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GENNAIO 2014 N. 263 ANNO XXII appuntamenti, incontri e attualità trentina euro 2,00 www.trentinomese.it Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Trento. Contiene i.p. TUTTO ESAURITO AL BRIAMASCO! VIAGGIO NOSTALGICO CON QUALCHE SORPRESA... AMELIA FRASNELLI QUANDO CI COLPÌ IL MAL D’AFRICA UNA “GUERRA TRA PARENTI” 1914-1918 IL LIBRO DEL MESE: LE FORMICHE DI FABIO VETTORI APPRODANO AL CATALOGO “DEFINITIVO”: STORIA, EVOLUZIONE CURIOSITÀ E SORPRESE CENTO ANNI DALL’INUTILE STRAGE

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GENNAIO 2014N. 263ANNO XXIIappuntamenti, incontri e attualità trentina

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TUTTO ESAURITO AL BRIAMASCO!VIAGGIO NOSTALGICO

CON QUALCHE SORPRESA...

AMELIA FRASNELLIQUANDO CI COLPÌ

IL MAL D’AFRICA

UNA “GUERRA TRA PARENTI”

1914-1918

IL LIBRO DEL MESE:LE FORMICHE DI FABIO VETTORIAPPRODANO AL CATALOGO“DEFINITIVO”: STORIA, EVOLUZIONECURIOSITÀ E SORPRESE

CENTO ANNI DALL’INUTILE STRAGE

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ALBIANO DI TRENTO – Via Roma, 132 – Tel. 0461 689757www.nordsalottotn.it – chiuso la domenica e il lunedì mattina

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trentinocommenti RINGRING

DAL LARDELLAMENTO DI SÈAL NANKURUNAISA:LA QUALITÀ DEL WEB

Si discute ancora: internet – con il suo corollario di social network, testi brevi per non dire brevissimi, tag, tweet, immagini spesso prevalenti sulle parole

- ha fatto bene o male alla qualità della scrittura, alla profondità del ragionamento, alla possibilità del dialogo su cose serie, o comunque importanti, fondanti, di buon gusto o è il trionfo del futile, dell’inutile, del cazzeggio, della goliardata per non dire delle oscenità, delle volgarità e degli insulti? Il dibattito è ancora aperto e lo resterà a lungo, con ogni probabilità.Epperò nello stesso giorno, a metà dicembre, ci siamo imbattuti – su facebook, luogo dove spesso trionfa il vuoto pneumatico – in due testi che confermano quale straordinario serbatoio di creatività (e di qualità di scrittura) possa diventare il web. Succede che Giuseppe Genna – scrittore tra i più lucidi, fuori da ogni etichetta – se la prende con una categoria di professionisti. Leggete un po’ come li definisce. Ovvero arrivati ad un “tale grado di cialtroneria, narcisismo zoppo, ipocrisia, servilismo, approssimazione, ignoranza, suppurazione epatica, antilinguismo, scandalismo sul nulla, orrore, disumanità, compromesso al ribasso, disillusione tornita di entusiasmo chic, grado zero del lavoro, disturbo ossessivo compulsivo, spreco di lettere, gigantismo del nanismo, perizia della cazzata, dissolutezza italica, provincialismo, saccenza priva di qualunque ombra di accenno di fondamento, incapacità retorica, disfunzionalità, zitellaggine, perserveranza nell’errore, pratica dell’escrezione, falsificazione aprioristica, cecità, malizia da lumpen, certificazione dell’assenza, povertà esistenziale, pervicacia nella stolidità, bêtise, avidità, lardellamento del sè, opportunismo da anticamera, egolalia, inintelligenza, ingenuità priva di tenerezza, stanchezza ontologica, bradipismo sinaptico, balordaggine morale, angoscia di base, trisomia del giudizio, inappellabilità di cosa, inciviltà, personalismo in assenza di persona, stagnazione dell’idea, inopportunità dell’analisi, sghembaggine, psicofarmacopea inutilmente assunta, ebetismo, blandizie del potere che non c’è, ambizione alla conquista del nulla, superficialità vertiginosa, crapula solinga, patologia dell’effimero e del masturbatorio, milizia da satanismo varesotto, bollitura cervicale, pauperismo mentale, ordalia silenziosa, mescola di indecenze, pigrizia disneyana, borghesismi fuori tempo, coccola dello sbaglio, muscolo dello sbadiglio, parto della fantasia in niente fantasiosa, surrealtà, atteggiamento pontificale, sostituzione dell’interiore con l’indoor, meschineria, sozzura, piccineria,

di Carlo Martinelli

alla carlona

micragna spirituale, lordura, àsana del burlesque, assenza di mestiere, impraticabilità di affetti autentici, incoerenza, inefficacia, battutismo da osteria, infarto dell’idea, gangbang della stupidità, sciocchezzaio permanente, vaniloquio paraculturale, citazionismo rabelaisiano, allergia all’analisi, chiusura preventiva, spaventosi somatismi lombrosiani, crisi antropica, xenoglossia da telefilm, autocompiacimento degenerativo, irritualità e ineleganza, volgarità e distorsione, annichilimento e abisso, irrecuperabilità e capriccio, brachicardia e saprofitismo, dilettantismo e miseria, lolitismo e scurrilità, reducismo senza storia pregressa, inesperienza, panico da antifrasi, vampirismo e ladroneria, monocerismo e nulla”. Se non è vertigine letteraria questa, cosa altro lo è? Ah, dimenticavamo: i signori che Genna descrive come afflitti da questi difetti – ad essere buoni – sono i giornalisti. Per Genna infatti “la decomposizione del giornalismo italiano tutto è giunta allo stadio colliquativo. Mai prima d’ora, negli anni che mi è stato dato vivere in questo tempo a queste latitudini, avevo mai riscontrato nel giornalismo, cartaceo televisivo digitale, un tale grado…”. Il grado di cui sopra, appunto…Nello stesso giorno una giornalista trentina, Elisabetta Curzel, scopre – forse su un foglio appeso nell’ufficio di un collega – un foglio A4. Vi è stampata, a caratteri cubitali, una sola parola: NANKURUNAISA. “Credo – scrive sulla sua pagina facebook - sia una delle parole più belle del mondo. Forse perché semplicemente è diventata la mia, parola. È giapponese e significa “con il tempo si sistema tutto”. Una più libera interpretazione è “sopravvivi oggi per l’amore di domani”. Cosa c’è di più giusto? Di più sensato? I problemi possono caderti addosso come macigni, puoi rimanere schiacciata sotto il loro peso… ed è a quel punto, che ognuno di noi, dovrebbe urlare con tutto il fiato che ha in gola “Nankurunaisa”. Stringi i denti, vai avanti. Gli errori, le sofferenze, i torti subiti, sono le cicatrici che devi mostrare con fierezza. Sono ciò che ti hanno permesso di diventare la persona che sei oggi. E poi, ricorda, le cose belle prima o poi capitano a tutti, anche a te”. Non basta. Il post – si dice così, vero? – della Curzel scatena persino una dota disquisizione glottologica. Si scopre così che la parola viene dal dialetto okinawese dove la grafia esatta è: nankuru nai sa.Ma allora non tutti sono colpiti dal gigantismo del nanismo…

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trentinocommenti

L’ANNO CHE VORREI

Le cose che vorrei, le cose che non vorrei, per l’anno 2014. Un sogno ad occhi aperti, una riflessione minimale sulla nostra terra, sulla Terra in montanis, affinché ciò

che accadrà rientri nel grande cerchio dell’armonia e della speranza. Oppure rimanga utopia.1. Gennaio è il mese in cui, sotto la crosta di ghiaccio, l’acqua viene accumulata nei laghi e nelle sorgive per esserci offerta poi durante le ormai torride estati. E non sprecata e inquinata per creare serpenti e draghi bianchi di neve artificiale tra sponde gialle e marroni del manto erboso invernale. 2. Febbraio è mascherato, momento sublime dell’inversione dei ruoli, del trapasso delle fasi lunari, dell’ebbrezza sfrenata e della follia. È il mese in cui il potente sta in basso come l’uomo comune.3. A marzo si taglia l’albero primaverile, prefigurazione della Pasqua. Dopo il taglio si pulisce il bosco, affinché cresca il sottobosco coi piccoli frutti. Soltanto in certe parti del Trentino si accatasta, come tante future pire in attesa di roghi estivi, il legname di scarto. Scarto la cui cura costa fatica e che non viene ripagato con moneta sonante. Così i nostri boschi sono una sorta di coacervi di pire funerarie.4. Aprile apre le porte al toro sacrificato nelle grotte del dio Mithra e ricorda il sacrificio di un uomo dio sulla Croce. Un sacrificio inutile, visto come vanno le cose, dalla politica all’economia. Di cristiano, tra molta gente, è rimasto solo il biancore del sepolcro in cui Cristo è rinato per fuggire da questo mondo: i famosi sepolcri imbiancati.5. Ben venga maggio, ovvero la festa di calendimaggio. Si accendono i fuochi sulle montagne, quelle stesse montagne che hanno visto l’Ascensione mariana. Sempre più i fuochi sono relegati nelle vette cosiddette secondarie, quelle dimenticate. Sulle altre spiccano mostri di ferro e acciaio, e la sporcizia della plastica se non il rumore assordante delle discoteche, così di moda, così funerarie.6. In giugno il sole riprende il cammino inverso, comincia l’estate e il capo mozzo di San Giovanni fa capolino tra streghe e erbe magiche. Ma questo è un altro Trentino, un territorio che si racconta nei filò “per non dimenticare”. Il Trentino turistico è una pagina patinata: bella e liscia, anzi, scivolosa. I rifugi sono alberghi, i sentieri diventano strade asfaltate, la quantità ha sostituito la qualità. Al silenzio si preferiscono il chiasso e l’ammasso. Un grande palcoscenico, si girano film e le squadre di calcio, quelle dei tafferugli, delle violenze, degli imbrogli, sfilano nei paesi portando con sé la tristezza delle lattine vuote lasciate fuori dai campi di calcio.7. Luglio, arde il sole nel cielo, l’estate è la manna dei poveri. Le colonne di auto lungo le strade fanno concorrenza ai serpenti, in val di Fassa si taglia il fieno e lo si butta in discarica perché di bestie non ce ne sono quasi più. Le fiere e le sagre spopolano ma sono come i vestiti della festa: si usano

di Fiorenzo Degasperi

scempi ed esempisoltanto un giorno per poi riprendere il tran tran quotidiano e le falci sono sostituite dai trattori, si spruzzano i meleti con una quantità enorme di prodotti chimici e la gente continua a litigare. Il folk, molte volte, è diventato bifolk.8. Agosto. Dopo aver oltrepassato la costellazione del Cane Maggiore, di cui fa parte la stella Sirio, il sole entra nella sua sede, il regno del Leone, protetto da Giove e Cibele. La politica va in ferie e per un mese le ciacole a vanvera le troviamo sulle pagine della cronaca perché, anche là, in vacanza, si parla, si parla, si parla, si promette, si accontentano tutti senza mai saper scegliere.9. In settembre il chicco muore. È il mese della Mater dolorsa molto cara alla religiosità popolare, quella religiosità che incontriamo nelle vecchie case dei paesi, dove ancora i camini fumano. Eppure un tempo era il mese della gioia, dedicato a Mithra-Sole, signori e animatori del cosmo. È il mese in cui si coprono i ghiacciai perché la follia dell’uomo ne ha alterato l’equilibrio. È il mese in cui l’esercito glorioso degli insegnanti sfida la precarietà, l’ignoranza dei genitori, la stupidità della società, per formare ed educare i giovani a sognare un mondo migliore.10. A ottobre l’uva matura. Nel vicino Sudtirolo, da anni, si è puntato alla qualità, strategia oggi premiata annualmente da meriti e posizioni in classifica. In Trentino soltanto pochi strenui combattenti della terra cercano di portare nel palato il sapore vero dei frutti di madre natura. La vite è cultura, è salvaguardia del territorio, è un carro di valori.11. Novembre, si commemorano i defunti, i quali, un tempo, uscivano per alcuni giorni dall’oltretomba per trascorrere e condividere momenti di tranquillità e di ricordi con i vivi. Dovrebbe essere una festa familiare nella quale i morti si confondono con i vivi. Invece tutto si è ridotto a scherzetto dolcetto, simbolo della vita diventata cinematografia. Aveva ragione il situazionista Guy Debord quando descrisse ne La società dello spettacolo, l’onnivora presenza dell’apparire rispetto all’essere (concetto declinato qualche anno dopo dallo psicoanalista e sociologo Erich Fromm). È il mese di San Martino, ma di cavalieri che si tagliano il mantello in due se ne vedono ben pochi. Rimangono i cavalieri che promettono mari e monti: bla, bla, bla, bla, bla.10. Con dicembre inizia l’Avvento, comincia l’anno liturgico, in attesa del nuovo sole solstiziale, del sole bambino destinato a crescere nel cielo e in terra. Adventus significa la venuta, una volta all’anno, della divinità nel suo tempio. Noi, di venute, siamo ancora in attesa. Siamo in attesa di una seria politica turistica, attendiamo una classe politica che sappia fare il suo lavoro e non politici che, di volta in volta, ricoprono sedie “diverse” pur di esserci. Aspettiamo una politica del territorio che ne salvaguardi le caratteristiche e i valori, desideriamo il “silenzio” rispetto al “rumore”, nella consapevolezza che il silenzio è una forza in grado di trasformare una parola vuota, inessenziale, dissipata, in una parola autentica, l’unico argine in grado di arrestare l’onda delle parole a vanvera.Aspettiamo una stampa con meno notizie scandalistiche e più approfondimenti, che chi ci governa apra gli occhi sulle grandi potenzialità che la nostra terra può offrire in termini di persone senza rincorrere la moda che richiede che tutto quello che viene da fuori per forza deve essere di pregio…Cara befana, ne hai di carbone da portare, come tutti gli anni d’altronde…

RINGRING

PER INFORMAZIONI CONTATTACItel. 0461 272 [email protected]

La vita pubblica e privata di don Vittorio Cristelli, direttore

di Vita Trentina dal 1968 al 1989, uno dei più coraggiosi testimoni e divulgatori

del Concilio Vaticano II,che dalla tribuna del settimanale

diocesano ha rappresentato una Chiesa che sta dalla parte

dei poveri, che ama e promuove il dialogo.

ABBONAMENTI

per l’esteroper l’Europa il prezzo è di euro 110,00 annualiper il resto del mondo è di euro 150,00 annuali

per 2 anni I VANTAGGI RADDOPPIANO

PREZZO BLOCCATO fino al 2015 a euro 100,00RISPARMIO DEL 20% sul prezzo che trovi in edicola

abbonarsi a Vita Trentina

per 1 anno È CONVENIENTE

PREZZO BLOCCATO per il 2014 a euro 55,00RISPARMIO DEL 10% sul prezzo che trovi in edicola

PRESTIGIOSO SET DA CUCINA IN CERAMICA DIPINTA A MANO, COMPLETO DI UTENSILI

Il buono verrà spedito a casa ed è da presentare entro il 31 marzo 2014 nel negozio affiliato SAIT più vicino a lei, Famiglia Cooperativa, Coop Trentino,

Supermercati Trentini e sarà subito suo.

un NUOVO OMAGGIOa scelta tra

dal 1926il settimanale del Trentino

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SCEGLI IL GIORNALE sul webLEGGERLO on-line per un anno a soli euro 40,00

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trentinocommenti

“VADO A SCUOLA”

Altro che cinepanettoni o sdolcinate e mielose storie su quella che viene definita la magia delle feste; altro che luci sfavillanti e campanellini. A far

emozionare studenti ed insegnanti di una scuola media cittadina, alle soglie del Natale, è stata la visione del film “Vado a scuola”, pellicola/documentario di Pascal Plisson. La storia – semplice quanto immediata – è costruita sulla vita di quattro ragazzini provenienti da diverse parti del mondo, che ogni giorno affrontano consistenti difficoltà per soddisfare il loro bisogno di conoscenza. Dalla sconfinata savana del Kenya alle creste di montagna del Marocco, dal caldo sud dell’India alla spettacolare Patagonia si raccontano – soprattutto attraverso la pregnante lettura delle immagini e senza alcuna ombra di pietismo – le avventure e le fatiche di questi giovani protagonisti, determinati a raggiungere la scuola con l’obiettivo di migliorare le loro condizioni di vita. Il parallelismo con le nostre esistenze comode e ben servite è simultaneo: per noi l’istruzione è un atto convenzionale, garantito ed assicurato, a volte mal tollerato e snobbato. Forse meriterebbe intraprendere anche un approfondimento della storia locale, a verificare in quali condizioni anche i nostri nonni e bisnonni si recavano a scuola. Dai racconti di famiglia veniamo a sapere che, anche questi nostri antenati, percorrevano quotidianamente (a piedi e con calzature poco adatte) un numero consistente di chilometri per raggiungere le sedi scolastiche dai banchi di legno e dai pennini e calamai; con un velo di tristezza apprendiamo che per molti di loro l’unica soluzione per poter studiare era la frequenza in un collegio, che stava a significare non solo lontananza fisica, quanto e soprattutto un difficile e spesso problematico distacco dagli affetti familiari. Di valle in valle, di paese in paese, anche loro per imparare, per andare avanti, per poter intravedere un futuro migliore. Per tutti questi motivi, pellicole come “Vado a scuola”

dovrebbero essere periodicamente visionate dalle nuove generazioni, che non di rado si lamentano nell’assolvere l’obbligo scolastico, senza pensare alle massime comodità di cui godiamo (trasporti, attrezzatura scolastica, strutture…) e senza la consapevolezza che nel mondo – quello di oggi, non del Medioevo - esistono loro coetanei che mettono a rischio le loro esistenze per l’accrescimento personale, culturale e sociale.

di Tiziana Tomasini

a mali estremi

RINGRING

“LA CIVILTÀ TRENTINA”.GENNAIO 2014.“IL SUCCESSO E GLI AMICI”

A quanti di voi è capitato di non vedere riconosciuti dei progetti creativi portati a termine con successo e soddisfazione? E non sto

parlando del riconoscimento della massa o del grande pubblico. Mi riferisco a quello della cerchia di amici e conoscenti. Sarà anche vero che “Il vero amico si vede nel momento del bisogno”, ma è certo che fa piacere quando le persone gioiscono delle cose belle e positive che riesci a creare. Come diceva Oscar Wilde: “Chiunque può simpatizzare col dolore di un amico, ma solo un animo nobile riesce a simpatizzare col successo di un amico”. È vero o no? Vi è mai capitato di realizzare qualcosa di buono con la vostra creatività e di vederlo riconosciuto più dagli estranei che dalle persone che vi stanno vicino? Fanno eccezione i successi politici (molto spesso per convenienza), quegli economici oppure quelli che prevedono uno sforzo fisico notevole (tipo tagliare e spaccare 60 quintali di legna o imbiancare tutta la casa in un fine settimana). Quest’ultima categoria di imprese, quella cioè che prevede gran produzione di sudore, soprattutto da noi, in Trentino, è molto apprezzata e riconosciuta. Ma provate invece a usare la vostra creatività per scrivere articoli, racconti o per realizzare video da caricare su Youtube. Magari incontri qualcuno al bar o dal dottore che ti dice: “bella quella cosa che hai scritto sul Natale di chi non sta bene” oppure “che forte il video che hai fatto sulle vacanze al mare dei trentini”, ma da parte di molti degli amici non arriverà una parola. I motivi penso siano sostanzialmente due: non si crede che per scrivere quell’articolo o quel racconto ci sia voluta chissà che produzione di sudore; oppure non si sa nemmeno che quel racconto o quell’articolo è stato scritto proprio da te e se lo si sa, non lo si è letto, che forse è anche peggio. E se provi tu a parlare di quello che hai realizzato, sai che avrai al massimo un minuto di tempo per farlo, poi si dovrà ritornare a parlare dell’IMU, di quello che si preparerà per cena o dei lavori da fare. Sempre che non salti fuori l’amico che per mezz’ora ti racconta di quello che ha scritto il nipote o dei simpatici video che carica su Youtube il suo collega. Qual è la soluzione? Quella di continuare a creare le proprie cose parlandone solo con chi ne è interessato. Fa bene, toglie la negatività, aiuta a migliorare e fa capire quali sono gli animi nobili che nella tua vita riescono “a simpatizzare col successo di un amico”.

di Paolo Chiesa

civiltà trentina

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trentinocommenti

INIZIAMO L’ANNO CON ALLEGRIA

Grazie a Dio le feste sono finite. Si riaprono gli uffici, le scuole, le fabbriche e si torna alla solita routine. La gente s’è messa a stecchetto per smaltire l’abuso di zampone, lenticchie, panettone, torroncini e altre leccornie ipercaloriche. È finita anche quell’aria melensa tipica delle festività natalizie e si torna ad essere criticoni e brontoloni.Le previsioni per il 2014 sono abbastanza catastrofiche, ma non voglio iniziare l’anno parlando di tasse ingiuste, politica arraffona, mafia e furbetti del quartierino e macerazioni varie. Provo invece a farvi sorridere raccontandovi alcune storielle divertenti che ho letto e sentito qua e là.Mauro di Mezzolombardo, un giovane single, mi ha raccontato che ad ogni matrimonio di qualche parente, veniva assalito da una vecchia zia che gli diceva:”La prossima volta sarà il tuo turno”. La zia non lo fece più quando Mauro disse la stessa cosa a lei ad un funerale.Parlando di vacanze, un mio amico di Andalo mi diceva: ”Non capisco perché il maschio italiano va in crisi quando deve decidere dove andare in vacanza. Andare in vacanza è facilissimo… Il suo capo gli dice quando e sua moglie gli dice dove”.Il giornalista e sceneggiatore Enrico Vanzina, dopo gli auguri di Natale, mi ha raccontato la storiella molto simpatica, dove il protagonista è un napoletano, che gli ha detto: “Io e mia moglie abbiamo passato tutto il mese di novembre a litigare. Io volevo comprarmi la macchina nuova e lei invece voleva comprare una pelliccia. Mo’ finalmente abbiamo trovato un compromesso. Le ho comprato la pelliccia… ma la teniamo in garage”. Sempre Vanzina, nel suo articolo dedicato al Natale, era preoccupato per Babbo Natale il quale, vista la sua veneranda età, con l’aria che tira, teme di essere messo da parte. E infatti ha cambiato carattere. Prima era buono, dolce, paziente con tutti i giovanissimi. Oggi li teme e comincia ad odiarli. Ad un bambino che gli ha inviato una letterina nella quale lo pregava di mandargli un fratellino, Babbo Natale ha risposto: “Lo farò, tu mandami tua madre”.Su un libro umoristico ho letto questo articolo, che riguarda gli italiani e che ha fatto molto scalpore. “È stata inventata la macchina che permette di acciuffare i ladri in soli 5 minuti. Installata in USA, ha fatto prendere mille ladri in 5 minuti. Installata in Germania, ha fatto prendere 5 mila ladri in 5 minuti, installata in Giappone, ha fatto prendere 10 mila ladri in 5 minuti. Installata in Italia è stata rubata in soli 5 minuti”.

di Gianfranco Gramola

diario rotaliano

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La mia simpatica amica Tracy, una pittrice di Boston, che ogni tanto viene in Italia, dove ha dei ricordi d’infanzia, insieme agli auguri mi ha mandato via e-mail una storiella molto divertente. È una bella giornata di sole. In un bar, sorseggiando il loro caffè, quattro signori attaccano discorso. Il primo dice: “Mio figlio è sacerdote. Quando incontra qualcuno per strada tutti lo salutano dicendo Padre”. Il tizio che è accanto a lui sorride e dice: “Mio figlio invece è vescovo. Quando entra in una stanza la gente si inginocchia e dice Monsignore”. Anche il terzo interviene dicendo: “Io ho un figlio cardinale. Sapete come lo chiamano? Sua Eminenza”. Adesso è il turno del quarto. “Mio figlio è Papa e tutti si inchinano davanti a lui, chiamandolo Sua Santità”. La cassiera del bar, che involontariamente ha ascoltato la discussione, s’intromette: “Io ho una figlia, è alta un metro e 80, mora, due occhi verdi e due seni che sembrano scolpiti nel marmo. Quando passa per strada, tutti gli uomini si girano ed esclamano Oh! Mio Dio”.Questa l’ho letta su internet. Una donna entra in farmacia: “Per favore, vorrei dell’arsenico”. Trattandosi di un veleno letale, il farmacista chiede informazioni prima di accontentarla. “A che le serve, signora?”, chiede il dottore. “Per ammazzare mio marito”. “Ah! capisco ... però in questo caso purtroppo non posso darglielo!”. La donna senza dire una parola estrae dalla borsetta una foto di suo marito a letto con la moglie del farmacista. “Le chiedo scusa signora – dice il farmacista - bastava dirlo che aveva la ricetta”.Spero che queste storielle vi abbiano fatto sorridere, perché sorridere fa molto bene alla salute e anche perché sorridere è gratis. Buon 2014

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SOMMARIO GENNAIO2014

Diretto da: Paolo Curcu [ [email protected] ]

In redazione: Pino Loperfido, Cristina Pocher, Gennj Springhetti

Hanno collaborato a questo numero:Alberto Folgheraiter, Annalisa Borghese,Paolo Chiesa, Silvia Conotter, Lara Deflorian, Fiorenzo Degasperi, Fabio De Santi, Renzo Francescotti, Flora Graiff, Gianfranco Gramola, i Maceta,Carlo Martinelli, Francesca Negri, Silvia Tarter, Tiziana Tomasini

Grafica: Fabio Monauni

Redazione:Via Ghiaie 15 38122 Trento Tel. 0461/362155 Fax 0461/362170

Editrice: Curcu & Genovese Associati S.r.l. Via Ghiaie 15 - 38122 Trento Tel. 0461.362122 Fax 0461.362150

Concessionaria Pubblicità:Südtiroler Studio S.r.l.TRENTO - Via Ghiaie 15Tel. 0461.934494 Fax [email protected] pubblicità: Rosario Genovese

BOLZANO - Via Bari, 15Tel. 0471.914776 Fax 0471.930743Direzione pubblicità: Giuseppe Genovese

Stampa: Alcione - Trento

Registrazione Tribunale di Trenton. 536 - 4 aprile 1987

COME ABBONARSI: (un anno, 12 numeri a Euro 20,00)BOLLETTINO POSTALE c/c N. 11492386 Curcu & Genovese Associati - TM Via Ghiaie, 15 - 38122 TRENTOBONIFICO BANCARIO CASSA RURALE DI TRENTOIBAN IT15 E083 0401 8040 0000 3080 485CARTA DI CREDITO Telefonando allo 0461.362122DIRETTAMENTE PRESSO L’UFFICIO ABBONAMENTI Via Ghiaie 15 - Trento Tel. [email protected]

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Ring4 COMMENTI

Attualità12 UNA “GUERRA TRA PARENTI”

18 IL MUSEO DELLA GUERRA DI ROVERETO22 I SOGNI E I RAGAZZI DEL SERVIZIO CIVILE

24 TUTTO ESAURITO AL BRIAMASCO28 GIUSEPPE, TRENTINO DI TUTTE LE RUSSIE32 IL FANTASTICO MONDO FASHION34 QUANDO CI COLPÌ IL MAL D’AFRICA36 IL RIFORNIMENTO PER L’AUTO?

LO FACCIO A CASA38 UMBERTO RIGOTTI40 LUIGI SENESI

Panorama42 PASSION TANGO A RIVA DEL GARDA45 ANCH’IO A TEATRO46 NEL SEGNO DI SOLLIMA FILARMONICA 2014

47 VARTALENT, IL CONCORSO DIVENTA CD48 MEMORIA TEATRALE50 PUCCINI, LUMIERE E PATRICK TRENTINI51 CIRCO NAZIONALE CINESE

Giorno per giorno54 MOSTRE58 APPUNTAMENTI DEL MESE

Scoop&news68 IL MATRIMONIO DEL MESE71 A LUCIA LETRARI IL PREMIO “TRE MARIE“

72 PRESENTATA GUIDACASA 201474 ANNA GADDO. 55 ANNI DI ALTA MODA

Rubriche77 IL RISTORANTE78 LIBRI E LIBRERIE 80 CORREVA L’ANNO81 FRATELLI DI TAGLIA82 LA VIGNETTA

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trentinoattualità

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CENTO ANNI FA LA PRIMA GUERRA MONDIALE – 1° PUNTATA

Cent’anni dopo se ne parla ancora. E quella che fu definita da papa Benedetto XV “un’inutile strage”

(1° agosto 1917), in questo 2014 sarà al centro di convegni di studio, rievocazioni, seminari e manifestazioni plurime. Anche da noi, anzi soprattutto in Trentino-Alto Adige dove la guerra cominciò un anno prima rispetto all’Italia. Perché, se è vero che la storia è scritta dai vincitori, resta altrettanto vero che quella guerra l’hanno fatta “anche” i nostri bisnonni, mandati al fronte come carne da macello nell’estate del 1914. Invischiati, loro malgrado, in una guerra tra parenti quale fu, in effetti, il primo conflitto mondiale. Metà delle teste coronate d’Europa, infatti, era impa-rentata direttamente; l’altra metà per via di matrimoni combinati tra le Cancellerie più che per l’ iniziativa dei nubendi.

UNA “GUERRA TRA PARENTI”CHE COSTÒ PIÙ DI 12 MILIONI DI MORTIdi Alberto Folgheraiter

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Inoltre, se i principali attori dello scon-tro, i regnanti del tempo, avessero avu-to a disposizione un aggeggio da pochi soldi che oggi hanno in tasca persino i bambini delle elementari – un telefonino cellulare in grado di inviare un sms – probabilmente quella “inutile strage” si sarebbe potuta evitare. Ma così non era e così non fu.Nel corso del 2014, “Trentinomese” dedicherà uno spazio replicato a quella guerra che cambiò i confini d’Europa e il corso della storia anche in questo ter-ritorio di montagna. Converrà, pertanto, mettere in fila alcuni avvenimenti per capire come si arrivò a un conflitto che coinvolse, in un immenso braciere, tutta

l’Europa e persino gli Stati Uniti (che entrarono in guerra nel 1917) e via via fino all’Oriente estremo.

Il “cerino” che diede fuoco alla pol-veriera - il regicidio di Sarajevo delle undici di mattina del 28 giugno 1914

– non era che l’atto finale di uno spaven-toso scivolamento verso l’Armageddon cominciato almeno quarant’anni prima. Quando cioè l’impero Ottomano, che per oltre tre secoli aveva dominato nei Balcani, in Medioriente fino all’Iraq e nel nord Africa, si era sbriciolato sotto la spinta delle principali Nazioni europee votate all’imperialismo: Inghilterra, Fran-cia e Germania.

Nel 1875, in Bosnia e nell’Erzegovina vi fu una sollevazione popolare contro gli esattori delle tasse per conto dell’a-vido e ormai putrescente impero Otto-mano. L’anno seguente, la Serbia, che non nascondeva il sogno di diventare “la Grande Serbia” e aveva fame di un approdo sul mare, dichiarò guerra all’im-pero Ottomano. Nel conflitto fu risuc-chiata la Russia dello zar Alessandro II (1855-1881) il quale, in pochi mesi, sba-ragliò l’esercito turco. Quando si trattò di spartire il bottino, al Montenegro fu concesso uno sbocco sull’Adriatico, alla Bulgaria furono assegnati vasti territori turchi, alla Serbia quasi nulla. Anche per-ché nei mesi precedenti se n’era stata alla finestra a fare da spettatrice. La di-sinvolta suddivisione dell’impero Otto-mano da parte dello zar era piaciuta poco alle altre potenze europee. Temendo la creazione di una “Grande Bulgaria”, la corona britannica e la corona di Vienna, coinvolsero come “onesto mediatore” il cancelliere tedesco Bismark (1871-1890). Si arrivò al “congresso di Berlino” del 1878 nel corso del quale fu rifatta la suddivisione del bottino levato alla dominazione turca.Scrive lo storico inglese Gordon Brook (“Il tramonto delle monarchie”, Rizzoli, 1989): “La decisione più fatale adotta-ta dal congresso di Berlino fu quella di consentire all’Austria-Ungheria di occu-pare e di amministrare le due irrequiete province turche della Bosnia e dell’Er-zegovina, che avevano originato tutto il tumulto di tre anni prima”.Solo di passaggio, ricordiamo che, dopo la devastante alluvione del 1882, ad alcu-ne centinaia di persone della Valsugana,

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di Romagnano e della bassa Val di Non, fu consentita, dall’imperatore Francesco Giuseppe (1848-1916), l’emigrazione proprio nella Bosnia-Erzegovina “prov-visoriamente” amministrate da Vienna. Quel “provvisorio” divenne definitivo nel 1908, sessantesimo anniversario dell’incoronazione di Francesco Giusep-pe, quando “la monarchia asburgica de-cise di tramutare la propria occupazione militare della Bosnia e dell’Erzegovina in un’annessione ufficiale”. L’annessio-ne fu presa male, anzi malissimo, nelle Cancellerie a Berlino, a Londra e soprat-tutto a Pietroburgo dove lo zar, Nicola II (1894-1917), avrebbe voluto ottenere, quale contropartita, un appoggio di Vien-na per un suo accesso al Mediterraneo attraverso il Mar Nero e i Dardanelli.La Turchia, sia pure soltanto a parole, continuava ad avere diritto di sovranità sulle due province. Pertanto fu tacitata con il pagamento di due milioni e mezzo di lire turche. La Serbia e la sua “protet-trice”, la Russia, che anni prima aveva-no mal digerito l’occupazione delle due province “turche”, dopo l’annessione ebbero violenti mal di pancia. Si paventò un tintinnar di spade, ma tutto rientrò quando la Germania, fin dal 1879 alleata dell’Austria-Ungheria, convinse lo zar a fare marcia indietro, mentre France-sco Giuseppe minacciava Belgrado di invadere la Serbia. Pietro, diventato re di Serbia (1903) dopo il massacro dei regnanti della dinastia degli Obrenovic, fu costretto a ingurgitare l’amaro calice. Ma i tizzoni ardevano sotto la cenere.Il panslavismo cominciò ad armare la mano di sicari. Nel 1911 a Belgrado si costituì la società segreta Crna Ruka (“Mano Nera”) i cui fili portavano direttamente agli assassi-ni del 1903, quegli stessi che avevano consentito a re Pietro di sedersi su un trono di sangue.Nel frattempo le grandi Nazioni si sta-vano preparando alla guerra. Forti pres-

sioni erano esercitate dalle industrie di armamenti (la Krupp in Germania, la Sko-da in Austria, la Vickers e la Armstrong in Gran Bretagna, la Schneider-Creusot in Francia). Volevano vuotare gli arsenali per riempiere i “loro” granai. Da alcuni anni, l’Austria-Ungheria ave-va avviato la fortificazione dei confini con l’Italia (ne scriveremo sul numero di febbraio 2014). In verità, Casa Savoia aveva firmato un trattato col cancelliere Bismark il 20 maggio 1882, trasforman-do con ciò in triplice la duplice intesa austro-tedesca. Se l’Italia fosse stata aggredita dalla Francia, la Germania sarebbe corsa in suo aiuto. Sulla reci-procità dell’intervento italiano, da parte di Bismark restavano serissimi quanto fondati dubbi. Tant’è vero che quando l’Austria diramò l’ultimatum alla Serbia, alla richiesta di Francesco Giuseppe all’Italia di onorare i suoi obblighi verso l’Intesa, Vittorio Emanuele III (1900-1946) rispose che avrebbe mantenuto

un “atteggiamento cordiale”. Il 3 ago-sto 1914 aveva dichiarato la neutralità italiana. Nove mesi dopo era entrato direttamente in guerra proprio contro l’Austria. Del resto, fra l’impero delle undici nazionalità e quella che Metter-nich aveva definito “un’illusione ottica” come potenza europea, l’Italia, la rug-gine era antica. C’erano state le guerre di Indipendenza, finite con la cessione all’Italia di Lombardia e Veneto, attraver-so la Francia e non direttamente come sarebbe stato normale. Quando Vitto-rio Emanuele II (1861-1878) vide che le grandi potenze stavano per spartirsi le spoglie dell’impero Ottomano, nell’esta-te del 1877 mandò in missione a Londra, Vienna e Berlino il ministro degli Interni, Francesco Crispi. Alle Cancellerie visita-te, Crispi fece questo ragionamento: se l’Austria doveva avvantaggiarsi a spese dell’impero Ottomano, l’Italia avrebbe dovuto avere le “terre irredente” del Trentino e di Trieste che erano manca-

L’arresto di Gavrilo Princip subito dopo l’attentato Truppe russe in trincea

Piazza d’Armi (oggi Piazza Venezia): la sfilata del reggimento Kaiserjäger diretto alla stazione ferroviaria

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te al bottino del 1866. Irritato da tanto ardire, il primo ministro inglese, Disra-eli, aveva ribattuto: “Se proprio volete, prendetevi l’Albania”! Dieci anni dopo, mentre l’Italia era im-pegnata in una disastrosa guerra co-loniale nell’Africa orientale, Bismark, il Cancelliere di Ferro, s’era spinto oltre, osservando, sprezzante, che gli italiani avevano un robusto appetito ma pessimi denti. Insomma, pur facendo parte della “Tri-plice”, Berlino e Vienna consideravano l’Italia uno Stato-marionetta; e gli italiani, semplicemente dei “voltagabbana”. Tale giudizio ha resistito fino ad anni recenti. Sul finire del XX secolo, il “Kurier” di

Vienna scrisse, testualmente: “Che cosa volete? Gli italiani non hanno mai finito una guerra con gli stessi alleati con i quali l’hanno cominciata”.Nella tragica estate del 1914, Austria e Germania, Francia, Inghilterra e Russia, arrivarono alla guerra più per l’ambizio-ne degli Stati Maggiori che per la reale volontà dei regnanti. L’incertezza e la confusione degli ulti-mi giorni di luglio del 1914, prima che i cannoni degli Asburgo cominciassero a sparare granate, furono determinate dalla lentezza nelle comunicazioni te-legrafiche fra le Cancellerie e le teste coronate d’Europa. L’Austria decise le condizioni dell’ultimatum alla Serbia la

mattina di domenica 19 luglio 1914. A Berlino, il testo completo, arrivò la sera del 22 luglio. Il Kaiser tedesco, che era in vacanza nel mar di Norvegia, prese visione del testo dell’ultimatum, mentre era a bordo dello yacht reale, addirittura il giorno dopo. Anziché riceverlo dal suo cancelliere, lo lesse su un quotidiano norvegese.L’indomani del regicidio di Sarajevo, sull’onda dell’emozione e della commo-zione per la morte dell’erede al trono di Vienna e della sua consorte morgana-tica, il Kaiser aveva scritto al vecchio Cecco Beppe: “Troverete me e il mio impero fedelmente al vostro fianco, in quest’ora tenebrosa, in piena armonia con la nostra antica e provata amicizia e con gli obblighi della nostra alleanza”. Forte di queste assicurazioni, Vienna aveva avuto buon gioco a calcare la ma-no con Belgrado, ritenuta ispiratrice del duplice omicidio in Bosnia. L’imperatore tedesco era stato frainteso. Prometteva sì aiuto all’Austria, ma l’im-pegno era più che altro diplomatico. Ci fosse stato un telefono cellulare, tutto sarebbe stato chiarito in un baleno. Co-me faceva da cinquant’anni, Francesco Giuseppe era intento a passare l’estate a Bad Ischl, il più antico bagno di acqua salina dell’Austria, 55 chilometri a est di Salisburgo. Il Kaiser stava pescando nel mare del Nord. Gli alti papaveri delle Cancellerie di mezza Europa erano in vacanza chissà dove. Un celere scambio dei messaggi telegrafici sarebbe stato fondamentale ma la posta, anche la pun-tuale posta austriaca, s’inceppò. Non s’incepparono, invece, i cannoni quando l’Austria-Ungheria dichiarò guer-ra alla Serbia, trascinando nel baratro, come un effetto domino, l’intera Europa.Una guerra che durerà 4 anni, 3 mesi e 14 giorni, con uno spaventoso bilancio di oltre 12 milioni di morti fra militari e popolazione civile. Nella carneficina furono falciati dal 15 al 20% dei giovani Inglesi, Francesi, Tedeschi e Russi. L’Ita-lia entrerà in guerra un anno dopo, il 24 maggio 1915; gli Stati Uniti nel mese di aprile del 1917, mentre in Russia stava covando la rivoluzione Bolscevica che divamperà il 6 novembre dello stesso anno (24 ottobre del calendario Giuliano, ancora in uso nel Paese dello zar).

In Italia, l’eco dei colpi di pistola esplosi a Sarajevo arrivò con i giornali del gior-no seguente. Il “Corriere della Sera” pubblicava in prima pagina il dispaccio dell’agenzia Stefani, da Vienna, delle ore

Soldati Trentini in Galizia nel 1914

2 agosto 1914. Partenza della prima tradotta dalla stazione di Trento.

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16 del 28 giugno 1914. In taglio centrale, un commento sotto il titolo “La Corona tragica”: “Il delitto empie ancora una vol-ta di lutto e di orrore le gravi dimore degli Absburgo. Intorno al vecchio Imperatore nuovo sangue gronda; nuove tombe si aprono ai piedi dell’antichissimo trono. E i morti di ieri si ricongiungono ai morti d’oggi. Pare che ogni nuova vittima di questo destino tragico della casa Impe-riale d’Austria, riassuma tutte le altre, sia pietosa per sé e per quelle che l’hanno preceduta. La morte non si stanca di colpire. Allarga sempre di più il giro della sua falce. Rispetta solo il monarca ottua-genario. Vuole che egli campeggi unico tra la sua razza decimata”.Passò un mese, come s’è visto, prima della dichiarazione di guerra alla Serbia. Il 28 luglio il vecchio imperatore si rivol-se con un proclama ai “suoi” popoli, costretto dalle “trame di un malevolo avversario” ad “impugnare la spada do-po lunghi anni di pace”. Scriveva inoltre: “Quando, dopo tre de-cadi di fruttuoso lavoro per la pace in Bosnia e Erzegovina, io ho allargato i miei diritti sovrani a quelle terre, il mio decreto suscitò nel Regno Serbo, i cui diritti in nessun modo offesi, esplosioni di irrefrenabile passione e dell’odio più accanito. […] Una serie di brutali attacchi, una cospirazione organizzata, attenta-mente preparata, e ben condotta, il cui successo ha ferito me e i miei fedeli popoli al cuore, forma una visibile traccia di sangue di questi complotti che era-no gestiti e diretti in Serbia. Dev’essere imposto un limite a queste intollerabili azioni e dev’essere posto un termine alle insistenti provocazioni della Serbia. […]

Devo perciò procedere con la forza degli eserciti per assicurare quelle indispen-sabili garanzie che sole possono assicu-rare tranquillità al mio Stato all’ interno e duratura pace all’esterno”.Francesco Giuseppe concludeva il suo proclama confidando “nel coraggio e nella dedizione delle forze dell’Austria-Ungheria, e ho fiducia che l’Onnipotente dia la vittoria ai miei eserciti”.Il 31 luglio 1914 l’imperatore d’Austria ordinò la mobilitazione generale dei nati dall’anno 1873 al 1893, vale a dire co-loro i quali avevano da 21 a 42 anni. In novembre la leva obbligatoria sarà antici-pata a vent’anni; poco prima dell’entrata in guerra dell’Italia, nell’aprile del 1915,

saranno arruolati perfino i cinquantenni. Nel 1917 saranno chiamati alle armi pure i diciottenni.Complessivamente, nel corso della guerra, il Trentino alimenterà la fornace con sessantamila uomini e 1.700 uffi-ciali. I caduti furono 11.500; i feriti più di 14mila, e i prigionieri oltre 12mila.Scrisse Ottone Brentari (“Le rovine della guerra nel Trentino”, 1919): “Se a questi 60mila si sommano gli evacuati, confi-nati ed arrestati in Austria (150mila), ed i rifugiati in Italia (30mila), si avrà un to-tale di 240mila: cioè più della metà della popolazione del Trentino allontanata dal suo paese”.Prima della guerra, il 90% della popo-

Soldati austro-ungarici in una trincea sul fronte galiziano

Allo scoppio della prima guerra mondiale, sul trono delle Grandi potenze sedevano cugini di vario grado, ognuno dei quali (è un curioso dettaglio)

appartenente a una religione diversa: re Giorgio d’Inghilterra alla Chiesa An-glicana; il Kaiser Guglielmo alla Chiesa Luterana; l’imperatore Nicola di Russia alla Chiesa Ortodossa e l’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria alla Chiesa Cattolica.Re Giorgio V di Gran Bretagna era nipote diretto della regina Vittoria essendo figlio di Edoardo VII. Stessa nonna, la regina Vittoria, per il Kaiser di Germania, Guglielmo II la cui mamma, Vittoria, era la primogenita della regina che regnò sul trono di San Giacomo per 63 anni e mezzo. Un’altra nipote della regina Vittoria, Alessandra d’Assia (figlia di Alice, terzogenita dei nove figli avuti dal-la regina Vittoria col marito Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha) era andata sposa a Nicola II (1894-1917). Con ciò, lo zar di tutte le Russie era diventato nipote di Edoardo VII e cugino di primo grado di Giorgio V e di Guglielmo II.Quanto a Francesco Giuseppe d’Austria era imparentato, sia pure di secondo grado, con Vittorio Emanuele II di Savoia, avendo in comune quattro bisnonni: Leopoldo II d’Austria, Maria Luisa di Borbone, infanta di Spagna; il re delle due Sicilie, Ferdinando I di Borbone e sua moglie, Carolina d’Asburgo-Lorena.

LE TESTE IMPARENTATEREGNANTI NEL 1914

L’imperatore austro-ungarico Francesco Giuseppe (1830-1916), in un quadro del 1910

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trentinoattualità

L’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914 era stato preannunciato da tempo all’arciduca Francesco Ferdinando d’Este, principe ereditario al

trono d’Austria-Ungheria. Tant’è che poco prima di partire per una parata militare in Bosnia, ne aveva parlato, a cena, con suo nipote, Carlo, che sarà imperatore per soli due anni alla morte di Francesco Giuseppe: “So che fra poco mi uccideranno”.Nominato l’anno prima Ispettore generale delle Forze Armate, l’arciduca fu a lungo titubante su quel viaggio a Sarajevo per assistere alle manovre estive. Si decise probabilmente perché, per la prima volta, lo avrebbe potuto accom-pagnare la moglie morganatica, Sofia, alla quale, l’imperatore aveva tolto il veto a mostrarsi al fianco del marito nelle cerimonie militari. Era la prima volta e fu l’ultima.Una serie impressionate di “sfortunate coincidenze” portò l’augusta coppia davanti alla pistola di Gavrilo Princip, uno studente di origine serba che inten-deva vendicare l’annessione austriaca della Bosnia-Erzegovina del 1908. Oltre a Princip, per quell’attentato, armato dalla Crna Ruka (la Mano Nera serba) erano stati introdotti in Bosnia altri cinque potenziali assassini. Tutti provvisti di bombe, di pistole e di una fiala di cianuro per il suicidio in caso di fallimento dell’impresa.Mentre lo studente Gavrilo Princip, pistola in tasca, attendeva la coppia reale all’angolo di una strada, contro la vettura dell’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia, fu lanciata una bomba a mano. L’ordigno ferì l’aiutante da campo dell’Arciduca. La coppia reale, a quel punto, passò davanti a Princip a tutta velocità. L’attentatore, credendo fallito il suo compito, si incamminò verso il centro. Per un tragico scherzo del destino, poco dopo si ritrovò davanti all’auto dell’erede al trono d’Austria che stava tornando indietro per recuperare l’aiutante da campo, nel frattempo sottoposto alle prime cure. C’era grande folla, la vettura fu costretta a rallentare. Gavrilo Princip si trovò di fronte i due reali e poté agevolmente sparare due colpi di pistola contro le sue vittime. A nulla era servito il giubbotto antiproiettile che l’Arciduca indossava poiché fu colpito mortalmente al collo. Sua moglie, ferita allo stomaco, morì poco dopo.Princip, bloccato dalla folla tentò il suicidio con il cianuro, poi sparando un colpo di pistola. Non era ancora la sua ora. Vomitò il veleno, mentre la pistola fu deviata da un gendarme prima che potesse andare a centro. Condannato a vent’anni di carcere poiché troppo giovane per essere affidato al boia, Gavrilo Princip morì di tubercolosi, nella prigione di Terezin, il 28 aprile 1918. Aveva 23 anni. La guerra che aveva contribuito a scatenare stava volgendo al termine.

QUEI DUE COLPI DI PISTOLAE FU SUBITO ARMAGEDDON

lazione trentina era favorevole alla per-manenza sotto la dominazione di Vien-na; dopo la guerra la percentuale si era drasticamente capovolta.Puntualizza Sergio Benvenuti (“Il Tren-tino durante la guerra 1914-1918”): “In un primo tempo il numero dei disertori trentini dell’esercito austriaco che cerca-vano rifugio in Italia fu piuttosto limitato. Numerosi furono invece i soldati trentini che si diedero volontariamente prigio-nieri dei russi”.Ci furono anche parecchi casi di autole-sionismo. Nel tentativo di farsi ricono-scere inabili alle armi, i soldati ingurgita-vano decotti di nicotina, o si sparavano a una mano o la sporgevano dalla trincea perché qualche cecchino nemico la po-tesse abilmente colpire.Un mese dopo la proclamazione della guerra, il 28 agosto, quattro reggimenti di Tiroler Kaiserjëger (Cacciatori imperiali tirolesi) dei quali facevano parte numero-si Trentini, ebbero il battesimo del fuoco in Galizia, contro l’esercito russo. Ingaggiate varie battaglie tra la Polo-nia e i monti Carpazi, sotto l’incalzare dei russi l’esercito austro-ungarico fu costretto a retrocedere. Le perdite furo-no consistenti. Di 960 uomini del XXIII battaglione composto da Trentini e Ti-rolesi, mandato in Galizia nel dicembre del 1914, sei mesi dopo tornarono in Trentino soltanto 147 soldati. Nel primo anno di guerra, i militari Trentini morti sui campi di battaglia ai confini orientali della monarchia furono circa 7mila.Appena cominciata la guerra fra Vien-na e Belgrado, tramite l’ambasciatore di Germania, Bülow, l’Italia domandò all’Austria la cessione del Trentino e, di conseguenza, l’immediato congedo dei Trentini arruolati nell’esercito austro-ungarico.Il 2 aprile del 1915, in cambio della neu-tralità italiana, Vienna manifestò la dispo-nibilità a cedere alla corona dei Savoia i distretti di Trento, Rovereto, Riva del Garda, Tione (senza Madonna di Cam-piglio) e Borgo Valsugana. Inoltre, era previsto che il confine fra Austria e Italia fosse spostato a nord di Lavis. Roma replicò che voleva tutto il territorio con-globato nel Regno Italico di Napoleone nel 1811. Non si procedette al baratto perché, nel frattempo, l’Italia aveva fir-mato con Londra un “patto segreto” (26 aprile 1915) che fu reso pubblico dai bolscevichi nel 1917, appena saliti al potere dopo la rivoluzione di Ottobre.Siglato all’insaputa del Parlamento ita-liano, il documento prevedeva che l’I-

talia sarebbe entrata in guerra contro l’Austria-Ungheria e la Germania entro un mese dalla firma. In caso di vittoria, l’Italia avrebbe ottenuto il Trentino, il Tirolo meridionale, la Venezia Giulia, l’I-stria con l’esclusione di Fiume, una parte della Dalmazia, varie isole nell’Adriatico, i porti dell’Albania, un bacino di carbone in Turchia e la conferma della sovranità sulla Libia e il Dodecaneso. Il Governo italiano mantenne l’impe-gno e proclamò la guerra all’Austria il 24 maggio 1915. Ma al tavolo della pa-ce, a Parigi, nel 1919, gli Stati Uniti non riconobbero il “patto di Londra” e Roma dovette, obtorto collo, accontentarsi di una parte del “bottino” pattuito: il Tren-tino-Alto Adige, la Venezia Giulia, la città

di Zara e qualche isola della Dalmazia. In Italia montò la polemica, si parlò di “vittoria mutilata”. Il governo liberale an-dò in crisi, con ciò spalancando la porta all’avvento del fascismo. Alla fine della guerra, dei quattro imperi che l’avevano cominciata restò integro soltanto quello britannico. La spartizio-ne del bottino fra le Nazioni vincitrici, e l’umiliazione del popolo Tedesco voluta dalla Francia, servì a porre le basi per la Seconda guerra mondiale. Sarebbe stata più violenta e più terrificante della Prima: 55 milioni di morti (24 milioni e 400mila militari, 30 milioni 900mila civili). ■

Nel prossimo numero: “Trentino. L’esodo e la deportazione”

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IL MUSEO DELLA GUERRA

DI ROVERETONELLE SALE MEDIOEVALI I RICORDI TRAGICI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE:ARMI, PITTURE, DOCUMENTI, FOTOGRAFIE, TESTIMONIANZE

dell’orrore per ciò che è avvenuto, è sta-to raccontato, documentato, recitato, in mille modi e le scolaresche sono state messe in fila per visitare i diversi forti e fortezze che segnano il territorio della nostra provincia e che, restaurati, si er-gono oggi a monito della violenza cieca e stupida del potere, di ogni potere.Ma c’è un luogo in particolare in cui tutto questo è gelosamente custodito, anzi costantemente aggiornato, trasfor-mando ciò che potrebbe sembrare ina-nimato in un motore informativo e cul-turalmente fertile per ogni fascia di età: il Museo della Guerra di Rovereto.Nell’unica rocca trentina di chiaro stam-po veneziano il 21 ottobre 1921, du-rante una di quelle splendide giornate autunnali che ti fanno rimanere allibiti per lo scenario che si apre sulla piana lagarina, il re Vittorio Emanuele III assieme a Giuseppe Chini, Giovanni Malfer, Antonio Piscel e don Anto-nio Rossaro, scelgono questo luogo, ritenendolo più adatto, per ricordare la Grande Guerra e per non dimenticare

Con il 1° gennaio 2014 si ricor-deranno tante cose, presenti e passate. Su tutte spicca però il

centenario dello scoppio della I Guerra Mondiale. Sebbene l’evento trovi nella data del 28 luglio 1914 l’ufficialità dell’apertura del conflitto mentre per l’Italia se ne parlerà nel 1915 –, un progetto europeo, diversificato per nazione, contribuisce già da qualche anno alla preparazione di convegni, mo-stre d’arte, esposizioni documentative, commemorazioni, filmati, pubblicazioni, ecc. La mobilitazione che lacerò il mondo e il pensiero in maniera tale che fino a

oggi non hanno potuto essere ricuciti, come scrisse Robert Musil nei suoi Diari, sarà il leit motiv del 2014.Detto ciò, come hanno scritto Massi-mo Libardi e Fernando Orlandi, forse il modo migliore per raccontare come la Grande guerra abbia lacerato il mondo è cominciare dalla grande esposizione universale di Parigi inaugurata il 14 aprile del 1900. Ma per questa corretta con-testualizzazione rimando allo splendido libro catalogo degli autori di Qualcosa di immane. L’arte e la grande guerra.L’entusiasmo iniziale, diventato ben pre-sto lucido e consapevole disinganno e quindi l’apparire nel cuore e nell’anima

di Fiorenzo Degasperi

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l’idea irredentistica che ha portato da una parte all’Unità d’Italia, dall’altra a ricordare il Risorgimento. La scelta di fare di Rovereto, in particolar modo di questo castello dalle antiche origini alto-medioevali, un museo della guerra che oggi si presenta come il più importante, funzionale, progettuale museo tematico a livello nazionale, nasce dalla volontà di ricordare che questa città ha subito, for-se più di tutte, gli effetti devastanti dei bombardamenti. Per non dimenticare, quindi, si è voluta raccogliere nelle ar-caiche sale di questo castello, una volta ricordato perché aveva cento finestre e una moltitudine di leggendari passaggi segreti che lo collegavano a diversi pa-lazzi della città e un tesoro mai trovato, una vasta collezione di cimeli, in parte direttamente provenienti dai campi di battaglia, in parte da donazioni e depo-siti di privati e di governi. Sebbene, per onor di cronaca, la documentazione presente sia squilibrata preponde-ratamente sull’”italianità” – ricordia-mo, per chi ancora non lo sapesse o lo avesse dimenticato che il Trentino ha combattuto sul fronte austriaco per-ché il territorio, da secoli, era parte integrante di questo paese – il Mu-seo nel tempo è riuscito ad uscire dalla

logica “irredentistica” per diventare un’agevole e specialistico strumento di conoscenza.Infatti spostandosi di sala in sala, attra-versando cortili dai vetusti acciottolati, ci si imbatte in una miriade di armi leg-gere e pesanti, compresi proiettili di

tutte le stazze, forme e volumi. Tra cui uno incastrato nelle ruote di un vagone ferroviario, a seguito della esplosione di un deposito di munizioni avvenuto du-rante la guerra a Tezze Valsugana, una montagna-fronte-frontiera dai labirintici meandri che si offre ad una lettura im-

Per ricordare i cent’anni della Grande Guerra il Museo della Guerra di Rovereto si sta muovendo in diverse direzioni. Tra gli avvenimenti che

metterà in campo – conferenze, proiezioni film/documentari, convegni, mo-stre temporanee, ecc. – due di questi hanno un particolare significato per il territorio. Il primo riguarda un progetto fotografico dal titolo “Solo il Vento”. È stato affidato al fotografo di montagna Alberto Bregani, di camminare sul “Sentiero della Pace” che segnava il confine e al contempo il fronte tra l’Austria e l’Italia. Una campagna fotografica molto particolare nella quale il fotografo racconterà in modo personale ed evocativo le vestigia della Grande Guerra a cento anni dal suo scoppio. Il tutto nella migliore tradizione della fotografia, ovvero in bianconero su pellicola di medio e grande formato. Attualmente in corso di realizzazione l’evento può essere seguito nel blog di Alberto Bregani dedicato al progetto: www.soloilvento.it.La seconda iniziativa riguarda alcune pubblicazioni per bambini e ragazzi dal titolo “Sulle tracce della Grande Guerra in Trentino” e “Lungo i sentieri della Grande Guerra in Vallarsa”. I libri sono il frutto della collaborazione tra la Rete dei Musei e gli Ecomusei del Trentino.Il libretto, illustrato da Federica Periotto, offre un aiuto per comprendere ciò che è conservato nelle vetrine dei musei e ciò che rimane sul territorio. L’obiettivo è incuriosire ragazzi e genitori ad andare alla scoperta dei numerosi segni della Prima guerra mondiale ancora oggi visibili. Il libretto, realizzato anche nella versione tedesca e inglese, viene distribuito gratuitamente alle famiglie che lo richiedono nei musei ed ecomusei del Trentino. Nel corso dell’estate passata è stato presentato anche il libro “Lungo i sentieri della Grande Guerra in Vallarsa”, primo volume della collana di guide storico-escursionistiche dedi-cata a famiglie e ragazzi. Il progetto, intitolato “La montagna dei ragazzi”, è promosso dall’Accademia della Montagna del Trentino in collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.

FOTOGRAFIE & BAMBINI

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22tmgennaio

trentinoattualità

Il Museo Storico Italiano della Guerra si trova nella parte alta della città di Rovereto, in Via Castelbarco 7, un tempo a controllo dell’antica via che por-tava in Vallarsa, al Pian delle Fugazze e quindi nel vicentino e nel padovano. Sono iniziati alcuni lavori di restauro e quindi, temporaneamente, non sarà possibile salire sugli spalti del castello mentre il percorso di visite alle sale espositive rimane immutato.Il Museo rimane aperto tutto l’anno, dal martedì alla domenica, con orario continuato dalle 10 alle 18. Nei mesi di luglio, agosto e settembre il sabato e la domenica l’orario è prolungato dalle 10 alle 19.00. In questo periodo è possibile visitare, oltre alla mostra permanente, le mostre temporanee “1918. Da Caporetto a Vittorio Veneto” e “Pasubio 1915-1918”.Il museo inoltre è dotato di una ricchissima biblioteca e di un archivio con-sultabile su appuntamento. Intensa anche l’attività didattica con le scuole elementari, medie e superiori della regione e non. In questo caso le visite si effettuano solo su prenotazione.Biglietteria: intero, dai 19 anni, euro 6.50, comitiva euro 4,50, scuole euro 2. Il museo è chiuso il lunedì non festivo, il 24, 25 e 31 dicembre, l’1 gennaio. Info: 0464438100, www.museodellaguerra.it.

DOVE E QUANDO

mediata di come poteva essere un ter-ritorio coinvolto dal passaggio del fron-te. Ad un certo punto, sopra la nostra testa, vola perfino un aereo biplano. Il quale ha combattuto nei cieli durante la I Guerra Mondiale, scontrandosi ripetu-tamente con l’aviazione austroungarica.Aggirandosi poi per il castello – uno dei musei più visitati dalle scolaresche locali e non – ci si imbatte in una sfilata di manichini abbigliati di tutto punto. Le uniformi sono infatti circa 900, dei vari eserciti della I e II Guerra Mondiale. Mentre sono più di 1000 i manifesti prodotti durante i due conflitti mondiali e nell’immediato dopoguerra e circa 20.000, alcune esposte e la maggior parte presenti nell’archivio, le cartoline. Un fondo questo che viene, di volta in

volta, raccolto per temi ed esposto in mostre temporanee. E rimanendo in tema di iconografia e di immagine visiva non bisogna dimenticare che qui, in archivio, sono depositate più di 6 0.000 fotografie, oltre 200 disegni di Pietro Morando eseguiti tra il 1915 e il 1918, gli olii di Federico von Riegel, le opere di artisti come M. Casadei, A. Bucci e dei roveretani Armani, Coelli, Balata e G. Wenter Marini e dello studio di Nedomansky. Non mancano nemme-no le onorificenze, piccoli concentrati di araldica e simbolica, né i modellini. C’è poi la raccolta di circa 180 pezzi di

figurini, statue in ceramica raffiguranti soldati dello stato italiano, ecc. Una particolare attenzione è rivolta poi alla vita quotidiana attraverso i gior-nali di trincea, le lettere, i diari, ecc. riguardanti la coscienza dei singoli e la sensibilità collettiva di quegli anni che, non dimentichiamo, sono e rimar-ranno il frutto della violenza dell’uomo sull’uomo.Il tutto accompagnato da innumerevoli laboratori, percorsi nel museo, escur-sioni tra trincee e monumenti, progetti personalizzati sulla I guerra mondiale e non solo. ■

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mento insufficiente a soddisfarle tutte. Aspettative alte e la parola “impegno” che ricorre più di altre nei loro discorsi. Rabbia, domande aperte, la voglia di mettercela tutta, l’anno di Servizio civile come opportunità di crescita professio-nale e umana. Lisa, laureata in scienze politiche a Mi-lano, segue il progetto “Cittadini attivi nella Valle dei Laghi” dell’associazione Murialdo del Trentino Alto Adige onlus. Lo scopo è coinvolgere un buon numero di ragazzi di Padergnone, Calavino, Ca-vedine e Lasino per costituire consulte giovanili che realizzino progetti a partire dai bisogni espressi dalla popolazione. Marica, una laurea in beni culturali, ar-chivistici e librari a Trento, partecipa al progetto “La casa delle storie. A ciascu-no il suo libro”dell’Istituto comprensivo

«Questa Italia non premia l’intelligenza». Il groppo in gola rimane, come le

maniche rimboccate e il coraggio per-ché il lavoro da fare è enorme. «Questo presente l’abbiamo ereditato ed è un peso per noi giovani da portare. Noi che dovremmo essere la risposta». Hanno lo sguardo lucido i ragazzi in servizio civile, e un sogno rubato. «Da bambina era cosa scontata desiderare una fami-glia tutta mia e vivere di un lavoro che amo. Nel giro di un decennio non lo è più e il futuro è diventato una macchia buia».Lisa, Marica e Piero sono tre dei 70 ragazzi selezionati per alcuni dei progetti del Servizio civile provinciale avviati nel novembre scorso. Le domande sono state più di quattrocento, il finanzia-

SONO 70 I GIOVANI SELEZIONATI PER I 22 PROGETTI IN CORSO.

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25tmgennaio

trentinoattualità

“Trento5”, finalizzato alla creazione di specifici percorsi di avvicinamento al-la lettura per bambini con disturbi dell’ apprendimento o difficoltà dovute alla madrelingua diversa dall’italiano. Piero, residente in un paesino della pro-vincia di Belluno, a Trento per la laurea magistrale in filosofia, aderisce al pro-getto “4 giovani cittadini attivi: un pon-te tra giovani, opportunità e territorio” promosso dalle Politiche Giovanili del Comune con lo scopo di promuovere concretamente la cittadinanza attiva attraverso diversi canali, dalla Rete a iniziative sul territorio a partire dall’ ag-giornamento online della guida al volon-tariato dei giovani a Trento. In ogni caso, il contributo individuale è importante, necessario. Cittadini attivi è questo. Non sottrarsi di fronte alla possibilità di esserci e non è un caso che proprio Es.Ser.Ci sia l’acronimo scelto dalla Provincia per designare le innu-merevoli esperienze di Servizio civile. «Servizio e difesa della patria – specifica Giampiero Girardi, direttore dell’Ufficio Giovani e Servizio Civile della Provincia autonoma di Trento, obiettore lui stesso negli anni Ottanta presso la comunità Murialdo – all’interno di una modalità di difesa, nata in alternativa alla leva obbli-gatoria, che oggi è difesa di quei valori fondamentali capaci di cambiamento quando diventano prassi». Siamo oltre gli stereotipi che etichettano i giovani come bamboccioni, mam-moni, choosy (schizzinosi, ndr) e poco impegnati. Stereotipi smentiti, peraltro, anche dai risultati dell’ultima indagine del Censis, nella parte dedicata proprio ai cosiddetti “millennials” e cioè a coloro che sono diventati maggiorenni dopo il Duemila, disponibili a prendersi cura di chi si trova in difficoltà, desiderosi di ridarsi valori che prendano il posto delle false speranze e si traducano in comportamenti, azioni e stili di vita. «Agire secondo coscienza significa sa-per distinguere ciò che può andare bene solo per me da ciò che può andare bene anche agli altri» affermano le due ragaz-ze. E qui rientrano i concetti di rispetto, onestà e giustizia. «Vita buona» aggiun-ge Piero, per lui sinonimo di impegno personale, «e se poi fosse possibile ab-binare dovere e piacere ancora meglio». Segnali che sembrano evidenziare come la crisi antropologica abbia consumato il suo slancio e ci si avvicini ad una fase di svolta dove la felicità pubblica diventa integrante di quella privata, individuale, sulla quale da trent’anni a questa parte

Sono 22 i progetti annuali di servizio civile in corso, di cui 18 attivati in area sociale e 4 in area culturale presso le onlus “Casa Accoglienza alla

vita Padre Angelo”, “Si Minore”, “Murialdo Trentino Alto Adige” e “Anffas Trentino”; le cooperative “La Rete”,”Oltre”, “GSH”, “Villa Maria”, “Il Bucane-ve” e “Villa Sant’Ignazio”; l’associazione di volontariato “Valle Aperta”, l’Arci Servizio Civile, il Comune di Trento, l’Istituto comprensivo Trento5, l’ Azienda Provinciale Servizi Sanitari e la Caritas. Oltre 400 le domande da parte dei ragazzi, 70 i selezionati sulla base del finanziamento disponibile. La remunera loro è di 433,80 euro al mese per 30 ore settimanali. Venti i giorni di congedo.Una trentina di volontari stanno prolungando il servizio di sei mesi con progetti personalizzati di comune accordo con gli enti promotori presso i quali hanno già svolto l’anno di servizio e a breve saranno avviati i primi ragazzi del servizio civile nazionale.Sono previsti anche progetti estivi bimestrali per ragazzi fra i 18 e i 21 anni.Novità degli ultimi mesi è l’istituzione del Servizio Civile Universale Provincia-le come modifica della legge provinciale 5 del 2007: questo in risposta alla crescente domanda dei giovani e alla diminuzione delle risorse a riguardo. Questa nuova formula, per la prima volta in Italia, permetterà agli enti privati di accreditarsi all’albo provinciale del servizio civile e di ottenere dalla Provincia autonoma di Trento il finanziamento di una parte delle spese. La legge è in fase di applicazione per cui non è ancora possibile sapere in quale modo si procederà.

UN PO’ DI NUMERI

si è investito con un’abnorme offerta di beni di comfort, surrogati di beni ben più duraturi.«So che posso fare, ma a volte non so esattamente cosa – spiega Lisa – so anche di avere poco potere perché non posso certo essere io la paladina della rinascita, ma insieme ad altre persone il potere aumenta e così la possibilità di fare, di esserci». E chi non fa nulla inve-ce? Non studia, non lavora, non cerca un’occupazione? «Sono i Neet (not in education, employment, training, cioè non impegnati nello studio, lavoro, sta-ge, ndr). Li ho approfonditi per la tesi e il servizio civile è un’opportunità per non finirci dentro quando le strade si chiudono e non riesci a trovare la tua - continua Lisa. – C’è mancato poco che vivessi anch’io quest’inferno». Le fa eco Marica che ha provato la paura di fermar-si una volta terminata l’università. «La mancanza di risposte toglie autostima mentre invece ricevere un’opportunità significa che investono su di te, ti dan-no fiducia e l’autostima ne guadagna». Lo sanno bene i tutor che seguono i ragazzi in Servizio civile, i responsabili dei progetti e gli animatori della for-mazione, consapevoli della necessità di un investimento iniziale considere-vole affinché i giovani siano messi nella condizione di sperimentare le proprie potenzialità e, in alcuni casi, trovare la propria strada. È accaduto l’anno scorso

con una studentessa in servizio presso la cooperativa sociale “La Rete” che ogni anno accoglie dai 5 ai 10 volontari in servizio civile. «Studiava ingegneria e mentre era da noi si è resa conto delle sue capacità di entrare in relazione con persone portatrici di disabilità – racconta Alberto Zandonati, referente del monito-raggi e della comunicazione – Il risultato è stato che ha cambiato facoltà e ora studia per diventare educatrice».È un patto vero e proprio quello fra i ragazzi e l’amministrazione provinciale, al quale presenziano gli operatori locali di progetto che accompagnano i giovani in questo cammino di crescita, considerati all’unisono una risorsa e non un onere. «Vogliamo dare loro la possibilità di fare un’esperienza di vita significativa attra-verso la relazione che man mano si crea e permette al volontario di essere non più soltanto osservatore, ma di diventare protagonista, lavorare cioè in modo più o meno autonomo sviluppando competen-ze e affinando eventuali talenti naturali» spiega Cristina Garniga, psicologa della Fondazione Famiglia Materna di Rove-reto che quest’anno, affiancata dalla cooperativa “Punto d’approdo”, ha in carico 4 volontarie. La responsabilità, ovvero la capacità di rispondere al bisogno di rigenerazio-ne sociale, diventa allora collettiva e l’impegno una passione da difendere e coltivare giorno per giorno. ■

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26tmgennaio

trentinoattualità

Quattro pagine che, nel momento di massimo splendore, diventarono otto. Sfogliare oggi, a qua-rant’anni di distanza, la raccolta rilegata di due inte-

re annate della rivista – forse meglio dire: giornalino – del Trento Club, non è soltanto un piacevole viaggio a ritroso nel tempo, condito da una inevitabile dose di nostalgia. È soprattutto l’occasione straordinaria per raccontare un modo di vivere la città e il calcio che oggi – e senza che ciò costituisca in modo alcuno la pretesa di stabilire primati di questa o quell’epoca, non è questo il punto – sembra definitivamente lontano e solo in parte sostituito dalle passioni che trovano nel volley (leggi Itas Diatec Trentino tricolore e mondiale) e nel basket (leggi Aquila Trento in crescita continua di pubblico e simpatia) i nuovi punti di riferimento.Ma è un’altra storia. Qui importa, grazie al contributo di Andrea Tombini – che tiene gelosamente custodite quelle riviste rilegate, salvo generosamente concederle per questa rivisitazione – ritrovare il sapore di un’epoca. Un’epoca nella quale, era il novembre del 1973, il tutto esaurito, registrato in occasione dell’incontro di serie C con l’Alessandria, scatena le ire di Historicus, cau-stico commentatore sulle pagine del giornalino di quel che accadeva dentro e attorno allo stadio. Senti-

TUTTO ESAURITOAL BRIAMASCO

di Carlo Martinelli

VIAGGIO NOSTALGICO E CON QUALCHE SORPRESA ATTRAVERSO GLI ANNI SETTANTA. QUANDO LE PAGINE DEI GIORNALINI DEI TIFOSI DEL CALCIO TRENTO RACCONTAVANO DI PORTOGHESI, SPALTI SEMPRE GREMITI, GENEROSITÀ DEGLI SPORTIVI E DI UN FACEBOOK IN ANTICIPO DI TRENT’ANNI. NONCHÉ DI UNO STADIO GIÀ ALLORA DEFINITO VECCHIO, VETUSTO E CADENTE...

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27tmgennaio

trentinoattualità

te un po’ come si scagliava contro “I portoghesi della domenica.” “Era ora! Finalmente dopo anni d’attesa, anche il vecchio e cadente Briamasco ha vissu-to il suo giorno di gloria, tutto esaurito sugli spalti e tutti esauriti i biglietti alle casse con suprema gioia del cassiere dell’AC Trento. Gli oltre 6.000 (ottimisti parlano di quasi 7.000) spettatori hanno potuto godere di un calcio d’alta scuo-la, di un pomeriggio stupendo, di una digestione resa difficile dal gol messo a segno dall’opportunista Mazzia. Cer-to, confrontando l’incasso record dello stadio trentino con quello di altri cam-pi di serie C, dove domenicalmente 6.000 presenze significano norma-le amministrazione, gli entusiasmi si raggelano e il tutto ci riporta alla realtà che è poi la constatazione di quanta strada deve ancora percorrere il calcio trentino. E tanta strada resta ancora da percorrere soprattutto in fatto di tifo, di sostegno, di maturità calcistica. Di-ciamo pure che con seimila sugli spalti il Briamasco sembrava un grande ed assolato dormitorio dedicato alla pen-nichella di 6000 tranquilli proletari del tipo in disarmo. Non solo! Il vetusto stadio Trentino ha confermato d’essere, nella sua infima modestia, il regno dei portoghesi. L’incasso lo conferma. Al “nessun vuoto umano” in tribuna ha fatto riscontro un preoccupante vuoto di pagamento. Siamo alle solite. Tren-to da buona città redenta ha imparato l’arte della madrepatria, dove i furbi prosperano e i gonzi pagano. I furbi, li conosciamo tutti, sono quel buon 20% che sapientemente sfruttano tessere, distintivi, mestieri e com-piacenti amicizie per entrare gratis dappertutto, al cinema, al circo, allo stadio e chissà in quanti altri posti. Buon per Dio che non si paga in chiesa sennò si registrerebbe anche lì un continuo tut-to esaurito. I gonzi sono i poveri diavoli della domenica, quelli al Trento vogliono bene e con le loro duemila lire intendo-no aiutare e sostenere tangibilmente

la squadra del cuore, anche a costo di qualche sacrificio”.Sfogliare quelle pagine è anche ritrovare una ritualità che ci sembra curiosamente precorrere quello che oggi è in tutte le case, su tutti i cellulari, in tutti tablet, su

ogni computer. Già. Cosa altro era la mitica rubrica “Occhio alla fortuna” se non, a ben guardare una sorta di an-ticipazione di Facebook? Ogni 15 giorni il giornale dei tifosi riportava infatti l’im-magine di uno spicchio della tribuna del Briamasco, immancabilmente gremita in ogni ordine di posti. Dei cerchi indicava-no, a caso, alcuni tifosi. Ad ogni partita la ditta Cappelletti offriva in omaggio, a tut-te le persone che si riconoscevano nei cerchi, una tozzola artistica per il brulé da ritirare presso la droghisteria di piazza Fiera. Un concorso artigianale, del tut-to popolare, apparentemente ingenuo. C’era anche una variante del quadratino: chi vi si riconosceva aveva diritto, gra-zie al Trento calcio, all’ingresso gratuito

Nell’ottobre del 1975 il Briamasco ospita lo scontro tra Bolzano e Trento. Il quindicinale sostenitore dell’A.C. Trento annuncia lo scontro con il robo-

ante titolo “In derby veritas”. A pagina tre compare quella che ha tutta l’aria di essere una inserzione pubblicitaria e che invece, a ben guardare, rappresenta uno straordinario modo di raccon-tare il calcio e il tifo, oggi con ogni probabilità per sempre perso. “El bafo” che “dà il benvenuto ai cugini bolzanini ma augura vittoria al Tren-to” è un personaggio che ha segnato in maniera indelebile la storia delle passioni calcistiche gialloblù. Per de-cenni Ezio “Baffo” Morelli è stato il tifoso per antonomasia del Trento. Caldo, appassionato, vulcanico, ma anche alfiere di un modo rispettoso e corretto di sostenere i colori gial-loblu della squadra del cuore. Lo ha ricordato bene Giorgio Dal Bosco quando ha intervistato, sulle pa-gine del Trentino, Carlo Morelli, il figlio del “Baffo”. È il 1961 quando Ezio Morelli fon-da la sua "Metal Serranda", la ditta artigiana specializzata nella messa in posa, manutenzione e riparazione delle serrande. Ed è il 1981 quando il “Baffo” se ne va, a soli 52 anni, lasciando l’allora poco più che ventenne Carlo alla guida dell’azienda. In poche righe Dal Bosco tratteggia un ritratto nitido, preciso. “Morelli era molto stimato professionalmente e altrettanto conosciuto come alfiere della tifoseria del Calcio Trento, quando la nostra squadra giocava decorosamente e, soprattutto, quando il tifo era tifo. Era lui il capopopolo dei tifosi trentini, il fondatore dei tanti Trento Club, è stato lui con l'erborista Cappelletti, il giornalista Gianfranco Chiomento ed alcuni altri a organizzare i pullman per le trasferte dei tifosi. Tutti i cinquantenni ed oltre ricordano la trasferta a Valdagno per la partita spareggio con il Pordenone, vinta la quale, il Trento salì in serie C. Il "Baffo" era riuscito a far convergere su piazza Fiera, provenienti anche dalle valli, ben ottomila tifosi che su pullman, auto e moto si recarono a Valdagno”.

INDIMENTICABILE BAFFO

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trentinoattualità

allo stadio per la partita successiva. In quel simpatico ricercarsi nelle foto (a scattarle i fotografi che per anni hanno immortalato le partite del Trento: Gior-gio Rossi, Claudio Libera, Roberto Bernardinatti, Dino Panato) non vi era forse anche un modo di vivere la partita, la socialità, che oggi trova appunto nei milioni di volti catalogati da Facebook il suo nuovo modo di esprimersi?

La storia del tifo organizzato dei soste-nitori aquilotti – accanto al Trento club ci furono anche gli Amici gialloblù – re-gistra anche un clamoroso cambio di testa. Con il numero uno del gennaio 1976 infatti il giornalino non si chiamerà più “Trento club” ma diventa “Forza Trento” (la politica arriva sempre do-po...). Un editoriale in prima pagina spie-ga il perché. “Anno nuovo, vita nuova.

Con l’avvento del 1976 anche il nostro quindicinale ha cambiato testata. Cos’è successo? Semplice. Il proprietario della vecchia testata, com’era d’altronde sua potestà, ha fatto valere i propri diritti di proprietario del giornalino, negando al nuovo direttivo del Trento club la pos-sibilità di utilizzare la vecchia testata. A questo punto il consiglio direttivo, con-vinto dell’importanza fondamentale per i tifosi trentini di avere un loro organo di informazione libero, indipendente, non legato ad un gruppo di potere né economico né politico, ha deciso di uscire con una nuova testata che resta l’unico organo ufficiale del Trento club, il sodalizio sportivo che accomuna tutta la tifoseria gialloblù, senza distinzione alcuna”.È curioso, e fa un po’ male, rilevare co-me questo cambio di testata, orgoglio-samente rivendicato, avvenga nei giorni in cui il Trento è chiamato ad affrontare nientemeno che l’Udinese. Ecco l’amara beffa: da una parte una squadra che po-chi anni dopo sarebbe stata protagonista del calcio non solo in Italia ma anche in Europa, e dall’altra una compagine destinata a retrocedere tra i dilettanti, quasi dimenticata dalla sua città.In quelle pagine scorrono le pubblicità

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29tmgennaio

trentinoattualità

di negozi destinati poi a scomparire, vi-vono le rubriche nelle quali giornalisti da una parte e tifosi dall’altra erano invitati ad indicare il calciatore della domenica, compaiono le immagini della vita as-sociativa nelle diverse sezioni del tifo gialloblù, da Mattarello a Cognola, da Povo a Lavis. Giuseppe Casagrande era il direttore responsabile di quel giornale che immancabile si faceva tro-vare all’appuntamento ad ogni partita

casalinga del Trento. Erano gli anni nei quali era costante anche la presenza di iniziative a carattere sociale.Nel numero del 7 ottobre 1973 ecco un appello alla generosità degli sportivi gialloblù. Un appello per aiutare Silvano Mari, vecchia gloria del calcio trentino, costretto in casa “da un male via via più insistente. Ebbene, gli amici e i giocato-ri del Trento che lo hanno avuto come compagno di tante battaglie sportive

intendono sollevarolo parzialmente da questi disagi”.Anche questo era il tifo, in quegli anni Settanta. E, certo, una domanda sorge spontanea: ma se il Briamasco era - per ammissione corale dell’epoca, come abbiamo letto - uno stadio vetusto, vecchio e cadente già allora, come mai è ancora al suo posto? Forse la risposta sta ancora in quelle gloriose pagine in bianco e nero. Dicembre 1973. “Essere o non essere: questo il dilem-ma in casa gialloblù”. Par di capire che, sul fronte calcistico, abbia vinto il non essere. ■

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GIUSEPPE, TRENTINO DI TUTTE LE RUSSIE

NATO A CASTELLO TESINO NEL 1796,GIUSEPPE DAZIARO AVEVA NEGOZI IN RUSSIA, IN POLONIA E A PARIGI.

TRE LE SUE REGOLE DI VENDITORE: VESTIRE CON ELEGANZA, NON MOSTRARE DI ESSERE

IMPAZIENTE DI VENDERE, PARLARE NELLA LINGUA DI CHI COMPRA. A MOSCA, NEL 1841, UN CLIENTE D’ECCEZIONE: LEONE TOLSTOJ,

CHE RACCONTA L’ACQUISTO IN “GIOVINEZZA”

famosi, soggetti religiosi cattolici e orto-dossi, scene di caccia, scene popolari, nature morte, soggetti d’arte…Ma chi era questo Giuseppe Daziaro, conosciu-to in Europa, che a Pietroburgo poteva vantare il più bel negozio d’arte di tutte le Russie? Prima di raccontare la sua storia occorre dire qualcosa dei Tesini come commercianti ambulanti.Intanto i Tesini, al confine col Veneto, con un dialetto più veneto che trentino, sono una stirpe trentina per molti aspet-ti a parte. In particolare per la loro ecce-zionale capacità di commerciare che li ha resi unici in Trentino. C’è chi dice che essi abbiano questa loro capacità “razziale” perché discendono da ele-menti ebraici, confinati dalla Repubblica di Venezia nel Tesino: leggende metro-politane, anzi valligiane, senza nessun riscontro documentale. In altre parole, sciocchezze. Basterà dire che dal prin-cipato vescovile di Trento, sin dai tempi del Simonino (1475), gli ebrei erano stati banditi. I Tasini, come venivano appella-ti (da cui il diffuso cognome Tasin), co-

Era il 1857. Nella Francia di Napole-one III, a Parigi, Giuseppe Dazia-ro pubblicò il catalogo completo

della sua intera produzione di litografie, russe, polacche e francesi. Aveva 61 anni; gliene rimanevano ancora otto da vivere. A Parigi, lungo il Boulevard des Italiens, aveva aperto un elegante ne-gozio. Perché “riproduzioni artistiche,

russe polacche e francesi”? Perché in Russia (a Pietroburgo e Mosca), in Po-lonia (a Varsavia), e in Francia (a Parigi) aveva dei negozi collegati all’omonima casa editrice che produceva stampe con diritto d’autore. E che cosa raffigura-vano quelle stampe? Innumerevoli sog-getti in bianco e nero e a colori: vedute di capitali, ritratti di sovrani e personaggi

di Renzo Francescotti

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spalla a vendere stampe in Valsugana. Probabilmente molto giovane, attorno al 1810. Ci sapeva fare e vendette presto le sue stampe. Ritornò a Pieve Tesino, dove i Remondini avevano aperto una succursale, acquistò un carico di stam-pe maggiore del precedente e vendette presto anche quello. Allora noleggiò un carrettino trainato da un asino e lo caricò di stampe da vendere in Alto Adige. Lì c’erano altri perteganti tesini che alloggiavano dove capitava. Giuseppe affittò un stanza con deposito in una Gasthaus; si procurò un garzone, un vestito elegante e andò in Basso Tirolo nelle fiere, mercati e sagre a esporre le sue stampe. E, malgrado le spese, riu-sciva a guadagnare meglio dei suoi concorrenti. Sin dall’inizio applicò tre principii (che insegnava anche agli altri) a cui rimase sempre fedele: vestire con eleganza (con la meglio gabbana); non mostrare di essere impaziente di ven-dere; parlare nella lingua di chi compra. Poi decise di andare in Voralberg. Ritornò a Castello e ordinò ai Remondini nuovi soggetti adatti a quel territorio austriaco: soldatini austriaci, santi di quei paesi, personaggi della famiglia imperiale. Predispose poi un deposito di merce a Bolzano, un altro a Innsbruck, un terzo a Fieldkirk. Stette in Austria due anni facendo ottimi affari. Di ritorno al suo paese incontrò un Dal Tozzo che stava andando a trovare i suoi parenti a Borgo Valsugana e aveva un negozio di stampe a Varsavia. Lo convinse a dive-nire suo socio: lui avrebbe venduto nel suo negozio e Giuseppe avrebbe girato nella Polonia tedesca (il tedesco lo cono-sceva) e in quella polacca (il polacco lo avrebbe imparato). Vendette alla grande tanto da ricorrere ai Tessaro di Parigi perché i Remondini non riuscivano a tenere il passo.Allora i due soci decisero di andare al-la conquista del mercato russo, che con lo zar Nicola I si andava piano piano aprendo all’Occidente. Daziaro partì in carrozza con i bauli colmi di immagini della Madonna di Viskoje, dei santi più amati in Russia come san Michele, san Nicola, ritratti dello zar e della famiglia imperiale. Sempre ven-dendo bene la sua merce e studiando il russo fu in Estonia, Lettonia e Litua-nia. Dopo cinque anni arrivò a Mosca e vi aprì un negozio in piazza Lubianka. Sciolse la vecchia società. Aveva 31 anni. Ma la capitale della Russia era Pie-troburgo: lì bisognava arrivare. Daziaro ci arrivò undici anni dopo essere arrivato

Daziaro ritratto attorno ai 60 annicon la moglie russa

minciarono le loro fortune come commercianti ambulanti di pie-tre focaie, ricavate dalla selce, molto comuni nel Tesino. I Gallo di Castello Tesino (ha il loro nome il palazzo pubblico nella parte alta del paese che ospita riunioni cultu-rali ed esposizioni) cominciarono a commerciare pietre focaie all’inizio del ‘600, affidandone la vendita ai pastori che giravano coi loro greggi. Le pietre focaie potevano servire per accendere il fuoco; ma soprattutto venivano utilizzate per le armi da fuo-co, in particolare per gli archibugi padri dei fucili. I pastori tesini furono quindi i primi venditori ambulanti. I più svegli di loro – quelli dalla parlata più facile e convincente, non accontentandosi di vendere, durante la transumanza, la lana, le bestie azzoppate o gli agnelli neonati, non in grado di seguire il greg-ge – proponevano anche le stampe. Secondo qualche storico come il Ber-tondello, le pietre focaie furono portate dai Tasini in Italia, Germania, Polonia e Ungheria. La produzione di pietre focaie rendeva bene, se è vero che l’Arciduchessa Claudia nel 1643 intro-dusse un dazio sulla loro vendita. Ma i “furbetti tasini” trovarono la possibi-lità di evitare il dazio: collocavano un banchetto in piazza e fabbricavano le pietre focaie sul posto, “battendo con un cuneo le selci che raccoglievano sui monti”. Insomma, come commer-cianti avevano una marcia in più e la espressero in pieno nei secoli seguenti, diffondendo i propri traffici in Italia e in Europa; oppure andando poco lontano, accontentandosi di calare a Trento dove hanno aperto negozi in questo dopo-guerra. Come quelli nel centro storico: Zampiero, Pace, Buffa, di mercerie; di pescheria dei Boso; di occhiali dei Ge-cele; o quello di calzature dell’amico Roberto Menguzzato, padre del noto pittore Lome (Lorenzo Menguzzato), più che mai frequentato nella splendida Via Belenzani. Il commercio di pietre focaie durò due secoli: andò in crisi quando venne in-ventato l’acciarino e agli archibugi si sostituirono i “focili”. Fu la crisi per gli ambulanti del Tesino, che comunque sopravvivevano portando intorno con le loro caratteristiche “cassèle” a cas-settini, a spalla, lenti da occhiali o altre mercerie. Poi il rilancio alla grande con le stampe. Secondo la tradizione fu un Antonio Morando di Castello Tesino, prima

di farsi frate francescano, a donare ad Antonio Remondini di Bassano (oriun-do padovano) alcune stampe in legno che raffiguravano animali. I Remondini avevano una piccola stamperia in cui riproducevano rozze immagini di San-ti. Fu molto probabilmente Morando a indirizzare i suoi paesani ai Remondini per comprare stampe e rivenderle. E fu presto il boom, se è vero che il già citato storico Bertondello scriveva nel 1665 che i Tesini avevano diffuso le stampe dei Remondini in Germania, Olanda, Lo-rena, Ungheria, Transilvania, Croazia… Nel suo volume “Stampe per via”, che correda la mostra tenuta a Villa Daziaro di Pieve Tesino nel 1972, organizzata assieme al rimpianto storico dell’arte Bruno Passamani, Elda Fietta (residen-te a Trieste, discendente da venditori di stampe ed editori tesini) scrive che nel 1781 erano 171 i “capicompagnia” tesini dipendenti dai Remondini; e esat-tamente un secolo dopo erano divenuti ben 552, su una popolazione di circa seimila abitanti.I tesini avevano abbandonato i campi per fare i venditori di stampe, ovvero i cròmeri (dal mocheno), o perteganti (dal trentino). Le stampe dei Remondini le ha magnà i camopi dei tesini, recitava un detto.E veniamo a Giuseppe Dalle Mule, il cui soprannome Daziaro (evidente-mente un avo doveva essere stato un daziere) diventò cognome per sempli-cità anche di pronuncia. Nato a Castello Tesino nel 1796, non si sa quando sia partito dal suo paese con la cassèla in

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a Mosca, nel 1838, a 42 anni. Il negozio, splendido, che vendeva opere d’arte anche alla nobiltà e alta borghesia russa e – si diceva – perfino allo stesso zar, si affacciava sulla famosa Prospettiva Nevskij, il più importante viale della città a cui Gogol aveva dedicato un suo celebre racconto. In seguito Giuseppe Daziaro, a quella di commerciante ag-giunse l’attività di editore di stampe artistiche. Uno dei punti di forza del-la ditta Daziaro era il modo con cui si procurava i suoi dipendenti e li sapeva addestrare. Segnalati dai maestri dei tre paesi del Tesino (il maestro Piero di Castello, il maestro Nervo di Pieve e il maestro Ceccato di Cinte), i ragazzini sui dodici, tredici anni che avevano ultimato le scuole elementari, veniva-no fatti giungere, attraverso migliaia di chilometri, a Pietroburgo e Mosca. Avevano vitto e alloggio gratuiti, per un anno assistendo in bottega e impa-rando il russo. In negozio imparavano l’arte del commercio (il “marketing” come va di moda chiamarlo adesso); imparavano anche il francese, lingua dell’aristocrazia russa, corsi esterni. Co-sì diventavano commessi, poi direttori di reparto. Questi commessi, ex rustici tosati tesini avevano uno stile, un’ele-ganza, un aplomb, che furono ammirati dallo stesso Leone Tolstoj: il quale, nel suo romanzo autobiografico “Giovi-nezza” ricorda quando, sedicenne, nel 1844, comprò nel negozio di Mosca una

gouache e un portamatite d’argento. Giuseppe Daziaro, ricchissimo, tornò al suo paese nel 1858: aveva l’ambi-zione di costruire nel suo villaggio una prestigiosa villa in stile neo-veneto. Chiese di edificarla sullo storico colle di Sant’Ippolito (lì dove anticamente era stato costruito un castelliere e poi un castrum romano). Gli risposero che lì ci avrebbero trasportato il cimitero. Lui replicò che avrebbero potuto costrui-re il cimitero a sue spese da qualsiasi altra parte. Gli risposero di no. Allora propose di acquistare la chiesa di San Rocco, anch’essa su un colle, abbatten-

dola per costruirvi la sua villa: avrebbe ricostruito la chiesa più grande e più bella da un’altra parte, dove volevano. Gli risposero ancora di no (sono una stirpe a parte, come s’è detto, i Tesini, nel bene e nel male). Finì col costruire le sua villa nel Comune di Pieve, poco al di là del confine con Cinte. Ma non andò mai ad abitarci. Questo eccezionale personag-gio tornò a Pietroburgo dove morì nel 1865, a 69 anni. Adesso questa splendida villa neo-palladiana sta andando “a remengo”. Possibile che non si possa fare niente per evitarlo? ■

Interno di uno dei negozi di Giuseppe Daziaro. Il direttore Angelo Fratini (al centro)e tutti i commessi erano di Castello Tesino

Villa Daziaro a Pieve Tesino

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IL FANTASTICO

GRAZIA ED ELISABETTASONO SORELLE E HANNO TRASFORMATOLA LORO GRANDE PASSIONE PER LA MODA IN UN PROGETTO CONCRETO: GRAZIE AD UN BLOG...

di Tiziana Tomasini

Due sorelle, una so-la passione: la mo-da. Tutto ciò che è

fashion piace, inutile negar-lo. Specialmente osservato da una delle grandi finestre sul mondo, il blog.Un progetto che si concretizza in realtà, un sogno che diventa visibile, un’attitudine che si tra-sforma in vivace occupazione. Questa, in sintesi, la positiva esperienza di Grazia ed Eli-sabetta Oliviero, sorelle che hanno saputo coltivare una na-turale propensione verso tutto quanto è moda, attraverso una chiave di lettura innovativa ed al passo con i tempi. Nel loro blog – www.oolyup.com – definito anche dia-rio virtuale, scrivono ed ar-

gomentano di moda, di ten-denze, di stilisti affermati ed emergenti; dispensano consi-gli sullo shopping e fornisco-no preziose indicazioni sugli acquisti on-line; raccontano le loro significative esperienze vissute alle sfilate e discuto-no di tutto quanto riguarda il mondo fashion.L’idea di tradurre questa pas-sione in un impegno visibile sulla grande rete nasce qua-si per gioco, in una serata di shopping on-line tra sorelle molto affiatate; l’ingresso nel mondo del web diventa così un’eccitante realtà da gestire e condividere full immersion, travolte dall’entusiasmo.In che cosa consiste la pro-fessione di fashion blogger?

mondo Fashion

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Innanzi tutto va chiarito che esistono varie e diversificate categorie, raggruppabili nella stessa terminologia: vi sono coloro che pubblicano solo outfit, creando abbinamenti di capi ed accessori per poi postarli e renderli visibili; si trovano anche i lifestyle, cioè quanti individuano e co-municano il proprio modo di essere e di vestire nei vari momenti della giornata, se-condo il fluire delle emozio-ni. Per le due grintose sorelle significa soprattutto avere la

possibilità di scambiare opi-nioni, di esprimere gusti, di individuare nuove tendenze, di esprimere criticità e punti di forza di tutto quanto è os-servabile. Sulla solida strut-tura delle sfilate, indirizzano le lettrici ad individuare nel filone della moda il proprio stile personale, arricchito dal desiderio di tentare nuove sperimentazioni. Con un’at-tenzione particolare anche al low-cost, perché essere alla moda non significa ne-cessariamente spendere molto: valutando ed analiz-

zando la molteplicità delle proposte, è possibile far con-vivere fashion e risparmio. Sfatato il luogo comune che la fashion blogger sia la modella simbolo di perfezione, questa figura emergente condivi-de le problematiche delle ragazze normali, che ogni mattina devono rispondere all’interrogativo: “Cosa mi metto?”Non si tratta quindi di presun-zione; non c’è la volontà di dettare o imporre stili quanto piuttosto di reinterpretare la moda attraverso una perso-nale opinione. Quando hanno iniziato ad oc-cuparsi di moda?Grazia afferma di “amare la

moda da sempre”, dai primi istintivi abbinamenti costu-me/pareo [la famiglia curava una produzione di abbiglia-mento mare] fino all’inte-resse mirato verso riviste di moda e sfilate, per poi get-tarsi a capofitto nell’attività del blog.Elisabetta riferisce che la sua passione è nata con l’espe-rienza di un corso di ricamo ai tempi delle scuole medie; dai vestiti per le bambole alla modificazione dei propri capi, con la solida base del cucito, il passo è breve e la porta si apre spontaneamente sulla strada del fashion. Anche i suoi studi economici si con-cludono sulla scia di questa passione, con la stesura di una tesi sul marketing di moda.Le gratificazioni più importan-ti si concretizzano nel trovarsi in prima fila alle più presti-giose sfilate: riconosciute ed accreditate per la Milano Fashion Week 2013, hanno partecipato con immensa soddisfazione, sia personale sia professionale. Nel loro presente proiettato verso il futuro vedono le mol-te sfaccettature del mondo della moda, con tante proli-fiche idee che abbracciano anche l’organizzazione di eventi sul territorio, nonché un costante potenziamento del loro blog tematico. A dimostrare che i sogni – credendoci davvero e dedi-cando ad essi dedizione ed impegno – si possono vera-mente realizzare. ■

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Amelia Frasnelli è nata a Salorno nel 1922. Di famiglia tedesca e

ultima di nove figli, fu l’uni-ca assieme alla sorella a fre-quentare le scuole italiane e ad essere costretta, quindi, ad imparare velocemente la lingua: “Le maestre erano severissime - racconta - ori-gliavano le nostre conversa-zioni durante la ricreazione e se avevamo parlato in tede-sco ci punivano dandoci bac-chettate sulle dita”. Fu però la stessa scuola a portarla, in qualche modo, a conoscere quello che sarebbe diventato suo marito: Beniamino Pode-stà, detto “Mino”, scompar-so all’età di 84 anni.Signora Frasnelli, racconti. Era il 1940. Avevo 18 anni e appena finito di studiare. Mia sorella aveva sposato un maresciallo maggiore dell’Esercito e quando ven-ne trasferito in Africa lei non voleva saperne di seguirlo. Io, invece, sui banchi mi ero appassionata di geografia e seguivo con interesse quan-do ci facevano mettere le bandierine in seguito ad ogni avanzata degli italiani: così le dissi di convincere nostra madre a farmi partire con loro. Prendemmo la nave da Venezia e ci impiegammo un

ne, pur stando zitta. Quella volta, in qualche maniera e ec con molta fortuna me la cavai senza punizioni. C’era-no le recinzioni, le guardie, ma non ci facevano fare la-vori faticosi. Dovevamo solo pulire e mettere a posto. Io ero appassionata di cucina e davo una mano ai fornelli per far passare il tempo; mia so-rella invece ha sofferto molto e si è addirittura ammalata perché era più abituata alle comodità. Quando vi siete rincontrati con suo marito? Io sono rientrata nel 1945, lui è rimasto fino al 1947. Si è salvato perché era uno sportivo: era diventato uno

AMELIA FRASNELLI, 91 ANNI, RACCONTA L’AMORE NATO CON SUO MARITO BENIAMINO IN ETIOPIA: I CAMPI DI CONCENTRAMENTO, LA GUERRA, I TANTI ANNI DI LONTANANZA. E QUANDO DOVETTE BRUCIARE LA FOTO CON DEDICA CHE LE LASCIÒ MUSSOLINI

QUANDO CI COLPÌIL MAL D’AFRICA

di Silvia Conotter

TUTTO UN ALTRO MONDO

mese, perché allora non c’era il canale di Suez e bisognava circumnavigare l’intero con-tinente. Arrivammo ad Asba Littoria, in Etiopia, che l’Italia aveva conquistato nel 1935. Poi girammo tutta l’Africa orientale.Com’è stato l’impatto? C’era molta miseria, ma noi stavamo bene perché alle famiglie degli ufficiali dava-no delle villette in cui stare e tutte le comodità necessarie. Avevamo anche un camerie-re nero, che si chiamava Te-cla Maria e a cui volevo molto bene. Quelli in Africa sono stati gli anni più belli della mia vita, perché alla messa di Na-tale conobbi mio marito: era-vamo gli unici due giovani e ci guardavamo nella speranza di essere presentati. All’ini-zio non ne volevo sapere di fidanzarmi con lui, perché ero ancora molto giovane e volevo divertirmi. In realtà ci siamo sposati sei mesi dopo. Mio cognato gli ripeteva di comportarsi in maniera edu-cata con me, perché io ero “tremenda”. Un po’ tedesca, diciamo. Lui era l’autista dei marescialli, nacque subito un grande amore.Un matrimonio durato poco, però, perché poi ar-rivarono gli inglesi.

Sì, dopo sei mesi fummo presi prigionieri e separati in due diversi campi di concen-tramento: le donne da una parte, gli uomini dall’altra. Non ci siamo visti per ben sette anni. Non erano come i campi per gli ebrei, ma è sta-ta comunque un’esperienza difficile. Ad Addis Abeba dor-mivamo sui pagliericci e per ribellarmi alla presenza delle cimici un giorno bruciai tut-to. Gli inglesi erano terribili: volevano punirmi, ma le altre prigioniere diedero loro con-tro. Il fatto era che nessuno aveva il coraggio di parlare, di protestare per le condizioni in cui eravamo. Allora io ho pensato di passare all’azio-

Amelia Frasnelli

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dei beniamini degli inglesi grazie alle competizioni di boxe a cui partecipava. È tor-nato su un carro bestiame, con un sacco contenente le sue cose, su cui era scritto il suo numero di riferimento. Ad un certo punto eravamo diventati tutti numeri. Com’è stato invece il suo ritorno a casa?Non sono tornata a Salorno dai miei genitori, avevo deci-so di occuparmi dei suoceri che vivevano a Gargnano, sul Lago di Garda. Invece di tornare ad una vita agia-ta - i miei avevano una ditta di trasporti e stavano bene economicamente - ho deci-so di aspettare lì mio marito, prendendomi cura dei suoi genitori anziani ed ammala-ti. In Africa avevo fatto l’in-fermiera ed ero portata per quello. Quando sono arrivata in paese avevo il cappotto, la borsa, i tacchi alti. Un abbi-gliamento inusuale per quei tempi: tutti mi osservavano e mi chiamavano “La signo-ra”. Lo fanno ancora oggi. Fu lì che entrai in contatto con Benito Mussolini: lo zio di mio marito era un uomo di cultura che frequentava casa sua. E sapendo che ero di madrelin-gua tedesca, venivo convoca-ta per fare delle traduzioni. Vedevo sua moglie, Donna Rachele, i figli. Invece non si vedeva quasi mai la Pe-tacci, sua amante, anche se tutti sapevamo che si aggi-rava spesso tra quelle pareti. Mussolini un giorno mi regalò una fotografia con una dedica firmata: “Ad Amelia con af-fetto”, ma quando arrivarono i partigiani sul Garda la buttai nel fuoco perché sapevano che ero tedesca e sospetta-vano fossi una spia. A causa della mia presenza, allo zio di mio marito distrussero tutte le viti, mentre a me tagliarono i capelli in segno di sfregio e lasciarono delle bombe su un tavolo come minaccia. Cosa ricorda della Guerra?Ricordo con fatica quel pe-riodo: mi sembra ancora di

sentire il rumore del “Pip-po”, l’aereo dei tedeschi che passava continuamente e colpiva qualsiasi cosa si muovesse. Furono anni dif-ficili, complicati. Suo marito come uscì dai campi di concentramento? Fu liberato dai neri. Gli vo-levano bene e gli chiesero di rimanere lì con loro. Ma lui sognava di tornare al più presto da me e fu davvero una fortuna se riuscì a far-lo, perché rischiò più volte la vita. In una guerriglia tra popolazioni indigene fu sal-vato dai suoi tre cani lupo da guardia, che aveva chiamato “Ela”, “Come vala” e “Ami-co”. Subodorando il nemico nella notte pronunciò la fra-se salvifica in trentino “Ela, come vala amico?” e i cani scattarono all’attacco. Un’al-tra volta, mentre guidava un camion con un carico di armi, si accorse che gli uomini che trasportava gli avevano pun-tato addosso un fucile per farlo fuori e fece una mano-vra brusca che fece cadere il camion e tutto il carico giù da un ponte. Si salvò anche quella volta. Ma lei era sicura che sa-rebbe tornato?Sapevo che era vivo grazie a fonti istituzionali, ma non potevamo comunicare nem-meno via posta. Il telefono poi non esisteva! Quando è tornato e gli han detto che i documenti del nostro matri-monio non erano validi in Ita-lia si è infuriato: se altri uomi-ni han fatto questa scoperta, lui non ne voleva sapere. Era-vamo marito e moglie. Anche perché io, in tutti quegli anni, mi ero sacrificata badando ai suoi genitori. Poi dove siete andati a vi-vere? Mio marito è andato a Bolza-no, a lavorare con mio padre. Io sono rimasta lì ad occupar-mi dei suoi parenti. Arrivava il fine settimana, con una moto Guzzi o con la Topolino. I miei volevano che tornassi da loro, ma non me la sono sentita.

Allora venivano a visitarmi di tanto in tanto, portando-mi come sempre dei viveri, impietositi dalle condizioni in cui vivevamo. Alla fine della guerra le case erano mezze distrutte, noi stavamo in un unico stanzone con il cami-no. Io ero bionda, ma in poco tempo la fuliggine mi trasfor-mò completamente i capelli. Quando è nata la mia prima figlia, Kathy, nel 1953, feci costruire una stanza: era ot-tobre e temevo si ammalas-se con quel freddo. Poi arrivò anche Carolina, che ora vive in Sardegna.Certo che ne ha vissute di avventure! Ah, ce ne sarebbero da rac-contare! Corsi un serio peri-colo con i soldati del negus, il re dell’Etiopia: le donne bion-de con la pelle chiara erano una rarità e le rapivano per portarle negli harem. Un gior-no vidi quei soldati a cavallo correre verso di me, da una parte e dall’altra. Feci appe-na in tempo ad imboccare una scalinata e ad infilarmi in una missione nella quale prestavo il mio aiuto come infermiera. È mai tornata in Africa?

Avrei voluto farlo con i miei familiari per il cinquantesi-mo anno di anniversario di matrimonio, ma la Farnesina ce l’ha sconsigliato perché era scoppiata la guerra a Mogadiscio. Noi ci eravamo sposati in Somalia e allora abbiamo rinunciato. A mio marito piaceva stare laggiù, è tornato solo per amore mio. Stava a raccontare per ore, a nostro nipote Andrea, le sue avventure. Una delle preferite era di quando cam-minava, durante i safari, con le braccia alzate impugnan-do con le mani un bastone: era l’unico modo per evita-re che i pitoni scendessero dagli alberi all’improvviso e ti stritolassero bloccandoti completamente.

Si sente proprio l’amore di Amelia nei confronti di Mino, mentre ripercorre i ricordi ri-petendo come un mantra: “Era un tipo forte mio marito, un gran bell’uomo. Gli anni in Africa sono stati i più belli, perché proprio lì l’ho cono-sciuto. Ah, l’Africa...”. Non ci sono campi di concentra-mento che tengano, quando arriva l’amore vero. ■

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Quando Luciano Eccher mi accoglie nel suo studio di architettura

a Valcanover, frazione di Pergine Valsugana sul lago di Caldonazzo, mi si pianta in testa l’idea che assomigli a qualcuno di famoso. Dopo un po’ che parliamo di metano per autotrazione, che è il mo-tivo della mia visita lacustre, capisco anche a chi è che as-somiglia. Alto, massiccio, bar-ba e capelli lunghi, mi ricorda Jeffrey Lebowski, il mitico Drugo del film creato dai fra-telli Coen e impersonato da Jeff Bridges. Ma lui, quando glielo faccio notare mi dice che in realtà in Grecia lo han-no scambiato per Zach Gali-fianakis, uno dei protagonisti di “Una notte da leoni”. Chiu-sa la parentesi cinematografi-ca riprendiamo la chiacchiera-ta. Luciano Eccher è un con-vinto assertore del bisogno di razionalizzare le risorse energetiche e le strategie ambientali perché le prime non sono infinite e delle se-condo tutti noi dobbiamo farci carico. Per questo Eccher ha i pannelli fotovoltaici sul tetto e un po’ di energia elettrica se la produce. Ma non solo:

nella casa bifamiliare dove abita, l’impianto idraulico è stato studiato in modo che si possa raccogliere in un ser-batoio l’acqua piovana che, debitamente trattata viene ri-utilizzata non solo per l’orto e il giardino, ma anche per la lavatrice e per lo sciacquone del bagno. E questo tipo di impianto l’architetto lo pre-vede anche per le abitazioni che progetta per lavoro. Ma torniamo al metano: Eccher si è dotato di un distributore di metano per autotrazio-ne personale e privato. Sì, perché se è vero che gpl e metano costano e inquinano meno di benzina e gasolio, è anche vero che molte stazioni di servizio hanno la colonnina per il primo, mentre di distri-butori per il secondo in giro se ne vedono pochissimi. E Luciano Eccher, che ha una Panda a metano che ha fatto? Nel 2010 si è rivolto a una ditta specializzata e si è fatto installare un sistema di riforni-mento di metano per veicoli, in pratica un distributore do-mestico. Questo sistema è stato inventato in Canada e ora sta prendendo piede an-che in Italia. Luciano Eccher è stato il primo a farlo in Alta Valsugana. “Il costo totale dell’installazione, compren-siva di allacciamenti, lavoro

dell’idraulico, di permessi vari di Comune e Vigili del Fuo-co è stato di 3500 euro. Su questo tipo di impianti poi, la Provincia Autonoma di Tren-to concede un contributo del 50%, quindi alla fine io ho speso 1750 euro”. Se questa può sembrare comunque una spesa consistente, va detto che essa viene ammortizzata nel tempo perché il rispar-mio rispetto al pieno fat-to alla stazione di servizio è netto. “Io da quando faccio il pieno a casa sono già rien-trato del costo dell’acquisto e dell’installazione del mio di-stributore personale. Anche tenendo conto del costo di

revisione dell’impianto ogni 4 anni e del costo dell’energia elettrica (con il fotovoltaico) che serve per fare il pieno”. In soldoni, è proprio il caso di dirlo, l’architetto, percorrendo circa 15 mila chilometri, l’an-no ha speso circa 630 euro di metano. E l’architetto Eccher, che pur somigliando fisica-mente al greco un po’ sopra le righe di “Una notte da leo-ni”, è un tipo molto attento e preciso, mi dimostra costi alla mano, che sennò ne avrebbe spesi più del triplo”. Si parla di un risparmio annuo di oltre 1200 euro, mica briciole. Usciamo ed Eccher mi fa ve-dere come funziona il macchi-

di Paolo Chiesa

LUCIANO ECCHER, ARCHITETTO, È UN AMBIENTALISTA NEI FATTI. E IL DISTRIBUTORE DI METANO PER AUTOTRAZIONE SE L’È COSTRUITO IN PROPRIO. A VALCANOVER DI PERGINE VALSUGANA...

IL RIFORNIMENTOPER L’AUTO?LO FACCIO A CASA

Luciano Eccher vicinoal suo distributore per metano.

Il pieno alla Panda

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nario. Colleghi il tubo a spirale al serbatoio dell’automobile e schiacci un bottone. Di rumo-re il distributore ne fa poco quindi lo puoi fare andare an-che di notte senza problemi con il vicinato. In 10/12 ore il pieno è fatto. Rientriamo e il discorso torna fatalmente sulla carenza di distributori di metano in Trentino e sulla differenza con il vicino Alto Adige. “Uno dei problemi per chi ha un’auto a metano è che da noi il pieno lo può fare esclusivamente l’addetto del distributore e quindi solo nei giorni e in orario di aper-tura. A Bolzano ci sono invece anche i distributori a metano self service. L’automobilista fa un breve corso per impa-rare come si fa praticamente a fare il pieno e come ci si deve comportare dal punto di vista della sicurezza, quindi poi si può fare il pieno anche di notte o di domenica. Per avere altre informazioni sulla questione metano, Eccher mi dà il numero di cellulare del suo amico Emanuele Curzel che abita a San Cristoforo al lago e da sempre, come Lu-ciano Eccher, è attento alle problematiche relative alle risorse energetiche e al loro esaurimento. Lo chiamo e lui mi spiega che fino a qualche tempo fa è stato anche re-sponsabile del “Comitato per il metano a Pergine”, che si era fatto carico della richie-sta ad amministratori pubblici e imprenditori privati dell’a-

pertura di un distributore di metano sul territorio di Per-gine, per permettere a chi ha un’auto a metano di fare rifornimento senza problemi. “Sì, perché a tutt’oggi su più di 210 impianti di distribu-zione di carburanti presenti in provincia di Trento, solo quattro hanno una colonni-na per il metano: uno a Trento nord, uno a Trento sud, uno a Rovereto e uno a Roncegno Terme”. Va un po’ meglio per chi la macchina ce l’ha a GPL perché ha a disposizione 36 distributori su 214. In ogni caso è un po’ poco per chi vuole inquinare meno rispar-miando e certo non incentiva l’acquisto di un’auto a meta-no. Curzel ha le idee chiare sulla faccenda. Ci vogliono circa 400 mila euro per attrez-zare una stazione di servizio per il metano, ma le aziende non sono invogliate a farlo perché circolano poche auto a metano. Ma è un cane che si morde la coda: la gente non compra auto a metano perché è difficoltoso fare il pieno. Ci vorrebbe un intervento da parte dell’amministrazione pubblica per sbloccare la co-sa”. Se a questo aggiungiamo che per i problemi di cui so-pra, a dispetto delle pubblicità televisive, le concessionarie trentine trattano pochi mo-delli a metano, il cerchio si chiude. Ma si chiude male perché Curzel, per comprarsi una Panda a metano è dovu-to andare fuori provincia. Lui non vuole fare dietrologia ma la faccio io: non è che alla fine “bisogna” usare auto a benzi-na e gasolio? Evidentemente lo stato incassa molto di più in tasse, vendendo gasolio e benzina. Quattro distributori per una popolazione di 524 mila persone con un parco macchine di 311 mila veico-li (fonte annuario statistico della Provincia), sono nulla. Le alternative sono due: o fai come Luciano Eccher e il distributore te lo fai da solo o acquisti la macchina a ben-zina o a gasolio. ■

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Anche se è nato a Tren-to nel 1962, col padre che era allora operaio

della Laverda, Umberto Ri-gotti ha passato le sue estati di ragazzo a Ranzo, il paese natale di Carlo Sartori, l’ulti-mo straordinario cantore della civiltà agro montanara. Um-berto, nella sua professione di grafico pubblicitario, è la puntuale espressione della civiltà industriale o postindu-striale. Tuttavia, come si ve-drà, la civiltà contadina, come lo scavo di una talpa, finisce

nella sua produzione con lo sbucare alla luce. A tre anni Umberto arriva a Trento con la famiglia andando ad abita-re nei pressi di Piazza Santa Maria, alla Portèla. Da sempre lo appassiona il disegno: na-turale quindi l’iscrizione all’I-stituto d’Arte di Trento dove trova come docenti Toti Bu-ratti (disegno dal vero), Paolo De Carli (plastica) e Giordano Chini (disegno pittorico). Inol-tre, fisicamente dotato com’è, trova il tempo di coltivare la passione del ciclismo agoni-stico, correndo con la maglia della storica “Forti e Veloci”: per sei anni, tra i più forti del-le sue categorie, piazzandosi molte volte e anche vincendo. Ma era scritto. Una volta, in una gara in quel di Ponte Ar-che, in fuga con una ventina di concorrenti, vide un pitto-re sul ciglio della strada che stava dipingendo en plein air. E Umberto fermò la bici per guardare il quadro. Sì è mai vi-sto un corridore in fuga che si ferma a guardare un quadro? Sì, e quel corridore si chia-mava Umberto Rigotti. Quel gesto cambiò la sua vita se è vero che, poco dopo, nel 1982, il nostro eroe appese la

portato lì dalla sua insegnate Toti Buratti (che all’Andro-meda ha sempre dedicato l’anima). Oltre a Toti c’erano artisti come Pierluigi Negriolli, Anna Salvati e altri: gente da cui imparare… Il nostro dise-gnatore imparava, si affinava e, attratto allora soprattutto dal linguaggio dei cartoon, si misurava in concorsi nazionali

di Renzo Francescotti

VIAGGIO NELLA MAGNETICA VITALITÀ DI UN GRAFICO PUBBLICITARIO CAPACE DI FANTASTICHE ED IRONICHE INCURSIONI NELL’ILLUSTRAZIONE E NELLA SCULTURA. E PENSARE CHE TUTTO È INIZIATO DURANTE UNA GARA CICLISTICA, QUANDO...

UMBERTORIGOTTI

bici al chiodo. L’anno dopo si diplomò all’Istituto d’Arte. Ma la sua attività di disegnatore l’aveva già iniziata precoce-mente, a 16 anni, disegnando un fumetto tratto da un rac-conto di Giuseppe Sebesta. Si intitolava “Le due casse”, tratto da “La valle dei giganti”. A 17 anni Rigotti si era iscritto allo Studio d’Arte Andromeda,

trentinobottegad’artista

Umberto Rigotti

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trentinobottegad’artista

di fumetto portando a casa dei bei premi. In occasione di uno di questi, conobbe un edi-tore spagnolo al quale i suoi disegni erano piaciuti molto, tanto che gli offrì un contrat-to per illustrare una serie di racconti a sua scelta: un con-tratto che il nostro Umberto, per ecesso di modestia, non firmò mai. Proseguì collabo-rando con i maggiori autori di fiabe trentini. Dopo Giusep-pe Sebesta, illustra la fiaba di Giovanna Borzaga “Arcobale-no sulle Dolomiti”, che viene pubblicata. Della stessa autri-ce è il racconto “Il muratore assassinato”, su cui Rigotti realizza una serie di disegni trasformati in un filmato che viene anche trasmesso dalla Rai. Nel 2000 illustra il libro di Mauro Neri “L’ultimo dei dinosauri”.Facendo un passo indietro, notiamo che nel 1989 Umber-to era tornato al fumetto con “Ultimo volo” (un fumetto eccezionalmente senza pa-role) che si guadagna il terzo premio in un concorso nazio-nale e viene pubblicato come inserto della rivista a fumetti “L’Internauta”. Ci sono inoltre le sue perso-nali, a tutt’oggi tre. La prima è del 2005, dal titolo “Nel segno

dell’illustrazione”, tenuta nel Liceo “Rosmini” di Trento, in cui ha presentato immagini fissate con varie tecniche: ac-querelli, tempere, pennarelli, aerografo e infine computer. Sono esempi molto effica-ci di come Rigotti abbia via via arricchito il suo percorso, tra realtà, fantasia e ironia (quest’ultima capacità appresa soprattutto all’“Andromeda”, un’associazione artistica che del disegno caricaturale, del fumetto ironico e satirico è divenuta una capitale interna-zionale). La seconda persona-le è di tre anni dopo, nell’Au-la Magna dell’Istituto d’Arte “A. Vittoria” dove Umberto ha studiato; esposizione che ha messo in mostra tavole, lucidi, layout, lavori grafici eseguiti con le tecniche più diverse, in cui è difficile tracciare una linea che separi il mestiere dall’ispirazione artistica. In una nota di presentazione, Franca Marenzana – già docente di Rigotti – scrive che il grafico di mestiere “deve avere capa-cità non solo “artistiche“ con le quali esprimere la propria personalità, ma anche sensi-bilità interpretativa e finezza psicologica, unite ad una per-fetta padronanza della cultura dell’immagine”. Qualità che il nostro autore mostra di pos-sedere perfettamente. Infine, l’esposizione del novembre/dicembre 2013, “Selvatica”, completamente nuova per-ché, a sorpresa, si tratta di una mostra di sculture (Um-berto intanto si è trasferito da poco a Pedersano, frazione di Villalagarina). Le sculture – bassorilievi e altorilievi – re-alizzati con impasti speciali di crete colorate, sabbie e altri materiali vedono protagoni-sti gli animali selvatici e l’Om Selvadech, plasmati con sor-prendente forza e originalità. Emerge una vitalità magnetica che ci investe, ammonendo-ci, tentando con il linguaggio dell’arte di riossigenare il mon-do in cui viviamo: sempre più virtuale, più inautentico, più innaturale. ■

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trentinopanorama

L’ultima mostra in cui le opere di Luigi sono apparse è stata “Le

silenziose vie dell’astra-zione. Il sentimento del colore” allestita nell’estate del 2011 presso le sugge-stive sale del Comune di Borgo Valsugana e in quelle labirintiche di Castel Ivano. Un omaggio voluto dai cura-tori ad uno dei grandi artisti trentini che hanno segnato anni di ricerca e di dibattiti. Era in compagnia di altri ar-tisti astratti come Ennio Fin-zi, Carlo Nangeroni, Mauro Cappelletti, Gianni Pellegrini, Michele Parisi, Rolando Tes-sadri. Ognuno percorre una strada, una via nel variegato e magmatico mondo dell’astra-zione. Le sale dedicate a Luigi

Senesi, in questo contesto, non risentivano assolutamen-te del trascorrere del tempo. Anzi. Di fronte ai cromatismi, alle vibrazioni, alle forme in movimento, emergeva tutta la vivacità e la curiosità di un uomo per il mondo del colore.

Il colore è sempre e comun-que anche un segno. E in quanto tale è corporeità, ca-pacità di far scaturire le sfu-mature cromatiche in modo vibrante e sonoro. Luigi Se-nesi era il colore perché il suo approccio alla tela o all’inci-sione non è stato soltanto mentale ma fisico. Quando nel settembre 1977 comuni-cava ad Italo Mussa di aver portato a termine la stampa delle 57 incisioni racchiuse sotto il titolo di “Postcroma-tico”, ove la scomposizione partiva dalla purezza del tim-bro cromatico per approdare alla limpidezza del bianco o viceversa (in un’ottica circo-latoria), aveva anche portato a termine l’equilibrio e l’ar-monia tra lo spirito e il corpo.Sin dall’inizio aveva capito che bisognava distinguere tra esistenza e manifesta-zione del colore. Ora, con i suoi lavori, capiamo che l’invisibilità del colore non

di Fiorenzo Degasperi

DALLA FIGURA ALL’IDEA. UN PERCORSO LABIRINTICO ALL’INTERNO DEL CROMATISMO E DEL SEGNO

LUIGI SENESIOVVERO DELL’ALCHIMIA DEL COLORE

In quell’occasione avevo ste-so un breve testo che, rileg-gendolo oggi al cospetto del-la mostra perginese, ritengo non abbia perso minimamen-te in freschezza e in profon-dità e come tale lo ripropon-go ad un pubblico più ampio.

Omaggio AT, 1968, tempera su tela 136x180, collezione privata,Pergine Valsugana (TN)

Luigi Senesi con l’opera-scultura, “Plurisignificante”1970, (fotografia Silvo Dal Bosco)

Situazione 3, 1967, tempera su tela140x100, collezione privata, Trento

Rustico, 1963, olio su tela, 90x70 collezione privata, Bolzano

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trentinopanorama

può venire attribuita alla sua assenza e neppure al suo ottenebramento, ma, al contrario, alla sua estrema intensità. La stessa cosa si verifica per qualsiasi realtà sottile e trasparente. Mettere in atto poi un procedimento circolatorio vuol dire prolun-gare all’infinito la possibilità di ritornare sempre al punto di partenza, al colore primario, a quel denso che è la causa della sua visibilità.E poi ci sono la storia e la tecnica del suo modo di fare i colori. Una storia “artigiana-le”, di profonda conoscenza del mestiere dello scavare e dell’incavare, del comprime-re e del pressare. Una con-

sapevolezza circostanziata dell’uso del pennello che, passaggio dopo passaggio, costruisce il mondo. Baste-rebbe leggere la scelta dei colori usati e il loro dosaggio per capire come l’artista sia stato molto vicino alla ricer-ca alchemica. Quest’ultima seguiva i sentieri ondulatori della pietra filosofale ottenuta tramite la modificazione delle materie impiegate. L’artista si soffermava nelle oasi di pa-ce che l’incessante fluire del tempo lascia dietro di sé, per assecondare il rito del proce-dimento che vedeva un inizio e una fine, con in mezzo un lunghissimo ponte di collega-mento tra i due luoghi. E lì,

Pergine Valsugana, a 35 anni dalla scomparsa di Luigi Senesi, ricorda e rilancia la figura di un grande uomo, di un artista che ha saputo imporsi per le sue idee e per la sua pittura. Due grandi mostre – Teatro Comunale e Sala Mayer –, ospitano 120 opere di pittura e grafica, accompagnate da scritti originali, documenti, fotografie e un ricco epistolario. Il curatore, Roberto Festi, ha voluto con questa esposizione indagare non soltanto l’artista ma anche il lato più intimo e privato di questo uomo-artista, visionario, sperimentatore.La mostra è organizzata da Pergine Spettacolo Aperto in collaborazione con il Mart e rimarrà aperta fino al 19 gennaio.Orario: lunedì, martedì, mercoledì 15-20, giovedì, vener-dì, sabato e domenica 10-13/15-20. Chiuso il 1 gennaio.

LA MOSTRA

Luigi Senesi nasce a Pergine Valsugana nel 1938. Com-pie gli studi presso l’Istituto d’Arte di Trento e quindi il Magistero dell’Istituto d’Arte a Firenze, specializzandosi in pittura murale ed affresco. Terminati gli studi si dedica all’insegnamento del disegno nella scuola media. La sua prima personale tenutasi a Trento nel 1962 presenta soggetti ispirati all’ambiente perginese, in particolare i ricoverati del grande Ospedale psichiatrico, simboli di una tragica condizione umana.In seguito sperimenta i mezzi tecnici più disparati: olio, cera, tempera, collage. Nel 1967 aderisce alla “Nuova Figurazione” esponendo le sue opere alla famosa Gal-leria d’Arte “Il Traghetto” di Venezia. Apre uno studio a Trento, nell’antica Casa dei Birri che si affaccia sulla Piazza del Duomo. La grande svolta avviene nel 1970 quando inizia ad indagare la percezione e la pura pittura. Pubblica lo studio Le relazioni del colore nelle dimensioni di uno spazio pittorico. Nel biennio 1976/8 partecipa al gruppo Astrazione Oggettiva assieme a Mauro Cappel-letti, Diego Mazzonelli, Gianni Pellegrini, Aldo Schmid, Giuseppe Wenter Marini. Inizia l’avventura nel mondo delle tonalità cromatiche accompagnando la ricerca con scritti teorici e riflessioni. Durante un viaggio per Firen-ze, il 15 aprile 1978, un tragico incidente ferroviario nei pressi di Bologna causa la sua morte e quella dell’amico e collega Aldo Schmid.

CHI ERA

nell’oasi, il tempo spariva in-goiato dal vortice del colore.Chi oggi si può permettere di “perdersi” nell’universo del colore? Di smarrirsi in quel bianco che si trova all’inizio e alla fine del percorso del viandante? Perché il bianco è un colore importante nella sua produzione, compagno di viaggio per tanti anni, dalla

figurazione alla pura astrazio-ne. Ma è un bianco strano, tutto orientale. Infatti la ve-ra profondità della bellezza del bianco (e del nero, il suo opposto), si dischiude solo davanti a quegli occhi che so-no in grado di apprezzare lo splendore dei colori sontuosi e vividi, con tutte le loro gra-dazioni e sfumature. ■

Immagine significante B/1, 1969, olio su tela, 135,5x180, Regione Autonoma Trentino-Alto Adige

Contemporaneità d’immagine, 1965, tempera e collage su tela 90x110, collezione privata, Trento

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trentinopanorama

Anche quest’anno con Trentino Mese, è possibile scaricare gratis una compilation di proposte provenienti dalla scena indipendente italiana. Il viaggio di gennaio parte dalla Sicilia, dove troviamo il can-tautore Carmelo Amenta ed i suoi testi mai banali affiancati ad un rock a tinte fosche. Echi punk, ma non solo, nella seconda canzone, “Senza Petrolio”, nuovo riuscitissimo singolo dei Karma in Distorsione. Senza essere troppo pesante, si tratta di una riflessione ecologica sui nostri tempi. Ballabili ma ricercati invece i Crystal Session, che fra una citazione artistica e l’altra ci deliziano con un intreccio di musica antica e contemporaneo dream-pop. Proseguendo nell’ascolto, troviamo i Corni Petar, band che sa intrecciare stili diversi ma riconducibili alla musica per veri rocker. In chiusura, due lavori sperimentali: la creatività artistica a tutto tondo dei Flebologic e la psichedelica malinconica dei The Delay in the Universal Loop, seconda produzione della neonata casa discografica Factum Est, legata a produzioni di nicchia e di qualità.

ONLINE IL FOCUS MENSILESULLA MUSICA INDIPENDENTE

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LO SPETTACOLO DI NATURALIS LABOR, COMPAGNIA IMPEGNATA DA ANNI IN UN COSTANTE LAVORODI RICERCA SULLA DANZA CONTEMPORANEA

Per quanto concerne la danza è difficile propor-re spettacoli di qualità

nei teatri e negli spazi perife-rici della nostra realtà territo-riale. Per questo è nato il cir-cuito provinciale InDanza, che cerca di presentare spettacoli attraverso la collaborazione del CSC S. Chiara di Trento con i Comuni trentini, pre-sentando eventi di un certo spessore qualitativo, realizzati da compagnie sostenute, per lo più, dal Ministero dei beni e attività culturali in Italia. A questa categoria appartiene Naturalis Labor, l’ensem-ble che sarà protagonista il prossimo 25 gennaio al Palacongressi di Riva del Garda. Fondato nel 1988 a Vicenza da Luciano Padovani

PASSION TANGOA RIVA DEL GARDA

e Francesca Mosele, questa compagnia s’impegna in un costante lavoro di ricerca sul-la danza contemporanea, sul tango e sui nuovi linguaggi dell’arte. Opera in sinergia con realtà teatrali e festival e promuove rassegne come Forti in scena, Danza a Co-macchio e Danzafest. Il pen-siero che muove l’intenziona-lità del gruppo e che giustifica la sua stessa denominazione viene espresso da Padovani in questi termini: “La danza è, in fondo, un naturalis labor: un lavoro del corpo, pazien-te e necessario, quotidiano e faticoso, caratterizzante e costruttivo; naturale come un gesto, come il corpo che lo produce, come l’occhio che

lo vede, come il tempo che lo consuma… insieme con-dizione dell’artista e funzione sociale, ricerca di semplicità e di immediatezza. Il resto è forma.”A Riva del Garda Naturalis Labor sarà protagonista di Passion tango, uno spetta-colo di tango e musica creato dallo stesso Padovani il quale otto anni fa, colpito dal fasci-no del tango, venne spinto ad intraprendere un percorso tra la danza e il tango. In alcuni spettacoli ha sperimentato addirittura la contaminazione tra la contact dance e il tango milonguero, rendendo unico il suo lavoro. Lo spettacolo Passion tango è un gioco di seduzione velato di nostalgia,

intreccio di sguardi e tocchi leggeri, tra languidi abbando-ni e scatti repentini, il tutto coniugato in coreografie di tango che sanno esaltare e appassionare il pubblico. Il fine è una sorta di gioco che fa unire due corpi in uno, in un fremito di passione, poi-ché “el tango es un roman-ce de amor y seducción que dura tres minutos ...”. Lucia-no Padovani riporta quindi in scena il Tango, quello vero, autentico unito alle invenzioni sceniche e drammaturgiche che da anni contraddistin-guono il suo lavoro di ricerca coreografica.Un altro elemento caratteriz-zante Passion tango è l’ac-compagnamento musicale eseguito dal vivo dal trio Lumière de tango, che al suo attivo ha numerose par-tecipazioni a festival e rasse-gne italiane ed europee. Il trio propone personali trascrizioni dei brani più significativi di au-tori come Plaza, Cobian, Bar-di e Piazzola, oltre a presen-tare anche brani originali con contaminazioni di vario tipo. Per mantenere vivo lo spet-tacolo e trasferire le emozioni provate, dopo lo spettacolo sarà possibile organizzare nel foyer del Palacongressi una “milonga” per gli appas-sionati del tango. Per info: numero verde 800 013952 - www.centrosantachiara.it. ■

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trentinopanorama

DOPO LA GRANDE RIBALTA INTERNAZIONALEDELL’UNIVERSIADE TRENTINO 2013, L’AREA TRENTINA APRE AL PUBBLICO CON IL RICCO PROGRAMMA DI EVENTI E GAREDI SNOWBOARD E SKI FREESTYLE

Sono ancora vive nei ri-cordi e nelle bellissime immagini T.V., tutte le

grandi emozioni delle gare organizzate con successo sul Monte Bondone per le Universiadi Trentino 2013. Ma cosa rimane dopo que-sta grande kermesse? Sicura-mente un ritorno di immagine internazionale e una crescita di “aknowledge” tra gli addet-ti ai lavori, ovvero sapere che sulla montagna del capoluogo trentino esiste un località scii-stica piccola, ma sicuramente preparata e attrezzata per ospitare le competizioni di snowboard e freestyle ski anche livello interna-zionale.Teniamoci strette anche le grandi opere eseguite proprio per accogliere al meglio le Universiadi, ovvero la nuova seggiovia esaposto ‘Mon-tesel’, il potenziamento dei sistemi per l’innevamento e gli interventi sul terre-no delle piste e dell’area Snowpark atti a migliorare e semplificare la successiva preparazione tecnica dei cam-pi di gara con la neve. Alla sua ottava stagione sul Monte Bondone, il respon-sabile tecnico Paolo Fazi & il suo Staff coadiuvato dagli uomini e dai mezzi

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di Trento Funivie spa, pos-sono quindi aprire i battenti di una della più apprezzate e vivaci aree freestyle dell’arco alpino con un nuovo percor-so di Snowboard Cross, una nuova linea Slopestyle e il grande Halfpipe già pronto e utilizzato in gara dagli atleti universitari.

Nel mese di gennaio 2014, gli organizzatori daranno il loro meglio proponendo ra-duni e snow camp gratuiti, previa iscrizione, per bambini e teenagers con perfeziona-mento della tecnica, gadgets e merenda per tutti gli iscritti! (Nitro 4Kids del 12 gennaio e 100-one Roxy SnowCamp

4girls only del 19 gennaio). Questo è lo spirito che con-traddistingue con successo da molti stagioni lo Snowpark Monte Bondone, aperto an-che quest’anno “Night & Day” con le serate Happy Snow di giovedì e sabato dalle ore 20,00 alle 22,30 a partire dal 28 dicembre.La stagione dello Snowpark Monte Bondone continuerà con un programma di altri eventi di altissimo livello come il School of Rockers del 01-02 febbraio, il “Tren-tino World Rookie Fest” di Halfpipe del 19-23 febbraio, il “Boss of the Park” del 2 marzo e il “Trentino Free-style Tour” del 16 marzo. ■

www.facebook.com/montebondone.snowpark

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trentinopanorama

È quello del 4 gennaio con il “Piccolo Asmo-deo” il primo appun-

tamento del 2104 per la rassegna “Anch’io a teatro con mamma e papà” orga-nizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara (ore 16, Teatro Cuminetti). Il “Piccolo Asmodeo”, proposto dal Te-atro Gioco Vita Teatro Stabile di Innovazione, rappresenta una favola sul bene e sul male che racconta lo strampalato viaggio sulla terra di un picco-lo diavolo, troppo buono per vivere nel mondo degli inferi. Con sottile ironia, ma anche con delicata poesia e senza mai cadere in facili moralismi, lo spettacolo racconta le av-venture terrestri di un novel-lo Mefistofele alla ricerca del suo Faust. Coinvolto in una girandola d’incontri di ogni tipo, Asmodeo ripete a tutti, con grande semplicità, il suo invito: “Posso offrirti qualun-que cosa, in cambio dell’ani-ma”. Piccolo Asmodeo è una storia che parla ai bambini di cose serie, di temi importanti. Che fa ridere, pensare e forse anche commuovere.“La storia di Hansel e Gre-tel” è il titolo dello spettacolo dell’11 gennaio proposta dal-la compagnia Teatro Crest. Si tratta di uno spettacolo

S.CHIARA E RASSEGNA BAMBINI:TRE SPETTACOLI A GENNAIO

ANCH’IO A TEATRO CON ASMODEO,HANSEL E GRETEL

sospeso tra realtà e favola, perché i bambini imparino a dare valore alle cose. In tem-pi di recessione economica, raccontare ai bimbi della so-cietà dei consumi, una favo-la, che prende avvio proprio dalla difficoltà di un padre e di una madre nello sfamare i figli, può non essere un esercizio di stile. La fiaba di Hansel e Gretel è un raccon-to ombroso, reso ancora più inquietante dalla presenza di una donna che appare bellis-

e movimenti accompagnano il ritmo dell’accendersi e dello spegnersi delle lampadine, dando vita ad una danza. La luce può essere tutto: un fiore, una candela, una giostra, ma anche un papà, una mamma o un bambino. Lo spettacolo è un omaggio allo stupore che i bambini manifestano di fronte alla luce e asseconda e valoriz-za la curiosità dei piccoli per le fonti luminose. Un gioco, ma anche un modo per aiutarli a non aver paura del buio e della notte. ■

sima, accogliente e materna, ma è in realtà una strega. E nello spettacolo, come nella fiaba, la sua presenza getta una luce mutevole su ogni passaggio della storia. L’ultimo appuntamento di gen-naio, sabato 25, è quello di “On Off”, uno spettacolo nato da una ricerca condotta all’in-terno dei nidi d’infanzia per os-servare i bambini e il loro rap-porto con la luce e con il buio. In scena un attore e, protago-nista assoluta, la luce. Musica

di Fabio de Santi

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Si apre, venerdì 10 gen-naio, con un nome di rilievo assoluto come

quello di Giovanni Sollima, violoncellista e compositore, la nuova stagione concertisti-ca della Società Filarmoni-ca. La Stagione dei concerti del 2014 è particolarmente interessante e come sem-pre darà agli appassionati di suoni classici il piacere di incontrare non solo artisti molto conosciuti e affermati a livello internazionale, ma anche giovani astri nascenti, che tra pochi anni, dovremo contendere alle più impor-tanti sale da concerto del mondo. In cartellone infatti vi sono nomi come Jansen, Lonquich, Sollima, Gre-minelli, Brunello e gruppi quali il Quartetto di Cremo-na, Katona Twins, London Brass, Delitiae Musicae, mentre per la sezione giova-ni Buniatishvili, Carpenter, Lisiecki, Grosvenor. “La varietà degli esecutori e dei loro programmi – evidenzia Lorenzo Arnoldi, presi-dente della Filarmonica e il direttore artistico della Stagione Antonio Carlini - rende i vari appuntamenti

LA NUOVA STAGIONE APRE CON IL GRANDE VIOLONCELLISTA E COMPOSITORE. POI CARPENTER, IL QUARTETTO DI CREMONA E...

NEL SEGNODI SOLLIMA FILARMONICA 2014

accattivanti e mai scontati, lasciando spazio anche alle sorprese! Sfogliando questo libretto potrete constatare l’e-levato spessore artistico dei singoli musicisti e conoscere i relativi programmi, accura-tamente scelti per ascoltare musiche classiche ma anche nuove, che valorizzano le pe-culiarità artistiche di ciascun esecutore”. Giovanni Sollima si presenterà sul palco della Filarmonica insieme ai vio-loncellisti Monika Leskovar, Hannah Eichberg, Amedeo Cicchese e Paolo Bonomi-ni. Nato a Palermo, Giovanni Sollima intraprende giovanis-simo una brillante carriera in-ternazionale di violoncellista collaborando con artisti quali Martha Argerich. La sua cu-

quella organistica in primis. Con lui viene demolito uno degli ultimi retaggi della tra-dizione musicale occiden-tale, quell’organo custodito con cura e attenzione nelle chiese ora trasformato in una macchina fantasmago-rica assolutamente priva di limiti. Il mese di gennaio si chiu-derà, venerdì 31, sulle note del Quartetto di Cremona, formazione nata nel 2000 presso l’Accademia Stauf-fer. Si perfeziona con Piero Farulli del Quartetto Italia-no e con Hatto Beyerle dell’Alban Berg Quartett, affermandosi in breve come una delle realtà cameristiche più interessanti sulla scena internazionale. La stampa specializzata internazionale lo considera l’erede del Quar-tetto Italiano sottolineandone le qualità artistiche e interpre-tative. ■

riosità creativa lo spinge pre-sto a esplorare altre frontiere nel campo della composizio-ne attraverso contaminazioni fra generi diversi. Numerose le commissioni per teatri e orchestre di tutto il mondo. Rock, jazz, minimalismo an-glosassone, musica antica e di area mediterranea sono la formula dello stile di Sollima, che si avvale di strumenti acustici occidentali e orien-tali, di strumenti elettrici ed elettronici e altri di sua inven-zione. Suona un violoncello costruito a Cremona da Fran-cesco Ruggeri nel 1679. Diverse le ambientazioni del concerto del 15 gennaio con l’organo di Cameron Carpenter. Talento libero e ribelle, artista geniale e trasgressivo, irriverente ma profondamente classico, Ca-meron Carpenter sta rivolu-zionando i canoni interpreta-tivi della musica classica e di

di Fabio de Santi

Giovanni Sollima

Giovanni Sollima

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Una compilation con il meglio dell’edizione 2013 e tanta voglia

di guardare al futuro di un concorso canoro capace di affermarsi, con sempre maggior forza, anche fuori dai confini regionali. Queste le nuove mosse di VarTa-lent, il concorso ideato da Marco Consoli a partire dal lancio della “Compilation VarTalent ’13” ideata anche da Luiz Henrique Belmiro (co-organizzatore e coprodut-tore) insieme all’autore trenti-no Pierluigi Colangelo. Nelle precedenti edizioni, VarTalent ‘11 e VarTalent ‘12, era stato concepito e realizzato un pro-getto discografico finale che vedeva i migliori interpreti del concorso cimentarsi con delle cover e, in parte, con brani inediti (in particolare i cantautori). La nuova sfida era dunque quella di realizzare una compilation di qualità, in-teramente composta da brani inediti. Un progetto da subito affascinante, che ha portato

LA SCENA MUSICALE TRENTINAIN UNA COMPILATION DI INEDITI

VARTALENT,IL CONCORSODIVENTA CD

Marco Consoli ad affidare a Pierluigi Colangelo l’incarico di curatore della Compilation, affiancato da Luiz Henrique Belmiro. Guidata da una figura nuova, importantissima per il valore innovativo e qualitativo del progetto, la squadra era dunque al completo e ognu-no poteva giocare il proprio ruolo: una valida produzione, interpreti con grandi capacità vocali e interpretative distintisi durante il concorso VarTalent ’13, uno studio di registrazione qualificato ed all’avanguardia e un curatore preparato e mo-tivato. ”Mancava la “materia prima” di qualità: la musica –

di Andrea Faccenda, Andrea Porceddu, Anna Giorgi – feat. Francesco Camin, An-tonio Cappiello, Cristiano Consolati, Elena Di Marino, Francesca De Braco, Kristal Tisi, Luiz Henrique Belmi-ro, Nick Casciaro, Nicoleta Nuca (vincitrice VarTalent ’13), Simone Paonessa e Sofia Cristoforetti. Ad impreziosire alcuni passag-gi del cd anche la presenza di due musicisti come Nico-la Oliva (chitarrista di Laura Pausini) e del bassista Raf-faele Trapasso. “L’obiettivo di VarTalent ’14 – sottolinea Consoli - è quello di confer-mare i traguardi raggiunti nel 2013 e di aggiungere qualche altro tassello ad un progetto che ha ormai conquistato il primato in ambito Regionale. La partnership con il Festi-val di Castrocaro proietta, inoltre, VarTalent su confini di visibilità a carattere naziona-le.”. Il Progetto VarTalent avrà come principale novità lo svol-gimento di alcune date di pre-selezione al di fuori dei confini regionali come evidenzia Con-soli: “Nella convinzione che il Trentino sia sì un luogo dove risiedono talenti del canto, ma anche un luogo dove i ta-lenti del canto provenienti da altre regioni possono trovare le condizioni ideali per verifi-care e sviluppare i propri per-corsi artistici. Il confronto ad alti livelli non può che portare benefici a tutti ed il confronto è crescita”. ■

come ci ha raccontato Marco Consoli – così Pierluigi Colan-gelo, con un lavoro di ricerca importante, ha proposto alla produzione una quindicina di brani di compositori e autori provenienti da tutta Italia, met-tendo a frutto le conoscenze consolidate presso il Cet di Mogol. Quindi questo è sta-to il frutto di un grandissimo lavoro di squadra”. La “Com-pilation VarTalent ’13”, che ha come editore Alex Carlin nei suoi Gulliver Studio di Pergine, propone le canzoni di diversi talenti canori emer-genti della scena trentina. Nel cd si trovano infatti le canzoni

di Fabio de Santi

Nick Casciaro

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trentinopanorama

GENNAIO PROPONE UN FITTO CALENDARIO DI SPETTACOLI DA NON PERDERE

Concluse le festività na-talizie, gennaio apre il sipario su un fitto pro-

gramma teatrale. Non solo Rovereto e Trento proporran-no spettacoli di significativo interesse, ma anche le zone periferiche hanno a cartello-ne una serie di spettacoli da non perdere. In gennaio vie-ne data giustamente priorità ed evidenza alla Giornata della Memoria e molti sono gli appuntamenti che tratta-no questo tema con grande sensibilità e pathos.Partendo da Trento, da giove-dì 9 a domenica 12 gennaio lo Stabile di Bolzano sarà in scena in Auditorium con “La brocca rotta” di von Kleist per la regia di Marco Bernar-di. Paolo Bonacelli, Patrizia Milano e Carlo Simoni sa-ranno gli interpreti di questa commedia in cui l’autore te-desco mette alla berlina la fal-sità della natura umana e del sistema giridico. Spostandoci

MEMORIATEATRALE

a Nago, venerdì 10 al Teatro Casa della Comunità e sabato 11 al Teatro Comunale Covi di Sarnonico, la compagnia La Corte Ospitale propone il divertente spettacolo “Am-leto a pranzo e a cena” di Oscar De Summa. Sempre l’11 e il 12 gennaio al teatro Melotti di Rovereto, quat-tro attori d’eccezione: Anna Galiena, Marina Missironi, Amanda Sandrelli e Sergio Muniz saranno i protagoni-sti di “Tres” di Juan Carlos Rubio, un testo che racconta

l’incontro di tre amiche dopo più di vent’anni. Ciascuna con i propri problemi e i propri fal-limenti. Come risolverli? Sim-patia e risate al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano con Mario Cagol, protagonista del suo “Zapping”. Lunedì 13 gennaio, primo appunta-mento con la giornata della Memoria al Teatro Comu-nale di Tione, con “Primo” interpretato da Jacob Ole-sen. Momenti di riflessione, ma ancora voglia di sorriso con “Nudi e crudi”, titolo

del lavoro in scena lunedì 13 gennaio al Teatro San Pietro di Mezzolombardo e martedì 14 al Teatro Comunale di Per-gine con la Compagnia Teatro della Cooperativa. Al Teatro Comunale di Tesero, martedì 14, Quelli di Grock propongo-no “Caos (Remix)”, regia di Valeria Cavalli e Claudio In-tropido. La compagnia, ormai affezionata al Trentino, riesce sempre ad affascinare grazie al significativo livello artistico.Al Teatro Sociale di Trento, per tendenze prosa, martedì

Prenderà il via a fine gennaio presso Mas dela Fam Club il Jazz Wine & Food, rassegna di musica jazz, vino

pregiato e cibo del territorio trentino. La rassegna sarà composta da eventi a cadenza settimana-le, il giovedì, che si svolgeranno nel noto locale nei pressi di Trento che unisce raffinatezza e accoglienza, e che vedranno proporre in cartellone noti artisti del panorama jazzistico nazionale. L’idea nasce dalla volontà del titolare Luca Boscheri e da Fabrizio Gaudino noto trombettista, di creare un luogo di incontro e di scambio culturale, dove poter apprezzare al meglio la musica, il vino e la raffinata ed allettante cucina del locale. Disponendo di una bellissima sala munita di bar, palcoscenico at-trezzato con impianto audio di ultima generazione, pianoforte a coda e bat-teria, il Mas dela Fam Club diventa un luogo ambito sia dai musicisti che dagli appassionati creando una atmosfera ideale per poter godere di bei momenti musicali. Sarà inoltre possibile effettuare delle registrazioni dei Live che andranno a costituire una memoria delle perfor-

mance eseguite. Per tutti gli interessati ci sarà la possibilità di aderire al club in qualità di soci mediante una forma di tesseramento che garantirà trattamenti vantaggiosi e ag-giornamenti costanti sull’attività delle manifestazioni. Come dicevamo, nel corso della rassegna saranno di scena grandi nomi del panorama jazzistico nazionale quali Marc Abrams, Gianni Cazzola, Mattia Cigalini, Lorenzo Frizzera, Dani-lo Memoli, Tino Tracanna giusto per citarne alcuni, ma ci sarà anche la jam session post concerto, occasione impedi-bile per i giovani musicisti presenti sul territorio che vorranno misurarsi con un pubblico di appassionati avvicendandosi sul palco ed avere anche la possibilità di essere ascoltati dai

veterani del jazz che potranno poi con-sigliarli e guidarli nella giusta direzione. I dettagli sul programma musicale ed enogastronomico degli eventi saranno di volta in volta comunicati con grande risonanza, così da poter aggiornare costantemente il pubblico sulle attività proposte. Ulteriori informazioni saran-no pubblicate sul sito masdelafam.it e disponibili telefonando al numero 0461.349114.

JAZZ WINE & FOOD AL MAS DELA FAM CLUB

di Antonia Dalpiaz

TTT – Klezmer band

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trentinopanorama

14 e mercoledì 15 va in scena “Il Don Giovanni – vivere è un abuso, mai un diritto”, un allestimento provocatorio, che porta la firma di Filippo Timi, uno fra i giovani registi italiani più irriverentiAl Centro Culturale di Con-cei, venerdì 17 gennaio il Gruppo Ideazione allestisce “Rimbamband show” re-gia di Raffaele Tullo. Il 17, 18, 19 gennaio al Portland Arditodesìo presenta “Il principio dell’incertezza” con Andrea Brunello, un mo-nologo davvero interessante portato anche nelle scuole, che parla di scienza senza tediare. Per la giornata della memoria, un altro commo-vente appuntamento il 18 gennaio al Teatro Comu-nale di Aldeno con“ Anna Frank” realizzato dal Gruppo Teatro a Pedali. Al teatro alla Cartiera di Rovereto sempre sabato 18 Francesca Penni-ni è la regista di “Plek”,uno spettacolo coreografico che coniuga armonicamente il senso del concetto e la poe-sia dell’immagine. Il 18 gen-naio al Teatro Parrocchiale di Tezze di Grigno è di scena “Un mistero, un delitto e otto donne” di Robert Tho-mas. Sempre il 18 gennaio al Teatro Monte Baldo di Bren-tonico il gruppo Ideazione propone “Il sol ci ha dato alla testa” di Raffaello Tullo e al Teatro Comunale di Sar-nonico il Teatro Litta allesti-sce “Il venditore di sigari” di Amos Kamil , altro appun-

tamento da non perdere per non dimenticare la Shoah. Martedì 21 gennaio al Pala-cogressi di Riva del Garda va in scena “Narrenschiff”, un testo sulla follia, con la Com-pagnia ariaTeatro. Giovedì 23 gennaio al Teatro Valle dei Laghi di Vezzano AriaTeatro propone “La Treblinka di Vasilij Grossman”, lo stra-ordinario scrittore e reporter che ha raccontato gli orrori dell’Olocausto. Da giovedì 23 a domenica 26 gennaio al Te-atro Sociale Luca Zingaretti è il protagonista de “La torre d’avorio” di Ronald Harwo-od. Tolti gli abiti del commis-sario Montalbano, il bravo attore ci porta nella Berlino del primo dopoguerra: un fa-moso direttore d’orchestra viene inquisito quale presun-to collaboratore della dittatu-ra nazista. Il 24 gennaio al Portland, Roberto Abbiati presenta “La radio e il filo spinato”, altro testo legato alla memoria, tema che ritro-viamo lunedì 27 gennaio al teatro Sartori di Ala con “Fo-glie della rosa bianca”per la regia di Giovanni Moleri. Mercoledì 29 gennaio al tea-tro della Cartiera è di scena “Delirious New York” con Filippo Andreatta. “Una taz-za di cioccolata calda” è il titolo del lavoro sulla Shoah di Renzo Fracalossi, interpreta-to dagli studenti dell’Istituto Bonporti al Teatro di Pinzo-lo il 30 gennaio. Venerdì 31 gennaio al Teatro Casa della Comunità Gabriele Vacis è il regista di “Mi chiamo Aram e sono italiano”. Sempre il 31 al Portland Christian Di Domenico è l’interprete di “U Parrinu” che racconta il suo incontro con padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia. All Cinema Teatro di Fondo la Barcaccia di Verona mette in scena “Sior Todero bron-tolon” di Carlo Goldoni, un allestimento replicato decine di volte, ma sempre molto apprezzato per la qualità degli interpreti e la bella regia di Roberto Puliero. ■Mario Cagol

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trentinopanorama

Si ripropone anche quest’anno l’appunta-mento con la rassegna

“I Concerti della Domeni-ca” organizzati dalla Società Filarmonica ogni domenica da gennaio a marzo alle 10.30 (ingresso 5 euro intero, 3 euro ridotto). Primo evento quello del 12 gennaio con “E lucean Le Stelle” un omaggio a Giacomo Puccini che nasce da un monologo concertato di Pino Loperfido. Protagonisti saranno Maria Letizia Grosselli, soprano, Alessandro Dimasi, tenore, Andrea Dindo, pianoforte e Riccardo Gadotti, voce re-citante. “E lucean le stelle” è un’opera volutamente po-polare perché popolare è la musica del maestro toscano. Il testo di Loperfido prende per mano lo spettatore, lo accompagna nell’ascolto e pare invitarlo ad emozionarsi ancora una volta per quelle indimenticabili note. Lo sce-nario è quello di Trento in un giorno di agosto del 1922: Giacomo Puccini, seduto sui gradoni della fontana del Nettuno, si gode una pausa del grande tour automobili-stico che lo porterà in mezza Europa. Una misteriosa ed elegante signora si avvicina

TORNANO I CONCERTI DELLA DOMENICA,TRE APPUNTAMENTI IN GENNAIO

PUCCINI, LUMIÉRE E PATRICK TRENTINI ALLA FILARMONICA

al Maestro e con lui inizia un’affabile conversazione sul-la musica, le donne, la vita. Alla fine, prima di andarsene quasi dissolvendosi nell’aria, proporrà a Puccini un enig-matico appuntamento. Una storia vera a metà, in cui il musicista italiano più amato nel mondo, rivela il suo incon-tenibile amore per i motori, ma anche l’ossessione nei confronti della vecchiaia e la paura della morte, ovve-ro tutta la fragilità umana su cui si reggeva il suo immenso genio.Il 19 gennaio sarà sul palco della Filarmonica La Piccola Orchestra Lumière diretta da Andrea Aste. Una for-mazione che è l’ensemble ufficiale dell’associazione “Il Vagabondo”. La sua co-stituzione risponde ad un

le “contaminazioni”. Il suo stile compositivo abbina il background classico e le influenze della musica pop, il tutto con una solidissima preparazione strumentale e una gamma dinamica ricca d’atmosfera. Patrick Trentini ha al suo attivo centinaia di concerti in Italia e prestigiose collaborazioni sia in ambito classico che in contesti di musica leggera. Attivissimo nel campo della discografia ha ottenuto importanti ri-sultati di vendita su iTunes come autore ed esecutore: il suo EP “Borderline” vanta quasi due anni di permanenza in classifica su iTunes tra i migliori album New Age, do-ve ha raggiunto la seconda posizione preceduto soltanto da “Le onde” di Ludovico Ei-naudi. ■

progetto di forte quanto positiva intraprendenza arti-stica e manageriale. Come suggerito dalla sigla si tratta di un ensemble che raccoglie giovani esecutori provenienti da diverse regioni d’Italia, ma in qualche modo legati (per frequentazioni personali o di studio) al Trentino, facenti parte stabilmente dell’organi-co non per vincoli contrattuali ma per condivisione di idee e obiettivi musicali. Le note di Patrick Trentini segneranno l’appuntamento del 26 gennaio che presen-terà il suo nuovo album “Spa-rate sul pianista”. Patrick Trentini è un piani-sta di formazione classica che già durante gli studi ha cominciato a interessarsi ad altri generi musicali, specia-lizzandosi poi nel pop e nel-

di Fabio de Santi

trentinopanoramaPatrick Trentini

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53tmgennaio

trentinopanorama

Shanghai, la più popolo-sa città della Repubbli-ca Popolare Cinese e

del mondo, con i suoi quin-dici milioni di abitanti, può essere considerata la sinte-si dei cambiamenti che ha vissuto oggi uno dei Paesi più influenti di questo terzo millennio. Una metropoli che incarna le meraviglie della particolarissima com-mistione fra comunismo e capitalismo con le sue mille contraddizioni dall’inquina-mento che rende irrespirabi-le l’aria della città alla povertà di molti strati della popola-zione. Proprio a questa città il Chinese National Circus ha dedicato il suo ultimo spettacolo “Shanghai Nights. La magia del Cina tra ieri e domani” in scena il 4 gennaio al Palasport di Bolzano e il 5 all’Audi-torium di Trento (inizio ore 18). Una performance dai mille colori e suggestio-ni con cui il Circo Nazionale Cinese ha scelto di celebrare i suoi primi venticinque anni di attività e di show in tutto il mondo capaci di cattura-re l’attenzione del pubblico internazionale. Negli anni ’20 e ’30 dello scorso seco-lo la città portuale, situata sul fiume Huangpu presso il delta del Chang Jiang, è stata chiamata anche il “Pa-

A BOLZANO E POI A TRENTO (AUDITORIUM, 5 GENNAIO)UNA PERFORMANCE DAI MILLE COLORI E DALLE MILLE SUGGESTIONI

CIRCONAZIONALECINESE

rigi dell’Oriente” ed è stato il crogiolo di diverse culture e nazionalità. Shangai che in-carna la storia millenaria del-la cultura cinese si è aperta cosi alle contaminazioni del mondo intrecciando la forza della tradizione con una nuo-va concezione del mondo. Lo slogan che anche il Circo Cinese ha fatto suo è quello di “East meets West”, ov-vero la tradizione incon-tra progresso, e questo ha avuto ripercussioni anche sull’arte teatrale e su quella acrobatica. E proprio la gio-vane compagnia del Circo Nazionale Cinese in questi anni ha lavorato meglio di altre a spettacoli in cui ve-nivano studiate e portate in scene nuove acrobazie di grande impatto visivo. Acro-bazie che anche in “Shan-gai Nights” trovano forma in uno show in cui la storia e la

za sulla scena di funambolici giocolieri. A delineare alcuni contorni dello spettacolo il produttore Raoul Schoreg-ge: “I giovani artisti cinesi con i quali collaboro hanno assorbito l’atmosfera della Cina moderna, sono nati e cresciuti dopo la rivoluzione culturale. Con loro c’è un bel-lissimo confronto con il de-siderio di mettere l’uomo al centro dello show”. L’artista tedesco porta nello spetta-colo anche la sua esperien-za di clown: “Da sempre ho avuto il sogno di raggiunge-re di “toccare” il pubblico e poter raccontare storie. A scuola sono sempre stato l’arlecchino della classe e già da ragazzino avevo notato che mi piaceva far sorridere le persone, ma anche che non è così facile e nel mio percorso artistico ho provato ad affinare la mia arte”. ■

cultura cinese sono al cen-tro della scena fra momenti poetici e davvero strabilianti per chi ama le acrobazie e le evoluzioni nell’aria. Anche “Shangai Nights” punta su queste magie acrobatiche in cui si muovono gli artisti librandosi nell’aria quasi co-me in assenza di gravitazione senza dimenticare la presen-

di Fabio de Santi

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trentinopanorama

Da Vigo di Fassa, il pa-ese più soleggiato e panoramico della Val

di Fassa, in pochi minuti si raggiunge l’altopiano del Ciampedie, il “Campo di Dio”: una balconata pano-ramica sulla Val di Fassa e sulle Dolomiti, a 2.000 metri, al centro della conca del Gruppo del Catinaccio-Rosengarten, patrimonio na-turale dell’umanità UNESCO.La skiarea è accessibile con le scale mobili e la fu-nivia dal centro di Vigo, o con le seggiovie da Pera di Fassa ed offre 15 km di piste di ogni difficoltà. La più adrenalinica è la pista Thöni: una “rossa” di qua-si 5 km che dai 2.200 metri di Pra Martin scende fino a quota 1.400, alla partenza della funivia a Vigo di Fassa. Imperdibile la pista nera Alberto Tomba, dedicata al campionissimo che sulle piste del Ciampedie ha prepa-rato tante delle sue vittorie.La novità 2013/2014 è il miglioramento della pista Thöni il cui tratto centrale è stato sistemato per il diverti-mento degli sciatori esperti e per la miglior accessibilità dei principianti! La skiarea Catinaccio Ro-sengarten, grazie ai servizi offerti, è ideale per la fami-glia: il grande parco giochi è un riferimento consoli-dato dove l’accoglienza e l’organizzazione della Scuola di Sci permettono di lasciare i bambini in mani sicure.Vi sono 6 rifugi, di cui 5 rag-giungibili a piedi dall’arrivo

della funivia, con un’offerta di piatti della cucina tradizio-nale da gustare su terrazze dai panorami indimenticabili.L’offerta si completa con il noleggio, deposito sci e skiservice alla partenza e arrivo della funivia dove Rent&Go Sport Edy offre ser-vizi sempre all’avanguardia.Al Ciampedie sono possibili anche escursioni con le cia-spole. Un percorso, è l’anello attorno all’altipiano del Ciam-pedie attraverso il bosco. Uscite con accompagnatore sono organizzate dalla Scuola di Sci. Un altro itinerario con-duce fino alla conca di Gar-deccia, un anfiteatro naturale unico al mondo, dove si trova-no rifugi aperti con possibilità di pernottamento. Da qui, con percorso più impegnativo, si può proseguire verso i Rifugi Vajolet e Preuss e più oltre fino al Passo Principe. Per queste due ultime varianti è bene affidarsi ad una guida alpina. ■

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trentinopanorama

Centro Acquatico DòlaondesCanazei (TN) - Strèda del Piz, 7

Tel. 0462 601348 / 608811 - Fax: 0462 [email protected] - www.dolaondes.it

WATER & FUNLunedì: 14.30 – 20.00Martedì: 10.00 – 20.00Mercoledì: 14.30 – 22.00Giovedì: 10.00 – 20.00Venerdì: 14.30 – 20.00Sabato: 14.30 – 22.00Domenica: 14.30 – 20.00

EGHES WELLNESSLunedì: 14.30 – 20.00Martedì: 14.30 – 20.00Mercoledì: 14.30 – 22.00Giovedì: 14.30 – 20.00Venerdì: 14.30 – 20.00Sabato: 14.30 – 22.00Domenica: 14.30 – 20.00

DÒLAONDES,IL REGNO DELL’ACQUAVoi state nell’acqua, calda

e salata, a 32 gradi. Ma siete fuori, all’aperto,

in mezzo alla neve. Ecco, ba-sta questo particolare – una delle perle di quello che è un autentico scrigno d’acqua – a rendere unico l’appuntamen-to con “segui le onde”. Sì, in ladino proprio questo vuol dire Dòlaondes, il suggestivo nome scelto dal centro acqua-tico di Canazei che, inaugurato nel giugno del 2012, ha rapi-damente conquistato la Val di Fassa: chi la frequenta e chi ci vive. Una superficie complessiva di 2.400 mq e 4 aree tematiche – WATER & FUN, EGHES WELLNESS, SPORTS & FITNESS, EAT & DRINK – per un luogo tutto da scoprire. Dove nuotare, immergersi, divertirsi, rilas-sarsi, provare benessere, ri-generarsi grazie all’acqua che sgorga dalle montagne. Que-sto è Dòlaondes. Una grande varietà di vasche per i target più diversi, dove piccoli e gran-di trovano la loro dimensione ideale. trovare la loro dimen-sione. Dove, idealmente inca-stonato tra le montagne che lo sovrastano, trovate lo scivolo parabolico più lungo del Tren-tino. 111 metri: si parte dall’e-sterno per lanciarsi poi dentro il cuore caldo ed accogliente di Dòlaondes. Divertimenti assi-curato, sfide in serie grazie al cronometro che permette di misurare il tempo impiegato nella discesa e che aggiunge record a record. Nelle quat-tro aree tematiche tutto quanto serve a trasformare l’acqua in movimento, pia-cere, gioco per i più piccoli, benessere, relax e infine appagamento. Succede nel cuore delle Dolomiti ladine. Tra

confort e dettagli di altissima gamma il Dòlaondes è leader nel settore dei centri acquati-ci nell’intero arco alpino. Ogni luogo ha spazi pensati per destinatari diversi e altrettanti effetti benefici. Davvero un prezioso scrigno dell’acqua. Di un acqua color smeraldo, pura, seducente come quella che sgorga dalle montagne. Un salotto del relax con vi-sta sulle Dolomiti, d’estate come d’inverno. Pensato, progettato e costruito in modo che ogni ospite possa trovarvi soddisfazione e appagamen-to per le proprie aspettative sportive, ludiche, di relax, be-nessere e divertimento. Con la vasca semiolimpionica pensa-ta e strutturata per gli appas-sionati di nuoto, per gli atleti dei massimi ranghi sportivi che qui vorranno allenarsi trovando vantaggio dall’attività svolta in quota. Con la vasca FUN, di forma ellittica e con i vortici creati dall’acqua, con i lettini da idromassaggio e le docce cervicali. E là, dentro l’acqua, succede che le montagne so-no a portata di mano, sembra quasi di toccarle. Il Colac, lo scoglio gigante, è indimentica-bile al tramonto. Poi la culla acquatica dei più piccoli, do-ve l’acqua sembra accarezzarli, tiepida, accogliente, diverten-te, con lo scivolo, la cascate e la roccia ad incavo tempestata di luci. Poi ancora fuori, lungo il perimetro che guarda le mon-tagne, la piscina ad acqua salata. Una chicca, una perla: il mare in centro, a Canazei. Qui si nuota ad ogni stagione e l’immersione in inverno, ab-bracciati dal calore dell’acqua marina, circondati dalla neve, diventa un sogno senza tempo. Un sogno che si realizza. ■

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trentinomostre

C’è una città che emerge dalla terra e svetta

verso il cielo, fatta di palazzi, torri, castelli, case

fortificate, chiese e cappelle. Una geografia

celeste adagiata con delicatezza sulla terra. Poi c’è una città

sotterranea, archeologicamente quasi del tutto da scoprire.

Dall’anfiteatro romano ai quasi abbandonati mosaici della

villa romana di Via Rosmini, dalla ritrovata antica chiesa

romanica di S. Maria Maddalena agli innumerevoli resti

sparsi sul territorio che formano, per chi sa leggerli, una

mappa tra storia e immaginario.

Si ascrivono a questo mondo di lacerti, frammenti e

indizi i recenti ritrovamenti, sotto la chiesa di Santa Maria

Maggiore, di una serie di testimonianze delle origini

di questo importantissimo luogo di culto. Radunando

assieme ciò che è emerso, il Museo Diocesano Tridentino

ha allestito una intrigante mostra, curata da Maria Teresa

Guaitoli ed Elisa Lopreite, dal titolo “La città e l’archeologia del sacro. Il recupero dell’area di Santa Maria Maggiore”,

MISTERIOSA, MAGICA TRENTO

aperta fino al 23 febbraio. L’esposizione è stata ideata in

occasione dell’anniversario dell’Editto di Costantino (313

d.C.), noto anche come “Editto di Milano” ricordando un

passo fondamentale della storia degli inizi del cristianesimo

che forse, in seguito, troppi hanno dimenticato. Il

documento, infatti, ha un valore di straordinaria modernità

o, forse per essere più corretti, avrebbe posto le basi per

una tolleranza dal sapore antico: concedendo la libertà di

culto in tutto l’impero, Costantino inaugurava un periodo

di tolleranza religiosa e di grande innovazione politica

e culturale. Caratteristica questa che, se guardata nel

suo giusto verso, ha veramente poco da spartire con la

modernità visto che l’epoca contraddistinta da tale termine

LA TRADIZIONE DEL GESÙ BAMBINO

La profonda passione di Rosanna Cavallini per l’ico-nografia – cartacea e materiale – della religiosità

popolare ci ha, da molti anni, trascinato lungo sentieri inusuali facendoci conoscere ed apprezzare un’arte importantissima per la cultura e purtroppo snobbata dai più. Oggi, e fino al 5 gennaio, la curatrice, nonché artista, ci offre un’altra di queste ghiotte oc-casioni, con una mostra allestita presso la Sala Thun di Torre Mi-rana in via Belen-zani a Trento. Con il titolo “Natalis. La tradizione del Gesù Bambino in Europa dal XVIII al XIX secolo” viene presentata una collezione di bambinelli in cera, cartapesta e legno posti in teche vetrate, le quali, nel periodo natalizio, si esponevano per devozione nelle case e nelle chiese. Una devozione che si mantiene ancora viva nei territori alpini, in particolare nei masi di montagna. L’accorgi-mento di porre i simulacri di Gesù Bambino in partico-lari contenitori nasceva dall’esigenza di proteggerne la delicatezza e ha consentito a manufatti del XVIII e XIX secolo di giungere ai giorni nostri. Seguendo un immaginario percorso che si snoda dal Mediterra-neo all’Europa centrale, sono esposti bambinelli di vari territori e sono evidenziate le diversità culturali che li distinguono, mostrandoci l’intensità di una devozione autentica nei confronti dell’evento sacro più amato nel mondo cristiano. Orari: martedi-venerdì 14-18, sabato e domenica 10-18 (chiuso il lunedì e il 1° gennaio). Ingresso gratuito. Mostra da non perdere.

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trentinomostre

ha visto tutto fuorché la tolleranza, ad iniziare dalla

dittatura tecnologica a quella ideologica.

Ritornando alla mostra, visitarla vuol dire permettere

alla nostra mente, tramite la visione, di compiere un

avventuroso viaggio alle nostre radici. Un viaggio tra segni

e simboli che ci apre le porte del ricchissimo mondo visivo

fatto di pietra e luce, di forma e volume, di anima e cuore,

che contraddistingue gli anni cosiddetti “bui” e che invece

dimostrano tutta la loro potenza creativa.

Dopo il complesso intervento di scavo condotto all’interno

della chiesa di Santa Maria Maggiore di Trento tra il

2007 e il 2011, la mostra propone per la prima volta al

grande pubblico i reperti rinvenuti nel sottosuolo della

chiesa, offrendo l’opportunità di conoscere gli esiti di un

ampio lavoro di ricerca che ha permesso di restituire alla

città una fase importante e poco nota della sua storia.

L’esposizione consente inoltre di contestualizzare le

testimonianze archeologiche venute alla luce durante lo

scavo, integrando le novità emerse dallo studio di questi

reperti con le conoscenze già acquisite nei precedenti

interventi effettuati sia nell’area di Santa Maria Maggiore

che in altri punti della città. Mediante l’esposizione

di reperti particolarmente evocativi, alcuni dei quali

riferiti agli altri luoghi di culto, come la Basilica di San

Vigilio, Sant’Apollinare, la chiesa del Doss Trento, San

Lorenzo, l’esposizione fornisce al visitatore un’esaustiva

panoramica dei siti archeologici cittadini riferibili alla

Trento paleocristiana.

La mostra è accompagnata, ormai come è consuetudine

degli eventi artistici, da un video arredo che ci introduce

nella spettacolarità ricostruttiva di queste tracce lasciate

dai nostri antenati. Ingresso gratuito.

FORNACE

MostreI PRESEPI DE FORNASApertura: fino a lunedì 6 gennaio 2014. Vie del paese. 9a edizione della mostra di presepi per le vie del paese di Fornace. Gli abitanti di Fornace preparano lungo le vie del paese dei presepi. Inoltre una quarantina di presepi saranno alle-stiti all’interno del “volt”. Per poter visitare tutti i presepi del paese si potrà ritirare una cartina presso il tabacchino Da Serena o presso El Volt. I presepi del “volt” si po-tranno visitare dalle 9 alle 20. In-fo: Marco Antonelli 347.3104518.

LEVICO TERME

MercatiMERCATINI DI NATALE NEL PARCO SECOLARE DEGLI ASBURGOApertura: fino a lunedì 6 gennaio 2014. Info, orari e programma su: www.visitlevicoterme.it. Info: APT Valsugana - Tel. 0461.727700 - [email protected].

PERGINE VALSUGANA

MercatiMERCATINI DI NATALE – PERZENLAND E IL VILLAGGIO DELLE MERAVIGLIEApertura: da sabato 16 novembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Info, orari e programma su: www.ilvil-laggiodellemeraviglie.comInfo: APT Valsugana Ufficio di Per-gine - Tel. 0461.727760 - [email protected].

MostreLUIGI SENESI. DE PICTURAApertura: da venerdì 22 novem-bre 2013 a domenica 19 gennaio 2014. Teatro. Orario: lunedì, mar-tedì, mercoledì ore 15-20; giove-dì, venerdì, sabato e domenica 10-13/15-20. Chiuso Natale e 1° gennaio.

PREDAZZO

MostreLE SCRITTE DEI PASTORI. TRE SECOLI DI GRAFFITISMO RUPESTRE FIEMMESE IN PROSPETTIVA ETNOARCHEOLOGICAApertura: da venerdì 15 novembre 2013 a domenica 27 aprile 2014. Museo Geologico delle Dolomiti. Mostra a cura di Marta Bazzanel-la. Orario: da martedì a sabato ore 10-12.30/16-19. Aperture straordi-narei: domencia 29 dicembre 2013 e domenica 5 gennaio 2014. Info: www.museosanmichele.it.

RIVA DEL GARDA

Fiere81A EXPO RIVA SCHUHApertura: da sabato 11 a marte-dì 14 gennaio. Quartiere fieristi-co. Si conferma il più importante

ALBIANO

MostreMOSTRA DI PRESEPI ARTIGIANALIApertura: fino a lunedì 6 gennaio 2014. Chiesa vecchia di San Bia-gio. Tradizionale mostra di presepi artigianali. I presepi esposti sono circa 80 e sono realizzati dagli abi-tanti e dai ragazzi di Albiano. La mostra sarà aperta dalle 15.00 alle 18.00. Ingresso libero. Info: A.p.T. 0461.683110.

BORGO VALSUGANA

MostreTULLIA FONTANA RITORNO AL FUTUROApertura: fino a lunedì 6 gennaio 2014. Spazio Klien, Piazza Dega-speri. Mostra di pittura. Orari: mar-tedì-sabato 10-12/16-19. Domenica 10-12. Lunedì e 1° gennaio chiuso.

CAVALESE

MostreANNAMARIA GELMI E ANNELIESE PICHLER - L’IMMAGINE TERRESTREApertura: fino a domenica 20 aprile 2014. Centro Arte Contemporanea Cavalese - Piazzetta Rizzoli, 1. Fino al 6 gennaio e dal 12 al 20 aprile, aperto tutti i giorni tranne il lunedì. Nel restante periodo aperto sabato e domenica. Orario: 15.30-19.30. Info: Tel. 0462.235416; [email protected]; www.artecavalese.it.

FOLGARIAFRAZ. COSTA

MostreANNAMARIA TARGHERApertura: fino a domenica 27 aprile 2014. Alpen Hotel Eghel. - Via Maf-fei, 49. Orario: tutti i giorni 08.00-24.00. Ingresso libero.

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58tmgennaio

trentinomostre

salone internazionale dedicato al settore delle calzature di volume. Oltre 1.200 aziende, circa 11.000 operatori, 32.000 mq. Info: www.gardatrentino.it/events.

ROVERETO

MostreLA MAGNIFICA OSSESSIONEApertura: fino a domenica 12 gen-naio 2014. Mart. Il Museo di Ar-te Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto celebra i suoi pri-mi dieci anni di vita attraverso una mostra che ridisegna la relazione delle sue collezioni con il pubbli-co, riflette sul proprio patrimonio e intraprende un modo inedito di osservarlo. Info: www.mart.tn.it.

MostreHUMAN RIGHTS? #MIGRANTES - L’IMMIGRAZIONE E L’ACCOGLIENZAApertura: da sabato 28 settembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Fon-dazione Opera Campana dei Ca-duti - Colle Miravalle. L’arte con-temporanea parla dei diritti umani. Orari d’apertura: 9-16.30. Info: tel. 0464.434412 cell. 347.6229356.

MostreANTONIO DE PASCALE - SOGLIEApertura: fino a sabato 18 gennaio 2014. Paolo Maria Deanesi Gallery - Via S. Giovanni Bosco, 9. Mostra personale di Antonio De Pascale a cura di Christian Caliandro. Ora-rio: da giovedì a sabato 16-20 o su appuntamento. Info: www.paolo-mariadeanesi.it.

MostreANTONELLO DA MESSINAApertura: fino a domenica 12 gen-naio 2014. Mart. Il Mart, la Regione Siciliana e la casa editrice Electa presentano una mostra dedicata a Antonello da Messina. Si trat-ta del momento più importante dell’attività espositiva del Museo nel 2013, non solo per l’ecceziona-lità delle opere esposte, grazie a prestiti internazionali concessi per l’occasione, ma anche per l’inedita ampiezza cronologica dei confron-ti proposti. l progetto espositivo, a cura di Ferdinando Bologna e Federico De Melis (con la colla-borazione di Maria Calì e Simone Facchinetti), propone un’indagine articolata e uno sguardo originale sulla figura del grande pittore del Quattrocento e sul suo tempo, attraverso lo studio degli intrecci storico-artistici e delle controver-sie ancora aperte, presentati in questa sede come punti di for-za attraverso i quali approfondire nuovi percorsi di interpretazione critica. Info: www.mart.trento.it.

MostreVISSI D’ARTEApertura: da domenica 1 dicem-bre 2013 a venerdì 7 febbraio 2014. Viaggio nelle collezioni civiche di Rovereto tra fine Ottocento e inizio

Novecento. Mostra permanente a cura di M. Cassali e P. Pizzamano. Orario: 9-12 e 15-18; da martedì a domenica; chiuso lunedì. Info: Museo Civico Tel. 0464.452800; www.museocivico.rovereto.tn.it.

SOVER

MostreI PRESEPI DE MONTApertura: da martedì 24 dicembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Vie del paese di Montesover. Mostra di presepi artigianali per le vie del paese di Montesover. Gli abitanti costruiscono all’esterno delle lo-ro abitazioni dei presepi artigiana-li che decorano le vie del centro. All’inizio della gradinata della chie-sa sarà presente una mappa, che vi farà da guida per trovare anche i presepi più nascosti. Info: A.p.T. 0461.683110.

STORO

MostreHERMANN ZONTINIApertura: da sabato 8 febbraio a sabato 8 marzo. Municipio, sa-le espositive - Piazza Europa, 5. Mostra retrospettiva dedicata a Hermann Zontini, artista storese (1958-2006) che si compone di numerose opere grafiche, pittori-che e scultoree che bene rappre-sentano le diverse stilistiche, par-ticolarmente riferite agli ultimi anni della sua ricerca artistica. Orario di apertura: tutti i giorni 16/18.30.

TIONE DI TRENTO

MostreHERMANN ZONTINIApertura: da sabato 14 dicembre 2013 a domenica 5 gennaio 2014. Sala expo del Centro Studi Judica-ria - Viale Dante, 46. Mostra retro-spettiva dedicata a Hermann Zon-tini, artista storese (1958-2006) che si compone di numerose opere grafiche, pittoriche e scul-toree che bene rappresentano le diverse stilistiche, particolarmen-te riferite agli ultimi anni della sua ricerca artistica. Orario di apertu-ra: tutti i giorni 16/18.30. Chiuso mercoledì 1 gennaio.

TRENTO

MostreDIGITAL WAY OF LIVINGApertura: fino a domenica 12 gen-naio 2014. Muse - Museo delle Scienze, Viale del Lavoro e della Scienza, 3. L’installazione di Te-lecom Italia al Muse racconta la storia di questa evoluzione tec-nologica e culturale, in maniera

RITORNO AL FUTURO

APERTA A BORGO VALSUGANAL’ANTOLOGICA DI TULLIA FONTANA

Nello Spazio Klien di Borgo Valsuga-

na è stata inaugurata il 14 dicembre scorso la mostra “Ritorno al futuro” di Tullia ( Lula) Fontana, che rimarrà aperta sino al 6 gen-naio. Hanno pronun-ciato i loro interventi l’Assessore alla Cultura del Comune di Borgo, Galvan e i critici d’arte Renzo Francescotti e Nicoletta Tamanini. Tullia (Lula) Fontana, che risiede a Carzano, si è laureata a pieni voti all’Accademia dei Belle Arti di Venezia, allie-va di Santomaso. Ha cominciato a esporre in collettive negli anni di Accademia, con lavori che si ispiravano ai surrealisti. C’poi stato un lungo intervallo in cui la Fonta-na si dedica tutta all’insegnamento e alla famiglia, non interrompendo però mi la sua ricerca artistica. Per ritor-nare all’attività espositiva, con notevole successo, con la

pittura di icone. Infine è ap-prodata a una sua pittura del tutto originale, dipingendo fiori, paesaggi e affascinanti immagini femminili di gusto liberty. Parlando della sua pittura lo scrittore e critico d’arte Renzo Francescotti (che sulla Fontana ha scritto molto, tra l’altro l’ha storiciz-zata in una monografia), ha messo l’accento sulle vedu-te di abitati come Carzano o Borgo Valsugana, che Lula ha saputo reinventare so-prattutto in chiave nottur-

na. Ai vertici della sua produzione ci sono i grandi fuori barocchi e carnali, esplosione di colori e di forme ricreate. Dal canto suo Nicoletta Tamanini nel suo intervento ha messo in evidenza soprattutto i valori coloristici di questa affascinante artista, assieme alla sua sensibilità femminile che sa ricreare la realtà anche in chiave di sogno.

coinvolgente, emozionale ed in-terattiva. Ripercorrendo il passa-to e interagendo con il presente, entriamo in contatto con il nostro domani; la Persona è al centro di questo percorso, fatto di quattro aree tematiche, dove la Rete ga-rantisce un dialogo costante tra azioni ed esperienze. Orario: da martedì a venerdì ore 10-18; saba-to e festivi ore 10-19. Lunedì chiu-

so. Info: Muse Tel. 0461.270311; www.muse.it.

MostreSANGUE DI DRAGO, SQUAME DI SERPENTEApertura: da sabato 10 agosto 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Ca-stello del Buonconsiglio. Animali fantastici. Mostra organizzata in collaborazione con Landesmu-

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59tmgennaio

trentinomostre

seum Zürich. Info: www.buon-consiglio.it.

MostreSILVIO CATTANI E ALDO PANCHERIApertura: da sabato 7 settembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Grand Hotel Trento. Info: Tel. 0461.271000.

MostreTRENTINI NELL’EGEO DA GIUSEPPE GEROLA AI BOSCAIOLI DELLA VAL DI FIEMMEApertura: fino a lunedì 6 gennaio 2014. S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas - Trento, piazza Cesare Battisti. Mostra fotografi-ca tratta dal volume “Gli uomini del legno sull’isola delle rose: la vicenda storica del villaggio italia-no di Campochiaro a Rodi (1935 - 1947)” di Renzo Maria Grossel-li e Comitato Famigliari Emigrati Fiemmesi a Rodi (Edizioni Curcu & Genovese). Orario: da martedì a domenica. Orario 9-13/14-17.30. Info: Tel. 0461.492161; www.tren-tinocultura.net/archeologia.asp.

MostreL’AVANGUARDIA INTERMEDIA. CA’ PESARO, MOGGIOLI E LA CONTEMPORANEITÀ A VENEZIAApertura: da sabato 19 ottobre 2013 a domenica 26 gennaio 2014. Galleria civica, Via Belenzani 46. In occasione della sua riapertura, la Galleria civica propone una mostra che affronta in una chiave del tutto inedita un tema già affrontato dal Mart: l’opera dell’artista trentino Umberto Moggioli. L’attenzione della mostra si focalizza, in parti-colare, sulla relazione dell’artista con l’ambiente di Ca’ Pesaro in un confronto tra il lavoro di Moggio-li e quello di Umberto Boccioni, Gino Rossi, Arturo Martini, Felice Casorati, Pio Semeghini e Tullio Garbari. A cura di Alessandro Del Puppo. Ingresso libero. Orario: da martedì a domenica 10-18. Lune-dì chiuso. Info: Galleria Civica di Trento [email protected]; www.mart.trento.it/galleriacivica.mart.trento.it.

MostreMARCO BERLANDAApertura: da venerdì 1 novembre 2013 a lunedì 6 gennaio 2014. Studio Bibliografico Adige - Via Madruzzo, 33. L’artista, assai no-to nell’ambiente trentino e non, espone nuove e vecchie opere e una serie di disegni su carta inediti..

MostreCLINKER MOTEL: EX-ITALCEMENTI, TRENTO 2005-2013Apertura: da venerdì 8 novembre 2013 a domenica 19 gennaio 2014. Gallerie di Piedicastello (TN). Mo-stra fotografica realizzata da Pierlu-

igi Cattani Faggion curata da Layla Betti. Info: Fondazione Museo sto-rico del Trentino Tel. 0461.230482; www.museostorico.it; [email protected].

MostreANDREW GILBERT - ANDREW’S GLORIOUS ARMY CROSSES THE ALPSApertura: fino a sabato 22 mar-zo 2014. Studio d’Arte Raffaelli. Info: Studio d’Arte Raffaelli Tel. 0461.982595; [email protected]; www.studioraffaelli.com.

MostreGABRIELE D’ANNUNZIO AVIATOREApertura: da sabato 16 novembre 2013 a domenica 30 marzo 2014. Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni. Una mostra dedicata al “Poeta Aviatore” nella ricorrenza dell’anno dannunziano.

MostreUN PARCO DI STORIEApertura: da sabato 23 novembre 2013 a sabato 1 febbraio 2014. Salone Manzoni della Biblioteca Comunale di Trento – Via Roma, 55. Alla fine dell’Ottocento, dopo lo spostamento del fiume Adige e l’arrivo della ferrovia, Trento si dota del suo primo giardino pub-blico. Ma per essere alla pari con le altre città europee non sonosufficienti le aiuole e le cancellate, questo parco va arricchito anche di statue e busti. Dal 1896, l’anno dell’inaugurazione del monumen-to a Dante Alighieri, passeggiare per il giardino significa anche leg-gere i segni lasciati dalla politica e dalla cultura: Dante, Prati, Cane-strini, Gazzoletti, Carducci, Verdi e, dopo la Grande Guerra, Ranzi, Chini, Negrelli, Bresadola fino al monumento alla famiglia. Quali storie ci raccontano queste sta-tue? Orario: lunedì/venerdì 8.30-20.30; sabato 8.30-18.30. Chiuso la domenica. Ingresso libero. Info: tel. 0461.1747000; www.museo-storico.it; [email protected].

MostreNATALIS - LA TRADIZIONE DEL GESÙ BAMBINO IN EUROPA DAL XVIII AL XIX SECOLOApertura: da sabato 23 novembre 2013 a domenica 5 gennaio 2014. Sala Thun di Torre Mirana - Via Be-lenzani, 3. Orari: martedì-venerdì 14-18; sabato e domenica ore 10-18; chiuso il lunedì, 25 e 26 dicem-bre e 1° gennaio.

MostreLA CITTÀ E L’ARCHEOLOGIA DEL SACRO. IL RECUPERO DELL’AREA DI SANTA MARIA MAGGIOREApertura: da venerdì 29 novembre 2013 a domenica 23 febbraio 2014. Mostra a cura di Maria Teresa Guai-toli, Elisa Lopreite. Orario: lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sa-bato: 9.30-12.30/14.00-17.30; do-

menica: 10.00-13.00/14.00-18.00. Chiuso tutti i martedì, 1° gennaio, 6 gennaio. Ingresso gratuito. Info: Museo Diocesano Tridentino Tel. 0461.234419; [email protected]; www.museo-diocesanotridentino.it.

MostrePITTORI ATTORNO A MORETTO - TRA RINASCIMENTO E CONTRORIFORMAApertura: da domenica 15 dicem-bre 2013 a domenica 5 gennaio 2014. Cappella Vantini di Palazzo Thun - Via Orne, 1. Ingresso libero. Orario: tutti i giorni dalle 14.00 alle 18.00 escluso il 1° gennaio. Info: Comune di Trento - Servizio Cul-tura, turismo e politiche giovanili Tel. 0461.884287; www.trento-cultura.it. Per visite guidate: Tel. 0461.260333.

MostrePAESAGGI LONTANI E MERAVIGLIOSIApertura: da venerdì 20 dicembre 2013 a domenica 4 maggio 2014. Castello del Buonconsiglio. L’anti-

ca Russia nelle stampe tesine del Museo Pushkin di Mosca. Mostra a cura di Eugene Bogatyrev e Lia Camerlengo. Info: Castello del Buonconsiglio Tel. 0461.492803; www.buonconsiglio.it.

VARENA

MostreIL PRESEPIO DI VARENAApertura: da domenica 15 dicem-bre 2013 a lunedì 13 gennaio 2014. L’evento è intitolato “Sulla via di Betlemme”. Un enorme Prese-pio, con novanta personaggi alti un metro, viene sistemato sul prato innevato che costeggia via Alpini e occupa 2500 metri qua-drati. All’interno si snodano circa un chilometro di sentieri. Quan-do scende la notte 200 punti lu-ce illuminano la Natività creando un’atmosfera incantata. I visitato-ri possono scoprire ogni scorcio di questo villaggio attraverso un percorso di 700 metri. Il Presepe di Varena ospita anche concerti e rappresentazioni di carattere reli-gioso. Info: www.presepiovarena.com; Tel. 0462.341165.

ASTA BENEFICA

A Rovereto presso il Bar Lo-cos in via Valbusa Grande

7 a Rovereto, saranno espo-ste fino alla fine di gennaio, 25 Ganesh decorati da vari artisti. Verrà poi effettuata un’asta di beneficenza di tut-te le opere esposte, ed il ri-cavato andrà in beneficenza alla Casa d’accogliente per i senza dimora KM354. Per chi volesse maggiori informazioni sulle opere e sulla data dell’a-sta, può trovarci al seguente indirizzo: http://www.facebo-ok.com/barlocos

MostreI SEGNI DEL SACROApertura: da venerdì 20 dicembre 2013 a sabato 25 gennaio 2014. c/o studio di fotografia Rensi - Via Marchetti, 28. Mostra collettiva dedicata al tema religioso. Saranno esposti disegni, quadri, scul-ture, fotografie di Marco Berlanda, Gino Castelli, Guido Polo, Pie-tro Verdini, Lino Lorenzin, Piermario Dorigatti, Paolo Dolzan, Pa-olo Tartarotti, Mauro De Carli, Mastro7, Rodolfo-Claudio-Matteo Rensi (e degli studenti del Liceo artistico “Vittoria” Alessandro Filippin e Ludovico Tartarotti). L’esposizione intende essere la pri-ma di una serie di appuntamenti tematici dedicati alla creatività dei migliori artisti che hanno trovato (e trovano) linfa espressiva nel territorio trentino. La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00.

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60tmgennaio

trentinoappuntamenti

GENNAIO. UN FITTO CALENDARIO DI SPETTACOLI

GIOVANNI SOLLIMA

Nasce a Palermo da una famiglia di musicisti. Studia violoncello con Giovanni Perriera e Antonio Janigro

e composizione con il padre Eliodoro Sollima e Milko Kelemen.Fin da giovanissimo collabora con mu-sicisti quali Claudio Abbado, Giuseppe Sinopoli, Jörg Demus, Martha Argerich, Riccardo Muti, Yuri Bashmet, Katia e Ma-rielle Labèque, Rug-gero Raimondi, Bruno Canino, DJ Scanner, Victoria Mullova, Pat-ti Smith, Philip Glass e Yo-Yo Ma. La sua attività – in veste di solista con orchestra e con diversi ensemble (tra i quali la Giovanni Sollima Band, da lui fondata a New York nel 1997) – si dispiega fra sedi ufficiali ed ambiti alternativi e internazionali. Parallelamente all’attività violoncellistica la sua curiosità lo spinge ad esplorare nuove frontiere nel campo della composizione attraverso contaminazioni fra generi diversi avvalendosi anche dell’utilizzo di strumenti orientali, elettrici e di sua invenzione. Per la danza collabo-ra, tra gli altri, con Karole Armitage e Carolyn Carlson, per il teatro con Bob Wilson, Alessandro Baricco e Peter Stein e per il cinema con Marco Tullio Giordana, Peter Greena-way, John Turturro e Lasse Gjertsen (DayDream, 2007). Nel 2008, assieme alla violoncellista Monika Leskovar e il Solistenensemble Kaleidoscop di Berlino, incide per la Sony l’album We Were Trees. Giovanni Sollima suo-na un violoncello Francesco Ruggeri (Cremona, 1679), insegna presso la Fondazione Romanini di Brescia e, dal 2010, presso l’Accademia di Santa Cecilia a Roma dove recentemente è stato insignito del titolo di Accademico.

tenore, Andrea Dindo, pianoforte e Riccardo Gadotti,

voce recitante. Seguirà Patrick Trentini con

l’appuntamento del 26 gennaio, presentando il suo nuovo

album “Sparate sul pianista”.

Chinese National Circus: in scena il 4

gennaio al Palasport di Bolzano e il 5 all’Auditorium di

Trento, una performance dai mille colori e suggestioni

con cui la compagnia ha scelto di celebrare i suoi primi

venticinque anni di attività.

Per la rassegna Passion Tango, a Riva del

Garda Naturalis Labor presenterà uno spettacolo di tango

e musica, il 25 gennaio. Infine, il Mas dela Fam Club

propone per fine gennaio il Jazz Wine & Food, rassegna di musica jazz, vino pregiato e cibo locale.

Si apre, venerdì 10 gennaio, con un nome di rilievo

assoluto come quello di Giovanni Sollima,

violoncellista e compositore, la nuova stagione

concertistica della Società Filarmonica. Seguirà

Cameron Carpenter con il suo organo

il 15 gennaio, talento libero e ribelle, artista geniale

e trasgressivo. Chiuderanno la sessione le note del

Quartetto di Cremona venerdì 31 gennaio.

Per il teatro avremo un fitto calendario di spettacoli.

Da non perdere partendo da Trento, da giovedì 9 a

domenica 12 gennaio lo Stabile di Bolzano sarà in scena

all’Auditorium con “La brocca rotta” di von

Kleist per la regia di Marco Bernardi. Quindi l’11 e il

12 gennaio a Rovereto sarà in palcoscenico Tres, di

Juan Carlos Rubio. Dal 17 gennaio al teatro Portland:

Il Principio dell’incertezza con Andrea

Brunello, un monologo davvero interessante che

parla di scienza senza tediare.

Narrenschiff, un testo sulla

follia, andrà in scena martedì 21

gennaio a Riva del Garda.

Per i più piccoli è quello del 4

gennaio con il “Piccolo Asmodeo” il primo

appuntamento del 2014 per la

rassegna “Anch’io a teatro con

mamma e papà”, segue poi “La storia di Hansel e

Gretel” dell’11 gennaio proposta dalla compagnia

Teatro Crest; l’ultimo appuntamento, sabato 25, è quello di

“On Off”.Alla Filarmonica, i concerti della domenica apriranno il

12 gennaio con “E lucean Le Stelle” un

omaggio a Giacomo Puccini che nasce da un monologo

concertato di Pino Loperfido. Protagonisti saranno

Maria Letizia Grosselli, soprano, Alessandro Dimasi,

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61tmgennaio

trentinoappuntamenti

1 MERCOLEDÌCulturaEL PAÉS DEI PRESEPI: BIMBI CHE LEGGONO IL NATALEBaselga di Piné. Ore 16.30. Gher in piazza S. Rocco Miola. Letture, racconti e favole di tutto il mon-do per tutti i bimbi. Info: A.p.T. 0461.557028.

MusicaORCHESTRA GIOVANILE DI DOMODOSSOLA IN CONCERTOTrento. Ore 20.30. Sala Filarmoni-ca, via Verdi 30. Concerto su mu-siche di W.A. Mozart, L.Janacek e B. Bartòk.

MusicaEL PAÉS DEI PRESEPI: CRAZY CHRISTMAS BANDBaselga di Piné. Ore 16. Piazza San Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto itinerante con la Crazy Christmas Band. Info: A.p.T. 0461.557028.

MusicaCONCERTO DI CAPODANNO CON LE PICCOLE COLONNELevico Terme. Ore 14.30. Parco secolare degli Asburgo. Info: APT Valsugana - Tel. 0461.727700; [email protected].

TradizioneEL PAÉS DEI PRESEPI: FIACCOLATABaselga di Piné. Ore 18.30. Chie-sa di S. Rocco e vie del paese di Miola. All’interno de El Paés dei Presepi fiaccolata per le vie del paese di Miola con partenza dal-la chiesa di San Rocco dopo la S. Messa. Info: A.p.T. 0461.557028.

2 GIOVEDÌMusicaEL PAÉS DEI PRESEPI: ZINTO BOYSBaselga di Piné. Ore 16. Piazza S. Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto itineran-te con il Gruppo Zinto Boys. Info: A.p.T. 0461.557028.

3 VENERDÌCulturaEL PAÉS DEI PRESEPI: BIMBI CHE LEGGONO IL NATALEBaselga di Piné. Ore 16.30. Gher in piazza S. Rocco Miola. Letture, racconti e favole di tutto il mon-do per tutti i bimbi. Info: A.p.T. 0461.557028.

FolkloreCANTA DELLA STELLAGrumes. Ore 20. Centro storico. Il Coro La Valle, con i suggestivi co-stumi natalizi, esegue antiche lau-de risalenti al XVII secolo e recita il racconto della Natività. Le offerte raccolte durante la serata saran-no destinate in beneficienza. Info: Ottavio Bazzanella 333.9856590, www.corolavalle.com.

MusicaEL PAÉS DEI PRESEPI: BIFOLK BANDBaselga di Piné. Ore 16. Piazza S. Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto iti-nerante con la Bifolk Band. Info: A.p.T. 0461.557028.

MusicaNATALE IN ARMONIAFornace. Ore 20.30. Chiesa par-rocchiale. All’interno della 17^ edizione della rassegna Natale in Armonia concerto de I Musici Cantori di Trento e del Coro Co-stalta. Ingresso libero. Info: A.p.T. 0461.557028.

4 SABATOCulturaEL PAÉS DEI PRESEPI: BIMBI CHE LEGGONO IL NATALEBaselga di Piné. Ore 16.30. Gher in piazza S. Rocco Miola. Letture, racconti e favole di tutto il mon-do per tutti i bimbi. Info: A.p.T. 0461.557028.

FolkloreCANTA DELLA STELLASegonzano. Ore 17.30. Chiesa di Valcava. Il Minicoro La Valle, con i suggestivi costumi natalizi, ese-gue antiche laude risalenti al XVII secolo e recita il racconto della Natività. Le offerte raccolte du-rante la serata saranno destinate in beneficienza. Info: Ottavio Baz-zanella 333.9856590, www.coro-lavalle.com.

MusicaEL PAÉS DEI PRESEPI: GRUPPO BANDISTICO FOLK PINETANOBaselga di Piné. Ore 16. Piazza San Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto con il Gruppo Bandistico Folk Pinetano. Info: A.p.T. 0461.557028.

TeatroEN DÌ ALL’OSPEDALEViarago. Ore 20.45. Teatro Par-rocchiale. Commedia di Camillo Vittici con la Filodrammatica di Telve. Per la rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroLIOLÀLasino. Ore 20.30. Teatro Comu-nale. Commedia di Luigi Piran-dello – trad. in dialetto trentino di Camillo Caresia con la Filo “S. Martino” di Fornace. Per la XVIII edizione di “Dialettando insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroME SON DESMISSIÀ EN PARADISRomallo. Ore 20.45. Teatro Par-rocchiale. Commedia di Camil-lo Vittici con la Filodrammatica “Teatro a Zambana” di Zamba-na. Per la X rassegna teatrale

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trentinoappuntamenti

visitando le sue case, i portici e gli avvolti. Le offerte raccolte du-rante la serata saranno destina-te in beneficienza. Info: Ottavio Bazzanella 333.9856590, www.corolavalle.com.

MusicaEL PAÉS DEI PRESEPI: GRUPPO VOCALE VOCI NEL VENTOBaselga di Piné . Ore 16. Piazza San Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concerto con il Gruppo Vocale Voci nel Vento. Info: A.p.T. 0461.557028.

MusicaEL PAÉS DEI PRESEPI: GRUPPO VOCALE VOCI NEL VENTOBaselga di Piné. Ore 16. Piazza San Rocco a Miola. All’interno de El Paés dei Presepi concer-to con il Gruppo Vocale Voci nel Vento di Verla di Giovo. Info: A.p.T. 0461.557028.

MusicaCONCERTO DELL’EPIFANIARiva del Garda. Ore 20.30. Chie-sa Santa Maria Assunta. Concerto con il coro Anzolim de la Tor. Info: www.gardatrentino.it.

TeatroCARRIOLE D’AMOREZivignago. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Claudio Morelli con la Filodrammatica di Canezza di Pergine. Per la rassegna teatrale “Zivignago sera in... prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

Teatro ragazziPICCOLO ASMODEOTrento. Ore 16. Teatro Cuminetti. È una favola sul bene e sul male che racconta lo strampalato viag-gio sulla terra di un piccolo diavo-lo, troppo buono per vivere nel mondo degli inferi. Con sottile ironia, ma anche con delicata po-esia e senza mai cadere in facili moralismi, lo spettacolo racconta le avventure terrestri di un novel-lo Mefistofele alla ricerca del suo Faust. Coinvolto in una girandola d’incontri di ogni tipo, Asmodeo ripete a tutti, con grande sempli-cità, il suo invito: “Posso offrirti qualunque cosa, in cambio dell’a-nima”. Piccolo Asmodeo è una storia che parla ai bambini di co-se serie, di temi importanti. Che fa ridere, pensare e forse anche commuovere. Età: dai 5 anni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.cen-trosantachiara.it.

“Franco e Ivana”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroNON CHIAMATEMI RAPERONZOLOBedollo. Ore 16.30. Nuovo Teatro Comunale di Centrale. All’interno della rassegna “A tutta scena!” spettacolo teatrale per bambini e ragazzi, con rivisitazione della fiaba “Raperonzolo”, rappresentato dalle compagnie EstroTeatro e TeatroE. Info: AriaTeatro 389.1151058; [email protected]; www.ariateatro.it; Teatro Comunale di Pergine [email protected]; www.tea-trodipergine.it.

TeatroLA BAITA DEGLI SPETTRIRallo. Ore 21. Teatro. Comme-dia di Lillo & Greg con la Filo-drammatica di Ora. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

Teatro ragazziPICCOLO ASMODEOTrento. Ore 16. Teatro Cuminetti. È una favola sul bene e sul male che racconta lo strampalato viag-gio sulla terra di un piccolo diavo-lo, troppo buono per vivere nel mondo degli inferi. Con sottile ironia, ma anche con delicata po-esia e senza mai cadere in facili

moralismi, lo spettacolo racconta le avventure terrestri di un novel-lo Mefistofele alla ricerca del suo Faust. Coinvolto in una girandola d’incontri di ogni tipo, Asmodeo ripete a tutti, con grande sempli-cità, il suo invito: “Posso offrirti qualunque cosa, in cambio dell’a-nima”. Piccolo Asmodeo è una storia che parla ai bambini di co-se serie, di temi importanti. Che fa ridere, pensare e forse anche commuovere. Età: dai 5 anni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.cen-trosantachiara.it.

5 DOMENICAFolkloreCANTO DELLA STELLACembra. Ore 19. Vie del centro. Tradizionale Canto della Stella per le vie del centro storico di Cem-bra con partenza dalla chiesa par-rocchiale Santa Maria Maggiore. Info: A.p.T. 0461.683110.

FolkloreCANTA DELLA STELLASover. Ore 15-21. Vie, portici e ca-se di Piscine. Il Minicoro La Valle, con i suggestivi costumi dei Re Magi e la stella rotante, fa rivive-re l’antica tradizione della “stella” con l’esecuzione di antichi canti del XVII, lungo le vie del paese,

BIGLIETTI, CONCERTI, SPETTACOLO, SPORT & CULTURA

Allevi porterà sul palco del Teatro Duse di bologna “Piano Solo ” con le melodie entrate ormai nell’immaginario musicale di tutto il suo pubblico e che lo hanno portato ad essere considerato l’enfant terrible della Musica Classica Contemporanea: da “Go with the flow”, a “Vento d’Europa”, senza dimenticare “Secret Love” e altri brani del suo ultimo album per pianoforte solo “Alien” ma eseguirà anche brani storici appartenenti ai suoi primi album, come “Cassetto” e “Filo di perle”, che non esegue in concerto da oltre 15 anni.

TRENTOTeatro Auditorium Santa Chiara2 aprile 2014ore 21

GIOVANNI ALLEVIIl bluesman inglese arriva con il suo “80th Anniversary Tour” in concerto in Italia per tre appuntamenti nel Febbraio 2014, con Rocky Athas (chitarra), Greg Rzab (basso) e Jay Davenport (batteria).L’ultimo album in studio è “Tough” del 2010, mentre è uscito nel 2012 “Live in London”, registrato durante il concerto nella Capitale inglese nel Novembre dell’anno precedente.

TRENTOTeatro Auditorium Santa Chiara24 febbraio 2014ore 21

JOHN MAYALLNon sono bastati i ventidue concerti in calendario a novembre e dicembre a soddisfare l’enorme richiesta di biglietti per il nuovo tour di Max Pezzali. Live Nation Italia annuncia oggi otto nuove date per il mese di febbraio 2014: due nuovi concerti a Milano e Roma, portando quindi a tre gli appuntamenti dal vivo con il “Max 20 Live Tour” sia nel capoluogo lombardo che nella capitale, e sei nuove città: Modena, Trento, Trieste, Lugano, Jesolo e Pesaro.

TRENTOPalaTrento10 febbraio 2014ore 21.00

MAX PEZZALITorna l’esilarante spettacolo di Angelo Pintus: “Cinquanta sfumature di Pintus”.

TRENTOTeatro Auditorium Santa Chiara29 marzo 2014ore 21

ANGELO PINTUS

TRENTO – Via Ghiaie 15Tel. 0461 362111 – [email protected]

Orario: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.00-18.00

BOLZANO – Via Bari 15Tel. 0471 930993 – [email protected]: lunedì-venerdì 8.30-12.30/14.30-18.30

RIVENDITE AUTORIZZATE

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trentinoappuntamenti

6 LUNEDÌPer i più piccoliARRIVA LA BEFANA AI MERCATINI DI NATALELevico Terme. Ore 15. Parco se-colare degli Asburgo. Info: APT Valsugana - Tel. 0461.727700; [email protected].

Per i più piccoliLA BEFANA ARRIVA A PIEVEPieve Tesino. Ore 14.30. Palestra comunale. Attività per bambini. In-fo: APT Valsugana, Ufficio di Ca-stello Tesino - Tel. 0461.727730; [email protected].

TeatroLA LUCE AZZURRA DELLA FELICITÀIschia di Pergine. Ore 18. Teatro Parrocchiale. Commedia di e con I giovani attori del Circolo Cultu-rale Filodrammatico di Ischia. Per la 11a rassegna provinciale di te-atro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TradizioneRITO DELLA STELLAFierozzo (Val dei Mocheni). Tra-dizionale festa. Info: www.valle-deimocheni.it.

TradizionePRESEPE VIVENTEMontevaccino. Ore 17. Entorno al paes. Il tradizionale Presepe viven-te si snoderà per le vie del Paese chiudendo le festività natalizie. In-fo: Raffaele Guzzon 335.1544410.

8 MERCOLEDÌDanzaDANZA DEL VENTREZambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana“. Per info e/o iscrizioni: [email protected].

9 GIOVEDÌTeatroLA BROCCA ROTTATrento. Ore 20.30. Teatro Audi-torium. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano. Di Heirich von Kleist regia Marco Bernardicon Paolo Bonacelli, Patrizia Mila-ni, Carlo Simoni. Der zerbrochene Krug, considerata la più bella com-media di tutto il teatro tedesco, è una satira contro l’immoralità di coloro che, per la carica ricoperta, dovrebbero essere invece modello di correttezza e lealtà. Ispirando-si a un noto dipinto del Settecen-to, von Kleist mette alla berlina in questa pièce comica, l’unica della sua produzione letteraria, la falsità della natura umana e del sistema giuridico. L’autore affida il diverti-mento scenico a una vivace raffi-gurazione di popolani, contadini e contadine dal linguaggio rude e saporoso, e al personaggio del giudice Adamo, bugiardo e pusilla-nime come Falstaff e Ubu Re, che in ogni battuta crede di dimostrare

arguzia e furbizia, ma il cui goffo inganno sarà alla fine scoperto e punito. Info: Centro Servizi Cultu-rali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

10 VENERDÌMusicaCONCERTOTrento. Ore 20.45. Giovanni Sol-lima, violoncello e compositoreMonika Leskovar, Hannah Eich-berg, Amedeo Cicchese, Paolo Bonomini, violoncelli. Su musiche di M. Rossi, C. Gesualdo, G. Solli-ma, A. Part, D. Scarlatti, G. P. Del Buono, F. d’Avalos. Info: Società Fi-larmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

TeatroLA BROCCA ROTTATrento. Ore 20.30. Teatro Audi-torium. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano. Di Heirich von Kleist regia Marco Bernardicon Paolo Bonacelli, Patrizia Mi-lani, Carlo Simoni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. ver-de 800.013952; www.centrosan-tachiara.it.

TeatroI LOVE SHOPPING – UNA SPLENDIDA MANIATione di Trento. Ore 20.45. Teatro Comunale. Commedia musicale di Roberto Marafante con la Compa-gnia di Lizzana. Per la IX rassegna teatrale “Preore a teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroBARUFE EN FAMEGIATione. Ore 20.45. Teatro. Comme-dia di Giacinto Gallina con la Com-pagnia di Lizzana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroAMLETO A PRANZO E A CENANago Torbole. Ore 21. Casa della Comunità. Spettacolo teatrale di Oscar de Summa - da “Amleto” di William Shakespeare con Oscar De Summa, Armando Iovino, Tom-maso M. Rotella, Alfonso Posti-glione. Info: www.gardatrentino.it.

11 SABATOCultura“LIBROGGETTANDO” NASCE UN LIBRO CHE NON C’ERAZambana vecchia. Ore 14.30. Presentazione Workshop. Pres-so Ass.ne Mana. Info: Paul Sark 335.6638375; [email protected]; Ass.Mana 0461.242187.

TeatroLA BROCCA ROTTATrento. Ore 21. Teatro Auditorium. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano. Di Heirich von Kleist re-gia Marco Bernardicon Paolo Bonacelli, Patrizia Mi-lani, Carlo Simoni. Info: Centro

Servizi Culturali S. Chiara n. ver-de 800.013952; www.centrosan-tachiara.it.

TeatroLA LUCE AZZURRA DELLA FELICITÀVigolo Vattaro. Ore 20.30. Teatro Parrocchiale. Commedia di e con I giovani attori del Circolo Cultu-rale Filodrammatico di Ischia. Per la 11a rassegna provinciale di te-atro amatoriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroNON TUTTI I LADRI VENGONO PER NUOCERECivezzano. Ore 20.45. Teatro “L. Pirandello”. Commedia di Dario Fo e con la Filo “El Grotel” di Condi-no. Per la rassegna “Bruno Palao-ro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroBARUFE EN FAMEGIACentrale di Bedollo. Ore 20.30. Teatro Nuovo. Commedia di Gia-cinto Gallina con la Compagnia di Lizzana. Per la VI edizione di “Foje de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroVA TUT BEN… BASTA CHE I PAGA!Sopramonte. Ore 21. Teatro Par-rocchiale. Commedia di Loreda-na Cont con la Filo “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Per la XXIII rasse-gna teatrale organizzata dalla Filo-drammatica di Sopramonte. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroPURGA & CIOCCOLATOPovo. Ore 20.30. Teatro “Con-cordia”. Commedia di Giancarlo Pardinicon la Filodrammatica di Telve. Per la XXVI rassegna teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroI SEGRETI NEL CORLasino. Ore 20.30. Teatro Comu-nale. Commedia di Alberto Maria Betta con la Compagnia “I Sarca-ioli” dell’Alto Garda. Per la XVIII edizione di “Dialettando insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

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trentinoappuntamenti

12 DOMENICATeatroLA BROCCA ROTTATrento. Ore 16. Teatro Auditorium. Spettacolo con il Teatro Stabile di Bolzano. Di Heirich von Kleist re-gia Marco Bernardicon Paolo Bonacelli, Patrizia Mi-lani, Carlo Simoni. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. ver-de 800.013952; www.centrosan-tachiara.it.

TeatroI FRATELLI GIANDUIAIschia di Pergine. Ore 16.30. Tea-tro. Commedia con la Filo “Vi.Va.” di Vigolo Vattaro. Per la 11a ras-segna provinciale di teatro ama-toriale per ragazzi. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroTRESRovereto. Ore 20.45. Auditorium F. Melotti. Spettacolo teatrale di Juan Carlos Rubio con Anna Ga-liena, Marina Missironi, Amanda Sandrelli, Sergio Muniz, regia Chia-ra Noschese, produzione Tiessete-atro srl. Info: Comune di Rovereto - ufficio cultura Tel. 0464.452253; [email protected]; www.comune.rovereto.tn.it.

Teatro ragazziLA STORIA DI HANSEL E GRETELTrento. Ore 16. Teatro Cuminet-ti. Spettacolo con il Teatro Crest, con on Catia Caramia, Marianna Di Muro, Giulio Ferretto, Paolo Gubello/Luigi Tagliente. Età: dai 5 anni. Info: Centro Servizi Cultura-li S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

13 LUNEDÌTeatroPRIMOTione di Trento. Ore 21. Teatro Comunale. Enrico Carretta con Ja-cob Olesen regia di Giovanni Calò. Info: www.trentinospettacoli.it.

TeatroNUDI E CRUDIMezzolombardo. Ore 21. Teatro San Pietro. Dal racconto di Alan Bennett traduzione e adattamen-to di Edoardo Erba con Max Pisu, Alessandra Faiella, Claudio Mone-ta regia di Marco Rampoldi. Con la Compagnia Teatro della Cooperati-va.Info: www.trentinospettacoli.it.

14 MARTEDÌCulturaCONFERENZATrento. Ore 20.45. Oratorio s. Antonio, via sant’Antonio 18, Bol-ghera. Conferenza dal titolo: “Riu-manizzare l’economia”. Relatore: Carlo Borzaga - Docente Universi-tà di Trento Presidente di Euricse. Info: Tel. 0461.932373; [email protected].

TeatroIL DON GIOVANNI - VIVERE È UN ABUSO, MAI UN DIRITTOTrento. Ore 20.30. Teatro Socia-le. Spettacolo con il Teatro Fran-co Parenti Di e con Filippo Timi e con Umberto Petranca, Alexandre Styker, Marina Rocco, Elena Liet-ti, Lucia Mascino, Roberto Laureri, Matteo De Blasio, Fulvio Accogli. Né secondo Molière, né secondo Mozart. Il mito di Don Giovanni è riscritto con spavalda spensieratez-za da Filippo Timi, uno fra i giovani registi italiani più irriverenti. Pro-tagonista di una farsa che si tra-sforma in tragedia, Don Giovanni, prototipo del maschio seduttore, mostra la sua immagine di uo-mo infelice, irrisolto, che tenta di sfuggire alla morte. Lo spettaco-lo, che predilige le immagini forti della modernità, porta in scena un’umanità volubile e insaziabile e, accanto al protagonista, gravi-ta un mondo fatto di personaggi in cui si riflettono i sentimenti e le passioni umane. Ognuno ha la sua storia – puntualizza il regista – e Don Giovanni ha la sua: «Non l’ha scelto lui di nascere Mito, gli è capitato e lui non si sottrae dall’essere se stesso». Info: Cen-tro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centro-santachiara.it.

TeatroIL COMICO RENATO CONVERSOTrento. Ore 21.30. Osteria “La Scaletta”. Per la IV edizione della stagione comica “Punto.cabaret!” Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroCAOS (REMIX)Tesero. Ore 21. Teatro Comunale. Progetto e regia di Valeria Cavalli, Claudio Intropido con Francesco Alberici, Andrea Battistella, Ludo-vico D’Agostino, Jacopo Fracasso, Andrea Lietti, Isabella Perego, Ma-ria Cristina Stucchi, Clara Terrano-va, Melissa Valtulini con la Compa-gnia Quelli di Grock. Info: www.trentinospettacoli.it.

TeatroNUDI E CRUDIPergine Valsugana. Ore 20.45. Teatro. Dal racconto di Alan Ben-nett traduzione e adattamento di Edoardo Erba con Max Pisu, Ales-sandra Faiella, Claudio Moneta regia di Marco Rampoldi. Con la Compagnia Teatro della Cooperati-va. Info: www.trentinospettacoli.it.

TeatroAMLETO A PRANZO E A CENASarnonico. Ore 21. Teatro Comu-nale. Spettacolo teatrale di Oscar de Summa - da “Amleto” di Wil-liam Shakespeare con Oscar De Summa, Armando Iovino, Tomma-so M. Rotella, Alfonso Postiglione.

TeatroTRESRovereto. Ore 20.45. Auditorium F. Melotti. Spettacolo teatrale di Juan Carlos Rubio con Anna Ga-liena, Marina Missironi, Amanda Sandrelli, Sergio Muniz, regia Chia-ra Noschese, produzione Tiessete-atro srl. Info: Comune di Rovereto - ufficio cultura Tel. 0464.452253; [email protected]; www.comune.rovereto.tn.it.

TeatroDOLORI, DOLORI, DOLORI!Tenno. Ore 20.30. Teatro Don Bosco. Commedia brillante in 3 atti. Info: www.gardatrentino.it.

Teatro ragazziLA STORIA DI HANSEL E GRETELTrento. Ore 16. Teatro Cuminet-ti. Spettacolo con il Teatro Crest, con on Catia Caramia, Marianna Di Muro, Giulio Ferretto, Paolo Gu-bello/Luigi Tagliente. Uno spetta-colo sospeso tra realtà e favola, perché i bambini imparino a dare valore alle cose e soprattutto alla loro capacità di discernere e con-quistarle. In tempi di recessione economica, raccontare ai bimbi della società dei consumi una fa-vola che prende avvio proprio dalla difficoltà di un padre e di una ma-dre nello sfamare i figli può non essere un esercizio di stile. La fiaba di Hansel e Gretel è un rac-conto ombroso, reso ancora più inquietante dalla presenza di una donna che appare bellissima, ac-cogliente e materna, ma è in real-tà una strega. E nello spettacolo, come nella fiaba, la sua presenza getta una luce mutevole su ogni passaggio della storia. Età: dai 5 anni. Info: Centro Servizi Cultura-li S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

TeatroQUELLO… BUONANIMAOlle. Ore 20.45. Teatro. Comme-dia di Ugo Palmerini con la Com-pagnia “Argento Vivo” di Cognola. Per la stagione teatrale 2014 orga-nizzata dalla Filodrammatica di Ol-le. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroLA NOT DELE STRIECognola. Ore 20.45. Teatro Audi-torium (Scuole Medie). Comme-dia di Aldo Cirri con la Filodram-matica “ACS Punto 3” di Canale di Pergine. Per “Insieme a teatro sull’Argentario” rassegna teatrale organizzata dalle compagnie “Filo-gamar” e “Argento Vivo” di Cogno-la. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroSTANZE COMUNICANTIStoro. Ore 21. Teatro dell’Orato-rio. Commedia di Alan Ayckbourn – trad. Pino Tierno con l’Associazione Culturale “La Baraca” di Martigna-no. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroLA BAITA DEGLI SPETTRISpera. Ore 20.45. Teatro. Com-media di Lillo & Greg con la Filo-drammatica di Ora. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroZAPPINGVezzano. Ore 20.45. Teatro Valle dei Laghi. L’attore trentino Mario Cagol sarà ospite a teatro con il suo ultimo spettacolo Zapping, per offrire al pubblico una diva-gazione ironica sulla nostra “vita telecomandata”. Si parte dalla tv “col tubo catodico” con poca scel-ta a disposizione ma con tanta emozione, per arrivare all’assal-to mediatico di centinaia di cana-li offerti dalle nuove piattaforme digitali. Con la sua abilità nell’im-provvisazione, Mario ci porterà in questo viaggio prendendo spunto dai programmi più assurdi che le tv ci offrono. Info: Teatro Valle dei Laghi Tel. 0461.340158; www.te-atrovalledeilaghi.it.

TRES – 11 gennaio 2014 – ROVERETO. Auditorium. F. Melotti

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trentinoappuntamenti

15 MERCOLEDÌCulturaCONFERENZAZambana vecchia. Ore 20.30-22.30. Presso la sede dell’As-sociazione Mana in via Molini. “Attraverso la mezza età – Crisi, crescita, rinnovamento”. Notizie, riflessioni ed esercizi di consape-volezza per donne fra i 40 e i 60 anni con Annalisa Borghese, gior-nalista, counselor in psicosintesi e saggista. Minimo 15 parteci-panti. Per infomazioni e iscrizioni: 329.3559157.

CulturaCONFERENZAZambana vecchia. Ore 20.30. c/o Associazione Mana - Via Molini. “Attraverso la mezza età. Notizie e riflessioni per donne fra i 40 e i 60 anni: crisi, crescita e rinnova-mento”. Conferenza con Annalisa Borghese, giornalista, counselor in psicosintesi e saggista. A seguire domenica 26 gennaio dalle 10 alle 17.30 un seminario esperienziale per conoscere l’energia feconda di questa fase della vita. Info: [email protected].

MusicaCONCERTOTrento. Ore 20.45. Cameron Car-penter, organo. da Bach a... Car-penter. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmo-nica-trento.it.

TeatroIL DON GIOVANNI - VIVERE È UN ABUSO, MAI UN DIRITTOTrento. Ore 20.30. Teatro Socia-le. Spettacolo con il Teatro Fran-co Parenti Di e con Filippo Timi e con Umberto Petranca, Alexandre Styker, Marina Rocco, Elena Liet-ti, Lucia Mascino, Roberto Laureri, Matteo De Blasio, Fulvio Accogli. Né secondo Molière, né secondo Mozart. Info: Centro Servizi Cultu-rali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

17 VENERDÌCulturaAVEVI TROPPO PESO DA PORTARE PER UNA PERSONA SOLAFaver. Ore 20.30. Molin de Por-tegnach. Serata con racconti di viaggi reali e mentali, passando tra i meandri del cuore, con l’at-tore Mauro Zappalaglio e il regista Enzo Cecchi. Una sorta di favola per adulti in cui il resoconto del viaggio arriva ad aggrovigliarsi ai racconti e ai contorcimenti del cuore. Ingresso libero. Info: Sor-gente ’90 [email protected]; www.sorgente90.org.

MusicaCONCERTO LIRICO: TENORE E PIANOFORTERiva del Garda. Ore 17.30. Au-ditorium del Conservatorio. Info: www.gardatrentino.it.

TeatroRIMBAMBAND SHOWLedro. Ore 21. Teatro. Scritto e diretto da Raffaello Tullo con la partecipazione del gruppo musi-cale Rimbamband e con il Grup-po Ideazione. Info: www.trentino-spettacoli.it.

TeatroIL PRINCIPIO DELL’INCERTEZZATrento. Ore 21. Teatro Portland - Via Papiria, 8. Con Andrea Brunello e Enrico Merlin. Con la Compagnia Arditodesìo. Una lezione di mec-canica quantistica. Un uomo che ama l’universo. Il metodo scienti-fico che si confronta con la pseu-doscienza. Un segreto…in quale universo andare? Info: www.tea-troportland.it.

18 SABATOCulturaCOSTELLAZIONI FAMILIARIZambana vecchia. Ore 15-18. C/o associazione Mana. Metodo Bert Hellinger. Conduce la dott.ssa Julijana Osti. Comunicare la propria presenza scrivendo a: [email protected].

MusicaMINIFILARMONICATrento. Ore 17.30. Sala dalla Fi-larmonica. Gli insegnanti dei Mi-nipolifonici e altri loro amici vi accompagneranno in questa par-ticolare passeggiata nella storia della musica. Ovviamente tutto ciò sarà realizzato con la vostra partecipazione; durante tutti gli spettacoli, infatti, sarete diretta-mente coinvolti in divertenti gio-chi musicali! Un’ottima occasione, quindi, per conoscere meglio tutti gli strumenti: l’oboe, il clarinetto, il pianoforte, il corno, il violino, il flauto, il violoncello e molti altri! Ingresso libero. Info: Società Filar-monica - Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it; [email protected].

TeatroE VISSERO FELICI E CONTENTIOlle Valsugana. Ore 16.30. Tea-tro Parrocchiale. I Burattini di Da-niele Cortesi. Età consigliata: dai 4 anni. Ingresso unico € 3,00. In-fo: Biblioteca Comunale di Borgo Valsugana Tel. 0461.754052; www.valsuganacultura.it.

TeatroNUDA… E PER POCHI SOLDIPovo. Ore 20.30. Teatro “Concor-dia”. Commedia di Loredana Contcon la Filo “Ce.Dro” di Dro. Per la XXVI rassegna teatrale “Isi-doro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroQUELLO… BUONANIMALasino. Ore 20.30. Teatro Comu-nale. Commedia di Ugo Palmerini con la Compagnia “Argento Vivo”

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trentinoappuntamenti

di Cognola. Per la XVIII edizione di “Dialettando insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroIL SETTIMO GIORNO RIPOSÒCognola. Ore 20.45. Teatro Audito-rium (Scuole Medie). Commedia di Camillo Vittici – trad. in dialetto tren-tino di Claudio Pasquini con la Filo-levico di Levico Terme. Per “Insieme a teatro sull’Argentario” rassegna te-atrale organizzata dalle compagnie “Filogamar” e “Argento Vivo” di Co-gnola. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroL’ALTRA CENERENTOLARevò. Ore 20.45. Auditorium del Po-lo Scolastico. Commedia di Gianlu-ca e Tony Chucchiara con il Gruppo “Speranza Giovane” di Cles. Per la X rassegna teatrale “Franco e Iva-na”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroPÙ BUSIE… CHE POESIE!Malé. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dialettan-ti” di Rovereto. Per la rassegna teatrale “Teatrando 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroFINCHÈ MORTE NON CI SEPARITaio. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Sergio Marolla con la Compagnia “Piccolo Teatro Pine-ta” di Pineta di Laives. Per la ras-segna teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroNON TUTTI I LADRI VENGONO PER NUOCEREStoro. Ore 21. Teatro dell’Oratorio. Commedia di Dario Fò, tradotta in dialetto trentino ed adattata in due atti con la Filo “El Grotel” di Condi-no. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroSAL E PEVERMolveno. Ore 20.30. Teatro. Com-media di Alfredo Pitteri con l’Asso-ciazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo in Banale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroME SON DESMISSIÀ EN PARADISRallo. Ore 21. Teatro Parrocchiale. Commedia di Camillo Vittici con la Filodrammatica “Teatro a Zam-bana” di Zambana. Info: Co.F.As.

Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroANNE FRANKAldeno. Ore 20.45. Teatro Co-munale. Tratto da “Il Diario di An-ne Frank” testo, regia e musiche originali di Emanuele Bergamaschi con Alessandro Calabrese, Luca Salata, Matteo Rubagotti, Ema-nuele Bergamaschi realizzato dal Gruppo Teatro a Pedali. Info: www.trentinospettacoli.it.

TeatroIL SOL CI HA DATO ALLA TESTABrentonico. Ore 21. SDcritto e diretto da Raffaello Tullo con la partecipazione del gruppo musi-

cale Rimbamband, con il Gruppo Ideazione. Info: www.trentino-spettacoli.it.

TeatroUN MISTERO, UN DELITTO E OTTO DONNEGrigno. Ore 20.45. Teatro. Com-media di Robert Thomas con Lo-rena Guerzoni, Annarosa Sandri, Deborah Rosso, Adriana La Torre, Elena Magnago, Alice Pierotti, Isa-bella Pierotti e Francesca Trentina-glia regia di Efrem Filippi con l’As-sociazione teatrale Figli delle Stel-le. Info: www.trentinospettacoli.it.

TeatroIL VENDITORE DI SIGARISarnonico. Ore 21. Teatro Co-munale. Commedia di Amos Ka-

IL VENDITORE DI SIGARI – 18 gennaio 2014 – SARNONICO

Page 65: TM gennaio 2014

67tmgennaio

trentinoappuntamenti

mil traduzione di Flavia Tolnay con la collaborazione di Alberto Oliva con Gaetano Callegaro e France-sco Paolo Cosenza regia di Alberto Oliva assistente alla regia France-sca Prete con il Teatro Litta. Info: www.trentinospettacoli.it.

TeatroIL PRINCIPIO DELL’INCERTEZZATrento. Ore 21. Teatro Portland - Via Papiria, 8. Con Andrea Brunello e Enrico Merlin. Con la Compagnia Arditodesìo. Una lezione di mec-canica quantistica. Un uomo che ama l’universo. Il metodo scienti-fico che si confronta con la pseu-doscienza. Un segreto…in quale universo andare? Info: www.tea-troportland.it.

TeatroPLEKRovereto. Ore 20.45. Teatro alla Cartiera. Spettacolo coreografi-co che coniuga armonicamebte il senso del concetto e la poe-sia dell’immagine. Info: Comune di Rovereto - ufficio cultura Tel. 0464.452253; [email protected]; www.comune.ro-vereto.tn.it.

19 DOMENICATeatroNO VE CAPISSO PÙStravino. Ore 20.45. Teatro. Com-media di Loredana Cont con la Fi-lodrammatica “La Grinta” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroSU E GIÙ DA UN PALCOZivignago. Ore 20.45. Teatro. Con la Compagnia “Teatro d’Ac-qua Dolce”. Per la rassegna teatra-le “Zivignago sera in...prosa”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroPICCOLINA. UNA STORIA CHE CRESCEVezzano. Ore 16.30. Teatro Valle dei Laghi. Commedia di La Barac-ca di Monza. Piccolina racconta ai

bambini, con semplicità e natura-lezza, l’essenza dell’età infantile e il mistero del crescere, mettendo in scena con levità quel cambia-mento impercettibile, progressivo e quotidiano che a un certo punto ci fa risvegliare per sempre fuo-ri dal mondo “piccolo”. Oggetti di uso comune si trasformano in personaggi e scenografie dando vita a flashback che portano la protagonista a rivivere la sua in-fanzia. Info: Teatro Valle dei Laghi Tel. 0461.340158; www.teatroval-ledeilaghi.it.

TeatroIL PRINCIPIO DELL’INCERTEZZATrento. Ore 10. Teatro Portland - Via Papiria, 8. Con Andrea Brunello e Enrico Merlin. Con la Compagnia Arditodesìo. Una lezione di mec-canica quantistica. Un uomo che ama l’universo. Il metodo scienti-fico che si confronta con la pseu-doscienza. Un segreto…in quale universo andare? Info: www.tea-troportland.it.

20 LUNEDÌTeatroNO VE CAPISSO PÙStravino. Ore 20.45. Teatro. Com-media di Loredana Cont con la Fi-lodrammatica “La Grinta” di Arco. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

21 MARTEDÌTeatroFUORI CLASSETrento. Ore 10. Teatro Cuminet-ti. Spettacolo con la Compagnia Teatrale La Pulce. Di e con Silvia Briozzo, Enzo Valeri Perutacollaborazione alla regia Marcello Magni. Un ragazzo e una ragazza, alla soglia dell’esame di terza me-dia, si trovano a riflettere sui temi attorno a cui ruota la loro vita di adolescenti: il senso dello studio, le proprie motivazioni, i propri ta-lenti, i desideri, le difficoltà. E so-prattutto sul rapporto con gli adulti. A completare la triade è la famiglia,

che gioca un ruolo fondamentale nella formazione e nell’educazione dei ragazzi. Età consigliata: dagli 11 anni. Info: Centro Servizi Cultu-rali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

TeatroNARRENSCHIFFRiva del Garda. Ore 21. Sala Mil-le Palazzo dei Congressi. Due atti unici sulla follia con la Compagnia ariaTeatro. Drammaturgia di Chia-ra Benedetti, Alberto Basaluzzo, Denis Fontanari e Carlo Orlando. Con Chiara Benedetti e Denis Fontanari. Musiche eseguite dal vivo da Chiara Benedetti - regia di Carlo Orlando. Info: www.trenti-nospettacoli.it.

22 MERCOLEDÌDanzaDANZA DEL VENTREZambana vecchia. Ore 20.45. Sede Associazione “Mana“. Per info e/o iscrizioni: [email protected].

MusicaARVO VOLMER E ALEXEY STADLER IN CONCERTOTrento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. Arvo Volmer, Direttore; Alexey Stadler, Violoncello; Ralph Vaughan Williams: The Wasps: Ouverture; Edward Elgar: Concerto per vio-loncello e orchestra in mi minore, op. 85; Pëtr Il’i ajkovskij: Sinfonia n. 5 in mi minore, op. 64. Info: Cen-tro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.cen-trosantachiara.it.

23 GIOVEDÌTeatroLA TORRE D’AVORIOTrento. Ore 20.30. Teatro Socia-le. Spettacolo di Ronald Harwood traduzione di Masolino d’Amico, con la regia e l’interpretazione di Luca Zingaretti e con Massimo de Francovich, Peppino Mazzot-ta, Gianluigi Fogacci,

Francesca Ciocchetti, Caterina Gra-maglia. Info: Centro Servizi Cultu-rali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

24 VENERDÌTeatroLA TORRE D’AVORIOTrento. Ore 20.30. Teatro Socia-le. Spettacolo di Ronald Harwood traduzione di Masolino d’Amico, con la regia e l’interpretazione di Luca Zingaretti e con Massimo de Francovich, Peppino Mazzot-ta, Gianluigi Fogacci,Francesca Ciocchetti, Caterina Gra-maglia. Info: Centro Servizi Cultu-rali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

TeatroLA RADIO E IL FILO SPINATOTrento. Ore 21. Teatro Portland - Via Papiria, 8. Commedia di e con Roberto Abbiati e Luca Salata con poetica di Mario Vighi. Info: www.teatroportland.it.

25 SABATODanzaPASSIONTANGORiva del Garda. Ore 21. Palacon-gressi Sala dei MIlle. Con la Com-pagnia Naturalis Labor. Regia e co-reografie di Luciano Padovani. Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara n. verde 800.013952; www.cen-trosantachiara.it.

MusicaLA TREBLINKA DI VASILIJ GROSSMANVezzano. Ore 20.45. Teatro Val-le dei Laghi. Aria Teatro e TTT Ex-press, in collaborazione con Cortili di Pace, presentano La Treblinka di Vasilij Grossman appuntamen-to inserito in concomitanza delle celebrazioni per la “giornata del-la memoria 2014”, che racconterà gli orrori della Shoah e dell’Holo-domor (olocausto ucraino) attra-verso le parole di Grossman e la musica klezmer della T.T.T. Ex-press. Info: Teatro Valle dei Laghi

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Page 66: TM gennaio 2014

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trentinoappuntamenti

TeatroNON TUTTI I LADRI VENGONO PER NUOCERELasino. Ore 20.30. Teatro Comu-nale. Commedia di Dario Fò – trad. in dialetto trentino ed adattato in due atti con la Filo “El Grotel” di Condino. Per la XVIII edizio-ne di “Dialettando insegna”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroVA TUT BEN... BASTA CHE I PAGA!Olle. Ore 20.45. Teatro. Comme-dia di Loredana Cont con la Filo “S. Rocco” di Nave S. Rocco. Per la stagione teatrale 2014 organizzata dalla Filodrammatica di Olle. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroNELLO SPAZIO… SENZA STRAZIO!Malé. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia tratta da “Nello spazio senza dazio” di Marcello Voltolini con la Compagnia “Filogamar” di Cognola. Per la rassegna teatrale “Teatrando 2014”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroZAPPINGCognola. Ore 20.45. Teatro Au-ditorium (Scuole Medie). Viaggio allucinato nel mondo della televi-sione di oggi con Supermario (Ma-rio Cagol). Per “Insieme a teatro sull’Argentario” rassegna teatrale organizzata dalle compagnie “Filo-gamar” e “Argento Vivo” di Cogno-

la. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroSAL E PEVERTaio. Ore 21. Teatro Comunale. Commedia di Alfredo Pitteri con l’Associazione Teatrale “Dolomiti” di S. Lorenzo inBanale. Per la ras-segna teatrale “Amici del Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroPÙ BUSIE… CHE POESIELavis. Ore 21. Auditorium Comu-nale. Commedia di e con Loredana Cont con la Filodrammatica “I Dia-lettanti” di Rovereto. Per la 9a ras-segna teatrale “Ricordando Nico-la”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroNO VE CAPISSO PÙNago Torbole. Ore 20.45. Teatro. Commedia di Loredana Cont con la

Tel. 0461.340158; www.teatroval-ledeilaghi.it.

TeatroLA TORRE D’AVORIOTrento. Ore 21. Teatro Sociale. Spettacolo di Ronald Harwood traduzione di Masolino d’Amico, con la regia e l’interpretazione di Luca Zingaretti e con Massimo de Francovich, Peppino Mazzot-ta, Gianluigi Fogacci,Francesca Ciocchetti, Caterina Gra-maglia. Info: Centro Servizi Cultu-rali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

TeatroPARIGI VAL BENE UNA VASCACivezzano. Ore 20.45. Teatro “L. Pirandello”. Commedia di Andrea Oldani – trad. in dialetto trentino di Ernesto Paternoster con la Filo-drammatica “La Sortiva” di Den-no. Per la rassegna “Bruno Palao-ro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroNA CROCIERA DA SOGNOCentrale di Bedollo. Ore 20.30. Teatro Nuovo. Commedia di Giglio-la Brunelli con la Filo “S. Genesio” di Calavino con Associazione “Oa-si della Valle dei Laghi”. Per la VI edizione di “Foje de Bedol”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroME CUGNADA L’È ‘NA STARSopramonte. Ore 21. Teatro Par-rocchiale. Commedia di Domenico e Massimo Canzano – adattamen-to dialettale di Franco Kerschbau-mer con la Filodrammatica “S. Gottardo” di Mezzocorona. Per la XXIII rassegna teatrale organizzata dalla Filodrammatica di Sopramon-te. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroNIENTE DA DICHIARARE?Povo. Ore 20.30. Teatro “Concor-dia”. Commedia di C.M. Hennequincon la Filodrammatica “Amicizia” di Romeno. Per la XXVI rassegna teatrale “Isidoro Trentin”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroVACANZE FORZATE (STESSA CASA… STESO MARE)Viarago. Ore 20.45. Teatro Par-rocchiale. Commedia di Antonel-la Zucchini – tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

I VILLAGGI DAI CAMINI SPENTICONTINUA IL VIAGGIO NELLA PERIFERIA DEL TRENTINO DEL TERZO MILLENNIO

VOLUME2

Alberto Folgheraiter

Dopo il grande successo del primo volume,

continua il viaggio di Alberto Folgheraiter

nella periferia del Trentino del terzo millenio

CURCU & GENOVESE

Page 67: TM gennaio 2014

69tmgennaio

trentinoappuntamenti

Filodrammatica “La Grinta” di Ar-co. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroULISSE PRINOT, FARMACISTA DE NOTStoro. Ore 21. Teatro dell’Ora-torio. Commedia di Amendola e Corbuccicon la Filo “Toblino” di Sarche. In-fo: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

Teatro’N DÌ ALL’OSPEDALEVilla Agnedo. Ore 20.45. Sala Polifunzionale. Commedia di Ca-millo Vittici con la Filodrammatica di Telve Valsugana. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroLA RADIO E IL FILO SPINATOTrento. Ore 21. Teatro Portland - Via Papiria, 8. Commedia di e con Roberto Abbiati e Luca Salata con poetica di Mario Vighi. Info: www.teatroportland.it.

Teatro ragazziON-OFFTrento. Ore 16. Spazio Foyer. Te-sto di Andrea Buzzetti, Carlotta Zini e Valeria Frabetti. Età: dai 2 anni. Info: Centro Servizi Cultura-li S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

26 DOMENICATeatroLA TORRE D’AVORIOTrento. Ore 16. Teatro Sociale. Spettacolo di Ronald Harwood traduzione di Masolino d’Amico, con la regia e l’interpretazione di Luca Zingaretti e con Massimo de Francovich, Peppino Mazzot-ta, Gianluigi Fogacci,Francesca Ciocchetti, Caterina Gra-maglia. Info: Centro Servizi Cultu-rali S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

TeatroSERVIZIO IN CAMERATrento. Ore 16. Teatro S. Marco. Commedia di Oreste De Santis con la Filodrammatica di Civez-zano. Per “La vetrina del teatro CO.F.AS.” rassegna provinciale di teatro amatoriale. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroVACANZE FORZATE (STESSA CASA… STESO MARE)Viarago. Ore 20.45. Teatro Par-rocchiale. Commedia di Antonel-la Zucchini – tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroLA RADIO E IL FILO SPINATOTrento. Ore 10. Teatro Portland - Via Papiria, 8. Commedia di e con

Roberto Abbiati e Luca Salata con poetica di Mario Vighi. Info: www.teatroportland.it.

Teatro ragazziON-OFFTrento. Ore 16. Spazio Foyer. Te-sto di Andrea Buzzetti, Carlotta Zini e Valeria Frabetti. Età: dai 2 anni. Info: Centro Servizi Cultura-li S. Chiara n. verde 800.013952; www.centrosantachiara.it.

27 LUNEDÌTeatroFOGLIE DELLA ROSA BIANCAAla. Ore 21. Teatro “Sartori”. Con Beatrice Moleri e Salvatore Auric-chio regia di Giovanni Moleri con il Teatro dell’Aleph. Info: www.tren-tinospettacoli.it.

28 MARTEDÌCulturaCONFERENZATrento. Ore 20.45. Oratorio s. Antonio, via sant’Antonio 18, Bol-ghera. Conferenza dal titolo: “Il lavoro che non c’è”. Relatore: Ro-berto Grasselli, Presidente Asso-ciazione sclerosi multipla già sin-dacalista. Info: Tel. 0461.932373; [email protected].

29 MERCOLEDÌMusicaDAVID DANZMAYR E CRISTINA ORTIZ IN CONCERTOTrento. Ore 20.30. Auditorium Santa Chiara, via Santa Croce 67. David Danzmayr, Direttore; Cristi-na Ortiz, Pianoforte; Ferruccio Bu-soni: Tanzwalzer, op. 53, bv 288; Sergej Rachmaninov: Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in do minore, op. 18; Johan Svend-sen: Sinfonia n. 2 in si bemolle maggiore, op. 15. Info: Centro Servizi Culturali Santa Chiara n. verde 800.013952; www.centro-santachiara.it.

TeatroDELIRIOUS NEW YORKRovereto. Ore 20.45. Teatro alla Cartiera. Ispirato all’omonimo te-sto di Rem Koolhaas, lo spettacolo mette in scena una serie di episo-di urbani simbolo del manhattani-smo, una teoria inespressa perché troppo ambiziosa. Info: Comune

di Rovereto - ufficio cultura Tel. 0464.452253; [email protected]; www.comune.ro-vereto.tn.it.

30 GIOVEDÌCulturaCONFERENZAArco. Ore 20.45. Cassa Rura-le Bolognano. Famiglie in gioco: “Assieme a tavola: come gestire le problematiche legate al cibo”. Info: www.gardatrentino.it.

TeatroUNA TAZZA DI CIOCCOLATA CALDAPinzolo. Ore 21. Teatro. Una tazza di cioccolata calda è una particola-re drammaturgia, pensata e redat-ta in primo luogo per e con ragazzi, frutto di una lunga collaborazione fra Rosanna Ravagni, insegnante dell’Istituto “F. Bonporti” di Tren-to e Renzo Fracalossi, autore e re-gista con all’attivo ormai parecchi allestimenti attorno alla Memoria della Shoah, oltreché della storia locale, nazionale ed europea. Con il Club Armonia. Info: www.trenti-nospettacoli.it.

31 VENERDÌMusicaQUARTETTO DI CREMONATrento. Ore 20.45. Cristiano Gual-co, violino; Paolo Andreoli, violino; Simone Gramaglia, viola; Giovanni Scaglione, violoncello; Margheri-ta Di Giovanni, viola; Sara Spirito, violoncello. Su musiche di A. We-bern, J. Brahms, A. Casagrande e P.I. Caikovski. Info: Società Filar-monica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.

TeatroMI CHIAMO ARAM E SONO ITALIANONago Torbole. Ore 21. Teatro Ca-sa della Comunità di Nago. Storie da Synagosyty di Gabriele Vacis e Aram Kian. Info: www.trentino-spettacoli.it.

TeatroSIOR TODERO BRONTOLONFondo. Ore 21. Teatro Parrocchia-le. Commedia di Carlo Goldoni con Maura Misiti con Elisabetta Pescari, Laura Benassù, Kety Maz-zi, Davide Valieri, Roberto Puliero, Giuseppe Vit, Franco Cappa, Nico-la Cancian, Daniela Lorenzetto,

Marco Consolati regia di Roberto Puliero con la Barcaccia di Verona. Info: www.trentinospettacoli.it.

TeatroU PARRINUTrento. Ore 21. Teatro Portland - Via Papiria, 8. La mia storia con Pa-dre Pino Puglisi ucciso dalla mafia di e con Christian Di Domenico – Produzione L’Albero dei Sogni. In-fo: www.teatroportland.it.

APPUNTAMENTIDI FEBBRAIO

1 SABATOMusicaMINIFILARMONICATrento. Ore 17.30. Sala dalla Fi-larmonica. Gli insegnanti dei Mi-nipolifonici e altri loro amici vi accompagneranno in questa par-ticolare passeggiata nella storia della musica. Ovviamente tutto ciò sarà realizzato con la vostra partecipazione; durante tutti gli spettacoli, infatti, sarete diretta-mente coinvolti in divertenti gio-chi musicali! Un’ottima occasione, quindi, per conoscere meglio tutti gli strumenti: l’oboe, il clarinetto, il pianoforte, il corno, il violino, il flauto, il violoncello e molti altri! Ingresso libero. Info: Società Filar-monica - Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it; [email protected].

TeatroVACANZE FORZATE (STESSA CASA… STESO MARE)Viarago. Ore 20.45. Teatro Par-rocchiale. Commedia di Antonel-la Zucchini – tradotta in dialetto trentino con la Filodrammatica di Viarago. Per la rassegna teatrale “Viarago a Teatro”. Info: Co.F.As. Tel. 0461.237352; [email protected]; www.cofas.it.

TeatroU PARRINUTrento. Ore 21. Teatro Portland - Via Papiria, 8. La mia storia con Pa-dre Pino Puglisi ucciso dalla mafia di e con Christian Di Domenico – Produzione L’Albero dei Sogni. In-fo: www.teatroportland.it.

2 DOMENICATeatroU PARRINUTrento. Ore 10. Teatro Portland - Via Papiria, 8. La mia storia con Pa-dre Pino Puglisi ucciso dalla mafia di e con Christian Di Domenico – Produzione L’Albero dei Sogni. In-fo: www.teatroportland.it.

7 VENERDÌMusicaCONCERTO FILARMONICATrento. Ore 20.45. Jan Lisiecki, pianoforte su musiche di F. Cho-pin. Info: Società Filarmonica Tel. 0461.985244; www.filarmonica-trento.it.SIOR TODERO BRONTOLON – 31 gennaio 2014 – FONDO

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70tmgennaio

IL MATRIMONIO DI FABIANA E PAOLO

Matrimonio: ReligiosoData: 21 settembre 2013 Luogo: Chiesa di S. Biagio - AlbianoFiori e bouquet: Verdi fantasie - Gardolo Anelli: Zanoni Preziosi srl - FondoInvitati: 116 pranzo, 160 tortaRicevimento: La Cacciatora - MezzocoronaBomboniere: Duomocenter e Cooperativa Sociale Samuele - TrentoTorta: Pasticceria Filippi & Gardumi - TrentoIntrattenimenti per gli invitati: De Poles di Bolognani Loris e Gianni LeverViaggio: Umbria e MessicoDurata viaggio: 3 settimane totaliVivranno a: Romeno

Servizio fotografico a cura di:Lucio Tonina www.fototonina.com

trentinomatrimoni

IL MATRIMONIO DEL MESE

QUESTO MESE IL GIORNO PIÙ BELLO DI FABIANA E PAOLO SULLA RUBRICA DEDICATA AI FIORI D’ARANCIO

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trentinomatrimoni

71tmgennaio

Lei Nome: FabianaAnni: 37Nata a: TrentoResidente a: AlbianoVestito: Sposa Chic - PergineScarpe: Calzature Carlin - PergineParrucchiere: Ritocchi d’immagine - AlbianoTruccatore: Estetica Dama - SegonzanoOccupazione: Impiegata

LuiNome: PaoloAnni: 36Nato a: ClesResidente a: RomenoVestito: Bermax - TrentoScarpe: Bermax - TrentoBarbiere: Ritocchi d’immagine - AlbianoOccupazione: Imprenditore edile

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72tmgennaio

trentinoscoop&news

Più di 800 ore di apertura, quasi 8 mila visitatori di cui più di 1.500 fra studenti degli istituti professionali e superiori, studenti universitari e

gruppi organizzati. Questo in sintesi il bilancio dell’attività del Centro di documentazione della Fondazione Stava 1985 Onlus nei primi 11 mesi del 2013. L’apertura del Centro di documentazione sulla catastrofe della val di Stava è affidata, dal 2007, a un team di operatori didattici formati professionalmente per accogliere i visitatori e fornire loro l’informativa di base sulla genesi, le cause e le responsabilità del disastro del 19 luglio 1985. Gli operatori sono studenti delle scuole superiori della valle che garantiscono questo servizio durante tutto l’arco dell’anno, nei giorni festivi e ogni giorno in estate. All’accoglienza dei visitatori presso il Centro di documentazione si è aggiunto, in collaborazione con gli “Accompagnatori di territorio della valle di Fiemme”, l’accompagnamento lungo il ‘Sentiero della Memoria’ sul Monte Prestavèl. Le escursioni guidate sono iniziate ad aprile, non appena le condizioni meteo lo hanno consentito, e si sono protratte fino a novembre. Di questo servizio hanno potuto fruire più di 1500 fra studenti degli istituti superiori, giovani associati di CAI e SAT, allievi dei Corpi di Vigili del Fuoco Volontari, studenti universitari. Ogni giovedì, inoltre, nei mesi di luglio e agosto, gruppi composti mediamente di circa 15-20 camminatori hanno percorso in escursione guidata gratuita il sentiero attrezzato che raggiunge i luoghi della passata attività mineraria. Da aprile a giugno e da settembre a novembre, invece, numerosi gruppi hanno trascorso a Stava un’intera giornata

BILANCIO LUSINGHIERO PER LA FONDAZIONE STAVA 1985 ONLUS

OLTRE 800 ORE DI APERTURA,QUASI 8 MILA I VISITATORI, PIÙ DI 1.500 GLI STUDENTI CHE HANNO VISITATO NEI PRIMI 11 MESI DEL 2013IL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE SULLA CATASTROFE DI STAVA

informativa-formativa che la Fondazione Stava 1985 Onlus propone per comprendere le dinamiche che hanno portato al disastro e approfondire le tematiche di educazione ambientale e responsabilità individuale e d’impresa. Fra questi anche 125 allievi ufficiali dell’Accademia della Guardia di Finanza che, nell’ambito dell’addestramento presso la Scuola Alpina di Predazzo, hanno trascorso a Stava due giornate di studio mirate sull’utilizzo del territorio per scopi economico-industriali. Gli operatori didattici della Fondazione Stava 1985 Onlus garantiscono l’apertura del Centro per i visitatori occasionali tutti i giovedì, le domeniche e i giorni festivi con orario 15-18. Sono possibili anche aperture fuori orario su prenotazione, che può essere effettuata con una semplice telefonata o tramite il sito www.stava1985.it.

IL TRENTINOVISTO DA NORD

Talvolta basta uno sguardo diver-so sullo stesso oggetto per far

emergere panorami e scenografie avvincenti. È ciò che è successo con il numero monografico della rivista Arunda in collaborazione con Verlag Bibliothek der Provinz Bozen, dedi-cato interamente a “Il Trentino. Ein Lesebuch/Libro di letture”.Come prologo si può dire che Arun-da è una rivista storica con sede a Silandro, nata nel 1976 da un collettivo di idee e di autori, tra cui troviamo l’ani-ma e il cuore di nome Gianni Bodini, scrittore, fotografo, appassionato di archeologia, memoria storica della Val Venosta. Una rivista pubblicata in coedizione con la casa editrice austriaca Löwenzahn. I suoi numeri monografici sono di quelli che hanno fatto la cultura in Sudtirolo e non solo. Dopo i libri sulla cultura del pane, del latte, della castagna, dei frutti dei campi, del marmo e del legno, del fieno e delle croci, dei ghiacciai e delle tracce romaniche di un sacro antico. Il numero di Natale 2013 invece vuole raccontare il Trentino visto dalla parte dei sudtirolesi. Tanti gli sguardi-scrittori, tra cui si annoverano Wolftraud Sch-reiber, Paul Preims, Hans Wielander e Hans Karl Peterlini, i quali descrivono zone e territori solitamente dimenticati, come la Val di Cembra, la val di Gresta, il Baldo. Oppure argomenti come la gastronomia, artisti come Sottsass oppure eventi come Arte Sella, la Danza Macabra e Si-monino da Trento. Sguardi sudtirolesi e tedeschi per ca-pire e far conoscere una terra dall’antico fascino, dove si parlano diversi idiomi e dove la montagna unisce più che dividere. Soltanto due gli scrittori trentini chiamati a collaborare, profondi conoscitori di questa terra nei suoi diversi aspetti: Renato Morelli con un intervento sui canti in val dei Mocheni (Heut’ist ein Kind geboren) e Fiorenzo Degasperi il quale racconta saga e leggende delle miniere e dei minatori nelle diverse valli trentine (Bergwerke und Bergleute im Trentino: Geschichte und Sagen). Un libro per conoscere, un libro per non dimenticare un tempo quando il Tirolo era una regione che iniziava con l’Inn e terminava con le acque del lago di Garda.

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Lucia eredita la passione per il vino e le bollicine dal padre Leonello, che ‘creò’ negli anni ‘60 i primi uvaggi ed elaborò

spumanti di pregio, sino a fondare l’azienda di famiglia nel 1976, insieme alla moglie Maria Vittoria. Da Letrari si produco-no 23 diversi tipi di vino di qualità, con forte tipicità varietale, plasmati dal particolare terroir e dal microclima della Vallagari-na. Lucia è oggi l’enologa della cantina: creare un vino per lei, come donna, ancor prima che come enologa, significa dargli un’anima, ricercata in tutti i particolari. Un TrentoDoc al femmi-nile ha una struttura più morbida ed elegante e questa cura si esprime anche nella creazione dell’etichetta e della confezione,

che sono raffinate e pensate per dare gioia anche sul pia-no estetico oltre che su quello del gusto. “Noi donne siamo più attente quando produciamo un vino, e anche più disponi-bili alle novità. In un mondo così dinamico come quello del vino, questo è un grosso vantaggio. Allo stes-

so tempo oggi nel mondo dell’enologia, ancora prettamente maschile, per noi donne resta necessario dimostrare di essere all’altezza del proprio ruolo”. Lucia è una donna di valore, di forza e di grande competenza: l’assegnazione di un premio pensato da donne per le donne – del vino in questo caso – non è altro che una conferma ulteriore ed un valore aggiunto alla sua attività di imprenditrice. “Tre Marie ha scelto di creare il premio “Da donne a donne” per sottolineare il legame fra i valori femminili e l’affascinante storia della marca, fatta di autenticità, gusto ed emozioni” – dichiara Annalisa Ferri, Diret-tore Marketing Tre Marie – “L’eccellenza coltivata nei secoli da questa antica marca rende omaggio all’eccellenza al femminile con i suoi connotati distintivi di eleganza, creatività, sensibilità e cura del dettaglio”. Il premio Tre Marie è stato conferito il 30 novembre a Roma in occasione del grande evento dedicato alle bollicine italiane “Sparkle 2014”, che celebra da ormai 12 anni le migliori bollicine italiane.

A LUCIA LETRARIIL PREMIO TRE MARIE“DA DONNE A DONNE” PER IL MONDO DEL VINOIL RICONOSCIMENTO PER L’ECCELLENZA FEMMINILE, VA ALL’ENOLOGA DELL’AZIENDA TRENTINAPRODUTTRICE DI TRENTODOC

ACLI TERRA:FLAVIO SANDRINUOVO PRESIDENTE

Flavio Sandri, 49 anni, imprenditore agricolo di Villa Agnedo impegnato nei settori viticolo, frutticolo e

zootecnico, è il nuovo presidente provinciale di Acli Ter-ra. L’associazione fornisce servizi a circa 1.800 imprese e conta circa 500 tesserati. Sandri verrà affiancato alla vicepresidenza da Davide Capra, imprenditore agricolo di Carzano, e da Giorgio Perini, libero professionista impegnato nel settore ambientale, residente a Pergine Valsugana. Capra si occuperà in modo particolare del radicamento territoriale del sin-dacato in rappresentanza degli agricoltori professionisti, men-tre Perini seguirà i rapporti con i consumatori a partire dall’orga-nizzazione dei Gas, i Gruppi di acquisto solidale. Le Acli Terra intendono infatti caratterizzarsi in primo luogo per una serie di alleanze con i consumatori ed in modo particolare per sviluppare tutte le iniziative possibili riferite alla vendita diretta del prodotto e alla promozione delle filiere locali. Ma il cuore dell’attività aclista in campo agricolo, ha affermato il presidente Sandri al momento del suo insediamento, sarà quello della promozione di servizi di alta qualità in modo tale da garantire all’utenza il massimo degli standard possibili in termini di assistenza e rappresentanza. Accanto alla questione dei consumi e dei servizi, le Acli Terra intendono distinguersi ulterior-mente per la formazione professionale in favore sia dei produttori che dei consumatori, ma soprattutto per la promozione di una serie di alleanze sul territorio al fine di dare vita a veri e propri sistemi agricoli integrati grazie al confronto e al dialogo con i rappresentanti delle altre categorie economiche, nonché delle istituzioni e delle amministrazioni locali. Fra gli obiettivi del sindacato figura quindi lo sviluppo delle reti territoriali di alleanze con la distribuzione ed il turismo, ma anche con il sistema aclista per sollecitare la vendita diretta dei prodotti fra gli associati oltre ad iniziative comuni a livello culturale ed ambientale. Flavio Sandri subentra a Fausto Gardumi, recentemente eletto alla carica di presidente provinciale delle Acli. Gardumi entrerà a far parte della presidenza provinciale del sindacato agricolo assieme a Corrado Aldrighetti, Igor Busarello, Francesco Ciola, Luca To-maselli, Matteo Trentinaglia, Sabrina Verde e Fausto Zeni. Le Acli Terra si stanno radicando in tutta la provincia di Trento e si avvalgono da diversi mesi della competenza e della professionalità di Ezio Dandrea, eletto segretario provinciale del movimento.

IL SINDACATO AGRICOLO LANCIA L’ALLEANZA CON I CONSUMATORI ATTRAVERSO I GAS

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PRESENTATAGUIDA CASA 2014GIOVEDÌ 19 DICEMBRE NELLA SALA CONFERENZE DELLE ALBERE

Nella sala conferenze delle Albere, giovedì 19 dicembre è stata presentata l’edizione 2014 di Guida Casa. In sala molti agenti immobiliari,

costruttori edili e amministratori pubblici che trovano in quest’agile pubblicazione tutti i prezzi degli immobili, nuovi e d usati, del Trentino. Un punto di riferimento oramai imprescindibile per chi voglia acquistare, vendere o affittare un immobile. Sul palco, a fianco del presidente nazionale F.I.M.A.A. Valerio Angeletti, il presidente regionale F.I.M.A.A. Severino Rigotti, l’assessore provinciale Carlo Daldoss, l’assessora provinciale Sara Ferrari, Massimo Piffer di Confcommercio, Luca Gretter di Cassa Centrale Banca, Stefano Tomazzoni di Pensplan, Marco Selleri dell’Agenzia delle Entrate, Paolo Biasiolli vicesindaco di Trento, Roberto De Laurentis presidente Associazione Artigiani, Salvatore Codetta formatore F.I.M.A.A. Con la solita freschezza ha coordinato i vari interventi Francesca Negri.Guida Casa 2014, edita come sempre da Curcu & Genovese, è in vendita in tutte le edicole e librerie a 14,00 Euro.

AL VIA LA NUOVA PROGRAMMAZIONE

Prende il via dal 01 gennaio 2014 e si protrarrà fino alla fine di marzo il martedì pomeriggio, alle 15, “Affreschi e artisti in Trentino” a cura di Flavio

Pedrotti. Le puntate descrivono alcuni dei cicli pittorici e gli artisti che hanno caratterizzato la storia del Trentino. Alle 15.15 va in onda “La vita meravigliosa: le Alpi tra scienza e ecologia”: lo spazio radiofonico di un quarto d’ora la settimana, a cura di Stefano Uccia, è ricco di narrazioni sull’ecosistema alpino, sulla fauna e la flora. I migliori esperti raccontano quanto sta facendo la ricerca trentina per salvaguardare la biodiversità. Segue “Tradizioni popolari trentine”: il programma, curato da Ugo Slomp, e dedicato alle tradizioni popolari del Trentino. Il martedì si conclude con “Rodo-dentro” a cura di Flavio Pedrotti, dove Mario Cagol, autore e attore versatile, affronta i piccoli tempi quotidiani ricavandone spunti di rara ilarità. Il mercoledì, alle 15.00, va in onda la replica dello sceneggiato “Le erbe in giallo”. Questo ciclo di film noir, senza immagini, prende spunto dalle conoscenze di una botanica che vive in Valle di Gresta. Ogni venerdì pomeriggio l’anziana signora riunisce alcune amiche nella veranda-serra, ciascuno raccoglie questo invito, per dipanare il mistero, l’enigma che vede come protagonisti erbe, bacche e funghi ad alto potenziale di rischio. Alle 15.30 si propone “A piedi nudi sul palco”, a cura di Flavio Pedrotti, programma d’informazione, attualità e cultura teatrale. Conclude le trasmissioni del mercoledì “Pianeta trentino della musica Rock” a cura di Daniele Torresan. Il venerdì pomeriggio, curato da Giorgio Balducci, si propone “Attenti a noi due”, programma comico-satirico scritto e interpretato da Lucio Gardin e Loredana Cont. I “due”, in particolare, propongono gags e “siparietti” di tipica espressione trentina. Alle 15.30 va in onda “35 anni endrio” programma, curato da Ugo Slomp, che ripropone i fatti accaduti a Trento e provincia della stessa settimana di 35 anni prima. Il venerdì si chiude con “Enrosadira: i colori delle dolomiti” programma, curato da Giorgio Balducci, che si occupa di cultura, sport, sci ed ambiente alpino. Infine lo spazio domenicale con inizio ad ore 14.00, è occupato dalla replica di “Attenti a noi due”, di Lucio Gardin e Loredana Cont.

UN CALENDARIO RICCODI APPUNTAMENTI

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IL CORTOMETRAGGIOFORMATO GIOVANECINEMAZERO, LA SESTA EDIZIONE CON OLTRE 170 PELLICOLE IN LIZZA

“OKKIO ALLA SALUTE”

In Trentino la situazione nutrizionale in età pediatrica è una delle migliori in Italia, tuttavia un bambino ogni cin-

que presenta un eccesso di peso. Inoltre vi sono alcune criticità, per esempio, per quanto riguarda la percezione dei genitori, il 41% dei bambini in sovrappeso e il 6% dei bambini obesi hanno la madre che ritiene che il loro peso sia normale. E ancora: 3 bambini su 10 non fanno una colazione adeguata, 2 bambini su 10 guardano la tv e/o usano i videogiochi per 2 ore o più al giorno. Sono questi alcuni dei risultati di “Okkio alla salute”, siste-ma di monitoraggio delle abitudini alimentari e dell’attività fisica nei bambini delle scuole primarie, rivolto a stimare il fenomeno dell’eccesso ponderale e i comportamenti associati. Quella effettuata nel 2012 è la terza raccolta dati nazionale, effettuata con questionari rivolti a un campione casuale di bambini delle classi terze elementari (8-9 anni), ai loro genitori ed insegnanti e ai dirigenti scolastici e attraverso la misura diretta di peso e altezza dei bambini. In provincia di Trento hanno partecipato 46 scuole, 783 bambini e 799 genitori.

LA SITUAZIONE NUTRIZIONALE IN ETÀ PEDIATRICA IN TRENTINO ÈUNA DELLE MIGLIORI IN ITALIA

Per il sesto anno, l’Associazione trentina «Il Funambolo» ha organizzato il Festival CinemaZERO con lo scopo di dare a giovani cinefili l’opportunità

di cimentarsi nella realizzazione di un cortometraggio generalmente no-budget. Come per le passate edizioni, le opere inviate sono state molte, oltre 170. I film selezionati e visti dal pubblico – che ha anche scelto un vincitore – sono stati nove, proiettati nelle seconda serata al cinema Modena e, a conclusione del festival,

durante la terza serata, negli spazi offerti dalla Galleria Civica. Ospiti della prima serata, il 4 dicembre, Cosimo Terlizzi e Alessio Di Zio, il primo con un lungometraggio già in concorso al Torino Film Festival, girato come un diario personale, con telefono e telecamere digitali compatte (è “L’uomo doppio”, definito da chi l’ha visto un film straordinario); il secondo con “Fanteria Cavalleggeri”, un delicato docu-corto che racconta i circoli per anziani in una città di provincia. Di Zio è tornato al Festival CinemaZERO come

ospite d’onore, avendo vinto l’edizione del 2012. Terlizzi è stato invitato a presiedere la giuria. Ancora film in visione con votazione dei preferiti da parte del pubblico il 5 dicembre e, infine, il 6, serata conclusiva durante la quale, prima di proclamare i vincitori e di procedere alle premiazioni, il direttore artistico del Festival Guido Laino ha presentato il film fuori concorso “More Than Two Hours” del regista iraniano Ali Asgari, già presente con un altro lavoro e premiato dal pubblico nell’edizione 2012. Il cortometraggio, realizzato con costi assai modesti, è stato proiettato anche al Festival di Cannes nel maggio 2013. Il pubblico, numeroso e molto attento, ha seguito con straordinaria partecipazione le vicende dei due giovani protagonisti, applaudendo alla fine della proiezione in un silenzio assordante e scaricando insieme emozioni e tensioni accumulate. Poi, proiezione del corto premiato dal pubblico “De rerum”, di Castellini e Zampini, con Giulio Brogi

ed il giovanissimo Daniele e di quello premiato dalla giuria “Avant la nuit”, di Chiara Caterina, prezioso frammento sul crepuscolo e sulla vita “altra” degli ospiti di un carcere. Infine, un film che ci ha riportato al 21 dicembre 2012, quando si temeva la fine del mondo: Tiziana Poli ha raccontato, con tocco leggero e profondo, il Messico di quei giorni, affollato di turisti “spirituali” e curiosi, e vissuto, con patos e ironia, dai locali impegnati in processioni per celebrare la Morenita e in lunghe partite al biliardo. Bella idea, questa del Festival CinemaZERO che ha stampato sugli inviti la significativa frase di John Cassavetes:”To make a film you must be afraid of nothing and no one”. Non aver paura di niente e di nessuno è ciò che oggi chiedono tutte le espressioni artistiche e culturali che vogliano posizionarsi al di fuori delle logiche di mercato.

Perché se è vero che produrre oggi un film non è impossibile o particolarmente difficile grazie alle tecnologie digitali, il problema è poi farlo vedere, trovare una distribuzione ampia e organizzata... Spesso bisogna invece affidarsi al passaparola. CinemaZero vuole essere uno spazio aperto e libero, vuole (e ci riesce benissimo) coinvolgere un pubblico vero e farlo entrare in sale vere, per incontrare autori di cui non si parla. Come conclude Laino, “Questo spazio aperto è l’essenza del Festival CinemaZero, uno spazio che continua a non aver paura di essere ignorato!”. E noi attendiamo già l’edizione numero 7.

Luciana GrilloTiziana Poli e Chiara Caterina

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ANNA GADDO.55 ANNI DI ALTA MODA

A ben guardare, il titolo racconta la storia: “Anna Gaddo. 55 anni di alta moda”. Il sottotitolo fornisce la chiave

di lettura: “Una vita di stile, uno stile di vita”. 310 pagine, centinaia di fotografie in bianco e nero e a colori, un ma-teriale iconografico e documentario – a partire dai ritagli di giornale – di prim’ordine, una veste grafica elegante (poteva

essere altrimenti vista la pro-tagonista) rendono importan-te l’appuntamento con il libro che Luisa Gretter Adamoli ha dedicato alla “firma” stori-ca della moda trentina. Nel volume (Curcu & Genovese editore) trovano spazio die-ci ricchi capitoli: l’atelier, gli inizi, la svolta, spettacolo e turismo, le nuove collezioni, l’alta moda, gli anni Ottanta, un giardino per la moda, ver-

so il nuovo millennio, cinquantacinque anni d’alta moda. Una frase di Anna Gaddo, in controcopertina: “Questo libro, che racconta la mia lunga avventura nel mondo della moda, è dedicato ai giovani, affinché non abbiano mai paura di intraprendere il cammino, anche se difficile, verso cui si sentono portati”. 55 anni fa Anna Gaddo non ha avuto certo paura nell’ intraprendere il cammino nel mondo della moda. Queste pagine ne sono fedele testimonianza.

È USCITO IL LIBROCHE RACCONTA LA STORIADELLA GRANDE STILISTA TRENTINA

“La violenza non è un destino” è un’esortazione rivol-ta alle donne vittime di violenza affinché si ribellino e

scelgano per loro un futuro diverso, ma è anche il nome del primo fondo privato creato in Trentino, e uno dei primi a livello nazionale, per sostenere quante stanno cercando di uscire da situazioni di violenza. Un progetto innovativo, gestito dalla cooperativa sociale Punto d’approdo e dalla Fonda-zione Famiglia Materna, che oggi vede il sostegno anche della Federazione Trentina della Cooperazione, dell’associazione Donne in cooperazione e delle Casse Rurali trentine. “L’idea di un fondo privato è una strada nuova – afferma il presidente della Cooperazione trentina Diego Schelfi – perché il welfare pubblico non arriva dappertutto. È bello che le persone si impegnino direttamente. La donazione sarà più facile utiliz-zando anche gli oltre mille sportelli bancomat delle Casse Rurali”. “L’elemento più innovativo di questo progetto – spiega Paola Giudici, promotrice del Fondo – consiste nel dare aiuto diretto alle donne nel momento di maggiore emergenza o per intraprendere azioni utili a iniziare un nuovo progetto di vita autonoma”. Come emerge dai dati dell’Osservatorio provin-ciale sulla violenza di genere, infatti, alla violenza psicologica e fisica spesso si accompagna quella economica, che crea con la vittima un legame di dipendenza difficile da superare. Altra importante novità del progetto, la possibilità di aderire alla campagna effettuando una donazione attraverso lo sportello bancomat. In tutti gli sportelli ATM delle Casse Rurali sarà possibile quindi, utilizzando il proprio bancomat o una prepagata abilitata al circuito pagobancomat, aderire al fondo scegliendo l’opzione “Donazioni” e, successivamente, “Fondo donne vittime di violenza”.Le risorse raccolte saranno utilizzate per finanziare aspetti con-

LA COOPERAZIONE TRENTINA PROMUOVEIL PRIMO FONDO PRIVATO ANTIVIOLENZASI CHIAMA “LA VIOLENZA NON È UN DESTINO” ED È IL PRIMO PROGETTO IN TRENTINO PER SOSTENERE LE DONNE E I LORO FIGLI

creti e necessari a sostenere la donna e i suoi figli al momento di lasciare la struttura di prima accoglienza. Spese che potranno andare dalla caparra per l’affitto di un alloggio agli spostamenti, dalle spese per la formazione o l’inserimento lavorativo agli acquisti di prima necessità per loro e per i loro i figli. “Tutte le associazioni e le strutture che si occupano di donne vittime di violenza in provincia di Trento potranno aderire all’iniziativa – ag-giunge Anna Michelini, direttrice Fondazione Famiglia Materna – e segnalare situazioni di bisogno che possano beneficiare del Fondo. Non riusciremo a superare la violenza se non diventa un impegno di tutti”. La violenza sulle donne è un problema che colpisce anche il Trentino, come emerge dai dati 2012 diffusi dall’Osservatorio provinciale sulla violenza di genere che hanno registrato lo scorso anno 574 denunce, in aumento del 13% rispetto al 2011. Il reato più diffuso è quello di minacce, ma ci sono stati anche sei casi di riduzione in schiavitù, tre sequestri di persona e due omicidi. A sostenere il progetto anche l’associazione Donne in cooperazione: la coordinatrice Simonetta Fedrizzi sottolinea l’aspetto culturale dell’iniziativa, perché è importantissimo parlarne. “Dalla violenza si esce solamente se si è tutti insieme”. La campagna di sensibiliz-zazione proseguirà fino all’8 marzo 2014. È possibile aderire con una donazione sul c/c presso Cassa Rurale di Rovereto IBAN: IT84 MO82 1020 8010 0200 0037 303.

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Dalle medie all’Università, sono 75 i giovani che hanno ricevuto il riconoscimento che la Cassa Rurale Valsugana e Tesino ha assegnato loro

per premiare il loro impegno nello studio e sostenerli lungo il cammino di formazione affrontato.Diciannove sono i diplomati alle scuole medie, cinque alle superiori, dodici hanno appena conseguito una laurea triennale e quattordici sono i laureati con laurea quinquennale. Tra questi ultimi ci sono ingegneri, architetti, biologi e infermieri. A questi si aggiungono venticinque giovani, a cui sono state assegnate le borse per viaggi di studio, che hanno vissuto un’esperienza all’estero per migliorare le proprie competenze linguistiche. “Sono tutti ragazzi che hanno lavorato sodo durante l’ultimo anno scolastico per apprendere nozioni e competenze utili per il loro futuro – commenta il presidente Paolo Zanetti – dai più piccoli, che nonostante la giovane età stanno già dimostrando di avere la serietà e la capacità organizzativa necessaria per raggiungere buoni risultati, ai più grandi, che si danno da fare anche per individuare uno sbocco professionale, tutti rappresentano una risorsa importante per il nostro

LA CASSA RURALE VALSUGANA E TESINO PREMIA 75 STUDENTIVENTIQUATTRO DIPLOMATI, VENTICINQUE STUDENTI CHE HANNO APPROFONDITO LE PROPRIE COMPETENZE LINGUISTICHE E VENTISEI LAUREATI: TUTTI GIOVANI CHE SONO STATI PREMIATI PER L’IMPEGNO DIMOSTRATO NELLO STUDIO

IL BOSCO, L’UOMOE LA BIODIVERSITÀ

La Provincia autonoma di Trento, aderendo alla Gior-nata internazionale delle Foreste delle Nazioni Unite,

tramite l’Agenzia Provinciale per le Foreste Demaniali e in collaborazione con Parco Paneveggio-Pale di San Martino, Arte Sella, Museo delle Scienze, Bosco dei Poeti, Scuola per il Territorio e il Paesaggio di TSM e PEFC Italia, ha selezionato 10 giovani fotografi (dai 15 ai 24 anni) che

hanno partecipato ad uno stage di 6 giorni nella foresta di Paneveggio. Una selezione di 28 fotografie sono esposte nella sede di Piazza Dante, sala verso via Dogana, fino al 7 gennaio 2014 negli orari di apertura degli uffici. Le fotografie saranno poi esposte a Tione e in seguito nelle altre località sede degli uffici forestali. Con la mostra è stato aperto un blog (http://concorsobosco.wordpress.com/), dove sono visibili le foto esposte, sono pubblicati i commenti dei ragazzi e degli accompagnatori, è possibile intervenire con impressioni, percezioni.

territorio”. Le ricadute positive di quest’iniziativa si vedranno nei prossimi anni, anche se già alcuni hanno iniziato a concentrarsi su tematiche utili per la crescita del territorio, realizzando tesi di laurea su ricerche e progetti realizzati a livello locale. La cerimonia di consegna delle borse di studio è la prima che coinvolge in maniera unitaria le comunità che vivono sui territori di competenza dei tre istituti di credito cooperativo (Casse Rurali Centro Valsugana, Bassa Valsugana e Castel Tesino) che nel 2012 hanno dato vita alla Cassa Rurale Valsugana e Tesino. “È una soddisfazione per noi – aggiunge il direttore Paolo Gonzo – poter garantire ai nostri 5.300 soci e, più in generale a tutta la comunità per la quale operano i nostri 21 sportelli dislocati in 19 Comuni nelle province di Trento, Belluno e Vicenza, un sostegno che va oltre quello che è la pura attività bancaria, contribuendo così allo sviluppo anche sociale di tutto il nostro territorio”. Nel corso della serata sono intervenuti inoltre Roberto Zanetti e Matteo Tisi, due giovani soci della Cassa Rurale. Entrambi hanno portato la loro esperienza di ex studenti che hanno saputo far fruttare le proprie competenze dando vita a due imprese di successo.

GIOVANI FOTOGRAFI IN MOSTRA

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Un tocco ladino non poteva mancare nella XXVI Winter Universiade Trentino 2013. Il disegno delle medaglie che andranno al collo dei migliori atleti

della rassegna, che si è aperta ufficialmente con tanto di Cerimonia d’apertura in piazza Duomo a Trento l’11 dicembre, sono state realizzate presso l’Istituto Ladino d’Arte (Scola d’Ert) Soraperra di Pozza di Fassa.In particolare, tra tutti i progetti artistici realizzati dagli studenti del liceo, la FISU ha scelto quello di Samantha Salvador. A celebrare questo significativo momento oltre a Maurizio Rossini, responsabile marketing dell’Universiade Trentino 2013, anche la Sorastant (direttore didattico dell’Istituto di Fassa) Mirella Florian e il presidente dell’Azienda per il Turismo di Fassa Enzo Iori.L’incontro in Val di Fassa è servito soprattutto per mostrare in anteprima le medaglie, realizzate da Gianfranco Obrelli, orafo che ha avuto il compito di dare vita materialmente al progetto della studentessa, realizzando complessivamente 200 medaglie per ogni metallo da consegnare ai primi tre nei 78 eventi previsti. La medaglia, che presenta un diametro di 6 centimetri e uno spessore di 5 millimetri, include nella realizzazione alcuni elementi emblematici del territorio trentino, ovvero le Dolomiti, il legno, le montagne, i minerali e i cristalli, componenti essenziali che in fase di approccio aveva individuato il professore Tiziano Deflorian.In seguito, è stato presentato un porta medaglia in legno, realizzato da Diego Fanton, altro studente dell’Istituto, scelto fra tante idee di studenti della scuola fassana in un progetto coordinato dal professor Flavio Tessadri, mentre la realizzazione della mascotte è stata curata dalla professoressa Lara Steffe.

UNIVERSIADETRENTINO 2013LE MEDAGLIE REALIZZATE DALLA SCUOLA D’ARTE DI FASSA

È stata l’occasione per evidenziare anche l’altro impegno della Scuola Ladina di Fassa dopo l’esperienza già effettuata ai Mondiali Studenteschi di Folgaria e ai Mondiali di sci nordico della Valle di Fiemme, ovvero la partecipazione diretta con il Comitato Organizzatore in alcuni settori chiave, grazie al supporto di uno student staff coordinato dalla professoressa Ilaria Sartor. Nel dettaglio, 29 ragazzi, dei quali 21 impiegati negli info point e 8 nel servizio di accoglienza negli hotel della valle, dove verranno ospitate le competizioni di hockey (Canazei) e sci alpino (Passo San Pellegrino e Pozza di Fassa).Questo significativo momento ha messo in evidenza quale sia la filosofia principale della Winter Universiade Trentino 2013, ovvero quella di coinvolgere i giovani e il territorio.

BENVENUTIIN BIBLIOTECA

Il convegno “Benvenuti in biblioteca! - Le biblio-teche trentine, risorsa per la comunità” che si è

svolto in dicembre organizzato dall’Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino e dal Consorzio dei Comuni trentini ha chiamato a riflettere insieme - bibliotecari, ammini-stratori e testimoni delle eccellenze culturali della pro-vincia - sul ruolo delle biblioteche trentine e confrontarsi sulle possibili alleanze e sulle strategie per mantenere e migliorare i servizi offerti. Il tutto a partire da un dato di fatto incontrovertibile, testimone di come le biblioteche siano percepite come “luoghi della comunità”, presidi della cultura e della conoscenza: in Trentino infatti quasi un terzo della popolazione (il 27%) frequenta le bibliote-che (la media italiana è inferiore al 12%) e sono ben 115 (su 217) i Comuni serviti dalle biblioteche. E sono 176 le biblioteche presenti sul territorio (85 di pubblica lettura, 40 punti di lettura, 51 specialistiche e di conservazione); 141.070 gli iscritti; di 4.736.799 unità il patrimonio docu-mentario nel catalogo bibliografico trentino.

IL CONVEGNO SUL RUOLO DELLE BIBLIOTECHE TRENTINE

Da sinistra Gianfranco Obrelli, Samantha Salvador, Mirella Florian, Diego Fanton

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IN OGNI NUMERO trentinomeseVI PROPONE UN RISTORANTE PROVATO PER VOI

Il ristorante presentato in questa rubrica è una libera scelta reda-zionale. Il nostro giudizio anche se critico, è espresso in “cuori” perchè, comunque, il difficile lavoro del ristoratore merita rispetto.

Segnalazioni e commenti: [email protected]

Il ristorante

Terza tappa, per seguire un percorso che ci condurrà sempre più in alto sulle vette della creatività, il Dolomieu. Lo chef Enri-co Croatti ha 31 anni, è di Rimini, e forse è colpa del mare che fa guardare lontano se ha l’animo che lo ha sempre portato ad amare i viaggi (nel piatto e nella vita): a Los Angeles da Gino Angelini, a Lione da Paul Boucuse e dal suo allievo Davy Tissot; a san Sebastian da Pedro Subiana del ristorante Akellare. Il suo animo di tempeste e ritorni nel 2014 lo porterà ancora più lon-tano, verso est, per scoprire i segreti di una cultura sempre più amata. Genio e caparbietà, unite a una buona dose di sensualità, umiltà e tradizione fanno uscire dalle sue mani piatti generosi di gusto e di emozioni, come il diversamente gulasch, esteticamen-te minimal, ricchissimo di sapori e significati. Ma la fantasia di Enrico corre veloce e arriva a farti mangiare un vaso di fiori. La terra di fegatini, il concime di cioccolato, un fiore edulo come una freccia di cupido pronto a farti innamorare e a regalarti la voglia di abbandonarti tra le braccia di qualsiasi brivido culinario, che il generoso Enrico voglia proporti. Preparatevi a un bungee jumping di tradizione e intelligente innovazione, fatta con edu-cazione e rispetto, ma mossa dallo sciabordare della passione.

GALLO CEDRONE

STUBE HERMITAGE

DOLOMIEU

MADONNA DI CAMPIGLIO. LE TRE STELLE DEL BRENTA

Madonna di Campiglio è, con l’uscita della guida Michelin 2014, la località alpina più stellata d’Italia. Sono tre infatti i ristoranti che oggi hanno agguantato l’ambita Stella: l’ultimo in ordine di tempo ad essere stato insignito è il Dolomieu del DV Cha-let, guidato dal trentunenne romagnolo Enrico Croatti. L’anno scorso era stata la volta di Vinicio Tenni del Gallo Cedrone, taverna dell’hotel Bertelli, il decano del gruppo, visto che sta per spegnere sessanta candeline, venti delle quali trascorse nell’albergo dove oggi può fregiarsi del riconoscimento della Rossa più desiderata del mondo. A portare per la prima volta la Stella a Madonna di Campiglio è stato però la Stube Her-mitage, del Bio hotel Hermitage: era il 2009 e ai fornelli c’era l’impetuoso Paolo Cappuccio, napoletano nel cuore e nel piatto, mentre oggi c’è Nicola Laera, temperamento nordico e prag-matico, per nove anni nella squadra di Norbert Niederkofler al St. Hubertus di San Cassiano.Le esperienze da fare in questo paradiso ad alta quota per gourmet disposti a scalare i graniti dolomitici pur di scoprire nuove ferrate gourmand, devono iniziare al Gallo Cedrone: la cucina di Tenni è solida e saggia, rassicurante; l’ambiente è strepitoso come la carta dei vini con 800 etichette e, da questa stagione invernale, con la collezione completa di Dom Perignon, visto che il locale è diventato il 13mo depositario italiano della famosa Maison francese. Nella sigar room, poi, potrete accedere all’incredibile collezione di sigari e distillati del patron Marco Masè.Seconda tappa, la Stube Hermitage, dove il 31enne Laera sfoggia virtuosismi preziosi, tra zuppe di champagne, risotti alle erbe di montagna impreziosite con astice bretone e uno straordinario gelato al wasabi creato dal pasticcere Fabrizio Apruzzese.

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trentinomese

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trentinolibreriatrentinolibreria

IL LIBRO DEL MESE

DA MATTARELLO AL MOMA:IL CAMMINO DELL’ARTISTA/ARTIGIANO

Organizzato dalla “Pro Cultura” di Trento che (fon-data da Cesare Battisti nell’anno 1900 si avvia al a suo 114° anno di vita), presso la sala del Centro

“Rosmini” di Trento si è svolta la serata culturale dal titolo “Omaggio a Mastro 7”. Dietro questo nome d’arte si cela Settimo Tamanini, ovvero il più famoso artigiano/ar-tista trentino, un nome di notorietà nazionale. Renzo Francescotti, scrittore e critico d’arte, nonché amico di antica data di “Mastro 7” – davanti a un folto pubblico e servendosi di proiezioni – ha tracciato il profilo di questo artigiano/artista che ha iniziato la sua attività a 27 anni, nel 1970, a Mattarello. Francescotti ha spiegato come la casa dei Tamanini – in seguito ristrutturata, ingrandita e divenuta sede dei laboratori di “Mastro 7” – è aperta sulla campagna, sulla natura da cui l’artista ha tratto sempre la sua ispirazione, fin dalla creazione delle sue rose d’argen-to, famose e spesso imitate. Dal 2000, lasciando campo libero nella produzione dei gioielli e oggetti d’ornamento ai figli Gianfranco, gemmologo, e Luca, Settimo s’è dedi-cato alle grandi sculture di rame soffiato (come le chiama), ovvero lavorato con la fiamma: splendida la produzione delle “Piante delle Grandi Madri” (olivo, melo, melogra-no, mandorlo, vite, fico…), con sculture alte anche oltre sei metri, esposte in Italia e all’estero, tra l’altro anche al Moma di New York. Renzo Carrozzini, famoso psicologo nonché vicepresidente della “Pro Cultura”, ha intervista-to in pubblico Settimo Tamanini, che ha rivelato come la sua ricerca culturale sia iniziata durante il servizio militare, quando si comprò la Bibbia e cominciò a meditare su tutti i riferimenti culturali, religiosi, storici di un testo che ha ispirato tanta parte della sua produzione.

LE FORMICHE DI VETTORIAPPRODANO AL CATALOGO“DEFINITIVO”. STORIA, EVOLUZIONECURIOSITÀ E SORPRESE A CURADI MAURIZIO SCUDIERO

C’è qualcuno, da qualche parte, che non conosce le formiche di Fabio Vettori? Beh, se mai dovesse esistere – e badate bene, la prova potrebbe essere

estesa all’Italia intera, ne siamo pressoché certi – fatecelo conoscere. Dev’essere un tipo che in questi ultimi quaranta anni – è dal 1971 che le formiche vettoriane sono in cammino, imperterrite, pazienti, tenaci, onnipresenti, simpatiche - si è dedicato ad una esistenza assai appartata. Bene, la riprova che il cammino delle formiche si è trasformato in una marcia trionfale è qui, davanti ai nostri occhi ammirati, alla nostra curiosità finalmente soddisfatta. Un libro. E il fatto che a firmare il volume “definitivo” sulle creature di Vettori sia uno studioso e un critico d’arte del calibro di Maurizio Scudiero - sì, l’esperto massimo di futurismo, l’attento frequentatore di tutto quel che riguarda disegno, grafica, fumetto, illustrazione, in un eclettico approccio che unisce i classici e il pop, il raffinato e il trash - dice più di ogni altra cosa. Le formiche di Fabio Vettori – classe 1957, migliaia di tavole disegnate, successi e riconoscimenti in serie – sono diventate un classico. E ci voleva appunto un libro di grande

L’OMAGGIO A “MASTRO 7”

Da sinistra: Renzo Carrozzini,Settimo Tamanini “Mastro 7” e Renzo Francescotti

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trentinolibreria

D. Andreatta, F. Gardumi, W. NicolettiVittorio Cristelli,giornalista del concilioIl Margine

Tre giornalisti che hanno lavorato con lui raccontano il privato e il pubblico di uno dei più coraggiosi testimoni e divulgatori delle novità del Concilio Vaticano II. Dalla tribuna

del settimanale «Vita Trentina», di cui è stato direttore dal 1968 fino al clamoroso “licenziamento” nel 1989, Civi – come firmava i suoi fulminanti articoli di fondo – ha rappresentato per più di vent’anni una Chiesa che sta dalla parte dei poveri e che non

ha paura delle polemiche. La sua scrittura lucida e affilata lo ha reso protagonista di memorabili battaglie di opinione e ha fatto della sua direzione di «Vita Trentina» un argine autorevole contro tante logiche di potere che tendono a farsi strada dentro e fuori la Chiesa. Per la prima volta viene raccontata la vita privata di questo vivacissimo prete pubblico, dall’infanzia montanara fino all’ultimo impegno di editorialista «corsaro», sempre controcorrente.

Wolftraud de ConciniBoemia andata e ritornocontributi di Paolo Rumiz, Milan Novák e Ondrej MatejkaPublistampa edizioni

La Seconda guerra mondiale termina l’8 maggio 1945. Nei mesi che seguono, gli appartenenti alla minoranza di lingua tedesca vengono espulsi dalla Boemia, la loro patria: questi i fatti storici che fanno da sfondo al libro “Boemia andata e ritorno”. In storie piccole e personali, raccontate dall’autrice con leggerezza di stile, senza retorica e senza risentimento, riecheggia la «grande» storia. Per una migliore conoscenza e comprensione tra i popoli e per gettare un ponte di pace.

trentinolibreria

Anna MongibelloGeografie alterNative: scrittrici indigene contemporanee del Canada anglofonoGruppo Editoriale Tangram

Geografie alterNative analizza i testi di alcune scrittrici indigene contemporanee del Canada anglofono. Partendo da una prospettiva che attraversa trasversalmente

gli studi postcoloniali e i Native Studies, il volume esplora il discorso sulla ‘postindianità’ nella scrittura creativa di Maria Campbell (métis), Beth Brant (mohawk), Jeannette Armstrong (okanagan), Lee Maracle (métis e stó:lo) e Louise

Halfe (cree). Le narrazioni prese in esame interrogano il concetto di ‘indianità’ come categoria concettuale strumentalizzata dalle istituzioni canadesi. Attraverso ibridazioni e appropriazioni linguistiche, le scrittrici si autorappresentano al di fuori degli stereotipi del passato, in bilico tra le storie raccontate dagli occidentali e le proprie memorie culturali, cartografando il corpo, la terra e l’identità.

formato, 150 pagine, elegante veste grafica, a raccontare e mostrare cosa è stata (ed è, che l’avventura è tutt’altro che conclusa) questa autentica saga in bianco e nero per molti anni, poi a colori, a partire dal 1985. Maurizio Scudiero la racconta nella prefazione (“Da un’idea ad una realtà”) e poi, con l’approccio del critico: “Dalla prima idea sino alla piena maturità stilistica. La formica trova la sua identità”. Ed un ulteriore contributo lo fornisce Stefano Gorla, direttore dell’area ragazzi dei periodici San Paolo, che scandaglia con affetto ed ammirazione “le allegre formiche di Fabio Vettori”. Il volume – ammaliante viaggio attraverso l’universo vettoriano – ci mostra quella che è stata l’evoluzione del segno. Poi, in sette capitoli, l’analisi dei cicli e delle tematiche che hanno fatto conoscere le formiche di Vettori in ogni dove: persino cartone animato in una serie della Rai. È nei cicli e nelle tematiche – fantasie e allegorie, il Trentino, le Dolomiti e le Alpi, città d’Italia, d’Europa e..., lo sport, musica e spettacolo, storia e storie – che si coglie con precisione come l’universo creato da Fabio Vettori sia soprattutto un formidabile contenitore di vicende, di particolari, di rimandi, di citazioni. A partire dal primo, “storico” disegno a china del 1971 quando il corpo della formica è ancora tozzo per approdare alle tavole complesse di oggi, autentiche enciclopedie illustrate sui più disparati argomenti. “Sarà molto difficile trovare un limite alla fervida fantasia di Fabio Vettori”, scrive Scudiero, che indica nelle formiche anche la capacità di mettere in luce i vari aspetti della nostra società contemporanea

Le formiche di Fabio VettoriA cura di Maurizio Scudiero

Curcu & Genovese (Euro 19,00)

che, nel frenetico operare delle formichine, risultano quasi più leggibili che nella realtà. Così il volume che presenta le tante tavole di Fabio Vettori come opere d’arte – e dunque anno di realizzazione, titolo, tecnica usata, materiale impiegato, misure – diventa un “must” per chi già conosce e apprezza il suo lavoro. Per tutti gli altri, invece, l’occasione imperdibile di confrontarsi con un segno ed una lettura della realtà – dalle cime innevate alle strade delle città, dalle rivisitazioni storiche ai mestieri – che non smette di sorprendere. Infine, l’occasione per smentire definitivamente chi osasse pensare che quelle di Vettori sono formiche tutte uguali. Sbagliato: sono come le storie e il mondo che abitano e raccontano. Sempre diverso, sempre in movimento. Guardare per credere. (c.m.)

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trentinoscoop&news

È del 1957 questa campagna pubblicitaria. A distan-za di... 57 anni appare più che mai avvolta da una fascinosa modernità. E la millenaria intangibilità del-

le Dolomiti – al tempo non ancora Patrimonio mondiale dell’Unesco – conferma la forza di un messaggio, turistico ed ambientale, che ha certamente mutato forma (oggi i pullman sono moderni e dotati di ogni comodità, anche se le rotondità delle mitiche corriere del tempo ci conquistano ancora) ma non sostanza. È il turismo, ieri come oggi, al centro del messaggio. La pagina dedicata ai servizi turistici dell’allora Atesina – oggi Trentino trasporti – compare sul numero 5 del 1957 di “Economia Trentina”, la rivista della Camera di commercio, industria, agricoltura di Trento. Curioso notare che le località evidenziate dalle cartoline a fisarmonica, che le mani guantate tengono in bella mostra, in primo piano, vanno da Trento a Milano, passando per Riva del Garda, Molveno al lago, Mad. di Campiglio e Ca-nazei. Già. Allora erano i turisti della ricca Milano quelli da conquistare, oggi si deve guardare alla Russia e alla Cina. Mutevolezza dei tempi oppure globalizzazione, fate voi.

35 MILA A CASTELFIRMIANOIn quel 1957 c’è una giornata che verrà ricordata a lungo: quella del 17 novembre. Quando, a Castelfirmiano, alle porte di Bolzano, la Volkspartei organizza una imponente manifestazione (almeno trentacinquemila i partecipanti). Tra la folla spuntano i cartelli che chiamano al Los von Trient (via da Trento) e durante il comizio il nuovo leader della Svp, Silvius Magnago, chiede con forza l’autonomia separata per il Sud Tirolo. Le ripercussioni all’adunata saranno immediate e quel giorno influenzerà per anni la situazione politica in Alto Adige e nel vicino Trentino.

di Carlo Martinelli

LE DOLOMITI IN CORRIERA

Millenovecentocinquantasette

1957trentinocorreval’anno

TRENTO QUASI RICCAIn questi anni ci siamo abituati - fin troppo, forse - alle tante classifiche sulla qualità della vita che immancabilmente vedono Trento e il Trentino ai primi posti, quando non al vertice, in Italia. Ebbene, il 7 marzo del 1957 un’indagine Istat colloca Bolzano fra le città più ricche d’Italia, mentre la vicina Trento risulta classificata come città “quasi ricca”. Negli anni, ammesso e non concesso che la ricchezza sia il termine di paragone migliore (dovrebbero esserci anche l’allegria e la felicità, o no?) sono stati fatti passi in avanti...

CANTINE & ALLEVATORI Anno da segnare in calendario, quel 1957, per il mondo del-la cooperazione. Nasce infatti la Càvit, la Cantina viticoltori di lavorazione, imbottigliamento e commercializzazione dei vini. Le Cantine sociali del Trentino che ne fanno parte sono quelle di Aldeno, Avio, Cembra, Lavis, Mezzolombardo, Mori, Nomi, Riva del Garda, Roverè della Luna, Rovereto, Toblino e Trento. E sempre in quel 1957 assai cooperativo, nasce la Federazione provinciale allevatori bovini di razza Bruno alpina che poi diventerà la Federazione trentina alle-vatori, centro di selezione e miglioramento del patrimonio bovino, con circa 1.700 soci.

ANNA E GIORGIO, STELLE A TEATRO È marzo quando Trento riserva una grande accoglienza ad Anna Proclemer, la grande attrice che dalla città natale era partita per una carriera artistica che le avrebbe dato fama internazionale. Viene ricevuta dal vescovo, dal sindaco e dal presidente della Provincia. Rende omaggio al monumento di Alcide Degasperi. L’apogeo al Teatro Sociale quando recita, davanti ad un pubblico attento ed entusiasta, in “Un cappello pieno di pioggia”. Al suo fianco un altro mo-stro sacro del teatro italiano, Giorgio Albertazzi. Applausi calorosi e ripetute chiamate finali, quando cala il sipario.

IL VOLO DI GIANNI CAPRONIIl 29 ottobre muore, a Roma, il pioniere dell’industria ae-ronautica italiana, l’ingegnere Gianni Caproni. Era nato a Massone di Arco il 3 luglio 1886. Mezzo secolo dopo il suo nome sarebbe stato più che mai presente nelle cronache. Un museo, a Trento, porta il suo nome e la sua fama è tale che il maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki gli rende omaggio trasformandolo nel protagonista del suo nuovo film, “S’alza il vento”.

IL MONDO E DINTORNIIl 1957 sarà ricordato, in Italia, per la firma del trattato che istituisce la Cee e l’Euratom, primo passo dei sei paesi fondatori – Francia, Germania federale, Italia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo – per la nascita dell’Unione Euro-pea nonché per la fine della collaborazione tra il partito socialista e quello comunista. Nel mondo tiene banco la conquista dello spazio. Il 4 ottobre lo Sputnik I è il primo satellite in orbita. Il 3 novembre la cagnetta Lajka è il primo essere vivente a viaggiare nello spazio a bordo dello Sputnik II.

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Anche i Macéta nel loro piccolo...

I MACÉTA

“I Macéta” sono i fratelli Luca e Siro Mantovani. Vivono fra Mantova e Tenno. Dal loro sito

www.imaceta.com lanciano quotidianamente le “Maceta News” sul mondo, alcune delle quali apparse nelle edizioni 2004, 2008 e 2010 de “Le Formiche e le Cicale” di Gino & Michele – i padri di “Zelig” – e sull’Enciclopedia Universale della

Battuta (ed. Corriere della Sera-Smemoranda). Loro testi sono usciti sull’Agenda Ridens, pub-blicata dall’omonima agenzia di spettacolo di buona parte dei comici di Zelig. Dopo aver pub-blicato diversi libri - l’ultimo è “Fratelli di Taglia” (Sagoma ed.) storia umoristica del Risorgimento italiano - attualmente “I Macéta” collaborano al programma “Buone Nuove”, su Radio Italia.

Grande successo della 26ª edizione delle Universiadi Invernali in Val di Fiemme. Dopo quelle del 2011 ad Er-zurum in Turchia, la federazione internazionale ha deciso

di optare per una sede con il nome meno imbarazzante. La torcia, “Genziana delle Alpi”, è stata accesa da Papa Francesco che, nonostante fosse a bordo della R4 appena regalatagli, ha detto: “Fiat Lux”.La cerimonia di inaugurazione in piazza Duomo è stata aperta dall’aria dell’Aida e immediatamente la temperatura è calata notevolmente. Qualcuno ha provato a scaldarsi sul braciere acceso dalla torcia, senza accorgersi che era illuminato a led. Di fronte alla sfilata degli atleti universitari, a molti è tornato alla mente quanto ha detto il presidente della provincia Ugo Rossi, nel discorso d’insediamento: «I giovani sono la leva del futuro, i più bravi anche del trapassato prossimo». Le dodici località del Trentino, sedi delle gare, hanno ospitato 3.600 atleti, rappresentanti i 61 Paesi coinvolti. 78 le medaglie d’oro assegnate. Prima dell’inizio di ogni prestazione i parteci-panti potevano usufruire del quarto d’ora accademico di riscal-damento. Fra le discipline in programma, al lago di Tesero si è disputato il biathlon dove, nel tiro e nella pista si sono distinti gli atleti colombiani, parecchi dei quali colpiti da sinusiti acute.A differenza dell’Olimpiade invernale non sono stati inseriti bob, slittino e skeleton, i quali, quando l’hanno saputo, son rimasti di ghiaccio. Nel salto speciale si è distinto il polacco Krzysztof

TORCIA UNIVERSITARIA IN… FIEMME!

detto “Codice Fiscale”, che ha sbalordito i presenti allo stadio di Predazzo. Polemiche per l’elevato costo del biglietto nelle gare di hokey; gli spettatori hanno innalzato cartelli di protesta con la scritta “Hokey, il prezzo non è giusto!”. Nelle gare di curling all’Ice Rink di Baselga, gli atleti-studenti sono stati sostituiti dai bidelli con tanto di scope. Invece, tutti i gareggianti finiti fuori tempo massimo nelle prove a cronometro sono stati messi fuori corso dall’università.Alcuni equivoci hanno funestato alcune discipline. L’ucraino Vassily Pluff, per esempio, ancora non si capacita del fatto che nel Cluster Val di Fiemme, oltre al trampolino per il salto non ci fosse la piscina. Stupore tra il pubblico quando si è appreso che la combinata nordica è l’abbinamento tra sci di fondo e salto, non un accordo sottobanco tra svedesi e norvegesi. Da segnalare nello sci alpino il successo di Elvira Sciolina, laureanda in ginecologia, nella zona erogena per antonomasia: il SuperG.Per tutta la durata della manifestazione le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo sono state custodite a Trento, in Via Verdi, presso la sede della facoltà di Economia.Di certo c’è che questa manifestazione trentina ad impatto zero, all’unisono è stata riconosciuta come la migliore mai realizzata. Un successo per la nostra terra condiviso da tutte le delegazioni partecipanti, le quali hanno conferito all’organizzazione delle Universiadi un bel 110 e lode!

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trentinoscoop&news

Il Mondo di Kako / Dizionario della crisi

FLORA GRAIFF

Cartoonist e giornalista pubblicista, vive fra Merano e Trento. Dopo aver studiato re-

stauro a Firenze e xilografia con Remo Wolf, crea Kako, impertinente bimbo protagonista di una strip seriale lanciata dalle riviste “Linus” e “Snoopy”e poi approdata nel web. Due iBooks di Kako da un anno stazionano nella top ten della

classifica dei comics che si possono scaricare gratis su iTunes. Artista eclettica, ha al suo attivo anche radiodrammi scritti per la Rai e pa-stelli eseguiti per plaquettes di poesie inedite di Alda Merini, Ezra Pound, Salvatore Quasi-modo e Marina Cvetaeva. Le sue ultime sfide professionali comprendono favole illustrate e biglietti d’auguri con protagonista Kako.

L COME “LAVORO”

Dopo “Italia” e “Repubblica”, la terza parola ad essere enunciata nei principi fondamentali della Carta Costi-tuzionale è “Lavoro”. Compare, appunto, nel primo

comma dell’Articolo 1: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro.” Il lavoro è qualcosa di più della fatica necessaria a procacciarsi il sostenta-

mento: è l’essenza stessa della dignità umana. La fame di lavoro è come la fame da cibo: impedisce di pensare ad altro, negando il gusto della vita e una visione del futuro: mettere su famiglia, acquistare una casa, viaggiare, divertirsi. Perciò, creare opportunità di lavoro, in particolare per i giovani, è una missione che i politici si devono dare come prioritaria.

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