inchiostro fresco - giugno 2016

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All’interno All’interno Questione Terzo Valico a Novi Ligure: da pag. 18 a pag. 19 articoli e interviste a firma di Marta Calcagno, Federico Cabella e Mattia Nesto Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz) www.inchiostrofresco.it - [email protected] - Tel. 0143/46.569 Distribuito gratuitamente La voce dell’Oltregiogo La voce dell’Oltregiogo ANNO XXXI / N. 5 - GIUGNO 2016 Fondato nel 1985 Fondato nel 1985 OVADA Il “Borgo” di Ovada torna a rifiorire di Luisa Russo - pag. 3 SPECIALE URBE Servizi sulla festa di San Pietro – pag. 8-9 RONDINARIA Tornano gli Alpini a Capriata d’Orba di Mattia Nesto – pag. 13 NUOVA LIBARNA Focus sulla medicina a Novi Ligure di Marta Calcagno – pag. 21 VALLE SCRIVIA Busalla: nuova vita per Villa Borzino di Fabio Mazzari pag. 27 SPORT Tutto sul calcio nell’Oltregiogo di Fausto Piombo – pag. 30 Le feste di fine Anno Scolastico in compagnia degli alunni dell’Oltregiogo: speciale inchiostrino nelle pagine centrali Le feste di fine Anno Scolastico in compagnia degli alunni dell’Oltregiogo: speciale inchiostrino nelle pagine centrali I nostri filmati su: www.inchiostrofresco.it Il trenino delle tre valli Il trenino delle tre valli Sabato 21 maggio riaperta ufficialmente la Ferrovia Genova-Casella O ltre tre anni di attesa, un tem- po lunghissimo che, solo qual- che mese fa aveva fatto perde- re le speranze anche ai più fiduciosi, ma, alla fine, la storica ferrovia Geno- va-Casella, per tutti il “trenino”, è tor- nata a far sentire lo sferragliare delle ruote sulle rotaie. Sabato 21 maggio, alle ore 10,26 per l’esattezza, dalla stazione di partenza di Piazza Manin a Genova con il fischio del capotreno, la “Signora in Rosso” (come recita il manifesto di AMT) è ripartita alla vol- ta di Casella, con una corsa speciale riservata alle autorità politiche e am- ministrative e ai dirigenti di AMT Ge- nova. Per la prima corsa il mezzo scel- to non poteva non essere la carrozza rossa, classe 1923 (venne acquistata dalla ferrovia Domodossola-Locarno) utilizzata solo nelle occasioni specia- li come treno storico. A trainarla il locomotore elettrico “Carminati e Toselli”, di un anno più giovane della carrozza, che venne acquistato dalla ferrovia Sangritana, che collega le lo- calità abruzzesi di San Vito Chietino e Castel di Sangro. Grande entusiasmo, già dal primo mattino, da parte di ap- passionati di mezzi di locomozione, semplici curiosi e cittadini genovesi ansiosi di veder finalmente ripartire uno dei tesori, per la verità troppo poco valorizzati, di Genova e del suo immediato entroterra. Già dalle otto e mezza del mattino nella scalinata che sovrasta la piazza dedicata al patriota veneziano Daniele Manin, in una delle zone più signorili del capoluogo ligu- re, i primi curiosi, armati di macchine fotografiche e videocamere, cercava- no di immortalare le manovre delle carrozze. La folla di genovesi accorsi si è via via assiepata non solo attor- no ai cancelli della stazione (dove si poteva entrare solo tramite inviti o con biglietti già andati esauriti da di- versi giorni) ma soprattutto lungo la salita San Bernardo, presso il Castello McKenzie, che offre una splendida vi- suale sull’intero capolinea ferroviario. Numerose ovviamente le autorità pre- senti all’inaugurazione, in rappresen- tanza della Regione Liguria si sono visti il presidente Giovanni Toti, l’as- sessore Gianni Berrino ed Edoardo Rixi e il consigliere Luca Pastorino, per la Città Metropolitana di Genova l’assessore delegato Enrico Pignone, per il Comune di Genova l’assessore Anna Dagnino e i consiglieri Giampa- olo Malatesta e Alfonso Gioia, i sin- daci di Sant’Olcese, Armando Sanna con l’assessore Simona Lottici e di Serra Riccò, Rosario Amico, nonché il presidente di AMT Genova, Livio Ravera con l’amministratore delegato Paolo Cervetti. Il viaggio inaugurale della rinata “Genova-Casella” è sta- to preceduto dalle note della banda della Filarmonica Sestrese che si è esibita lungo i binari del capolinea di Manin. Il treno “speciale” delle 10,26 è partito alla volta di Casella, fermandosi nelle diverse stazioni del Comune di Sant’Olcese, dove è stato accolto con festeggiamenti ed entusiasmo da parte del pubblico presente. Inoltre ai viaggiatori sono stati offerti assaggi dei prodotti tipici della zona. La seconda corsa è partita dopo le 11,30, per tutti i fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi i biglietti nelle rivendite AMT, questa volta con l’ordinaria carrozza blu della Breda del 1980 trainata dall’elettromotrice Carminati & Toselli” del 1957. In occasione della riapertura, sia car- rozze che locomotori, nonché le di- verse stazioni sono state ridipinte a nuovo. Il presidente di AMT Genova ha dichiarato alla stampa che il “tre- nino” di Casella diventerà un grande volano per la promozione turistica delle tre vallate attraversate: Bisa- gno, Polcevera e Scrivia, in modo da far conoscere a chi visita Genova e la Riviera Ligure anche il suo entroter- ra con le sue bellezze paesaggistiche e storiche. Fabio Mazzari Alpini e trenini Alpini e trenini I lavori di ripristino della “Genova-Casella” sono andati a rilento, anche per via della scarsità di fondi; ma la riapertura della linea è sicuramente una buona notizia. Il cosiddetto trenino (ma qualcuno, con buone ragioni, sostiene che non bisogna chiamarlo “trenino” perché è un treno vero) ha una doppia valenza: utilità per il pendolarismo locale e attrazione turistica, anche per la spettacolarità del suo percorso. Le nuove carrozze di colore rosso vivo ricordano un po’ il famoso trenino del Bernina. E che le ferrovie locali sia- no molto adatte agli eventi sociali e turistici, si è visto anche recentemente, con il Raduno nazionale degli Alpini ad Asti. Decine di treni speciali hanno consentito a molti partecipanti alla manifestazione e turisti di raggiungere la città, dove non erano più disponibili parcheggi per l’enorme afflusso di visita- tori (quasi mezzo milione in una città di 70.000 abitanti), dai centri vicini del Piemonte. Anche la bistrattata linea di Acqui Terme (nei cui alberghi alloggia- vano anche molti turisti che non avevano trovato posto ad Asti) ha visto de- cine di treni speciali; persino in orario notturno, cosa mai accaduta per quella linea. La sinergia tra ferrovie e turismo andrebbe più spesso considerata. Stefano Rivara Rossiglione Rossiglione Acqui Terme Acqui Terme Voltaggio Voltaggio Busalla Busalla

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Page 1: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

All’internoAll’interno

Questione Terzo Valico a Novi Ligure: da pag. 18 a pag. 19 articoli e interviste a fi rma di Marta Calcagno, Federico Cabella e Mattia Nesto

Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)

www.inchiostrofresco.it - [email protected] - Tel. 0143/46.569 Distribuito gratuitamente

La voce dell’OltregiogoLa voce dell’Oltregiogo ANNO XXXI / N. 5 - GIUGNO 2016

Fondato nel 1985Fondato nel 1985

OVADAIl “Borgo” di Ovada

torna a rifi orire di Luisa Russo - pag. 3

SPECIALE URBEServizi sulla festa

di San Pietro – pag. 8-9

RONDINARIATornano gli Alpinia Capriata d’Orba

di Mattia Nesto – pag. 13

NUOVA LIBARNAFocus sulla medicina

a Novi Ligure di Marta Calcagno – pag. 21

VALLE SCRIVIABusalla: nuova vita

per Villa Borzinodi Fabio Mazzari – pag. 27

SPORTTutto sul calcionell’Oltregiogo

di Fausto Piombo – pag. 30

Le feste di fi ne Anno Scolastico in compagnia degli alunni dell’Oltregiogo: speciale inchiostrino nelle pagine centrali Le feste di fi ne Anno Scolastico in compagnia degli alunni dell’Oltregiogo: speciale inchiostrino nelle pagine centrali

I nostri fi lmati su:www.inchiostrofresco.it

Il trenino delle tre valliIl trenino delle tre valliSabato 21 maggio riaperta uffi cialmente la Ferrovia Genova-Casella

Oltre tre anni di attesa, un tem-po lunghissimo che, solo qual-che mese fa aveva fatto perde-

re le speranze anche ai più fi duciosi, ma, alla fi ne, la storica ferrovia Geno-va-Casella, per tutti il “trenino”, è tor-nata a far sentire lo sferragliare delle ruote sulle rotaie. Sabato 21 maggio, alle ore 10,26 per l’esattezza, dalla stazione di partenza di Piazza Manin a Genova con il fi schio del capotreno, la “Signora in Rosso” (come recita il manifesto di AMT) è ripartita alla vol-ta di Casella, con una corsa speciale riservata alle autorità politiche e am-ministrative e ai dirigenti di AMT Ge-nova. Per la prima corsa il mezzo scel-to non poteva non essere la carrozza rossa, classe 1923 (venne acquistata dalla ferrovia Domodossola-Locarno) utilizzata solo nelle occasioni specia-li come treno storico. A trainarla il locomotore elettrico “Carminati e Toselli”, di un anno più giovane della carrozza, che venne acquistato dalla ferrovia Sangritana, che collega le lo-calità abruzzesi di San Vito Chietino e Castel di Sangro. Grande entusiasmo, già dal primo mattino, da parte di ap-passionati di mezzi di locomozione, semplici curiosi e cittadini genovesi ansiosi di veder fi nalmente ripartire uno dei tesori, per la verità troppo poco valorizzati, di Genova e del suo immediato entroterra. Già dalle otto e mezza del mattino nella scalinata che sovrasta la piazza dedicata al patriota veneziano Daniele Manin, in una delle zone più signorili del capoluogo ligu-re, i primi curiosi, armati di macchine

fotografi che e videocamere, cercava-no di immortalare le manovre delle carrozze. La folla di genovesi accorsi si è via via assiepata non solo attor-no ai cancelli della stazione (dove si poteva entrare solo tramite inviti o con biglietti già andati esauriti da di-versi giorni) ma soprattutto lungo la salita San Bernardo, presso il Castello McKenzie, che offre una splendida vi-suale sull’intero capolinea ferroviario. Numerose ovviamente le autorità pre-senti all’inaugurazione, in rappresen-tanza della Regione Liguria si sono visti il presidente Giovanni Toti, l’as-sessore Gianni Berrino ed Edoardo Rixi e il consigliere Luca Pastorino, per la Città Metropolitana di Genova l’assessore delegato Enrico Pignone, per il Comune di Genova l’assessore Anna Dagnino e i consiglieri Giampa-olo Malatesta e Alfonso Gioia, i sin-

daci di Sant’Olcese, Armando Sanna con l’assessore Simona Lottici e di Serra Riccò, Rosario Amico, nonché il presidente di AMT Genova, Livio Ravera con l’amministratore delegato Paolo Cervetti. Il viaggio inaugurale della rinata “Genova-Casella” è sta-to preceduto dalle note della banda della Filarmonica Sestrese che si è esibita lungo i binari del capolinea di Manin. Il treno “speciale” delle 10,26 è partito alla volta di Casella, fermandosi nelle diverse stazioni del Comune di Sant’Olcese, dove è stato accolto con festeggiamenti ed entusiasmo da parte del pubblico presente. Inoltre ai viaggiatori sono stati offerti assaggi dei prodotti tipici della zona. La seconda corsa è partita dopo le 11,30, per tutti i fortunati che sono riusciti ad accaparrarsi i biglietti nelle rivendite AMT, questa volta con l’ordinaria carrozza blu della Breda del 1980 trainata dall’elettromotrice “Carminati & Toselli” del 1957. In occasione della riapertura, sia car-rozze che locomotori, nonché le di-verse stazioni sono state ridipinte a nuovo. Il presidente di AMT Genova ha dichiarato alla stampa che il “tre-nino” di Casella diventerà un grande volano per la promozione turistica delle tre vallate attraversate: Bisa-gno, Polcevera e Scrivia, in modo da far conoscere a chi visita Genova e la Riviera Ligure anche il suo entroter-ra con le sue bellezze paesaggistiche e storiche.

Fabio Mazzari

Alpini e treniniAlpini e trenini

I lavori di ripristino della “Genova-Casella” sono andati a rilento, anche per via della scarsità di fondi; ma la riapertura della linea è sicuramente

una buona notizia. Il cosiddetto trenino (ma qualcuno, con buone ragioni, sostiene che non bisogna chiamarlo “trenino” perché è un treno vero) ha una doppia valenza: utilità per il pendolarismo locale e attrazione turistica, anche per la spettacolarità del suo percorso. Le nuove carrozze di colore rosso vivo ricordano un po’ il famoso trenino del Bernina. E che le ferrovie locali sia-no molto adatte agli eventi sociali e turistici, si è visto anche recentemente, con il Raduno nazionale degli Alpini ad Asti. Decine di treni speciali hanno consentito a molti partecipanti alla manifestazione e turisti di raggiungere la città, dove non erano più disponibili parcheggi per l’enorme affl usso di visita-tori (quasi mezzo milione in una città di 70.000 abitanti), dai centri vicini del Piemonte. Anche la bistrattata linea di Acqui Terme (nei cui alberghi alloggia-vano anche molti turisti che non avevano trovato posto ad Asti) ha visto de-cine di treni speciali; persino in orario notturno, cosa mai accaduta per quella linea. La sinergia tra ferrovie e turismo andrebbe più spesso considerata.

Stefano Rivara

RossiglioneRossiglione Acqui TermeAcqui TermeVoltaggioVoltaggio BusallaBusalla

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2 l’inchiostro frescoGiugno 2016 Pagina a cura di Claudio Cheirasco

La Mitica ciclostorica di Serse e Fausto CoppiLa Mitica ciclostorica di Serse e Fausto CoppiIl tortonese su due ruote è ancora più bello da vivere: dalla memoria del Campionissimo verso il futuroNel giugno 2012 l’Associazione

“Colli di Coppi” di Tortona, in collaborazione con l’Am-

ministrazione Comunale di Castel-lania, ha voluto celebrare e onorare Fausto Coppi con la rievocazione della sua prima gara uffi ciale dispu-tata il primo luglio 1937, all’età di 18 anni, lungo un percorso organizzato dal podestà di Castellania con par-tenza ed arrivo a Castellania, in località Boffalora oggi “Passo Cop-pi”. Su quelle stesse strade si corre LaMitica che rende omaggio anche a Serse, l’amato fratello di Fausto, mor-to il 29 giugno 1951 a Torino a soli 28 anni in seguito ad una terribile cadu-ta nel Giro del Piemonte. Il nome “La Mitica” è stato scelto per onorare un mito delle due ruote, Fausto Coppi e per sostenere e mantenere tutti i valori della storia della bicicletta e il forte legame che questo sport ha con il nostro territorio. Lo scopo di que-sta manifestazione è di far conoscere e apprezzare la bellezza di luoghi in-contaminati e la qualità dei prodotti eno-gastronomici di un territorio che, se attraversato con armonia e in modo “slow”, lento, in sella ad una bicicletta d’epoca, restituisce grandi e indimenticabili emozioni.

Lo scenario de La MiticaLe colline del tortonese sono un in-sieme di bellezze naturali, di grandi tradizioni storiche e culturali e, non meno importanti, di sapori unici e tipici, dal salame agli agnolotti, dalla fragolina di Tortona alle pesche di Volpedo, dai baci di dama di Torto-na ai particolari vini. La Mitica, par-tendo da Castellania con le sue due splendide torri millenarie in località Sant’Alosio attraversa i Colli di Coppi in un susseguirsi di strade comunali o interpoderali, dette anche “mute” per via dell’assenza di traffi co, e af-fascinanti strade bianche come “la Rampina”, toccando antichi borghi e luoghi ricchi di storia e cultura. Giuseppe Pellizza da Volpedo, San Luigi Orione, Lorenzo Perosi, Serse e Fausto Coppi sono popo-lari in tutto il mondo, ma molti altri nomi di illustri ciclisti riaffi orano nel-le memoria collettiva di queste dolci terre: Giovanni Cuniolo, la prima maglia tricolore vinta nel 1906 alla prima edizione del campionato ita-liano; Luigi Malabrocca, la mitica maglia nera dei giri d’Italia del ‘46 e

Il territorio che si trova tra Tortona e Novi Ligure, con al suo centro Castellania ha dato i natali a campioni del Ciclismo

leggendario (Cuniolo, Girardengo, i fratelli Coppi , Malabroc-ca). Consci di questo valore immateriale del nostro territo-rio, un gruppo ristretto di amici, con diverse esperienze e professionalità (dall’architettura e pianifi cazione territoriale alla comunicazione, dallo sport all’arte) ha promosso l’even-to, datato 8 ottobre 2011 ed intitolato “Il territorio della Bici, la bici nel territorio”. Visto il successo dell’iniziativa, nel 2012 è nata la APS Colli di Coppi con lo scopo di “at-tivare processi di sviluppo territoriale nel rafforzamento dell’identità locale, tramite attività sportive, culturali e di pianifi cazione del territorio, progetti di animazione territoriale tra cui una manifestazione cicloturistica nel nome di Fausto e Serse Coppi - La Mitica – da tenersi nei territori di Castellania e comuni limitrofi ”. Appare subito molto chiaro che ci si deve muovere su due fronti distinti ma sinergici: uno prettamente pianifi catorio-territoriale e l’atro sportivo-culturale (LaMitica) che serva da catalizzatore di tutto il processo. Sul primo fronte il Comitato organizza sva-riate riunioni e tavole rotonde con gli amministratori locali

con i quali si è esaminato (ad esempio il fenomeno delle “ci-clostoriche” e dei ritorni benefi ci sul territorio; le “Eurovelo” (le “autostrade ciclabili” europee); il progetto VENTO; la strategia della Liguria che ha trasformato tratti della ferrovia in piste ciclabili ed il fenomeno della “land art” (arte nel pae-saggio). Tutto questo lavoro ha portato, il 25 giugno 2013, 26 Comuni a sottoscrivere a Castellania il “Protocollo d’intesa”. I Comuni sottoscrittori del Protocollo sono: Castellania, Avo-lasca, Berzano di Tortona, Borghetto di Borbera, Carbonara Scrivia, Carezzano, Casalnoceto, Cassano Spinola, Cerreto Grue, Costa Vescovato, Garbagna, Gavazzana, Montegioco, Novi Ligure, Paderna, Pontecurone, San Sebastiano Curone, Sant’Agata Fossili, Sardigliano, Sarezzano, Spineto Scrivia, Stazzano, Tortona, Vignole Borbera, Villalvernia e Villaro-magnano. Tra gli obiettivi dichiarati: sviluppo di una rete di percorsi cicloturistici; realizzazione di una specifi ca segnale-tica dedicata; promozione della rete di itinerari cicloturisti-ci tramite mass media; realizzazione di eventi, e quant’altro ritenuto opportuno. Una volta siglato il Protocollo ed orga-nizzato nel Febbraio del 2014 a Castellania un “World Cafè” incentrato su quattro tavoli-argomenti: cultura e paesaggio,

ricettività, sport e turismo attivo, movimenti slow, occorreva fare un passo ulteriore. A questo scopo i Colli di Coppi il 28 febbraio 2015 organizzano un grande evento, a Tortona, per presentare e consolidare il lavoro compiuto. Alla presenza di numerosi amministratori locali e nazionali, di sportivi e imprenditori locali e di un folto pubblico, il Comitato ha illu-strato i passi e le analisi svolte mettendo, di fatto, in evidenza alcuni punti chiave:

• Il territorio deve dotarsi di un nome-brand che li renda rico-noscibile a livello nazionale ed internazionale e quale nome migliore de “Il Parco del Ciclismo dei Colli di Coppi”;

• I Comuni aderenti al Protocollo, assieme a tutte le ammi-nistrazioni non ancora aderenti e i vari attori economici e sociali devono convergere in un unico sfaccettato progetto, ognuno facendo la propria parte come le tessere di un puzzle;

• Vanno messe in campo azioni e microazioni che partono da sfere diverse ed orientate ad un unico fi ne: attrarre turismo responsabile e compatibile coi luoghi.

Dario Canciani

Il Parco del Ciclismo dei Colli di CoppiIl Parco del Ciclismo dei Colli di Coppi

‘47 e un infi nito elenco di nomi semi-sconosciuti ma ricchi di affascinanti storie e avventure vissute sulle due ruote. La Mitica attraversa anche la città che è stata defi nita “l’università del ciclismo”, Novi Ligure, la citta-dina del basso Piemonte che, con il suo Museo dei Campionissimi, ha reso omaggio a Fausto Coppi e Co-stante Girardengo, i due leggendari campionissimi, e a tanti protagonisti meno noti del ciclismo eroico, a par-tire dagli angeli custodi di Fausto, Ettore Milano e Sandrino Carrea senza dimenticare la mitica squadra della SIOF di Pozzolo e il leggenda-rio massaggiatore, scopritore di Fau-sto Coppi, Biagio Cavanna.

I colori de La MiticaLe colorate magliette di lana con le effi gi di Bianchi, Legnano, Mai-no, Carpano, Fiorelli, le borracce di latta coi tappi di sughero, i tubolari incrociati a tracolla, gli occhialoni, i tascapane in tela, i caschetti di cuoio rappresentano la coreografi a fi nale di uno spettacolo che inizia il venerdì pomeriggio con il coinvolgimen-to di entusiasti bambini e bambine

provenienti dalle vicine scuole di ciclismo. Un’allegra brigata di vario-pinte biciclette che, tra le stradine dell’antico borgo di Castellania, rivi-ve le emozioni del piccolo Fausto alle prese con la sua prima biciclettina da corsa regalata dallo zio. Farinata e pizza per tutti prima dello spettaco-lo dell’antica tradizione di burattini che conclude la prima giornata del ricco calendario de La Mitica. Saba-to 25 giugno 2016 le vie del borgo si colorano con le bancarelle del va-riegato mercatino dei collezionisti di vecchie biciclette, pezzi di ricambio, abbigliamento ciclistico d’epoca e dei prodotti tipici della zona: formaggi, salumi, vini di alta qualità a intratte-nere l’arrivo dei numerosi visitatori e dei ciclo storici provenienti da ogni parte d’Italia. La serata del sabato si ammanta del fascino dell’attesa con la “Cena dei Campioni” presso la Residenza Il Borgo di Castellania (prenotazioni al n. 345 9543206). Clou della serata la premiazione dei primi tre classifi cati nel Giro d’Italia di 50 anni prima. Quest’anno i protagonisti sono Gianni Motta ed Italo Zilio-li (primo e secondo - terzo Jacques

Anquetil - al Giro d’Italia del 1966). Domenica 26 giugno 2016 il tripu-dio dei colori delle storiche magliette di lana invade fi n dal mattino l’intero borgo di Castellania, lasciando al bianco-celeste delle mitiche Bian-chi il privilegio di aprire il lungo e sferragliante corteo. Tre percorsi previsti: il Percorso Corto di 53 km, il Percorso Medio di 70 km e il Percorso Lungo di 88 km. Tutti e tre i percorsi andranno subito a Vol-pedo, passeranno da Tortona dove saranno accolti da “Tortona retrò bellezze in bicicletta” e rientre-ranno a Castellania imboccando “la Rampina” a Villaromagnano. L’edizione 2016 de La Mitica, in pro-gramma il 25-26 Giugno 2016 con partenza e arrivo a Castellania, è anche VII tappa del Giro d’Italia d’E-poca e II prova del BREVETTO DEI CAMPIONISSIMI - Ciclostoriche del Nord Ovest.Dalle 12,30 in poi Agnolotto Par-ty per i partecipanti a La MITICA e a seguire le premiazioni con ricchi premi anche ad estrazione.

Pietro Cordelli

Page 3: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

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Addio alla passerella che collegava GnocchettoAddio alla passerella che collegava GnocchettoLa storia della vicenda che ha portato ad una conclusione negativa; la proposta del Sindaco di Belforte Monferrato

Si conclude negativamente la vicenda della passarella pedo-nale sul torrente Stura che si

doveva costruire dopo che, nel 2013, era stato abbattuto il ponte che col-legava le due parti di Gnocchetto. Considerando che, come minimo dal 1885, era sempre esistita una via di comunicazione diretta tra le due frazioni Gnocchetto d’Ovada e San-to Criste di Belforte, gli abitanti della zona avevano chiesto ai due Comu-ni di verifi care la possibilità di edi-fi care una passerella. Nel 2013, una prima risposta negativa dei Comuni ipotizzava un costo di trecentomila euro, poi l’Ing. Eugenio Boccaccio si era offerto per costruire la struttura con una proposta presentata ai Sin-daci Lantero e Ravera che l’avevano valutata positivamente. Essa preve-deva una passerella in acciaio zinca-to, lunga 61 metri, con due campate, pilastro centrale e larghezza di 2.50 metri. Il costo era stato indicato in centomila euro più IVA: Boccaccio aveva poi previsto un “bonus” di trentamila euro sui lavori relativi alle fondazioni, facendo scendere il costo complessivo a settantamila Euro più IVA, cifra che sarebbe stata divisa a metà fra i due Comuni. Si trattava di un’offerta molto gene-rosa, in quanto l’Ingegnere offriva prestazioni gratuite per la richiesta delle autorizzazioni, il progetto, la direzione dei lavori e il collaudo. Gli abitanti della frazione invece avreb-bero dovuto costituire un Consorzio che avrebbe realizzato la struttura; trattandosi di un’opera realizzata sopra un fi ume (bene demaniale), la sua proprietà sarebbe poi passata dal Consorzio ai due Comuni. I citta-dini avevano già raccolto i fondi ne-cessari alla costituzione del Consor-zio e per defi nire gli aspetti tecnici, il 6 maggio dello scorso anno, si era

svolta una riunione in Municipio ad Ovada, con i due Sindaci, l’Ing. Boc-caccio ed alcuni abitanti della fra-zione. Purtroppo in tale sede, l’Ing. Boccaccio, senza alcun preavviso, dichiarava che le ditte interessate (di cui non è stata resa nota l’iden-tità), non potevano più praticare lo sconto di trentamila euro ed il costo della passerella risaliva a centomila euro + IVA, cifra della quale i Comu-ni non potevano farsi carico. Di fron-te a tutto ciò alcuni cittadini hanno deciso di rivolgersi ad alcune ditte (una della provincia di Alessandria e una di Cuneo) per verifi care i costi effettivi della passerella e del pilone centrale. I due preventivi pervenuti indicano un costo, comprensivo

Il “Borgo” di Ovada ritorna alla ribaltaIl “Borgo” di Ovada ritorna alla ribaltaNumerosi gli eventi che renderanno ricca l’estate nello storico quartiere della città

Il rinomato e popoloso rione del “Borgo” di Ovada che porta dietro di sé un’importante pagina di storia locale, ritorna alla ribalta grazie alle ini-ziative di alcuni volontari e dell’Associazione Ovada in Sport. Da oltre un

mese è stata ripulita l’aiuola di Piazza Nervi, piantati i fi ori e sistemata con pietre la scritta della località ben visibile per chi arriva dalle Cappellette o per chi prosegue verso Rocca Grimalda. Per Ovada in Sport non si tratta però del primo intervento nel Borgo in quanto nel periodo natalizio è stata fatta un’iniziativa rivolta ai più piccoli con la casetta di Babbo Natale e nell’occa-sione è stata rimessa a nuovo la parte iniziale di viale Rebora con la pulizia e la stesura di ghiaia. Inoltre si è provveduto anche al taglio dell’erba nel cam-po sportivo comunale di Sant’Evasio, il tutto, naturalmente, sempre a spese dell’Associazione Sportiva con interventi, indirizzati alla collettività. “Tutto è nato quasi per scherzo - afferma Vanda Vignolo, Vicepresidente del sodalizio sportivo - poi ci siamo lasciati trascinare dall’entusiasmo e non ci siamo più fermati. Il risultato è di fronte agli occhi di tutti e, devo dire, abbia-mo ricevuto tantissimi complimenti che ci hanno fatto piacere. L’aspetto positivo è che, mentre lavoravamo, diverse persone si fermavano e alcune di queste hanno anche fatto un’offerta per l’acquisto del materiale, segno evidente che il nostro intervento era apprezzato. Questi interventi, che pos-siamo defi nire indirizzati alla collettività, rientrano in una scelta sociale alla quale crediamo fortemente. Non a caso siamo anche organizzatori della “12 Ore” di Tamburello, manifestazione che consente di reperire fon-

di IVA, molto superiore ai 200.000 euro, somma molto lontana dai 70.000 ipotizzati dall’Ing. Boccaccio. I preventivi sono stati inviati ai due Sindaci, all’Assessore ai Lavori Pub-blici di Ovada, al Segretario Gene-rale del Comune di Ovada e all’Ing. Boccaccio. Però in base ai contatti intercorsi lo scorso anno fra la po-polazione della frazione e le due Am-ministrazioni Comunali, si ritiene che i due Comuni non possono farsi carico di una così ingente spesa. Gli abitanti della frazione sarebbero sta-ti disponibili ad autotassarsi per co-prire l’eccedenza di spesa e i due Co-muni avrebbero versato il loro con-tributo solamente a lavori ultimati, costringendo il Consorzio, costituito dagli abitanti, ad anticipare somme notevoli. Rimane il rimpianto per la scomparsa del vecchio ponte che poteva essere salvato, se durante gli anni, fosse stato sopposto ad un’op-portuna manutenzione. Documenti di archivio ci informano che intorno al 1885, Antonio Sciaccaluga, pro-prietario e fondatore del Cotonifi cio di Gnocchetto, aveva fatto costrui-re, la prima passerella pedonale per facilitare lo spostamento fra le due sponde del torrente... Purtroppo i tempi sono cambiati; tutto è diven-tato più complicato e non esistono più i “benefattori” di una volta. Al massimo si possono trovare perso-ne disposte ad alimentare confuse speranze. Il Sindaco di Belforte, da tempo, in alternativa alla passerel-la, ha proposto la costruzione di un lungo marciapiede sulla provinciale del Turchino, in modo da collegare il nucleo ovadese di Gnocchetto con il nuovo ponte sullo Stura.

Coordinamento iniziative Frazione Gnocchetto

di che devolviamo interamente all’associazione Vela”. Vanda Vignolo vuole però concludere con il ringraziamento ai protagonisti dell’impresa: “Sarebbe sbagliato citare una o più persone, il grazie va a tutti quanti si sono ado-perati alla sua buona riuscita”. Ma dopo l’aiuola un altro appuntamento si è svolto il 3 e 4 giugno con la festa nel Borgo presso un’area privata all’inizio di Viale Rebora ripulita per l’occasione ed adibita ad accogliere momenti di intrattenimento enogastronomico con piatti tipici quale polenta, salamini, braciole, patatine e buon vino oltre alla musica di Carlo Campostrini e il suo complesso. Non è però fi nita in quanto nel mese di agosto ritorna la Sagra delle Lasagne presso il Campo Sportivo San Evasio. Una vivacità di iniziative veramente ammirevole che oltre a far parlare di sé saprà portare sempre più persone in questo rione per la classica passeggiata a piedi che conduce per le colline dell’Ovadese e del buon vino. Ma non ci saranno solo queste mani-festazioni “al di là del ponte”. (l.r.)

Page 4: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

Direttori onorari: Rino Vaccaro e Luisa Russo

• Direttore responsabile: Federico Cabella• Sito a cura edizione online: Mattia Nesto

• Trattamento dati: Gian Battista CassuloPresidente: Ass. Club F.lli Rosselli

• Comitato di redazione:Massimo Calissano (Valle Stura, Val Leira) Luisa Russo (Ovada e Ovadese)Marta Calcagno (Rondinaria)Marisa Pessino (Nuova Libarna)Fabio Mazzari (Valle Scrivia)

• Rubriche:Stefano Rivara (La voce del binario)Davide Ferreri (l’Arca)Ester Matis (Esternando)Arnaldo Liguori e Matteo Clerici (contributi esterni e corrispondenze)• Sport: Enzo Prato • Grafi ca e impaginazione in proprio:a cura di Sara Ponta grafi [email protected]“l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998

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• Presidente e Legale rappresentante Gian Battista Cassulo• Consiglio Direttivo:Marta Calcagno, Massimo Calissano, Arnaldo Liguori, Fabio Mazzari• Collegio dei revisori dei Conti:Umberto Cecchetto, Alfonso Gatti, Renato Milano (soci storici e fondatori dell’Asso-ciazione nel 1985)

• Collegio dei Probi Viri:Domenico Bisio, Davide Ferreri, Federico Cabella (soci fondatori de “l’inchiostro fresco” voce di Rondinaria - 2005)

Club Fratelli Rosselli Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria al n° 226160 il 4/10/2005P. IVA e C.F. 02096520065

Pubblicità raccolta in proprio: geom.Umberto Cecchetto (328-60.87.969)Associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco”

4 l’inchiostro frescoGiugno 2016

L’Accademia Urbense ha brin-dato ai trent’anni della rivista “Urbs, silva et fl umen”. Al

riguardo scrive il Direttore edito-riale, l’Ing. Alessandro Laguzzi, nel più recente numero del periodico: “Nel settembre del 1986 compariva nelle edicole e giungeva ai soci del nostro sodalizio il primo numero di una rivista che si fregiava di un pomposo nome latino Urbs, silva et fl umen (16 pagine) e si segnalava nella veste grafi ca per essere stam-pata in blu scuro, idea che era stata mutuata da un’analoga pubblica-zione genovese dedicata a ricordare i cinquecento anni della nascita di Cristoforo Colombo. Ne erano auto-ri un gruppo di appassionati che si radunava attorno all’Accademia Urbense e si prefi ggeva di fornire una tribuna per far conoscere gli studi e le ricerche che venivano svolte sull’Ovadese, fornendo nel contempo l’occasione per rendere noti i documenti che nel corso degli anni si erano accumulati nell’ar-chivio del sodalizio. L’anno succes-sivo, 1987, i numeri pubblicati era-no quattro a 32 pagine, purtroppo unici e senza abbonamento postale, segno comunque di un interesse che spronava a continuare sulla strada

intrapresa. Nel frattempo giungeva la registrazione presso il tribunale e veniva varato il n. 1 dell’anno I°, sicché oggi siamo all’anno ventino-vesimo che, - prosegue il Direttore Laguzzi - come abbiamo visto, in re-altà è il trentesimo. I fascicoli pub-blicati entro il corrente anno rag-giungeranno i cento, per un totale di più di 5000 pagine distribuite in un migliaio di articoli che si sono occupati di archeologia, architettu-ra, storia, arte, dialetto, usi e costu-

mi, letteratura, storia della scienza, leggende, personaggi, ecc…sempre e comunque riferiti all’Ovadese sto-rico. Un bilancio che può conside-rarsi soddisfacente - ci dice Laguzzi - con alti e bassi, come succede in tutte le imprese ma che ha sempre mantenuto un livello dignitoso e che ha avuto i suoi picchi nel nu-meri che hanno affi ancato sia la mostra sul Risorgimento: “Viva l’I-tolia, lveve ra bretta” sia quella su: “L’Ovadese e la Grande Guerra. Do-

vremmo ora ringraziare tutti colo-ro che dietro le quinte hanno opera-to per raggiungere questi risultati, gli autori, gli sponsor, gli abbonati, e tanti che a vario titolo ci danno una mano…”” Le riviste, escluse quelle uscite nell’ultimo anno, si possono consultare e scaricare dal-la rete visitando il sito web: acca-demiaurbense.it nel quale fi gurano pure in gran parte le pubblicazioni.

Paolo Bavazzano

OVADA

Urbs: festeggiati i suoi trent’anniUrbs: festeggiati i suoi trent’anniL’Accademia Urbense rappresenta un punto di riferimento importante per Ovada

Un manufatto marmoreo si-stemato sulla facciata del

Comune di Belforte Monferrato ricorda gli illustri concittadini che diedero vita alla Croce Verde Ovadese. Quest’anno si ricorda una ricorrenza particolare in quanto 70 anni fa, la sera del 5 maggio 1946, venne uffi cialmen-te costituita una sezione della Croce Verde che non solo voleva sostenere l’iniziativa dei fondato-ri ovadesi ma portare assistenza sanitaria alla popolazione sparsa nel territorio del Comune. Ad Ovada erano appena trascorsi quattro mesi dalla fondazione della Croce Verde, ma a Belforte Monferrato la comunità animata da una profondo senso di riscat-to, sosteneva con tutte le forze disponibili un progetto di aiuto reciproco che non trovava eguali nell’immediato secondo dopo-guerra. Proporre un messaggio di solidarietà, nel 1946, non era di facile realizzazione: occorreva ri-costruire un Paese dilaniato dagli eventi bellici, esisteva l’impera-tivo di recuperare la produzione industriale ma vi era anche una necessità di superare le profonde divisioni politiche e sociali, rida-re dignità e fi ducia alle persone, ricostituire un nuovo modello di solidarietà che sostituisse la vio-lenza della guerra appena conclu-sa. Nella delegazione di Belforte fi guravano il Capo Sezione Dott. Alberto Briata (farmacista), Vice Capo Sezione Alberto Briata, Capo Squadra Angelo Bruzzone, Vice Capo Squadra Maggiorino Scarsi, Cassiere Giovanni Pesce. Nonostante i solleciti del Sinda-co di Belforte Michele Pesce, alla Sezione non venne mai asse-gnato un mezzo di soccorso e la barella a mano, dono della Croce Verde di Sestri Ponente, entrò in servizio attivo ad Ovada il 17 Agosto 1947 ed i militi di Belforte si recavano ad Ovada per svolge-re i primi servizi e garantire rego-lari turni. (l.r.)

Belforte: Belforte: targa alla targa alla

Croce VerdeCroce Verde

Cena con delitto per benefi cenzaIl Leo Club di Ovada ha organizzato a Predosa una serata molto particolare

Il ricavato della “cena con de-litto” organizzata dal Leo Club Ovada a Predosa è stato desti-

nato a fi nanziare la trascrizione in Braille di spartiti musicali per artisti non vedenti. Erano presen-ti alla serata Cristina Minerva, vi-cepresidente dell’Unione Italiana Ciechi Liguria, che ha commos-so nel suo saluto iniziale; Paolo Bolzani, Presidente dell’Unione Nazionale Ciechi sezione di Ales-sandria e il Maestro non veden-te Luciano Lanfranchi, pianista di fama mondiale che insegna all’Istituto per non vedenti Da-vid Chiossone Onlus di Genova.

Si tratta di un progetto nato dal trentennale rapporto di amicizia tra il socio genovese Maestro Ilario Cuoghi e il Maestro Lucia-no Lanfranchi, con l’obiettivo di avvicinare i non vedenti ad ele-menti culturali. Nell’anno sociale 2009-10 il distretto Lions 108 Ia2, Governatore Aldo Vaccarone, ha sponsorizzato il primo volume della collana per non vedenti ad opera del Lions Maestro Ilario Cuoghi (scultore, pittore, creato-re di gioielli e professore di Sto-ria dell’Arte), dal nome “Cultura in Braille - Appunti di Storia dell’Arte” con testi in Braille e 17

tavole in rilievo per non vedenti e testo e disegni in bianco e nero per ipovedenti. A seguire il Lions Massimo Ridolfi , appassionato di mare, ha scritto gli “Appunti di Storia della Marineria”, in 2 volumi, Braille e B/N, come il Lions Fiorenzo Rosa, autore di “Appunti di storia del trasporto su ruota”. Nel 2013, in occasione del duecentesimo anniversario della nascita di Giuseppe Verdi, il progetto si è spostato sul tema della musica, ed oggi anche il Leo Club di Ovada vuole sposare questa causa. “Tutte le iniziative – affermano i Leo - sono costru-

ite da giovani dell’Ovadese in collabo-razione con tanti amici e associazioni. Siamo convinti che il nostro ter-ritorio abbia bisogno di giovani impegnati nel settore del volon-tariato, che aiuta sicuramente anche alla formazione e alla crescita personale. Non a caso i nostri pilastri sono: Leader-ship - Experience - Opportunity. L’impegno del Leo Club di Ova-da è quello di raccogliere fondi e promuovere iniziative per fi ni

sociali ed è per tale motivo che abbiamo sempre bisogno di forze nuove”. Come ci ha con-fi dato alla Cena con Delitto il Maestro Lanfranchi: “Giovani non inginocchiatevi mai! La vita vi darà tanti calci nel se-dere… ma voi non arrendetevi mai!”

Luisa Russo

re

Da sinistra: Franco Pesce, Giacomo Gastaldo, Paolo Bavazzano, Alessandro Laguzzi, Enrico Ottonello Lomellini, Pier Giorgio Fassino

Ricordiamo che un abbonamento a Urbs costa € 25 all’anno e che coloro che intendessero sostenere l’attività, possono farlo sottoscrivendo il 5 per mille al seguente numero di riferimento: P.I. e C.F. 01294240062.

Il Centro per la Pace e la Nonvio-lenza “Rachel Corrie” di Ovada

con l’Associazione per la Pace di Alessandria aveva promosso lo scorso 25 settembre un concorso sul tema “Diversi da chi? Alla scoperta dell’altro per costruire un futuro senza muri” dedicato alle scuole dell’Infanzia, prima-rie e secondarie di primo grado dell’Ovadese. I partecipanti, dopo aver lavorato su un percorso di educazione alla pace e alla cittadi-nanza all’interno delle loro classi, hanno prodotto diversi elaborati sul tema in oggetto, in forma di disegni, testi in cartaceo, ipertesti e video. Questi i premiati:

• Lavori multimediali: Scuola dell’Infanzia di Molare; Scuola Primaria Damilano Ovada, 2°B; Scuola Secondaria di Primo Grado: Pertini Ovada, 3°E.

• Lavori in cartaceo: Scuola dell’Infanzia dell’Istituto S. Caterina Ovada; Scuola Primaria Giovanni Paolo II Ovada, 4°A/B; Scuola Secondaria di Primo Gra-do: pari merito classe 2°D Pertini e 1°A- 2° B Rivalta Bormida. (e.p.)

Diversi da chi?Diversi da chi?La premiazioneLa premiazione

Page 5: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

5l’inchiostro frescoGiugno 2016OVADA

Il “Centro anziani” in palcoscenicoIl “Centro anziani” in palcoscenicoGiovedì 19 maggio gran galà al Cinema Splendor di Ovada

Un’artista completaUn’artista completaOvada: Marina Vignolo si presenta ai lettori dell’inchiostro fresco

In un tiepido pomeriggio di primavera, ho incontrato una persona, che può essere defi -

nita un’artista completa, Marina Vignolo, in arte MaVì. Lei ha mol-te doti, scrive poesie, racconti per bambini, dipinge e quando le rimane un po’ di tempo libe-ro, si diletta nel creare orecchini e splendide collane. È dotata di una sensibilità straordinaria, non solo legata al “Mondo” dell’arte, ma anche a quello interiore del-le persone che la circondano. Di recente ha pubblicato un libro che racchiude alcune sue poesie:

“Tracce; sul fi lo dell’esistere”, tra-mite la casa editrice “Badiglione editore”, dove all’interno si pos-sono anche ammirare alcuni dei suoi quadri. L’opera è divisa in tre sezioni, una dedicata al cuore, una alla natura e una all’anima e nella prima si possono trovare delle po-esie dotate di un forte sentimento, come quelle dedicate alla madre, al marito e alla fi glia. L’artista, es-sendo nativa di Genova, ha scritto e scrive anche poesie in dialetto genovese, tra le più famose quel-la dedicata a Don Andrea Gallo. Come affermato precedentemen-

te, MaVì non si diletta solo nello scrivere componimenti poetici, ma anche nel dipingere e nel dise-gnare, infatti i racconti che realiz-za per i bambini sono tutti illustra-ti attraverso i suoi disegni, così da renderli ancora più avvincenti e originali. Si può dunque affermare che un artista a tutto tondo è so-prattutto colui che si sa esprimere attraverso l’arte e che sa far emo-zionare coloro che seguono i suoi capolavori, proprio come la signo-ra Marina Vignolo.

Chiara Boarini

Lunedì 23 maggio alle ore 21 a Tagliolo Monferrato,

presso il Salone Comunale, si è svolta l’assemblea di ri-apertura dei tavoli di lavoro “È il momento dell’Ovadese” a cura del Partito Demo-cratico. Per allargare il più possibile la partecipazione e favorire lo svolgimento degli appuntamenti, è stato anche elaborato un questio-nario per introdurre alcuni temi e spunti di rifl essione sull’ambiente, servizi econo-mici, politica e servizi ammi-nistrativi. Il Coordinamento dei circoli PD della zona ovadese intendono anche dar seguito a quanto emerso nel corso del seminario orga-nizzato lo scorso 10 ottobre 2015 dal titolo “Nuove fron-tiere di sviluppo tra territo-rio, cultura e lavoro” dove si era ribadita la necessità di potenziare i meccanismi di collaborazione tra le realtà sociali, economiche ed isti-tuzionali che, pur con moda-lità e caratteristiche diverse, condividono spazi territoriali comuni. Nei prossimi mesi ci saranno pertanto iniziati-ve ed attività che, attraverso il confronto tra le diverse esperienze e sensibilità pre-senti nel territorio, favori-scano la crescita qualitativa del “Sistema Ovadese”. Un momento è già stato fi ssato nei due week-end della Festa de l’Unità in programma ad Ovada. Infatti per la seconda volta consecutiva la festa è in programma presso il Campo Sportivo S. Evasio il 25, 26 e 27 giugno, quindi il 30 giu-gno, il 1 e 2 luglio ed accanto alla buona cucina, si svolge-ranno momenti di confronto e dibattiti che toccheranno Ovada e la zona.

Luisa Russo

Tagliolo:Tagliolo:è il momento è il momento dell’ovadesedell’ovadese

Fervono i preparativi ad Ovada per la patronale di

San Giovanni Battista in pro-gramma martedì 24 giugno. Si tratta di un appuntamento molto sentito non solo dalla comunità ovadese, che per un giorno si ferma per scen-dere tra le vie del centro sto-rico per applaudire San Gio-vanni Battista. La solennità è caratterizzata da momenti religiosi, folcloristici, musi-cali ed enogastronomici. Per la parte religiosa martedì 21 giugno prende il via presso l’Oratorio il triduo in prepa-razione con Messa alle 8.30 e alle 20.45 recita del Rosario e Benedizione Eucaristica. Venerdì 24 Messe alle 8,30, 10,30 e 17 animata dalla Corale Tiglietese diretta da Claudio Martini e Giovanna Parodi. Seguirà per le 17,30 circa la solenne processio-ne con i gruppi lignei, tra i quali la “cassa” dello scul-tore genovese Anton Maria Maragliano, raffi gurante la decollazione del Battista e i Crocefi ssi del “Bissoni” e delle Confraternite Liguri. Per la parte musicale Giove-dì 23 alle 21.30 nell’Oratorio concerto del Coro dei Padri Scolopi diretto da Patrizia Priarone, mentre il 24 alle 21.30 in Piazza Assunta il consueto concerto del Cor-po Bandistico “A. Rebora” diretto da G. B. Olivieri. Altri due momenti caratterizzano la solennità: la sera del 23 in Piazza Garibaldi i ravioli ar-rostiti con vendita di gadget e magliette della Confrater-nita e alle 23 accensione del falò in Piazza Assunta men-tre nel tardo pomeriggio del 24 giugno in Piazza Garibaldi la raviolata accompagnata da altri piatti tipici.

Luisa Russo

Festa perFesta perSan GiovanniSan Giovanni

Sono saliti per la prima volta sul palcoscenico per divertire e di-vertirsi lo scorso maggio. Nulla

di particolare, ma gli attori erano persone “diversamente giovani” molte sopra gli 80 anni. Il Gran Galà, questo il nome della serata, si è svol-to davanti ad un numeroso pubblico al Teatro Splendor di Ovada e gli attori si sono esibiti in un testo che è una storia di amore, di amicizia in un contesto di allegria e musica. Gli interpreti principali sono stati Nives Rubin, Lucia Bellandi, Giovanni Tra-vaglia, Dino Pirni, Luciana Massa, Carla Bersi e gli amici del Centro Amicizia “Don Rino Ottonello”. Ma-estra del Coro Pietrina Massa; regia di Marina Ratto che è ritornata così ai suoi vecchi amori con il teatro quando negli anni ‘80 guidava i giova-ni della Parrocchia sul palcoscenico dello Splendor, oltre ad essere stata una delle fondatrici della Compa-gnia “Abretti”. Oggi Marina Ratto è la coordinatrice del Centro Amicizia “Don Rino Ottonello” ed ha saputo coinvolgere anche i non più giovani in questa esperienza teatrale durante i momenti di incontro del martedì e giovedì presso i locali della Famiglia Cristina. Un Centro vivo in quanto l’attività oltre ai momenti di intrat-tenimento come i giochi, riguarda l’organizzazione di gite, feste di com-pleanno e ricorrenze e visite presso

strutture per anziani. Ora grazie a Lei una nuova opportunità si è aperta per le oltre venti persone del Centro An-ziani. Dopo la prima allo Splendor, non è esclusa una replica, ma sono anche arrivati gli inviti a partecipare durante l’estate nei paesi della zona. L’incasso della serata è stato devoluto in benefi -cenza e per i lavori di ristrutturazione del Centro di Via Buffa. Per Ovada una certezza: è nata una compagnia tea-trale che va a collocarsi nel panorama culturale ed artistico della città. (l.r.)

Il premio Carosio ad Adele VigliettiIl premio Carosio ad Adele Viglietti

Il premio istituito dai Lions Ovada alla memoria di Rinaldo Caro-

sio, giornalista televisivo e socio fondatore del Club prematuramen-te scomparso, è stato destinato quest’anno ad Adele Viglietti. Que-sta giovane violinista è stata premia-ta per la sua promettente carriera che porta in tutto il mondo il nome di Ovada grazie ad un talento istinti-vo sorprendente. (e.p.)

Page 6: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

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Dal lontano 1950 una tradizione dolciaria che si tramanda da più generazioni

6 l’inchiostro frescoGiugno 2016 OVADA

Tagliolo Monferrato: due vite nel segno del lavoroTagliolo Monferrato: due vite nel segno del lavoroIntervista ai “Maestri del Lavoro” di Tagliolo e Ovada: i fratelli Francesco e Sergio Lantero

“Mi è capitato e capita ancora molto spesso che senta dire a cono-

scenti ed amici quanto abbiano fa-ticato al lavoro. Io rimango sempre stupito di questo: infatti, non so se per indole o per fortuna, più che la-vorare, mi sono anche divertito”. È così che la pensa Francesco Lantero di Tagliolo Monferrato, classe 1926 che con suo fratello Sergio, entram-bi insigniti del titolo di “Maestro del Lavoro”, ci accoglie nella sua casa ricolma di ricordi e “capolavori” dei tempi della fabbrica. Due personag-gi molto conosciuti in tutto l’ovade-se, nel novese ed anche a Genova dato che il maggiore dei due (di diciassette anni più grande) France-sco ci spiega: “Con mio fratello pro-vengo da una famiglia contadina e se nella vita mi sono tolte tante soddisfazioni, lo debbo alla scuola e al lavoro. Ho frequentato infatti a Genova, tra il 1944 e il 1947, la Scuola Ansaldo per Apprendisti – ci spiega Lantero – un prestigioso istituto che formava 300 giovani all’anno da inserire nei quadri produttivi dello stabilimento. Era una scuola dura ma completa: ti faceva imparare sia la tecnica come la teoria”. Successivamente Francesco Lantero, dopo aver sot-tolineato come abbia fatto molta gavetta, ci dice: “Ho girato pratica-mente tutti i reparti dell’Ansaldo, facendo poco alla volta esperienza in diversi settori. Inizialmente ho sviluppato una passione per il tor-nio, applicandomi come tornitore. Poi – afferma il nostro interlocutore – mi sono dedicato anima e cor-po alla meccanica di precisione”. Ed è proprio grazie alla meccanica di precisione che Lantero, in virtù della sua abilità, ha avuto occasio-ne di partecipare ad un concorso: “Era un concorso bandito nella seconda metà degli anni Sessanta per Istruttore. Ho partecipato ed ho vinto classifi candomi al primo posto. Mi sono trovato così bene in quel ruolo – ci confessa il Maestro

del Lavoro – tanto che l’ho ricoperto per oltre trent’anni, quindici dei quali trascorsi magnifi camente nello stabilimento Italsider di Novi Ligure”. Proprio quando si trovava in questa fabbrica, che oggi è conosciuta come Ilva, è arrivata la proposta di Maestro del Lavoro: “Si era nel 1989 e questo impor-tante riconoscimento è arrivato un po’ a sorpresa anche se, non lo nego – sostiene Lantero – mi ha riempito di orgoglio”. Discorso molto simile anche per il fratello Sergio, il quale però inizia “a muo-vere i suoi primi passi” nel mon-do del lavoro nella Scuola di Carità di Ovada come meccanico: “Mi sono iscritto a quel corso nel 1956

in quanto mi sono sentito attrat-to dal mondo della meccanica – ci spiega Sergio Lantero – Era il pri-mo corso di quel tipo che si tene-va ad Ovada e dopo qualche anno sono entrato alla Ormig, un’a-zienda allora in forte crescita in città e in tutto il suo hinterland”. Sergio Lantero continua: “Vi ho la-vorato ininterrottamente per 43 anni, facendo una rapida carrie-ra, favorita anche dal mio diplo-ma di geometra che nel frattempo avevo conseguito. Grazie a ciò ho avuto accesso ai quadri dirigenti dell’azienda. Si può dire che – af-ferma il Maestro del Lavoro – la Ormig sia diventata ben presto la mia famiglia”. “Famiglia” che nel

2006 lo ha proposto come Maestro del Lavoro: “Un riconoscimento alla mia carriera ma anche alla mia vita – ci dice al termine della nostra intervista Sergio Lantero – come a ribadire una volta di più che, se uno fa la propria parte con convinzione ed abnegazione, si può rendere il mondo migliore!”. Alla fi ne di questa nostra intervista a questi due fratelli di Tagliolo ed Ovada e che rappresentano a pieno titolo uno spaccato della vita e del-la società del Novecento, ci siamo sentiti più completi perché il no-stro attuale benessere, nonostante la crisi, è frutto anche dell’impegno di tanti fratelli Lantero sparsi nel nostro Paese.

Bontà e salute per tuttiBontà e salute per tuttiOvada: Isabella Coccia, titolare del negozio “Bio è natura” di Ovada si presenta

Sempre di più oggigiorno si presta attenzione verso la qualità dei prodotti che

andiamo a scegliere per la nostra tavola. In questo senso, anche nei paesi e nelle città dell’Oltregiogo, sono sorti negozi specializzati nella cosiddetta alimentazione biologica, fornendo in tal modo un servizio per tutti i consumato-ri. In quest’ottica ci rechiamo ad Ovada nel negozio “Bio è natura”, sito in piazza Mazzini 24 per incon-trare la giovane titolare Isabella Coccia. “Il negozio è stato aperto circa un anno fa in corso Sarac-co – ci dice Isabella Coccia – però il luogo scelto non era dei più fe-lici. C’era già una clientela fi ssa e appassionata ma le persone il più delle volte sfrecciavano in macchina senza fermarsi. Allora mi sono messa alla ricerca di un locale nel Centro Storico ed ecco che dal gennaio di quest’anno mi sono trasferita – prosegue la tito-lare – nella centralissima piazza Mazzini”. C’è stato quindi un mi-glioramento in termini di presenza di clienti in seguito a questo spo-

stamento?: “Debbo ammettere di sì – conferma candidamente Coc-cia – Soprattutto sono aumentati i giovani che evidentemente in questa nostra nuova posizione si trovano più a loro agio”. Il ne-gozio si presenta come una sorta di piccolo bazar dove il cliente può trovare una vasta gamma di prodotti ed alimenti, tutti rigorosa-mente biologici: “Mio marito mi ha spinto e incoraggiata in que-sta scelta di, diciamo così, apri-

re questo esercizio commerciale specializzato. Senza di lui non l’avrei mai fatto – afferma la tito-lare – e da quando sono dietro al bancone mi si è aperto un mondo: un mondo fatto di consapevolez-za per la genuinità dei prodotti, per la loro origine, provenienza e caratteristiche organolettiche”. Domandiamo a Isabella Coccia quale sia il “prodotto di punta” di questo punto bio: “Senza alcun dubbio va davvero forte tutto ciò

che è legato alla prima colazione – spiega Coccia – La colazione è un qualcosa che facciamo tutti e trovo che ormai sia entrato nella convinzione comune il fatto di farla in maniera sana e genuina: quindi bevande vegetali (bevande di soia aromatizzate e non, bevan-de di riso aromatizzate e non, di farro, kamut, orzo, miglio, avena, etc. ndr), i biscotti senza olio di palma e senza zucchero e tutti i sostituivi del latte vaccino”. E in-

vece qual è la “grande novità” per l’estate 2016, che si potrà trovare qui da lei?: “Da qualche settimana è disponibile una vasta gamma di cosmetici naturali – ci dice Isa-bella – senza dimenticare gli in-tegratori biologici. Ma, come dico sempre – esclama in conclusione della chiacchierata la nostra inter-locutrice – anche se siete dubbiosi venite a fare un giro da “Bio è na-tura”: sono sicura che qualcosa di vostro gusto lo troverete!”. (m.n.)

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

Il 25 e 26 giugno raduno degli Alpini della provincia di Ales-

sandria a Belforte Monferrato. Questo il programma: sabato 25 giugno ore 21concerto del Coro Montenero ANA Alessandria presso la Chie-sa Parrocchiale. domenica 26 giugno ore 8.30ritrovo nel campo sportivo - 9.15 alzabandiera - 9.30 sfi lata con Fanfara Valle Bormida - 9.45 de-posizione corona - 11.00 S. Messa con il Coro ANA Valtanaro - 12.15 ammaina bandiera - 12.30 rancio a cura della Pro Loco. (l.r.)

Info: 347/42.08.642

Alpini a BelforteAlpini a Belforte

Page 7: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

Celebrazioni alla CuCelebrazioni alla CuMasone, festa di San Pietro: tornano i “barbari cudini”

“Brace yourselves”, stanno arrivando i barbari: ar-rivano da San Pietro di

Masone e sono capitanati da Alari-co. No, non “quel” Alarico, il famo-so re dei barbari che saccheggiò la città eterna nel 410 d.C.: il nostro Alarico di cognome fa Ottonello, è di Masone, non è un visigoto ma è un “cudino” DOC; nomen omen si direbbe, è proprio lui che guida le schiere dei “barbari cudini” nell’or-ganizzazione della festa di San Pie-tro di Masone (meglio nota come “la Cu”) che si terrà sabato 25 e domenica 26 giugno. “Orgogliosi di essere barbari cudini”: recita così il motto che hanno sulle loro divise; uno slogan, ma anche uno stile di vita e una tradizione che si va a ri-congiungere con un fatto avvenuto molti anni fa. “Il prete della chieset-ta di San Pietro (un “furesto”, che non era della zona) aveva ripreso i fedeli con i piedi sulle panche - ci racconta Alarico - ed esclamò a gran voce: siete proprio dei barba-ri cudini! Da questo fatto è nata la famosa omologa locuzione, e noi siamo orgogliosi di esserlo”. Una simpatica gogliardata che denota però un grande attaccamento al ter-ritorio e alle proprie radici, ad una piccola frazione che un tempo con-tava decine e decine di famiglie; una frazione che, nell’immaginario loca-le, è sempre stata un po’ “barbare-sca”: lo stesso prete, la prima volta che venne alla Cu, si fece scortare da una camionetta dei carabinieri. Una frazione rimasta “orfana” delle sue feste, che, grazie all’impegno di Alarico e dei suoi amici e collabo-ratori, ha potuto riscoprire dall’an-no scorso la sua tradizione e i suoi eventi che, secondo le sue testimo-nianze, richiamavano moltissima gente, che veniva a piedi perfi no da Mele e da Capanne di Marcarolo: bastava infatti un juke box e la piaz-zetta si trasformava in una piccola discoteca a cielo aperto. “Dopo ben 29 anni – ci dice sempre Ottonello - abbiamo riportato la festa a San Pietro, eravamo l’unica borgata di Masone a non averla: tutto è nato nel bar della Croce Rossa di Maso-ne, dove io e altri amici abbiamo deciso di far rinascere la lunga tradizione di feste della nostra fra-zione; la prima edizione, l’anno scorso, è stata un grande succes-so, e adesso stiamo lavorando per costituire l’associazione”. Giochi gonfi abili, tiro a segno e soprattut-to tanta gastronomia, nei quali si potrà riscoprire anche la tradizione culinaria della valle Stura, con un piatto tipico locale, la “pute”: un ricco minestrone con la polenta,

molto nutriente, tipico della cucina povera di campagna. La nuova edi-zione di quest’anno, invece, vedrà protagonista la musica dal vivo con la band “Audio 80” che riproporrà le canzoni più belle degli anni ‘80. Un evento quindi che ci riporterà indietro negli “anni d’oro” di que-sta piccola frazione masonese, al quale parteciperanno anche tanti

giovani per aiutare i “grandi” a servire le portate; uno dei tanti in programma per la neonata associa-zione di barbari cudini, che, ci an-ticipano a noi in esclusiva, stanno lavorando per portare anche alla Cu una tradizionale castagnata nel mese di ottobre.

Matteo Serlenga

Lo “Skipper” di MasoneLo “Skipper” di MasoneUna struttura sanitaria all’avanguardia in valle Stura

“Tu prova ad avere un mon-do nel cuore e non riesci ad esprimerlo con le pa-

role”: così Fabrizio De André descri-veva, in una sua famosa canzone del 1971, la diffi cile situazione di quelle tante persone con problemi psichici più o meno gravi, provando a dar loro dignità; solo qualche anno dopo, nel 1978, la famosa “legge Basaglia”,

dal nome del famoso psichiatra che la ispirò, sancì la chiusura dei cosid-detti manicomi sul territorio italia-no. “Lo Skipper nasce nel 1998 su richiesta della USL3 genovese, pro-prio per ospitare gli ultimi pazienti dei due manicomi della provincia di Genova, Pratozanino e Quarto, ormai chiusi”: così ci racconta la dottoressa Monica Carnovale, che ci apre le porte della struttura, apparte-nente al gruppo Redancia, sita pres-so la frazione di San Pietro del comu-ne di Masone; una realtà presente da tanti anni nel cuore della “Cu”, come viene chiamata dai residenti questa piccola frazione sulle sponde dello Stura. L’edifi cio in origine era una colonia, e successivamente venne adibito a RSA, ossia una struttura residenziale per pazienti psichiatrici; una residenza che in questi anni si è ben integrata nel tessuto sociale di Masone e alla vita comunitaria. “La struttura conta 40 ospiti, che de-vono fare un percorso terapeutico estensivo di lungo durata - ci spiega la dottoressa Carnovale - il nostro scopo è quello di accompagnarli in questo lungo periodo di riabilitazio-ne, prendendoci cura di loro in un ambiente tranquillo, per consentire il percorso terapeutico, coadiuvato dal nostro team di professionisti”. Un vero e proprio lavoro di squadra, che conta numerose fi gure che lavo-rano in combinazione l’una con l’al-tra: “Educatori, psicologi, infermie-ri, psichiatri: una squadra, dove la fi gura cardine è quella del tecnico della riabilitazione psichiatrica, un operatore qualifi cato che fa fare ai pazienti attività varie, di gruppo e individuali, a impronta riabilita-tiva”; una fi gura come Giulia, ma-sonese d’adozione, che ci racconta la sua esperienza da tecnico della riabilitazione psichiatrica. “Faccio

l’educatrice e mi occupo di soste-nere e supportare gli ospiti in tutte le loro attività quotidiane, come la cura del sé e le uscite; inoltre curo uno spazio dedicato all’ascolto della musica e delle emozioni che pro-vano ascoltandola, e uno dedicato alla lettura: adesso stiamo organiz-zando a Varazze, in una struttura come la nostra, uno spettacolo mu-sicale”. Una delle tante attività che lo Skipper organizza per i suoi ospiti e per interagire con la comunità che li circonda, come la festa medievale che si è tenuta l’anno scorso presso i locali e il giardino della comunità o la partecipazione alla festa di San Pietro: “Anche quest’anno parteci-peremo molto volentieri alla festa - ci assicura Monica - l’anno scorso è stato molto bello; abbiamo il nostro gazebo dove esponiamo i lavori fat-ti dai pazienti durante le loro atti-vità: oggetti, quadri, stoffe, e riciclo dei materiali”. “C’è una storia me-ravigliosa in questo posto (San Pie-tro di Masone, ndr)” - insiste Monica - questa casa a fi anco era la scuola della frazione; è rimasta vuota per tanti anni e il comune ce l’ha affi t-tata e noi l’abbiamo trasformata in comunità alloggio dove abitano 16 persone, e sono in autonomia. L’abbiamo ristrutturata e possiamo dire che, in un certo senso, la vec-chia struttura ha ripreso vita”. Un legame molto forte con la comunità: “A Masone ci troviamo benissimo e in tanti vengono alle nostre feste d’estate; lo stigma che aleggia sulla psichiatria e sui pazienti psichia-trici qui non si sente; abbiamo molti dipendenti locali, in quanto cerchiamo sempre di privilegiare le persone del posto, sia per la dispo-nibilità, sia perché è doveroso offri-re posti di lavoro alla cittadinanza”. Anche Giulia, che viene dalla città, ha ormai le basi ben salde a Masone: “Mi trovo molto bene, non ho riscontrato nessuna diffi denza verso i foresti e mi sto inserendo bene, ho scoperto una realtà molto tranquilla, vivibile e a misura d’uomo, meno stressante rispetto alla città e ne ho trovato gio-vamento”. In conclusione a questo mio articolo, avevo piacere di allegar-vi le prime due righe di una poesia di uno degli ospiti della struttura, con-tenuta nel giornalino dello Skipper, prodotto dagli ospiti assieme allo staff, che esprime in poche e semplici parole un concetto complicato come l’amore:

Felicità è una rondineChe torna puntualmente ogni volta che vedo te.

Matteo Serlenga

Il Giardino dei monaciIl Giardino dei monaciInaugurato sabato 21 maggio l’elegante struttura del paese

Sabato 21 maggio 2016 è stato inaugurato nel centro storico di Masone il “Giardino dei

Monaci”, appena ristrutturato pres-so l’ex Convento Agostiniano sette-centesco ed attuale sede del Museo Civico “Andrea Tubino”. La manife-stazione è stata organizzata dall’As-sociazione Amici Museo di Masone e dal Comune di Masone e sponsoriz-zata da Masone Live. Dalle ore 20 è stato possibile accedere all’area sia da Piazza Castello adiacente l’entra-

Sabato 2 aprile 2016 è stato ricor-dato il 60° anniversario dell’in-

cidente della corriera di linea “La Freccia del Turchino”, avvenuto all’alba del 5 aprile 1956. Quella mattina la corriera era partita alle 5.30 da Masone. Il mezzo, in terri-torio di Mele, a causa dell’asfalto bagnato, dopo aver urtato contro il monte, fi nì nella scarpata. Dieci persone persero la vita. (g.t.)

ta del museo che dalla nuova strada sottostante la cabina dell’Enel. Gli ospiti hanno potuto gustare uno sfi -zioso apericena che prevedeva insa-lata di riso, frittate, ripieni al forno e macedonia. La serata è proseguita con il concerto della tributo band ElvisWay, che ha eseguito i brani più famosi del celebre cantante sta-tunitense Elvis Presley. Nello spazio del “Giardino dei monaci” saranno organizzate altre serate, nel corso di questa estate ormai alle porte. (c.c.)

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Page 8: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

8 l’inchiostro frescoGiugno 2016

Nell’ottica di dare un’informa-zione il più possibile ampia e diversifi cata sulle vicende

politiche e sociali della valle dell’Ol-ba, segnatamente di Urbe, raggiun-giamo Antonio Pilo, ex capolista di “Diamo un Futuro ad Urbe”, per fare il punto della situazione. “Ho letto con interesse l’intervista ap-parsa sul vostro giornale lo scorso maggio a Lorenzo Zunino – ci dice accogliendoci nel suo studio Pilo - Mi corre tuttavia l’obbligo di far notare la boriosità dell’ex vice sin-daco quando afferma che la lista civica da me guidata assieme a Franco Dimani era stata costitui-ta al solo scopo di fargli perdere le elezioni. Per verità - prosegue con decisione l’esponente politico loca-le - Noi lo abbiamo sempre conside-rato poco e la sua débâcle elettorale

non ci ha sorpreso affatto. Debbo purtroppo constatare che Zunino è poco avvezzo alle competizioni elettorali, ma il confrontarsi poli-ticamente è il sale della democra-zia. In più – afferma Antonio Pilo – la mia lunga carriera professio-nale nell’Amministrazione dello Stato ha avuto sempre incarichi da leader e non da comprimario. Evidentemente le funzioni da com-primario vengono assolte molto

bene e volentieri dai peggiori pra-ticanti della politica. Non conosco il passato di Zunino, ma poco mi importa: mi è suffi ciente consta-tare la pochezza dei risultati otte-nuti dalla Sua Amministrazione nei decenni di gestione del bene comune”. Tuttavia al di là di questa sua “risposta” a Zunino quali sono, nel concreto, le proposte della vo-stra lista per rilanciare Urbe e il suo circondario?: “Come gruppo di

minoranza non ci limitiamo solo a fare opposizioni seppur costrut-tiva, ma anche ad assumere un ruolo propositivo”. Domandiamo ad Antonio Pilo di farci un esem-pio di queste proposte in cantiere: “Da circa due anni, invece, questa Minoranza sta portando avanti tra mille diffi coltà un progetto per riportare nel Comune di Urbe un distributore di carburanti, tanto sentito dalla locale popolazione e anche delle località limitrofe. Allo stato siamo ancora in attesa da circa sei mesi di una risposta da parte del proprietario di un terreno in località San Pietro, sito prescel-to da una compagnia petrolifera interessata a investire nell’opera. Ma – continua il nostro interlocu-tore - vista la scarsa sensibilità mostrata nella circostanza da più parti, anche questa possibilità sta venendo meno”. Come mai trova vi

sia stata poca sensibilità in merito?: “A questo domanda non so rispon-dere ma a tal proposito - ci dice Pilo - faccio un pubblico appello al Sindaco Fabrizio Antoci, affi nché collabori fattivamente o si faccia promotore di nuove proposte, inve-ce di arroccarsi sulle solite posizio-ni secondo le quali il distributore si farà nella frazione di Acquabuo-na, cioè nel Comune di Tiglieto in collaborazione con lo stesso Sinda-co Giorgio Leoncini”. Ma quindi, domandiamo al termine della nostra intervista, se il Sindaco è favorevole all’apertura di un distributore perché siete contrari?: “No, affatto – risponde pronto l’intervistato - Noi come mino-ranza rispondiamo: “ben venga!” Nel frattempo però l’area dell’ex distribu-tore di Acquabuona è stata sman-tellata e bonifi cata dalla vecchia Compagnia petrolifera Total Erg. Che senso avrebbe ripristinarla?”.

Meno ripicche, più proposte per il paeseMeno ripicche, più proposte per il paeseAntonio Pilo, della Lista “Diamo un Futuro ad Urbe”, fa il punto della situazione politica e non solo

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

È stata veramente una gior-nata memorabile per i

ragazzi dell’istituto “Vittorio Bernini” di Genova. Nono-stante il maltempo, lo scorso 10 maggio i sessanta allievi sono stati guidati da Serena Siri, giovane e valente guida di Acquabuona, attraverso il magnifi co parco della Badia di Tiglieto. Successivamen-te, sotto la supervisione del regista Ermanno Afer e del suo assistente Carlo Marti-notti, i ragazzi del “Bernini” si sono recati nella sede della Croce Verde di Tiglieto, in un piccolo ma effi ciente teatro, dove si sono svolte lezioni di ripresa, con macchina fi ssa e “steady – cam”, che hanno polarizzato l’attenzione dei ragazzi. I ragazzi hanno quin-di sceneggiato brani inventati da loro estemporaneamente. Si è organizzato il set, decisa la scenografi a, alla quale han-no partecipato tutti, quindi: “Motore! Silenzio! Ciack! Si gira!”. Dobbiamo altresì dire che, l’incontro con Ermanno Afer e Carlo Martinotti, aveva avuto un precedente: gli allie-vi avevano infatti assistito alla proiezione di “Vite Parallele”, prima fatica artistica di Er-manno, alla quale farà seguito sicuramente il successo del fi lm “Il mistero della pedona”, attualmente in preparazione nella nostra valle e che avrà set anche in luoghi molto noti allo sport, (si veda Castella-nia) come avevamo già anti-cipato.

Enrico Repetto

Gita alla BadiaGita alla Badiadi Tiglietodi Tiglieto Le “mitiche” della Val d’Orba 2016

Tutto pronto a San Pietro d’Olba per accogliere le affascinanti auto d’epoca

Le cose belle, si sa, durano nel tempo e una delle tante cose belle che avvengono nella Val

d’Orba, è arrivata alla 19° edizione: stiamo parlando delle “Mitiche”, lo storico raduno delle auto e dei ci-clomotori d’epoca che si rinnova di anno in anno. E questo grazie alla caparbia passione che Piero, Er-manno, e altri valenti collaboratori infondono in questa manifestazione che, edizione dopo edizione, la 3° do-menica di luglio, riempie la valle con il rombo dei motori storici che, negli anni, hanno macinato chilometri per le strade del mondo. Quest’anno la domenica fatidica sarà il 17 luglio: alle ore 8.30 nella piazza di S. Pietro d’Olba, si daranno appuntamento numerose e luccicanti auto d’epoca, che, dopo aver ricevuto la benedizio-ne del parroco di Urbe, inizieranno il giro lungo le pittoresche strade della valle. Il corteo degli storici motori raggiungerà la suggestiva piana della

Badia di Tiglieto e, storia nella storia, troveranno ad attenderli i “Vespa Club” di Genova e Ovada dove sug-gelleranno l’incontro con un ricco aperitivo. Il ritorno a S. Pietro sarà coronato dal tradizionale pranzo al-lestito con apposite “portate a tema” dal ristorante albergo “Alpino”. Nel pomeriggio seguiranno diverse e simpatiche premiazioni: sarà premia-to “The best car of the show” da una attenta e qualifi cata giuria locale che valuterà le particolari caratteristiche dell’auto più “interessante”: In chiu-sura molti, numerosi e curiosi giochi a premi e anche un “ricco stock di premi a sorteggio” con sorpresa: “Ci sarà da divertirsi” assicurano gli organizzatori. Infi ne la moltitudine dei gloriosi motori, dopo il brindisi di saluti, lascerà la valle tornando ad Alessandria, Genova, Savona e chis-sà dove altro ancora.

Enrico Repetto

Speciale Urbe • Speciale Urbe

Page 9: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

9l’inchiostro frescoGiugno 2016

Vara Inferiore (Savona) - Via Vara, 18 Tel. 019 733.004 - [email protected]

Ampio salone per Cerimonie, Matrimoni e ComunioniCucina casalinga Pensione familiare

Albergo - Ristorante

Aperto tutto l’anno

“Non solo cuore, ma cuore a mille”“Non solo cuore, ma cuore a mille”Intervista al Sindaco di Urbe, Fabrizio Antoci, su numerosi temi e questioni

Con queste parole, Fabrizio Antoci, sindaco di Urbe, descrive l’operato della sua

amministrazione, citando il nome della recente gara podistica “Cuo-re a Mille” che ha attraversato il territorio dell’alta valle dell’Orba: “Una manifestazione bellissima, un successo inaspettato; voglia-mo ripeterla e che diventi un ap-puntamento fi sso per Urbe”. Un evento che ha dato una scossa positiva al piccolo comune dell’en-troterra savonese che, come molti altri, “Ha tanti problemi e mille opportunità che vanno colte; per questo non c’è tempo per la poli-tica parlata: cerchiamo di fare attività a favore del territorio e della comunità”. Molti progetti in programma e tanti lavori da fare: “Esiste un grande lavoro di squadra, soprattutto con il vice-sindaco Giancarlo Siri, che ha organizzato degli incontri con dei tecnici per il PSR che stanno avendo un grosso successo, ai quali ne seguiranno ulteriori”. Lavoro di squadra necessario per un comune sparso con ben cinque frazioni, con tutti i problemi di conseguenza, soprattutto riguardo le infrastrutture: “Abbiamo inten-zione di investire sui 50 km dei nostri asfalti: entro la metà di luglio speriamo di poter rifare le strade, per metà con le nostre forze e metà con l’unione dei co-muni con Sassello”. Un’unione che, assicura Antoci, funziona: “La collaborazione è ottima, e stiamo ricevendo contributi dal-la Regione; la storia d’Italia è la storia dei comuni, e l’unione ha questo signifi cato: allontanare il più possibile lo spettro della fu-sione”. “Cerchiamo anche di fare sinergia con Tiglieto - continua Antoci - affi nché si possa riaprire un distributore a Acquabuona; tuttavia se non dovesse andare in cantiere, noi non siamo chiusi all’ipotesi di trovare un terreno nel nostro comune, individuan-do un sito adeguato”. “Abbiamo inoltre in programma - continua

Antoci - la nuova raccolta della differenziata: andremo a costru-ire dei punti di raccolta dei ri-fi uti nelle frazioni più piccole e dislocate, e potenzieremo invece il porta a porta nelle frazioni più grandi; ci saranno anche una se-rie di incontri sul compostaggio”. Un’attenzione all’ambiente ma anche tanti progetti per il sociale: “Stiamo studiando un progetto di unità mobili per la radiografi a e le ecografi e, per venire incontro agli anziani”. Servizi per gli an-ziani ma anche per i più piccoli: “Abbiamo un ottimo sistema di servizio sociale scolastico: andia-mo a prendere e portiamo a casa i nostri alunni grazie ai pulmi-ni; un grande aiuto quindi per le madri lavoratrici; con l’unione vorremmo allargare il servizio ai comuni vicini che portano gli alunni da noi, come da Tiglieto e Piampaludo”. “Ci sono scricchio-

lii con il trasporto pubblico - ri-corda Antoci - e i comuni piccoli sono i primi a farne le spese: la politica di trasporto integrato tra i comuni potrebbe essere vincente laddove il servizio pubblico do-vesse diminuire”. Problematiche che gli amministratori della zona conoscono bene, per le quali non arrivano molti aiuti dallo Stato: “Non è possibile che da parte del governo si dica che si fa di tutto per i comuni dell’entroterra per non fare andare via la gente e alla fi ne ci tagliano i servizi - si sfoga Antoci - i comuni piccoli sono le sentinelle del territorio ed è im-portantissimo che la popolazione rimanga e sia attiva”. Urbe, “sen-tinella dell’Orba”, in prima linea contro il dissesto idrogeologico e l’inquinamento ambientale, come nel caso del Tarinè: “La nostra amministrazione è contraria ad ogni possibilità di estrazione: si parla di una cava a cielo aperto con cariche di esplosivo, con pol-veri e amianto che renderebbero l’alta valle dell’Orba inabitabile, e questa non è di certo la nostra prospettiva, che è invece l’outdo-or, l’artigianato, i prodotti e il territorio”. Cosa si potrebbe dire ad un ragazzo per invitarlo a veni-re (o a restare) a vivere a Urbe?“Io sono un genovese trapiantato a urbe da ormai 22 anni; il terri-torio è splendido, ma non nascon-do ci siano delle diffi coltà: lavoro a Genova e il pendolarismo non è facile, ma il ritorno a casa alla sera dà sempre una grande sod-disfazione. Abbiamo imprendito-ri giovani che stanno riscopren-do l’allevamento e l’agricoltura. Per tornare al successo di Cuore a 1000 - ci dice Antoci al termine della nostra intervista - vorrei rin-graziare gli organizzatori, ASD Urbe, Emozioni Sport, CRI e Pro-tezione Civile di Urbe ma anche tutti i volontari senza casacca che qui, come in tante altre occa-sioni, aiutano in silenzio.”.

Matteo Serlenga

Speciale Urbe • Speciale Urbe

Estate ad UrbeEstate ad UrbeGiugnoGiugno Sabato 25Falò di San Giovanni (Martina)

LuglioLuglio Sabato 2 - Serata DanzateStands gastronomici (San Pietro)

Domenica 3 – Processione e Fiera (San Pietro)

Sabato 9Serata danzate (Vara Inferiore)

Domenica 10 – Festa Patronale di San Gualberto – Frittelle e fi era Gara di Petanque (Vara Inferiore)

Sabato 23 – Festa Patronale di San Giacomo – Processione con fi accola-ta, pesca di benefi cenza (Martina)

Domenica 247° Sagra della Battulla con orche-stra (Acquabianca)

Sabato 30 – Sagra del Castrato Serata danzante con Orchestra “Michael” (Vara Superiore)

AgostoAgostoGiovedì 4 – Romantic Plucked Trio in Chiesa (Vara Superiore)

Sabato 6 – Focaccette e vino per tutti e a seguire Spaghettata offerta dalla Pro Loco – Serata con Orchestra “Moro e Manila” – (Vara Superiore)

Domenica 7 ore 14.30 – Festa per i bambini – Giochi e premi (Acquabianca)

Lunedì 8 ore 21.30Il Gruppo “Parliamo dell’Orba” organizza Proiezione foto “I Pae-si” e Concerto “Canterini in Orba” (Vara Superiore)

Sabato 20 e domenica 21Festa dei cacciatori (San Pietro)

SettembreSettembreSabato 3Festa Medioevale al Borgo (San Pietro)

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10 l’inchiostro frescoGiugno 2016

La casa misteriosa: Cà de animeLa casa misteriosa: Cà de animeProsegue l’inchiesta ai confi ni della realtà di Matteo Serlenga

Nello scorso numero ci siamo lasciati raccontando a grandi linee la vicen-da di “cà de anime”, la famigerata ex

locanda posta sulla strada della Cannellona, sulla quale si raccontano diverse storie e dicerie legate al suo oscuro passato; molte di queste, come abbiamo detto, sono state alimentate e decisamente esasperate dalla diffusione che ha avuto la storia sul web e dalla mancanza di fonti accurate: ho così deciso di andare più a fondo nella questione con le vesti di stori-co e di “indagatore dell’incubo”, come un novello Dylan Dog, per cercare di fare luce su queste vicende “ai confi -ni della realtà”. Nella prima parte di questa storia avevamo appurato che, storicamente, la strada “Via Superiore dei Giovi” era una delle antiche vie del sale che consentivano i collegamenti tra la Liguria e il Piemonte; la strada era quindi decisamente molto frequentata e battuta, con numerose locande nel proprio tragitto: quindi molto probabilmente lo stabile poteva essere in ori-gine uno dei tanti punti di sosta e ristoro che garantivano il sostentamento e il riposo dei mercanti in queste lunghe strade il più delle volte accidentate. Ricorderete che, secondo la leggenda, i clienti più abbienti (e più sfor-tunati) venivano uccisi tramite un intricato sistema che faceva abbassare il soffi tto per stritolarli nel sonno, per essere poi depredati dei loro averi; questo fatto macabro nel tem-po ha fatto fi orire le numerose leggende di attività paranormale attorno a questa casa, come la presenza di fantasmi e di poltergeist, ma non solo: un altro fatto, più recente nel tempo, ha contribuito ad alimentarne il mito. Un articolo che compare nel numero del 6 settembre 1955 del Secolo XIX, fi rmato dallo storico e giornalista voltrese Carlo Dall’Orto, riporta un macabro rinvenimento nei pressi della Cà de Anime, ad opera di tre membri della famiglia Canepa, abitanti di una casci-na lì nelle vicinanze: i tre stavano ricavando una “fascia” sul terreno di loro proprietà, quando, nel rimuovere una grossa pietra, a circa mezzo metro di profondità, il masso è precipitato trascinando con sé della terra e un insieme d’ossa [...] Una perizia necro-scopica ha permesso di stabilire, basandosi specialmente sulla forma delle tibie (le ossa meglio conservate) che si tratta di resti di un essere umano seppellito moltissimi anni addietro. Impossibile per ora stabilire a qua-le epoca si possa far risalire la morte. Gran

parte delle ossa, estremamente fragili per la calcifi cazione, si sono sbriciolate. I più scettici hanno subito identifi cato questi resti come quelli di uno dei numerosi soldati ca-duti durante le campagne napoleoniche nel nostro territorio (ricordiamo l’esistenza della zona “cian dei franseisi” poco sopra la Can-nellona), come in parte confermato dal ritro-vamento di alcuni bottoni e monete vicino ai resti: potrebbe trattarsi dei resti di uno dei molti militari caduti nelle battaglie combat-tute nella zona tra le forze austriache e quelle genovesi e francesi. Tra l’altro, nei ruderi di una casupola, contigua al punto in cui è avve-

nuta la scoperta, sono stati rinvenuti una specie di distintivo rotondo, ben con-

servato, su cui sono incise un anco-ra e due bocche da fuoco incrocia-te, con l’iscrizione “equipage de la fl ottille n. 24”, una medaglietta di

rame molto corrosa, e una moneta da 5 centesimi del regno di sardegna,

recante la data del 1826. Ma un fatto in particolare, confermatomi a voce dal signor Canepa, ha attirato la mia

attenzione: il contadino Canepa afferma di aver visto, mescolati alle ossa, alcuni pezzi di tela di juta, il che potrebbe far pensare che l’essere umano sia stato sotterrato chiuso in un sacco. A Voltri il fatto ha suscitato molti commenti, spe-

cie tra il popolino che ha dato il via alle più strane e fantastiche ipotesi e non ha mancato di giocare al lotto i numeri relativi all’avveni-mento. Il corpo quindi sarebbe stato riposto in un sacco di juta e successivamente seppellito; questa pratica, da quanto ho potuto appren-dere da studiosi di antropologia e di storia militare, non era assolutamente usata per la sepoltura di soldati caduti in battaglia: questo potrebbe dimostrare, sebbene in minima par-te, l’estraneità della vittima nelle vicende di guerra in epoca napoleonica, e confermare (il condizionale è d’obbligo) la “leggenda” degli omicidi nella locanda della morte. (m.s.)

Stesso servizio e gestore, ma doppia tariffaStesso servizio e gestore, ma doppia tariffaTari 2016: i commercianti di Campo Ligure e Rossiglione pagano il doppio di Masone

Forse nessuno si era mai preso la briga di fare un confronto tra le Tariffe TARI (rifi uti) nei 3 Comuni della Valle Stura.

Il risultato che ne deriva lascia semplicemen-te “di stucco”. Ho letto e riletto più volte le delibere consiliari perché francamente pen-savo di aver sbagliato i calcoli, ma alla fi ne mi sono arreso. È proprio così: a parità di servizio, erogato dallo stesso gestore a fronte dello stesso appalto, gli esercizi commerciali di Rossiglione e Campo Ligure sono soggetti ad una tariffazione pressoché doppia rispetto a Masone. Capirne i motivi è veramente una missione al limite del possibile Chi ha defi nito a livello nazionale il processo di calcolo della TARI deve avere una mente talmente diaboli-ca che non lascia possibilità di comprensione ai comuni mortali. Le variabili in gioco sono molte così come sono tanti i coeffi cienti da

applicare e che possono variare di anno in anno. Francamente i margini di manovra dei singoli Comuni sono limitatissimi e margi-nali. Rimane però la sostanza del problema che si traduce in una chiara e inaccettabile ingiustizia tariffaria, perché chi possiede un locale commerciale a Campo Ligure o a R o s s i g l i o n e non può paga-re il doppio di un suo collega di Masone, a parità di superfi cie ed essendo soggetto allo stesso iden-tico servizio che è eser-citato dalla

stessa ditta e regolato dallo stesso contratto di appalto. Questo senso di ingiustizia è pro-babilmente aggravato dal fatto che si è ormai portati a pensare che esi- sta una reale Unione tra i Comu- ni e che

questa sia in grado di

fornire servi-zi se non altro

omogene i ed equili-

brati su tutto il territorio anche

rispetto alla distribu-zione dei costi. Certo è che ora i Comuni dovranno trovare una

soluzione di riequi-librio per colmare

l’iniqua tariffazione della TARI nei 3 Comuni della Valle Stura e in aggiunta il Comune di Rossiglione dovrà anche capire e spiegare l’aumento medio di circa il 17% delle tariffe commerciali rispetto al 2015.

Giovanni Oliveri

Tra le feste di Voltri da segnalare la cele-bre “lumacata”, organizzata dal circo-

lo del Partito Democratico della Val Ceru-sa, che vanta ormai più di cinquant’anni di tradizione; una festa che attira ogni anno, complice il fresco, tantissimi giovani del territorio, anche grazie ai numerosi con-certi che si svolgono nella piazzetta dei locali del circolo. (m.s.)

Qui VoltriQui Voltri

La II edizione di PassaggiLa II edizione di PassaggiRossiglione: grande successo per la manifestazione

Tre percorsi, natura, sport, cultura, mu-sica e gastronomia: questi i principali ingredienti della seconda, riuscitissi-

ma, edizione di “Passaggi”, una manifestazio-ne che mette in mostra le eccellenze dell’en-troterra, in particolare della Valle Stura e del circondario di Rossiglione; un evento che, nella giornata di domenica 19 giugno, ha ri-proposto con grande successo la tradizione delle feste di campagna e ha permesso ai nu-merosi visitatori di conoscere il territorio e i suoi prodotti. Percorsi tematici su itinerari e sentieri nella bassa e nell’alta Valle Gargas-sa, in un territorio dalle grandi peculiarità all’interno del Beigua Geopark dove si sono potuti degustare i prodotti enogastronomici proposti nelle varie degustazioni: tra i molti prodotti, quelli tipici della valle, come il lat-te e i formaggi, le confetture e le conserve, il miele, le focacce tradizionali, la farinata, le frittelle, le frittate di erbe selvatiche, i salumi, le carni e le salsicce, la polenta e poi le torte dolci e salate, i gelati e sorbetti. Per gli amanti del trekking e della mountain bike invece vi sono stati due percorsi dedicati alla scoperta dei sentieri del territorio e dell’anello della Val Gargassa, famoso per i suoi canyons e per la bellezza del paesaggio; per gli appas-sionati di musica invece un vasto programma curato dal gruppo musicale folk tradizionale “Quei de Rsciugni” dedicato a tutte le età: in

particolare segnaliamo il concerto del coro delle “Rocce Nere”, il concerto di Lorenzo Piccone, il rock’n roll dei Nobel Goes Banana e la musica elettronica di Travinho e Simone Piombo, entrambi dellaNoise Events, che annualmente organizza importanti festival di musica elettronica proprio a Rossiglione. Alla manifestazione, cofi nanziata dal Comu-ne di Rossiglione (che, inoltre, mette a dispo-sizione le navette), hanno collaborato anche il Gruppo Alpini, le squadre locali Rossiglione Amatori Calcio “Vamos Furie”e USD Rossi-glionese 1924, il Gruppo Operatori Economi-ci Rossiglione 2000, Noise Events, Auser, e il Club Fotografando.

Matteo Serlenga

Sabato 25 e domenica 26 giugno invece sarà la volta della due giorni del “Can-

tacian”, ovvero la suggestiva festa tra i carruggi della Borgata Superiore, tra stand gastronomici, allestimenti fl oreali a tema “le favole” e tanta arte e pittura. Spazio an-che per i più piccini, con laboratori e giochi gratuiti per bambini. Infi ne, domenica 26, “Pieghevolissimevolmente”, il ritrovo delle bici pieghevoli. Il tutto è organizzato dal Gruppo Operatori Econimici “Rossiglione 2000” e dal Comune di Rossiglione, con la collaborazione del museo “Passatempo”.

VALLE STURA

Page 11: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

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Una biblioteca digitale e tecnologicaUna biblioteca digitale e tecnologicaGiovedì 16 giugno è stata inaugurata a Basaluzzo una struttura al passo con i tempi

“Ho voluto rendere la nuo-va Biblioteca Civica di Basaluzzo il più tecno-

logica e digitale possibile. Grazie alle mie conoscenze da informatico l’intero catalogo è completamente e gratuitamente consultabile da in-ternet, senza doversi muovere da casa all’indirizzo: https://bibliote-cabasaluzzo.wordpress.com/” con queste parole, gonfi e di orgoglio per il lavoro compiuto, ci ha accolti nella nuova sede della biblioteca di Basa-luzzo Angelo Di Paolo, il responsa-bile della riapertura della struttura comunale. “Mi sono trasferito in paese da pochi mesi e fi n da subito ho cercato di adoperarmi per la mia nuova comunità – ci dice Di Paolo

– Nella vita, oltre che informatico, sono anche educatore e formatore ed è quindi logico che la nuova biblio-teca, ribattezzata per l’occasione Bibliotech, sarà rivolta a tutti ma in primis agli alunni delle scuole Primarie”. Il discorso di coinvolge-re le scuole viene anche sottolineato dal Consigliere Comunale, Silvana Cravenna che spiega: “Già negli ultimi giorni di scuola gli alunni hanno fatto visita alla biblioteca, rimanendo piacevolmente colpiti – prosegue nel discorso – Tanto è vero che, nelle settimane successi-ve, abbiamo già avuto numerose richieste di libri”. Il Consigliere ripercorre quindi i vari spostamenti della biblioteca a partire dal ’95: “La

prima sede, quella storica, era sorta nell’attuale edifi cio scolastico poi, intorno al 2001, è stata spostata nell’ex Mulino – conclude l’excursus storico – per poi insediarsi qui, nei locali che la signora Fernanda Del-la Cha lasciò al Comune nel 2005”. Ora i saloni si presentano arieggiati e forniti di moderne librerie, ideali per una rapida consultazione dei volumi esposti: “In più, collegandosi al sito si potrà accedere ad una mappa 3D dell’edifi cio – illustra Angelo Di Paolo – Una sorta di affascinante viaggio telematico dove l’utente, dal pc, telefono o tablet, potrà visionare tridimensionalmente i vari scaffa-li, così da scegliere il libro di suo gradimento”. (m.n.)

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Puntare sulla qualità e sul prodotto di nicchiaPuntare sulla qualità e sul prodotto di nicchiaIntervista in esclusiva a Mariano Pastore, Presidente della Cantina Sociale di Mantovana

“Parliamoci chiaramente: se noi piccoli produttori vitivinicoli pensiamo

di volere fare la concorrenza alla grande, grandissima distribuzio-ne possiamo pure alzare bandiera bianca. Invece occorre puntare sul-la qualità, genuinità e unicità dei nostri prodotti: piccolo è bello ma anche e soprattutto buono”. In que-sto modo potrebbe essere riassunta la fi losofi a che guida Mariano Pasto-re, Presidente della Cantina Sociale di Mantovana da noi raggiunto per un’intervista in esclusiva. Pastore, nato a Castelnuovo Scrivia il 15 lu-glio del 1941, è “tortonese, anzi lom-bardo di cultura ma poi ho sempre lavorato nell’alessandrino, a stretto contatto con l’ambiente e con il ter-ritorio”. Un amore speciale quello con il territorio maturato sin dagli anni della giovinezza quando la fami-glia si trasferì a Sezzadio, presso la cascina “Bandiasso”. Questa casci-na, di 400 ettari (80 dei quali, nei pe-riodi d’oro, coltivati a vini “Gancia”, i classici bianchi) hanno lasciato un ricordo fortissimo in Mariano Pasto-re che infatti, dopo essersi diploma-to alla Scuola Agraria di Voghera ed aver svolto il servizio militare con gli Alpini, è entrato come impiegato all’Unione Agricola Alessandrina. Da qui, in una rapida carriera ricca di soddisfazioni, è approdato alla Presidenza della Cantina Sociale di Mantovana, dopo esserne stato per molti anni un socio: “La volontà di candidarmi a Presidente – ci spie-ga Pastore – è spiegata dal fatto che, a mio modesto avviso, non mi fossi speso abbastanza per la Cantina. Una volta insediato, di comune accordo con il nuovo Consiglio Direttivo, abbiamo modifi cato lo

statuto – prosegue nel discorso – D’ora in avanti la Cantina Sociale di Mantovana si occuperà anche di agricoltura e accetterà anche una nuova tipologia di socio”. Qual è questa nuova tipologia?: “Si tratta del socio fi nanziatore – ci rispon-de prontamente Pastore – ovvero quella persona che, credendo nella Cantina Sociale di Mantovana, con un capitale di base di 500 euro a salire, dà il suo contributo, rice-vendo in cambio un tasso tra il 2 e il 3%. Quindi, me lo si lasci dire, un buon tasso di interesse”. Do-mandiamo al Presidente il perché di questa scelta volta al rinnova-mento: “La risposta è molto sem-plice – afferma Mariano Pastore – abbiamo bisogno di liquidità per non essere troppo dipendenti dalle banche ed assicurare a tutti quan-ti i nostri soci che ci forniscono il

vino di essere pagati, in diverse tranche, prima, durante e dopo la raccolta. Questo è un fatto fonda-mentale per noi”. E quali sono i gu-sti della vostra clientela?: “I nostri clienti apprezzano i vini classici – dichiara il Presidente – quindi in particolar modo i vini fermi come Barbera, Dolcetto e Cortese. Molti poi lo acquistano nelle cosiddette bag in box – prosegue Mariano Pa-store – perché è un modo pratico e comodo per conservare il vino”. Al termine della nostra intervista, dopo averci offerto un buon calice di rosé e averci fatto assaggiare dei succulenti agnolotti di Castelferro, il Presidente Mariano Pastore ci dice: “La Cantina Sociale di Man-tovana è già proiettata verso il fu-turo e stiamo pensando di curare prodotti di nicchia, biologici ed ecosostenibili.”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

Don Chicco, parroco di Predosa da poco più di

un anno, è “protagonista” alla Sagra delle Fragole. Invitato come ospite d’onore dopo aver assaggiato le prelibatezze locali si è “tirato su le maniche” ed ha dato una mano ai membri della Pro Loco nello sparecchiare i piatti. Un vero e proprio volon-tariato attivo che conferma il grande impegno di Don Chicco per la comunità: dal coinvolgi-mento dei giovani a numerose attività promosse, Don Chicco è una fi gura diventata centrale per Predosa e per le frazioni.

Samuele Anastasio

Un preteUn pretetuttofaretuttofare

Page 12: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

12 l’inchiostro frescoGiugno 2016 RONDINARIA

L’arte di Luzzani a BoscoL’arte di Luzzani a BoscoInaugurata la mostra “Il mio paesaggio.. dialogando con la natura”

In occasione dell’apertura del salone mostre e conferenze del complesso monumentale

Santa Croce di Bosco Marengo è stata inaugurata sabato 14 maggio la mostra antologica del Maestro Ermanno Luzzani dal titolo: “Il mio paesaggio…dialogando con la natura”. Una raccolta di opere pittoriche, che E. Luzzani ha di-sposto esemplarmente, seguendo l’iter cronologico della sua forma-zione artistica, dagli esordi negli anni ’70, fi no ad oggi. Uno straor-dinario percorso di vita e arte a partire dalle sue prime esperien-ze a contatto con la natura, nella Lombardia della sua infanzia, in cui si è originato un profondo e intimo dialogo con la natura, de-stinato a diventare sempre più costruttivo ed edifi cante, capace di trasformarsi, di mutare, ma non perdersi mai. All’osservazione diretta degli angoli suggestivi del bosco, Luzzani mescola lo studio attento e paziente degli aspetti più minuti, degli effetti della luce. Ed

è la luce che attrae magicamente la sua attenzione, è la luce capace di suscitare inusitate sensazioni, di dare forma, sempre più concre-tamente, alle emozioni interiori, che diventano spunti per singolari espressioni artistiche. Gli studi di Luzzani negli anni seguenti cam-biano prospettiva, si ispirano alla natura della terra Piemontese, in cui egli si trasferisce, dalla quale trova un nuovo impulso creativo e una perfetta sintonia emotiva, tan-to che il dialogo si rinnova, pieno di vita, nutrito dalla stessa attenzio-ne alla scoperta, quella stessa che aveva caratterizzato la giovinezza, affi nata da uno sguardo ancora più profondo e intenso. Non potevano mancare le congratulazioni delle rappresentanze comunali, che han-no favorito l’allestimento della mo-stra, e dell’Associazione amici di Santa Croce che organizzano con grande impegno tante iniziative di promozione artistica e culturale .

Marta Calcagno

Aria di festa sull’Orba all’insegna dello sportAria di festa sull’Orba all’insegna dello sportCastelletto si conferma uno dei luoghi più dinamici di Rondinaria con una manifestazione riuscitissima

Un mese di maggio all’in-segna dello sport a 360°, iniziato sabato 21 mag-

gio al Palazzetto di Castelvero a Castelletto d’Orba, dove è stata protagonista la Polisportiva co-munale, che da due anni orga-nizza eventi sportivi e manifesta-zioni che coinvolgono un gran numero di ragazzi di ogni età. Una festa che ha raccolto ben 200 bambini, che si sono cimen-tati in varie specialità, hanno avuto la possibilità di provare il gioco del rugby, cimentarsi nel tamburello, nel Ju-jutsu, e nel pencak silat, un’antica arte mar-ziale che arriva dall’Indonesia, nel pattinaggio, per poi diver-tirsi con il calcio e per alcuni anche con il battesimo della sella, emozionanti giri su pony e cavalli. “La Polisportiva sta cer-cando di ampliare il ventaglio delle proposte sportive - spiega Mario Ozzano, Presidente del gruppo castellettese - perché ol-tre al calcio ed al pattinaggio, sport accessibili e di grande lustro, nel caso del pattinaggio, con una tradizione trentennale e successi a livello regionale e nazionale, sia possibile cono-scere altre specialità, come il tamburello, le arti marziali, il Ju-jutzu, per i quali abbiamo la possibilità di disporre, all’in-terno del Direttivo, di altret-tanto bravi istruttori quotati e affermati a livello nazionale”. Domenica 22 maggio ha preso il via la competizione calcistica “6° torneo Telethon”, riserva-to agli esordienti 2004, pulcini 2005–2006-2007. Un consueto appuntamento con lo sport, che da tempo viene preparato e re-alizzato grazie all’ impegno di Carmelo Barca, ma da due anni si svolge negli impianti sportivi della Polisportiva Comunale, in collaborazione con i Boys di Ovada e il patrocinio del Comu-ne di Castelletto d’Orba. L’incas-so è stato devoluto a Telethon. Il calendario del mese di mag-

gio si è chiuso sabato 28, con il Torneo di calcio e tamburello maschile e femminile, promosso dall’Associazione sportiva dilet-tantistica “Boys calcio”, intitola-to “Tutti insieme per Diego”, un bambino della Val Polcevera (di cui noi avevamo già parlato in un precedente numero de “l’in-chiostro fresco”, ndr), di 9 anni vittima di un grave incidente, per fortuna scampato alla tra-gedia. Vi hanno partecipato gli amici del tamburello di Varazze, di Finale Ligure, l’A.t.D. Paolo Campora di Ovada, l’A.t.D di Ge-nova Voltri e l’A.t.D di Basaluz-zo, un gran numero di sportivi, tutti insieme per lo sport, tutti uniti nella solidarietà.

Marta Calcagno

Di vero ci voleva un trattore di plastica. Il resto lo faceva la

fantasia. La scatola delle scarpe di mia mamma era la trebbia e quella dei miei sandali l’imballatore. Indi-spensabili erano poi i botti dell’Orsi a testa calda e gli sfrigolii tra le ca-denze calcolate del menelich: un mix elaborato in sincrono dalle mie corde vocali, compreso l’urlo della sirena. La trebbia non cominciava mai il suo polveroso lavoro senza avvisare del pericolo in agguato. Io ero l’inter-prete assoluto di tutti i personaggi in scena, dal trattorista a chi inforcava i covoni, dal caricatore dei sacchi di grano al trasportatore sulla cascina delle balle di paglia. Non avevo biso-gno di un regista. Conoscevo gesti e copioni a memoria: le battute ridico-le, i richiami, le imprecazioni. Arriva-re per primo al banco dei faramigni voleva dire guadagnarsi in un giorno la paghetta di una settimana. Da solo, a 10 anni, riuscivo a soddisfare in ab-bondanza le esigenze di chi lavorava alle forchette dell’imballatore. Mi ero creato una fama. La mia presenza era diventata abituale per i cascinali, presso i quali avevo acquisito il di-ritto alla colazione come i grandi, al bicchiere d’acqua e limone ogni due ore e alla pausa merenda. Ma io non avevo tempo per la merenda, dovevo costruire un robusto raffi o a quattro rampini di doppio fi l di ferro intrec-ciato, richiedeva abilità e competen-za. I miei gräfi erano i più affi dabili di tutto il vicolo. Prima o poi a qualche vicina sarebbe caduto il secchio nel pozzo ed io non potevo perdere l’oc-casione di rendermi utile. Il rotolino del faramëi avanzato, scivolando nella tasca dei calzoncini, non anda-va certo sprecato. A casa mi sarebbe servito per agganciare il trattore alle scatole delle scarpe… cioè alla treb-bia e all’imballatore. La mia macchi-na andava a fantasia, che ad un bam-bino della Bastëja non mancava mai. Come l’urlo della sirena, perché la trebbia non cominciava il suo lavoro senza avvisare che la mia immagina-zione si stava mettendo in moto.

Dom&Nico BISio

La trebbiaLa trebbiadi Domenicodi Domenico

BisioBisio

Si è svolto sabato 7 maggio alle ore 16:00, nel pieno delle

celbrazioni per la festa patronale, presso l’Abbazia di Santa Croce, con la sempre preziosa colla-borazione degli Amici di Santa Croce e il patrocinio del comune di Bosco Marengo, il concerto di musica sacra e profana “Dalle Fiandre a Mantova” (la musica intorno a Pio V), breve viaggio per tre e quattro voci a cappella. Il coro Baghdad Cafè di Genova, magistralmente diretto dal mae-stro Bruno Pestarino, ha eseguito le musiche di diversi autori, ovve-ro Compière, Desprez, Festa, Ar-cadelt, Da Palestrina, Marenzio, Brachrogge e Monteverdi.

Daniele Cifalà

Concerto aConcerto aSanta CroceSanta Croce

Page 13: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

13l’inchiostro frescoGiugno 2016RONDINARIA

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STADIO COMUNALEnovi ligure

2016

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LA FESTA PER STAREINSIEME

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tutte le sere si cambiacarne · pesce

e cucina del territorio

esposizione di quadripresentazione librilibreria e dibattiti

benvenuti a cena cultura

Le penne nere di CapriataLe penne nere di CapriataDomenica 10 luglio un appuntamento per il S. Tenente Felice Genovese

Il prossimo 10 luglio a Capria-ta d’Orba sarà un giorno mol-to speciale: infatti il locale

gruppo Alpini, in collaborazione con quello di Novi Ligure e sot-to la supervisione della Sezione di Alessandria, ha organizzato un raduno in memoria di un il-lustre compaesano: il S. Tenente Felice Genovese, tragicamente scomparso il 22 giugno 1970, precipitando, assieme al Capi-tano Piero Zorzettig di Cividale del Friuli, mentre con un Piper di ricognizione sorvolava il Mon-viso. “Questa manifestazione è nata una sera di qualche mese fa – ci informa Roberto Gemme, membro del Gruppo Alpini di Capriata d’Orba da noi raggiunto nella sede A.N.A. di Novi Ligure – quando abbiamo deciso, as-sieme agli amici alpini Roberto Cavriani e Carlo Ottria, di or-ganizzare una giornata in ono-re della memoria di una penna nera capriatese:. il S. Tenente Felice Genovese che era cono-sciuto da tutti in paese come

Nico – prosegue Gemme – Nato a Novi Ligure era cresciuto a Capriata, segnatamente alla Cascina California, detta anche Villa Orsini e successi-vamente alla Casci-na Belvedere. Era un ragazzo simpatico e pieno di vita”. L’alpino ci spiega come il S. Tenente avesse frequentato il 39° Corso Uffi ciali di Completa-mento presso la Scuola Militare Alpina di Aosta e quindi avesse partecipato a numerose esercita-zioni NATO come pilota di aerei in Norvegia, sul Brennero, sul colle La Roussa etc. “Genovese è caduto in servizio lasciando-ci prematuramente – ricorda Gemme con un fi lo di commo-zione – ma è sempre rimasto nel ricordo di tutti noi”. Il raduno non avrà soltanto come protago-niste le “penne nere” di Capriata ma, dopo la deposizione di fi ori alle 8.30 di domenica 10 luglio presso il Cimitero di Basaluzzo (dove il S.Tenente Genovese oggi riposa), e il successivo ammassa-mento alle 9.30 a Capriata d’Or-

ba presso l’Edifi cio scolastico di via Brizzolesi, vi sarà una sfi lata per le vie del paese che vedrà la presenza anche dei gruppi di Sil-vano, Castelletto e di altri paesi limitrofi di Rondinaria. Nell’atte-sa delle penne nere, a Capriata si stanno già preparando speciali “gelati tricolore” per festeggiare degnamente il passaggio degli alpini in paese. “La voglia di fare squadra c’è tutta – afferma in conclusione Carlo Ottria, una storica “penna” capriatese – An-che perché il Gruppo Alpini di Capriata, dopo oltre quarant’an-ni, è stato ricostituito attorno al suo gagliardetto e tutti insieme stiamo pensando ad una serie di eventi ed appuntamenti che coinvolgano l’intero paese anche nel prossimo futuro”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @ “Questa seconda tappa del Motogiro del Pie-monte 2016 è stata pensata per Capriata d’Orba e per il suo territorio: una sorta di

corsa turistica in moto dove il comune denominatore sarà il divertimento e la scoperta della nostra terra”, in questo modo Claudio Gaglione, Responsabile della Sezio-ne “Gimmy della Madonnina dei Centauri” di Capriata, ci spiega le motivazioni ideali riferite al moto giro previ-sto per domenica 26 giugno. “Sarà una giornata speciale pensata per tutti coloro che amano le due ruote – ci dice Gaglione – In più domenica 26 sarà anche la festa del paese: quindi un’occasione più unica che rara per fare doppiamente festa”. Domandiamo al Responsabile della sezione capriatese chi siano gli organizzatori della mani-festazione: “Una grossa mano ce l’ha data l’associazione motociclistica Madonnina dei Centauri di Alessandria e l’Ente Manifestazioni di Capriata d’Orba – risponde pronto Claudio Gaglione – Un grazie particolare va poi a Vittorio Carlevaro, il vicepresidente della sez. Gimmy, senza il quale non si sarebbe potuto organizzare nulla” e Merlo Alfredo consigliere e collaboratore, inoltre rin-grazierei i tesserati e non tesserati, che in quella giornata daranno il loro contributo alla buona realizzazione della manifestazione. Quale sarà il programma della giornata?: “Dalle ore 9 sino alle ore 11.30 in piazza Garibaldi a Capriata ci si potrà iscrivere – afferma il nostro interlo-cutore – Quindi, una volta fatta colazione presso il bar Sole Luna, si partirà per Gavi via Francavilla sino a toccare prima Carrosio e quindi arrivare a Voltaggio. Qui si prenderà un aperitivo al Bar Pasticceria Vulta-bia. Successivamente – prosegue nella descrizione del

programma – Si andrà sul Tobbio, agli Eremiti e quindi si scenderà da Bosio a Mornese poi ancora Tramontati-no e Capriata”. A questo punto il giro sarà fi nito?: “Niente affatto – afferma Gaglione – Dopo aver consumato il pri-mo, offerto dall’Ente Manifestazioni presso la bocciofi la del centro sportivo Don Angelo Campora, ci si sposterà a Basaluzzo ed a Castel Spina, passando per Bosco Maren-go, Casalcermelli e Castellazzo Bormida. Una volta qui si andrà a Sezzadio dove presso l’Osteria degli Amici si gusterà il secondo. Infi ne – continua il responsabile di se-zione – si tornerà a Capriata attraverso Predosa. Un giro che come si può facilmente evincere pone Capriata al centro di tutto”. Chiediamo a Gaglione che cosa prevede ancora il programma: “A Capriata – dice il nostro interlo-cutore – oltre alla riconsegna del road-book (cartoncino e cartina stradale con segnati i vari passaggi lungo il percor-so, ndr), vi sarà la possibilità di realizzare una piccola prova di abilità che permetterà l’accumulo di punti utile per il primo premio fi nale”. L’edizione dello scorso anno aveva registrato 240 iscritti e le speranze sono quelle di aumentare questo numero. “Il 26 giugno sarà una bella festa su due ruote” dice sorridendo Claudio Gaglione.

Moto….scollinando Moto….scollinando La seconda tappa del Motogiro del Piemonte arriva a Capriata d’Orba

Data la stagione cominciamo da quelli di seta. La seta è una bellissima fi bra naturale. La possiamo trovare in diversi pesi e trame dal pesante broccato e taffetà, al leggero chiffon, satin e seta indiana, che sono le sete più usate nella

confezione di capi di abbigliamento.

Consiglio: lavare in acqua fredda per mantenere la consistenza della trama. Appendere l’indumento ridandogli la forma originale, senza strizzare il capo. Controllare sempre le etichette perché alcune sete vanno lavate a secco.

Maria Carla

Conoscere i tessuti

Page 14: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

14 l’inchiostro frescoGiugno 2016

Servizio educativoServizio educativo

Rifl essioni a ruota libera di Ester.Ester… nando…!!!

OPINIONI E SPUNTI

Tutto quello cheTutto quello cheavreste voluto sapere avreste voluto sapere

sulla posturasulla postura

Il segreto per curare i mali del proprio corpoDalla

vostra parte

Il trauma sportivo acutoIl trauma sportivo acutoLa voce del fi sioterapista: come mantenersi in forma nonostante l’età

Parlate con la gente e più volte vi capiterà di sentire pronun-ciare la parola “postura”, spes-

so in modo non appropriato. Ci sono parole o frasi che vanno di moda come appunto “postura”, (criticità, devo realizzarmi, devo trovare me stesso ecc). “La mia schiena mi fa male, ho la schiena storta perche ho una postura sbagliata”, “Ho portato per anni lo zaino che mi ha dan-neggiato la postura”: insomma mai un termine è stato cosi abusato con tanta confusione. Facciamo chiarez-za: meglio parlare di allineamento e disallineamento. Quando si è allinea-ti si parla di postura corretta, quando si e disallineati si parla di postura sbagliata. Un uomo in stazione eretta è allineato quando:

1) di fronte le spalle ed i fi anchi (creste iliache) sono alte uguali con schiena senza curve (no scoliosi); 2) di lato la schiena è diritta senza gobba (cifosi)La causa del disallineamento? Qui purtroppo c’è molta speculazione economica, va di moda parlare di malocclusione dentale e della neces-sita di bites dentali. Non fi datevi di tanti studi e articoli ma provate piut-tosto su di voi questo semplicissimo esperimento: da in piedi ruotate la caviglia del piede destro all’interno in modo da appiattire l’arco del piede come nel piede piatto. Sentite che la regione lombare della schiena è più incurvata e tira e fa male? “Sì!”. Que-sto dimostra che se il piede destro poggia male, la cresta iliaca destra ruota in basso ed in avanti ed abbia-mo i due fi anchi disallineati cioè una postura sbagliata! Per riallineare i fi anchi occorre cambiare l’appoggio dei due piedi con plantari e scarpe

I Il testamento è l’atto scritto con cui un soggetto dispone

dei propri beni per il tempo in cui avrà cessato di vivere. Vediamo quali sono i vari tipi di testamen-to. La tipologia di testamento più semplice è quella del testamento olografo, che deve essere scritto per intero di pugno dal testatore e da costui datato e sottoscritto. Tale tipo di testamento non ne-cessita dell’ausilio del notaio, il quale può tuttavia certamente fornire una consulenza al testato-re che voglia assicurarsi di com-piere un atto valido. Il contributo del notaio è invece essenziale per le altre due forme di testamento: il testamento pubblico ed il te-stamento segreto. Il testamento pubblico è infatti redatto da un notaio, il quale raccoglie le volon-tà espresse oralmente dal testato-re alla presenza di due testimoni, traducendole in forma giuridica appropriata. Il testamento se-greto è invece predisposto dal testatore, il quale lo consegna al notaio che attesta su un apposito atto che costui, alla presenza di due testimoni, gli ha consegnato personalmente il suo testamento. Pertanto il contenuto del testa-mento segreto resta riservato, in quanto nessuno può leggerlo essendo sigillato e il testatore ne vede assicurata la conservazione. Si precisa però che anche per il testamento olografo il testatore ha facoltà di depositarlo presso un notaio al fi ne di evitarne lo smarrimento o la sottrazione, in alternativa alla tradizionale custodia nel cassetto di casa. In ogni caso, chiunque sia in posses-so di un testamento olografo di una persona deceduta è tenuto a presentarlo ad un notaio per la pubblicazione.

Avv. Fabiana Rovegno

Il testamentoIl testamento

Chi ha assistito alla recente adunata degli alpini ad Asti avrà sicuramente colto il

grande spirito di appartenenza e i valori di forza e umanità che ac-comunano i vari soggetti di questo corpo militare. E stiamo certi che quelle oltre centomila persone non avranno lasciato dietro di sé nemmeno una cartaccia a terra! Anzi, come omaggio, volontari hanno dato una mano a sistemare parti della città, giardini, scuole. In queste occasioni si può anche rim-piangere il vecchio servizio di leva che per tanti, specie in passato, è stata una occasione per uscire da un ambiente familiare asfi ttico e trovare una famiglia più ampia con regole precise e responsabili-tà da rispettare senza sconti, un contributo alla formazione e alla maturità. Poi qualcuno lo ricorde-rà come un anno di tempo “perso”, altri come un’occasione per to-gliersi un po’ di “fame dalle ossa”

adatte; eppure ancora oggi nei “sacri testi” di medicina il piede non viene citato coma la causa del maldi schie-na e del disallineamento posturale. Manipolazioni, chiropratico, oste-opata, bites, fi siatra, fi sioterapista, antiinfi ammatori, infi ltrazioni sono palliativi che non risolvono il proble-ma alla radice. Anche i corsetti ed i busti non servono, anzi sono dannosi. Per raddrizzare “la torre di Pisa” met-tiamo un supporto dalla parte dove il terreno fragile ha ceduto, non mettia-mo una impalcatura (leggasi busto)! Se state a lungo seduti, acquistate un piano inclinato (dicesi cuneo) gonfi a-bile. Ha una comoda maniglia ed io lo porto con me anche al ristorante: mantiene la schiena diritta e bilancia-ta, appena resto 5 minuti su una sedia normale ho subito il mal di schiena.... guarda il caso!

dott. Pietro Albanocell. 348 58 35 106 - [email protected]

Con l’inizio della bella stagione sia gli adulti che i più piccoli hanno incrementato le attivi-

tà all’aria aperta; corsette, partite di pallone, nuotate e tornei di beach volley sono ormai un appuntamen-to fi sso dell’estate. Se questo è si-curamente un aspetto positivo per

Riceve su appuntamentoTel. 393 4353899

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La libreria Mondadori di Novi Ligure ha aperto il ciclo di ape-ritivi letterari il 27 maggio con la

presentazione del libro “La fi glia sba-gliata” di Raffaella Romagnolo. L’au-trice casalese (ma residente a Rocca Grimalda), insegnante e collaboratrice con “Il Secolo XIX” è candidata, grazie alla sua ultima fatica letteraria, al pre-stigioso Premio Strega. Un’opera che fi n dal ritmo della narrazione presenta un certo scarto rispetto a “Masnà”, il libro che l’ha fatta conoscere a un vasto pubblico. Più epico quello, più intimistico l’ultimo. In una cittadina di provincia un infarto stronca la vita

di Pietro Polizzi. La moglie, Ines, la protagonista della vicenda, un “fuoco di volontà” che tuttavia reprime tutto ciò, a vantaggio di una vita ragione-vole, non si comporta nel modo che tutti si aspetterebbero: non chiama i soccorsi, non avverte nessuno. Inizia, anzi, a questo punto un viaggio inte-riore al termine del quale scopre che nella sua vita di razionale c’è stato ben poco. Una vicenda paradossale, a tratti cinica, che tuttavia presenta una pro-fonda morale: mai soffocare le proprie pulsioni, pena il rischio dell’infelicità.

Federico Cabella

Aperitivi letterari a NoviAperitivi letterari a Novi

o un periodo di gran goliardate cameratesche. Resta il fatto che al ritorno a casa i ragazzi erano cresciuti e con una visione diver-sa delle cose. Personalmente ho conosciuto persone che pur non avendo fatto il servizio militare hanno avuto un percorso e una scuola di vita ben più formativa e se vogliamo più avventurosa di

altri coetanei, ma questo per loro indole, spirito di iniziativa e ambi-zione. Diciamo che, invece, farsi un po’ di militare negli alpini, zai-no e tenda in spalla su per i monti al freddo, per chi oggi ama solo la vita comoda e facile, non sarebbe una cattiva scuola di vita!

Ester Matis

la qualità della vita di una singola persona, il rovescio della medaglia è un’aumentata percentuale di pos-sibili traumi. In questo numero vor-rei darvi quindi alcuni piccoli sugge-rimenti per poter affrontare con più sicurezza un trauma sportivo acuto di lieve entità. Sebbene il mio primo consiglio sia quello di rivolgervi il più velocemente possibile ad un professionista sanitario, nell’imme-diato esistono alcuni accorgimenti da adottare. Protocollo P.R.I.C.E. (Protection, rest, ice, compression, elevation) da effettuare nei primis-simi minuti dopo il trauma.• Protezione: assicurarsi di non

sforzare la zona interessata al trauma (es. non correre dopo una distorsione di caviglia)

• Riposo: più precisamente consi-derato come un riposo “relativo” e non “assoluto” (es. eseguire mo-vimenti indolori)

• Ice: applicazioni di ghiaccio locale per non più di 10/15 mi-nuti ogni 2 ore circa

• Compressione: eseguire un ben-daggio compressivo per diminuire

il più possibile la formazione di versamento

• Elevazione: cercare di tenere la zona interessata un po’ elevata in modo da permettere un drenaggio migliore dei liquidi.

A questo protocollo, eseguibile anche da persone “non addette ai lavori”, seguono le sue due evolu-zioni POLICE (Protection, Optimal Loading, Ice, Compression, Eleva-tion) e MEAT (Movement, Exercise, Analgesics, Treatments) da esegui-re esclusivamente sotto stretto con-trollo di fi sioterapista.

Simone Berrino

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A proposito del Bric ManfreiA proposito del Bric ManfreiRiceviamo e pubblichiamo un’altra pagina di storia

In relazione all’articolo appar-so nel numero di Aprile tito-lato “Bric Manfrei” del vostro

periodico (pag.8), riguardante i “duecento caduti” repubblichini, fucilati sul Monte Manfrei, pre-gherei l’autore dell’articolo di do-cumentarsi meglio e di fare uno sforzo di approfondimento prima di fare affermazioni decisamente generiche e infondate, frutto forse di recenti ondate di revisionismo, offerte anche dal sig. Gianpaolo Pansa, con i suoi improbabili libri

destinati a chi aveva interesse a denigrare la Resistenza. Questa è la storia nota a tutti, soprattutto nella valle dell’Orba, che nessun massacro fu effettuato dai parti-giani a Manfrei. Lo testimoniano anche le sentenze di vari tribu-nali che nel tempo hanno assolto con formula piena Domenico Pa-trone, detto “Triste” o “Mingo”, comandante del distaccamento “Calcagno” della Brigata “Bura-nello”, accusato di aver ordinato l’eccidio di più di duecento appar-

tenenti alla Divisione di Fanteria di Marina “San Marco” della Re-pubblica di Salò, partigiano che ho avuto l’onore di conoscere, più di quaranta anni fa e che ci ha la-sciato da pochi anni. Nel tentativo di fare chiarezza, si può ricordare quanto scritto addirittura sulla ri-vista dei reduci della ex Divisione “San Marco”, nel numero 20 del giugno 1998, dove è riportata la testimonianza del tenente repub-blichino Giorgi, che dice di esser-si arreso il 25 aprile, con tutta la sua compagnia, ai partigiani in località Palo, da dove poi furono condotti in Vara. Dopo tre giorni lui rimase prigioniero a Pianca-stagna, mentre tutti gli altri furo-no condotti, in treno, dalla stazio-ne di Rossiglione a Sestri Ponente e consegnati agli alleati, tranne 6 sottouffi ciali che vennero fucilati. Nella sua testimonianza al proces-so, Patrone parla di una ventina di marò che si presentano al Sassel-lo, tra l’altro portando prigioniero il loro comandante Fantoni, tra i più violenti nei confronti dei par-

Faiallo, là dove cominciano le AlpiFaiallo, là dove cominciano le AlpiAlpi o Appennino Ligure? Una breve analisi geomorfologica del nostro territorio

Alle elementari tutti abbiamo imparato la fi lastrocca “ma con gran pena le reca giù” per

ricordare meglio la suddivisione delle Alpi; quanti di noi però conoscono precisamente i confi ni della catena montuosa più alta d’Europa? Di nor-ma secondo la Convenzione delle Alpi (trattato stipulato nel 1991 tra le prin-cipali nazioni appartenenti al grup-po alpino per elaborare una politica comune di protezione del territorio), le Alpi vengono fatte cominciare dal Colle di Cadibona (SV), in Val Bor-mida, e terminano nei pressi di Vien-na, per una lunghezza totale di 1200 km. In realtà esistono varie scuole di pensiero: la più “estrema” è proba-bilmente quella creata nel 1995 dalla CEE che arriva a comprendere l’intera Baviera, l’intera Austria e tutta l’Italia settentrionale compreso l’Appennino tosco-emiliano, facendo raggiungere alle Alpi una superfi cie di ben 450.000 kmq e una popolazione di 70 milioni di abitanti. Una suddivisione molto inte-ressante è quella di natura geologica, secondo la quale il capoluogo ligure diventerebbe discriminante come punto di incontro tra Alpi ed Appenni-ni: infatti la linea immaginaria che va da Sestri Ponente a Voltaggio verreb-be interpretata come limite geologico tra le due catene montuose. Secondo questa tesi quindi anche il passo del Faiallo (o Fajallo) e le relative princi-pali vette entrano a tutti gli effetti a far parte delle Alpi ed in particolare del gruppo di Voltri, caratterizzato da uno dei più estesi gruppi di rocce di deriva-zione ofi olitica affi oranti come serpen-tiniti e calcescisti. Le ofi oliti alpine del gruppo di Voltri rivestono importanza fondamentale perchè, grazie agli af-fi oramenti presenti, è stato possibile ricostruire il processo metamorfi co (ossia le trasformazioni dovute a pres-sione e temperatura) che ha portato

alla situazione geologica attuale. Un buon punto di osservazione per farsi un’idea più concreta di queste mec-caniche geologiche è il Monte Den-te, (1007 mslm) da dove si apre una visione panoramica sulla Val Cerusa, della quale si può ammirare il paesag-gio brullo e scosceso, dominato sullo sfondo da calcescisti con affi oramenti di rocce serpentinitiche riconoscibili dal loro aspetto frastagliato.

Luca Serlenga

tigiani e della popolazione, che terrorizzava con arresti, torture e uccisioni a sangue freddo, che fece fucilare il rossiglionese don Domenico Minetti, parroco della Maddalena di Sassello. Era tal-mente odiato anche dai suoi sot-toposti, che poi furono loro stessi ad eseguire la fucilazione, dopo la condanna del tribunale parti-giano, in cui don Berto era stato l’avvocato difensore. Buona partedei partigiani della Buranello poi va a Genova per partecipare all’insurrezione e lì rimangono fi no alla smobilitazione. Altre te-stimonianze confermano questi fatti, ma non bisogna neanche di-menticare che nella “Buranello” militava anche don Berto, sempre nel ruolo di avvocato difensore nei processi che i partigiani fa-cevano ai fascisti catturati, che si sarebbe opposto energicamente ad un simile eccidio se qualcuno lo avesse proposto o ne avrebbe denunciato il fatto, come era nella sua natura di uomo e di prete. In-fi ne la documentazione dei morti

accertati nella zona del Sassellese dopo il 25 aprile annota 6 fucilati nel cortile del Carcere di Sassello e 14 o 15 ignoti riesumati, rico-nosciuti comunque appartenenti alla “San Marco”. Mi fermo qui con una rifl essione: sono orgo-glioso ed onorato di essere fi glio di un partigiano comunista, che in quei monti ha combattuto contro fascisti e tedeschi ed ancora ades-so serbo di “Triste” uno splendido ricordo, quello di un uomo tutto d’un pezzo, senza fronzoli, che ti guardava dritto negli occhi e ti diceva chiaramente quello che pensava.

Bruno Pastorinofi glio di Alberto detto il “Moro”,

decorato di Croce di Guerra per attività partigiana

L’anniversarioad Urbe

Domenica 26 giugno si terrà a Urbe, nei pressi del bric Manfrei, la ce-rimonia in onore dei caduti del Manfrei, con una Messa prevista per

le ore 11. La commemorazione è frutto della collaborazione di volontari, associazioni d’Arma, associazione Famiglie Caduti e Dispersi della RSI, e della Onlus “Croce al Manfrei”, associazione proprietaria del terreno dove fu eretta una croce dal dott. Zunino, con autorizzazione dell’Ono-ranze Caduti in Guerra del Ministero della Difesa. La commemorazione si inserisce in una serie di cerimonie volte a non far perdere il ricordo di avvenimenti anche tragici della nostra storia recente o recentissima. L’episodio, tra i più dibattuti della storiografi a moderna è stato trattato spesso su questo giornale e, come “l’inchiostro fresco”, siamo sempre a disposizione per nuovi e più approfonditi contributi. Rimane infatti fer-

mo, almeno in questa redazione, la volon-tà di cercare di informare il più possibile i propri lettori sui fatti di ieri, di oggi e, perché no, di domani.

La Redazione

Dopo oltre due mesi di appro-fondimenti l’autore dell’arti-colo di aprile ritiene, per cor-rettezza, la cifra riportata, inverosimile. Questo è per dovere di etica e di professio-nalità. (m.s.)

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16 l’inchiostro frescoGiugno 2016

Il giornalino dei bambiniIIl giorg ornarnalinoinoo ddeddeddei bbbbamba inibimbm Il giornalino dei bambiniIIl giorg ornarnalinoinoo ddeddeddei bbbbamba inibimbm Il giornalino dei bambiniIIl giorg ornarnalinoinoo ddeddeddei bbbbamba inibimbm Il giornalino IIl giorg ornarnalinoinoo

La favola La favola di un nonno di un nonno e di una e di una nipotinanipotina

Mi chiamo Enrico e abito a Busalla. Sono nonno di due magnifi che nipotine, Sofi a di 11 anni e Marta di 8 anni. Un giorno accompagnavo Marta a casa ed in cielo c‛e-

rano quelle nuvole bianche simili alla panna montata. Si par-lava di Sofi a che di lì a poco avrebbe compiuto gli anni. An-dando avanti nel discorso feci notare a Marta che ambedue, col trascorrere degli anni, sarebbero diventate anche loro mamme. Lei mi guardò dicendomi: “Ma tu sarai volato in cie-lo!”. A quelle parole mi prese un nodo alla gola, le risposi: “Il tuo è un ragionamento giusto. Quando vorrai ricordarti del nonno, e così farà anche Sofi a, basterà aspettare di vedere spuntare nel cielo queste stesse nuvole di panna montata. Se osserverai con attenzione vedrai il nonno che ti saluterà con la mano dall‛alto”. Ci incamminammo verso casa e, lo confesso, qualche lacrima mi inumidì gli occhi quando aprii l‛uscio.

Nonno Enrico per Sofi a e Marta

Gli alunni della Scuola dell’Infanzia di Voltaggio

Sabato 4 giugno a Crodo, in Val Formazza, è avvenuta la pre-

miazione di un concorso per scuo-le dell‛infanzia durante il quale è stata premiata una favola inedita con contenuti a sfondo ambienta-le-naturalistico. Il primo premio ex aequo del Concorso è stato vinto dall‛asilo di Voltaggio. Que-sto il testo vincitore

È sempre bello poter racconta-re di storie semplici e genuine

basate su piccole cose che, pur nella loro semplicità, conducono queste storie al classico “lieto fi ne”. Succede che durante l‛in-verno l‛Uffi cio Scolastico Regio-nale del Piemonte invii una mail a tutte le scuole della Regione per portarle a conoscenza di un concorso letterario intitolato “La fi aba di montagna”, indetto dall‛associazione “Ossola: Di-mensione verde” con il patrocino del Comune di Crodo (VB), in Val

Le classi quinte della Scuola Primaria “Giuseppe Saracco” di Ac-qui Terme sono diventati attori per un giorno. Infatti gli alunni acquesi hanno interpretato uno spettacolo coinvolgente ed ap-

passionante, con al centro il tema della Costituzione. Lo spettacolo, dal titolo, “C‛era una volta un re”, affronta i principali episodi che hanno portato gli uomini a dotarsi delle costituzioni con particola-re attenzione sugli eventi della Rivoluzione Francese e della Rivo-luzione Industriale, con un cenno al Risorgimento Italiano. Tanto è vero che gli alunni della Saracco, durante la recita, indossavano

Scuola “Giuseppe Saracco” di Acqui Terme Scuola “Giuseppe SaSpettacolo sulla Costituzione Spettacolo

Storia di un piccolo mago e di un grande risultato

Formazza. Tema della prima edizione era “Montagna: un mondo fantastico”. Succede che Cinzia e Paola, le due giova-ni ed intraprendenti insegnanti della scuola per l‛infanzia di Voltaggio, decidano di parte-cipare. “Abbiamo visto il bando e subito abbiamo ritenuto di avere a disposizione materiale adeguato all‛iniziativa” spiega-no le maestre. E continuano: “Da tanto tempo utilizziamo un personaggio di fantasia, il piccolo mago Wizz Wizz, per supportare le tematiche didat-tiche che sviluppiamo durante l‛anno scolastico. Chi meglio di lui poteva essere il soggetto di una fi aba ambientata in un mondo fantastico come la mon-tagna?” Da dove nasce questo personaggio? “Ogni anno in pri-mavera dedichiamo una gior-nata alla visita di una piccola fattoria di Fraconalto, gestita

da due nostri amici. E‛ l‛occasio-ne per far vedere ai bambini una delle pochissime realtà contadine rimaste in Val Lemme. Durante questa visita Andrea Giaroli, il ti-tolare dell‛azienda, spiega ai bam-bini le meraviglie del mondo ani-male e la moglie, Silvia Bagnasco, accompagna ogni momento della giornata con giochi, storie e fi la-strocche in rima che richiamano i temi delle attività didattica svol-ta in aula. “La storiella racconta le peripezie di un maghetto alle prime armi, assai in diffi coltà con l‛uso di formule e pozioni, sotto-posto ad un diffi cile test - spiega Silvia - Alla fi ne il maghetto ri-uscirà a superare brillantemente l‛esame senza dover far ricorso a magie. Gli basterà sfruttare con sapienza i beni più preziosi che la

montagna di Fraconalto mette a disposizione di tutti: sole, terra e acqua” Succede infi ne che la giuria del concorso ritenga la fi a-ba meritevole del primo premio: 400€ che sono stati consegnati alle maestre sabato 4 giugno du-rante la cerimonia di premiazione e che le insegnanti useranno per acquistare giochi e materiale di-dattico per l‛asilo di Voltaggio. Una gran bella soddisfazione per loro e per l‛autrice della fi aba. “In fondo per ottenere risultati che sembrano frutto di magie spesso bastano invece elementi molto semplici come la buona volontà, l‛entusiasmo e l‛amore per il pro-prio territorio” è la chiusura di Silvia.

Andrea Giaroli

Le classi terza e quarta primaria festeggiano la chiusura dell‛anno scolastico con un breve spettacolo di canti.Mercoledì 8 giugno, nella palestra della Scuola F.lli Puppo

di Rossiglione, le classi terza e quarta primaria hanno concluso l‛anno scolastico salutando genitori, parenti ed amici con uno spettacolo musicale. Il tema che accomuna questi brani è l‛amore: fraterno, religioso, per la mamma, per il papà, per il mondo. Si è trattato della conclusione di un percorso didattico, partito con lo studio della parte teorica curata dell‛esperto esterno, il Professor Massimo Ferrari, che ringraziamo. Un ringraziamento va anche alle colleghe Serena ed Elisa, che hanno collaborato alla riuscita dello spettacolo.Auguri di buone vacanze, ragazzi ; )))

Francesca Cavanna

Festa di fi ne anno Festa di fi ne anno a Rossiglionea Rossiglione

Buona Estate Budalla Scuola dell’Infanzia G. Garibaldidalla di Novi Liguredi N

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17l’inchiostro frescoGiugno 2016

dei bambiniddeddeddei bbbbamba inibimbm Il giornalino dei bambiniIIl giog ornarnalinoinoo ddeddeddei bbbbamba inibimbm Il giornalino dei bambiniIIl giorg ornarnalinoinoo ddeddeddei bbbbamba inibimbm Il giornalino dei bambiniIIl giorg ornarnalinoinoo ddeddeddei bbbbamba inibimbm

In una domenica piovosa ma non brutta, non potendo fare la so-lita escursione su e giù tra i monti dell‛Oltregiogo, ho colto l‛oc-casione per stare un po‛ più a lungo con mia mamma, che da poco

ha compiuto 97 anni e, anche per comprendere meglio come siamo arrivati ai tempi che stiamo vivendo, mi son fatto raccontare come si viveva a Capriata d‛Orba, dove era sfollata da Genova, in tempo di guerra e su cosa diceva la gente di quel che stava accadendo. E così mia mamma, dicendomi che appena iniziati i bombardamenti le sua famiglia si mise subito alla ricerca di un riparo sicuro nell‛entroterra capitando quasi per caso a Capriata, mi raccontò che una delle esi-genze primarie in quegli anni era il cibo. Per tale motivo suo padre, ovvero mio nonno Candido Mazzarello che dal cognome si capisce che era originario di Mornese, comprò un maialino, per assicurarsi di che mangiare, quando anche la verdura, che pure in campagna si trovava con facilità, era oggetto di “borsa nera”. Il maialino, per il quale mio nonno aveva ricavato una specie di recinto nel cortile davanti casa, crebbe in fretta, giocando con quei pochi gattini che ancora giravano per il paese ed era diventato il beniamino di tutti i bimbi del “palazzo”, una grossa costruzione di origini gentilizie a due passi dalla Società di Mutuo Soccorso, dove non solo famiglie geno-vesi, ma anche milanesi avevano trovato alloggio. Venuto il momento fatidico, mio nonno non se la sentì di fare quel che la legge della sopravvivenza prescrive e anche il maialino sembrava averlo capito perché, ormai diventato grosso, se ne stava in un angolo quasi grufo-lando per conto suo. A prenderlo vennero i macellai di Capriata che faticarono non poco a caricarlo su un carro, mentre i bambini pian-gevano e mia nonna correva a chiudere tutte le persiane. Quando poi i macellai, tempo dopo tornarono da mio nonno per portargli i salumi pattuiti, nessuno della famiglia se la sentì di mangiarli e vennero regalati ai vicini. Da quel giorno mia mamma non mangiò più carne di maiale. Tempi duri che bisognerebbe non ripetere, ma che sentendo l‛aria che tira sembrano di nuovo pericolosamente vicini perché nel mondo c‛è chi ha troppo e c‛è chi ha troppo poco…

Gian Battista Cassulo

Il Il maialinomaialinoScuola “Giuseppe Saracco” di Acqui Terme aracco” di Acqui Terme

Spettacolo sulla Costituzione sulla Costituzione

delle simpaticissime magliette verdi, bianco e rosse simboleggian-ti i colori della nostra bandiera. L‛idea delle moderne costituzioni basate sulla divisione dei poteri e sulla volontà generale è stato fatto capire dagli alunni attraverso una similitudine tratta dal mon-do del calcio, dove i giocatori rappresentano il potere legislativo, l‛allenatore il potere esecutivo e l‛arbitro quello giudiziario, mentre gli spettatori rappresentano il corpo elettorale, lo stadio nel suo complesso. Una bella giornata che ha trovato il plauso e l‛apprezza-mento di tutti i partecipanti.

In occasione del collegamento con la Base italo-francese Con-cordia in Antartide grazie al PNRA, programmato per il 18-5-16, si è portato avanti un progetto di studio e conoscenza

interdisciplinare di questo affascinante Continente. Le attività si sono dipanate in vari ambiti permettendo alle insegnanti di classe di progettare, lavorare, collaborare e valutare i contenuti compre-si ed appresi dagli alunni, in modo collegiale. Gli alunni sono stati informati sull‛essenza e le caratteristiche del Progetto Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) e ne è stato riprodotto il Logo Uf-fi ciale in Arte ed Immagine osservando che contiene la forma del continente in blu, colore freddo, e le diciture Programma Nazionale di Ricerche in Antartide/ItaliaAntartide. A questo punto è stata ascoltata e trascritta l‛intervista del Corriere della Sera al Capitano dell‛Esercito Italiano Letizia Valentino, al ritorno da una missione estiva in Antartide. Quindi è stata proposta agli alunni la visione del fi lm “La Marcia dei Pinguini” di Luc Jacquet, spettacolare do-cumentario sull‛affascinante vita dei Pinguini Imperatore. Dopo la visione gli alunni hanno prodotto disegni a mano libera e tesine di approfondimento sugli animali e gli ambienti del fi lm. Il giorno 18-5-2016 ha quindi avuto luogo il collegamento con la Base Concordia ed è stata un‛esperienza unica e speciale. Ci ha molto colpito ciò che i ricercatori ci hanno detto del silenzio dell‛Antartide: grazie al silenzio assaporano ogni particolare di ciò che li circonda e di ciò che accade riuscendo ad apprezzare ogni variazione di rumore, come i passi sulla neve, che producono una “musica” diversa a seconda della sua consistenza. Riescono inoltre a raccogliere meglio pensieri emo-zioni e sensazioni, cosa che nel caos della nostra latitudine è sempre più diffi cile! Alessandro, Vito, Olivier, Simonetta, Elio e Nicole sono stati davvero chiarissimi nel condividere le informazioni in loro pos-sesso, disponibili a soddisfare le nostre curiosità ed estremamente gentili e simpatici!!! Parlarne con questo articolo è il nostro modo di ringraziarli e far sapere che tengono alto il nostro orgoglio naziona-le. Il loro lavoro e la loro dedizione alla scienza li porta a vivere, per un intero anno, lontani dalle loro famiglie, ma vicini al cuore di tutti noi italiani!! Grazie ricercatori del PNRA!!!!!!

Polo Sud aPolo Sud aSarissolaSarissola

Lo scorso maggio a molti degli alunni di classe quarta, ad alcuni di classe quinta Lo scorso maggio a molti degli alunni di classe quarta, ad alcuni di classe quinta primaria e di classe seconda di scuola secondaria della scuola “Edmondo De primaria e di classe seconda di scuola secondaria della scuola “Edmondo De Amicis” di Predosa, sono stati consegnati gli attestati di “Apprendisti Ciceroni” Amicis” di Predosa, sono stati consegnati gli attestati di “Apprendisti Ciceroni” del FAI per aver partecipato, con le loro attività e il loro impegno, alle giornate del FAI per aver partecipato, con le loro attività e il loro impegno, alle giornate di Primavera del 19 e 20 marzo a Retortodi Primavera del 19 e 20 marzo a Retorto

PredosaPredosa

Buona Estate uona Estate dalla Scuola dell’Infanzia G. Garibaldia Scuola dell’Infanzia G. Garibaldi di Novi LigureNovi Ligure

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18 l’inchiostro frescoGiugno 2016

D’attualità una proposta del 2003 di Dario UPer evitare il transito dei treni ad alta velocità nel concentrico novese, lo spostamento della stazione ferroviaria po

Dopo il dibattito che si è ac-ceso nello scorso mese di aprile attorno alla cosiddet-

ta variante “no shunt” che consen-tirà il passaggio diretto dei treni del Terzo Valico in città sugli attuali binari della “Torino - Genova”, ora molti a Novi Ligure e nel suo cir-condario riscoprono un progetto di qualche anno fa. Parliamo di quello proposto da Dario Ubaldeschi, noto professionista novese e iscritto al collegio degli Architetti di Milano, il quale, sin dal “lontano” 2003, aveva presentato una soluzione alternati-va al transito dei convogli ferroviari nel tessuto urbano novese. Questo progetto di fatto rivoluzionava tut-to l’asse ferroviario cittadino, così come è conosciuto sin dai tempi della realizzazione della linea sto-rica per i Giovi, perché sostanzial-mente prevedeva lo spostamento della stazione in località basso Pie-ve. “All’inizio degli anni Duemila ho convinto l’ex Assessore della Regione Piemonte, William Caso-ni ad inserire nel progetto di Reti Ferroviarie Italiane lo spostamen-to della stazione di Novi in basso Pieve – ci dice Dario Ubaldeschi fa-cendoci accomodare nel suo studio e stendendo sotto i nostri occhi un disegno di questo tratto – Ma anche i documenti e le planimetrie uffi -ciali di Rete Ferroviaria Italiana prevedevano la stazione in questo sito, poco dopo la nuova galleria di valico. Quella, per intender-ci, proveniente da Arquata via Genova-Borzoli”. Domandiamo ad Ubaldeschi se questo trasferimento non possa signifi care più un pro-blema che una risorsa per la città: spostando “in periferia” la stazione i cittadini potrebbero risentirne?: “No, affatto – risponde prontamen-te il nostro interlocutore – Perché la stazione, che troverebbe la sua collocazione sotto la Pieve, risul-terebbe perfettamente perpendi-colare all’asse viario di via Verdi, già esistente e quindi in grado, op-portunatamente risistemato nella

viabilità, di servire ottimamente Novi. Inoltre questa nuova stazio-ne potrà essere fruibile anche per i vicini comuni di Cassano, Ser-ravalle, Stazzano nonché Pozzolo Formigaro, facendo così diventare Novi Ligure una vera stazione a servizio di tutto il suo hinterland. In più, questo tratto di ferrovia, correndo al piano di campagna, non richiederebbe grandi opere in-vasive, riducendo le ferite all’am-biente”. A questo punto, doman-diamo a Dario Ubaleschi: spostare la stazione in basso Pieve potrebbe signifi care anche un risparmio in fatto di costi?: “Senza alcun dubbio – afferma il professionista novese – Anzi secondo i più recenti cal-coli sarebbero quasi 200 i milioni di euro che si potrebbero rispar-miare. Cifra più che suffi ciente a ammodernare e salvaguardare la

rete degli acquedotti di Serravalle e Arquata Scrivia, senza conside-rare la possibilità di realizzare la famosa tangenziale autostrada-le – prosegue Ubaldeschi nella sua illustrazione – tra Novi e Pozzolo”. Tuttavia una domanda però sorge spontanea: con lo spostamento del-la stazione di Novi il destino di San Bovo sarebbe segnato?: “Guardi io ho letto il più recente memoran-dum sul tema fi rmato da Sergio Chiamparino, Roberto Maroni e Giovanni Toti, rispettivamente Presidente della Regione Piemon-te, Lombardia e Liguria – afferma l’intervistato mostrandoci il docu-mento – Non viene mai nominato San Bovo e, per quanto concerne la logistica, sono state individua-te tre aree di sviluppo: Rivalta, di proprietà per il 45% del Gruppo Gavio (con quote anche del Comu-

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

L’inchiostro fresco è, pratica-mente da sempre, un foglio

di informazione locale molto attento a tutto ciò che riguar-da, a corto come a più ampio raggio, il mondo della ferrovia e più in generale il territorio. In questo senso, capendo come il destino logistico dello scalo merci di “Novi – San Bovo” sia purtroppo segnato, in quanto il moderno trasporto merci su ro-taia è ormai monopolizzato dal-la tecnologia dei container che comporta una tipologia di carri che troverebbero un’oggettiva diffi coltà di movimentazione in questo parco, affi nché esso non cada in preda all’incuria e all’i-nedia ci sentiamo di proporre quanto segue. Sulla scorta della splendida esperienza di “Napoli – Bagnoli”, dove sulle spoglie di quel parco ferroviario risalente all’epoca borbonica, è stato re-alizzato il celeberrimo “Museo della Ferrovia”, perché non re-

alizzare anche nel parco di San Bovo per l’appunto uno spazio dedicato alla memoria dei binari, con locali e strutture che potreb-bero ospitare i mitici vagoni dal-le vaporiere, ai mastodonti dei Giovi, alla cosiddetta “littorina”, con divise e suppellettili delle vecchie Ferrovie dello Stato e, perché no, anche ospitare conve-gni e giornate di studi su fi gure di spicco cittadine e non, da Edilio Raggio a Cesare Pozzo?

La Redazione

Una nostra propostaUna nostra proposta

A che punto sono i lavori per l’alta velocità tra Novi e Pozzolo?A che punto sono iAbbiamo intervistato D

“Se non altro il passaggio dei treni ad alta capacità sugli attuali binari che

attraversano il centro di Novi Li-gure, come è stato detto a sorpresa nel corso del Consiglio Comunale del 18 aprile ultimo scorso, ha un po’ svegliato gli abitanti che, fi no a qualche tempo fa, ancora si chiede-vano cosa diavolo fosse il Terzo Va-lico”. In questo modo un po’ ironico Davide Fossati, geologo e attivista del Comitato No Tav/No Terzo Valico di Novi Ligure, inquadra la situazio-ne ad oggi in merito alla Grande Opera ferroviaria. Con Fossati abbiamo colto l’occasione per fare il punto soprattutto sui lavori che stanno interessando il Basso Pieve, ovvero la porzione di città maggioramene interessata, almeno per il momento, agli interventi per il Terzo Valico: “Ad oggi la situazione in Basso Pieve è la seguente – ci illustra il dott. Fossati – La ditta Cociv sta preparandosi a realizzare il cosiddetto cavalca-ferrovia sulla strada per Cassano e ormai il cantiere visibile dalla strada 35-ter è ultimato: trattasi di una serie di alloggi per gli operai – ci dice l’intervistato - il che smentisce le voci per le quali il Terzo Valico avrebbe portato lavoro ed occupazione ai novesi: i lavoratori vengono tutti da fuori e non creeranno indotto, allog-giando in questa specie di nuovo quartiere autosuffi ciente, che potremmo

Maria Rosa Porta, Capogruppo della lista civica “X Novi”, è

la promotrice di un referendum sul Terzo Valico a Novi Ligure. La raggiungiamo per capire meglio i perché di questa sua iniziativa. “La motivazione è molto sempli-ce – ci dice con decisione – Non trovo ammissibile che in una città come Novi, così coinvolta da un’opera di dimensioni immani e che comporterà modifi cazioni ingenti nella vita di tutti i nove-si, - prosegue Maria Rosa Porta - i cittadini non siano stati mini-mamente interpellati in merito: un referendum su questo tema è la soluzione istituzionale ideale”. Ma lei, personalmente, è favore-vole o contraria al Terzo Valico?: “Rispondo con molta franchezza - dice la nostra interlocutrice - Ho iniziato a fare politica all’ini-zio degli anni Duemila, proprio quando il dibattito sull’opera entrò nel vivo e si stava comin-ciando a parlare di Alta Velocità. Bene da allora ad oggi io sono sempre stata favorevole alla rea-lizzazione dell’infrastruttura se ritenuta strategica ma ferma-mente contraria al passaggio dei treni alta velocità in città”. Maria Rosa Porta a questo punto afferma come: “Il comitato referendario sia ancora in attesa del nome del componente della commissione nominato dal Prefetto di Alessan-dria: speriamo che, poichè sono passati già 60 giorni dalla conse-gna della richiesta di ammissibi-lità del quesito, si possa capire se il Referendum si farà e quando”. Da molto tempo si parla del Terzo Valico in città ma cosa l’ha porta-ta, in questo momento, a chiedere un referendum?: “La giravolta del Partito Democratico – ci dice Por-ta – che dapprima, contrario al passaggio dei treni in città chie-de la realizzazione dello shunt e poi improvvisamente, nel 2005, ne chiede l’eliminazione, appare paradossale. Bisogna che i citta-dini – continua la nostra interlo-cutrice – dicano la loro”. (m.n.)

Un referendumUn referendumper il Terzoper il Terzo

ValicoValico

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

Speciale Terzo Valico

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19l’inchiostro frescoGiugno 2016

D’attualità una proposta del 2003 di Dario UbaldeschiUbaldeschitrebbe essere una soluzione

ne di Alessandria e Tortona e non di quello di Novi Ligure, ndr), il sito di Novara, di proprietà per il 30% di Regione Piemonte ed infi ne – con-clude Ubaldeschi – Orbassano per il 52% appartenente sempre al Pie-monte. Se la Regione deve investire preferisce investire in sue proprie-tà. Mi pare ovvio!”. Quindi nessu-na speranza per il rilancio di San Bovo?: “Il mondo è andato avanti e l’impianto di San Bovo è obsoleto – ci dice Ubaldeschi – Si può pensare ad un parco storico-museale delle ferrovie, ma in senso produttivo è una storia fi nita”. Al termine della nostra intervista un’ultima consi-derazione: “Liberando Novi dai binari – spiega il nostro interlocu-tore – proprio al centro della città si potrebbe fare ciò che si vuole. E unifi care fi nalmente Novi, divisa in due dalle rotaie”.

A che punto sono i lavori per l’alta velocità tra Novi e Pozzolo?i lavori per l’alta velocità tra Novi e Pozzolo?Davide Fossati, geologo e attivista del Comitato No Tav/No Terzo Valico di Novi Ligure

Quella della stazione nel Basso Pieve è una voce – almeno

fi nora – che periodicamente ritor-na. Nella speranza che nessuno pensi davvero di metterla in pra-tica. Perché portare la centralis-sima stazione di Novi Ligure, già maldestramente abbruttita nel suo piazzale antistante, nel peri-ferico quartiere pievasco? Non certo per meglio servire i pendo-lari dei paesi circostanti, se si fa eccezione per gli abitanti di Fra-schetta e Merella. I quali, credo, al momento abbiano sì dei moti-vi per lamentarsi, ma non per la mancanza di una stazione vicino casa. Piuttosto, chiunque prenda quotidianamente un treno diretto verso le grandi città che impegna-no i lavoratori dell’Oltregiogo lo sa bene: è molto più semplice e comodo partire dalla stazione di Arquata, servita da numerosissi-mi treni, piuttosto che da quella di Novi, baricentrica o periferica che sia. Con il disturbo, nel caso la si spostasse nel Basso Pieve, per la maggioranza dei pendolari che vivono nel centro e si trove-rebbero obbligati a raggiungerla in macchina. Non metto in dub-bio che Via Verdi necessiterebbe di una sistemata, piuttosto sono perplesso che possa ricevere il traffi co dei viaggiatori, caotico negli orari di punta. Senza con-tare che la nuova stazione – che potremmo chiamare Novi Sud, in opposizione a Novi Centrale – richiederebbe ampi parcheggi e quindi nuove colate di cemento. Ma gli amministratori potranno sempre tranquillizzarci dicendoci che l’opera porterà lavoro. A van-taggio di chi nessuno l’ha ancora ben capito. Come dire: riparare a un danno – la Tav – con un altro danno – la stazione di Novi Sud – in una crescita esponenziale dei disastri ambientali. Ma siamo proprio sicuri che a Novi serva una stazione nel Basso Pieve?

Federico Cabella

Stazione nelStazione nelBasso Pieve?Basso Pieve?

No, grazieNo, grazie

defi nire una vera e propria città satellite”. Domandiamo a Davide Fossati se si siano registrati particolari disagi per gli abitanti del Basso Pieve: “I problemi sono stati tanti e numerosi, al di là di alcuni eccessi di taluni operatori nei cantieri, – risponde prontamente il nostro interlocutore – anche perché dopo l’alluvione del 2014 il piano del traffi co ed il piano cave sono saltati a causa delle numerose strade provinciali interrotte, quindi buona parte dei detriti che dovevano essere conferiti altrove è fi nita lì; inoltre vi è una carenza strutturale nelle strade di cantiere che ha stravolto il traffi co urbano. In più i mezzi pesanti, come emerge da numerose segnalazioni – continua il geologo – attraversano il Basso Pieve a tutte le ore, anche della notte, provo-cando un notevole inquinamento acustico e danni al manto stradale. Oltre

a ciò, dato che in questa zona opera la medesima ditta che lavora al cantiere in località Cravasco (attacco del-la galleria di valico nel Comune di Campomorone, ndr), il rischio che si stia iniziando a scaricare, da qualche parte in Basso Pieve, lo smarino contenente amianto (ovvero i detriti provenienti dai lavori di scavo per questa galleria) potrebbe essere concreto”. E per quanto concerne la “proposta Ubaldeschi”, ovvero di spostare la stazione di Novi Ligure nel Basso Pieve, così da scongiu-rare il passaggio dei treni-merci in città, che cosa ne pen-sa?: “L’idea è sicuramente buona, meritevole di essere considerata – afferma l’intervistato – Però purtroppo si continua a commettere l’errore di pensare ad una linea mista merci-passeggeri. La linea che si sta costruendo è pensata per i container, non per altro. Poco importa se poi questi container viaggeranno vuoti per la carenza dei traffi ci”. Nelle ultime settimane il Consigliere Maria Rosa Porta ha lanciato la proposta di indire un referen-dum per chiedere il parere dei novesi sul passaggio diret-to dei treni merci in città (nel momento in cui andiamo in stampa l’accoglimento del quesito è ancora oggetto di analisi del Prefetto di Alessandria, ndr): “Partiamo da un presupposto – spiega Davide Fossati – Lo shunt era stato richiesto dalle amministrazioni locali per evita-re il passaggio dei treni in città; come Comitati noi ci siamo sempre opposti all’opera nel suo complesso ma le nostre osservazioni in merito allo shunt erano estre-

mamente critiche. Muliere è andato sostanzialmente contro quanto espresso dalle precedenti giunte Lovelli e Robbiano. In pratica è il Partito Democratico di oggi che sbugiarda il Partito Democratico di ieri”. Ma sulla proposta di referendum avanzata dalla Porta cosa dice?: “Come Comitato lo troviamo poco più che un modo per raccogliere notorietà. Noi abbiamo le nostre idee sul-la base delle quali conduciamo, come abbiamo fatto in questi anni, le nostre battaglie. Per questo – certifi ca il geologo – la nostra scelta, nel caso la richiesta di refe-rendum fosse accolta, sarà l’astensione”. Domandiamo a Davide Fossati quale sia invece la posizione del Comitato No Tav/ No Terzo Valico sulla costituzione del recente comitato cittadino “Occhi sulla città” che ha, tra i suoi primi temi in discussione, anche la Linea ad Alta Velocità: “Il Comitato No Tav tutti i martedì sera si riunisce, alle ore 21.30, presso la sede di Novi Ligure in via Paolo Giacometti - dice Fossati – Chiunque voglia partecipa-re è ben accetto e lo ascolteremo. Il Comitato è diventato col tempo una comunità di persone speciali: nessuna linea del treno, anche assurda dal nostro punto di vista come quella ad Alta Velocità – ci dice al termine della nostra intervista Davide Fossati - potrà disunirci e farci perdere la stima e l’amicizia coltivata in questi duri anni. Un patrimonio che non vogliamo assolutamente disperdere e che metteremo a disposizione anche per future battaglie a tutela del nostro territorio”.

Quando a Novi c’era RaggioQuando a Novi c’era RaggioNel libro di Lorenzo Robbiano si tratteggia la fi gura dell’ideatore della “Succursale dei Giovi”

La recente pubblicazione di Lorenzo Robbia-no “Quando a Novi c’era Raggio”, edita da Epoké Edizioni, è un nuovo interessante

contributo volto a ritrarre gli aspetti storicamen-te signifi cativi della città di Novi Ligure e delle sue vicende storiche. Un disegno che l’autore ha iniziato da diversi anni, a cui si aggiungono pre-ziosi tratti, che ne defi niscono sempre più armo-niosamente le linee. Dopo la pubblicazione del dittico “I senza volto”, incentrato sulla storia del movimento operaio e della mutualità novese, ora Lorenzo Robbiano si volge a descrivere con pun-tualità storiografi ca e analisi critica l’immagine di Edilio Raggio, un industriale genovese impianta-to a Novi, deputato nel collegio della città, defi ni-to l’uomo “più ricco del Regno d’Italia”. Potreb-be sembrare a primo acchito, un netto cambio di prospettiva, ma in realtà questo è solo apparente, poiché l’indagine della biografi a di Edilio Raggio e della sua grande notorietà, si mescola sapien-temente al racconto delle vicende di quella parte della società novese di fi ne ‘800, che fatica a ti-rare avanti e lotta per far valere i propri diritti

e le piccole conquiste sociali ottenute. Un libro dunque che evidenzia i contrasti di una Novi in-dustriale, di cui Raggio è simbolo per eccellenza, e quella proletaria. In un contesto così ampio, la vita di Edilio Raggio si caratterizza esemplarmen-te come quella di un grande benefattore, amato e venerato dal popolo, non solo per il suo impegno politico ed imprendi-toriale a livello nazionale, ma so-prattutto per la sua grande munifi -cenza, verso la città e la sua gente. All’indagine storica di Raggio, si intrecciano le vicende di due giovani operai, inventati dall’autore, che gli offrono l’oc-casione per deli-neare aspetti si-gnifi cativi della vita quotidiana della povera gen-te, quelli per così dire “dell’ultima

fi la”. Nel libro trovano spazio anche altri perso-naggi dell’epoca, che hanno lasciato un segno indelebile, così come la rievocazione di luoghi sontuosi, ville affrescate e salotti dell’alta borghe-sia, serate di gala e spettacoli teatrali, ma anche la malnutrizione e l’indigenza dei poveri, la preca-

rietà del lavoro e le malattie che serpeggiavano minacciose nelle zone più povere della città. Un affresco di grande effetto, reso ancora più vivo dal sentimento di attaccamento dell’autore alla sua città, una città che gli appartiene profondamente.

Marta Calcagno

È stato recentemente pre-sentato il volume “Quan-

do a Novi c’era Raggio” di Lo-renzo Robbiano alla SAOMS di Capriata d’Orba. (d.c.)

Speciale Terzo Valico

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Il glutine è la proteina presente in molti cereali: grano duro e tenero, orzo, avena, segale, far-ro, cous cous, kamut etc. Tradotto in termini relativi al quotidiano vuol dire che esso è con-tenuto nei seguenti alimenti: pane, pasta, pizza, biscotti, fette biscottate, grissini, crakers, cornetti, brioche, tramezzini, dolci, gelati, malto d’orzo e di frumento, lievito di birra, liquori maltati e qualunque altro cibo o composto in cui compare anche solo una piccola aggiunta dei cereali citati, come ad esempio cioccolato farcito con cereali vietati, gomme da masti-care e bevande intrise di amidi, alcuni medicinali etc. Ci sono elenchi in ogni ospedale. La ricetta è risotto con i fi ori di zucca. 700 gr di riso integrale già cotto, 350 gr di fi ori di zucchino freschi, tre cipolline, otto cucchiai di olio extravergine, sale. Lavare i fi ori e togliere il pistillo, tagliare le cipolline e metterle sul fondo di una pentola, aggiungere l’olio, i fi ori, il sale e due tazze da caffè colme d’acqua, far cuocere per 15 minuti a fuoco modera-to, aggiungere il riso già cotto e amalgamare sempre a fuoco moderato per 5 minuti.

Il piatto è pronto e buon appetito a tutti!

Evviva i fiori di zuccaEvviva i fiori di zucca

In estate i terrazzi si riempiono di coloratissimi gerani che, con pochi accorgimenti, do-nano una fi oritura abbondante. Fondamentale è la posizione, che deve essere assolata,

altrimenti i fi ori saranno scarni. Resistono bene alla siccità e necessitano di annaffi ature solo quando la terra è asciutta. Scegliamo un terreno leggero, fertile e drenante, in modo da evitare lo sviluppo di marcescenze alla radice. Da marzo ad ottobre, inoltre, l’utilizzo di un concime specifi co consente alla pianta di avere tutto il nutrimento necessario per una ricca fi oritura. Sono piante perenni: una volta arrivato il freddo por-tiamoli in casa e riduciamo l’acqua per godere dei loro fi ori anche l’anno successivo. Resta solo da scegliere tra le varietà: zonale, parigino o imperiale? Sono tutti bellissimi, resistenti e aiutano a tenere lontano i fastidiosi insetti estivi!

Jerani : tutti i Jerani : tutti i colori dell’estatecolori dell’estate

PROFUMI D’ITALIA, RICETTE E RICORDI

Parafrasando una delle frasi più celebri della pubblicità italiana, mi verreb-be da dire: “tu fruits is megl

che uan”. Dopo i lunghi mesi invernali caratterizzati dal gelo e dal freddo, dalla solita frutta “banale” ecco che il mese di maggio, grazie alle temperature più miti, ci regala frutti nuovi, ricchi di colore e di gusto: le fragole e le ciliegie. Storicamente sembrerebbe che la fragola fosse un alimento già presente sulle tavole degli an-tichi romani. Questo frutto, infatti, soleva comparire in concomitanza della festa in onore di Adone, alla morte del quale, come racconta la leggenda, Vene-re pianse copiose lacrime che, giunte sulla terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le gustosissime fragole appunto. Queste fanno parte del genere fra-garia, sono preziose perché ricche di acqua e di enzi-mi capaci di attivare il metabolismo del proprio or-ganismo e facilitare così la digestione, sono ricche di fi bre e aumentano il senso di sazietà regolarizzando l’intestino e infi ne rappresentano un’eccellente fonte di vitamina C. L’Italia è anche uno dei maggiori pro-duttori di ciliegie in Europa. Il nome cerasa, presente in diversi dialetti italiani, deriva dal greco kerasos che prende il nome dalla città di Ceresunte nel Ponto da cui, secondo Plinio il Vecchio, furono importati a Roma nel 72 a.C. i primi alberi di ciliegie. La ciliegia

fornisce principalmente vitamina C, A, po-tassio e fi bre, aiuta sia le funzioni

intestinali che la diuresi con ef-fetti sull’organismo sedativi, antiossidanti e antiinfi amma-

tori. Da Nord a Sud fragole e ciliegie sono diventate, nel pensiero collettivo,

frutti caratteristici del perio-do estivo, del sole, del caldo e del bel tempo. In Ca-labria, più precisamente nella piana di Sant’Eufemia, sono nate diverse aziende agricole specializzate nella coltivazione, produzione e vendita di questi due frutti speciali. Nella cittadina di Curinga per esempio sono anni ormai che viene organizzata una sagra in onore della fragola, che può essere gustata in mille modi. Stessa cosa vale per la ciliegia che viene festeggia-ta in diversi centri interni della terra calabrese. En-trambi i frutti possono essere serviti come dessert, le fragole accompagnate da panna montata o dal gelato alla vaniglia. Oppure possono fungere da decorazioni nei dolci, o cotti come confettura. Ma mangiare fra-gole e ciliegie una dopo l’altra resta uno dei piccoli grandi piaceri della vita, stando anche alla tradizione proverbiale che mette in guardia gli amanti dall’incle-menza delle effusioni: “I baci sono come le ciliegie: uno tira l’altro”.

Samuele Anastasio

l'Orto l'Orto di Marisa di Marisa

20 l’inchiostro frescoGiugno 2016

Tesori della terra calabrese:Tesori della terra calabrese:Fragole & CiliegieFragole & Ciliegie

Un eroe dei nostri tempiUn eroe dei nostri tempiIl Capitano FiorilloIl Capitano Fiorillo

La cronaca nazionale è stata contraddistinta, specialmente negli ultimi anni, da fi gure di capitani di navi di dubbia moralità e dal

comportamento molto discutibile. Un esempio per tutti è l’ormai “famigerato” Antonio Schettino, capitano della Nave Concordia che il 13 gennaio 2012 è naufragata all’Isola del Giglio. Eppure la Marina Italiana non è rappresentata soltanto da questi dubbi personaggi. Infatti vi sono anche degli “eroi dei nostri tempi”, come il capitano Michele Fiorillo che, il 7 luglio 1966, al largo di Marina di Massa (in località Portaccia), per salvare un turista tedesco che stava per affogare: perse la vita. Questo memorabile gesto venne ripreso da tutti i quotidiani che sottolinearono lo sprezzo del pericolo del capitano che, incurante del mare molto agitato, a

bordo di un gommone assieme al maresciallo Poletti e al marinaio Zanotti, si gettò in mezzo ai fl utti per salvare il turista, Henz Zimmermann. Questi venne tratto in salvo da due bagnini arrivati ma il gommone venne travolto dalle onde. Fiorillo si preoccupò immediatamente di salvare i due commilitoni, issandoli sul canotto. Poi, una volta tratti in salvo e completamente esausto, venne nuovamente travolto dai fl utti e sbattuto sugli scogli. Il capitano Fiorillo è un vero e proprio “eroe” perché ha svolto la sua professione/missione fi no all’ultimo, sino all’ultimo disperato gesto fi nale. Ci auguriamo che il suo esempio, come di tanti altri suoi colleghi, non si perda ma venga sempre tenuto vivo dalle nuove generazioni. (m.n.)

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Sono stati circa 350 i donatori di sangue volontari premiati domenica 5 giugno al centro

fi eristico Dolciterre di Novi Ligure dall’associazione donatori di san-gue, presieduta da Maria Rosa Bal-lestrero, un appuntamento trien-nale che riconosce merito e onore ai soci che si prestano a compiere gesti così importanti a favore del prossimo. Alla presenza del Sinda-co Rocchino Muliere che ha indos-sato la fascia tricolore in segno di devozione e riconoscenza per l’at-tività svolta a favore dei cittadini novesi, parole di ringraziamento sono giunte anche dal respon-sabile del servizio trasfusionale dell’ospedale di Novi Alessandro

Cartasegna e dalla Presidente Bal-lestrero, che ha voluto ricordare brevemente la storia dell’Asso-ciazione e onorare la fi gura dei soci fondatori, in particolare An-gelo Brengi, memoria storica del gruppo. Le premiazioni si sono susseguite a partire dai donatori che hanno effettuato dalle 30 a 39 donazioni, che hanno ricevuto la medaglia d’argento, per passare a fasce superiori fi no all’ultima che annovera il più attivo tra i vo-lontari, Lino Saulino, che ne ha effettuate ben 154 ed ha ricevuto per la terza volta consecutiva la croce d’oro.

Marta Calcagno

A Villa Pomela si discute di medicinaA Villa Pomela si discute di medicinaInformazione e innovazione sul trattamento della Patologia Prostatica Benigna

Rifl ettori puntati su ricerca medica ed innovazione: il 7 maggio a Villa Pomela si è

parlato di trattamento della patolo-gia prostatica benigna, argomento che interessa oggi almeno 4 milioni di uomini, affetti da varie patologie prostatiche. Un team di specialisti, urologi della SOC di urologia dell’O-spedale San Giacomo di Novi Ligure, diretta dal Dr. Franco Montefi ore, ha sviluppato una serie di argomen-tazioni specifi che sul tema, rivolte a 60 medici chirurghi partecipanti, allo scopo di promuovere l’aggiornamen-to su un problema largamente diffu-so e realizzare una sinergia sempre più forte tra l’azione del medico e dello specialista urologo. Durante il convegno è emerso come la pro-stata possa essere colpita da diverse patologie: le più comuni sono quelle benigne (ipertrofi a prostatica be-nigna), infi ammatorie, o tumorali. Compito del medico di famiglia è quello di alleviare la fastidiosa sin-tomatologia e impostare una terapia farmacologica appropriata, al fi ne di prevenire la progressione verso due eventi spiacevoli: la ritenzione acuta d’urina e la terapia chirurgica. I me-dici partecipanti si sono confrontati sull’applicazione dei percorsi dia-gnostici terapeutici: dall’anamnesi alla prescrizione di esami specialisti-ci, sino all’impostazione terapeutica, per arrivare a valutare l’indicazione e la tipologia di intervento chirurgico, mediante la proposta di casi clinici con discussione interattiva.

Tra le nuove frontiere della chirurgia: il greenlight laserUna novità importante per la sanità novese: il reparto di urologia dell’O-spedale San Giarono di Novi Ligure è tra gli otto centri all’avanguardia in Piemonte per l’utilizzo del “Gre-

enlight laser”, una nuova tecnica di matrice statunitense, oggi disponibi-le solo in una quindicina di ospedali italiani. “Si tratta di una nuova frontiera della chirurgia mininva-siva - spiega il Primario del reparto di urologia Dott F. Montefi ore - un vero e proprio salto di qualità nella lotta all’ipertrofi a prostatica beni-gna. Il Greenlight laser sfrutta l’a-zione di un potente laser al tribola-to di litio, che vaporizza con preci-sione millimetrica solo l’eccesso di tessuto prostatico, trasformandolo in bollicine di vapore. L’interven-to mininvasivo si effettua per via endoscopica, in anestesia spinale ed in one day surgery”. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una notte di ricovero e riprende le sue normali attività nel giro di una settimana. Quali vantaggi offre la nuova metodica, rispetto all’approc-

cio chirurgico tradizionale? “Questa nuova metodica - chiarisce Mon-tefi ore - ci permette di intervenire in sicurezza, grazie all’istantanea coagulazione dei vasi, che evita il sanguinamento, anche su pazienti ad alto rischio come quelli con ma-lattie cardiovascolari e della coagu-lazione. Può essere utilizzato anche su pazienti portatori di pacemaker, perché evitando l’utilizzo di elet-trobisturi, non si corre il pericolo di interferire con la stimolazione elettrica dei pacemaker cardiaci”. Si tratta dunque di un trattamento destinato in futuro all’impiego am-bulatoriale, sarà cioè una procedura da effettuare e risolvere in giornata, senza sosta notturna, con minore di-sagio per il paziente e risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale.

Marta Calcagno

63 anni rivolti al bene comune63 anni rivolti al bene comuneSi rinnova l’appuntamento con l’associazione novese dei donatori di sangue

In occasione della 19° Giornata nazionale per la donazione di

organi, che si festeggia da anni grazie alla volontà dell’Associa-zione Aido, Gruppo Frederick di Novi Ligure, domenica 29 maggio ha avuto luogo presso la Parroc-chia del Sacro Cuore di Novi Ligure, la “Messa del Donatore”, un appuntamento importante per tutti i cattolici, riuniti nel nome del Signore per pregare e questa volta anche per celebrare e rin-graziare tutti i donatori di organi, tessuti e cellule. La S. Messa è stata celebrata da sua eccellenza Monsignor Vittorio Francesco Viola, Vescovo di Tortona, alla presenza delle autorità cittadi-ne, il Comando dei Carabinieri, il Sindaco Rocchino Muliere, le Associazioni di Volontariato, le Confraternite, i mini vigili del comando di Polizia Municipale di Novi Ligure, il coro e il folto gruppo dell’Aido rappresenta-to dalla Presidentessa Isabella Sommo. Un accorato “grazie” a quanti credono nell’importanza della donazione e la scelgono per confermare la loro profonda fede e la volontà di donare se stessi per aiutare vite umane, legate ad un fi lo di speranza. La donazione è un innegabile gesto di solida-rietà, che travalica molto spesso ogni confi ne etico e si fonda sulla forza della fede. Tra i presenti al-cune persone che hanno effettua-to un trapianto, che ora vivono la quotidianità serenamente e gra-zie alla donazione sono tornati ad apprezzare la vita. Le parole della Presidentessa dell’Aido hanno espresso la volontà di proseguire con impegno e tena-cia. (m.c.)

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Page 22: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

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A lezione di corretta alimentazioneA lezione di corretta alimentazione“Dimmi come mangi” e “Dal dinosauro al cane”, progetti per le scuole di Arquata e Grondona

Due interessanti progetti di metodologia didattica ve-terinaria sono stati propo-

sti nelle classi prime della scuola primaria di Arquata, nella scuola di Grondona (Dimmi come mangi) e nelle terze di Arquata (Dal dino-sauro al cane). Raffaella Tamagno-ne, medico veterinario esperto in comportamento, li ha attivati nelle due scuole. La proposta didattica “Dimmi come mangi” si è occupa-ta dell’alimentazione e della nutri-zione nella diverse specie animali, rivolgendosi ai bambini di oggi, generazioni future, perché aiutino a garantire la continuità della vita, in un pianeta in cui ogni essere viven-te è collegato all’altro. Temi quali la disponibilità di cibo e di acqua in natura, la nutrizione appropriata, le coltivazioni, l’allevamento e la produzione industriale di alimen-ti, non riguardano solo le persone. Per questo le preoccupazioni per l’accesso al cibo sicuro che hanno pervaso l’Expo universale di Mila-no, riguardando anche gli animali. I bambini hanno sempre meno oc-casioni di sviluppare la conoscenza diretta del mondo animale, perciò il progetto ha inteso stimolare la sensibilità sull’accesso al cibo, dif-ferente fra uomo e animale, ma con bisogni altrettanto variegati. “Nelle classi terze, nell’ambito del progetto Dal dinosauro al cane, la metodologia didattica si è posta l’obiettivo di aiutare gli alunni a concentrarsi – ci dice la dottoressa Tamagnone – porre attenzione e ascoltare. Il fantastico mondo dei dinosauri, il signifi cato adattivo, evoluzione e estinzione, sono sta-ti posti all’attenzione attraverso il gioco “Io no che non mi estinguo”. “Mediante la linea del tempo uma-na - continua il medico veterinario - fatta dai bambini in fi la, ci sia-mo resi conto delle tappe evolutive della terra, scoprendo che l’uomo e il cane hanno un lunga storia di coevoluzione. Nell’ultima lezio-ne, con i cani presenti, i ragazzi hanno sperimentato la capacità di orientamento e hanno imparato a

concentrarsi e a ascoltare. Sentia-mo dalla viva voce dei protagonisti il gradimento dei progetti”. Ciò che ha colpito maggiormente i bambini è stata l’interazione con gli anima-li, il gioco di ruolo, il percorso e il gioco con gli stessi. Come è stato fare il cane?: “È stato divertente, ci è piaciuto, abbiamo provato feli-cità, è stato come se fossimo cani veri” ci dice un simpatico bambino. I progetti sono stati realizzati grazie al contributo del Comune di Gron-dona, dell’Arcaplanet (supermer-cati per animali) e della dottoressa Tamagnone. (m.p.)

A scuola in pantaloni cortiA scuola in pantaloni cortiAmarcord Arquata Scrivia: il ricordo delle elementari di un tempo

Erano gli anni dell’immediato do-poguerra. Per me era arrivato il doloroso momento di mettere

da parte il gioco, per dare priorità ad un evento che era certo più importan-te: l’inizio della scuola. Era il 1° ottobre 1950. Conservo dei ricordi bellissimi, maturati lungo gli anni di frequenza. Il primo è legato allo stupore provato nell’entrare da scolaro in quell’enorme palazzo che oltre ad essere la sede del Comune, ospitava la scuola. Il soffi tto a volte, molto alto, accompagnava in profondità il poderoso scalone su due rampe che portava al piano superiore in un ampio disimpegno con un bel pavimento in stile veneziano. Lungo il corridoio trovavano posto alternati-vamente una di fronte all’altra le aule, che arrivavano fi no al muro esterno del palazzo. Ricordo l’allora direttrice, maestra Tione, piccola di statura, ma-grolina, capelli quasi bianchi raccolti ordinatamente dietro la testa, sul naso affi latissimo e sottile gli immancabili occhialini con lenti bifocali. Era solita indossare candide camicette, bian-chissime e lucenti, quando camminava per il corridoio passando sotto le lam-pade sprigionava uno scintillio come se avesse preso la scossa. Avrebbe benissimo potuto interpretare il ruolo della maestrina dalla penna rossa nel Cuore di De Amicis. La maestra Tione

non era sola nel ruolo di insegnante, ma coadiuvata da altre tre, la maestra Semino, la maestra Robotti e la mae-stra Molinari. Le aule avevano una grande lavagna girevole, la cattedra ri-alzata di circa 40 cm da terra. In alto il

Crocifi sso, a parete l’immancabile car-ta geografi ca dell’Italia e il ritratto del presidente Gronchi. A completare l’ar-redamento i banchi in legno a doppio sedile, con scrittoio reclinabile, per sistemare all’interno la cartella e altre cose. Sulla destra del banco, in alto, il calamaio di piombo. Mio inseparabile compagno di banco per molti anni è stato il carissimo amico Gian Michele Brugna che saluto affettuosamente. Il mio maestro era Mario Ticci, classe 1918, pendolare per quasi una vita nel tratto ferroviario Arquata – Frugaro-lo e viceversa. Alla memoria giunge un ricordo forse più particolare degli altri: in occasione del rientro in Italia dei poveri resti di un sodato italiano della seconda guerra mondiale tutte le scuole di Arquata parteciparono alla cerimonia insieme alle autorità cittadi-ne. Questo soldato poco più che ven-tenne, Angelo Rebagliati, riposa en-trando nel cimitero, in prossimità dei Martiri della Benedicta. Ricordiamolo: era un soldato italiano, era un valoro-so arquatese. Oggi la scuola di Arquata ha una sede più consona al suo ruolo. Sento improvvisamente in lontananza una voce decisa e sicura arrivare fi no a me che dice: Quaglia. ed io “presente, signor maestro”.

Giacomo Quaglia

“Alle volte sui giornali e sui media in generale quan-do si tratta l’argomento

scuola si leggono soltanto notizie negative: bullismo, atti vandalici o problemi in merito all’alcolismo o alla droga. In realtà la scuola è an-che e soprattutto altro, in particolar modo il Liceo Amaldi di Novi Ligu-re”. Con queste parole, cariche della consapevolezza di essere di fronte ad una sfi da fondamentale per il futuro e della soddisfazione per i risultati con-seguiti, il Dirigente Scolastico dell’A-maldi, Giampaolo Bovone, introduce la conferenza stampa svoltasi in aula magna lunedì 30 maggio. Presenti, oltre i giornalisti delle principali testa-te regionali e locali, anche numerosi docenti e studenti, per sottolineare come i lusinghieri risultati ottenuti dal liceo novese in quest’anno scola-stico siano frutto di un lavoro comune e che parte da lontano. “Siamo vera-mente orgogliosi dei nostri studen-ti: da Lorenzo Mazza (medaglia di Bronzo alle Olimpiadi della Matemati-ca di Cesenatico, ndr), Filippo Bista-gnino (quarto classifi cato al Concor-so “Kivanis Pirandello” di Agrigento, ndr), passando per Gabriele Bonini (ottavo posto assoluto alle Olimpiadi di Italiano di Roma, ndr) e Lorenzo Repetto (fi nalista a livello nazionale del concorso “Kangourou” di lingua inglese, ndr) sino alle alunne Ben-fatto, Puppo, Bricola e dell’Aglio del-la classe 3° G (fi naliste al Concorso Nazionale “Rachelina Ambrosini” di Avellino), gli studenti dell’Amaldi si fanno conoscere in tutta Italia: sono davvero dei ragazzi d’oro”. Il Dirigente Bovone successivamen-te sottolinea come la Riforma della Scuola 107 del luglio 2015 “Imponga un totale ripensamento dell’offerta scolastica, con i Rapporti di Auto-valutazione (RAV, ndr) e un Piano di Miglioramento (PDM, ndr) in ottica triennale. Per questo motivo – pro-segue il professore – è necessario che ogni istituto metta in mostra, per così dire, i risultati conseguiti”. Risultati davvero lusinghieri, ottenuti grazie ad una perfetta coordinazione tra professori e studenti: “Credo di

parlare anche per i miei compagni – dice Lorenzo Mazza, fresco terzo clas-sifi cato alle Olimpiadi di Matematica – Senza i professori, sia quelli che si occupano direttamente dei proget-ti e dei vari concorsi, sia di quelli che tutti i giorni ci seguono, non avrei potuto fare nulla. È stato un vero piacere poter partecipare alle Olimpiadi di Cesenatico e fare bene: perché – afferma con decisione lo stu-dente – non era solo un’affermazione personale ma anche per tutto il mio Istituto”. Al termine della conferenza stampa, dopo aver ricordato il giorna-lino d’Istituto, “Il Pinguino Apocrifo” che ormai da cinque anni è “l’organo d’informazione uffi ciale dei ragaz-zi della scuola”, Giampaolo Bovone sostiene come: “Non bisogna avere paura di comunicare con gli altri,

specie a scuola. Per questo motivo il nostro istituto sempre di più si aprirà cosicché, come del resto già avviene, la sua fama valichi i con-fi ni di zona e sia conosciuto dap-pertutto”. (m.n.)

I “ragazzi d’oro”I “ragazzi d’oro”Liceo Amaldi di Novi Ligure

Page 23: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

Le vetrine di via Paolo GiacomettiLe vetrine di via Paolo Giacomettia Novi Ligurea Novi Ligure

23l’inchiostro frescoGiugno 2016POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Il volto giovane e sorridente di Alberto Basso strizza l’occhio

dal manifesto: “Sono il nuovo Sindaco di Arquata”. Il pro-getto della lista “Viviamo Ar-quata” è risultato convincente con 1.711 voti, pari al 47,77%, su Fabrizio Dellepiane “Arquata di tutti”, con 1.173 voti, pari al 32,75% e su Diego Sabbi “Ar-quata bene comune” con 697 voti, pari al 19,46%. L’affl uenza al voto si è fermata al 69,05% degli elettori, contro il 75,31% del 2011. A comporre il Consi-glio Comunale saranno dodici consiglieri, cui va aggiunto il Sindaco. Per la lista vincente otto i candidati: Paolo Spineto (419 preferenze), Nicoletta Cu-cinella (409), Roberto Prando (346), Stefania Pezzan (182), Dario Debenedetti (121), Mica-ela Benvenuto (119), Emanuela Parodi (115), Federica Pittaluga (80). Fra questi il neo sindaco dovrà l’obbligo di scegliere due assessori, con la doppia carica di assessore e consigliere, gli al-tri due potrebbero anche, come da statuto, essere esterni. En-trano in Consiglio per “Arquata di tutti” Fabrizio Dellepiane, di diritto, Roberto Scifò (170 preferenze), Cecilia Pasquale (146). “Arquata bene comune” è rappresentata da un solo con-sigliere, Diego Sabbi, quale can-didato sindaco non eletto, se-condo la legge. Ha vinto dunque la coalizione degli “uomini del fare”, sulla quale l’Amministra-zione uscente ha puntato la sua campagna, con un stile sobrio, mai polemico e molto pragma-tico. (m.p.)

ElezioniElezioniArquataArquata

Spett.le Redazione,da tempo ho smesso di attivarmi

nella difesa dell’ ambiente ed ho pas-sato il testimone ad altri, più bravi, più giovani, più motivati (meno stanchi). Io, egoisticamente, ho cercato per me luoghi dove poter ammirare ancora la “Grande Bellezza” del nostro pianeta. Viaggiando, non solo in Italia. Tutta-via di questi posti ne ho trovati anche vicino casa. Ad esempio sulle colline tortonesi. Il monte San Vito, raggiunto dalla stradina che parte dalle torri me-dioevali di Sant’ Alosio, offre prospet-tive di verde che sembrano non fi nire mai, fi no alla pianura; interrotte solo, ogni tanto, nella morfologia aspra dei calanchi (alcuni anche molto grandi). Inoltre, lungo il percorso, la cosa na-turalisticamente più interessante è la presenza, tutt’ altro che sporadica, di alcuni tipi di orchidee (dette ofridi) che da altre parti sono piuttosto rare. Alcune anche molto rare e preziose. Altre, è la prima volta che le vedo. Sono un patrimonio inestimabile del-la collettività che ama la bellezza. È un biotopo, un ecosistema degno di un vincolo. Un sito di interesse comu-nitario (SIC). Purtroppo, e questo è il punto dolente, il rovescio della logi-ca, questa zona è oggi percorsa da un intrico di nuovi recenti sentieri. Per raggiungere il San Vito bastavano i 2 o 3 che c’erano solo poco tempo fa. Tali sentieri hanno certamente prodotto ferite nel bosco e nel sottobosco e sono segnati da strisce di plastica colorate e svolazzanti legate agli al-beri. I fazzoletti di carta presenti sono aumentati a dismisura. Alla “grande bellezza” ha prevalso la prestazio-ne muscolare e adrenalinica delle mountain bike. Non è questa la cul-tura degli altri paesi europei che ho girato e che tornerò, deluso dai miei posti, a girare. Anche questa volta la libertà di pochi di dimostrare di avere muscoli e attributi ha prevalso sulla li-bertà di molti di godere oggi e domani della bellezza. E dopodomani, quan-do, avanti di questo passo, del San Vito di pochi anni fa ce ne sarà sem-pre meno. Scusate questo mio sfogo, è tanto che non scrivevo più niente.Ciao, Renato

La letteraLa letteraDall’ex responsabile di zona del

WWF Italia, Renato Milano, riceviamo e pubblichiamo La Val Borbera ritorna a fare festaLa Val Borbera ritorna a fare festa

Intervista alla Presidentessa della Pro Loco di Cabella Ligure, Caterina Di Martino Fasolini

Cabella Ligure è, assieme a Carrega Ligure, l’unico co-mune del Piemonte a con-

fi nare con l’Emilia Romagna. Ma le peculiarità di questo paese della val Borbera non fi niscono qui. Ca-bella infatti è stata per lungo tempo punto di cerniera tra la pianura e le piste da sci di Pian del Poggio (già in Lombardia), meta di tanti sportivi da tutto l’Oltregiogo e l’Oltrepò pa-vese ed anche il “traguardo” della “StraBorbera”, la mitica corsa po-distica che per tutti gli anni Ottanta ha animato i luoghi della Resisten-za sull’Appennino Ligure (ndr, così come viene defi nito dal geologo Luca Serlenga nel suo articolo “Fa-iallo, là dove cominciano le Alpi” a pag. 19). Oggi Cabella cerca di “reinventare” il proprio futuro con una rinnovata e dinamica Pro Loco, la cui Presidente è Caterina Di Mar-tino Fasolini, persona da sempre impegnata nella cultura e nel socia-le a Genova, sua “città adottiva”. La redazione de “l’inchiostro fresco” l’ha raggiunta per farsi segnalare gli appuntamenti principali per la stagione estiva appena iniziata: “La nuova Pro Loco di Cabella nasce due anni fa – ci spiega la Presiden-te Di Martino Fasolini – quando con un gruppo di amici abbiamo de-ciso di ricostituire un’organizza-zione andata in letargo da tempo. Per far parlare di nuovo di Cabella abbiamo puntato su tre grandi fi -loni: la natura, il territorio e l’am-biente, le vere ricchezze della Val Borbera rintracciabili nelle specie animali autoctone, nei rigogliosi boschi e nell’aria pura che qui si può respirare”. In questo senso, domandiamo alla Presidente quali eventi siano stati pensati per valo-rizzare questi luoghi: “Per iniziare abbiamo pensato a far conoscere la natura e le specie animali au-toctone del territorio – ci risponde la nostra interlocutrice – Così per lo scorso 2 giugno abbiamo organiz-zato una Fiera Zootecnica titolata Animali in Piazza, che richiama

un appuntamento storico molto importante di Cabella, ripreso gra-zie al sostegno dell’amico Gianni Fassi e alla collaborazione del dott. Gian Carlo Bina che ha permesso a tutti i partecipanti di conoscere le razze in via di estinzione e di apprezzare quelle che caratteriz-zano le nostre zone”. Nella stessa giornata si è svolto anche il Mercato Contadino dell’Alta Val Borbera?: “Esattamente ed ha riscosso un grande successo – risponde pronta-mente la Presidente - È stata una giornata ricca di appuntamenti,

come la benedizione degli animali e il battesimo della sella per i più piccoli”. Dopo l’apertura della Pisci-na Comunale, avvenuta l’11 giugno, luglio, per Cabella, sarà il mese del cinema all’aperto: “Dopo anni tor-na il cinema in Val Borbera – di-chiara con soddisfazione la nostra interlocutrice – Tre serate magiche, previste per il prossimo 8, 15 e 22 luglio a cui non potrete mancare!”. Invece per il mese di agosto che cosa “bolle in pentola”? : “Giovedì 4 agosto si svolgerà un importante Torneo di Burraco mentre il gior-

no successivo, venerdì 5 agosto – spiega la Presidente della Pro Loco – la rassegna culturale “Cabella Incontra” vedrà protagonista Fer-ruccio De Bortoli, una delle più importanti e prestigiose fi rme del giornalismo italiano, già direttore de Il Corriere della Sera”. Nel corso della consueta Festa Patronale del 10 agosto dedicata a San Lorenzo (“la notte delle stelle cadenti”), sarà inaugurata la mostra fotografi ca “Cabella Mon Amour”, fortemente voluta dalla Pro Loco e dal Sinda-co, Roberta Daglio: “Una mostra di livello internazionale questa “Cabella Mon Amour” – certifi ca Caterina Di Martino Fasolini – i cui scatti fotografi ci sono opera dell’artista italo svedese Edoardo Miola della Galleria Amy-d- Arte e Spazio Milano. Un appuntamento che darà certamente lustro a tut-ta la vallata”. Insomma una serie di eventi e manifestazioni di tutto rispetto per una “quasi neonata” Pro Loco: “Anche se siamo attivi da poco cerchiamo di rendere vivo un paese come Cabella ricchissimo di potenzialità – afferma al termi-ne della nostra intervista Caterina Di Martino Fasolini – Ci facciamo forti della convinzione che “in-sieme si può” e per questo motivo invitiamo tutti a collaborare per promuovere i nostri luoghi. Non ho dubbi: sentirete ancora parlare molto di noi, della Val Borbera e di Cabella Ligure!”.

Cabella, paese fiorito Cabella, paese fiorito

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

Il 2 giugno, mentre la fi era zootecnica e agrolimentare riempie e co-lora le vie del paese, raggiungiamo Roberta Daglio, per una dichia-razione al volo: “Cabella con queste e con altre iniziative torna alla

sua antica vocazione di centro capo-zona. Mi piace ricordare, tra i tanti eventi – prosegue il Primo Cittadino – il progetto che mi augu-ro porterà Cabella tra i comuni fi oriti d’Italia. Il nostro obbiettivo è quello di valorizzare il territorio con le nostre peculiarità: ovvero la natura, i sapori e l’ambiente”. (s.b.)

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24 l’inchiostro frescoGiugno 2016

San Fruttuoso: il Sentiero dei TubiSan Fruttuoso: il Sentiero dei TubiStefano Milano ci porta alla scoperta di uno dei percorsi più affascinanti ed unici

Il Parco di Portofi no richiama tu-risti da tutto il mondo, l’abbazia di San Fruttuoso e l’annesso bor-

go marinaro sono raggiungibili gra-zie ad una numerosa rete di sentieri. Alcuni di questi risultano a ragione molto frequentati grazie ai meravi-gliosi scorci costieri; immersi in una prorompente macchia mediterra-nea, nelle limpide giornate inverna-li il mare assume una colorazione viva, quasi turchese. Le possibilità di percorrere un trekking ad anello con visita a borgo ed abbazia sono tante, ma la più consigliabile sicura-mente è il giro sentiero basso (cate-ne) e sentiero dei tubi. Riguardo al sentiero dei tubi va detto che risulta, secondo le cartine del parco, percor-ribile solo accompagnati da guide. In realtà, il sentiero viene percorso abi-tualmente e anche i cartelli ammo-nitori all’ingresso delle gallerie sono scomparsi. La partenza avviene dal-la frazione di San Rocco, o arrivan-do in treno da Camogli. Dalla piazza di San Rocco si prende il sentiero basso, passando per la frazione di Mortola in direzione “batterie”. Dal-le “batterie” ha inizio il sentiero del-le catene, chiamato così in quanto i punti più esposti risultano attrezza-ti. Spettacolari passaggi a picco sul mare e un panorama unico fanno da

contro-altare al caos di “gitanti” un po’ sprovveduti che potrete incon-trare nei week-end. Continuando per sali- scendi il sentiero si affaccia su Cala dell’Oro, con in distanza la torretta Salvo D’Acquisto. Poi con un ultima salita, un po’ più lunga, si arriverà così a scollinare per scen-dere verso San Fruttuoso. Una visita al complesso monastico e alla baia, della quale non occorre dire altro, ri-sulta d’obbligo. Si inizia ora a salire con decisione verso Pietre Strette,

Ecco la mitica Fiorella intenta a pulire il Ecco la mitica Fiorella intenta a pulire il monumento alla Costituzione in piazza Falcone monumento alla Costituzione in piazza Falcone e Borsellino a Novi Ligure in vista delle visite e Borsellino a Novi Ligure in vista delle visite

degli studenti delle scuole primariedegli studenti delle scuole primarie

W la W la Costituzione !Costituzione !

Dove sono i gatti?Dove sono i gatti?Il caso a Serravalle Scrivia

In seguito a numerose segnalazioni pervenuteci in redazione, abbia-mo voluto vederci più chiaro su

un caso che sta destando più di una preoccupazione: quello dei “gattini perduti” di Serravalle Scrivia. La vi-cenda che sino ad ora conosciamo, si è svolta secondo le seguenti tappe. Da più di una ventina d’anni, nella strada “bassa” che costeggia il nuovo Cimi-tero di Serravalle Scrivia, via Gamba-rato, in alcuni edifi ci abusivi si era in-sediata una colonia felina che ospita-va fi no a 30-35 gatti che vivevano felici e ben accuditi. Lo scorso 16 maggio questo edifi cio è stato demolito per-ché lì sorgerà un nuovo impianto di cremazione, da molti auspicato, che servirà l’intera valle Scrivia e la zona del novese. I gatti (che nel frattempo erano “scesi” a circa 15 unità) hanno perso all’improvviso la loro casa e, in-timoriti dalle ruspe e dai lavori, sono fuggiti, sparpagliandosi nella cam-pagna. Tra di essi molte le gattine, alcune delle quali stanno aspettando i piccoli. I pericoli sono molti e pur-troppo un gatto è già stato travolto da un’autovettura. Infatti via Gambarato, anche se una strada periferica, è mol-to traffi cata per il fatto che lì vi sono numerosi capannoni. Gli operai della ditta che sta costruendo l’impianto crematorio, si sono dimostrati molto Per info: cell. 339 78.78.972

Sabato 15 settembre 2012, alle ore 11 in punto, il presidente della re-gione Liguria, Claudio Burlando, davanti al sindaco e ad un pubblico

entusiasta, ha inaugurato la grande pala eolica di Mele (Ge), battezzata subito come “Marianin de Prie Aguzze” dal nome della bisnonna di uno dei bambini vincitori del concorso indetto dal comune per dare un nome alla nuova pala. Il nome è stato scelto ad hoc, infatti la signora abitava proprio in quei luoghi, detti una volta, delle pietre aguzze, dove ora sorge l’impianto, e quale miglior modo per sottolineare il legame tra presente e futuro se non proprio nominare la pala col nome della signora che forse ha più di tutti conosciuto e amato i luoghi dove ora essa sorge. Unico neo in-dividuato dall’ex presidente della regione Liguria, la produzione straniera dell’impianto: “Dobbiamo trovare la forza di costruire in Italia!” ha ribadito Burlando; infatti, la mastodontica E-101 non è di fabbricazione italiana, bensì tedesca; la produttrice è infatti la ditta Enercon. Questa nuova opera porta un vantaggio anche economico per le casse del comune, che bene-fi cia di circa il 3% annuale dei profi tti generati dall’installazione del nuovo impianto: per Mele, quindi, ospitare la pala eolica attualmente più grande del nord Italia non può che essere considerato un grande risultato. (l.s.)

La pala eolica di MeleLa pala eolica di Mele

superando un agriturismo e un fon-tanino, per arrivare subito dopo al bivio per i tubi sulla sinistra. Il sen-tiero percorre la massicciata dell’ac-quedotto, che un tempo serviva San Fruttuoso, attraversando in alcuni punti la montagna con gallerie sca-vate nel conglomerato. Il tratto del sentiero dei tubi risulta piacevole e meno faticoso delle Catene, se-guendo a mezza-costa la montagna pressoché in piano. I passaggi espo-sti sono attrezzati con catene e una scala, meglio essere dotati di una pila per l’attraversamento delle gal-lerie. Esse sono tre, tutte abbastanza alte da poter camminare comodi, ec-cezion fatta per pochi metri in uscita della terza, dove occorre procedere carponi. Risulta interessante anche una breve deviazione, seguendo una traccia a sinistra poco prima dell’ultima galleria, dove si può vi-sitare una postazione d’artiglieria e salire con facile arrampicata sulla cima del picco che sovrasta le bat-terie. Proseguendo per tale traccia è inoltre possibile bypassare l’ultima galleria, la più lunga, riportandosi sul sentiero principale. Ritornati sul sentiero delle catene, all’altezza del-le batterie, lo si segue a ritroso tor-nando così a San Rocco, o se ancora non si è stanchi, si può scendere a Punta Chiappa visitando le batterie,

per poi risalire a San Rocco per la lunga scalinata passante dalla chie-sa di San Nicolò. In sostanza ritengo si tratti di una delle escursioni più belle e complete della Liguria e non solo, richiede 5/6 h di camminata; giro adatto all’escursionista medio che non soffre di vertigini.

Stefano Milano

Se avete segnalazioni in merito non esitate a scriverci al seguente indirizzo:

[email protected]

disponibili con chi si occupava della colonia e comprendendo il piccolo/grande dramma che attanaglia gli amici dei felini, non si sono risparmia-ti nel fornire assi, debitamente inchio-date, per formare un provvisorio rico-vero: “Da quando abbiamo iniziato i lavori qui i gatti sono tutti scappati – ci dice un operaio – Non se ne vedo-no più”. Mentre stavamo facendo un sopralluogo a ridosso del cimitero un gattino bianco a macchie marroncine è saltato fuori da un cespuglio per poi, una volta accortosi della nostra presenza, attraversare come una saet-ta la strada e sparire oltre il cancello di una ditta edile. Meno male che in quel momento non passava nessuno! Questo fatto ha confermato come di gatti in zona ve ne siano ancora e quindi il problema dev’essere risolto anche per l’incolumità pubblica. Dal Comune pare sia già stata individua-ta, sempre nei dintorni, un’altra area, dove costruire un nuovo piccolo rico-vero. L’augurio è che si possa ovviare presto a questo problema e ridare una “casetta” degna a questi piccoli/gran-di amici dell’uomo.

Mattia Nesto

POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

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“Ci vorranno anni per ritornare come prima”“Ci vorranno anni per ritornare come prima”Santo Grammatico, presidente regionale di Legambiente parla della vicenda IPLOM

A poco più di un mese dallo sversamento di petrolio, a se-guito della rottura di un tubo

dell’oleodotto che collega il porto petroli di Pegli con lo stabilimento di Busalla, la situazione del torrente Polcevera e dei rivi limitrofi desta ancora preoccupazione, ne abbia-mo parlato con Santo Grammatico, presidente regionale di Legambien-te, che ha parlato anche del futuro

delle energie. “La questione, ad un mese di distanza, non si è ancora risolta - afferma Santo Grammatico - durante la notte del 17 aprile nei rivi Fegino e Pianego e nel torren-te Polcevera si sono riversati circa seicentomila litri di prodotto fos-sile”. Ma qual è la situazione attuale dei torrenti? Il presidente regionale di Legambiente spiega “il Polceve-ra ha ripreso vita, mentre Fegino

Valpolcevera: W la naturaValpolcevera: W la naturaPartito il progetto “Politiche di Sviluppo Rurale”

Puntare al settore primario, dopo i danni del boom econo-mico, per guardare al futuro?

In alta Valpolcevera la risposta è si. Tramite progetto “Politiche di Svi-luppo Rurale” otto esperti del setto-re si sono riuniti ed hanno fondato il comitato “Valpol c’è Vera” con pre-sidente Luigi Previati, insegnante in pensione di Morego e come soci fondatori il medico pediatra Lu-ciano Culotta, il grafi co Giancarlo Forner, il produttore agricolo Lucia-no Pannetta, l’ingegnere nucleare Giovanni Parodi (presidente della cooperativa “La Piuma”), Giampie-ro Fasoli, Gianni Russotto e Ornella Ventullo. Le esperienze lavorative e personali dei fondatori del comitati sono molto diverse tra di loro, ma sono ben consapevoli della grande importanza che l’agricoltura riveste nella vita di tutti i giorni. Ritorna-re a curare i terreni abbandonati, attività fondamentale contro il dis-sesto idrogeologico che si è pesan-temente manifestato negli ultimi anni e, allo stesso tempo, riscoprire e rivalorizzare colture e prodotti tipici di cui si era quasi dimentica-ta l’esistenza. Tra le eccellenze del territorio c’è il vino di Gionata, un giovane viticoltore che ha recu-perato terreni in abbandono nella zona di Morego e li ha riconvertiti coltivando il vitigno “bianchetta” di Val Polcevera, questo vino è stato recentemente premiato al Vinitaly di Verona, la più importante fi era enologica d’Italia. Luigi Previati, presidente del comitato, punta for-temente sulla sinergia tra le scuole e le attività agricole, far conoscere ed apprezzare le nostre eccellenze dalle nuove generazioni è fonda-mentale per amare e apprezzare il nostro territorio e per vivere sani, specialmente nella società attuale, dominata dai prodotti industriali, spesso di scarsa qualità e di prove-nienza incerta. Il Comitato “Valpol c’è Vera” si sta attivando anche con

le amministrazioni locali e i sinda-cati di categoria degli agricoltori (CNA e Coldiretti) come dimostra-no i mercatini a km zero organiz-zati nei comuni di Campomorone

e Serra Riccò e la partecipazione all’invito al Castello di San Cipria-no assieme al GAL Agenzia di Svi-luppo Genovese e diversi esperti del settore. (f.m.)

e Pianego sono dei corsi d’acqua morti, ci vorranno anni per tornare all’ecosistema che vi era prima”. La situazione non è più di emergenza come nei giorni successivi allo sver-samento, con i miasmi avvertiti dalla popolazione residente nella zona attorno all’incidente, ma l’aspetto ambientale deve essere valutato dice Grammatico “servirà una bonifi ca molto complicata, dobbiamo innan-zi tutto capire il livello dell’alveo da scavare - prosegue il presidente di Legambiente Liguria - nei giorni appena successivi le panne di con-tenimento hanno bloccato in parte gli sversamenti e i mezzi di auto-spurgo hanno rimosso gran parte del petrolio, ma ovviamente sono rimasti diversi residui”. Una delle maggiori preoccupazioni della po-polazione, soprattutto nei giorni im-mediatamente successivi al disastro era dato dal possibile sversamento in mare del petrolio, la rassicurazio-ne fatta dai media riguardo al mare sembra avere fondamento, come ci spiega Santo Grammatico “siamo stati davvero molto fortunati nel-la disgrazia, abbiamo avuto una serie di giornate con vento di tra-montana e mare calmo, grazie a ciò quanto era fuoriuscito è stato raccolto grazie ai mezzi speciali di Castalia arrivati dai porti di Li-

vorno e Civitavecchia”. Che la situa-zione però non si sia ancora risolta lo dimostrano le manifestazioni dei cittadini che tuttora proseguono nel-le zone di Fegino e Trasta. Uno dei quesiti è se possono ancora convive-re industrie ad alto impatto e rischio ambientale con la popolazione “l’ole-odotto IPLOM è vecchio e, dalle in-formazioni emerse dalla Procura di Genova, su 20 km di tratto vi sono ben ventitré punti a rischio rottura - ci spiega il presidente regionale di Legambiente, che prosegue - come Legambiente siamo fermamente convinti che debba scattare una ri-fl essione sul continuare a servirsi di energia basata su combustibili fossili, quanto deve ancora durare questo business?” si chiede Gram-matico, che illustra quali potrebbero essere le soluzioni “è necessaria una riconversione industriale basata sui biocarburanti e i biocombusti-bili, le conoscenze degli operai della IPLOM, ad esempio, oggi in cas-saintegrazione, potrebbero essere utilizzate anche per farli lavorare in ambienti più salubri”. Possiamo tenere assieme lo sviluppo industria-le e la tutela dell’ambiente? “Non lavorando sempre e soltanto sulle emergenze come è stato fatto fi no ad oggi” - dice in conclusione Santo Grammatico. (f.m.)

I Rappresentanti Sindacali FEM-CA-CISL e FILCTEM-CGIL dei

lavoratori Iplom, rispettivamente Simone Brunelli e Eugenio Noli, ci spiegano il disastro di aprile dal punto di vista dei dipendenti. Il 17 aprile si è verifi cata la rot-tura di uno degli oleodotti Iplom dal quale si è riversato greggio prima nel Rio Pianego e succes-sivamente nel Rio Fegino per poi fi nire nel torrente Polcevera. La zona è stata subito messa in sicu-rezza grazie al celere intervento di tutti gli Organi interessati, interni ed esterni alla ditta, ridu-cendo così al minimo i danni cau-sati dal grezzo. L’area è stata resa nuovamente accessibile e da poco più di un mese sono iniziati i lavori di messa in sicurezza per i quali si sta bonifi cando l’area e al contempo monitorando la zona che, come testimoniano Simo-ne ed Eugenio, andranno avanti senza indugi e con la massima at-tenzione grazie anche ad ARPAL. Nel contempo Iplom continua i lavori di ripristino dell’oleodotto in modo da ripartire con la pro-duzione poichè il tubo interes-sato è parte fondamentale della struttura e non si può procedere senza di esso. Per questo motivo la ditta è ferma e dovrà restare tale fi no alla rimessa in funzio-ne dell’oleodotto che avverrà al termine delle attività necessarie e solo in seguito al benestare delle Istituzioni preposte. I lavori di ripristino della ditta sono già iniziati e corrono veloci dopo il via libera datogli dalla Magistra-tura ma non è possibile defi nire con certezza la data esatta della totale ripartenza della ditta. A seguito del disastro quasi tutti i dipendenti della Iplom sono in cassa integrazione poiché non è possibile trasportare grezzo dal Porto Petroli alla raffi neria ma si alternano in modo da garantire una continua sicurezza dell’im-pianto e svolgendo le attività possibili. I dipendenti, ci dicono Simone ed Eugenio: “Sono mol-to preoccupati soprattutto dai tempi di ripresa previsti perchè se si facessero troppo lunghi comporterebbero una seria dif-fi coltà e un durissimo colpo per la ditta busallese”. Nonostante questo si dicono ottimisti e cre-dono che i tempi di ripresa non siano eccessivamente lunghi; aggiungono anche che la ditta è abbastanza forte da poter sop-portare questo colpo e rimettersi presto in pista.

Giorgia Tomasella

La parola ai La parola ai dipendentidipendenti

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Forse non tutti conosco l’olio di tea-tree, chiamato anche “olio

essenziale di Melaleuca”. Questo particolare olio è ottenuto median-te la distillazione in corrente di va-pore delle foglie, appositamente selezionate tra quelle dei rami più “giovani”, di determinate specie di Melaleuca, pianta originaria dell’Emisfero Australe e molto diffusa per in Malesia, Indonesia, Nuova Caledonia e Australia. Ap-partiene al gruppo delle Mirtacee. Il suo nome botanico, “Melaleuca”, racchiude un grande signifi cato. Infatti è stato scelto per sottoline-are il contrasto chiaro-scuro (dal greco mélas= nero e leukòs= chia-ro), desunto dalle foglie caratteriz-zate da un verde intenso e scuro e dalla corteccia invece biancastra. L’olio ricavato da questa pianta, il “Tea Tree oil” è un ottimo insetto-repellente, ideale per le sere estive durante le quali siamo letteralmen-te invasi da “ospiti indesiderati”.

L’olio ha una peculiare capacità di penetrazione e quindi può es-sere validamente utilizzato per uso topico. Facendo parte della stessa famiglia dell’Eucalypto, anche il Tea Tree ha grandi pro-prietà aromatiche. Il Tea Tree Oil è composto da una miscela di oltre 48 terpeni e alcoli terpenici, il cui principiale è il terpinene-4-olo che, in sinergia con gli altri componen-ti, possiede grandissime capaci-tà giustappunto antisettiche ma anche antifungine. Ideale per la trattazione di irritazioni cutanee, eritemi, erpes simplex ed anche per le gengiviti, infezioni vaginali di carattere micotico. Presso la Farmacia Busalla potete trovare un ottimo olio-shampo a base di Tea Tree Oil e Olio di Cotone che facilita la rimozione meccanica delle lendini e dei pidocchi. In ven-dita a soli 12 euro.

Mattia Nesto

Le mille proprietà Le mille proprietà dell’olio di tea-treedell’olio di tea-tree

26 l’inchiostro frescoGiugno 2016 VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Il GAL Genovese lancia “Qualità e sviluppo”Il GAL Genovese lancia “Qualità e sviluppo”Intervista alla presidente Marisa Bacigalupo sul piano di recupero del territorio

Sviluppare il territorio per con-trastare il suo abbandono, at-traverso una serie di program-

mi realizzati grazie ai Fondi Europei, è l’obiettivo che si pone l’Agenzia di Sviluppo GAL Genovese. Abbiamo intervistato in merito la presidente Marisa Bacigalupo, che ci ha illustra-to l’intero progetto e le strategie in-traprese per valorizzare l’entroterra ligure, una zona bellissima dal punto di vista paesaggistico e culturale ma che, come gran parte dell’Appennino Italiano, si sta da decenni spopo-lando, con un depauperamento del territorio e delle sue ricchezze. “Il Piano di Sviluppo Rurale è uno dei fi loni che l’Unione Europa, assieme al Governo italiano, predispone per il periodo 2014-20, purtroppo attualmente siamo in fortissimo ritardo - spiega Marisa Bacigalupo

- siamo ormai alla metà del 2016 e fi no ad ora sono decollati pochis-simi bandi del piano di sviluppo rurale”. Il GAL Genovese è inserito all’interno del piano di sviluppo rura-le, con la misura 19 che da una nuova vita ai GAL “è stata fatta una nuova mappatura per il territorio provin-ciale e una diversa distribuzione

dei territori” spiega la presidente “la regione Liguria ha previsto cinque GAL al posto degli attuali sette. Il GAL Genovese ha avuto un cambia-mento del territorio, attualmente comprendiamo in cinque comuni dell’Unione Stura-Orba-Leira, i cinque comuni dell’alta Val Polceve-ra, l’alta Val Bisagno con Bargagli, Davagna e Lumarzo, la valle del Recco con Uscio e Avegno e l’intera Val Fontanabuona arrivando ad un totale di ventotto comuni”. La fase progettuale, dice la presidente Mari-sa Bacigalupo “è stata preceduta da una lunga e laboriosa fase di con-sultazione sul territorio, ci siamo confrontati con sindaci e ammini-stratori e da queste consultazioni sono emerse le linee per scrivere la strategia di sviluppo rurale” una scelta fatta dal basso e partecipata

quella intrapresa dal GAL “abbiamo chiamato la strategia “Qualità e Sviluppo” perché sono le due strate-gie che vogliamo intraprendere, la nostra parola d’ordine è contrastare l’abbandono del territorio”. Prima di scegliere le tematiche il GAL Geno-vese ha incontrato sia amministra-tori che rappresentanti delle attività produttive, le scelte sono andate sul turismo sostenibile “questa ca-tegoria comprende l’insieme di un modello di sviluppo del territorio, che va dalle produzioni tipiche al recupero del bosco, alla commercia-lizzazione dei prodotti, la sicurezza dell’agroalimentare valorizzando e sviluppando le nostre tipicità, il re-cupero dei terreni abbandonati e il potenziamento del turismo rurale e agro-alimentare” spiega la presiden-te del GAL Marisa Bacigalupo. La se-

conda tematica è l’inclusione sociale “abbiamo delle zone che, purtroppo, continuano a spopolarsi fortemen-te” dice la presidente del GAL “da una parte le zone limitrofe a costa e città, come Val Polcevera e Val Fontanabuona sono virtuose, ma abbiamo dall’altro lato la Val Treb-bia che sta soffrendo uno spopola-mento devastante, senza un’inver-sione di tendenza molti comuni diventeranno paesi fantasma, che vivono solo due mesi d’estate, dob-biamo fare in modo di contrastare questi fenomeni di abbandono” oltre a ciò il progetto del GAL guar-da alle categorie più deboli della società, persone che hanno perso o non riescono a trovare lavoro e che vorrebbero reinserirsi.

Fabio Mazzari

Il primo ospedale per gli animaliIl primo ospedale per gli animaliCampomorone: è stato aperto il C.R.A.S. (Centro Recupero Fauna Selvatica)

Dopo aver anticipato, alcu-ni mesi fa, l’apertura della struttura ed averne seguito

i lavori, oggi possiamo fi nalmente parlare dell’inaugurazione uffi ciale del C.R.A.S., il Centro Recupero della Fauna Selvatica che, dal 28 maggio è stato aperto a Santo Ste-fano di Isoverde, frazione di Cam-pomorone. Si tratta della prima struttura della Liguria destinata alle cure e alla riabilitazione della fauna selvatica, che sarà gestita in-teramente dai volontari di E.N.P.A., l’Ente Nazionale Protezione Ani-mali, con l’aiuto di veterinari pro-fessionisti. La struttura è stata costruita nei locali della vecchia scuola elementare di Santo Stefa-no di Larvego, ormai inutilizzata da diversi anni. L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del vice-presidente nazionale di E.N.P.A. Massimo Pigoni, dell’assessore regionale all’agricoltura e all’am-biente Stefano Mai e del sindaco di Campomorone Paola Guidi.

Presenti inoltre all’inaugurazione ovviamente i giovani volontari dell’E.N.P.A. Genova e rappresen-tanti dell’Università, della ASL e della Polizia Eco zoofi la. Massimo Pigoni ha parlato della nascita del C.R.A.S. come di un’idea che “all’inizio sembrava quasi una follia ma che, grazie alla grande sinergia tra il Comune di Cam-pomorone, la Regione Liguria e i nostri volontari siamo riusciti a realizzare, questa inaugurazio-ne è solamente però l’inizio di un percorso - ha puntualizzato il vice-presidente nazionale - siamo una grande associazione ma da soli non possiamo farcela, abbiamo bisogno di volontari che ci diano una mano in questo grande pro-getto”. Francesco Baroni, rappre-sentante dei volontari di E.N.P.A. Genova ci ha spiegato come fun-zionerà la struttura “gestiremo il C.R.A.S. tenendolo aperto, con i nostri volontari, ogni giorno alla settimana e in qualsiasi ora, at-

tualmente siamo più di venti vo-lontari attivi in gran parte molto giovani, ma abbiamo bisogno di aiuto e chiediamo a chi ami gli animali e abbia voglia di dedica-re il proprio tempo di darci una mano”, per diventare volontario attivo dell’E.N.P.A. non servono conoscenze a livello scientifi co “bastano un minimo di nozio-ni di base e, soprattutto senso di responsabilità” spiega Baroni, le cure e le terapie agli animali saran-no stabilite infatti dai veterinari, mentre i volontari cureranno gli animali ospitati. Grande soddisfa-

zione del Comune di Campomo-rone, per parola del sindaco Paola Guidi “siamo orgogliosi di essere il comune che ospita la prima struttura di questo tipo a livello regionale” ha detto il primo citta-dino “la nostra amministrazione ha sempre dimostrato una gran-de sensibilità verso gli animali”. Il vicepresidente di E.N.P.A. Pigoni, alla fi ne della cerimonia, ha donato le tessere onorarie di volontari al sindaco Paola Guidi e all’assessore Erminia Rebora. Il C.R.A.S. si com-pone di tre aree differenti, al pia-no superiore la zona accoglienza, dove sarà possibile acquistare ma-teriale e tesserarsi all’E.N.P.A. (la sede genovese sarà inoltre trasferi-ta a breve nella struttura di Isover-de), mentre al piano inferiore vi è la clinica vera e propria. Inoltre è in fase di completamento il ripristino dell’area esterna dedicata alla ria-bilitazione fi sica degli animali.

Fabio Mazzari

Poche novità, a differenza di quanto uscito dai grandi

centri nazionali, nei comuni dell’entroterra genovese al voto quest’anno dove, mediamente, si confermano le amministra-zioni uscenti. A Valbrevenna, l’unico comune della Valle Scri-via al voto, il sindaco uscente Michele Brassesco si confer-ma nettamente. Nel limitrofo comune di Propata, già in Val Trebbia, vittoria anche qui con larghi numeri per il primo citta-dino uscente Renato Cogorno. Rondanina, il comune meno abitato della Città Metropolita-na di Genova, al voto conferma nettamente l’amministrazione uscente con il vicesindaco Ar-naldo Mangini. (f.m.)

Il votoIl votonell’entroterranell’entroterra

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Una serata a Stelle e Strisce quella che propone il “Garitta

Bar” di Torriglia venerdì 24 giu-gno. Dalle ore 19:00 in poi “Festa dell’Hamburger” con il popolare panino proposto in tante varianti, anche quest’anno quindi, dopo la “spiaggia nel bar” del 2014 e la festa medioevale del 2015 il locale di Marco Besutti si caratterizza per la fantasia e l’inventiva. Nel corso della serata, sempre dalle 19,00 in poi, Marco e l’intero staff del Garit-ta Bar offriranno, a tutti coloro che si presenteranno davanti al bar con la propria moto Harley Davidson originale, un panino e una bibita a scelta in omaggio! La serata sarà allietata dalla musica degli Inver-ter, band genovese che propone una mescolanza di generi tra rock, punk, ska e hard rock! Si tratta del primo evento della stagione estiva del bar di Torriglia che, come ci an-

ticipa Marco Besutti, proporrà altri due appuntamenti molto originali e interessanti ma, per il momento non vi anticipiamo ancora nulla…

Gli appuntamenti estiviGli appuntamenti estividel Bar Garittadel Bar Garitta

Garitta Bar - Via Matteotti, 49 - TorrigliaGaritta Bar - Via Matteotti, 49 - Torriglia

Per info: cell. 333.96.42.392

27l’inchiostro frescoGiugno 2016VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Grondona, “Ricchi e semplici”: una storia lunga 200 anniGrondona, “Ricchi e semplici”: una storia lunga 200 anni

Ingredienti per un biscottifi cio perfetto:500g di tradizione, 500g di dedizione, 500g di sempli-

cità. Questi sono i valori che abbiamo trovato all’inter-no del biscottifi cio più famoso della val Polcevera, il biscottifi cio Grondona di Campomorone. Questi valori caratterizzano prodotti 100% naturali composti da ma-terie prime scelte e selezionate per portare sulle nostre tavole una ventata di tradizione e semplicità guidate da una dedizione che dura da quasi 200 anni. Entriamo nel-lo stabilimento ed incontriamo i due titolari, Francesco e Andrea che ci accolgono e ci dicono che “La storia della Grondona è molto lunga…tutto ebbe inizio nel 1820 da un mulino e da un signore, il nostro bisnonno, il quale era vermicellaio, ovvero faceva la pasta cono-sciuta come vermicelli”. Inizialmente la Grondona era un’azienda di “arte molitoria”, cioè era un mulino e, pro-prio per questo, il primo logo mostrava un panifi cio.

“Agli inizi del ‘900 con Orlando Grondona, si sono ini-ziati a studiare - raccontano i titolari - i biscotti a base di lievito madre. Nasce così la lunga tradizione che dura da quasi 200 anni”. Il prodotto più conosciuto, di-ventato poi anche un po’ il simbolo, è forse il biscotto del Lagaccio che Andrea defi nisce: “il primo prodotto della famiglia, praticamente un antenato”. La tipicità della Grondona deriva dal fatto che ricerchino sempre i pro-dotti migliori come il lievito madre al naturale che non contiene conservanti e che Andrea ribattezza “il nostro cavallo di battaglia”. Tutti i prodotti utilizzati in questa storica fabbrica possono essere, da un lato, considerati “ricchi”, poiché si spazia dal panettoncino al biscotto La-gaccio, dai canestrelli al pane tostato mentre dall’altro, l’utilizzo di ingredienti naturali e genuini ha il compito di renderli “semplici e alla portata di tutti”. In Val Polce-

vera trionfa la bontà.

Giorgia Tomasella

Antola in festaAntola in festaIl 26 giugno un grande appuntamento

La tradizionale Festa di San Pietro sul Monte Antola per quest’edizione, in occasione

del Giubileo della Misericordia per l’Anno Santo si trasformerà in un evento speciale. Domenica 26 giu-gno saranno presenti contempo-raneamente il Vescovo di Tortona, Mons. Vittorio Viola e il Vescovo ausiliare di Genova, Mons. Nico-lò Anselmi che, per la prima volta nella storia del monte più amato dai genovesi, si incontreranno sulla cima dell’Antola in rappresentanza delle due Diocesi “Abbiamo pensa-to che, in quest’anno giubilare, sa-rebbe stato importante per i fedeli e per il territorio, che sul monte vi fosse questo incontro” spiegano gli organizzatori dell’evento, ovvero l’Ente Parco Antola, il Rifugio del Monte Antola e la parrocchia di San Lorenzo di Propata. Come nome gli organizzatori hanno scelto l’evoca-tivo “L’incontro di due Dioscesi, l’abbraccio di tre vallate”. Il Monte Antola e diversi comuni della Val Trebbia genovese sono infatti com-presi, a causa delle divisioni geogra-fi che delle regioni ecclesiastiche, nella diocesi tortonese, ma l’Antola è da sempre “il monte dei genove-si” e, nel corso della sua storia, è sempre stato un luogo di incontro, scambio e transito per genti e merci provenienti dalle vallate circostanti. Durante gli anni vi sono stati gran-di eventi che hanno richiamato le folle sulla cima del monte: l’inaugu-razione della cappella nel lontano 1899, l’installazione della croce nel 1907, il nuovo rifugio nel 2007 e, per quest’anno, l’iniziativa di richiamo alla preghiera e all’incontro sotto la grande croce dove fedeli, giovani, escursionisti, associazioni, parroc-chie, confraternite e semplici escur-sionisti saliranno contemporane-amente da una ventina di località sparse nelle vallate della Trebbia, dello Scrivia e del Borbera. Il gran-de pellegrinaggio sarà supportato dagli organizzatori e dai volontari che forniranno la loro preziosa col-laborazione, prendendo in carico un percorso o un sentiero. La parte

escursionistica della giornata, che vedrà i partecipanti salire contem-poraneamente da tutte le località dove inizia un sentiero per il Monte Antola avrà in ogni località un grup-po partecipante. Tutti i gruppi arri-veranno per la messa solenne che si terrà alle ore 10:30. Le località di partenza sono numerose, a pie-di si potrà raggiungere la cima del Monte Antola da Capanne di Carre-ga, Casa del Romano, Bavastrelli, Caprile, Bavastri, Donetta, Torri-glia, Pentema, Carsi, Piancassina, Vallenzona, Alpe di Vobbia, Croso di Campassi e Berga. Di cosa da Vegni, Valico di Costa Salata e Pro-pata. A cavallo o in bicicletta da Ba-vastrelli, Crocefi eschi, Montoggio e Dova Superiore e infi ne, accompa-gnati dagli asini da Madonna della Guardia di Pentema. (f.m.)

Nuova vita per Villa BorzinoNuova vita per Villa BorzinoFabrizio Fazzari, assessore del Comune di Busalla, anticipa i progetti per lo storico edifi cio

Dopo il nostro articolo, uscito nel numero di maggio “Villa Borzino ancora nel degra-do”, Fabrizio Fazzari, assessore alle attività

culturali del Comune di Busalla ci ha gentilmente risposto in merito e ci ha illustrato le immediate novità e i progetti per il futuro della storica villa. “Al momento della mia entrata in carica la vil-la era in uno stato di degrado evidente - spiega Fazzari - l’anno scorso abbiamo speso oltre ottan-tamila euro per lavori urgenti, ovvero il restau-ro della balaustra, la messa in sicurezza degli alberi che cadevano sulla strada, siamo dovuti intervenire purtroppo anche contro il pirolide del bosso un temibile parassita che stava intaccan-do il bosso di Villa Borzino che è di una varie-tà molto pregiata, abbiamo rimesso in sesto la scalinata e tagliato l’erba, ovviamente c’è molto ancora da fare e i bilanci di un comune di nem-meno seimila residenti come il nostro è sempre più ristretto”. L’assessore Fazzari guarda ad un modello vincente molto vicino a livello geografi co, Villa Serra di Sant’Olcese “Abbiamo contattato gli

stessi progettisti che, negli anni ’90, ristruttura-rono completamente Villa Serra e il suo parco, ovvero gli architetti Silvana Ghiggino e Fabio Calvi - dice l’assessore alla cultura del capoluogo della Valle Scrivia, che prosegue - vogliamo creare all’interno della villa una Scuola di Restauro con allievi provenienti da tutta Italia e dall’estero, che sarà unica nel suo genere” ci anticipa Fabri-zio Fazzari “i talenti che frequenteranno la scuola di restauro si ‘eserciteranno’ direttamente nel ri-pristino della stessa villa che, non dimentichia-molo, è un edifi cio di grande valore artistico tute-lato dalle Belle Arti”. “Il 2017 sarà l’anno di Villa Borzino - annuncia l’assessore alla cultura Fazzari - in occasione del venticinquesimo anniversario della missione del busallese Franco Malerba nello spazio allestiremo ‘Villa delle Stelle’ una mostra interamente dedicata al mondo dell’astronomia, dello spazio e dell’astronautica, con un planeta-rio e un modello in scala 1:1 del satellite spaziale, ci ispiriamo direttamente al prestigioso Festival della Mente di Sarzana”. (f.m.)

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A SERRAVALLE C’È !!!L’AUTOPRATICA TIR sas

di Tagliati

Agenzia pratiche auto, presente a Serravalle Scrivia dal 1990, si trova in Viale Martiri della Benedicta, dove spicca l’insegna con il nuovo logo. L’ingresso è all’interno della piazzetta, al 116/2. Accreditata sia alla Motorizzazione che all’

ACI/PRA, l’agenzia svolge tutte le pratiche direttamente dal proprio uffi cio (passaggi di proprietà ed immatricolazioni di auto, moto e ciclomotori) con rilascio immediato dei nuovi documenti. Ogni martedì, alle dodici, è a disposizione il medico per le visite di rinnovo patente di guida, un servizio che grazie alle nuove tecnologie permette, in soli due giorni, di ottenere la nuova patente europea, anche direttamente a casa propria. L’Autopratica TIR si occupa di tutta la tipologia inerente il trasporto merci su strada, in particolare per i veicoli cosiddetti “pesanti” (Revisioni/Collaudi/ADR) comprese le istanze per richiesta iscrizione Albo Autotrasportatori, Licenze Conto Terzi e Conto Proprio, nonché permessi internazionali e autorizzazioni ANAS e Autostrade per veicoli eccezionali in tutta Italia.

28 l’inchiostro frescoGiugno 2016 VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Isola del Cantone: tante piccole capitaliIsola del Cantone: tante piccole capitaliIncontriamo in località Giretta Sergio Pedemonte, geologo ma soprattutto appassionato di storia locale

“Dobbiamo smetterla di considerare quello che una volta era l’Oltre-

giogo genovese come il territorio tra l’Outlet e l’Acquario di Geno-va come dice il cucinosofo Sergio Rossi. Questi due grandi centri sono all’estremità delle nostre zone, zone punteggiate da tante piccole capitali: da Novi Ligure ad Ovada, passando per Busalla e Masone sino a Torriglia e Sassello” con queste parole Sergio Pedemon-te, geologo, storico ed autorevole membro del Centro Culturale di Isola del Cantone, ci accoglie nella sua bella casa sita in zona “Giretta”. Pedemonte, assieme alla passione e all’abnegazione di numerosi soci ed amici, come il Presidente del Circo-lo, Raffaelle Rossetti e al socio Ste-fano Denegri, tiene viva la memoria dell’alta Valle Scrivia, della sua sto-ria ricca di episodi memorabili, noti e meno noti. “Purtroppo nel nostro Paese è convinzione comune che la cultura non possa generare lavoro – afferma con decisione Pedemonte – Invece, specialmente in Oltregio-

go, terra su cui sono passati i più grandi condottieri e uomini della storia, da Annibale a Giulio Cesa-re ed a Napoleone sino a Giuseppe Mazzini, si potrebbe far nascere un indotto dalla conoscenza e pro-mozione dei nostri luoghi”. Uno degli esempi posti da Pedemonte è quello della realizzazione di libri che non vogliano essere “sfoggio

di doti intellettuali” ma, ci precisa quest’autore, “occasione di spun-to e di rifl essione”. “Una recente pubblicazione – afferma Sergio Pedemonte – del Circolo è stato il libro intitolato Sta sempre alegro così il tempo pasera presto, una corrispondenza inedita di Giu-seppe Ferretto, soldato isolese du-rante la Prima Guerra Mondiale”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @ “La particolarità di tale opera – ci dice Stefano Denegri, co-autore del volume assieme a Pedemonte – è la completezza della corrispondenza: infatti non sono stati conservati e trascritti solo le lettere trasmesse da Pipin, questo il soprannome del soldato, ma anche le risposte dei famigliari, caso più unico che raro”. Pedemonte, poi, mostran-doci un altro libro, rievoca ancora il piccolo mondo antico di Isola e dintorni: “In quest’altro testo, Un diario nella guerra, si raccontano le peregrinazioni di una profes-soressa di liceo, Bice De Lorenzi, attraverso sentieri e strade tra Genova e Isola del Cantone, que-sta volta negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Questi sentieri potrebbero essere oggi riscoperti e ribattuti, sulla scorta degli antichi ricordi, da turisti provenienti da tutto il mondo!”. Infatti, sia Pede-monte sia Denegri, sono d’accordo sul fatto che la conoscenza e divul-gazione delle peculiarità del terri-torio rappresenti la chiave di tutto: “Oggigiorno con un computer si possono, letteralmente, sollevare le montagne – ribadisce lo storico

isolese – Bisogna fare conoscere le eccellenze della valle Scrivia: il castello di Vobbia e quello di Bor-go Fornari, le prelibatezze come lo sciroppo di rose di Busalla e di Isola oppure i canestrelli di Rigoroso”. Al termine della nostra chiacchierata domandiamo ai due membri del Centro Culturale se le divisioni amministrative tra Liguria e Piemonte, che ad esempio nel “confi ne” tra Pietrabissara (prima frazione di Isola del Cantone, quin-di, per intenderci, territorio della Città Metropolitana di Genova) con Rigoroso (ultima frazione del Comune di Arquata Scrivia, anco-ra Piemonte) ostacolino un’azione comune: “Certamente – ci rispon-dono quasi in coro – una volta que-sto era un territorio unico, omo-geneo e armonicamente collegato nelle sue diverse articolazioni. Poi più o meno assurde divisioni amministrative lo hanno diviso: occorre a noi, i nati dopo, gli ul-timi arrivati ricucirlo pezzo dopo pezzo come un vaso rotto. Ma sia-mo sicuri che, visto la bellezza di questo vaso, ne varrà senza dub-bio la pena”.

Ha ottenuto grande suc-cesso la prima edizione

in assoluto del concorso let-terario “Paese delle Fiabe” di Serra Riccò, destinato ai bambini delle scuole mater-ne ed elementari e i ragazzi delle scuole medie. La pre-miazione, avvenuta all’interno dell’evento “Invito al Castel-lo”, nell’affascinante scenario del castello di San Cipriano, ha visto come vincitori per le scuole materne l’Emanuele Luzzati di Sant’Olcese e l’asilo di Castagna, per la scuola ele-mentare la 4° classe dell’isti-tuto di Pedemonte e l’Istituto comprensivo di Quezzi per la scuola media, a vincere la se-zione singoli autori è stata Au-rora Vannucci, una bambina di Parma. I migliori racconti sono stati raccolti in un libro dal titolo omonimo “Il paese delle fi abe” che è disponibile nelle librerie di Genova e Pro-vincia.

Fabio Mazzari

Paese delle Paese delle Fiabe a Fiabe a

Serra RiccòSerra Riccò

Nella foto in alto Sergio Pedemonte e a fi anco alcune sue pubblicazioni

passati i più

co alc

Page 29: Inchiostro Fresco - Giugno 2016

Il ricordo del Campionissimo non tramonta maiIl ricordo del Campionissimo non tramonta maiCastelletto d’Orba: successo delle iniziative su Fausto Coppi. Grande partecipazione di giovani e meno giovani

Per ricordare la prima vittoria uffi ciale di Fausto Coppi nel luglio del ‘38 a Castelletto

d’Orba, l’Associazione Amici di Boz-zolina ha programmato un’iniziativa con i piccoli bikers della scuola di MTB “I Cinghiali” che hanno pe-dalato sul percorso in costa tra i vi-gneti da Silvano d’Orba a Castelletto d’Orba, circa 9 km attraversando la campagna con scorci panoramici sul Monte Tobbio, il fi ume Orba, i ca-stelli di Lerma, Casaleggio, Silvano, Montaldeo e Martinenghi, la Torre di Albarola, per arrivare alla Borga-ta Bozzolina dal Museo del Torchio dove gli attori Emanuele Arrigazzi e Fabio Martinello hanno rappresen-tato con una divertente fi aba chi era Fausto Coppi. A completare la gior-nata percorsi tecnici e un rinfresco offerto dalle signore della Borgata a base della tipica focaccia locale. Un sentito ringraziamento ai bambini e ai loro maestri guidati dal “vulcani-co” Gigi Fiorone. La sera è stata inve-ce dedicata a una presentazione sto-rico culturale sulla vicenda della vit-toria di Coppi con diversi interventi quali quelli dello storico dott. Carlo Delfi no di Varazze che ha dettaglia-tamente descritto con documenti le prime vittorie del Campionissimo. Roberto Basso ha poi illustrato come era la vita sociale nel paese a quell’e-poca, con i vari alberghi e fonti che animavano con un turismo interes-sante. Dal Ghisallo sono poi giunti in bicicletta due “staffette” che hanno portato un invito all’indimenticabile Imerio Massignan, tutti gli interventi sono poi stati collegati da pezzi tea-trali di Emanuele Arrigazzi che ci ha magicamente trasportati nei perso-naggi di Cavanna, il massaggiatore cieco di Coppi, nella bottega dove Coppi ragazzino con il papà comprò la sua prima bici e infi ne il fi glio di

Coppi che ricorda quando imparò ad andare in bici. A completare la serata Gianni Pederzolli, noto biomeccanico, che ha illustrato le differenze costrut-tive delle bici dell’epoca insieme ai fondatori del Museo il Cortile di Acqui, Olivero Angelo e Pronzati Claudio, che hanno esposto biciclette e cimeli d’e-poca. Presenti anche Giovannino Meazzo ciclista e costruttore alessandrino, Pierfranco Romero che ha raccontato testimonianze di quella giornata, per la Federazione Ciclistica Boris Bucci del Comitato provinciale. La ricostruzio-ne di quella giornata, con contributi di ricordi dell’epoca, narrano che in quel luglio la gara organizzata dalla US Silvanese con sponsor il Lavagello vedeva un circuito con probabile giro Alessandria – Acqui – Cremolino e arrivo a Ca-stelletto con una fotografi a che ritrae Coppi con la maglia della Montecatini

nelle vicinanze di Porta Genova nella parte alta del paese. In premio una bici che all’epoca era un bene di lusso. Per evitare sorprese chi mise il premio in palio arruolò un ciclista locale che fece sbucare nel fi nale fresco dalle vigne, ma scoperto il broglio, con rammarico la bici gli fu data e da lì Coppi iniziò il “volo dell’Airone”. “Le iniziative - dice Fabrizio Tacchino - hanno lo scopo di promuovere il territorio, il Museo del Torchio è nato sulla spinta di queste proposte conquistando la fi ducia dell’Amministrazione Comunale di Ca-stelletto d’Orba perciò vogliamo ringraziare il Sindaco Mario Pesce che ha sostenuto le iniziative che vedranno durante l’estate appuntamenti impor-tanti, come la Lucciolata, e Paola Tacchino, la presidente dell’Associazione con un gruppo di giovani e di saggi anziani”. (f.t.)

“Bellezze in bicicletta”“Bellezze in bicicletta”Un’idea fi rmata l’inchiostro fresco e il Cortile di Acqui

È proprio il caso di dirlo “Bellezze in bicicletta”! Infatti il pro-getto ormai partito, nato dal sodalizio tra l’inchiostro fresco e il Cortile di Acqui Terme, prevede la realiz-

zazione di un Calendario che immortalerà le biciclette sto-riche del “Cortile” con undici splendide modelle. Ma non voglio svelarvi molto di ciò che nascerà perché lasciare un po’ di mistero è sempre un ottimo modo per aumentare la curiosità. Quest’articolo spiegherà di più la par-te che mi riguarda maggiormente, ovvero quella fotografi ca, visto che la parte grafi ca verrà curata dalla nostra valente Sara Ponta. Per chi non mi conosce ancora può farsi un’idea di me e di quello che faccio sul mio sito www.danieleci-fala.com. Il tutto è partito quando sono stato contattato dal signor Claudio, gentilissimo curatore del “cronomuseo” della bicicletta “Il Cortile di Acqui Terme”, che mi spiegava il pro-

getto e mi chiedeva disponibilità per lo stesso, disponibilità ac-cordata con entusiasmo. Dopo il contatto telefonico mi sono incontrato, presso il Museo, con lo stesso signor Claudio a

cui ho proposto le mie idee e con cui ho scambiato quattro chiacchere. Lui mi ha mostrato la location per gli scatti, che verranno realizzati proprio presso “Il Cortile” vista la diffi coltà di spostare le preziose biciclette storiche in una sala posa vera e propria,

cosa che rende il tutto più impegnativo ma ampiamen-te più magico, interessante ed emozionante. Curata la parte location ho ricevuto presso il bar Mozart i contatti delle mo-

delle con cui sto prendendo accordi in base alla loro di-sponibilità per passare alla fase di shooting fotografi co vera e propria. Continuate a leggerci per nuove news su

un progetto veramente da non perdere.

Daniele Cifalà

BentornatoBentornatoGianluca Gianluca

Venerdì 10 giugno la redazione de “l’inchiostro fresco” a pieni ran-

ghi ha accolto Gianluca Bombara, reduce dal suo ormai celebre “Giro d’Europa in solitaria”. In compa-gnia del suo “padrino spirituale” Gian Piero Montecucco, Gianluca si è detto: “Molto felice per questa bella festa che l’inchiostro ha or-ganizzato. Questa testata mi ha accompagnato idealmente – ha spie-gato l’atleta alessandrino – in questo mio lungo viaggio ed ora che sono tornato mi sembrava giusto venire qui per chiudere il cerchio”. I redat-tori inchiostriferi hanno omaggiato Gianluca di una speciale maglietta celebrativa, per ricordare la bella im-presa del ciclista. Una giornata non soltanto di sport ma anche, e soprat-tutto, d’amicizia!

Chiara Boarini

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30 l’inchiostro frescoGiugno 2016 SPORT

La geografi a del calcioLa geografi a del calcioOvada: Enzo Prato presenta un “atlante” calcistico

Si presenta con delle sorprese e delle incognite la nuova fi sionomia dei gironi del calcio dilettanti-stico per la stagione 2016/2017. Intanto tiene ban-

co la situazione Novese che, retrocessa dalla serie D e dopo le ben note vicende societarie, ripartirà con una nuova società dopo la procedura fallimentare. La rego-la impone che una nuova società debba partire dalla 3° categoria, ma per il fatto che la Novese sia una società storica e con uno scudetto è facile ipotizzare una par-tenza dalla Promozione, come già avvenuto anni fa per il Casale. Ci sarà comunque sempre da valutare quello che saprà escogitare il proprietario dell’80%, Retucci da Napoli, che ci ha sempre abituato a colpi di scena. An-che ad Acqui la situazione è caotica. I bianchi retrocessi dalla serie D dovrebbero ripartire dall’Eccellenza, ma su questo dovrà esprimersi il presidente milanese Sante Groppi, assente per parecchio tempo dalla città ter-male e con il Sindaco Enrico Bertero che chiude i battenti dello stadio “Ottolenghi” in quanto la società non ha pagato i debiti legati all’utilizzo delle strut-ture sportive. Si muove qualcosa sulla sponda La Sorgente, dove la società salvatasi in 1° categoria po-trebbe addirittura salire in Eccellenza se va in porto la fusione con il Calcio Tortona. Più tranquilla la situazione del Castellazzo che, retrocesso dalla serie D, può basarsi su una solidità societaria. In Promozione trovere-

mo invece oltre all’Arquatese e al San Giuliano Nuovo, il neo promosso Cassine, mentre la Pozzolese vincitrice della Coppa Piemonte di 1° categoria ha la possibilità di chiedere il passaggio diretto in Promozione, ma negli ultimi giorni sono subentrati problemi dirigenziali con le dimissioni del Presidente Bottazzi e dell’allenatore Monteleone, che avrebbero voluto tentare la strada della Promozione, mentre il resto del direttivo non era intenzionato a compiere il grande balzo. Tutta alessan-drina la 1° categoria con la presenza delle ovadesi Pro Molare, e Silvanese e del Libarna. In 2° categoria invece la presenza delle squadre locali è veramente compatta con l’Ovadese vittoriosa in 3°, Capriata, Mornese, Gavie-se, G3 Real Novi ,Tassarolo, Casalcermelli, Serravallese di Serravalle Scrivia, Boschese (retrocessa dalla 1°) e

Calcio Ovada vittoriosa nello spareggio con il Lerma. (e.p.)

Sui Giovi calcio “anormale”Sui Giovi calcio “anormale”Mignanego: da quindici anni si svolge un torneo particolarissimo

Mignanego, il paese alle im-mediate porte di Genova che congiunge il capoluogo

regionale con la Valle Scrivia, oltre ad essere conosciuto per la Strada statale dei Giovi che attraversa il suo intero territorio, da una quindicina d’anni ha acquisito una risonanza sportiva a livello nazionale grazie al torneo di “calcio anormale” che, ogni estate, in occasione della festa patro-nale, attira partecipanti e soprattutto curiosi da gran parte della Provincia di Genova e non solo. Ma che cosa si intende per calcio anormale? È una disciplina completamente in-ventata in loco nell’estate del 2001, quasi per scherzo. Due squadre da quattro giocatori ciascuna, compo-ste da due maschi e due femmine, si sfi dano in una gara composta da due tempi di dodici minuti ciascuno. Le stranezze però non fi niscono qui, le femmine in campo possono fare goal in qualunque modo, di piede, di spal-la e di mano, mentre per i maschi è ammesso segnare esclusivamente di testa! Le sostituzioni avvengono con lo stesso sistema del basket e anche il campo da gioco è alquanto particolare, un trapezio al posto del tradizionale rettangolo, l’arbitro in-fi ne è uno solo, lo stesso dal 2001, Roberto Acampora, che è anche “fi -schietto” nei campionati dilettantisti-ci del calcio… normale. Il torneo nel corso degli anni ha riscosso sempre maggiore attenzione da parte del pubblico, all’ultima edizione erano una dozzina le squadre partecipanti. La sfi da più accesa e divertente quel-la dell’estate 2012 con una gara che sembrava uscita da un racconto di Don Camillo: Stato vs Chiesa, dove a sfi darsi amministratori e consiglieri comunali della Val Polcevera e della Valle Scrivia contro preti, suore e fra-ti delle diverse parrocchie presenti nei due territori. Alla fi ne la spuntò la Chiesa, grazie alla doppietta realizza-ta da Suor Elisabetta Castellani. Ap-puntamento quindi all’edizione 2016 che si preannuncia, anche questa volta, all’insegna del divertimento.

Fabio Mazzari

“Se la montagna non va a Maometto, Maometto va alla montagna”, diceva

un vecchio proverbio: quando le cose non vanno come devono, è meglio intervenire in una maniera alternativa per risolvere il proble-ma. Nel nostro caso in particolare, se la neve non arriva ad Alberola, è obbligatorio trovare altre opzioni per il rilancio della piccola frazione di Sassello (Sv), ex stazione sciisti-ca adagiata sul Monte Cucco, dove attualmente gli impianti di risalita giacciono in stato di abbandono. Di questo e di molto altro si è parlato durante l’incontro informale “Al-berola: quale futuro?” tenutosi lo scorso maggio presso il ristorante rifugio Monte Cucco, che ha visto

la partecipazione di molti affezio-nati alla piccola località, del sinda-co di Sassello e presidente del Par-co del Beigua Daniele Buschiazzo e del proprietario degli impianti e

Baby sky e downhillBaby sky e downhillIdee, progetti e speranze: il resoconto dell’incontro “Alberola quale futuro?”

dei terreni Mauro Sardi; l’incontro, fortemente voluto da Gigi Di Santo e da Elena Girovaco, è stato inoltre seguito nella sua organizzazione dalla pagina Facebook “Alberola di Sassello” di Beatrice e Stefano Pio-la e da noi dell’Inchiostro Fresco, al quale avevamo dedicato un articolo nel numero di aprile. La progressi-va diminuzione delle precipitazioni nevose durante questi ultimi decen-ni ha contribuito in modo prepon-derante alla chiusura degli impianti negli anni Duemila e ha dato inizio alla necessità di “reinventare” Al-berola, per supplire alla mancanza di neve: infatti, negli ultimi anni di apertura, le condizioni climatiche hanno dato possibilità solo ad un numero ridotto di giornate sulle piste, rendendo le spese di manu-tenzioni insostenibili; proprio per questo i partecipanti all’incontro hanno fatto diverse proposte de-stinate al poter sfruttare al meglio quei pochi giorni di neve. Le più interessanti sono state la possibili-tà di riaprire uno skilift e di creare una zona dedicata ai bambini con tanto di tapis roulant per muoversi agevolmente con gli sci su un lieve pendio; proposte che si possono attuare anche in caso di minori precipitazioni nevose e con un in-vestimento minimo: “circa 30/40 mila euro”, assicura Mauro Sardi, che lancia l’idea. Per incrementare il turismo estivo ad Alberola invece si è pensato di prendere spunto dal-la località piemontese di Caldirola (Al), che ha investito sui bikers: infatti la piccola località è diventa-ta un centro specializzato con per-corsi specifi ci per gli appassionati di mountain bike e downhill, ossia la pratica di percorrere in discesa i percorsi sterrati posti sui pendii dei rilievi; un’idea che ha avuto il pie-no sostegno dei giovani sassellesi appassionati di questo sport pre-senti all’incontro, pronti a lavorare a stretto contatto con le istituzioni per poter in futuro tracciare i per-corsi.

Matteo Serlenga

Nella splendida cornice dell’impianto sportivo

polivalente di località “Ca-stelvero” a Castelletto d’Orba si è svolto il torneo di calcio e tamburello “Tutti insieme per Diego”, un bambino di Ceranesi che a seguito di un grave incidente necessita di cure molto costose. Per questo motivo l’Associazione sportiva dilettantistica Boys Calcio in collaborazione con la Polispor-tiva Comunale Castellettese ha organizzato un evento benefi -co con lo scopo di raccogliere fondi per contribuire alle spese sostenute dalla famiglia per le cure. Per il calcio hanno parte-cipato in rappresentanza delle categorie pulcini 2005, 2006, 2007 e piccoli amici: Boys cal-cio, Orti, Aurora Al, Bobona-sca, S. Fruttuoso, Castellazzo, Campomorone S. Olcese, Don Bosco Al, Audax Orione, Poz-zolese, Acqui e G. Siri Ge. Con l’evento si è raccolta la consi-stente cifra di € 1.350,00 oltre ad un contributo aggiuntivo of-ferto dalla Polisportiva. (e.p.)

Tutti per DiegoTutti per Diego

Lo scorso maggio in località Ro-mitorio a Masone è stato inau-

gurato il nuovo campo dedicato alla scuola di rugby, che sarà gestita dall’Associazione Sportiva Dilettan-tistica rugby “Le Api - S.O.L”. Il ter-reno da gioco è situato presso l’area adiacente il Sacrario del Romitorio, delimitato da un parco giochi per bambini immerso nel verde. (s.a.)

Rugby a MasoneRugby a Masone

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