il sommelier n.1/2013 (gennaio/febbraio)
DESCRIPTION
La rivista bimestrale della F.I.S.A.R. Federazione Italiana Sommelier Albergatori RistoratoriTRANSCRIPT
Org
ano
uffic
iale
del
la F
ISA
R -
Post
e Ita
liane
S.p
.A. -
Spe
dizi
one
in a
bbon
amen
to p
osta
le -
D.L
. 353
/200
3 (c
onv.
in L
. 27/
02/2
004
n.46
) art
. 1, c
omm
a 1,
DC
B Pe
rugi
a
5,30
ww
w.il
so
mm
elie
r.c
om
Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXXI - Numero 1 - Gennaio-Febbraio 2013
FEDERAZIONEI T A L I A N AS O M M E L I E R
Filippo Franchiniè il miglior Sommelier
FISAR 2012
speciale Salone del Gusto
speciale Albania
CerChiamo persone Che abbiano talento... da vendere!
Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori
Concessionaria esclusiva�di pubblicità per l'Italia10137 Torino • Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 • fax 011.3119548�[email protected]
Nell'ambito del potenziamento della nostra divisione advertising selezioniamo agenti o procacciatori per lavendita di spazi pubblicitari. Il candidato ideale è una persona determinata, dinamica, abile nello stabilire egestire i contatti interpersonali. Costituisce il titolo preferenziale l'esperienza lavorativa maturata presso Agenziadi Comunicazione o Marketing e conoscenza di enologia.Ai sensi della normativa vigente l'offerta si intende estesa ad entrambi i sessi. (L.903/77)
CERCHIAMO PERSONE CHE ABBIANO TALENTO... DA VENDERE!
CONTATTACI PER UN COLLOQUIO!
Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori
di pubblicità per l'Italia10137 Torino Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 [email protected]
Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori
di pubblicità per l'Italia10137 Torino Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 [email protected]
contattaciper un colloquio!
FEDERAZIONE I T A L I A N A S O M M E L I E RA L B E R G A T O R I
R I S T O R A T O R I
®
Lettera del Presidente: Mario Del Debbio Pag. 2
Lotta aperta e attenta agli pseudo vini o ai vini falsificati - Roberto Rabachino 4
News dall'Italia 49
In Famiglia 50
La Segreteria comunica - Claudia Marinelli 60
ComuniCazione istituzionale
enoGastRonomia • tuRismo • CuRiosità
Il Vino Santo Trentino: la riscoperta di una perla enlogica Luca Iacopini e Massimo Bracci 46
sCienza • teCniCa • aPPRoFonDimenti
so
mm
ario
Il Pigato: patrimonio della Riviera ligure di ponente Franco Demoro 5
Tendenze “coniugali” - Meritxell Falgueras 9
Turismo legato al vino: la Valpolicella - Elisa Costanzo 11
Dalla frutta fresca alla birra. Cosa si beve in Panamà. - Enza Bettelli 13
Interpretazioni d’Alsazia - Davide Amadei 16
Il Merano Winefestival si beve la crisi a cura della redazione di Quality ADV 21
www.mondocana.com a cura di Luca Canapicchi 22
Speciale SALoNe DeL GuSTo DI ToRINo 24
Speciale ALBANIA 32
Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV 42
Mai come in questo anno gli italiani hanno dovuto
tirare la cinghia e tutti i settori hanno dovuto fare i
conti con la famigerata spending review.
I primi dati, anche se ancora da verificare, parlano di una
riduzione dei consumi nel periodo natalizio del 20%, e ci di-
cono che la ristorazione, il settore che ci tocca più da vicino
segna un -15.
A soffrire di meno sembra sia il comparto della spesa ali-
mentare, dove su alcuni prodotti specifici qualcuno si azzar-
da anche a mettere un tiepido segno positivo. un dato que-
sto che merita di essere letto con attenzione. Ricordiamo
prima di tutto che questi primi dati arrivano dalla grande
distribuzione e quindi non sono completi, possiamo però
fare alcune considerazioni. La prima è che quando un pae-
se si concentra sulle spese alimentari evidentemente pensa
prima di tutto alle cose effettivamente utili e necessarie ri-
mandando gli altri tipi di acquisti. La seconda considerazio-
ne che va sicuramente fatta è sulla qualità e sulla tipologia
di ciò viene venduto.
Ad ottobre la Coldiretti aveva presentato uno studio sull’an-
damento dei consumi alimentari nei primi 9 mesi del 2012
evidenziando un calo dei consumi pressoché generale. A
cominciare addirittura dalle famiglie benestanti come di-
mostra il crollo delle vendite di caviale e champagne. Ma
anche la famiglia media evidenzia le proprie difficoltà. Cala
del 5% la carne, scende dell’ 1% il pesce e diminuiscono
dal 5 al 10% caramelle, pasticceria e prodotti da dessert
vari. Aumentano in compenso: farina, latte, uova, pasta. un
aumento questo che, assieme al calo del settore dolciario,
è una conferma, secondo Coldiretti, di una tendenza al ri-
sparmio delle famiglie italiane. Dati contrastanti a mio avviso
arrivano sul comparto vino. Sempre secondo Coldiretti, in
grande distribuzione il vino segna un leggero dato positivo
in considerazione però di un fatto per nulla secondario. Il
vino, subito dopo l’olio di oliva, è stato il prodotto più pro-
mozionato. Ben il 40% delle vendite dei vini tipici è avvenuto
in promozione a scaffale.
La verità è che molte aziende vitivinicole potranno salvarsi
da questo anno solo grazie al mercato estero che riesce al
momento a sopperire alle mancate vendite interne.
Insomma, in questa miriade di numeri non ci sembra di ve-
dere per il momento grossi spiragli di luce. Abbiamo però
una speranza e una certezza. La speranza è che i piccoli
imprenditori ritrovino voglia e stimoli per investire nel nostro
paese. Dico piccoli imprenditori perché nel nostro settore,
enoteche, bar, ristoranti, i luoghi insomma dove si consuma
e si apprezza il vino di qualità, la gestione è solitamente di
tipo familiare. a queste piccole imprese bisogna dare sicu-
ramente delle regole ma che siano congrue e semplici da
seguire, che invoglino e non invece allontanino o peggio an-
cora finiscano con lo stancare gli imprenditori come dimo-
strano purtroppo i numeri di partita IVA chiusi ogni anno. La
certezza è invece, che la crisi si combatte a colpi di qualità.
Iniziare una guerra sul prezzo più conveniente porterebbe
ad uno scenario dominato dalla sofistificazione dei prodotti
con tutti i danni per la nostra salute che si possono immagi-
nare. Qualità nei prodotti, quindi, e qualità nei servizi. Anche
noi come FISAR dobbiamo fare la nostra parte. La qualità
dei nostri corsi deve certificare la qualità dei nostri somme-
lier, una figura che non è solo coreografica, come qualcuno
ancora pensa, ma un vero punto di collegamento e un va-
lido strumento di comunicazione per tutte le aziende. Solo
dando la possibilità alle imprese di lavorare con serenità
consolidando nel contempo la ricerca di una qualità sempre
più alta potremo guardare con fiducia a questo 2013.
Questo è il mio augurio per il nuovo anno e Buon Vino a tutti!
Qualità per combattere
la crisila lettera del Presidente - mario Del Debbioper comunicare con il Presidente Nazionale:
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 12
Anno bisesto anno funesto recita il proverbio popolare, e per certi versi, almeno quelli economici, questo 2012
che ci siamo appena lasciati alle spalle, funesto lo è stato davvero.“”
”
Rivista di Enologia, Gastronomia e Turismo
Organo Ufficiale della F.I.S.A.R.Federazione Italiana Sommelier
Albergatori RistoratoriRic. di Pers. Giuridica PI. n° 1070/01 Sett. I del 9.5.01
Editore: FISARe-mail: [email protected]
Direttore Responsabile: Roberto RabachinoC.so Galileo Ferraris, 138 - 10129 Torino
Tel. +39 011 5096123 Fax +39 011 5087004e-mail: [email protected]
Redazione Centrale: Gladys Torres Urdaye-mail: [email protected]
Ufficio Stampa: Ufficio Stampa FISARe-mail: [email protected]
Amministrazione: Sede Nazionale F.I.S.A.R.Via dei Condotti, 16 - 56017 Asciano (PI)
Tel. +39 050 857105 - Fax +39 050 856700e-mail: [email protected]
Grafica e Stampa: Tipografia RossiVia Casalpiano, 28 - 53048 Sinalunga (SI)
Tel. 0577 679158 - Fax 0577 [email protected] - www.tipografiarossi.com
Responsabile Comitato Scientifico:Il Comitato Tecnico Nazionale FISAR
Comitato di Redazione e Controllo:Nicola Masiello, Mario Del Debbio, Graziella Cescon,
Luigi Terzago, Claudia Marinelli
e-mail: [email protected]
Distribuzione della rivistaLa rivista viene inviata a tutti i soci Fisar, a tutti gli organi di informazione, atutti i giornalisti dei gruppi di specializzazione di settore, a tutte le Istituzioni,a tutte le Associazioni di settore e a tutti gli IPSSAR che ne facciano richiesta
tramite spedizione gratuita in abbonamento postale.
La rivista è associata al USPIUnione Stampa Periodica Italiana
Hanno collaborato a questo numero
Per la fotografia
PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ
Oliviero Toscani, Saverio Scarpino, Roberto RabachinoEnza Bettelli, Alberto Doria, Jimmy Pessina
e immagini di Redazione
Responsabile Piemonte e Valle d'AostaSavino LOBERTO
Cell. +39 334 [email protected]
Responsabile TrivenetoMarilena ANDREATTA
Cell. +39 348 9491911 - Tel. +39 049 [email protected]
Responsabile Lombardia e LiguriaPietro MILO
Cell. +39 335 [email protected]
Responsabile ToscanaRocky Pischler
Cell. +39 331 [email protected]
Responsabile SardegnaGiovanni CHERCHI
Cell. +39 348 [email protected]
Responsabile SiciliaVincenzo CUCURULLOCell. +39 340 7279242
Concessionario di Pubblicità per l’Italia
10137 Torino - Corso Siracusa, 152
Paolo ALCIATI Cell. +39 335 6063373
tel. 011 3119090 r.a. (8 linee) - fax 011 [email protected]
Abbonamento alla RivistaSegreteria di Redazione Il Sommelier
Via dei Condotti, 16 - 56010 ASCIANO (PI)Tel. +39 050 857105 Fax +39 050 856700
[email protected] alla rivista: 25,00 per 6 numeri
www.ilsommelier.com
Responsabile Puglia - Abruzzo - Molise - Basilicata - CalabriaValeria GRIMALDICell. 320 4127588
Responsabile LazioQUALITY LAZIO
Responsabile CampaniaAngelo CERINO
Cell. +39 347 0049460
Responsabile Emilia RomagnaQUALITY EMILIA ROMAGNA
Responsabile Trentino e Alto AdigeMarkus PROMBERGER
Cell. 347 1122373 - Tel. 0472 831340
Gladys Torres Urday, Enza Bettelli, Franco Demoro, Elisa Costanzo, Meritxell Falgueras Febrer,
Davide Amadei, Andrea Loiacono, Luca Iacopini e Massimo Bracci, Luca Canapicchi (MondoCana)
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1
Lotta aperta e attenta agli pseudo vini
o ai vini falsificati Salvaguardare il prodotto enoico nazionale è dovere di tutti. Dovere di ogni sommelier è di segnalare immediatamente
all’Autorità Giudiziaria i possibili casi di frode o falsificazione. “editoriale del Direttore - Roberto Rabachino
(dati Coldiretti)
4
”In europa almeno venti milioni di bottiglie di pseu-
do vino sono ottenuti da polveri miracolose con-
tenute in wine-kit che promettono in pochi giorni
di ottenere le etichette più prestigiose come Chianti,
Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer,
Barolo, Lambrusco o Montepulciano. È il Presidente
della Coldiretti Sergio Marini a denunciare quello che
è un vero scandalo nel corso del Forum Internazionale
dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato a
Cernobbio, dove è stata inaugurata la più ampia espo-
sizione di falsi prodotti alimentari made in Italy con gli
ultimi, nuovi e pericolosi esempi di inganno a danno
dei più prestigiosi vini delle diverse regioni italiane.
Dopo la diffusione in Nordamerica, dove si sta regi-
strando un vero boom con la moltiplicazione delle
ditte produttrici e delle etichette ‘falsificate’ (tra esse
California Connoisseur e Beaverdale), i wine kit sono
arrivati anche in europa dove, non solo si possono
acquistare via internet o in molti negozi, ma è sta-
to addirittura aperto uno stabilimento di lavorazione.
In un Paese che fa parte dell’unione europea come
la Svezia si è scoperta una fabbrica che a Lindome,
vicino a Goteborg, produce e distribuisce in tutto il
continente e del tutto indisturbata oltre 140mila wine
kit all’anno dai quali si ottengono circa 4,2 milioni di
bottiglie. I wine kit della società Vinland vengono ven-
duti con i marchi Cantina e Doc’s che fanno esplici-
to riferimento alla produzione italiana, ma anche ad
un marchio di qualità tutelato dall’unione europea,
e promettono in soli 5 giorni di ottenere in casa
vini come Valpolicella, Lambrusco, Sangiovese o
Primitivo, per i quali vengono addirittura fornite le eti-
chette da apporre sulle bottiglie. I prodotti in questio-
ne non possono essere commercializzati utilizzando
una Denominazione d’origine o una Indicazione ge-
ografica protette, nemmeno attraverso una semplice
evocazione del nome e per questo motivo tali prati-
che violano le norme in materia di etichettatura nel
settore vitivinicolo stabilite dalla legislazione europea.
Il vino, come ben sappiamo, si fa con l’uva prodotta
in vigna e trasformata nella cantina e va eventual-
mente invecchiato secondo precise regole e non si
ottiene certo con le bustine in polvere dalle quali si
realizzano miscugli che non hanno neanche il diritto
di chiamarsi con il nome del nettare di bacco.
Salvaguardare il prodotto enoico nazionale è dovere
di tutti. Dovere di ogni sommelier è di segnalare im-
mediatamente all’Autorità Giudiziaria i possibili casi
di frode o falsificazione.
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 5
Il Pigato è un vino bianco derivato dall’omo-
nimo vitigno autoctono principe della riviera
ligure di ponente, di cui, insieme al vermenti-
no, costituisce la DoC più estesa della regione. Il
Pigato è parente stretto del Vermentino, si tratta
di un clone particolarmente fortunato. Per carat-
teristiche ampelografiche deriva da un clone di
Malvasia.
Mentre il Vermentino da il meglio di sé nei ter-
razzamenti che si affacciano sul mare, l’altitudi-
ne adatta per il Pigato è circa 300 metri, soglia
che gli garantisce il calore ma anche una buona
escursione termica notturna e una relativa vici-
nanza al mare, tutti fattori indispensabili per il
corretto sviluppo dell’ampia gamma di profumi e
della sua naturale acidità.
Dietro le vigne si ergono le Alpi Marittime che
fanno da barriera alle correnti fredde e limitano
le perturbazioni, davanti il mare: lo si annusa nel
vento che ogni giorno soffia dal mare ai monti.
La sua presenza caratterizza il clima, la terra e i
suoi frutti.
Il suo nome deriva dal termine dialettale ”pigau”,
parola dialettale che significa “macchia”, riferita
alla macchiolina color ruggine presente sugli acini
maturi.
È uno dei vitigni più affascinanti e misteriosi della
Liguria, dalle origini incerte: sembra che sia origi-
nario della Tessaglia importato dai greci durante
la colonizzazione della penisola. La sua introdu-
zione in Liguria risale presumibilmente alla fine
del 1600. Nel 1830 l’arciprete Francesco Gaglio-
lo impiantò ad ortovero, nell’entroterra di Alben-
ga, il primo vitigno, che poi fu citato per la prima
volta, nel Bollettino ampelografico del 1883. Il
primo vino Pigato fu messo in vendita dal vigna-
iolo Rodolfo Gaggino intorno al 1950, al prezzo
di 300 lire.
Le sue zone di maggiore coltivazione sono quelle
dell’Albenganese, dell’Imperiese, della Valle Arro-
scia. Viene coltivato sulle classiche terrazze liguri
Il Pigato: patrimonio della Riviera ligure di ponente
Dietro le vigne si ergono le Alpi Marittime che fanno da barriera alle correnti fredde e limitano
le perturbazioni, davanti il mare: lo si annusa nel vento che ogni giorno soffia dal mare ai monti. La sua presenza
caratterizza il clima, la terra e i suoi frutti.
“di Franco Demoro
”
Grappolo di Pigato
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1
in versanti ben esposti al sole dove il terreno è
ricco di argilla, la quale funge da spugna assor-
bendo l’acqua, per poi rilasciarne una parte nei
caldi e siccitosi mesi estivi.
Lasciando il mare di Albenga, verso l’entroterra,
quando la strada inizia a salire incontriamo la fra-
zione Salea, appena sessanta metri sul livello del
mare addossata sulla collina. Qui la circolazione
d’aria che dal mare risale le pendici è generosa,
il terreno ha una mineralità accentuata che dona
ai vini una sapidità, un’ acidità e una balsamicità
che li rende longevi nel tempo. Qui si svolge ogni
anno la rassegna del vino pigato.
Proseguendo in direzione Pieve di Teco si incon-
tra ortovero, il comune che vanta la maggiore
quantità di vino prodotta e dove sono presen-
ti numerose aziende agricole e cooperative: è
considerata la culla del pigato: la sua vicinanza
al mare dona ancora al vino una sapidità molto
pronunciata; tradizionale dolce della città sono
le pesche al pigato, ancora oggi celebrate in una
sagra nel mese di agosto. Poco oltre, si entra in
provincia di Imperia, la valle si restringe sul tor-
rente Arroscia, le montagne fanno da catino e i
campi diventano fazzoletti di terra ricchi di alberi
di cachi, pesche e rosmarino. Siamo a Ranzo, tra
ulivi e macchia mediterranea, sui terrazzamenti
con i classici muretti a secco, i vigneti si falde
di terra; i filari piantano le radici nella terra che
sfuma dal rosso degli ossidi al bianco dell’ argilla.
Qui esistono dei veri e propri “cru” come “Bonfi-
gliara” o le “Russeghine” (per la terra veramente
rossa): il vino che ne deriva, sapido e minerale, è
l’espressione fedele di un terroir d’eccezione.
Solitamente lo si vendemmia nella seconda metà
di settembre.
La vinificazione un tempo avveniva lasciando il
mosto a fermentare sulle bucce, successivamen-
te si è virato verso una vinificazione “in bianco”
con diraspapigiatura e pressatura soffice. Alcuni
6
Vigneto Russeghine
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 7
produttori stanno riscoprendo l’antico modo di
vinificare il pigato con risultati eccellenti.
Lasciato maturare adeguatamente prima dell’im-
bottigliamento, deve poi affinarsi ancora in bot-
tiglia per qualche mese prima di essere gustato
nella sua pienezza di sapori.
All’esame visivo si presenta di colore giallo paglie-
rino, con sfumature e riflessi di colore dorato che
ricordano il colore della spiga di grano o dell’olio.
Ha una brillantezza intrinseca che conferma la
naturale acidità del prodotto.
Al naso si presenta persistente ed intenso, frutta-
to e floreale grazie ai profumi di pesca ed albicoc-
ca mature; spiccano inoltre note di agrumi, miele
ed un sentore tipico dei profumi della macchia
mediterranea (ginestra); sentore principale però è
quello di erbe aromatiche (salvia, rosmarino, timo
e a volte basilico).
Sul palato ha corpo, struttura, prevale un sapore
sapido, secco e fruttato, di buona acidità e cal-
do, persistente; ha una discreta alcolicità con
note minerali, e nel finale si riscontra la mandorla
amara oppure il nocciolo delle pesca.
Il vino può essere consumato giovane, entro i pri-
mi tre anni di vita, anche se, riprendendo l’antico
sistema della vinificazione sulle bucce, poc’anzi
descritto, il pigato ottiene una grande personalità
che sfida il tempo, con splendide note minera-
li che ricordano, senza esagerare, i grandi vini
bianchi francesi della Loira.
Attualmente in vigna si tende a ridurre drastica-
mente l’uso di pesticidi e fitofarmaci per conser-
vare il più possibile gli aromi dell’uva.
È un vino che negli ultimi anni ha ottenuto, sulle
più importanti guide dedicate, molti riconosci-
menti , grazie al lavoro di aziende storiche, ma
anche emergenti, che trattano il prodotto con
tecniche enologiche innovative. una cantina ha
iniziato, quest’anno, a spumantizzare con meto-
do charmat il pigato in aggiunta ad una piccola
percentuale di pinot nero.
Vigna Russeghine
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 18
Preparazione
Lavate le verdure e cuocetele in pochissima acqua bollente e salata per 20 minuti. Colatele bene, strizzatele e
tritatele finemente con la mezzaluna. Mettetele in una ciotola e impastatele con la ricotta, le uova, il parmigia-
no grattugiato e le foglioline di maggiorana tritate. Aggiungete lo spicchio di aglio tritato, salate e mescolate
fino a ottenere un composto omogeneo che lascerete riposare per il tempo della preparazione della pasta.
Tirate la pasta in una sfoglia sottile. Secondo la tradizione, la pasta viene tagliata a triango-
li che, una volta farciti, vengono ripiegati su loro stessi. Più comodo è tagliare la pasta a quadra-
ti di 8 cm di lato, collocare nel centro una pallina di ripieno grande come una noce e ottenere la forma
triangolare richiudendo il quadrato. Diffusa anche la forma semicircolare che si ottiene tagliando la pa-
sta a cerchi poi ripiegati a mezzaluna. Confezionate i pansotti, lessateli e conditeli con la salsa di noci
La Salsa di noci
Sbollentate 200 gr. di gherigli di noci in mezzo litro d’acqua per 2 minuti. Scolateli, lasciateli raffreddare, asciu-
gateli e spellateli. La spellatura sarà facile e veloce proprio grazie alla sbollentatura.
Passateli nel mortaio assieme a uno spicchio d’aglio, a 4-5 grani di sale grosso e a qualche foglia di maggio-
rana. unite 50 g di parmigiano grattugiato e la mollica di un panino raffermo precedentemente ammollata in
un po’ di latte. Amalgamate il tutto incorporando a poco a poco mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva
non troppo saporito e qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta.
Ingredienti per 6 personePer la pasta: 400 g di farina 1 uovo 150 g di acqua 2 cucchiai di vino bianco
Per il ripieno: 150 g di ricotta 50 g di parmigiano reggiano2 uova 1 spicchio di aglio le foglioline di 2 rametti di maggiorana 500 g di prebbogiòn (grattalingua, cicoria, radicchio selvatico, tarassaco, ortica) 700 g di borragine e bietoline700 g di erbette scarola e indivia
Abbinamenti e modalitàdi degustazioneÈ un vino che si presta molto come aperitivo e lo si può abbinare magnificamente con la cucina ligure basata sul
pesce e sugli aromi: trenette o trofie al pesto, ovuli crudi, risotti ai funghi, orate o branzini alla ligure (al forno con
patate e olive), le classiche verdure ripiene, torte di verdure, scampi al vapore, tortino di porri, zuppa di cipolle,
frittatine di verdure e pesce crudo.
ottimo se abbinato ai pansoti al sugo di noci.
Per apprezzarlo al meglio va servito molto fresco tra i 13 e 16 gradi centigradi
Pansotti al sugo di noci
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 9
L’incontro del vino con un alimento
non era stato mai così romantico, da
una parte, e così tecnico, dall’altra. Il
congresso Wine Culinary (che ha messo al pri-
mo posto il vino rispetto alla cucina), tenutosi a
Barcellona con il patrocinio delle cantine Torres
(con un sempre gentleman Miguel Torres), ha
presentato tutte le tendenze del abbinamento.
un forum internazionale del vino, in cui i rifletto-
ri erano tutti per la combinazione cibo-bevanda.
Perché alla fin fine, per quanto si possa parla-
re del vino in sé (tipo valutazione da guida, fatta
di mattina e a ritmo di pane e acqua), la gente
quando beve vino mangia sempre qualcosa.
È stato Josep Roca ad aprire questo master di
un giorno sulle “relazioni coniugali” del solido con
il liquido, e lo ha fatto in un ristorante (perché in
casa ognuno segue le proprie regole e i propri
gusti). Il suo consiglio migliore? “Bisogna viaggia-
re, bisogna sentire”. oggigiorno non esistono più
gastronomie esotiche, ma incroci di razze univer-
sali. e senza limiti, perché “dove non arriva il vino,
può arrivare il tè, il cocktail”. un ripasso delle ar-
monie tradizionali (come l’uccisione del maiale
con il vino dell’anno), di quelle accademiche (la
famosa coppia foie-sauternes), paesaggistiche,
stagionali, emotive (una bottiglia con l’anno del
tuo matrimonio) tra le tante. Il trionfo della nostal-
gia, che riabilita l’anima. “Perché stiamo vivendo
una malnutrizione dei sensi”, ricorda il tristellato
sommelier.
Da un punto di vista tecnico, nella piramide del
gusto il salato fa risaltare il dolce, il dolce mas-
chera l’amaro e l’umami che accentua la strut-
tura e le sensazioni acide. Tuttavia, alcuni esperti
delle molecole gustative vanno oltre. François
Chartier, leader dei sommelier molecolari olfattivi,
ricorda che è grazie all’avanguardia della cucina
che ha potuto sviluppare nei suoi libri (il più fa-
moso è Papilles et Molécules) le sue teorie sulle
sinergie aromatiche. Non a caso combinò i suoi
studi con quelli del “Bulli” per un paio di stagioni,
per giocare con le sue proposte azzardate.
Ferran Centelles, sommelier de “el Bulli
Foundation”, con la sua umiltà e il suo umore, ha
illustrato la teoria per un viaggio per la storia de-
lla ristorazione, dall’ex-tristellato Senderens fino
alle tecniche di e. Bernardo, testata con i 250
partecipanti al congresso: il motto “Keep it sim-
ple”, slogan della conferenza dal titolo “Il vino e la
cucina dolce: un cammino verso la semplicità”,
tenuta insieme al pasticciere oriol Balaguer.
Tendenze “coniugali”
Josep Roca ha aperto un master di un giorno sulle “relazioni coniugali” del solido con il liquido.“ ”
di meritxell Falgueras
10 Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1
Di fronte alla domanda “esiste un mariage per-
fetto?”, la risposta è stata un positivo “sì”, ma con
la postilla “però non unico”. L’influenza della con-
centrazione nel gusto segna la capacità di senti-
re interazioni minime, facendo sì che “quanto più
difficile è la torta, più difficile sarà accoppiarla”.
Che venga dall’intuizione o dalla ragione, il pro-
tagonismo spetta (o dovrebbe spettare) al com-
mensale. Il sommelier non deve più (né mai
avrebbe dovuto) suggerire i vini che desidera
mostrare o quelli “che ci vogliono”. Conoscenza,
osservazione, capacità d’improvvisazione sono
la chiave. Raccogliere l’empatia, fino al punto di
riuscire a rendersi conto se un tavolo sta soffren-
do con il vino. Perché il vino è una sostanza che
trasforma chi lo ingerisce. Ascoltare (quelli che
pagano): c’è gente di qui che desidera scoprire
vini di fuori. Ce ne sono altri che vengono da fuori
e che desiderano provare i vini tipici di qui. Perché
sui gusti non c’è nulla di scritto, soprattutto per-
ché l’interazione con la saliva è sempre diversa,
in quanto dipende da ognuno. Abbinamenti che
sottraggono, altri che aggiungono. una delle ten-
denze è prestare maggior attenzione alla quanti-
tà. Forse con una zuppa non è necessario tanto
vino, mentre per un piatto salato magari è pre-
feribile un long drinks. Anche la temperatura del
piatto o del posto incidono sul criterio da seguire.
Nel Celler de Can Roca arrivano persino a com-
binare un gambero con due vini differenti, perché
non sono la stessa cosa la testa e la coda. o con
nessuno. o addirittura con tre. Chi ha detto che
nei matrimoni (del cibo) deve prevalere la mono-
gamia?
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 11
Un territorio dove storia e tradizione non
sono parole di circostanza ma rappre-
sentano una realtà, evoluta nel tempo,
che affonda le proprie radici nei luoghi e nelle
persone che per secoli hanno abitato e plasma-
to questa terra. La denominazione comprende
l’ampia area geografica che si compone di tre
valli percorse dai torrenti di Negrar, Marano e
Fumane, che scendendo dai monti della Lessinia
defluiscono nell’Adige. La zona definita “classica”
è il distretto enologico più antico e si tratta di una
terra rigogliosa, con un paesaggio ricco e pieno,
soprannominato “giardino di Verona”. Questo
nucleo originario si è poi esteso comprenden-
do oggi anche la fascia collinare veronese che
va da Sant’Ambrogio alla Valpantena alla valle
di Cazzano di Tramigna, dove, con la vite, con-
vivono anche le colture del ciliegio e dell’olivo.
ernest Hemingway definiva il vino di queste terre
“leggero, secco, rosso e cordiale come la casa di
un fratello con cui si va d’accordo”. Ma scorren-
do a ritroso nel tempo fino al quinto secolo a.C.,
si trovano testimonianze in cui si definiva Retia
la Valpolicella e Rètico il vino che vi si produce-
va: un vino da uve appassite, menzionato per la
sua indiscussa qualità da Virgilio, Marziale, Plinio
il Vecchio e Columella. Dei vini passiti o “recioti
“ sembra parlasse anche Cassiodoro, segretario
scrittore del re ostrogoto Teodorico, che nel V
secolo lo chiamava Acinatico. Le uve che con-
corrono alla produzione provengono per lo più dai
vitigni rondinella, molinara e corvina veronese, in
percentuali che vanno dal 20 al 40% per il primo,
dal 5 al 25% per il secondo e dal 40 al 70% per la
Turismo legato al vino:la Valpolicella
Valpolicella: territorio enologico per definizione. Secondo alcune accreditate ipotesi già il nome
Valpolicella porterebbe in seno la tradizione vitivinicola, infatti, deriverebbe proprio dalla contrazione del toponimo
vallis-polys-cellae cioè valli dalle molte cantine.
“”
di elisa Costanzo
corvina, ma sono presenti anche cruina, forseli-
na, negrara, oseleta per una percentuale variabile
tra il 5 e il 15%. Per anni la produzione vitivinico-
la si è concentrata soprattutto su poche varietà,
di cui si sono scelti e coltivati soprattutto i cloni
più generosi, ma da qualche tempo l’interesse
scientifico e dei produttori è tornato ad occupar-
si di certe uve dimenticate, le cui caratteristiche
invece sembrano rispondere alle richieste di un
consumatore più evoluto ed esigente. Del venta-
glio di vitigni presenti in Valpolicella, la più impor-
tante è sicuramente la corvina: apprezzata so-
prattutto per il suo corredo di sostanze coloranti,
per la concentrazione e la sua grande capacità
di adattarsi all’appassimento, dona ai vini della
Valpolicella un’inconfondibile nota di ciliegia. A
lungo considerato una delle tante varietà di cor-
vina, il corvinone è invece un vitigno a se stante,
che nelle annate migliori riesce a rivelare caratte-
ristiche organolettiche superiori perfino a quelle
della corvina stessa. A dare i risultati migliori sono
soprattutto i corvinoni di collina: quest’uva infatti
resiste bene al freddo ed è ideale per l’appassi-
mento, anche se un po’ sensibile agli attacchi di
muffa grigia (Botrytis). Più resistente a condizio-
ni climatiche critiche si dimostra la rondinella: i
vini che si riescono a produrre risultano in gene-
re meno strutturati ma posseggono bei profumi
floreali e una buona eleganza. I vini che fanno
parte della Doc sono: Valpolicella, Valpolicella
classico, Valpolicella superiore, Valpolicella clas-
sico superiore, Valpolicella Ripasso, Valpolicella
Valpantena, Valpolicella Valpantena superio-
re, Recioto della Valpolicella, Recioto della
Valpolicella classico, Recioto della Valpolicella
spumante, Recioto della Valpolicella Valpantena,
Recioto della Valpolicella Valpantena spuman-
te, Amarone della Valpolicella, Amarone della
Valpolicella classico, Amarone della Valpolicella
Valpantena e Amarone della Valpolicella riserva.
oltre al vino, all’olio e alle ciliege in Valpolicella
non mancano le testimonianze storiche e artisti-
che, è una terra infatti costellata di monumen-
ti e costruzioni che ben sintetizzano lo scorrere
dei secoli, a partire dalle Pievi romaniche come
quella di San Floriano e quella di San Giorgio
“Inganapoltron”, dove recenti scavi hanno porta-
to alla luce l’originario impianto di tempio roma-
no. oltre agli edifici religiosi sono senza dubbio
le residenze patrizie costruite fra il ‘500 e l’800
i monumenti storici di maggior richiamo: dalla
Villa del Bene a Volargne a quella Della Torre a
Fumane, dalla Serègo-Alighieri a Gargagnago
alla Mosconi a Novare di Arbizzano. Impossibile
citarle tutte, ma le bellezze di queste terre sono
facilmente individuabili attraverso itinerari, a piedi
o in bicicletta, che assieme a valori naturali, cul-
turali ed ambientali offrono la possibilità di visitare
vigneti e cantine aperte al pubblico.
12 Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 13
Dalla frutta fresca alla birra. Cosa si beve in Panamà.
Incuneato tra l’America Centrale e quella Meridionale, questo Paese è famoso per lo strategico canale
che collega l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico,ma sorprende per i suoi intriganti contrasti, tra moderno
e natura primitiva, cibo indigeno e pietanze coloniali.
“”
di Enza Bettelli
Il Panamá è un Paese dove l’antico, anzi
l’antichissimo e il moderno convivono in un
perfetto amalgama di culture. Nella capitale,
molto vivace di giorno come la notte, c’è una
imponente presenza bancaria che la rende punto
di riferimento internazionale per la finanza. La
magnifica skyline della città moderna si affaccia
sul mare che accoglie una infinità di isolette
anticamente approdo dei pirati, popolate di
uccelli marini e ricoperte da una affascinante flora
tropicale, con fondali una volta ricchi di perle. A
completare la faccia moderna e tecnologica di
Panamá c’è il Canale che da circa cento anni
permette a mercantili e navi da crociera di aggirare
il lungo e pericoloso giro da Capo Horn in cambio
di un pedaggio calcolato in proporzione. Il Canale
è all’incirca lungo 80 km e profondo da 12 a 14
metri e le navi lo percorrono in media in 9 ore.
e poi ci sono i fiumi e i laghi che abbracciano la
foresta pluviale, dove si possono trovare ancora
alcune comunità di indigeni che vivono in modo
primitivo di caccia e pesca, come una volta i
loro antenati, e accolgono volentieri i visitatori
che risalgono il fiume su una piroga per passare
qualche ora con loro, assaggiare il loro cibo
e acquistare gli oggetti tradizionali creati con i
prodotti della foresta.
Interessante e accogliente, Panamá non è però
il territorio più adatto per impiantare vigneti e
infatti il vino viene importato, ma di solito non è
della migliore qualità e sempre abbastanza caro.
Quindi i Panamensi si dissetano con i succhi
della frutta tropicale che cresce abbondante e ha
polpa aromatica e succosa. Questi succhi (chica),
diluiti con acqua e a volte con pezzetti di frutta e
zuccherati, vengono venduti per strada, in piccoli
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 114
chioschi, oppure ci si serve dai bidoncini che
sono installati nei locali. Molto popolare il cocco
verde che viene aperto al momento e servito con
una cannuccia che consente di bere il fresco
succo che è all’interno. I batido sono dei frullati
di frutta con latte o acqua, mentre il chicheme è
una bevanda a base di latte, mais dolce, cannella
e vaniglia, molto popolare all’ora della prima
colazione.
un’ampia gamma di bevande naturali servite
sempre ben fredde che si bevono a tutte le ore
del giorno, ma naturalmente non si beve solo
analcolico in Panamá perché è il seco la bevanda
nazionale. Si tratta di un distillato ricavato dalla
canna da zucchero come il rum, ma ha un gusto
del tutto diverso ed è servito diluito con latte e
ghiaccio.
Tuttavia è la birra la bevanda alcolica più diffusa
e, visto che in Panamá l’acqua è eccellente,
se ne producono ben 4 marche nazionali. Lo
scorso anno il consumo pro capite si è attestato
attorno agli 80 litri e per quest’anno è previsto
in aumento. La birra panamense è American
Lager, chiara, con circa il 4,5% di alcol (quindi
inferiore a quello della maggior parte delle birre in
commercio), non eccessivamente aromatica e di
gusto delicato, ma molto piacevole e dissetante
se gustata ben fredda, anzi addirittura ghiacciata
secondo l’uso panamense, per combattere il
caldo clima del Paese.
Sapori forti e caratteristiciChi preferisce la cucina internazionale la trova soprattutto nei grandi alberghi e nei vari ristoranti specializzati in gastronomia
d’oltreoceano. La cucina locale e del Centro America si gusta invece nelle fondas, un po’ bar e un po’ trattoria, che
propongono ropa vieja (vestiti vecchi) il piatto tipico del mezzogiorno a base di riso con cocco, uvetta, lenticchie e fagioli
con contorno di carne in padella, yucca saltata con olio e aglio e un bicchiere di chica. Al rincón tableño si consuma invece
la prima colazione che in Panamá è perfino più ricca di quella anglosassone. Il piatto più popolare, tra la quarantina tra
cui scegliere per il primo pasto della giornata, è il fegato con cipolla, servito di solito con due uova fritte, poi ci sono un
intero assortimento di carni, verdure tipiche come yucca e mais, le immancabili banane verdi, le tamales, foglie di banano
farcite spesso con pollo in umido, mentre i bollos sono foglie di mais farcite con farina di mais dolce. oltre naturalmente ai
piatti tipici del Centro America, come empanada, il sanchoco, ovvero pollo piccante con verdure che è il piatto nazionale,
tortillas di mais o yucca o banane verdi. Altre specialità panamensi sono gamberi, granchi e frutti di mare e il cheviche,
cioè il pesce marinato con lime e erbe che viene venduto anche pronto in vaso al mercato del pesce.
Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori
di pubblicità per l'Italia10137 Torino Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 [email protected]
Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori
di pubblicità per l'Italia10137 Torino Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 [email protected]
Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori
di pubblicità per l'Italia10137 Torino Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 [email protected]
FEDERAZIONE I T A L I A N A S O M M E L I E RA L B E R G A T O R I
R I S T O R A T O R I
®
Con “Il Sommelier” raggiungi l’obiettivo nel miglior rapporto target/prezzo.
Investire nella pubblicità in tempo d i crisi
è come costruirsi le a li mentre gli a ltri precipitano.
Steve Jobs
“Cultura e qualità del vino in Alsazia significa far emergere le differenze che la natura crea sulla base dei diversi terroir.
Interpretazioni d’Alsazia di Davide amadei
L’Alsazia presenta molti motivi di fa-
scino: i paesi fiabeschi con le case a
graticcio di colori diversi, le cicogne
ed i loro nidi sui camini, la situazione di confine
che rende unici i francesi che vi abitano, intrisi di
cultura tedesca ed accoglienti. Per l’amante del
vino, il fascino sta nella qualità ed originalità dei
bianchi che vi si producono e che si caratteriz-
zano per l’estrema varietà geologica delle colline
sulle quali alligna la vite.
La zona dei vigneti è una striscia, di larghezza
variabile, di circa 100 km in direzione Nord-Sud,
suddivisa amministrativamente in Bas-Rhin e
Haut-Rhin, ad una altitudine tra i 200 e i 400 m.
s.l.m.; è protetta dai venti e dal freddo del Nord
ovest dal Massiccio dei Vosgi (tra i 400 ed i 1400
m. s.l.m.), tanto da rendere possibile la matu-
razione delle uve in un’area così settentrionale;
è scarsamente piovosa (si pensi che la città di
Colmar è la seconda di Francia per scarsa piovo-
sità dopo Perpignan).
Soprattutto, ciò che rende davvero unica l’Alsa-
zia del vino è l’estrema variabilità dei suoli e sot-
tosuoli. essi derivano dalla formazione, 50 milioni
d’anni fa, della piana del Reno, con l’emersione
della catena dei Vosgi e del versante collinare
che degrada fino alla pianura dove scorre il gran-
de fiume franco-tedesco; i pendii sono stati mo-
dellati dai successivi depositi sedimentari marini,
continentali o lagunari, che hanno ricoperto le
rocce magmatiche preesistenti, nonché da con-
tinui fenomeni vulcanici, di fratture e di erosione.
Così, si susseguono e si alternano, cambian-
do continuamente, suoli di granito, di scisto, di
arenaria con quarzo, di gres, di calcare di varia
epoca e tipologia, e poi terreni marno-calcarei,
vulcanico-sedimentari, argillo-marnosi.
Nei vari e diversi territori hanno trovato dimora i vi-
tigni “classici” alsaziani, ed in particolare Riesling,
Pinot Gris, Muscat, Gewurztraminer, Sylvaner e
Pinot Noir, spesso piantati sui suoli che ciascuno
di essi predilige; e sono stati individuati e regola-
mentati ben 51 vigneti qualificati Grands Crus.
ecco che allora cultura e qualità del vino in Alsazia
significa far emergere le differenze che la natura
crea sulla base dei diversi terroir, soprattutto per
geologia, ma anche per clima, esposizione ed al-
titudine.
Due produttori sanno far questo al massimo li-
vello, ma con scelte interpretative diverse per il
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 116
”
medesimo scopo: si tratta del Domaine ostertag
a epfig e del Domaine Marcel Deiss a Bergheim,
che sono senza dubbio tra i più importanti e fa-
mosi produttori d’Alsazia.
entrambi hanno scelto di produrre e proporre tre
linee di vini: vini di frutto, vini di terroir e vini “del
tempo”.
Questi ultimi sono le Vendanges Tardives e i
Seletions des Grains Nobles (SGN, da uve botri-
tizzate), i vini che derivano da un tempo maggio-
re di permanenza dei grappoli sulla pianta e che
necessitano di tempo per esprimere tutta la loro
grande complessità e persistenza.
I vini di frutto sono quelli caratterizzati dal viti-
gno, che con i propri elementi varietali prevale su
quanto può emergere dalla natura del terreno,
dove questo non ha particolari caratteristiche.
Nei vini di terroir (che ostertag chiama vins de
pierre, “di pietra”), al contrario, a parlare e farsi
sentire è il carattere peculiare del singolo vigne-
to, ben definito per natura del suolo, geologia,
microclima, esposizione, altitudine e pendenza.
Poi, però, le modalità con cui questo deve avve-
nire sono affidate a metodi diversi.
Andrè ostertag è stato tra i primi a valorizzare
la diversità delle caratteristiche geologiche dei
vigneti e, soprattutto, uno dei pionieri nell’uso
della biodinamica in Alsazia, per far esprimere
la naturalità del terreno e della vite, rispettare e
far sviluppare i numerosi organismi viventi che vi
circolano ed apportano nutrimento e comples-
sità; quanto più possibile le radici delle piante
debbono spingersi in profondità, per recepire
tutto quanto la terra può dare, con le sue pecu-
liarità. Così, dopo un esperimento su un ettaro
e mezzo, dal 1997 tutti i vigneti (14,5 ha, quasi
tutti attorno ad epfig) sono condotti con metodo
biodinamico. Simbolo del Domaine è un agnello
pasquale, poiché in tedesco oster-Tag significa
letteralmente “giorno di Pasqua”: il trionfo della
vita sulla morte, così come in vigna la forza della
natura deve emergere e prevalere.
Strumentale alla sincera espressione del terroir è
anche la scelta di produrre solo vini secchi (a par-
te, ovviamente, Vendanges Tardives ed SGN),
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 17
Bergheim e l'Altenberg Grand Cru
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 118
anche perché spesso (soprattutto per il Pinot
Gris, che normalmente ha pochi aromi) da molti
produttori viene ricercata la muffa nobile o lascia-
to lo zucchero per arricchire il vino di qualcosa
che in origine non ha. Perciò, i lieviti, autoctoni e
naturali, lavorano fino in fondo, a completo svol-
gimento degli zuccheri, a volte più velocemente,
a volte più lentamente, anche per più di sei mesi.
Soltanto il gewurztraminer viene prodotto con
residuo zuccherino (51 gr/l per il 2010 Vignoble
d’e), bloccando la fermentazione con il freddo.
La “lettura” del terroir è affidata soprattutto al
Riesling: secondo ostertag è il vitigno che più di
altri sa recepire e tradurre nel vino le peculiarità
del suolo, del sottosuolo, della terra. Così, dagli
assaggi dei riesling di terroir, si rimane affascinati
dal carattere e dalle diversità dei vini. Tra l’altro,
l’annata 2009, calda ma non troppo, ha dato vini
morbidi, ma che compensano la minor acidità
con una elevata struttura sapida: le radici delle
viti, per rimediare alla carenza d’acqua, hanno
lavorato molto in profondità, recependo sali mi-
nerali ed elementi caratteristici. Anche questo è
espressione di terroir.
Invece, Jean-Michel Deiss è il “profeta” della
“complantazione”: nel vigneto sono presenti in-
sieme più varietà, per far prevalere il terroir sulle
caratteristiche delle singole uve. I vini da vitigno
sono prodotti soltanto nelle aree con A.o.C. re-
gionale o comunale, ove possibile, sulla base
della considerazione del suolo.
Il Domaine ha 27 ettari, soprattutto attorno a
Bergheim, dove ha sede. Ciò che caratterizza
l’azienda è appunto la scelta, compiuta quindici
anni fa, di non produrre vini da vitigno nei vigneti
migliori, bensì vini in grado di esprimere il terroir:
per Deiss non è comprensibile perché in Francia
tutti fanno vini di terroir ed in Alsazia solo vini da
vitigno; e in tutta la Francia non si indica il viti-
gno perché esso è soltanto uno strumento per
far esprimere il terroir. L’intento di Deiss, allora,
è quello di far prevalere la natura del vigneto, di
farla “vincere” sulle caratteristiche varietali delle
uve utilizzate; la compresenza di più vitigni, scelti
comunque sulla base delle caratteristiche geo-
logiche del vigneto, serve proprio a questo. Per
spiegare la scelta, in azienda usano una meta-
fora: si può dire che il vitigno è l’alfabeto, ma il
terroir è il libro. Non a caso, allora, in passato in
Alsazia erano utilizzati quasi cento vitigni diver-
si, per ampliare il “vocabolario” a disposizione e
dare prevalenza al luogo di origine.
In funzione di ciò, Deiss ha ridotto drasticamen-
te le rese per ettaro: in Alsazia per vini A.o.C.
si possono produrre anche 90 hl per ettaro (66
hl per l’A.o.C. Grand Cru), mentre nel resto di
Francia con tale quantità si può fare solo vino da
tavola, essendo prevista per le A.o.C. una resa
di 68 hl per ettaro. Se si diminuiscono le rese
si consente al terroir di prevalere sul vitigno: da
Deiss in media si producono 45 hl per ettaro, con
30/35 hl nei Crus, fino a 20 hl nei Grands Crus. A
questi risultati si giunge anche con elevate den-
sità di ceppi per ettaro: mentre in Alsazia sono in
media 6000, Deiss ora ne pianta 10000/12000
(anche se, certamente, esistono molte differen-
ze nell’ambito dei 27 ettari dell’azienda); non usa
Gres rosa e pietra vulcanica del Muenchberg
Paese di Northalten e la collina che proteggeil Muenchberg
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 19
OSTERTAG - Alsace AOC Riesling
Clos Mathis 2009
La parcella, situata a Ribeauvillé, ap-
parteneva al padre dello chef de vi-
gne del Domaine. Ha prodotto vino di
ostertag per la prima volta con l’an-
nata 1997, nella quale tutte le vigne
sono state condotte con il metodo
biodinamico. È caratterizzata da un
suolo di puro granito, nonostante la
vicinanza con il Grand Cru Kirchberg
de Ribeauvillé che invece è marno-
calcareo; è coltivata a terrazze, con
esposizione Sud, ed essendo collo-
cata all’uscita della valle gode di cor-
renti di aria fresca durante la notte
che determinano elevate e favore-
voli escursioni termiche. All’olfatto in
vino è puro, cristallino, ricorda l’ac-
qua fresca che scorre sulla pietra,
con eleganti fiori bianchi; in bocca è
diritto, teso, molto minerale, con bel
contrasto e precisa integrazione delle
componenti, finale piuttosto lungo e
rinfrescante.
OSTERTAG - Alsace AOC Riesling
Heissenberg 2009
Il nome del vigneto significa “monta-
gna calda”; è situato sopra il villaggio
di Northalten, con ripido pendio, ed
è caratterizzato da calore e mineralità
del suolo siliceo, in cui si mescolano
gres rosa dei Vosgi (come nel vicino
Muenchberg) e gneiss. Già dal colore
quasi dorato è coerente con l’annata
e l’esposizione; al naso è maturo, con
idrocarburi, erbe aromatiche, toni di
lavanda, roccia; l’attacco in bocca è
morbido, avvolgente, ha centro boc-
ca sapido e molto fresco, il finale, pur
succoso, è un po’ caldo, con leggera
sensazione amara.
OSTERTAG - Alsace AOC Riesling
Fronholz 2009
Il Fronholz è un grande vigneto sulla
collina di epfig, con suolo di sabbia
bianca, ricco di quarzo; il riesling è
nella parte alta del vigneto, dove il ter-
reno è più leggero, mentre nella parte
bassa, più ricca d’argilla, è piantato
gewurztraminer; a metà pendio si tro-
vano i pinot, che gradiscono il calca-
re ivi presente. All’olfatto si presenta
complesso e sfaccettato, la minera-
lità è netta, subito arricchita da sen-
tori agrumati, citrini, ma soprattutto
da aromi freschi, menta ed erbette. In
bocca è ricco, di grande struttura, il
finale, molto lungo e ben contrastato,
è agrumato, con fiori gialli ed intriganti
sensazioni di spezie e foglie di tè, ed
una scia sapida netta, quasi marina.
OSTERTAG - Alsace Grand Cru
Muenchberg AOC Riesling 2009
Il Muenchberg è un esteso Grand Cru
ad anfiteatro con esposizione a Sud,
caratterizzato da suolo di grés rosa,
compatto e poroso, che si sbriciola
diventando sabbia nella parte supe-
riore; ma vi si trovano anche molte
pietre di origine vulcanica che con-
feriscono al vino tensione ed allungo,
completando le caratteristiche di aro-
maticità e struttura che derivano dal
grés rosa. È sulla collina in una pic-
cola valle a Nord ovest del paese di
Nothalten, con una montagna di 900
metri a proteggere dal freddo e dal-
la pioggia. Le viti di ostertarg hanno
un’età media di 40 anni, con 5500
piante per ettaro; ma una porzione di
vigneto ha ceppi di più di 70 anni, con
8000 piante per ettaro come usava
al tempo. Al naso è roccioso, tanto
minerale, con erbe aromatiche e frut-
to bianco; in bocca è grande, entra
morbido per poi lasciare spazio ad
Gli assaggi
cloni selezionati (perché normalmente sono stati
selezionati per alte rese); ha vecchie vigne, con
apparato radicale in profondità. Coerente è la
scelta della biodinamica per la coltivazione della
vigna.
Interessante l’interpretazione del residuo zuc-
cherino: anch’esso viene dal terroir, nel senso
che ciascun vigneto, a piena maturazione fenoli-
ca delle uve, apporta a queste ultime una diversa
quantità di zuccheri; poi i lieviti, che sono quelli
autoctoni e naturali delle uve, conducono la fer-
mentazione fino a quando possono, non sempre
completando la trasformazione degli zuccheri.
In azienda, ogni vino proposto in degustazione
è affiancato da un contenitore cilindrico di vetro
che contiene un campione del terreno da cui
l’uva utilizzata proviene; e prima dell’assaggio si
parte sempre di lì, dalla descrizione della natura
del suolo che nel vino deve essere tradotta ed
esaltata.
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 120
una sensazione quasi salata, con una
tensione gustativa che non finisce
mai, in profondità.
DEISS - Alsace AOC Langenberg
2009 (Saint Hyppolite)
Il vigneto si caratterizza per il sotto-
suolo di granito, l’unico di questa
natura che i Deiss hanno. Vi sono
piantati cinque vitigni: riesling, i pi-
not (gris, noir e blanc) ed il muscat.
Al naso è roccioso, fresco, agruma-
to, molto minerale; la bocca è tesa,
di bell’equilibrio, sapida, piacevole,
con finale pulito non lunghissimo, sul
frutto tropicale. Residuo zuccherino
di 12 gr/l.
DEISS - Alsace AOC Engelgarten
2009
Caratterizzato da sottosuolo di ghiaia,
il vigneto si trova dietro Bergheim vi-
cino al fiume. È nettamente minerale,
ha leggeri cenni di idrocarburo, sen-
tori affumicati, pietra, frutto bianco. In
bocca emerge il lato fruttato, oltre alle
sensazioni minerali; di buona profon-
dità, è pulitissimo e ben contrastato,
la tensione è continua, il finale è citri-
no e sapido.
DEISS - Alsace AOC Rotenberg 2009
Ha almeno 24 gr/l di zucchero, e ciò
avviene ogni anno, non solo in parti-
colari annate: così si esprime il terroir,
e ci vorranno otto o dieci anni per
integrare lo zucchero e raggiungere
l’equilibrio. Il sottosuolo di questo cru
è composto da calcare del periodo
giurassico, il vigneto è sulla collina,
esposto a Sud, con temperature più
elevate rispetto agli altri vigneti. Al
naso, intenso, il vino ha frutta matura,
spezie, cenni di frutta secca. Al gusto
è morbido ma molto ben equilibrato
da elevata acidità; lungo e fruttato il
finale.
DEISS - Alsace AOC Schoffweg
2008
È su calcare di Alénia, più legge-
ro e sciolto rispetto al calcare del
Giurassico, che è più duro e compat-
to. Ne derivano simili struttura e aci-
dità, ma gli aromi sono diversi, così
come le sensazioni in bocca. Il vigne-
to si trova sulla collina di Altenberg,
con esposizione est. Al naso si pre-
senta con note di vaniglia, di pastic-
ceria (senza uso di legno nuovo), poi
frutta bianca matura. La bocca è fre-
sca, sapida, con un bell’allungo, sul
frutto ma anche con sensazioni mine-
rali. Ha 10 gr/l di zucchero residuo.
DEISS - Alsace AOC Gruenspiel
2007
Vigneto su sottosuolo di marna del-
la glaciazione, con esposizione Sud.
Cera d’api, frutti maturi, netta mine-
ralità al naso; bocca molto ricca, po-
tente, continua e dinamica, con finale
piccante, minerale, lungo. Il vino è an-
cora giovane e promette un avvenire
di complessità ed equilibrio.
DEISS - Alsace AOC Burg 2008
Con esposizione Sud, Sud-ovest,
e sottosuolo marnoso, il vigneto si
trova al limite della foresta, per cui la
notte la temperatura scende molto,
generando elevata escursione termi-
ca rispetto al giorno; è vicino al fiume,
per cui a causa dell’umidità ogni anno
si genera muffa nobile, anche perché
l’uva arriva presto e facilmente a ma-
turità. Anche la muffa nobile è un ca-
rattere che deriva dal terroir: non tutti i
vigneti, nella stessa annata, la hanno.
Naso intrigante di pepe bianco, cenni
balsamici, fiori e roccia. Lo zucchero
è da integrare, ma l’acidità è elevata,
la struttura è tanta, il finale è lungo e
caratterizzato da agrume maturo net-
to e spezie.
DEISS – Alsace Grand Cru
Mambourg AOC 2009
Sottosuolo di calcare, come a
Meursault in Côte d’or, trasportato
in antico da un ghiacciaio, con rocce
tonde completamente pulite; inusuale
per l’Alsazia. Si trova 10 km a Sud di
Bergheim, più vicino a Colmar (che è
la seconda città più secca di Francia)
ed è uno dei Grands Crus più caldi;
è vicino all’imboccatura della valle di
Kaysersberg,, per cui è molto venti-
lato e asciugato dalle correnti, così
che non si forma mai la muffa nobile.
Sono utilizzati solo i pinot, prevalen-
temente grigio, ma anche bianco e
nero. All’olfatto è molto complesso,
con fiori gialli, nocciolina, spezie, noce
moscata e pepe. In bocca ha legge-
ro tannino, ma ciò che colpisce è la
potenza, con bella sapidità e finale di
nocciola, in continua ed incessante
progressione gustativa ed aromatica.
DEISS – Alsace Grand Cru
Altenberg de Bergheim AOC 2007
Sottosuolo di calcare del Giurassico.
È la collina che domina Bergheim a
Nord; nel vigneto, che vede la ma-
turazione delle proprie uve ben cin-
que settimane dopo il Mambourg, si
forma ogni anno molta muffa nobile.
Questo ha 70 gr/l di zucchero! I vi-
tigni, in “complantazione”, con ceppi
alternati, sono tutti i tredici d’Alsazia.
Il naso è di grande finezza e com-
plessità, molto minerale, progressiva-
mente escono frutti di ogni tipo, fiori
gialli. La bocca è rotonda, strutturata,
potente ma elegantissima, nonostan-
te la percezione zuccherina, e soprat-
tutto ha un’energia che non finisce
mai, con una scia minerale e floreale
affascinante, in crescendo. Materia e
freschezza lasciano intravedere una
lunga vita per questo vino emozio-
nante.
a cura della redazione di
a cura della redazione di
Con 6.000 visitatori nelle quattro giornate della
XXI edizione del Merano WineFestival confer-
ma la sua inossidabile leadership nelle mani-
festazioni legate al vino di qualità segnando un incre-
mento del 10% sulle presenze 2011 e confermando
la credibilità e l’interesse verso un evento con 21 anni
di storia alle spalle. La selezione dei 350 produttori
presenti e la presenza di 150 produttori internazionali
è risultata ancora una volta vincente ed apprezzata
da un pubblico di veri intenditori. Il programma
del Festival sempre più ricco ed articolato è
alla base della riuscita di quest’edizione che
sposa sempre più il buon cibo al buon vino.
Migliaia di visitatori hanno affollato il Kurhaus
e i padiglioni di Culinaria e della GourmetA-
rena, per giornate intense di degustazioni,
eventi, presentazioni, tasting guidati, incontri,
cene a tema. Grande successo di pubblico alla
GourmetArena, palcoscenico di Chef affermati
ed emergenti che hanno saputo stupire inter-
pretando con grande creatività il tema dell’anno,
l’ecosostenibilità. Non è mancata grande parte-
cipazione nemmeno alle prestigiose degustazio-
ni che si sono susseguite in un ricco calendario
di appuntamenti: non ha tradito le aspettative
la verticale di Masseto guidata da Luca Gardini,
quella di Amarone condotta dallo stesso Romano
Dal Forno e, in ambito internazionale, quella del
Domaine Taupenot-Merme, vini considerati tra i
più grandi della Borgogna, guidata da Ian D’Aga-
ta. Forte incremento anche per gli “appuntamenti
imperdibili”: i 27 produttori emergenti che si stanno
affermando per la qualità, la degustazione di anna-
te vecchie, il debutto del Club excellence, Associa-
zione di importatori e distributori di vini e spiriti di
eccellenza che ha offerto in degustazione delle vere
rarità: Champagne Alain Thienot del 1999, Sherry
Bunnahabhain 1978, Pinot-gris Rangen de Thann
Clos St. urbain grand cru 2005, solo per citarne alcu-
ni. Conclusa con soddisfazione questa XXI edizione il
Merano WineFestival si prepara per andare con Iden-
tità Golose alla conquista del pubblico milanese con
la seconda edizione di Milano Food&Wine Festival
dove, dal 9 all’11 Febbraio, grandi vini e grandi Chef
saranno i protagonisti di un grande Festival all’inse-
gna del gusto e della qualità.
www.meranowinefestival.com
Il Merano WineFestivalsi beve la crisi
ww
w.m
on
doca
na.c
om
a cu
ra d
i Luc
a ca
nap
icch
i
ww
w.m
on
doca
na.c
om
a cu
ra d
i Luc
a ca
nap
icch
i
Il Salone del Gusto di Torino:
emozioni e racconti a cura dell’ufficio Stampa Nazionale FISAR
Raccogliamo le storie e le dichiarazioni di chi ha fatto di questa kermesse mondiale
un evento unico.
spec
iale
Salon
e del
Gusto
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 124
c o n l a F I S A R n u o v a m e n t e p r o t a g o n i s t a
speciale Salone del Gusto
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 25
Cala il sipario: l’edizione più bella di sempre a cura di slow Food
Un solo giorno non è
sufficiente per visitare
gli stand, incontrare i
produttori e scoprire tutte le re-
altà presenti al Salone del Gusto
e Terra Madre, su cui stasera si
spengono i riflettori, sono i com-
menti più sentiti in questi giorni.
«220.000 visitatori italiani e stra-
nieri, 16.000 partecipanti alle 56
conferenze, 8000 studenti e 3700
bambini che hanno preso parte
alle attività educative, affrontando
temi molto attuali, quali acqua,
salute e ambiente». Questi i pri-
mi dati comunicati da Roberto
Burdese, presidente di Slow
Food Italia, raccontando l’even-
to che ha colorato i padiglioni di
Lingotto Fiere e oval in questi
cinque entusiasmanti giorni.
«La fusione tra Salone del Gusto
e Terra Madre ha reso questa
edizione la più bella di sempre,
permettendo uno scambio con-
tinuo tra i Paesi, mescolando
profumi e nazionalità, in cui è
stata notevole la partecipazione
dei giovani, produttori, delega-
ti e semplici visitatori», continua
Burdese. «Nonostante il difficile
periodo che stiamo attraversan-
do, molti prodotti erano esauriti
nel Mercato già domenica sera,
denotando una sempre maggio-
re attenzione del pubblico ai cibi
di alta qualità. È infatti tempo che
lo stato di salute del comparto
agroalimentare diventi la cartina
di tornasole per comprendere la
condizione del Paese».
«un grazie di cuore a Slow Food
per un Salone del Gusto e Terra
Madre dai numeri straordinari.
Devo riconoscere che in questi
ultimi tempi Torino sta sorpren-
dendo per capacità di adesione
e partecipazione, e ora la città ini-
zierà da subito a lavorare all’edi-
zione 2014. Ma non dimentichia-
moci che l’expo 2015 si avvicina
a grandi passi, e se Torino deve
diventare il simbolo dell’enoga-
stronomia, è fondamentale una
solida collaborazione e una con-
vergenza di tematiche con gli or-
ganizzatori della manifestazione
milanese. Dobbiamo riuscire a
coinvolgere maggiormente la cit-
tà e la popolazione nei prossimi
anni, includendo le tante impre-
se e attività presenti nel territo-
rio. Per il resto, semplicemente
grazie a chi ha reso possibile un
evento di tale portata, con entu-
siasmo ed energia», ha aggiunto
Maurizio Braccialarghe, asses-
sore alla Cultura e Turismo della
Città di Torino.
Quindi, per venire alle informazioni
salienti, segnaliamo un incremen-
to del 10% nel numero comples-
sivo di visitatori, il tutto esaurito a
Master of Food, Laboratori e Teatri
del Gusto con moltissimi stranie-
ri, 15.000 download dell’applica-
zione dell’evento e una notevole
affluenza all’enoteca, in cui sono
stati i grandi vini i veri protagoni-
sti, accompagnati dai piatti delle
vicine Cucine di Strada. Con il
suo orto di 400mq situato pro-
prio al centro dell’oval, l’Africa è
sicuramente stata la protagonista
dell’evento, con i suoi prodotti, le
storie delle comunità e soprattut-
to le testimonianze dei tantissimi
giovani che intendono riprendere
in mano il futuro del continente,
ritornando nei loro villaggi con
gli occhi pieni di testimonianze,
idee e progetti. Africa, dunque,
ma non solo. Si è parlato molto
anche di legalità, di lotta alle ma-
fie e alla criminalità organizzata,
di rinascita e cooperazione tra le
realtà colpite da disastri naturali,
dalla Liguria all’emilia, dall’Abruz-
zo al Giappone. Mani che si strin-
gono, contatti che si scambiano,
idee che si confrontano. In mille
lingue diverse. Questi i simboli del
Salone del Gusto e Terra Madre
2012.
Parallelamente all’evento, i
650 delegati provenienti da 95
Paesi hanno partecipato al VI
Congresso Internazionale di Slow
Food, discutendo di clima, sicu-
rezza alimentare e biodiversità.
«Con 90 interventi da 51 Paesi,
Slow Food ha parlato al mondo e
il mondo ha parlato a Slow Food».
Così Carlo Petrini, rieletto presi-
dente dell’associazione all’unani-
mità, delineando gli obiettivi per i
prossimi quattro anni: «Il nostro
impegno non deve fermarsi, e gli
obiettivi sono ambiziosi: nei pros-
simi quattro anni dobbiamo conti-
nuare il nostro lavoro in Africa con
sempre maggiore convinzione, e
dobbiamo alimentare l’Arca del
Gusto con nuovi prodotti tradizio-
nali e varietà autoctone a rischio
di scomparsa». Con queste pa-
role Petrini ha esortato i delegati
a lavorare nel proprio Paese per
un rafforzamento complessivo
delle comunità del cibo e dell’as-
sociazione. La novità principale
è la costituzione di un ristretto
comitato esecutivo formato da
sei esponenti, con il compito di
trasformare le scelte strategico
politiche in attività concrete.
«Torino si conferma la capitale
dell’enogastronomia», conclude
Burdese, «e vorrei ringraziare gli
oltre dieci enti che ci hanno as-
sistito in tutte le fasi organizzati-
ve e tutti i produttori, montatori,
tecnici che non ci hanno mai ne-
gato una mano. Quindi non mi
resta che darvi appuntamento al
2014, promettendovi un Salone
del Gusto e Terra Madre memo-
rabile!».
Fame di Terra: accelera la corsa all’accaparramen-to di terreni fertili a cura di slow Food
Dopo la speculazione sul
cibo, agli investitori in-
ternazionali non resta
che quella sulla terra. Attirati dai
prezzi stracciati dei terreni fertili
in alcuni Paesi, Stati e organismi
finanziari internazionali stanno
scommettendo sulla domanda in
crescita di cibo e biocarburanti.
Strappano le terre ai contadini,
che rimangono senza la loro fon-
te di vita e di guadagno e vedono
il paesaggio in cui sono cresciuti
trasformarsi.
Il fenomeno del land grabbing ha
coinvolto negli ultimi anni milio-
ni di ettari dei Paesi del Sud del
mondo. «e organizzazioni che
dovrebbero contrastarlo hanno
avuto invece un atteggiamento
ambiguo», spiega Stefano Liberti,
autore del libro Land Grabbing
(minimum fax, 2011), apren-
do l’incontro Fame di Terraal
Salone del Gusto e Terra Madre.
Slow Food, insieme ad altre as-
sociazioni e ong, promuove dal
2010 una campagna per sensi-
bilizzare le popolazioni e limita-
re l’accaparramento delle terre.
La sfida è non rimanere a guarda-
re, ma reagire, anche da sempli-
ci cittadini. Come fare, lo spiega
Anne Van Schaik, di Friends of
the earth europe: «Prima di tut-
to bisogna opporsi alle pratiche
agricole non sostenibili: una ricer-
ca dell’ong GRAIN ha calcolato
che, se si utilizzassero metodi
sostenibili, nell’arco di trent’anni
i terreni del mondo potrebbero
tornare alle condizioni dell’era
pre-industriale. In secondo luogo
occorre bloccare l’azione degli
investitori, delle banche, dei fondi
pensione: se i cittadini sapesse-
ro che in alcuni casi i loro rispar-
mi sono utilizzati per comprare
terre sfrattando i contadini, si
ribellerebbero. Perché la specu-
lazione non è un diritto, mentre
lo è quello di accesso alla terra
e la sovranità alimentare: «Non
ci dicano che siamo contro gli
investimenti agricoli in generale
– aggiunge Anne Van Schaik –
quelli reali, finalizzati allo sviluppo
locale, sono più che necessari».
«Questo tipo di speculazione sta
distruggendo intere comunità di
produttori e mettendo in crisi le
economie locali. Ci sono distese
enormi, anche di 100 mila etta-
ri, coltivate a monocolture, che
vengono esportate all’estero,
invece che rispondere ai bisogni
delle popolazioni locali», continua
Liberti. «È un modello culturale,
oltre che produttivo, del tutto in-
compatibile con quello agricolo di
piccola scala: per gli speculatori,
la terra è una fonte di profitto da
sfruttare; per i piccoli produttori
rappresenta invece la tradizione,
la cultura, la vita stessa di tutta la
comunità». Il land grabbing, spie-
ga Karin ulmer di APRoDeV, è
incrementato da stili di vita e mo-
delli produttivi non più sostenibili:
«L’europa, ad esempio, per sod-
disfare le sue esigenze di consu-
mo sfrutta le risorse di 650 milioni
di ettari nel mondo, ovvero una
volta e mezza le sue dimensioni».
Le testimonianze dei Paesi col-
piti dal land grabbing arrivano
dalla Colombia e dalla Tanzania.
A denunciare la situazione del
Sud America è Liliana Marcela
Vargas Vásquez, dell’Asocia-
ción de Trabajo Interdisciplinario:
«Siamo preda degli investitori e i
governi locali li facilitano, perché i
capitali stranieri fanno comodo».
Il suo racconto si mescola con
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 126
spec
iale
Salon
e del
Gusto
quello di Mwanahamis Salimu, di
oxfam Tanzania. Mwanahamis è
in prima linea nella lotta per i di-
ritti delle donne del suo Paese:
«In Africa sono già stati vendu-
ti agli speculatori 203 milioni di
ettari, pari a 8 volte la superfi-
cie del Regno unito. e molti dei
produttori sfrattati sono donne,
che lavorano e tirano su da sole
intere famiglie. Private delle loro
terre, non hanno più risorse per
acquistarne altre: in Africa la so-
cietà sta facendo passi indietro,
piuttosto che avanti». Storie che
insegnano come il land grabbing,
visto dalla prospettiva della terra
e non degli uffici delle multinazio-
nali, abbia effetti devastanti.
Le donne si raccontanodi Gladys torres urdayper la FisaR in Rosa
Il Salone del Gusto Terra Madre
ci ha salutato con un arrivederci
al 2014. È stato il grande Carlo
Petrini che con un brindisi finale
ci ha comunicato l’invito compli-
mentandosi con i nostri e le no-
stre sommelier per il lavoro svolto
con professionalità, garbo ed ele-
ganza.
In questo scenario così impor-
tante, come sempre, le nostre
donne hanno saputo coniugare
la loro professionalità con la loro
femminilità, sensibilità e sorriso.
Significativa è stata la presenza isti-
tuzionale del Segretario Nazionale
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 27
speciale Salone del Gusto
28
Claudia Marinelli e della Consigliere Nazionale e Responsabile na-
zionale della “FISAR in Rosa” Luisella Rubin che insieme al nostro
Presidente Nazionale Mario Del Debbio e al Responsabile Nazionale
dei Servizi dei Sommelier Luigi Mastrocicco e ai molti Consiglieri
Nazionali e Delegati provenienti da tutta Italia hanno voluto testimo-
niare il loro apprezzamento per il lavoro svolto.
LuiseLLa Rubin con GLadys ToRRes uRday
MaRia Pia GoRi
RobeRTo buRdese
aLcune nosTRe soMMeLieR caPiTanaTe da GLadys ToRRes uRday
chiaRa Gionco
cLaudia MaRineLLi con iL PResidenTe deL debbio
Le nosTRe sPLendide RaGazze
FioRenza caMbiaGhi veRsa iL vino aLLa nosTRa aLessandRa Rosa
spec
iale
Salon
e del
Gusto
29Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1
Claudia Marinelli Segretario Nazionale FISARQuando sono arrivata al Salone sono rimasta colpita dai colo-ri che ho visto, specialmente nel Padiglione di Terra Madre. I colori sono espressione di vita e positività, è importante però unirli saggiamente alle perso-ne, è come quando si parla di terroir, ci devono essere tutte le condizioni ottimali, ma il fattore determinante è quello umano, entrando nell’enoteca è quello che ho visto, il messaggio che mi è arrivato. Il concetto di terroir traslato su tutto quello che stava accadendo: professionalità, co-noscenza e duro lavoro. In quei cinque giorni quello che ha fatto la differenza sono stati i nostri Sommelier. In Fisar non abbiamo mai fatto distinzione fra donne e uomini, siamo tutti SoMMeLIeR, ma credo che questo Salone sia stato un omaggio alle “nostre sommelier” che hanno saputo aggiungere quel tocco di femmi-nilità necessario a far sì che il loro sorriso fosse valorizzato in modo preponderante, attraverso i mass media presenti.
Luisella RubinConsiglie Nazionale e responsabile nazionale Fisar in RosaNella Grande enoteca del Salone del Gusto, gremita di visitato-ri provenienti da tutto il mondo, curiosi di assaggiare le eccellen-ze enologiche del nostro paese (1200 etichette) ho avuto il pia-cere di apprezzare con orgoglio fisariano, l’impegno e la dedizio-ne dei nostri sommelier, che con
professionalità ed eleganza han-no svolto il servizio dei vino.È davvero una bella squadra, animata da una indiscussa pas-sione, la cui numerosa presenza femminile è balzata agli occhi di tutti, a testimoniare ancora una volta che il mondo del vino si “tin-ge sempre più di rosa”. È questa una realtà tangibile, che la nostra associazione intende potenziare, valorizzando la figura della donna sommelier.le interviste e le immagini di al-cune sommelier FISAR, riportate su quotidiani nazional e sui so-cial network, hanno fatto notizia, offrendo alla nostra federazione un’ampia e meritata visibilità.
Maria Pia Gori - Delegato evento di livello internazionale dove il mondo si incontra.Cuore pulsante della rassegna è l’enoteca, la più importante esposizione di vini italiani, punto di ritrovo dei visitatori.Ho avuto il piacere e l’onore di far parte dei sommelier F.I.S.A.R. che hanno gestito l’enoteca, sempre con eleganza e con un “sorriso” per tutte le migliaia di persone desiderose di assaggia-re ed avere informazioni.Le nostre immagini hanno fatto il giro del mondo, le piccole dif-ficoltà non ci hanno fermato e la presenza femminile ha dato alla squadra una nota “RoSA” in più.
Alessandra RosaSommelier L’evento chiave dell’edizione 2012 del Salone del Gusto e Terra Madre, per quanto riguar-da il mondo dell’enologia, è stato
la presentazione della Guida dei Vini di Slow Food - Slow Wine. evento di grandissimo richiamo e prestigio di cui mi ha particolar-mente colpito la forte connotazio-ne femminile data sia dal numero delle nostre sommelier impegnate nel servizio che dalla presenza numerosa di produttrici e visitatri-ci italiane e del resto del mondo. L’incontro tra queste “anime” del mondo del vino, ognuna con il proprio bagaglio di preparazione e aspettative diverse, ha dato vita a piacevolissimi e divertenti mo-menti di confronto, scambi di im-pressioni, condivisioni e semplici chiacchiere “intorno al bicchiere”.Il fascino del Salone del Gusto è fatto anche di questo: di incontri, di emozioni, di contatti umani. In ogni caso un’esperienza da non perdere (da qualunque lato del bancone vi troviate...).
Clara Gionco - SommelierAscoltare i desideri di un visita-tore, riflettere per capire come compiacerli, scegliere un vino, versarlo con tutte le attenzioni necessarie affinché quella botti-glia abbia l’importanza che merita è il nostro dovere come somme-lier… osservare gli occhi stupiti di chi apprezza un “bicchiere” che tu hai pensato appositamente per quella persona è il nostro più grande riconoscimento.L’amore per il Vino raggiunge la massima espressione di sé quan-do viene condiviso, per questo motivo partecipare a una così importante manifestazione, che racchiude tante eccellenze eno-gastronomiche, è stata una bel-lissima esperienza.
Abbiamo voluto raccogliere, in questo breve contributo, le impressioni direttamente da alcune delle “nostre” donne presenti al Salone del Gusto – Slow Food di Torino.
speciale Salone del Gusto
spec
iale
Salon
e del
Gusto
30
GRuPPo coMPosTo da soMMeLieR, deLeGaTi e associaTi
GRuPPo di soMMeLieR
La caRica deL MaTTino
iL PResidenTe nazionaLe deL debbioPiLLoni, Rossi, MasTRocicco, ToRRes uRday, deL debbio, Rabachino, TeRzaGo e FRaGoMeni
iL bRieFinG di inizio seRvizio
M. deL debbio, F. caMbiaGhi, i. asToRino,
c. MaRineLLi e L. MasTRocicco
speciale Salone del Gusto
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 31
GRuPPo di soMMeLieR
GRuPPo di soMMeLieR
iL nosTRo sTand
La consoLe GeneRaLe deL PeRù a ToRino: LiLiana GoMez
de WesTon con i nosTRi soMMeLieR di oRiGine PeRuviana
La FesTa FinaLe
Lujan azuRin MaikeeL LeadRo, PResenza Fissa aL nosTRo sTand
vincenzo FRaGoMeni, caRLin PeTRini (sLoW Food) e FioRenza caMbiaGhi
I profondi cambiamenti socio-politici avvenuti
negli anni 90 hanno eroso buona parte del-
la superficie vitata nazionale con una perdita
elevatissima di vigneti. Dei 23 mila ettari presenti
negli anni 90 nel 2010 la superficie vitata non su-
perava i 10 mila ha. Dopo la caduta del regime si
sono verificati espianti di massa perchè i vigneti
voluti dal regime erano un simbolo della dittatura
sconfitta. Anche la successiva emigrazione ha
giocato un ruolo importante perché molte terre
coltivate erano ormai abbandonate a loro stesse.
Grazie ad LVIA, ong piemontese storicamente
presente in Albania, è stato possibile attivare un
progetto di sviluppo vitivinicolo nel Nord, finan-
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1
Alla scoperta di una nuova frontiera
enologicadi Roberto Rabachino
Lo sviluppo vitivinicolo dell’Albania è ancora precario anche se è un paese di antica tradizione viticola.“ ”
32
spec
iale
Alban
ia
La cave della Cantina Çobo
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 33
ziato con fondi destinati alla cooperazione allo
sviluppo provenienti dal MAe. Andrea Lo Iacono
è il referente e responsabile del progetto ed è co-
lui che oggi incomincia a raccogliere i primi risul-
tati di 2 anni di intenso lavoro.
L’obiettivo specifico del progetto è rafforzare il
tessuto produttivo del mondo rurale a partire da
gruppi di produttori consociati grazie alla crea-
zione di un consorzio di tutela dei vini del Nord
Albania, all’ accesso facilitato al conto-terzismo,
alla creazione di un fondo di microcredito per
l’agricoltura, al supporto tecnico enologico e
alla sperimentazione per valorizzare il vitigno
autoctono Kallmet, vero orgoglio nazionale.
In questo contesto opera Alberto Cugnetto,
enologo viticolo con esperienza internaziona-
le, nonché ricercatore presso l’università di
Torino, grazie alle risorse apportate da LVIA
sta operando per migliorare le produzioni locali,
trasferendo quelle competenze basilari neces-
sarie per poter produrre vini di qualità anche in
aziende famigliari. entriamo nel dettaglio con
alcune domande proprio all’enologo Cugnetto.
Può l’Albania produrre grandi vini ed emergere
nel mercato moderno?
La prima volta che mi parlarono di Albania e mi
proposero di operare in questi territori non avevo
minimamente idea che in questa nazione si pro-
ducessero vini. Dopo due anni di attività, facendo
il pendolare tra Italia e Albania, mi sto rendendo
conto del privilegio viticolo di questa nazione,
riserva di vitigni autoctoni perlopiù sconosciuti,
ma con grandi potenzialità, e che oggi farebbero
la fortuna di molte nazioni produttrici ormai fa-
mose, ma carenti di una identità viticola propria.
Qual è il vitigno con maggior potenziale in Albania?
Grazie al progetto LVIA e al dr. Roland Leka che
mi assiste con grande professionalità e passione,
siamo riusciti ad imbastire una cantina sperimen-
tale ed un laboratorio per fare analisi enologiche.
Questo ha permesso di studiare il vitigno Kallmet
in profondità e, dopo due anni di prove, sono
convinto dell’assoluto valore enologico di questo
vitigno.
È una cultivar esigente, profondamente lega-
ta al territorio in cui viene coltivato, trovando-
si quasi esclusivamente nell’areale che va dal
Mirdita fino al confine con il Montenegro, intorno
al lago di Scutari. Per molti versi è facile asso-
ciare questo vitigno a vitigni ben più blasona-
ti come il Nebbiolo o il Pinot Nero, tutti vitigni
capaci di dare grandi vini da invecchiamento.
Quali difficoltà si incontrano operando in questi
territori?
Lavorare in Albania non è semplicissimo perché
ancora oggi in alcune aree vi sono carenze strut-
turali che mettono in difficoltà le attività agrico-
le. Qui la moderna tecnologia è molto costosa
e talvolta inefficace. Capita di avere assenza di
luce elettrica e acqua potabile a volte per giorni e
quindi bisogna usare bene le proprie conoscenze
pratiche e teoriche. Con un pò di malizia e buona
volontà si possono comunque ottenere ottimi ri-
sultati in contesti famigliari anche poco attrezzati.
speciale Albania
Enologo Alberto Cugnetto
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1
Come sarà il futuro vitivinicolo Albanese?
All’Albania oggi mancano essenzialmente tre
cose: il riconoscimento dell’oIV, conformandosi
così agli standard legislativi e produttivi interna-
zionali, il miglioramento del germoplasma viticolo
grazie alla creazione di un vivaismo di qualità in
sinergia con gli enti di ricerca e la definizione di di-
sciplinari di produzione e di organismi di controllo
che permettano di garantire e di identificare con
chiarezza i loro prodotti territoriali. I tempi sono
ormai maturi e l’entusiasmo non manca. Se i pro-
duttori Albanesi sapranno fare associazionismo
vero per promuovere queste linee di sviluppo,
credo che in pochi anni potranno emergere sen-
za grosse difficoltà con prodotti unici e di qualità.
Per capire il citato progetto abbiamo fatto alcu-
ne domande a Andrea Lo Iacono, responsabile
LVIA per l’Albania.
Lo Iacono, ci illustri il progetto e gli obiettivi.
Dal marzo 2010 la LVIA (www.lvia.it) si occupa
del progetto “Costituzione di consorzi di filiera
nelle aree rurali del Nord Albania”, 8957/LVIA/
ALB, finanziato dal Ministero Affari esteri Italiano.
L’obiettivo specifico è quello di “Rafforzare il tessu-
to produttivo del mondo rurale a partire da gruppi
di produttori consociati” è infatti la frammentazio-
ne delle aziende agricole il principale dei problemi
dell’economia delle zone rurali d’Albania.
Quali sono i risultati previsti.
I risultati previsti sono: la creazione di un consor-
zio di tutela dei vini del Nord Albania, l’accesso
facilitato al conto-terzismo, la creazione di un
fondo di microcredito per l’agricoltura e la cresci-
ta delle competenze imprenditoriali.
Per quanto riguarda il primo risultato il progetto
prevede:
1) La creazione di un consorzio di tutela.
2) L’identificazione della tipologia di vino rappre-
sentativa del Nord Albania.
3 La realizzazione di uno studio sulle potenzia-
lità dei vitigni autoctoni.
4) L’assistenza tecnica ai soci in campo ed in
cantina.
5) Attività di promozione del territorio e di valo-
rizzazione dei prodotti.
6) L’impostazione di un sistema a garanzia dei
termini di qualità attraverso il disciplinare di
produzione dei vini e delle uve.
In questi due anni quali obiettivi sono stati raggiunti.
Nei primi due anni di progetto è stato costituito
con 64 soci il Consorzio dei produttori del nord
Albania (www.kvvvsh.org), si sono realizzati 72
giorni di assistenza tecnica agronomica, 394 in-
terventi nelle cantine, 12 giorni di formazione in
enologia (di cui 7 in Italia), 10 fiere dei prodotti
tipici, 6 giorni di formazione nei sistemi di qualità,
un evento di promozione dei prodotti, 5 giorni di
scambio di esperienze con realtà analoghe nei
Balcani. Avviato infine un programma di ricerca
sulle potenzialità dell’uva Kallmet in collaborazio-
ne con la Facoltà di bioteconlogie di Tirana.
34
Andrea Lo Iacono - Lvia Albania
spec
iale
Alban
ia
con Il Sommelier
ragg iung i l ’obie t t i vo
ne l migl ior rappor to
targe t /prezzo
Concessionaria esclusiva di pubblicità per l’Italia10137 Torino • Corso Siracusa, 152 • Tel. 011 3119090Fax 011 3119548 • [email protected]
Organo Uffi ciale della FISARFederazione Italiana Sommelier
Albergatori Ristoratori
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 136
All’interno di una strut-
tura del Ministero
dell’Agricoltura a
Tirana accolti dal Direttore del
dicastero Fahri Isaj abbiamo
incontrato alcuni produttori e
degustato pubblicamente i loro
vini serviti al sommelier albane-
se Gentian Rraboshta. ecco
il risultato della degustazione.
Uka, Merlot 2010, Tirana,
centro Albania
Intensità colorante media di un
bel rosso rubino, al naso ha
una buona finezza olfattiva e un
frutto ben espresso, anche se i
descrittori tipici del Merlot non
sono molto espressi. In bocca è
elegante ed equilibrato con tan-
nini ben evoluti. Vino pronto da
bere.
Bardha, Merlot 2009,
Durazzo, centro Albania
Buona intensità coloran-
te, rosso rubino con riflessi
I vini in degustazione
I partecipanti alla degustazione presso il Ministero Agricoltura di Tirana
spec
iale
Alban
ia
leggermente evoluti. Al naso è
intenso, fruttato, con delle leg-
gere note erbacee e speziate.
Al gusto è secco, pieno, di giu-
sta sapidità e sorretto da una
equilibrata presenza di tannini.
Duka, Merlot 2009,
Durazzo, centro Albania
ottima intensità colorante,
rosso rubino pieno, Al naso è
ricco ed intenso, con delle leg-
gere note speziate, e frutta sot-
to spirito in evidenza. Anche al
gusto è intenso, ricco, morbido,
sapido e di buona persistenza.
Kajoshi, Kallmet 2011,
Shtoj i ri, nord Albania
Vino di media intensità colo-
rante, caratteristica del vitigno.
Rosso rubino con riflessi violet-
ti. Al naso spiccano i frutti rossi
e di sottobosco, il corniolo in
particolare. Note floreali ben
espresse come la viola. Buona
speziatura che ricorda il pepe
verde e la cannella. In bocca è
ricco e discretamente sapido,
con tannini ancora in evidenza
ma adeguati ad accompagnare
un piatto importante.
Miqesia, Kallmet 2009,
Koplik, nord Albania
Vino di media intensità co-
lorante, rosso cupo. Al naso
spicca la cigliegia marasca ed
i piccoli frutti. Sentori empireu-
matici come la liquirizia. Buona
speziatura che ricorda i chiodi
di garofano. In bocca è me-
diamente strutturato e discre-
tamente sapido, con tannini
abbastanza evoluti e morbidi.
Vino pronto da Bere
Kallmeti, Kallmet 2009,
Kallmet, nord Albania
Buona intensità colorante in re-
lazione al vitigno, Rosso rubino
con leggeri riflessi aranciati ad
indicare un vino non proprio
giovane. Al naso è ricco e pie-
no con una ottima intensità ol-
fattiva. Leggera empireumatica,
cacao e caffè che si fonde con i
descrittori tipici del Kallmet, ov-
vero i piccoli frutti e la cigliegia.
Speziatura intensa. In bocca è
caldo ed equilibrato con tannini
ancora in evidenza ma piacevoli.
Arberi, Kallmet 2007,
Rreshen, nord Albania
ottima intensità colorante in re-
lazione al vitigno. Rosso rubino
con riflessi violetti ancora in evi-
denza. Al naso è molto intenso
con un panorama di descrittori
ampio. Il frutto non manca e
anche il legno è ben dosato,
con note boisè ben elevano il
prodotto. In bocca è un vino di
gran corpo, sapido e con tan-
nini morbidi. Pronto da bere
ma sicuramente ancora longe-
vo in bottiglia.
Stone Castle, Cabernet
Sauvignon 2010, Rahovec
Buona intensità colorante,
rosso rubino con riflessi vio-
letti. Vino di buona intensità
olfattiva con i caratteri tipici del
Cabernet in evidenza.
Note vegetali e piccoli frutti in
evidenza. In bocca il vino è di
medio corpo con buona acidità
e sapidità. Tannini ben dosati.
Vino pronto da bere.
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 37
L'Enologo della Cantina Duka Durres
Frank Kaçorri della Cantina Arberi di Mirdita
speciale Albania
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 138
L’ultimo mio viaggio in
Albania questa volta non
era per problemi vari
familiari ma era un bel
viaggio fatto alla sco-
perta della cultura eno-
logica del mio paese.
In Albania, fino a pochi
anni fa, la produzione
del vino si faceva con metodi settecenteschi e io
ero una di quelle albanesi che non comprava mai
una bottiglia di vino a Tirana perché non avevo fi-
ducia nella qualità di quel prodotto. e mi sbagliavo.
Grazie anche al contributo che l’Italia il mio Paese
ha sorprendentemente e notevolmente migliorata la
qualità dei suoi prodotti ( e i miei connazionali hanno
potuto capire che un vino con una buona tecnica,
con il cuore e non solo per guadagnare.). La mia
scoperta parte dalla degustazione casuale di un
vino albanese. Il dubbio: è davvero un vino albane-
se!!?? Incredibile. era proprio un ottimo vino alba-
nese. Possibile? La curiosità mia ha spinta a par-
tecipare attivamente alla visita descritta in questo
servizio. Il mio compito era fare vedere la viticultura
del mio paese e far conoscere i miei compaesani
che avevano iniziato a fare il vino.
Che emozione. Sentivo dare consigli ai neo pro-
duttori e mi emozionavo nell’ascoltare gli apprez-
zamenti sul livello di qualità raggiunto. Che bello!
Le mie lacrime e quel-
le di mio fratello, che ci
accompagnava, erano
giustificate. Credetemi!
Accompagnare un grup-
po di esperti e sentire tanti
sinceri apprezzamenti giu-
stificava ampiamente la
nostra emozione.
L’anno scorso si sono festeggiati i 150 anni dell’uni-
tà d’Italia e le bandiere Italiane ondeggiavano in ogni
balcone. Anche sul mio ce n’era una. Non sono ita-
liana, ma mi sento tale. Quest’anno sono i 100 anni
dell’Indipendenza in Albania. Altrettanto le bandie-
re sventolano, rosse, sui balconi e nelle strade di
Tirana.
Sul mio balcone non ondeggiava nessuna bandiera,
non perché non mi sento Albanese, ma perché non
c’è bisogno di farlo vedere a tutti. Io sono e morirò
Albanese. e tanta è la voglia di dare un contributo
alla mia Albania. Da oggi per me tutto è cambiato.
Anche io voglio essere protagonista della crescita
del mio Paese e lo farò accompagnando il vino pro-
dotto nella mia Terra.
Credo e spero di essere pronta per farlo. Non lavo-
rerò certo da solo ma insieme ai tanti amici italiani
ed albanesi che ogni giorno con le loro azioni mi
iniettano entusiasmo e la voglia di fare.
La mia scoperta sui vini albanesi di Daniela Mecaj, sommelier FISAR di origini albanesi
La sommelier FISAR Daniela Meçaj e Eduard Meçaj
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 39
Kokomani, Shen Mihill 2010, Durazzo
centro Albania.
Vino di un bel rosso granato di buona in-
tensità. Al naso è molto fine ed elegante
con una buona intensità olfattiva che ricor-
da i piccoli frutti e la ciliegia. Anche la rosa
è ben espressa. In bocca è concentrato e
molto bilanciato, gusto lungo e di buona
sapidità. Vino pronto da bere.
Merlot vila Shehi 2010,
Tirana centro Albania
Grande intensità colorante, rosso rubino
con riflessi bluastri.
Al naso è ricco e pieno, frutti rossi e
piccoli frutti in evidenza. Mora e Cassis
nero, con una leggera nota vegetale che
ricorda la foglia di pomodoro. Vino che
rispecchia in pieno le caratteristiche va-
rietali del Merlot.
In bocca è fresco e fruttato anche se la
nota alcolica si fa sentire, intenso e lungo
con una maturità del frutto ottimale.
Tannini evoluti al punto giusto.
Cobo, Riserva 2007,
Berat, sud Albania
Vino di grande intensità colorante, rosso
cupo con riflessi leggermente aranciati.
Al naso è ricco. Frutta matura, prugna e
cigliegia predominano con note boisè in
evidenza ma ben dosate. Anche il caf-
fè, il cioccolato e la liquirizia sono ben
espressi. Vino che deve essere lasciato
in bicchiere qualche minuto per esprime-
re il potenziale.
In bocca è concentrato e caldo, equili-
brato nella componente tannica, con una
buona lunghezza gusto/olfattiva.
Visita all'Enoteca Kallmeti
Visita alla cantina Bardha - Durres
Visita alla Cantina Uka - Tirana
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 140
Il sogno di affiancare l’espe-
rienza e la filosofia Slow
Food al patrimonio di bio-
diversità e cultura diffuso sul
territorio abitato da albanesi
diventa sempre più vero.
Grazie all’impegno dei produt-
tori albanesi, alla visione di al-
cuni caparbi attori del settore
eno-gastronomico e al lavoro
assiduo di alcune oNG che da
anni operano nel territorio a so-
stegno dei piccoli produttori, in
questo 2012, a 100 anni dalla
proclamazione dell’indipenden-
za, l’Albania ha portato i propri
prodotti nel paniere mondiale
del Salone del Gusto.
Da qualche anno Slow Food
guarda con interesse a questa
parte dei Balcani, unica rimasta
senza il riconoscimento di un
presidio. Inutile ricordare che
50 anni di regime comunista
hanno segnato la cultura rurale
del popolo albanese, afferman-
do il primato della produzione
massificata sulla qualità e fram-
mentando le competenze su
tutte le filiere, ovvero applican-
do i principi della produzione
industriale a quella agricola.
spec
iale
Alban
iaMomenti unici
di Andrea Lo Iacono
A 100 anni dalla proclamazione dell’indipendenzal’Albania ha portato i propri prodotti
nel paniere mondiale del Salone del Gusto.
Dalla costituzione del pri-
mo Convivium Slow Food in
Albania, l’immagine e la qualità
dei prodotti locali è cambiata
molto, in primo luogo agli occhi
degli albanesi stessi, che per
venti anni hanno vissuto una
“moda esterofila” che negava
dignita’ ai propri prodotti.
Con la partecipazione al Salone
del Gusto vi è stata la possibi-
lità di mostrare, con orgoglio,
un’immagine nuova dell’Alba-
nia che affonda le radici su più
di due millenni di viticoltura, oli-
vicoltura e pastorizia.
Lo stand dei prodotti albanesi
ha portato solo alcuni esem-
pi dal territorio: porcini sec-
chi, marmellata di mirtillo, raki
dalle montagne del Kelmend;
vino Kallmet dalla Regione di
Scutari; olio di oliva da elbasan;
raki, glikò e vino Debine da
Permet, questo solo per elen-
care i principali prodotti.
Il Kallmet, vitigno autoctono
di cui è documentata la colti-
vazione in Albania da secoli, è
stato rappresentato con tre vini
giovani.
Il Kallmet 2011, prodotto dal
Consorzio del nord Albania
all’interno di un programma di
ricerca viticola e enologica, è
un vino franco, ma che non na-
sconde le proprie virtù, anzi le
esalta rispetto ai prodotti com-
merciali (per maggiori informa-
zioni si consulti il sito www.
kvvvsh.org).
Il Kallmet 2011, della cantina
ersi, prodotto con uve del-
la zona di Naraç e Hajmel,
(Kallmet all’80%, Merlot al 15%
e Tempranillo al 5%), presen-
ta un profilo più internazionale,
con un blend studiato per non
corrompere le caratteristiche
dell’uva autoctona, ma per re-
galare una sapidità più morbida
e un colore più intenso.
Il Sapa e Vjeter, della can-
tina AMT, (Kallmet all’80%,
Montepulciano d’Abruzzo al
20%), è il vino più corposo e al-
colico dei tre.
In generale la curiosità per i tre
vini è stata ripagata da un ap-
prezzamento sincero.
Sono certo che i lettori di questo
articolo che hanno avuto l’occa-
sione di degustarli, ricordino con
chiarezza l’impressione avuta.
Siamo ancora lontani dal poter
offrire agli interessati in Italia e nel
mondo questi sapori, invitiamo
dunque tutti coloro che deside-
rano avere esperienza dell’ospi-
talità del popolo albanese, dei
paesaggi montani e dei sapori
di questa parte dei Balcani, a
venire a conoscere il paese delle
aquile, ancora per poco ai confi-
ni dell’europa unita.
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 41
speciale Albania
namicità e di offrire una experience ad alto valore aggiun-
to. – ha spiegato Silvia Marinelli, Responsabile Marketing di
Cantine Riondo – Inoltre, forti dell’esperienza che abbiamo
maturato con iSpritz e Pink Limited Edition, stiamo lavorando
per attivarci sui canali social, Facebook, Twitter e You Tube
così da interagire e dialogare direttamente con il consuma-
tore finale.”
CANTINe RIoNDo S.P.A. - www.cantineriondo.com
GIÀ - SeNZA SoLFITI AGGIuNTIÈ sul mercato il “GiA’ RoSSo 2012” Fontanafredda, un vino
che nasce da una consapevole e diversa filosofia imprendi-
toriale. Il rispetto integrale del territorio e dell’ambiente circo-
stante, la naturalità della vigna e della cantina permettono di
ottenere vini correlati ad una precisa identità territoriale, mai
disgiunta da un’eccellente qualità organolettica. Fattori che si
integrano alla perfezione alla tutela della biodiversità dell’agri-
coltura e alla sostenibilità ambientale. A Fontanafredda, da
anni, sono aboliti concimi chimici e diserbanti, ridotti sensi-
bilmente i solfiti, così come packaging eccessivi e inquinanti.
Il nuovo “GiA’ RoSSo 2012” è ottenuto adottando nuove
tecniche in vigneto e in cantina, senza aggiungere solfiti nel
vino. Il contenimento del grado alcolico si ottiene innanzitutto
in vigna, con l’utilizzo di varietà a maturazione precoce, con
la gestione attenta dei tempi di vendemmia e con un partico-
lare controllo delle rese per ettaro, mentre in cantina si punta
all’utilizzo in vinificazione di lieviti a ridotta efficienza nella pro-
duzione di alcol e soprattutto con una strumentazione ade-
guata allo scopo, basandosi su tecniche puramente fisiche e
non chimiche che consentono di contenere il grado alcolico,
fermi restando i limiti minimi previsti dal disciplinare
di produzione. Pertanto non sono compromesse
la personalità e le caratteristiche che gli derivano
dalle uve nobili con cui è prodotto. Con soltanto
11 gradi di alcol è tra i vini D.o.C. e I.G.T. italiani
a più ridotto tenore alcolico. Dal punto di vista
organolettico la minore gradazione permette
di evidenziare in modo più preciso i caratteri
gusto-olfattivi del prodotto, esaltandoli; pre-
senta, infatti, un equilibrio ideale tra la fresca
acidità, il bouquet intenso e fruttato, la mor-
bidezza vellutata e la buona struttura. Ideale
da aperitivo, facilmente abbinabile a qualsiasi
tipo di piatto, in particolare i primi leggeri, le
insalate, la pizza.
FoNTANAFReDDA - www.fontanafredda.it
le notizie di enogastronomia e turismo
oNLINe IL NuoVo SITo CANTINeRIoNDo.CoMFruibilità, emozione, immediatezza e dinamicità, sono solo
alcuni dei tratti distintivi del nuovo cantineriondo.com, una
piattaforma virtuale pensata per permettere ad un pubblico
eterogeneo di interagire con l’azienda e di scoprire tutti i suoi
brand. A livello di concept, si è optato per una grafica pulita
e lineare, capace di adattarsi alle mutevoli esigenze di comu-
nicazione: sin dalla home page, finestra virtuale sul mondo
Riondo, il visitatore ha infatti una panoramica chiara dell’offer-
ta aziendale, grazie a diversi box che mettono in rilievo tutte
le novità sull’azienda, i brand e i prodotti. Contenuti dinamici
che rispondono alcuni, come i premi e la rassegna stampa,
ad esigenze istituzionali, ed altri, come le news e box dedi-
cati a Pink Limited edition, iSpritz e Soave Castelforte, che
rimandano direttamente ad alcuni prodotti, favorendo un’im-
mediata fruibilità. Molto interessante inoltre la nuova sezione
“Abbinamenti e ricette” che, grazie ad una selezione in con-
tinuo aggiornamento
di gustosi manicaretti,
spiega come preparare
un pranzo o una cena in
compagnia dei vini Riondo. Proseguendo nella navigazione,
l’utente potrà andare alla scoperta dei diversi brand, ognuno
dei quali con una propria homepage identificativa ed uno sli-
deshow dei vini che vi appartengono. Cliccando sul prodot-
to d’interesse sarà possibile non solo visualizzare la scheda
tecnica ma anche leggere articoli, visualizzare premi ottenuti
e consultare le ricette relative a quest’ultimo. Ancora, si potrà
direttamente esprimere il proprio apprezzamento con i plug
in social e, non ultimo, scaricare in pdf la scheda tecnica ag-
giornata. Particolarmente intuitiva anche la mappa che rap-
presenta la distribuzione geografica di Riondo: osservando il
mappamondo si potrà infatti riconoscere immediatamente i
Paesi in cui Riondo è presente e, grazie al form disponibile,
chiedere informazioni di approfondimento sullo stato di inte-
resse. Altrettanto semplice il form per contattare l’azienda:
un touch point immediato con cui l’utente potrà indirizzare
la propria richiesta direttamente al dipartimento di proprio
interesse. Concepito per essere responsivo, ovvero per mo-
dularsi e adattarsi ai diversi supporti, cantineriondo.com
è disponibile in italiano e presto anche in inglese, con con-
tenuti dedicati al pubblico di Riondo worldwide. “Abbiamo
voluto creare un’interfaccia virtuale tra noi e i nostri pubblici
di riferimento che ci permettesse di esprimere la nostra di-
a cura della redazione di
le notizie di enogastronomia e turismo
a cura della redazione di
Assessore alla Moda,
eventi ed expo,si è
svolta una importante
lotteria di solidarietà
(in palio, oltre alle bot-
tiglie di Bonarda della
già citata Azienda di
Antonio Faravelli, un
weekend benessere, una giornata di carnevale a Venezia e
tanto altro), i cui proventi sono stati devoluti all’Associazio-
ne Italiana Glicogenosi. Durante la serata è stato proiettato
un filmato inedito sulla vita della famosa cantate lirica scom-
parsa a Parigi il 16/9/1977, con immagini che raccontano i
grandi trionfi, amori e personaggi che hanno fatto parte della
sua intera carriera e con l’esposizione di abiti di alta moda
ispirati ai personaggi Wagneriani e Verdiani da lei interpre-
tati e dall’esibizione canora di Daniela Ferrari (Milano Swing
Italiano).
LoGLIo DI SoPRA - www.golfandwine.it
CoLLAVINI AL CoNCoRSo eNoLoGICo INTeRNAZIoNALeSono 57 i vini del Friuli Venezia Giulia iscritti al Concorso enologico internazionale, svoltosi alla Fiera di Verona dal 12 al 16 novembre 2012. Attribuite una Medaglia d’oro, una Medaglia d’Argento e 15 Gran Menzioni. Verona, 20 novem-bre 2012. una Medaglia d’oro al Broy Bianco DoC Collio 2010 e una Medaglia d’argento al Forresco Rosso DoC Colli orientali del Friuli 2005: è questo il risultato ot-tenuto dalla eugenio Collavini Viticoltori Srl di Corno di Rosazzo (udine) al 20° Concorso enologico Internazionale, la “coppa del mondo” del vino svolta-si alla Fiera di Verona dal 12 al 16 novembre scorsi e che anticipa la 47a edizione di Vinitaly (Veronafiere, 7-10 aprile 2013 - www.vinitaly.com). Nel corso della manifestazione, i 57 vini del Friuli Venezia Giulia presenti hanno conquistato anche 15 Gran Menzioni. Con 70 medaglie assegnate, su un totale di 2.269 campioni esaminati prove-nienti da 23 Paesi, il Concorso enologico inter-nazionale si conferma anche quest’anno come il più selettivo e rigoroso al mondo. Il concorso è organizzato da Veronafiere in collaborazione con Assoenologi, con il patrocinio del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, del Ministero del-lo Sviluppo economico, dell’oiv e dell’union Internationale des oenologues.
CoLLAVINI - www.fontanafredda.it
PReMIo eNo-LeTTeRARIo SANTA MARGHeRITAVII eDIZIoNeIn una piacevole serata all’insegna della cultura e dell’enoga-
stronomia, nella prestigiosa cornice del Four Seasons Hotel
di Milano, sono stati proclamati i tre vincitori della settima edi-
zione del Premio eno-Letterario Santa Margherita, realizzato
in collaborazione con Librerie Feltrinelli. La giuria, composta
da personaggi di rilevanza nazionale, ha selezionato i pri-
mi tre raccon-
ti, tra gli oltre
mille pervenuti.
Con questi nu-
meri il Premio
si conferma un
appuntamento
importante per
scrittori emer-
genti che, grazie
a questa iniziativa culturale, realizzano il sogno di editare un
bestseller, in oltre 300.000 copie. I racconti andranno infatti
allegati, come retroetichette, alle bottiglie Santa Margherita
Pinot Grigio Valdadige D.o.C., Chardonnay Trentino D.o.C.
e Müller Thurgau Frizzante Vigneti delle Dolomiti I.G.T. che
verranno spedite in tutto il mondo. I vincitori:
Alessandro Di Mase
1° classificato con il racconto “Criminal Wine”
Silvia Cerioli
2° classificata con il racconto “Il pranzo di Marcella”
Barbara Gramegna
3° classificato con il racconto “o tempùra! o mures!”
Santa Margherita quindi prosegue anche quest’anno la sua
opera di sensibilizzazione del mondo enogastronomico ab-
binato alla cultura, allo scrivere e al leggere, che ha già’ coin-
volto con successo negli anni migliaia di appassionati.
SANTA MARGHeRITA S.P.A. - www.santamargherita.com
È BuoNo e FA DeL BeNeÈ stato il vino di Golf and Wine, l’Az. Agricola Loglio di Sopra di
Montù Beccaria (PV) uno dei protagonisti dell’evento di bene-
ficenza organizzato giovedì 20 dicembre 2012 da elisabetta
Invernici dell’associazione CALLAS&FRIeNDS per celebrare
l’incontro tra Maria Callas e la città di Milano. Durante la se-
rata infatti, nella splendida cornice di Palazzo Isimbardi, sede
della Provincia di Milano, con la presenza di Silvia Garnero,
Wine Awards (Regno unito); Mundus Vini (Germania); Concours Mondial de Bruxelles (Belgio); Wine Spectator (uSA); Sélections Mondiales des Vins (Canada); Decanter Asia (Hong Kong); Japan Wine Challenge (Giappone). Stabilitasi da alcuni anni nello sfarzoso Palazzo di Brimont, in centro a Reims, Jacquart è entrata nella cerchia delle più grandi e pre-stigiose Case di Champagne. Le tre
unioni di viticoltori che compongono la Maison Jacquart rap-presentano 2400 ettari di vigne ripartite come un mosaico – da qui il nome delle cuvée – sulla Montagne de Reims, nella Vallée de la Marne e lungo la Côte des Blancs e la Côte des Bar, vale a dire uno dei più vasti territori di approv-vigionamento della regione champenois. In questo panora-ma variegato i maestri di cantina Jacquart selezionano gli Chardonnay, i Pinot Noir e i Pinot Meunier che compongono le cuvée, per dare a ognuna di loro un’identità inimitabile. Lo stile Jacquart, caratterizzato da vivacità e immediatez-za, privilegia una vinificazione brillante e gradevolissima, e un invecchiamento che va ben oltre le esigenze della deno-minazione. ogni pezzo della collezione Jacquart fa nascere sensazioni ed emozioni uniche, così da soddisfare i desideri di tutti gli intenditori.FRATeLLI RINALDI IMPoRTAToRI - www.rinaldi.biz
uN DoLCe BRINDISI AL FuTuRounità della filiera, strategie comuni per conquistare nuovi mercati e consolidare aree di vendita già acquisite, traspa-renza nella gestione delle risorse, volontà di valorizzare sem-pre e comunque l’Asti DoCG e il Moscato d’Asti DoCG, in Italia e all’estero. Sono i “messaggi in bottiglia” lanciati nel grande mare del moscato dai vertici del Consorzio di Tutela dell’Asti nel corso del summit che si è tenuto giovedì 6 di-cembre a Nizza Monferrato, nell’Astigiano, sotto le antiche volte del Foro Boario di piazza Garibaldi. un incontro-forum, intitolato in modo significati-vo “un dolce brindisi al futuro”, fortemente voluto da Gianni Marzagalli e Giorgio Bosticco, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio, a cui hanno partecipato oltre 300 tra giornalisti e operatori del settore che per quasi due ore hanno ascoltato gli interventi dei relatori coordinati dal gior-nalista Sergio Miravalle. Presenti i rappresentanti del Ctm, il movimento che preserva tradizioni e cultura del mosca-to, di Assomoscato, delle enoteche regionali di Mango e Canelli, di Coldiretti, di Cia, di Confagricoltura e dei Comuni
le notizie di enogastronomia e turismo
CoNSoRZIo CAPRIANo DeL CoLLe, oRA CHIAMATeLo “MoNTeNeTTo”Il Consorzio del Capriano del Colle Doc cambia nome e di-venta “Consorzio Montenetto”: una decisione maturata con l’intento di identificare compiutamente i vini della storica Doc bresciana con il terroir di produzione. Vendemmia 2012: quantità -25%, qualità ok, con produzione potenziale a quota 378 mila bottiglie. “La scelta è stata assunta dall’assemblea dei soci e condivisa da tutti i produttori della zona – afferma Maria Grazia Marinelli, presidente del Consorzio che associa 25 aziende - La volontà era innanzitutto quella di unificare sotto una bandiera comune le realtà che operano nei tre comuni inseriti nel disciplinare della Doc, ovvero Capriano, Flero e Poncarale. L’obbiettivo primario rimane tuttavia quel-lo di identificare pienamente i nostri vini con quello che a tutti gli effetti è il loro terroir di produzione, ovvero il Monte Netto, 400 ettari di parco, verde e vigneti a pochi minuti di distanza dalla città”. Il cambiamento riguarderà per il mo-mento unicamente il nome del Consorzio, che per il resto continuerà a tutelare sia la Doc Capriano del Colle che l’Igt Montenetto di Brescia, in attesa che l’iter burocratico porti ad un progressivo allineamento anche delle denominazioni dei vini. Divenuto da pochi anni Parco Agricolo Regionale, tramite l’adozione di una misura che punta a salvaguardarne le peculiarità ambientali, il Monte Netto ospita la totalità degli oltre 80 ettari vitati del comprensorio, dai quali arrivano an-nualmente circa 58 tonnellate di uva (al 70% a bacca rossa).
Conclusa da poco, la vendem-mia 2012 ha fatto registrare un passivo in termini quantitativi pari al -25%: la produzione potenziale dell’annata sfiorerà le 378 mila bottiglie. Le previ-sioni qualitative sono decisa-mente positive: i rossi 2012,
in particolar modo, si prospettano fin d’ora particolarmente eleganti ed equilibrati.CoNSoRZIo VINI MoNTeNeTTo - www.consorziovinicapriano.it
CHAMPAGNe JACQuARTuN 2012 TRIoNFALeÈ stato un anno trionfale, il 2012, per lo Champagne Jacquart: ai concorsi internazionali di quest’anno la Maison ha infatti ottenuto 32 fra premi e riconoscimenti di prestigio, a 11 manifestazioni di alto livello tenutesi in europa, America e Asia: Gilbert & Gaillard (Francia); Decanter WWA (Regno unito); IWSC (Regno unito); IWC (Regno unito); Sommelier
a cura della redazione di
le notizie di enogastronomia e turismo
a cura della redazione di
del Moscato. Da tutti sono arrivati appelli alla necessità di compattare un settore troppo spesso, in passato, lacerato da divisioni con la volontà di lavorare e collaborare insieme. Dichiarazioni pubbliche che sovente hanno preso spunto dai dati sul comparto presentati da Giorgio Bosticco. una “fotografia” precisa, puntuale che ha fornito un identikit non solo del mercato e delle vendite, ma anche dei consumatori indicando quello che bisognerebbe fare per incrementare e mantenere posizioni commerciali di leadership. Tra gli ele-menti più significativi la necessità di rivitalizzare il mercato na-zionale che ancora segna il passo soprattutto nel Nord Italia, la volontà di recuperare terreno negli usa dove la flessione si è fatta sentire di più, la determinazione a valorizzare la de-nominazione su mercati strategici come Germania e Russia, progetti su nuovi paesi con potenzialità di vendita (Cina e India). Infine il saluto del presidente Marzagalli. Che ha detto: “Sono qui a disposizione della filiera e per lavorare ad un grande progetto di valorizzazione e promozione dell’Asti e del Moscato d’Asti DoCG che deve vederci tutti uniti e de-terminati a raccogliere e vincere sfide future impegnative e difficili”. Marzagalli ha anche anticipato alcune novità per un ricompattamento della filiera “che è l’unica arma efficace per garantire sempre più dolci brindisi al futuro”.CoNSoRZIo PeR LA TuTeLA DeLL’ASTI www.astidocg.it - www.astidocgblog.it
ALTA LANGA DoCG: IL MeToDo CLASSICo oRGoGLIo DeL PIeMoNTeÈ partita “orgoglio Piemontese”, la cam-pagna di presentazione e comunicazione dello spumante metodo clas-sico che rappresenta l’ultima vera grande no-vità del comparto vitivi-nicolo regionale. “Abbiamo in mano un prodotto fantastico, che sta sicuramente almeno alla pari con Franciacorta, sol-tanto con meno numeri”. Così ha dichiarato lo scorso 20 no-vembre, alla Fondazione Mirafiore di Fontanafredda, oscar Farinetti, in apertura dell’evento dedicato all’Alta Langa DoCG, il brut metodo classico della tradizione piemontese. “Il nostro obiettivo ora è riuscire a inserirlo nella rete dei risto-ranti piemontesi, impresa facile solo in apparenza - ha quindi proseguito, con un pizzico della sua consueta vis polemica - “Dico questo perché so che la colpa è qualche volta anche nostra, convinti come siamo un po’ tutti da queste parti che “l’erba di casa non è mai buona…!”. Gli ha fatto eco il presi-
dente del Consorzio di Tutela Alta Langa Lamberto Vallarino Gancia: “Lo spumante è un prodotto dell’orgoglio piemonte-se, nato qui e ora giustamente qui ritornato. Oggi sul mercato italiano ci siamo anche noi, con i nostri 70 ettari e i nostri 12 produttori, che sicuramente aumenteranno nel prossimo futuro. Fermo restando, però, che il nostro è un prodotto di grandissima nicchia: solo millesimato e solo grandi annate. Nemmeno lo champagne può dire altrettanto!”www.altalangadocg.com
CReSCe L’IMPeGNo DI BAYeR CRoPSCIeNCe PeR L’AGRICoLTuRA ITALIANA“L’innovazione è nel no-stro DNA, ma il successo delle nostre soluzioni na-sce da una ricetta stori-ca fatta di più ingredienti come ricerca, ascolto e collaborazione”, dichiara Karina von Detten, amministratore delegato di Bayer CropScience srl. un esempio concreto è la recente acquisizione di AgraQuest, leader nella produzione di prodotti biologici per la protezione delle colture. “Questo non è un cambiamento di rotta, ma un passo co-erente con l’approccio costante di un’azienda aperta che ha sem-pre cercato di offrire le soluzioni più sostenibili per creare valore per tutti”, ha sottolineato von Detten. Noi crediamo in una sostenibilità concreta che si raggiunge con il tempo attraverso collaborazioni e progetti finalizzati a preservare il nostro pianeta, assicurare il benes-sere per le generazioni presenti e future ed essere economicamen-te fattibili. Per questo collaboriamo con gli attori della filiera mossi dagli stessi obiettivi”, conferma von Detten. A cominciare dalla vite da vino con Magis vino, che nel 2013 raggiungerà la certificazione, passando poi alla frutta, agli ortaggi, fino al progetto GranFiliera de-dicato al grano duro. Continua, inoltre, la comunicazione attraverso Coltura&Cultura con i volumi “le insalate” e “gli agrumi”. Innovare vuol dire anche ascoltare e capire un nuovo bisogno. e Bayer lo ha fatto creando per prima in Italia un catalogo dedicato agli “Hobby Farmers”, oltre un milione di persone che non sono agricoltori pro-fessionisti ma neanche semplici amanti del giardinaggio, che voglio-no coltivare personalmente la loro frutta e i loro ortaggi ma necessi-tano di un servizio a loro dedicato. Da ultimo, il 2013 sarà per Bayer un anno storico importante. Infatti, il Gruppo festeggerà il 150° anni-versario dalla sua fondazione che sarà celebrato con diversi eventi in tutto il mondo. un’occasione per ribadire l’impegno del Gruppo per contribuire sempre di più a migliorare la vita delle persone, in linea con il concetto di “better life”.
BAYeR CRoPSCIeNCe ITALIA - www.bayercropscience.it
Anzitutto sgombriamo ogni dubbio: Il Vino
Santo Trentino non è il Vinsanto Toscano.
Ha in comune solo il fatto di essere un
vino da dessert e una somiglianza nel nome che
molte volte fa per così dire “irritare” i produttori o
i commercianti delle enoteche perché spesso chi
degusta o vuole acquistare una bottiglia di Vino
Santo Trentino, e non è particolarmente esperto,
come prima domanda in genere dice: “È prodot-
to come il Vinsanto Toscano?”. Vedremo invece
che sono due mondi diversi.
Anzitutto la zona di produzione è la cosiddetta
Valle dei Laghi conosciuta per i suoi 7 laghi, si-
tuata a sud del Trentino lungo il fiume Sarco fino
all’estremità nord del lago di Garda. Qui il micro-
clima è mite e mediterraneo, dovuto all’influenza
del lago di Garda. La Nosiola è il vitigno utilizzato
in questo territorio dove trova il suo habitat ide-
ale. Il vitigno è autoctono, il nome Nosiola deriva
da Nosela, un termine dialettale che sta significa-
re nocciola selvatica che è poi l’aroma dominante
dei vini fatti con questa varietà. Anche il colore
dei tralci e una certa croccantezza della bacca
ricordano la nocciola. Il vitigno è usato anche
per la produzione di vini bianchi fermi ma la sua
maggiore espressione la troviamo in questa ti-
pologia che tra l’altro richiede anche una spe-
cifica età produttiva per questa vite affinché si
possa produrre il Vino Santo.
Le viti devono avere almeno 15 anni di vita per-
ché riescono a dare un frutto per il lunghissimo
appassimento, devono cioè aver perso la esu-
beranza produttiva giovanile; sono posti in pochi
e distinti appezzamenti, solo il 10% dei vigneti di
Nosiola della Valle dei Laghi ed è ritenuto idoneo
dai produttori per l’appassimento quindi poco più
di 10 ettari complessivi in tutto per i sei produttori
esistenti. Per produrlo si utilizzano solo i grap-
poli spargoli (quelli con acini radi). Tutto questo
fa comprendere la rarità della
”Il Vino Santo nasce intorno ai primi del 1800
e per vari decenni generazioni di contadini hanno dato il loro contributo evolutivo nella sua produzione.
di luca iacopini e massimo Bracci
Il Vino Santo Trentino: la riscoperta di una
perla enologica
“
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 146
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 47
Nosiola da Vino Santo e di conseguenza il suo
giusto costo.
Il Vino Santo nasce intorno ai primi del 1800 e
per vari decenni generazioni di contadini hanno
dato il loro contributo evolutivo nella sua produ-
zione. Durante questo secolo, fino ai primi anni
del Novecento, il Vino Santo raggiunge la sua
massima fama, essendo conosciuto nei più im-
portanti centri d’europa, da Vienna, a Mosca, da
Parigi a Londra. Successivamente le due Guerre
Mondiali segnano un offuscamento arrivando
quasi alla completa sospensione della produ-
zione. Solo all’inizio degli anni Sessanta alcune
cantine e i loro produttori associati decidono di
farlo rinascere fino ad arrivare nel 2002 alla for-
mazione di un’associazione specifica che li tutela
e li contraddistingue: l’Associazione Vignaioli del
Vino Santo Trentino DoC. La zona di produzio-
ne riguarda i comuni di Arco, Calvino, Cavedine,
Drena, Dro, Lasino, Nago-Torbole Padergnone,
Riva del Garda, Tenno e Vezzano. Il disciplinare
prevede almeno l’85 % di Nosiola più altri viti-
gni autorizzati non aromatici. Le uve raccolte e
selezionate vengono disposte su apposite cas-
sette con un fondo in rete metallica dette Arèle
e trasferite negli appassitoi dove resteranno
vari mesi fino a Marzo. La tradizione vuole che
l’operazione di pigiatura avvenga nella Settimana
Santa. ecco il perché dell’origine del suo nome.
L’appassimento è sempre un’operazione difficile
e delicata ma fondamentale per la qualità del vino
che si otterrà. Vi sono diversi fattori che vanno te-
nuti costantemente sotto controllo: il giusto calo-
re, una adeguata ventilazione e un ottimale grado
di umidità permettono quindi un corretto sviluppo
sugli acini d’uva della Botrytis Cinerea, la cono-
sciuta muffa nobile di fondamentale importanza
nella produzione dei vini dolci. Questa penetra
nelle pareti delle cellule dell’acino determinando-
vi quelle alterazioni che arricchiscono l’acino di
aromi molto particolari. La Botrytis sviluppandosi
sulla superficie dell’acino altera la permeabilità
della parete cellulare, determina un abbrunimen-
to dell’uva e favorisce l’evaporazione dell’acqua
contenuta negli acini stessi concentrandone così
il succo e soprattutto gli zuccheri, anche se una
piccola parte di questi viene consumata dalla
muffa per il proprio sviluppo. Si procede quindi
alla spremitura e successivamente alla fermen-
tazione che può essere spontanea, innescata
dai lieviti presenti sull’uva oppure innescata con
associazioni di lieviti selezionati. L’appassimento
provoca un calo dell’80% e oltre. La fermenta-
zione, dopo i primi giorni in acciaio, procede poi
spontaneamente e lentamente in botti di legno.
La funzione delle botti è solo quella di ossigenare
lentamente il vino permettendone le complesse
trasformazioni. Le botti devono essere “esauste”,
cioè vecchie, non in grado di cedere sapori di le-
gno al vino e vengono tenute ben colme con rab-
bocchi di solito mensili. A questo punto rimane
l’invecchiamento e, secondo il disciplinare, devo-
no passare almeno quattro anni dalla vendemmia
prima che il vino possa comparire sul mercato.
Raramente la permanenza in botte supera i set-
te-otto anni. Al termine di questo periodo c’è un
breve passaggio (circa 6 mesi) in acciaio e poi
il Vino Santo passa all’imbottigliamento, pronto
per essere commercializzato e nel frattempo può
continuare ad affinarsi tranquillamente per molti
anni ancora.
Abbiamo avuto la fortuna di degustare il Vino
Santo 1999 di Gino Pedrotti, un’azienda di nic-
chia a conduzione familiare, pioniere della produ-
zione di questo prodotto e che recentemente ha
introdotto un tipo di coltivazione “Biodinamica”.
un modo di coltivare più vicino alla natura che
colloca l’intervento chimico ai minimi termini.
Nel bicchiere si presenta limpido, trasparente
con riflessi accesi senza cedimenti, di color dora-
to. Ha un impatto olfattivo molto intenso, schietto
e molto fine, complesso, con le sue note fresche,
sembra di essere in un campo pieno di fiori gialli.
Riavvicinando il nostro naso sentiamo note frut-
tate e mielate in modo particolare di albicocca.
In bocca si presenta pieno e rotondo, ottima
scorrevolezza, dolce ma con ancora una spicca-
ta freschezza. un vino equilibrato che tende alla
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 148
morbidezza come giusto che sia per i vini di
questa categoria ma a differenza di tanti al-
tri ha un intensa acidità. Al palato vengono
confermati i profumi sopracitati, sentiamo al-
bicocche, datteri e canditi; nel finale tira fuori
una nota piacevole di frutta secca come la
nocciola. e’ qui ci viene a mente subito per-
ché questo vitigno è stato chiamato Nosiola.
e’ un vino equilibrato e pronto ma sicura-
mente con le caratteristiche trovate si man-
tiene per ancora del tempo. Questo prodotto
ci ha pienamente soddisfatto in modo parti-
colare per i suoi contrasti: freschi e maturi,
morbidi e acidi; è un vino complesso ma con
ottima bevibilità e piacevolezza. Si accompa-
gna bene ai dessert, si abbina ai tipici dolci
trentini come lo zelden ed ai dolci a base di
mandorle. e’ interessante con i formaggi er-
borinati, con il patè ed il Foie Gras ma è otti-
mo anche da meditazione.
Da tutto questo si può comprendere facil-
mente come il Vino Santo Trentino sia frutto
più dell’Arte del Produttore che della tecnica
con risultati che possono variare molto an-
che da un anno all’altro nella stessa cantina
e ne giustifica anche il prezzo che non può
essere basso ma sappiamo che la qualità e il
lavoro paziente e meticoloso di chi lo produ-
ce deve essere in qualche modo ricompen-
sato e quindi vale la pena spendere qualche
euro in più. Il Vino Santo Trentino è inserito
nella selezione dei vini estremi ovvero quella
categoria dei vini che provengono dai vigneti
situati in zone particolarmente disagiate dal
punto di vista climatico, morfologico, altitu-
dine e latitudine o con caratteristiche di vini-
ficazione difficili.
Recentemente il Vino Santo Trentino è diven-
tato Presidio Slow Food. un’ulteriore confer-
ma della grande qualità e peculiarità del vino
dolce della Valle dei Laghi.
Newsdall'ITALIA
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 49
La cerimonia di consegna del 12° Premio Internazionale Piazza dei Chavoli, si è te-
nuta a Pisa nel salone del palazzo dei XII, dell’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano. Questo premio, volu-to dall’Associazione Cuochi Pisani in collaborazione con Servair Air Chef, azienda leeder della ristorazione di alta quota, presso numerosi aeroporti Italiani e con il Patrocinio della Regione Toscana, Provincia, Comune, Camera di Commercio e Confcommercio di Pisa ha come obiettivo la valorizzazio-ne del lavoro creativo, innovativo e ce-lebrativo di persone che si sono par-ticolarmente distinte in settori chiave per la valorizzazione dell’enogastro-nomia. Nell’aprire la cerimonia, il co-ordinatore del premio Cav. umberto Moschini, ha spiegato la filosofia del premio improntato a premiare quei personaggi di settore che con il loro impegno quotidiano favoriscono la qualità e sono garanti dei prodotti ti-pici Italiani. Il Presidente dell’associa-zione Cuochi Pisani Pierluigi Pampana ha ribadito il valore del premio che si caratterizza soprattutto per l’interna-zionalità dei premiati che fanno lustro all’albo d’oro del premio, ricordando come ognuno di loro abbia contribuito in modo significativo alla crescita ed al blasone del premio.Le categorie dei premiati per l’edizio-ne 2012 sono:Alessandro Circiello(cat. Cuoco), Presidente dei cuochi della Regione Lazio, opinionista televi-sivo ed esperto di cucina del benesse-re, vicepresidente di eurotoques Italia.
Gaetano e Giovanni Trovato (cat. Ristoratore), del Ristorante Arnolfo di Colle Val’elsa locale storico delle eccellenze Toscane.Massimo Piccin(Cat. Viticultore), del podere Sapaio di Bolgheri per la ricerca nella valorizza-zione del territorio.Paolo Petroni (cat. Storico enogastronomico), scrit-tore, ha pubblicato molti testi sulla cu-cina ed è delegato onorario dell’Acca-demia Italiana della Cucina.Fiammetta Fadda(cat. Giornalista), esperta di alta ga-stronomia e bien vivre, oggi è la ga-stropenna del settimanale Panorama
ed opinion leeder televisivo.Nicola Masiello(cat. Personaggio), Sommelier, Presidente emerito della Fisar, risto-ratore in Bettolle, esperto in enoga-stronomia, maestro assaggiatore.Tutti i premiati hanno sottolineato l’onore di ricevere un riconoscimento così ambito, impegnandosi nel pro-seguo dei propri cammini per conti-nuare l’opera che li hanno portati a ricevere questo riconoscimento.Il Presidente emerito Masiello Nicola ha voluto sottolineare come la Fisar è sempre attenta ai cambiamenti e pronta con i suoi 40 anni ad affrontare le sfide per migliorare il settore dell’ac-coglienza e della buona ristorazione italiana ed ha portato come esempio la professionalità dei Sommelier Fisar della delegazione di Pisa che hanno effettuato il servizio dei vini nella se-rata di gala che si è svolta nel chiosco del Museo dell’opera del Duomo ai piedi della magica “Torre” che tutto il mondo conosce.
A Nicola Masiello il premio “Piazza de’ Chavoli” ovvero l’Oscar della Cucina Italiana Al Presidente emerito e FISAR Ambassador l’ambito riconoscimento.
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 15050
fin amigliaA cena con il Presidente Napolitano
Venerdi, 22 settembre ore 20,00, la FISAR è
chiamata a svolgere il servizio vini alla cena che si
terrà nella "Sala del Mappamondo", una delle più
belle ed estese sale all’interno del Comune di Siena.
L'occasione non può che essere importante dato che tra
i commensali c'è il nostro presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano e non mancano tra l'altro personaggi
della politica italiana quali il Presidente del Consiglio M.
Monti, i ministri e. Fornero e C. Passera, gli onorevoli R.Prodi
e G. Amato e poi ancora relatori inglesi rappresentanti
l'università di oxford, il Ministero delle università e delle
Scienze, il Consiglio Britannico ed altri illustri personaggi
dei due Paesi.
L’occasione è data da due giornate di lavoro che l’Italia
ed il Regno unito svolgono alla Certosa di Pontignano
sull’attuale economia europea e sul suo futuro.
Come si può immaginare il servizio si è svolto in un fermento
di sicurezza di polizia e bodyguards ma i sommelier delle
Delegazioni Valdichiana e Antica terra di Siena e Valdelsa
hanno operato nell’ambito della loro professionalità e
discrezione. (Brasini Cristian, Lami emma, Laurini Giorgio,
Laurini Marcello, Daniele Bernazzi, Franchi Filippo,
Francesco Villa)
I vini che degnamente hanno accompagnato i piatti non
potevano che essere le eccellenze del territorio:
Chianti , Chianti classico, Nobile, Brunello
Al termine della cena il Presidente Napolitano ha voluto
salutare i sommelier ringraziandoli per il servizio prestato e
concedendo anche una foto di gruppo che ha ripagato e
allentato quella velata tensione che serpeggiava nella sala
tra gli addetti ai lavori.
Il suo saluto di commiato è stato �Ce la faremo con questo
vino?”.
Notizia inviata dalle Delegazioni Fisar
di Valdichiana e Antica terra di Siena e Val’Elsa
51Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 51
fin amiglia
“I Pisani più Schietti”, l’ormai consueta manife-stazione che classifica le produzioni enoiche del territorio pisano, organizzata dalla dele-
gazione di Pisa e Litorale, è giunta alla XIIIma edizione ri-calcando il solito successo di partecipazione. Il delegato, Maria Cristina Messina ha illustrato brevemente i propositi dell’iniziativa fisariana , ha presentato la giuria e ringraziato in special modo tutti coloro che danno il proprio contributo rimanendo dietro le quinte e senza i quali l’evento non sa-rebbe realizzabile. Paolo Ghezzi, vicesindaco di Pisa ha te-nuto a sottolineare l’importanza di un riconoscimento in un settore che, in un momento così delicato per tutta l’eco-nomia nazionale, pone in evidenza un mondo che riesce, attraverso enormi sforzi,sacrifici e passione, a mantenere in vita le aziende garantendo lavoro ed occupazione. La giuria, presieduta da Davide Mustaro e composta da Pier Luigi Ara, Francesco Bartoletti, umberto Chericoni, Paolo Del Guerra, Giuseppe Ferroni, Valdo Filippi, Massimo Marchi, Maria Cristina Messina, Stefano Micheletti, Jonathan Raodwell, Piero Ristori e Cinzia Trassinelli, attra-verso le schede di valutazione ha esaminato centinaia di bottiglie suddivise nelle 6 categorie classiche: Bianco delle Colline Pisane, Chianti delle Colline Pisane, Montescudaio, Rosso non affinato IGT, Rosso affinato IGT, e Vin Santo. “I risultati delle valutazioni hanno superato le aspettative e per alcune selezioni si è reso necessario una seconda collegiale- ha esordito Davide Mustaro- tanto i punteggi erano vicinissimi, e nelle categorie IGT elaborato e non elaborato si sono notati ritorni a dei buoni livelli, superiori all’anno scorso. Quindi ha comunicato il lavoro della giuria che ha classificato ai primi posti delle categorie sopracitate i seguenti vini: Cenaja Vermentino IGT 2011 della Tenuta Agr. Torre a Cenaia, Casalini 2010 della Fattoria di Fibbiano, Pricipe Guerriero Montescudaio Rosso 2009 dell’Az. Agricola Pagani de Marchi, Giusto alle Balze 2010 del Podere Marcampo, Caiarossa 2008 dell’Az. Caiarossa, Baciamano 2007 dell’Az. Agr. Degli Azzoni Avogadro.La cerimonia della premiazione ha visto consegnare le targhe d’oro ai rappresentanti delle aziende che sono in ordine: l’addetto stampa Paola Verralti, il titolare Nicola Cantoni, la titolare Pia Pagani de Marchi, il titolare Genuino Del Duca,il direttore commerciale emilio Mancini e il titolare
Marco Faraoni. Nel contempo si è svolta la consueta cena con degustazio-ne dei vini vincitori nella sala ai piani superiori di Villa Poschi il cui lo Chef ha prodotto un menù di carne e prodotti tipici locali. I vini sono stati abbinati dai bravissimi Sommeliers FISAR Lucia Fregoli, Giuseppe Merla e Lorenzo Mariotti ai seguenti piatti, nell’ordine dato: Antipasto (Sformatino al tartufo, Pane alle noci con porcini al gratin, Polentina fritta al cavolo nero e Crostino toscano ai fegatelli). Per primi piatti una pietanza di farro con fagioli scritti e la secon-da pietanza di Pappardelle alla lepre abbinati come già detto ai due vini successivi: Casalini e Principe Guerriero. A seguire Bocconcini di daino di San Rossore con torti-no di patate e spinaci. La selezione di Pecorini del Parco
con Noci nostrali è stata bagnata dal Caiarossa mentre il Vin santo ha accompagnato un ventaglio di dolci tipici come Cavallucci, Cantuccini, Torta co’ bischeri. Al termi-ne i produttori hanno concesso le bottiglie di vino, rima-ste dopo la degustazione, per una raccolta di fondi che la Delegazione pisana ha devoluto all’”Associazione Giovani Diabetici” consegnando il ricavato alla Presidente Licia Nicoli e Segretaria Selene Montanaro, che a loro volta hanno tenuto a ringraziare tutti i presenti ed illustrare le finalità dell’associazione, molto attiva sul nostro territorio.
Notizia inviata da Tiziano Taccoladella Delegazione di Pisa e Litorale
XIII edizione “I Pisani più Schietti”:targa premio ai produttori pisani
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 15252
fin amiglia
Il Comune di Novi Ligure, con la
rassegna enogastronomica “Dolci
Terre di Novi” ha voluto e saputo
dare una importante risposta alla crisi
che colpisce ormai dal 2008 l’eco-
nomia nazionale e locale. Nei quattro
giorni, dal 6 al 9 dicembre, le presen-
ze alla kermesse del gusto che si è
svolta presso il Centro Fieristico in via-
le dei Campionissimi sono state oltre
25 mila e hanno consolidato un suc-
cesso che è andato oltre le più rosee
aspettative della vigilia. Ai sommelier
della Delegazione Provinciale FISAR
di Alessandria l’importante compito
di gestire l’enoteca dove sono stati
presentati i vini partecipanti alla ras-
segna Marengo DoC di Alessandria
e i quattro vincitori. La rassegna no-
vese era dedicata al cioccolato, ma
in esposizione si potevano trovare
salumi, carni, formaggi, confetture,
prodotti da forno, olio, agrumi, birre
e vini. Proprio per presentare e servi-
re ai visitatori le eccellenti produzioni
enologiche del territorio, che a mag-
gio avevano partecipato alle selezioni
del Marengo DoC, al centro del pa-
diglione espositivo era stata allestita
l’enoteca, gestita da dodici sommelier
della FISAR di Alessandria, che hanno
profuso tutto il loro impegno e messo
in pratica la loro provata professiona-
lità. Come detto l’afflusso di visitatori
è stato ininterrotto e soprattutto sa-
bato e domenica è stato tale da co-
stringere diversi espositori a effettuare
rifornimenti supplementari dei prodotti
in vendita. Tra questi merita una cita-
zione il caso dell’enoteca che è stata
letteralmente presa d’assalto tanto da
indurre i rappresentanti della Camera
di Commercio di Alessandria, dome-
nica mattina, a ripristinare le scorte
di vino che apparivano insufficienti a
far fronte all’ultima giornata di degu-
stazioni. Molto soddisfatti si sono di-
chiarati gli espositori e gli organizza-
tori; il sindaco Lorenzo Robbiano ha
voluto sottolineare l’impegno con cui il
Comune cerca di adoperarsi per fron-
teggiare la crisi, promuovendo ogni
iniziativa in grado di valorizzare le pro-
duzioni locali e incentivare il turismo. Il
primo cittadino novese ha ringraziato
quanti con il loro impegno hanno per-
messo la buona riuscita dell’iniziativa.
Alla delegazione FISAR di Alessandria
il Comune di Novi Ligure ha inviato un
attestato di stima molto apprezzato
dai sommelier.
Notizia inviata da Claudio Odino della Delegazione di Alessandria
A Dolci Terre di Novi la Delegazionedi Alessandria protagonista
53Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 53
fin amiglia
Venerdì sera 14 dicembre,
nell’elegante e accogliente
salone dell’Hotel Ristorante
Cinzia di Vercelli, locale associato
FISAR, si è svolta la cena per gli augu-
ri di Natale e contemporaneamente la
consegna degli attestati ai nuovi som-
melier della Delegazione e gli attestati
di 1° livello ai corsisti di Gattinara.
Il ristorante, che ha raggiunto la pre-
stigiosa stella Michelin nel 2010, ora
vanto della gastronomia vercellese,
è stato rinnovato nel modo di fare
cucina dai fratelli Christian e Manuel
Costardi il cui motto è “Tradizione e
Innovazione” per non dimenticare le
tradizioni culinarie del vercellese e del
Piemonte ma allo stesso tempo creare
piatti nuovi creativi con stile e gusto.
In questa cornice e dopo una splen-
dida cena preparata dai Chef Manuel
e Cristian Costardi, servita con preci-
sione, stile e puntualità dal maitre elisa
Bellavia e dalla proprietaria, Cinzia
Brusasca, e accompagnata dagli
Champagne della Maison “Crousset-
Guillemart” offerti dalla Delegazione,
serviti dal sommelier Marco Rondinelli
con capo servizio il sommelier Paolo
Baltaro, hanno ricevuto gli attestati e i
“tastevin” i sommelier:
Accomazzo Laura, Ambrosio Silvia,
Arrigone Franco, Bolis Claudio, Borzoni
Manuel, Bussi Maria, Kryeziu ergest,
Limina Monica, Maffezzoni Matteo,
Melis Pier Paolo, Pellegrini Fausto,
Romagnolo Luca, Sedini Gabriele,
Soldera Marco, Rossi Simone,
Gasparino Stefano, Marchisio Piero,
Mastronardi Antonella, Tosi Barbara.
Hanno ricevuto l’attestato di parteci-
pazione al 3° livello i soci Baronchelli
Giovanni, Bordonaro Salvatore e
Posillipo Augusto.
I seguenti soci hanno invece ricevuto
l’attestato di partecipazione al cor-
so di 1° livello a Gattinara: Bergantin
Jessica, Brambilla Francesco,
Brandoni Matteo, Bruno Patrizia,
Calzaducca elisa, Chiadò Alessandro,
Chiara Riccardo, Congiu Marco,
Damiani Bryan, Iannone Michele,
La Delfa Silvana, Malaspina Laura,
Manini Silvia, Nardin enrico, ottini
Massimo, Peonia ettore Alberto, Rodi
Maura, Serraino Paolo, Simoni Laura,
Stramandino Cristian, Tacchino
elena, Martinetti Michele, Del Mastro
Giuseppe, Miglio Franco, Basso
Giuseppe, Parnisari Dario.
A festeggiare i nuovi sommelier oltre
a sessanta soci e familiari era pre-
sente il tesoriere nazionale FISAR
Luigi Terzago che ha portato i saluti
del Presidente Nazionale Mario Del
Debbio e ha consegnato gli attestati
assieme al Delegato Claudio Valenza
e il Segretario Paolo Baltaro.
Notizia inviata
dalla Delegazione FISAR di Vercelli
A Vercelli consegna attestati e cena degli auguri
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 15454
fin amiglia
Chianti Classico: inestinguibile ed infinita ricchezza fonte di sapori
La FISAR di Pisa e Litorale ha
organizzato in collaborazione
con il Consorzio del Chianti
Classico, all’interno del viaggio sulle ti-
picità italiane dei vini, un laboratorio di
approfondimento sul Chianti Classico
con una degustazione di sei vini, gui-
data dall’enologo Francesco Bartoletti.
Il Consorzio oggi vanta oltre 600 soci
iscritti di cui circa 350 sono imbotti-
gliatori dislocati in un’area di 70.000
ettari di quel territorio, tra Firenze e
Siena, che comprende i comuni di
Castellina, Gaiole, Greve e Radda in
Chianti per intero e parte di quelli di
Barberino Val d’elsa, Castelnuovo
Barardenga, Poggibonsi, San
Casciano in Val di Pesa e Tavernelle in
Val di Pesa. un territorio come si può
notare assai vasto e composito, con
differenziazioni sia altimetriche che di
esposizione e di consistenza del suo-
lo che varia tra argillosa, calcarea e
arenaria. Queste diversificazioni co-
stituiscono il patrimonio di ricchezza
del Chianti Classico in cui le aziende
vinicole danno il meglio di sé, essen-
do oggi all’avanguardia nelle tecni-
che di coltivazione, raccoglimento e
trattamento delle uve, lavorazione e
vinificazione. Per cui è possibile ef-
fettuare “una significativa tappa del
viaggio” attraverso le innumerevo-
li produzioni pur restando confinati
nel territorio che già dal 1716, con il
Granduca Cosimo III, iniziò il percor-
so di tutela fissandone in un bando i
confini della zona di produzione, che
ancora oggi corrispondono appros-
simativamente agli attuali. Lo scopo
del laboratorio, come sottolineato da
Davide Mustaro della FISAR pisana
con l’aiuto di Francesco Bartoletti, è
stato appunto quello di sottoporre al
giudizio dei partecipanti 6 bottiglie di
Chianti Classico in una degustazione
guidata che ha riscontrato una varie-
tà di colore, profumi, aromi, sentori,
strutture, consistenza, piacevolezza,
persistenza e retrogusti. Sono queste
differenziazioni che costituiscono la
ricchezza del Chianti Classico che si
conferma un vero e proprio vino di ter-
ritorio. Da nessuna altra parte del pia-
neta potrebbe nascere con le caratte-
ristiche che lo distinguono sui mercati
di tutto il mondo, proprio perché il suo
vitigno principale, il Sangiovese, trova
nel Chianti la sua naturale consacra-
zione. Vitigno a bacca rossa, i suoi
frutti danno vita a vini dal colore rosso
rubino, dal profumo di viola, mammola
e giaggiolo uniti a frutti rossi e fini note
speziate in alcune riserve di grande
struttura, eleganza unita a rotondità, e
vellutati al palato. Vino che deve es-
sere composto mai meno dell’80% di
Sangiovese per poter essere ammes-
so al disciplinare.
I vini in esame tutti rigorosamen-
te DoCG sono stati: Le Masse di
Lamole 2010 dell’omonima Az. Agr. di
Greve in Chianti, Castello di Querceto
2010 dell’omonima Az. Agr. di Greve
in Chianti., Tenuta Sant’Alfonso 2010
di Rocca delle Macie di Castellina in
Chianti, Foho 2009 dell’Az. Agr. Casa
del Vento di Gaiole in Chianti , La Sala
55Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 55
fin amiglia
riserva 2009 dell’omonima Azienda
San Casciano Val di Pesa e Le Fonti
riserva 2008 della fattoria omonima di
Panzano in Chianti.
I convenuti hanno vivacemente com-
mentato le proprie sensazioni con-
frontandosi e relazionandosi con i
conduttori della degustazione, disqui-
sendo pure sulle emozioni che questi
vini inevitabilmente provocavano loro.
Come ben ha detto Davide Mustaro
una rivisitazione approfondita sul vino
Chianti che tutti crediamo di conosce-
re bene, ma che ogni volta che viene
messo sotto la lente di ingrandimento,
ci accorgiamo quanto ancora c’è da
scoprire su questo vino.
Infine un grazie al Consorzio del Chianti
Classico “Gallo Nero”, che oltre a svol-
gere in maniera pregevole il proprio
ruolo istituzionale di propaganda e di-
fesa delle zone di appartenenza, espli-
cita una vera cultura, non solo enoica,
ma di vita e tradizione, raccontando i
terroir con la loro storia , usi e costumi,
scolpendo nella pietra del tempo i re-
lativi ed imprescindibili valori universali.
Notizia inviata da Tiziano Taccola
della Delegazione Fisar
di Pisa e Litorale
Presso l’hotel ristorante “Alli
due Buoi Rossi” di Gavi se-
rata di degustazione dal tema
“Il Sangiovese e le sue espressioni”.
L’evento, che ha visto protagonisti i
prestigiosi vini dell’azienda Tenimenti
Angelini, è stato organizzato dalla
Delegazione di Alessandria.
Berardino Torrone, area manager
dell’azienda, ha illustrato, tra storia e
procedure di vinificazione, una grande
realtà produttiva guidando la degusta-
zione dei vini assaggio. guidato nella
degustazione dei vini in assaggio.
In questo cammino sensoriale in
ascesa, i partecipanti hanno potuto
apprezzare come questo vitigno, in
purezza o unito in percentuale ad altri
uvaggi, possa dar vita a vini profonda-
mente diversi tra loro, tutti espressio-
ne dei colori, dei profumi e dei gusti
del territorio di provenienza.
Sono stati degustati: Rosso
di Montalcino, Vino Nobile di
Montepulciano, Chianti Classico,
Chianti Classico Riserva e Brunello di
Montalcino.
Notizia inviata da Giulia Ferrari
della Delegazione di Alessandria
Alla Delegazione di Alessandria si parla di Sangiovese
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 15656
fin amiglia
Degustazione aperta a tut-
ti soci di federazione Fisar
e non solo, offerta a tutte le
persone che desiderano avvicinarsi a
questo mondo e provare un esperien-
za diretta presso un’azienda vitivinico-
la molto conosciuta nel mondo eno-
logico. L’iniziativa ha avuto enorme
successo grazie alla presenza di molti
soci non solo della nostra delegazione
ma anche di persone esterne rimaste
piacevolmente colpite dal mondo viti-
vinicolo.
La visita è iniziata sulla terrazza della
cantina con la spiegazione della col-
tivazione della vite fino alle tecniche
di lavorazione sul terreno prosegui-
ta nella cantina con i processi legati
alla produzione del vino (vinificazio-
ne, conservazione )spiegati in modo
chiaro e semplice dall’enologo Mirko
Bessi.
Ci siamo spostati poi nella parte di sala
adibita alla degustazione. È da nota-
re un’organizzazione e un’attenzione
strutturale nel valorizzare il territorio in
cui è situata la cantina. L’azienda “La
Spinetta” adotta la tecnologia moder-
na e la integra per quanto possibile,
cercando di avere come obbiettivo la
personalizzazione dei propri vini, evi-
tando di seguire le mode enologiche
del momento, ma dando un’impronta
al prodotto finito e avere come risul-
tato finale degli ottimi vini.
I vini in degustazione sono stati ben
10: Contratto “Spinetta” Brut 2007
Metodo Classico, Vermentino Toscana
2011, Nero di Casanova 2008-2009,
Gentile di Casanova 2007-2008,
Colorino di Casanova 2008, Chianti
Riserva 2007, Anteprima Sezzana
2004 e Moscato d’Asti Biancospino
2012.
Per gli intervenuti, oltre ad essere una
semplice degustazione è stato un
momento di didattica sia per i corsisti
aspiranti sommelier che per le per-
sone al di fuori della Fisar, che con
grande stupore hanno capito il lavoro
e la dedizione che si nasconde dietro
il vino.
La Delegazione ringrazia la Cantina
“Casanova della Spinetta” la famiglia
Rivetti per l’accoglienza e per averci
offerto in degustazione una grande
varietà dei loro prodotti.
Notizia inviata da Francesca Gallerini
della delegazione Pontedera-Valdera
Giornata di degustazione per la Delegazione Pontedera-Valdera
57Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 57
fin amigliaLa delegazione di Milano-Duomoal Gala di Natale “Callas&Friends”
I sommelier della delegazione di Milano-Duomo, Giovedì
20 dicembre 2012, hanno partecipato con la loro con-
sueta professionalità all’evento di beneficenza orga-
nizzato dall’associazione CALLAS&FRIeNDS che celebra
l’incontro tra Maria Callas e la città di Milano (iniziativa di
elisabetta Invernici, autrice e curatrice del progetto).
Durante la serata infatti, nella splendida cornice di Palazzo
Isimbardi, sede della Provincia di Milano, con la presenza
dell’assessore Moda eventi ed expo Silvia Garnero, i nostri
sommelier hanno messo a disposizione la loro competen-
za per la perfetta riuscita della serata, infatti tutti i parteci-
panti hanno potuto degustare il binomio (tanto amato dalla
Callas) Bollicine&Panettone.
Il tutto ha fatto da contorno alla lotteria di solidarietà (in
palio un weekend benessere, una giornata di carnevale a
Venezia, bottiglie di vino “Loglio di Sopra – Golf and Wine” e
tanto altro), i cui proventi sono stati devoluti all’Associazione
Italiana Glicogenosi e la nostra delegazione è stata felice di
poter contribuire mettendo a disposizione tre competenti
sommelier come Matteo Scianni, Claudio Rossi e Carlo de
Giorgis.
Durante la serata, per celebrare la cantate lirica (Anna
Maria Cecilia Sophia Kalogheròpoulos, nata a New York il
2/12/1923 e scomparsa a Parigi il 16/9/1977), è stato proi-
ettato un filmato inedito sulla sua vita, con immagini che rac-
contano i grandi trionfi, amori e personaggi che hanno fat-
to parte della sua intera carriera, con l’accompagnamento
dall’esposizione di abiti di alta moda ispirati ai personaggi
Wagneriani e Verdiani da lei interpretati (creazioni della gio-
vane stilista Katia Gagliardini) e dall’esibizione canora di
Daniela Ferrari (Milano Swing Italiano).
Notizia inviata dalla Delegazione FISAR di Milano-Duomo
5858
fin amiglia
La Delegazione Valdichiana consegna gli attestati
In occasione della Cena degli
Auguri per le feste natalizie
presso il ristorante I GIRASoLI
dell’Hotel RoTeLLe di Torrita di
Siena, la Delegazione Valdichiana
ha consegnato il 15 Dicembre 2012
gli attestati di 2° livello svoltosi dal 14
ottobre al 4 Dicembre a Bettolle.
La serata si è svolta all’insegna della
particolare atmosfera natalizia con
addobbi, presepe e albero di Natale
che facevano da cornice ad un
ambiente caldo ed accogliente.
La cena presentava un menù
tipicamente territoriale con piatti della
tradizione: Buffet di salumi e crostoni
con verdure in pastella e formaggi
accompagnati da un Prosecco
“Cuvee lounge” Astoria, risotto ai
porcini e pici al ragù di chianina con
un Toscana Rosso Igt Santa Maria dei
Servi Gattavecchi, Brasato di chianina
al vino rosso, un Montepulciano
d’Abruzzo Colline Teramane Barocco
Riserva 2006 Colonnella, chiudeva la
serata un Vinsanto DoC Valdichiana
2008 della fattoria Santa Vittoria in
abbinamento ai dolci della tradizione
natalizia senese.
L’occasione ha dato modo alla
Delegazione di ringraziare il Presidente
Nazionale uscente ed attuale
Consigliere di Giunta Nicola Masiello
per l’operato svolto nel suo breve
periodo di reggenza, sicuramente
intenso e produttivo per la FISAR
Nazionale, ed il Consigliere Nazionale
uscente Franco Rossi per l’impegno
sempre attivo durante i suoi mandati.
un ringraziamento particolare al
Delegato dell’Antica terra di Siena
e Valdelsa, Giuseppe Troilo ed al
segretario Filippo Franchi che hanno
partecipato alla serata nello spirito di
fattiva collaborazione ed amicizia che
unisce le due Delegazioni.
Infine I corsisti: Agnelli Monica, Di
Ciocco Giuliano, Massini Mattia,
Mimitella Nikhil, Morbidelli Antonella,
Leyla Nappini, Luca Noferi, Padrini
Nadia, Perinti Stefano, Andrea
Ravagni, Torsoni Sara, Tiberi
Mayla, Turrini Luca che guidati dal
Direttore di Corso, Senserini Roberto
si sono avvicendati a ricevere gli
attestati conseguiti e consegnati
dai rappresentanti del Consiglio di
Delegazion, da Masiello Nicola, da
Franco Rossi e dal dott. esposito
Amedeo che ha ricoperto nella vita di
Delegazione il ruolo di Delegato per
molti mandati.
Il saluto finale è del Delegato Dott.sa
emma Lami che auspica per la FISAR
e per la Delegazione un 2013 ricco di
iniziative e attività miranti allo sviluppo
della cultura enogastronomica che
ci porta ad educarci ed educare al
connubio del buon mangiare con il
buon bere.
Notizia inviata dalla
Delegazione FISAR Valdichiana
Il Delegato FISAR dell’Antica terra di Siena e Valdelsa Giuseppe Troilo con la Delegata FISAR Valdichiana Emma Lami in un momento della "Cena degli Auguri"
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1
59Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 59
fin amiglia
Un anno intenso: dai festeggiamenti dei 40 anni a “Degustando il Teatro”
Questo per la nostra delega-zione è stato un anno impor-tante. Ricordiamo i festeggia-
menti dei 40 anni dalla sua nascita (1972), che hanno visto la gran parte delle delegazioni nazionali partecipare all’evento che ha dato una grande vi-sibilità a Volterra ed al suo patrimonio enogastronomico (si veda il nostro sito www.fisarvolterra.it). Numerose sono state le manifestazioni in cui i nostri sommelier hanno partecipato: la festa dei sapori a Montecatini V.C., La Festa Dell’uva a Montecastelli, gli eventi svoltisi durante la manifesta-zione di VoLTeRRAGuSTo: dalla degustazione dei sigari e distillati nel-la fortezza medicea del carcere, alla degustazione banco di assaggio dei vini di Volterra e della Val di Cecina, al giuoco Indovina L’intruso. Di partico-lare interesse è stata l’asta dei vini per la raccolta fondi in collaborazione con il Lions Club a favore della Caritas. un ringraziamento per questo service di beneficienza va alle aziende vitivinico-le dell’associazione Grandi Cru della Costa Toscana (ww.grandicru.it) che hanno gratuitamente offerto i loro vini. Da ricordare che dal 16 novem-bre sono iniziate le “cene galeotte” (www.cenegaleotte.it), che vedono impegnati a turno i nostri sommelier coadiuvati da alcuni detenuti aspiran-ti “sommelier”, e che termineranno in giugno. Significativa anche con la par-tecipazione del Vescovo e del sindaco di Volterra è stata la cena di venerdì 14 dicembre che ha visto lo chef, di madre volterrana, emanuele Vallini del
ristorante “la Carabaccia” di Bibbona preparare ottimi piatti con abbina-ti i vini dell’Az. Vinicola Chiappini di Bolgheri. Nel mese di dicembre nei giorni 7-8-9 e 10 grande successo ha avuto con il nostro contributo, la prima edizione di “divino etrusco”, che nono-stante il brutto tempo, si è rivelata una occasione unica per la presentazione e degustazione dei vini di Volterra e della Val di Cecina, insieme ai vini di altrettante zone vitivinicole dell’Anti-ca etruria, ovvero delle 12 città etru-sche della Toscana, umbria e dell’alto Lazio sapientemente coinvolte in de-gustazioni e assaggi con giornalisti e operatori del settore, sotto la regia di Carlo Zucchetti, e fortemente voluto dall’amministrazione comunale, ed in particolare del nostro socio ed asses-sore alle attività produttive, Graziano Gazzarri, e dei produttori della filiera corta di Volterra. Come per Volterra gusto anche in questa occasione vi è stato l’impegno dei nostri sommelier, ben 16 in 4 turni nei due giorni, che hanno dimostrato una vera professio-nalità e che si ringraziano per la dispo-nibilità ed il servizio reso.Infine non ultima per importanza è stata l’iniziativa ideata dal consiglio dell’accademia dei riuniti e dal suo presidente prof. Luciano Nesi, cui la nostra delegazione ha ben volentieri aderito con un fattivo contributo per la stagione teatrale al Persio Flacco cui è stato dato il giusto nome di “degu-stando il teatro”. Infatti questa iniziativa, assolutamente nuova, vede coinvolti anche i produt-
tori della filiera corta del volterrano. un successo sono state le due serate del 30 novembre e del 14 dicembre (vedi foto: il nostro delegato Fisar Avv. Flavio Nuti; il sommelier Del Testa enrico; il prof. Nesi e Anna Maria Barberini della Filiera Corta).In ultimo a conclusione di questa im-pegnativa annata venerdì 21 dicembre si è tenuta, presso il ristorante “etruria” (dove la Fisar ebbe i natali 40 anni fa su
iniziativa del ristoratore Beppino Raspi del prof. Sestini, di Aulo Gasperini e Franco Porretti) la festa degli augu-ri della delegazione con un menù a base di prodotti tipici, ben curato dalla nuova cuoca Patrizia, a cui erano ab-binati pregiati vini dal Montecucco ri-serva 2007 dell’Az. Agr. Collemassari al Poggio al Lupo 2005 IGT Maremma della Tenuta Sette Ponti. La nostra delegazione inizierà,forse per la prima volta nel suo genere,con modalità da concordare con il consi-glio nazionale, un corso per somme-lier “speciale” per i diversamente abili dell’associazione volterrana Mondo Nuovo con il contributo e patrocino della provincia di Pisa.
Delegazione storica di Volterra
Un vitale fermentola segreteria Comunica - di Claudia marinelli
per scrivere al Segretario Nazionale:[email protected]
Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 160
Le cose iniziate negli anni passati sono tante
e tutte meritevoli di essere terminate. una su
tutte è quella di concretizzare le idee per far
partire definitivamente i programmi molto professio-
nalizzanti del nostro CTN. Sono progetti nuovi che
la Fisar non aveva mai affrontato precedentemente
perciò è fondamentale che al momento della parten-
za, della messa in atto di tutto, ci sia la consapevo-
lezza di avere davanti format ponderati che hanno
l’ambizione di raggiungere livelli di qualità eccezio-
nali.
Abbiamo focalizzato le priorità, una su tutte è quella
di avere un CTN che possa lavorare in modo autono-
mo, diviso per settori e progetti. Questo è un grande
cambiamento rispetto al passato poiché prima veni-
va centralizzato tutto, con un solo responsabile.
La revisione e attuazione dell’Albo Relatori e quello
dei Sommelier, strumenti indispensabili per valoriz-
zare ancora di più, i professionisti nel nostro interno,
saranno fra le priorità immediate.
Sarà aggiornato e integrato il Database della Fisar,
che dovrà diventare un mezzo unico per promuove-
re la nostra Associazione.
Il momento generale che vive il Paese, lo sappiamo,
non è dei più facili e in tutti i settori c’è molta crisi
e incertezza. La convinzione mia e di tutto il corpo
dirigente della FISAR è che là dove si riuscisse dare
una professionalità più specifica e settoriale, lì si po-
tranno trovare momenti di sbocchi di crescita anche
in termini lavorativi. Noi dobbiamo percorrere questa
strada e concretizzare le nostre alte competenze.
Concludo con la consapevolezza che oggi la nostra
Associazione, gode di un’importante visibilità media-
tica e di un forte riconoscimento istituzionale.
Questa riconosciuta visibilità unita alla voglia di
crescita sarà la nostra arma vincente. Ci basterà
mantenere intatti i nostri valori e i nostri principi, che
sempre ci hanno contraddistinto, uniti alla consape-
volezza che con l’unione di tutti sarà possibile con-
solidare ed aumentare la nostra presenza al fianco
di tutti gli operatori del settore, consapevoli di esse-
re indispensabili alla crescita qualitativa del nostro
comparto.
Al nostro interno già esistono le idee, gli uomini e le
donne, di assoluta qualità e intelligenza, che credo-
no fermamente in questo progetto.
La nostra storia unita alle nostre eccellenze saranno
il nostro miglior biglietto da visita.
Puntare in alto utilizzando tutte le forze e la comunio-
ne di tutti sarà la sola strada che ci potrà consentire
di finalizzare la sicura crescita, numerica e qualitati-
va, della nostra Associazione.
Buon 2013 a tutti.
Dopo due mesi dal rinnovo del Consiglio Nazionale, mai era accaduto prima, il fermento è veramente tanto. È stata fatta una pianificazione
per la suddivisione degli incarichi, che servirà a portare a termine, nei prossimi mesi, tutti quei progetti di cui tanto abbiamo parlato.
“”
Associarsi vuol dire:USUFRUIRE DI TUTTI I VANTAGGI RISERVATI AI SOCI
Ricevere la rivista bimestrale di enogastronomia e turismo “Il Sommelier” Partecipare a condizioni vantaggiose alle cene, alle degustazioni, agli eventi organizzati dalla vostra delegazione di zona Usufruire di sconti e omaggi nelle maggiori manifestazioni enogastronomiche nazionali (Vinitaly, Salone del Gusto, Sensofwine ecc.) Usufruire di sconti in locali convenzionati in tutta Italia (Ristoranti, Enoteche, Cantine, Agriturismo ecc.) LE MODALITà PER ADERIRE AL TESSERAMENTO 2013 SONO:CONTATTARE LA DELEGAZIONE DI APPARTENENZA CHE SAPRà DARVI TUTTE LE INFORMAZIONI NECESSARIE PER L'ISCRIZIONE ALL'ANNO 2013. COMPILARE IL BOLLETTINO POSTALE INTESTATO A F.I.S.A.R. – C/C N. 10677565 – IMPORTO € 60,00 – CAUSA-LE. RINNOVO QUOTA SOCIALE ANNO 2013 – DELEGAZIONE DI (indicare il nome). Non indicando nessuna delegazione, la Segreteria Nazionale Vi attribuirà la delegazione competente per territorialità. Per i soci fino al compimento del 25° anno di età, l'mporto della tessera è di € 40,00 (comunicare il codice fiscale).
EFFETTUARE IL BONIFICO BANCARIO INTESTATO A F.I.S.A.R. – IBAN: IT82 I069 1514 0000 0000 0012 480 – BIC: BMLUIT3L118- IMPORTO € 60,00 – CAUSALE. RINNOVO QUOTA SOCIALE ANNO 2013 – DELEGAZIONE DI (indicare il nome). Non indicando nessuna delegazione, la Segreteria Nazionale Vi attribuirà la delegazione competente per territoria-lità. Per i soci fino al compimento del 25° anno di età, l'mporto della tessera è di € 40,00 (comunicare il codice fiscale).
ANDARE SUL SITO DI PAYPAL (https://www.paypal.com/it) REGISTRARSI E INVIARE UN PAGAMENTO DI € 60,00 O DI € 40,00 per i giovani fino al compimento del 25° anno (comunicare codice fiscale) ALLA SEGUENTE E-MAIL: [email protected] SPECIFICANDO NELLA DESCRIZIONE: NOME, COGNOME, INDIRIZZO COMPLETO E LA CAUSALE: QUOTA ASSOCIATIVA 2013.
Associarsi alla nostra Federazione
NON È MAI STATO COSÌ FACILE!
INFO: Sede Nazionale F.I.S.A.R. - Tel. +39 050 857105 - [email protected] - www.fisar.com@Registrati nell'area riservata ai Soci
per ricevere tutte le news FISARla chiocciolina ti tiene informato
Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori
Concessionaria esclusiva�di pubblicità per l'Italia10137 Torino • Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 • fax 011.3119548�[email protected]
Nell'ambito del potenziamento della nostra divisione advertising selezioniamo agenti o procacciatori per lavendita di spazi pubblicitari. Il candidato ideale è una persona determinata, dinamica, abile nello stabilire egestire i contatti interpersonali. Costituisce il titolo preferenziale l'esperienza lavorativa maturata presso Agenziadi Comunicazione o Marketing e conoscenza di enologia.Ai sensi della normativa vigente l'offerta si intende estesa ad entrambi i sessi. (L.903/77)
CERCHIAMO PERSONE CHE ABBIANO TALENTO... DA VENDERE!
CONTATTACI PER UN COLLOQUIO!
FEDERAZIONE I T A L I A N A S O M M E L I E RA L B E R G A T O R I
R I S T O R A T O R I
®
PARTNERUFFICIALE
Il So
mm
elie
r - A
nno
XX
XI n
. 1 -
Gen
naio
-Feb
brai
o 20
13
1