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balletto 194 a stagione 09I10 Il Rumore dell’Amore Compagnia Fabula Saltica Panta Rei Gran Gala di danza classica Balletto di Stato del Teatro di Kosiče Romeo e Giulietta Balletto di Stato del Teatro di Kosiče Grande Messa in Do Min. K.427 Rioult Dance New York Carmina Burana Spellbound Dance Company Pentesilea: Wonder Woman Gruppo E-Motion

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balletto194a stagione 09I10

Il Rumore dell’AmoreCompagnia Fabula Saltica

Panta Rei Gran Gala di danza classica Balletto di Stato del Teatro di Kosiče

Romeo e Giulietta Balletto di Stato del Teatro di Kosiče

Grande Messa in Do Min. K.427Rioult Dance New York

Carmina BuranaSpellbound Dance Company

Pentesilea: Wonder WomanGruppo E-Motion

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Il Teatro Sociale ospiterà il 19 e il 20 marzo il Balletto di Stato del Teatro di Kosiče. Lacompagnia ci proporrà il 19 marzo una serata interamente dedicata al balletto classicodal titolo “Panta Rei”, un gala con alcuni fra i brani più conosciuti, un appuntamentoentusiasmante per l’altissimo livello tecnico e artistico ma particolarmente interessanteper il repertorio presentato, con vere e proprie “perle” della storia della danza. Unincontro con la tradizione e con lo stile accademico dei maggiori coreografidell’ottocento e in particolare un omaggio, in occasione dei cento anni dalla morte, algrande maestro della danza classica Marius Petipa. Il 20 marzo, la compagnia proporrà,sempre al Teatro Sociale, in prima nazionale “Romeo e Giulietta”, nella versione musicaledi Prokofiev.Il terzo appuntamento della stagione è affidato all’ultima creazione di un grande nomedella danza internazionale, Pascal Rioult, con il Rioult Dance New York, che presenterà,la “Grande Messa in Do Minore” di Mozart. Con una visione forte e rigorosa dellacoreografia, Rioult ci propone un viaggio spirituale, una celebrazione e allo stesso tempouna riflessione sulla natura umana che esplora e si confronta col divino presente inognuno di noi.Domenica 11 aprile vede protagonista una compagnia tutta italiana, la SpellboundDance Company con “Carmina Burana” nella versione coreografica del suo direttore ecoreografo Mauro Astolfi. Una lettura moderna, intensa su musiche di Carl Orff, Vivaldie Caracciolo, con gesti e movimenti di forte impatto visivo che disegnano un’umanitàinquieta nella gotica e cruda ombra del Medioevo.Chiude la stagione, a sottolineare la vitalità della ricerca artistica delle compagnieitaliane, questa volta al Teatro Studio, il 14 e il 15 aprile, il Gruppo E-Motion con lospettacolo “Pentesilea: Wonder Woman”, un’attenta e originale rivisitazione del mitodi Pentesilea in chiave moderna con la regia e la coreografia di Francesca La Cava.

Claudio Ronda

Il caso e la ragione hanno messo insieme un viaggio nel tempo, della musica e delladanza, un percorso che, dal mito di Pentesilea, regina delle Amazzoni, approda almedioevo “fittizio” ricostruito da Orff, tocca il ‘700 “vero” di Mozart e la potenzadrammatica che un compatriota degli Strauss, Ludwig Minkus, confeziona per “Romeoe Giulietta” e arriva, parlando del “rumore dell’amore”, ai giorni nostri. Una stagione di danza “deve” vivere di questi contrasti e di queste ricchezze, perparlare, con più voci, a più volti nel pubblico. Quest’anno per la quarta edizione della Stagione di Danza abbiamo cercato diincuriosire e affezionare sempre più il pubblico che in questi anni ci ha seguito ericambiato con la sua partecipazione proponendo con l’aiuto di titoli consolidati efamosi nuove letture e nuovi percorsi, affiancandoli ai lavori di alcuni giovani coreografiitaliani e stranieri.Due le sezioni, che coinvolgono i maggiori teatri della nostra città: il Teatro Sociale e ilTeatro Studio. Due diversi spazi strettamente collegati fra loro da un unico progetto,con proposte di alto livello qualitativo che abbracciano il richiamo della tradizione e siaprono al vigore e all’energia della sperimentazione. Otto appuntamenti pensati peroffrire differenti occasioni di incontro con compagnie che approdano in gran parte perla prima volta nella nostra città. La stagione si apre il 9 marzo “inusualmente” al Teatro Studio, per una sostituzionecausata dall’ annullamento della tournée della compagnia russa del Teatro AccademicoStatale dell’Opera e del Balletto “Mikhail Glinka”, con lo spettacolo “Il Rumoredell’Amore” della compagnia residente Fabula Saltica, con le coreografie del giovaneautore Vito Alfarano. Cinque appuntamenti, tre dedicati alle scuole medie superiori inseritinel progetto di coinvolgimento e sensibilizzazione del giovane pubblico e due serali. Con la collaborazione dell’attore-regista Luigi Marangoni, lo spettacolo è frutto diun’importante esperienza condotta nella Casa Circondariale di Rovigo. Un’indagineattorno al tema dell’amore con tutti i suoi “rumori” a volte delicatissimi, a voltefragorosi e tempestosi.

Stagione di balletto 2010

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La danza, con l’enorme potenza della sua carica emozionale, e con la sua oggettivafragilità e debolezza, come si è confrontata con una condizione umana così dura?“Tra quelle da noi contattate, c’erano anche persone condannate per reati molto gravi,e altre che hanno commesso reati minori. Ma per noi questi fatti non avevanoimportanza. Certo, non è stato facile costruire e reggere la struttura dello spettacolo, maci abbiamo lavorato per così tanto tempo, così intensamente, con così tante idee che,giorno per giorno, ci siamo confrontati anche con bruschi cambi di rotta, rispetto ai puntidi partenza iniziali. Ciò che è importante, è che parti integranti di questo spettacolo sianola poesia, il coinvolgimento, l’impossibilità di comunicare con l’altro, la passione che vivel’innamorato, il senso di rinascita, il vivere sempre al colmo delle emozioni e della paura.Perché essere innamorati è tra le esperienze più forti e totali di comunione con un’altraanima. Ma nello stesso tempo può anche essere un’esperienza di profonda solitudine.”

Dunque, alla verifica dei fatti, il senso e il valore di Il Rumore dell’Amore. Ispirato a Paoloe Francesca e agli innamorati contemporanei, era ed è da ricercare nel cumulo, vibrante,di scambi e contributi, umani e sociali, che la creazione è riuscita a coagulare intorno asé. I risultati, attivamente ricercati come scelta d’autore, sono scaturiti dalla difficoltànel fondere, in una, tre diverse realtà, discorsive e immaginative, tre contrastanti livellidi drammaturgia che, recitati dai danzatori, o registrati, si saldano nel testo. Il primo, letterario e fantasioso, è nella vicenda, storicamente accertata, di Paolo eFrancesca, che Dante Alighieri trasfigura, poeticamente, nel V canto del Purgatorio, nella“Commedia”. Sono lacerti “vissuti” e interpretati in più punti, nello spettacolo, come ipezzi tratti da “Frammenti di un discorso amoroso”, il libro di Roland Barthes, insiemea testimonianze, autentiche, di un “deliquio” amoroso dal sapore adolescenziale. Infine, conficcato nelle pareti del palcoscenico da una verità che più vera non si può, c’èil doloroso approdo, anche in video, di testi elaborati dai detenuti della CasaCircondariale di Rovigo. Nel percorso che ne è derivato, un autentico slalom, la scrittura coreutica di Vito Alfarano,anche interprete dello spettacolo, esplora l’alto e il basso della condizione umana, neisuoi punti più deboli. Sono la fuga dalla solitudine, la ricerca “dell'altro” e la resa“all’altro”, il senso di rinascita e il valore totalizzante connessi al sentimento amoroso,“senza tempo, inclassificabile e inarrestabile, tanto è forte”, come dice Alfarano. Per gli accenti di verità, poesia, coinvolgimento e toccante immediatezza che loinvestono, lo spettacolo si fa letteralmente abbracciare dal pubblico. Questo grazieanche al contributo, determinante, degli interpreti, di quella che è la “compagnia didanza della città”, come è ormai definita Fabula Saltica a Rovigo.

Il Rumore dell’Amore

Il Rumore dell’Amore vive in palcoscenico grazie a più di una singolarità. Intanto è unospettacolo “a tre teste”: quella del coreografo, Vito Alfarano, danzatore per laCompagnia Fabula Saltica, qui alla sua prima, importante prova coreografica; quella diLuigi Marangoni, regista; quella di Alessandro Gasperotto, cameraman e videomaker. Poilo spettacolo ha, come sottotitolo ideale, “per danzatori e detenuti”. Qual'è lo scopo diquesta creazione? Lo abbiamo chiesto a Vito Alfarano.

Perché un altro spettacolo sull’amore? Non può essere confuso con mille altri su questostesso tema? “Si, dell’amore se n’è parlato tanto, e in tantissimi modi, ognuno ha differenti opinionisul tema. Ma io volevo trovare un modo per parlare dell’amore passionale, l’amoreassoluto, che può vivere anche alla distanza, e dopo la morte, l'amore che unisce leanime e i corpi. Proprio per questa ragione ho voluto creare qualcosa di diverso, eimmergere il tema nella contemporaneità, usando parole diverse da quelle che siascoltano di solito.“

Il punto di partenza?"Ho voluto portare la mia arte, la danza, all’interno del sociale e della storia d’amoredi Paolo e Francesca, una storia d’amore legata al peccato, così come la racconta DanteAlighieri nella Commedia.”

Parlare d’amore in che modo? “Volevo fare in modo che, in ogni spettatore, scattasse un processo di identificazionenei miei personaggi e nella storia che ho delineato, perché questa potesse diventare lastoria di ogni uomo e di ogni donna, per scoprire o riscoprire un sentimento universalee autentico, indipendentemente dal modo, difficile o speciale, con il quale ciascuno havissuto questo sentimento. Ho dunque pensato di elaborare questo tema con i detenutidella Casa Circondariale di Rovigo, persone classificate nella categoria dei 'peccatori',ma da me stimolati, in un seminario, a creare materiale sul tema dell’amore.”

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di Ermanno RomanelliIn Principio, e alla Fine, la Danza

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Panta Rei - Gran Gala di danza classicaDue cigni, una farfalla, “la” contadinella e “il” Cavaliere

Ovunque accada, un Gala classico, antologia di passi a due e brani estratti dai titolimaggiori del repertorio accademico, riscuote un trionfale successo, per quella fame didanza che il pubblico non si stanca di ribadire. E se a Rovigo mancheranno, forse, lelunghe file del secondo atto del Lago dei Cigni (1895), l’incanto giungerà ugualmente,tanto è denso, e ricco di suggestioni crepuscolari, il peso specifico e tecnico-drammaturgico della più classica e poetica tra le favole coreutiche. Balletto tardoromantico, imperiale per dimensione e respiro narrativo, il Lago armonizza tensionelirica e drammatica nel conflitto tra Bene e Male, Amore e Sacrificio dell'uomoinnamorato di una siderale creatura. Conduce il gioco l’eloquenza, superba emalinconica, di P.I.Tchaikovskij (1840-1893), nel cui spartito (1877) si integra il nobiletratto di Lev Ivanov (1835-1901), misconosciuto aiutante di Marius Petipa (1818-1910),il coreografo francesce che, a San Pietroburgo, dal 1847 al 1903, confeziona per gli Zarmagnificenze a spron battuto (75, fra balletti a serata intera e in un atto, e passi a due).

L'altro immortale cigno di questa sera, in realtà è languidamente morente sulle note diCamille Saint-Saëns (1835-1921), che ne aveva impaginato i tremori all'interno de Lecarnaval des animaux (1866), fantasia non pensata, in origine, per la danza. Nella suageniale semplicità, La morte del cigno (1907) è un assolo i cui tre soli minuti diesecuzione sono resi senza tempo da Michail Fokine (1880-1940). Questi regala allaleggendaria Anna Pavlova il più celebre tra i cavalli di battaglia accademici, doves'impongono perizia tecnica, sensibilità, intelligenza cinetica dell'interprete.

In una serata animalier, si pretende un po' di leggerezza favolistica. La garantisce unasublime danzatrice, Maria Taglioni (1804-1884), nel suo unico lascito coreografico: LePapillon (1860), regolato sulla musica di Jaques Offenbach (1819-1880). Qui, ancorauna volta l'interprete sfida la sorte per leggerezza, precisione, eleganza ed elevazione,raccontando, in sintesi estrema, l'amore ostacolato di una giovane, vittima di unmaleficio che la trasforma in farfalla, per il principe che la salverà.

È lunedì 28 giugno 1841 quando il ballet-pantomime Giselle ou le Wilis, e il personaggiodella contadinella che ne è protagonista, si affaccia al mondo. È creato su musiche diAdolphe Charles Adam (1803-1856), le cui pagine declinano gioia e turbamenti d'amore,il dolore del tradimento, la pazzia e la sublimazione di un amore salvifico, oltre la morte.

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I coreografi Jean Coralli (1779-1854), per le scene d’insieme, e Jules Perrot (1810-1892),esaltano le doti della fascinosa protagonista, Carlotta Grisi (1819-1899), tra le maggioridel secolo. Il libretto è dello stesso Coralli, di Jules Henri-Vernoy de Saint Georges (1800-1875), e di Théophile Gauthier (1811-1872), motore primo dell’intera faccenda.Intellettuale prismatico, teorico del romanticismo francese, Gauthier si è ispirato ad unaraccolta di saggi di Heinrich Heine, De l’Allemagne, pubblicata in Francia nel 1834. Ilvolume è ricco di leggende e racconti del folklore tedesco e nordico, popolato da ninfe,ondine, Troll e Kobold, i folletti nani che proteggono la casa. Qui Gauthier trova unriferimento “ad una leggenda austriaca, ma di origine slava, dove si narra delle Villi,fanciulle morte prima delle nozze che, insoddisfatte per non aver consumato ilmatrimonio, non riescono a rimanere ferme nella propria tomba”. Oggi parlare di Gisellesignifica ritrovare, nella sua stessa trama, una fertile densità di materia e unacombinazione felice di elementi, integrati senza che l’uno prevalga su altri. Qui sonoancora le origini del Romanticismo, movimento di cui la contadinella nel paese sulle rivedel Reno è alfiere nel mondo del balletto. Romanticismo, dall’aggettivo inglese romantic,indice di cose irreali, fantastiche, stati d’animo fantasiosi e sognatori, poco realisti.Binari perfetti per un balletto che, pensato e montato in pochi mesi, verrà poi salvatodall'oblìo dal solito Marius Petipa, fratello di Lucien, primo protagonista del lavoro. Saràla sua versione, reimportata in Occidente dai Ballets Russes di Diaghilev, nel 1910, acostituire l’ossatura per tutte le versioni d’impianto classico accademico del balletto. Lastessa cui assisteremo questa sera.

Chiude il cartellone il terzo atto di Don Chisciotte, un logo creato da Miguel de CervantesSaavedra (1547-1616), pubblicato tra il 1605 (prima parte) e il 1614 (seconda), comeanticipazione del romanzo moderno. Il nobile Cavaliere che ne è protagonista, archetipodi una specialissima condizione umana, da personaggio letterario si eleva a mitoattraverso epoche e culture. Il titolo diventa centrale anche nella cultura del teatro didanza, liberamente saccheggiato, in quattro secoli, da coreografi e musicisti. L'edizione“princeps”, che ha tuttora maggior successo nel mondo come grande balletto dellatradizione classico-accademica, è la versione che Petipa confeziona a Mosca, per il TeatroBolshoi, nel 1869, in quattro atti e otto quadri, su partitura di Aloisius Ludwig LéonMinkus (1817- ?), compositore ufficiale dei balletti nei Teatri Imperiali, dal 1872 al 1886.

Nella coreografia di Petipa, Don Chisciotte è visto come “l'ultimo baluardodell'idealismo, costretto a fare i conti con una realtà dove non c'è più posto per glieroi”. D'altro lato il balletto è anche il risultato dell'infatuazione profonda per la Spagnae il suo folklore che il coreografo francese subisce negli anni (1843-46) in cui, a Madrid,

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Romeo e Giulietta non sono di per sé personalità esclusive: è la purezza dei sentimenti,la forza d’animo, l’ardore delle passioni che li rendono tali. In loro convivono la Passione,che tutto e tutti travolge con il suo impeto, e la Morte, che purifica e spazza via corpi etensioni.

Tanta materia ha attraversato indenne tutte le arti, e si è rigenerata in ogniambientazione possibile. Perché ha trovato e ancora trova, nelle sue stesse pieghe, nellacombinazione felice se pur drammatica di elementi che la integrano, lo spazio per milleriletture. Capaci, di volta in volta, di modificare o rovesciare, come un morbido guanto,forma e sostanza della vicenda.

Da Shakespeare, sono derivate le pagine musicali di alcuni autori minori, subitodimenticati, come Marescalchi, Steibelt, Schall, ai quali sono però seguiti i grandi, comeBerlioz e, soprattutto, Tchaikovskij. Dal 1938, la celebrata storia d’amore e morteshakespiriana è anche uno dei soggetti preferiti nella scena ballettistica internazionale,e un parterre di autori regali ha provato a farci credere che è proprio l’amore tutto ciòdi cui abbiamo bisogno, grazie al magico contributo di Serghej Prokofiev (1891-1953).Egli crea la partitura fra il 1934 e il ’35, con Serghey Radlov, autore del libretto; la loroversione, a lieto fine, è subito rifiutata dalla censura stalinista, perché ritenuta troppomoderna, tanto che il compositore è costretto a rimaneggiarla.

Eppure sono proprio le pagine del drambalet “Romeo e Giulietta”, uno dei suoi lavoripiù riusciti, a rendere Prokofiev una voce d'immediata riconoscibilità pur nella lungateoria di modi che lo caratterizza. A Parigi, lontano dalla madre patria, lui e IgorStravinskij, sono ‘ribattezzati’ dal segno maieutico di Diaghilev. Il diabolico impresariocoglie ed esalta le radici di entrambi nella loro prima linea stilistica, da “impressionismorusso”, ne lancia l’identità come i più importanti compositori di musica per balletto del‘900. Coloro che, in un modo speciale, affermano la danza come strumento e metaforadel dinamismo, sguardo privilegiato dell'esplorazione di nuove modalità percettive,icona della modernità.

Tuttavia Prokofiev non avverte, come Stravinsky, il bisogno di sconvolgere cosìradicalmente l'ordine delle forme tradizionali. Parlerà se mai del bisogno di attenuare, odirottare in altra forma e direzione, le dissonanze secche, il tumulto espressivo, leasimmetriche combinazioni che esaltano il secondo. Per Prokofiev è un ellisse che, da ‘Alaet Lolly’, nel 1914, poi ‘Suite Scythe’ (1923), con ‘Chout’ (1921), ‘Le Pas d’Acier’ (1927),approda a ‘Le fils prodigue’ (1929), congedo dal mondo di Diaghilev e dei Ballets Russes.

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ammira le danze folkoriche della città, di Granada e Siviglia. Ancora oggi balletto tra ipiù amati e rappresentati, Don Chisciotte è un trionfo circense di danze di carattere,pantomima e virtuosismi tecnici, che esaltano le potenzialità della danza e briosefantasie, divertite e divertenti, appannaggio esclusivo di giovinezza, naturalezza, gioiapura, tecnica sopraffina, e generoso dispendio di entusiasmo. Una boîte à joujoux,insomma, dove la musica di Ludwig Minkus zampilla, e gonne, gitani, ventagli e cambrésvolano alti come fuochi d’artificio, accanto all’immancabile atto bianco, il terzo, con lefiabesche Driadi. Ecco, finiscono le parole. Iniziano le danze.

Romeo e Giuliettaun’abusata, meravigliosa bugìa

Sono due i numi tutelari che sostengono la potenza drammatica e la fortuna, coreuticae musicale, di “Romeo e Giulietta”, tragedia antica resa contemporanea dalla sensitivamateria che la informa. William Shakespeare è l’autore all’origine della drammaturgia,del plot narrativo e della seduzione perenne che la storia degli amanti di Verona ancoraesercita, a centinaia d’anni di distanza dalla sua elaborazione. Tra il 1591 e il 1596,Shakespeare dà il “la”, e sigla l’intera circostanza per ogni successivo approccio. IlBardo filtra una materia drammaturgica che gli deriva da scrittori italiani: MasuccioSalernitano, Luigi da Porto e Matteo Bandello, a loro volta liberamente tradotti esaccheggiati, nella seconda metà del ‘500, da altri poeti e drammaturghi inglesi, ai qualiinfine attinse lo stesso Shakespeare. Questi però trasfigura le coordinate ricevute di“Romeo e Giulietta”, e ci guida per mano nel dramma e nel labirinto profondo dellepassioni. Il tema della “morte viva”, l’Angoscia e l’Amore, il Fato e la Fortuna, l’ambientecortese, sono da lui imbevuti di dolcezza, e poi gettati nel vento di un sublime percorso,tra metafore e accenti ineguagliati. Una derivazione che, come suggerisce Mario Praz,è mediata, per frasi e luoghi retorici, dal petrarchismo. Così facendo, Shakespearetrasforma la vicenda nella più abusata eppur meravigliosa di tutte le storie e le bugieche si raccontano in teatro e sullo schermo. Le assegna infatti la sorte che tocca aigrandi classici: la capacità di suscitare, in eterno, nuove possibilità creative, riscrittureche, agganciate al tempo di oggi, o di ieri, ne esplorano, da dentro, vesti e potenzialitàespressive senza fine. È tutta Verona, nel suo complesso, ad essere inquadrata in primopiano; e di quella scena, di quella trama ci appassionano sia le figure romantiche deidue eroi principali come la servitù, o i grotteschi personaggi popolari del Carnevale.

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Mozart e Rioult, fra Europa e America

Il coreografo Pascal Rioult spiega così la ragione del successo di pubblico che riscuotecon le sue creazioni: “Il mio caso è interessante perché sono alla confluenza di dueculture, e il mio lavoro è il risultato di questa specie di mélange. La mia cultura europeae le mie origini francesi affiorano molto nel mio pensiero. Ma la tecnica che impiego, lastessa modern dance di Josè Limòn e Martha Graham, quella che io chiamo la baseclassica della modern dance, è completamente americana. È diventata la mia, io latrasformo in qualcosa di più contemporaneo. Tutto ciò rende il mio lavoro moltoparticolare. Negli Stati Uniti la mia è una compagnia che ha un aspetto europeo, mentrein Europa le caratteristiche diventano americane. È questo che crea l’interesse per lacompagnia, e spiega il successo che riscuoto in Francia e in Europa. Soprattutto da partedel pubblico, che vi ha riconosciuto una danza molto strutturata”.Forte e strutturato sono gli aggettivi giusti per il lavoro di un coreografo che, prima didiventare tale, è stato, in Francia, campione nazionale di corsa ad ostacoli. Ma la corsa eil salto più importanti Rioult li ha fatti a New York, dove ha studiato danza nella scuola diMartha Graham. Qui, nel 1984, diventa principal dancer, e interpreta molti ruoli prestigiosidel repertorio Graham. I suoi primi approcci informali con la coreografia risalgono al 1984,ma diventano creazioni ufficiali per la stessa compagnia Graham solo nel 1989. Martha Graham mette il lievito, dunque, ma è Rioult che tira fuori la pasta di cui è fatto.Ed è solido quanto serve, per intelligenza e sensibilità, da non farsi schiacciare da quellapreponderante lezione. Tanto che un critico di danza dei più severi, Anne Kisselgoff, sulNew York Times, definisce il suo stile permeato da “a liberating affinity, rather thanslavish devotion”. Ovvero, nella danza di Rioult c’è solo farina del suo sacco, affine, sì,a quella della Graham, ma non condizionata da una imitazione pedissequa. Dal 1992Rioult dà vita al Pascal Rioult Dance Theatre, oggi Pascal Rioult New York, gruppocomposto da una decina di danzatori, per i quali ha firmato, sino ad ora, circa quarantacreazioni. Per ognuna di esse, sceglie il principio di partenza, che lui stesso ci hadichiarato: “Una visione forte e rigorosa della coreografia, sul piano delle idee che lesono dietro e a livello della struttura. Non si costruisce un palazzo senza una buonafondazione e solidi principi di costruzione". Il tutto è da lui sottolineato parlando dellaMessa in Do minore K 427, di W.A.Mozart, da lui recentemente tradotta in danza.

Musica e danza, per riflettereLe proposte di Rioult, e le sue letture, offrono lo spunto per riflettere con la dovutaattenzione su un rapporto fondamentale, ma ancora poco dibattuto: quello tra lestrutture, l’organizzazione e il senso intimo della danza, e la sua relazione con la musica.

E se Stravinsky trova e sceglie, come suo interlocutore privilegiato, la purezzaneoclassica delle forme di George Balanchine, i titoli per balletto scritti da Prokofievtrovano ogni volta un coreografo diverso. Per oggettive circostanze interlocutorie eperché il compositore era assillato dall’ansia perenne d’una dimensione sonora semprenuova, varia e originale. Almeno sino al ritorno in patria nel ’36, quando la sua musa sigenuflette a Zhdanov e al diktat del realismo socialista. Salvo, paradossalmente, e puragendo nell’ambito obbligato della “leggibilità per tutti”, mantenere intatta la varietànecessaria all’espressione coreografica, e da produrre, negli anni seguenti, altricapolavori ballettistici, come “Cenerentola” e “La favola del fiore di pietra”. Come?Scrive il compositore, nella propria autobiografia, che “i Russi amano i balletti a serataintera, all’estero quelli di breve durata. La differenza nasce dal fatto che attribuiamogrande importanza alla narrazione e al suo sviluppo”.

In lui, e in particolare nello spartito di “Romeo e Giulietta”, l’impronta classica, poggiatasu un impianto solidamente tonale, va in fibrillazione in una intemperanza sempre pienadi vitalismo. Lo slancio lirico di grande respiro si accompagna all'ironia tagliente,sarcastica, che approda spesso al grottesco, ad una nervosa linea moderna (incluso ciòche lui chiama "crudezza"), mentre il senso ritmico, travolgente e “istintivo”, corre es’impone a ridosso della trama, e diventa base solida e indispensabile nel balletto.

Tutto, in “Romeo e Giulietta”, viene unificato nell’uso di motivi ricorrenti non solo perindicare l’ingresso di personaggi in scena, ma per sottolineare la forza del dramma,accendere emozioni, indicare il cambio delle situazioni nell’incombere del fato. Nasconoqui i tanti volti di Giulietta: dall’adolescente ingenua all’amante appassionata, dallaribelle alla maschera di dolore nella morte. Sbocciano qui le meraviglie del gioco mimicoe atletico di Mercuzio, il suo spirito saturnino, l'esuberanza che egli paga con la vita.

La partitura è diventata a sua volta una trama, il doppio specchiato di quellashakespiriana, sulla quale ciascun coreografo ha sciolto il proprio ordito: da Ivo Psota,autore della prima edizione, seguito a ruota da Lavronskij (1940), e poi ancora daCranko (1958), Mac Millan (1965) e Preljocaj (1990), solo per ricordare i massimi, in unterreno dove ancora oggi si incrociano sguardi assai diversi. Il confronto è aperto inqueste pagine che sanno stregare al millesimo ascolto: perché, anche nei momenti piùlirici, il vento e la tempesta sono in agguato sotto la calma della superficie.

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Un rapporto che, secondo i tempi, i luoghi, le mode e gli autori, è, di volta in volta,specchiato, sottovalutato, scelto, raffazzonato, incidentale, consequenziale o come altrosi vuole. Ma mai, sufficientemente, delineato, tematizzato, teorizzato.

Non c'è niente di più solido della musica di Mozart.“Sì - risponde il coreografo - la Messa è una partitura di una tale grandezza, ed io, perla prima volta, affrontavo una pièce con più di un'ora di coreografia. Così che il lavoroè stato enorme, ed ho avuto bisogno di rivederlo in alcuni punti. Era una sfida, qualcosache volevo fare da molto tempo, ma aspettavo di essere pronto. Volevo anche dedicarlaa mia madre, morta prima di concludere la coreografia. Quel momento è stato ancorapiù difficile, anche se mi ha ispirato il ricordo di lei, cantante, e direttrice di coro”.

Dunque la vocalità delle partiture classiche, e sacre, le è familiare?“In qualche modo è sempre stata molto importante per me, l'ho sempre ascoltataquando avevo bisogno d'ispirazione, o di un momento di riflessione profonda. Ladifficoltà è stata affrontare la magia della musica di Mozart, le cui proprietà mi hannosempre intrigato: è come una medicina, porta l'anima e il cuore in un altro universo. Enon si comprende come Mozart, che pure era molto umano, un bon vivant, abbia saputotoccare il divino, il trascendente”.

La scomparsa di una persona cara è stata una sfida, una spinta per fare di più.“L'idea che mi ha conquistato è stata quella di trascendere e sostituire il vuoto, lamancanza, con qualcosa di pieno e di ricco, di bello e di vero. Che si creda o no in Dio,facciamo parte dell'universo, dentro il quale c'è il nostro posto. Si nasce e si muore, nonha importanza, perchè è una continuità“.

Guardare in faccia l'immensità, non è un pensiero che suscita timore?“L'anno precedente ho affrontato la versione orchestrale dell'Arte della Fuga, di Bach.Ho così scoperto il concetto di 'Mysterium Harmonicum', filosofia dell'epoca tradotta daBach e Mozart nel senso dell'ineffabile mistero dell'Armonia. È straordinario avvertire, nelgrande caos della vita e dell'universo nel quale siamo immersi, questo sentimento di unordine divino. Non dico sul piano religioso, perché non lo sono, ma questa sensazione c'è,ed è molto importante, in Bach e Mozart. L'altra cosa che mi ha interessato molto è lamiscela di sacro e profano: Mozart è stato il primo a fare musica sacra unendo la scritturabarocca, molto forte e severa, con la leggerezza e la grazia dell'opera. Un mélangescioccante per l'epoca. Le linee di musica del soprano, ad esempio, sono straordinarie, perquanto sono dolci, galanti. E anche per la danza questo apporto è straordinario”.

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Come ha spiegato tutto questo ai danzatori?Non lo si può spiegare ai danzatori. Ho dato loro delle immagini, parole che li hannoaiutati a trascrivere le idee nella qualità e nel ritmo del movimento. Ancora una volta,bisogna trascendere nella bellezza della musica e della danza, con il corpo che diventacontenitore capace di trascrivere le idee. Non so perché, ma ho deciso che i danzatoridovessero spostarsi in scena con movimenti che avessero la libertà, la leggerezza, illato effimero della farfalla.La prima immagine importante del pezzo è una danzatrice che tira a sé una grandestoffa: strappa un pezzo di cielo. Altre immagini, ambigue: un trio, un uomo e due donne,sono un essere a tre teste, una chimera. Traduce l'idea del purgatorio, un luogo che nonè una cosa né l'altra. Mi sono ispirato alla 'Commedia' di Dante anche per l'Agnus Dei,dove i danzatori, in una coda di luce, come 'La zattera della Medusa', di Delacroix,cercano di alzarsi mentre sono sul punto di perdersi nel vuoto, l'Inferno. Da un puntoall'altro del balletto, ogni sequenza ha la sua particolarità, anche dolorosa, ma tuttoconduce verso la salvezza dell'umanità. Perché la danza è già in questa musica, per laquale valgono le parole di Michelangelo: la statua è già nel marmo, bisogna farla uscire,togliere ciò che è in eccesso.

Carmina Burana, il tempo che fugge

Sono ben noti il potere suggestivo e lo slancio che Carl Orff (1895 -1982), imprime ai“Carmina Burana”. Orff li compone tra il 1934 e il 1936, come cantata per soprano,baritono, coro, coro di voci bianche e organo, con la volontà di ricreare in musica unMedioevo totalmente d’invenzione. La partitura, che si giova degli echi dello Stravinskydi “Les Noces” e de la “Sinfonia dei Salmi”, riprende testi poetici contenuti in una dellepiù importanti sillogi di documenti poetici del Medioevo. Il Codex Latinus Monacenis èinfatti un manoscritto del XIII secolo, proveniente dal convento di Benediktbeuern(l'antica Bura Sancti Benedicti, fondata verso il 740 da San Bonifacio presso Bad Tölz,Baviera), attualmente custodito nella Biblioteca Nazionale di Monaco di Baviera. Iltermine “Carmina Burana” è coniato nel 1847 dallo studioso Johann Andreas Schmeller,con la prima pubblicazione del manoscritto. Si tratta di 315 componimenti poetici, redatti da diversi autori, distribuiti su 112 foglidi pergamena, decorati con miniature, e suddivisi per argomento: satirico, morale,amoroso, conviviale, sacrale. I testi, in latino, alcuni in alto tedesco, talvolta osceni,pagani e anticlericali, ci parlano di vino, gioco, donne e piaceri della vita. Sono esaltati

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insegue i goliardi medioevali per sottolineare lo spirito inquieto dei giovani d'oggi e illoro pessimismo. Il coreografo si muove con respiro amplissimo, con movimenti chesono sempre condizionati (se non generati) dalla potenza della musica. Astolfi rispondealle note vibranti dispiegando un’altrettanto variegata forza ritmica, mentre il giocod'amore, declinato in più latitudini, insieme all'esplorazione del movimento d’insieme,ha incastri sapienti fra la compagnia e parti di essa. Al sapore epico della colonna sonora che vi pulsa dentro, Astolfi ha aggiunto un “tocco”,temperante, di Antonio Vivaldi. Il risultato è una serie di superbi flash visivi e sonori,favoriti dalla scenografia, che diventa mezzo coreografico e protagonista insieme aiballerini. Questi, sospinti da una forte, aggressiva sensualità, concatenati dalla musicae dall’abilità del fraseggio coreografico, inalberano soluzioni che dimostrano lapossibilità di una strada alternativa, ampiamente vincente, fra il balletto a soggettonarrativo e quello “astratto”. Interessante per invenzione e plasticità del linguaggio corporeo contemporaneo, arditonelle tensioni dinamiche tra le figure ed il contesto scenico-spaziale, il balletto di Astolfiscolpisce con raro impatto visivo i gesti e i sentimenti di un’umanità inquieta. La danza,dunque, testimonia e cerca di fondere la propria forza narrativa con quella della musica.Come a riunire e a completare lo spirito più profondo dei Carmina.

Pentesilea, figura della mitologia greca

Pentesilea, figura della mitologia greca, condannata da Afrodite, da lei sfidata, ad essereviolentata da tutti i maschi che la vedono, si cela alla vista coprendosi con una splendidaarmatura. Distintasi per l'audacia, diventa Regina delle Amazzoni, popolo di donneguerriere abitanti della Scizia e del Ponto, antica regione dell'Asia Minore.Nell'iconografia che la riguarda, Pentesilea è ritratta come una guerriera valorosa ebellissima. Accorsa in aiuto di Priamo, re di Troia, nei dieci anni della guerra che l'opponeai Greci, uccide guerrieri ed eroi. Affronta in duello lo stesso Achille, ma viene da luicolpita mortalmente. Secondo altri autori, invece, quando si scontra con Achille,Pentesilea ha la meglio e lo uccide. Citata da Dante Alighieri nel Limbo dei grandi spiriti del passato, è conosciuta anchenella letteratura spagnola, ma è presente anche ne “L'Orlando innamorato”, di MatteoMaria Boiardo, ed è citata ne “L’Orlando furioso” di Ludovico Ariosto, come anche daShakespeare ne “La dodicesima notte”.Nella più famosa e conosciuta rivisitazione del mito, Heinrich Von Kleist (1777-1811)

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da una poesia che nasce in ambiente colto, ma che usa, a fine parodico, i modi dellinguaggio ecclesiastico, con parodie blasfeme della liturgia. Vi emerge però anche unmoralistico rifiuto della ricchezza, e la condanna della curia romana, dedita alla ricercadel potere, accusata di “distruggere la legge del Signore”, dedita al “denaro, reassoluto”. Fra il mito del gotico tenebroso, citato dallo stesso Orff, e unaspregiudicatezza che non teme la punizione divina, i canti rovesciano, in modo ironicoe divertito, i dogmi della cultura allora dominante. Orff compose a ridosso di questi temi musica nuova, benché nel manoscritto originalefossero contenute tracce musicali. L'opera venne accolta prima con diffidenza, poi, epurtroppo, con tale entusiasmo dal Nazismo che l'autore restò bollato, a vita, come artistadi regime, anche per aver realizzato le musiche di apertura degli “Olympische Jugend”.Il tempo gli ha reso giustizia, tanto che la composizione oggi è inserita a pieno titolonel repertorio internazionale, e suoi estratti sono stati e sono saccheggiati a piene manida cinema e pubblicità. Per la stratificazione di epoche che contiene, “Carmina Burana” è un’opera complessae completa, ma è anche, in realtà, un grande “falso d’autore”. Orff ha infatti composto,con talento, una musica funzionale, “alla maniera di”, certo non una partitura di musicareligiosa del medioevo. I “clerici vagantes”, cui si riferisce il testo, non sonoun’emanazione del demonio, un’evocazione sabbatica del male. La loro principalefunzione è stata invece, e notoriamente, quella di amanuensi, trascrittori di testi classici. Piuttosto, se possiamo individuare nel testo un filo rosso che lega fra loro icomponimenti, questo è dato dal leitmotiv del tempo che passa inesorabilmente,lasciando l'uomo senza alcun tipo di certezza.

Vitalità e ritmo in una partitura controversa Dunque un balletto tratto dai “Carmina Burana”, musica tra le più citate e controversedel Novecento, ha, già sulla carta, più di un motivo di interesse. Tanto che la musica diOrff ha affascinato molti grandi coreografi del Novecento. La partitura stessa debutta,a Francoforte, nel 1937, in una coreografia di Inge Härtling. Di lì a breve (1943) se neimpossessa Mary Wigman, grande sacerdotessa della danza moderna, cui fanno seguitoJohn Butler (1959), Ruth Page (1956), George Skibine (1950), Alvin Ailey (1973), YouriVamos (1985), Robert North (1990), in un elenco ben più ampio. La regia e la coreografia di Mauro Astolfi, nella sua versione per la Spellbound DanceCompany, nascono dal desiderio di reinterpretare musiche e canti che, per la lorodirompente vitalità e ritmo, hanno infine conquistato una propria autonoma dignità insede concertistica. Nel balletto, i dieci danzatori della compagnia, un gruppo benconosciuto e apprezzato, tracciano un percorso tra i sentieri dei Carmina, un viaggio che

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sceglie nel 1808 una grecità arcaica, altera molti dati del mito, e, in tremila versi dipassione, immagina che, travolta dalla letale passione per Achille e da lui ricambiata,in un accesso di furore dionisiaco sia l’androgina regina a uccidere il femmineo Achille,e farne scempio. Nel suo risveglio emozionale e sessuale, Pentesilea dunque distrugge l’oggetto stessodel suo amore, che lei divora, ma anche se stessa e infine tutto il regno delle Amazzoni.Salvo poi rientrare faticosamente, come svegliandosi dalla trance, in uno stato dicoscienza e disperazione al di là del quale non le resta che la morte. Pentesilea nonlotta solo contro gli dei, ma contro l’avversario e il destino, in un conflitto che èall’interno del suo stesso cuore. Pentesilea è l'immagine di una donna piena di rabbiae di voglia di rivalsa verso secoli di predominio maschile, animata da voglia di giustiziae di far udire una voce che nessuno finora ha mai voluto ascoltare. L'alone romantico e il demonismo tragico che circondano le pagine di Kleist ne hannofatto un testo tra i più affascinanti e frequentati dal teatro “d'arte” del '900, mascarsamente realizzato in danza. Oggi si confronta con questa figura Francesca La Cava,una coreografa attenta all'analisi del Mito, all'antropologia e al teatro del "900.L'artista, nei suoi lavori, porta in scena il quotidiano, le denunce della società e dellastoria dei nostri tempi, catapultando riti e culture del passato nel mondocontemporaneo. Il suo “Pentesilea: Wonder Woman”, realizzato per il Gruppo E-motion, denuncia ilcapovolgimento dei ruoli maschio/femmina con una performance di danza che riflettel'ascesa del sesso debole a sesso forte, ma con questo anche la sua inevitabiletrasformazione in essere androgino e privo di fascino. Oggi come ieri, secondo La Cava,“Pentesilea è una donna piena di rabbia con il desiderio di vendetta e di affermazionenei confronti del genere maschile e del suo secolare predominio. Donne in armi, duellantie lottatrici, belle e pericolose, ragazze armate: le Amazzoni moderne, con le loro diverseincarnazioni, continuano ad essere dei personaggi ambigui e temibili, ma ancheattraenti e vincenti, che ripropongono le sfaccettature dell’antico mito, ne incarnanoalcune delle potenzialità di senso. L’arte ha il potere di trasformare i dati di realtàsollecitando l’analogia con l’antica figura mitica. Ma la rabbia di queste moderneAmazzoni troverà una soluzione attraverso la vendetta nei confronti del generemaschile? La nostra “Pentesilea: Wonder Woman” è una novella Amazzone, animalescae scatenata, atleta protagonista dei nostri tempi, abbigliata con costumi e scene chericordano l’antico mito, ma soprattutto i fantascientifici cartoon”.

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Il Rumore dell’Amore 18Compagnia Fabula Saltica

Panta Rei 24

Gran Gala di danza classica Balletto di Stato del Teatro di Kosiče

Romeo e Giulietta 27

Balletto di Stato del Teatro di Kosiče

Grande Messa in Do Min. K.427 30Rioult Dance New York

Carmina Burana 36Spellbound Dance Company

Pentesilea: Wonder Woman 42Gruppo E-Motion

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Il Rumore dell’Amore ispirato a Paolo e Francesca e agli innamorati contemporaneida un’idea di Vito Alfarano

Compagnia Fabula Saltica

coreografia Vito Alfaranoregia Luigi Marangonivideo Alessandro Gasperottocostumi e oggetti Elena Frigato

musiche di autori vari e originalidegli allievi della classe di musica d’uso del Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo

coordinati da Paolo Zambellicon testi tratti dai diari dei detenuti della Casa Circondariale di Rovigo

interpreti Vito Alfarano I Federica Iacuzzi I Paola Maran I Manfredi Perego

Progetto prodotto dall’Associazione Balletto “città di Rovigo” realizzato con il contributo del Ministero per i Benie le Attività Culturali, Regione Veneto ARCO Danza, in collaborazione con Comune di Rovigo - Assessorato allaCultura e Spettacolo, in coproduzione con Ente Rovigo FestivalIl Rumore dell’Amore

Teatro studio - Viale Oroboni, 14 - Rovigomartedì 9 mar 10 ore 10.30 teatroragazzimercoledì 10 mar 10 ore 10.30 teatroragazzigiovedì 11 mar 10 ore 10.30 teatroragazzivenerdì 12 mar 10 ore 21.00 fuori abbonamentosabato 13 mar 10 ore 21.00 fuori abbonamento

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COMPAGNIA FABULA SALTICAL’identità che ispira la compagnia Fabula Saltica dalla sua fondazione è basata sullacreazione di un repertorio attento alla contemporaneità, tracciato su rigorosi criteritecnici e artistici, con la produzione di spettacoli di danza che prevedano lacommissione di nuovi lavori a coreografi e compositori italiani e stranieri. Attraversol’esplorazione del piacere istintivo del movimento, mettendo in rilievo il lato piùsensoriale ed emozionale della danza, la compagnia si pone l’obiettivo di coinvolgeresempre più ampie fasce di pubblico. In vent’anni di attività la compagnia ha realizzatooltre 30 produzioni e ha rappresentato i propri spettacoli in importanti festival italianie stranieri. Fabula Saltica è residente presso il Teatro Sociale di Rovigo, è riconosciutadal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ diretta dal coreografo Claudio Ronda.

VITO ALFARANO danzatore e coreografoE' nato a Brindisi il 15 gennaio 1978 dove frequenta, all'età di 10 anni, corsi diginnastica artistica e successivamente studia danza classica, moderna econtemporanea. Dopo aver preso parte al Corso di Perfezionamento Professionale perDanzatori, cofinanziato dalla Regione Veneto, svoltosi presso il Teatro Sociale di Rovigoe diretto dall'Associazione Balletto “città di Rovigo”, entra nel 2000 a far parte dellacompagnia Fabula Saltica e lavora nelle produzioni “Together” coreografie di F.Monteverde e C. Ronda , “Il Pranzo”, “Pinocchio Burattino senza fili” nel ruolo diPinocchio, “Histoire du Soldat” nel ruolo del soldato, “Pulcinella” nel ruolo di Coviello

con le coreografie di C. Ronda; “Dylan Dog” coreografia N. Musin; “Mattähus Passion”coreografia Ismael Ivo. Alterna la propria attività danzando per i coreografi MauroBigonzetti, Michela Barasciutti, Micha Van Hoecke, Luca Veggetti, Vanessa Tamburi,Schreiner Karl Alfred. Nel 2004 vince il primo posto come solista al Concorso di danza“Pescara dance Festival”. Nel 2006 crea la coreografia “Danza a corte nel tempo” peril VII Festival della canzone città di Brindisi e nel 2007 lo studio “Oltre iconfini…liberamente ispirato a Paolo e Francesca” . Con quest’ultima creazione rientrain “Percorsi d’Autore” vetrina per giovani coreografi e vince primi premi in festival dicoreografia nazionali e internazionali come nel dicembre 2009 in Polonia il GRANPRIXal “THE IV INTERNATIONAL SERGEI DIAGHILEV COMPETITION OF CHOREOGRAPHICART”. Nel 2008 inizia la costruzione di un percorso che vede la danza svilupparsiattraverso varie argomentazioni legate alle problematiche sociali: detenzione eaudiolesismo. Nel 2008 e 2009 è così ideatore, responsabile di progetto e docente dellaboratorio “movimento corporeo e teatralità” svoltosi con i detenuti della CasaCircondariale di Rovigo. Nel 2009 è ideatore e coreografo dello spettacolo per lacompagnia Fabula Saltica “Il Rumore dell’Amore... Ispirato a Paolo e Francesca e agliinnamorati contemporanei” e nasce la sua collaborazione con il regista Luigi Marangoni.Raccolgono le parole di innamorati contemporanei dai danzatori presenti nellospettacolo e dai detenuti nel carcere di Rovigo, luogo di isolamento, dove chi ama nonha la possibilità di vivere concretamente i propri sentimenti. Questi racconti hannoarricchito Il Rumore dell’Amore di profondità, verità e poesia.

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LUIGI MARANGONI registaSi diploma come attore nel 1993 alla Bottega Teatrale Vittorio Gassman di Firenze conVittorio Mezzogiorno, Paolo Giuranna, Claudio Puglisi e Alvaro Piccardi. Lavora comeattore con Teatri Stabili (Trieste, Fiume, Padova, Genova), scegliendo contemporaneamentestrade che lo portano ad approfondire l’arte dell’attore e il fare teatrale al di fuori delcircuito tradizionale. Segue in prima persona il movimento teatrale degli anni ’90,lavorando ad alcuni spettacoli del Teatro del Lemming, tra cui Faust nella parte di Faust.Viene selezionato come attore del progetto “Il Cervo disertore”, gruppo internazionaledi attori diretti da Naira Gonzalez (Odin Teatret), di cui diviene presidente per due anni.Fonda il Teatro Mistral presso il CTR (Centro Teatrale di Ricerca) di Venezia e poi sitrasferisce a Genova, realizzando tra gli altri Intra Rubens, uno spettacolo finanziatoda “GeNova 2004 Capitale Europea della Cultura”, con la regia di Gabbris Ferrari. Scrivee cura i testi di spettacoli e in alcuni casi anche la regia. Nel 2006 inizia la collaborazionecon la casa editrice Il Narratore dando voce a grandi capolavori della letteraturamondiale di Goethe, Stevenson, Wilde, Salgari, Dostoevskij e Bronte. Nel 2007 realizzaed interpreta il monologo “The other side - Rimbaud & Jim Morrison”, prodotto dalTeatro Il Sipario Strappato e dal XIII Festival Internazionale di poesia di Genova. Scrivee dirige presso l’Autorità Portuale di Genova e con il contributo della Rai “Appunti peruno spettacolo sul 30 giugno 1960”, ispirato alla grande rivolta antifascista genovese.Scrive e dirige “Romeo & Giulietta Studio” per un progetto didattico del Teatro Garagedi Genova. Partecipa come attore a due spettacoli del Teatro Il Sipario Strappato: “Lanotte in cui Oscar tornò a casa” e “Come l’erba ai bordi della ferrovia”, di Calcagno e

Monforte, regia di Lazzaro Calcagno. E’ Dracula nella produzione del Teatro Garage diGenova, regia Lorenzo Costa. Progetti futuri a cui sta lavorando: Autoritratti dal carcere,istallazione video da proiettare sulle pareti di edifici pubblici di Rovigo, in cui 12 detenutiparlano di sé in un “confessionale” particolare. Biografie 2010-2020, progettodecennale di ricerca, che di svilupperà attraverso seminari e spettacoli. Si può raccontareuna vita? Cosa e come si può raccontare?

ALESSANDRO GASPEROTTO videomakerAttore teatrale, regista e operatore video ha realizzato diversi clip pubblicitari, tra cuidue per le feste estive Lipton Italia. Come Atelier X, ha all’attivo la creazione di unfumetto autoriale (Il Rito, edito da Medicina Nucleare), le performance La maison desdesirs e Sguard io, la regia dello spettacolo teatrale La vita è perfetta, la cura di setteillustrazioni per la rivista d’arte Pasages, l’installazione multimediale Sguard 0. Hacollaborato stabilmente per dieci anni con la compagnia teatrale Teatro del Lemming(Rovigo). Si occupa di riprese e montaggi per documentari, programmi televisivi e videopromozionali.

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Panta Rei Gran Gala di danza classica

drammaturgia Ondrej Šothassistenti alla coreografia Oleksandr Khablo · Liudmyla Zhytnykova

Teatro Sociale di Rovigovenerdì 19 mar 10 ore 20.30 turno oro, turno c

Divertissement in due atti

Balletto di Stato del Teatro di Kosiče

ATTO PRIMO

Lago dei Cigni - Polonaiseripresa coreografica Oleksandr Khablo I musica Pëtr Il’ič CajkovskijPlonaise è il nome di una danza nazionale polacca in ¾. Nel 17° secolo era considerata la danza favorita della nobiltà.

Lago dei Cigni - Adagio dal terzo attoripresa coreografica Marilena e Andrej Halasz I musica Pëtr Il’ič CajkovskijIl Lago dei Cigni è uno dei più famosi e acclamati balletti del XIX secolo, musicato da Pëtr Il'ič Čajkovskij. La prima rappresentazione ebbe luogo al Teatro Bolshoi di Mosca il 20 febbraio 1877.Primo dei tre balletti di Čajkovskij, narra dell’amore fra Odette e il principe Sigfrid.

Le Papillon - Adagioripresa coreografica Liudmyla Zhytnykova I musica Jacques OffenbachLe Papillon (La Farfalla) è un “Balletto fantastico” in due atti con le coreografie di Maria Taglioni e le musiche di Offenbach. Fu presentato per la prima volta a Parigi al teatro dell’Opéra nel 1860. Il balletto narra le vicissitudini di una fanciulla trasformata in farfalla da una fata cattiva.

La morte del cignoripresa coreografica Liudmyla Zhytnykova I musica Camille Saint-SaënsE’ un breve balletto di Mikhail Fokine su un pezzo di Camille Saint-Saëns, il cigno dal Carnevale degli animali,composto nel 1901 appositamente per Anna Pavlova e messo in scena per la prima volta nel 1905 a SanPietroburgo. Da allora il balletto ha influenzato le moderne interpretazioni di Odette nel lago dei cigni di Čajkovskije ha ispirato varie interpretazioni, anche non fedeli alla trama originale.

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coreografia, scenografia e direzione Ondrej Šothassistenti alla coreografia Oleksandr Khablo · Liudmyla Zhytnykovaassistente alla direzione Oleksandr Skopintsev

musica Prokofiev · Pergolesi · Mozartdrammaturgia Zuzana Mistríkovácostumi Andriy Sukhanovriprese video Vasyl Sevastyanovmontaggio video Maroš Ondrejka direzione di palcoscenico Lena Képešovácoreografia dei duelli Gustáv Kyselica

personaggi e interpretiGiulietta Lyudmyla VasylyevaRomeo Andriy SukhanovMercuzio Mykhailo Novikov I Tebaldo Jozef MarčinskýParide Anton Faraonov I Benvolio Maksym SklyarNutrice di Giulietta Jana Hriade�ováBaldassarre servitore di Romeo Dominik BérešFrate Lorenzo Vasyl SevastyanovPadre di Romeo Oleksandr SkopintsevMadre di Romeo Liudmyla ZhytnykovaPadre di Giulietta Oleksandr KhabloMadre di Giulietta Inessa YagolnikPrincipe di Verona Pavol Hrehorčák

Seguito di ParidePeter Nagy · Peter Rolík · Sergii Iegorov · Konstantyn BrandlerSeguito dei Montecchi Lukáš Bič · Peter Rolík · Konstantyn Brandler Vasyl Sevastyanov · Sergii IegorovSeguito dei Capuleti Anton Faraonov · Igor Bondarenko · Lukáš BičPeter Nagy · Oleksii Skaliun

Giselle - Adagioripresa coreografica Liudmyla Zhytnykova · Ondrej Mykhailo Novikovmusica Adolphe Charles AdamGiselle, ovvero il balletto classico e romantico per eccellenza, è ambientato nella valle del Reno, dove la protagonistaGiselle è un’affascinante ragazza che s’innamora di Albrecht, credendo sia un contadino ma che in realtà è il ducadi Slesia.

Pas de deuxcoreografia George Balanchine I musica Pëtr Il’ič CajkovskijBrano entrato nel repertorio del balletto classico il Pas de Deux di Balanchine, creato nel 1945, è considerato unodelle coreografie più famose del grande maestro.

ATTO SECONDO

Don Chisciotte - Atto IIIcoreografia Rafael Avnikjan I musica Ludwig MinkusDon Chisciotte è uno dei classici più famosi e amati. La storia d’amore della giovane Kitri e del barbiere Basilio siincrocia con le avventure cavalleresche di Don Chisciotte e Sancho Panza, tratte dall’opera di Miguel de Cervantes.Nel balletto c’è il respiro di un’opera buffa o di una pièce della Commedia dell’arte, tra folklore spagnolo, danzedi gitani e l’incanto del regno delle Driadi. La coreografia richiede verve e tecnica superba: una vera prova dibravura per ogni étoile.

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Romeo e Giulietta Balletto in due atti

Prima Nazionale

Balletto di Stato del Teatro di Kosiče

Teatro Sociale di Rovigosabato 20 mar 10 ore 20.30 turno oro, turno c

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BALLETTO DI STATO DEL TEATRO DI KOSIČEIl balletto di Stato del Teatro di Kosiče vanta oltre cinquanta anni di attività durante iquali il rispetto per la tradizione e la continua ricerca e innovazione sono stati il puntodi riferimento artistico e tecnico. La svolta decisiva del Balletto di Stato del Teatro diKosiče avviene dopo la Seconda Guerra Mondiale, con il ritorno del coreografo StanislavRémara. In quel periodo la compagnia sceglie di allestire solo i grandi titoli del repetorioclassico come Il Lago dei Cigni, Lo Schiaccianoci, Giselle e altri. In questo modo i ballerinihanno la possibilità di affinare la tecnica e di maturare la professionalità per creare unadelle compagnie più apprezzate della ex Repubblica Cecoslovacca. Dal 1974 lacollaborazione tra il Conservatorio Musicale di Kosiče e il Balletto di Stato dà un ulteriorespunto per la crescita artistica e stilistica dei ballerini, offrendo la possibilità disperimentare la complementarietà di diversi linguaggi artistici e in particolare fra lamusica moderna e contemporanea con il balletto. In quel periodo si forma anche OndrejŠoth, attuale coreografo della compagnia, il quale dopo un periodo trascorso all’estero,torna a Kosiče per mettere in atto nuovi progetti e nuove idee. Nelle sue coreografie Šothenfatizza l’aspetto psicologico, l’analisi del mondo interiore, dei caratteri presentati inscena, caratteri che trovano giustificazione poi nel linguaggio e nel movimento. Un chiaro

merito di Šoth è la creazione di una nuova generazione di solisti quali Liudmyla Vasylyevao Eva Sklyarova. Attualmente la compagnia è formata da ballerini provienti da diversiPaesi dell’Est europeo e continua a seguire le idee con le quali è nata: tradizione e ricerca.

ONDREJ ŠOTH coreografoNato nel 1960 a Bardejov. Ha studiato danza classica al Conservatorio di danza ecoreografia di Kosiče e regia presso la VŠMU di Bratislava. Ha partecipato ai corsiinternazionali sulla Pantomima di L. e M. Fialka Marceaua e a numerosi stages di studioall’estero. Docente presso la VŠMU di Bratislava, all’AMU di Praga e al Conservatorio,ha ideato diversi corsi di teatro ospitati anche in Belgio e Francia. E’ stato coreografodel Balletto da Camera di Praga in Lanterna Magica (1985-89), al Teatro NazionaleSlovacco e a Monaco di Baviera per gli Arts concerts. Dal 1994-1998 è stato managerdel City Ballet Theatre di Ústí nad Labem. E’ direttore del corpo di ballo del Teatro diStato di Kosiče dal 2000. Ha realizzato più di trenta coreografie tra titoli di danza classicae contemporanea. E’ stato il primo in Slovacchia a utilizzare il principio della LanternaMagica per l’esecuzione del balletto Il Piccolo Principe.

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Grande Messa in Do Min. K.427Balletto in un atto

Rioult Dance New York direttore artistico Pascal Rioultdirettore artistico associato Joyce Herring

coreografia Pascal Rioultmusiche Wolfgang Amadeus Mozartscene Harry Feiner I costumi Karen Younglighting designer David Finley I lighting director Jim French

interpreti Brian Flynn I Charis Haines I Patrick Leahy I Michael Spencer PhillipsRobert Robinson I Jane Sato I Anastasia Soroczynski I Marianna Tsartolia

Teatro Sociale di Rovigodomenica 28 mar 10 ore 16.00 turno oro, turno c

Programma

KYRIEJane Sato e la Compagnia

GLORIAGloria: la CompagniaLaudamus te: Jane Sato, Marianna Tsartolia, Charis Haines, Anastasia SoroczynskiDomine Deus: Charis Haines e Anastasia SoroczynskiQui tollis peccata mundi: la Compagnia Quoniam tu solus sanctus: Robert Robinson, Jane Sato, Marianna TsartoliaCum sancto Spiritu: la Compagnia

CREDOCredo: la Compagnia Et incarnatus est: Jane Sato Marianna Tsartolia, Brian Flynn, Charis Haines, Robert Robinson, Anastasia Soroczynski, John Sorenson-Jolink

SANCTUSHosanna in excelsis: la Compagnia

BENEDICTUSCharis Haines, Patrick Leahy, Anastasia Soroczynski,Michael Spencer Phillips

HOSANNAla Compagnia

The Great Mass è stata creata con il sostegno della Kenneth French Fund for New Works ed in parte sviluppatanello spazio concesso da LaGuardia Performing Arts Center’s lab program.Distribuzione International Music and Arts

Alla memoria di mia madreMarguerite Rioult (1931-2008) ha dedicato la sua vita alla musica come insegnante di pianoforte e direttore di coro. Le devo molto

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creare due opere, Narayama e Harvest, per la compagnia Martha Graham nella stagione1992 presso il prestigioso City Center Theater di New York. Dal 1994, Rioult si dedicaesclusivamente alla sua compagnia, le cui tournée e il successo mondiale aumentanoin maniera esponenziale. Con dieci danzatori uomini e donne, il gruppo di Pascal Rioultcrea spettacoli acclamati dal pubblico e dalla critica in America e Europa. Dal 2001 lacompagnia produce ogni anno uno spettacolo presso il famoso Joyce Theater di NewYork. La compagnia annovera oggi nel suo repertorio più di 20 creazioni e la diversitàdi questi lavori mostra molto bene la prolificità e la versatilità del talento di PascalRioult stesso. Nel 2002 la Rioult Dance Theatre ha completato il Ravel Project di cuiBolero, parte finale, gli viene commissionato da UC Berkeley in California, dal JoyceTheater di New York, e dal Théâtre de Saint-Quentin-en-Yvelines, nel quadro di unaresidenza di un mese. Anna Kisselgoff sul New York Times scrive « Ravel Project è unodei programmi tra i più originali della stagione newyorkese». Nel 2004 il repertorio sisposta verso Stravinsky con Black Diamond «Duo Concertante», di cui il New York Timesdice «Pascal Rioult ha messo in luce, con “brillantezza” la sfida del confronto conGeorge Balanchine». In più L’Oiseau de Feu, creazione «essenziale» del celebre ballettoche il New York Times è «riuscito contro ogni aspettativa…». La creazione di PascalRioult su Les Noces completerà questa esplorazione di Stravinsky. Nell’aprile del 2009la compagnia ha debuttato al Joyce Theatre di New York con nuova creazione sullapartitura de la Grande Messa in Do minore di W.A. Mozart. Il ramo educativo dellacompagnia DanceREACH riguarda migliaia di bambini in età scolare con lo scopo diintrodurli alla danza, e creare le basi di un futuro pubblico.

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RIOULT DANCE NEW YORKUnica nel mondo della danza in quanto aderisce ad una tradizione «Classica» dellaModern Dance, la compagnia Rioult Dance New York è universalmente apprezzata perle sue esplorazioni audaci e immaginative delle grandi partiture di tutti i tempi. Le arditeletture di musiche classiche, la sua bravura tecnica e la sua espressività, apportano unaprospettiva fresca a quelli che sono temi musicali immortali. L’atleticità e la prodezzatecnica dei suoi danzatori, uniti alla loro potenza di espressione, offrono al pubblicoun’intensa esperienza che parla ai corpi, al cuore e all’intelletto. Pascal Rioult è a NewYork nel 1981 dove studia danza per un anno grazie ad una borsa di studio del ministerodella cultura. Dopo aver lavorato con Merce Cunningham, scopre Martha Graham edecide di trasferirsi negli Stati Uniti dove lavora per nove anni con il grande Maestrodella Modern Dance. La sua carriera coreografica inizia nel 1992. Jennifer Dunning,critico di danza per il New York Times scrive: «Se Pascal Rioult continua a creare questogenere di balletti, che coreografa da oltre tre anni con così tanta autorità, finisce chedovrà lasciare la compagnia Martha Graham per fare il coreografo a tempo pieno». E’così che la Rioult Dance Theatre nasce. Pascal Rioult verrà successivamente invitato a

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negli Stati Uniti e in tutto il mondo, con un successo che sempre di più aumenta graziealle ottime critiche e riceve numerose commissioni da l’American Dance festival, U.C.Berkeley, il Théâtre de St-Quentin, e il Joyce Theater di New York City- città/faro dove laCompagnia produce quattro stagioni. Il lavoro di Pascal Rioult viene presentato ecommissionato da numerose compagnie di danza moderna e classica in America e inEuropa. Riceve nel 1998 e nel 2002 le prix de Chorégraphie Choo San Goh, e diversesovvenzioni dal National Endowment for the Arts, The New York State council on theArts, The New York City Department of Cultural Affairs, The Lepercq Foundation, TheFlorence Gould Foundation, The Grand Marnier Foundation, The Greenwall Foundation,The Harkness Foundation for Dance, The Mary Flager Cary Charitable Trust, The LilaAcheson Wallace Theater Fund of the New York City Community Trust and Altria GroupInc. Pascal Rioult si colloca da questo momento in poi come uno dei leader della danza“Néo-Moderne”. Un lavoro sigillato nella tradizione ma aperto al futuro, dove il suo stilemescola un senso affinato per la struttura classica ad una sensibilità musicaleestremamente profonda. Una fisicità “all’americana”, potentemente danzata,pietrificata da una mano sensibilmente europea.

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PASCAL RIOULT direttore artistico e coreografoPascal Rioult è nato in Normandia. Solo nel 1981, all’età di 25 anni, dopo un percorsodi atleta di alto livello, un CAPES e un diploma di Scienze dell’educazione, scopre ladanza e decide di cambiare rotta. Riceve allora una borsa di studio dal Ministero dellaCultura per studiare la danza a New York. Danza successivamente per May O’Donnelle Paul Sanasardo prima di raggiungere nel 1985 la Compagnie Martha Graham con cuilavora per 10 anni. Come primo ballerino, interpreta numerosi ruoli del repertorio diGraham. Nel 1990 Martha Graham crea per lui il ruolo di protagonista de La Mort nelsuo ultimo balletto Eyes of the Goddess. Danza con Mikael Barishnikov e Joyce Herringin El Penitente e partecipa a due film: Martha Graham au Japon e Cinq Danses di MarthaGraham all’Opéra de Paris. Pascal Rioult inizia a lavorare come coreografo nel 1989quando è ancora membro della Compagnie Martha Graham. Produce le sue primerappresentazioni al Théâtre de la Riverside Church nel 1991 e 1992. I suoi pezziNarayama e Harvest sono danzati dalla Compagnie Graham al City Center di New York.Nel 1994 Pascal Rioult decide di dedicare tutta la sua energia allo sviluppo del suoproprio stile coreografico, del suo gruppo di ballerini e della Rioult Dance Theatre(originariamente chiamata Pascal Rioult Dance Theatre). La Compagnia va in tournée

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Carmina BuranaBalletto in un atto

Carmina Burana

Spellbound Dance Company

coreografia e regia Mauro Astolfimusiche Karl Orff · Valentino Caracciolo · Antonio Vivaldiscene Stefano Mazzola I costumi Sandro Ferrore - Roma, Halfonlighting designer Marco Policastro

interpreti Maria Cossu I Marianna Ombrosi I Alessandra ChirulliFederica Posca I Giacomo Todeschi I Marioenrico D’AngeloGiuliana Mele I Sofia Barbiero I Michelangelo Puglisi

Produzione realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento dello Spettacolo e dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Maiori nell’ambito dei Grandi Eventi della Regione Campania

Teatro Sociale di Rovigodomenica 11 apr 10 ore 16.00 turno oro, turno c

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all’‘infrazione’ senza soverchia paura e al tabù con il palese desiderio di infrangerlosfidando consapevolmente censure e anatemi, giocando a carte scoperte la quotidianapartita contro la morte, recuperando il caos di Pan attraverso l’armonia di Orfeo,accettando la realtà senza spiritualizzarla, magari sconfinando nella ‘trivialità’ e nell’‘osceno’… Non si aspettano futuri compensi, ma si vive nell’oggi, riconoscenti a divinitàdal volto pagano che non minacciano castighi e non promettono compensi oltre ciòche può dare l’immediata contingenza: non dèi, ma più familiari demoni, da cui lasciarsipossedere e invasare, come Eros, il quale, a dire di Platone, “è un demone grande”, ecome tutto ciò che è demoniaco è “qualcosa di mezzo tra il dio e il mortale”.

Riccardo Reim

SPELLBOUND DANCE COMPANYInizia la sua attività nel 1994. Fondata e diretta da Mauro Astolfi, la compagnia hamantenuto costante fin dagli esordi una forte spinta alla ricerca coreografica e allacommistione di generi per far sì che ogni spettacolo fosse un contenitore di emozioni,immagini, suoni e gesti in costante evoluzione. La compagnia quindi si pone da subitocome piattaforma per nuove sperimentazioni stilistiche, riuscendo in pochi anni aimporsi nel panorama italiano come struttura dinamica e di impatto sia per la personalee originale cifra coreografica che per le eccellenze in termini di qualità ballettistica degliinterpreti. Gli anni delle principali produzioni sono certamente quelli dal 2001 in poi, conle creazioni “Camouflage”, “Quattro-il disordine delle stagioni”,”Stati Comunicanti”,Duende”, “Carmina Burana”, “Nafas”, “Emotional Balance”, tutte creazioni

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I Carmina burana vennero ritrovati, numerosissimi (più di trecento componimenti divario genere), in un manoscritto dell’abbazia di Benediktbeuren, da cui presero il nome.Vengono fatti risalire per la maggior parte al secolo XIII, quando non era troppo difficile,viaggiando per la Germania e la Sassonia, imbattersi nei goliardi (da cui il nome datodalla tradizione italiana agli studenti universitari, che in realtà hanno poco o nulla daspartire con i loro omonimi medievali) o più propriamente clerici vagantes, letteratigirovaghi studiosi della tradizione poetica greca e latina, cantori del vino, delle donne,del vagabondaggio e del gioco. Poesia burlesca, impudente, sovversiva: si parla senzatroppi veli del corpo e della sua quotidiana avventura, se ne esplicano con gioia lefunzioni, non si guarda all’altrove. Tace il linguaggio della ratio, si dimentica il decorume si osa persino irridere audacemente al divino con le cosiddette ‘kontrafakturen’, ossiatravestimenti di inni e motivi religiosi in canti profani che suonano come parodia deglievangeli, delle formule di confessione e delle litanie. Eros, dunque, riassorbe thanatos,l’homo faber si trasforma in homo ludens. “Venus me telo vulneravit / aureo, quod cor penetravit”... “Venere mi ha colpito con unafreccia d’oro, che mi è penetrata nel cuore”: il corpo (a differenza di quello dei dannatinei ‘Giudizi universali’ della pittura medievale che non conosce alcuna floridezza nellaresurrezione, soltanto degradazione, pustole e infermità), non è mai detto animale,basso, ‘sozzo’, bensì viene innalzato, liberato e goduto, come nei versi di Ovidio, Marzialee Catullo. Da questo curioso magma di scurrilità plebea e raffinatezza cortigiana MauroAstolfi trae - o per meglio dire, deduce in piena libertà, senza alcuna intenzione filologica- una coreografia tutta giocata tra ‘larghi’ e ‘sfrenatezze’ (del resto, è un artista a cui ilritmo ‘medio’ poco o nulla si addice) che agisce lo spazio quasi a volerlo contestare,divisa essenzialmente in tre momenti che scandiscono un crescendo liberatorio: si passada una brutale aggressione sotto il cupo rombare della pioggia battente a una parteirriverente e grottesca che allude alle giullarate, per culminare infine nell’incendiumcupiditatum, lo scatenamento delle passioni, che avviene nella taberna (qui anche -come spesso anticamente - bordello), luogo di appagamento degli istinti primari... Duei simboli chiave di questo balletto, calati in un’atmosfera inquietantemente metafisica:un grande armadio (visto, si direbbe, con gli occhi dell’infanzia che tutto colorano dimistero) e una tavola. Il primo (in cui i corpi dei ballerini si vanno quasi a riporre comeabiti frusti), luogo di memorie, di segreti di ‘scheletri’ ipocritamente celati; la seconda,altare sacrificale della terrena voluptas, imbandita di corpi esibiti come cibarie tentatrici(Gola e Lussuria, essendo due vizi capitali, sono figli della medesima cova)...‘Carmina burana’, dunque, come temerario ‘grido’ del dissenziente che si pone di fronte

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Cappelli per la kermesse in mondovisione “Emozioni” dedicata a Lucio Battisti. Nel2004 è coreografo per Kitonb Extreme Theatre Company e nel 2005 è coreografo perThatreschool di Amsterdam. Nel 2006 il Teatro Verdi di Pisa chiede la prima nazionaledella nuova creazione “Duende” per Spellbound Dance Company e nello stesso annoil Festival Internazionale di Maiori in collaborazione con l’Azienda Soggiorno e Turismodi Maiori commissionano il titolo “Carmina Burana” che ad oggi risulta la produzionepiù richiesta della compagnia, grande successo di botteghino nell’estiva 2007 estagione 2007/2008 e tutt’ora in programmazione nei principali teatri. Le produzioni diAstolfi per Spellbound sono state rappresentate con successo anche in Francia, Croazia,Austria e Germania e sono in programmazione per Spagna, Libano e Romania; nel 2008viene ingaggiato dalla Compagnia Kitonb per le coreografie del tour mondiale di”Carillon”. Il successo e l’apprezzamento crescente verso l’artista e la sua compagniasono di certo suggellati dalle due principali commissioni del 2008: una nuova creazioneper la Biennale di Venezia che sul tema della bellezza da spunto all’opera “DonGiovanni” e la Fondazione Picasso di Malaga (Spagna) che ospita nel novembre 2008la Premiere europea della coreografia “For Her”. Nel 2009, oltre all’impegno per lanuova produzione con Spellbound Dance Company (“Punto zero”) e la presentazionedi un riallestimento di “Carmina Burana” presso il famoso International Dance andMusic Festival di Bangkok, Astolfi è chiamato a coreografare una creazione per il ballettodi Roma dal titolo “Libera risonanza” con debutto nel giugno 2009 nell’ambito delFestival Adda Danza. Nel 2010 Astolfi è stato invitato a creare un nuovo balletto per ilSzegedi Kortárs Balett in Ungheria il cui debutto è previsto il 26 marzo 2010,immediatamente dopo la prima della nuova produzione che sta preparando perSpellbound, “Le Quattro Stagioni” presentata in anteprima il 6 marzo 2010 presso ilTeatro Verdi di Pisa. Nel 2010 inoltre è coreografo per l’etoile internazionale VladimirDerevianko, per cui ha creato un passo a due dal titolo “METAMORFOSI”, danzatoassieme a Maria Cossu, ballerina di punta della Spellbound Dance Company. Oltreall’attività di coreografo Mauro Astolfi è costantemente impegnato come guest teachernei maggiori centri di danza internazionali in città come Tokyo, Parigi, Londra, New York,Zurigo, Stoccolma, Amsterdam, Los Angeles oltre che in numerose strutture italiane.Dall’ottobre 2009 è inoltre Direttore Artistico del dipartimento modern contemporaneodel Centro D.A.F. (Dance & Arts Faculty - Progetto Internazionale di Danza e ArtiPerformative) a Roma.

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rappresentate con successo di critica e pubblico nei principali Teatri e Festival nazionalie, alcune, esportate anche in Francia, Serbia, Spagna, Austria, Croazia e Germania. Asuggellare questi primi quindici anni di vita della compagnia le commissioni nel 2008per la Biennale di Venezia con la creazione “Don Giovanni o il gioco di narciso” e perla Fondazione Picasso di Malaga in Spagna con la coreografia “For Her” e la presenzain settembre 2009 al prestigioso International Dance and Music Festival di Bangkok.

MAURO ASTOLFI coreografoFulcro artistico dell’attività della Spellbound Dance Company da lui fondata e diretta,ha costruito il suo stile e il suo metodo attraverso l’integrazione di diverse formeespressive del movimento contemporaneo andando a utilizzare in modo non ordinariotutti gli elementi che ogni forma di danza poteva offrire. La sua formazioneprevalentemente internazionale tra l’Europa e gli Stati Uniti gli ha permesso dicondividere esperienze molteplici e differenti nel campo artistico che sono poi alla basedella sua attuale ricerca. La spinta da sempre è stata nella direzione della coreografiaintesa come evoluzione continua del movimento e delle sue infinite interazioni con latecnica rigorosa così come la pura gestualità che ha legato insieme in quel mix dienergia, forza e virtuosismo che sono alla base del successo della sua compagnia, laSpellbound Dance Company, tanto da divenire negli anni un esempio e un punto diriferimento ispirazionale per diversi giovani coreografi emergenti. Dopo l’esperienza inAmerica nella Compagnia giovanile di Paul Taylor la spinta alla creazione coreografical’ha portato a firmare già le prime creazioni negli USA per la Jeff Roberge’s Agency.Rientrato in Italia ha fondato nel 1994 la Spellbound Dance Company per cui ha creatonumerosissime produzioni anche in collaborazione con altri artisti (Marco Schiavoni,Enzo Aronica, Luca Salvadori, Quintetto Estravagario). I titoli di maggiore successo sonosicuramente quelli dal 2000 in poi, anno in cui, tra le altre Vittoria Ottolenghi, diedeinizio a una lunga collaborazione che vide le coreografie di Astolfi rappresentate in“maratone” e galà televisivi di grande successo: nel 2000 a Pistoia al Teatro Manzoniper “danza Duemila”, nel 2001 al Festival di Todi di Simona Marchini, “Una maratonaper Verdi”sempre sotto la firma di Vittoria Ottolenghi e allo stesso Festival nel 2003questa volta in una kermesse in omaggio a Peter Gabriel, nello stesso anno ad AscoliPiceno per il Gala televisivo di Ottolenghi e Cappelli “Notte di duelli e di magia”. Nel2003 Astolfi è ospite con le sue coreografie del Gala Rai di Vittoria Cappelli “Voci in unanotte di mezza estate” da Sepino e nel 2004 è a Napoli sempre chiamato da Vittoria

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Pentesilea: Wonder Woman

Pentesilea: Wonder Woman

Gruppo E-Motion

coreografia e regia Francesca La Cavaassistente alla coreografia Paola Caranchinimusiche originali Michelangelo del Contemusica AA.VV.costumi Pamela Rossilighting designer Stefano Pirandello

interpreti Stefania Bucci I Ramona Di Serafino I Francesca La Cava I Irene Russolillo

Produzione E-motion Gruppo Phoenix con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Regione Abruzzo con il patrocinio del Comune di L’Aquila e della Provincia di L’Aquila. Sponsor Engineering

Teatro studio - Viale Oroboni, 14 - Rovigomercoledì 14 apr 10 ore 21.00 fuori abbonamentogiovedì 15 apr 10 ore 21.00 fuori abbonamento

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Zobit e dalla Compagnia “E-MOTION” viene selezionato per partecipare al SangiòFestival il 23 luglio 2006. Collabora con l'ASMED Balletto di Sardegna nella produzione“Apple Killer “ - secondo studio della trilogia sulla mela - (regia e coreografia diFrancesca La Cava, musiche originali e video di Marco Schiavoni). Produzione: “Lespose degli dei” - primo studio della trilogia sull'Africa (regia e coreografia di FrancescaLa Cava, musiche originali e video di Marco Schiavoni), coprodotta dal Festival diTagliacozzo. 2005. Produzione: “La Mela d'oro” - primo studio della trilogia sulla mela(regia e coreografia di Francesca La Cava, musiche originali e video di Marco Schiavoni),sponsorizzata dalla CARISPAQ e coprodotta dal Festival di Tagliacozzo. L’associazioneapre una nuova sede a L’Aquila in quanto riceve una residenza c/o il Teatro Talia diTagliacozzo. 2004. Collaborazione nello spettacolo “Possession” (coreografia diFrancesca La Cava), andato in scena al Festival la Versiliana a Marina di Pietrasanta(Produzione del Festival). “Le metamorfosi dei Miti” con il contributo della RegioneLazio Assessorato alla Cultura, Sport, Turismo e Spettacolo. 2003. “Danza e MultimediaLazio: Diversità senza contrasti”, spettacolo di danza nato dalla formazione di diecigiovani danzatrici in danza contemporanea e realizzazione video attraverso l’uso delletecnologie della bioingegneria (Motion capture), con la collaborazione della societàBTS s.p.a, e grazie al contributo della Regione Lazio Assessorato alla Cultura, Sport,Turismo e Spettacolo. “Il Profumo delle Muse” (L’Aquila Estate) e “Il Sogno della Luna“(secondo studio di Il “Profumo delle Muse“) realizzato per il Teatro Comunale di L’Aquila- Teatro Stabile d'Abruzzo e realizzato grazie al contributo dell'Assessorato alla Culturadel Comune di L'Aquila (L'Aquila estate). Dal 2007 l’associazione è iscritta all’AGIS -Federdanza - A.I.D.A.P.

FRANCESCA LA CAVA direttore artistico, regista e coreografaE’ interessata alla diversità fra i popoli e alla singolare personalità di ogni individuo-danzatore che esalta, talvolta con ironia, comunicando loro non i passi eseguiti da lei“coreografa” ma il significato di essi da interpretare secondo la propria personalità. Nelsuo lavoro niente viene creato precedentemente ma nasce dalla magia che si crea insala prove e dal rapporto tra lei e i danzatori. Amando profondamente il teatro, la veritàdel movimento e del gesto ma anche l’esaltazione di questo e il surreale, arricchisce lascena con diversi oggetti utili allo svolgimento drammaturgico della creazione.Formazione artistica: A.S.M.E.D. di Cagliari, Accademia Nazionale di Danza di Roma,borsa di studio London Contemporary School, Laurea II° livello al D.A.M.S. di Bologna,

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“Se nascosta in qualche sacca o ruga di questo slabbrato circondarioesista una Pentesilea riconoscibile e ricordabile da chi c'è stato, oppurese Pentesilea è solo periferia di se stessa e ha il suo centro in ogni luogo,hai rinunciato a capirlo. La domanda che adesso comincia a rodere nellatua testa è più angosciosa: fuori da Pentesilea esiste un fuori? O perquanto ti allontani dalla città non fai che passare da un limbo all'altro enon arrivi a uscirne?

Le Città Invisibili di Italo Calvino

E-MOTION GRUPPO PHOENIXCompagnia di danza contemporanea con sede a L'Aquila, finanziata dal Ministero peri Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Abruzzo, e patrocinata dal Comune e dallaProvincia di L’Aquila. 2009. Produzione: “Pentesilea: Wonder woman” (regia ecoreografia di Francesca La Cava e musica originale di Michelangelo Del Conte). 2008.Produzione: "Street dada - street mama" (regia e coreografia di Francesca La Cava),sponsorizzata da Netadvisory. 2007. Produzione: “K 2007” (regia e coreografia diFrancesca La Cava e musiche originali di Marco Schiavoni), realizzata in collaborazionecon “L’VIII edizione della settimana mozartiana” organizzata dal Teatro Marrucino diChieti (Teatro Lirico d’Abruzzo) e sponsorizzata dalla CARISPAQ. 2006. “Sguardid’Africa”, evento realizzato al Teatro Marrucino di Chieti, patrocinato dalla RegioneAbruzzo, sponsorizzato dalla Banca NOMURA, a sostegno di AMREF, con lapartecipazione di Rocco Papaleo. L’evento è stato mandato in diretta su SKY Channel 3canale 872. Il cortometraggio “Apple killer” di Marco Schiavoni, prodotto dallo studio

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Laurea II° livello all’ Accademia Nazionale di Danza di Roma (Biennio specialistico -Danza contemporanea), perfeziona lo studio della danza contemporanea in Francia. Dal2007 è Direttore del Corpo di Ballo del Teatro Marrucino di Chieti. Nel 2006 riceve dalComune di Roma, per la sua carriera artistica, il Premio “Roma per il ballo”. E’ stata co-direttore Artistico della compagnia Danzare la vita di Elsa Piperno. Ha lavorato innumerose compagnie italiane, anche come solista, in Italia e all'estero, interpretandoregie e coreografie di Roberto De Simone, Henning Brockhaus, Hugo De Ana, JosephFontano, Enrica Palmieri, Adriana Borriello, Pierre Droulers, Phillis Gutelius, Tere O’Connor,Giovanna Summo, Mario Piazza, Elsa Piperno, Anouska Brodzac, Anita Bucchi, etc. Indiverse occasioni è assistente alla coreografia di Elsa Piperno (Accademia Nazionale diDanza di Roma, etc., rimontando anche coreografie del repertorio di Marta Graham) eMario Piazza. Coreografie: “Trilogia” con Paola Pitagora e musica di Mahmoud Tabrizi-Zadeh, “Le Nuvole” di Aristofane (Teatro D’Annunzio di Pescara), “Percorsi al femminile”(Biennale Giovani Artisti e Danzare la vita), “La donna nel cerchio che balla” e “Ventodel Sud” (Balletto 90), “Possession” (Festival della Versiliana), “Histoire du soldat” diIgor Stravinsky e “Quadri di un’esposizione” di Modest Musorgskij (Accademia di Modae Costume di Roma), “Pictures of love” (Teatro Morgana - ridotto del Teatro Brancaccio),“Carmina Burana” (Stagione 2007/2008 del Teatro Marrucino di Chieti – Teatro Liricod’Abruzzo), "Cenerentola" balletto in 3 atti su musica di S. Prokofiev, Direttored'orchestra Robert Lehrbaumer (Stagione 2008/2009 del Teatro Marrucino di Chieti -Teatro Lirico d’Abruzzo) “La traviata” opera lirica di G. Verdi, Direttore d’orchestra ClaudioDesderi (Stagione 2008/2009 del Teatro Marrucino di Chieti - Teatro Lirico d’Abruzzo).Dal 2003 è Direttore Artistico dell’ E-motion Gruppo Phoenix, “GRUPPO e-MOTION”,per il quale ha realizzato: “Il sogno della luna”, “Il percorso di minerva” , “Lametamorfosi dei miti”, “La mela d'oro”, “Le spose degli dei”, “K 2007” e "Street dada- Street mama", “Pentesilea: Wonder Woman”. Per il Balletto di Sardegna (ASMEDFestival Nuova Danza) crea “Apple Killer” (in collaborazione con “E-motion GruppoPhoenix”) e “Mae d’agua”. Ha collaborato con la Tonsivest c/o la Clinica San Raffaeledi Roma e il Politecnico di Milano (Movlab) su progetti video realizzati con la motion-capture. Il suo nome è presente nei seguenti testi: Il cinema italiano in 100 film, Dizionariodel cinema italiano e Tempo di Danza (1978-2003) di Lorenzo Tozzi e Maria CristinaButtà. Dal mese di aprile 2009 è presidente del Comitato Sostieni la Danza a L’Aquila,nato in conseguenza del sisma del 6 aprile, per aiutare i giovani di L’Aquila a continuarea studiare danza nella propria città.

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Organigramma

Sindaco di RovigoAssessore alla Cultura e SpettacoloFausto Merchiori

Direttore ArtisticoStefano Romani

Dirigente Settore CulturaAndrea Pirani

Funzionario Settore Cultura e SpettacoloAngela Baruchello

Funzionario AmministrativoLaura Cuozzo

Funzionario ContabileLucia Toffanin

Promozione e ImmagineMilena Dolcetto

Segreteria organizzativa Roberta Ponzetto

Biglietteria Sandra Andreotti, Paola Gallo

Staff tecnico

Direttore tecnico di palcoscenico Roberto Lunari

Capo elettricistaGianluca Quaglio

Capo macchinistaMatteo Fasano

Capo sartaMirella Magagnini

MacchinistaAlex Berto

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Questo libretto è stato curato da Milena Dolcetto

In copertina: Francesca Raule e Silvia Bonavigo allieve della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano (immagine ideata da Milena Dolcetto e realizzata da Alessandro Raise - foto: Nicola Boschetti)Realizzazione grafica: Fancy grafica - RovigoStampa: Europrint - Rovigo

In stampa in marzo 2010

Il Teatro Sociale di Rovigo è a disposizione degli aventi diritti per le fonti iconografiche che non è stato possibile individuare

Presentazione dei ballettivenerdì 26 febbraio 10 ore 18.00 Rovigo - Accademia dei Concordi, Sala Olivaa cura dell’Associazione Amici del Teatro Sociale di RovigoRelatore Ermanno Romanelli

Stampato su carta Sappi Silk certificata PEFCThe Programme for the Endorsement of Forest Certification

Stagione di balletto a cura di Claudio Ronda

realizzata da

con il contributo di:

Comune diRovigo