inchiostro fresco - dicembre 2015

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Contiene l’inchiostrino di Acqui Terme - Novi Ligure - Gavi e Capriata - Isola del Cantone - Tagliolo Monferrato e Ovada Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz) www.inchiostrofresco.it - [email protected] - Tel. 0143/46.569 Distribuito gratuitamente La voce dell’Oltregiogo La voce dell’Oltregiogo ANNO XXX / N. 10 - DICEMBRE 2015 Fondato nel 1985 Fondato nel 1985 Il trenino di Casella - pag. 15 Il trenino di Casella - pag. 15 Ovada:presentato il progetto scuola del Pertini - pag. 3 Ovada:presentato il progetto scuola del Pertini - pag. 3 All’interno OVADA Scoperta targa ricordo per Caneva e Oddone di Luisa Russo - pag. 3 VALLE STURA Pianpaludo: comitato per il Tariné di Mattia Nesto – pag. 7 RONDINARIA Focus su Silvano d’Orba di Mattia Nesto – pag. 11 MAGAZINE Grande Guerra I figli di Fresonara di Domenico Bisio – pag. 16 Natale nell’Oltregiogo I presepi e i mercatini di Eleuterio – pag. 19 VALLE SCRIVIA Salata e Caprieto di Cristina Corzetto – pag. 28 SPORT Convegno a Novi: sport e alimentazione di Benedetta Acri – pag. 37 www.inchiostrofresco.it A Voltaggio un presepe d’incanto - pag. 19 A Voltaggio un presepe d’incanto - pag. 19 Valle Scrivia Valle Scrivia Negozi: milleluci delle città Trasformiamo le vie dei nostri centri urbani in un supermercato all’aria aperta Le premesse storiche J acob Burckhardt, storico sviz- zero dell’Ottocento, fu uno dei maggiori studiosi della civiltà italia- na. Nella sua più celebre opera, “La civiltà del Rinascimento in Italia”, egli sottolineava come uno dei fat- tori decisivi del “boom” economico e culturale avvenuto in Italia tra il 1200 e il 1300 (grosso modo gli stes- si anni della “Divina Commedia” di Dante Alighieri, de “Il Canzonieredi Francesco Petrarca e de “Il De- camerone” di Giovanni Boccaccio), fosse la comparsa delle città. Biso- gnerebbe dire “ricomparsa” dato che, in epoca romana, le città che punteggiavano l’impero, erano an- date via via quasi scomparendo con le invasioni barbariche. Ma che cit- tà erano quelle del tardo Medioevo italiano? Erano città piccole, oggi, nella maggior parte dei casi, le chia- meremmo grossi paesi. Firenze con- tava 25.000 abitanti, Bologna 12.500 e Genova 70.500. Città quindi tutto sommato contenute che, facendo un parallelo temporale forse un po’ ar- dito, potrebbero essere paragonate alle attuali città “capo-zona” dell’Ol- tregiogo: Novi Ligure, Ovada, Busal- la, Masone e Tortona. Una nuova rinascita? I n queste città, da un anno circa, si sta assistendo ad un timido “ger- mogliare” di nuove attività com- merciali, dove i settori merceologici trainanti sono soprattutto quelli dell’abbigliamento e della gastrono- mia. I negozi nelle città sono punti molto importanti perché “rendono vivo” non solo il tessuto economi- co ma anche quello sociale di una comunità, tanto è vero che, quando essi sono vuoti o disadorni per non dire abbandonati, rendono triste tutto il contesto urbano. Le vetrine ricche di mercanzie ed illuminate trasformano invece l’ambiente in un contenitore stimolante, all’in- terno del quale si sviluppa nell’in- dividuo allegria e voglia di fare e anche chi, meno fortunato, non può permettersi “il lusso delle comperesi sente, almeno in minima parte, coinvolto, consentendo di sentirsi meno “soli tra la folla”, concorren- do a ridurre quell’esclusione sociale che colpisce gli strati più disagiati della popolazione. I negozi “luci della città” I negozi dunque intesi non solo come luogo di commercio ma an- che come strumento di aggregazio- ne sociale. Ed è in questo senso che, attraverso una pianificazione lungi- mirante da parte degli Amministra- tori, si potrebbe pensare, proprio come in epoca tardo medioevale, di riorganizzare le vie cittadine come se fossero le “corsie di un super- mercato diffuso”, dove vi si possa trovare raggruppati i negozi per ca- tegorie merceologiche omogenee, facendo così tornare in primo luogo il Centro Storico, il “cuore pulsan- te” della città, quale luogo deputato al commercio. Le sentinelle del territorio I negozi però non sono utili sol- tanto nelle città di medie-grandi dimensioni ma anche, se non di più, nei piccoli paesi, dove svolgono un ruolo ancora più importante. Infatti i negozi dei piccoli e piccolissimi borghi con la loro presenza, permet- tono ai residenti di poterci vivere servendo una clientela spesso e vo- lentieri composta da persone anzia- ne che si spostano con maggior dif- ficoltà, garantendo così alle piccole realtà urbane di svolgere la loro missione di “sentinelle del territo- rio”. Questa è l’Italia di ieri, di oggi e di domani: ogni paese una tessera diversa di uno stesso mosaico. Conclusione E cco che forse, fermo restando l’importanza occupazionale di grandi agglomerati commerciali quali gli ipermercati e ancor di più i vari Outlet in giro per l’Italia, la sfida della globalizzazione potrebbe esse- re vinta con “un’arma” medioevale: il piccolo commercio. MATTIA NESTO @Mattia Nesto o o - i n Tanti Auguri Tanti Auguri dall’inchiostro dall’inchiostro fresco fresco

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Page 1: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

1l’inchiostro frescoDicembre 2015

Contiene l’inchiostrino di Acqui Terme - Novi Ligure - Gavi e Capriata - Isola del Cantone - Tagliolo Monferrato e Ovada

Sped. in abb. post. D.L. 353/03 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 D.C.B. / Alessandria / nr 570 anno 2005 / Taxe perçue / Tassa risc. ord. (inf. 500 pz)

www.inchiostrofresco.it - [email protected] - Tel. 0143/46.569 Distribuito gratuitamente

La voce dell’OltregiogoLa voce dell’Oltregiogo ANNO XXX / N. 10 - DICEMBRE 2015

Fondato nel 1985Fondato nel 1985

Il trenino di Casella - pag. 15 Il trenino di Casella - pag. 15 Ovada:presentato il progetto scuola del Pertini - pag. 3Ovada:presentato il progetto scuola del Pertini - pag. 3

All’interno

OVADAScoperta targa ricordo per Caneva e Oddone

di Luisa Russo - pag. 3

VALLE STURAPianpaludo:

comitato per il Tarinédi Mattia Nesto – pag. 7

RONDINARIAFocus su

Silvano d’Orba di Mattia Nesto – pag. 11

MAGAZINEGrande Guerra

I fi gli di Fresonara di Domenico Bisio – pag. 16

Natale nell’OltregiogoI presepi e i mercatini

di Eleuterio – pag. 19

VALLE SCRIVIASalata e Caprieto

di Cristina Corzetto – pag. 28

SPORTConvegno a Novi:

sport e alimentazionedi Benedetta Acri – pag. 37

www.inchiostrofresco.it

A Voltaggio un presepe d’incanto - pag. 19A Voltaggio un presepe d’incanto - pag. 19

Valle ScriviaValle Scrivia

Negozi: milleluci delle cittàTrasformiamo le vie dei nostri centri urbani in un supermercato all’aria aperta

Le premesse storiche

Jacob Burckhardt, storico sviz-zero dell’Ottocento, fu uno dei

maggiori studiosi della civiltà italia-na. Nella sua più celebre opera, “La civiltà del Rinascimento in Italia”, egli sottolineava come uno dei fat-tori decisivi del “boom” economico e culturale avvenuto in Italia tra il 1200 e il 1300 (grosso modo gli stes-si anni della “Divina Commedia” di Dante Alighieri, de “Il Canzoniere” di Francesco Petrarca e de “Il De-camerone” di Giovanni Boccaccio), fosse la comparsa delle città. Biso-gnerebbe dire “ricomparsa” dato che, in epoca romana, le città che punteggiavano l’impero, erano an-date via via quasi scomparendo con le invasioni barbariche. Ma che cit-tà erano quelle del tardo Medioevo italiano? Erano città piccole, oggi, nella maggior parte dei casi, le chia-meremmo grossi paesi. Firenze con-tava 25.000 abitanti, Bologna 12.500 e Genova 70.500. Città quindi tutto sommato contenute che, facendo un parallelo temporale forse un po’ ar-dito, potrebbero essere paragonate alle attuali città “capo-zona” dell’Ol-tregiogo: Novi Ligure, Ovada, Busal-la, Masone e Tortona.

Una nuova rinascita?

In queste città, da un anno circa, si sta assistendo ad un timido “ger-

mogliare” di nuove attività com-merciali, dove i settori merceologici

trainanti sono soprattutto quelli dell’abbigliamento e della gastrono-mia. I negozi nelle città sono punti molto importanti perché “rendono vivo” non solo il tessuto economi-co ma anche quello sociale di una comunità, tanto è vero che, quando essi sono vuoti o disadorni per non dire abbandonati, rendono triste tutto il contesto urbano. Le vetrine ricche di mercanzie ed illuminate trasformano invece l’ambiente in un contenitore stimolante, all’in-terno del quale si sviluppa nell’in-dividuo allegria e voglia di fare e anche chi, meno fortunato, non può

permettersi “il lusso delle compere” si sente, almeno in minima parte, coinvolto, consentendo di sentirsi meno “soli tra la folla”, concorren-do a ridurre quell’esclusione sociale che colpisce gli strati più disagiati della popolazione.

I negozi “luci della città”

I negozi dunque intesi non solo come luogo di commercio ma an-

che come strumento di aggregazio-ne sociale. Ed è in questo senso che, attraverso una pianifi cazione lungi-mirante da parte degli Amministra-tori, si potrebbe pensare, proprio

come in epoca tardo medioevale, di riorganizzare le vie cittadine come se fossero le “corsie di un super-mercato diffuso”, dove vi si possa trovare raggruppati i negozi per ca-tegorie merceologiche omogenee, facendo così tornare in primo luogo il Centro Storico, il “cuore pulsan-te” della città, quale luogo deputato al commercio.

Le sentinelle del territorio

I negozi però non sono utili sol-tanto nelle città di medie-grandi

dimensioni ma anche, se non di più, nei piccoli paesi, dove svolgono un

ruolo ancora più importante. Infatti i negozi dei piccoli e piccolissimi borghi con la loro presenza, permet-tono ai residenti di poterci vivere servendo una clientela spesso e vo-lentieri composta da persone anzia-ne che si spostano con maggior dif-fi coltà, garantendo così alle piccole realtà urbane di svolgere la loro missione di “sentinelle del territo-rio”. Questa è l’Italia di ieri, di oggi e di domani: ogni paese una tessera diversa di uno stesso mosaico.

Conclusione

Ecco che forse, fermo restando l’importanza occupazionale di

grandi agglomerati commerciali quali gli ipermercati e ancor di più i vari Outlet in giro per l’Italia, la sfi da della globalizzazione potrebbe esse-re vinta con “un’arma” medioevale: il piccolo commercio.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

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Tanti AuguriTanti Auguridall’inchiostro dall’inchiostro

frescofresco

Page 2: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

• Direttore onorario: Rino Vaccaro• Direttore responsabile: Luisa Russo • Codirettore: Federico Cabella• Sito a cura edizione online: Mattia Nesto

• Trattamento dati: Gian Battista CassuloPresidente: Ass. Club F.lli Rosselli

• Comitato di redazione:Virginia Calissano (Valle Stura, Val Leira) Luisa Russo (Ovada e Ovadese)Marta Calcagno (Rondinaria)Marisa Pessino (Nuova Libarna)Fabio Mazzari (Valle Scrivia)

• Rubriche:Stefano Rivara (La voce del binario)Davide Ferreri (l’Arca)Ester Matis (Esternando)Arnaldo Liguori e Matteo Clerici (contributi esterni e corrispondenze)• Sport: Enzo Prato • Grafi ca e impaginazione in proprio:a cura di Sara Ponta grafi [email protected]“l’inchiostro fresco” è registrato presso: Reg. Stampa AL n. 322 del 31/01/1985R.O.C. n. 11700 del 12/02/1998

l’inchiostro fresco - 20l’inchiostro fresco - 20mila copiemila copie

www.inchiostrofresco.it - Tel. 0143/46.569

• Presidente e Legale rappresentante Gian Battista Cassulo• Consiglio Direttivo:Marta Calcagno, Massimo Calissano, Arnaldo Liguori, Fabio Mazzari• Collegio dei revisori dei Conti:Umberto Cecchetto, Alfonso Gatti, Renato Milano (soci storici e fondatori dell’Asso-ciazione nel 1985)

• Collegio dei Probi Viri:Domenico Bisio, Davide Ferreri, Federico Cabella (soci fondatori de “l’inchiostro fresco” voce di Rondinaria - 2005)

Club Fratelli Rosselli Iscritto alla C.C.I.A.A. di Alessandria al n° 226160 il 4/10/2005P. IVA e C.F. 02096520065

Pubblicità raccolta in proprio: geom.Umberto Cecchetto (328-60.87.969)Associazione “Club Fratelli Rosselli” editrice de “l’inchiostro fresco”

2 l’inchiostro frescoDicembre 2015 DAL CIRCONDARIO: TORTONA E I COLLI TORTONESI

Una città per tuttiUna città per tuttiIntervista al blogger Claudio Cheirasco

Ormai le comunità che, più o meno spontaneamente, sorgono su Facebook han-

no raggiunto un numero davvero considerevole. Non passa giorno senza che una nuova pagina su una città, una squadra, un borgo o un determinato ricordo non vengano create. Eppure alcune, forse per la loro natura più partecipata e/o appassionata, spiccano sulle altre. Questo è il caso della pagina “Tor-tona e Colli Tortonesi. Turismo & Cultura” che, sorta ad agosto, nel giro di pochi mesi sta sempre più facendo parlare di sé. A questo pro-posito la redazione de “l’inchiostro fresco” ha voluto intervistare il suo ideatore e curatore Claudio Chei-rasco. Nato a Torino ma “tortonese d’adozione”, Cheirasco è arrivato a Tortona quasi per caso, circa dodi-ci anni fa, “portato” dal suo lavoro di Autista-soccorritore della Croce Rossa. Qui si è trovato bene e, dopo aver trovato l’amore ed essersi spo-sato, vi si è fermato in pianta sta-bile, anche adesso che ha lasciato la Croce Rossa per dedicarsi alla comunicazione. “Tortona mi ha adottato e grazie al mio lavoro in Croce Rossa ho potuto conoscerne molto bene luoghi e abitanti, sia della città che del comprensorio

– afferma Cheirasco – Proprio in ottica di voler promuovere e fare conoscere sempre di più questo bel territorio, ho creato il gruppo, pensato sia per chi è tortonese, sia per chi ci segue da fuori, con l’in-tento di catturarne l’attenzione”. Come mai ha deciso di creare pro-prio un gruppo Facebook?: “Vede, a Tortona ho trovato una comunità Facebook molto vivace, – ci rispon-de rapido Cheirasco – penso al pro-fi lo del dottor Massimo Galluzzi, che io chiamo spregiudicatamen-te Mike anche se lui preferirebbe un appellativo più formale, alle “lezioni” del Maestro Bergaglio, ai gruppi di Villalvernia e di Garbagna, solo per fare qualche esempio. Con un tessuto già così fertile è stato facile per me inserir-mi nella rete; in un certo senso mi sono trovato il lavoro già fatto”. Domandiamo all’intervistato a chi sia rivolto il gruppo: “Il gruppo è stato immaginato con due fi nalità comunicative ben distinte anche se in molte azioni sovrapposte. La prima a carattere interno, aven-te la funzione di far conoscere ai residenti le bellezze e le curiosità del loro territorio e quindi di au-mentare il senso di appartenenza alla comunità locale; la seconda rivolta alla promozione del luogo, alla sua immagine esterna, con la funzione di intercettare potenzia-li turisti e visitatori. Abbiamo la fortuna che il territorio di Tortona si espanda su quattro provincie di Regioni diverse: il Piemonte con la provincia d’Alessandria, la Liguria con la provincia di Genova, la Lombardia con la pro-vincia di Pavia ed anche l’Emi-lia con la provincia di Piacenza. Inoltre, non dimentichiamolo, siamo il baricentro di quello che fu il “triangolo industriale”, sia-mo facilmente raggiungibili da Genova, Torino e Milano”. Quindi c’è l’intenzione di promuovere un “turismo a medio-corto raggio”?: “Esattamente proprio così, un la-voro di promozione della città e del territorio”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

I più giovani forse associano in automatico “Nocturne Alley” alla

saga di Harry Potter. Infatti con questo nome si indicava una strada malfamata e buia, contraddistinta dall’oscurità, dai maghi lì presenti e dai suoi anfratti. Ma forse i meno giovani si ricordano una splendida canzone dei “New Trolls”, “Vorrei Comprare una Strada”. Vittorio De Scalzi, voce di questo famoso complesso, cantava: “E tanta luce nei buffi tubi di vetro colorato”. Peccato invece che un’importante via di Tortona sia molto più simile alla strada “buia e senza luce” di Harry Potter piuttosto che a quella colorata e luminosa dei New Trolls. Parliamo di Via Guala, arteria situa-ta nella zona sud di Tortona, e preci-samente ubicata dietro Strada Viola in corrispondenza del Quartiere R9. Questo quartiere, destinato ad ospitare villette, ha subito un desti-no piuttosto controverso. Infatti la sua realizzazione si sarebbe dovuta collegare ad una zona soggetta a “forte espansione industriale” e tale quartiere avrebbe dovuto es-sere arricchito da piste ciclabili e zone verdi. Purtroppo, un po’ per la crisi edilizia globale, un po’ per la crisi edilizia di alcune aziende del tortonese, i progetti sono rimasti su carta ed oggi il quartiere si presenta tetro e addirittura senza luce. Dal gennaio del 2010, secondo nume-rose segnalazioni pervenuteci in re-dazione, la situazione è precipitata. Non è stato più effettuato alcun in-tervento di manutenzione e il manto viario è ormai ridotto ad uno strato provvisorio di asfalto. Le erbacce e i rampicanti “hanno preso” sempre più piede, andando addirittura a coprire la segnaletica stradale. In più, rispetto al progetto originale, non è stata realizzata una seconda via d’accesso al quartiere e quindi i residenti, al momento, si ritrovano con un unico ingresso: un ponticel-lo dove, per di più, moltissimi par-cheggiano impunemente rendendo il passaggio diffi coltoso.

Mattia Nesto

Nocturne Alley: Nocturne Alley:

via Guala!?via Guala!?

Alla Madonna della GuardiaAlla Madonna della Guardia un gioiello artistico un gioiello artistico

A Tortona uno dei presepi più grandi d’Europa

Nel cuore di uno dei centri religiosi più importanti del-la zona dal 2005 si trova

un’opera unica e di enorme valore. Il presepe artistico del Santuario Madonna della Guardia di San Luigi Orione a Tortona ha una lunga tra-dizione. Riprendendo l’idea di San Francesco, lo stesso don Orione organizzò personalmente il presepe vivente. Dietro l’esempio del loro padre fondatore, gli Orionini hanno coltivato l’amore per il presepio. Il primo nel più importante santuario della Congregazione – quello di Tor-tona – fu costruito negli anni 1950-60. Attirò numerosi visitatori per tutto l’anno: aveva una superfi cie di circa 50 mq ed era molto curato nei particolari. Purtroppo l’esonda-zione del torrente Ossona del 1977

inondò la cripta distruggendolo. Ma la tradizione non venne meno: il presepio venne ricostruito nel seminterrato del reparto pellegrini del Centro Mater Dei, accanto al Santuario. All’annuncio della futura proclamazione a santo di don Orio-ne – a Roma il 16 maggio 2004 – si pensò ad un ulteriore sviluppo: nel settembre 2003 iniziarono i lavori per allestire quello che, con 650 mq di fi gure meccaniche ed incantevoli scenari, è uno dei più vasti presepi d’Europa. Sono stati utilizzati oltre 400 quintali di materiali come ges-so, resine, legno, stoffa e altro, tut-to rigorosamente ignifugo, e sono occorse più di 6500 ore lavorative. Appena si entra ci si trova di fronte un vero capolavoro: sono riprodotti i paesaggi della Terra Santa, d’Egit-to e della Giordania e sono propo-ste molte scene e simboli tratti dalle

Sacre Scritture e di vita quotidiana dell’epoca. L’atmosfera è resa an-cora più suggestiva dalla musica e dalla riproduzione di vari eventi at-mosferici come l’alternarsi del gior-no e della notte: il gallo canta tre volte all’alba, riprendendo il famoso episodio del tradimento di Pietro, e al primo chicchirichì il sole sorge. La capanna con la Sacra Famiglia si trova all’uscita con una piccola sorpresa: accanto all’enorme prese-pe vi è una sua minuscola riprodu-zione, di diffi cilissima creazione. E’ possibile visitare il presepio dalle 15 alle 17 domenica e festivi.

BENEDETTA ACRI @FernGully89 @

Altri presepi A pag. 9 il presepe meccanizza-to di Campo Ligure e a pag. 19 i presepi di Voltaggio, di Vara Inferiore e l’albero di Natale di Giorgio Dalpian

Venerdì 20 novembre, con la benedizione di S.E. Mons. Vittorio Viola, è stata inau-gurata la Variante Esterna all’abitato di Tortona. Un’opera tanto attesa, quanto utile anche al circondario della città.

Nuove opereNuove opere

Page 3: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

“La scuola che esce dalla scuola”: questa “La scuola che esce dalla scuola”: questa è la sintesi dei progetti del “Pertini” è la sintesi dei progetti del “Pertini”

Gli Istituti Scolastici di Ovada all’avanguardia nell’applicazione di tecniche di insegnamento volte direttamente al mondo del lavoro

“La Scuola che esce dalla Scuola – afferma la Diri-gente Scolastica Patrizia

Grillo - che si propone al territorio come sperimentazione dell’innova-zione in un’ottica di lavoro di rete con tutte le realtà e le risorse pre-senti è la sintesi dei nostri progetti “Così dopo” A come Agricoltura, I come Innovazione – Innovazione tecnologica e tradizione agricola nel territorio Ovadese: dal labora-torio scientifi co alla rete multime-diale” che ha visto protagonisti oltre all’Istituto “Pertini”, l’Istituto Supe-riore “Carlo Barletti”, l’Associazio-ne Enoteca di Ovada e del Monferra-to e la Coldiretti con il momento di confronto di cui è stato protagonista il Vice Ministro alle Politiche Agrico-le e Forestali, Andrea Olivero. Ora il progetto viene ampliato con un per-corso di continuità e orientamento attraverso la scoperta della scienza e della tecnologia in interazione con le attività produttive del territorio. Nasce così “Mi oriento con co-Scienza” che vede, oltre all’istituto Comprensivo “Sandro Pertini” di Ovada, la collaborazione dell’Istituto Superiore “Carlo Barletti” di Ovada, l’Università del Piemonte orientale, l’Associazione Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, le Asso-ciazioni di categoria: Coldiretti, CIA, Confagricoltura, la Confartigianato, l’Unione Artigiani e la Confi ndustria. Nel corrente anno scolastico verrà effettuato un ampliamento a tutte le attività produttive che caratteriz-zano l’Ovadese in quanto la fi nalità è il raccordo tra le iniziative tecnico scientifi che realizzate nell’ambito della programmazione curricolare e le realtà presenti sul territorio at-traverso una serie di azioni di incon-tro e confronto e l’uso delle nuove tecnologie e del collegamento in

rete tra i laboratori scientifi ci, sia scolastici, sia territoriali e azienda-li. Le tematiche affrontate saranno le biotecnologie e l’uso delle alter-native nella produzione agricola, l’innovazione tecnologica legata alla tradizione artigiana e la ricerca di applicazioni informatiche e stru-mentazione elettronica nel campo della meccanica tradizionale e della meccatronica. Tre le fasi previste, di cui la prima in programma in questi mesi, dove saranno coinvolti nel progetto le classi IV e V della Scuola Primaria con circa 203 alunni, tutte le classi della Scuola Secondaria di Primo Grado con circa 310 ragazzi e gli studenti delle classi prime e seconde dell’Istituto Superiore Bar-letti con 288 alunni è in programma

In questa iniziativa coinvolte le Associazioni di categoria, le Università e soprattutto le aziende del territorio

Nella foto da sinistra Roberto Paravidino Presidente Coldieretti; Il Sindaco di Ovada Paolo Lante-ro, il vice Ministro alle Politiche Agricole e Forestali Andrea Olivero, Patrizia Grillo Dirigente del Pertini, Felice Arlotta Dirigente del Barletti e il Sen. Federico Fornaro.

A Caneva e Oddone verrà scoperta targa ricordoA Caneva e Oddone verrà scoperta targa ricordoLe mogli dei due ex Sindaci, madrine del nuovo mezzo “Man” assegnato alla Protezione Civile alessandrina

Ai due Primi Cittadini di Ova-da Franco Caneva e Andrea Oddone che hanno rivestito

un ruolo importante nella Protezione Civile verrà intitolato con una targa il quartier generale della Protezione Civile, inaugurato nel giugno 2010 ed ubicato nella zona industriale del Coinova in Via Molare. Franco Cane-va, scomparso nell’agosto del 2014 fu anche Assessore provinciale alla Pro-tezione Civile, mentre Andrea Oddo-ne, deceduto lo scorso luglio, dimo-strò grande interesse verso il gruppo di Ovada. L’annuncio è stato dato nel corso della giornata regionale della Protezione Civile che si è svolta pro-

anche un incontro con i rappresen-tanti delle realtà produttive, identi-fi cate le aziende campione su cui si terranno i laboratori territoriali alcu-ni dei quali collegati con i laboratori scolastici. Nella seconda fase, da dicembre a maggio, si realizzeranno i laboratori e si predisporranno le visite alle aziende, mentre la terza fase è quella della documentazione e verifi ca delle iniziative svolte; vi sarà una specifi ca attività di continuità tra la Scuola Primaria e la Seconda-ria di Primo Grado puntando sullo scambio di esperienze attraverso la LIM e gli strumenti multimedia-li. Nella stessa fase si concluderà il corso di formazione per docenti e si provvederà all’allestimento di due nuovi laboratori di scienze nella scuola primaria e al potenzia-mento dei laboratori già esistenti presso la Secondaria di Primo e Secondo grado. (e.p)

prio ad Ovada con l’inaugurazione di un nuovo mezzo con il taglio del nastro delle madrine Marisa Delfi -no, moglie del compianto Sindaco Andrea Oddone, e Nerina Migliardi ed Emanuela Caneva, rispettivamen-te moglie e fi glia del Sindaco Franco Caneva. Il nuovo Man a quattro assi dotato di 18 metri cubi di capacità è stato donato da un imprenditore alessandrino, con il compito di tra-

sportare il materiale raccolto dai cingolati e va ad aggiungersi al parco mezzi veramente attrezzato della pro-vincia grazie a tutti coloro che hanno creduto in queste “sentinelle a tutela del territorio”. Il Gruppo Ovadese costituto nel 1992 con coordinatore Andrea Morchio è composto attual-mente da venticinque volontari, ha in dotazione sei mezzi propri e due del coordinamento provinciale di stanza ad Ovada, mentre si è tenuto un nuo-vo corso con quarantacinque iscritti con il compito di reclutare nuovo personale.

Luisa Russo

L’annuncio dato nel corso della cerimonia in

Piazza Martiri della Benedicta

Page 4: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

4 l’inchiostro frescoDicembre 2015 OVADA

Nuova strada dopo 50 anniNuova strada dopo 50 anniAll’ex Villaggio Assunta di Ovada ripristinati i collegamenti viari

A Costa d’Ovada e Gnocchetto in mostraA Costa d’Ovada e Gnocchetto in mostradue presepi da raccontare e da viveredue presepi da raccontare e da vivere

Le sacre rappresentazioni in Ovada tra tradizione, attualità e rifl essione

Un bel regalo di Natale se lo sono fatti gli abitanti di Via Capitano Mar-

chelli, l’ex Villaggio Assunta, di Ovada. Dopo cinquant’anni è stata asfaltata la strada grazie al contributo degli abitanti stessi. “Finalmente ci siamo riusciti – questa l’esclamazione di Roberto Barisione colui che ha profuso gratuitamente anche molto tem-po - mi sono adoperato per tro-vare un compromesso tra tutte le parti interessate della strada dal momento che abito nella via e non si era mai riusciti a ri-solvere il problema. Già 30-35 anni fa era stato fatto un ten-tativo senza la possibilità di trovare un accordo, ma subendo delle spese in quanto fu costitu-ito un consorzio dei proprieta-ri con il sostenimento di costi. Ho valutato le soluzioni offerte cercando il migliore rapporto prestazione prezzo scartando

soluzioni di sicura breve du-rata”. La zona interessata al lavoro ha riguardato circa 800 metri quadri con 6.5 di larghez-za media cioè la parte di strada che da Corso Saracco conduce all’interno fi no alla deviazione con l’altra parte che sbuca in Via Dania: è stata effettuata la scari-fi ca del fondo esistente per una profondità di 8 cm, con la relati-va pulizia quindi la stesura e rul-latura di petrischetto bituminoso per uno spessore di medio 8 cm

compresa la successiva mano di sigillo eseguita con spruzzatura di emulsione bituminosa e infi -ne la stesa di velo di sabbia oltre alla messa in quota delle cadito-ie. Un tratto di strada di non se-condaria importanza, in quanto ha sempre rappresentato una via d’accesso strategica per la Tre Rossi, senza contare le numero-se famiglie che vi abitano. Man-cherebbe l’illuminazione ma ogni villetta o casa tiene accesa una luce, verso la strada, per contri-buire alla sicurezza di chi vi abita o transita, ricordando così di più l’antico Villaggio Assunta. Ci sa-rebbero tante altre piccole cose da sistemare, ma per il momento gli abitanti si accontentano di ciò che è stato raggiunto, sperando che qualcuno se ne accorga dal momento che è pur sempre una strada privata ad uso pubblico.

Luisa Russo

Tra le sacre rappresentazioni di Ovada allestite in occasio-ne delle vacanze natalizie ri-

torna a Costa d’Ovada il tradizionale “Presepe di San Rocco” che tanto successo ha sempre riscontrato tra i moltissimi visitatori che anche a piedi raggiungevano la frazione. L’ultima edizione risale al 2007/2008, a cui sono seguiti i lavori di ristrut-turazione della Chiesa, dopo il sisma del 2003, il presepe fu esposto con alcuni esemplari alla “Badia” di Ti-glieto e all’Oratorio dell’’Annunziata di Ovada. Già due anni fa fu ripresa l’esposizione di alcune immagini con la Natività, mentre nel 2014 fu-rono anche sistemate nella sacra rappresentazione alcune case, la bottega dei falegnami e i Re Magi. Chiaramente non è stato possibile riproporre il presepe originale nella sua versione di 45 metri quadrati, ma ne verrà ripresentata almeno la metà. Il fondale del pittore Franco Resecco è stato restaurato, una de-cina di statue sono state ripulite, il lavoro è stato veramente tanto, ma tutto è stato superato grazie all’en-tusiasmo che il Consiglio Pastorale ha creato con il gruppo di lavoro. Da ricordare comunque che la fami-glia Barisione detiene la proprietà del presepe, ma generosamente lo ha temporaneamente affi dato alla Parrocchia. L’orario di apertura è fi ssato nei festivi e nei prefestivi del-le vacanze natalizie. Al Santissimo Crocifi sso del Gnocchetto di Ovada è dal 1995 che rivive la tradizione del presepe ingrandito di anno in anno fi no ad occupare un’area di circa cinque metri quadrati. La rappresen-tazione nasce dall’interessamento della famiglia Pastorino, originaria di Genova e viene realizzato tutti gli anni da Renzo Pastorino. Con il passare del tempo sono anche state aggiunte nuove statuine ed elementi meccanizzati. È possibile visitarlo alla Messa prefestiva dell’Immacola-ta, il 24 dicembre alle 21 per la Mes-

sa di Natale, il 5 gennaio alle ore 16 per l’Epifania, mentre per altre visite ci si può rivolgere alla Parrocchia di Ovada. La città però si caratterizza anche per altre rappresentazioni: singolari i due presepi degli Oratori di San Giovanni Battista e dell’An-nunziata; ispirati alla tradizione francescana quelli dei Cappuccini, San Paolo della Croce, le Monache Passioniste, S. Lorenzo, e la Par-rocchia, mentre fa sempre rifl ettere quello allestito in San Domenico dai Padri Scolopi legato ad un tema di attualità. Un itinerario dunque sug-gestivo da percorrere durante le vacanze per un Natale che riporti ai sani valori della festa.

Luisa Russo

Ovada e la zona si preparano al Natale con molte inizia-

tive non solo di richiamo, ma anche di rifl essione. Accanto ai presepi, sono previsti i tradizio-nali Concerti. Il primo si svolge-rà al Teatro Splendor mercoledì 16 dicembre alle ore 21 con gli auguri dell’Amministrazio-ne Comunale e la consegna dell’Ancora d’argento all’Ova-dese Giorgio Malaspina dell’An-no 2015, mentre il secondo si svolgerà alle ore 21 nell’antica Chiesa di San Domenico dei Pa-dri Scolopi a cura del Coro dei Padri Scolopi con la direzione dei Maestri Carlo Campostrini e Patrizia Priarone. La San Vin-cenzo di Ovada organizza dall’8 al 16 dicembre la consueta “Settimana della Carità” con la raccolta presso le Chiese di generi alimentari non deperibili a favore dei poveri della città. Anche i commercianti della città radunati nell’Associazione “Vivi Ovada” organizzano una serie di iniziative sconto per coloro che si recano nei nego-zi per gli acquisti natalizi. Sono anche previsti eventi esterni di richiamo a cura dei gruppi di Ovada. Non mancano poi i ca-lendari. Da sottolineare quello della Croce Verde ovadese che racconta 70 anni di storia. E’ stato infatti inserito nel conte-sto delle celebrazioni per i 70 anni dell’Associazione. I volon-tari distribuiranno il calendario ogni mercoledì e sabato in Piaz-za Assunta durante il mercato, alla fi era di Sant’Andrea e sarà disponibile nelle versioni a pira-mide e da posizionare al muro. Come ogni anno i proventi ser-viranno per fi nanziare le attività della Croce Verde Ovadese. In-fi ne le consuete luminarie ad-

dobberanno le vie del centro

storico di Ovada.

Luisa Russo

Eventi Natale Eventi Natale

ovadeseovadese

Le Messe di Mezzanotte rap-presentano sempre un qual-

cosa di veramente coinvolgente per Ovada e le frazioni. Molto frequentate le funzioni con la tradizionale cioccolata calda e il panettone serviti al termine delle celebrazioni, lo scambio di auguri ed anche di regali. Ben otto sono le Messe anche se non tutte vengono celebrate alle 24 per la mancanza di sa-cerdoti. Alle 21 è la volta della frazione Gnocchetto, quindi alle 22 al Convento delle Passioni-ste a Grillano, alle 22.30 a Co-sta d’Ovada, infi ne le funzioni delle ore 24 in Parrocchia N.S. Assunta, al San Paolo di Corso Italia, dai Padri Scolopi, alla frazione S. Lorenzo. A queste si aggiungono le funzioni nei paesi dell’Ovadese caratteristiche per l’atmosfera. (l.r.)

Le otto messe Le otto messe

di Mezzanottedi Mezzanotte

Qui MontaldeoQui Montaldeo

Folta partecipazione di pub-blico domenica 15 novembre

in occasione della tradizionale “castagnata di San Martino” allestita presso il Castello Doria di Montaldeo. Una giornata all’in-segna della storia e dei sapori del territorio. (b.a.)

Page 5: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

5l’inchiostro frescoDicembre 2015OVADA

A cena in 150 per benefi cenzaA cena in 150 per benefi cenzaEvento organizzato dal Rotary Club di “Ovada del Centenario”

Sabato 7 Novembre il Rotary Club di “Ovada del Centenario” ha organizzato con l’aiuto diretto dei Soci e la collaborazione dei Giovani del Rotaract

insieme ai Ragazzi dell’Interact, una cena benefi ca di raccolta fondi a favore delle popolazioni colpite dalla recente alluvione in Costa Azzurra. Infatti in Francia il Club De Beausoleil, gemellato con quello di Ovada, è im-pegnato nel portare aiuto alla popolazione della Costa Azzurra, provata e segnata dalla recente grave alluvio-ne. Il presidente del RC di Ovada, l’Ing. Enrico Ferrari ha tenuto a sottolineare che: “Insieme ad altre realtà, compreso il contributo che i francesi hanno destina-to, il nostro Club è riuscito ad essere protagonista nel donare, in dotazione alla Croce Verde Ovadese, un’am-bulanza completamente attrezzata! Troviamo quindi

giusto che, - prosegue Enrico Ferrari - noi soci italiani cerchiamo di ricambiare la generosità dei nostri cugi-ni francesi!”. La cena, ha avuto come piatto forte la Per-bureira, preparata dall’appassionato socio Gianni Bari-sione e dalla moglie Rita, esperti nella famosa specialità culinaria che ha portato al successo la Sagra di Rocca Grimalda. Tutte le portate sono state realizzate a cura ed a spese del resto dei soci e loro consorti in modo gene-roso e gustoso, tale da decretare un successo. Prossimo appuntamento per il pubblico di Ovada sarà una serata teatrale, sempre organizzata dal Rotary Club del Cente-nario, in collaborazione con la Compagnia Teatrale “La Brenta” presso il Cinema Teatro Splendor martedì 26 Gennaio con la commedia in dialetto ovadese: “In Ca-mel per Setimio…” (g.f.)

Si svolgerà a Rossiglione Si svolgerà a Rossiglione il raduno del Vespa club 2016il raduno del Vespa club 2016

Nel luglio 2016 grande appuntamento in Valle Stura grazie ad un accordo tra il Vespa Club di Ovada e Genova

Dopo tredici edizioni in Ova-da di cui nove nazionali e tre regionali, emigra a Ros-

siglione il raduno del Vespa Club in programma il 16 e 17 luglio 2016 in seguito all’incontro che si è svolto tra il Vespa Club di Ovada e di Ge-nova. E’ stato infatti siglato un ac-cordo tra Nico Bonaria, Presidente del Vespa Club Ovada, e Vittorio Vernazzano, Presidente del Vespa Club Genova e Direttore Turistico del Vespa Club Italia, con lo scopo di unire le forze e le caratteristi-che dei due Club per ampliare i rispettivi raduni creando un even-to capace di attirare ed interessa-re un sempre maggior numero di vespisti oltre ad una raccolta di fondi da devolvere in benefi cenza. Fanno parte dell’accordo anche Guido Minetti e Sylvia Pizzorno del Museo Passatempo di Rossiglione che, insieme ai rappresentanti dei due Vespa Club, allestiranno nel museo una mostra tematica sulla Vespa che potrà essere visitata an-che dai non vespisti e aiuteranno nelle varie sistemazioni del raduno e dove le associazioni grazie alle loro strutture si sono attivati per ospitare l’evento. Già stilato un programma provvisorio dei due giorni. Il sabato alle 14.30 apertu-ra iscrizioni presso l’area Ferriera, quindi giochi “Luna VespPark”, poi giro turistico con sosta per aperitivo in Rosa, rientro a Rossi-glione con gioco di regolarità alle ore 20.30, spaghettata e a seguire festa a tema (in valutazione le varie possibilità, anche se al momento la più probabile è Toga Party). La Do-menica dopo l’apertura delle iscri-zioni, alle 8.30 Nutella party, quindi giochi Luna VespPark, alle 10.45 foto di gruppo (probabilmente su uno dei ponti di Rossiglione), ore 11.00 giro turistico con sosta per aperitivo, rientro a Rossiglione per pranzo, infi ne lotteria e premiazio-ni. Il Museo Passatempo sarà aper-to e visitabile durante i due giorni

ProgrammaProgrammacon orari ancora da defi nire. Si sta anche lavorando per una serie di attività culturali o meno (visita ad altri musei vicini, escursioni …) da effettuare singolarmente o in pic-coli gruppi anche autonomamente. Ma la parte forse più importante

di questo accordo è la raccolta fondi da devolvere in benefi cenza nel territorio, per creare qualcosa di tangibile. Per questo gli orga-nizzatori vorrebbero che fossero segnalate entro il 10 dicembre alla casella e mail info@vespaclubo-

vada.com proposte e casi da valu-tare, per un panorama più ampio delle varie possibilità. Tra tutte le segnalazioni pervenute verrà scel-ta quella ritenuta più consona.

Luisa Russo

SABATO

- ore 14,30 apertura iscrizioni a Rossiglione, area Ferriera- giochi “Luna VespPark”- giro turistico con aperitivo in Rosa- rientro a Rossiglione con gioco di regolarità- ore 20,30 spaghettata - a seguire festa a tema

DOMENICA

- ore 8,30 apertura iscrizioni- Nutella party- giochi Luna VespPark- ore 10,45 foto di gruppo- ore 11,00 giro turistico con aperitivo- rientro a Rossiglione per pranzo- lotteria e premiazioni

Il 18 dicembre 2015 presso il Salone della Chiesa di San

Paolo della Croce di Corso Ita-lia in Ovada in occasione della festa degli Auguri, si svolgerà la “3° Ristoenoteca” organizzata dal Lions Club Ovada. Una cena a scopo benefi co che vedrà la partecipazione di tre importan-tissimi ristoratori dell’Ovadese: La Volpina, La Bruceta e L’Oste-ria Nostrale Archivolto. Il dolce sarà invece preparato dalle Pa-sticcerie Claudio. Ancora una volta si avrà una formula unica che incarna al meglio i valori di solidarietà e collaborazione, propri del Lions Club Ovada. Ve-ramente rilevante la fi nalità: rac-cogliere fondi per istituire “borse lavoro” da destinare a famiglie che si trovano in diffi coltà.

Enzo Prato

3° Ristoenoteca3° Ristoenoteca

Per info: Paolo Polidori 3397183084

35 anni di35 anni di

“Rocce Nere” “Rocce Nere”

Il Coro A.N.A. “Rocce Nere” di Rossiglione ha festeggiato lo

scorso 15 novembre il 35° anniver-sario della fondazione essendo sta-to costituito nell’ottobre del 1980. La ricorrenza è stata celebrata nel salone del Ricreatorio Parrocchia-le di Rossiglione con un pomerig-gio di brani musicali e letterari dal titolo “Voci e note dalla trincea” prendendo spunto dal centenario della Grande Guerra. Veramente applaudito il concerto diretto da Gian Carlo Oliveri e le letture a cura di Donatella Zunino. Le “Roc-ce Nere” tra l’altro provengono da un tour di concerti dove hanno ottenuto molti consensi special-mente nel Basso Piemonte con la partecipazione al raduno nazionale degli Alpini ad Acqui Terme il 10 ot-tobre, ad Ovada il 16 ottobre pres-so la Loggia nell’ambito delle ma-nifestazioni della Grande Guerra, a Castelletto d’Orba il 1 novembre n occasione della sistemazione delle lapidi dei caduti e il 29 novembre a Trisobbio. Per il mese di Dicem-bre già fi ssati gli appuntamenti del 13 a Genova Nervi e del 20 a Masone, ma sono previsti altri mo-menti di buona musica nel periodo natalizio. Oggi dopo trentacinque anni, sotto la guida dell’attuale Ma-estro Gian Carlo Oliveri, le “Rocce Nere” hanno ancora voglia di “fare coro”, cantando con semplicità e passione, ma serve naturalmente un ricambio nei suoi componenti. Per questo viene anche lanciato dal direttivo un messaggio per rac-cogliere nuove voci desiderose di avvicinarsi a questo genere musi-cale. Il gruppo delle “Rocce Nere” si ritrova il venerdì alle ore 21 presso la sede di Piazza Giacomo Matteot-ti 7 per le prove, ma attende an-che nuove adesioni per continuare una storia di cultura e musica che nacque in Valle Stura prendendo il nome da un caratteristico gruppo montuoso che sorge nei pressi di Rossiglione. (l.r.)

Page 6: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

6 l’inchiostro frescoDicembre 2015

Nella foto Paolo Baretta intervistato da Mattia Nesto, a lato il logo e la zona del Consorzio

OVADA DA BERE E DA GUSTARE

Bere bene vuol dire Bere bene vuol dire conoscere conoscere il territorioil territorio

Abbiamo intervistato Paolo Baretta, Abbiamo intervistato Paolo Baretta, membro del Consorzio Ovada DOCGmembro del Consorzio Ovada DOCG

Il Monferrato, e in particolar modo l’Alto Monferrato, è da sempre stato un territorio voca-

to alla produzione di vini. Eppure, nonostante la bellezza e la tipicità delle colline dell’ovadese, da trop-pi anni a questa parte il vino più tipico di queste zone, il Dolcetto, ha conosciuto un appannamento di immagine certo non all’altezza della sua peculiarità, forse a cau-sa di indirizzi commerciali spesso rivolti alla quantità più che alla qualità, con poche ma luminose eccezioni. Proprio con il fi ne di un radicale cambiamento e “per far meglio conoscere un territorio che merita di essere scoperto” da circa tre anni è sorto il Consorzio Tutela Ovada DOCG. “Tutto nasce da un gruppo di produttori del territorio che, animati da un nuovo modo di fare impresa – ci spiegano Paolo Baretta, portavoce del Consorzio, e Lidia Carbonetti, titolare dell’azien-da “Rocco di Carpeneto” – hanno voluto puntare decisamente sulla qualità e sulla promozione del ter-ritorio. In questo senso si è voluto partire dalla cose buone preceden-temente fatte, ovvero l’ottenimento della DOCG Ovada. Anche grazie all’identifi cazione immediata di questo vino con il territorio, in pochi anni abbiamo raggiunto importanti risultati”. Dopo un pe-riodo non facile, ora i vini ovadesi sono ritornati in forze nelle princi-pali guide e riviste specializzate. Si sono organizzate degustazioni per addetti ai lavori (come ad esempio una recente con la redazione della guida dell’Espresso) direttamen-te sul territorio. “Sia io che Lidia non siamo originari di Ovada o di Carpeneto, io gardesano lei romana – afferma il nostro inter-locutore – e volendo cambiare vita ci siamo trasferiti qui perché ci siamo innamorati di questi po-sti unici. Purtroppo però ci sia-mo accorti di come la zona non fosse adeguatamente valorizzata, nonostante il tesoro racchiuso in vigneti strepitosi –prosegue Paolo Baretta. Tuttavia, grazie alla spin-ta impressa dal nostro attivissimo Consorzio, guidato dal Presidente, Italo Danielli, e dal Vicepresiden-te, Giuseppe Ravera, le cose stan-

no cambiando rapidamente: i vini ovadesi sono tornati ad esempio a essere regolarmente presenti nelle varie manifestazioni vinicole d’I-talia e d’Europa”. Numerosi pro-duttori della zona parteciperanno ad esempio al “Critical Wine” di Genova così come in altri eventi in tutta Italia e fuori (anche a Vienna e Bruxelles). “Il Consorzio non è cer-to chiuso ai soli suoi membri, que-sto lo voglio sottolineare con forza – ci dice Baretta indicandoci i fi lari che ravvivano con i loro sgargianti colori autunnali le colline di “Rocco

di Carpeneto” – Quando ad esem-pio organizziamo degustazioni per critici delle guide enogastrono-miche o per altri giornalisti, cer-chiamo di far partecipare anche i non associati, proprio per raffor-zare l’immagine unitaria e nuova di un intero territorio. Dobbiamo – conclude con grande convinzione Baretta - metterci in testa di muo-versi sempre assieme, lasciando da parte ogni vecchia gelosia, per-ché solo così potremo rendere giu-stizia e onore ad un territorio bello come l’ovadese”.

La zona dell’Ovada DOCG a zona dell’Ovada DOCG ricade sui seguenti comuni: ricade sui seguenti comuni:

Ovada, Belforte, Bosio, Capria-Ovada, Belforte, Bosio, Capria-ta d’Orba, Carpeneto, Casaleg-ta d’Orba, Carpeneto, Casaleg-gio Boiro, Cassinelle, Castellet-gio Boiro, Cassinelle, Castellet-to d’Orba, Lerma, Cremolino, to d’Orba, Lerma, Cremolino, Molare, Montaldeo, Montaldo Molare, Montaldeo, Montaldo Bormida, Mornese, Morsasco, Bormida, Mornese, Morsasco, Parodi, Prasco, Rocca Grimal-Parodi, Prasco, Rocca Grimal-da, San Cristoforo, Silvano da, San Cristoforo, Silvano d’Orba e Trisobbio d’Orba e Trisobbio

Mentre la scuola di avvicina all’agricoltura, continuano i riconoscimenti per il Dolcetto

d’Ovada. Il vino, prodotto dalla Casci-na La Maddalena Bed & Wine frazio-ne San Giacomo di Rocca Grimalda, Bricco del Bagatto – Dolcetto di Ovada DOC – annata 2013 ha ottenuto la clas-sifi cazione Entry Level al Merano Wine Award 2015. Infatti le commissioni Wine Hunter hanno rilevato un eleva-to potenziale qualitativo dell’etichetta degustata e per questo motivo hanno scelto il vino meritevole di essere pro-mosso tra le eccellenze locali a livello nazionale e internazionale. Per questo motivo i titolari della Cascina La Mad-dalena hanno partecipato dal 7 al 9 no-vembre scorso all’Area Merano Wine Award all’interno del Merano Wine Fe-stival 2015, prestigiosa manifestazione che si è tenuta nella splendida cornice del Kurhaus di Merano. (l.r.)

Il re agnolottoIl re agnolottoIl centro dell’ovadese rinomato per

L’Agnolotto di Tagliolo, ha otte-nuto il riconoscimento De.Co. Il prestigioso premio è stato

consegnato nell’ambito dei festeg-giamenti per la patronale di San Carlo nel corso del concerto tenuto dal Corpo Bandistico locale. Il pri-mo prodotto riconosciuto De.Co per Tagliolo Monferrato non poteva che essere l’agnolotto, il piatto che da sempre accompagna le feste popolari del paese. Un progetto iniziato dalla precedente amministrazione del Sin-daco Franca Repetto e poi prosegui-to dall’attuale di Giorgio Marenco grazie all’impegno dei consiglieri Pa-ola Marchese e Marco Gaglione. Un percorso che ha comportato la costi-tuzione di un regolamento Comunale che consentisse a chiunque di segna-lare prodotti, manufatti e di richie-derne la dichiarazione di tipicità rife-rita al territorio comunale; quindi la costituzione di una commissione che analizzasse la documentazione relati-va alle segnalazioni ed alle candidatu-re di produttori che desiderano iscri-versi nel registro De.Co ed infi ne un registro di prodotti e produttori che possono utilizzare e fregiarsi della De.Co. La commissione che ha ana-

lizzato la documentazione era com-posta da Federico Robbiano, Asses-sore nonché Presidente di Commis-sione; Giuseppe Coco, Vice Sindaco di Silvano d’Orba, Juri Risso, cuoco e titolare del Ristorante “La Bruceta” di Cremolino, e Luigi Camera, titola-re dello storico ristorante “da Gino” di Tagliolo Monferrato. Tre i premi assegnati: alla Compagnia dell’agno-lotto innanzitutto il riconoscimento De.Co del prodotto che ha segnalato l’Agnolotto di Tagliolo, poi il premio di iscrizione uffi ciale della Compa-gnia nel registro dei produttori De.Co e infi ne un terzo quadro che rappre-senta il logo De.Co dell’Agnolotto di Tagliolo ideato da Consuelo: la parte alta del logo è specifi ca per l’agnolot-to, mentre lo sfondo e la parte bassa diverranno lo standard per gli even-tuali altri prodotti De.Co. Come ha sottolineato il Sindaco Marenco: “L’a-gnolotto ha un disciplinare: carne cruda di maiale, ma io dico anche la produzione collettiva, in gruppo realizzata dalla Compagnia dell’A-gnolotto che continua la tradizione di uomini e donne che in vista delle feste preparava a mano centinaia e centinaia di agnolotti.” (e.p.)

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

Il dolcetto Il dolcetto sbanca a Meranosbanca a Merano

Nella foto Serena Garbarino e il Sindaco Giorgio Marenco mentre premiano il presidente Dino Ponte

Page 7: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

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dei Varelfi

Un parco al servizio del territorioUn parco al servizio del territorioDaniele Buschiazzo, Sindaco di Sassello, nuovo Presidente dell’Ente Parco Beigua

“Secondo gli studi il 10% del Tariné è composto da titanio. Cosa ne fac-

ciamo del restante 90%?”“Io non posso che dirmi fi ero e soddisfatto per la nomina a Pre-sidente dell’Ente Parco Beigua e mi piace subito ringraziare il mio predecessore, Dario Fran-chello che in questi anni ha sa-puto coniugare la conservazione del territorio con lo spirito di promozione”, con queste paro-le Daniele Buschiazzo, Sindaco di Sassello, ci ha accolti nel suo uffi cio all’indomani della nomina. Una nomina di pregio che arriva veramente “ad un passo” dall’in-vestitura uffi ciale a “Patrimonio Unesco” del Parco: “Un ricono-scimento di assoluto prestigio – ci dice il Sindaco – di cui Fran-chello è il principale artefi ce. Partendo proprio da quest’im-portante traguardo potremo predisporre tutti insieme un Ente Parco ancora più moderno e funzionale”. In che modo l’En-te Parco del Beigua potrà essere più funzionale e moderno?: “Ad esempio superando la dicoto-mia fra Parco guardiano e Par-co come centro di sviluppo di un territorio – ci spiega Buschiazzo – Perché quando osservo foto de-gli anni ’50 e ’60 vedo le nostre valli ben tenute, i boschi – pur essendo più sfruttati - erano curati e tagliati e vi erano mol-te più case sparse sulle colline mentre oggi non è più così? Un ecosistema, per poter funziona-re bene – prosegue nell’analisi – va continuamente monitorato e manutenzionato. Non si può permettere di lasciare i boschi all’incuria: vincoli e sviluppo possono coesistere (come coe-sistevano negli anni ’50). Dob-biamo preservare e custodire, non provocare abbandono!”. Il discorso poi, quasi naturalmente,

scivola sulla vicenda del monte Tariné: “I Comune di Sassello e di Urbe (ndr, Sindaco Fabrizio Antoci), lo dichiaro uffi cialmen-te - afferma il Primo Cittadino - si costituiranno parte civile al Tar contro il ricorso presentato dell’azienda CET in merito al respingimento operato dalla Re-gione Liguria sulla possibilità di nuovi sondaggi nella zona di Piampaludo. L’azione dei Co-muni, mi piace sottolinearlo, – continua il nostro intervistato – è stata pressoché univoca e credo che anche la stragrande mag-gioranza della popolazione dei

due paesi sia in questa mede-sima direzione”. Non pensa che la prospettiva di nuovi posti di la-voro portati dalla cava possa fare “gola a molti” e quindi far cam-biare idea sul “NO” all’estrazione del titanio?: “Ma guardi, a questo credo poco! – esclama deciso Da-niele Buschiazzo – Grazie all’in-dotto portato dal turismo, dalle industrie dolciarie e dalle attivi-tà agricole posso affermare che a Sassello, con qualche eccezione, non vi sia un’emergenza occu-pazionale. La nostra più impor-tante risorsa è il nostro territo-rio, stravolgerlo signifi cherebbe

essere perduti”. In conclusione domandiamo, alla luce del nuovo Presidente di Regione, Giovanni Toti, quali siano i rapporti con Genova: “Direi buoni – afferma prontamente Buschiazzo – Giu-sto un paio di giorni fa ho avuto un colloquio con il Direttore Ge-nerale Ambiente della Regione, Gabriella Minervini, la quale mi ha ribadito ancora una volta la più compatta comunanza d’in-tenti. Sassello come Urbe non sono soli e una valle come que-sta, tra poco patrimonio mon-diale dell’umanità, va rispettata e tenuta da conto!”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

Il nostro foglio di informazione locale più di una volta si è occupato della vicenda legata alla possibile apertura, per il momento comun-que scongiurata (almeno nel breve termine), di una cava di titanio

sul monte Tariné, la montagna che domina Urbe, Piampaludo. Lo scor-so aprile una società del cuneese (CETsrl) dopo circa 30 anni di silen-zio, richiedeva alla Regione Liguria l’autorizzazione ad eseguire ulte-riori indagini atte a “meglio” valutare le potenzialità del giacimento di rutilo. Alcuni cittadini della valle dell’Olba hanno formato il “Comitato Spontaneo del Monte Tariné” ed hanno scritto le osservazioni da pre-sentare in Regione perché tale richiesta venisse respinta. Nonostante il Comitato non sia ancora un’associazione vera e propria, è riuscita a far sottoscrivere le osservazioni da circa 2000 cittadini. La redazione de “l’inchiostro fresco” è andata a fargli visita presso le ex scuole ele-mentari di Piampaludo. “I fondatori sono Massimo Argo, Ileana Bego,

Marco Lòleo ed io, Sonia Pesce – spiega la nostra interlocutrice – Il Co-mitato, va detto subito, non è ancora un’associazione ma solamente un gruppo spontaneo e non nego che più di una volta ci sia venuta in mente l’idea di costituirci come associazione vera e propria a livello giuridico”. In quali direzioni si è mossa l’attività del Comitato?: “Principalmente la nostra intenzione è quella di informare e rendere viva l’attenzione sul nostro monte – risponde pronta Pesce – anche perché l’apertura di una cava, oltre agli evidenti sconvolgimenti dell’ecosistema e dell’ambiente locale, causerebbe l’inquinamento dell’Orba, che scorre proprio ai piedi del Tariné, e nel suo percorso attraversa poi i Comuni a valle sino all’Oltregiogo/BassoPiemonte che ne subirebbero le conseguenze. Massimo Argo ha poi sottolineato

Un Comitato Un Comitato

per salvare il Tariné e l’Orbaper salvare il Tariné e l’OrbaA Piampaludo un gruppo di residenti e non si organizza per tutelare l’ambienteA Piampaludo un gruppo di residenti e non si organizza per tutelare l’ambiente

Tiglieto

Molare

OVADA

Capriata

d’Orba

Predosa

Silvano d’Orba

Castelletto d’Orba

Rocca

Grimalda

Retorto

Casal Cermelli

CASTELLAZZO

Portanuova

Passo

del Faiallo

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Monte Rama1148

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segue a pag. 8

Page 8: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

8 l’inchiostro frescoDicembre 2015 VALLE STURA, ORBA E LEIRA

A Mele una scuola eco-compatibileA Mele una scuola eco-compatibileUn intervento atteso: sono iniziati ad ottobre i primi lavori per la bonifi ca dell’area

Novità: la “bianca civetta” di UrbeNovità: la “bianca civetta” di UrbeAd Olba San Pietro (SV) sorge una struttura ricettiva al passo con i tempi

come: “Il Sindaco di Sassello, Da-niele Buschiazzo, come Fabrizio Antoci, Primo Cittadino di Urbe, ci hanno dato una grossa mano, soprattutto a livello di conoscenze tecniche. La recente nomina di Bu-schiazzo a Presidente del Parco del Beigua – continua il nostro interlo-cutore – non fa che aumentare in noi le speranze di avere una voce autorevole. Altra fonte di preoccu-pazione nasce dal fatto che la ditta cuneese, disponendo di un capi-tale ridottissimo, non sarebbe in grado di realizzare l’operazione. Quindi ci chiediamo quale sia il fi ne di questa “ripresa delle osti-lità, attivata in prossimità della scadenza della concessione. Marco Loleo, geologo di Varazze ricorda che nelle “Note Illustrative della Carta Geologica Regionale (2012)” si afferma che la presenza di tita-nio era nota già agli inizi del ‘900 e che studi di fattibilità erano sta-ti eseguiti nel 1976, 1982, 1984; studi più recenti (2004) esegui-ti su campioni estratti anche in sondaggi profondi per conto della società mineraria interessata, fi -nalizzati alla verifi ca di fattibilità dell’operazione. La conclusione fu che i problemi ambientali e sani-tari erano tali da rendere impossi-bile lo sfruttamento del giacimen-to, peraltro espressamente vietato dalle norme del Parco. Il ricorso che la società CET ha presentato all’indomani del respingimento della sua stessa richiesta da parte di Regione Liguria – ha continuato Loleo – che riteniamo diffi cilmente accoglibile, non ci fa abbassare la guardia. Continueremo a vigilare sul nostro monte: non come senti-nelle militari ma come cittadini-custodi”. (m.n.)

Un Comitato per il Tarinèprosegue da pag. 7 La notizia era stata anticipata

dall’amministrazione comu-nale l’anno scorso, appena in-

sediatasi: a Mele verrà realizzata un edifi cio scolastico, studiato per ac-compagnare gli alunni dalla scuola dell’infanzia sino alle medie. Un caso unico in Italia questa scuola, costrui-ta con sistemi interamente eco-com-patibili e con l’utilizzo di spazi interni aperti innovativi. “Abbiamo visto diverse scuole che esistono nel nord Europa - spiega il sindaco di Mele, Mirco Ferrando - il nostro progetto complessivo prevede tutti i tre or-dini scolastici dell’obbligo. Questo progetto, nel quale sono compresi anche la mensa e la palestra comu-nale, ha un costo complessivo di cinque milioni di euro ed è stato diviso in cinque lotti”. Attualmente, ci spiega il sindaco,: “Un fi nanzia-mento di cinque milioni di Euro da parte del Governo Italiano e della Regione Liguria è impossibile, da qui è nata la divisione in cinque lotti”. Il primo lotto sarà la scuola dell’infanzia e il perché ce lo spiega il Primo Cittadino: “Attualmente la scuola dell’infanzia è quella in diffi coltà, dato che, innanzi tutto si trova decentrata rispetto alle altre scuole e poi, - continua nell’analisi - negli ultimi anni, abbiamo avuto una crescita demografi ca di circa duecento persone, tra cui molte cop-pie giovani con bambini che da Ge-nova si sono trasferite qui a Mele. Perciò è inevitabile che la scuola dell’infanzia abbia delle diffi coltà”. Il Comune di Mele ha partecipato ad un bando regionale per i fondi B.E.I. per l’edilizia scolastica ed è entrato in graduatoria e, data la posizione nel bando, c’è la sicurezza del fi nan-ziamento. La nuova scuola sorgerà in una zona limitrofa al centro del pa-ese, attualmente inutilizzata. I lavori per la bonifi ca e la predisposizione dell’area (che comprendono lo sban-camento di una parte di collina), partiti lo scorso ottobre, andranno avanti per tutto l’anno prossimo e, a fi ne 2016, ci spiega il sindaco Mir-co Ferrando: “Faremo il bando per la costruzione dell’edifi cio e da lì potremmo utilizzare il fi nanzia-mento”. L’edifi cio, che sarà un pre-fabbricato, verrà costruito in tempi brevissimi e sarà realizzato con tecnologie eco-compatibili, ovvero legno, acciaio e vetro, senza l’utilizzo

di cemento armato e sarà autosuffi -ciente dal punto di vista energetico, grazie all’utilizzo dei pannelli solari. L’obiettivo è quello di inaugurare la scuola dell’infanzia entro il 2018 e, da lì, partire con i nuovi lotti. In gra-duatoria per i fondi statali il Comune di Mele è al quinto posto regionale, una buona posizione che permette di guardare con speranza al futuro. Mele è un comune che, da tempo, investe molte risorse sulla scuola, l’attuale scuola media è un model-lo regionale grazie al suo utilizzo di nuove tecnologie elettroniche.

Fabio Mazzari

“La civetta bianca”, mai nome fu più azzeccato di questo per defi nire

il posto, che noi dell’ “inchiostro fresco”, abbiamo visitato. Salendo l’Alta Val’Orba, per raggiungere San Pietro d’Orba, nel cuore del quale è nato questo B&B, inaugurato uf-fi cialmente l’11 ottobre. Si è detto “nel cuore” perché mai defi nizione fu più calzante: una struttura ricet-tiva sì contenuta, ma molto grazio-sa ed accogliente, proprio come se si fosse “nel cuore” di casa propria. Ci accoglie Loredana Scaion, pro-prietaria del B&B, una dinamica e intraprendente signora milanese ed è subito simpatia. Siamo a nostro agio e passiamo immediatamente all’intervista, con una domanda quasi d’obbligo: “Chi gliel’ha fatto fare?” Ci risponde con un bel sor-riso: “L’amore per questi luoghi, basta conoscerli più a fondo che te ne innamori subito!” e viene su-bito voglia di fare qualcosa di utile perché la Valle venga resa nota per poter essere di nuovo frequentata e, perché no, ripopolata come un tempo. Gli Zunino, imprenditori lo-cali, hanno investito molto tempo e denaro per questa zona ed il B&B

ne è un ottimo esempio: esso po-trebbe diventare punto di appoggio per le più disparate attività che que-sto territorio potrebbe offrire. pri-mo fra tutte l’escursionismo. L’Alta Val d’Orba (e tutto il comprensorio del Monte Beigua) difatti, presenta itinerari escursionistici di magico interesse. In collaborazione con “Escursioni Liguria” (rappre-sentato in zona dall’esperta guida Serena Siri), la “Civetta Bianca” offre appoggio confortevole per chi volesse affrontare i percorsi escur-sionistici che verranno proposti. Sembra tutto a posto quindi? Non è così semplice rispondere a questa domanda. Loredana ci ha spiegato

quanti e quali diffi coltà burocrati-che ha dovuto affrontare per poter ottenere licenze e permessi neces-sari, nonostante la buona volontà di alcuni funzionari della PA per sveltire gli stessi. Tutto troppo far-raginoso e non adeguato ai tempi, complicato ulteriormente dal pas-saggio Province/Regioni. Le regole di vogliono, ovvio, ma non appli-cate con metodi Ottocenteschi: nell’epoca dell’informatica occorre più velocità; pochi giorni, non mesi per ottenere un certifi cato, altri-menti si rischia il depotenziamen-to di attività che hanno bisogno di ottenere visibilità e di entrare in campo rapidamente, per non spre-

care risorse ed energie. Loredana ci dice che può somministrare ai suoi clienti solo prodotti locali op-pure sigillati, ma se è così, perchè non appoggiare, con fi nanziamenti europei, imprese agricole locali ed agevolarle nell’ottenere un marchio “Valle” ad hoc. Aiutare i giovani imprenditori a coltivare prodotti locali (sottobosco, castagni, ecc...) ed aprire centri vendita (in parti-colare con l’uso dell’e-commerce). Queste dovrebbero essere propo-ste fortemente appoggiate dagli abitanti della valle, ma anche da un’imprenditoria giovane che deve trovare la forza di affermare poli-ticamente il discutere questi temi, le amministrazioni Regionali si de-vono coinvolgere per favorire ed agevolare questi progetti. Sarebbe necessario un coordinamento per tutto ciò, ad esempio la creazione di un centro telematico di raccolta dati, informazione e divulgazione di una “Vita in Valle”, favorito dagli Enti Locali, i cui costi non saranno eccessivi. L’ingresso del “Beigua Geopark” tra i siti dell’UNESCO è un’opportunità da non perdere.

Enrico Repetto

Page 9: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

9l’inchiostro frescoDicembre 2015VALLE STURA, ORBA E LEIRA

No al nuovo orarioNo al nuovo orarioAd Ovada riunito il comitato dei pendolari

Il presepe meccanizzato Il presepe meccanizzato Campo Ligure: rinnovato l’antico presepe nell’oratorio dei S. S. Sebastiano e Rocco

Si è tenuta lunedì 16 novembre nel Cinema-Teatro di Masone, la cerimonia di consegna della medaglia di “Giusto fra le Nazioni”

alla memoria di due cittadini masonesi: Giacomo e Rosetta Ottonello. L’evento ha assunto, inevitabil-mente, grande importanza alla luce dei drammati-ci avvenimenti di cronaca degli ultimi tempi, dal terrorismo internazionale fi no alla recrudescenza dell’antisemitismo. Alla cerimonia di Masone era-no presenti le autorità politiche della Valle Stura con i sindaci di Masone, Campo Ligure, Rossiglio-ne e Tiglieto, rappresentanti della Città Metropoli-tana di Genova e della Regione Liguria, con Anto-nino Oliveri e Stefano Mai ed esponenti della Co-munità Ebraica Genovese. Ospite d’onore il dott. Amit Zarouk, portavoce dell’Ambasciata di Israele in Italia che ha consegnato le onorifi cenze alla me-

moria dei Giusti. La storia di Giacomo e Rosetta Ottonello venne scoperta, quasi casualmente nel 2002, da Paolo Ottonello, sindaco di Masone dal 2004 al 2014 e grande appassionato di storia locale. Amit Zarouk ha spiegato che: “Il riconoscimento di Giusto fra le Nazioni è l’unica onorifi cenza esistente nello Stato d’Israele, i Giusti erano per-sone comuni - ha proseguito il portavoce dell’Am-basciata Israeliana - che durante la Shoah, hanno compiuto una scelta chiara, portando luce nel periodo più buio, mostrando umanità a rischio della propria vita. Dal momento della sua fonda-zione, lo Stato d’Israele - continua Zarouk - ha sen-tito l’obbligo morale di conservare la memoria dei Giusti fra le nazioni, con una legge apposita del Parlamento nel 1953 che ha fondato lo Yad Vashem, per questo oggi onoriamo la memoria, il coraggio e lo spirito di altruismo di Giacomo e Rosetta Ottonello che salvarono da morte sicu-ra la famiglia Ortona. Purtroppo in Europa non furono molte le persone così, una frase famosa dice che salvare un essere umano è come salvare l’umanità, ricordare questi eventi ci può aiuta-re a non rischiare di ripeterli”. Paolo Ottonello ha raccontato come è venuto a conoscenza della storia di Giacomo e Rosetta a Masone: “Nel 2002, durante le mie ricerche sulle vicende storiche della Valle, venne fuori la storia della famiglia Ortona, da lì mi sono attivato contattando gli eredi e via via ho scoperto questo straordinario fatto - continua Paolo Ottonello - nella vicenda en-tra a pieno titolo la fi gura di Don Franco Buffa, parroco di Masone dal 1934 al 1945, in anni ter-ribili segnati dalla guerra, la dittatura e le leggi razziali. Don Buffa, che era parroco di Morbello, ospitò in segreto la famiglia Ortona nella Cano-nica di Masone assieme alla famiglia Ottonello. Alla fi ne del 1945, don Buffa fu costretto ad an-dare via per minacce di morte, ricevute da per-sone mai identifi cate, in abiti civili, procurate a causa degli Ortona”. Conclude Ottonello che “è un grandissimo onore per Masone avere nel no-stro comune persone insignite della medaglia di Giusto tra le Nazioni”. Maurizio Ortona, che all’e-poca era un bambino di pochi mesi assieme al fra-tello di poco più grande Bruno, ha raccontato, con commozione, le memorie dell’epoca, tramandate dai ricordi famigliari: “La storia di queste persone straordinarie, Giacomo e Rosetta, intrise di ca-rità cristiana, che ci hanno accolto e protetto per quasi due anni. La storia della nostra famiglia è simile - ha proseguito Maurizio Ortona - a quella di tante famiglie costrette a nascondersi per evi-tare la morte certa”.

Fabio Mazzari

“I Giusti fra le Nazioni” di Masone“I Giusti fra le Nazioni” di MasoneIl prestigioso conferimento dello Yad Vashem a due cittadini della Valle Stura

Mercoledì 18 novembre, nel-la sala consiliare del Co-mune di Ovada venticinque

comuni di Liguria e Piemonte, nella persona dei sindaci o loro delegati ed i rappresentanti del CDTVSeO, il Comitato che rappresenta i pendo-lari di valle Stura, Orba e dell’acque-se, si sono riuniti per esaminare il nuovo orario cadenzato della linea ferroviaria Genova Ovada Acqui, elaborato da Trenitalia. “Il cadenza-mento di orario - esordisce Fabio Ottonello, presidente del Comitato - può essere una buona cosa, ma deve tener conto delle esigenze dei viaggiatori (in gran parte lavoratori e studenti ndr) che quotidianamen-te raggiungono il capoluogo ligure per lavoro o studio. L’orario pro-posto, sopprime il treno “diretto” delle 17,04 (regionale veloce ndr), in una fascia cruciale di rientro a casa. La sua sostituzione con un convoglio “normale” alle 11,13 è inaccettabile. Inoltre, prosegue Ottonello, Trenitalia, nonostante le rassicurazioni fornite nel cor-so dell’ultimo incontro lo scorso 6 novembre, ci ha messo di fronte al fatto compiuto, pubblicando sul proprio sito, l’orario che sarà in vigore dal prossimo 13 dicembre. Da esso abbiamo quindi appreso che, da tale data, saranno soppres-si due treni nei festivi (sabato e domenica). Ed anche questa scel-ta è inaccettabile. Se è vero infat-ti che il pendolarismo interessa maggiormente i giorni lavorativi, - conclude Ottonello - non dobbia-mo dimenticare la vocazione turi-stica delle nostre valli, raggiunte da visitatori alla ricerca di un paesaggio ancora incontaminato e delle numerose bellezze artistiche”. Su proposta del sindaco di Ovada, Paolo Lantero, interprete della vo-lontà di tutti i presenti, è stato re-datto un documento nel quale viene richiesto un immediato confronto con l’assessore regionale ligure ai trasporti Giovanni Berrino che, ad oggi, non è stato possibile incontra-re. Molto affi damento infatti viene riposto nel neo assessore regionale

che certamente saprà comprendere la vitale importanza del manteni-mento in piena effi cienza di una li-nea ferroviaria che rappresenta per migliaia di cittadini, l’unico mezzo per poter raggiungere il capoluogo ligure, anche in vista della ventilata drastica riduzione delle corse ATP.

Maria Virginia Calissano

Il Consigliere della Regione Piemonte Paolo Mighetti (MS) ha dichiarato: “da Acqui Ter-ne raggiungere Genova senza cambi è ormai impossibile”

Anche quest’anno, in occasione della festività dell’Immacolata (8 dicembre) riaprirà i battenti il presepe meccanizzato più famo-so della Liguria, ovvero “il presepe meccanizzato di Campo Li-

gure”. Realizzato nel 1910 per volontà di Gio Batta Macciò padre (detto Crispi, 1873-1963) e proseguito dal fi glio Gio Batta (detto Baciccia di Crispi) e da uno stuolo di infaticabili aiutanti, il presepe viene allesti-to nell’ampio Oratorio di San Sebastiano, occupando una superfi cie di circa 80 metri quadri, Sono centinaia le fi gure tra le quali oltre cento in movimento, azionate a gruppi da appositi motorini elettrici. Attorno al tema centrale della natività è riscostruito il variegato mondo delle attività agricole, artigianali e pre-industriali del borgo fi ligraniero. Così, accanto alla rappresentazione dei pastori, dei taglialegna e dei carbo-nai, troviamo i chiodaroli all’opera all’interno di una antica fucina, gli addetti al maglio ed alla lavorazione del ferro. Oltre all’immancabile laboratorio di fi ligrana, troviamo anche fi gure che riproducono scene di vita quotidiana, dalle fi latrici, alla donna che impasta il pane, fa il buca-to o si dedica alle normali faccende contadine. Il tutto, lo ricordiamo, in movimento! Un piccolo capolavoro dovuto alla tenacia ed abilità degli Amici del Presepe, l’Associazione che da anni ne cura l’allestimento. Ma ora è indispensabile che il presepe sia visitato e sostenuto; l’ingres-so è libero; il pastore Gelindo è pronto ad inchinarsi e dare il benvenuto a tutti, grandi, ma soprattutto piccini!

Maria Virginia Calissano

Il presepe è situato nell’Oratorio dei SS. Sebastiano e Rocco di Campo Ligure, in piazza san Sebastiano 1, con ampio parcheggio

antistante. Orario di apertura: da sabato 19 dicembre a mercoledì 6 gennaio; apertura tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 14,30 alle 18,00. Nel restante mese di gennaio il presepe è aperto nei fi ne settimana con lo stesso orario. Prenotazioni per visite di comitive telefonando per appuntamenti ai numeri: 010 920 534; 921 005; 010 921 278 ; 010 920 354.

Sei chilometri all’andata e sei al ritorno tra monti innevati e tetti

bianchi: un paesaggio che, inerpican-doci da Rossiglione verso Tiglieto, ci porta in un piccolo Trentino a due passi da casa. Questo il tragitto, par-tendo da Novi Ligure: Autostrada A26, uscita a Ovada, strada del Turchino, a Rossiglione girare verso Tiglieto, a Ti-glieto lasciare l’auto davanti alla chie-sa e da lì iniziare a scarpinare verso Acquabianca. Vi divertirete!!!!!!!

Gian Battista Cassulo

Da Tiglieto ad AcquabiancaDa Tiglieto ad Acquabianca

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10 l’inchiostro frescoDicembre 2015 VALLE STURA, ORBA E LEIRA

50 anni di assistenza nei momenti 50 anni di assistenza nei momenti più diffi cilipiù diffi cili

Intervista a Rosanna Spigo, Responsabile de La Generale Pompe Funebri di Genova

Tra le eccellenze del territorio spicca, sia per la propria sto-ria sia per il numero dei suoi

dipendenti, “La Generale” di Geno-va, azienda leader nel settore del-le Pompe Funebri. Nata nel 1968 dall’unione delle imprese operanti a Genova, La Generale si è imposta subito sul mercato per il modus operandi “dinamico e al passo con i tempi”, diventando ben presto ca-pofi la del settore da Nervi a Cogo-leto. “Sino alla fi ne degli anni Ses-santa – ci dice il Direttore Genera-le, dott.ssa Rosanna Spigo, da noi raggiunta nella sede centrale di via Carpeneto 13/r a Sampierdarena – le onoranze funebri erano condot-te da addetti occasionali, mentre con La Generale, scaturita, mi piace ricordarlo, dall’unione dei migliori professionisti del settore, si è fatto un salto di qualità for-mando un personale ad hoc”. Do-mandiamo alla nostra interlocutri-ce quanti siano i dipendenti de La Generale?: “Ad oggi contiamo 105 dipendenti distribuiti su 22 uffi ci da Levante a Ponente e – prose-gue Rosanna Spigo – possediamo un parco macchine composto da ben 45 mezzi”. La Generale negli ultimi anni si è espansa anche in Valle Stura con sede a Masone: “Sì, esatto e di questo dobbiamo dire grazie a Rinaldo Pastorino – ci dice la Responsabile – il quale, da volto storico delle gloriose onoran-ze La Valle Stura, è diventato per noi referente in zona. Coadiuvato dal nostro Impresario Domeni-co Ottonello, anch’egli masonese, possiamo affermare con orgoglio di esserci radicati anche in valle Stura. A questo proposito vorrei sottolineare – continua Rosanna Spigo – che abbiamo mantenuto, accanto al nostro logo, il nome La Valle Stura proprio per continua-re in loco la tradizione di questa storica agenzia”. Domandiamo a Rosanna Spigo se vi sia un au-mento delle cremazioni: “Abbiamo registrato un notevole aumento.

Ad oggi infatti, nel Comune di Genova, sono state 6.000 le cre-mazioni - risponde prontamente il Direttore Generale – una cifra importante”. E invece per le “di-spersioni” delle ceneri come ci si deve comportare?: “Per le disper-sioni, altro trend in salita, - affer-ma Rosanna Spigo - vi sono preci-se regole da seguire stabilite dalle Amministrazioni Comunali che predispongono determinate aree per questa operazione. A Genova, ad esempio – ci dice la Respon-sabile – vi sono state 170 disper-sioni, molte delle quali in mare”. Per le dispersioni in mare vi sono delle “urne speciali”, magari ad impatto zero?: “Certamente, sono state pensate delle urne ecologiche realizzate con il sale marino che – spiega la nostra interlocutrice – al momento del contatto con l’acqua, lentamente si disciolgono”. A que-sto proposito Domenico Ottonello, che durante l’intervista ci ha rag-giunto nella sede centrale, ricorda: “Sono stato io il responsabile della prima dispersione in mare a Ge-nova. Ancora oggi quando incon-tro la moglie di quell’ex marinaio – prosegue il masonese – lei mi dice che, una volta all’anno, pren-de il vaporetto e, giunta a destina-zione, lascia cadere una rosa tra i fl utti. Un bel modo di ricordare un caro tanto amante del mare”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

Per la Casa Editrice De Ferrari, “La Generale” ha sostenuto la pub-blicazione di due volumi molto curati e di pregio sulle bellezze ar-chitettoniche genovesi che testimoniano l’interesse anche culturale di questa impresa radicata sul territorio.

Nella foto da sinistraDomenico Ottonello e

Rosanna Spigo,intervistati

da Mattia Nesto

I 25 anni di OliveriI 25 anni di OliveriIl Vescovo di Albenga-Imperia a Campo Ligure

Mons. Oliveri, circondato dal clero diocesano e dai sacerdoti campesi. Si ri-conoscono, con la mozzetta viola, da sinistra a destra, il canonico don Carlo Oliveri, il parroco di campo Ligure don Edoardo Piombo ed il parroco di Ros-siglione, don Alfredo Vignolo.

Mercoledì 4 novembre, mons. Mario Oliveri, ve-scovo di Albenga Imperia,

ha celebrato la messa pontifi cale nella chiesa parrocchiale di Cam-po Ligure, in occasione dei 25 anni di ordinazione vescovile. Nativo di Campo Ligure, mons. Mario ha sempre mantenuto con la cittadina natale uno stretto rapporto, non mancando mai alle celebrazioni in

onore della Santa patrona, Maria Maddalena, nel luglio di ogni anno. La popolazione di Campo, assieme alle due Confraternite locali, affol-lando la chiesa che giusto 25 anni prima vedeva il suo concittadino consacrato vescovo, gli ha tributa-to, al termine della celebrazione, un caloroso applauso, a dimostrazione dell’affetto e della stima che nutre nei confronti del prelato. (m.v.c.)

Internet e droga. I due pilastri della terza guerra mondiale. Altro che uma-noidi robotizzati! Ci sono in giro cervelli formattati, sguardi dalla pupilla dilatata, comandati a distanza, senza vita autonoma, senza libero arbitrio.

Camminano su una terra che non amano, non conoscono, qualcuno vuole ancora credere che sia piatta! Rappresentazioni in carne ed ossa del male. Sentimenti, empatie, emozioni: zero! Dialogo: zero! Aperture: sottozero! Pe-dine indifferenti, bombate di sostanze stupefacenti al soldo della morte in persona. Menti deviate a cui fi n dalla tenera età è stato scollegato qualche neurone di troppo e consegnato qualche mitra in più, mentitori e omertosi per comodo e fi nalità. Appendici infette di smartphone e social networks. Sono i nuovi schiavi di quei poteri carichi di ricchezze incommensurabili e mai sazi che li armano, li drogano, li sfruttano. È un esercito in ordine spar-so, per le strade del mondo, collegato dalla rete. Un tumore metastasizzato. E le nazioni “pacifi che”, democratiche, liberali e solidali che fanno? Si par-lano addosso. Chiacchierano. Si sbrodolano di teorie su fantomatici “patti”, soluzioni “diplomatiche”, “ricognizioni”, “interventi” ma solo un “pochi-no”... manca solo che si rivolgano ai ghost busters, in fondo sembra proprio una guerra coi fantasmi: sbucano dal nulla all’improvviso ed è troppo tardi...

Le serpi in senoLe serpi in senoRifl essioni a ruota libera di Ester MatisEster… nando…!!!

Page 11: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

Sergio ScolaroSergio Scolaro

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Aria di sicurezza tra il Piota e l’OrbaAria di sicurezza tra il Piota e l’OrbaAbbiamo incontrato il Sindaco, Ivana Maggiolino, per fare il punto su Silvano

Silvano d’Orba è uno dei primi pa-esi nei quali “l’inchiostro fresco” si è sentito, per così dire, a casa.

Infatti il paese “laddove l’Orba si beve il Piota”, per citare Sergio Basso, ha sempre donato alla nostra testata non soltanto un buon numero di affezionati lettori, ma anche molti temi, eventi ed iniziative da presentare sulle nostre pa-gine. Anche per questo abbiamo deciso per questo mese di dicembre di dedica-re un approfondimento proprio su Sil-vano, andando ad intervistare nel suo studio il Primo Cittadino, Ivana Mag-giolino. Il Sindaco, dopo averci accolto, ha esordito dicendo: “Lo scorso novem-bre, l’agente di Polizia Locale, Paolo Pecorara, nel sventare il furto di un computer ai danni del Comune non solo ha dimostrato una grande pro-fessionalità ma anche un notevole co-raggio e sprezzo del pericolo. Per que-sto – ha proseguito la Maggiolino – nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale di venerdì 27 novembre ho consegnato a nome del Comune un elogio scritto all’agente che andrà direttamente nel suo fascicolo. Un gesto doveroso per una persona che permette alla cittadi-nanza intera di sentirsi più protetta”. Dopo i giusti elogi all’agente Pecoraro, domandiamo al Sindaco di illustrarci la

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

La “nuova” Biblioteca Comunale

La Biblioteca di Silvano d’Orba è stata recentemente ri-sistemata sia dal punto di vista edilizio, con importan-

ti interventi di ristrutturazione e messa a norma dei loca-li, sia dal punto di vista dell’archivio, volto a poter offrire una capacità di fruizione sempre maggiore. “Proprio per questo lo scorso anno abbiamo indetto un bando nelle scuole per la creazione del logo della biblioteca – ricorda il Primo Cittadino – Bando vinto dagli allori studenti della II media che hanno creato uno splendido logo che abbiamo subito adottato”.

Il Sindaco ci parlaIl Sindaco ci parla

delle Associazionidelle Associazioni

La riqualifi cazione della SOMS

“Finalmente stiamo portando a termine i lavori di rinfor-

zo dei solai dell’edifi cio della SOMS – ci dice Ivana Maggiolino – che permetteranno di usufruire dei lo-cali al primo piano come punto di ritrovo. Nell’ultima variazione di bilancio abbiamo approvato inter-venti di riqualifi cazione del salone per ottenere il certifi cato preven-zione incendi”.

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recente Convenzione siglata tra Silva-no, Carpeneto e Serravalle Scrivia sugli appalti e sui lavori pubblici, la cosiddet-ta C.U.C. (Centrale Unica Committen-za): “Abbiamo fatto fronte alla C.U.C. come previsto dalla legge entro il 31 ottobre – risponde prontamente il Pri-mo Cittadino - Si tratta di una centrale unica per l’acquisto di servizi e forni-ture per i Comuni con a capo Serra-valle, in quanto Comune più popoloso con quasi 8.000 abitanti”. A proposito di lavori, vi sono stati degli interventi di rilievo negli ultimi mesi, soprattut-to in merito all’alluvione del 2014?: “Il Comune di Silvano ha predisposto tre interventi di un certo rilievo, due dei quali legati ai danni alluvionali – spiega Ivana Maggiolino – Il primo è il parziale rifacimento della riva destra del Piota e l’altra è la risistemazione

della Strada dei Sette Venti, ormai cronicamente soggetta a continue ero-sioni causate dall’acqua”. Domandia-mo alla nostra interlocutrice con quali risorse siano state effettuati tali inter-venti: “Il Comune di Silvano vi rien-tra solo in parte, con un investimento complessivo di 10.000 euro – ci spiega il Sindaco – Il restante è stato assicu-rato da parte della Regione Piemonte e grazie ai fondi provenienti dall’Unio-ne Europea”. E il terzo intervento?: “Si tratta dello sblocco dei fi nanziamenti per il P.T.I., cioè il Piano Territoria-le Integrato – dice Ivana Maggiolino – Erano fi nanziamenti già previsti due anni fa ma solo ora è stato possibile renderli disponibili. Grazie a queste risorse potremo mettere in sicurezza l’ex cimitero della Villa Superiore, un intervento per valorizzare un bene ar-tistico e paesaggistico”. Con la varia-zione di bilancio sono stati predisposti due interventi su due strade. Il primo in Strada San Pancrazio, con la messa in sicurezza per un ammontare di 40.000 euro. Il secondo presso il Brico di San Carlo, davanti all’omonima chiesa, già oggetto di un intervento passato per un valore di 45.000 euro. A proposito di sicurezza del territorio la possibile centrale idroelettrica sul Piota si farà o non si farà?: “Come Comune la nostra posizione è stata, fi n da subito, chia-ra e netta: siamo contrari per ragio-

ni ambientali e di logica di sviluppo sostenibile. Detto questo – precisa l’intervistata – il nostro non è un NO a prescindere ma motivato”. Se dovesse riassumere il suo operato, quali termi-ni userebbe?: “Tentare di far vivere al meglio i cittadini – stigmatizza il Sin-daco – Grazie al presidio territoriale dei nostri agenti e mediante il non eccessivo aumento delle imposte, pos-so dire che a Silvano si vive e si può vivere bene”.

Alcuni pareri del Sindaco...

sulla variazione di Bilancio

“Le nuove regole del pareggio di bilancio previste dall’ar-

ticolo 35 del D.D.L. Stabilità 2016 all’esame del Senato, stimolano gli enti locali a investire entro la fi ne dell’anno l’avanzo di amministra-zione accumulato negli anni pre-cedenti per il blocco imposto dal patto di stabilità, il caso appunto di Silvano. La fi nestra temporale è limitata solo al 31 dicembre, data entro la quale gli Enti dovranno trasformare l’avanzo in “Fondo Pluriennale Vincolato”. Pertanto la variazione di bilancio è stata ap-provata con applicazione di avan-zo di 350.000 euro. Ringrazio gli uffi ci per il loro grande lavoro visto che saranno impegnati per tutto il mese di dicembre.”.

su doposcuola silvanese

“Anche quest’anno – ci ha detto Ivana Maggiolino

– abbiamo organizzato un do-poscuola per i ragazzi delle ele-mentari, un servizio pulman e la mensa. La gestione è affi data alla cooperativa Azimut di Ales-sandria”.

Il circolo culturale Ir Bagiu

“Da quasi tre anni con il circolo Ir Bagiu abbiamo

intessuto un ottimo e fattivo rap-porto di collaborazione – dice il Sin-

daco – Grazie alla loro attività abbiamo potuto instal-lare dei pannelli storico-informativi lungo la via per la Chiesa di San Pancrazio. È in fase di conclusione il percorso storico-ricreativo che collega Silvano agli altri paesi di Rondinaria”.

Per NatalePer Natale

A Silvano d’Orba fervono i prepa-rativi in vista delle imminenti

festività natalizie. Oltre al tradizio-nale concerto di Natale, realizzato dal Gruppo Cantachiaro, la SOMS organizzerà il “mercatino del gio-cattolo usato” e il Comune predi-sporrà il 22 dicembre uno spettaco-lo per i bambini con i burattini.

Eventi letterari: “Silvano incontra”

Dopo le presentazioni di Bruno Gambarotta e di Raffaella Romagnolo, per l’anno nuovo sono previsti gli incontri con

il fi nalista al Premio Strega Alessandro Perissinotto che discu-terà giovedì 18 febbraio delle modifi cazioni del mondo del lavo-ro negli ultimi anni, mentre il 19 marzo sarà la volta di Claudia Priano con un’esplorazione a 360° del mondo della cronaca.

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12 l’inchiostro frescoDicembre 2015 RONDINARIA

Centoquarant’anni di solidarietàCentoquarant’anni di solidarietàCapriata d’Orba: grande partecipazione di pubblico per le celebrazioni della SAOMS

Tanti auguri a Maria “Milina” Tacchino che ha

compiuto lo scorso no-vembre 107 anni e se li gode in piedi e in piena salute. Ai no-stri auguri di unisco-no quelli del Sindaco, Mario Pesce, e del Vi-cesindaco, Amelia Ma-ranzana.

107 anni a Castelletto d’Orba107 anni a Castelletto d’Orba

Due giornate all’insegna della fratellanza e della solidarie-tà, sabato 7 e domenica 8

novembre per celebrare i 140 anni dalla fondazione della Saoms di Capriata d’Orba. Era il 1875, quando due cittadini capriatesi, Camagna e Borgatta lanciarono l’idea di costi-tuire una Società Operaia di Mutuo Soccorso, acquistarono la carta e iniziarono la sottoscrizione che, nel giro di poco tempo, si arricchì di un gran numero di iscritti. Il 2 Dicem-bre dello stesso anno nella Sala mu-nicipale capriatese si radunava il Co-mitato provvisorio e venivano eletti un Presidente ed un Segretario, nonché una commissione per la pre-parazione dello Statuto. Da lì a poco l’adunanza generale dei soci appro-vò il primo Statuto, che riportava la presenza di 55 soci fondatori, tutti maschi. Un giorno memorabile, poi-ché da quella data anche a Capriata d’Orba si istituì la prima Società di Mutuo Soccorso, fondata sui princi-pi dell’unione e della fratellanza, con l’obiettivo fondamentale del “mu-tuo soccorso” degli operai, artigiani e agricoltori fra di loro, attraverso la promozione di importanti ed ine-ludibili fi nalità, quali l’istruzione, la moralità e il benessere. “Principi morali che ancora oggi, a distanza di 140 anni, non sono venuti meno - afferma Carlo Francesco Campora, Presidente della Saoms capriatese – poiché uno degli obiettivi fon-damentali che ispirano la Società attuale è la vita comunitaria, la promozione dell’associazionismo, oggi ancora più che nel passato, attraverso forme ricreative e cultu-rali”. La nuova bandiera affi ssa alla parete, rappresenta oggi il simbolo di una nuova epoca, che tuttavia ha mantenuto vivi i valori di un tempo e si impegna a preservarli. L’inaugura-zione della mostra allestita da Clau-dio Rotta Loria, dal titolo “Mutuo soccorso e Solidarietà, immagini grafi che ed una fontana”, ha aper-to le giornate celebrative, che sono iniziate con la conferenza sul tema: “L’attualità del mutuo soccorso”, alla presenza di Lorenzo Robbiano,

studioso di storia locale, Maria Tere-sa Gotta, Presidente della Saoms e della Consulta Soms di Novi-Ovada, Ivana Tripodi e altre sostenitrici del Comitato Colibrì di Alessandria. Al termine del dibattito, si è svolta la cerimonia di consegna degli atte-stati di benemerenza ai Soci ordina-ri Soams, iscritti dal 1930 in poi. A seguire, la consegna degli attestati ai Soci sostenitori, ed in ultimo è stata omaggiata una targa in segno di rin-graziamento da parte di tutti gli as-sociati, al Presidente Campora, per la devozione, l’impegno e la serietà nel portare avanti il suo compito e soprattutto per lo spirito aggregati-vo che lo ha sempre animato e che infonde costantemente tra i membri del gruppo. Lo spirito di solidarietà e di aiuto viene interpretato oggi, se-condo una nuova declinazione dalle sostenitrici del Comitato Colibrì, attraverso la formula del “Microcre-dito”, cioè un fi nanziamento a tasso zero, rivolto a coloro che si trovano in temporanea diffi coltà occupazio-nale e di reddito. La giornata di do-menica 8 novembre è stata animata dal Corteo, la benedizione della nuo-va Bandiera Sociale, la Santa Messa e per fi nire dal tradizionale pranzo sociale, momento di festa e aggrega-zione di tutti i soci.

Marta Calcagno

La Consulta Soms Novesi e Ovadesi in collaborazione con la Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di mutuo soccorso,

ente afferente alla Regione Piemonte, ha promosso un concorso rivolto a tutti gli studenti delle Scuole secondarie di primo e secondo grado delle zone del novese e dell’ovadese sul tema “L’attualità del mutuo soccorso”, con l’obietti-vo di contribuire alla diffusione e ad una maggiore conoscenza tra le giovani generazioni, dei principi e della realtà contemporanea del mutuo soccorso.

Un progetto per le scuoleUn progetto per le scuole

Succede a Bosco...Succede a Bosco...

Anche Bosco Marengo ha il suo Cervellone! Come in al-tri 800 locali diffusi su tutto

il territorio nazionale, anche al Barcollando, noto locale del Comune alessandrino, è giunto il gioco a quiz multimediale del mo-

mento. Sull’onda dei principali format televisivi che tengono incollati allo schermo ogni sera

migliaia di persone pronte a mettersi in gioco cercando di indovinare la risposta esatta, il Cervellone riproduce le stesse emozioni provate dai concorrenti in trasmissione direttamente nei locali. Il gioco, al qua-le si partecipa in squadra, avviene alla presenza generalmente di due persone dello staff; uno che presenta, leggendo le domande a risposta multipla che appariranno nello schermo, e l’altro che invece si occupa di gestire la parte tecnica. Le squadre dovranno così rispondere a do-mande di cultura generale che spazieranno ad esempio dalla storia alla geografi a, dalla musica al cinema, mediante l’utilizzo di pulsantiere in loro possesso. Da spettatori a veri concorrenti con il Cervellone!

Rubrica a cura di Samantha Brussolo

Il mercatino Il mercatino dell’antiquariato dell’antiquariato

In attesa delle colorate luci del Natale, giornate all’insegna della tradi-zione e dei ricordi nel Comune di Bosco Marengo. Si è svolto difatti domenica 22 novembre, su organizzazione dell’A.T. Pro Loco di Bo-

sco Marengo, il mercatino dell’antiquariato e dell’usato, alla presenza di molti hobbisti in grado di trascinarci, grazie alle loro esposizioni di pezzi antichi, nelle tranquille e meno frenetiche atmosfere del passato. L’esposizione, tenutasi presso la centrale Piazza del Mercato, luogo da sempre di ritrovo dei boschesi, è stata accompagnata dal buon cibo di stagione come la polenta con pollo in umido, vino e krapfen per tutti. Cibo e storia dunque, quale accoppiata perfetta per una giornata all’in-segna del riposo e della tranquillità!

A Silvano d’Orba il Circolo Dialettale A Silvano d’Orba il Circolo Dialettale Silvanese “Ir Bàgiu” Silvanese “Ir Bàgiu”

ha presentato il calendario ha presentato il calendario

“L’Armanàculu d’Sirvòu 2016 ”“L’Armanàculu d’Sirvòu 2016 ”

Nella foto Giovanni Calderone mentre Nella foto Giovanni Calderone mentre legge a Pier Franco Romerolegge a Pier Franco Romero

un brano di questo “tócu rèru da luò ”,un brano di questo “tócu rèru da luò ”,un pezzo raro da conservareun pezzo raro da conservare

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13l’inchiostro frescoDicembre 2015RONDINARIA

Santa Croce, FAI e DemanioSanta Croce, FAI e DemanioImportanti novità per il complesso Monumentale

Ottime notizie per Santa Croce, il complesso voluto nel 1566 da Papa Pio V, che mai come in questo periodo sta “rinascendo” grazie

ad accordi e nuove collaborazioni. Infatti il Sindaco, Gianfranco Gazzaniga, raggiunto telefonicamente, è orgoglioso di annunciare che: “Oltre alla convenzione fi rmata il 12 novembre presso il Comune col FAI di Alessandria, che porterà ad un’ulteriore valorizza-zione del Complesso Monumentale e del museo Vasa-riano, il 19 novembre, presso gli uffi ci del demanio a Torino, è stato uffi cializzato il passaggio catastale defi nitivo del Complesso al Comune: per cui possia-mo affermare che Santa Croce torna a casa”. Gazzani-

ga precisa che i lavori di ristrutturazione muraria per la creazione dello spazio da dedicare all’attività di prote-zione civile per le opere d’arte, verranno terminati en-tro dicembre, per cui dai primi mesi del 2016 potranno partire i primi progetti che vedranno: “L’indissolubile e indispensabile collaborazione con la SITI di Tori-no, società del Politecnico partecipata dalla Regio-ne”. Infi ne il Primo Cittadino boschese dichiara con soddisfazione che: “Questo progetto ci inorgoglisce e sono ben conscio dell’assunzione di responsabilità che ciò comporta”.

Daniele Cifalà

Da quando il 3 novembre la multinazionale francese pro-duttrice di pneumatici Mi-

chelin ha uffi cializzato un piano per tutto il comparto industriale italiano, piano che prevede la chiusura del sito di Fossano in provincia di Cuneo in cui sono impegnati 400 dipendenti, la chiusura di un reparto nell’alessan-drino, quello dei “ricoperti”, con 30 dipendenti ed il ridimensionamento di quello di Torino, con 120 operai, c’è stato un susseguirsi di incontri tra azienda e sindacati ma anche di scioperi, perché, oltre ai lavoratori già citati, vi sono almeno altri 300 somministrati (160 solo in Alessan-dria) a rischiare la “mannaia” della mancata conferma. Il primo incontro è avvenuto lunedì 16 novembre nel-la sede di Confi ndustria a Torino e parrebbe aver portato a una parziale apertura con l’azienda che ha parlato di un piano di investimenti riguardan-ti anche Alessandria. Si parla di circa 180 milioni di euro a “bilanciare” la chiusura di Fossano e del reparto alessandrino, ma strettamente dipen-denti dall’andamento del mercato e pertanto poco sicuri. Perciò i primi a “pagare” per questa situazione po-trebbero essere proprio i lavoratori interinali, quasi tutti giovani e con le stesse mansioni dei loro colleghi con contratti più “tutelati”. I sindaca-ti si sono detti scettici nei confronti dell’azienda e proseguiranno con la mobilitazione e gli scioperi. Oltre ai sindacati, chiaramente in prima linea, c’è la Regione Piemonte che “monitora” costantemente la situa-zione. “La Regione Piemonte prose-guirà, in modo continuo, i contatti tra sindacati e la proprietà della Mi-chelin, impegnate nel confronto per evitare le drammatiche conseguenze che avrebbe la chiusura dello stabili-mento di Fossano, con conseguente licenziamento di 400 lavoratori, cui si potrebbe aggiungere la perdi-ta di 30 posti di lavoro ad Alessan-dria e di 129 a Torino. L’obiettivo, naturalmente, è quello di garantire gli attuali livelli occupazionali e mantenere una forte presenza pro-duttiva dell’azienda e del suo indot-

La Francia abbandona Alessandria?La Francia abbandona Alessandria?Preoccupante situazione per i dipendenti del gruppo Michelin

to, sul territorio regionale”. Questo quanto comunicato dall’Assessorato al Lavoro, Istruzione e Formazione professionale, che fa capo a Gianna Pentenero.

Daniele Cifalà

Oltre alla conven-zione con il FAI di

Alessandria è stato uffi -cializzato il passaggio catastale defi nitivo del Complesso al Comune

Dalle Alpi alla Sicilia, si continua, da anni, a pre-ferire le grandi opere,

ancorché inutili o addirittura fumose, a scapito del trasporto ferroviario per i pendolari. Tra le ultime recenti notizie: ritorna in auge il progetto per il faraonico ponte sullo Stretto di Messina, anche se probabilmente non si farà mai; ma intanto è già costato alle collettività centinaia di mi-lioni di euro in studi e progetti. All’estremo opposto dell’Italia, abbiamo la ferrovia Aosta-Prè San Didier a forte rischio di chiu-sura. Questo perché la regione (Valle d’Aosta) preferisce fi nan-ziare l’inutile aeroporto di Aosta, con un traffi co praticamente ine-sistente, piuttosto che le su linee ferroviarie concretamente utili a pendolari e turisti (e all’ambien-te). Tanto che ormai si considera a rischio pure la linea principale, quella che porta al capoluogo di Aosta. Complimenti. Intanto, in Piemonte, sempre e solo parole

sull’eventuale ripristino di alcune linee ferroviarie “sospese”: se ne parlava soprattutto per la Ovada – Alessandria e la Casale Monfer-rato - Mortara. Sulla Acqui Terme – Genova verrà soppresso l’unico “diretto” e rimarranno solo i treni che effettuano tutte le fermate. Invece, s’insiste con le molto più costose (e lucrose per molti, evi-dentemente) TAV e Terzo Valico. Si vuole pensare in grande: ponti giganteschi, gallerie lunghissime. Le opere più modeste, che servi-rebbero davvero, non rientrano nei piani immaginifi ci di governo e regioni. Tutto cambia perché nulla cambi. Si vede che a molti va bene così.

Rifl essioni «ferroviarie» di Stefano Rivara

La voce del binario

Grandi ponti e lunghe gallerie

Più treni per tuttiPiù treni per tuttiFornaro e Borioli contro i tagli ai trasporti

“Abbiamo depositato un’interrogazione al Ministro dei Tra-

sporti sui nuovi e gravi tagli che si profi lano per il trasporto ferroviario del basso Piemonte e in particolare nella Provincia di Alessandria”, ha dichiarato Federico Fornaro a margine di una conferenza stampa sulla delicata tematica relativa ai tra-sporti. Il Senatore dem ha poi proseguito dicendo che: “Le più colpite da ulteriori riduzioni di servizi sembrerebbero essere le direttrici dell’Ovadese e dell’Ac-quese, sia nelle relazioni con Alessandria, sia in quelle con la Liguria. Ma altri gravi tagli si temono per Novi Ligure,- con-tinua Fornaro - che secondo al-

cune ipotesi verrebbe bypassata dai collegamenti tra Genova e Milano, precludendo così in questo modo a molti pendolari del Novese il collegamento di-retto con là capitale lombarda”. Borioli e Fornaro denunciano una sostanziale desertifi cazione del trasporto ferroviario locale, che chiama in causa certo il ge-store dei servizi, Trenitalia, ma anche le responsabilità di Re-gione e Governo, che hanno il dovere di garantire ai cittadini il fondamentale diritto alla mobili-tà. “Comprendiamo le diffi coltà economiche – affermano i due senatori – ma su certi servizi non si può concedere nulla”.

Marta Calcagno

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14 l’inchiostro frescoDicembre 2015

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La Redazione dell’inchiostro fresco fa i migliori auguri a Daniela Segale per la sua no-mina. Al contempo ringrazia Roberto Costa per la sempre splendida collaborazione di-mostrataci negli anni.

Daniela Segale è nata a Genova nel 1968. Risiede a Torriglia ed è impiega-ta nel settore marittimo. É membro del

Consiglio di amministrazione dell’U-nione nazionale Pro Loco Italiane.

Cambio di vertice al Parco dell’AntolaCambio di vertice al Parco dell’AntolaDaniela Segale presidente dell’Ente, Simone Franceschi della Comunità del Parco

Il Parco Regionale dell’Antola ha rinnovato i suoi vertici, con la nomina dei nuovi presidenti

dell’Ente Parco e della Comunità del Parco. A succedere a Roberto Costa, che ha ricoperto la presiden-za dell’Ente dal 2001 al 2015, sarà Daniela Segale, già presidente della Pro Loco di Torriglia e attualmente nel Consiglio direttivo dell’Unpli (Unione Pro Loco Italiane) della Provincia di Genova. La nomina è arrivata direttamente dal presiden-te della Regione Liguria, Giovanni Toti. La scelta è stata oggetto di alcune polemiche, da parte dello stesso Roberto Costa, che era stato indicato come candidato unico alla presidenza da parte della Comu-nità dell’Ente Parco. Il presidente uscente denuncia infatti come per la nomina: “Sia stato anteposto il criterio dell’appartenenza politica rispetto a tutte le altre valutazio-ni, nominando una persona da chi era stato indicato dalla Comu-nità del Parco a ricoprire l’incari-co”. Il dubbio, sollevato anche da alcuni amministratori locali, è che le nomine siano avvenute tramite il cosiddetto ‘Manuale Cencelli’, si-stema ben conosciuto in Italia che assegna incarichi in proporzione agli esponenti delle diverse forze politiche, sospetto avvallato dal fatto che, quasi in contemporanea all’Ente Parco del Beigua è stato nominato Daniele Buschiazzo, in area centrosinistra, mentre l’Ente Parco Antola è stato assegnato a Daniela Segale, in area centrode-stra, vicinissima a Giorgio Borna-cin. Una seconda obiezione fatta dall’ex presidente Roberto Costa è sulla ripartizione geografi ca, in quanto due membri su cinque del Consiglio del Parco provengono dalla stessa località, ovvero Ron-

co Scrivia. Assieme alla nomina del presidente dell’Ente Parco si è svolta quella del presidente della Comunità del Parco, l’organismo che rappresenta i comuni compresi all’interno del territorio del Parco, rappresentanti della Città Metropo-litana, dell’Università di Genova e di diverse associazioni del territo-rio (associazioni di agricoltori, cac-cia, pesca, ambientaliste, pro loco, ecc..) e la scelta è caduta su Simone Franceschi, sindaco di Vobbia, indi-cato dal sindaco di Torriglia, Mau-rizio Beltrami, votato all’unanimità del consiglio della Comunità con la sua sola astensione. La neo-presi-dente Daniela Segale ha cercato di gettare acqua sul fuoco dichiaran-do di capire “lo sfogo di Costa, che è una persona che stimo oltre che un concittadino torrigliese, ma dopo tanti anni non è facile la-sciare e, rimanendo Roberto Costa nel Consiglio del Parco, lo consi-dero una risorsa che potrà darmi una mano”. La redazione dell’In-chiostro Fresco fa ovviamente gli auguri di un buon lavoro per i pre-stigiosi incarichi ricevuti, alla neo-presidente dell’Ente Parco Daniela Segale e della Comunità del Parco Simone Franceschi confi dando che si continui la valorizzazione delle bellezze e delle eccellenze che con-traddistinguono il Parco dell’Antola e le sue vallate.

Fabio Mazzari

Roberto Costa, il Presiden-te uscente, era già stato

alla guida dell’Ente Parco Antola nel lontano 2001, no-minato dalla giunta presie-duta da Sandro Biasotti e poi riconfermato dalla successi-va di Claudio Burlando. Una persona dunque scelta non tanto per la sua appartenen-za partitica quanto per la sua conoscenza del territorio. Costa, nel congedarsi dalla sua carica, ha ringraziato i due ex presidenti di Regione che hanno avuto fi ducia in lui, tutti coloro che in questi anni lo hanno coadiuvato nel-la gestione del Parco e tutti i volontari che in questi anni hanno fornito la loro collabo-razione.

Il saluto di Roberto CostaIl saluto di Roberto Costa

Signori in carrozzaSignori in carrozzaProve tecniche sulla “Genova-Casella”

Il conto alla rovescia sembra stia per terminare: la riapertura della storica Ferrovia “Geno-

va-Casella” è sempre più vicina. Come già anticipato nel numero scorso, con le interviste ai sindaci di Sant’Olcese, Armando Sanna, e di Casella, Francesco Collossetti, nella primavera del 2016 la linea tornerà a funzionare dopo una lun-ghissima pausa. I primi segnali che fi nalmente, dopo tanta attesa da parte dei pendolari della Val Polce-vera e Valle Scrivia, qualcosa si sta muovendo, vi sono stati all’inizio del mese scorso. Giovedì 6 novem-bre infatti un locomotore è partito dal capolinea di Piazza Manin a Ge-nova ed è arrivato nel paese dell’al-ta Valle Scrivia, fermandosi nelle diverse stazioni, con molte perso-ne che, incredule, hanno assistito all’evento. Si è trattato di “prove tecniche” per collaudare i diversi punti che hanno comportato la chiusura per oltre due anni della linea che, come sembra, hanno dato un esito positivo. La ferrovia Genova-Casella, una delle poche li-nee a scartamento ridotto in Italia, fu chiusa, per lavori, nel novem-bre del 2013, a causa del rischio di cedimento del ponte in località Fontanassa. Il periodo previsto per questi lavori era stato stimato in circa un anno ma, nell’ottobre e

novembre dell’anno scorso, come è ben noto, l’alluvione colpì dura-mente il territorio dell’alta Val Pol-cevera e Valle Scrivia, con diverse frane che si verifi carono proprio lungo il percorso della linea. Tutto ciò rese vani i lavori effettuati fi no ad allora (ormai quasi completati) e si dovette ricominciare tutto da capo, con un danno enorme per i numerosi pendolari che ogni gior-no raggiungono Genova per lavoro e studio, costretti a ricorrere nuo-vamente alla linea di bus sostitu-tiva. Durante quest’estate, inoltre, una nuova “grana” si è abbattuta sulla storica linea, con il furto di maniglie e corrimano da parte di ladri mai identifi cati. Nel frattem-po autorità, attività commerciali e semplici cittadini non sono rima-sti a guardare. Così per protesta è nata l’idea di scattare un “selfi e” da-vanti ai binari vuoti del treno. Ini-ziativa che, in pochissimo tempo ha riscosso una marea di adesioni. L’associazione “Amici Ferrovia Genova-Casella” di Andrea Marti-nelli ha monitorato costantemen-te, negli ultimi mesi, i lavori sulla linea. Lo stesso Martinelli, da noi raggiunto, spiega che: “Attualmen-te i lavori sono a buon punto, con la messa in sicurezza delle frane, la ristrutturazione dei caselli delle fermate, gli interventi sul nuovo ponte di Fontanarossa e il conso-lidamento della sede ferroviaria”. Non rimane quindi che attendere la riapertura uffi ciale di questa glo-riosa linea. Sul nostro sito uffi ciale potete leggere un ampio resoconto dei lavori. Noi de l’inchiostro fresco parteggiamo per una più pronta apertura: non vediamo l’ora di ri-tornare su quei rossi vagoni!!!

Fabio Mazzari

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16 l’inchiostro frescoDicembre 2015

I fi gli di FresonaraI fi gli di Fresonara

Fresonara li ha ricordati tut-ti, quel soleggiato e freddo 1° novembre. A dire il vero

non li aveva mai dimenticati. Ma la scusa di avere continui impegni dava il permesso di rimandare di anno in anno il dovere di offrire, per qualche minuto, il nostro cuore alle 19 vittime della Prima Guerra Mondiale riportate sulla consunta lapide del Monumento ai Caduti. Certamente non saranno stati tutti eroi. Probabilmente avranno avuto paura quando per l’ultima volta udi-rono l’ordine perentorio degli uffi -ciali intimare di uscire dalla trincea, per lanciarsi, forse, in un ennesimo attacco suicida. Ma proprio per que-sta loro fragile umanità è nostro do-vere non dimenticarne il sacrifi cio. Troppo piccoli per poter modifi care quella Grande Storia che per com-piersi ha dovuto e voluto passare anche attraverso il loro corpo. Nel-la nostra ricerca li abbiamo trovati riversi sull’Isonzo, sul Grappa, sul Cengio, sul San Michele… Li abbia-mo sentiti agonizzare negli ospedali da campo. Abbiamo visto le lacrime delle loro madri, dei fi gli, delle mo-gli. Abbiamo sentito l’urlo strozzato dei padri e dei fratelli. Ecco perché bisognava gridare il loro nome. Nella tragedia hanno avuto la con-solazione di poter essere rimpianti come uomini, e non come numeri. Quell’esercito che il 24 maggio mar-ciava per raggiungere la frontiera aveva il fucile in spalla e un nome nel petto. Borsano Giovanni di Giacomo - capitano di complemento 38° reg-gimento fanteria nato il 5 ottobre 1883 a Fresonara, morto il 12 no-vembre 1915 sul medio Isonzo per ferite riportate in combattimento. Decorato di medaglia d’argento al valor militare.Borsano Cesare Andrea di Do-menico - tenente in servizio atti-

vo, 2° reggimento alpini, nato il 17 maggio 1895 a Fresonara e morto il 5 luglio 1917 nella 47ª sezione sanità per ferite riportate in combattimento. Deco-rato di medaglia di bronzo al valor militare.Gamaleri Enrico di Augusto - tenente di com-plemento, 43° reggimento fanteria, nato il 18 mar-zo 1895 a Fresonara e morto il 25 maggio 1917 sul Monte Santo per ferite riportate in combattimento. Decorato con medaglia d’argento al valor militare.Gamaleri Angelo Pio di Nicolò - sergente allie-vo uffi ciale 1° reggimento artiglieria da fortezza, nato il 16 dicembre 1889 a Novi Ligure e morto il 7 novembre 1917 a Rovigo per malattia. Barisone Carlo di Giovanni - soldato 1° reggi-mento fanteria nato il 31 agosto 1889 a Fresonara, morto il 9 dicembre 1918 nell’ospedale da campo n.013 per malattia. Barisone Domenico di Giovanni Battista - sol-dato 155° reggimento fanteria, nato il 10 luglio 1885 a Fresonara, morto il 15 ottobre 1915 sul monte San Michele per ferite riportate in combattimento

Speciale la Grande GuerraSpeciale la 19151915

Arquata Scrivia e i suoi cadutiArquata Scrivia e i s

Ad Arquata Scrivia dome-nica 8 novembre è stata inaugurata nella sala

consiglio del Comune la mostra storica “Arquata nella Grande Guerra”. L’esposizione è realiz-zata grazie alla collaborazione dell’Associazione Amici dell’Ar-te di Serravalle Scrivia, dell’As-sociazione Culturale “Giovanni Ponta” di Rigoroso, ma anche i cittadini così come alcuni storici del territorio hanno contribuito in maniera notevole alla riuscita dell’evento. Durante la manife-stazione inaugurale è interve-nuto il Sindaco, Paolo Spineto, ringraziando tutti quelli che hanno collaborato, e che hanno reso possibile il recupero dei re-perti d’epoca, ricerca tutt’altro che facile, data la diffi coltà nel

rintracciare i parenti dei caduti in guerra cento anni fa. Il primo cittadino ha ricordato, inoltre, l’importanza della mostra come testimonianza di chi si è ferito, o ha perso la vita combattendo per il proprio Paese. In molti hanno voluto presenziare durante l’i-naugurazione, gli uffi ciali delle forze armate, i carabinieri, gli assessori comunali, le associa-zioni combattentistiche e d’Ar-ma, così come molti alunni delle classi di Arquata accompagnati dalle maestre. Da ammirare nel-la mostra le foto degli ospedali di guerra del medico Giacomo Sorelli, le immagini del cappel-lano militare Luigi Simonotti e, grazie al contributo dell’Associa-zione Nazionale Alpini, è stato possibile ricostruire il periodo in cui l’esercito britannico si inse-diò alle Vaie.

ELEONORA GATTI @viaggiatrice191I @

Cento anni fa Cento anni fa

l’Italia unital’Italia unita

Con questo nostro numero termi-niamo, nell’anno del Centenario

dall’ingresso dell’Italia nel primo confl itto mondiale, le pagine dedicate al ricordo della Grande Guerra. Una guerra che sbandierata nel nostro Pa-ese come “quarta guerra d’indipen-denza”, ovvero utile al conseguimen-to dell’Unità Nazionale con la futura acquisizione dei territori “irredenti” del Trentino Alto-Adige e del Friuli-Ve-nezia-Giulia, si sarebbe potuta evitare. Infatti, secondo recenti documenti, l’Austria avrebbe ugualmente conces-so “Trento e Trieste” al nostro Paese se non fossimo entrati in guerra (dato che, nel decennio precedente, nono-stante l’alleanza con gli Imperi Centra-li – la Triplice Intesa - la posizione na-zionale fu ondivaga, divisa fi lo austro-tedeschi e fi lo anglo-inglesi). Quindi, venuto a mancare il cosiddetto “casus belli”, perché questo confl itto risul-tò così cruciale per il nostro Paese? Perché nel fango delle trincee del tri-veneto si consolidò, nel modo forse più drammatico, lo spirito nazionale a partire dalla conoscenza tra genti pro-venienti da ogni angolo della Penisola, facendo affermare l’uso della lingua italiana. Per la prima volta piemontesi e siciliani, laziali e veneti si ritrovaro-no a ridosso dei reticolati o arroccati sui monti a condividere un medesimo destino, suolo e appunto lingua. Nella Grande Guerra, tragicamente, si può dire che si fecero gli italiani, come aveva profetizzato Massimo d’Azeglio. Alla luce dei recenti sconvolgimenti internazionali, guarda caso originati-si anch’essi, come dicono autorevoli studiosi (Eric Hobsbawm), dalla Grande Guerra, non ci resta che dire che, ricalcando le parole del grande uomo politico romano Cicerone “Per conoscere il futuro occorre ripensare il passato”.

La Redazione

Lo spirito dei tempiLo spirito dei tempiErnesto Cabruna, medaglia d’oro al valor militare

Domenica 22 novembre è stato presentato, nell’am-bito delle celebrazioni

della “Virgo Fidelis”, Patrona dell’Arma dei Carabinieri, il ri-tratto di Ernesto Cabruna, “l’asso dei cieli” nato a Tortona nel 1889, medaglia d’oro al valore militare e sodale compagno di Gabriele d’Annunzio con il quale effettuò “l’impresa di Fiume”. Il ritratto di Ernesto Cabruna è stato ese-guito da Cristina Cattaneo ed è stato posto accanto agli altri degli “illustri tortonesi” lungo i portici Frascaroli. Alla presenza di Vittorio Viola, Mons. di Tor-tona, è stata ricordata così una fi gura davvero di grande presti-gio per la città dell’Oltregiogo. Cabruna infatti fu uno dei veri e propri protagonisti dei primi anni della nostra Aeronautica nella quale entrò a far parte a 18 anni, presso la “Legione Carabinieri di Roma”. Il tortonese partecipò come volontario alla guerra italo-turca del 1912, dove fece parte di un contingente che occupò le isole di Rodi e Coo. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, con il rango di brigadiere, venne inizialmente impiegato sull’Alto-piano di Asiago nella “10ª Com-pagnia Carabinieri Mobilita-ta”. Per il suo eroico soccorso prestato durante la “battaglia degli Altipiani” nel maggio del 1916 (durante la quale gli austro-ungarici effettuarono pesanti bombardamenti) egli ricevette la medaglio di bronzo al valore militare. In quel maggio “non più radioso” chiese di diventa-re un pilota d’aereo. Nel tardo giugno del 1917, con il grado di maresciallo, Cabruna, ottenuto il brevetto di pilota, si trovò subito impegnato in aspri combattimen-ti al fronte, il più famoso dei quali fu quello sopra Conegliano del 29 marzo 1918 che gli fece ottenere la promozione a sottotenente (Cabruna attaccò da solo una

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

formazione austro-ungarica com-posta da un bombardiere e da ben dieci caccia). A memoria di questa impresa, il celebre Achille Beltrame disegnò la copertina a colori della Domenica del Corrie-re dell’8 settembre 1918 intitolata “1 contro 11”. Al termine della guerra, entrò nell’orbita di Ga-briele d’Annunzio che, grazie allo “spregio del pericolo e all’ardor pugnace” dimostrato a Fiume, gli consegnò la “Medaglia d’oro della Marcia dei Ronchi”. Dopo che Fiume divenne italiana, il 24 maggio 1924, Ernesto Cabruna, richiamato con il grado di capita-no della Regia Aeronautica, ven-ne insignito della medaglia d’oro al valor militare, oggi conservata presso il museo D’Annunzio Eroe al Vittoriale. Durante la Seconda Guerra Mondiale ebbe numerosi contatti con la Resistenza e, in occasione dell’eccidio delle Fos-se Ardeatine, fu ricercato dalle SS e dalla milizia fascista. Finì i suoi giorni a Rapallo, nel 1960, sereno e in pace con se stesso. Cabruna fu un “uomo tutto d’un pezzo” di un’Italia che, forse, non c’è più e un vero esponente dello “spirito dei tempi”.

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17l’inchiostro frescoDicembre 2015

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mostra di Ovadamostra di Ovada

La Mostra “Ovada e l’Ovadese nella Grande Guerra” curata

presso la Loggia di San Sebastiano dall’Accademia Urbense e dall’As-sessorato alla Cultura del Comune di Ovada dall’11 ottobre fi no al 4 novembre scorso, dopo l’enorme successo di visitatori che ha riscon-trato con circa quattromila presenze tra classi delle scuole cittadine e sin-gole persone, (compreso il Vescovo della Diocesi di Acqui Terme Mons Piergiorgio Micchiardi) proveniente da ogni parte dell’Italia settentrio-nale, continua in parte a Genova Pegli. Tutto il materiale esposto è stato infatti restituito ai possesso-ri, mentre una decina di pannelli a colori della misura 70 x 100 cm. di proprietà dell’Accademia Urbense sono stati consegnati al “Museo del-la batteria” di Pegli nella sede del Coordinamento Ligure Studi Mili-tari ricavata dai soci e dove verso la metà di dicembre si svolgerà una mostra sulla Grande Guerra a Geno-va. Ciò è stato reso possibile grazie all’intervento del socio dell’Accade-mia Urbense Andrea Gandino che è venuto in contatto con il Generale Luciano Repetto, già Capo di Stato Maggiore della Divisione Corazzata “Centauro”. Repetto che frequenta la zona, avendo una residenza estiva a Tagliolo Monferrato, oltre ad avere discendenti della zona, già si era reso disponibile a prestare del materiale per la mostra di Ovada ed ha tenuto anche una conferenza il 17 ottobre nell’ambito delle iniziative collaterali sul tema. “Le operazioni di pace a 100 anni della Grande Guerra”. Da qui è nata questa collaborazione con l’Accademia Urbense di Ovada che porterà non solo a nuove conoscen-ze culturali, ma potrà ampliare la me-ritevole azione che l’Associazione di Ovada svolge con attenzione da anni su tutto il territorio che ormai supera i confi ni della zona. (l.r.)

Speciale la Grande Guerra Grande Guerra Je suis humaineJe suis humaineUna rifl essione di Federico Cabella

20152015

Arquata Scrivia e i suoi cadutisuoi caduti

(sepolto a Redipuglia sacrario militare).Bocca Giuseppe di Pietro - soldato 160° reggimento fanteria, nato il 13 marzo 1895 a Fresonara, disperso il 20 maggio 1917 sul Monte Vodice in combattimento.Bricola Lorenzo di Luigi - soldato 38° reggimento fanteria, nato il 29 aprile 1894 a Fresonara e morto il 17 aprile 1917 nella 7ª sezione di sanità per ferite riportate in combattimento (sepolto a Oslavia sacra-rio militare).Castellari Carlo di Vincenzo - soldato 6° reggimento bersaglieri, nato il 27 giu-gno 1891 a Castel San Pietro dell’Emilia e morto il 29 maggio 1917 sul Monte Vodice per ferite riportate in combattimento.Ferrarese Giovanni Battista di Do-menico - soldato 155° reggimento fante-ria, nato il 18 dicembre 1888 a Fresonara e morto il 19 ottobre 1915 sul Monte San Michele per ferite riportate in combatti-

mento.Ferrarese Oreste di Giuseppe - soldato 138° reggimento fanteria nato il 13 dicembre 1897 a Freso-nara, morto il 23 febbraio 1918 sul Monte Grappa per ferite riportate in combattimento (forse sepolto a Bassano del Grappa sacrario).Ferrari Antonio di Giuseppe - soldato 78° reggimento fanteria nato l’11 luglio 1889 a Fresonara e morto il 4 settembre 1917 sul campo per fe-rite riportate in combattimento.Giavino Alessandro di Annun-ziato - soldato 2ª compagnia di sanità, nato l’8 ottobre 1881 a Fre-sonara, morto il 27 maggio 1917 sul medio Isonzo per ferite riportate in combattimento.Giracca Giuseppe di Giovanni Battista - soldato 139° reggimen-to fanteria, nato il 7 marzo 1886 a Fresonara e morto il 10 agosto 1918 nell’ospedale da campo n. 085 per malattia. Lume Giovanni Battista di Giu-seppe - soldato 251ª compagnia mitraglieri Fiat, nato il 14 settem-bre 1895 a Fresonara e morto il 15 giugno 1918 sul Montello per ferite riportate in combattimento (sepolto a Norvesa della Battaglia – sacrario Montello).Lume Giuseppe di Clemente - soldato XXIII reparto d’assalto, nato il 16 giugno 1897 a Fresonara, disperso il 6 giugno 1917 sul medio Isonzo in combattimento.Massarioli Pietro di Antonio - soldato 23° reggimento fanteria nato il 14 agosto 1899 a Fresonara, disperso il 15 giugno 1918 sul Monte Solarolo in combattimento.Sulla lapide ne risulta uno, ma ne-gli elenchi dei caduti risultano due fresonaresi con lo stesso nome e cognome:1 - Repetto Antonio di Stefano - soldato 132° reggimento fanteria,

nato il 3 luglio 1895 a Fresonara e morto il 3 novembre 1915 sul Monte San Michele per ferite riportate in combattimento.2 - Repetto Antonio di Giuseppe - soldato 38° reggimento fanteria, nato il 7 ottobre 1887 a Fresonara e morto il 27 giugno 1915 sul Monte Sabotino per ferite riportate in com-battimento.Verde Alessandro di Giuseppe - soldato 3° reggimento artiglieria da fortezza, nato il 1° settembre 1894 a Fresonara e morto il 25 febbraio 1916 sul Monte Cengio in seguito a caduta di valanga (sepolto a Pocol sacrario militare).

Non segnato sulla lapide, ma ripor-tato negli elenchi dei caduti, risulta anche il fresonarese:Ferrari Battista di Pio - soldato 32° reggimento artiglieria da cam-pagna, nato il 5 gennaio 1895 a Fre-sonara e morto il 14 novembre 1917 sul Piave per ferite riportate in com-battimento.

Infi ne vogliamo anche ricordare un maestro elementare di Alluvioni Cambiò che, prima di partire per la guerra, insegnava a Fresonara:Corradi Ettore di Pietro - sotto-tenente di complemento 37° reggi-mento fanteria, nato il 15 maggio 1890 ad Alluvioni Cambiò e morto il 15 maggio 1917 nell’ambulanza chirurgica d’armata n. 1 per ferite riportate in combattimento sulle alture di San Marco.Cento anni dopo la Canzone del Piave porta ancora, insieme agli altri 600.000, anche i nomi dei Caduti fresonaresi. Ma l’Inno d’Italia cantato dagli alunni della Scuola Primaria quel soleggiato, freddo 1° Novembre sia la spe-ranza di non dover più riscrivere altre lapidi.

La mediocrità dell’attuale classe politica, già eviden-te al di fuori di ogni so-

spetto, si misura con precisione nelle situazioni di crisi. A segui-to dei terribili attentati parigini, assieme alle parole di cordoglio si distinguono i soliti commenti, ignoranti e pretestuosi, di alcuni nostri governanti o presunti tali (Dio ce ne scampi!). “Dobbiamo chiudere le frontiere” sentenzia qualcuno, “Bisogna radere al suolo lo Stato islamico” rispon-de qualcun altro, per non essere da meno. Senza specifi care ulte-riormente che il sedicente stato islamico che promuove attacchi terroristici in tutto il mondo nasce proprio nell’Iraq, ridotto a polveriera in seguito alla ca-duta del raìs Saddam Hussein. Operazione maldestramente condotta dagli Stati Uniti col docile appoggio del Governo Italiano. E ora, dunque, come ci si dovrebbe comportare? Chi bisognerebbe attaccare? La po-polazione inerme di quei luoghi, ormai prostrata da decenni di continue lotte? Al sangue si ri-sponderebbe col sangue, come nella più burbera delle vendet-te. Senza contare che in questo modo si farebbe il gioco dei ter-roristi, che non aspettano altro che un buon motivo per aizza-re i civili, colpiti dalle bombe, contro i “crociati” che li hanno attaccati. L’argomento della chiusura delle frontiere risulta puerile nel tentativo di cavalca-re l’onda lunga della quanto mai

attuale questione dei profughi. Posto che i migranti sono utili alla crescita economica del no-stro paese, come ci impone la dittatura del Pil - non parliamo di valori di solidarietà e acco-glienza, pensando di non trova-re terreno comune con i nostri interlocutori politici -, e che fra di essi potrebbe esserci benissi-mo qualche infi ltrato terrorista, chiudere le porte del paese si-gnifi cherebbe non già risolvere il problema dell’immigrazione, che ci sarebbe sempre, ma fa-vorire quella clandestina, senza controlli, magari parziali, ma che comunque già avvengono. Tuttavia pare che si preferisca continuare così, a speculare su quel risicato “chissà-quanto” percento per avere più potere di contrattazione in Parlamen-to. In questo modo i salotti delle trasmissioni televisive dedicate alla strage, nella conseguente diretta continua che non si ca-pisce se serva più a esasperare gli animi degli spettatori o a fare pubblicità ai terroristi, si affol-lano di cinici personaggi che aggiungono morbosi dettagli all’orrore e invocano punizioni per il nostro orgoglio ferito. Evi-tando accuratamente di chie-dersi come mai dei ragazzi, nati a Parigi o in qualsiasi altro posto d’Europa, educati nelle nostre scuole e cresciuti insieme a noi, decidano di farsi saltare in aria nel nome di Allah.

Federico Cabella

Ricerca a cura di Dom&Nico BISio

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18 l’inchiostro frescoDicembre 2015

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Aria nataliziaAria nataliziaNella Chiesa di San Gualberto di Vara

Natale è, come tutti sappia-mo, una delle feste più importanti del calendario

cristiano ma non solo. Infatti, con alle spalle due millenni di storia, questa ricorrenza è entrata a far parte della cultura stessa della nostra società, riempiendo quei giorni a cavallo del nuovo anno di un’atmosfera magica e piena di soprese. E quale atmosfera più ricolma di soprese di quella che, grandi o piccini non importa, si respira davanti ad un bel prese-pe, magari ricco di statuine e di piccole miniature che rappresen-tano, ancora meglio del vero, la capanna di Betlemme oppure la bottega del fornaio, il laboratorio del maniscalco oppure il cortile con le galline. Un presepe dav-vero magico per la redazione de “l’inchiostro fresco” è quello che abbiamo scoperto nella Chiesa di San Giovanni Gualberto a Vara Inferiore, nel Comune di Urbe, in provincia di Savona. A Vara Infe-riore, oltre al presepe, la gentile Lorena dell’omonimo Albergo Vara ha saputo donare un’atmo-sfera da fi aba grazie ai suoi ineffa-bili “varelfi ”, gli elfi custodi della valle dell’Olba assieme ai “beig” del monte Beigua e Tariné. Ma si parlava del presepe. Questa sen-sazione di “storia dal sapore an-tico e affascinante” è donata proprio dal presepe custodi-to nella chiesa. Un presepe meccanizzato che ripercorre un’intera giornata, dalle tenue rosee luci dell’alba sino alla notte più pro-fonda. Come quest’esta-te abbiamo fi lmato nel nostro video “Terrori e meraviglie dalla Valle dell’Or-ba”, questa rappresentazione si

contraddistingue anche per il per-fetto movimento delle sue statui-ne: vi è una donna che vende dei tessuti, un falegname che sega un tronco d’albero ed anche un sim-patico asinello che fa girare una macina. Un mondo perfettamente citato, con cura e amore per i par-ticolari. Quando, nel torrido luglio del 2015, il “diretur” Gian Battista Cassulo si trovò di fronte a questo spettacolo, disse quasi soprap-pensiero: “Anche se fuori ci sono quasi quaranta gradi, guardan-do questo presepe si sente voglia del calduccio di una stanza con un bel fuocherello, proprio come se nevicasse”. In fondo questo è il presepe: un teatro che mette in scena plasticamente una rappre-sentazione, sia sacra che profana. Perché oltre alla sacra famiglia ci sono anche tutte gli altri per-sonaggi, dai lavoratori ai soldati fi no agli animali che sono parte integrante di quel piccolo mondo antico. A Vara Inferiore per vivere un “sogno di un mattino di mez-zo inverno” basta varcare la porta di una chiesa.

Eleuterio

Un Presepe d’incanto a VoltaggioUn Presepe d’incanto a VoltaggioDal 19 dicembre al 10 gennaio 2016 le opere di Leardo Traverso ed altri artisti in mostra

A Voltaggio in occasione delle Festività Natalizie, apre la Mostra “Il Presepe Incanta”

che rinnova l’appuntamento con l’arte e la tradizione secolare dei Presepi italiani. La manifestazione si svolge dal 19 Dicembre 2015 al 10 Gennaio 2016 presso il Convento dei Frati Cappuccini, gli Oratori di Sant’Antonio Abate e nella Chiesa Parrocchiale di N.S. Del Gonfalo-ne. Curatori dell’esposizione sono Angela Bagnasco, Emilio ed Elio Burri, Jo e Sandra Cavo, Luciana Scarone, Emma e Rosa Traverso, Leardo Traverso. Caratteristici pre-sepi sono inoltre visitabili presso la Sala “Il Castello” e lungo le vie del paese. L’evento è organizzato dal-l’“Associazione Onlus L’Arcangelo” con il contributo di Beni Culturali Cappuccini Genova, Comune Vol-taggio, Presidenza Consiglio Regio-nale Piemonte, Fondazione Cassa Risparmio Alessandria, Viscol Spa. Si ricorda inoltre che sono aperte presso il Convento dei Frati Cap-puccini le iscrizioni per il tessera-mento 2016 a sostegno dell’attività dell’Associazione nella Pinacoteca di Voltaggio.

Leonardo Bisio

Natale al profumo di GenovaNatale al profumo di GenovaNel racconto di Giorgio Dalpian il ricordo di un tempo che fu

Vorrei ricordare alcune tradizioni che purtroppo si stanno perdendo: l’albero di natale “genovese” fatto

con una bella e grossa “ramma” d’alloro. Sì, proprio alloro profumato piantato in un vaso di terracotta fasciato con un bel foglio di carta colorata: la cosiddetta carta zucchero. Poi l’addobbo. Non palline di pla-stica o fi nta neve ma venivano appesi man-darini, arance, pere martin sec, mele carle, fi chi secchi (tutto infi lzato con una sorta di gancetto). Poi l’albero raggiungeva l’apice della perfezione, quando venivano aggiunti torroncini, caramelle, grossi cioccolatini fasciati in stagnola luccicante e pure i na-strini bianchi&rossi: i colori di Genova. Un ramoscello d’alloro di questo albero fi niva poi sopra il pandolce alla fi ne della grande festa. Il taglio “du pandöçe” era un rito: il più giovane lo tagliava, il più anziano lo di-stribuiva ai convitati. E buon appetito!!!

Natale a SasselloNatale a Sassello

con il nostrocon il nostro

Matteo Clerici Matteo Clerici

Natale Natale nell’Oltregiogonell’Oltregiogo

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20 l’inchiostro frescoDicembre 2015

C’era una volta una p r i n c i p e s s a . Così iniziano

molte fi abe e anche per la storia di Gavi si potrebbe utiliz-zare questa frase. Infatti, narra la leggenda, che nel VI secolo d. C. una principessa di rara bellezza, Gavia, fi glia prediletta di Clodo-miro, re dei Franchi e di Giunteca, fi glia del re dei Burgundi, si sposò per amore con un bel giovine di

umin tanfam

terna quanto con quellae si rifugiò in val Lemmene sorpresa dagli armigdomiro e poco ci mancfosse passata a fi l di spasoccorso sopraggiunse dei Goti, Amalasunta, lasoltanto la liberò dalla s

lt

La principessa La principessa Gavia GaviaLe tre ConfraterniteLe tre Confraternite

Bianchi, Turchini e Rossi: la storica ricchezza di Gavi

Gavi è una città in cui letteralmente ad ogni angolo la società si mescola con la fede. Infatti vi sono presenti da quasi più di 600

anni ben tre confraternite: la Confraternita dei Bianchi, la Confraternita dei Rossi e la Confrater-nita dei Turchini.

La Confraternita dei Bianchi

LLa Confraternita dei Bianchi, secondo i docu-menti e i capitolati, è quella di più antica fon-

dazione ed è caratterizzata dall’uso della tonaca di colore bianco, alternata alla cappa di colore nero, quest’ultima utilizzata per l’accompagnamento dei defunti, nel suggestivo corteo delle donne vestite di nero durante la processione eucaristica dell’ot-tava del Corpus Domini. I Bianchi si sono sempre contraddistinti per opere che potremmo defi nire di “pubblica utilità”. A loro spettava la gestione dell’ospedale (costruito attiguo all’oratorio), la se-poltura dei defunti meno abbienti e dei prigionieri del Forte. Inoltre si occupavano anche del “Monte del grano”.

La Confraternita dei Turchini

Gli archivi attestano la nascita della Confrater-nita dei Turchini attorno alla seconda metà

del Cinquecento. Contraddistinti anch’essi da un forte ruolo sociale, ai Turchini venne affi data la delicata gestione del “Banco di Pietà”, organo che concedeva prestiti senza praticare alcun interesse nei riguardi di chi fosse in ristrettezze economi-che. A conferma di quest’antico ruolo vi è l’inse-gna posta all’ingresso dell’oratorio, su cui si può leggere “Monte Pio”. Inoltre, oggi conservata nella sala consiliare dell’Edifi cio Comunale, i Turchini

conservavano i preziosi dati in pegno in una pode-rosa cassaforte in legno e doghe di ferro.

La Confraternita dei Rossi

La Confraternita della Santissima Trinità, meglio conosciuta come Confraternita dei Rossi, sorse

attorno ad una cappelletto situata in zona Alice, quasi sulla riva del torrente Lemme. Secondo noti studiosi, i Rossi erano la confraternita più nume-rosa, forse perché, assieme alla Confraternita di “Morte et Oratione” (quella dei Bianchi), i Rossi gestirono sia il “Monte di Grano” che anche un forno, costruito nel 1670, ed abito a casa e cascina a uso negozio. Dopo dieci anni di intenso utilizzo, nel 1680, i Rossi la diedero in affi tto con l’obbligo di vendere il pane e i generi alimentari a prezzo basso.

Le Confraternite unite nell’emergenza

Ma le Confraternite oggi sono vive più che mai. Infatti, senza citare i numerosi appuntamenti

religiosi o le manifestazioni organizzate dall’Asso-ciazione “L’Oltregiogo”, nel 2003, a seguito del si-sma che colpì la Chiesa di San Giacomo, gli oratori dei Bianchi, dei Turchini e dei Rossi hanno fatto sì che le celebrazioni liturgiche proseguissero, gra-zie al proprio impegno personale ed ai loro mezzi. Un’azione questa che, per citare Maurizio Monero, curatore di uno speciale realizzato in collaobora-zione con la Banca Carige, rientra perfettamente: “In linea con i loro cinque scopi fondamentali: il culto, la carità, la penitenza, la catechesi, l’evan-gelizzazione, con in aggiunta la missione pecu-liare della promozione del culto pubblico”.

Eleuterio

L’edicola de “Il Forte”L’edicola de “Il Forte”“l’inchiostro fresco” ormai da diversi anni è “arrivato” anche a Gavi

e tra i punti di distribuzione spicca, sia per numero di copie lasciate a disposizione, sia per la cortesia che con-

traddistingue i gestori, l’edicola del centro commerciale “Il Forte”. Situata in una posizione strategia, ovvero in via Serravalle, quest’edicola serve, oltre che l’intero contado di Gavi, anche tutte quegli utenti che, arrivando dalla valle Scrivia o val Borbera, vanno in direzione di Novi e viceversa. Un’edicola anche tabaccheria che si è imposta nel corso del tempo come un vero e proprio “punto di informazioni sul mondo intero”.

anche a Gavi di copie -

e a. el

La redazione de “l’inchiostro fresco” ringrazia l’Amministrazione comunale di Gavi e l’Associazione Esercenti gaviesi per il supporto

fornitoci per queste pagine.

Natale nell’OltregiogoNatale nell’Oltregiogo

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21l’inchiostro frescoDicembre 2015

Vorrei per quest’anno che tut-ti, grandi e piccini, siano più

buoni. Vorrei non vedere più altri bambini soffrire la fame, non vor-rei più dover assistere a guerre e bombardamenti in ogni parte del

mondo e sono stufo di dovermi svegliare con la paura che tutto, in pochi secondi, possa precipitare nell’orrore. Chissà se tu, caro Babbo Natale, che sei infi nitamente buono, puoi riuscire a far esaudire i miei desideri? Nell’attesa di un tuo segno, ho deciso di fare così. D’ora innanzi cercherò di fare arrabbiare il meno possibile i miei genitori, cercherò di essere rispetto-so degli altri senza dover rinunciare alle mie idee ma, attraverso doman-de e risposte, parlando e discutendo, comunicare con tutti. Forse è poco, forse è molto, ma magari a qualcosa serve. Vuoi vedere che i grandi nel guardare noi piccoli “com-portarci bene”, non ne prendano esempio una volta per tutte e la piantino lì di fare casino?

Un bambino troppo cresciuto

mili origini, contrasto

nto con la miglia pa-a materna, e. Qui ven-

geri di Clo-cò che non ada. In suo

la regina a quale non soldataglia

ma le assegnò anche il potere sul contado della val Lemme. Gavia, in compagnia dell’amato compa-gno, eresse così, su un picco roc-cioso, un maniero che dominava tutta la vallata e lì, governando bene sui suoi cari sudditi, coltivò il suo grande amore. Su quel roc-cione oggi si posa l’antico borgo che da quell’avventura “romanti-ca” prese il nome di “Monserito”, dal francese “Mon Cheri” ed an-cora ai giorni nostri, camminan-do per le sue vie, si respira quella grande storia. Ma perché Gavi si chiama così? Perché , proprio per onorare la memoria di quella principessa cortese, gli abitanti di quel borgo vollero dare a tutto il paese il nome di Gavi conferendo l’appellativo di “Cortese” al viti-gno che oggi dà origine al celebre bianco “Gavi”.

ili iiiiiiiiii i i

La principessa Gavia

Sentiero della Val LemmeSentiero della Val LemmeGavi e il territorio circostante hanno sempre goduto di un’in-

vidiabile posizione così come sono “baricentrici” rispetto al porto di Genova e alle distese della Pianura Padana. Proprio

per quest’ubicazione così particolare, da Gavi e per Gavi, si sono, nel corso dei secoli, diramate numerose strade che vennero utilizzate nei tempi andati per il commercio del bene più prezioso: non l’oro, bensì il sale. E proprio su queste vie del sale sono stati oggi tracciati dei percorsi che si possono attraversare per una salutare passeggia-ta o per un appassionante giro in bicicletta. Il più famoso di questi sentieri è il “Sentiero della Val Lemme” che si sviluppa su un per-corso di quasi 80 km, dalla sorgente del torrente Lemme al passo della Bocchetta fi no alla confl uenza a Predosa con il fi ume Orba. Un suggestivo percorso in mezzo alla natura che bene si interseca con altri percorsi, come la rete sentieristica esistente presso il “Parco delle Capanne di Marcarolo” .

In collaborazione con il Rotary Club di Gavi

Natale nell’OltregiogoNatale nell’Oltregiogo

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22 l’inchiostro frescoDicembre 2015

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Iniziamo dall’antefatto: mercoledì 23 settembre il Consiglio Comu-nale di Novi Ligure ha accolto la

proposta dell’azienda Acosì di realiz-zare il teleriscaldamento per alcune aree della città. Questo intervento, nelle intenzioni, si inserisce all’inter-no del progetto PAES (Piano d’azione per l’energia sostenibile), sottoscritto dalle autorità locali, che si propone un abbattimento del venti per cento delle emissioni di CO2 entro il 2020. Mancando, però, un’adeguata infor-mazione riguardo a questo intervento, il Movimento Cinque Stelle di Novi Li-gure ha deciso di organizzare, sabato 2 novembre, presso la Biblioteca di Novi Ligure, una giornata “tecnica”, in modo da poter mettere al corren-te i cittadini riguardo ai problemi e ai vantaggi che presenta questo nuovo investimento di oltre quattro milioni di euro. L’introduzione è stata affi data all’ingegner Andrea Pernigotti che ha spiegato in che cosa consiste il tele-riscaldamento: in soldoni, la distribu-zione, attraverso un sistema di tubi in-terrati, di acqua calda, proveniente da una centrale di produzione, agli edifi -ci che necessitano di riscaldamento. È stato, infatti, evidenziato come la più grande fetta del progetto e delle risorse (oltre il cinquanta per cento) sia stata investita nel teleriscaldamen-to delle zone di Via Crispi e del Museo dei Campionissimi. I maggiori bene-fi ciari dovrebbero essere gli impianti sportivi, le scuole e gli edifi ci dell’edi-lizia economica popolare. Ma a que-sto punto sorgono i dubbi dell’inge-gner Pernigotti: “si tratta di un inve-stimento elevato, che non garantisce vantaggi, nemmeno in termini di riduzione delle emissioni, rispetto ai vecchi impianti”. Non da meno è l’intervento della consigliera comuna-le Lucia Zippo, maggiormente tarato su argomenti politici: “l’azienda Acos,

promotrice del progetto, è una parte-cipata del Comune. Se non riuscisse a far fronte agli impegni economici, si attingerebbe dalle casse pubbliche e quindi sarebbero ancora una volta i cittadini a pagare. Inoltre il fi nan-ziamento, già oneroso, potrebbe cre-scere nel tempo. In questo caso ci si rifarebbe sui consumatori fi nali, che vedrebbero aumentare le tariffe”. A completare il giudizio, nel complesso negativo, fornito dal convegno è in-tervenuto Paolo Tkalez, coordinatore della Commissione Energia e Impian-

ti dell’Ordine Ingegneri di Torino: “Il teleriscaldamento non rappresenta una priorità – ha detto – e incide veramente poco sulle emissioni di CO2. Non si tratta di un investi-mento volto al risparmio e, colpo di grazia fi nale, presenta un ammorta-mento dei costi in circa trent’anni. Un periodo di tempo troppo lungo: non possiamo sapere come evolverà la situazione in un così lungo lasso di tempo”.

Federico Cabella

Novi Ligure: il M5S boccia il teleriscaldamentoNovi Ligure: il M5S boccia il teleriscaldamentoIn un interessante convegno promosso dai pentastellati novesi si è discusso sul tema “Rifi uti a km zero”

Il futuro della Terra? Un’enorme Isola di PasquaIl futuro della Terra? Un’enorme Isola di PasquaSenza una politica ecologica e senza l’utilizzo di fonti di energie rinnovabili, uno scenario apocalittico

Gli interventi previsti nel po-meriggio sono stati affi dati a Fabrizio Gallo, Capogruppo

e Consigliere Comunale novese del MoVimento Cinque Stelle (M5S), Roberto Cavallo, Vice Presidente del Comitato Scientifi co del Piano Na-zionale sulla Prevenzione dei Rifi u-ti, e Mirko Busto, attuale portavoce e Deputato (anche se i consiglieri pentastellati preferiscono dire “citta-dino”, ndr) per il M5S e componente dell’Ottava Commissione Permanen-te sui rifi uti. L’argomento principale è stato il riciclo dell’immondizia che, come più volte ribadito dagli stessi conferenzieri, è sempre e comunque preferibile, anche in termini econo-mici, rispetto al suo conferimento in discarica. “Dobbiamo cercare di comprendere come sia giunto il momento di modifi care il nostro paradigma culturale – afferma Fa-brizio Gallo – Ovvero non dobbiamo parlare più in termini di rifi uti

ma di risorse: perché ciò che si getta nel cestino può in quasi tut-ti i casi, se debitamente trattato, divenire risorsa per qualcun altro: l’economia lineare, io consumo e poi butto, deve diventare – prosegue il consigliere pentastellato – econo-mia circolare, io consumo, riciclo, qualcun altro ottiene risorse”. Ro-berto Cavallo, ingegnere in agraria, forte della sua esperienza tramite la “Cooperativa ERICA”, ha ricorda-to che: “Andando avanti di questo passo, con le odierne emissioni di anidride carbonica (CO2) – spiega Cavallo – la temperatura globa-le media della Terra è destinata a salire, con conseguenze catastrofi -che per tutti noi: la sopravvivenza stessa del genere umano è legata alle scelte che prenderemo oggi”. Infi ne l’intervento del portavoce del M5S alla Camera dei Deputati, Mirko Busto, è iniziato con una metafora: “L’isola di Rapa Nui, meglio cono-sciuta come Isola di Pasqua, sino al 600 d.C. era abitata da quasi 9000 maori. Costoro costruivano enormi

statue, le famose teste dell’Isola di Pasqua, per ingraziare gli spiriti degli antenati. Le famiglie più po-tenti erano in competizione tra loro – ha continuato nella sua metafora Cavallo – e nel giro di poco più di 300 anni tagliarono tutti gli alberi dell’isola per posizionare e raddriz-zare le enormi teste appena scolpite nella pietra. Sapete cosa successe? Gli abitanti non ebbero più a di-sposizione legna né per le capanne né per le canoe, utili per la pesca o fuggire e dovettero così rifugiarsi nelle caverne. Diventarono canni-bali e scesero a qualche centinaio di unità. Un popolo era giunto al suo termine. La Terra, la nostra Terra – nel concludere la sua comparazio-ne, dice Busto – è come se fosse una colossale Isola di Pasqua e come quell’atollo immerso nel Pacifi co ha risorse limitate. Quindi, se non vogliamo fare la fi ne degli abitanti di quell’isola, dobbiamo necessaria-mente imparare a ri-utilizzare le nostre risorse disponibili e i nostri rifi uti nel modo più corretto”.

Venerdì 27 novembre si è svolto l’incontro, promos-

so dall’Amministrazione Co-munale, in merito alle politiche di risparmio energetico da adottarsi per i prossimi anni. Numerosi gli argomenti toccati, con una particolare attenzione per “il possibile ripensamen-to e rilancio del bike-sharing” e la decisione di “puntare sul teleriscaldamento, operazione che sta facendo bene in tutta Italia”.

Mattia Nesto

Energy dayEnergy day

MATTIA NESTO @Mattia NestoO

L’Isola di Pasqua è un’isola vulcanica al largo delle coste del Cile colonizzata tra l’800 e il 900 d.C. da alcuni esploratori polinesiani, provenienti dalle Isole Figi del Pacifi co meridionale. Sino al 1200 d.C. gli abitanti vissero in armonia con la natura circostante ma la necessità di costruire i “moai”, ovvero le enormi teste rituali, portò al costante depauperamene delle risorse ivi presenti.

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24 l’inchiostro frescoDicembre 2015 POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Novi Ligure: storia di una città, storia di un teatroNovi Ligure: storia di una città, storia di un teatroIntervista esclusiva all’on. Mario Lovelli, già Sindaco di Novi Ligure, sul Teatro Romualdo Marenco e sulle fasi più salienti del suo recupero

12 mesi con l’AIDO12 mesi con l’AIDOVolontariato: presentato il calendario 2016

Treni e uominiTreni e uominiLe ferrovie in un libro di Dino Bergaglio

A seguito del nostro articolo “Il Gran Ballo del Marenco”, ap-parso su “l’inchiostro fresco”

di Novembre 2015, in merito all’iter della ristrutturazione del teatro cit-tadino partito a far data dal 1981, abbiamo intervistato uno dei prota-gonisti di quegli anni, forse uno dei più importanti: l’on. Mario Lovelli, già Sindaco di Novi Ligure dal 1995 al 2004. Lovelli ci ha fatto un qua-dro molto dettagliato del momento storico in cui, sul fi nire degli anni Settanta, il tema del Teatro Marenco era tornato di forte attualità: “Occor-re ricordare come in quell’epoca il tessuto associativo cittadino fosse molto vivo e vitale, con Gli Amici della Musica in testa che – spiega Mario Lovelli – grazie al loro spas-sionato impegno avevano portato a Novi i grandi nomi della musica classica, da Pollini ad Abbado”. Ma che tipo di città era la Novi degli anni Ottanta?: “Novi possedeva un centro nevralgico per la vita culturale del calibro del Politeama Italia, ovvero una struttura con quasi 1200 posti dove si ospitava la stagione con-certistica e vi era anche il Teatro dell’allora circolo Italsider. Quindi – afferma con una punta di nostal-gia Lovelli – c’era un humus ricco e poi si era anche in un momento favorevole dal punto di vista della disponibilità di risorse dei Comu-ni”. Domandiamo, anche in conside-razione che dall’80 all’85 Lovelli fu Assessore alla Cultura, come questa “congiuntura felice” si fosse riser-vata sul Marenco: “L’Amministra-zione Comunale, all’epoca, ebbe la possibilità di accendere un mutuo che permise di fi nanziare il primo lotto dei lavori – risponde pronto Mario Lovelli – Le condizioni erano favorevoli perché, sostanzialmente, lo Stato poi rimborsò quasi intera-mente la cifra investita”. Perché al-lora, se il momento era propizio, non si è “premuto sull’acceleratore” per portare a termine la ristrutturazione del teatro?: “Perché rapidamente le cose mutarono, indipendentemente

dal cambio di colore dell’Amministrazione avvenuto il 2 agosto 1985 (ndr, il Pentapartito si sostituì alla precedente Maggioranza di Sinistra) – dice il nostro interlocutore – in quanto economicamente i tempi non erano più così fl oridi, ma la questione teatro s’imponeva con forza dato che, nel frat-tempo, il Politeama Italia era stato chiuso per motivi di sicurezza come così fu anche per quello del circolo Italsider”. Eppure, dopo la stagione del Pentapartito, lei venne eletto Sindaco: per quali ragioni non riuscì a riprendere la questione Marenco?: “Innanzi tutto già a partire dalla seconda metà degli Anni Novanta il foyer e il primo piano del teatro – ricorda Lovelli – erano stati resi agibili e funzionali per eventi e mostre. Tuttavia, durante gli anni della mia Amministrazione, l’offerta culturale a Novi era aumentata in maniera esponenziale – prosegue l’intervistato – Basti ricordare l’approva-zione e la realizzazione della riqualifi cazione dell’area ex Ilva con il Museo dei Campionissimi, il Centro fi eristico DolciTerre e la nuova Biblioteca cit-tadina oltre al Teatro Ilva poi divenuto Giacometti, trasferito gratuitamen-te al Comune nell’ambito del progetto urbanistico dell’area ex Ilva, spazi culturali più che degni per Novi”. Però per il teatro non si fece nulla!: “In realtà si riuscì a strappare, per così dire, la partecipazione della Fondazio-ne Cassa di Risparmio di Alessandria, grazie all’interessamento di Gian-franco Pittatore – ci risponde l’ex Sindaco di Novi Ligure – e nel marzo 2004 si arrivò alla costituzione della Fondazione Teatro Marenco che mise subito a disposizione 2,5 milioni di euro per i lavori. Il resto è storia di oggi”.

Durante un’affollata con-ferenza stampa presso il Salone di rappresentanza

del Comune di Novi Ligure, è stato presentato lo scorso novembre il calendario 2016 dell’Associazione Donatori Organi Novesi in collabo-razione con il “C.S.V.a.a.” (Centro Servizi Volontariato Asti e Alessan-dria). Alla presenza del Vicesinda-co, Felicia Broda e dell’Assessore allo Sport e al Volontariato, Stefano Gabriele, i rappresentanti dell’Aido hanno mostrato i dodici quadri che raccontano i dodici mesi dell’anno: per ogni mese uno scorcio di Novi affi dato ai più importanti pittori locali. “Un’occasione importante questa - ha sottolineato il Vicesin-daco, Felicia Broda – perché il vo-lontariato ormai sta diventando sempre più importante nella no-stra società. Spesso, occorre am-metterlo – prosegue il Vicesindaco – riesce ad intervenire in maniera più celere laddove l’Amministra-zione arriva invece con più lentez-za. È un ausilio prezioso per il Co-

mune”. Stefano Gabriele sottolinea poi “lo stato di salute” di cui gode il volontariato in città: “Grazie al perfetto lavoro di organizzazione operato dal mio predecessore nella carica di assessore (la stessa Bro-da, ndr) le 35 organizzazioni del territorio lavorano insieme per il bene della città. Solo lavoran-do assieme possiamo realizzare qualcosa di grande”. In merito alle iniziative promosse dall’Aido va ricordata la “scuola di volonta-riato” allestita sabato 6 novembre presso la tenuta “La Federica”, in località Merella, dove attraverso le lezioni di esperti del settore, si è potuto comprendere meglio come, per citare le parole della stessa Broda, “il volontariato rimane un qualcosa di gratuito ma ormai la complessità degli interventi impone delle competenze. Scuole come queste servono proprio per ottenere competenze specifi che”. L’AIDO di Novi Ligure è pronto ad “accompagnarci” anche nell’anno che verrà. (m.n.)

“Storia delle ferrovie a Novi Ligure”, dalle origini al Ter-zo Valico, è il titolo della

recente pubblicazione di Dino Berga-glio, autore molto conosciuto ai nove-si per la stesura di numerosi saggi e monografi e che hanno caratterizzato la storia del territorio alessandrino. Un testo importante, è stato detto, da voci eminenti del dibattito storiogra-fi co recente, quali quelle di Giuseppe Rocca, docente del Dipartimento di Geografi a economica all’Università di Genova, di Lorenzo Robbiano, storico novese e di Renzo Piccinini, Presi-dente del centro Studi “In Novitate”. Anche il Sindaco Rocchino Muliere ha espresso parole di ammirazione e compiacimento per un’opera tanto signifi cativa, un minuzioso contribu-to alla ricostruzione della storia della città, per il fatto che l’evoluzione delle ferrovie si è intrecciata indissolubil-mente con quella dello sviluppo urba-no ed ha contribuito grandemente a dare impulso alle attività economi-che. Il saggio di Dino Bergaglio offre un’attenta analisi della storia delle ori-

gini della ferrovia dal 1854 in avanti, delineando in particolare l’evoluzione del sistema ferroviario in Piemonte, dal Risorgimento fi no ai tempi odierni. “Di fronte ad anni di meticolosa rac-colta di circolari e di documenti trat-ti da riviste specialistiche, - racconta Dino Bergaglio - mi sono persuaso ad attingervi per la ricostruzione della storia dell’evoluzione ferroviaria”. Il libro è così un utile strumento per comprendere la “geostoria” della città, le trasformazioni del sistema ferrovia-rio durante il ventennio fascista, quel-le nel secondo dopoguerra, fi no alle soglie del XXI secolo, un tempo che inaugura purtroppo una nuova politi-ca di tagli e di contrazione di traffi ci, con il declino dell’importante scalo novese di San Bovo. Ma Bergaglio con grande obiettività storica, accenna anche alla nuova realtà ferroviaria, rappresentata dalla linea “Terzo Vali-co AV/AC”, evidenziando le numerose diffi coltà legate alla sua attuazione, per il frapporsi di una lunga serie di problematiche, che animano ancora un intenso dibattito. (m.c.)

“Ormai è chiaro ed eviden-te a tutti come la volontà

di RFI e Trenitalia sia una ed una sola: la chiusura della li-nea Novi Ligure-Tortona e la dismissione dello scalo ferro-viario di San Bovo. Sui giornali nei mesi scorsi si sono letti pro-clami di rilancio ma si tratta di aria fritta: quella questione è, il caso dirlo, un binario mor-to”, queste le parole che Andrea Pernigotti, membro dell’Associa-zione Pendolari Novesi, ha pro-nunciato venerdì 13 novembre durante la prima conferenza da sei anni a questa parte dell’asso-ciazione. Un’asserzione che bene si è inserita nel corso della serata organizzata nella sala del Consi-glio Comunale, durante la quale Riccardo Leardi ed altri membri hanno esposto, punto dopo pun-to, tutte le criticità delle tre linee su cui gravita il traffi co pendola-re novese, ovvero la “Novi-Geno-va”, la “Novi-Torino” e la “Novi-Milano”. (m.n.)

San BovoSan Bovobye bye?bye bye?

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @@@

Page 25: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

25l’inchiostro frescoDicembre 2015POZZOLO FORMIGARO - NOVI LIGURE - ARQUATA E SERRAVALLE SCRIVIA

Nuova riunione per fermare la centraleNuova riunione per fermare la centraleLe associazioni ambientaliste della valle Scrivia e il Comune di Arquata dicono NO al Biodigestore

Vogliamo il ponteVogliamo il ponteA Vocemola il comitato si fa sentire

Il Comune di Arquata si schiera uffi cialmente contro il progetto ENERGA (biodigestore nel Comu-

ne di Isola del Cantone) nell’assem-blea informativa di giovedì 12/11/2015 che si è tenuta presso la sala Juta di Arquata. L’assemblea è stata organiz-zata dall’amministrazione comunale di Arquata Scrivia in collaborazione con l’Associazione Isolese Ambienta-lista, AIA. Questa associazione, com-posta da liberi cittadini isolesi, è stata fondata il 24 giugno del 1995, ed ha come obbiettivi statutari la salvaguar-dia e la tutela dell’ambiente e la difesa del territorio Isolese e del benessere dei suoi abitanti. L’incontro di Arquata si inserisce all’interno della capillare campagna informativa di AIA, che ha portato alla realizzazione di altre 4 pubbliche riunioni nell’ultimo mese. L’assemblea ha avuto un buon succes-so di pubblico, circa 80 persone. Pre-senti politici ed amministratori, Paolo Spineto (sindaco di Arquata Scrivia), Stefania Pezzan (consigliere di mag-gioranza di Arquata Scrivia) Roberto Prando e Alberto Basso (assessori del Comune di Arquata Scrivia), Vittorio Gifra (presidente del Consiglio Comu-nale di Arquata) Giulio Assale (sinda-co Isola), Cristian Nardi (rappresen-tante gruppo consigliare minoranza Isola), il sindaco di Vignole Borbera Teti e l’assessore Bellò di Grondona. AIA (Associazione Isolese Ambientali-sta) ha condotto l’assemblea premet-tendo che la fi nalità di queste riunioni è quella di sensibilizzare e dare massi-ma informativa a tutti gli abitanti della valle Scrivia (in particolare Arquata e Basso Piemonte) sul tema insedia-mento ENERGA. Sono stati presentati e condivisi con il pubblico i contenu-ti tecnici del progetto, e le criticità dell’insediamento, come la locazione assolutamente inidonea. L’impian-to, infatti, sorgerebbe a soli 70 metri dalle sponde del torrente con 5 metri di dislivello rispetto alle acque, che sono utilizzate per uso idropotabile da 100.000 cittadini del Piemonte. Inoltre erano considerati fattori di rischio l’e-strema vicinanza alle case di località Braghina e Prarolo (350/400metri), la sproporzionata taglia dell’impianto

che tratterà 90 tonnellate al giorno di rifi uti (ovvero 33.000ton/anno, 10 vol-te l’umido prodotto da tutti gli abitanti dell’ alta Valle Scrivia) con conseguen-te notevole incremento del traffi co veicolare sulla già tormentata viabilità della valle, l’assenza di una normativa regionale specifi ca che regoli questi impianti e l’insediamento in netto contrasto con le fi nalità del contratto di fi ume, ovvero con il protocollo giu-ridico per la rigenerazione ambientale del bacino i idrografi co di un corso d’acqua. L’accordo è stato sottoscritto nel corso del 2014 da regione Liguria, regione Piemonte, provincia di Ales-sandria, Città metropolitana di Geno-va, e da tutti i comuni della Valle. Va ricordata infi ne la presenza nella do-cumentazione di progetto di uno sca-rico in Scrivia privo di sistema di mo-nitoraggio in continuo. AIA è convinta

“Le Botteghe di Arquata”, con il suo Presidente, Francesco

Moncalvo, si stanno preparando per le imminenti festività natalizie. “Il trend, sotto il profi lo dei con-sumi, sembra favorevole – ci dice il Presidente - e questo ci consen-te un cauto ottimismo. Dopo un lungo periodo, questo sarà il pri-mo Natale con il segno più, anche perché le famiglie sembra che pos-sono guardare al futuro con mi-nore preoccupazione e maggiore speranza”. Quali sono le iniziative proposte dal Consorzio?: “L’atmo-sfera natalizia, curata dal nostro Consorzio – spiega Francesco Mon-calvo – non mancherà e più preci-samente, allestiremo un mercatino natalizio in piazza Bertelli con una trentina di stand a tema con anche una slitta condotta da Bab-bo Natale e merenda con prodotti dei commercianti del Consorzio, il tutto dalle ore 10 alle ore 18 circa” Che Natale sarebbe, senza un mer-catino?: “Certo, abbiamo pensato anche ai decori natalizi, ciocco-lata calda e vin brûlé, torrone, il tutto accompagnato dalle melodie tipiche del Natale. Domenica 13 dicembre - prosegue Moncalvo – in collaborazione con Croce Ver-de, Pro Loco e Consorzio, Babbo Natale raccoglierà le letterine dei bimbi con tanto di merenda in piazza Bertelli e musica Gospel”. Chiediamo ancora al Presidente quali saranno le altre iniziative del Consorzio?: “Da sabato 21 Novem-bre a giovedì 24 dicembre ci sarà un concorso a premi, In Crociera con Noi, che metterà in palio un tour nel Mediterraneo e nove buoni spesa. La premiazione – continua l’intervistato - avverrà ai primi di gennaio. Infi ne sta partendo la Botteghe Card, una carta fedeltà che sarà gratuita e personaliz-zata, con la quale i nostri clienti potranno usufruire di sconti e promozioni. Tutto ciò sarà la de-gna chiusura di un 2015 che per Arquata è stato particolarmente ricco di manifestazioni”, conclude il Presidente. (m.p.)

Da alcuni giorni si può leggere ad Arquata un manifesto dei cittadini di Vocemola, frazio-

ne del capoluogo, in cui gli stessi ma-nifestano sentimenti di amarezza e di stupore per le polemiche apparse su Facebook relative alla ricostruzio-ne del Ponte di Vocemola. Questo il testo integrale del manifesto.

Noi Cittadini Vocemo-lesi, stupiti e ama-

reggiati da articoli e commenti di “Arquata in Movimento” apparsi su Facebook e su giornali vari, che polemizzano in modo sterile sulla ricostruzione in corso del Ponte di Vocemola manifestiamo quanto segue: prendiamo atto sbigottiti del fatto che l’attuale minoranza consiliare abbia sempre votato contro quest’opera per noi di vitale importanza, ricordando a tutti che sul ponte transitano, tra l’altro, lo scuolabus dei bambini di Vocemola, del Capoluogo, delle frazioni, mezzi di pronto soccorso e di emergenza per necessità di protezione civile.

Ringraziamo sentitamente: l’attua-le Maggioranza Consiliare, il Sin-daco, la Giunta e, in particolare, il Vicesindaco, Assessore ai Lavori Pubblici, geometra Bisignano, per aver avuto il coraggio di iniziare e realizzare fi nalmente un’opera così complessa e adeguata alle norme di sicurezza viabile, statica e idrauli-ca. Fatti e non parole, a differenza di altri che, come in passato, ven-dono oggi solo proclami, polemiche e critiche pretestuose e strumenta-li, non essendo mai riusciti a fare nulla di concreto per una ricostru-zione effettiva del ponte. Le parole che non risolvono nulla le lasciamo a coloro che vogliono fare pre cam-pagna elettorale sulla pelle di noi Cittadini Vocemolesi. All’attuale Governo Comunale ribadiamo massima fi ducia e il nostro pieno sostegno per il grande impegno e il diffi cile lavoro fi nora svolto e in svolgimento.

Il Comitato “Cittadini Vocemolesi a favore del Ponte”

che “una dettagliata informazione e la comune rifl essione siano le condi-zione assolutamente indispensabile e necessarie per arrivare a condivi-dere con tutti i cittadini il pensiero dell’Associazione, non un aprio-ristico “No”, ma un consapevole e motivato rifi uto all’insediamento”. Il consigliere Pezzan ha ricordato che il comune di Arquata Scrivia ha espres-so uffi cialmente la sua opposizione al progetto con delibera consigliare del 1/09/2015 in appoggio alla delibera del consiglio comunale di Isola del Canto-ne del 24/08/15, inviata alla Provincia di Alessandria, Regione Piemonte, Re-gione Liguria, Prefetto di Alessandria, Asl di Alessandria, ARPA Piemonte ed agli organi del Contratto di Fiume del Torrente Scrivia, che comprende tutti i comuni del bacino dello Scrivia. Tale delibera verrà portata in consi-glio comunale. Ha inoltre informato l’uffi cio ambiente della Provincia di Alessandria, che a sua volta ha richie-sto di partecipare alla Via (valutazione impatto ambientale), fornendo anche l’informazione della richiesta dell’e-spletamento di questa procedura da parte della Regione Piemonte. Il sin-daco di Isola ha confermato quanto già espresso in precedenza, ovvero l’assoluto impegno a proseguire in ogni sede amministrativa l’opposizio-ne all’insediamento e la massima pres-sione soprattutto a Regione Piemonte, Provincia di Alessandria e comuni limitrofi (in particolare Novi Ligure), perché si esprimano con gli uffi ci della Regione Liguria nel rigettare l’impian-to, per i famigerati rischi di scarichi in Scrivia. Il sindaco di Arquata è interve-nuto a confermare la comune sintonia con il primo cittadino Isolese. Anche Michele Bernuzzi del Partito Demo-cratico di Arquata Scrivia ha ribadi-to la contrarietà. L’iter autorizzativo dell’impianto dovrebbe ora seguire la procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA), indetto dai tecnici della regione Liguria ,e approdare alla conferenza dei servizi con il coinvolgi-mento della regione Piemonte.

Marisa Pessino

Natale adNatale ad

ArquataArquata

“Marylin: arte e solida-rietà” è la denomina-

zione del service che i Lions Novi e Lions di Borghetto Valli Borbera stanno predi-sponendo in favore della casa per disabili di Piuzzo. Il pitto-re arquatese Enrico Debene-detti partecipa all’ iniziativa mettendo a disposizione una parte delle sue opere dedica-te alla pop art, in particolare gli interventi che l’artista ha operato su manifesti di cele-brità, quali Marylin Monroe, James Dean e su soggetti pubblicitari. II presidente dei Lions si dichiara molto con-tento di questo connubio, appunto “arte e solidarietà” e informa che Enrico Debene-detti è a disposizione di chi è interessato a visionare la sua intera produzione artistica, previa telefonata al numero 3401187031.

Marisa Pessino

SolidarietàSolidarietàa Borghettoa Borghetto

Nella foto un momento della riunione a Isola del Cantone

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26 l’inchiostro frescoDicembre 2015 AVVENIMENTI E PERSONAGGI DELL’OLTREGIOGO

Tra Resistenza e ResilienzaTra Resistenza e ResilienzaA Gavi spettacoli per ripensare alla Storia in chiave moderna

La Resistenza è certamente una delle pagine più tragiche e fondanti della nostra storia di

“giovane” Repubblica. Eppure “oc-corre sempre coltivarla e ripensarla altrimenti, quei ragazzi, giovani per sempre, caduti sulle montagne, si ritroverebbero vecchi e senza voce dall’oggi al domani”. Con queste parole, dense di passione e amore per la propria terra (e il suo recente passato), Gabriella Calorì del centro ippico “La Dolce Vita ASD” di Gavi (località Cheirasca 10) ci ha presen-tato il ciclo di incontri che ha realiz-zato proprio per “mantenere viva la fi ammella della memoria”: cinque incontri con musica e contributi vi-deo intitolati “Resistenza tradita? La cultura apre le porte ai diritti e alla libertà”. “Si tratta di serate pen-sate per offrire uno spettro quanto più moderno e ampio possibile del tema Resistenza – ci dice Calorì - Ci siamo potuti avvalere di professo-ri e di esperti, ma soprattutto di persone appassionate alla, per così dire, materia”. Il 27 di novembre si è svolto il primo degli incontri, tito-lato “Parole e musica”, dove il prof. Luciano Borghini ha recitato alcune poesie di Garcia Lorca (“perché la Resistenza è resistenza contro tutti i regimi e non è certo fi nita il 25 aprile del 1945”), accompagnato dai can-ti partigiani ri-arrangianti in chiave folk-rock dai Modena City Ramblers: “L’idea è quella di rendere moderno un concetto che troppo spesso suo-na antico – spiega Giulia Oddone, co-ideatrice del progetto – Abbiamo

scelto di organizzare gli incontri di venerdì alle 18 proprio per dare l’opportunità a tutti, specie i più giovani, di seguirli e di interessar-si in merito”. Dopo l’appuntamento con Borghini, gli incontri prosegui-ranno con il seguente calendario: 11 dicembre “Cesare Pavese mito e re-altà, corso monografi co” con il prof. Paolo Roberto Poggio, 15 gennaio 2016 “La Benedicta, storie e raccon-ti” con Enrico Ghiotto, 12 febbraio 2016 “Racconti. Un partigiano, una storia, una vita” con Maria Teresa

Zanotto ed infi ne 11 marzo 2016 “Re-sistenza e Resilienza, percorsi di resilienza nel cammino della vita” a cura della dott.ssa Laura Ottonel-lo. Un incontro “sui generis” quello fi nale: “Sì, un incontro particolare – conferma Gabriella Calorì – Assieme alla Ottonello, tramite anche un per-corso teorico-pratico, andremo alla scoperta dei diversi modi che ha la psiche umana di superare un trau-ma. E quale trauma fu più grande, nel vissuto della Giovane Italia, del-le pagine della Resistenza?”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @

La prigione del Forte di GaviLa prigione del Forte di GaviAbbiamo intervistato Andrea Scotto, storico locale

Il 2015 è un anno di valenza sto-rico-culturale importante, oc-casione per ricordare il nostro

passato e (ri)scoprire le vicende che hanno caratterizzato il nostro territorio, come quella del Forte di Gavi, protagonista diretto che con-tinua dalle sue stanze ormai vuote a raccontarci la sua storia. Per il cen-tenario della Grande Guerra, lunedì 23 novembre presso la Biblioteca civica di Alessandria si è tenuto l’incontro “Militari prigionieri al Forte di Gavi e in Cittadella dall’U-nità d’Italia alla Prima guerra mondiale”. Abbiamo raggiunto il relatore Andrea Scotto, membro del comitato “Amici del Forte di Gavi” e storico, per raccontarci del ruolo assunto dal bastione du-rante il primo confl itto mondiale: “smilitarizzato nel 1859, con l’Unità d’Italia, ed adibito a erga-stolo fi no al 1908, il Forte di Gavi fu utilizzato a partire dal 1915 per la detenzione dei prigionieri austro-ungarici custoditi a cura del Secondo Corpo d’Armata: 250, di cui due uffi ciali, all’inizio della guerra, che diventarono quasi 600 nel 1917”. Trattandosi di soldati, meno inclini degli uffi ciali a lascia-re memorie scritte, è molto diffi cile trovare notizie di prima mano: “l’u-nico loro ‘documento’ conservato al Forte sono i graffi ti che hanno lasciato nei sotterranei della par-te alta della fortezza, attualmente non visitabile. Da fonti indirette sappiamo che erano condotti fuori dal Forte a lavorare come operai

per civiche amministrazioni o privati, debitamente autorizzati dal Ministero dell’Agricoltura, In-dustria e Commercio, a patto però di farli lavorare al massimo 10 ore al giorno (trasferimenti compresi) e pagarli quanto gli italiani.”. A riprova della tolle-rabilità delle condizioni di prigio-nia, al Forte sono morti solo sei prigionieri, ricordati in una lapi-de nel cimitero di Gavi: Augusto Ieric, Vincenzo Moschitz, Marco Sormas, Giuseppe Devetack, Da-vid Istvan e Adolf Pietschmann. “Paradossalmente, abbiamo più informazioni sui soldati loro carcerieri come quelli, apparte-nenti al 260° reggimento della Brigata Murge, immortalati in questa fotografi a nel 1917”.

“La staffetta”“La staffetta”a Roncoa Ronco

BENEDETTA ACRI @FernGully89I

Venerdì 27 novembre nella sala “Columbia” di Ron-

co Scrivia è stato proiettato il fi lm “La Staffetta” del regista Enzo Francesco Ferraro. Il fi lm, totalmente autoprodotto, narra di una storia veramente accaduta, ovvero quella di una donna, per l’appunto la staffet-ta che, innamoratasi di un par-tigiano, donò a lui non soltanto il suo cuore ma anche la sua vita. Tra gli attori molti abitanti dei paesi della Valle Scrivia e del novese.

Mattia Nesto

Page 27: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

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Sviluppo per l’entroterra genoveseSviluppo per l’entroterra genoveseUn progetto nazionale per impedire lo spopolamento e l’abbandono delle aree montane

I miei campi divisi dal TavI miei campi divisi dal TavLa storia di un arquatese, imprigionato dalle Grandi Opere

Spesso si legge sui giornali o si vede in televisione come una “grande opera” possa tradursi in un “vo-lano” per l’economia del territorio, con rilancio per

l’indotto e molteplici opportunità di impiego per giovani e meno giovani della zona. Eppure non sempre “è tutto rose e fi ori”. A questo proposito riportiamo la storia di una persona originaria di Arquata Scrivia, la quale ha de-ciso di restare anonima, che ci dice di aver ricevuto: “Un trattamento non consono dagli addetti del C.O.C.I.V.” (ndr, Consorzio Collegamenti Integrati Veloci, ovvero la società subcontraente di Tav S.p.a. per la progettazione e costruzione della Linea Ferroviaria ad Alta Velocità “Tor-tona -Novi Ligure – Genova”). “Nel 2014 - ci dice l’in-tervistato – ho ceduto alcuni terreni, appartenenti alla mia famiglia da più di cento anni, al COCIV. Questi terreni sono ubicati in località Casa Rossa - ci precisa l’ex proprietario – poco distanti dalla strada che collega Arquata con Gavi. In questa zona possiedo ancora altri terreni che prima raggiungevo attraverso una strada

interpoderale”. Quali erano le clausole del contratto?: “Nel contratto e precisamente al paragrafo 8, era sta-bilito – ci mostra il nostro interlocutore – che il Consor-zio mi avrebbe garantito l’accesso ai campi, altrimenti l’indennizzo per la mancata produzione”. Domandiamo che cosa sia accaduto: “I lavori dell’Alta Velocità han-no letteralmente modifi cato il profi lo di quel territorio e la vecchia stradina interpoderale – risponde pronto – è stata cancellata, ed io non ho più la possibilità di rag-giungere il resto della mia proprietà fondiaria”. Come giudica il comportamento del COCIV?: “Mi preme affer-mare che personalmente non ne faccio una questione politica: mi schiero sempre in direzione dello sviluppo e del lavoro. Tuttavia – afferma il nostro interlocutore al termine dell’intervista - il comportamento della società è stato per lo meno scorretto. Quei terreni non sono vitali per me, d’accordo, ma sono un pezzo della storia di fa-miglia. Pur avendo dovuto cederne una parte, direi in termini quasi obbligati, e per di più non potendo più raggiungere quel che resta della mia vecchia proprietà d’un tempo, mi si riempie il cuore di tristezza”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @@@

Si chiama I.T.I., ovvero Inve-stimento Territoriale Inte-grato, il progetto che coin-

volge, da ormai alcuni mesi, le “aree interne” dell’entroterra ge-novese. Tale iniziativa, lanciata a livello nazionale dall’economista Fabrizio Barca, già Ministro degli Affari Regionali sotto il Governo, è uno strumento nato per rilancia-re zone montane particolarmente svantaggiate dal punto di vista economico, logistico e demogra-fi co al fi ne di invertire il processo di spopolamento e di progressivo abbandono economico-sociale, iniziato già dal primo dopoguerra. In Liguria l’area prescelta come capofi la del progetto è quella del-le Valli dell’Antola e del Tigullio. Si tratta di una zona molto vasta che conta però appena 18721 residenti all’ultimo censimento, sedici sono i comuni che ne fan-no parte: Bargagli, Borzonasca, Davagna, Fascia, Fontanigorda, Gorreto, Lumarzo, Mezzanego, Montebruno, Né, Propata, Rezzo-aglio, Rondanina, Rovegno, Santo Stefano d’Aveto e Torriglia. Come responsabile uffi ciale è stata scel-ta il sindaco di Fontanigorda, l’ar-chitetto Margherita Asquasciati. Questa zona è caratterizzata dalla presenza di molte aziende agri-cole, ben 746, ma la maggioranza di esse sono di dimensioni molto piccole (la metà ha un’estensio-ne di meno di un ettaro) e quasi sempre a conduzione famigliare. Negli ultimi dieci anni il numero di aziende agricole è sceso del 16% e la superfi cie agricola addi-rittura di quasi il 20%. Un punto molto debole di questi territori è quello rappresentato dal compar-to scolastico: solamente in due dei sedici comuni sono presenti

scuole “secondarie di secondo grado” (ovvero i licei), ma l’offer-ta è anche carente dal punto di vista sanitario. Nel territorio in-fatti non è presente nessun ospe-dale, ma solo alcuni ambulatori e case della salute, l’area è inoltre poco servita dal punto di vista dei trasporti (distante sia dalle linee ferroviarie che autostradali e coperta solo da poche corse di autobus) e di quello telematico, con una copertura della banda larga ancora insuffi ciente. Il pro-cesso delle aree interne, defi nito quasi come un “ultimo treno” per queste zone svantaggiate, sta pro-cedendo in Liguria a grandi passi con la valorizzazione delle nume-rose eccellenze del territorio (pa-

esaggistiche, eno-gastronomiche, storiche, ecc…) e, per quanto ri-guarda il turismo, l’inversione di tendenza è ormai in atto: gli agri-turismi e bed breakfast nell’area Valli dell’Antola-Tigullio è passato dai 41 del 2005 ai 67 attuale e an-che gli alberghi sono passati da 25 a 27. La grande sfi da sarà quella di frenare lo spopolamento e creare nuove prospettive economiche in questi luoghi.

Fabio Mazzari

Nella foto Margherita Asqua-sciati, Sindaco di Fontana-grossa

Gustavo TirantiGustavo TirantiCampomorone: in mostra le opere di

I colori vivi e intensi del mare e dei paesaggi della Liguria sono, da sempre, il tratto distintivo del-

la pittura di Gustavo Tiranti, artista varazzino che ha esposto a cavallo tra il mese di novembre e quello di dicembre, alla galleria d’arte “Il Cro-cicchio” di Campomorone. Tiranti, parlando della sua pittura spiega: “È una cosa innata in me, già da bam-bino mi accorsi di avere talento, anche se non gli davo importanza, è stato verso i 17-18 anni che capii il mio potenziale”. Un avvicinamen-to alla pittura interamente da autodi-datta: “Trovo che dipingere sia come cantare, se si è bravi non servono scuole o accademia” dice l’artista, che ha alle spalle anche una tradizio-ne familiare: lo zio era pittore, il non-no scultore e il bisnonno scultore del ferro. La Liguria, in particolar modo la sua riviera con i colori del mare e dei borghi marinari che si affacciano sul mare, sono il soggetto preferito da Gustavo Tiranti. In tutte queste opere è evidente la grande abilità

dell’artista nel rappresentare le bel-lezze della nostra terra, attraverso colori vivi e intensi, che comunica-no subito calore e solarità “Essendo una persona molto estroversa ho intrapreso una pittura solare - spie-ga l’artista - amando l’estate e il sole uso sempre colori molto vivi, nelle mie opere non si vedrà mai una nuvola”. Riguardo alla Liguria, che è raffi gurata nei suoi luoghi più belli e caratteristici, come le Cinque Ter-re, Portofi no, Boccadasse, ma anche la stessa Varazze, dove vive l’artista, Gustavo Tiranti dice: “Amo tantissi-mo la mia terra, che offre paesaggi unici, ormai non riesco a resistere più di qualche giorno distante dal mare e dai miei luoghi d’origine”.

Fabio Mazzari

Domenica 20 dicembre si svolgerà la prima edizio-

ne de “Il Mercatino di Natale di Vobbia”, evento organizzato grazie alla Pro Loco. Un’ele-gante tensostruttura ospiterà gli espositori con i prodotti tipici delle vallate ed inoltre vi sarà spazio anche per un pre-sepe vivente. Un appuntamen-to da non perdere! (s.a.)

Natale a Natale a

VobbiaVobbia

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Shopping a BusallaShopping a Busalla

28 l’inchiostro frescoDicembre 2015 VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Il bel “Pincio” della Val Vobbia: Salata e CaprietoIl bel “Pincio” della Val Vobbia: Salata e CaprietoAssieme a Cristina Corzetto alla scoperta dei tesori tra cielo, terra e… nuvole

“Avete presente il terrazzone panoramico del Pincio a Roma? Oggi vi porterò

alla scoperta del Pincio della val Vob-bia, ovvero delle frazioni di Salata e Caprieto” con queste parole Cristina Corzetto, la nostra guida indiscussa dal torrente Vallenzona al Vobbia, passando per il torrente Fabbio, ed autrice del blog “Vobbia cultura tra-dizione e turismo”, ci accoglie in un nebbioso giovedì mattina di inizio no-vembre per portarci alla scoperta di altri tasselli che compongono il varie-gato e suggestivo Comune di Vobbia.

Qui SalataLa prima tappa del nostro viaggio è al Mulino di Salata, uno splendido ex mulino di metà Ottocento da molti anni ormai riconvertito a ristorante. Qui, all’ombra della possente ruota ad acqua, la signora Licia da Forte dei Marmi, ma da una vita vobbiese di adozione, ci ha illustrato le bel-lezze del luogo: “Una volta tutte le genti della val Vobbia venivano qui per macinare la farina di grano e di castagne – ci spiega la signora di origini toscane – Era un mondo intero che si spostava a piedi sui crinali dei monti da Busalla a Cro-cefi eschi, uno spettacolo che, seppur fossi stata una ragazza, mi ricordo ancora molto bene riempiendomi, oggi come allora, di emozione”. Licia poi ci accompagna nel dehors dove ci fa vedere un’ampia pista da ballo (“protetta” da due macine originali del mulino ai lati dello spazio dedi-cato all’orchestra) e i famosi vasconi per la pesca delle trote, vero e proprio appuntamento fi sso per tutti i villeg-gianti della val Vobbia. A questo pun-to, lasciatoci alle spalle il mulino, ci inerpichiamo verso Salata. “Probabil-mente il toponimo della frazione – ci spiega Cristina Corzetto – indica che, oltre al fatto di essere su di una delle famose vie del sale, vi potesse essere stata anche una salina, o comunque un deposito di sale nelle vicinanze”. Una vera perla è la chiesa di San An-tonio di Salata, caratteristica per la sua colorazione rosa antico ed anche

per una preziosa reliquia custodita al suo interno. “In questa chiesa sono conservate una parte delle reliquie di San Benedetto Spinola – ci dice Cristina – e vi è anche uno splendido esemplare di organo realizzato tra il 1760 e il 1779 dal noto artigiano Filippo Piccaluga”.

Qui CaprietoMa la voglia di conoscere ancora più a fondo questi affascinanti luoghi fa volgere il muso della nostra mac-china “inchiostrifera” alla volta di Caprieto, “là dove osano le nuvole”. Appena arrivati a Caprieto veniamo accolti da Salvatore e Ornella, due simpatici abitanti, grandi appassio-nati di natura, storia locale e anima-li. “Caprieto una volta era un paese molto vivo – ci dice subito la signora Ornella – Fino agli anni’70 aveva-mo ben due trattorie. Questo borgo, si dice sia stato fondato intorno al 1252 – prosegue la nostra interlocu-trice – quindi nello stesso periodo del Castello della Pietra”. Domandiamo alla signora l’origine del toponimo “Caprieto”: “Le origini sono incerte e ci sono due grandi scuole di pen-siero – ci risponde pronta – C’è chi sostiene che derivi dall’assonanza con il vicino Monte Cavriè, 960 m.s.l. del mare, probabilmente di origine vulcanica, ma c’è anche chi, come ad esempio Cristina Corzetto, dà un’altra spiegazione”. “Leggendo gli Annali del Caffaro (documenti storici tra i più importanti su Geno-va e sull’intero Oltregiogo, ndr) mi sono imbattuta in una notizia stra-na – afferma la blogger vobbiettese – Intorno al 1100 a Genova aveva preso molto potere una famiglia di allevatori di capre, i Pagano, che però erano molto osteggiati dai lo-cali, tanto che quando uscivano da messa, questi erano bersaglio di improperi e sputi a profusione! Poi dopo qualche secolo di loro non se n’è saputo più nulla. Eppure – continua nell’analisi Cristina – uno dei cogno-mi più diffusi qui a Caprieto è pro-prio Pagano. Perché non pensare che il nome stesso del paese possa essere un rifl esso dell’antico mestiere dei Pagano, ovvero i caprai?”. Cammi-

nando per le viuzze del borgo si può respirare l’aria del tempo che fu, con prospettive e visuali inedite dei monti circostanti, i quali, dopo un’iniziale nebbia, si sono mostrati in tutta la loro bellezza grazie ad un inaspettato sole dell’Estate di San Martino. “Nelle belle giornate, passando sui crinali e sulle creste - prorompe orgoglioso Salvatore – si vede il Monviso, buo-na parte delle Alpi, Novi Ligure e il mare di Genova con le navi all’an-cora. Uno spettacolo fantastico”. E di spettacolo fantastico si è infatti tratta-to quando, imboccato un sentiero che conduce direttamente al Castello del-la Pietra di Vobbia, il famoso “sentie-ro dell’Imperatore”, la redazione de “l’inchiostro fresco” si è ritrovata let-teralmente “al di sopra delle nubi”, con un mare di terre, boschi e monti tutt’intorno. “Qui lo sguardo dilaga davvero per infi niti spazi, tanto per citare il Leopardi – ci dice piena di emozione Cristina Corzetto – Le altu-re sono ricche di erbe offi cinali pro-fumatissime e i boschi abbondano di ciliegi secolari. La val Vobbia qui a Caprieto è davvero una terra ma-gica dove uomo e natura si confon-dono sino a divenire una cosa sola”.

Thriller medioevale in val VobbiaMentre passeggiavamo per i boschi la signora Ornella, forse ispirata dall’atmosfera un po’ da fi aba dei fratelli Grimm, ci ha raccontato una leggenda medievale davvero affascinante. “Si dice che in pieno Medioevo un gruppo di religiosi, forse monaci, si fosse installa-to nei dintorni del Castello della Pietra. Questi erano soliti com-piere processioni notturne, tutti incappucciati, recitando litanie in latino. I locali erano spaventati terribilmente da queste presenze notturne e mal tolleravano i reli-giosi. L’ostilità crebbe a tal punto nei loro confronti che una notte, dopo l’ennesima processione, gli antichi abitanti risolsero il pro-blema in modo schietto: lanciando pietre verso gli uomini in proces-sione che scapparono a gambe leva-te senza farsi mai più vedere in val Vobbia!”.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto @@@

I problemi per l’ATP Genova, l’azienda che si occupa del trasporto pubblico locale sul territorio dell’ex Provincia di Genova, sembrano non avere mai fi ne.

Nonostante ormai i conti risanati, anche “grazie” a pe-santi costi per i lavoratori (che hanno subito un taglio di circa 3000 € all’anno sullo stipendio, ndr), il futuro dell’azienda è ancora incerto. Mancano all’appello infat-ti ben un milione e settecentomila euro che, precedente-mente, erano versati dalla Provincia di Genova all’ATP. I motivi di questo mancato versamento vanno ricercati da più parti: da una parte il delicato passaggio legislati-vo che ha portato alla soppressione dell’ente Provincia e alla creazione dell’ente Città Metropolitana, dall’altra dai continui tagli agli enti locali perpetrati dal Governo centrale ma c’è anche, ed è un’opinione di diverse per-sone, una cattiva gestione aziendale. Dinanzi a queste prospettive incerte per i lavoratori e le loro famiglie, gli autisti ed il personale di ATP, nella giornata di martedì 10 novembre hanno scioperato ed hanno manifestato a Genova davanti alla sede dell’ex Provincia in Via Roma. Alla manifestazione erano presenti tutte le principali sigle sindacali del trasporto (Filt Cgil, Uil Trasporti, Fit Cisl, Faisa Cisal e Ugl Trasporti), con la sola eccezione dell’Usb che aveva già indetto uno sciopero un paio di settimane prima. I lavoratori di ATP e i delegati sindacali hanno manifestato distaccandosi in maniera netta dalla politica (“né rossi né neri ma soltanto tranvieri” era lo slogan che si leggeva su molti striscioni) ed attaccando pesantemente le istituzioni sia locali, con la Città Metro-politana di Genova e la Regione Liguria defi nite assenti e indifferenti verso il futuro sia dei lavoratori che dei nu-merosi pendolari. Critiche anche vero le istituzioni na-zionali, con il Governo “reo”, secondo il personale ATP,

di aver fatto riforme dannose come la soppressione delle province, senza trasferire i fondi. Numerose sono le criticità dell’ATP denunciate durante la manifestazio-ne: “Non abbiamo certezze sul futuro - ha spiegato An-drea Gamba della Filt Cgil, che ha proseguito - l’ATP è un’azienda in sottorganico, con un parco mezzi molto vecchio (l’età media degli autobus è di 14-15 anni, ndr) e nella quale i lavoratori hanno dovuto accettare sacri-fi ci molto pesanti in questi ultimi anni, come il taglio di 300 euro sullo stipendio”. I delegati sindacali di ATP, nella stessa giornata, sono riusciti ad incontrare gli as-sessori ai trasporti della Città Metropolitana di Genova, Gianni Vassallo, e della Regione Liguria, Gianni Berrino. L’anno scorso, per ripianare i debiti, fu venduta la sede dell’ex Provveditorato agli Studi, oggi sul tavolo c’è l’i-potesi di una fusione tra AMT e ATP.

Fabio Mazzari

ATP nell’occhio del cicloneATP nell’occhio del cicloneTrasporti nell’entroterra genovese: è di nuovo il caos

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Shopping ad Arquata ScriviaShopping ad Arquata Scrivia

29l’inchiostro frescoDicembre 2015VALLE SCRIVIA ED ENTROTERRA GENOVESE

Bigotti: ecco il mio bilancioBigotti: ecco il mio bilancioUn’intervista di Fabio Mazzari al Sindaco di Savignone

Davagna, il punto del sindaco MalatestaDavagna, il punto del sindaco MalatestaIl primo cittadino parla delle diffi coltà di un piccolo comune ma anche dei suoi punti di forza

Racconta in modo molto schietto il primo anno e mezzo da sindaco, Romil-

do Malatesta, primo cittadino di Davagna, quasi duemila abitanti sparsi in varie frazioni alle porte di Genova. “In quest’anno e mez-zo di mandato ho toccato con mano i problemi di un’ammi-nistrazione” ci spiega Malatesta, elettricista in pensione eletto a maggio dell’anno scorso. “Ero già nella maggioranza con la lista ‘Davagna di tutti’ ma fare il sin-daco è una cosa molto diversa, questi diciotto mesi sono stati per me molto problematici per-ché sono più portato a risolvere i problemi pratici che quelle am-ministrativi e fi nanziari, grazie ai miei collaboratori risolviamo anche questi” prosegue Malatesta “sono stato fortunato, lo scorso autunno, nel corso delle ripetute alluvioni occorse a tutti i comu-ni a noi limitrofi , a non aver do-vuto gestire emergenze” per que-sto, continua il primo cittadino davagnino “Sono stato contestato da qualcuno per non aver fatto richiesta di danni alluvionali, ma a mio parere, questo atto mi avrebbe accomunato a quella po-litica scorretta che troppe volte abbiamo visto in Italia”.

Sul programmaRelativamente al programma, il sindaco ci spiega “siamo andati avanti con il programma ini-ziato sei anni fa e che abbiamo illustrato in campagna eletto-rale” in particolare, prosegue “stiamo realizzando la strada di Meco Superiore. Questo progetto sta incontrando delle diffi coltà per via di alcune varianti, ma è un’opera che dobbiamo asso-lutamente fi nire perché è molto attesa dai residenti della zona”.

Sull’educazione e turismo localeDavagna ha i suoi punti di forza “una scuola frequentata da oltre cento alunni che copre l’intero ciclo dell’obbligo, dalle mater-

ne alle medie. La scuola è in possesso del certifi cato CPI ed è soggetta costantemente a tutte la manutenzione e le migliorie per renderla sempre più sicura e bel-la”. “Qualche problema lo abbia-

mo avuto riguardo al trasporto scolastico” continua Romildo Ma-latesta “per il fatto che il nostro comune si compone di numerose frazioni, non tutte raggiungibili con gli Scuolabus molto grandi.

È per questo motivo che, dovendo impiegare mezzi più piccoli sto utilizzando un terzo pullmino del Comune” dice il sindaco. Tra le realtà economiche da citare trova posto la Coop Monti di Ca-

penardo “produttrice di carni di qualità presente sul territorio da oltre vent’anni e, grazie alla bella intuizione di tre giovani che stanno facendo conoscere il nome del nstro paese, lo zaffera-

no di Rosso”. Malatesta rincara la dose: “fi nanziamenti, che attual-mente mancano, è stato un grave errore aver chiuso le vecchie Co-munità Montane, che erano un presidio importante per i nostri territori”.

Sull’Unione dei ComuniRiguardo all’Unione dei comuni, il primo cittadino davagnino dice “Al momento, per rispettare gli obblighi di legge, attraverso de-libere di Consiglio, abbiamo as-sociato le funzioni fondamentali con Bargagli, Torriglia e Lumar-zo, mi domando” prosegue Mala-testa “come funzionano le Unio-ni visto che dove si sono realiz-zate da tempo qualche problema è sorto. Se producono un effettivo risparmio al momento non lo si intravvede, anzi sembra che ven-gano a generare un ulteriore in-cremento di burocrazia”.

Sulla Città Metropolitana di Genova“Sono molto scettico dal risulta-to ottenuto con l’abolizione della Provincia e l’istituzione della Città Metropolitana” conclude Romildo Malatesta “a noi piccoli comuni è venuto a mancare quel supporto tecnico-logistico non solo delle strade comunali, ma è venuta a mancare addirittura la manutenzione ordinaria sulle strade provinciali stesse”.

Fabio Mazzari

Antonio Bigotti, primo cittadino di Savi-gnone, rieletto l’anno scorso con oltre l’ottanta per cento dei voti, racconta

il bilancio di un anno e mezzo del secondo mandato, in modo schietto e diretto come è da sempre abituato a fare, ponendo l’attenzione soprattutto sulla battaglia a difesa dei piccoli comuni, che l’ha visto più volte protagoni-sta. “Il primo anno e mezzo del mio secon-do mandato - dice il sindaco Bigotti - è stato impegnativo, a causa dell’alluvione che qui ha colpito duramente e a causa della quale abbiamo dovuto realizzare quattro grandi interventi - prosegue il primo cittadino sa-vignonese - fi nite le somme urgenze, per le quali abbiamo ottenuto l’80% di fondi dalla Regione sui danni calcolati allora, sono stati indispensabili altri lavori per i quali abbia-mo dovuto spendere altri 3-400 mila euro. Abbiamo dovuto accendere dei mutui e la nostra capacità mutuabile è ormai all’osso, mentre lo Stato ci prende seicentomila euro ogni anno”. Proprio da qui il discorso volge, inevitabilmente, sulle protesta che Antonio Bi-gotti ha effettuato in difesa dei piccoli comuni contro i tagli governativi, tra le quali ricordia-mo l’elemosina chiesta davanti alla Cattedra-le di San Lorenzo a Genova e la chiusura per protesta del Municipio. “Ogni comune deve mettere la sua parte, in seguito per circa mil-letrecento comuni su quasi ottomila arriva una compensazione. Non sappiamo con qua-li criteri abbiano stabilito come vada ripar-

tito questo Fondo. Alcune grandi città in dis-sesto - illustra la situazione Bigotti - ricevono due o tre volte rispetto a quanto elargiscono, mentre comuni come il nostro devono addi-rittura mettere altri soldi. Qui in Valle Scri-via otto comuni su nove sono nella nostra stessa condizione - dice il Sindaco - nei casi di città in dissesto economico, a mio parere, va individuato chi ha portato a ciò e seque-strare tutto ai responsabili, come accade con i casi di mafi a”. Prioprio riguardo a questo Bigotti lancia una provocazione: “la soluzio-ne è quella di andare in disavanzo, visto che lo Stato ha fatto decreti per salvare Alessan-dria, Catania, Reggio Calabria, Roma, Vene-zia e la Campania, faccia anche un decreto salva-Savignone”. Una provocazione ovvio, ma sotto c’è anche una denuncia: “Fino a che non arrivano i fondi dalla Regione noi non possiamo fare nulla, sono riuscito ad ottene-re, grazie ad ANCI Liguria, un decreto dove a noi comuni alluvionati non vengano tolti soldi per girarli al Fondo di Solidarietà Co-munale”. Nonostante gli eventi alluvionali e i problemi dei fondi, Savignone è un comune vivo che negli ultimi anni si è decisamente ri-lanciato: “Abbiamo avuto una stagione estiva intensa - spiega il sindaco - abbiamo ripristi-nato il nostro centro storico, che è molto bel-lo, e siamo in dirittura d’arrivo per entrare a far parte del circuito dei ‘Borghi più belli d’Italia’”. Infi ne, sulle vicende dell’Unione dei Comuni, dove proprio il Comune di Savigno-

ne venne accusato, specialmente dal Partito Democratico di Busalla, di aver fatto saltare il nome di Simone Franceschi, il sindaco Bigotti chiarisce tutto: “Eravamo d’accordo nel vota-re il nome di Franceschi, una parte dell’op-posizione di Ronco Scrivia (Michelina Gatto, della lista del M5S, ndr) aveva evidenziato un errore procedurale nella continuità di Fran-ceschi alla presidenza, in quanto egli era sta-to per due ore sindaco sia di Ronco Scrivia che di Vobbia - dice Bigotti - lui si è dimesso, ma non doveva farlo perché era già decaduto. Si è ripresentato e in quel momento i miei due consiglieri di maggioranza in Unione hanno proposto a Franceschi una piccola rifl essione”. Rifl essione che, spiega Bigotti: “Non c’è stata allora i miei due consiglieri non l’hanno votato. Con il sindaco di Bu-salla Maieron abbiamo proposto i nomi di Collossetti (sindaco di Casella) o Brassesco (sindaco di Valbrevenna). Ma il Pd non si è presentato in consiglio e da li lo stesso Pd ha scavato la fossa a Franceschi. A quel punto non Bigotti, ma Brassesco, Collossetti e Fan-toni (sindaco di Montoggio) hanno posto il veto al nome di Franceschi”. (f.m.)

Ottava edizione del Mercatino di Natale di Torriglia che è

stato organizzato dall’associa-zione “Tralantolaeilmare”. Que-sta edizione si è svolta nell’arco di due weekend: l’ultimo fi ne settimana di novembre e quello dell’Immacolata. Hanno parte-cipato oltre quaranta espositori con i loro banchetti dedicati ai prodotti tipici locali. (f.m.)

Natale a Natale a

TorrigliaTorriglia

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30 l’inchiostro frescoDicembre 2015

Originaria di Rovigo e molto orgogliosa di questa terra che fi n dal ‘400 è stata un borgo estense e in seguito luogo di collegamento tra Venezia e

Ferrara, vorrei proporre una ricetta molto semplice, ma davvero amata da me e dai miei tanti cugini. Prendete 200 gr di uvetta e mettetela in ammollo con 125 ml di rum, tagliate a pezzi 350 gr di pane secco, fate bollire un litro di latte, unite 100 gr di burro, 220 gr di zucchero e versate il tutto sul pane. Quando sarà assorbito (occorre circa mezz’ ora), unite 5 uova, l’uvetta e un po’ di limone grattugiato, mescolate bene e versate in una tortiera a cerniera imburrata, spolverata di pan grattato. A questo punto infornate a 180 gradi per un’ora circa. Questo piatto si chiama Nicolotta e i Nicolotti erano la gente povera che chiedeva l’elemosina, ma per me bambina, era Natale solo se mia nonna la preparava.

Auguro a tutti feste serene e ricche di affetti!

Una “dolce” storiaUna “dolce” storia

di famigliadi famiglia

L’elegante Spathiphyllium è tra le più diffuse piante d’appartamento: è bello e rigoglioso, facile da mantenere e necessita di poche cure. E’ una pianta sempreverde, originaria delle zone tropicali dell’America: per farla crescere sana necessita di luce, ma non diretta, e

predilige un ambiente umido. Ama una temperatura compresa tra i 18 ed i 25 gradi e, in estate, può anche essere sistemata in esterno, all’ombra, sempre in vaso. Poche sono le nozioni da seguire per mantere la nostra pianta in salute: il terreno deve essere umido, ma non bagnato, e bisogna avere l’accortezza di pulire le foglie con un panno umido, in modo da permettere alla pianta di respirare; è una pianta che purifi ca l’aria, ma poco sopporta le correnti ed il fumo. Con la sua eleganza sarà sicuramente perfetto in un angolo del vostro salotto!

Spathiphyllium:Spathiphyllium:l’eleganza di un grande classicol’eleganza di un grande classico

PROFUMI D’ITALIA, RICETTE E RICORDI

“La noce vuol essere semi-nata, e piantata a dif-ferenza di quasi tutte le

altre piante in terreno misto e ben concimato, un terreno duro, caldo e secco; inoltre la noce prima di es-sere seminata può essere macerata nell’acqua così ché possa crescere più velocemente e al tempo stesso rendere il frutto di più giocondo sapore”, così scriveva Columella, naturalista latino, nel “De Re Rusti-ca”(3, 22). Inoltre Plinio il Vecchio nella “Naturalis Historia” testimo-nia l’importazione della noce in Eu-ropa da parte dei greci tra il VII e il V sec. a.C. dall’Asia Minore. I Romani chiamavano l’albero della noce “Jo-vis glans” cioè ghianda di Giove, poiché per i latini era l’albero con-sacrato al re degli dei. In Calabria, parte del territorio montano è carat-terizzato dalla presenza di alberi di faggio, castagno e noce; quest’ulti-mo diventa così un alimento impor-tante nel fabbisogno alimentare dei calabresi soprattutto nel periodo autunnale. La cultura contadina lo-cale vuole che l’addormentarsi sot-

to un albero di noce porti alla follia, piantarlo vicino casa può attirare le disgrazie altrui e ripararsi sotto di esso durante i temporali signifi ca ri-schiare di essere colpiti da un fulmi-ne. Si può notare come, nonostante il noce fornisca un frutto che costi-tuisce un prezioso nutrimento per l’uomo, la tradizione scaramantica lo consideri un albero maledetto e nefasto. In Calabria ancora, preci-samente nella zona di Limbadi (co-mune in provincia di Vibo Valentia), nell’area del Monte Poro, si produce il così detto “nocino”: il liquore della noce. Questa bevanda alcolica, dal forte aroma e di colorazione bru-na tendente al nero, è tipica della zona. Per produrlo si usa macerare le noci per 40 giorni, inserite all’in-terno di un contenitore con vino malvasia, alcool, zucchero e aromi vari facoltativi. Dopo averlo fatto imbottigliare e maturare per circa otto mesi, può essere servito alla fi ne dei pasti come gustoso dige-stivo.

Samuele Anastasio

Tesori della terra calabrese: Tesori della terra calabrese: Una noce tutta da bere Una noce tutta da bere Pranzo di Natale: Pranzo di Natale:

Nadalini in brodoNadalini in brodo

Saperi & Sapori Saperi & Sapori della vecchia Genovadella vecchia Genova

Tanti i piatti di Natale ma oggi vi parlo dei “Mac-cheroni di Natale”, anche

se forse si dovrebbero chiama-re meglio “Nadalini”. Di certo sono un formato di pasta ormai scomparso che era d’obbligo nel pranzo natalizio: lunghi e fi lifor-mi si cuociono e si servono su un sontuoso brodo di cappone. Per preparare un buon brodo di cappone occorre acqua fredda, sale, sedano, carota, cipolla e naturalmente il cappone. Si fa lessare il cardo, tagliato a pez-zetti, al dente. A questo punto prendete della trippa, con tutta la pelle, e tagliatela a listarelle. Prendete un pezzo di salsiccia, sgranatela e saltatela in padella senza nulla per farne uscire il grasso. Su una padella con poco fuoco saltate prima il cardo e poi ripetete l’operazione con la trippa. Con un colino fi ltrate il

l'Orto l'Orto di Marisa di Marisa

brodo. Mettere sul fuoco e men-tre ritorna a bollire unire salsic-cia, cardi, trippa e maccheroni. Regolate il sale. Tenere i mac-cheroni al dente. Mescolare il tutto e rimpiattare caldissimo. Finire quindi con la classica ne-vicata di parmigiano reggiano grattugiato.

Buon NataleGiorgio Dalpian

Vini di buona qualità Vini di buona qualità dalla vendemmia 2015dalla vendemmia 2015

Annata particolare per i vini, quella del 2015. Le con-dizioni di caldo superiori

alla media e la piovosità prima-verile a livello ottimale, dopo un inverno non troppo rigido, hanno favorito una rapida maturazione delle uve. Quindi una vendemmia anticipata, e un’ottima qualità. In calo invece le quantità raccolte, anche rispetto all’anno preceden-te che già era un po’ “scarsino”. Come riferito dal responsabile della cantina sociale di Rivalta Bormida, le contrazioni più mar-cate riguardano i vitigni a bacca bianca (cortese, moscato e char-donnay) e le barbere. Lo stesso produttore però ci ha riferito che: “Le uve sanissime e con perfetto equilibrio tra acidità e zucchero, come non capitava da diversi anni, hanno permesso di ottene-re vini di straordinaria qualità ben strutturati, ricchi di colore e profumo”. Anche dal punto di vista fi tosanitario, l’annata ha re-gistrato una scarsa incidenza del-le classiche patologie della vite, a

parte la “fl avescenza dorata” che ha creato qualche problema spe-cialmente nella zona dell’ovade-se. Qualche danno dalla grandine, come ogni anno, c’è stato, ma solo in aree relativamente circoscritte. Molto soddisfatti della qualità dei vini anche nella zona di Strevi, come riferisce Andrea Costa della cantina Marenco, soprattutto per: “L’uva sana, con un bel colore e una buona carica aromatica”. I prezzi hanno risentito di questa situazione di buona qualità e non elevata quantità, denotando una leggera ripresa: fi no al 20% in più rispetto al 2014

Stefano Rivara

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Il giornalino dei bambini

C‛era una volta un bambino che credeva a tutti i sogni. Un giorno ha sognato una fe-

sta dove i bambini ricevono regali.Il bambino decide di chiamare il

sogno “La Festa di Natale”.E da quel momento tutte

le famiglie festeggiano la famosa: FESTA DI NATALE

Leonardo Siri

Con questo pensiero vorrei fare gli auguri di Buone Feste alle inse-gnanti di Pasturana ed a tutti i bambini del mondo

Il sogno di un bambinoIl SaracchinoPagina a cura della scuola “G. Saracco” di Acqui Terme

E-mail: [email protected] - Via XX Settembre, 20 - 15011 Acqui Terme (AL) - tel. 0144.322723

www.scuolesaracco.it www.progetti-saracco.it

A scuola di creativitàA scuola di creatività

Gli alunni delle classi 2° hanno partecipato, con

entusiasmo, a una lezio-ne di Patchwork, grazie alla collaborazione delle signore Anna, Fiorenza, Elisa, Rinuccia, M. Grazia, Rita e Giorgia dell‛As-sociazione di promozio-ne sociale “Noi che ... il patchwork”. Hanno realiz-zato con l‛aiuto delle “non-ne” simpatiche cartoline, utilizzando ritagli di stoffa a scelta. I nostri “piccoli artigiani” hanno ritagliato e

incollato stoffe su una base di cartoncino e tela. In seguito le esperte hanno rifi nito il manufatto con cuciture a macchina. E‛ sta-ta una bellissima esperienza per lo sviluppo della creatività e della manualità. Speriamo di ripetere questa bellissima attività an-che il prossimo anno.

Le maestre delle classi II

Che cos’è ilChe cos’è il ppaattcchhwwoorrkk??

Il lavoro con le pezze, ovvero in inglese il, consiste nella cucitura di diverse parti di diversi tessuti, così da ottenere motivi fantasiosi e/o geometrici.

All‛interno del progetto sui colori primari e secondari, nella sezione E, si è deciso di inserire uno spazio dedicato alla pittura.

All‛inizio abbiamo lasciato i bambini esprimersi liberamente sia con strumenti convenzionali come pennelli, rulli e spugne, sia con strumenti non con-venzionali, come ortaggi, frutta, spazzolini, sirin-

ghe (senza ago), schiuma da barba etc. Al termi-ne del progetto, abbiamo proposto ai bambini una serie di opere di grandi pittori e abbiamo cercato di imitarli, facendo proprio come loro… dipingen-do come loro .. ed eccoci a trasformaci in piccoli Kandinskij, piccoli Mirò , piccoli Mondrian, piccoli Monet e piccoli Pollock!

noi pittori…noi pittori… come i pittori… come i pittori…

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32 l’inchiostro frescoDicembre 2015

KidSchool: dove KidSchool: dove internazionale e locale internazionale e locale si fondonosi fondono

La Scuola Bilingue, centro di apprendimento d’eccellenza

A Novi dal 2008 è aperto un Istituto privato a forma-zione bilingue (italiano/in-

glese) con Scuola dell‛Infanzia e Primaria che dall‛anno scolastico 2015/2016 è un Istituto Parita-rio il cui Progetto educativo, se-condo le intenzioni della Diret-trice, prevede una formazione di alto livello. “Proponiamo, oltre all‛insegnamento delle materie curricolari ministeriali, lo studio approfondito dell‛inglese con in-segnanti madrelingua e un ricco programma di attività: musica con maestri di Conservatorio, la-boratori di spagnolo con docenti madrelingua e tanto sport”. Gli ambienti sono luminosi e curati “affi nché i bambini possano sen-tirsi a casa e le classi sono a nu-mero limitato per seguire meglio le lezioni”. Nei pomeriggi senza rientro fi no alle 18 è attivo il tempo pieno “per stare a scuo-la svolgendo i compiti, andando così incontro alle esigenze delle famiglie, con minori costi per babysitter etc. Nostro caval-lo di battaglia è l‛inglese, che entra nella quotidianità”. Dalla terza elementare gli studenti sostengono gli esami Cambridge e al termine del ciclo scolastico hanno acquisito competenze ge-neralmente conseguite in Italia nelle scuole superiori specialisti-che. “Il progetto bilingue inizia nella Scuola dell‛Infanzia, dove i bambini imparano ad esprimersi in italiano e inglese, protagoni-sti, con insegnanti qualifi cati, di progetti dedicati all‛arte, alla musica e all‛educazione motoria in collaborazione con associazio-ni sportive tra cui l‛A.S.D. Budo Arashi”. Una scuola d‛eccellenza, trampolino di lancio verso il fu-turo: una preparazione completa dal sapore internazionale in un ambiente sereno e stimolante.

Benedetta Acri

Come da tradizione, il Lions Club Gavi e Colline del Gavi, ha promosso anche

quest´anno tra i ragazzi della scuola media dei plessi di Gavi e di Capriata, il concorso inter-nazionale di disegno “Un poster per la pace” che, nell‛edizione

2015-2016 si propone con il tema: “Condividi la pace”. In un momen-to storico come quello che stiamo attraversando, caratterizzato da divisioni e confl itti globali, il concorso si pone l‛obiettivo di formare le giovani coscienze e fornire loro spunti di rifl essione

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sul valore della concordia tra i popoli diventando, attraverso l‛attività artistica, l‛occasione di approfondimento e confronto sotto la guida degli insegnanti. Anche questa edizione ha visto impegnato un alto numero di ra-gazzi: 82 elaborati sono stati sottoposti alla giuria composta dalla pittrice e scultrice Ales-sandra Guenna e dalla professo-ressa Lorenza Priano affi ancate dal Presidente del Lions Club Ro-berto Gemme e dai componenti del comitato “Un poster per la Pace” Alessandro Cartasegna, Alma Pasero, Adriano Picchiò e Giulia Picollo. L‛elaborato che verrà inviato al concorso appar-tiene a Bartolomeo Bisio (classe IIª D). “Quest‛anno la giuria, che ringraziamo per la disponi-bilità e l‛impegno, ha individuato nell‛elaborato del giovane Bisio il candidato ideale da propor-re — dice il dottor Cartasegna da anni promotore dell‛iniziativa

— per l‛originalità e il forte con-tenuto simbolico, rappresentan-do i paesi del mondo amalgamati in una torta già divisa in sette spicchi, ognuno dei quali riporta-re i colori simbolo della pace; at-torno la gioia della condivisione è stata espressa attraverso un gruppo di mani di diverso colore e etnia pronte “innocentemente” a condividere un dolce attimo di gioia e di pace”. “Particolarmen-te attuale — aggiunge il presi-dente del Club, Roberto Gemme — anche per aver colto, proprio nell‛anno dell‛Expo, l‛importanza del ruolo che riveste il cibo nella nostra attuale società, laddove la fame può diventare un‛arma potentissima, il cibo condiviso si fa strumento di pace”. Un plauso anche a Diego Traverso e Davide Nuti, entrambi della classe IIª C, classifi catisi secondi parime-rito.

Simona Vitali

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“Natale senza confini”

Page 33: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

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Buone Feste

33l’inchiostro frescoDicembre 2015

…Fuoco, fuoco notte e dì, …Fuoco, fuoco notte e dì, si le streghe fan così!!!!! si le streghe fan così!!!!!

Atmosfere misteriose anche a Tagliolo, nella scuola dell‛in-fanzia, tra la storia della strega Arancina, quella del fanta-sma Puzzapazza, la preparazione di pipistrelli che ci guar-

dano a testa in giù e le decorazioni appese all‛albero di Halloween.

SOFIA (3 anni): “ Io non ho paura delle streghe e mi sono truc-cata da ragno …….. no…… da zucca!

RACHELE (5 anni): “Mi piace Halloween per-ché mi fa tanto ridere il fantasma Puzzapazza e poi mi sono truccata da zucca con la bocca arancione ed il naso verde”.LUCA (4 anni): “ La maestra mi ha fatto il naso nero e poi tutta la ragnatela sulla faccia……spaventavo tutti quelli che mi vedevano”.GABRIELE (4 anni): “ Avevo la faccia col ragno disegnato ed un lenzuolo con sopra un fantasmone….allargavo le braccia e facevo “ uh…uh….uh…”.

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LORENZO (5 anni): “Quel signore che è sceso dalla mac-china si è spaventato quando gli abbiamo chiesto “DOL-CETTO O SCHERZETTO?”.REBECCA (5 anni): “Mi piaceva suonare i campanelli…….”LUCA (4 anni): “Si…. La gente si spaventava tutta……an-che il Sindaco…”SOFYEN (3 anni): “Si è spaventato mio fratello quando siamo andati di sopra……( si riferisce agli scherzetti ai compagni della Primaria).ILARIA (5 anni): “…Delle signore ci hanno regalato i pac-chetti di caramelle ma le abbiamo fatto “buhhh” lo stesso”DENNIS (4 anni): “io mi sono divertito a mangiare solo con la luce della zucca con gli occhi e la bocca bucati”.PIETRO (4 anni): “siiiii e poi dopo mangiato le maestre facevano le streghe che dondolavano il calderone….”VANDA (4 anni): “ma dentro non c‛erano le code di ser-pente ed i ragni senza un dente ….c‛erano le caramelle ed i cioccolatini fatti “da” fantasmino…..”ALESSANDRO (3 anni): “siiii erano….erano tanto buoni!!!!”

Dopo aver percorso le vie del paese ed aver divertito tante persone, ma specialmente noi, la festa è terminata con il pranzo a lume di zucca ed il pentolone pieno di dolci (grazie alle mamme) rovesciato dalle maestre – streghe e fantasmi. Il prossimo appuntamento, nel prossimo nume-ro, è per raccontarvi la festa più bella dell‛anno festeg-giata in un paese col borgo ed il castello più suggestivo dei dintorni. Spaventosi saluti dai bimbi di Taglioloooo!!!!

Ogni volta sembra un‛im-presa raccontare e cantare in modo diver-

so il Natale, eppure, ormai da qualche anno, noi alunni della Scuole Primarie di Isola del Cantone e di Vobbia lo fac-ciamo in chiesa, mentre nell‛O-ratorio allestiamo il presepe, realizzato da noi con l‛esperto Giuseppe Gnecco, e offriamo il rinfresco. Quest‛anno è pre-vista anche la partecipazione straordinaria degli alunni cin-quenni dell‛Asilo Infantile; poiché, come negli anni scorsi, ci sarà una certa affl uenza di pubblico, lo spettacolo si svol-gerà il giorno 19 dicembre alle ore 10.00 nella Chiesa di San Michele Arcangelo, anziché nell‛Oratorio. In un mondo che

dovrebbe essere senza confi ni, nel quale sarebbe bello vivere nel rispetto reciproco, anche alla luce dei recenti fatti di violenza e intolleranza, desi-deriamo testimoniare la voglia di un futuro di pace e di ugua-glianza, scoprendo il Natale nei vari continenti, attraverso usanze, canti e tradizioni, sen-za dimenticare quelle del no-stro Paese, narrate nel nostro dialetto, attraverso il canto “Incominça un meize avanti”, proprio della tradizione isole-se. In questo “viaggio”, un fi lo rosso ci unisce: il desiderio di un mondo di pace e amore, per-ché il Natale sia tutti i giorni, senza confi ni di spazio e senza tempo.

Scuole Primarie di Isola del Cantone e di VobbiaScuole Primarie di Isola del Cantone e di VobbiaIstituto Comprensivo di Ronco ScriviaIstituto Comprensivo di Ronco Scrivia

Incominça un meize avantiin te case disperæ comme a mæ,

comme a mæammugiâse quarche franchettope guarnîse, peguernîse i vascellæ.

A mattin che l’é ancon scûoven da-a porta o leitâ

«oh donne cae gh’é o læte fresco«donne cae, donne cae vegnî ac-cattâ».

A mattin che l’é ancon scûosatan sciù tutti i figgiêu

«oh moæ cäa, tïa fèua o pandöçe«co-o zebibbo, co-o zebibbo e co-i pignêu».

Quande sêunna mezanêutteva sciù Messa co-o Bambin

e tutti corran in San Loensopin de sêunno, pin de sêunno e pin de vin.

Chi ghe va pe sentî Messae chi ghe va pe devozion

e chi ghe va pe unn-a pisaggiae chi ghe va, e chi ghe va pe dâ un ronson.

Quande Messa a l’é finîachi va a casa e chi a giâ

e tutti i cappi de famiggiae a-e pignatte, a-e pignatte fan boggî.

Sciù pe-i boschi, sciù pe-i foscisciorte o fûmme da-i fûmmajêu

e se sente un odô de rostiche o me tïa, che o me tïa sciù o mæ chêu.

Gh’é ‘na squaddra de zoenotticon chitarra e mandolin

e van a fâghe a serenataa-e figge belle, a-e figge belle e a-o Bambin.

Incominça un meize avanti

unno, pin de sêunno e pin de vin. Bambin.

Ad Ovada Ad Ovada

alunni in biblioteca alunni in biblioteca

Page 34: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

34 l’inchiostro frescoDicembre 2015

Page 35: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

Ad Acqui Festa per il CampionissimoAd Acqui Festa per il CampionissimoAl Cortile di Acqui Terme il 2 gennaio celebra la “giornata di Fausto Coppi”

Il Cortile di Acqui Terme, il bici-cortile dedicato alla “memoria condivisa” su due ruote, si appre-

sta a chiudere l’anno vecchio ed ad iniziare l’anno nuovo “col botto”.

Il diavolo rosso di AstiTra le ultime acquisizioni della col-lezione acquese, vi è una splendida bici scarlatta appartenuta al mitico Giovanni “il Diavolo Rosso” Gerbi, il campione che ad inizio Novecen-to fu tra i protagonisti del ciclismo di allora. Gerbi, nato ad Asti, era un corridore non soltanto molto forte ma anche dotato di grande astuzia. Infatti, non essendo un grande velo-cista e soffrendo gli arrivi in volata, faceva in modo di staccare tutti “da lontano” con fughe anche di 100-150 chilometri. Gerbi seguiva il credo de “il fi ne giustifi ca i mezzi” come quella volta in cui, avendo studiato perfettamente il percorso di gara, fece in modo di passare per primo un passaggio a livello e poi, d’accor-do col casellante, fece abbassare la leva, impedendo così agli altri cor-ridori di raggiungerlo. Un vero asso che godette di grande, grandissima popolarità tanto che Paolo Conte, astigiano anch’egli, gli dedicò la ce-lebre canzone.

Il Campione del MondoL’ex ciclista Gianni Masello ha con-segnato allo staff de “Il Cortile” una maglia addirittura appartenuta ad un Campione del Mondo. Si tratta della divisa di Jens Veggerby, ciclista danese che corse quasi sempre per squadre italiane, il quale nel 1993 si laureò iridato nella disciplina, ormai uscita fuori da quelle olimpiche, del “fondo su pista”.

Gli amici del triathlon di VisonePer tutto il mese di novembre la ve-trina del bici-museo è stata letteral-mente “invasa” dalle maglie, cimeli, oggetti e medaglie della squadra di triathlon di Visone. Un importante “gemellaggio” tra discipline diverse accumunate dalla stessa, grande, passione.

Acqui Terme “in rosa”Ma tra gli oggetti più suggestivi della raccolta spicca, senza ombra di dub-bio, la bicicletta e la maglia rosa di Giovanni Pettinati, il corridore che vinse una tappa del Giro d’Italia nel 1954 e indossò per sei giorni la ma-glia rosa nel 1958. Grazie alla benevo-

lenza della mo-glie Giordana e della fi glia Mi-rella è possibile ammirare questi cimeli nel Cortile. La fi glia Mirella ha raccontato che: “Fau-sto Coppi era solito, quando si allenava, passare per la nostra casa di Cartosio per chiamare mio padre. Assieme a lui facevano il giro per Sassello e il passo del Turchino e poi tornava a casa dove era nostro ospite. Una persona gentilis-sima e simpatica, come del resto suo fi glio Faustino, mio coetaneo”.

2 gennaio: Festa del CampionissimoMa il vero momento clou per gli ani-

matori del bici-museo sarà il pros-simo 2 gennaio, anniversario della scomparsa del Campionissimo. Infatti per quell’importante data il Cortile ospiterà tre biciclette Bianchi da collezione più tutta una serie di cimeli, foto e documenti del Campionissimo. Una giornata speciale per ricordare Fausto Cop-pi un campione che, a distanza di anni, fa ancora battere il cuore a milioni di appassionati in giro per il Mondo.

MATTIA NESTO @Mattia Nesto

Gran Galà in biciGran Galà in biciSabato 12 dicembre alle ore 15 il via al Gran Galà del ciclismo con ospi-

ti illustri e presentazione della seconda edizione del libro di

Fabrizio Tacchino sono i contenitori di una grande festa delle due ruote in programma sabato 12 dicembre 2015 alle ore 15 presso la Loggia di San Seba-stiano ad Ovada. Ci saranno non solo gli appassionati e gli amici che nella zona sono veramente tanti grazie alla radici e alle tradizioni del ciclismo, ma inter-viene quale testimonial Gianluca Bor-tolami ex professionista vincitore del Giro delle Fiandre e Coppa del Mondo, gli azzurri Oliviero Troia, Ilaria Sangui-netti, il professionista Cristiano Salerno. Per quanto riguarda invece il libro viene presentato a soli due anni dalla prima edizione “Obiettivi, tipologie e mezzi di allenamento nel ciclismo” edito da Cal-zetti – Mariucci, letteralmente esaurito in 2000 copie. Ora è uscita una riedizio-ne con grafi ca rinnovata e aggiunta di nuovi capitoli per un totale di 550 pagi-ne dedicate all’allenamento nel ciclismo scritto dal preparatore atletico Fabrizio Tacchino di Castelletto d’Orba o meglio, come dice lui di “Bozzolina”. “Quando a inizio 2013 dopo aver lavorato giorno e

notte per la stesura di questo libro misi un punto di fi ne – dice Fabrizio Tacchi-no - ero sicuro di aver fatto un buon la-voro perché frutto di un esperienza vis-suta sul a strada e condivisa con i miei preziosi colleghi, ma il successo era poi lasciato al giudizio di chi lo avrebbe let-to. Con orgoglio posso testimoniare con affetto le centinaia di mail da scono-sciuti lettori che hanno fatto i compli-menti ai contenuti di questo testo che defi nisco un importante pietra milia-re sulla metodologia dell’allenamento, non inventando niente di innovativo ma mettendo un sapiente ordine ai concetti che regolano l’allenamento nel ciclismo senza la presunzione di una verità assoluta ma di un buon input su cui far rifl ettere atleti, nuovi tecnici e colleghi ma soprattutto quale “antido-to” culturale al doping che ha fl agellato questo sport”. “Dedico – conclude Fabri-zio Tacchino - la ristampa del libro alla memoria del mio papà Giulio, che mi ha avviato prima a questo sport e poi incentivato a farne una bellissima e appagante professione”.

Luisa Russo

Ecco la squadra dei “Baby Campioni” premiata lo scorso anno.Per l’edizione 2015 saranno ancora più numerosi i partecipanti

Page 36: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

3°Campionato indoor monferrino3°Campionato indoor monferrinoLo sport principe dell’ovadese e di Rondinaria non si ferma d’inverno

Mentre per il tamburello specialità Open, si stanno allestendo le squadre con la rinuncia del Carpeneto e la conferma nella serie A del Cremolino, si sta disputando nelle pa-

lestre d Basaluzzo, Voltri e Ovada il 3° campionato indoor dell’Alto Monferrato Ovadese. Undici le squadre al via suddivise in due gironi rispettivamente da cin-que e sei squadre. Nel girone A fi gurano il Basa-luzzo Italvalv con Bevilacqua, Borsa, Garibaldi, Notarangelo, Sant; il Carpeneto con Daniele e Luca Oddone, Olivieri, Piccardo, Carlo Frasca-ra, il Gollo Team con Fabrizio e Andrea Gollo,

Tassistro e Guglielmero; la new entry del Voltri e la squadra del Comitato con Agosto, Mauro e Riccardo Bavazzano, Parodi, Gaviglio. Nel

girone B al via i campioni in carica del Cremolino Frutti con Parodi, Frutti, Ottria e Ferrando; Ovada in Sport con Stefano Frascara, Macciò, Chiappino, Vigno-lo; i Luluchi con Chiara e Luana Parodi, Ratto, Bisio;

CarpenetOvada con Caneva, Lanza, Arata, Olivie-ri, Robbiano e la Voltri 2. (e.p.)

Rocca Grimalda: festa per i 30 anni della

Simpatica rimpatriata presso il Ristorante degli Sportivi di Cre-molino, per la Polisportiva Rocca Grimalda di calcio che nella stagione 84/85 vinse il campionato di 3°categoria. Una serata

conviviale dove si sono ritrovati dopo 30 anni oltre venti persone tra giocatori e dirigenti ripercorrendo i momenti più salienti della Polisportiva, sfogliando le foto di allora e raccontando aneddoti di un calcio che forse oggi sta piano piano scomparendo. Una dimo-strazione della grande amicizia che si era creata e della voglia di par-tecipare che ancora oggi vive in questi ragazzi. Molti sono ancora coinvolti nello sport perché seguono i fi gli, qualcuno ha ottenuto il patentino di allenatore, mentre altri sono semplici spettatori, ma quegli anni d’oro (come era scritto nella torta) non si potranno mai dimenticare. La Polisportiva aveva i mosso i primi passi ad Ovada nel ‘78 al Geirino quando il complesso disponeva solo di un rettango-lo di gioco, poi nell’80 il trasferimento a Rocca Grimalda e la vittoria della 3° categoria. E’ stata anche raccolta una cifra destinata all’As-sociazione Vela di Ovada. (e.p.)

PolisportivaPolisportiva

36 l’inchiostro frescoDicembre 2015 SPORT

Torneo di NataleTorneo di NataleBoys Calcio e Ovadese preparano il

Quest’anno la Messa di Natale e la Cena socia-le dedicata al settore

giovanile dei Boys Calcio e dell’USD Ovadese si svolge sabato 12 dicembre con il se-guente programma: ore 19.30 Messa presso il Santuario di San Paolo di Corso Italia; a seguire la consueta cena nel Salone della Chiesa con lo scambio di auguri. Partecipa-no tutte le squadre del settore giovanile dai Primi Calci agli Allievi, mentre per la Junio-res e la Prima Squadra viene organizzato uno scambio di auguri alternativo. E’ anche in preparazione il tradizionale Torneo di Natale in program-ma il 19-20-21-22-23 dicembre

2015, riservato alle categorie Pulcini 2005, 2006, 2007 a sei giocatori, Piccoli Amici 2008–2009 a cinque giocatori. Il tor-neo si svolgerà al Palazzetto dello Sport del Geirino di Ova-da con gare di qualifi cazione in programma il 19 dicembre dalle 14.30 alle 22.30 e al Pa-lazzetto di Castelletto d’Orba di Regione Castelvero nelle giornate del 20 e 21 dicembre, mentre le fi nali si svolgeranno il 22 e 23 dicembre 2015 nuo-vamente al Geirino di Ovada. Il calendario del torneo sarà scaricabile dal sito internet www.usdovadese.it a partire dal 12 dicembre 2015.

Enzo Prato

Il centro danza di Roberta Borel-lo compie 36 anni: un’istituzione artistico-culturale novese che ha

raccolto sempre grandi successi. La direttrice ci racconta di essere “sod-disfatta del 2015: abbiamo parteci-pato con una coreografi a apposita alla ‘Traviata’ con gli Archi Novesi di Luisa Corsini di cui l’antepri-ma è avvenuta a Novi e la prima a Basilea. È stata la nostra prima tournée estera, un’esperienza emo-zionante che speriamo di ripetere anche questo 13 dicembre, sempre a Basilea. Al di là dei professio-nisti formati, abbiamo iscritte le fi glie degli ex allievi. Ciò vuol dire che abbiamo lasciato qualcosa a livello personale, non solo con for-mazione, disciplina, arte, musica ed esercizio fi sico. Le allieve ven-gono seguite fi n da piccole nella crescita, noi insegnanti diventia-mo fi gure di seconde mamme o zie, si instaura un bel rapporto.”. I corsi sono vari e per tutti i gusti. Si parte dalla danza propedeutica

con la novità delle lezioni rivolte ai bambini di tre anni insieme alle mamme: “sono molto apprezzate, si tratta di un momento di gioco e condivisione con i fi gli impor-tante, visti i ritmi odierni.”. Poi il corso dai 4 ai 6/7 anni e le lezioni di preparazione alla danza: classica, moderna, contemporanea, hip hop, fl amenco e un laboratorio coreo-grafi co. Inoltre, grande successo hanno i corsi dedicati al benessere psico-fi sico, aperti a tutti: tai chi, pilates e yoga. Sono molti gli spetta-

coli in programma: “l’11 dicembre replicheremo a Viguzzolo una rap-presentazione realizzata insieme all’associazione DanzArte a Torto-na. Il 28 dicembre parteciperemo al concerto di capodanno a Novi con l’Orchestra Classica di Ales-sandria diretta dal maestro Mau-rizio Billi nell’ambito del Festival Marenco. Un’esperienza molto positiva che ripetiamo da qualche anno, una prova per le ragazze che devono confrontarsi con la musi-ca dal vivo. La sera di sabato 23

gennaio e domenica 24 alle 16 per i bambini terremo la replica dello spettacolo ‘La bottega delle meravi-glie’ con alcune modifi che al teatro Giacometti nell’ambito della rasse-gna Tealtro. Inoltre, una nostra al-lieva, Simona, ha vinto il concorso ‘Giovani Talenti’: con la borsa di studio parteciperà ad uno stage settimanale di danza in Puglia a febbraio.”. Nonostante sia una realtà di provincia, si è riusciti a creare un centro forte, d’eccellen-za proprio a detta di esperti del settore. “Le allieve professioniste tornano sempre volentieri a casa. Molte di loro stanno avendo una fulgida carriera, fanno parte o hanno fondato compagnie im-portanti con le quali girano il mondo. Siamo anche in contatto con l’associazione Aida di Mi-lano legata al Teatro alla Scala. Quindi, si deve andare avanti per continuare a contribuire alla formazione di talenti e a miglio-rare la scena artistico-culturale locale e non solo. L’entusiasmo è la base di tutto.”.

BENEDETTA ACRI @FernGully89I

La danza: arte, passione e disciplinaLa danza: arte, passione e disciplinaIntervista a Roberta Borello, direttrice del centro danza novese

Page 37: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

37l’inchiostro frescoDicembre 2015SPORT

CITTÀ DI NOVI LIGURE

Convegno sportivo Sport e Salute

La corretta alimentazione nello sport

Lo sport e i figli. Quando i genitori si trasformano in ultrasLa nutrizione nello sport

Sostegno finanziario per lo sport giovanile?

• Raccomandazione per l’alimentazione Gianluca Bombara, ciclista reduce dal Giro d’Italia in solitariaGiacomo Crosa, olimpionico Dott. Tiziano Gastaldi: “Ciò che la chimica non spiega” Dott. Filippo Parodi: “In alternativa alle onde magnetiche”Intervento dell’Ing. biofisico, Cristian Conti e Dott. Francesco Antonio Bonomo

• Lo sport e i figli. Quando i genitori si trasformano in ultras Maria Cristina Mensi, delegato CONI AlessandriaManuele Borsoi, Istruttore karate

• La nutrizione nello sportDott. Carlo Massa, maratonetaDott. Luca Speciale, medico nutrizionale Nazionale Italiana di Ultramaratona

• Sostegno finanziario per lo sport giovanile?Stefano Gabriele, Assessore allo Sport del Comune di Novi LigureGiovanni Maria Ferraris, Assessore allo Sport della Regione PiemonteGianfranco Porqueddu, Presidente Regionale Piemonte CONI

Sabato 16 gennaio 2015 - ore 16.00 Museo dei Campionissimi di Novi LigureApertura del Sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere

Saluto del PresidenteGiampiero Montecucco

Saluto del Commissario Regionale PiemonteRino Fatuzzo

Moderatore del convegno Dott. Mattia Nesto redattore de “l’inchiostro fresco”

Conclusioni: Luigi Fortuna, Presidente Nazionale C.S.A.In.

A Novi Ligure sabato 16 Genna-io dalle ore 16.00 al Museo dei Campionissimi si svolgerà un

Convegno sullo “Sport, Salute e Ali-mentazione”. Ad aprire i lavori, sarà il Sindaco, Rocchino Muliere, che darà il saluto della città ai convenuti. Quindi gli organizzatori del convegno, Giampiero Montecucco e il Commis-sario per il Piemonte, Rino Fatuzzo, ringrazieranno tutti i partecipanti per la loro presenza. Nella scaletta del convegno sono previsti gli interventi

BENEDETTA ACRI @FernGully89I

di numerosi esponenti del mondo del-lo sport che lo tratterranno da diversi punti di vista.

Sull’alimentazioneSulle raccomandazione per l’alimen-tazione interverranno infatti Gianluca Bombara, ciclista reduce dal Giro d’I-talia in solitaria e, a seguire, l’ex olim-pionico Giacomo Crosa. Il dott. Tiziano Gastaldi tratterà il tema relativo a: “Ciò che la chimica non spiega”, mentre il dott. Filippo Parodi si soffermerà nel-l’“Alternativa sulle onde magnetiche”. L’ing. biofi sico Cristian Conte e il dott. Francesco Antonio Bonomo metteran-no invece in campo le loro conoscenze sull’alimentazione da un punto di vista più strettamente tecnico.

Sullo sport e i fi gliIn merito a: “Lo sport e i fi gli. Quando i genitori si trasformano in ultras” vi sarà un appratimento curato dalla Delegato CONI di Alessandria, Maria Cristina Mensi.

Sulla nutrizione nello sportPer quanto riguarda invece “La nutri-zione nello sport”, il dott. Carlo Massa (maratoneta) e il dott. Luca Speciale, medico nutrizionale della Nazionale Italia di ultramaratona, sveleranno i segreti della dieta per affrontare con successo l’impegno agonistico.

Sul sostegno fi nanziarioInfi ne, tema molto pregnante in que-sto periodo, l’Assessore allo Sport Re-gione Piemonte, Giovanni Maria Fer-raris, il Presidente Regionale CONI, Gianfranco Porqueddu, e l’Assessore allo Sport di Novi Ligure, Stefano Gabriele, discuteranno sul “Sostegno fi nanziario per lo sport giovanile”.

Al termine dei lavori Luigi Fortuna, Presidente Nazionale C.S.A.In., trarrà le conclusioni sul convegno.

Karate e danzaKarate e danzaSport giovanile in campo, Domenica 17 gennaio a Novi Ligure. Al Pala-

sport novese infatti dalle ore 9.00 alle ore 19.00 si svolgerà una giornata interamente dedicata al settore giovanile delle “Arti Marziali Karate”. La

manifestazione rientrerà nel novero delle prove internazionali, valevole per le qualifi cazioni degli azzurri e azzurrini, quale secondo “Grand Prix Regionale Piemonte C.S.A.IN.”. Al termine dei combattimenti, nell’intermezzo tecnico durante il quale i giudici prepareranno le classifi che, il pubblico potrà assistere alle esibizioni delle atlete del corpo di ballo della “ASD Associazione Contem-porary Dance Theater Tap Wall”, società alessandrina diretta dalle istruttrici Laura Barbera e Alessia Gaione. La manifestazione sarà organizzata dal Co-mitato Provinciale di Alessandria, dall’Ente di Promozione Sportiva C.S.A.IN. in collaborazione con il Comitato Regionale Piemonte e con la Società ASD Il Tempio del Karate. L’iniziativa ha ricevuto inoltre i patrocini dalla Regione Piemonte, dal CONI Regionale, dalla Provincia di Alessandria, dal Comune di Novi Ligure e dal quotidiano La Stampa. Visto i successi ottenuti nelle passate edizioni, è prevista la presenza a Novi Ligure di oltre quattrocento atleti. Giam-piero Montecucco ha sottolineato che: “Grazie all’impegno mio e dei miei collaboratori in ogni manifestazione organizzata in quarant’anni in quali-tà di dirigente sportivo sia a livello provinciale che nazionale nelle più sva-riate discipline, dal calcio alla pesca sportiva, abbiamo sempre fatto centro. Spero che anche questa manifestazione abbia i dovuti crismi per il successo che merita”. Il Presidente Montecucco ha ricordato che: “La manifestazione è importante in quanto è legata ad un convegno (ndr, “Sport, Salute e Alimen-tazione”) che da molti anni non abbiamo più avuto occasione di convoca-re. Un grandissimo plauso dunque va – aggiunge al termine dell’intervista Montecucco - agli oratori del convegno citato e agli atleti successivamente convenuti e provenienti dalle diverse regioni e dalle nazioni vicine: lo sport infatti deve guardare sempre avanti, nonostante gli avvenimenti incresciosi avvenuti ai nostri amici francesi”.

Federico Cabella

Novi Ligure per due giorni Novi Ligure per due giorni capitale dello Sport giovanile capitale dello Sport giovanile

Sabato 16 Gennaio 2016 un convegno di grande prestigio

CON IL PATROCINIO DI

Page 38: Inchiostro Fresco - Dicembre 2015

38 l’inchiostro frescoDicembre 2015 SPORT

Otto medaglie d’oro, una d’ar-gento, due di bronzo e tre quarti posti: questo il bottino

per gli atleti dell’ Asd Karate Novi ai Regionali organizzati dall’AICS Piemonte Karate a Brandizzo, in provincia di Torino. Guidati dagli istruttori Luca Lerma e Serena Roc-ca, gli atleti novesi si sono presentati in quattordici alla griglia di partenza, mettendosi subito in evidenza e fa-cendo letteralmente incetta di me-daglie nelle specialità “kata indivi-duale”, riconfermandosi protagoni-sti per il secondo anno consecutivo.

Federica Fossati

Karate Club Novi ancora sul Podio Karate Club Novi ancora sul Podio In provincia di Torino gli atleti novesi si fanno onore

Il 22 novembre nel percorso permanente autorizzato trial,

si è svolto l’ultimo dei 6 allena-menti collettivi organizzati sot-to l’egida della sezione “Nuova Mongiardino Trial Team” del M.C. della Superba di Genova. A consuntivo dell’anno 2015, il percorso trial, ha ospitato la prova di Campionato Regionale Ligure con 85 partenti e 165 pre-senze che hanno pranzato pres-so il ristorante “Costa Salata”. Il progetto per il 2016 è quello di un’ulteriore miglioramento del percorso, che ospiterà una gara pensata su due giorni ancora con data da defi nirsi. (s.a.)

Trial a Trial a MongiardinoMongiardino

La Pozzolese Volley corsara a ValenzaLa Pozzolese Volley corsara a ValenzaLa compagine allenata da Quagliozzi nelle zone alte della classifi ca grazie alla grinta e allo spirito di sacrifi cio

Un’altra bella affermazione per la Pozzolese Volley in Prima Divisione. Infatti

le “ragazze terribili” allenate da mister Quagliozzi si sono imposte sull’ostico campo di Valenza. Una vittoria importante che ha consen-tito alle atlete pozzolesi di portarsi nelle zone “più nobili” della clas-sifi ca. Le bianco-rosse di Pozzolo sono scese in campo con Roveda in regia, Repetti, Quagliozzi, Silvano, Conte, Vecchione e Barbieri libero, successivamente sono entrate Sa-rais, Orsi, Plazza mentre non sono state utilizzate Bovone e Milanese. Il match è stato molto combattuto perché le valenzane hanno iniziato premendo sull’acceleratore, volen-do fare evidentemente bella fi gura davanti al loro pubblico. Il primo set così va, meritamente è il caso di

dirlo, al Valenza. Successivamente però il carattere della Pozzolese Volley esce fuori. Gli errori com-messi nel precedente set, vengono ridotti praticamente a zero, nono-stante un Valenza mai domo che serve bene e cerca sempre di met-tere in diffi coltà gli ospiti. Tuttavia, con una consapevolezza e sicurez-za che aumenta set dopo set, le biancorosse strappano un 3-1 “cor-saro” che riempie di grande gioia tutti i sostenitori ed appassionati. Un ottimo e fruttifero risultato per le biancorosse che dimostra una crescita costante.

Risultato fi nale:- Z.S.I Valenza 1- ASD Pozzolese Volley 3

Federica Fossati

Mister Quagliozzi si è detto orgoglioso del

carattere e dell’abnegazione per il sacrifi cio delle sue ragazze terribili

Si è svolto sabato 21 novembre a Mortara (PV) il “Campionato

Interregionale di Categoria fra Piemonte, valle d’Aosta, Lombar-dia e Liguria” nel quale protago-nista è stato l’atleta novese Luca Lovelli nella categoria juniores 1° fascia, categoria riservata ai ginna-sti di età compresa fra 15 e 16 anni che svolgono un’attività di alta specializzazione. Luca, seppur re-duce da una settimana di infl uenza che lo ha costretto a letto fi no al giorno precedente la gara, è sceso in campo con tutta la grinta di un ragazzo concentrato ad accedere alle ammissioni alle fi nali nazio-nali che si terranno il prossimo 12 dicembre a Torino. La gara è stata dura e sofferta. Attrezzo dopo at-trezzo la stanchezza e la fatica si facevano sempre più sentire per un ginnasta che non si era potuto preparare al meglio e che aveva ancora poche forze, ma ciò nono-stante Luca ha conservato le ener-gie ed ha concluso la gara piazzan-dosi ottimamente in 4° posizione, utile per le ammissioni alle fi nali nazionali. Soddisfatto per il risulta-to ottenuto, ora Luca Lovelli si con-centrerà per preparare al meglio i prossimi campionati Italiani di Categoria.

Andrea Lamborizio

LovelliLovellial quartoal quarto

postoposto

Un importante traguardo è stato raggiunto sabato 3 dicembre 2015 dalla sezione A.I.A. di Novi Ligure. Infatti in quella data gli arbitri novesi han-no festeggiato i 60 anni dalla costituzione della sezione. La cerimonia,

organizzata al Salone dei Campionissimi, ha visto la partecipazione di Marcello Nicchi, Presidente Nazionale dell’Associazione Arbitri Italiana.

Davide Parodi

I 60 anni I 60 anni

di A.I.A. adi A.I.A. a

Novi LigureNovi Ligure

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39l’inchiostro frescoDicembre 2015

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