il sommelier n.1/2013 (gennaio/febbraio)

65
Organo ufficiale della FISAR - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB Perugia 5, 30 www.ilsommelier.com Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXXI - Numero 1 - Gennaio-Febbraio 2013 Filippo Franchini è il miglior Sommelier FISAR 2012 speciale Salone del Gusto speciale Albania

Upload: fisar

Post on 06-Mar-2016

265 views

Category:

Documents


10 download

DESCRIPTION

La rivista bimestrale della F.I.S.A.R. Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori

TRANSCRIPT

Page 1: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Org

ano

uffic

iale

del

la F

ISA

R -

Post

e Ita

liane

S.p

.A. -

Spe

dizi

one

in a

bbon

amen

to p

osta

le -

D.L

. 353

/200

3 (c

onv.

in L

. 27/

02/2

004

n.46

) art

. 1, c

omm

a 1,

DC

B Pe

rugi

a

5,30

ww

w.il

so

mm

elie

r.c

om

Rivista di enologia, gastronomia e turismo Anno XXXI - Numero 1 - Gennaio-Febbraio 2013

FEDERAZIONEI T A L I A N AS O M M E L I E R

Filippo Franchiniè il miglior Sommelier

FISAR 2012

speciale Salone del Gusto

speciale Albania

Page 2: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

CerChiamo persone Che abbiano talento... da vendere!

Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori

Concessionaria esclusiva�di pubblicità per l'Italia10137 Torino • Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 • fax 011.3119548�[email protected]

Nell'ambito del potenziamento della nostra divisione advertising selezioniamo agenti o procacciatori per lavendita di spazi pubblicitari. Il candidato ideale è una persona determinata, dinamica, abile nello stabilire egestire i contatti interpersonali. Costituisce il titolo preferenziale l'esperienza lavorativa maturata presso Agenziadi Comunicazione o Marketing e conoscenza di enologia.Ai sensi della normativa vigente l'offerta si intende estesa ad entrambi i sessi. (L.903/77)

CERCHIAMO PERSONE CHE ABBIANO TALENTO... DA VENDERE!

CONTATTACI PER UN COLLOQUIO!

Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori

di pubblicità per l'Italia10137 Torino Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 [email protected]

Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori

di pubblicità per l'Italia10137 Torino Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 [email protected]

contattaciper un colloquio!

FEDERAZIONE I T A L I A N A S O M M E L I E RA L B E R G A T O R I

R I S T O R A T O R I

®

Page 3: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Lettera del Presidente: Mario Del Debbio Pag. 2

Lotta aperta e attenta agli pseudo vini o ai vini falsificati - Roberto Rabachino 4

News dall'Italia 49

In Famiglia 50

La Segreteria comunica - Claudia Marinelli 60

ComuniCazione istituzionale

enoGastRonomia • tuRismo • CuRiosità

Il Vino Santo Trentino: la riscoperta di una perla enlogica Luca Iacopini e Massimo Bracci 46

sCienza • teCniCa • aPPRoFonDimenti

so

mm

ario

Il Pigato: patrimonio della Riviera ligure di ponente Franco Demoro 5

Tendenze “coniugali” - Meritxell Falgueras 9

Turismo legato al vino: la Valpolicella - Elisa Costanzo 11

Dalla frutta fresca alla birra. Cosa si beve in Panamà. - Enza Bettelli 13

Interpretazioni d’Alsazia - Davide Amadei 16

Il Merano Winefestival si beve la crisi a cura della redazione di Quality ADV 21

www.mondocana.com a cura di Luca Canapicchi 22

Speciale SALoNe DeL GuSTo DI ToRINo 24

Speciale ALBANIA 32

Le notizie di enogastronomia e turismo a cura della redazione di Quality ADV 42

Page 4: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Mai come in questo anno gli italiani hanno dovuto

tirare la cinghia e tutti i settori hanno dovuto fare i

conti con la famigerata spending review.

I primi dati, anche se ancora da verificare, parlano di una

riduzione dei consumi nel periodo natalizio del 20%, e ci di-

cono che la ristorazione, il settore che ci tocca più da vicino

segna un -15.

A soffrire di meno sembra sia il comparto della spesa ali-

mentare, dove su alcuni prodotti specifici qualcuno si azzar-

da anche a mettere un tiepido segno positivo. un dato que-

sto che merita di essere letto con attenzione. Ricordiamo

prima di tutto che questi primi dati arrivano dalla grande

distribuzione e quindi non sono completi, possiamo però

fare alcune considerazioni. La prima è che quando un pae-

se si concentra sulle spese alimentari evidentemente pensa

prima di tutto alle cose effettivamente utili e necessarie ri-

mandando gli altri tipi di acquisti. La seconda considerazio-

ne che va sicuramente fatta è sulla qualità e sulla tipologia

di ciò viene venduto.

Ad ottobre la Coldiretti aveva presentato uno studio sull’an-

damento dei consumi alimentari nei primi 9 mesi del 2012

evidenziando un calo dei consumi pressoché generale. A

cominciare addirittura dalle famiglie benestanti come di-

mostra il crollo delle vendite di caviale e champagne. Ma

anche la famiglia media evidenzia le proprie difficoltà. Cala

del 5% la carne, scende dell’ 1% il pesce e diminuiscono

dal 5 al 10% caramelle, pasticceria e prodotti da dessert

vari. Aumentano in compenso: farina, latte, uova, pasta. un

aumento questo che, assieme al calo del settore dolciario,

è una conferma, secondo Coldiretti, di una tendenza al ri-

sparmio delle famiglie italiane. Dati contrastanti a mio avviso

arrivano sul comparto vino. Sempre secondo Coldiretti, in

grande distribuzione il vino segna un leggero dato positivo

in considerazione però di un fatto per nulla secondario. Il

vino, subito dopo l’olio di oliva, è stato il prodotto più pro-

mozionato. Ben il 40% delle vendite dei vini tipici è avvenuto

in promozione a scaffale.

La verità è che molte aziende vitivinicole potranno salvarsi

da questo anno solo grazie al mercato estero che riesce al

momento a sopperire alle mancate vendite interne.

Insomma, in questa miriade di numeri non ci sembra di ve-

dere per il momento grossi spiragli di luce. Abbiamo però

una speranza e una certezza. La speranza è che i piccoli

imprenditori ritrovino voglia e stimoli per investire nel nostro

paese. Dico piccoli imprenditori perché nel nostro settore,

enoteche, bar, ristoranti, i luoghi insomma dove si consuma

e si apprezza il vino di qualità, la gestione è solitamente di

tipo familiare. a queste piccole imprese bisogna dare sicu-

ramente delle regole ma che siano congrue e semplici da

seguire, che invoglino e non invece allontanino o peggio an-

cora finiscano con lo stancare gli imprenditori come dimo-

strano purtroppo i numeri di partita IVA chiusi ogni anno. La

certezza è invece, che la crisi si combatte a colpi di qualità.

Iniziare una guerra sul prezzo più conveniente porterebbe

ad uno scenario dominato dalla sofistificazione dei prodotti

con tutti i danni per la nostra salute che si possono immagi-

nare. Qualità nei prodotti, quindi, e qualità nei servizi. Anche

noi come FISAR dobbiamo fare la nostra parte. La qualità

dei nostri corsi deve certificare la qualità dei nostri somme-

lier, una figura che non è solo coreografica, come qualcuno

ancora pensa, ma un vero punto di collegamento e un va-

lido strumento di comunicazione per tutte le aziende. Solo

dando la possibilità alle imprese di lavorare con serenità

consolidando nel contempo la ricerca di una qualità sempre

più alta potremo guardare con fiducia a questo 2013.

Questo è il mio augurio per il nuovo anno e Buon Vino a tutti!

Qualità per combattere

la crisila lettera del Presidente - mario Del Debbioper comunicare con il Presidente Nazionale:

[email protected]

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 12

Anno bisesto anno funesto recita il proverbio popolare, e per certi versi, almeno quelli economici, questo 2012

che ci siamo appena lasciati alle spalle, funesto lo è stato davvero.“”

Page 5: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Rivista di Enologia, Gastronomia e Turismo

Organo Ufficiale della F.I.S.A.R.Federazione Italiana Sommelier

Albergatori RistoratoriRic. di Pers. Giuridica PI. n° 1070/01 Sett. I del 9.5.01

Editore: FISARe-mail: [email protected]

Direttore Responsabile: Roberto RabachinoC.so Galileo Ferraris, 138 - 10129 Torino

Tel. +39 011 5096123 Fax +39 011 5087004e-mail: [email protected]

Redazione Centrale: Gladys Torres Urdaye-mail: [email protected]

Ufficio Stampa: Ufficio Stampa FISARe-mail: [email protected]

Amministrazione: Sede Nazionale F.I.S.A.R.Via dei Condotti, 16 - 56017 Asciano (PI)

Tel. +39 050 857105 - Fax +39 050 856700e-mail: [email protected]

Grafica e Stampa: Tipografia RossiVia Casalpiano, 28 - 53048 Sinalunga (SI)

Tel. 0577 679158 - Fax 0577 [email protected] - www.tipografiarossi.com

Responsabile Comitato Scientifico:Il Comitato Tecnico Nazionale FISAR

Comitato di Redazione e Controllo:Nicola Masiello, Mario Del Debbio, Graziella Cescon,

Luigi Terzago, Claudia Marinelli

e-mail: [email protected]

Distribuzione della rivistaLa rivista viene inviata a tutti i soci Fisar, a tutti gli organi di informazione, atutti i giornalisti dei gruppi di specializzazione di settore, a tutte le Istituzioni,a tutte le Associazioni di settore e a tutti gli IPSSAR che ne facciano richiesta

tramite spedizione gratuita in abbonamento postale.

La rivista è associata al USPIUnione Stampa Periodica Italiana

Hanno collaborato a questo numero

Per la fotografia

PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ

Oliviero Toscani, Saverio Scarpino, Roberto RabachinoEnza Bettelli, Alberto Doria, Jimmy Pessina

e immagini di Redazione

Responsabile Piemonte e Valle d'AostaSavino LOBERTO

Cell. +39 334 [email protected]

Responsabile TrivenetoMarilena ANDREATTA

Cell. +39 348 9491911 - Tel. +39 049 [email protected]

Responsabile Lombardia e LiguriaPietro MILO

Cell. +39 335 [email protected]

Responsabile ToscanaRocky Pischler

Cell. +39 331 [email protected]

Responsabile SardegnaGiovanni CHERCHI

Cell. +39 348 [email protected]

Responsabile SiciliaVincenzo CUCURULLOCell. +39 340 7279242

[email protected]

Concessionario di Pubblicità per l’Italia

10137 Torino - Corso Siracusa, 152

Paolo ALCIATI Cell. +39 335 6063373

tel. 011 3119090 r.a. (8 linee) - fax 011 [email protected]

Abbonamento alla RivistaSegreteria di Redazione Il Sommelier

Via dei Condotti, 16 - 56010 ASCIANO (PI)Tel. +39 050 857105 Fax +39 050 856700

[email protected] alla rivista: 25,00 per 6 numeri

www.ilsommelier.com

Responsabile Puglia - Abruzzo - Molise - Basilicata - CalabriaValeria GRIMALDICell. 320 4127588

[email protected]

Responsabile LazioQUALITY LAZIO

[email protected]

Responsabile CampaniaAngelo CERINO

Cell. +39 347 0049460

Responsabile Emilia RomagnaQUALITY EMILIA ROMAGNA

[email protected]

Responsabile Trentino e Alto AdigeMarkus PROMBERGER

Cell. 347 1122373 - Tel. 0472 831340

[email protected]

[email protected]

Gladys Torres Urday, Enza Bettelli, Franco Demoro, Elisa Costanzo, Meritxell Falgueras Febrer,

Davide Amadei, Andrea Loiacono, Luca Iacopini e Massimo Bracci, Luca Canapicchi (MondoCana)

Page 6: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1

Lotta aperta e attenta agli pseudo vini

o ai vini falsificati Salvaguardare il prodotto enoico nazionale è dovere di tutti. Dovere di ogni sommelier è di segnalare immediatamente

all’Autorità Giudiziaria i possibili casi di frode o falsificazione. “editoriale del Direttore - Roberto Rabachino

(dati Coldiretti)

4

”In europa almeno venti milioni di bottiglie di pseu-

do vino sono ottenuti da polveri miracolose con-

tenute in wine-kit che promettono in pochi giorni

di ottenere le etichette più prestigiose come Chianti,

Valpolicella, Frascati, Primitivo, Gewurztraminer,

Barolo, Lambrusco o Montepulciano. È il Presidente

della Coldiretti Sergio Marini a denunciare quello che

è un vero scandalo nel corso del Forum Internazionale

dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato a

Cernobbio, dove è stata inaugurata la più ampia espo-

sizione di falsi prodotti alimentari made in Italy con gli

ultimi, nuovi e pericolosi esempi di inganno a danno

dei più prestigiosi vini delle diverse regioni italiane.

Dopo la diffusione in Nordamerica, dove si sta regi-

strando un vero boom con la moltiplicazione delle

ditte produttrici e delle etichette ‘falsificate’ (tra esse

California Connoisseur e Beaverdale), i wine kit sono

arrivati anche in europa dove, non solo si possono

acquistare via internet o in molti negozi, ma è sta-

to addirittura aperto uno stabilimento di lavorazione.

In un Paese che fa parte dell’unione europea come

la Svezia si è scoperta una fabbrica che a Lindome,

vicino a Goteborg, produce e distribuisce in tutto il

continente e del tutto indisturbata oltre 140mila wine

kit all’anno dai quali si ottengono circa 4,2 milioni di

bottiglie. I wine kit della società Vinland vengono ven-

duti con i marchi Cantina e Doc’s che fanno esplici-

to riferimento alla produzione italiana, ma anche ad

un marchio di qualità tutelato dall’unione europea,

e promettono in soli 5 giorni di ottenere in casa

vini come Valpolicella, Lambrusco, Sangiovese o

Primitivo, per i quali vengono addirittura fornite le eti-

chette da apporre sulle bottiglie. I prodotti in questio-

ne non possono essere commercializzati utilizzando

una Denominazione d’origine o una Indicazione ge-

ografica protette, nemmeno attraverso una semplice

evocazione del nome e per questo motivo tali prati-

che violano le norme in materia di etichettatura nel

settore vitivinicolo stabilite dalla legislazione europea.

Il vino, come ben sappiamo, si fa con l’uva prodotta

in vigna e trasformata nella cantina e va eventual-

mente invecchiato secondo precise regole e non si

ottiene certo con le bustine in polvere dalle quali si

realizzano miscugli che non hanno neanche il diritto

di chiamarsi con il nome del nettare di bacco.

Salvaguardare il prodotto enoico nazionale è dovere

di tutti. Dovere di ogni sommelier è di segnalare im-

mediatamente all’Autorità Giudiziaria i possibili casi

di frode o falsificazione.

Page 7: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 5

Il Pigato è un vino bianco derivato dall’omo-

nimo vitigno autoctono principe della riviera

ligure di ponente, di cui, insieme al vermenti-

no, costituisce la DoC più estesa della regione. Il

Pigato è parente stretto del Vermentino, si tratta

di un clone particolarmente fortunato. Per carat-

teristiche ampelografiche deriva da un clone di

Malvasia.

Mentre il Vermentino da il meglio di sé nei ter-

razzamenti che si affacciano sul mare, l’altitudi-

ne adatta per il Pigato è circa 300 metri, soglia

che gli garantisce il calore ma anche una buona

escursione termica notturna e una relativa vici-

nanza al mare, tutti fattori indispensabili per il

corretto sviluppo dell’ampia gamma di profumi e

della sua naturale acidità.

Dietro le vigne si ergono le Alpi Marittime che

fanno da barriera alle correnti fredde e limitano

le perturbazioni, davanti il mare: lo si annusa nel

vento che ogni giorno soffia dal mare ai monti.

La sua presenza caratterizza il clima, la terra e i

suoi frutti.

Il suo nome deriva dal termine dialettale ”pigau”,

parola dialettale che significa “macchia”, riferita

alla macchiolina color ruggine presente sugli acini

maturi.

È uno dei vitigni più affascinanti e misteriosi della

Liguria, dalle origini incerte: sembra che sia origi-

nario della Tessaglia importato dai greci durante

la colonizzazione della penisola. La sua introdu-

zione in Liguria risale presumibilmente alla fine

del 1600. Nel 1830 l’arciprete Francesco Gaglio-

lo impiantò ad ortovero, nell’entroterra di Alben-

ga, il primo vitigno, che poi fu citato per la prima

volta, nel Bollettino ampelografico del 1883. Il

primo vino Pigato fu messo in vendita dal vigna-

iolo Rodolfo Gaggino intorno al 1950, al prezzo

di 300 lire.

Le sue zone di maggiore coltivazione sono quelle

dell’Albenganese, dell’Imperiese, della Valle Arro-

scia. Viene coltivato sulle classiche terrazze liguri

Il Pigato: patrimonio della Riviera ligure di ponente

Dietro le vigne si ergono le Alpi Marittime che fanno da barriera alle correnti fredde e limitano

le perturbazioni, davanti il mare: lo si annusa nel vento che ogni giorno soffia dal mare ai monti. La sua presenza

caratterizza il clima, la terra e i suoi frutti.

“di Franco Demoro

Grappolo di Pigato

Page 8: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1

in versanti ben esposti al sole dove il terreno è

ricco di argilla, la quale funge da spugna assor-

bendo l’acqua, per poi rilasciarne una parte nei

caldi e siccitosi mesi estivi.

Lasciando il mare di Albenga, verso l’entroterra,

quando la strada inizia a salire incontriamo la fra-

zione Salea, appena sessanta metri sul livello del

mare addossata sulla collina. Qui la circolazione

d’aria che dal mare risale le pendici è generosa,

il terreno ha una mineralità accentuata che dona

ai vini una sapidità, un’ acidità e una balsamicità

che li rende longevi nel tempo. Qui si svolge ogni

anno la rassegna del vino pigato.

Proseguendo in direzione Pieve di Teco si incon-

tra ortovero, il comune che vanta la maggiore

quantità di vino prodotta e dove sono presen-

ti numerose aziende agricole e cooperative: è

considerata la culla del pigato: la sua vicinanza

al mare dona ancora al vino una sapidità molto

pronunciata; tradizionale dolce della città sono

le pesche al pigato, ancora oggi celebrate in una

sagra nel mese di agosto. Poco oltre, si entra in

provincia di Imperia, la valle si restringe sul tor-

rente Arroscia, le montagne fanno da catino e i

campi diventano fazzoletti di terra ricchi di alberi

di cachi, pesche e rosmarino. Siamo a Ranzo, tra

ulivi e macchia mediterranea, sui terrazzamenti

con i classici muretti a secco, i vigneti si falde

di terra; i filari piantano le radici nella terra che

sfuma dal rosso degli ossidi al bianco dell’ argilla.

Qui esistono dei veri e propri “cru” come “Bonfi-

gliara” o le “Russeghine” (per la terra veramente

rossa): il vino che ne deriva, sapido e minerale, è

l’espressione fedele di un terroir d’eccezione.

Solitamente lo si vendemmia nella seconda metà

di settembre.

La vinificazione un tempo avveniva lasciando il

mosto a fermentare sulle bucce, successivamen-

te si è virato verso una vinificazione “in bianco”

con diraspapigiatura e pressatura soffice. Alcuni

6

Vigneto Russeghine

Page 9: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 7

produttori stanno riscoprendo l’antico modo di

vinificare il pigato con risultati eccellenti.

Lasciato maturare adeguatamente prima dell’im-

bottigliamento, deve poi affinarsi ancora in bot-

tiglia per qualche mese prima di essere gustato

nella sua pienezza di sapori.

All’esame visivo si presenta di colore giallo paglie-

rino, con sfumature e riflessi di colore dorato che

ricordano il colore della spiga di grano o dell’olio.

Ha una brillantezza intrinseca che conferma la

naturale acidità del prodotto.

Al naso si presenta persistente ed intenso, frutta-

to e floreale grazie ai profumi di pesca ed albicoc-

ca mature; spiccano inoltre note di agrumi, miele

ed un sentore tipico dei profumi della macchia

mediterranea (ginestra); sentore principale però è

quello di erbe aromatiche (salvia, rosmarino, timo

e a volte basilico).

Sul palato ha corpo, struttura, prevale un sapore

sapido, secco e fruttato, di buona acidità e cal-

do, persistente; ha una discreta alcolicità con

note minerali, e nel finale si riscontra la mandorla

amara oppure il nocciolo delle pesca.

Il vino può essere consumato giovane, entro i pri-

mi tre anni di vita, anche se, riprendendo l’antico

sistema della vinificazione sulle bucce, poc’anzi

descritto, il pigato ottiene una grande personalità

che sfida il tempo, con splendide note minera-

li che ricordano, senza esagerare, i grandi vini

bianchi francesi della Loira.

Attualmente in vigna si tende a ridurre drastica-

mente l’uso di pesticidi e fitofarmaci per conser-

vare il più possibile gli aromi dell’uva.

È un vino che negli ultimi anni ha ottenuto, sulle

più importanti guide dedicate, molti riconosci-

menti , grazie al lavoro di aziende storiche, ma

anche emergenti, che trattano il prodotto con

tecniche enologiche innovative. una cantina ha

iniziato, quest’anno, a spumantizzare con meto-

do charmat il pigato in aggiunta ad una piccola

percentuale di pinot nero.

Vigna Russeghine

Page 10: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 18

Preparazione

Lavate le verdure e cuocetele in pochissima acqua bollente e salata per 20 minuti. Colatele bene, strizzatele e

tritatele finemente con la mezzaluna. Mettetele in una ciotola e impastatele con la ricotta, le uova, il parmigia-

no grattugiato e le foglioline di maggiorana tritate. Aggiungete lo spicchio di aglio tritato, salate e mescolate

fino a ottenere un composto omogeneo che lascerete riposare per il tempo della preparazione della pasta.

Tirate la pasta in una sfoglia sottile. Secondo la tradizione, la pasta viene tagliata a triango-

li che, una volta farciti, vengono ripiegati su loro stessi. Più comodo è tagliare la pasta a quadra-

ti di 8 cm di lato, collocare nel centro una pallina di ripieno grande come una noce e ottenere la forma

triangolare richiudendo il quadrato. Diffusa anche la forma semicircolare che si ottiene tagliando la pa-

sta a cerchi poi ripiegati a mezzaluna. Confezionate i pansotti, lessateli e conditeli con la salsa di noci

La Salsa di noci

Sbollentate 200 gr. di gherigli di noci in mezzo litro d’acqua per 2 minuti. Scolateli, lasciateli raffreddare, asciu-

gateli e spellateli. La spellatura sarà facile e veloce proprio grazie alla sbollentatura.

Passateli nel mortaio assieme a uno spicchio d’aglio, a 4-5 grani di sale grosso e a qualche foglia di maggio-

rana. unite 50 g di parmigiano grattugiato e la mollica di un panino raffermo precedentemente ammollata in

un po’ di latte. Amalgamate il tutto incorporando a poco a poco mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva

non troppo saporito e qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta.

Ingredienti per 6 personePer la pasta: 400 g di farina 1 uovo 150 g di acqua 2 cucchiai di vino bianco

Per il ripieno: 150 g di ricotta 50 g di parmigiano reggiano2 uova 1 spicchio di aglio le foglioline di 2 rametti di maggiorana 500 g di prebbogiòn (grattalingua, cicoria, radicchio selvatico, tarassaco, ortica) 700 g di borragine e bietoline700 g di erbette scarola e indivia

Abbinamenti e modalitàdi degustazioneÈ un vino che si presta molto come aperitivo e lo si può abbinare magnificamente con la cucina ligure basata sul

pesce e sugli aromi: trenette o trofie al pesto, ovuli crudi, risotti ai funghi, orate o branzini alla ligure (al forno con

patate e olive), le classiche verdure ripiene, torte di verdure, scampi al vapore, tortino di porri, zuppa di cipolle,

frittatine di verdure e pesce crudo.

ottimo se abbinato ai pansoti al sugo di noci.

Per apprezzarlo al meglio va servito molto fresco tra i 13 e 16 gradi centigradi

Pansotti al sugo di noci

Page 11: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 9

L’incontro del vino con un alimento

non era stato mai così romantico, da

una parte, e così tecnico, dall’altra. Il

congresso Wine Culinary (che ha messo al pri-

mo posto il vino rispetto alla cucina), tenutosi a

Barcellona con il patrocinio delle cantine Torres

(con un sempre gentleman Miguel Torres), ha

presentato tutte le tendenze del abbinamento.

un forum internazionale del vino, in cui i rifletto-

ri erano tutti per la combinazione cibo-bevanda.

Perché alla fin fine, per quanto si possa parla-

re del vino in sé (tipo valutazione da guida, fatta

di mattina e a ritmo di pane e acqua), la gente

quando beve vino mangia sempre qualcosa.

È stato Josep Roca ad aprire questo master di

un giorno sulle “relazioni coniugali” del solido con

il liquido, e lo ha fatto in un ristorante (perché in

casa ognuno segue le proprie regole e i propri

gusti). Il suo consiglio migliore? “Bisogna viaggia-

re, bisogna sentire”. oggigiorno non esistono più

gastronomie esotiche, ma incroci di razze univer-

sali. e senza limiti, perché “dove non arriva il vino,

può arrivare il tè, il cocktail”. un ripasso delle ar-

monie tradizionali (come l’uccisione del maiale

con il vino dell’anno), di quelle accademiche (la

famosa coppia foie-sauternes), paesaggistiche,

stagionali, emotive (una bottiglia con l’anno del

tuo matrimonio) tra le tante. Il trionfo della nostal-

gia, che riabilita l’anima. “Perché stiamo vivendo

una malnutrizione dei sensi”, ricorda il tristellato

sommelier.

Da un punto di vista tecnico, nella piramide del

gusto il salato fa risaltare il dolce, il dolce mas-

chera l’amaro e l’umami che accentua la strut-

tura e le sensazioni acide. Tuttavia, alcuni esperti

delle molecole gustative vanno oltre. François

Chartier, leader dei sommelier molecolari olfattivi,

ricorda che è grazie all’avanguardia della cucina

che ha potuto sviluppare nei suoi libri (il più fa-

moso è Papilles et Molécules) le sue teorie sulle

sinergie aromatiche. Non a caso combinò i suoi

studi con quelli del “Bulli” per un paio di stagioni,

per giocare con le sue proposte azzardate.

Ferran Centelles, sommelier de “el Bulli

Foundation”, con la sua umiltà e il suo umore, ha

illustrato la teoria per un viaggio per la storia de-

lla ristorazione, dall’ex-tristellato Senderens fino

alle tecniche di e. Bernardo, testata con i 250

partecipanti al congresso: il motto “Keep it sim-

ple”, slogan della conferenza dal titolo “Il vino e la

cucina dolce: un cammino verso la semplicità”,

tenuta insieme al pasticciere oriol Balaguer.

Tendenze “coniugali”

Josep Roca ha aperto un master di un giorno sulle “relazioni coniugali” del solido con il liquido.“ ”

di meritxell Falgueras

Page 12: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

10 Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1

Di fronte alla domanda “esiste un mariage per-

fetto?”, la risposta è stata un positivo “sì”, ma con

la postilla “però non unico”. L’influenza della con-

centrazione nel gusto segna la capacità di senti-

re interazioni minime, facendo sì che “quanto più

difficile è la torta, più difficile sarà accoppiarla”.

Che venga dall’intuizione o dalla ragione, il pro-

tagonismo spetta (o dovrebbe spettare) al com-

mensale. Il sommelier non deve più (né mai

avrebbe dovuto) suggerire i vini che desidera

mostrare o quelli “che ci vogliono”. Conoscenza,

osservazione, capacità d’improvvisazione sono

la chiave. Raccogliere l’empatia, fino al punto di

riuscire a rendersi conto se un tavolo sta soffren-

do con il vino. Perché il vino è una sostanza che

trasforma chi lo ingerisce. Ascoltare (quelli che

pagano): c’è gente di qui che desidera scoprire

vini di fuori. Ce ne sono altri che vengono da fuori

e che desiderano provare i vini tipici di qui. Perché

sui gusti non c’è nulla di scritto, soprattutto per-

ché l’interazione con la saliva è sempre diversa,

in quanto dipende da ognuno. Abbinamenti che

sottraggono, altri che aggiungono. una delle ten-

denze è prestare maggior attenzione alla quanti-

tà. Forse con una zuppa non è necessario tanto

vino, mentre per un piatto salato magari è pre-

feribile un long drinks. Anche la temperatura del

piatto o del posto incidono sul criterio da seguire.

Nel Celler de Can Roca arrivano persino a com-

binare un gambero con due vini differenti, perché

non sono la stessa cosa la testa e la coda. o con

nessuno. o addirittura con tre. Chi ha detto che

nei matrimoni (del cibo) deve prevalere la mono-

gamia?

Page 13: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 11

Un territorio dove storia e tradizione non

sono parole di circostanza ma rappre-

sentano una realtà, evoluta nel tempo,

che affonda le proprie radici nei luoghi e nelle

persone che per secoli hanno abitato e plasma-

to questa terra. La denominazione comprende

l’ampia area geografica che si compone di tre

valli percorse dai torrenti di Negrar, Marano e

Fumane, che scendendo dai monti della Lessinia

defluiscono nell’Adige. La zona definita “classica”

è il distretto enologico più antico e si tratta di una

terra rigogliosa, con un paesaggio ricco e pieno,

soprannominato “giardino di Verona”. Questo

nucleo originario si è poi esteso comprenden-

do oggi anche la fascia collinare veronese che

va da Sant’Ambrogio alla Valpantena alla valle

di Cazzano di Tramigna, dove, con la vite, con-

vivono anche le colture del ciliegio e dell’olivo.

ernest Hemingway definiva il vino di queste terre

“leggero, secco, rosso e cordiale come la casa di

un fratello con cui si va d’accordo”. Ma scorren-

do a ritroso nel tempo fino al quinto secolo a.C.,

si trovano testimonianze in cui si definiva Retia

la Valpolicella e Rètico il vino che vi si produce-

va: un vino da uve appassite, menzionato per la

sua indiscussa qualità da Virgilio, Marziale, Plinio

il Vecchio e Columella. Dei vini passiti o “recioti

“ sembra parlasse anche Cassiodoro, segretario

scrittore del re ostrogoto Teodorico, che nel V

secolo lo chiamava Acinatico. Le uve che con-

corrono alla produzione provengono per lo più dai

vitigni rondinella, molinara e corvina veronese, in

percentuali che vanno dal 20 al 40% per il primo,

dal 5 al 25% per il secondo e dal 40 al 70% per la

Turismo legato al vino:la Valpolicella

Valpolicella: territorio enologico per definizione. Secondo alcune accreditate ipotesi già il nome

Valpolicella porterebbe in seno la tradizione vitivinicola, infatti, deriverebbe proprio dalla contrazione del toponimo

vallis-polys-cellae cioè valli dalle molte cantine.

“”

di elisa Costanzo

Page 14: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

corvina, ma sono presenti anche cruina, forseli-

na, negrara, oseleta per una percentuale variabile

tra il 5 e il 15%. Per anni la produzione vitivinico-

la si è concentrata soprattutto su poche varietà,

di cui si sono scelti e coltivati soprattutto i cloni

più generosi, ma da qualche tempo l’interesse

scientifico e dei produttori è tornato ad occupar-

si di certe uve dimenticate, le cui caratteristiche

invece sembrano rispondere alle richieste di un

consumatore più evoluto ed esigente. Del venta-

glio di vitigni presenti in Valpolicella, la più impor-

tante è sicuramente la corvina: apprezzata so-

prattutto per il suo corredo di sostanze coloranti,

per la concentrazione e la sua grande capacità

di adattarsi all’appassimento, dona ai vini della

Valpolicella un’inconfondibile nota di ciliegia. A

lungo considerato una delle tante varietà di cor-

vina, il corvinone è invece un vitigno a se stante,

che nelle annate migliori riesce a rivelare caratte-

ristiche organolettiche superiori perfino a quelle

della corvina stessa. A dare i risultati migliori sono

soprattutto i corvinoni di collina: quest’uva infatti

resiste bene al freddo ed è ideale per l’appassi-

mento, anche se un po’ sensibile agli attacchi di

muffa grigia (Botrytis). Più resistente a condizio-

ni climatiche critiche si dimostra la rondinella: i

vini che si riescono a produrre risultano in gene-

re meno strutturati ma posseggono bei profumi

floreali e una buona eleganza. I vini che fanno

parte della Doc sono: Valpolicella, Valpolicella

classico, Valpolicella superiore, Valpolicella clas-

sico superiore, Valpolicella Ripasso, Valpolicella

Valpantena, Valpolicella Valpantena superio-

re, Recioto della Valpolicella, Recioto della

Valpolicella classico, Recioto della Valpolicella

spumante, Recioto della Valpolicella Valpantena,

Recioto della Valpolicella Valpantena spuman-

te, Amarone della Valpolicella, Amarone della

Valpolicella classico, Amarone della Valpolicella

Valpantena e Amarone della Valpolicella riserva.

oltre al vino, all’olio e alle ciliege in Valpolicella

non mancano le testimonianze storiche e artisti-

che, è una terra infatti costellata di monumen-

ti e costruzioni che ben sintetizzano lo scorrere

dei secoli, a partire dalle Pievi romaniche come

quella di San Floriano e quella di San Giorgio

“Inganapoltron”, dove recenti scavi hanno porta-

to alla luce l’originario impianto di tempio roma-

no. oltre agli edifici religiosi sono senza dubbio

le residenze patrizie costruite fra il ‘500 e l’800

i monumenti storici di maggior richiamo: dalla

Villa del Bene a Volargne a quella Della Torre a

Fumane, dalla Serègo-Alighieri a Gargagnago

alla Mosconi a Novare di Arbizzano. Impossibile

citarle tutte, ma le bellezze di queste terre sono

facilmente individuabili attraverso itinerari, a piedi

o in bicicletta, che assieme a valori naturali, cul-

turali ed ambientali offrono la possibilità di visitare

vigneti e cantine aperte al pubblico.

12 Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1

Page 15: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 13

Dalla frutta fresca alla birra. Cosa si beve in Panamà.

Incuneato tra l’America Centrale e quella Meridionale, questo Paese è famoso per lo strategico canale

che collega l’Oceano Atlantico e l’Oceano Pacifico,ma sorprende per i suoi intriganti contrasti, tra moderno

e natura primitiva, cibo indigeno e pietanze coloniali.

“”

di Enza Bettelli

Il Panamá è un Paese dove l’antico, anzi

l’antichissimo e il moderno convivono in un

perfetto amalgama di culture. Nella capitale,

molto vivace di giorno come la notte, c’è una

imponente presenza bancaria che la rende punto

di riferimento internazionale per la finanza. La

magnifica skyline della città moderna si affaccia

sul mare che accoglie una infinità di isolette

anticamente approdo dei pirati, popolate di

uccelli marini e ricoperte da una affascinante flora

tropicale, con fondali una volta ricchi di perle. A

completare la faccia moderna e tecnologica di

Panamá c’è il Canale che da circa cento anni

permette a mercantili e navi da crociera di aggirare

il lungo e pericoloso giro da Capo Horn in cambio

di un pedaggio calcolato in proporzione. Il Canale

è all’incirca lungo 80 km e profondo da 12 a 14

metri e le navi lo percorrono in media in 9 ore.

e poi ci sono i fiumi e i laghi che abbracciano la

foresta pluviale, dove si possono trovare ancora

alcune comunità di indigeni che vivono in modo

primitivo di caccia e pesca, come una volta i

loro antenati, e accolgono volentieri i visitatori

che risalgono il fiume su una piroga per passare

qualche ora con loro, assaggiare il loro cibo

e acquistare gli oggetti tradizionali creati con i

prodotti della foresta.

Interessante e accogliente, Panamá non è però

il territorio più adatto per impiantare vigneti e

infatti il vino viene importato, ma di solito non è

della migliore qualità e sempre abbastanza caro.

Quindi i Panamensi si dissetano con i succhi

della frutta tropicale che cresce abbondante e ha

polpa aromatica e succosa. Questi succhi (chica),

diluiti con acqua e a volte con pezzetti di frutta e

zuccherati, vengono venduti per strada, in piccoli

Page 16: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 114

chioschi, oppure ci si serve dai bidoncini che

sono installati nei locali. Molto popolare il cocco

verde che viene aperto al momento e servito con

una cannuccia che consente di bere il fresco

succo che è all’interno. I batido sono dei frullati

di frutta con latte o acqua, mentre il chicheme è

una bevanda a base di latte, mais dolce, cannella

e vaniglia, molto popolare all’ora della prima

colazione.

un’ampia gamma di bevande naturali servite

sempre ben fredde che si bevono a tutte le ore

del giorno, ma naturalmente non si beve solo

analcolico in Panamá perché è il seco la bevanda

nazionale. Si tratta di un distillato ricavato dalla

canna da zucchero come il rum, ma ha un gusto

del tutto diverso ed è servito diluito con latte e

ghiaccio.

Tuttavia è la birra la bevanda alcolica più diffusa

e, visto che in Panamá l’acqua è eccellente,

se ne producono ben 4 marche nazionali. Lo

scorso anno il consumo pro capite si è attestato

attorno agli 80 litri e per quest’anno è previsto

in aumento. La birra panamense è American

Lager, chiara, con circa il 4,5% di alcol (quindi

inferiore a quello della maggior parte delle birre in

commercio), non eccessivamente aromatica e di

gusto delicato, ma molto piacevole e dissetante

se gustata ben fredda, anzi addirittura ghiacciata

secondo l’uso panamense, per combattere il

caldo clima del Paese.

Sapori forti e caratteristiciChi preferisce la cucina internazionale la trova soprattutto nei grandi alberghi e nei vari ristoranti specializzati in gastronomia

d’oltreoceano. La cucina locale e del Centro America si gusta invece nelle fondas, un po’ bar e un po’ trattoria, che

propongono ropa vieja (vestiti vecchi) il piatto tipico del mezzogiorno a base di riso con cocco, uvetta, lenticchie e fagioli

con contorno di carne in padella, yucca saltata con olio e aglio e un bicchiere di chica. Al rincón tableño si consuma invece

la prima colazione che in Panamá è perfino più ricca di quella anglosassone. Il piatto più popolare, tra la quarantina tra

cui scegliere per il primo pasto della giornata, è il fegato con cipolla, servito di solito con due uova fritte, poi ci sono un

intero assortimento di carni, verdure tipiche come yucca e mais, le immancabili banane verdi, le tamales, foglie di banano

farcite spesso con pollo in umido, mentre i bollos sono foglie di mais farcite con farina di mais dolce. oltre naturalmente ai

piatti tipici del Centro America, come empanada, il sanchoco, ovvero pollo piccante con verdure che è il piatto nazionale,

tortillas di mais o yucca o banane verdi. Altre specialità panamensi sono gamberi, granchi e frutti di mare e il cheviche,

cioè il pesce marinato con lime e erbe che viene venduto anche pronto in vaso al mercato del pesce.

Page 17: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori

di pubblicità per l'Italia10137 Torino Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 [email protected]

Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori

di pubblicità per l'Italia10137 Torino Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 [email protected]

Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori

di pubblicità per l'Italia10137 Torino Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 [email protected]

FEDERAZIONE I T A L I A N A S O M M E L I E RA L B E R G A T O R I

R I S T O R A T O R I

®

Con “Il Sommelier” raggiungi l’obiettivo nel miglior rapporto target/prezzo.

Investire nella pubblicità in tempo d i crisi

è come costruirsi le a li mentre gli a ltri precipitano.

Steve Jobs

Page 18: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

“Cultura e qualità del vino in Alsazia significa far emergere le differenze che la natura crea sulla base dei diversi terroir.

Interpretazioni d’Alsazia di Davide amadei

L’Alsazia presenta molti motivi di fa-

scino: i paesi fiabeschi con le case a

graticcio di colori diversi, le cicogne

ed i loro nidi sui camini, la situazione di confine

che rende unici i francesi che vi abitano, intrisi di

cultura tedesca ed accoglienti. Per l’amante del

vino, il fascino sta nella qualità ed originalità dei

bianchi che vi si producono e che si caratteriz-

zano per l’estrema varietà geologica delle colline

sulle quali alligna la vite.

La zona dei vigneti è una striscia, di larghezza

variabile, di circa 100 km in direzione Nord-Sud,

suddivisa amministrativamente in Bas-Rhin e

Haut-Rhin, ad una altitudine tra i 200 e i 400 m.

s.l.m.; è protetta dai venti e dal freddo del Nord

ovest dal Massiccio dei Vosgi (tra i 400 ed i 1400

m. s.l.m.), tanto da rendere possibile la matu-

razione delle uve in un’area così settentrionale;

è scarsamente piovosa (si pensi che la città di

Colmar è la seconda di Francia per scarsa piovo-

sità dopo Perpignan).

Soprattutto, ciò che rende davvero unica l’Alsa-

zia del vino è l’estrema variabilità dei suoli e sot-

tosuoli. essi derivano dalla formazione, 50 milioni

d’anni fa, della piana del Reno, con l’emersione

della catena dei Vosgi e del versante collinare

che degrada fino alla pianura dove scorre il gran-

de fiume franco-tedesco; i pendii sono stati mo-

dellati dai successivi depositi sedimentari marini,

continentali o lagunari, che hanno ricoperto le

rocce magmatiche preesistenti, nonché da con-

tinui fenomeni vulcanici, di fratture e di erosione.

Così, si susseguono e si alternano, cambian-

do continuamente, suoli di granito, di scisto, di

arenaria con quarzo, di gres, di calcare di varia

epoca e tipologia, e poi terreni marno-calcarei,

vulcanico-sedimentari, argillo-marnosi.

Nei vari e diversi territori hanno trovato dimora i vi-

tigni “classici” alsaziani, ed in particolare Riesling,

Pinot Gris, Muscat, Gewurztraminer, Sylvaner e

Pinot Noir, spesso piantati sui suoli che ciascuno

di essi predilige; e sono stati individuati e regola-

mentati ben 51 vigneti qualificati Grands Crus.

ecco che allora cultura e qualità del vino in Alsazia

significa far emergere le differenze che la natura

crea sulla base dei diversi terroir, soprattutto per

geologia, ma anche per clima, esposizione ed al-

titudine.

Due produttori sanno far questo al massimo li-

vello, ma con scelte interpretative diverse per il

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 116

Page 19: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

medesimo scopo: si tratta del Domaine ostertag

a epfig e del Domaine Marcel Deiss a Bergheim,

che sono senza dubbio tra i più importanti e fa-

mosi produttori d’Alsazia.

entrambi hanno scelto di produrre e proporre tre

linee di vini: vini di frutto, vini di terroir e vini “del

tempo”.

Questi ultimi sono le Vendanges Tardives e i

Seletions des Grains Nobles (SGN, da uve botri-

tizzate), i vini che derivano da un tempo maggio-

re di permanenza dei grappoli sulla pianta e che

necessitano di tempo per esprimere tutta la loro

grande complessità e persistenza.

I vini di frutto sono quelli caratterizzati dal viti-

gno, che con i propri elementi varietali prevale su

quanto può emergere dalla natura del terreno,

dove questo non ha particolari caratteristiche.

Nei vini di terroir (che ostertag chiama vins de

pierre, “di pietra”), al contrario, a parlare e farsi

sentire è il carattere peculiare del singolo vigne-

to, ben definito per natura del suolo, geologia,

microclima, esposizione, altitudine e pendenza.

Poi, però, le modalità con cui questo deve avve-

nire sono affidate a metodi diversi.

Andrè ostertag è stato tra i primi a valorizzare

la diversità delle caratteristiche geologiche dei

vigneti e, soprattutto, uno dei pionieri nell’uso

della biodinamica in Alsazia, per far esprimere

la naturalità del terreno e della vite, rispettare e

far sviluppare i numerosi organismi viventi che vi

circolano ed apportano nutrimento e comples-

sità; quanto più possibile le radici delle piante

debbono spingersi in profondità, per recepire

tutto quanto la terra può dare, con le sue pecu-

liarità. Così, dopo un esperimento su un ettaro

e mezzo, dal 1997 tutti i vigneti (14,5 ha, quasi

tutti attorno ad epfig) sono condotti con metodo

biodinamico. Simbolo del Domaine è un agnello

pasquale, poiché in tedesco oster-Tag significa

letteralmente “giorno di Pasqua”: il trionfo della

vita sulla morte, così come in vigna la forza della

natura deve emergere e prevalere.

Strumentale alla sincera espressione del terroir è

anche la scelta di produrre solo vini secchi (a par-

te, ovviamente, Vendanges Tardives ed SGN),

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 17

Bergheim e l'Altenberg Grand Cru

Page 20: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 118

anche perché spesso (soprattutto per il Pinot

Gris, che normalmente ha pochi aromi) da molti

produttori viene ricercata la muffa nobile o lascia-

to lo zucchero per arricchire il vino di qualcosa

che in origine non ha. Perciò, i lieviti, autoctoni e

naturali, lavorano fino in fondo, a completo svol-

gimento degli zuccheri, a volte più velocemente,

a volte più lentamente, anche per più di sei mesi.

Soltanto il gewurztraminer viene prodotto con

residuo zuccherino (51 gr/l per il 2010 Vignoble

d’e), bloccando la fermentazione con il freddo.

La “lettura” del terroir è affidata soprattutto al

Riesling: secondo ostertag è il vitigno che più di

altri sa recepire e tradurre nel vino le peculiarità

del suolo, del sottosuolo, della terra. Così, dagli

assaggi dei riesling di terroir, si rimane affascinati

dal carattere e dalle diversità dei vini. Tra l’altro,

l’annata 2009, calda ma non troppo, ha dato vini

morbidi, ma che compensano la minor acidità

con una elevata struttura sapida: le radici delle

viti, per rimediare alla carenza d’acqua, hanno

lavorato molto in profondità, recependo sali mi-

nerali ed elementi caratteristici. Anche questo è

espressione di terroir.

Invece, Jean-Michel Deiss è il “profeta” della

“complantazione”: nel vigneto sono presenti in-

sieme più varietà, per far prevalere il terroir sulle

caratteristiche delle singole uve. I vini da vitigno

sono prodotti soltanto nelle aree con A.o.C. re-

gionale o comunale, ove possibile, sulla base

della considerazione del suolo.

Il Domaine ha 27 ettari, soprattutto attorno a

Bergheim, dove ha sede. Ciò che caratterizza

l’azienda è appunto la scelta, compiuta quindici

anni fa, di non produrre vini da vitigno nei vigneti

migliori, bensì vini in grado di esprimere il terroir:

per Deiss non è comprensibile perché in Francia

tutti fanno vini di terroir ed in Alsazia solo vini da

vitigno; e in tutta la Francia non si indica il viti-

gno perché esso è soltanto uno strumento per

far esprimere il terroir. L’intento di Deiss, allora,

è quello di far prevalere la natura del vigneto, di

farla “vincere” sulle caratteristiche varietali delle

uve utilizzate; la compresenza di più vitigni, scelti

comunque sulla base delle caratteristiche geo-

logiche del vigneto, serve proprio a questo. Per

spiegare la scelta, in azienda usano una meta-

fora: si può dire che il vitigno è l’alfabeto, ma il

terroir è il libro. Non a caso, allora, in passato in

Alsazia erano utilizzati quasi cento vitigni diver-

si, per ampliare il “vocabolario” a disposizione e

dare prevalenza al luogo di origine.

In funzione di ciò, Deiss ha ridotto drasticamen-

te le rese per ettaro: in Alsazia per vini A.o.C.

si possono produrre anche 90 hl per ettaro (66

hl per l’A.o.C. Grand Cru), mentre nel resto di

Francia con tale quantità si può fare solo vino da

tavola, essendo prevista per le A.o.C. una resa

di 68 hl per ettaro. Se si diminuiscono le rese

si consente al terroir di prevalere sul vitigno: da

Deiss in media si producono 45 hl per ettaro, con

30/35 hl nei Crus, fino a 20 hl nei Grands Crus. A

questi risultati si giunge anche con elevate den-

sità di ceppi per ettaro: mentre in Alsazia sono in

media 6000, Deiss ora ne pianta 10000/12000

(anche se, certamente, esistono molte differen-

ze nell’ambito dei 27 ettari dell’azienda); non usa

Gres rosa e pietra vulcanica del Muenchberg

Paese di Northalten e la collina che proteggeil Muenchberg

Page 21: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 19

OSTERTAG - Alsace AOC Riesling

Clos Mathis 2009

La parcella, situata a Ribeauvillé, ap-

parteneva al padre dello chef de vi-

gne del Domaine. Ha prodotto vino di

ostertag per la prima volta con l’an-

nata 1997, nella quale tutte le vigne

sono state condotte con il metodo

biodinamico. È caratterizzata da un

suolo di puro granito, nonostante la

vicinanza con il Grand Cru Kirchberg

de Ribeauvillé che invece è marno-

calcareo; è coltivata a terrazze, con

esposizione Sud, ed essendo collo-

cata all’uscita della valle gode di cor-

renti di aria fresca durante la notte

che determinano elevate e favore-

voli escursioni termiche. All’olfatto in

vino è puro, cristallino, ricorda l’ac-

qua fresca che scorre sulla pietra,

con eleganti fiori bianchi; in bocca è

diritto, teso, molto minerale, con bel

contrasto e precisa integrazione delle

componenti, finale piuttosto lungo e

rinfrescante.

OSTERTAG - Alsace AOC Riesling

Heissenberg 2009

Il nome del vigneto significa “monta-

gna calda”; è situato sopra il villaggio

di Northalten, con ripido pendio, ed

è caratterizzato da calore e mineralità

del suolo siliceo, in cui si mescolano

gres rosa dei Vosgi (come nel vicino

Muenchberg) e gneiss. Già dal colore

quasi dorato è coerente con l’annata

e l’esposizione; al naso è maturo, con

idrocarburi, erbe aromatiche, toni di

lavanda, roccia; l’attacco in bocca è

morbido, avvolgente, ha centro boc-

ca sapido e molto fresco, il finale, pur

succoso, è un po’ caldo, con leggera

sensazione amara.

OSTERTAG - Alsace AOC Riesling

Fronholz 2009

Il Fronholz è un grande vigneto sulla

collina di epfig, con suolo di sabbia

bianca, ricco di quarzo; il riesling è

nella parte alta del vigneto, dove il ter-

reno è più leggero, mentre nella parte

bassa, più ricca d’argilla, è piantato

gewurztraminer; a metà pendio si tro-

vano i pinot, che gradiscono il calca-

re ivi presente. All’olfatto si presenta

complesso e sfaccettato, la minera-

lità è netta, subito arricchita da sen-

tori agrumati, citrini, ma soprattutto

da aromi freschi, menta ed erbette. In

bocca è ricco, di grande struttura, il

finale, molto lungo e ben contrastato,

è agrumato, con fiori gialli ed intriganti

sensazioni di spezie e foglie di tè, ed

una scia sapida netta, quasi marina.

OSTERTAG - Alsace Grand Cru

Muenchberg AOC Riesling 2009

Il Muenchberg è un esteso Grand Cru

ad anfiteatro con esposizione a Sud,

caratterizzato da suolo di grés rosa,

compatto e poroso, che si sbriciola

diventando sabbia nella parte supe-

riore; ma vi si trovano anche molte

pietre di origine vulcanica che con-

feriscono al vino tensione ed allungo,

completando le caratteristiche di aro-

maticità e struttura che derivano dal

grés rosa. È sulla collina in una pic-

cola valle a Nord ovest del paese di

Nothalten, con una montagna di 900

metri a proteggere dal freddo e dal-

la pioggia. Le viti di ostertarg hanno

un’età media di 40 anni, con 5500

piante per ettaro; ma una porzione di

vigneto ha ceppi di più di 70 anni, con

8000 piante per ettaro come usava

al tempo. Al naso è roccioso, tanto

minerale, con erbe aromatiche e frut-

to bianco; in bocca è grande, entra

morbido per poi lasciare spazio ad

Gli assaggi

cloni selezionati (perché normalmente sono stati

selezionati per alte rese); ha vecchie vigne, con

apparato radicale in profondità. Coerente è la

scelta della biodinamica per la coltivazione della

vigna.

Interessante l’interpretazione del residuo zuc-

cherino: anch’esso viene dal terroir, nel senso

che ciascun vigneto, a piena maturazione fenoli-

ca delle uve, apporta a queste ultime una diversa

quantità di zuccheri; poi i lieviti, che sono quelli

autoctoni e naturali delle uve, conducono la fer-

mentazione fino a quando possono, non sempre

completando la trasformazione degli zuccheri.

In azienda, ogni vino proposto in degustazione

è affiancato da un contenitore cilindrico di vetro

che contiene un campione del terreno da cui

l’uva utilizzata proviene; e prima dell’assaggio si

parte sempre di lì, dalla descrizione della natura

del suolo che nel vino deve essere tradotta ed

esaltata.

Page 22: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 120

una sensazione quasi salata, con una

tensione gustativa che non finisce

mai, in profondità.

DEISS - Alsace AOC Langenberg

2009 (Saint Hyppolite)

Il vigneto si caratterizza per il sotto-

suolo di granito, l’unico di questa

natura che i Deiss hanno. Vi sono

piantati cinque vitigni: riesling, i pi-

not (gris, noir e blanc) ed il muscat.

Al naso è roccioso, fresco, agruma-

to, molto minerale; la bocca è tesa,

di bell’equilibrio, sapida, piacevole,

con finale pulito non lunghissimo, sul

frutto tropicale. Residuo zuccherino

di 12 gr/l.

DEISS - Alsace AOC Engelgarten

2009

Caratterizzato da sottosuolo di ghiaia,

il vigneto si trova dietro Bergheim vi-

cino al fiume. È nettamente minerale,

ha leggeri cenni di idrocarburo, sen-

tori affumicati, pietra, frutto bianco. In

bocca emerge il lato fruttato, oltre alle

sensazioni minerali; di buona profon-

dità, è pulitissimo e ben contrastato,

la tensione è continua, il finale è citri-

no e sapido.

DEISS - Alsace AOC Rotenberg 2009

Ha almeno 24 gr/l di zucchero, e ciò

avviene ogni anno, non solo in parti-

colari annate: così si esprime il terroir,

e ci vorranno otto o dieci anni per

integrare lo zucchero e raggiungere

l’equilibrio. Il sottosuolo di questo cru

è composto da calcare del periodo

giurassico, il vigneto è sulla collina,

esposto a Sud, con temperature più

elevate rispetto agli altri vigneti. Al

naso, intenso, il vino ha frutta matura,

spezie, cenni di frutta secca. Al gusto

è morbido ma molto ben equilibrato

da elevata acidità; lungo e fruttato il

finale.

DEISS - Alsace AOC Schoffweg

2008

È su calcare di Alénia, più legge-

ro e sciolto rispetto al calcare del

Giurassico, che è più duro e compat-

to. Ne derivano simili struttura e aci-

dità, ma gli aromi sono diversi, così

come le sensazioni in bocca. Il vigne-

to si trova sulla collina di Altenberg,

con esposizione est. Al naso si pre-

senta con note di vaniglia, di pastic-

ceria (senza uso di legno nuovo), poi

frutta bianca matura. La bocca è fre-

sca, sapida, con un bell’allungo, sul

frutto ma anche con sensazioni mine-

rali. Ha 10 gr/l di zucchero residuo.

DEISS - Alsace AOC Gruenspiel

2007

Vigneto su sottosuolo di marna del-

la glaciazione, con esposizione Sud.

Cera d’api, frutti maturi, netta mine-

ralità al naso; bocca molto ricca, po-

tente, continua e dinamica, con finale

piccante, minerale, lungo. Il vino è an-

cora giovane e promette un avvenire

di complessità ed equilibrio.

DEISS - Alsace AOC Burg 2008

Con esposizione Sud, Sud-ovest,

e sottosuolo marnoso, il vigneto si

trova al limite della foresta, per cui la

notte la temperatura scende molto,

generando elevata escursione termi-

ca rispetto al giorno; è vicino al fiume,

per cui a causa dell’umidità ogni anno

si genera muffa nobile, anche perché

l’uva arriva presto e facilmente a ma-

turità. Anche la muffa nobile è un ca-

rattere che deriva dal terroir: non tutti i

vigneti, nella stessa annata, la hanno.

Naso intrigante di pepe bianco, cenni

balsamici, fiori e roccia. Lo zucchero

è da integrare, ma l’acidità è elevata,

la struttura è tanta, il finale è lungo e

caratterizzato da agrume maturo net-

to e spezie.

DEISS – Alsace Grand Cru

Mambourg AOC 2009

Sottosuolo di calcare, come a

Meursault in Côte d’or, trasportato

in antico da un ghiacciaio, con rocce

tonde completamente pulite; inusuale

per l’Alsazia. Si trova 10 km a Sud di

Bergheim, più vicino a Colmar (che è

la seconda città più secca di Francia)

ed è uno dei Grands Crus più caldi;

è vicino all’imboccatura della valle di

Kaysersberg,, per cui è molto venti-

lato e asciugato dalle correnti, così

che non si forma mai la muffa nobile.

Sono utilizzati solo i pinot, prevalen-

temente grigio, ma anche bianco e

nero. All’olfatto è molto complesso,

con fiori gialli, nocciolina, spezie, noce

moscata e pepe. In bocca ha legge-

ro tannino, ma ciò che colpisce è la

potenza, con bella sapidità e finale di

nocciola, in continua ed incessante

progressione gustativa ed aromatica.

DEISS – Alsace Grand Cru

Altenberg de Bergheim AOC 2007

Sottosuolo di calcare del Giurassico.

È la collina che domina Bergheim a

Nord; nel vigneto, che vede la ma-

turazione delle proprie uve ben cin-

que settimane dopo il Mambourg, si

forma ogni anno molta muffa nobile.

Questo ha 70 gr/l di zucchero! I vi-

tigni, in “complantazione”, con ceppi

alternati, sono tutti i tredici d’Alsazia.

Il naso è di grande finezza e com-

plessità, molto minerale, progressiva-

mente escono frutti di ogni tipo, fiori

gialli. La bocca è rotonda, strutturata,

potente ma elegantissima, nonostan-

te la percezione zuccherina, e soprat-

tutto ha un’energia che non finisce

mai, con una scia minerale e floreale

affascinante, in crescendo. Materia e

freschezza lasciano intravedere una

lunga vita per questo vino emozio-

nante.

Page 23: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

a cura della redazione di

a cura della redazione di

Con 6.000 visitatori nelle quattro giornate della

XXI edizione del Merano WineFestival confer-

ma la sua inossidabile leadership nelle mani-

festazioni legate al vino di qualità segnando un incre-

mento del 10% sulle presenze 2011 e confermando

la credibilità e l’interesse verso un evento con 21 anni

di storia alle spalle. La selezione dei 350 produttori

presenti e la presenza di 150 produttori internazionali

è risultata ancora una volta vincente ed apprezzata

da un pubblico di veri intenditori. Il programma

del Festival sempre più ricco ed articolato è

alla base della riuscita di quest’edizione che

sposa sempre più il buon cibo al buon vino.

Migliaia di visitatori hanno affollato il Kurhaus

e i padiglioni di Culinaria e della GourmetA-

rena, per giornate intense di degustazioni,

eventi, presentazioni, tasting guidati, incontri,

cene a tema. Grande successo di pubblico alla

GourmetArena, palcoscenico di Chef affermati

ed emergenti che hanno saputo stupire inter-

pretando con grande creatività il tema dell’anno,

l’ecosostenibilità. Non è mancata grande parte-

cipazione nemmeno alle prestigiose degustazio-

ni che si sono susseguite in un ricco calendario

di appuntamenti: non ha tradito le aspettative

la verticale di Masseto guidata da Luca Gardini,

quella di Amarone condotta dallo stesso Romano

Dal Forno e, in ambito internazionale, quella del

Domaine Taupenot-Merme, vini considerati tra i

più grandi della Borgogna, guidata da Ian D’Aga-

ta. Forte incremento anche per gli “appuntamenti

imperdibili”: i 27 produttori emergenti che si stanno

affermando per la qualità, la degustazione di anna-

te vecchie, il debutto del Club excellence, Associa-

zione di importatori e distributori di vini e spiriti di

eccellenza che ha offerto in degustazione delle vere

rarità: Champagne Alain Thienot del 1999, Sherry

Bunnahabhain 1978, Pinot-gris Rangen de Thann

Clos St. urbain grand cru 2005, solo per citarne alcu-

ni. Conclusa con soddisfazione questa XXI edizione il

Merano WineFestival si prepara per andare con Iden-

tità Golose alla conquista del pubblico milanese con

la seconda edizione di Milano Food&Wine Festival

dove, dal 9 all’11 Febbraio, grandi vini e grandi Chef

saranno i protagonisti di un grande Festival all’inse-

gna del gusto e della qualità.

www.meranowinefestival.com

Il Merano WineFestivalsi beve la crisi

Page 24: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

ww

w.m

on

doca

na.c

om

a cu

ra d

i Luc

a ca

nap

icch

i

Page 25: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

ww

w.m

on

doca

na.c

om

a cu

ra d

i Luc

a ca

nap

icch

i

Page 26: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Salone del Gusto di Torino:

emozioni e racconti a cura dell’ufficio Stampa Nazionale FISAR

Raccogliamo le storie e le dichiarazioni di chi ha fatto di questa kermesse mondiale

un evento unico.

spec

iale

Salon

e del

Gusto

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 124

c o n l a F I S A R n u o v a m e n t e p r o t a g o n i s t a

Page 27: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

speciale Salone del Gusto

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 25

Cala il sipario: l’edizione più bella di sempre a cura di slow Food

Un solo giorno non è

sufficiente per visitare

gli stand, incontrare i

produttori e scoprire tutte le re-

altà presenti al Salone del Gusto

e Terra Madre, su cui stasera si

spengono i riflettori, sono i com-

menti più sentiti in questi giorni.

«220.000 visitatori italiani e stra-

nieri, 16.000 partecipanti alle 56

conferenze, 8000 studenti e 3700

bambini che hanno preso parte

alle attività educative, affrontando

temi molto attuali, quali acqua,

salute e ambiente». Questi i pri-

mi dati comunicati da Roberto

Burdese, presidente di Slow

Food Italia, raccontando l’even-

to che ha colorato i padiglioni di

Lingotto Fiere e oval in questi

cinque entusiasmanti giorni.

«La fusione tra Salone del Gusto

e Terra Madre ha reso questa

edizione la più bella di sempre,

permettendo uno scambio con-

tinuo tra i Paesi, mescolando

profumi e nazionalità, in cui è

stata notevole la partecipazione

dei giovani, produttori, delega-

ti e semplici visitatori», continua

Burdese. «Nonostante il difficile

periodo che stiamo attraversan-

do, molti prodotti erano esauriti

nel Mercato già domenica sera,

denotando una sempre maggio-

re attenzione del pubblico ai cibi

di alta qualità. È infatti tempo che

lo stato di salute del comparto

agroalimentare diventi la cartina

di tornasole per comprendere la

condizione del Paese».

«un grazie di cuore a Slow Food

per un Salone del Gusto e Terra

Madre dai numeri straordinari.

Devo riconoscere che in questi

ultimi tempi Torino sta sorpren-

dendo per capacità di adesione

e partecipazione, e ora la città ini-

zierà da subito a lavorare all’edi-

zione 2014. Ma non dimentichia-

moci che l’expo 2015 si avvicina

a grandi passi, e se Torino deve

diventare il simbolo dell’enoga-

stronomia, è fondamentale una

solida collaborazione e una con-

vergenza di tematiche con gli or-

ganizzatori della manifestazione

milanese. Dobbiamo riuscire a

coinvolgere maggiormente la cit-

tà e la popolazione nei prossimi

anni, includendo le tante impre-

se e attività presenti nel territo-

rio. Per il resto, semplicemente

grazie a chi ha reso possibile un

evento di tale portata, con entu-

siasmo ed energia», ha aggiunto

Maurizio Braccialarghe, asses-

sore alla Cultura e Turismo della

Città di Torino.

Quindi, per venire alle informazioni

salienti, segnaliamo un incremen-

to del 10% nel numero comples-

sivo di visitatori, il tutto esaurito a

Master of Food, Laboratori e Teatri

del Gusto con moltissimi stranie-

ri, 15.000 download dell’applica-

zione dell’evento e una notevole

affluenza all’enoteca, in cui sono

stati i grandi vini i veri protagoni-

sti, accompagnati dai piatti delle

vicine Cucine di Strada. Con il

suo orto di 400mq situato pro-

prio al centro dell’oval, l’Africa è

sicuramente stata la protagonista

dell’evento, con i suoi prodotti, le

storie delle comunità e soprattut-

to le testimonianze dei tantissimi

giovani che intendono riprendere

in mano il futuro del continente,

ritornando nei loro villaggi con

gli occhi pieni di testimonianze,

idee e progetti. Africa, dunque,

ma non solo. Si è parlato molto

anche di legalità, di lotta alle ma-

fie e alla criminalità organizzata,

di rinascita e cooperazione tra le

realtà colpite da disastri naturali,

dalla Liguria all’emilia, dall’Abruz-

zo al Giappone. Mani che si strin-

gono, contatti che si scambiano,

idee che si confrontano. In mille

lingue diverse. Questi i simboli del

Salone del Gusto e Terra Madre

2012.

Parallelamente all’evento, i

650 delegati provenienti da 95

Paesi hanno partecipato al VI

Congresso Internazionale di Slow

Food, discutendo di clima, sicu-

rezza alimentare e biodiversità.

«Con 90 interventi da 51 Paesi,

Slow Food ha parlato al mondo e

il mondo ha parlato a Slow Food».

Così Carlo Petrini, rieletto presi-

dente dell’associazione all’unani-

mità, delineando gli obiettivi per i

prossimi quattro anni: «Il nostro

impegno non deve fermarsi, e gli

obiettivi sono ambiziosi: nei pros-

simi quattro anni dobbiamo conti-

nuare il nostro lavoro in Africa con

sempre maggiore convinzione, e

dobbiamo alimentare l’Arca del

Page 28: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Gusto con nuovi prodotti tradizio-

nali e varietà autoctone a rischio

di scomparsa». Con queste pa-

role Petrini ha esortato i delegati

a lavorare nel proprio Paese per

un rafforzamento complessivo

delle comunità del cibo e dell’as-

sociazione. La novità principale

è la costituzione di un ristretto

comitato esecutivo formato da

sei esponenti, con il compito di

trasformare le scelte strategico

politiche in attività concrete.

«Torino si conferma la capitale

dell’enogastronomia», conclude

Burdese, «e vorrei ringraziare gli

oltre dieci enti che ci hanno as-

sistito in tutte le fasi organizzati-

ve e tutti i produttori, montatori,

tecnici che non ci hanno mai ne-

gato una mano. Quindi non mi

resta che darvi appuntamento al

2014, promettendovi un Salone

del Gusto e Terra Madre memo-

rabile!».

Fame di Terra: accelera la corsa all’accaparramen-to di terreni fertili a cura di slow Food

Dopo la speculazione sul

cibo, agli investitori in-

ternazionali non resta

che quella sulla terra. Attirati dai

prezzi stracciati dei terreni fertili

in alcuni Paesi, Stati e organismi

finanziari internazionali stanno

scommettendo sulla domanda in

crescita di cibo e biocarburanti.

Strappano le terre ai contadini,

che rimangono senza la loro fon-

te di vita e di guadagno e vedono

il paesaggio in cui sono cresciuti

trasformarsi.

Il fenomeno del land grabbing ha

coinvolto negli ultimi anni milio-

ni di ettari dei Paesi del Sud del

mondo. «e organizzazioni che

dovrebbero contrastarlo hanno

avuto invece un atteggiamento

ambiguo», spiega Stefano Liberti,

autore del libro Land Grabbing

(minimum fax, 2011), apren-

do l’incontro Fame di Terraal

Salone del Gusto e Terra Madre.

Slow Food, insieme ad altre as-

sociazioni e ong, promuove dal

2010 una campagna per sensi-

bilizzare le popolazioni e limita-

re l’accaparramento delle terre.

La sfida è non rimanere a guarda-

re, ma reagire, anche da sempli-

ci cittadini. Come fare, lo spiega

Anne Van Schaik, di Friends of

the earth europe: «Prima di tut-

to bisogna opporsi alle pratiche

agricole non sostenibili: una ricer-

ca dell’ong GRAIN ha calcolato

che, se si utilizzassero metodi

sostenibili, nell’arco di trent’anni

i terreni del mondo potrebbero

tornare alle condizioni dell’era

pre-industriale. In secondo luogo

occorre bloccare l’azione degli

investitori, delle banche, dei fondi

pensione: se i cittadini sapesse-

ro che in alcuni casi i loro rispar-

mi sono utilizzati per comprare

terre sfrattando i contadini, si

ribellerebbero. Perché la specu-

lazione non è un diritto, mentre

lo è quello di accesso alla terra

e la sovranità alimentare: «Non

ci dicano che siamo contro gli

investimenti agricoli in generale

– aggiunge Anne Van Schaik –

quelli reali, finalizzati allo sviluppo

locale, sono più che necessari».

«Questo tipo di speculazione sta

distruggendo intere comunità di

produttori e mettendo in crisi le

economie locali. Ci sono distese

enormi, anche di 100 mila etta-

ri, coltivate a monocolture, che

vengono esportate all’estero,

invece che rispondere ai bisogni

delle popolazioni locali», continua

Liberti. «È un modello culturale,

oltre che produttivo, del tutto in-

compatibile con quello agricolo di

piccola scala: per gli speculatori,

la terra è una fonte di profitto da

sfruttare; per i piccoli produttori

rappresenta invece la tradizione,

la cultura, la vita stessa di tutta la

comunità». Il land grabbing, spie-

ga Karin ulmer di APRoDeV, è

incrementato da stili di vita e mo-

delli produttivi non più sostenibili:

«L’europa, ad esempio, per sod-

disfare le sue esigenze di consu-

mo sfrutta le risorse di 650 milioni

di ettari nel mondo, ovvero una

volta e mezza le sue dimensioni».

Le testimonianze dei Paesi col-

piti dal land grabbing arrivano

dalla Colombia e dalla Tanzania.

A denunciare la situazione del

Sud America è Liliana Marcela

Vargas Vásquez, dell’Asocia-

ción de Trabajo Interdisciplinario:

«Siamo preda degli investitori e i

governi locali li facilitano, perché i

capitali stranieri fanno comodo».

Il suo racconto si mescola con

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 126

spec

iale

Salon

e del

Gusto

Page 29: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

quello di Mwanahamis Salimu, di

oxfam Tanzania. Mwanahamis è

in prima linea nella lotta per i di-

ritti delle donne del suo Paese:

«In Africa sono già stati vendu-

ti agli speculatori 203 milioni di

ettari, pari a 8 volte la superfi-

cie del Regno unito. e molti dei

produttori sfrattati sono donne,

che lavorano e tirano su da sole

intere famiglie. Private delle loro

terre, non hanno più risorse per

acquistarne altre: in Africa la so-

cietà sta facendo passi indietro,

piuttosto che avanti». Storie che

insegnano come il land grabbing,

visto dalla prospettiva della terra

e non degli uffici delle multinazio-

nali, abbia effetti devastanti.

Le donne si raccontanodi Gladys torres urdayper la FisaR in Rosa

Il Salone del Gusto Terra Madre

ci ha salutato con un arrivederci

al 2014. È stato il grande Carlo

Petrini che con un brindisi finale

ci ha comunicato l’invito compli-

mentandosi con i nostri e le no-

stre sommelier per il lavoro svolto

con professionalità, garbo ed ele-

ganza.

In questo scenario così impor-

tante, come sempre, le nostre

donne hanno saputo coniugare

la loro professionalità con la loro

femminilità, sensibilità e sorriso.

Significativa è stata la presenza isti-

tuzionale del Segretario Nazionale

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 27

speciale Salone del Gusto

Page 30: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

28

Claudia Marinelli e della Consigliere Nazionale e Responsabile na-

zionale della “FISAR in Rosa” Luisella Rubin che insieme al nostro

Presidente Nazionale Mario Del Debbio e al Responsabile Nazionale

dei Servizi dei Sommelier Luigi Mastrocicco e ai molti Consiglieri

Nazionali e Delegati provenienti da tutta Italia hanno voluto testimo-

niare il loro apprezzamento per il lavoro svolto.

LuiseLLa Rubin con GLadys ToRRes uRday

MaRia Pia GoRi

RobeRTo buRdese

aLcune nosTRe soMMeLieR caPiTanaTe da GLadys ToRRes uRday

chiaRa Gionco

cLaudia MaRineLLi con iL PResidenTe deL debbio

Le nosTRe sPLendide RaGazze

FioRenza caMbiaGhi veRsa iL vino aLLa nosTRa aLessandRa Rosa

spec

iale

Salon

e del

Gusto

Page 31: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

29Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1

Claudia Marinelli Segretario Nazionale FISARQuando sono arrivata al Salone sono rimasta colpita dai colo-ri che ho visto, specialmente nel Padiglione di Terra Madre. I colori sono espressione di vita e positività, è importante però unirli saggiamente alle perso-ne, è come quando si parla di terroir, ci devono essere tutte le condizioni ottimali, ma il fattore determinante è quello umano, entrando nell’enoteca è quello che ho visto, il messaggio che mi è arrivato. Il concetto di terroir traslato su tutto quello che stava accadendo: professionalità, co-noscenza e duro lavoro. In quei cinque giorni quello che ha fatto la differenza sono stati i nostri Sommelier. In Fisar non abbiamo mai fatto distinzione fra donne e uomini, siamo tutti SoMMeLIeR, ma credo che questo Salone sia stato un omaggio alle “nostre sommelier” che hanno saputo aggiungere quel tocco di femmi-nilità necessario a far sì che il loro sorriso fosse valorizzato in modo preponderante, attraverso i mass media presenti.

Luisella RubinConsiglie Nazionale e responsabile nazionale Fisar in RosaNella Grande enoteca del Salone del Gusto, gremita di visitato-ri provenienti da tutto il mondo, curiosi di assaggiare le eccellen-ze enologiche del nostro paese (1200 etichette) ho avuto il pia-cere di apprezzare con orgoglio fisariano, l’impegno e la dedizio-ne dei nostri sommelier, che con

professionalità ed eleganza han-no svolto il servizio dei vino.È davvero una bella squadra, animata da una indiscussa pas-sione, la cui numerosa presenza femminile è balzata agli occhi di tutti, a testimoniare ancora una volta che il mondo del vino si “tin-ge sempre più di rosa”. È questa una realtà tangibile, che la nostra associazione intende potenziare, valorizzando la figura della donna sommelier.le interviste e le immagini di al-cune sommelier FISAR, riportate su quotidiani nazional e sui so-cial network, hanno fatto notizia, offrendo alla nostra federazione un’ampia e meritata visibilità.

Maria Pia Gori - Delegato evento di livello internazionale dove il mondo si incontra.Cuore pulsante della rassegna è l’enoteca, la più importante esposizione di vini italiani, punto di ritrovo dei visitatori.Ho avuto il piacere e l’onore di far parte dei sommelier F.I.S.A.R. che hanno gestito l’enoteca, sempre con eleganza e con un “sorriso” per tutte le migliaia di persone desiderose di assaggia-re ed avere informazioni.Le nostre immagini hanno fatto il giro del mondo, le piccole dif-ficoltà non ci hanno fermato e la presenza femminile ha dato alla squadra una nota “RoSA” in più.

Alessandra RosaSommelier L’evento chiave dell’edizione 2012 del Salone del Gusto e Terra Madre, per quanto riguar-da il mondo dell’enologia, è stato

la presentazione della Guida dei Vini di Slow Food - Slow Wine. evento di grandissimo richiamo e prestigio di cui mi ha particolar-mente colpito la forte connotazio-ne femminile data sia dal numero delle nostre sommelier impegnate nel servizio che dalla presenza numerosa di produttrici e visitatri-ci italiane e del resto del mondo. L’incontro tra queste “anime” del mondo del vino, ognuna con il proprio bagaglio di preparazione e aspettative diverse, ha dato vita a piacevolissimi e divertenti mo-menti di confronto, scambi di im-pressioni, condivisioni e semplici chiacchiere “intorno al bicchiere”.Il fascino del Salone del Gusto è fatto anche di questo: di incontri, di emozioni, di contatti umani. In ogni caso un’esperienza da non perdere (da qualunque lato del bancone vi troviate...).

Clara Gionco - SommelierAscoltare i desideri di un visita-tore, riflettere per capire come compiacerli, scegliere un vino, versarlo con tutte le attenzioni necessarie affinché quella botti-glia abbia l’importanza che merita è il nostro dovere come somme-lier… osservare gli occhi stupiti di chi apprezza un “bicchiere” che tu hai pensato appositamente per quella persona è il nostro più grande riconoscimento.L’amore per il Vino raggiunge la massima espressione di sé quan-do viene condiviso, per questo motivo partecipare a una così importante manifestazione, che racchiude tante eccellenze eno-gastronomiche, è stata una bel-lissima esperienza.

Abbiamo voluto raccogliere, in questo breve contributo, le impressioni direttamente da alcune delle “nostre” donne presenti al Salone del Gusto – Slow Food di Torino.

speciale Salone del Gusto

Page 32: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

spec

iale

Salon

e del

Gusto

30

GRuPPo coMPosTo da soMMeLieR, deLeGaTi e associaTi

GRuPPo di soMMeLieR

La caRica deL MaTTino

iL PResidenTe nazionaLe deL debbioPiLLoni, Rossi, MasTRocicco, ToRRes uRday, deL debbio, Rabachino, TeRzaGo e FRaGoMeni

iL bRieFinG di inizio seRvizio

M. deL debbio, F. caMbiaGhi, i. asToRino,

c. MaRineLLi e L. MasTRocicco

Page 33: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

speciale Salone del Gusto

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 31

GRuPPo di soMMeLieR

GRuPPo di soMMeLieR

iL nosTRo sTand

La consoLe GeneRaLe deL PeRù a ToRino: LiLiana GoMez

de WesTon con i nosTRi soMMeLieR di oRiGine PeRuviana

La FesTa FinaLe

Lujan azuRin MaikeeL LeadRo, PResenza Fissa aL nosTRo sTand

vincenzo FRaGoMeni, caRLin PeTRini (sLoW Food) e FioRenza caMbiaGhi

Page 34: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

I profondi cambiamenti socio-politici avvenuti

negli anni 90 hanno eroso buona parte del-

la superficie vitata nazionale con una perdita

elevatissima di vigneti. Dei 23 mila ettari presenti

negli anni 90 nel 2010 la superficie vitata non su-

perava i 10 mila ha. Dopo la caduta del regime si

sono verificati espianti di massa perchè i vigneti

voluti dal regime erano un simbolo della dittatura

sconfitta. Anche la successiva emigrazione ha

giocato un ruolo importante perché molte terre

coltivate erano ormai abbandonate a loro stesse.

Grazie ad LVIA, ong piemontese storicamente

presente in Albania, è stato possibile attivare un

progetto di sviluppo vitivinicolo nel Nord, finan-

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1

Alla scoperta di una nuova frontiera

enologicadi Roberto Rabachino

Lo sviluppo vitivinicolo dell’Albania è ancora precario anche se è un paese di antica tradizione viticola.“ ”

32

spec

iale

Alban

ia

La cave della Cantina Çobo

Page 35: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 33

ziato con fondi destinati alla cooperazione allo

sviluppo provenienti dal MAe. Andrea Lo Iacono

è il referente e responsabile del progetto ed è co-

lui che oggi incomincia a raccogliere i primi risul-

tati di 2 anni di intenso lavoro.

L’obiettivo specifico del progetto è rafforzare il

tessuto produttivo del mondo rurale a partire da

gruppi di produttori consociati grazie alla crea-

zione di un consorzio di tutela dei vini del Nord

Albania, all’ accesso facilitato al conto-terzismo,

alla creazione di un fondo di microcredito per

l’agricoltura, al supporto tecnico enologico e

alla sperimentazione per valorizzare il vitigno

autoctono Kallmet, vero orgoglio nazionale.

In questo contesto opera Alberto Cugnetto,

enologo viticolo con esperienza internaziona-

le, nonché ricercatore presso l’università di

Torino, grazie alle risorse apportate da LVIA

sta operando per migliorare le produzioni locali,

trasferendo quelle competenze basilari neces-

sarie per poter produrre vini di qualità anche in

aziende famigliari. entriamo nel dettaglio con

alcune domande proprio all’enologo Cugnetto.

Può l’Albania produrre grandi vini ed emergere

nel mercato moderno?

La prima volta che mi parlarono di Albania e mi

proposero di operare in questi territori non avevo

minimamente idea che in questa nazione si pro-

ducessero vini. Dopo due anni di attività, facendo

il pendolare tra Italia e Albania, mi sto rendendo

conto del privilegio viticolo di questa nazione,

riserva di vitigni autoctoni perlopiù sconosciuti,

ma con grandi potenzialità, e che oggi farebbero

la fortuna di molte nazioni produttrici ormai fa-

mose, ma carenti di una identità viticola propria.

Qual è il vitigno con maggior potenziale in Albania?

Grazie al progetto LVIA e al dr. Roland Leka che

mi assiste con grande professionalità e passione,

siamo riusciti ad imbastire una cantina sperimen-

tale ed un laboratorio per fare analisi enologiche.

Questo ha permesso di studiare il vitigno Kallmet

in profondità e, dopo due anni di prove, sono

convinto dell’assoluto valore enologico di questo

vitigno.

È una cultivar esigente, profondamente lega-

ta al territorio in cui viene coltivato, trovando-

si quasi esclusivamente nell’areale che va dal

Mirdita fino al confine con il Montenegro, intorno

al lago di Scutari. Per molti versi è facile asso-

ciare questo vitigno a vitigni ben più blasona-

ti come il Nebbiolo o il Pinot Nero, tutti vitigni

capaci di dare grandi vini da invecchiamento.

Quali difficoltà si incontrano operando in questi

territori?

Lavorare in Albania non è semplicissimo perché

ancora oggi in alcune aree vi sono carenze strut-

turali che mettono in difficoltà le attività agrico-

le. Qui la moderna tecnologia è molto costosa

e talvolta inefficace. Capita di avere assenza di

luce elettrica e acqua potabile a volte per giorni e

quindi bisogna usare bene le proprie conoscenze

pratiche e teoriche. Con un pò di malizia e buona

volontà si possono comunque ottenere ottimi ri-

sultati in contesti famigliari anche poco attrezzati.

speciale Albania

Enologo Alberto Cugnetto

Page 36: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1

Come sarà il futuro vitivinicolo Albanese?

All’Albania oggi mancano essenzialmente tre

cose: il riconoscimento dell’oIV, conformandosi

così agli standard legislativi e produttivi interna-

zionali, il miglioramento del germoplasma viticolo

grazie alla creazione di un vivaismo di qualità in

sinergia con gli enti di ricerca e la definizione di di-

sciplinari di produzione e di organismi di controllo

che permettano di garantire e di identificare con

chiarezza i loro prodotti territoriali. I tempi sono

ormai maturi e l’entusiasmo non manca. Se i pro-

duttori Albanesi sapranno fare associazionismo

vero per promuovere queste linee di sviluppo,

credo che in pochi anni potranno emergere sen-

za grosse difficoltà con prodotti unici e di qualità.

Per capire il citato progetto abbiamo fatto alcu-

ne domande a Andrea Lo Iacono, responsabile

LVIA per l’Albania.

Lo Iacono, ci illustri il progetto e gli obiettivi.

Dal marzo 2010 la LVIA (www.lvia.it) si occupa

del progetto “Costituzione di consorzi di filiera

nelle aree rurali del Nord Albania”, 8957/LVIA/

ALB, finanziato dal Ministero Affari esteri Italiano.

L’obiettivo specifico è quello di “Rafforzare il tessu-

to produttivo del mondo rurale a partire da gruppi

di produttori consociati” è infatti la frammentazio-

ne delle aziende agricole il principale dei problemi

dell’economia delle zone rurali d’Albania.

Quali sono i risultati previsti.

I risultati previsti sono: la creazione di un consor-

zio di tutela dei vini del Nord Albania, l’accesso

facilitato al conto-terzismo, la creazione di un

fondo di microcredito per l’agricoltura e la cresci-

ta delle competenze imprenditoriali.

Per quanto riguarda il primo risultato il progetto

prevede:

1) La creazione di un consorzio di tutela.

2) L’identificazione della tipologia di vino rappre-

sentativa del Nord Albania.

3 La realizzazione di uno studio sulle potenzia-

lità dei vitigni autoctoni.

4) L’assistenza tecnica ai soci in campo ed in

cantina.

5) Attività di promozione del territorio e di valo-

rizzazione dei prodotti.

6) L’impostazione di un sistema a garanzia dei

termini di qualità attraverso il disciplinare di

produzione dei vini e delle uve.

In questi due anni quali obiettivi sono stati raggiunti.

Nei primi due anni di progetto è stato costituito

con 64 soci il Consorzio dei produttori del nord

Albania (www.kvvvsh.org), si sono realizzati 72

giorni di assistenza tecnica agronomica, 394 in-

terventi nelle cantine, 12 giorni di formazione in

enologia (di cui 7 in Italia), 10 fiere dei prodotti

tipici, 6 giorni di formazione nei sistemi di qualità,

un evento di promozione dei prodotti, 5 giorni di

scambio di esperienze con realtà analoghe nei

Balcani. Avviato infine un programma di ricerca

sulle potenzialità dell’uva Kallmet in collaborazio-

ne con la Facoltà di bioteconlogie di Tirana.

34

Andrea Lo Iacono - Lvia Albania

spec

iale

Alban

ia

Page 37: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

con Il Sommelier

ragg iung i l ’obie t t i vo

ne l migl ior rappor to

targe t /prezzo

Concessionaria esclusiva di pubblicità per l’Italia10137 Torino • Corso Siracusa, 152 • Tel. 011 3119090Fax 011 3119548 • [email protected]

Organo Uffi ciale della FISARFederazione Italiana Sommelier

Albergatori Ristoratori

Page 38: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 136

All’interno di una strut-

tura del Ministero

dell’Agricoltura a

Tirana accolti dal Direttore del

dicastero Fahri Isaj abbiamo

incontrato alcuni produttori e

degustato pubblicamente i loro

vini serviti al sommelier albane-

se Gentian Rraboshta. ecco

il risultato della degustazione.

Uka, Merlot 2010, Tirana,

centro Albania

Intensità colorante media di un

bel rosso rubino, al naso ha

una buona finezza olfattiva e un

frutto ben espresso, anche se i

descrittori tipici del Merlot non

sono molto espressi. In bocca è

elegante ed equilibrato con tan-

nini ben evoluti. Vino pronto da

bere.

Bardha, Merlot 2009,

Durazzo, centro Albania

Buona intensità coloran-

te, rosso rubino con riflessi

I vini in degustazione

I partecipanti alla degustazione presso il Ministero Agricoltura di Tirana

spec

iale

Alban

ia

Page 39: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

leggermente evoluti. Al naso è

intenso, fruttato, con delle leg-

gere note erbacee e speziate.

Al gusto è secco, pieno, di giu-

sta sapidità e sorretto da una

equilibrata presenza di tannini.

Duka, Merlot 2009,

Durazzo, centro Albania

ottima intensità colorante,

rosso rubino pieno, Al naso è

ricco ed intenso, con delle leg-

gere note speziate, e frutta sot-

to spirito in evidenza. Anche al

gusto è intenso, ricco, morbido,

sapido e di buona persistenza.

Kajoshi, Kallmet 2011,

Shtoj i ri, nord Albania

Vino di media intensità colo-

rante, caratteristica del vitigno.

Rosso rubino con riflessi violet-

ti. Al naso spiccano i frutti rossi

e di sottobosco, il corniolo in

particolare. Note floreali ben

espresse come la viola. Buona

speziatura che ricorda il pepe

verde e la cannella. In bocca è

ricco e discretamente sapido,

con tannini ancora in evidenza

ma adeguati ad accompagnare

un piatto importante.

Miqesia, Kallmet 2009,

Koplik, nord Albania

Vino di media intensità co-

lorante, rosso cupo. Al naso

spicca la cigliegia marasca ed

i piccoli frutti. Sentori empireu-

matici come la liquirizia. Buona

speziatura che ricorda i chiodi

di garofano. In bocca è me-

diamente strutturato e discre-

tamente sapido, con tannini

abbastanza evoluti e morbidi.

Vino pronto da Bere

Kallmeti, Kallmet 2009,

Kallmet, nord Albania

Buona intensità colorante in re-

lazione al vitigno, Rosso rubino

con leggeri riflessi aranciati ad

indicare un vino non proprio

giovane. Al naso è ricco e pie-

no con una ottima intensità ol-

fattiva. Leggera empireumatica,

cacao e caffè che si fonde con i

descrittori tipici del Kallmet, ov-

vero i piccoli frutti e la cigliegia.

Speziatura intensa. In bocca è

caldo ed equilibrato con tannini

ancora in evidenza ma piacevoli.

Arberi, Kallmet 2007,

Rreshen, nord Albania

ottima intensità colorante in re-

lazione al vitigno. Rosso rubino

con riflessi violetti ancora in evi-

denza. Al naso è molto intenso

con un panorama di descrittori

ampio. Il frutto non manca e

anche il legno è ben dosato,

con note boisè ben elevano il

prodotto. In bocca è un vino di

gran corpo, sapido e con tan-

nini morbidi. Pronto da bere

ma sicuramente ancora longe-

vo in bottiglia.

Stone Castle, Cabernet

Sauvignon 2010, Rahovec

Buona intensità colorante,

rosso rubino con riflessi vio-

letti. Vino di buona intensità

olfattiva con i caratteri tipici del

Cabernet in evidenza.

Note vegetali e piccoli frutti in

evidenza. In bocca il vino è di

medio corpo con buona acidità

e sapidità. Tannini ben dosati.

Vino pronto da bere.

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 37

L'Enologo della Cantina Duka Durres

Frank Kaçorri della Cantina Arberi di Mirdita

speciale Albania

Page 40: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 138

L’ultimo mio viaggio in

Albania questa volta non

era per problemi vari

familiari ma era un bel

viaggio fatto alla sco-

perta della cultura eno-

logica del mio paese.

In Albania, fino a pochi

anni fa, la produzione

del vino si faceva con metodi settecenteschi e io

ero una di quelle albanesi che non comprava mai

una bottiglia di vino a Tirana perché non avevo fi-

ducia nella qualità di quel prodotto. e mi sbagliavo.

Grazie anche al contributo che l’Italia il mio Paese

ha sorprendentemente e notevolmente migliorata la

qualità dei suoi prodotti ( e i miei connazionali hanno

potuto capire che un vino con una buona tecnica,

con il cuore e non solo per guadagnare.). La mia

scoperta parte dalla degustazione casuale di un

vino albanese. Il dubbio: è davvero un vino albane-

se!!?? Incredibile. era proprio un ottimo vino alba-

nese. Possibile? La curiosità mia ha spinta a par-

tecipare attivamente alla visita descritta in questo

servizio. Il mio compito era fare vedere la viticultura

del mio paese e far conoscere i miei compaesani

che avevano iniziato a fare il vino.

Che emozione. Sentivo dare consigli ai neo pro-

duttori e mi emozionavo nell’ascoltare gli apprez-

zamenti sul livello di qualità raggiunto. Che bello!

Le mie lacrime e quel-

le di mio fratello, che ci

accompagnava, erano

giustificate. Credetemi!

Accompagnare un grup-

po di esperti e sentire tanti

sinceri apprezzamenti giu-

stificava ampiamente la

nostra emozione.

L’anno scorso si sono festeggiati i 150 anni dell’uni-

tà d’Italia e le bandiere Italiane ondeggiavano in ogni

balcone. Anche sul mio ce n’era una. Non sono ita-

liana, ma mi sento tale. Quest’anno sono i 100 anni

dell’Indipendenza in Albania. Altrettanto le bandie-

re sventolano, rosse, sui balconi e nelle strade di

Tirana.

Sul mio balcone non ondeggiava nessuna bandiera,

non perché non mi sento Albanese, ma perché non

c’è bisogno di farlo vedere a tutti. Io sono e morirò

Albanese. e tanta è la voglia di dare un contributo

alla mia Albania. Da oggi per me tutto è cambiato.

Anche io voglio essere protagonista della crescita

del mio Paese e lo farò accompagnando il vino pro-

dotto nella mia Terra.

Credo e spero di essere pronta per farlo. Non lavo-

rerò certo da solo ma insieme ai tanti amici italiani

ed albanesi che ogni giorno con le loro azioni mi

iniettano entusiasmo e la voglia di fare.

La mia scoperta sui vini albanesi di Daniela Mecaj, sommelier FISAR di origini albanesi

La sommelier FISAR Daniela Meçaj e Eduard Meçaj

Page 41: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 39

Kokomani, Shen Mihill 2010, Durazzo

centro Albania.

Vino di un bel rosso granato di buona in-

tensità. Al naso è molto fine ed elegante

con una buona intensità olfattiva che ricor-

da i piccoli frutti e la ciliegia. Anche la rosa

è ben espressa. In bocca è concentrato e

molto bilanciato, gusto lungo e di buona

sapidità. Vino pronto da bere.

Merlot vila Shehi 2010,

Tirana centro Albania

Grande intensità colorante, rosso rubino

con riflessi bluastri.

Al naso è ricco e pieno, frutti rossi e

piccoli frutti in evidenza. Mora e Cassis

nero, con una leggera nota vegetale che

ricorda la foglia di pomodoro. Vino che

rispecchia in pieno le caratteristiche va-

rietali del Merlot.

In bocca è fresco e fruttato anche se la

nota alcolica si fa sentire, intenso e lungo

con una maturità del frutto ottimale.

Tannini evoluti al punto giusto.

Cobo, Riserva 2007,

Berat, sud Albania

Vino di grande intensità colorante, rosso

cupo con riflessi leggermente aranciati.

Al naso è ricco. Frutta matura, prugna e

cigliegia predominano con note boisè in

evidenza ma ben dosate. Anche il caf-

fè, il cioccolato e la liquirizia sono ben

espressi. Vino che deve essere lasciato

in bicchiere qualche minuto per esprime-

re il potenziale.

In bocca è concentrato e caldo, equili-

brato nella componente tannica, con una

buona lunghezza gusto/olfattiva.

Visita all'Enoteca Kallmeti

Visita alla cantina Bardha - Durres

Visita alla Cantina Uka - Tirana

Page 42: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 140

Il sogno di affiancare l’espe-

rienza e la filosofia Slow

Food al patrimonio di bio-

diversità e cultura diffuso sul

territorio abitato da albanesi

diventa sempre più vero.

Grazie all’impegno dei produt-

tori albanesi, alla visione di al-

cuni caparbi attori del settore

eno-gastronomico e al lavoro

assiduo di alcune oNG che da

anni operano nel territorio a so-

stegno dei piccoli produttori, in

questo 2012, a 100 anni dalla

proclamazione dell’indipenden-

za, l’Albania ha portato i propri

prodotti nel paniere mondiale

del Salone del Gusto.

Da qualche anno Slow Food

guarda con interesse a questa

parte dei Balcani, unica rimasta

senza il riconoscimento di un

presidio. Inutile ricordare che

50 anni di regime comunista

hanno segnato la cultura rurale

del popolo albanese, afferman-

do il primato della produzione

massificata sulla qualità e fram-

mentando le competenze su

tutte le filiere, ovvero applican-

do i principi della produzione

industriale a quella agricola.

spec

iale

Alban

iaMomenti unici

di Andrea Lo Iacono

A 100 anni dalla proclamazione dell’indipendenzal’Albania ha portato i propri prodotti

nel paniere mondiale del Salone del Gusto.

Page 43: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Dalla costituzione del pri-

mo Convivium Slow Food in

Albania, l’immagine e la qualità

dei prodotti locali è cambiata

molto, in primo luogo agli occhi

degli albanesi stessi, che per

venti anni hanno vissuto una

“moda esterofila” che negava

dignita’ ai propri prodotti.

Con la partecipazione al Salone

del Gusto vi è stata la possibi-

lità di mostrare, con orgoglio,

un’immagine nuova dell’Alba-

nia che affonda le radici su più

di due millenni di viticoltura, oli-

vicoltura e pastorizia.

Lo stand dei prodotti albanesi

ha portato solo alcuni esem-

pi dal territorio: porcini sec-

chi, marmellata di mirtillo, raki

dalle montagne del Kelmend;

vino Kallmet dalla Regione di

Scutari; olio di oliva da elbasan;

raki, glikò e vino Debine da

Permet, questo solo per elen-

care i principali prodotti.

Il Kallmet, vitigno autoctono

di cui è documentata la colti-

vazione in Albania da secoli, è

stato rappresentato con tre vini

giovani.

Il Kallmet 2011, prodotto dal

Consorzio del nord Albania

all’interno di un programma di

ricerca viticola e enologica, è

un vino franco, ma che non na-

sconde le proprie virtù, anzi le

esalta rispetto ai prodotti com-

merciali (per maggiori informa-

zioni si consulti il sito www.

kvvvsh.org).

Il Kallmet 2011, della cantina

ersi, prodotto con uve del-

la zona di Naraç e Hajmel,

(Kallmet all’80%, Merlot al 15%

e Tempranillo al 5%), presen-

ta un profilo più internazionale,

con un blend studiato per non

corrompere le caratteristiche

dell’uva autoctona, ma per re-

galare una sapidità più morbida

e un colore più intenso.

Il Sapa e Vjeter, della can-

tina AMT, (Kallmet all’80%,

Montepulciano d’Abruzzo al

20%), è il vino più corposo e al-

colico dei tre.

In generale la curiosità per i tre

vini è stata ripagata da un ap-

prezzamento sincero.

Sono certo che i lettori di questo

articolo che hanno avuto l’occa-

sione di degustarli, ricordino con

chiarezza l’impressione avuta.

Siamo ancora lontani dal poter

offrire agli interessati in Italia e nel

mondo questi sapori, invitiamo

dunque tutti coloro che deside-

rano avere esperienza dell’ospi-

talità del popolo albanese, dei

paesaggi montani e dei sapori

di questa parte dei Balcani, a

venire a conoscere il paese delle

aquile, ancora per poco ai confi-

ni dell’europa unita.

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 41

speciale Albania

Page 44: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

namicità e di offrire una experience ad alto valore aggiun-

to. – ha spiegato Silvia Marinelli, Responsabile Marketing di

Cantine Riondo – Inoltre, forti dell’esperienza che abbiamo

maturato con iSpritz e Pink Limited Edition, stiamo lavorando

per attivarci sui canali social, Facebook, Twitter e You Tube

così da interagire e dialogare direttamente con il consuma-

tore finale.”

CANTINe RIoNDo S.P.A. - www.cantineriondo.com

GIÀ - SeNZA SoLFITI AGGIuNTIÈ sul mercato il “GiA’ RoSSo 2012” Fontanafredda, un vino

che nasce da una consapevole e diversa filosofia imprendi-

toriale. Il rispetto integrale del territorio e dell’ambiente circo-

stante, la naturalità della vigna e della cantina permettono di

ottenere vini correlati ad una precisa identità territoriale, mai

disgiunta da un’eccellente qualità organolettica. Fattori che si

integrano alla perfezione alla tutela della biodiversità dell’agri-

coltura e alla sostenibilità ambientale. A Fontanafredda, da

anni, sono aboliti concimi chimici e diserbanti, ridotti sensi-

bilmente i solfiti, così come packaging eccessivi e inquinanti.

Il nuovo “GiA’ RoSSo 2012” è ottenuto adottando nuove

tecniche in vigneto e in cantina, senza aggiungere solfiti nel

vino. Il contenimento del grado alcolico si ottiene innanzitutto

in vigna, con l’utilizzo di varietà a maturazione precoce, con

la gestione attenta dei tempi di vendemmia e con un partico-

lare controllo delle rese per ettaro, mentre in cantina si punta

all’utilizzo in vinificazione di lieviti a ridotta efficienza nella pro-

duzione di alcol e soprattutto con una strumentazione ade-

guata allo scopo, basandosi su tecniche puramente fisiche e

non chimiche che consentono di contenere il grado alcolico,

fermi restando i limiti minimi previsti dal disciplinare

di produzione. Pertanto non sono compromesse

la personalità e le caratteristiche che gli derivano

dalle uve nobili con cui è prodotto. Con soltanto

11 gradi di alcol è tra i vini D.o.C. e I.G.T. italiani

a più ridotto tenore alcolico. Dal punto di vista

organolettico la minore gradazione permette

di evidenziare in modo più preciso i caratteri

gusto-olfattivi del prodotto, esaltandoli; pre-

senta, infatti, un equilibrio ideale tra la fresca

acidità, il bouquet intenso e fruttato, la mor-

bidezza vellutata e la buona struttura. Ideale

da aperitivo, facilmente abbinabile a qualsiasi

tipo di piatto, in particolare i primi leggeri, le

insalate, la pizza.

FoNTANAFReDDA - www.fontanafredda.it

le notizie di enogastronomia e turismo

oNLINe IL NuoVo SITo CANTINeRIoNDo.CoMFruibilità, emozione, immediatezza e dinamicità, sono solo

alcuni dei tratti distintivi del nuovo cantineriondo.com, una

piattaforma virtuale pensata per permettere ad un pubblico

eterogeneo di interagire con l’azienda e di scoprire tutti i suoi

brand. A livello di concept, si è optato per una grafica pulita

e lineare, capace di adattarsi alle mutevoli esigenze di comu-

nicazione: sin dalla home page, finestra virtuale sul mondo

Riondo, il visitatore ha infatti una panoramica chiara dell’offer-

ta aziendale, grazie a diversi box che mettono in rilievo tutte

le novità sull’azienda, i brand e i prodotti. Contenuti dinamici

che rispondono alcuni, come i premi e la rassegna stampa,

ad esigenze istituzionali, ed altri, come le news e box dedi-

cati a Pink Limited edition, iSpritz e Soave Castelforte, che

rimandano direttamente ad alcuni prodotti, favorendo un’im-

mediata fruibilità. Molto interessante inoltre la nuova sezione

“Abbinamenti e ricette” che, grazie ad una selezione in con-

tinuo aggiornamento

di gustosi manicaretti,

spiega come preparare

un pranzo o una cena in

compagnia dei vini Riondo. Proseguendo nella navigazione,

l’utente potrà andare alla scoperta dei diversi brand, ognuno

dei quali con una propria homepage identificativa ed uno sli-

deshow dei vini che vi appartengono. Cliccando sul prodot-

to d’interesse sarà possibile non solo visualizzare la scheda

tecnica ma anche leggere articoli, visualizzare premi ottenuti

e consultare le ricette relative a quest’ultimo. Ancora, si potrà

direttamente esprimere il proprio apprezzamento con i plug

in social e, non ultimo, scaricare in pdf la scheda tecnica ag-

giornata. Particolarmente intuitiva anche la mappa che rap-

presenta la distribuzione geografica di Riondo: osservando il

mappamondo si potrà infatti riconoscere immediatamente i

Paesi in cui Riondo è presente e, grazie al form disponibile,

chiedere informazioni di approfondimento sullo stato di inte-

resse. Altrettanto semplice il form per contattare l’azienda:

un touch point immediato con cui l’utente potrà indirizzare

la propria richiesta direttamente al dipartimento di proprio

interesse. Concepito per essere responsivo, ovvero per mo-

dularsi e adattarsi ai diversi supporti, cantineriondo.com

è disponibile in italiano e presto anche in inglese, con con-

tenuti dedicati al pubblico di Riondo worldwide. “Abbiamo

voluto creare un’interfaccia virtuale tra noi e i nostri pubblici

di riferimento che ci permettesse di esprimere la nostra di-

a cura della redazione di

Page 45: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

le notizie di enogastronomia e turismo

a cura della redazione di

Assessore alla Moda,

eventi ed expo,si è

svolta una importante

lotteria di solidarietà

(in palio, oltre alle bot-

tiglie di Bonarda della

già citata Azienda di

Antonio Faravelli, un

weekend benessere, una giornata di carnevale a Venezia e

tanto altro), i cui proventi sono stati devoluti all’Associazio-

ne Italiana Glicogenosi. Durante la serata è stato proiettato

un filmato inedito sulla vita della famosa cantate lirica scom-

parsa a Parigi il 16/9/1977, con immagini che raccontano i

grandi trionfi, amori e personaggi che hanno fatto parte della

sua intera carriera e con l’esposizione di abiti di alta moda

ispirati ai personaggi Wagneriani e Verdiani da lei interpre-

tati e dall’esibizione canora di Daniela Ferrari (Milano Swing

Italiano).

LoGLIo DI SoPRA - www.golfandwine.it

CoLLAVINI AL CoNCoRSo eNoLoGICo INTeRNAZIoNALeSono 57 i vini del Friuli Venezia Giulia iscritti al Concorso enologico internazionale, svoltosi alla Fiera di Verona dal 12 al 16 novembre 2012. Attribuite una Medaglia d’oro, una Medaglia d’Argento e 15 Gran Menzioni. Verona, 20 novem-bre 2012. una Medaglia d’oro al Broy Bianco DoC Collio 2010 e una Medaglia d’argento al Forresco Rosso DoC Colli orientali del Friuli 2005: è questo il risultato ot-tenuto dalla eugenio Collavini Viticoltori Srl di Corno di Rosazzo (udine) al 20° Concorso enologico Internazionale, la “coppa del mondo” del vino svolta-si alla Fiera di Verona dal 12 al 16 novembre scorsi e che anticipa la 47a edizione di Vinitaly (Veronafiere, 7-10 aprile 2013 - www.vinitaly.com). Nel corso della manifestazione, i 57 vini del Friuli Venezia Giulia presenti hanno conquistato anche 15 Gran Menzioni. Con 70 medaglie assegnate, su un totale di 2.269 campioni esaminati prove-nienti da 23 Paesi, il Concorso enologico inter-nazionale si conferma anche quest’anno come il più selettivo e rigoroso al mondo. Il concorso è organizzato da Veronafiere in collaborazione con Assoenologi, con il patrocinio del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, del Ministero del-lo Sviluppo economico, dell’oiv e dell’union Internationale des oenologues.

CoLLAVINI - www.fontanafredda.it

PReMIo eNo-LeTTeRARIo SANTA MARGHeRITAVII eDIZIoNeIn una piacevole serata all’insegna della cultura e dell’enoga-

stronomia, nella prestigiosa cornice del Four Seasons Hotel

di Milano, sono stati proclamati i tre vincitori della settima edi-

zione del Premio eno-Letterario Santa Margherita, realizzato

in collaborazione con Librerie Feltrinelli. La giuria, composta

da personaggi di rilevanza nazionale, ha selezionato i pri-

mi tre raccon-

ti, tra gli oltre

mille pervenuti.

Con questi nu-

meri il Premio

si conferma un

appuntamento

importante per

scrittori emer-

genti che, grazie

a questa iniziativa culturale, realizzano il sogno di editare un

bestseller, in oltre 300.000 copie. I racconti andranno infatti

allegati, come retroetichette, alle bottiglie Santa Margherita

Pinot Grigio Valdadige D.o.C., Chardonnay Trentino D.o.C.

e Müller Thurgau Frizzante Vigneti delle Dolomiti I.G.T. che

verranno spedite in tutto il mondo. I vincitori:

Alessandro Di Mase

1° classificato con il racconto “Criminal Wine”

Silvia Cerioli

2° classificata con il racconto “Il pranzo di Marcella”

Barbara Gramegna

3° classificato con il racconto “o tempùra! o mures!”

Santa Margherita quindi prosegue anche quest’anno la sua

opera di sensibilizzazione del mondo enogastronomico ab-

binato alla cultura, allo scrivere e al leggere, che ha già’ coin-

volto con successo negli anni migliaia di appassionati.

SANTA MARGHeRITA S.P.A. - www.santamargherita.com

È BuoNo e FA DeL BeNeÈ stato il vino di Golf and Wine, l’Az. Agricola Loglio di Sopra di

Montù Beccaria (PV) uno dei protagonisti dell’evento di bene-

ficenza organizzato giovedì 20 dicembre 2012 da elisabetta

Invernici dell’associazione CALLAS&FRIeNDS per celebrare

l’incontro tra Maria Callas e la città di Milano. Durante la se-

rata infatti, nella splendida cornice di Palazzo Isimbardi, sede

della Provincia di Milano, con la presenza di Silvia Garnero,

Page 46: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Wine Awards (Regno unito); Mundus Vini (Germania); Concours Mondial de Bruxelles (Belgio); Wine Spectator (uSA); Sélections Mondiales des Vins (Canada); Decanter Asia (Hong Kong); Japan Wine Challenge (Giappone). Stabilitasi da alcuni anni nello sfarzoso Palazzo di Brimont, in centro a Reims, Jacquart è entrata nella cerchia delle più grandi e pre-stigiose Case di Champagne. Le tre

unioni di viticoltori che compongono la Maison Jacquart rap-presentano 2400 ettari di vigne ripartite come un mosaico – da qui il nome delle cuvée – sulla Montagne de Reims, nella Vallée de la Marne e lungo la Côte des Blancs e la Côte des Bar, vale a dire uno dei più vasti territori di approv-vigionamento della regione champenois. In questo panora-ma variegato i maestri di cantina Jacquart selezionano gli Chardonnay, i Pinot Noir e i Pinot Meunier che compongono le cuvée, per dare a ognuna di loro un’identità inimitabile. Lo stile Jacquart, caratterizzato da vivacità e immediatez-za, privilegia una vinificazione brillante e gradevolissima, e un invecchiamento che va ben oltre le esigenze della deno-minazione. ogni pezzo della collezione Jacquart fa nascere sensazioni ed emozioni uniche, così da soddisfare i desideri di tutti gli intenditori.FRATeLLI RINALDI IMPoRTAToRI - www.rinaldi.biz

uN DoLCe BRINDISI AL FuTuRounità della filiera, strategie comuni per conquistare nuovi mercati e consolidare aree di vendita già acquisite, traspa-renza nella gestione delle risorse, volontà di valorizzare sem-pre e comunque l’Asti DoCG e il Moscato d’Asti DoCG, in Italia e all’estero. Sono i “messaggi in bottiglia” lanciati nel grande mare del moscato dai vertici del Consorzio di Tutela dell’Asti nel corso del summit che si è tenuto giovedì 6 di-cembre a Nizza Monferrato, nell’Astigiano, sotto le antiche volte del Foro Boario di piazza Garibaldi. un incontro-forum, intitolato in modo significati-vo “un dolce brindisi al futuro”, fortemente voluto da Gianni Marzagalli e Giorgio Bosticco, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio, a cui hanno partecipato oltre 300 tra giornalisti e operatori del settore che per quasi due ore hanno ascoltato gli interventi dei relatori coordinati dal gior-nalista Sergio Miravalle. Presenti i rappresentanti del Ctm, il movimento che preserva tradizioni e cultura del mosca-to, di Assomoscato, delle enoteche regionali di Mango e Canelli, di Coldiretti, di Cia, di Confagricoltura e dei Comuni

le notizie di enogastronomia e turismo

CoNSoRZIo CAPRIANo DeL CoLLe, oRA CHIAMATeLo “MoNTeNeTTo”Il Consorzio del Capriano del Colle Doc cambia nome e di-venta “Consorzio Montenetto”: una decisione maturata con l’intento di identificare compiutamente i vini della storica Doc bresciana con il terroir di produzione. Vendemmia 2012: quantità -25%, qualità ok, con produzione potenziale a quota 378 mila bottiglie. “La scelta è stata assunta dall’assemblea dei soci e condivisa da tutti i produttori della zona – afferma Maria Grazia Marinelli, presidente del Consorzio che associa 25 aziende - La volontà era innanzitutto quella di unificare sotto una bandiera comune le realtà che operano nei tre comuni inseriti nel disciplinare della Doc, ovvero Capriano, Flero e Poncarale. L’obbiettivo primario rimane tuttavia quel-lo di identificare pienamente i nostri vini con quello che a tutti gli effetti è il loro terroir di produzione, ovvero il Monte Netto, 400 ettari di parco, verde e vigneti a pochi minuti di distanza dalla città”. Il cambiamento riguarderà per il mo-mento unicamente il nome del Consorzio, che per il resto continuerà a tutelare sia la Doc Capriano del Colle che l’Igt Montenetto di Brescia, in attesa che l’iter burocratico porti ad un progressivo allineamento anche delle denominazioni dei vini. Divenuto da pochi anni Parco Agricolo Regionale, tramite l’adozione di una misura che punta a salvaguardarne le peculiarità ambientali, il Monte Netto ospita la totalità degli oltre 80 ettari vitati del comprensorio, dai quali arrivano an-nualmente circa 58 tonnellate di uva (al 70% a bacca rossa).

Conclusa da poco, la vendem-mia 2012 ha fatto registrare un passivo in termini quantitativi pari al -25%: la produzione potenziale dell’annata sfiorerà le 378 mila bottiglie. Le previ-sioni qualitative sono decisa-mente positive: i rossi 2012,

in particolar modo, si prospettano fin d’ora particolarmente eleganti ed equilibrati.CoNSoRZIo VINI MoNTeNeTTo - www.consorziovinicapriano.it

CHAMPAGNe JACQuARTuN 2012 TRIoNFALeÈ stato un anno trionfale, il 2012, per lo Champagne Jacquart: ai concorsi internazionali di quest’anno la Maison ha infatti ottenuto 32 fra premi e riconoscimenti di prestigio, a 11 manifestazioni di alto livello tenutesi in europa, America e Asia: Gilbert & Gaillard (Francia); Decanter WWA (Regno unito); IWSC (Regno unito); IWC (Regno unito); Sommelier

a cura della redazione di

Page 47: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

le notizie di enogastronomia e turismo

a cura della redazione di

del Moscato. Da tutti sono arrivati appelli alla necessità di compattare un settore troppo spesso, in passato, lacerato da divisioni con la volontà di lavorare e collaborare insieme. Dichiarazioni pubbliche che sovente hanno preso spunto dai dati sul comparto presentati da Giorgio Bosticco. una “fotografia” precisa, puntuale che ha fornito un identikit non solo del mercato e delle vendite, ma anche dei consumatori indicando quello che bisognerebbe fare per incrementare e mantenere posizioni commerciali di leadership. Tra gli ele-menti più significativi la necessità di rivitalizzare il mercato na-zionale che ancora segna il passo soprattutto nel Nord Italia, la volontà di recuperare terreno negli usa dove la flessione si è fatta sentire di più, la determinazione a valorizzare la de-nominazione su mercati strategici come Germania e Russia, progetti su nuovi paesi con potenzialità di vendita (Cina e India). Infine il saluto del presidente Marzagalli. Che ha detto: “Sono qui a disposizione della filiera e per lavorare ad un grande progetto di valorizzazione e promozione dell’Asti e del Moscato d’Asti DoCG che deve vederci tutti uniti e de-terminati a raccogliere e vincere sfide future impegnative e difficili”. Marzagalli ha anche anticipato alcune novità per un ricompattamento della filiera “che è l’unica arma efficace per garantire sempre più dolci brindisi al futuro”.CoNSoRZIo PeR LA TuTeLA DeLL’ASTI www.astidocg.it - www.astidocgblog.it

ALTA LANGA DoCG: IL MeToDo CLASSICo oRGoGLIo DeL PIeMoNTeÈ partita “orgoglio Piemontese”, la cam-pagna di presentazione e comunicazione dello spumante metodo clas-sico che rappresenta l’ultima vera grande no-vità del comparto vitivi-nicolo regionale. “Abbiamo in mano un prodotto fantastico, che sta sicuramente almeno alla pari con Franciacorta, sol-tanto con meno numeri”. Così ha dichiarato lo scorso 20 no-vembre, alla Fondazione Mirafiore di Fontanafredda, oscar Farinetti, in apertura dell’evento dedicato all’Alta Langa DoCG, il brut metodo classico della tradizione piemontese. “Il nostro obiettivo ora è riuscire a inserirlo nella rete dei risto-ranti piemontesi, impresa facile solo in apparenza - ha quindi proseguito, con un pizzico della sua consueta vis polemica - “Dico questo perché so che la colpa è qualche volta anche nostra, convinti come siamo un po’ tutti da queste parti che “l’erba di casa non è mai buona…!”. Gli ha fatto eco il presi-

dente del Consorzio di Tutela Alta Langa Lamberto Vallarino Gancia: “Lo spumante è un prodotto dell’orgoglio piemonte-se, nato qui e ora giustamente qui ritornato. Oggi sul mercato italiano ci siamo anche noi, con i nostri 70 ettari e i nostri 12 produttori, che sicuramente aumenteranno nel prossimo futuro. Fermo restando, però, che il nostro è un prodotto di grandissima nicchia: solo millesimato e solo grandi annate. Nemmeno lo champagne può dire altrettanto!”www.altalangadocg.com

CReSCe L’IMPeGNo DI BAYeR CRoPSCIeNCe PeR L’AGRICoLTuRA ITALIANA“L’innovazione è nel no-stro DNA, ma il successo delle nostre soluzioni na-sce da una ricetta stori-ca fatta di più ingredienti come ricerca, ascolto e collaborazione”, dichiara Karina von Detten, amministratore delegato di Bayer CropScience srl. un esempio concreto è la recente acquisizione di AgraQuest, leader nella produzione di prodotti biologici per la protezione delle colture. “Questo non è un cambiamento di rotta, ma un passo co-erente con l’approccio costante di un’azienda aperta che ha sem-pre cercato di offrire le soluzioni più sostenibili per creare valore per tutti”, ha sottolineato von Detten. Noi crediamo in una sostenibilità concreta che si raggiunge con il tempo attraverso collaborazioni e progetti finalizzati a preservare il nostro pianeta, assicurare il benes-sere per le generazioni presenti e future ed essere economicamen-te fattibili. Per questo collaboriamo con gli attori della filiera mossi dagli stessi obiettivi”, conferma von Detten. A cominciare dalla vite da vino con Magis vino, che nel 2013 raggiungerà la certificazione, passando poi alla frutta, agli ortaggi, fino al progetto GranFiliera de-dicato al grano duro. Continua, inoltre, la comunicazione attraverso Coltura&Cultura con i volumi “le insalate” e “gli agrumi”. Innovare vuol dire anche ascoltare e capire un nuovo bisogno. e Bayer lo ha fatto creando per prima in Italia un catalogo dedicato agli “Hobby Farmers”, oltre un milione di persone che non sono agricoltori pro-fessionisti ma neanche semplici amanti del giardinaggio, che voglio-no coltivare personalmente la loro frutta e i loro ortaggi ma necessi-tano di un servizio a loro dedicato. Da ultimo, il 2013 sarà per Bayer un anno storico importante. Infatti, il Gruppo festeggerà il 150° anni-versario dalla sua fondazione che sarà celebrato con diversi eventi in tutto il mondo. un’occasione per ribadire l’impegno del Gruppo per contribuire sempre di più a migliorare la vita delle persone, in linea con il concetto di “better life”.

BAYeR CRoPSCIeNCe ITALIA - www.bayercropscience.it

Page 48: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Anzitutto sgombriamo ogni dubbio: Il Vino

Santo Trentino non è il Vinsanto Toscano.

Ha in comune solo il fatto di essere un

vino da dessert e una somiglianza nel nome che

molte volte fa per così dire “irritare” i produttori o

i commercianti delle enoteche perché spesso chi

degusta o vuole acquistare una bottiglia di Vino

Santo Trentino, e non è particolarmente esperto,

come prima domanda in genere dice: “È prodot-

to come il Vinsanto Toscano?”. Vedremo invece

che sono due mondi diversi.

Anzitutto la zona di produzione è la cosiddetta

Valle dei Laghi conosciuta per i suoi 7 laghi, si-

tuata a sud del Trentino lungo il fiume Sarco fino

all’estremità nord del lago di Garda. Qui il micro-

clima è mite e mediterraneo, dovuto all’influenza

del lago di Garda. La Nosiola è il vitigno utilizzato

in questo territorio dove trova il suo habitat ide-

ale. Il vitigno è autoctono, il nome Nosiola deriva

da Nosela, un termine dialettale che sta significa-

re nocciola selvatica che è poi l’aroma dominante

dei vini fatti con questa varietà. Anche il colore

dei tralci e una certa croccantezza della bacca

ricordano la nocciola. Il vitigno è usato anche

per la produzione di vini bianchi fermi ma la sua

maggiore espressione la troviamo in questa ti-

pologia che tra l’altro richiede anche una spe-

cifica età produttiva per questa vite affinché si

possa produrre il Vino Santo.

Le viti devono avere almeno 15 anni di vita per-

ché riescono a dare un frutto per il lunghissimo

appassimento, devono cioè aver perso la esu-

beranza produttiva giovanile; sono posti in pochi

e distinti appezzamenti, solo il 10% dei vigneti di

Nosiola della Valle dei Laghi ed è ritenuto idoneo

dai produttori per l’appassimento quindi poco più

di 10 ettari complessivi in tutto per i sei produttori

esistenti. Per produrlo si utilizzano solo i grap-

poli spargoli (quelli con acini radi). Tutto questo

fa comprendere la rarità della

”Il Vino Santo nasce intorno ai primi del 1800

e per vari decenni generazioni di contadini hanno dato il loro contributo evolutivo nella sua produzione.

di luca iacopini e massimo Bracci

Il Vino Santo Trentino: la riscoperta di una

perla enologica

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 146

Page 49: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 47

Nosiola da Vino Santo e di conseguenza il suo

giusto costo.

Il Vino Santo nasce intorno ai primi del 1800 e

per vari decenni generazioni di contadini hanno

dato il loro contributo evolutivo nella sua produ-

zione. Durante questo secolo, fino ai primi anni

del Novecento, il Vino Santo raggiunge la sua

massima fama, essendo conosciuto nei più im-

portanti centri d’europa, da Vienna, a Mosca, da

Parigi a Londra. Successivamente le due Guerre

Mondiali segnano un offuscamento arrivando

quasi alla completa sospensione della produ-

zione. Solo all’inizio degli anni Sessanta alcune

cantine e i loro produttori associati decidono di

farlo rinascere fino ad arrivare nel 2002 alla for-

mazione di un’associazione specifica che li tutela

e li contraddistingue: l’Associazione Vignaioli del

Vino Santo Trentino DoC. La zona di produzio-

ne riguarda i comuni di Arco, Calvino, Cavedine,

Drena, Dro, Lasino, Nago-Torbole Padergnone,

Riva del Garda, Tenno e Vezzano. Il disciplinare

prevede almeno l’85 % di Nosiola più altri viti-

gni autorizzati non aromatici. Le uve raccolte e

selezionate vengono disposte su apposite cas-

sette con un fondo in rete metallica dette Arèle

e trasferite negli appassitoi dove resteranno

vari mesi fino a Marzo. La tradizione vuole che

l’operazione di pigiatura avvenga nella Settimana

Santa. ecco il perché dell’origine del suo nome.

L’appassimento è sempre un’operazione difficile

e delicata ma fondamentale per la qualità del vino

che si otterrà. Vi sono diversi fattori che vanno te-

nuti costantemente sotto controllo: il giusto calo-

re, una adeguata ventilazione e un ottimale grado

di umidità permettono quindi un corretto sviluppo

sugli acini d’uva della Botrytis Cinerea, la cono-

sciuta muffa nobile di fondamentale importanza

nella produzione dei vini dolci. Questa penetra

nelle pareti delle cellule dell’acino determinando-

vi quelle alterazioni che arricchiscono l’acino di

aromi molto particolari. La Botrytis sviluppandosi

sulla superficie dell’acino altera la permeabilità

della parete cellulare, determina un abbrunimen-

to dell’uva e favorisce l’evaporazione dell’acqua

contenuta negli acini stessi concentrandone così

il succo e soprattutto gli zuccheri, anche se una

piccola parte di questi viene consumata dalla

muffa per il proprio sviluppo. Si procede quindi

alla spremitura e successivamente alla fermen-

tazione che può essere spontanea, innescata

dai lieviti presenti sull’uva oppure innescata con

associazioni di lieviti selezionati. L’appassimento

provoca un calo dell’80% e oltre. La fermenta-

zione, dopo i primi giorni in acciaio, procede poi

spontaneamente e lentamente in botti di legno.

La funzione delle botti è solo quella di ossigenare

lentamente il vino permettendone le complesse

trasformazioni. Le botti devono essere “esauste”,

cioè vecchie, non in grado di cedere sapori di le-

gno al vino e vengono tenute ben colme con rab-

bocchi di solito mensili. A questo punto rimane

l’invecchiamento e, secondo il disciplinare, devo-

no passare almeno quattro anni dalla vendemmia

prima che il vino possa comparire sul mercato.

Raramente la permanenza in botte supera i set-

te-otto anni. Al termine di questo periodo c’è un

breve passaggio (circa 6 mesi) in acciaio e poi

il Vino Santo passa all’imbottigliamento, pronto

per essere commercializzato e nel frattempo può

continuare ad affinarsi tranquillamente per molti

anni ancora.

Abbiamo avuto la fortuna di degustare il Vino

Santo 1999 di Gino Pedrotti, un’azienda di nic-

chia a conduzione familiare, pioniere della produ-

zione di questo prodotto e che recentemente ha

introdotto un tipo di coltivazione “Biodinamica”.

un modo di coltivare più vicino alla natura che

colloca l’intervento chimico ai minimi termini.

Nel bicchiere si presenta limpido, trasparente

con riflessi accesi senza cedimenti, di color dora-

to. Ha un impatto olfattivo molto intenso, schietto

e molto fine, complesso, con le sue note fresche,

sembra di essere in un campo pieno di fiori gialli.

Riavvicinando il nostro naso sentiamo note frut-

tate e mielate in modo particolare di albicocca.

In bocca si presenta pieno e rotondo, ottima

scorrevolezza, dolce ma con ancora una spicca-

ta freschezza. un vino equilibrato che tende alla

Page 50: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 148

morbidezza come giusto che sia per i vini di

questa categoria ma a differenza di tanti al-

tri ha un intensa acidità. Al palato vengono

confermati i profumi sopracitati, sentiamo al-

bicocche, datteri e canditi; nel finale tira fuori

una nota piacevole di frutta secca come la

nocciola. e’ qui ci viene a mente subito per-

ché questo vitigno è stato chiamato Nosiola.

e’ un vino equilibrato e pronto ma sicura-

mente con le caratteristiche trovate si man-

tiene per ancora del tempo. Questo prodotto

ci ha pienamente soddisfatto in modo parti-

colare per i suoi contrasti: freschi e maturi,

morbidi e acidi; è un vino complesso ma con

ottima bevibilità e piacevolezza. Si accompa-

gna bene ai dessert, si abbina ai tipici dolci

trentini come lo zelden ed ai dolci a base di

mandorle. e’ interessante con i formaggi er-

borinati, con il patè ed il Foie Gras ma è otti-

mo anche da meditazione.

Da tutto questo si può comprendere facil-

mente come il Vino Santo Trentino sia frutto

più dell’Arte del Produttore che della tecnica

con risultati che possono variare molto an-

che da un anno all’altro nella stessa cantina

e ne giustifica anche il prezzo che non può

essere basso ma sappiamo che la qualità e il

lavoro paziente e meticoloso di chi lo produ-

ce deve essere in qualche modo ricompen-

sato e quindi vale la pena spendere qualche

euro in più. Il Vino Santo Trentino è inserito

nella selezione dei vini estremi ovvero quella

categoria dei vini che provengono dai vigneti

situati in zone particolarmente disagiate dal

punto di vista climatico, morfologico, altitu-

dine e latitudine o con caratteristiche di vini-

ficazione difficili.

Recentemente il Vino Santo Trentino è diven-

tato Presidio Slow Food. un’ulteriore confer-

ma della grande qualità e peculiarità del vino

dolce della Valle dei Laghi.

Page 51: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Newsdall'ITALIA

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 49

La cerimonia di consegna del 12° Premio Internazionale Piazza dei Chavoli, si è te-

nuta a Pisa nel salone del palazzo dei XII, dell’Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano. Questo premio, volu-to dall’Associazione Cuochi Pisani in collaborazione con Servair Air Chef, azienda leeder della ristorazione di alta quota, presso numerosi aeroporti Italiani e con il Patrocinio della Regione Toscana, Provincia, Comune, Camera di Commercio e Confcommercio di Pisa ha come obiettivo la valorizzazio-ne del lavoro creativo, innovativo e ce-lebrativo di persone che si sono par-ticolarmente distinte in settori chiave per la valorizzazione dell’enogastro-nomia. Nell’aprire la cerimonia, il co-ordinatore del premio Cav. umberto Moschini, ha spiegato la filosofia del premio improntato a premiare quei personaggi di settore che con il loro impegno quotidiano favoriscono la qualità e sono garanti dei prodotti ti-pici Italiani. Il Presidente dell’associa-zione Cuochi Pisani Pierluigi Pampana ha ribadito il valore del premio che si caratterizza soprattutto per l’interna-zionalità dei premiati che fanno lustro all’albo d’oro del premio, ricordando come ognuno di loro abbia contribuito in modo significativo alla crescita ed al blasone del premio.Le categorie dei premiati per l’edizio-ne 2012 sono:Alessandro Circiello(cat. Cuoco), Presidente dei cuochi della Regione Lazio, opinionista televi-sivo ed esperto di cucina del benesse-re, vicepresidente di eurotoques Italia.

Gaetano e Giovanni Trovato (cat. Ristoratore), del Ristorante Arnolfo di Colle Val’elsa locale storico delle eccellenze Toscane.Massimo Piccin(Cat. Viticultore), del podere Sapaio di Bolgheri per la ricerca nella valorizza-zione del territorio.Paolo Petroni (cat. Storico enogastronomico), scrit-tore, ha pubblicato molti testi sulla cu-cina ed è delegato onorario dell’Acca-demia Italiana della Cucina.Fiammetta Fadda(cat. Giornalista), esperta di alta ga-stronomia e bien vivre, oggi è la ga-stropenna del settimanale Panorama

ed opinion leeder televisivo.Nicola Masiello(cat. Personaggio), Sommelier, Presidente emerito della Fisar, risto-ratore in Bettolle, esperto in enoga-stronomia, maestro assaggiatore.Tutti i premiati hanno sottolineato l’onore di ricevere un riconoscimento così ambito, impegnandosi nel pro-seguo dei propri cammini per conti-nuare l’opera che li hanno portati a ricevere questo riconoscimento.Il Presidente emerito Masiello Nicola ha voluto sottolineare come la Fisar è sempre attenta ai cambiamenti e pronta con i suoi 40 anni ad affrontare le sfide per migliorare il settore dell’ac-coglienza e della buona ristorazione italiana ed ha portato come esempio la professionalità dei Sommelier Fisar della delegazione di Pisa che hanno effettuato il servizio dei vini nella se-rata di gala che si è svolta nel chiosco del Museo dell’opera del Duomo ai piedi della magica “Torre” che tutto il mondo conosce.

A Nicola Masiello il premio “Piazza de’ Chavoli” ovvero l’Oscar della Cucina Italiana Al Presidente emerito e FISAR Ambassador l’ambito riconoscimento.

Page 52: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 15050

fin amigliaA cena con il Presidente Napolitano

Venerdi, 22 settembre ore 20,00, la FISAR è

chiamata a svolgere il servizio vini alla cena che si

terrà nella "Sala del Mappamondo", una delle più

belle ed estese sale all’interno del Comune di Siena.

L'occasione non può che essere importante dato che tra

i commensali c'è il nostro presidente della Repubblica,

Giorgio Napolitano e non mancano tra l'altro personaggi

della politica italiana quali il Presidente del Consiglio M.

Monti, i ministri e. Fornero e C. Passera, gli onorevoli R.Prodi

e G. Amato e poi ancora relatori inglesi rappresentanti

l'università di oxford, il Ministero delle università e delle

Scienze, il Consiglio Britannico ed altri illustri personaggi

dei due Paesi.

L’occasione è data da due giornate di lavoro che l’Italia

ed il Regno unito svolgono alla Certosa di Pontignano

sull’attuale economia europea e sul suo futuro.

Come si può immaginare il servizio si è svolto in un fermento

di sicurezza di polizia e bodyguards ma i sommelier delle

Delegazioni Valdichiana e Antica terra di Siena e Valdelsa

hanno operato nell’ambito della loro professionalità e

discrezione. (Brasini Cristian, Lami emma, Laurini Giorgio,

Laurini Marcello, Daniele Bernazzi, Franchi Filippo,

Francesco Villa)

I vini che degnamente hanno accompagnato i piatti non

potevano che essere le eccellenze del territorio:

Chianti , Chianti classico, Nobile, Brunello

Al termine della cena il Presidente Napolitano ha voluto

salutare i sommelier ringraziandoli per il servizio prestato e

concedendo anche una foto di gruppo che ha ripagato e

allentato quella velata tensione che serpeggiava nella sala

tra gli addetti ai lavori.

Il suo saluto di commiato è stato �Ce la faremo con questo

vino?”.

Notizia inviata dalle Delegazioni Fisar

di Valdichiana e Antica terra di Siena e Val’Elsa

Page 53: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

51Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 51

fin amiglia

“I Pisani più Schietti”, l’ormai consueta manife-stazione che classifica le produzioni enoiche del territorio pisano, organizzata dalla dele-

gazione di Pisa e Litorale, è giunta alla XIIIma edizione ri-calcando il solito successo di partecipazione. Il delegato, Maria Cristina Messina ha illustrato brevemente i propositi dell’iniziativa fisariana , ha presentato la giuria e ringraziato in special modo tutti coloro che danno il proprio contributo rimanendo dietro le quinte e senza i quali l’evento non sa-rebbe realizzabile. Paolo Ghezzi, vicesindaco di Pisa ha te-nuto a sottolineare l’importanza di un riconoscimento in un settore che, in un momento così delicato per tutta l’eco-nomia nazionale, pone in evidenza un mondo che riesce, attraverso enormi sforzi,sacrifici e passione, a mantenere in vita le aziende garantendo lavoro ed occupazione. La giuria, presieduta da Davide Mustaro e composta da Pier Luigi Ara, Francesco Bartoletti, umberto Chericoni, Paolo Del Guerra, Giuseppe Ferroni, Valdo Filippi, Massimo Marchi, Maria Cristina Messina, Stefano Micheletti, Jonathan Raodwell, Piero Ristori e Cinzia Trassinelli, attra-verso le schede di valutazione ha esaminato centinaia di bottiglie suddivise nelle 6 categorie classiche: Bianco delle Colline Pisane, Chianti delle Colline Pisane, Montescudaio, Rosso non affinato IGT, Rosso affinato IGT, e Vin Santo. “I risultati delle valutazioni hanno superato le aspettative e per alcune selezioni si è reso necessario una seconda collegiale- ha esordito Davide Mustaro- tanto i punteggi erano vicinissimi, e nelle categorie IGT elaborato e non elaborato si sono notati ritorni a dei buoni livelli, superiori all’anno scorso. Quindi ha comunicato il lavoro della giuria che ha classificato ai primi posti delle categorie sopracitate i seguenti vini: Cenaja Vermentino IGT 2011 della Tenuta Agr. Torre a Cenaia, Casalini 2010 della Fattoria di Fibbiano, Pricipe Guerriero Montescudaio Rosso 2009 dell’Az. Agricola Pagani de Marchi, Giusto alle Balze 2010 del Podere Marcampo, Caiarossa 2008 dell’Az. Caiarossa, Baciamano 2007 dell’Az. Agr. Degli Azzoni Avogadro.La cerimonia della premiazione ha visto consegnare le targhe d’oro ai rappresentanti delle aziende che sono in ordine: l’addetto stampa Paola Verralti, il titolare Nicola Cantoni, la titolare Pia Pagani de Marchi, il titolare Genuino Del Duca,il direttore commerciale emilio Mancini e il titolare

Marco Faraoni. Nel contempo si è svolta la consueta cena con degustazio-ne dei vini vincitori nella sala ai piani superiori di Villa Poschi il cui lo Chef ha prodotto un menù di carne e prodotti tipici locali. I vini sono stati abbinati dai bravissimi Sommeliers FISAR Lucia Fregoli, Giuseppe Merla e Lorenzo Mariotti ai seguenti piatti, nell’ordine dato: Antipasto (Sformatino al tartufo, Pane alle noci con porcini al gratin, Polentina fritta al cavolo nero e Crostino toscano ai fegatelli). Per primi piatti una pietanza di farro con fagioli scritti e la secon-da pietanza di Pappardelle alla lepre abbinati come già detto ai due vini successivi: Casalini e Principe Guerriero. A seguire Bocconcini di daino di San Rossore con torti-no di patate e spinaci. La selezione di Pecorini del Parco

con Noci nostrali è stata bagnata dal Caiarossa mentre il Vin santo ha accompagnato un ventaglio di dolci tipici come Cavallucci, Cantuccini, Torta co’ bischeri. Al termi-ne i produttori hanno concesso le bottiglie di vino, rima-ste dopo la degustazione, per una raccolta di fondi che la Delegazione pisana ha devoluto all’”Associazione Giovani Diabetici” consegnando il ricavato alla Presidente Licia Nicoli e Segretaria Selene Montanaro, che a loro volta hanno tenuto a ringraziare tutti i presenti ed illustrare le finalità dell’associazione, molto attiva sul nostro territorio.

Notizia inviata da Tiziano Taccoladella Delegazione di Pisa e Litorale

XIII edizione “I Pisani più Schietti”:targa premio ai produttori pisani

Page 54: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 15252

fin amiglia

Il Comune di Novi Ligure, con la

rassegna enogastronomica “Dolci

Terre di Novi” ha voluto e saputo

dare una importante risposta alla crisi

che colpisce ormai dal 2008 l’eco-

nomia nazionale e locale. Nei quattro

giorni, dal 6 al 9 dicembre, le presen-

ze alla kermesse del gusto che si è

svolta presso il Centro Fieristico in via-

le dei Campionissimi sono state oltre

25 mila e hanno consolidato un suc-

cesso che è andato oltre le più rosee

aspettative della vigilia. Ai sommelier

della Delegazione Provinciale FISAR

di Alessandria l’importante compito

di gestire l’enoteca dove sono stati

presentati i vini partecipanti alla ras-

segna Marengo DoC di Alessandria

e i quattro vincitori. La rassegna no-

vese era dedicata al cioccolato, ma

in esposizione si potevano trovare

salumi, carni, formaggi, confetture,

prodotti da forno, olio, agrumi, birre

e vini. Proprio per presentare e servi-

re ai visitatori le eccellenti produzioni

enologiche del territorio, che a mag-

gio avevano partecipato alle selezioni

del Marengo DoC, al centro del pa-

diglione espositivo era stata allestita

l’enoteca, gestita da dodici sommelier

della FISAR di Alessandria, che hanno

profuso tutto il loro impegno e messo

in pratica la loro provata professiona-

lità. Come detto l’afflusso di visitatori

è stato ininterrotto e soprattutto sa-

bato e domenica è stato tale da co-

stringere diversi espositori a effettuare

rifornimenti supplementari dei prodotti

in vendita. Tra questi merita una cita-

zione il caso dell’enoteca che è stata

letteralmente presa d’assalto tanto da

indurre i rappresentanti della Camera

di Commercio di Alessandria, dome-

nica mattina, a ripristinare le scorte

di vino che apparivano insufficienti a

far fronte all’ultima giornata di degu-

stazioni. Molto soddisfatti si sono di-

chiarati gli espositori e gli organizza-

tori; il sindaco Lorenzo Robbiano ha

voluto sottolineare l’impegno con cui il

Comune cerca di adoperarsi per fron-

teggiare la crisi, promuovendo ogni

iniziativa in grado di valorizzare le pro-

duzioni locali e incentivare il turismo. Il

primo cittadino novese ha ringraziato

quanti con il loro impegno hanno per-

messo la buona riuscita dell’iniziativa.

Alla delegazione FISAR di Alessandria

il Comune di Novi Ligure ha inviato un

attestato di stima molto apprezzato

dai sommelier.

Notizia inviata da Claudio Odino della Delegazione di Alessandria

A Dolci Terre di Novi la Delegazionedi Alessandria protagonista

Page 55: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

53Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 53

fin amiglia

Venerdì sera 14 dicembre,

nell’elegante e accogliente

salone dell’Hotel Ristorante

Cinzia di Vercelli, locale associato

FISAR, si è svolta la cena per gli augu-

ri di Natale e contemporaneamente la

consegna degli attestati ai nuovi som-

melier della Delegazione e gli attestati

di 1° livello ai corsisti di Gattinara.

Il ristorante, che ha raggiunto la pre-

stigiosa stella Michelin nel 2010, ora

vanto della gastronomia vercellese,

è stato rinnovato nel modo di fare

cucina dai fratelli Christian e Manuel

Costardi il cui motto è “Tradizione e

Innovazione” per non dimenticare le

tradizioni culinarie del vercellese e del

Piemonte ma allo stesso tempo creare

piatti nuovi creativi con stile e gusto.

In questa cornice e dopo una splen-

dida cena preparata dai Chef Manuel

e Cristian Costardi, servita con preci-

sione, stile e puntualità dal maitre elisa

Bellavia e dalla proprietaria, Cinzia

Brusasca, e accompagnata dagli

Champagne della Maison “Crousset-

Guillemart” offerti dalla Delegazione,

serviti dal sommelier Marco Rondinelli

con capo servizio il sommelier Paolo

Baltaro, hanno ricevuto gli attestati e i

“tastevin” i sommelier:

Accomazzo Laura, Ambrosio Silvia,

Arrigone Franco, Bolis Claudio, Borzoni

Manuel, Bussi Maria, Kryeziu ergest,

Limina Monica, Maffezzoni Matteo,

Melis Pier Paolo, Pellegrini Fausto,

Romagnolo Luca, Sedini Gabriele,

Soldera Marco, Rossi Simone,

Gasparino Stefano, Marchisio Piero,

Mastronardi Antonella, Tosi Barbara.

Hanno ricevuto l’attestato di parteci-

pazione al 3° livello i soci Baronchelli

Giovanni, Bordonaro Salvatore e

Posillipo Augusto.

I seguenti soci hanno invece ricevuto

l’attestato di partecipazione al cor-

so di 1° livello a Gattinara: Bergantin

Jessica, Brambilla Francesco,

Brandoni Matteo, Bruno Patrizia,

Calzaducca elisa, Chiadò Alessandro,

Chiara Riccardo, Congiu Marco,

Damiani Bryan, Iannone Michele,

La Delfa Silvana, Malaspina Laura,

Manini Silvia, Nardin enrico, ottini

Massimo, Peonia ettore Alberto, Rodi

Maura, Serraino Paolo, Simoni Laura,

Stramandino Cristian, Tacchino

elena, Martinetti Michele, Del Mastro

Giuseppe, Miglio Franco, Basso

Giuseppe, Parnisari Dario.

A festeggiare i nuovi sommelier oltre

a sessanta soci e familiari era pre-

sente il tesoriere nazionale FISAR

Luigi Terzago che ha portato i saluti

del Presidente Nazionale Mario Del

Debbio e ha consegnato gli attestati

assieme al Delegato Claudio Valenza

e il Segretario Paolo Baltaro.

Notizia inviata

dalla Delegazione FISAR di Vercelli

A Vercelli consegna attestati e cena degli auguri

Page 56: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 15454

fin amiglia

Chianti Classico: inestinguibile ed infinita ricchezza fonte di sapori

La FISAR di Pisa e Litorale ha

organizzato in collaborazione

con il Consorzio del Chianti

Classico, all’interno del viaggio sulle ti-

picità italiane dei vini, un laboratorio di

approfondimento sul Chianti Classico

con una degustazione di sei vini, gui-

data dall’enologo Francesco Bartoletti.

Il Consorzio oggi vanta oltre 600 soci

iscritti di cui circa 350 sono imbotti-

gliatori dislocati in un’area di 70.000

ettari di quel territorio, tra Firenze e

Siena, che comprende i comuni di

Castellina, Gaiole, Greve e Radda in

Chianti per intero e parte di quelli di

Barberino Val d’elsa, Castelnuovo

Barardenga, Poggibonsi, San

Casciano in Val di Pesa e Tavernelle in

Val di Pesa. un territorio come si può

notare assai vasto e composito, con

differenziazioni sia altimetriche che di

esposizione e di consistenza del suo-

lo che varia tra argillosa, calcarea e

arenaria. Queste diversificazioni co-

stituiscono il patrimonio di ricchezza

del Chianti Classico in cui le aziende

vinicole danno il meglio di sé, essen-

do oggi all’avanguardia nelle tecni-

che di coltivazione, raccoglimento e

trattamento delle uve, lavorazione e

vinificazione. Per cui è possibile ef-

fettuare “una significativa tappa del

viaggio” attraverso le innumerevo-

li produzioni pur restando confinati

nel territorio che già dal 1716, con il

Granduca Cosimo III, iniziò il percor-

so di tutela fissandone in un bando i

confini della zona di produzione, che

ancora oggi corrispondono appros-

simativamente agli attuali. Lo scopo

del laboratorio, come sottolineato da

Davide Mustaro della FISAR pisana

con l’aiuto di Francesco Bartoletti, è

stato appunto quello di sottoporre al

giudizio dei partecipanti 6 bottiglie di

Chianti Classico in una degustazione

guidata che ha riscontrato una varie-

tà di colore, profumi, aromi, sentori,

strutture, consistenza, piacevolezza,

persistenza e retrogusti. Sono queste

differenziazioni che costituiscono la

ricchezza del Chianti Classico che si

conferma un vero e proprio vino di ter-

ritorio. Da nessuna altra parte del pia-

neta potrebbe nascere con le caratte-

ristiche che lo distinguono sui mercati

di tutto il mondo, proprio perché il suo

vitigno principale, il Sangiovese, trova

nel Chianti la sua naturale consacra-

zione. Vitigno a bacca rossa, i suoi

frutti danno vita a vini dal colore rosso

rubino, dal profumo di viola, mammola

e giaggiolo uniti a frutti rossi e fini note

speziate in alcune riserve di grande

struttura, eleganza unita a rotondità, e

vellutati al palato. Vino che deve es-

sere composto mai meno dell’80% di

Sangiovese per poter essere ammes-

so al disciplinare.

I vini in esame tutti rigorosamen-

te DoCG sono stati: Le Masse di

Lamole 2010 dell’omonima Az. Agr. di

Greve in Chianti, Castello di Querceto

2010 dell’omonima Az. Agr. di Greve

in Chianti., Tenuta Sant’Alfonso 2010

di Rocca delle Macie di Castellina in

Chianti, Foho 2009 dell’Az. Agr. Casa

del Vento di Gaiole in Chianti , La Sala

Page 57: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

55Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 55

fin amiglia

riserva 2009 dell’omonima Azienda

San Casciano Val di Pesa e Le Fonti

riserva 2008 della fattoria omonima di

Panzano in Chianti.

I convenuti hanno vivacemente com-

mentato le proprie sensazioni con-

frontandosi e relazionandosi con i

conduttori della degustazione, disqui-

sendo pure sulle emozioni che questi

vini inevitabilmente provocavano loro.

Come ben ha detto Davide Mustaro

una rivisitazione approfondita sul vino

Chianti che tutti crediamo di conosce-

re bene, ma che ogni volta che viene

messo sotto la lente di ingrandimento,

ci accorgiamo quanto ancora c’è da

scoprire su questo vino.

Infine un grazie al Consorzio del Chianti

Classico “Gallo Nero”, che oltre a svol-

gere in maniera pregevole il proprio

ruolo istituzionale di propaganda e di-

fesa delle zone di appartenenza, espli-

cita una vera cultura, non solo enoica,

ma di vita e tradizione, raccontando i

terroir con la loro storia , usi e costumi,

scolpendo nella pietra del tempo i re-

lativi ed imprescindibili valori universali.

Notizia inviata da Tiziano Taccola

della Delegazione Fisar

di Pisa e Litorale

Presso l’hotel ristorante “Alli

due Buoi Rossi” di Gavi se-

rata di degustazione dal tema

“Il Sangiovese e le sue espressioni”.

L’evento, che ha visto protagonisti i

prestigiosi vini dell’azienda Tenimenti

Angelini, è stato organizzato dalla

Delegazione di Alessandria.

Berardino Torrone, area manager

dell’azienda, ha illustrato, tra storia e

procedure di vinificazione, una grande

realtà produttiva guidando la degusta-

zione dei vini assaggio. guidato nella

degustazione dei vini in assaggio.

In questo cammino sensoriale in

ascesa, i partecipanti hanno potuto

apprezzare come questo vitigno, in

purezza o unito in percentuale ad altri

uvaggi, possa dar vita a vini profonda-

mente diversi tra loro, tutti espressio-

ne dei colori, dei profumi e dei gusti

del territorio di provenienza.

Sono stati degustati: Rosso

di Montalcino, Vino Nobile di

Montepulciano, Chianti Classico,

Chianti Classico Riserva e Brunello di

Montalcino.

Notizia inviata da Giulia Ferrari

della Delegazione di Alessandria

Alla Delegazione di Alessandria si parla di Sangiovese

Page 58: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 15656

fin amiglia

Degustazione aperta a tut-

ti soci di federazione Fisar

e non solo, offerta a tutte le

persone che desiderano avvicinarsi a

questo mondo e provare un esperien-

za diretta presso un’azienda vitivinico-

la molto conosciuta nel mondo eno-

logico. L’iniziativa ha avuto enorme

successo grazie alla presenza di molti

soci non solo della nostra delegazione

ma anche di persone esterne rimaste

piacevolmente colpite dal mondo viti-

vinicolo.

La visita è iniziata sulla terrazza della

cantina con la spiegazione della col-

tivazione della vite fino alle tecniche

di lavorazione sul terreno prosegui-

ta nella cantina con i processi legati

alla produzione del vino (vinificazio-

ne, conservazione )spiegati in modo

chiaro e semplice dall’enologo Mirko

Bessi.

Ci siamo spostati poi nella parte di sala

adibita alla degustazione. È da nota-

re un’organizzazione e un’attenzione

strutturale nel valorizzare il territorio in

cui è situata la cantina. L’azienda “La

Spinetta” adotta la tecnologia moder-

na e la integra per quanto possibile,

cercando di avere come obbiettivo la

personalizzazione dei propri vini, evi-

tando di seguire le mode enologiche

del momento, ma dando un’impronta

al prodotto finito e avere come risul-

tato finale degli ottimi vini.

I vini in degustazione sono stati ben

10: Contratto “Spinetta” Brut 2007

Metodo Classico, Vermentino Toscana

2011, Nero di Casanova 2008-2009,

Gentile di Casanova 2007-2008,

Colorino di Casanova 2008, Chianti

Riserva 2007, Anteprima Sezzana

2004 e Moscato d’Asti Biancospino

2012.

Per gli intervenuti, oltre ad essere una

semplice degustazione è stato un

momento di didattica sia per i corsisti

aspiranti sommelier che per le per-

sone al di fuori della Fisar, che con

grande stupore hanno capito il lavoro

e la dedizione che si nasconde dietro

il vino.

La Delegazione ringrazia la Cantina

“Casanova della Spinetta” la famiglia

Rivetti per l’accoglienza e per averci

offerto in degustazione una grande

varietà dei loro prodotti.

Notizia inviata da Francesca Gallerini

della delegazione Pontedera-Valdera

Giornata di degustazione per la Delegazione Pontedera-Valdera

Page 59: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

57Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 57

fin amigliaLa delegazione di Milano-Duomoal Gala di Natale “Callas&Friends”

I sommelier della delegazione di Milano-Duomo, Giovedì

20 dicembre 2012, hanno partecipato con la loro con-

sueta professionalità all’evento di beneficenza orga-

nizzato dall’associazione CALLAS&FRIeNDS che celebra

l’incontro tra Maria Callas e la città di Milano (iniziativa di

elisabetta Invernici, autrice e curatrice del progetto).

Durante la serata infatti, nella splendida cornice di Palazzo

Isimbardi, sede della Provincia di Milano, con la presenza

dell’assessore Moda eventi ed expo Silvia Garnero, i nostri

sommelier hanno messo a disposizione la loro competen-

za per la perfetta riuscita della serata, infatti tutti i parteci-

panti hanno potuto degustare il binomio (tanto amato dalla

Callas) Bollicine&Panettone.

Il tutto ha fatto da contorno alla lotteria di solidarietà (in

palio un weekend benessere, una giornata di carnevale a

Venezia, bottiglie di vino “Loglio di Sopra – Golf and Wine” e

tanto altro), i cui proventi sono stati devoluti all’Associazione

Italiana Glicogenosi e la nostra delegazione è stata felice di

poter contribuire mettendo a disposizione tre competenti

sommelier come Matteo Scianni, Claudio Rossi e Carlo de

Giorgis.

Durante la serata, per celebrare la cantate lirica (Anna

Maria Cecilia Sophia Kalogheròpoulos, nata a New York il

2/12/1923 e scomparsa a Parigi il 16/9/1977), è stato proi-

ettato un filmato inedito sulla sua vita, con immagini che rac-

contano i grandi trionfi, amori e personaggi che hanno fat-

to parte della sua intera carriera, con l’accompagnamento

dall’esposizione di abiti di alta moda ispirati ai personaggi

Wagneriani e Verdiani da lei interpretati (creazioni della gio-

vane stilista Katia Gagliardini) e dall’esibizione canora di

Daniela Ferrari (Milano Swing Italiano).

Notizia inviata dalla Delegazione FISAR di Milano-Duomo

Page 60: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

5858

fin amiglia

La Delegazione Valdichiana consegna gli attestati

In occasione della Cena degli

Auguri per le feste natalizie

presso il ristorante I GIRASoLI

dell’Hotel RoTeLLe di Torrita di

Siena, la Delegazione Valdichiana

ha consegnato il 15 Dicembre 2012

gli attestati di 2° livello svoltosi dal 14

ottobre al 4 Dicembre a Bettolle.

La serata si è svolta all’insegna della

particolare atmosfera natalizia con

addobbi, presepe e albero di Natale

che facevano da cornice ad un

ambiente caldo ed accogliente.

La cena presentava un menù

tipicamente territoriale con piatti della

tradizione: Buffet di salumi e crostoni

con verdure in pastella e formaggi

accompagnati da un Prosecco

“Cuvee lounge” Astoria, risotto ai

porcini e pici al ragù di chianina con

un Toscana Rosso Igt Santa Maria dei

Servi Gattavecchi, Brasato di chianina

al vino rosso, un Montepulciano

d’Abruzzo Colline Teramane Barocco

Riserva 2006 Colonnella, chiudeva la

serata un Vinsanto DoC Valdichiana

2008 della fattoria Santa Vittoria in

abbinamento ai dolci della tradizione

natalizia senese.

L’occasione ha dato modo alla

Delegazione di ringraziare il Presidente

Nazionale uscente ed attuale

Consigliere di Giunta Nicola Masiello

per l’operato svolto nel suo breve

periodo di reggenza, sicuramente

intenso e produttivo per la FISAR

Nazionale, ed il Consigliere Nazionale

uscente Franco Rossi per l’impegno

sempre attivo durante i suoi mandati.

un ringraziamento particolare al

Delegato dell’Antica terra di Siena

e Valdelsa, Giuseppe Troilo ed al

segretario Filippo Franchi che hanno

partecipato alla serata nello spirito di

fattiva collaborazione ed amicizia che

unisce le due Delegazioni.

Infine I corsisti: Agnelli Monica, Di

Ciocco Giuliano, Massini Mattia,

Mimitella Nikhil, Morbidelli Antonella,

Leyla Nappini, Luca Noferi, Padrini

Nadia, Perinti Stefano, Andrea

Ravagni, Torsoni Sara, Tiberi

Mayla, Turrini Luca che guidati dal

Direttore di Corso, Senserini Roberto

si sono avvicendati a ricevere gli

attestati conseguiti e consegnati

dai rappresentanti del Consiglio di

Delegazion, da Masiello Nicola, da

Franco Rossi e dal dott. esposito

Amedeo che ha ricoperto nella vita di

Delegazione il ruolo di Delegato per

molti mandati.

Il saluto finale è del Delegato Dott.sa

emma Lami che auspica per la FISAR

e per la Delegazione un 2013 ricco di

iniziative e attività miranti allo sviluppo

della cultura enogastronomica che

ci porta ad educarci ed educare al

connubio del buon mangiare con il

buon bere.

Notizia inviata dalla

Delegazione FISAR Valdichiana

Il Delegato FISAR dell’Antica terra di Siena e Valdelsa Giuseppe Troilo con la Delegata FISAR Valdichiana Emma Lami in un momento della "Cena degli Auguri"

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1

Page 61: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

59Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 1 59

fin amiglia

Un anno intenso: dai festeggiamenti dei 40 anni a “Degustando il Teatro”

Questo per la nostra delega-zione è stato un anno impor-tante. Ricordiamo i festeggia-

menti dei 40 anni dalla sua nascita (1972), che hanno visto la gran parte delle delegazioni nazionali partecipare all’evento che ha dato una grande vi-sibilità a Volterra ed al suo patrimonio enogastronomico (si veda il nostro sito www.fisarvolterra.it). Numerose sono state le manifestazioni in cui i nostri sommelier hanno partecipato: la festa dei sapori a Montecatini V.C., La Festa Dell’uva a Montecastelli, gli eventi svoltisi durante la manifesta-zione di VoLTeRRAGuSTo: dalla degustazione dei sigari e distillati nel-la fortezza medicea del carcere, alla degustazione banco di assaggio dei vini di Volterra e della Val di Cecina, al giuoco Indovina L’intruso. Di partico-lare interesse è stata l’asta dei vini per la raccolta fondi in collaborazione con il Lions Club a favore della Caritas. un ringraziamento per questo service di beneficienza va alle aziende vitivinico-le dell’associazione Grandi Cru della Costa Toscana (ww.grandicru.it) che hanno gratuitamente offerto i loro vini. Da ricordare che dal 16 novem-bre sono iniziate le “cene galeotte” (www.cenegaleotte.it), che vedono impegnati a turno i nostri sommelier coadiuvati da alcuni detenuti aspiran-ti “sommelier”, e che termineranno in giugno. Significativa anche con la par-tecipazione del Vescovo e del sindaco di Volterra è stata la cena di venerdì 14 dicembre che ha visto lo chef, di madre volterrana, emanuele Vallini del

ristorante “la Carabaccia” di Bibbona preparare ottimi piatti con abbina-ti i vini dell’Az. Vinicola Chiappini di Bolgheri. Nel mese di dicembre nei giorni 7-8-9 e 10 grande successo ha avuto con il nostro contributo, la prima edizione di “divino etrusco”, che nono-stante il brutto tempo, si è rivelata una occasione unica per la presentazione e degustazione dei vini di Volterra e della Val di Cecina, insieme ai vini di altrettante zone vitivinicole dell’Anti-ca etruria, ovvero delle 12 città etru-sche della Toscana, umbria e dell’alto Lazio sapientemente coinvolte in de-gustazioni e assaggi con giornalisti e operatori del settore, sotto la regia di Carlo Zucchetti, e fortemente voluto dall’amministrazione comunale, ed in particolare del nostro socio ed asses-sore alle attività produttive, Graziano Gazzarri, e dei produttori della filiera corta di Volterra. Come per Volterra gusto anche in questa occasione vi è stato l’impegno dei nostri sommelier, ben 16 in 4 turni nei due giorni, che hanno dimostrato una vera professio-nalità e che si ringraziano per la dispo-nibilità ed il servizio reso.Infine non ultima per importanza è stata l’iniziativa ideata dal consiglio dell’accademia dei riuniti e dal suo presidente prof. Luciano Nesi, cui la nostra delegazione ha ben volentieri aderito con un fattivo contributo per la stagione teatrale al Persio Flacco cui è stato dato il giusto nome di “degu-stando il teatro”. Infatti questa iniziativa, assolutamente nuova, vede coinvolti anche i produt-

tori della filiera corta del volterrano. un successo sono state le due serate del 30 novembre e del 14 dicembre (vedi foto: il nostro delegato Fisar Avv. Flavio Nuti; il sommelier Del Testa enrico; il prof. Nesi e Anna Maria Barberini della Filiera Corta).In ultimo a conclusione di questa im-pegnativa annata venerdì 21 dicembre si è tenuta, presso il ristorante “etruria” (dove la Fisar ebbe i natali 40 anni fa su

iniziativa del ristoratore Beppino Raspi del prof. Sestini, di Aulo Gasperini e Franco Porretti) la festa degli augu-ri della delegazione con un menù a base di prodotti tipici, ben curato dalla nuova cuoca Patrizia, a cui erano ab-binati pregiati vini dal Montecucco ri-serva 2007 dell’Az. Agr. Collemassari al Poggio al Lupo 2005 IGT Maremma della Tenuta Sette Ponti. La nostra delegazione inizierà,forse per la prima volta nel suo genere,con modalità da concordare con il consi-glio nazionale, un corso per somme-lier “speciale” per i diversamente abili dell’associazione volterrana Mondo Nuovo con il contributo e patrocino della provincia di Pisa.

Delegazione storica di Volterra

Page 62: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Un vitale fermentola segreteria Comunica - di Claudia marinelli

per scrivere al Segretario Nazionale:[email protected]

Il Sommelier Gennaio-Febbraio 2013 • n. 160

Le cose iniziate negli anni passati sono tante

e tutte meritevoli di essere terminate. una su

tutte è quella di concretizzare le idee per far

partire definitivamente i programmi molto professio-

nalizzanti del nostro CTN. Sono progetti nuovi che

la Fisar non aveva mai affrontato precedentemente

perciò è fondamentale che al momento della parten-

za, della messa in atto di tutto, ci sia la consapevo-

lezza di avere davanti format ponderati che hanno

l’ambizione di raggiungere livelli di qualità eccezio-

nali.

Abbiamo focalizzato le priorità, una su tutte è quella

di avere un CTN che possa lavorare in modo autono-

mo, diviso per settori e progetti. Questo è un grande

cambiamento rispetto al passato poiché prima veni-

va centralizzato tutto, con un solo responsabile.

La revisione e attuazione dell’Albo Relatori e quello

dei Sommelier, strumenti indispensabili per valoriz-

zare ancora di più, i professionisti nel nostro interno,

saranno fra le priorità immediate.

Sarà aggiornato e integrato il Database della Fisar,

che dovrà diventare un mezzo unico per promuove-

re la nostra Associazione.

Il momento generale che vive il Paese, lo sappiamo,

non è dei più facili e in tutti i settori c’è molta crisi

e incertezza. La convinzione mia e di tutto il corpo

dirigente della FISAR è che là dove si riuscisse dare

una professionalità più specifica e settoriale, lì si po-

tranno trovare momenti di sbocchi di crescita anche

in termini lavorativi. Noi dobbiamo percorrere questa

strada e concretizzare le nostre alte competenze.

Concludo con la consapevolezza che oggi la nostra

Associazione, gode di un’importante visibilità media-

tica e di un forte riconoscimento istituzionale.

Questa riconosciuta visibilità unita alla voglia di

crescita sarà la nostra arma vincente. Ci basterà

mantenere intatti i nostri valori e i nostri principi, che

sempre ci hanno contraddistinto, uniti alla consape-

volezza che con l’unione di tutti sarà possibile con-

solidare ed aumentare la nostra presenza al fianco

di tutti gli operatori del settore, consapevoli di esse-

re indispensabili alla crescita qualitativa del nostro

comparto.

Al nostro interno già esistono le idee, gli uomini e le

donne, di assoluta qualità e intelligenza, che credo-

no fermamente in questo progetto.

La nostra storia unita alle nostre eccellenze saranno

il nostro miglior biglietto da visita.

Puntare in alto utilizzando tutte le forze e la comunio-

ne di tutti sarà la sola strada che ci potrà consentire

di finalizzare la sicura crescita, numerica e qualitati-

va, della nostra Associazione.

Buon 2013 a tutti.

Dopo due mesi dal rinnovo del Consiglio Nazionale, mai era accaduto prima, il fermento è veramente tanto. È stata fatta una pianificazione

per la suddivisione degli incarichi, che servirà a portare a termine, nei prossimi mesi, tutti quei progetti di cui tanto abbiamo parlato.

“”

Page 63: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Associarsi vuol dire:USUFRUIRE DI TUTTI I VANTAGGI RISERVATI AI SOCI

Ricevere la rivista bimestrale di enogastronomia e turismo “Il Sommelier” Partecipare a condizioni vantaggiose alle cene, alle degustazioni, agli eventi organizzati dalla vostra delegazione di zona Usufruire di sconti e omaggi nelle maggiori manifestazioni enogastronomiche nazionali (Vinitaly, Salone del Gusto, Sensofwine ecc.) Usufruire di sconti in locali convenzionati in tutta Italia (Ristoranti, Enoteche, Cantine, Agriturismo ecc.) LE MODALITà PER ADERIRE AL TESSERAMENTO 2013 SONO:CONTATTARE LA DELEGAZIONE DI APPARTENENZA CHE SAPRà DARVI TUTTE LE INFORMAZIONI NECESSARIE PER L'ISCRIZIONE ALL'ANNO 2013. COMPILARE IL BOLLETTINO POSTALE INTESTATO A F.I.S.A.R. – C/C N. 10677565 – IMPORTO € 60,00 – CAUSA-LE. RINNOVO QUOTA SOCIALE ANNO 2013 – DELEGAZIONE DI (indicare il nome). Non indicando nessuna delegazione, la Segreteria Nazionale Vi attribuirà la delegazione competente per territorialità. Per i soci fino al compimento del 25° anno di età, l'mporto della tessera è di € 40,00 (comunicare il codice fiscale).

EFFETTUARE IL BONIFICO BANCARIO INTESTATO A F.I.S.A.R. – IBAN: IT82 I069 1514 0000 0000 0012 480 – BIC: BMLUIT3L118- IMPORTO € 60,00 – CAUSALE. RINNOVO QUOTA SOCIALE ANNO 2013 – DELEGAZIONE DI (indicare il nome). Non indicando nessuna delegazione, la Segreteria Nazionale Vi attribuirà la delegazione competente per territoria-lità. Per i soci fino al compimento del 25° anno di età, l'mporto della tessera è di € 40,00 (comunicare il codice fiscale).

ANDARE SUL SITO DI PAYPAL (https://www.paypal.com/it) REGISTRARSI E INVIARE UN PAGAMENTO DI € 60,00 O DI € 40,00 per i giovani fino al compimento del 25° anno (comunicare codice fiscale) ALLA SEGUENTE E-MAIL: [email protected] SPECIFICANDO NELLA DESCRIZIONE: NOME, COGNOME, INDIRIZZO COMPLETO E LA CAUSALE: QUOTA ASSOCIATIVA 2013.

Associarsi alla nostra Federazione

NON È MAI STATO COSÌ FACILE!

INFO: Sede Nazionale F.I.S.A.R. - Tel. +39 050 857105 - [email protected] - www.fisar.com@Registrati nell'area riservata ai Soci

per ricevere tutte le news FISARla chiocciolina ti tiene informato

Organo Ufficiale della FISARFederazione ItalianaSommelier Albergatori Ristoratori

Concessionaria esclusiva�di pubblicità per l'Italia10137 Torino • Corso Siracusa, 152tel. 011.3119090 • fax 011.3119548�[email protected]

Nell'ambito del potenziamento della nostra divisione advertising selezioniamo agenti o procacciatori per lavendita di spazi pubblicitari. Il candidato ideale è una persona determinata, dinamica, abile nello stabilire egestire i contatti interpersonali. Costituisce il titolo preferenziale l'esperienza lavorativa maturata presso Agenziadi Comunicazione o Marketing e conoscenza di enologia.Ai sensi della normativa vigente l'offerta si intende estesa ad entrambi i sessi. (L.903/77)

CERCHIAMO PERSONE CHE ABBIANO TALENTO... DA VENDERE!

CONTATTACI PER UN COLLOQUIO!

Page 64: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

FEDERAZIONE I T A L I A N A S O M M E L I E RA L B E R G A T O R I

R I S T O R A T O R I

®

PARTNERUFFICIALE

Page 65: Il Sommelier n.1/2013 (Gennaio/Febbraio)

Il So

mm

elie

r - A

nno

XX

XI n

. 1 -

Gen

naio

-Feb

brai

o 20

13

1