perché la politica italiana usa poco i dati?

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Perché la politica italiana usa poco i dati? Assenza della cultura del database, antipolitica, legislazione antiquata: storia di un amore mai nato. di Dino Amenduni Personal Democracy Forum Italia Data-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama? Roma, 29 settembre 2014

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Assenza della cultura del database, antipolitica, legislazione antiquata: storia di un amore mai nato. Intervento al Personal Democracy Forum Italia Workshop: Data-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama? Roma, 29 settembre 2014

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Page 1: Perché la politica italiana usa poco i dati?

Perchéla politica italianausa poco i dati?

Assenza della cultura del database,antipolitica, legislazione antiquata:storia di un amore mai nato.

di Dino AmenduniPersonal Democracy Forum ItaliaData-driven campaigns in Europe: what went wrong after Obama?Roma, 29 settembre 2014

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

2Chi sono

Mi chiamo Dino AmenduniTwitter @doonie

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e-mail [email protected]

tutto il resto about.me/dinoamenduni

Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica per l’agenzia Proforma di Bari (www.proformaweb.it)

Sono collaboratore e blogger per Finegil-Gruppo Espresso e La Repubblica Barie formatore (su social media marketing e comunicazione politica)

Tutte le mie presentazioni sono disponibili gratuitamente(sia la consultazione che il download) all’indirizzo: www.slideshare.net/doonie

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

3Premessa

“È un grosso errore teorizzareprima di avere dei dati:spesso si alterano i fattiper adattarli alla teoria,anziché adattare la teoria ai fatti”.

Arthur Conan Doyle

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

Due motivi(e due case histories) per cui la politica italiana non usa i dati

1. Assenza della cultura del database2. Antipolitica e compromissione del dato

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

Assenzadella culturadel database

Case history: Partito Democratico(Primarie 2012 e Politiche 2013)

Faccio le Primarie,ho i dati ma non li uso

1.

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

7Senza cultura del database

Differenze Italia-USA- per votare non è necessaria una pre-registrazione

→ assenza di un database pubblico degli elettori

- le donazioni di privati alla politica sono molto meno tracciate → è molto più difficile rendere le donazioni di dominio pubblico e trasformarle in dati utilizzabili

- cultura della privacy (per il momento) più forte in Italia

Per questi motivi, una campagna “alla Obama” è quasi impossibile in Italia. Questo non vuol dire, però, che non si possa fare nulla.

Esistono dati pubblici (esempio: affluenza e indicazioni di voto seggio per seggio) e dati privati (esempio: indirizzario degli elettori delle Primarie): perché non usarli?

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

8Primarie del centrosinistra, 2012

1.7 milioni di elettori del centrosinistra NON hanno votato il candidato Premier alle Primarie.

Siamo certi che lo abbiano votato alle politiche?

Risultati primo turno Primarie 2012 Risultati ballottaggio

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

9Elezioni politiche 2013

Bersani non vince le elezioni, nessuno vince le elezioni, anche a causa della legge elettorale, diversa tra Camera e Senato.

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

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Bersani avrebbe vinto le politiche con il database? Forse sìIl centrosinistra era l’unica coalizione che aveva a disposizione un database autogenerato volontariamente dagli elettori delle Primarie e composto da tre milioni di nomi, cognomi, numeri di telefono, indirizzi mail e luoghi di residenza.

Durante la campagna elettorale questo database è stato utilizzato solo per mandare (pochissime) mail indifferenziate.

Senza cultura del database

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

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Cosa fare con questi dati? (alcune ipotesi)

1. Campagna porta-a-porta nei comuni dove il consenso di Renzi e Vendola era più alto per far sì che il voto al centrosinistra fosse confermato

2. Call to action specifiche da parte dei candidati alle Primarie e rivolti solo ai loro elettori

3. Azioni di fundraising capillari (1 € a testa in media = 3 milioni di €)

4. Azioni di crowdfunding (costruzione partecipata del programma, eventi territoriali)

Senza cultura del database

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

Sfiducia nella politica e compromissione del dato

Case history: elezioni Europee 2014

I sondaggi nazionali,troppo spesso, sbagliano.

2.

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

13Elezioni europee 2014

Stima della distanza tra PD e M5S nei sondaggi: 8 punti. Distanza reale alle elezioni: 19 punti.Se i dati scientifici sbagliano così tanto, come si fa a fidarsi?

Media dei sondaggi sulle Europee(maggio 2014)

Risultati definitivi delle Europee(25 maggio 2014)

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

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Sondaggi imprecisi = crescente diffidenza verso i dati pre-elettoraliEra già successo alle politiche 2013, si è ripetuto alle Europee 2014: le stime dei sondaggi non hanno predetto l’esito finale delle elezioni. Altrove (elezioni USA, referendum in Scozia) non è andata così.

Sfiducia nei dati

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

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Sondaggi imprecisi = crescente diffidenza verso i dati pre-elettoraliCosa succede in Italia?

1. Elezioni politiche 2013: il 6.5% dei cittadini ha scelto chi votare direttamente nell’urna e il 15% nelle ultime due settimane

2. La pubblicazione dei sondaggi è illegale nei 14 giorni prima del voto.

3. Tassi di fiducia nei partiti e nel Parlamento stabilmente sotto il 10%: reticenza a comunicare le reali intenzioni di voto.

4. Contemporaneamente, i sondaggi per le Amministrative sono stati molto più affidabili.

Sfiducia nei dati

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

16Sfiducia nei dati

Campagne data-driven in Italia: come salvare i sondaggi?Una ipotesi di lavoro: abolire il divieto di pubblicazione dei sondaggi nelle ultime due settimane prima del voto.

Due motivazioni:

a. Gli spostamenti di voto nelle ultime due settimane, in Italia, sono sensibili: gli ultimi sondaggi disponibili con la legislazione attuale saranno sempre imperfetti, aumentando il livello di sfiducia

b. In altri Paesi (USA, UK) i sondaggi sono pubblicati anche a urne aperte e questo non sembra condizionare l’esito del voto in modo significativo.

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

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Campagne data-driven in Italia: come salvare i sondaggi?Due consigli:

1. Non fidarsi mai del singolo sondaggio, piuttosto monitorare i trend su base settimanale e mensile.

2. Leggere con attenzione le domande di ricerca: spesso possono orientare il risultato finale più di quanto sarebbe lecito attendersi.

Sfiducia nei dati

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

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1. Scarsa comunicazione tra Enti, scarsa condivisione dei dati tra Pubbliche Amministrazioni, opacità, corruzione, spreco di denaro pubblico → l’Open Data è vissuto più come una minaccia che come un’opportunità.

2. La politica è scarsamente data-driven, ma anche il giornalismo politico è scarsamente data-driven: le opinioni superano i fatti.

3. Sfiducia nella politica + assenza di trasparenza nella certificazione delle donazioni ai partiti e ai candidati + progressivo azzeramento del finanziamento pubblico alla politica = bassi budget per la raccolta e l’elaborazione dei dati.

4. Scarsa cultura della comunicazione politica: oltre ai dati mancano troppo spesso campaign manager, spin doctor, formatori per le presenze televisive. L’Italia non è House of Cards...

Campagne data-driven:altre difficoltà

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19Conclusione

“Un politico usa i daticome un ubriaco il lampione:non per la luce,ma per il sostegno”.

Benjamin Disraeli

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Perché la politica italiana usa poco i dati?

Grazie.

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