rj magazine - 3°numero

40
R@DIO JAMBALAYA MAGAZINE NEW BAND! n.2 One Direction » ritornano di moda le boyband? Rubrica Viaggi: alla scoperta di T okyo Band History : - the Beatles - Benvenuti al Sud il film secondo noi Strappami Il Cuore Non mi uccidere Ti Porterò nel Sangue di Chiara Palazzolo Due matrimoni e un marito l'amore ai tempi della crisiH i t list Super sic !

Upload: rdiojambalaya-magazine

Post on 10-Mar-2016

229 views

Category:

Documents


3 download

DESCRIPTION

Non perdetevi il terzo fantastico numero dell'RJ Magazine!

TRANSCRIPT

Page 1: RJ Magazine - 3°Numero

R@DIO JAMBALAYA

MAGAZINE

NEW BAND! n.2 One Direction

» ritornano di moda le boyband?

Rubrica Viaggi:alla scoperta di Tokyo

Band History : - the Beatles -

Benvenuti al Sud ● il film secondo noi

Strappami Il CuoreNon mi uccidere

Ti Porterò nel Sangue di Chiara Palazzolo

Due matrimoni e un marito “l'amore ai tempi della crisi”

H i t list

Super sic !

Page 2: RJ Magazine - 3°Numero

RJ MAGAZINE- s o m m a r i o -

MUSICA Ecco la band emergente scelta da RJ:

● One Directionritornano di moda le boyband?..........................................................................................pag. 1

● Band History: The Beatles la leggenda degli intramontabili “the Fabfour”...................................................................................pag.3● H i t listla classifica settimanale dei singoli più venduti in Italia.................................................................pag. 20

SOCIETA'● Due matrimoni e un marito“l'amore ai tempi della crisi”....................................................................................pag.22

● Non mi uccidere - Strappami Il Cuore - Ti Porterò nel Sangue di Chiara Palazzolo...............................................................................................................................pag.23

Rubrica VIAGGIEcco dove vi portiamo questa settimana:

● Alla scoperta di Tokyocome viverla a 360°..............................................................................................................................pag.25

Page 3: RJ Magazine - 3°Numero

Il film della settimana● Benvenuti al Sud di Luca MinieroTrama, osservazioni tecniche e resoconto finale..............................................................................pag.27

SPORTIME● Supersic ! non ti dimenticheremo mai..................................................................................................................pag.29● Intervista ad Andrea Plataniail direttore di Tuttonazionali.com........................................................................................................pag.31● Tevez: vicino al psgla Juventus tratta Freddy Guarin e Martic Carceres.........................................................................pag.33

TESTIME ogni settimana● Sei tecnologia-dipendente?Scoprilo in 5 semplici domande!........................................................................................................pag.35

Page 4: RJ Magazine - 3°Numero

One Direction OcchioOcchio

allealle NovitàNovità!!

di di Eugenia GiraldiEugenia Giraldi

Arrivano direttamente dal talent show televisivo made in UK di X-Factor, per intenderci lo stesso da cui venne lanciata anche Leona Lewis. L'idea di riunirli in una boyband è stata di Nicole Scherzinger , leader delle Pussycat Dolls (ricordiamo il successo avuto dalla boyband dei Blue, non a caso anche loro inglesi). Torneranno di moda le boyband formate dai giovanissimi? Bé una cosa però è sicura, con una media di 18 anni a testa hanno già collezionato dei primati non da tutti! Conosciamoli meglio, e a voi il giudizio:

I One Direction sono una boy band di origini anglo-irlandesi formata da Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles e Louis Tomlinson. Sono conosciuti per aver partecipato e per essere arrivati terzi alla settima edizione di X- Factor (UK). Dopo il successo avuto grazie al talent show televisivo, firmano un contratto con la Syco Music e con la Sony Music. I cinque componenti provengono ognuno da una città diversa: Niall Horan da Westmeath, Zayn Malik da Bradford, Harry Styles da Holmes Chapel, Louis Tomlinson da e Doncaster e dal Wolverhampton. Dopo essersi classificati terzi nella settima serie di The X-Factor hanno firmato un contratto con la Syco Music fondata da Simon Cowell, uno dei giudici del programma televisivo. Inizialmente i cantanti della band si sono presentati alle audizioni del programma tutti e cinque come solisti, ma poco prima di iniziare il programma alla cantante statunitense Nicole Scherzinger venne in mente di riunire i ragazzi in una band. Il loro singolo di debutto, What Makes You Beautiful, è stato pubblicato l'11 settembre 2011, piazzandosi primo nell'UK Singles Charte risultando il singolo che ha venduto più copie in una sola settimana del 2011. Il loro primo album, Up All Night, è stato rilasciato il 21 novembre, raggiungendo la seconda posizione in classifica nell'UK Albums Chart.

RJ MAGAZINE PAG. 1

Page 5: RJ Magazine - 3°Numero

Niall James Horan è nato il 13 settembre 1993 a Mullingar (Irlanda). Era un allievo della Coláiste Mhuire una scuola secondaria cristiana. Niall ha fatto il provino per X-Factor con So Sick e ha ricevuto commenti contrastanti da parte dei giudici presenti alla sua audizione, con Louis Walsh a suo favore. Con tre voti

su quattro fu inviato al bootcamp. Al bootcamp, ha cantato Champagne Supernova, prima di essere respinto e messo nei One Direction. Niall ama suonare la chiatarra e ha imparato da solo a suonarla. Sa imitare molto bene qualsiasi accento inglese.

Zayn Jawaad Malik è nato il 12 gennaio 1993 a West Lane Baildon, Bradford. Era un allievo della Tong Hight School, una scuola statale. E' di origine pakistana. Zayn è diventato nervoso nei bootcamp, e quando gli fu detto che doveva ballare, decise di rimanere dietro le quinte, di fatto ha corso il rischio di essere eliminato. Quando Cowell notò che Zayn mancava sul palco a ballare, andò dietro le quinte e lo convinse a tornare. Non sa suonare strumenti, a parte il triangolo. Gli piace disegnare fumetti.

Liam James Payne è nato il 29 agosto 1993 a Wolverhampton Frequentava il City of Wolverhampton College. Nel 2008,a soli 14 anni, ha preso parte alle audizioni per X-Factor ed è riuscito ad entrare nella top 24, ma Simon gli ha consigliato di continuare a studiare e di finire gli studi prima di entrare nel mondo della musica. Nel 2010 le canzoni da lui cantate al provino e al bootcamp sono rispettivamente Cry Me A River di Michael Bublè e Stop Crying Your Heart Out degli Oasis. Sa suonare un po' sia la chitarra che il pianoforte.

Harry Edward Styles è nato il 1º febbraio 1994 a Holmes Chapel. Era un allievo alla Holmes Chapel Comprehensive School, una scuola statale. Harry era il cantante della band White Eskimo con i membri: Haydn Morris (chitarrista), Nick Clough (bassista) e il batterista Will Sweeney. Harry ha fatto il provino per X-Factor con Isn't She Lovely. Se fosse andato al college avrebbe scelto legge, sociologia e marketing.

Louis William Tomlinson è nato il 24 dicembre 1991 a Doncaster. Era uno studente presso la Hall Cross School, una scuola statale e prima era già allievo presso la Hayfield School. Louis ha fatto il provino per X-Factor con Hey There Delilah, con tre voti su tre giudici presenti ed è stato mandato al bootcamp. Ha la nomina di più simpatico nel gruppo perché nei video è sempre sé stesso e fa ridere milioni di fans in tutto il mondo. In teoria dovrebbe essere il frontman del gruppo, secondo quanto dissero loro tempo fa in un video per X-Factor UK. Sa suonare un po' il pianoforte.

RJ MAGAZINE PAG. 2

Page 6: RJ Magazine - 3°Numero

" Dove stiamo andando, ragazzi? Al top, Johnny. E dov'è, questo top? Beh, è al più top del più pop! "

di Andrea Marcucci

Rimaniamo in Inghilterra e portiamo le lancette un pò indietro.Ci spostiamo agli anni '60 e rimaniamo in Inghilterra e andiamo a nord, esattamente a Liverpool! In quegli anni esplode una band, che nonostante la loro poco longeva carriera, ancora è in grado di dare tanto alla musica odierna. In poco più di 10 anni riusciranno a conquistare praticamente il mondo con la loro musica e infatti la nota rivista di musica "Rolling Stones" non a caso li reputa "i più grandi artisti di tutti i tempi".Stiamo parlando di una band che segnò un'epoca nella musica, nel costume, nella moda e nella pop art: i Beatles!

RJ MAGAZINE PAG. 3

Page 7: RJ Magazine - 3°Numero

La loro storia ebbe inizio il 6 luglio 1957, in quel giorno infatti nella chiesa di St. Peter a Liverpool era in corso l'annuale festa parrocchiale, nella quale si esibivano i Quarrymen, un gruppo skiffle il cui leader era il sedicenne John Lennon.In quel giorno Ivan Vaughan, compagno di elementar di John ed ex componente della band, gli presentò un ragazzo, il quindicenne Paul McCartney, all'epoca suo compagno di scuola al Liverpool Institute. Paul si presentò suonando Long Tall Sally di Little Richard e Twenty Flight Rock di Eddie Cochran. Durante le sue esibizioni John era solito cambiare parole e accordi delle sue canzoni a piacimento; oltre dall'abilità nel suonare la chitarra di Paul, rimase inolte colpito dalla sua memoria, infatti esso ricordava perfettamente i testi delle canzoni che eseguiva. John, resosi conto che se avesse ammesso Paul nel gruppo, avrebbe dovuto condividere un ruolo di leadership assieme a lui, decise comunque di renderlo un membro dei Quarrymen. Pochi mesi dopo l'ingresso di Paul, questi contattò per un'audizione un altro ragazzo, anch'egli frequentante il Liverpool Institute, l'amico e compagno di scuolabus George Harrison. Lennon ammise George, pensate, dopo un provino tenutosi proprio sull'autobus, dopo averlo sentito cimentarsi in un pezzo strumentale , Raunchy. Nel gennaio del 60 fu compagno di John presso l'Art College, lo scozzese Stuar "Stu" Sutcliffe, il quale fu assoldato per divenire il bassista dei Quarrymen. Pittore di grande talento, egli acquisto un basso Höfner dopo esser riuscito a venderere il suo primo quadro. Più tardi, sempre nel corso di quell'anno, prendendo un pò spunto dai Crickets di Buddy Holly (appunto "grilli" in inglese), il complesso prese il nome di Beatles, dopo esserò passato per The Moondogs, Beatals, Silver Beetles, Silver Beatles e oltrettutto Sutcliffe aveva difficoltà nel suonare il basso in maniera soddisfacente.

RJ MAGAZINE PAG. 4

Page 8: RJ Magazine - 3°Numero

infine, a metà agosto 1960, finalmente Beatles! Agli albori della loro carriera, al gruppo mancava però un elemento fondamentale, un batterista fisso efù così che si unì per un breve periodo il batterista trentaseienne Tommy Moore,

che li lasciò subitò dopo una tournée in scozia come gruppo di spalla del cantante Johnny Gentle. Una serie di fortunate coincidenze, poichè altri gruppi di Liverpool non erano disponibili, il loro primo manager , Allan Williams, procurò loro una scrittura ad Amburgo, dove un'altra band di Liverpool, Derry and the Seniors, si stava esibendo con successo. Mancava però ancora un batterista: fù così che esibendosi nel Casbah di Mona Best, notarono il figlio della propietaria, Pete Best, il quale possedeva una batteria ma non aveva un proprio gruppo.Venne così reclutato appena pochi giorni prima di partire per Amburgo.Ad Amburgo iniziò una vera e propria trasformazione. Costretti dall'esigente titolare dell'Indra, il locale dove si esibivano, a lunghe performance in cui dovevano produrre il massimo volume, la loro musica acquistò potenza e consapevolezza. In quel periodo si formò il loro stile e il loro repertorio che li avrebbe caratterizzati nei loro primi anni della carriera, oltre ad emergere la volontà di Paul (anche se poi effettivamente venne smentita dall'interessato) di sostituire Stu al basso. Il 17 agosto 1960 ad Amburgo, ci fù la prima esibizione a contratto, del gruppo, sotto il nome di The Beatles. A fine novembre furono costretti a tornare a Liverpool, a causa di problemi con la polizia locale.Imbeccata dal primo impresario che li aveva ingaggiati, ma che esse avevano successivamente lasciato per un contratto più vantaggioso. George non essendo ancora maggiorenne, non poteva lavorare legalmente; Pete e Paul si trasferirono nella sistemazione procurata dal loro nuovo datore di lavoro, ma una sera rientrando nottetempo nel loro vecchio alloggio per prendere le loro cose, decisero di illuminare la stanza dando fuoco a un profilattico appeso nella parete, incendiando così tutta la carta da parati, questo evento provocò il loro arresto e quindi la loro espulsione dal paese. Tuttavia pochi mesi dopo riuscirono a tornare ad Amburgo con un contratto firmato senza l'intermediazione del loro manager, grazie agli estimatori che riuscirono a farsi in quel periodo, e lì si esibirono dal 1° aprile al 1° luglio 1961. Tra l'aprile e il maggio 1962 ci fù una terza spedizione in terra tedesca, dove si iniziò a delineare la definitiva composizione della band.

RJ MAGAZINE PAG. 5

Page 9: RJ Magazine - 3°Numero

Infatti Stuart venne ammesso all'Accademia dell'arte di Amburgo, e lasciò quindi la musica per dedicarsi alla pittura, sua vera passione.Al basso passò quindi Paul. Si ebbe anche un loro cambio nel look: capelli pettinati in avanti con la frangetta, giacche di pelle e senza risvolti, il tutto completato da stivaletti. Furono il

contributo dato dalla fidanzata di Stu, Astrid Kirchherr. Il gruppo tornò per un ultima esibizione ad Amburgo a metà dicembre del 1962, esibendosi a fine anno allo Star-Club. Con questi ultimi concerti i Beatles avevano collezionato all'incirca un totale di 800 ore sui palcoscenici tedeschi. Al ritorno a Liverpool dopo la loro prima trasferta amburghese, il gruppo iniziò ad attrarre

l'attenzione con la loro musica martellante e soprattutto grazie anche al loro nuovo aspetto estetico, molto originale per quei tempi. Cominciarono a suona in un locale a Mathew Street, il Cavern Club, dove si erano già precedentemente esibiti, ma senza grandi risultati, ma in cui ora, grazie alla loro grinta e disinvoltura sul palco, riuscirono a richiamare un vasto pubblico, formato soprattutto da frenetiche ammiratrici. Ben presto riuscirono a trovare un manager, Brian Epstein, che all'epoca gestiva un negozio di elettrodomesitici e dischi a Liverpool. Incuriosito dalla richiesta da parte di un loro fan di My Bonnie, un disco che venne registrato da loro in Germania, ma in cui in realtà accompagnavano la cantante solista Tony Sheridan, e incoraggiato dal fatto che essi si esibissero al Cavern Club, a poca distanza dal suo negozio, decise di andarli a conoscere. Venne subito colpito dal loro carisma e dalla maniera in cui richiamassero il pubblico e si offrì di far loro da manager. Il gruppo dopo una iniziale esitazione, accettò. Epstein fece la sua parte, riuscì ad allargare il giro delle loro scritture, si impegnò a "ripulirli" e "civilizzarli" adeguatamente e riuscì ad ottenere un provino con la Decca Records, nel giorno di capodanno del 1962.Fù così che Mike Smith, osservatore della Decca Records, partì alla volta di Liverpool per ascoltare i Beatles e un altro gruppo locale. Esso rimase decisamente impressionato dalla loro esibizione al Cavern Club.Giunti a Londra per l'audizione dopo un viaggio disastroso e una notte passata male, irritati e nervosi, i Beatles - nonostante la scelta fù malconsigliata da Epstein - si esibirono nei loro brani meno eccitanti, conservati per la storia nelle registrazioni, ma rimaste in archivio nella casa discografica. Nonostante il gradimento di Smith, la Decca preferì un altro altro gruppo, i Brian

RJ MAGAZINE PAG. 6

Page 10: RJ Magazine - 3°Numero

Poole & The Tremeloes, per il semplice fatto che quest'ultimo era di Londra e non della più lontana Liverpool. L'errore fù davvero epocale. Infatti un paio di anni dopo, la stessa Decca, per ironia della sorte, su raccomandazione di George Harrison, mise sotto contratto i Rolling Stones, pur non essendo pienamente convinti in un primo momento, proprio perchè memori dell'errore commesso con i Beatles. Dopo questo insuccesso Brian pensò di dover dare un maggior tocco di professionalità al gruppo, in modo da colpire maggiormente i discografici, decise così che fosse più convincente presentarsi con un disco che con dei nastri.

Si recò perciò nel celebre negozio HMV in Oxford Street a Londra, dove il tecnico Jim Foy, addetto alla realizzazione dell'acetato, rimase favorevolmente impressionato dalla musica che aveva sentito e indirizzò il manager dei Beatles a Sid Coleman, dirigente della EMI. Fù solo grazie all'insistenza di Epstein e il fatto che egli fossi, con il negozio di famiglia NEMS, un importante distributore nel nord Inghilterra, a convincere i dirigenti EMI, che demandarono a George Martin il compito di ascoltare qualche traccia incisa dai Beatles. Egli ai tempi era responsabile dell'EMI per l'etichetta sussidiaria Parlophone, che si occupava di jazz e musica classica. Era quindi abbastanza lontonao dal genere musicale prodotto dai Beatles, ma avendo ascoltato su insistenza di Epstein parte del materiale da essi prodotto, decise di concedere al gruppo un'audizione che si tenne il 6 giugno 1962 a Londra. Furono registrati quattro pezzi, tra cui la versione del classico Bésame Mucho cantata da Paul e tre composizioni originali: Love Me Do, P.S. I Love You e Ask Me Why, dalle quali l'assistente di studio di George Martin, Ron Richards, rimase positivamente impressionato. Fù solo a quel punto, che i Beatles riuscirono ad ottenere un vero contratto discografico, anche se non molto vantaggioso per loro. Martin era convinto che si potesse ottenere qualcosa di buono dal gruppo, ma non più di qualche migliaio di copie, prima che la band cadesse nel dimenticatoio, come succedeva alla maggior parte delle band pop del tempo. Quando il 4 settembre 1962 i Beatles si ripresentarono a Abbeyc Road in sala d'incisione, Ringo Starr sostituiva Pete Best alla batteria.

RJ MAGAZINE PAG. 7

Page 11: RJ Magazine - 3°Numero

Subito dopo l'audizione di giugno, infatti, George Martin, insoddisfatto della batteria di Best, aveva detto a Brian Epstein che avrebbe preferito un sessionman per le registrazioni in studio, mentre Best poteva andare bene per le esibizioni dal vivo. Pete aveva un carattere abbastanza introverso e perciò non si era creato un forte legame tra lui e gli altri compagni. Inoltre John, Paul e George conoscevano già Ringo, poichè aveva suonato ad Amburgo nei Rory Storm and the Hurricanes; e il batterista da parte sua, conosceva già il loro repertorio, in quanto occasionalmente aveva sostituito Best. Sotto la pressione di George Martin, Starr fu perciò considerato dai tre l'elemento adatto alla sostituzione definitiva, avvenuta il 16 agosto. Per la sessione del 4 settembre, Martin aveva trovato loro una canzone con cui pensava potessero scalare tutte le classifiche. Il titolo era "How Do You Do It?" e l'autore era Mitch Murray. Ma i Beatlese fecero ben presto capire che erano intenti a registrare materiale di loro produzione.Così dopo l'esecuzione di "How Do You Do It?" si passò a "Love Me Do". Ascoltando però la produzione di quel giorno, il produttore ritenne Ringo Starr poco soddisfacente, indi per cui per la sessione successiva lo sostituì con il sessionman Andy White, che suonò la batteria in "Love Me Do" e in "P.S. I Love You." Ringo si adattò a suonare il tamburello come rinforzo al rullante in "Love Me Do", mentre in "P.S. I Love You" era alle maracas. "Love Me Do" venne pubblica come singolo

RJ MAGAZINE PAG. 8

Page 12: RJ Magazine - 3°Numero

nella versione con Ringo Starr, mentre la versione album vedeva White alla batteria. Il disco raggiunse il diciassettesimo posto nelle classifiche di vendita del Regno Unito, ma a Liverpool vendette moltissimo.

Una leggenda vuole che il successo di vendite a Liverpool fosse dovuto all'acquisto da parte di Brian Epstein di migliaia di copie del disco. A quarant'anni di distanza, quello che sembrava solo un episodio leggendario fu invece confermato da Alistair Taylor, a quel tempo assistente di Epstein. "Please Please Me" fù il loro secondo 45 giri e raggiunse il primo posto della Hit parade inglese. Fù soltanto il primo dei grandi successi del duo Lennon-

McCartney. Il successo del brano diede notorietà al gruppo su scala nazionale, infatti uscito l'11 gennaio '63 ebbe subito recensioni positive. Due mesi dopo l'uscita del singolo uscì l'omonimo album, che vendette subito 500000 copie e raggiunse il primo posto nella vendita britannica degli LP. Questo 33 giri, che vedeva un'originale copertina con la loro foto in costume di scena affacciati, baldanzosi e sorridenti, dalla ringhiera della casa editrice della EMI in Manchester Square, fu di fatto il primo passo del loro ingresso nella storia della musica pop. Notevole era il fatto che per la prima volta, non si trattasse del solito album di cover raffazzonate appunto per comporre un 33 giri, come era comune per sfruttare rapidamente i singoli di successo, ma ben otto brani su quattordici eran

di loro composizione. L'album seguente, "With the Beatles", fù pubblcato il 22 novembre del 1963, ed ebbe un successo talmente grande, che non fù nemmeno necessario promuoverlo attraverso la pubblicazione di un singolo. Una copertina davvero artistica ed originale, così come i sette brani formato dal solito duo e il primo firmato da Harrison, intitolato "Don't Bother Me". Divennero celeberrime "All My Loving", ripresa da molti altri artisti, e "I Wanna Be Your Man", con la quale niente poco

RJ MAGAZINE PAG. 9

Page 13: RJ Magazine - 3°Numero

di meno che i Rolling Stones, centrarono il loro primo successo commerciale. Intanto, contemporaneamente all'attività di studio, si susseguivano numerosi concerti e diversi tour in vari Paesi del mondo. Il 1963 rappresenta l'anno in cui esplose veramente la popolarità del gruppo. A essa concorsero le loro produzioni musicali, i concerti in speciali occasioni (il Val Parnell’s Sunday Night at the London Palladium e la storica esibizione al Royal Variety Performance, alla presenza dei reali inglesi) e numerose apparizioni televisive. Testimone della loro fama che andava sempre più in aumentando, furono le sempre più molteplici adesioni al Beatles fan club, tra l'inizio del 1963 alla fine dello stesso anno, gli iscritti passarono da un migliaio a ottantamila! Al termine di quell'anno inoltre, i giornali inglesi riconoscevano le ormai note qualità del gruppo. Parte rilevante della diffusione dell'immagine del gruppo fu senza dubbio costituita dalle loro tournèe. Un minitour dal 3 al 6 gennaio in Scozia, permise alla band di uscire dalla solita routine delle esibizioni nello stesso club, tanto che lo stesso John considerò quel tour come un sollievo, in quanto si consideravano ormai limitati e senza sbocchi. Ancora più motivante fu la tournée successiva, come gruppo di spalla di Helen Shapiro, che si svolse dal 2 febbraio al 3 marzo dello stesso anno e che toccò quattordici centri inglesi. Il tour contribuì all'inserimento e successivo amalgamento di Ringo al gruppo, che fece aumentare l'affiatamento della band. E di nuovo John giudicò il fatto di cambiare ogni sera locale, un vero e propio toccasana. Tornati a Liverpool il 4 marzo, dopo soli cinque giorni erano nuovamente in tournée, con altri altri artisti (tour che sarebbe durato fino al 31 marzo) per le maggiori piazze inglesi, sempre più popolari fra il pubblico dei concerti, sempre più in risalto nei cartelloni pubblicitari e sempre più importanti tanto da essere loro a esibirsi in chiusura degli spettacoli. Alla fine del '63 vennero pubblicati i primi 45 giri dei Beatles in Italia. Un pò curiosamente le prime recensioni, li paragonarono a degli imitatori di Peppino Di Capri e i suoi Rockers, non notando nessun elemento di novità del gruppo. Le loro sempre più numerose apparizioni, fecero sì che la loro immagine fù sempre più seguita dagli adolescenti inglesi, iniziò così la "beatlemania": ogni loro concerto fu presto caratterizzato dalle urla assordanti delle fan che rendevano addirittura impossibile ascoltare il suono che producevano. Erano inoltre costretti a rocambolesche fughe per evitare l'assalto delle orde di ammiratrici! Le stesse impressionanti scene di delirio che dapprima si erano verificate, si riproposero oltre Atlantico nel febbraio del 1964, in occasione della loro apparizione in TV all’Ed Sullivan Show e dei concerti al Washington Coliseum di Washington D.C. e a Miami, poi nella tournée che nel giugno li aveva visti suonare in Australia e Nuova Zelanda e nell'estate successiva durante il primo vero tour che li lanciava sul mercato americano. Un fatto curioso che avvenne durante la loro esibizione all'Ed Sullivan Show è che il numero di crimini e soprattutto quelli minorili, nella città di New York, in quei momenti furono molto vicini allo zero, tanto che George Harrison affermò: «Persino i criminali si sono presi dieci minuti di pausa in occasione dello show dei Beatles.» Il 10 luglio 1964 venne dato alle stampe A Hard Day's Night: il film omonimo fu un vero e proprio tributo alla beatlemania; l'idea portante era di riprendere 36 ore della vita dei quattro musicisti nello stile di un documentario. A Hard Day's Night si rivelò la loro miglior produzione fino a quel

RJ MAGAZINE PAG. 10

Page 14: RJ Magazine - 3°Numero

momento e per la prima volta fù un LP composto da soli brani originali ed inoltre, altro fatto curioso, sarà l'unico interamente composto dalla coppia Lennon-McCartney. Paul McCartney si specializzò sempre di più nella produzione di canzoni melodiche, sentimentali e

accattivanti come "And I Love Her" e "Eight Days a Week", mostrando allo stesso tempo un'accuratezza tecnica sempre maggiore. In quella fase molto creativa del gruppo, una gran parte fù giocata dal loro incontro con le droghe "naturali".Infatti durante la tournée americana del '64, i Beatles fecero conoscenza con il folk-singer Bob Dylan, che gli offrì un "qualcosa di più naturale" delle loro pasticche sintetiche che utilizzavano come stimolante, la marijuana, con dei risultati esileranti per tutti. Dopo il tour autunnale inglese, attesi anche in Italia, dal 24 al 28 giugno del 1965 i Beatles effettuarono un mini-tour italiano organizzato dall'impresario Leo Watcher, e in ciascuno dei concerti suonarono per poco più di mezz'ora (preceduti da artisti rock italiani, molti dei quali della scuderia Carisch come Angela, Peppino Di Capri, Fausto Leali e i New Dada); nonostante la brevità delle performance dei Beatles, i fan che accorsero ad ascoltarli al Velodromo Vigorelli di Milano, al Palasport di Genova e al Teatro Adriano di Roma ne rimasero entusiasti. In nessuna delle esibizioni si registrò il tutto esaurito e fù quella l'unica volta che suonarono in Italia. Nel giugno del 1965, nel pieno della loro carriera, venne annunciato che i componenti della band, sarebbero stati insigniti della onorificenza di "Membri dell'Ordine dell'Impero Britannico" dalla regina Elisabetta II. La nomina avvenne a seguito di richieste popolari, e fu sostenuta dall'allora Primo Ministro Harold Wilson. La consegna dell'onorificenza avvenne il 26 ottobre 1965 a Buckingham Palace, in un'atmosfera cordiale stando a quanto riferito dagli stessi Beatles (qualche anno dopo, nel 1969, Lennon rinuncerà alle onorificenze restituendo la medaglia alla regina, in un gesto clamoroso con cui intese protestare per il ruolo del Regno Unito nel Biafra e contro l'appoggio agli Stati Uniti in Vietnam e per il fatto che il suo disco Cold Turkey non arrivò in cima alla Hit Parade. Nel 1997, invece, Paul McCartney sarà promosso al grado di Cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico, il che comporta il diritto al titolo di Sir davanti al nome)Il loro tour proseguì, dopo una pausa di appena due settimane, dovuta alla

RJ MAGAZINE PAG. 11

Page 15: RJ Magazine - 3°Numero

registrazione del loro album. Nel secondo tour americano, le ormai consuete scene di di folle deliranti, composte dalle ormai "solite" ragazze urlanti, culminarono con lo storico concerto del 15 agosto 1965 allo Shea Stadium di New York, davanti ad un pubblico di 55.000 persone. Il gruppo effettuò un tour in tardo autunno in giro per l'Inghilterra. A cavallo fra giugno e luglio del 1966, dopo una puntata in Germania i Beatles volarono in Giappone per tre concerti a Tokio, e fecero l'ultima tappa nelle Filippine dove si trovarono invischiati in una situazione difficile con la polizia locale. Nel loro ultimo tour americano del '66 il gruppo ricevette numerose contestazioni da alcuni gruppi di fanatci religiosi in quanto, ad un'intervista a Maureen Cleave dell'Evening Standard John Lennon dichiarava che i Beatles fossero più popolari di Gesù Cristo.

RJ MAGAZINE PAG. 12

Page 16: RJ Magazine - 3°Numero

Neppure la benevola e assolutoria nota del Vaticano servì a stemperare l'asprezza del confronto. I giornalisti assillavano continuamente la band su questa tema, ormai non più caldo, ma assai rovente, finchè Lennon riuscì a chiarire la sua tesi e a calmare un pò le acque, ciò non tolse comunque addosso dalla band, la paura di poter essere bersagli di possibili attentati in quell'ultima parte di tournée.Assai stressati da quel clima minaccioso e logorati da anni di lunghissimi tour, i Beatles decise che la loro ultima esibizione dal vivo, sarebbe stata quella al al Candlestick Park di San Francisco, il 29 agosto del 1966. Il poco tempo libero lasciato dalle tournée, che si susseguivano a ritmo battente, causò il passo indietro di "Beatles for Sale", uscito il 27 novembre 1964. Dal titolo alquanto emblematico, ideato da John, rifletteva le stesse impressioni del brano più gettonato "Eight Days a Week"; la stanchezza aleggiava nell'album, che si poteva appunto notare dal più alto numero di cover presenti, ben sei, e per di più prese in prestito da autori della fama di Buddy Holly, Chuck Berry, Little Richard. Per queste ragioni viene considerato l'album meno incisivo del gruppo.Questo lavoro fu però un passo necessario per consentire il percorso evolutivo musicale avvistato dapprima con "Help!", altro album di supporto a un film omonimo. La pellicola risultò essere un successo commerciale e finanziario, ma un fiasco sotto il profilo artistico, facendo notare più che altro il buon talento recitativo di Ringo Starr e un notevole disinteresse di John Lennon per le riprese] (proprio lui in seguito otterrà premi cinematografici con la pellicola "Come vinsi la guerra"). Il disco mise in evidenza da una parte la passione di Lennon per Dylan manifestata nella ballata "You've Got to Hide Your Love Away" e la sua ricerca di testi sempre più elaborati e impegnati, dall'altra la continua ricerca di brani melodici e romantici, condotta da Paul McCartney e culminata nella evergreen "Yesterday". L'album fu pubblicato nell'agosto 1965 e solo quattro mesi più tardi la loro evoluzione li portò al fenomenale risultato di "Rubber Soul", album raffinato e ricercato in cui compare per la prima volta nella musica leggera occidentale il suono del sitar indiano, e le cui sonorità presero il sopravvento sui temi trattati nei primi anni di carriera, volutamente non impegnati e frivoli, atti a conquistare più pubblico possibile. In questo periodo cominciò anche l'uso di stupefacenti, come l'LSD, che ispirarono direttamente il testo e le suggestioni psichedeliche di

molti loro brani. "Rubber Soul" venne pubblicato nel dicembre del 1965. L'album è pervaso da un'atmosfera alquanto mistica, le musiche appaiono fresche, imprevedibili, trascinanti; Paul McCartney confermò i suoi talenti in "Drive My Car",mentre con "Michelle" cantò un inno all'amore dolce e sentimentale meritevole di innumerevoli cover; John Lennon raggiunse picchi di umorismo sardonico memorabili nelle sue indimenticabili ballate: in "Norwegian Wood", compose un quadretto di

RJ MAGAZINE PAG. 13

Page 17: RJ Magazine - 3°Numero

un'avventura extraconiugale tanto grottesca quanto esistenzialista; in "Nowhere Man", delineò un ritratto dell'uomo medio contemporaneo proteso verso falsi e inutili traguardi a causa della perdita del senso della vita; in "Girl" e "In My Life" la vena ironica si accostò perfettamente a quella nostalgica e a quella romantica.Il biennio 66-67 è considerato quello di picco da molti critici. Infatti nel 1966 viene pubblicato "Revolver", che molti critici musicali ritengono un picco nella creatività dei Beatles. Il nuovo LP iniziò la fase in cui la musica dei Beatles prendeva forma in lunghissime ed articolate sessioni in studio, con l'assistenza di Geoff Emerick, un giovane tecnico assunto in EMI cinque anni prima all'età di soli 15 anni, piuttosto insofferente alle normative consolidate da anni ad Abbey Road riguardanti le metodologie da usare nella presa del suono. Emerick sfruttò con abilità tutte le risorse fornite dalla primitiva tecnologia dell'epoca, ne introdusse di assai innovative, e così vennero alla luce capolavori sul piano del suono che sarebbe stato impossibile riprodurre in concerti dal vivo! "Revolver" parlò di amore, di droga, ma anche di tasse con il pezzo di apertura "Taxman", assai critico verso i politici inglesi dell'epoca, pezzo composto e cantato da George Harrison. Parlò anche di morte con "Tomorrow Never Knows" di John Lennon che si era ispirato al libro tibetano dei morti con la voce immersa tra suoni di nastri riprodotti al contrario, anticipando "Sgt. Pepper's"; le canzoni di McCartney "Eleanor Rigby", "For No One", "Good Day Sunshine" e "Here, There and Everywhere". Il suono viene arricchito da diversi strumenti indiani e molte innovazioni elaborate in maniera artigianale in studio ma dalla grande resa finale.

Cominciarono gli anni delle lunghe sedute di registrazione in studio: non potendo riprodurre dal vivo le complesse sonorità dei brani presenti sui loro dischi a partire da "Revolver", ma anche estenuati dalle tournée mondiali con tumultuose esibizioni, in cui il suono del gruppo era letteralmente sommerso dalle urla delle fan, preoccupati per le prime minacce piovute dai fanatici religiosi, i Beatles decisero di interruppere l'attività dal vivo

e si dedicarono esclusivamente all'attività in studio di registrazione. Fu questa una scelta dolorosa per Brian Epstein che si sentì a quel punto persino inutile e ingombrante, anche se fu proprio lui stesso a spingere i Beatles verso il progetto di un'etichetta indipendente. Il 1º giugno del 1967 fu pubblicato il disco considerato da molti il più importante della storia del rock: "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band", inizialmente pensato come un "concept album" che avrebbe dovuto rievocare gli anni della loro infanzia e adolescenza a Liverpool. Il titolo nacque da un'idea di Paul che voleva donare una nuova identità al gruppo.

RJ MAGAZINE PAG. 14

Page 18: RJ Magazine - 3°Numero

Tuttavia, esigenze contrattuali imposero che venissero commercializzati come 45 giri i due brani del progetto già registrati: "Penny Lane" e "Strawberry Fields Forever". Veniva così pubblicato un 45 giri dal doppio lato A, cioè con due pezzi di pari livello (cosa questa "inventata" proprio per i Beatles, e avvenuta per la prima volta nel 1965 con "Day Tripper/We Can Work It Out". Nonostante tutto, "Sgt. Pepper" conservò un'apparente compattezza, dovuta alle grandi innovazioni sonore introdotte e al momento particolarmente ricettivo del pubblico, a dispetto della disomogeneità qualitativa dei brani presenti nel disco. Anni dopo, John Lennon rivendicherà l'individualità dei suoi pezzi ("Lucy in the Sky with Diamonds", "A Day in the Life" i più notevoli) affermando che sarebbero potuti stare in qualunque 33 giri dei Beatles, negando implicitamente che "Sgt. Pepper" fosse un "concept album". L'uscita del disco provocò uno strappo nel panorama musicale mainstream: tutto, dalla copertina, ai suoni, alla chiusura con la "epica" e "apocalittica" "A Day in the Life", era la riproposizione in chiave "moderata" e popolare delle pietre miliari del 1966 americano, ovvero gli album dei Byrds, dei Beach Boys ("Pet Sounds") e di Bob Dylan ("Blonde on Blonde").Da questo momento la musica pop poteva a ben diritto essere considerata vera e propia arte. Nella copertina dell'album c'è un messaggio ironico all'indirizzo del loro gruppo rivale, costituito dalla frase "Welcome The Rolling Stones" stampata sulla maglietta di un pupazzo dalle fattezze di una bimba col viso di Shirley Temple. Jimi Hendrix rese onore all'uscita dell'album producendo rapidamente una cover del brano di apertura spesso poi eseguita durante i suoi concerti.

Il 25 giugno il gruppo registrò dal vivo negli studi EMI la lennoniana "All You Need Is Love" che sarebbe diventata l'inno dei figli dei fiori e della "Summer of Love"; lanciata in mondovisione durante la prima trasmissione internazionale televisiva via satellite, rappresentò simbolicamente tutto il movimento artistico musicale britannico e la nascente generazione dell'amore. Famosi ma non infallibili: così i Beatles si scoprirono in quella estate: tra le altre cose, il loro terzo film (destinato alla televisione) "Magical Mystery Tour", di cui firmano - e sarà l'unica volta – la regia, si rivelò successivamente un

fiasco. "Magical Mystery Tour" uscì come EP in Gran Bretagna con le sole sei canzoni del film, mentre in America (e in Italia) fu pubblicato un LP comprendente tutti i singoli del 1967, tra cui "Strawberry Fields Forever" e "Penny Lane", i due grandi esclusi da "Sgt. Pepper". "Magical Mystery Tour" venne concepito come un piccolo "Sgt. Pepper", con la roboante canzone iniziale, appunto "Magical Mystery Tour", di McCartney, un corpo centrale, e un pezzo finale di John Lennon, "I Am the Walrus", canzone decisamente dall'animo psichedelico; ispirata da un poema di Lewis Carroll, "The Walrus and the Carpenter", contenuto in Alice nel Paese delle Meraviglie, è una delle canzoni più notevoli in assoluto di John Lennon (gli Oasis, grandi estimatori dei Beatles, la

RJ MAGAZINE PAG. 15

Page 19: RJ Magazine - 3°Numero

inserivano spesso tra i brani finali dei loro concerti). Altro brano rilevante fù "The Fool on the Hill", composto da un lirico Paul McCartney. Quella stessa estate, il loro scopritore e manager storico Brian Epstein sarebbe stato trovato morto nella sua stanza, per un letale mix di alcool e psicofarmaci. La complessa macchina organizzativa e soprattutto amministrativa del gruppo si trovò così all'improvviso senza una guida sempre pronta ad aiutarli e sostenerli. Il 1968 si aprì con un viaggio in India a Rishikesh, presso il Maharishi Mahesh Yogi, alla scuola di pensiero della "Rigenerazione spirituale" di cui i Beatles negli ultimi anni, erano divenuti adepti. Al ritorno dall'India, John e Paul si trasferirono momentaneamente a New York per il lancio della loro società di produzione ribattezzata "Apple" e che aveva per simbolo una mela verde. Con la loro società, essi spiegarono, volevano offrire la possibilità a tutti gli artisti che avevano qualcosa da dire, fossero essi musicisti, scrittori, cineasti, di potersi esprimere senza passare dalla dura gavetta e dalla spasmodica ricerca di qualcuno che gli desse fiducia come era capitato a loro. Paul disse in una conferenza stampa che l'idea era quella di un "comunismo occidentale". Di fatto, l'attività principale della Apple fu la produzione dei loro dischi, che dal "White Album" in poi iniziarono ad apparire con l'etichetta della mela verde, intera su un lato del disco e tagliata a metà sull'altro. Si trattò di un'impresa velleitaria che risucchiò molto denaro e dette risultati assai modesti rispetto alle aspettative artistiche, anche se alla fine uscirono per la Apple dischi di autori di talento, come ad esempio, il giovane James Taylor. Con il contributo anche di molti brani composti durante il loro soggiorno presso l'ashram himalayano del Maharishi, conclusosi però con una certa delusione da parte loro, nacque il doppio "The Beatles" (soprannominato White

Album per la copertina completamente bianca), che uscì nel novembre del 1968.Nel disco è evidente come il gruppo stesse perdendo la propria affoatamento, in quanto ogni brano riporta l'identificabile cifra stilistica del suo autore, ma anche in positivo il prepotente emergere come compositore di George Harrison (sua infatti la notevole "While My Guitar Gently Weeps", che si segnalò anche per l'inedita presenza alla chitarra solista di Eric Clapton). Ma il disco, che oggi è stato ampiamente rivalutato dalla critica e dai più grandi artisti, a quei tempi non riscosse lo stesso consenso dei precedenti, ed

RJ MAGAZINE PAG. 16

Page 20: RJ Magazine - 3°Numero

essi stessi si accorsero di non avere più tra loro quella sintonia caratteristica dei primi tempi. Nonostante questo, l'album presenta particolarissimi spunti innovativi psichedelici e di musica ambient-alternativa come "Revolution 9" e alcune sonorità di contaminazione jazz, blues e musica etnica. In quel periodo i percorsi della musica cosiddetta "alta" e della musica "bassa", per così dire, si incrociarono e da questi accostamenti nacquero progetti, suite, opere sempre più avveniristici. Per questi motivi e per rimediare a dei sempre più frequenti contrasti interni (dovuti anche alla presenza ingombrante della nuova compagna di Lennon, Yoko Ono), nacque l'idea di "tornare alle origini" con un disco più spontaneo e meno ricercato, registrato in diretta senza le ricercatezze e le elaborazioni in studio dei loro ultimi lavori. Il progetto, dal nome appunto "Get Back", prevedeva anche un film sulla sua realizzazione e il ritorno a una performance dal vivo. Le riprese delle sedute di registrazione furono affidate al regista Michael Lindsay-Hogg. Venne così immortalato un litigio tra Paul e George a proposito del modo in cui il chitarrista "interpretava" la musica di McCartney: un episodio che ben rifletteva le tensioni ormai latenti che si erano create nel gruppo. Le riprese, iniziate negli inospitali studi cinematografici di Twickenham a Londra, poi successivamente abbandonati per uno studio casalingo alla Apple Records in Savile Row, sarebbero diventate un film uscito il medesimo titolo dell'album, "Let It Be" - Un giorno con i Beatles, destinato a restare - e a farli restare nella storia della musica pop. Dopo molte ipotesi, tra cui quella di tenere un concerto di chiusura su una nave o suonando in un locale "a sorpresa" e all'insaputa del pubblico, il palcoscenico, l'ultimo stage, divenne la terrazza del loro quartier generale londinese, la Apple, al numero 3 di Savile Row dove, il 30 gennaio del 1969, ebbe luogo il loro ultimo concerto dal vivo.

Il pubblico era costituito, oltre che dagli operatori addetti alle riprese cinematografiche del concerto, da una manciata di fortunatissimi curiosi, per lo più impiegati dello stesso stabile, che scalando comignoli e tetti, mai potevano immaginare che sarebbero stati fortunati testimoni di un evento. In strada, per

RJ MAGAZINE PAG. 17

Page 21: RJ Magazine - 3°Numero

contro, decine e decine di bobbies (poliziotti) faticavano a tenere a bada ancora una volta l'ennesima (e "purtroppo" ultima) massa di fans che avevano appreso in qualche modo la notizia della performance. Ma subito dopo l'interesse dei quattro per "Get Back" calò ed essi si dedicarono a diversi progetti solisti che avevano già pronti nel cassetto. Con la scusa dei ritardi nella confezione dell'album e nella postproduzione della pellicola, "Get Back" dovette essere più volte rimandato. I problemi effettivamente erano bem altri: i piccoli rancori personali e i grandi disastri finanziari scaturiti dalla Apple. L'ingresso del manager Allen Klein, destinato a risanare il grave deficit, fu osteggiato dal solo Paul, il quale propose lo studio dell'avvocato Eastman, suo suocero. Su quella disputa, importante ma inaltri tempi probabilmente superabile, i quattro ruppero del tutto i rapporti, e poco dopo persero anche il controllo sulla Northern Songs, che controlla tuttora i diritti editoriali di quasi tutto il catalogo dei Beatles. L'unica che premeva per avere un disco nei negozi entro la fine dell'anno era la EMI, che riuscì a mandare in porto una tregua temporanea: infatti tra luglio e agosto, negli studi di Abbey Road, richiamato George Martin che li aveva abbandonati dopo il "White Album" perché stanco degli ormai continui litigi all'interno del gruppo, i Beatles scrissero, provarono e registrarono le ultime canzoni della loro storia. Neppure un mese dopo fu pronto "Abbey Road", il testamento artistico che conteneva capolavori quali "Come Together", "Here Comes the Sun", "She Came In Through the Bathroom Window" e "Something". In "Abbey Road" i Beatles utilizzarono il moog (celebre sintetizzatore di suoni) nella canzone "Because". Il disco fù l'ultima opera dei Beatles, molto più significativo, compatto, omogeneo dell'ancora inedito "Get

Back", già pronto ma assai lontano dal vedere la luce. Alla fine di quello stesso 1969 il tecnico del suono Glyn Johns ricevette l'incarico di rimettere mano alla reliquia "Get Back", in previsione della pubblicazione del film, programmato per il maggio dell'anno seguente. A quel punto però il gruppo era diviso: da un

RJ MAGAZINE PAG. 18

Page 22: RJ Magazine - 3°Numero

lato Paul, dall'altro i compagni e soprattutto John e Yoko (sempre più presente in sala di registrazione). Mentre McCartney stava registrando i brani del suo primo album da solista, Lennon aveva da poco esordito in concerto con il suo nuovo gruppo, la Plastic Ono Band. Il 3 gennaio del 1970, Paul, George e Ringo effettuarono l'ultima seduta a nome Beatles e registrarono una canzone di Harrison, "I Me Mine", ultima aggiunta all'album. Poche settimane dopo, Paul

comunicò ai compagni l'intenzione di abbandonare il gruppo. Dopo l'uscita di "Abbey Road", Harrison e Lennon (all'insaputa di McCartney) chiamarono l'affermato produttore Phil Spector per affidargli i nastri di "Get Back". Spector ne rielaborò radicalmente molte canzoni, e alla fine ne uscì un album che, considerato il fatto di essere registrato praticamente alla vecchia maniera, tutto suonato dal vivo pezzo per pezzo, viene oggi reputato un eccezionale esempio di coraggio di un gruppo che tornava a mettersi in discussione per l'ennesima volta! Il prodotto è l'album "Let

It Be", che sarebbe uscito un mese dopo l'intervista con cui McCartney annunciò l'abbandono del gruppo (dopo aver ascoltato le modifiche apportate da Spector alla sua "The Long and Winding Road"). Sancì quello che fu l'atto finale. Seguiranno diverse cause legali, ma anche quattro carriere soliste non paragonabili tra loro (e senza alcun dubbio non minimamente accostabili a quella del complesso unito), e un'eredità pesantissima. A distanza di più di trent'anni, nel 2003 venne pubblicata la versione originale dell'album senza nessun ritocco e artificio, "Let It Be... Naked", disco campione d'incassi ancora una volta, e che consacrò, anche nel nuovo millennio, il gruppo di Liverpool.

RJ MAGAZINE PAG. 19

Page 23: RJ Magazine - 3°Numero

H i t l i s tof the week

di Eugenia Giraldi

La classifica ufficiale dei 20 s i n g o l i 20 s i n g o l i più venduti in Italia questa settimana:

1. Ai se eu te pego

RJ MAGAZINE PAG. 20

Page 24: RJ Magazine - 3°Numero

2. Distratto – Francesca Michielin NEW ENTRY

3. Non ci penso mai – I Moderni NEW ENTRY

4. Cuore Scoppiato – Antonella Lo Coco NEW ENTRY

5. Someone like you – Adele

6. La differenza tra me e te – Tiziano Ferro

7. Young, wild & free 8. We found love – Rihanna

9. Tappeto di fragole – Modà

10. Unica – Antonello Venditti

11. Inevitabile – Giorgia ft. Eros Ramazzotti

12. Heaven – Emili Sandè NEW ENTRY

13. Paradise – Coldplay

14. Dimenticami – Ghost

15. Turning tables – Adele

16. Sarà possibile – Nicole Tuzii NEW ENTRY

17. Eclissi del cuore – L'Aura ft. Nek

18. Without you – David Guetta ft. Usher

19. Ora – Jovanotti

20. Titanium – David Guetta

RJ MAGAZINE PAG. 21

Page 25: RJ Magazine - 3°Numero

Due matrimoni e un marito

“l'amore ai tempi della crisi”

di Ilaria De Maria

Al teatro dei Servi di Roma, dal 24 gennaio al 12 febbraio 2012, andrà in scena “ Due matrimoni e un marito”. La rappresentazione è scritta e diretta da Roberto Marafante, artista poliedrico romano, che ha al suo attivo più di quaranta regie teatrali, un film e vari cortometraggi, oltre che sfilate di moda , svariate creazioni di eventi per manifestazioni di particolare prestigio culturale e sceneggiature.

È il giorno del matrimonio di Mimì ( Alice Mangione) ma la ragazza, attesa da Rodolfo ( Federico Bonanconza) all’altare, non si presenta e sparisce. Tutti la cercano: le amiche del cuore ed anche il marito abbandonato. Tutti sono preoccupati per lei e per la sua sorte.Per un motivo o per un altro, durante le ricerche, tutti i personaggi si ritrovano a casa di Luisa (Ussi Alzati), amica di Mimì ed è in questo piccolo appartamento a misura di single che iniziano ad interrogarsi sull’accaduto, facendo prendere alla storia una piega inaspettata, dai risvolti comici e dagli improvvisi colpi di scena.

Una commedia brillante ed esilarante, il cui tema principale è “l’amore ai tempi della crisi”. Non è solo la crisi economica a coinvolgere i nostri protagonisti, ma soprattutto quella dei valori e delle relazioni, degenerati anche loro a causa del periodo di instabilità e precarietà che si sta vivendo. Attraverso il dialogo dei personaggi, quattro donne e un uomo, emergeranno i conflitti e le diversità che rendono le relazioni di coppia così tanto complicate e instabili. Il regista ha saputo ben dosare divertimento e riflessione su temi che attanagliano la nostra società, regalando al suo pubblico un sorriso che cela riflessioni ben più profonde.

RJ MAGAZINE PAG. 22

Page 26: RJ Magazine - 3°Numero

Non mi uccidere

Strappami Il Cuore

Ti Porterò nel Sanguedi Valentina Santopietro

Chiara Palazzolo(Piemme, Edizione 2005, 427 pagine, 16,50 euro)(Piemme, Edizione 2006, 446 pagine, 17,90 euro)(Piemme, Edizione 2007, 448 pagine, 17,90 euro)

“Concentrati. Non perdere il ritmo. La poesia. Concentrati sulla poesia. Brava. E’ la decisione migliore. Tieni le mani sugli occhi e gli occhi chiusi. Adesso concentrati. Dimmi cos’è successo ieri sera.

Quando eravate in macchina. Vedi e descrivi. Racconta, Mirta.”

“L’odore della mia vita. Intrappolato in queste stanze, come una memoria

tenace. Di me. Del mio corpo.”Vent’anni, una vita davanti, amici interessanti e un ragazzo che ama. Un tragico incidente spezza la sua vita e quella del suo amato. Mirta si risveglia tra le lamiere della macchina cercando Robin, ma lui non è lì con lei e così decide di intraprendere un viaggio alla ricerca del suo amore perduto. Si erano fatti una promessa: sarebbero stati insieme per sempre; e lei non voleva ignorarla, neppure nella morte. Mirta era diventata una creatura della notte, uno zombie, specie meglio conosciuta come: sopramorti. All’inizio del suo viaggio, però, incontra la prima difficoltà: la fame. Per essere una sopramorta deve mangiare carne, carne umana e sangue. Cosa fare, quindi? Essere un’assassina per cercare Robin o lasciarsi morire? I sentimenti hanno la meglio e Mirta diventa una spietata assassina in cerca dell’unica cosa che può farla rinsavire: l’amore.I suoi omicidi non passano inosservati, però, e ben presto si troverà alle calcagna i beneandanti, cioè una società segreta creata per sterminare tutti i sopramorti. In questo incredibile viaggio Mirta troverà una se stessa nuova, un alter-ego che

RJ MAGAZINE PAG. 23

Page 27: RJ Magazine - 3°Numero

chiamerà Luna, e delle amiche che le permetteranno di rifugiarsi in un mondo parallelo, sconosciuto agli umani, fatto di regole ferree e addrestramenti. Lotte tra sopramorti e beneandanti sono protagoniste principali della vita di Mirta fin quando, in uno scontro davvero difficile, lei scopre che Robin è uno dei nemici. La vita da sopramorta di Mirta si conclude, lasciando spazio a Luna di vivere come vuole. Luna si trova una compagna, Sara, la quale non sarà solo sua partner nella non-morte ma anche nei combattimenti e gli omicidi che seguiranno. L’umanità di Mirta resterà latente, così come il suo desiderio di Robin e quello di rivedere la sua famiglia. Mirta non esiste più. Luna dovrà convivere con la consapevolezza di non essere se stessa completamente e di aver lasciato tutto per una semplice sbandata.

E’ raro parlare di giovani scrittori Italiani e ancor più raro che essi scrivano romanzi horror. Uno stile unico quello di Chiara Palazzolo, che incalza il lettore ritmicamente. Lettura affatto scorrevole, numerose frasi incomplete e pensieri che irrompono la narrazione, ma è proprio tutto ciò che caratterizza la suspense del romanzo. Parole spezzate e frasi brevi. Uno stile strano, poco capito, ma d’altronde: voi come descriveresti i pensieri di una persona non-morta? Interessante la prospettiva con la quale l’autrice riesce a guardare il futuro della protagonista: attraverso gli occhi di chi era, di chi era diventata, di chi sarebbe stata e del proprio alter-ego. Dialoghi pressoché inesistenti che facilitano il ritmo, scandito a seconda delle scene, dal più lento al più veloce in poco tempo, come i battiti cardiaci: quasi nervosi, a volte minimali. L’indole romantica della protagonista aiuta a superare i capitoli più noiosi e a leggere i successivi. Un horror leggero (molto viene lasciato all’immaginazione), ma che comunque cattura il lettore per la sua freddezza.

RJ MAGAZINE PAG. 24

Page 28: RJ Magazine - 3°Numero

T O K Y Odi Valentina Santopietro

Questa settimana ci muoviamo in Oriente per visitare la bellissima Tokyo, patria della tecnologia moderna.

Tokyo è la città più abitata nell’intero oriente, conta la bellezza di 13 milioni di abitanti. Nata nel 1603 quando Tokugawa Leyasu instaurò il governo feudale in questa cittadina chiamata “Edo”, perché la sua posizione geografica (quasi all’esatto centro del paese), era favorevole all’economia e strategica per le guerre. Questa città, sviluppata e divisa poi in 13 distretti (-ku), vanta tutt’oggi di edifici architettonici antichissimi che fungono da base per l’amministrazione interna tra distretti. La regione più frequentata è quella di Tama, verde e infatti favorita dai pendolari perché anche facilmente raggiungibile. La ragione per la quale Tokyo è la città orientale più famosa al mondo sono le sue tradizioni, alcune delle quali asportate gradualmente anche in occidente. La tradizione più famosa è quella dell’Ikebana (arte di disporre i fiori). Questa pratica ebbe origine disponendo dei fiori sulla salma dei cari defunti, ma ora queste creazioni vengono usate anche per abbellire la città. Lo Shodō (l’arte della calligrafia), invece, viene insegnata fin dalle scuole elementari. Grazie alla tecnica delle incisioni sul legno, chiamata Ukiyoe (immagini del mondo fluttuante), è nata nel 17° secolo per abbellire la città. Lo Zazen, conosciuto anche solo come “meditazione Zen”, è la pratica più conosciuta in occidente insieme allo sport del Sumo o ai vestiti tradizionali come il Chimono o lo Yukata. Il Kabuki è il teatro medievale, dove i personaggi sono “vestiti” dalle emozioni che provano, e si esibiscono in coreografia che esprimono tutti gli stati d’animo del proprio personaggio. Non manca, in ogni casa di Tokyo, il Sudare (una tenda pieghevole) che funge da arredamento classico ed elegante. Come dimenticarsi poi della Chochin, la tipica lanterna cinese, che viene costruita in casa e appesa come buon auspicio. Ultima, ma non per importanza, tradizione è la cerimonia del te: l’Ocya. Prendere il tè diventa quasi un’esperienza mistica, soprattutto se effettuata nel Nihonteien (il giardino Zen). Il clima Giapponese è in continuo cambiamento, le primavere sono solitamente fresche ma già verso Maggio ci si può levare il copri spalla e prendere il sole. I mesi più freddi sono quelli che vanno da settembre a novembre, mentre da dicembre a febbraio il clima è ancora autunnale. La moneta usata in Giappone è lo Yen, più forte dell’euro. Una delle pecche di questo paese è che ogni turista deve pagare una tassa col 5% d’iva.

RJ MAGAZINE PAG. 25

Page 29: RJ Magazine - 3°Numero

Per visitare Tokyo esistono ben 53 tour guidati che passano attraverso tutti i distretti: i servizi pubblici sono impeccabili, ogni tipo di turista può disponere di pass che permettono grandi sconti su lunghe tratto di viaggio. Questi 53 itinerari sono divisi in 5 aree: l’area A visita 15 distretti, ed il tour è adatto alle famiglie, alle coppie, ai giovani e alle ragazze; L’area B comprende 10 distretti, ed il tour è adatto alle famiglie, ai giovani e alle ragazze; L’area C comprende 15 distretti , ed il tour è adatto alle famiglie, alle coppie e alle ragazze; L’area D comprende solo D distretti, ed il tour è adatto alle famiglie, alle coppie e ai giovani; L’area E comprende 9 distretti , ed il tour è adatto alle coppie, ai giovani e alle ragazze; L’area F comprende 3 distretti, ed il tour è adatto alle famiglie.

Ricapitolando cari lettori:

Consiglio questo viaggio a persone giovani che vogliono imparare una cultura e una lingua assolutamente diverse e mai viste prima, persone che possano camminare molto e ammirare tutti i paesaggi. Sconsiglio questa località a persone più anziane che potrebbero trovarsi male, soprattutto con il cibo e le usanze, e persone che non hanno intenzione di spendere molto.

Ci vediamo la prossima settimana per andare alla scoperta di qualche altra meraviglia del mondo!

RJ MAGAZINE PAG. 26

Page 30: RJ Magazine - 3°Numero

Benvenuti al Suddi Gianni Caringi

Benvenuti al Sud è una commedia del 2010 diretta dal regista Luca Miniero, regista anche del sequel Benvenuti al Nord, il film è un remake della pellicola francese del 2008 Giù al Nord di Dany Boon. Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche a partire dal 1º ottobre 2010, dopo l'anteprima al Giffoni Film Festival, a Salerno, tenuto in luglio e, la proiezione integrale a Santa Maria di Castellabate (frazione di Castellabate) il 29 settembre a Villa Matarazzo, dove erano presenti il regista e gli attori Alessandro Siani, Nando Paone, Giacomo Rizzo, Nunzia Schiano e Valentina Lodovini. Benvenuti al Sud è stato dedicato ad Angelo Vassallo, sindaco cilentano assassinato per le sue battaglie per la legalità.

Trama Alberto Colombo direttore dell’ufficio postale di Usmate Valente in Brianza, si vede rigettare la domanda di trasferimento a Milano in quanto viene superato in graduatoria da un disabile. Si finge allora paralitico per arrivare al suo scopo. Scoperto l’inganno per punizione viene inviato a dirigere l’ufficio postale di Castellabate, in provincia di Salerno. Sarà un viaggio attraverso “il sud” e attraverso i pregiudizi che si hanno verso il Mezzogiorno Italiano.

RJ MAGAZINE PAG. 27

Page 31: RJ Magazine - 3°Numero

Commento al Film

La versione italiana ripercorre in larga parte la stessa trama e riproduce molti dei dialoghi dell'originale francese, specialmente per quanto riguarda la prima parte del film, prima cioè dell'arrivo nella destinazione forzata. Nella seconda parte, invece, molte situazioni sono state aggiunte, modificate o cambiate per renderle più aderenti agli stereotipi italiani. Possiamo quindi dire che il film riesce a descrivere in maniera accurata, e a volte anche eccedendo, il pensiero e il modo di vivere del Nord e del Sud Italia, andando quindi a confrontare queste due realtà mettendo in risalto soprattutto i pregiudizi che sono insiti in Alberto Colombo. L’uso degli stereotipi non è assolutamente un fattore negativo ma è utile per conseguire il fine appena citato ovvero quello di paragonare e mettere in risalto gli aspetti negativi di questi, appunto, stereotipi. Dal punto di vista comico siamo ad altissimi livelli grazie ad un Alessandro Siani e Claudio Bisio che creano una coppia comica davvero efficace, le scene recitate insieme sono le più divertenti di tutto il film. Il film è di facile comprensione anche se ci sono dialoghi in dialetto che potrebbero non essere capiti, tralasciando questo punto, il livello comunicativo è di grande qualità e chiarezza. Contenutisticamente parlando l’unico difetto che ho trovato nel film è stato il passaggio da una prima parte dal clima molto frivolo ad una parte finale che cerca di trovare un significato più profondo dell’amore, in particolare della storia d’amore di Alessandro Siani. Dal punto di vista tecnico la regia è molto accurata con delle inquadrature molto interessanti, la fotografia è ottima e ripropone fedelmente gli ambienti propri del Sud Italia. La colonna sonora firmata da Umberto Scipione amplifica l’aura di spensieratezza che è alla base del film.

Voto 8/10 Consigliato: Si

RJ MAGAZINE PAG. 28

Page 32: RJ Magazine - 3°Numero

Diobo' che Bello!di Marco Bonifacio

20 Gennaio Marco Simoncelli da Coriano nasceva 25 anni fa, come tutti voi sapete il 23 ottobre ha perso la vita in un terribile incidente.Lo sapete che l’inchiesta è stata archiviata come semplice incidente di percorso? Non entriamo in questi meriti, ma ricordiamo con il sorriso quello che era SuperPippo Simoncelli, grandissimo fan di Valentino Rossi e grandissimo rivale di Andrea Dovizioso. Intanto sono nate molte iniziative intorno al suo nome, la sera del 20 tutti i comici di Zelig hanno tenuto un spettacolo a Coriano in suo onore, Papà Paolo ha fondato un associazione Onlus dedicata a lui, già alla fine dell’anno il Misano World Circuit è stato dedicato al Sic. Tanto ricordo e tanto affetto per un ragazzo che tutti ricorderemo con affetto, come un amico, quello che ti fa appassionare per qualcosa che neanche conosci, un ragazzo amato da noi e odiato da altri, un ragazzo che è stato vanto del motociclismo e che incredibilmente anche se ha vinto un titolo mondiale verrà ricordato molto più del Dottor Rossi. Finchè il pensiero non muore, non si muore mai….

Auguri SuperSic ! RJ MAGAZINE PAG. 29

Page 33: RJ Magazine - 3°Numero
Page 34: RJ Magazine - 3°Numero

A tu per tu con

ANDREA PLATANIAdi Michele Spuri

Per questo numero di RJ magazine, abbiamo intervistato il redattore di Tuttonazionali.com Andrea Platania, ospite anche della trasmissione Sport Time.

Si sente molto parlare di giovani (ad esempio il pescara ne ha tanti), secondo te potrebbe uscire un grande giocatore dalla Serie B?

“E' vero si sentono tante di queste notizie, come hai detto tu il Pescara ha giocatori giovani, ma probabilmente solo due- tre vengono presi in considerazione, come Viviani, Camporese e Faraoni (ultimamente utilizzato da Ranieri). L’inter ogni anno fa uscire un giocatore: Balotelli, Santon, Destro e appunto Faraoni. Per quanto riguarda la serie B i più probabili sono quelli del Pescara, perché hanno un grande allenatore come Zeman, che capisce di calcio”.

Sappiamo che tu segui molto le nazionali giovanili, hai qualche giocatore da segnalare?

“Il 20 Gennaio sono uscite le convocazioni della nazionale Under 20 e Under 19, per la prima categoria (allenatore Di Biagio) c’è un giovane molto interessante Marco Verratti (Pescara), per gli Under 19 (allenatore Evani) ci sono tre portieri con più prospettiva: Leali, Pigliacelli e Piscitelli. Tra i difensori c’è Fornasier del Manchester United, tra i centrocampisti personalmente mi piacciono Vassallo (Palermo) e Verre (Roma)e nel reparto offensivo segnalo Beltrame (Juventus)”.

In casa Roma quest anno è cambiato qualcosa, con l’arrivo degli americani secondo te è cambiata mentalità nei tifosi della Roma?

“Sicuramente è cambiato qualcosa nella gestione, è la prima presidenza straniera in italia,

RJ MAGAZINE PAG. 31

Page 35: RJ Magazine - 3°Numero

potrebbe essere una cosa positiva per la mentalità italiana, loro hanno comprato per fare business sfruttando tutto per il guadagno, in base alle vittorie e ai trofei di una squadra. Sono contento che la Roma è stata la prima a fare questa rivoluzione, da tifoso italiano spero che accada in tutte le squadre , per avere un campionato più affascinante. Il campionato italiano è sceso dal terzo posto al settimo, quindi su questo punto di vista si dovrebbe cambiare in tutti i sensi”.

La Juventus è l’unica squadra in serie A ad avere uno stadio di proprietà, cosa ne pensi?

“Come per la domanda di prima sono contento di tutte queste innovazioni, lo stadio ha portato miglioramenti anche nel marketing societario, e dalla classifica anche i risultati gli danno ragione. Visto che uno stadio nuovo porta tifosi di conseguenza entusiasmo e quindi risultati. Anche società come Cagliari, Udinese, Roma, Lazio e Palermo stanno cercando di portare a termine dei progetti riguardanti lo Stadio, mi auguro che con il tempo tutte le squadre di Serie A, B e Lega pro abbiano uno stadio di proprietà stile Germania o Ighilterra.”

Secondo te chi vincerà lo scudetto?

“Quest'anno è un campionato stranissimo, non c’è una sola squadra, quindi non mi sbilancio e dico che fino al Napoli sono tutte pretendenti”.

Passiamo al mercato, ti aspetti grandi colpi per quello che rimane della sessione invernale?

“Sono convinto che Tevez andrà a Milano, e avrà il colore nero, ora bisogna vedere se accompagnato con il rosso (milan) o l’azzurro (inter), per il resto sarà un calciomercato spento e vedremo il 31 cosa succederà”.

Per concludere questa intervista, un tuo commento sulla “partita” tra De Rossi e la Roma?

“Continuo a pensare che De rossi rimarrà a Roma, non riesco a vederlo con una maglia diversa, e non sarà certo qualche milione a dividere Daniele dalla Roma, anche perchè sarebbe un darsi la zappa sui piedi da parte della società verso i tifosi”.

RJ MAGAZINE PAG. 32

Page 36: RJ Magazine - 3°Numero

TEVEZ VICINO AL PSG La Juventus tratta Freddy Guarin e Martin Caceres

di Francesco Spagnolo

CASO TEVEZ – Secondo indiscrezioni che giungono dall’Inghilterra l’ “Apache” avrebbe chiuso definitivamente le porte all’Inter ma non al PSG. Tevez avrebbe detto al Manchester City, che in Italia accetta solamente una destinazione, quella del Milan. Ma ci potrebbe essere un clamoroso ripensamento dell’attaccante argentino, e quindi rimanere fino a giugno alla corte dell’allenatore italiano Roberto Mancini.

GUARIN – La Juventus ha ufficialmente fatto un offerta per il centrocampista colombiano del Porto Freddy Guarin (25). L’offerta è di prestito oneroso di 2.5 milioni con diritto di riscatto di 8.5 milioni. Attualmente la valutazione che la squadra portoghese fa di questo giocatore è di 13 milioni, quindi la dirigenza torinese lavora con i procuratori del giocatori per avere uno sconto di 2 milioni. Sempre la società bianconera nel frattempo valuta altre piste come Angelo Palombo (30) della Sampdoria, Radja Nainggolan (23) del Cagliari (offerta intorno ai 15 milioni di euro) e Valon Berhami (26). E continuano le trattative anche con il Siviglia per il difensore uruguagio Martin Caceres (24). Ricordando che sia Guarin che Caceres sono extra-comunitari quindi ne potrà arrivare solo uno.

ALTRE TRATTATIVE – La Fiorentina sembra molto vicina al centrocampista della Sampdoria Angelo Palombo (30) e tratta anche con il Cesena il centrocampista Antonio Candreva (24), seguito anche dal Napoli. Nelle prossime ore verrà ufficializzato il passaggio in prestito dalla Juventus alla Fiorentina dell’attaccante italo – brasiliano Amauri (31). Il Cagliari ha chiesto alla

RJ MAGAZINE PAG. 33

Page 37: RJ Magazine - 3°Numero

Sampdoria l’attaccante Nicola Pozzi (25). Il Cesena ed il Chievo Verona trattano il centrocampista della Juve Stabia Riccardo Cazzola (26). La Roma continua a pensare al difensore della Juventus Paolo De Ceglie (25). Il Palermo sull’attaccante napoletano dell’Udinese Antonio Floro Flores (26). Il Novara continua ad essere attivo sul mercato e tratta con l’Inter il prestito del giovane difensore brasiliano Juan Jesus (19) e anche Fabio Grosso (33) con la Juventus. Mentre il Parma sempre con la squadra neroazzurra tratta il giocatore McDonald Mariga (24), attualmente in prestito al Real Sociedad, ma di proprietà della squadra milanese. Il Bologna è vicinissimo al difensore del Barcellona B Marti Rivelora (20). Su di lui c’era anche un interesse molto forte del Napoli. Il difensore spagnolo dovrebbe firmare un quadriennale con la società bolognese. Si prospetta un duello tra Siena e Cesena per l’attaccante della Juventus Luca Toni (33). Ma la società romagnola valuta anche l’attaccante del Parma Graziano Pellè (26). Il Cagliari è molto vicino al centrocampista della Reggina Giuseppe Rizzo (20)

UFFICIALITA’ - Il Novara cede l’attaccante Riccardo Meggiorini al Torino. Torna al Milan il centrocampista tedesco del Genoa Alexander Merkel (19). Il Bologna prende dalla Juventus in comproprietà il difensore Frederik Sorensen (19), e cede sempre con la stessa formula alla squadra bianconera Saphir Taider (18), che resterà in Emilia fino al termine della stagione. Il Lecce ha ceduto al Milan il difensore Djamel Mesbah (27). Il Palermo ha acquistato dal Bari il centrocampista Massimo Donati (30). Il Genoa ha ufficializzato il ritorno in maglia rossoblu dell’attaccante della Lazio Giuseppe Sculli (30). La Atalanta prende in prestito sempre dalla squadra di Lotito il difensore Guglielmo Stendardo (30). Il Parma ha ceduto all’Empoli in serie B il centrocampista brasiliano Zè Eduardo (20).

RJ MAGAZINE PAG. 34

Page 38: RJ Magazine - 3°Numero

TESTimeSei tecnologia-dipendente?

di Va lentina Santopietro

1 Vai a un concerto:

a. Canto a più non posso b. Registro tutto con la mia nuova videocamera !

c. Registro l’audio del concerto

2 Non vedi i tuoi amici da molto tempo: a. Facciamo una rimpatriata in allegria

b. Passiamo il tempo a farci foto da tenere come ricordo

c. Passiamo la giornata a casa con un sottofondo musicale

3 E’ la festa del tuo compleanno: a. Grande torta e tanto divertimento b. Proietterò un filmino per ricordare gli anni passati c. Mi faccio regalare il nuovo ipod

4 Vuoi comprare un buon libro:a. Ti fai consigliare da un tuo amico

b. Comprerò un ebook per il mio lettore multimedialec. Leggerò degli estratti su internet prima, per vedere se mi piace

5 Devi studiare: a. Prendo il libro e gli appunti b. Domani copierò con il mio iphone! c. Faccio una ricerca su wikipedia

RJ MAGAZINE PAG. 35

Page 39: RJ Magazine - 3°Numero

Maggioranza di risposte ...

ANon sei affatto un patito della tecnologia. Ritieni che le cose semplici possano essere fatte anche a meno, senza l’ausilio di oggetti elettronici, e a volte è anche più divertente. Ricorda però che a volte è indispensabile approfittare della tecnologia che abbiamo, comunque si apprezza il tuo voler mantenere vivo il ricordo della bellezza della semplicità.

B La tecnologia per te è fondamentale. Non sapresti mai stare senza il tuo telefonino (l’ultimo sul mercato) o il tuo computer. Ritieni che le nuove tecnologie integrino la vita quotidiana in maniera più adatta rispetto alle cose più antiche. Mi raccomando non scordare mai come siamo arrivati qui, a volte la semplicità è la cosa più bella.

CSei una persona equilibrata. Capisci che la tecnologia è importante ma non indispensabile in tutti i casi. Sai dosare le opportunità in cui ricorrere ai vecchi metodi o rifugiarsi nei nuovi. Bravo, continua così e diffondi il tuo esempio: in tutte le cose ci vuole un equilibrio.

RJ MAGAZINE PAG. 36

Page 40: RJ Magazine - 3°Numero