affermazioni i presupposti per instaurare un equili-brio nuovo nei rapporti tra interlocutori di tal peso.La legge attuale, riferisce il porporato, “prevede un partico-lare riconoscimento e considerazione del valore sociale del-le attività degli enti no profit, tra cui la Chiesa cattolica, equindi anche di quegli ambienti che vengono utilizzati perqueste specifiche finalità di carattere sociale, culturale, edu-cativo”. Ma noi sappiamo che bisogna saper individuare eseparare i casi, e non sono pochi, in cui a quelle finalità se

Il Cardinale Angelo Bagnasco

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POLITICA

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ne affiancano altre di diversanatura, che fanno ricaderequei fabbricati sotto le normedi disciplina degli esercizicommerciali. La questionenon è affatto semplice: le diffi-coltà risiedono in primo luogonei numeri, fortemente diver-genti, di edifici assoggettabilialla normativa in parola, enell'entità delle somme evaseche spaziano dai 100 milioni,secondo la Chiesa, al miliardodi euro secondo i dati fornitidalle fonti ufficiali del gover-no. In ogni caso, anche solotenendosi nel mezzo, il recu-pero potrebbe facilmente aggi-rarsi attorno ai 600 - 700 mi-lioni

Da qui l'urgente necessità di procedere a inda-gini conoscitive accurate, evitando contrapposizioni, peri-colose

di euro, come sostengonoi comuni nei quali sono situatigli immobili, una cifra di tuttorispetto. Di fronte a tale situa-zione alle parti in causa si im-pone di agire, perseguendo

ognuna il proprio obiettivo, di equità sociale, lo Stato, innome del superiore bene comune, di giustizia morale, laChiesa cattolica, dietro la spinta imperativa di rispetto del-le norme, coerenti con la scelta religiosa che essa stessarappresenta.

quanto inutili, in modo da inquadrare il problema e

Casa Accoglienza Paolo VI a Roma

Centro Accoglienza Minozzi a Roma

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ATTUALITÀ

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giungere a contabilizzare correttamente anche le sommearretrate e gli interessi sulle stesse. In questo non c'è nes-sun intento punitivo, soltanto invece, una profonda spintaa praticare e attualizzare quel principio di giustizia socia-le al quale uno stato è tenuto tanto più quando chiede aisuoi cittadini gli sforzi che tutti conosciamo.Questo l'impegno che il governo deve essere in grado diassumere in nome dei cittadini. E la cosa appare ancor piùstraordinaria, se pensiamo che si tratta di un governo tec-nico, cui non si riconosce per definizione la forza e la capa-cità politica di operare scelte e prendere decisioni che va-dano oltre l'emergenza.Ma la forza, la “squadra speciale”guidata da Monti la traedalla debolezza degli altri, i partiti in primo luogo, dilania-ti da giochi di potere, dalla loro incapacità ad affrontareun'emergenza di tale entità con gli strumenti dovuti. Il mo-mento e i sacrifici stessi, imposti a tutti inpossono e devono diventare la chiave per sottrarsi al purocalcolo di parte, per seguire principi ideali di giustizia so-ciale e cercarne la realizzazione, percorrendo un'insolitopercorso, quello, per esempio, di una semplice operazionedi giustizia fiscale come è l'imposizione dell'Ici al patri-monio delle congregazioni e degli enti religiosi.Con ciò lo Stato non si limita a riportare entro una cornicedi maggiore correttezza formale un rapporto sbilanciato avantaggio di un'altra entità statuale, ma realizza, a distan-za di 150 anni dalla sua nascita e in maniera più efficace,la LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO di cavourianamemoria. Che finisce col coincidere con la realizzazionedel motto evangelico DARE A CESARE QUEL CHE ÈDI CESARE, DAREADIO QUELCHE È DI DIO.Un passo ulteriore verso una democrazia più matura e piùsicura del proprio diritto, che sa emanciparsi con corag-gio e nella quale finalmente LA LEGGE diventa davveroUGUALE PER TUTTI, potenti o meno.Una decisione che si proietta ben oltre la normale prassipolitica, legata al momento e perciò destinata a passare.Perché una più solida libertà dell'Uno finisce per regalareall'Altra una eccezionale occasione di recupero della suavocazione più vera, quella della sua missione spirituale

nel mondo. In questo risiedela speranza della costruzionedi due Organismi ugualmenteforti e indipendenti ciascunonel proprio ambito: uno Statosempre più al servizio dei cit-tadini e del bene comune, unaChiesa sempre meno apparatopolitico e sempre più servizioevangelico.A venti anni da Mani Pulitesarebbe il miglior modo di rea-lizzare l'aspirazione ad unapolitica più onesta e trasparen-te al servizio dei suoi cittadini,tutti.

egual misura

Edizioni Paoline

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POLITICA

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di Marco Minoletti

ATTUALITÀ

Intervista allaDott.ssa Nella Sempio

Il 3 marzo scorso alcuni soggetti coinvolti nel mondo del-l'associazionismo in Svizzera hanno dato vita ad un gruppoa sostegno dei corsi di Lingua e cultura italiana. Chi siete?

Perché avete sentito il bisogno di organizzarvi?

Potrebbe fare una breve cronistoria dei corsi, per i nostrilettori?

Dunque la situazione è grave!

Siamo un gruppo variegato, composto da rappresentantidei comitati dei genitori attivi in diverse circoscrizioniconsolari della Confederazione, membri del CGIE e deiComites, alcuni enti gestori dei corsi e cittadini italianiresidenti all'estero interessati alla salvaguardia e alla con-tinuità dei corsi di lingua e cultura italiana all'estero.

Per tentare di far fronte all'emergenza corsi, causata dalprogressivo disimpegno da parte dello Stato italiano cheavrebbe dovuto tutelarli e garantirne la continuità.

I corsi di Lingua e Cultura Italiana rappresentano una delleconquiste della nostra storia di cittadini italiani residentiall’estero. Essi sono nati negli anni ’70 grazie alla volontà ealla capacità auto-organizzativa degli italiani in emigrazio-ne. Nel 1993, a seguito del massiccio rientro degli inse-gnanti inviati dal Ministero degli Affari Esteri (MAE)richiamati ai ruoli pubblici italiani, si è aperta una prima fa-se di emergenza che rischiava di travolgere i corsi. Essi so-no stati “salvati”, in extremis, da una delle espressionidell'associazionismo più vive all’estero: gli enti gestori.Alcuni enti si costituirono ad hoc su basi volontaristiche,mentre altre iniziative si appoggiarono a fondazioni senzafini di lucro, già operanti sul territorio (ECAP, ENAIP,FOPRAS). Con una parte ridotta d’insegnanti provenienti

che assunsero altri insegnanti in loco, i corsi poterono conti-nuare. Nacque così la “doppia gestione” dei corsi. Nel 2009,a seguito della manovra finanziaria messa in campodall'allora ministro dell'economia e del tesoro, Giulio Tre-monti, ha avuto inizio una nuova fase di disimpegno finan-ziario da parte dello Stato italiano e la situazione ha comin-ciato gradualmente ad aggravarsi fino a degenerare nel 2012.

Gravissima, direi. Come tutti ben sanno, la dedizione e la vo-lontà dei singoli non sono stati sufficienti a colmare il pro-gressivo disimpegno dei contributi statali. I miracoli non è ingrado di farli nessuno! Gli insegnanti vanno in qualche modopagati, i libri devono pur essere comprati, gli esami di certifi-cazione linguistica, a fine anno scolastico, devono essereespletati, e devono essere sostenuti i corsi di aggiornamento ele varie iniziative mirate alla riqualificazione continua degliinsegnanti. Se non si riusciranno a proporre in tempi brevi del-le soluzioni concrete, immediatamente operative, che si collo-chino oltre le arcinote e ormai insopportabili retoriche di rito,dei falsi proclami e delle vane promesse, buona parte deglienti gestori chiuderà i battenti, la maggior parte dei docentidall’Italia - gli insegnanti ministeriali - e con gli enti gestori,

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assunti in loco sarà licenziata, circa il 50% dei nostri ra-gazzi, pertanto, non potrà più frequentare i corsi, scompa-riranno molti centri di Certificazione linguistica, i corsiperderanno di credibilità e si innescherà un effetto dominoanche sui corsi rimanenti. Non è accettabile, inoltre, chealcuni possano usufruire di tale insegnamento, mentre altrise ne trovino esclusi. Questo è il problema!

Intendiamo mobilitarci per sensibilizzare l'opinione pubbli-ca e coinvolgere in questa iniziativa il maggior numero dipersone possibile, organizzare forme di protesta civile e, so-prattutto, cercare di mettere in campo proposte costruttiveimprontate all’ormai lunga e qualificata esperienza maturatain territorio elvetico, coinvolgendo in sostegno perfino auto-rità scolastiche e politiche svizzere, già attente ed informate.

Perché la Confederazione Elvetica e i Cantoni, pur se mol-to attenti alla situazione, in base agli accordi bilaterali con ilnostro Paese, possono solo dare un sostegno logistico, manon finanziario, ai corsi. È anche auspicabile instaurare, inun prossimo futuro, un diverso rapporto con la Svizzera,nella quale l’italiano è lingua nazionale; ma lo Stato italia-no dovrà presentarsi nelle vesti di partner patrocinante, nelsuo proprio interesse, e non di pezzente bisognoso d’as-sistenza! Se ne può cominciare a parlare, ma ora c’è da farfronte all’emergenza, subito! Lo Stato italiano ha dalla suauno stuolo di cittadini ben disposti all’estero, seri, compe-tenti e volonterosi, ma continua ad ignorarli quando si trattad’investire concretamente per loro qualche denaro, in cini-co dispregio delle cospicue rimesse che da decenni fuggo-no … dalla Svizzera verso l’Italia (sic); salvo poi adularlinella retorica celebrativa d’ogni sorta, ad ogni occasione.

Perché riteniamo fondamentale il fatto che i nostri figlinon dimentichino le loro radici linguistiche e culturali ita-liane; e l’italiano non si apprende nei corsi privati dellescuole di lingua a tariffa oraria. Molti fra i genitori che be-neficiarono in gioventù dei nostri corsi sono quelli chemaggiormente si dolgono dello smantellamento odierno:a prescindere da ogni becero nazionalismo idiota, la cul-tura di un popolo fa parte del suo corredo genetico!

Nell’immediato, occorre rimboccarsi le maniche ed auto-organizzarsi. Le competenze non mancano: ormai sono ve-ramente in tanti gli oriundi diplomati e laureati in tutte lediscipline, nati e residenti su questo territorio. Se nei lontanianni ’70, l’iniziativa dei nostri padri è riuscita a dare rispo-ste in positivo, non si capirebbe perché noi, ben più ferrati,non dovremmo riuscirci oggi. Questa è la nostra scommes-sa! Chiediamo al Governo Monti di rivedere le politichedraconiane nei confronti degli italiani all'estero.

Che cosa pensate di fare?

Perché non chiedete un sostegno alla Confederazione e vilimitate a far leva sulle potenzialità della collettività ita-liana in diaspora?

Perché i corsi sono importanti?

Quale è il vostro obiettivo principale a breve termine?

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ISTRUZIONE

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Anoressia e bulimia rappresentano la prima causa di mor-te per malattia tra le giovani italiane di età compresa tra i12 ed i 25 anni, un vero allarme socio/sanitario, colpendooggi circa 150/200mila donne.

, ha spiegato Roberto Ostuz-zi, presidente della Sisdca, Società italiana per lo studiodei disturbi del comportamento alimentare, che al Policli-nico Umberto I di Roma ha presentato le nuove statistiche

su a

“I disturbi del comporta-mento alimentare sono patologie gravi, invalidanti e conelevato indice di mortalità”

noressia e bulimia nervosa. Vi è una malattia della qua-le i mass-media sono costretti ad occuparsi, con sempremaggior frequenza, per le conseguenze tragiche cui spes-so conduce. Questa consiste nell’anoressia nervosa ungrave disturbo alimentare che il Ministero della sanità,già da alcuni anni, ha stabilito venisse considerata una ve-ra e propria epidemia. Essa, al pari dell’AIDS e delle tos-sicodipendenze, miete numerose vittime soprattutto fra igiovani.

Anoressia e bulimia, prima causa di morteper malattia fra le giovanissime

Pauradel cibo

ANORESSIAdalla Redazione

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L’anoressia può essere conseguente ad alterazioni meta-boliche prodotte da malattie di varia natura come gastriti,intossicazioni o alcune forme di tumore ma può anche ma-nifestarsi sotto forma di nevrosi e si parla in questo caso di

, detta anche .Oggi è proprio sotto questa forma che si presenta più di fre-quente. L’anoressia nervosa è comune soprattutto nelleragazze (l’età più critica va dai 12 ai 25 anni), la stragrandemaggioranza delle quali non è sposata (oltre l’85%). Finoad alcuni anni addietro la malattia era stata sottovalutatapensando che si trattasse di semplice depressione o di undisturbo comportamentale legato all’assunzione del cibo:solo di recente si è compreso invece che si era in presenzadi una vera e propria malattia psichiatrica che andava af-frontata con terapie molto complesse le quali dovevanocoinvolgere sociologi, psicologi, neurologi, dietologi e glistessi familiari.

La patologia si sviluppa in genere a partire daun’immagine distorta del proprio corpo che si percepiscesempre come inadeguato e, in particolare, costantementein condizioni di soprappeso. Alcune adolescenti, temen-do di non ricevere l’approvazione dagli altri, comincianoallora a rifiutare il cibo e a praticare un esercizio fisico esa-gerato nel tentativo di bruciare calorie. Il fenomeno è inespansione: se fino a poco tempo fa riguardava solo la ca-tegoria sociale medio alta, ora esso investe anche i ceti piùbassi. Anche la fascia di età si è notevolmente allargatacoinvolgendo, negli ultimi tempi, anche le bambine in etàpre-puberale e le donne mature.

L’anoressia nervosa non è tuttavia un disturbo tipico del no-stro tempo ma affonda le radici già nel Medioevo, quandomolte donne raggiunsero la santità proprio imponendosi undistacco implacabile e assoluto verso ogni bisogno terreno,compreso quello del cibo necessario alla sopravvivenza.

Aquel tempo tuttavia la privazione non era considerata unapratica igienica o rivolta a fini estetici ma piuttosto un tiro-cinio spirituale e fisico che procurava la perfezione interio-re. In quel caso la rinuncia voluta ed estrema del cibo nonera anoressia, ma ascesi, ossia un sacrificio indispensabileper incontrare Dio. Anche Sissi (

la bella e irre-quieta moglie di Francesco Giuseppe, imperatore d'Austria,molto probabilmente soffriva di anoressia nervosa accom-pagnata (come riferiscono le cronache del tempo) daun’eccessiva e frenetica attività fisica.

Non è facile prevenire la malattia perché svariate sono lecause che la provocano compresa, secondo alcuni, la pre-disposizione genetica. In genere insorge in persone sanee, come abbiamo detto, colpisce soprattutto le giovanidonne, con un rapporto di 10 a 1 rispetto agli uomini. Spes-so le ragazze anoressiche sono state bambine remissive eubbidienti, perfezioniste e scrupolose, specialmente nelrispetto delle norme igieniche. Ad una certa età questebambine, divenute adolescenti, influenzate forse anchedalla moda che propone la magrezza quale canone di bel-lezza assoluto, convinte così di essere più apprezzate

“anoressia nervosa” “anoressia mentale”

nella foto sopra, inun’interpretazione dell’attrice Svenja Klein)

dall'altro sesso, cominciano a limitare l'assunzione del ci-bo, fino al rifiuto totale e all'annientamento. Si inizia, ingenere, con una dieta dimagrante sollecitata da un proble-ma, forse reale, di soprappeso. Poi, però, a questo primotentativo, segue una vera e propria ossessione per il con-trollo del peso e il terrore dell’obesità anche quando risultievidente la progressiva magrezza corporea. Chi soffre dianoressia non si accontenta mai del proprio aspetto fisico,non raggiunge mai la forma desiderata e nonostante tutti isacrifici e le privazioni alla fine il risultato è sempre lostesso: delusione, insoddisfazione, depressione.

Come si sviluppa la patologia?

Si può prevenire la malattia?

SOTTO LA LENTE

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Spesso l’anoressico non vuole rendere palese il suo tor-mento e in presenza di estranei assume regolarmente glialimenti, che poi però, di nascosto, rimette. Conl’aggravarsi della malattia il vomito avviene spontanea-mente, a volte anche solo alla vista del cibo.

L’anoressia nervosa, può causare anche gravi disfunzionifisiologiche quali, ad esempio, vulnerabilità alle infezionie squilibri ormonali che conducono ad irregolarità nel ci-clo mestruale e, in fasi più avanzate della vita, ancheall’osteoporosi a causa dell’insufficiente introito di calcioe di altri sali minerali. I ripetuti episodi di vomito creanoinoltre acidità che nel tempo può corrodere i denti e la mu-cosa dell’esofago. Infine, all’anoressia, possono essereassociati disturbi della sessualità per il fatto che il partnernon viene più visto come un compagno, ma come un anta-gonista al quale si deve dimostrare di essere migliori dilui. La malattia può sfociare anche in forme depressiveche compromettono i processi mentali i quali tuttavia ri-tornano normali se l’affezione si risolve e il peso corporeoviene ripristinato. Si calcola che in un 5% dei casi l’ano-ressia nervosa abbia purtroppo esito fatale.

Una stima precisa del grado di diffusione della malattia,presente ovviamente solo nel mondo industrializzato,non è facile in quanto molte delle persone affette da ano-ressia nervosa, soprattutto se ragazze, non si rivolgonodirettamente ad un medico.Le anoressiche al mondo (il Giappone ha il record di que-ste sindromi) sembra siano alcuni milioni e in Italia si cal-cola che ogni anno almeno 6.000 persone si ammalino diquesto disturbo, ma per fortuna molte guariscono. Si trat-ta come abbiamo detto per lo più di giovani donne che ven-gono descritte di intelligenza superiore alla norma i cuicomportamenti sintomatici non possono essere attribuitisemplicemente a cattive abitudini o a suggestioni che pro-vengono dal mondo esterno, che pure giocano un ruoloimportante, ma all’insorgenza di una vera e propria ma-lattia di origine psicologica che nasce da carenze affettivee da conflitti interni. Fra gli elementi determinanti figura-no anche i rapporti con gli altri: gli squilibri infatti sonooriginati spesso dalla difficoltà nei rapporti sentimentali,nei legami affettivi, nelle semplici amicizie e dalla scarsaadesione al nucleo familiare. Si è notato, ad esempio, chemodificazioni degli equilibri familiari come perdite affet-tive e separazioni possono essere la causa scatenante diquesta malattia.

A volte la responsabilità di questa patologia alimentaredei figli viene fatta ricadere sui genitori per il comporta-mento troppo assillante e invadente delle madri e troppoassente dei padri. Le madri che si trovano ad affrontarequesto problema in genere si sono preoccupate molto deifigli, ma non hanno percepito ciò di cui avevano effettivobisogno: è mancata spesso da parte loro la vicinanza emo-tiva, il calore, il contatto corporeo mentre si sono spessomostrate assillanti verso altre problematiche. La figurapaterna, spesso affermata nel lavoro, aveva riposto invecegrandi aspettative sui figli. Tutto questo rende ancora piùcomplicato l’intervento terapeutico.

Quali disfunzioni può causare?

Chi è responsabile?

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ANORESSIA

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Anoressia nervosa,pericolo sul Web

Ana

Rebecka Peebles Johns Hopkins Bloomberg Schoolof Public Health di Baltimora

American Journal of PublicHealth

“Per molte pazienti, internet diventaun modo per esprimere i propri sentimenti

invece di gestirli attraverso tradizionali mo-delli di cura come la psicoterapia”

è la personificazione dell' anoressia nervosa ed è laprotagonista dei racconti di moltissimi blog pro-ana. Leautrici di questi diari segreti on line parlano di Ana comedi un'amica molto cara, la difendono se viene attaccatadagli estranei e si ispirano a lei come ad un modello di bel-lezza perfetto.Ana in realtà è una malattia che può portarealla morte e questi blog sono pericolosissimi perché con-tengono le istruzioni per diventare anoressiche e le autricisi spalleggiano tra loro per arrivare all'obiettivo della per-dita di peso.Insegnano a vomitare, consigliano lassativi e diuretici,esortano e ammirano chi è capace di rifiutare il cibo, in-sultano chiunque faccia loro notare che Ana è una malat-tia da curare. Il problema è che questi siti sono alla portatadi tutti, soprattutto delle adolescenti disorientate che cer-cano una risposta ai loro piccoli problemi dati dall'età.

dellaha monitorato 180 blog

pro-ana e lancia un nuovo allarme.La ricerca, pubblicata sull'

, ha trovato nei diari pro-ana una miniera di perico-li di facile accesso a chiunque si colleghi a internet: l'80%dei siti pro-ana è dotato di applicazioni interattive (come i

contatori di calorie), l'85% pubblica foto di donne schele-triche a cui ispirarsi (chiamati thinspiration), l'83% dàconsigli per dimagrire velocemente e su come impegnarsinell'obiettivo di avere il totale controllo del proprio corpoper arrivare a 45 chili o meno. Il 24% dei siti è stato bolla-to come molto pericoloso per i lettori.Questi blog però devono essere considerati anche comedelle urla di aiuto:

- concludonogli autori -

.È necessario spiegare alle giovanissime che non è nellamagrezza che si trova la perfezione, in modo da promuo-vere un canone estetico in cui la salute sia parte integrantedella bellezza.

SITI CONSIGLIATI

http://anoressiabulimiaafterdark.blogspot.com/2008/10/

specchio-specchio.html

http://salute.pourfemme.it/articolo/anoressia-sintomi-

testimonianze-e-foto-di-chi-ne-ha-sofferto/5815/

SOTTO LA LENTEdalla Redazione

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Ho incominciato a ridurre i cibi, all’inizio solo la quantitàe poi un po’alla volta ad eliminarne alcuni tipi. Ogni voltache ne eliminavo alcuni iniziava una nuova tappa di esclu-sione. Dovevo provare e riuscire ogni giorno a dirmi:

.Mettere a tacere la fame mi dà forza e mi fa sentire poten-te. Dimagrire sempre di più è la conferma che sto riuscen-do a dominare la forza della ragione che mi dice che forsesarebbe meglio mangiare qualcosa. È bello dimagrire esentirsi dire “ ”. Mi sono tutti addosso, sipreoccupano per la mia salute, ma il piacere del controllo,del digiuno, mi gasa a tal punto che mi convinco che smet-to quando voglio, che non arriverò al baratro perché sonoforte e so decidere. Una sfida con gli altri e con me stessa.Voglio battere qualsiasi record, come uno sportivo che cer-ca sempre di abbattere il suo record personale. Ho trovatola Forza, ma improvvisamente mi ritrovo senza interessi,sola e senza pensieri, anzi con uno solo, quello del cibo. Ilcibo che desideravo ma che non dovevo assumere.Adessonon lo desidero più anzi lo detesto, lo odio, mi ripugna e semai dovessi assumerlo sarei pronta a vomitarlo perchénon debbo, non posso. Mi sento stanca, triste, piango e sen-to freddo. La bellezza è diventata bruttezza, la forza debo-lezza e vorrei non aver iniziato mai.Adesso non vorrei, maci sono dentro. Chiedo aiuto, ma sento di non farcela. Vor-rei tanto non aver iniziato mai.

L’Anoressia è un fiume in piena che ti travolge nel momen-to più bello, quando pensi che in fondo dimagrire è bello eche puoi smettere in qualsiasi momento. Eri entrata nel fiu-me del digiuno solo per fare un bagno e perdere alcuni chi-li. Avevi deciso di smettere di fare il bagno, ma al-l’improvviso il fiume si è ingrossato, la corrente è diventatasempre più forte e ti ha travolta. Fa che sia un sogno, unbrutto sogno, un incubo ma solo un sogno.

Ho 16 anni, ne son dentro da circa un annetto. Tutto è inizia-to per un ragazzo nel mese di dicembre dopo una delusioned’amore. Ho pensato che era ora di smettere di mangiare.Ero e sono brutta e cicciona ed è per questo che i ragazzinon mi vogliono e sono sola. Volevo essere uguale alle altreragazze: bella e magra. Ho iniziato a mangiare di meno epoi correre subito in bagno a vomitare tutte quelle sostanzedannose che mi avevano rovinato la vita da quando sono

nata. Cinque mesi li ho passati così e mi sono ritrovata a vo-mitare anche sette volte al giorno. Mi sentivo come posse-duta da un demone più forte di me, non so come spiegare,fino a quando ho deciso di mangiare solo un paninovuoto in tutto il giorno per poi vomitare anche quello. Da64kg che pesavo, volevo arrivare a 50kg perché pensavoche una volta raggiunta quella meta sarei stata finalmentebella. Ma una volta raggiunta, mi sono guardata allo spec-chio e mi sono messa a piangere a dirotto. Ero sempre obe-sa e brutta. Allora da li volevo arrivare a 48, 45, 40kg. Lovolevo a tal punto che in solo un giorno sono dimagrita di2kg. Questa estate mi ero tirata fuori da questo incubo per-ché avevo trovato una persona davvero importante che miaiutava, ovvero il mio ragazzo, ma adesso è da una settima-na che ci sono ricaduta perché questa persona se ne fregaaltamente di me. Penso che ormai non ne salterò più fuori,ma ne sono felice perché a nessuno importa di me. Non inte-ressa a nessuno sapere che sia viva o che sia morta. Mi stopian piano incamminando verso un vicolo cieco e di certonon ne verrò fuori e se mai ne verrò sarà in un letto di ospe-dale o in una comoda bara. Ma forse è quello che voglio re-almente, ormai non ho più niente da perdere. Ho lottato fin-ché ho potuto ma ormai non ne vale più la pena.

Scrivo perché sono stanca, mia sorella non sembra accor-gersi di quanto sta sbagliando, e la mia delicatezzanell’affrontare il problema non reggerà a lungo. Sonostanca di non poter fare nulla, sono stanca di vederla farsimale, di spiarla, di pensare che non è sincera ogni voltache mi dice una cosa, di sapere che non siamo più così vici-ne, perché lo so che mi mente, e so che è convinta che ionon sappia come si sente, perché fa tutto questo, cosa la fastare così male…ma sbaglia! Ormai è diventata abitudi-ne… è stanca, è tardi, ha mal di stomaco, va un po’ in ca-mera perché le fa male la testa, lei forse pensa che io noncapisca nulla … ma ad ogni frase mi sento svuotata eavrei voglia di urlarle di smettere di dirmi cazzate, di smet-terla che così si rovina la vita … di smetterla … perché stauccidendo anche me!Aiutatemi … ditemi cosa posso fare… ditemi di cosa avreste bisogno ... cosa vi manca? Nonc’è niente che io non possa fare per lei … ditemi, vi prego!

“Brava, ce l’hai fatta, prova ad essere ancora più forte”

che magra che sei

Svegliati adesso che stai solo facendo il bagno.

Svegliati prima che il fiume si ingrossi e la corrente

ti travolga.

Svegliati prima di entrare nel baratro

dell’Anoressia.

Testimonianze

Sara

Giovanna

Alessandra

Daniela

ANORESSIA

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In Italia il 5% della popolazione è affetta da disturbi ali-mentari; nell'8 / 10% dei casi si tratta di ragazze e nello0,5 / 1% dei casi di ragazzi. Oltre il 3% della popolazione(percentuale in aumento) è affetta da anoressia o bulimiaconclamata. L'anoressia nervosa si manifesta nei giovanitra i 15 e i 30 anni d'età, ma non bisogna dimenticare casidi anoressia in bambini anche al di sotto dei 7 anni e in adul-ti che hanno superato i 50 anni di età. Nel 5 / 15% dei casil'anoressia é mortale. E queste sono le cifre. Ma la diagno-si, il processo mentale che può portare all'anoressia, le tera-pie da seguire me le può fornire solo una psicoterapeuta.È per questo motivo che sono andato a chiedere alla

, psichiatra, psicoterapeuta e giorna-lista, vicepresidente mondiale e presidente in Italia di Eurotalent (associazione fondata nel 1984 dedicata al ricono-scimento e all'aiuto delle persone particolarmente dotateintellettualmente), quale fosse la sua esperienza in merito.

L'esperienza della D.ssa Mornando la conduce verso lasoluzione più difficile, ma, forse, anche la più efficace,

perchè, secondo lei, bisogna allontanare il malato dal-l'ambiente in cui la malattia si è strutturata.

.Quindi perchè allontanare l'anoressica/o dall'intera fami-glia se il problema è la madre? O forse il padre è parte atti-va del sistema?

D.ssaFederica Mormando

“Ho potuto seguire delle persone affette da anoressia inpassato, quando dirigevo una casa di psicoterapia resi-denziale; in questo momento non ho pazienti che soffronodi questo disturbo. Ritengo che l'unico modo per poterseguire realmente bene il paziente ed avere, in tal modo,molte probabilità di guarigione, sia quello di isolarlo dalcontesto familiare e collocarlo in un ambiente totalmenteterapeutico”.

“Le persone anoressiche hanno una madre molto forma-le, cioè una madre che ha il senso del dovere, che vuoleessere una buona madre, ma che in realtà non ha una par-tecipazione, uno scambio emotivo con la figlia”

“L'errore che si è fatto per decenni è quello di non tenere inconsiderazione anche il padre ... le persone anoressiche, ingenere, hanno anche un padre ... Dunque, madre poco im-plicata emotivamente e, magari, un padre che, alle presecon la carriera e/o altro, delega alla moglie, forse pesantee rigida, l'educazione ed il rapporto con i figli. Il figlio/ariceve dunque dalla madre un duplice e contrastante mes-saggio: da un lato la perfezione, dall'altro la freddezza. Glianoressici sono persone ipersensibili, vedono il padre co-me un alleato impotente e traditore. Ancora un doppio mes-saggio: il padre capisce che c'è un problema ma non ha laforza di prendere posizione. Questo problema, peraltro, èpresente in molte famiglie dove non vi sono casi di anores-sia. Dunque, da un fattore scatenante molto spesso esteti-co, può capitare che la ragazza/o inizia a pensare di dima-grire. In realtà si innesca un processo progressivo di asten-sione dal cibo che, via via, si trasforma in una sensazionedi forza, di potenza; i ragazzi si sentono più forti dei

Anoressia nervosa:così subdola, così presenteIntervista alla psichiatra D.ssa Federica Mormando

SOTTO LA LENTEdi Manuel Figliolini

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ANORESSIA

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genitori che, invece, vorrebbero nutrirli. Questo senso dipotere, di controllo, è come un ingranaggio che difficil-mente si riesce ad arrestare. Lo stimolo della fame vienequindi alterato dall'idea fissa, totalizzante, di “non man-giare”. I ragazzi diventano degli abili giocolieri: fannosparire il cibo senza che nessuno se ne accorga”

“Non lo so, anche se l'anoressia può portare davvero allamorte. Secondo me la malattia nasce da un desiderio dipotere assoluto e dal desiderio di rendere impotenti tuttigli altri”

“Io ho conosciuto due ragazze che avevano perso 36 chilie la famiglia, talmente attenta, non se n'era accorta. Inquesti due casi, fortuna vuole, il problema è stato risoltoperché le ragazze hanno ripreso a mangiare. Credo cheuna non esasperazione del sintomo può essere utile per-ché in tal modo il sintomo stesso perde di importanza. Madi solito non è così, di solito ci si accorge e succede cheproprio attraverso il rifiuto del cibo, gli anoressici, sfidi-no la famiglia; è ancora più divertente dire di no a qual-cuno che insiste”.

“Può aiutare se è fatta da un “ge-nio”, come lo era la Selvini, madopo di lei io non ho visto grandirisultati. La psicoterapia indivi-duale, secondo me, è la soluzio-ne migliore anche se, come già leho detto, per sconfiggere la ma-lattia c'è solo la psicoterapia to-tale in un ambiente terapeutico.In Italia, purtroppo, non esisto-no strutture di questo tipo. Lapsicoterapia individuale, se fattabene, è utile, ma non deve esserefocalizzata sul comportamentoalimentare bensì tesa a chiarirele cause di tale comportamento.L'anoressia è un'enorme trappo-la: tu pensi di sconfiggere tuamadre ma, di fatto, ti uccidi ...quindi, a questa madre che ti ne-ga, in apparenza, ti opponi.Gli anoressici sviluppano un'e-nergia incredibile. Molto spessofanno attività sportive, sono bra-vissime a scuola e questo per laloro mania di perfezione. Hannoperò una grande difficoltà a rico-noscere, esprimere e comunicarele emozioni: questo rende diffici-le la psicoterapia”

“Si, se una bambina dice di voler dimagrire, i genitori la de-vono aiutare e seguire nella dieta (se veramente necessaria)e soprattutto smitizzare in lei la fissazione della magrezza edel potere che potrebbero innescarsi nella sua mente. È chia-ro che questo è un paradosso perché, se all'interno della fa-miglia ci sono problemi patologici, difficilmente ci si rendeconto degli eventuali sintomi che conducono alla malattia.La speranza, in questi casi, è che qualcuno al di fuori dellafamiglia percepisca il problema”

“Se la madre è “normale” non succede niente. Il rifiutodel cibo, per l'anoressico, è il mezzo per dimostrare il suopotere alla madre assente. Non è una battaglia che co-mincia in campo culinario ma nasce al di fuori”

“Tanto di cappello a quelle madri che si pongono questotipo di problema. In realtà non è importante cosa dici ma

.Dunque è un suicidio?

.E la famiglia come vive il problema? Vorrei sentire dellesue esperienze professionali ... senza cercare nella psico-logia comune.

La psicoterapia di famiglia puòaiutare?

.

Quindi, la cosa saggia da fare è stare allerta per individua-re subito il problema?

.La madre che mostra alla figlia/o adolescente un rapportonon buono con il cibo può causare un inizio di patologianei propri figli?

.Molte madri si pongono il problema di dire alla propriafiglia/o che deve dimagrire per paura che cadano nel vor-tice dell'anoressia. È giusto?

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SOTTO LA LENTE

come lo dici: e questo è il risultato del rapporto che c'è tramadre e figli”

“Questi possono far scattare la voglia di dimagrire. Piùfrequentemente questi atti ti deprimono e ti lasciano ...bella grassa”

“Dipende dal livello in cui è arrivato il disturbo, se non siè cronicizzato, se non si è arrivati alla cachessia... Alcuniguariscono, anche se magari resta una tendenza ad utiliz-zare il cibo come veicolo simbolico, altri muoiono, altriancora rimangono per tutta la vita con grossi problemi diquesto genere. Dall'anoressia si può uscire e con il tempotutto torna normale. La maggior parte se la cava. Moltoimportante è la figura del terapeuta che non deve imma-ginarsi di fare un'analisi del profondo, tutta piena di in-terpretazione, ma deve saper instaurare un buon rappor-to, diventare una figura di riferimento e deve trasmettereal paziente il suo forte desiderio che questi viva”

“Credo dipenda dalla bravura più che dal sesso”

“Ho conosciuto dei bambini di 3 anni che rifiutavano ilcibo, se non liquido. In questi casi c'è una fissazione che

interviene...magari un giorno hanno temuto di strozzarsiperché hanno ingoiato qualcosa di troppo grosso, sonorimasti scioccati e rifiutano di mangiare cibi solidi; maga-ri all'asilo insistono per farli mangiare, loro trovano chesia un'imposizione troppo forte ed iniziano a rifiutare ilcibo. Ai bambini bisogna far riscoprire il piacere di man-giare, magari con giochi che gli permettano di ritornarealla normalità”

“Perché è più facile ammalarsi ... si parla tanto di cibosano, di corpo, di forma ecc. I comportamenti delle per-sone risentono molto dell'influsso culturale dell'epoca”

“In generale deve essere un rapporto emotivamente, em-paticamente vivo...come quando si incontrano delle per-sone e si capisce da subito che ti vogliono bene...ma nonnel senso di coccolarti, ma nel senso che vogliono che tustia bene; questo tipo di rapporto non è solo d'aiutoall'anoressico ma può adattarsi a tutti”

.Neanche gli atti di bullismo possono far scattare la molladell'anoressia?

.Qual'è l'evoluzione della malattia?

.Meglio una figura maschile o femminile?

.Si parla anche di casi di anoressia nervosa prima dei 7 an-ni. Cos'è un'anoressia nei bambini?

.Perché l'anoressia è aumentata negli ultimi anni?

.Come deve essere il rapporto con l'anoressico perché lostimoli a mangiare, o meglio, come deve essere il rappor-to per essergli terapeutico?

.E allora, quando tutto finisce, ti rendi conto che i rapportigenitoriali non sono l'essenza dell'essere...bisogna riusci-re a capire quando degli amorevoli genitori diventano no-civi per noi e per la nostra vita...prima che delle malattiementali prendano il sopravvento.

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Tutto ebbe inizio quando aveva 4 anni; ilpadre abbandonò la famiglia e la madre cadde in una tre-menda depressione dovuta alla paura dell'abbandono.Questa paura materna travolse completamente la piccolaIsabelle, che visse in completa clausura con la madre; taleseparazione dal mondo esterno fu totalitaria, a tal puntoche la madre, insegnante, la fece studiare da casa.Ma il segno fondamentale che la gettò nella malattia fuuna visita pediatrica, quando lei aveva già 12 anni. La rea-zione della madre alla notizia “del crescere normale” del-la figlia (un crescere che implicava un diventare donna equindi abbandonare l'ala protettrice materna), fu per Isa-belle la molla che scatenò il rifiuto della crescita, che leipensò di concretizzare attraverso l'interruzione della nu-trizione.Isabelle Caro, ancor prima che per il libro, si fece cono-scere (e soprattutto fece conoscere la sua lotta) nel 2007per aver posato nuda per un cartellone pubblicitario fir-mato da Oliviero Toscani. La modella nuda mostrava, inmaniera cruda, i segni di una malattia psicologica deva-stante: il corpo ossuto coperto da psoriasi, gli occhi grandie sporgenti, i seni cadenti ... A 25 anni aveva la fisicità diuna persona anziana.I cartelloni pubblicitari ebbero vita breve, furono criticati ...anche forse per il doppio messaggio che celavano nei con-fronti delle altre persone. Se è vero che da un lato questapubblicità, metteva in risalto gli effetti dell'anoressia ner-vosa, dall'altro vi era la possibilità che i malati di anoressia,vedendolo, lo avrebbe preso come punto di magrezza daraggiungere.

Isabelle Caro, comedetto prima, pesava31 chili ed era alta1,64 ma toccò puntedi peso drammatichedurante la sua vita ...arrivò a 28 chili. Stava recuperando peso quando morì. Po-co dopo la sua morte, la madre si suicidò a causa, forse, deisensi di colpa o, forse, perché la paura dell'abbandono ave-va raggiunto la massima manifestazione. Isabelle Caro èmorta di una malattia psicologica più forte di lei ... e di tantealtre persone, parlarne è giusto per conoscere, ma bisognapur sempre tener presente che la percezione delle parole (odelle immagini nel caso di Oliviero Toscani) è differenteper ogni persona. E, per questo, le persone malate di ano-ressia devono essere guarite tramite l'aiuto di persone qua-lificate: psichiatri o psicoterapeuti.

Isabelle Caro

La bambina che nonvoleva crescere

ANORESSIA

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di Manuel Figliolini

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Bisogna innanzi tutto avvicinarsi, conoscerlo e capire isuoi punti deboli per poi cacciarlo, prima dalla famigliapoi dalla ragazza/o.Con quali tecniche o comportamenti è difficile spiegarloperché è molto soggettivo, ma l'importante è non conti-nuare a colludere con la malattia, che altrimenti rischia diacquisire sin troppo potere all'interno della famiglia e nel-la quotidianità di essa. Ripensate a come eravate, di cosaparlavate e come vi comportavate, poi provate a ritornarea quel pensiero, emozione e comportamento.Sicuramente è molto difficile e servirà un aiuto esterno diun terapeuta familiare esperto in AN e Disturbi del com-portamento alimentare, che proverà insieme a voi a capirei modelli relazionali della vostra famiglia e quelli che sisono innescati come conseguenza della malattia, ed a ri-flettere sulla modalità migliore da attuare per disinnescarlie per superare questo problema sul piano relazionale e fa-miliare, infine ci sarà da affrontare il livello individualedel disturbo, in quanto chi ne soffre ha anche bisogno di unaiuto individuale.

La parola d'ordine è .Bisogna essere sinceri, spiegare la propria preoccupazionee far capire alla ragazza/o che proprio in quanto malata/onon è in grado di vedere alcune caratteristiche proprie del

la malattia, ma più tempo passa e più le cose peggioreran-no, perché il distrubo può diventare cronico e quindi di dif-ficile gestione.Avolte i genitori dicono

. Ma se vostra figlia/o si rompe una gam-ba, le chiedete se vuole andare a farsela ingessare oppurece la portate senza fare tale richiesta?

Sicuramente in un secondo momento c'è la necessità delconsenso per proseguire un certo percorso, ma inizialmen-te in particolare in queste situazioni sono i genitori a doverprendere in mano la situazione.

SINCERITÀ

“mia figlia/o non vuole andare dauno specialista”

Come fare a convincere una ragazza/o anoressica/o ad

andare da uno specialista?

Cosa si può fare?

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SOTTO LA LENTEdalla Redazione

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Ah sì èla vita che finisce

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CULTURAdi Manuel Figliolini

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MUSICA

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Il 1° marzo 2012 è venuto a mancare un pezzo d'Italia.Stroncato da un infarto all'hotel Ritz di Montreux se n'èandato .Sarebbe difficile riassumere brevemente la carriera cin-quantennale di questo grande cantautore italiano ... e di

mente dei passaggi importanti. Mi basta ricordare i suoisuccessi che hanno attraversato le generazioni come:

,, , , ... e

sembrano tanti ma sicuramente ne avrò dimenticato qual-cuno. O forse mi basta ricordare dei sodalizi importanti

Lucio Dalla L'anno che verrà, Anna e Marco Come è profondo il ma-re Ma come fanno i marinai Attenti al lupo Caruso

certo non sono in grado di farlo senza tralasciare sicura-

Lucio con Francesco Degregori

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CULTURA

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della storia musicale che affiancavano Lucio Dalla a deicantanti del calibro di Ron, Francesco De Gregori (il fa-moso tour Banana Republic, rieseguito nel 2010) e Gian-ni Morandi (il disco DallaMorandi).

O bisogna ricordare la canzone che vennetradotta poi in inglese ed interpretata da Olivia NewtonJohn. Per non parlare dei grandi duetti eseguiti con i piùgrandi cantanti della musica italiana e non: Ornella Vano-ni, Mina, Gino Paoli, Julio Iglesias, Luciano Pavarotti,Sting, Renato Zero, Zucchero ... e tanti altri. ... o magari sipuò riassumere la sua carriera ricordando le tantissimecover nel mondo delle sue canzoni, interpretati dalle piùgrandi star: Dalida ( ), Milva, Kathrine Jenkins, La-ra Fabian, Andrea Bocelli ed altri ( ), Anna Oxa( ), Mia Martini ( ) ... e come sempre"e tanti altri".

Per ricordare questo grandeArtista bisogna riascoltare la suamusica, tutta la storia che scorre tra le sue parole. E ricordarequeste parole e non aggiungere niente. Chi era nel privato,cosa faceva, come si comportava, sono le domande oscure ebecere che si pongono dal giorno dopo la sua morte. Ci sia-mo dispiaciuti, ci siamo commossi ed abbiamo anche ria-scoltato la sua voce ... ma il giorno dopo l'animo gossipparodi provincia (modello rivista da parrucchiera)

ha preso il sopravvento e si sono poste domande assurde:ma era gay? Chi era per lui Marco? Quanti soldi lascia? Achi? Gli faranno i funerali in chiesa? ... una sequenza infi-nita di domande che hanno fatto perdere l'artista e il fulcrodel nostro dispiacere. Che sia forse una forma di difesa daldolore? No, è solo cafonaggine importataci da una televi-sione fatta spiando dal buco della serratura.

“Tutta la Vita”

4/3/43Caruso

Futura Stella di Mare

di alcuni

Dalla con Gianni Morandi

DiscografiaSingoli

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MUSICA

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CULTURAdi Armando Rotondi

I fratelli Tavianitrionfano a Berlino

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CINEMA

L'Orso d'Oro del Festival di Berlino è un premio agogna-to, importante, che è mancato all'Italia per ben 21 anni.Ora, dopo che nel 1991 vide trionfareMarco Ferreri, l'ambito riconoscimento è tornato nel Bel-paese grazie ai fratelli Paolo e Vittorio Taviani, con unfilm straordinario: “ .Un successo strepitoso alla 62ma edizione della Berlina-le, ed una scelta davvero notevole della giuria presiedutadal maestro britannico Mike Leigh.

è un film coraggioso, complesso,che i Taviani, oramai insieme ad Olmi e a Bellocchio igrandi cineasti della vecchia scuola italiana ancora in pie-na attività, hanno girato nell'arco di sei mesi completa-mente nel carcere romano di Rebibbia, tra detenuti chevanno da una pena di quindici anni sino all'ergastolo.Ma per i Taviani i detenuti sono e restano uomini, sebbenesu di loro sia presente una pena opprimente. E partono daShakespeare per dimostrarlo, filmando le prove e la messa

La casa del sorriso

Cesare deve morire”

“Cesare deve morire”

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in scena del Giulio Cesare. I detenuti tornano ad essereuomini, diventano attori e per i Taviani soggetti cinema-tografici. Perché, e sembra di citare, oltre che Shakespea-re, anche il grande illuminista italiano Cesare Beccaria,nonno di Alessandro Manzoni, la detenzione non deveessere solo una punizione, ma anche un luogo di rieduca-zione, rieducazione che avviene attraverso, tra le altre co-se, l'arte. Così il testo di Shakespeare rivive nelle sale diun carcere, attraverso questi uomini che interpretano lagrande tragedia, ognuno con il proprio dialetto: pugliese,napoletano, siciliano …Una piccola docu-fiction, appena76 minuti, ma comunque un film importante. Uno scro-sciante applauso ha accolto l'annuncio del presidente diGiuria Mike Leigh e una vera e propria ovazione, una stan-ding-ovation, ha accompagnato Paolo e Vittorio Tavianisalire sul palco.I due grandi registi non sono certo nuovi a premiazioni diquesto tipo. Per ben due volte hanno calcato il palcosceni-co di Cannes, infatti, per ricevere la Palma d'Oro, nel1977, con , e il Grand Prix per

, cinque anni più tardi. A questi si aggiunga-no, poi, il Leone d'Oro alla carriera dato a Venezia nel1986, un David di Donatello per il miglior film proprioper , e un Efebo d'Oro, dato a Taor-mina, nel 2007 per .Tutti premi importanti che coronano una carriera piena disuccessi, senza sbavature, con opere forti, colte e impe-gnate. Quasi tutti capolavori. Ma, nonostante i premi, iTaviani erano visibilmente emozionati nel salire sul palco

Padre padrone La Notte diSan Lorenzo

La Notte di San LorenzoLa masseria delle allodole

Filmografia

CULTURA

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di premiazione della Berlinale. Hanno ringraziato MikeLeigh e poi, come giusto che sia, hanno ricordato colorosenza i quali sarebbe stato impossibile realizzare “Cesaredeve morire”: i detenuti.

Dice Vittorio Taviani:

Noi, invece, ringraziamo i Taviani.

“Voglio fare alcuni dei loro nomi:a loro infatti va il nostro pensiero, mentre noi siamo quitra le luci sono nella solitudine delle loro celle. E quindidico grazie a Cosimo, Salvatore, Giovanni, Antonio,Francesco e Fabione”.

Un momento delle prove

CineturismoCivitavecchia

CINEMA

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I numerosi polloni, alti anche fino a 2,5 metri, in condi-zioni ideali, spuntano copiosi e possono essere più o me-no spinosi a seconda delle varietà.Le foglie, seghettate e ovali, sono di color verde chiarosulla pagina superiore e più chiare in quella inferiore.I fiori sbocciano in primavera con una notevole scalarità,sono bianchi con sfumature rosa; esistono anche varietàcon fioritura estiva.

I frutti, i lamponi, hanno anch´essi una maturazione a sca-lare da luglio ad agosto e possono essere raccolti ogni 3-5giorni e per 4-6 volte. La forma è tonda o allungata concolorazioni che vanno dal rosso chiaro (quasi rosa), al ros-so violaceo, secondo le varietà.

Le piante di lampone vanno poste a dimora in pieno sole oin mezz´ombra, in terreni ricchi, soffici, freschi e ben dre-nati, preferibilmente poco calcarei. Si pongono a dimorain autunno con un fondo arricchito con letame maturo edopo l´impianto, sempre in autunno, andranno fertilizzaticon del concime organico o a lenta cessione.Le piogge sono più che sufficienti per quel che riguarda ilfabbisogno idrico e si dovrà intervenire con delle annaf-fiature di soccorso solo in caso di prolungata siccità; inmodo particolare prima della raccolta.Si dovrà inoltre provvedere con pali di sostegno sui qualitendere dei fili dato che i fusti eretti tendono ad incurvarsicon il peso dei frutti.Si pota dopo la raccolta, cimando raso terra i rami che han-no fruttificato ed inoltre in inverno, prima della fine di feb-braio, si accorciano a circa 150-170 cm da terra i ramidell´anno.

Coltivazione

Parti utili da utilizzare: le foglie, i giovani get-ti, il frutto.

CULTURAdi Simona Guidicelli

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Il LamponeRubus idaeus

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Proprietà Come si usa

I frutti del lampone, se consumati freschi come frutta datavolo, forniscono all'organismo ottime quantità di vita-mineAe C di acido citrico, pectina e fruttosio.Le foglie contengono flavonoidi (rutina) e sono indicate,sotto forma di infusi o decotti, nel trattamento della riten-zione idrica, per le loro proprietà diuretiche; grazie alla pre-senza dei tannini se ne consiglia l’uso in caso di diarrea, inquanto esercitano un’azione astringente; mentre per la pro-prietà antinfiammatoria le foglie del lampone sono utiliz-zate in presenza di stomatiti e stati infiammatori intestinali.Il macerato glicerinato, o gemmoderivato, ottenuto dallegemme, agisce sull’apparato ormonale femminile. È, in-fatti, un regolatore dell’asse ipotalamo-ipofiso-gonadico edella secrezione ovarica, che trova impiego in tutte le di-sendocrinie della sfera sessuale della donna e in ogni ne-cessità di regolarizzazione del ciclo mestruale.

La sua assunzione è quindi indicata nella sindrome preme-struale associata a tensione mammaria, ansia, nervosismo,ritenzione idrica, acne, perché esercita un’azione riequili-bratrice del sistema neurovegetativo. La proprietà antispa-smodica e decongestionante trova ottimo impiego nellacura della dismenorrea, cioè le mestruazioni dolorose, perla sua capacità di calmare gli spasmi uterini. È consigliatoper tutti i disturbi che accompagnano il periodo della meno-pausa come irregolarità del ciclo, vampate, sbalzi d’umoree depressione.

INFUSO1 cucchiaio raso di foglie di lampone, 1 tazza d’acqua.Versare le foglie nell’acqua bollente e spegnere il fuoco.Coprire e lasciare in infusione per 10 min. Filtrare l’infusoe berlo lontano dai pasti per usufruire dell’azione diuretica;al momento del bisogno in caso di diarrea; utilizzarlo comelozione per gargarismi in caso di stomatiti e mal di gola.

MACERATO GLICERINATO DELLE GEMME40-50 gocce a metà mattina e 40-50 gocce a metà pome-riggio, lontano dai pasti, per le sue proprietà sul sistemaormonale femminile.

BENESSERE E SALUTE

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Ricetta

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Un risultato atteso, sudato e infine ottenuto grazie alla determinazionedel consorzio di tutela. L'ultimo passo burocratico, che ormai sembra unamera formalità, sarà la definitiva registrazione del marchio da parte dellaCommissione Europea. Nelle prossime settimane scatterà quindi il divie-to assoluto, per gli esercizi posti al di fuori della zona di produzione (Rec-co, Sori, Camogli e Avegno) di scrivere nei menù o di offrire focacce conformaggio “tipo Recco”, pena l'intervento dell'antifrode.

CULTURAdi Gian Maria Bavestrello

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Recco e la suafocaccia

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ENOGASTRONOMIA

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Dopo il basilico genovese DOP, la Liguria mette quindi asegno un altro colpo importante nel settore agro alimenta-re. Importante e meritato, se è vero - come è vero - che lafocaccia al è uno di quei piatti che èimpossibile imitare per ragioni che, a ben guardare, han-no anche del misterioso.

Farina, olio di oliva, sale, acqua e crescenza freschissimasono gli ingredienti di un piatto semplice e di chiara estra-zione popolare. Le ragioni del perché solo i mastri focac-ciai riescono a produrre quel particolare tipo di prodottosono consegnate a qualche segreto che a Recco si guardanobene dallo svelare. Certo, per l'ottima riuscita del piatto èimportantissima la qualità della crescenza, che deve averedeterminate caratteristiche organolettiche e una precisa re-sa di cottura (ai fini dell'IGP deve essere anche prodottacon latte ligure tracciato). Certo la sfoglia deve possedereuna sottigliezza ai confini della trasparenza.

Certo il forno deve essere regolato con grande attenzione.Ma c'è di più: quelli che “ballano” sulle teglie di rame sucui la focaccia viene stesa, sono segreti più pratici che teo-rici, che si acquisiscono con l'esperienza, l'affinamento e la“scuola”. Onore quindi alla focaccia al formaggio di Rec-co, esempio di come la “cattiva” globalizzazione può e de-ve fermarsi di fronte alle abilità artigianali e a una memoriache si perde nella notte dei tempi.

Formaggio di Recco

RicettaFocaccia di Recco col formaggio

Da abbinare con ...

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La prima testimonianza storica disponibile è addiritturadel 1189, all'epoca della Terza Crociata. Le cronache deltempo narrano che, in un Te Deum presso l'Abbazzia diSan Fruttuoso, ai partenti per la Terra Santa fu servita, trale altre pietanze, una “focaccia di semola e di giuncata ap-pena rappresa”.La focaccia col formaggio riappare poi poco più avanti neltempo, quando la Liguria divenne terra adusa alle invasio-ni dei pirati saraceni, incursioni che costringevano la popo-lazione a ripiegare nell'entroterra. Con sé la povera genteportava olio, formaggio e farina, e usava cuocere la pastaripiena sull'ardesia, pietra di cui l'entroterra ligure è ric-chissimo e che rappresenta ancora oggi un “ingrediente”fondamentale della propria cultura materiale. Alla fine delXIX secolo, quando a Recco aprono le prime trattorie, laFocaccia col Formaggio veniva proposta nel periodo dicelebrazione dei morti, la prima settimana di novembre.

Agli inizi del novecento, infine, iniziano le fortune turisti-che di questa straordinaria pietanza, che negli anni delboom economico diventerà emblema della dolce vita dellaRiviera. La focaccia, nelle abitudini degli avventori, tracui innumerevoli personalità dell'arte, del teatro e dellospettacolo, si consolida come “Piatto della Notte”. Molti,non a caso, sono gli aneddoti legati a ristoratori tirati giùdal letto ben oltre l'orario di lavoro dai clienti affamati.Grazie alla focaccia del formaggio Recco si è accreditatacome capitale gastronomica della Liguria, con beneficieffetti sulla qualità dell'offerta ristorativa comprensoriale:insieme alla “Perla del Tigullio”, Santa Margherita Ligure,patria del gambero rosso, Recco è ancora oggi una dellelocalità più amate dai “gourmet” italiani e stranieri. Oggi,come già ricordato, la focaccia al formaggio vive una nuo-va straordinaria pagina della sua millenaria storia, e conessa un territorio che attraverso l'IGP desidera difendere,valorizzare e promuovere la sua identità e quella dei pro-duttori che lo abitano. Ciò che è in gioco con questo piattoè molto più di una certificazione fine a sé stessa: turismo,agricoltura, artigianato, ambiente e cultura, a Recco e neicomuni immediatamente limitrofi, vivono in un rapportodi stretto connubio con la Focaccia al Formaggio.Di Recco, pardon.

l'Abbazzia di San Fruttuoso

ENOGASTRONOMIA

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Eventi enogastronomicidi aprile

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