l.a.weatherly - (trilogia angeli 01)angel_by cherry
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Mi sentii crescere in altezza, e di colpo miritrovai sospesa a mezzaria, a osservare dallalto
la mia immagine accovacciata al suolo arido.
Avevo un corpo dangelo, candido e splendentesotto i raggi del sole. Non provavo timore,
in me cera solo determinazione.Non era stata una visione o una specie di sogno:
era reale, assolutamente reale.Io non ero del tutto umana.
Il mondo degli angeli sta morendo, e proprio gli angeli, conla loro infida bellezza, stregano gli umani per portare a termineuna missione: stanno preparando linvasione di massa sullaTerra per succhiare lenergia ai terrestri e sopravvivere.Dimentica tutto quello che hai sentito dire sugli angeli fino aora. Gli angeli non sono benigne creature celesti, ma esseri
feroci, la cui forza irresistibile permette loro di nutrirsi degliumani, succhiandone la linfa vitale fino a distruggerli. Perdifendersi, gli uomini hanno creato un corpo speciale, gliAngel Killer, reclutati dalla CIA. Uno dei loro obiettivi proprio Willow, prima ragazza mezza umana mezza angelo. Eil destino vuole che il suo cacciatore sia il bellissimo Alex, ungiovane guerriero assoldato dagli sterminatori.
Azione, mondo del paranormale e romanticismo non sono
mai stati cos ben miscelati.
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L. A. WEATHERLY
nata nel 1967 a Little Rock, in Arkansas. Autrice dimoltissimi romanzi YA, vive ora in Inghilterra col marito,coltivando non solo la grande passione per la scrittura, maanche quella per le rane e i gatti. Una curiosit: LA. Weatherlyin realt uno pseudonimo per Lee Weatherly, che a volte sifirma anche Titania Woods.
Angel il primo episodio della Angel Trilogy di L.A.Weatherly a cui seguirannoAngel FireeAngel Fever
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Agartha 142
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A mio marito, con amore.
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PROLOGO
tua quella macchina? domand la ragazza alla cassa del7-Eleven. Quella nera fiammante?
Alex annu posando sul banco un bicchiere di caff formatogigante.
Che sballo sospir lei, guardando ancora lautoparcheggiata fuori. Era una Porsche Carrera e i raggi del sole lafacevano scintillare come onice allo stato liquido. Da questeparti non se ne vedono tante di macchinecos.
Eh no, direi di no, pens Alex tentando di ricordarsi cheluogo fosse da queste parti. Cattle Chute, in Oklahoma, oroba del genere. PATRIA DI COWBOY RUSPANTI!proclamava il segnale crivellato di proiettili allingresso della
citt.Pompa numero tre le disse.La ragazza dai grandi occhi castani gli sorrise, battendo
limporto del caff e della benzina. Sei nuovo di qui? Sul suocartellino cera scritto VICKY. Era alta quasi quanto lui cionon troppo, intorno al metro e settantacinque e aveva deicapelli castani cos piastrati che al tatto dovevano esseretaglienti come carta.
Lavora solo di sabato, pens mentre tirava fuori ilportafoglio. Sui sedici anni. Andr a scuola in quellenormeedificio che ho incontrato sulla strada, appena fuori citt.
Il pensiero lo infastid e allo stesso tempo lo fece sorridere.Le scuole le aveva viste solo in tv: sportivi con indosso giacchedella propria squadra, cheerleader che si dimenano sul campo,coppie avvinghiate al ballo di fine anno. Quello era una realt a
parte, un mondo cos stupidamente ingenuo da far quasi paura.Quegli studenti erano abbastanza grandi da poter combattere,
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ma nessuno di loro si sognava di farlo.Forse perch non avevano la minima idea che ci fosse una
guerra in corso.
No, sono solo di passaggio le rispose, e allung duebanconote da venti.
Vicky sembr delusa. Oh. Per un attimo ho sperato che tisaresti iscritto da noi ma forse sei troppo grande per andare ascuola. Coshai, ventun anni?
Circa disse lui con un sorrisetto. Ne aveva diciassette, main un certo senso la ragazza aveva ragione: per molti aspetti,era gi vecchio.
Lei si prese il suo tempo per dargli il resto. Quanto pensi difermarti? Perch nel caso non sapessi cosa fare e volessi chequalcuno ti mostrasse la zona
Alex ud un hip provenire dalla tasca dei jeans, unmessaggio. Gli si blocc il cuore. Allontanandosi un po dallacassa, tir fuori il cellulare e lo apr.
NEMICO AVVISTATO, ASPEN, COLORADO. 1124,
TYLER STREET.Evvai! Alex avvert immediatamente una violenta scaricadadrenalina, gli capitava sempre quando riceveva notizie di unavvistamento. Finalmente non succedeva da una settimana enellattesa stava proprio impazzendo. Rimise il cellulare intasca e sorrise a Vicky. Perch no? Tanto non lavrebbe maipi rivista.
Magari la prossima volta disse prendendo il suo caff.
Per ti ringrazio.Figurati disse lei, sforzandosi di ricambiare il sorriso.
Be, allora buon viaggio.Alex apr la porta e la gelida aria condizionata del negozio
lasci il posto alla ventata calda di un settembre pi che maitorrido. Sal sulla Porsche. Lauto era quasi raso terra e i sedilidi pelle nera lo avvolsero nel loro oscuro abbraccio. Era
comoda da morire. Per fortuna, considerando che l dentro
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praticamente ci viveva. Digit ASPEN COLORADO sul GPS.Presunto orario darrivo, 2.47 del mattino. Gli ci sarebberovolute quasi nove ore. Bevve un bel sorso di caff e decise che
se la sarebbe fatta tutta di filato. Non aveva bisogno didormire che cavolo, non aveva fatto altro dopo la sua ultimamissione.
Uscito dal parcheggio, Alex imbocc la superstrada 83verso Nord, abbandonando la citt, se cos si poteva definire:cerano solamente pochi incroci stradali su cui si affacciavanomodeste case di legno e lunghe vie di negozi illuminati che iragazzi del luogo percorrevano ossessivamente avanti eindietro il sabato sera, bevendo birra e urlandosi addosso da unlato allaltro della strada. Appena raggiunti i confini della citt,allorizzonte si vedevano solo polvere, silos e stazioni diservizio. Mentre viaggiava alla velocit costante di settantachilometri orari, Alex accese la radio. Stavano trasmettendo Hotel California degli Eagles e Alex fece una smorfia. Prese ilsuo iPod e scelse della musica rock mentre la Porsche
macinava chilometri come fossero noccioline.Per un istante si chiese cosa avrebbe pensato Vicky seavesse saputo che, nascosto nel bagagliaio, aveva un fucilesemiautomatico.
Le Montagne Rocciose circondavano totalmente la citt diAspen, custodendola nella propria gola come una manciata didiamanti adagiati delicatamente sul palmo della mano di ungigante. La strada zigzagava gi per la montagna e conducevaAlex sempre pi vicino alla citt, mentre i fanali, metro dopometro, spazzavano via loscurit dellasfalto. I conigliterrorizzati restavano immobili ai lati della strada con gli occhispalancati. Uno si spavent cos tanto da balzare disperato nelfitto del bosco.
Quando giunse alle porte della citt di Aspen, lorologio sul
cruscotto segnava le 2.51. Niente male. Il GPS lo guid fino a
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Tyler Street, un viale lungo e alberato non lontano dal centro.Uno dei lampioni emanava una luce intermittente, gli altririsplendevano silenziosi, rivelando una fila di case con ampie
vetrate e praticelli impeccabili sul davanti. Non cera nemmenouna luce accesa. Dormivano tutti.
Alex parcheggi poco pi in l del numero 1124. Siappoggi con i gomiti al volante e, con le sopracciglia scureaggrottate, diede unocchiata alla casa. Se sapevi cosa cercare,a volte riuscivi a cogliere i segni del loro passaggio. L pernon sembravano essercene affatto. Era una casa come tutte lealtre, nonostante il giardinetto avesse laria un po meno curata.Qua e l si vedevano ciuffi di erbacce ribelli spuntare sulmanto erboso.
I vicini non ne saranno per niente contenti,pens Alex.Aveva trasferito il fucile sul sedile anteriore prima di
terminare la discesa verso Aspen, cos cinfil una cartuccianuova di zecca e si avvicin il mirino allocchio per osservarela casa agli infrarossi. La porta dingresso si tinse di un rosso
inquietante. Riusciva persino a leggere il nome sulla cassettadelle lettere di ferro affissa alla parete della veranda: T.GOODMAN.
Goodman, buon uomo. Gli scapp involontariamente daridere. Quelle creature assumevano nomi da umani permimetizzarsi meglio. Era bello vedere che alcune possedevanoun certo senso dellumorismo. Avvit il silenziatore alla cannadel fucile. Era di ultima generazione, come il fucile stesso, del
resto. A quel punto non doveva far altro che aspettare. Si misecomodo sul sedile con lo sguardo fisso sulla casa. Quandouscivano in squadre, gli altri AK odiavano gli appostamenti,ma per Alex erano semplicemente parte della caccia. Parte deldivertimento. Dovevi stare allerta, non potevi rilassartineanche un istante.
Quasi unora dopo, la porta si apr. Riport il fucile in
posizione in meno di un secondo, incollando locchio al
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mirino. Un uomo alto indugi per un po nella veranda primadi chiudere a chiave la porta dingresso, poi si avvi di corsagi per gli scalini imboccando il viale. I suoi passi svelti
riecheggiavano tuttintorno.Alex abbass il fucile, per nulla sorpreso del fatto che
Goodman fosse nella sua forma umana di regola simostravano per quello che erano realmente solo quando sinutrivano. Aspett fino a quando luomo, diretto verso il centrodella citt, non ebbe svoltato langolo, poi usc dalla macchinae apr il bagagliaio cercando di non fare rumore. Tir fuori untrench nero, richiuse il portabagagli e, infilandoselo, si misesulle tracce delluomo, con il fucile ben nascosto sotto lampiamanica.
Girato langolo vide la sua preda attraversare la strada acirca un isolato da lui. Rallent un po per concentrarsi suquellessere fino a che i suoi contorni non si fecero confusi.Attorno alla sua figura scura intravide unaura fluttuante: eracolor argento pallido, con lingue azzurre che tremolavano
debolmente lungo i bordi.Alex acceler il passo. La creatura non si nutriva da giorni questo significava che era uscita per cacciare.
Come da copione, luomo si diresse verso un bar del centro.SPURS, diceva linsegna sul davanti. La figura al neon di unacowgirl gialla e rosa, con indosso degli shorts e un minuscolovestitino di pelle, silluminava a intermittenza agitando ilcappello. Dal locale provenivano una musica assordante e le
grida rauche degli ubriaconi.Alex riconobbe linsegna e inizi a scuotere la testa,
incredulo. Lo Spurs era uno di quei posti in cui le ragazze delpersonale indossavano vestitini sexy e ballavano sul bancone.Gli uomini che uscivano di l a quellora della notte eranodevastati dallalcol e piuttosto aggressivi, ma soprattuttocompletamente ignari di quello che succedeva intorno a loro
condizione ideale per un cacciatore. Se Alex fosse stato uno di
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loro, in effetti avrebbe scelto anche lui un luogo del genere.Un paio di buttafuori dallaria annoiata erano in piedi ai lati
della porta. Goodman si acquatt nellombra, senza attirare
lattenzione di nessuno dei due. Poco distante, Alex si nascosedietro una Subaru parcheggiata, calcolando mentalmente ladistanza che lo separava dalla creatura. Poteva bastare, decise.In passato si era avvicinato molto pi di cos. Probabilmente,per, i buttafuori avrebbero avvertito un leggero spostamentodaria causato dallo sparo.
In quellistante le pesanti porte di metallo dello Spurs sispalancarono e un uomo daffari ancora in tenuta da ufficio sitrascin fuori a fatica con laria sconvolta. Che serata, amicodisse tirando una pacca sulla spalla a uno dei due buttafuori.Quelle ragazzine ci sanno proprio fare disse facendooscillare la testa da una parte allaltra con sguardo inebetito,come se gli mancassero le parole per descrivere uno spettacolocos bello.
Eh s, ti mandano in pappa il cervello disse un buttafuori
con aria divertita.Non vorrai guidare in queste condizioni, Eddie disselaltro. Dai, ti chiamiamo un taxi.
Eddie non rispose. Rifiut quellofferta con un gesto dellamano e si avvi a piedi, canticchiando fuori tempo fra s e s.Con uno dei suoi piedi malfermi inciamp in una lattina dibirra vuota e il fracasso squarci il silenzio della notte. Ibuttafuori si scambiarono unocchiata e fecero spallucce. Non
era pi un loro problema.Alex sirrigid quando vide la creatura lasciare loscurit per
seguire luomo come unenorme ombra nera. Tirando fuori ilfucile, Alex inizi a pedinarlo. Sarebbe successo da unmomento allaltro, ne era sicuro. A loro non interessavatrovarsi in un luogo appartato, era sufficiente che fosserelativamente tranquillo. Senza distogliere lo sguardo da
Goodman, respir profondamente per concentrarsi, poi, piano
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piano, fece s che il nucleo della sua energia si spostasse versolalto, passando attraverso tutti i chakra, fino a raggiungere ilcentro coronale, appena sopra la testa.
Avvert immediatamente un brivido attraversargli il corponellistante in cui la mente di quella creatura entr inconnessione con quella della vittima. Sapeva che sarebbeandata cos era la fine. Vacillando, Eddie si arrest su duepiedi con sguardo confuso. Poi, lentamente, si volt.
Loscura sembianza umana di Goodman sincresp per poidissolversi. Al suo posto apparve una luce accecante che, comeun faro, illuminava la strada da cima a fondoil bar, gli edificicircostanti e il viso terrorizzato di Eddie. Al centro di quellaluce sintravedeva un bagliore pi intenso, una figura alta circadue metri le cui enormi ali spalancate erano bianche come laneve.
Non pu non pu essere balbett Eddie quandolangelo gli si avvicin.
Poco distante, Alex ud i buttafuori ridersela con una donna
che si era fermata per farsi accendere una sigaretta. Se ancheuno di loro avesse gettato uno sguardo in quella direzione,avrebbe visto solamente Eddie che avanzava sbandando in unvicolo buio.
Appoggiandosi al tettuccio dellauto, Alex prese la mira conmano ferma e decisa. Mise a fuoco il volto dellangeloingrandito dalla lente del fucile. Nella sua forma umanaGoodman era bello come tutti gli altri angeli, ma Alex sapeva
che soffermandosi a osservare meglio il suo viso avrebbenotato qualcosa di strano il suo sguardo era troppo intenso egli occhi troppo scuri per essere normali. Tuttavia, in quelmomento, sotto forma di angelo, Goodman era di una bellezzaquasi sovrannaturale: era fiero, glorioso. Laureola che gliincorniciava il viso ardeva di un fuoco divino.
Non avere paura sussurr langelo con voce simile al
tintinnio di centinaia di campanelle. Sono qui per una ragione.
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Devo darti una cosa.Eddie croll in ginocchio, con gli occhi sbarrati. Io
io
Laureola. Alex si concentr su di essa e mir dritto al cuoredi quella luce intensa, pura.
Non sentirai male continu langelo, avvicinandosisempre di pi. Poi sorrise e si fece dieci volte pi luminoso,come un incendio che divampa nella notte. Eddie, tremandocome una foglia, emise un gemito e abbass il capo, incapacedi sopportare la vista di tanta bellezza.
Anzi, te la ricorderai come lesperienza pi bella della tuavita
Alex premette il grilletto. Quando lenergia palpitantedellaureola dellangelo sub limpatto con il proiettile, lacreatura esplose in mille schegge luminose, senza emetterealcun suono. Alex si accucci dietro la macchina per difendersidallonda durto che minacciava dinvestirlo, mentre il gridopieno dangoscia dellangelo gli rimbombava nella mente. In
quello stato di coscienza superiore, vide i campi denergia diogni essere vivente nelle vicinanze subire lo shockdellesplosione: i contorni spettrali degli alberi e dei fili derbasi agitavano tutti e si contorcevano come se fossero statiimprovvisamente investiti da un uragano.
Gradualmente tutto torn alla normalit. Ci fu un profondosilenzio. Alex riport il centro dellenergia allaltezza del petto,e quei bagliori spettrali svanirono. Infil il fucile sotto lauto e
and verso Eddie, che tremava ancora in ginocchio sulmarciapiede. Goodman non cera pi, non ne era rimastatraccia.
Ehi, ti senti bene? chiese Alex in tono naturale,accovacciandosi accanto a lui. I buttafuori avevano smesso diparlare e stavano guardando in quella direzione. Alex fece loroun cenno con la mano come per diresta bene, solo un po
ubriaco, tutto qui.
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Eddie si volt verso di lui con il viso pieno di lacrime. Iocera so che non ci crederai, ma
Si, lo so disse Alex. Dai, lascia che ti aiuti a rimetterti in
piedi. Gli mise un braccio intorno alla vita e lo aiut adalzarsi.Dannazione, una dieta non gli avrebbe fatto male.
Oddio, la mia testa gemette Eddie, appoggiandosi allaspalla di Alex per non perdere lequilibrio.Effetto angelo.Lavittima si era trovata a pochi metri da lui e, sebbene limpetodellesplosione si fosse abbattuto pi che altro su Alex, avrebberisentito di sintomi post-traumatici per qualche giorno. Sempremeglio del fuoco sacro.
Qualsiasi cosa era meglio del fuoco sacro.Era cos bello mormor Eddie. BellissimoAlex alz gli occhi al cielo. S s, fantastico borbott.Poi torn verso il bar trascinandoselo dietro. Come al solito
avvert un misto di piet e disprezzo nei confronti di quelcivile. Per quanto avesse dedicato tutta la sua vita a cercare disalvarle, quelle persone sembravano sempre cos inconsapevoli
che quasi non cera gusto.Ehi, credo che il nostro amico qui abbia bisogno di untaxi disse avvicinandosi ai buttafuori. Lho trovato svenutolaggi, sul marciapiede.
Uno dei due si lasci scappare una risatina. S, ci pensiamonoi disse accollandosi il peso del cliente. Il vecchio Eddie un habitu, non cos, amico?
Eddie socchiuse gli occhi, cercando di metterlo a fuoco.
Tom ho visto un angelo bofonchi.I buttafuori scoppiarono a ridere. Ma chi, Amber? disse
uno. Indossa sempre dei micropantaloncini quando balla sulbancone. Fece locchiolino ad Alex. Ehi, amico, vuoi andarea dare unocchiata dentro? Senza pagare, sei nostro ospite. Inpassato Alex era stato in un sacco di posti come quello, celavevano trascinato per lo pi gli altri Angel Killer quandera
pi piccolo. A dirla tutta, lui li trovava noiosi da morire. Cos,
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nonostante avesse voglia di un bel drink, lidea di starseneseduto in quel locale, mentre ladrenalina gli pompava ancoranelle vene per via della recente uccisione, era un po troppo
surreale, persino per lui.Scosse la testa facendo qualche passo indietro. Nah, magari
la prossima volta. Devo andare ora. Ma grazie lo stesso.Quando vuoi, amico disse il primo buttafuori. Nel frattempoEddie era svenuto sul serio e giaceva abbandonato a terra comeun sacco di patate. Il buttafuori lo spost di peso, con fareimpaziente. Ehi, Mike, ti decidi o no a chiamare un taxi? LaBella Addormentata qui non ce la fa pi. Ditegli di darci untaglio con la roba pesante disse Alex sorridendo. Che primao poi ci rimane.
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CAPITOLO 1
Che imbarazzo borbott Nina. Era appoggiata allosportello della macchina con le braccia incrociate sul petto, escuoteva la testa in segno di disapprovazione.
Vuoi che te laggiusti o no? le chiesi. La mia voce uscovattata, dato che avevo la testa infilata nel motore della suaCorvette, cos come tutta la parte superiore del mio corpo.Stavo cercando di aggiustarle il carburatore, ma il motore erain condizioni talmente disastrose che i bulloni erano tuttiincrostati dolio. Che, per chi non lo sapesse, nero esoprattutto viscido.
Mi passi quella chiave? Quella con limpugnatura gialla?Nina protest fra s accovacciandosi per rovistare fra i miei
attrezzi. Non posso credere che tu possieda davvero unacassetta degli attrezzi.E che te la sia portata a scuola dissepassandomi la chiave.
Se dici ancora unaltra parola giuro che smetto. I pezzidel suo motore erano sparsi sullasfalto tuttintorno a me.Eravamo nel parcheggio della scuola, credevo che fosse megliofarlo l piuttosto che nel mio garage che era pieno zeppo discatoloni vecchi, biciclette e roba che mia zia si riprometteva
ogni giorno di buttare per poi dimenticarsene. Ovviamente nonavevo tenuto conto del fattore imbarazzo. Ma del resto, questa la storia della mia vita.
Willow! Non ci provare nemmeno sibil Nina,sistemandosi la frangetta castana. Dai, non fare la permalosa.Certo che voglio che me laggiusti, solo che non credevo chelavresti fattoqui.
Cos dicendo, si guard intorno con aria furtiva, perassicurarsi che non stessero passando di l Scott Mason e la sua
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banda di imbecilli buoni solo a tirare due calci a un pallone. Lelezioni erano terminate da quattro ore, ma gli allenamentisarebbero iniziati di l a poco. In quellistante il parcheggio era
ancora vuoto, un oceano dasfalto con qualche macchina fermaqua e l.
E ringrazia che non mi sono messa a farlo in pausa pranzole dissi. Ce lho anchio una reputazione, che cosa credi?Eddai, brutto Strinsi i denti per far girare la chiave,appoggiandomici sopra con tutto il peso. Di colpo il bullonecedette.Ah!Vittoria! Lo svitai completamente e tirai fuori ilcarburatore, per metterlo a confronto con quello nuovo. Eraidentico. Praticamente un miracolo, visto che la Corvette diNina era ormai un pezzo dantiquariato.
Nina arricci il naso. Reputazione? Tu? Non farmi ridere.E cosa sono quelli che hai addosso?
Vestiti?Willow. Sembri non so nemmeno come definirti. Non
credo che esista una parola che renda lidea.
Ah s? Bene dissi sorridendole e pulendomi le mani conun panno. Vuoi dire che sono unica, giusto? Indossavo unacamicia ricamata degli anni cinquanta e i miei jeans dacombattimento. Il mio giubbotto di velluto nero pendeva daltettuccio aperto della sua macchina, al riparo da ogni pericolo.Compravo quasi tutto da Tammys Attic, il mio negoziopreferito in assoluto.
Nina chiuse gli occhi ed emise una specie di grugnito.
Unica. S, come no. Allora mettiamola cos, Willow, seitroppo avanti per Pawntucket.
La cosa era talmente ovvia che non valeva nemmeno la penadi discuterne. Cos presi un cacciavite e iniziai a grattare via losporco dal posto che fino a pochi istanti prima occupava ilvecchio carburatore, sbarazzandomi del grasso incrostato edelle guarnizioni che non servivano pi. Uno schifo
indescrivibile. Era come infilarsi in una pozza di petrolio.
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Nina riapr gli occhi e guard dentro al cofano. E adessoche cosa stai facendo? chiese diffidente.
Pulisco questa schifezza la tua schifezza. Le alzai
davanti agli occhi il cacciavite grondante di una sostanza nera eappiccicosa. Vuoi aiutarmi?
Bleah, neanche per sogno esclam lei, e si riappoggi allosportello dellauto attorcigliandosi una ciocca di capelli intornoa un dito. Mi dici che senso ha pulirlo? Sbattici dentro ilcarburatore nuovo e facciamola finita, no?
Un ciuffo di capelli biondi mi ricadde sul viso mentrearmeggiavo con il motore e me lo rimisi dietro lorecchio senzanemmeno alzare lo sguardo. Buona idea. In questo modo nonsar mai perfettamente sigillato e inizier ad ansimare come unaspirapolvere in fin di vita e poi
Nina si drizz in un baleno. Oddio! C Beth Hartley!Beth Hartley era una delle star della Pawntucket High. Era
magra, bella e aveva anche buoni voti Aveva diciottanni,uno pi di noi, e stava per diplomarsi. A parte questo, le nostre
vite procedevano su binari totalmente diversi. Lei faceva partedi qualsiasi gruppo o comitato della scuola, praticamenteviveva l. A pensarci bene, credo proprio che se per qualchemotivo lei non ci fosse pi andata, la scuola avrebbe chiuso ibattenti e gli insegnanti avrebbero scioperato.
Versai del solvente su un panno e iniziai a pulire tuttintornoa dove prima si trovava il carburatore. Chiss cosavr fattofinora dissi. Avr trascorso la giornata a zampettare qua e l
da brava cheerleader? A presiedere il comitato per il ballo? O asalvare il mondo?
Willow, non sei divertente protest Nina. Sta venendodritta verso di noi!
E allora? Non sar la prima volta che vede un carburatore.Nina mi guard come se fossi matta. Di colpo mi resi conto diquello che avevo appena detto e scoppiai a ridere. O forse s,
eh?
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Lei sospir come se non riuscisse a decidere se strangolarmio mettersi a ridere con me. Senti, so che a te non importaniente, ma la gente gi ti considera la Regina degli
Strambi e se continui cos non farai che peggiorare le cose,credimi E detto questo, si zitt di colpo perch Beth ciaveva raggiunte.
Ciao fece Beth rimbalzando con sguardo incerto da Ninaa me. Aveva lunghi capelli color miele, e come sempre untrucco talmente leggero e impeccabile che non eri mai sicuroche se lo fosse messo davvero. Una gran perdita di tempo, se lochiedete a menon capivo che senso avesse dedicare ore e orea farsi un trucco invisibile, ma tant
Ciao risposi io sollevando la testa da dentro il cofano.Ciao, Beth disse Nina con un filo di voce. Com andato
lincontro per lo spettacolo teatrale?Per lannuario la corresse Beth. Benone. Teneva lo
sguardo fisso sul cofano aperto e quindi anche su di me.Stai stai aggiustando lauto di Nina disse. Non sicapiva se
era una domanda o unaffermazione.Annuii. Il carburatore.Il carburatore, certo fece eco Beth, sbattendo le palpebre
dei suoi occhioni castani.Ci fu una pausa. Mi sembr quasi di vederla scuotere la testa
per riprendersi dallo shock e decidere che non gliene fregavaun bel niente del carburatore. Si schiar la voce. Eh, Willowmi chiedevo se per caso sapessi che compiti ha dato per casa
Atkinson. Ieri non cero.Sollevai di scatto le sopracciglia. Non credevo che Beth si
fosse mai accorta che eravamo in classe insieme. O nella stessascuola. O sullo stesso pianeta. Be, a pensarci bene,probabilmente non eravamo sullo stesso pianeta. Insomma,perch mai veniva a chiederlo a me? In classe aveva almenouna dozzina di amiche del cuore.
Alzai le spalle. S, certo prendi la cartellina rossa dissi
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indicandole la mia borsa che si trovava per terra accanto allacassetta degli attrezzi aperta. Ti dispiace? Ho le mani tutteLe sollevai per fargliele vedere e lei sbianc.
Perfetto, grazie. Sfil la cartellina dalla borsa, laprvelocemente e ricopi i compiti. La stava rimettendo gi, maguardando Nina, esit. Era come se stesse per dire qualcosa,ma si ferm. Il suo collo divent rosa fosforescente.
Stavo pulendo con lo straccio ma, notando la suaespressione, rallentai il movimento. Poi capii esattamente cosastava per succedere: lavevo visto fare troppe volte per noncoglierne i segnali. Nina spalanc gli occhi quando se ne reseconto. Avrei proprio voglia di un bel bicchiere dacquadisse facendo un esagerato passo indietro. Intuii che stavamopensando la stessa cosa:Beth Hartley? Miss Perfezione? Non possibile!
Quando Nina se ne fu andata, Beth mi si avvicin e a bassavoce mi disse: Mmm, Willow. Poi si ferm per fare un belrespiro e passarsi una mano fra i capelli. Ho sentito dire che
tu leggi la mano. S, insomma, che sei sensitiva si affrettad aggiungere. Aveva la faccia rossa come un peperone.Io annuii. S, cos.Beth sembrava respirare a fatica. Si capiva che voleva
mostrarsi scettica, ma il suo sguardo era improvvisamentecarico di speranza, di supplica era lo sguardo di un cucciolo.Be te la cavi bene? riusc infine a domandare.
Feci spallucce e iniziai a rimettere il carburatore al suo
posto, fissandolo al collettore daspirazione. Cos sembra.Non tutte le cose che dico si avverano, ma la maggior parte, aquanto pare, s. E a dire il vero, quello che non si avvera inrealt un percorso alternativo.
Lei mi fissava con attenzione per non lasciarsi scapparenemmeno una parola. Un percorso alternativo? ripet Cosaintendi?
Ci riflettei mentre stringevo uno per volta i bulloni, per
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mantenere costante la pressione sul carburatore. Nella vitapuoi prendere strade diverse. A volte le riesco a vederesparpagliate davanti ai miei occhi. Vedo cosa accadrebbe
imboccando ciascun cammino. Il fatto che tu ne imboccheraisolo uno.
Beth annu lentamente. Gi, proprio per questo che hobisogno del tuo aiuto disse, quasi fra s. Per scegliereaggiunse voltandosi a guardare la scuola. Allora che ne dici,puoi leggermi la mano un giorno? chiese tutto dun fiato. Ilprima possibile?
Il pensiero di Beth in casa mia mi spiazz incontriravvicinati del terzo tipo ma accettai. Certo. Domani doposcuola? No, aspetta un secondo, che ne dici di gioved? Per unattimo mi ero scordata che il giorno seguente la badanteavrebbe staccato prima e io avevo promesso a zia Jo che sareitornata a casa presto per prendermi cura della mamma. Diedi aBeth il mio indirizzo.
Affare fatto disse con entusiasmo. Alcune sue compagne
del comitato dellannuario avevano cominciato ad arrivare epiano piano si era formato un gruppetto alle sue spalle, cos leisi strinse la borsa al petto, mi salut e le raggiunse. Willowgrazie disse voltandosi unultima volta.
Continuai a fissarla, sconcertata. Be, se cera qualcuno checi andava piano nelletichettare la gente, quella ero io il donodella preveggenza mi aveva insegnato che non si pu maisapere cosa passi nella mente delle persone e cosa ribolle sotto
le loro abitudini quotidiane, come nel calderone di una strega,ma in fondo Beth Hartley Che strano, pensai mentrestringevo lultimo bullone.
Nina riapparve con unespressione della serie dimmi tutto!Vuole che le legga la mano dissi, anticipandola.
Lo sapevo! esclam Nina. Le si leggeva in faccia.Scosse la testa, come in trance. Wow, non pensavo che Beth
Hartley credesse a queste scemenze.
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Nina la persona meno fantasiosa e pi razionale del mondoed convinta che qualsiasi fenomeno paranormale sia unabufala. Questo non vuol dire necessariamente che per leiiosia
una truffatrice. convinta che io stia recitando, che esageriinventandomi le cose senza rifletterci, che mi lasci prendere lamano cose cos. Secondo lei dovrei fare lattrice perch diceche sono molto in sintonia con la bambina che in me. Non soneanche perch siamo tanto amiche. Ma la conosco da quandoavevo nove anni, da quando io e la mamma ci siamo trasferite aPawntucket per andare a vivere con zia Jo, e credo che stareinsieme sia ormai diventata unabitudine.
Nina aveva infilato la testa sotto il cofano e mi guardavascuotendola. Willow, lo sai vero che devi smetterla con tuttaquesta roba da medium? Mezza scuola pensa che tu sia unastrega.
Sentii il calore arrivarmi alle guance. Ehi, non colpa miamormorai. Per fortuna avevo quasi finito, perch Nina stavainiziando seriamente a darmi sui nervi.
Ma s che colpatuainsistette. Sei forse costretta a farepredizioni? No! E allora la prossima volta che qualcuno te lochiede, tu rifiutati.
Non le risposi. In lontananza sentii la squadra di football chesi allenava sul campo e il tonfo sordo dei caschi che sbattevanoluno contro laltro come in una sorta di scontro fra titani. Maio devo continuare a farle dissi alla fine. Sistemato ilcarburatore, mi pulii le mani e iniziai a mettere via gli attrezzi.
Perch?chiese Nina esasperata.Mi voltai di scatto verso di lei. Perch la gente ha dei
problemi, Nina! Un sacco di problemi e mi sembra, s,insomma mi sembra di essere daiuto!
Ma smettila, Willow, sei proprio unillusa se lo pensidavvero sbott Nina mentre afferravo il giubbotto esbattevo il cofano.
Fatto dissi lanciandole le chiavi. La devi testare. Prima
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di guidarla dai un po di gas. Non le lasciai nemmeno il tempodi rispondere, raccolsi la mia roba e me ne andai.
Va bene, fa come ti pare allora mi url dietro. Sai che
ho ragione, per. Ci vediamo domani. Grazie di avermiaggiustato la macchina, pazza che non sei altro.
Le feci un cenno con la mano senza nemmeno voltarmi.Buttai la roba sul sedile anteriore della mia macchina, unaToyota blu in condizioni pietose, e avviai il motore. Faceva lefusa come un gattino, ovviamente: a scuola potevo essere unoschifo, ma con i motori ci sapevo fare.
Mentre uscivo dal parcheggio, misi su una cassetta dimusica blues ok, lo confesso, il ventunesimo secolo nonaveva ancora raggiunto il mio impianto stereo e imboccai lasuperstrada, per andare a casa. Quella conversazione con Bethmi ronzava ancora in testa, rifiutandosi di lasciarmi in pace.Perch aveva cos tanta fretta di farsi leggere la mano?
proprio per questo che ho bisogno del tuo aiuto. Perscegliere.
Una sensazione di disagio sinsinu dentro di me e sbuffaiinfastidita, chiedendomi da dove venisse tutta quellansia.Essere sensitiva non come tutti pensano io non sono unaspecie di guru onnisciente. No, non indovino i numeri dellalotteria e, ah ah, s, mi becco un acquazzone in testa propriocome chiunque altro.
Le cose stanno cos: a volte ho dei flash o delle sensazioni,ma non posso parlarne con troppa sicurezza, a meno che non
abbia un vero e proprio contatto con la persona, tenendole lamano per esempio. E poi devo essere in uno stato di pacementale, per riuscire a rilassarmi e a vederci chiaro. Se sonospaventata o troppo emozionata, non me la cavo bene ecomunque non proprio una cosa da fare spesso altrimenti sirischia dimpazzire. Cos, mi limito a vivere la mia vita cometutti gli altri, senza cercare di sapere come andranno davvero le
cose.
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A volte per ho delle intuizioni molto nitide come conBeth.
Mi morsi un labbro mentre rallentavo a un incrocio.
Qualunque fosse stata la sua scelta, avevo delle bruttesensazioni al riguardo.
Pancake disse Alex, dando unocchiata al men. Uovastrapazzate con bacon, e una frittata di patate a parte. E anchedei toast. Stava morendo di fame. Gli succedeva sempre dopoaverne ucciso uno, si sentiva come se non mangiasse da una
settimana.Caff? chiese la cameriera. Era grassoccia e aveva unaria
annoiata.S, e anche del succo darancia.La cameriera si allontan, Alex rimise il men nel suo
contenitore e si stiracchi. Dopo aver lasciato lo Spurs, avevavagato per la citt alla ricerca di una palestra aperta anche dinotte. Aveva preso un pass e si era allenato per ore,accanendosi sugli attrezzi come se fossero suoi nemici edeseguendo ripetizioni finch il sudore non aveva iniziato acolargli sul viso e sulle spalle. Finalmente ladrenalina cheaveva in corpo era diminuita, lasciando il posto a quel tipo distanchezza che tanto desiderava.
Solo allora si era fermato appoggiando la testa sullattrezzoper gli addominali. Soddisfatto? gli aveva chiesto un tizio
della palestra. Erano quasi le sei del mattino e il posto iniziavaa riempirsi. Tuttattorno Alex sentiva lo sferragliare deimanubri, i grugniti di chi si allenava e il calpestio sui tapisroulant.
Aveva alzato lo sguardo verso luomo che gli aveva rivoltoparola, incapace per un istante di rendersi conto di dove sitrovasse. Poi aveva annuito, sforzandosi di sorridere. S, direiproprio di s.
Si alz passandosi un asciugamano sul viso. Gli sembrava di
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avere i muscoli fatti dacqua. Di solito andava a correre dopolincontro con un angelo, ma non bastava mai: non lo stancavaabbastanza. Quel tipo di allenamento era meglio. Avrebbe
quasi potuto dormire per un giorno o due.Accidenti, ti ho visto accanirti su quegli attrezzi disse
luomo in tono allegro, mentre spruzzava del disinfettante sulsedile della cyclette. Poi ci pass sopra un panno. Sembraviposseduto.
Alex sorrise amaramente. No, posseduti lo diventano glialtri disse. Sai se non arrivo in tempo. E cos dicendo,abbandon il tizio che lo fissava con aria interrogativa, si miselasciugamano sul collo e and a farsi una doccia.
Si diresse al bar per prendere un caff lungo e diedeunocchiata fuori dalla vetrata che dava sulle MontagneRocciose. Intorno a lui, il locale si stava riempiendo genitoridallaria rilassata con indosso dei jeans e un sorriso sullelabbra, bambini che saltellavano sui divanetti escarabocchiavano sui loro libri da colorare.
Era gi stato ad Aspen diverse volte, anche primadellinvasione. Agli angeli sembrava piacere quel posto, chisspoi perch. Forse era per via dellaria fresca delle montagne.Osservando in lontananza le cime innevate,
Alex pos il mento sulle mani giunte. Per qualche stranomotivo, Aspen gli ricordava Albuquerque, sebbenequestultima si trovasse in mezzo al deserto, immersa in unaluce accecante. Niente montagne imponenti, solo pietre
scintillanti come loro. Forse si trattava di qualcosa che eranellaria respirarla lo faceva sentire come rigenerato,purificato.
La sua prima uscita in solitaria era avvenuta proprio adAlbuquerque.
Si port lentamente la tazza di caff alle labbra, mentre ilricordo riaffiorava. Poi indugi e torn a posarla sul tavolo,
senza aver bevuto.
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Aveva dodici anni. Era a caccia di angeli con Cully e Jake.Martin, suo padre, allepoca aveva gi iniziato a perdere colpi:trascorreva la giornata vagando per il campo, borbottando fra
s, serrando la mandibola come se avesse delle pietre in bocca,e quando non era impegnato a urlar dietro a qualcuno, puliva inmaniera ossessiva le sue pistole, a qualsiasi ora del giorno edella notte. Anche se un tempo Alex non avrebbe potutochiedere di meglio che partire in spedizione con suo padre,quel giorno era sollevato per il fatto che non si fosse unito aloro. La cosa lo fece sentire in colpa. Suo padre era un grande,lo sapevano tutti. O almeno quelli che contavano.
Quel giorno cera unatmosfera di eccitazione a bordo delfuoristrada, mentre si allontanavano dal campo sollevando fittenuvole di polvere dal suolo. Cully, che veniva dallAlabama,aveva ululato come si addice a un vero ribelle e Jake avevadato ad Alex sul braccio un colpetto, dicendogli: Ehi,fratellino, credi di poter fare le scarpe a me? No dico, a me?.Cos Alex cap che erano tutti dello stesso umore e il senso di
colpa cedette il passo a unondata di emozione.S s, te le faccio eccome e si avvent su Jakeimprigionandogli la testa nella morsa del suo braccio. Gli civolle un po per liberarsi motivo di grande orgoglio per Alexche era pi piccolo di due anni , ma quando ci riusc, Jake siscagli a sua volta su Alex urlando come un ossesso. Entrambifinirono per rovesciarsi nel retro del fuoristrada, proprio sopralattrezzatura da campeggio, continuando ad azzuffarsi e a
ridere come matti.Allepoca, prima che la CIA sintromettesse con avvistatori
di angeli e messaggi telegrafici dallefficienza svizzera, unabattuta di caccia poteva anche durare delle settimane. Insiemeagli strumenti da campeggio, sul retro cerano anche un paio dicassette di cibo in scatola e qualche confezione di cartucce. Learmi erano ancora nascoste, lontano da occhi indiscreti: erano
fucili da caccia, affidabili ma non troppo facili da maneggiare.
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Cully si era anche portato la balestra. Diceva che era piprecisa, ma secondo Alex voleva solo darsi delle arie. Era unagran rottura, per, dato che ogni volta che tirava bisognava
andare a recuperare la freccia.Se uno di voi due, testine di cazzo, mi rompe il fornello
elettrico, giuro che lammazzo esclam Cully con quella suacadenza strascicata tipica del Sud. Gir il volante e ilfuoristrada sobbalz in curva sollevando una nube di sabbia esassolini, sballottando Alex e Jake da una parte allaltra comefossero bambole di pezza. In citt Alex sapeva che Cullyavrebbe guidato in maniera civile, ma l fuori non cera storia,visto che erano circondati solo da polvere, piante di yucca elucertole. Poteva fare tutto quello che voleva.
Ma vaffanculo sbott Jake, sorridendo ad Alex. Jake erapi alto e pi robusto, ma aveva gli stessi capelli scuri e gliocchi di un azzurro verdastro. Bastava guardarli per capire cheerano fratelli.
Entrambi assomigliavano alla madre.
Quel pensiero gett unombra sinistra sulla sua giornata.Alex la ricordava come una donna a cui piaceva cantare, unamamma che non esitava a calciar via le scarpe e a mettersi aballare ascoltando la radio mentre cucinava. Quanderapiccolo, le si aggrappava sempre ai jeans per richiamare la suaattenzione e qualche volta lei si fermava, gli prendeva le manifra le sue e diceva: Balla con me,
amore mio. Poi scoppiava a ridere e lo faceva girare forte.
Facevano tutto questo per la madre. Solo per lei. E Alexsapeva che era lei la ragione per cui suo padre, moltoprobabilmente, stava impazzendo.
Il fuoristrada balzava ansimante sul terreno polveroso. Conuna sola mano sul volante, Cully si accese un sigaro,staccandone unestremit e sputandola fuori dal finestrino.Indossava una maglietta nera senza maniche, le sue braccia e le
sue spalle erano statuarie, dure come la roccia. Dando un tiro
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scosse la testa con gli occhi puntati su Alex e Jake nellospecchietto retrovisore.
Gli Angel Killer, la sola e unica speranza dellumanit
borbott. Che Dio ci aiuti.Il tragitto verso Albuquerque dur quasi quattro ore e Alex
cedette alla noia molto prima di arrivare. Spi fuori dalfinestrino quando raggiunsero i confini della citt. Abituaticomerano a vivere nel deserto come una colonia di topi, avolte dubitava che l fuori ci fosse davvero un mondo, ma inquellistante la vista della citt lo invest come un turbineaccecante di fast food, cinema e centri commerciali. Unalocandina con sopra un tizio di nome Will Smith cattur la suaattenzione: un ragazzo di colore con laria da duro e una pistolastretta in pugno.
Ehi, Culi, che ne dici di andare al cinema? chiesesporgendosi verso i sedili anteriori.
Potete andarci tu e Jake rispose lui. Poi si diedeunocchiata nello specchietto retrovisore e si ravvi con una
mano i capelli biondi, sorridendo. Io hoaltripiani, se capite acosa mi riferisco.Donne. Alex e Jake si scambiarono uno sguardo disgustato.
Al campo degli Angel Killer cera qualche ragazza, ma Cullydiceva sempre che a lui piacevano quelle dolci, che nonindossavano anfibi e non praticavano il tiro a segno. Le donneche sapevano sparare come lui lo intimidivano un po.
Il programma prevedeva che si fermassero per una notte di
relax prima di intraprendere la traversata che li avrebbecondotti a Vancouver, dove Martin aveva ricevuto notizie diavvistamenti. Tuttavia, arrivati a un motel, Cully sirrigidallimprovviso. Sapete cosa vi dico, sussurr uscendo dalfuoristrada ho la sensazione che qui ci sia qualcosa che nonva.
Si riferiva alla presenza di angeli. Alex, con la pelle doca,
alz di scatto lo sguardo. Laria calda del pomeriggio sembr
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congelarsi intorno a loro, il mondo rimase sospeso.Dove, Cull? domand Jake. Improvvisamente gli sembr
pi vecchio, pi serio.
Non ne sono ancora sicuro rispose Cully con gli occhisocchiusi. Non devessere molto lontano, per.
Rimase in silenzio per un lungo istante a scrutare la fila dinegozi l vicino. Poi sembr scacciare il pensiero. Forza,andiamo dentro e scarichiamo la macchina. Dopo di che temoche dovremo fare una piccola perlustrazione nei dintorni,signori miei.
Cully prese una camera, poi and a spostare la macchinaproprio davanti alla porta. Si muovevano tutti come automi,scaricando i bagagli e posandoli a terra nella stanza.
Lasciarono i fucili nel fuoristrada. Una volta finito discaricare tutto, Cully lanci un telone cerato sulle armi. Ok,andiamo disse salendo in macchina e accendendo il motore.Sapete gi come funziona. Tu, Alex, ti siedi accanto a me.Jake, tu rimani dietro.
Alex vide Jake aprire la bocca per protestare, poi persembr ripensarci. Cully diceva un sacco di cavolate, ma nonconveniva contraddirlo, a meno che non ti volessi beccare unpugno in un occhio.
Alex sgattaiol davanti con un brivido di eccitazione.Nonostante avesse gi partecipato a circa una dozzina dimissioni, lemozione era ogni volta la stessa. E, forse peccandoun po di presunzione, era cosciente del fatto che parte di quel
batticuore gli derivasse dalla consapevolezza di essere bravo.Jake sar stato anche pi grande e pi grosso di lui, e per di piun tiratore eccellente, ma non riusciva a percepire la presenzadi angeli in maniera cos immediata e intensa come accadevaad Alex. In questo era proprio tale e quale a suo padre. Lui gliaveva insegnato come fare e Alex era diventato un campione.
Mentre Cully percorreva le strade affollate del centro di
Albuquerque, Alex chiuse gli occhi e si rilass, spostando
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lenergia sempre pi su, lungo lasse dei chakra. Quando la suacoscienza si fu elevata fin sopra il centro coronale, un altromondo si spalanc davanti ai suoi occhi. Percep i campi
energetici di tutto ci che aveva intorno la donna nellautoaccanto, il ragazzo al lato della strada che aspettava il momentogiusto per attraversare con il pastore tedesco al guinzaglio. Laloro energia entr in contatto con la sua, la colse per un istanteper poi allargare sempre di pi il cerchio della sua percezione.
In lontananza sent Jake che diceva: Cully, sei propriosicurodi aver sentito qualcosa?.
Sta zitto inizi a dire Cully, ma si ferm vedendo Alexsgranare gli occhi e raddrizzarsi sul sedile.
Da quella parte! disse Alex agitato, indicando con un dito.Ci devessere un parco, o qualcosa di simile, fra due incrocicirca sento una forte presenza di vegetazione. l, nascostoda qualche parte. Ed pronto ad attaccare. Rabbrividinvolontariamente. Lenergia degli angeli era gelida, umida. Titoccava lanima ed era come se ci lasciasse sopra delle ditate
sudicie.Un parco? Benissimo disse Cully, svoltando.Alex vide Jake che lo fissava dallo specchietto, con uno
sguardo di stupore misto a invidia. Ben fatto, fratello disse.Qualche secondo pi tardi, raggiunsero un parco, proprio
come previsto. Cully parcheggi il fuoristrada sotto una fila dialberi. Si guard intorno, poi si sporse verso il cruscotto e aprlo sportello. Ne estrasse una pistola con il silenziatore.
Richiuse lo sportello, controll la sicura e la pass ad Alex.Vai a prenderlo, tigre disse.Ad Alex per poco non cadde la pistola di mano per lo shock.
Cosa?Ha solo dodici anni! sbott Jake nello stesso momento.E allora? Tu ne avevi tredici la prima volta che sei andato
da solo e lui molto pi bravo di te con i chakra ribatt Cully
voltandosi a guardarlo. Jake si abbandon sul sedile
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lanciandogli unocchiata torva.Alex fiss la pistola. Aveva gi sparato a degli angeli, ma
non lo aveva mai fatto da solo senza copertura. Dio solo sapeva
quante cose sarebbero potute andare storte.Soprattutto cera la possibilit che langelo lo vedesse e lo
attaccasse prima che lui riuscisse a sparare. Una volta erasuccesso, a un Angel Killer di nome Spencer. Alex deglutripensando allo sguardo assente di quelluomo, a come la suamente fosse stata compromessa per sempre dallattaccodellangelo.
A volte, invece, ti uccidevano e basta.Cully lo stava osservando. Ascoltami disse con tono
deciso. Non potrai mai esserci davvero utile se non ti decidiad affrontarli da solo. Puoi farcela, ne sono convinto, altrimentinon ti avrei messo in mano una pistola carica.
Detto da Cully, era un grande onore. Alex si morse le labbraasciutte. Ok disse. Cercando di non tremare, rimise la sicuraalla pistola. Non aveva la fondina, cos se la fiss alla cintura
nel retro dei pantaloni e la copr con la maglietta.Alex fai attenzione disse Jake, con aria preoccupata.Se la caver ribatt Cully e diede ad Alex un colpetto sul
braccio. Se non torni entro quindici minuti, chiamiamo iLooney Toones e ti facciamo venire a prendere.
Umorismo da Angel Killer. Dovevi fartelo piacere per forza.Alex sorrise ma sentiva le labbra troppo tese. Usc dalfuoristrada e si addentr nel parco.
Gli ci vollero pochi minuti per rintracciare langelo. Nonebbe nemmeno bisogno di affidarsi ai chackra: quando videuna donna seduta sotto un albero con lo sguardo sognanterivolto verso il cielo, cap. Indossava un abitino estivo e icapelli sciolti le ricadevano sulle spalle. Sembrava che fino apochi istanti prima stesse leggendo, ma il libro giacevaabbandonato accanto a lei che sorrideva, persa nei propri sogni
a occhi aperti.
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Questo almeno era quello che chiunque altro avrebbe visto.Alex raggiunse un grado di percezione superiore e subito gliapparve una creatura celeste, alta circa due metri e di un bianco
abbagliante. Le sue immense ali coprivano il sole, che in ognicaso mai avrebbe potuto sperare di essere luminoso quantoquella creatura. Brillava di una luce pura, sovrannaturale, che sirifletteva sullespressione di beatitudine della donna.
Ad Alex balz il cuore in gola. Non aveva avuto molteoccasioni di vederli mentre si nutrivano. Quellessere avevainfilato le mani nelle profondit del campo energeticodellumana, e questo diventava ogni secondo sempre menoluminoso: si contorceva e si agitava debolmente, come avolersi divincolare. Langelo aveva buttato indietro la testa inun moto di puro godimento mentre lenergia gli penetravadentro abbandonando il corpo di lei, come lacqua che esce daun rubinetto.
Il bello era che, proprio a causa del fuoco sacro, la donna sisarebbe ricordata di lui come di una creatura buona e gentile.
Proprio comera successo a sua madre prima che venisseuccisa. Scacciando quei pensieri, Alex si diede unocchiataintorno. Si trovavano in una zona del parco lontana da sentieri.Le uniche persone in vista erano un paio di ragazzini a uncentinaio di metri di distanza, intenti a lanciarsi un frisbee.Nascondendosi dietro un albero per non farsi vedere, port unamano dietro la schiena e tir fuori la pistola. La impugn eprese la mira.
Trovandosi faccia a faccia con langelo, si sentivastranamente calmo, solo di tanto in tanto lemozione lo facevasussultare dentro. Il primo angelo che uccideva da solo. Cullyaveva ragione: ce la poteva fare. Perch mai si era preoccupatotanto? Aveva sempre vissuto solo ed esclusivamente infunzione di quel preciso istante.
Langelo alz gli occhi e lo vide.
Sent il terrore che dilagava dentro di lui quando i loro
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sguardi sincrociarono. La creatura intu subito chi fosse edemise un grido di furia disumana ritraendo di scatto le mani dalcampo energetico della donna. Ormai inutile e dimenticato, il
corpo di lei ricadde a terra con un sorriso estatico sulle labbra.Con urla stridule, langelo si diresse a gran velocit verso di
lui. Alex riusciva a vedere solo un movimento confuso e unveloce battito di ali mentre il vento gli sferzava i capelli. Sisent come se il mondo intero gli stesse passando davanti allavelocit della luce. La pistola inizi a tremargli fra le mani. Spara! grid mentalmente. Ma comerano belli quegli occhi,persino in tutta la rabbia che li pervadeva. Non poteva fare ameno di fissarli e accettare il fatto che di l a poco la sua vitasarebbe finita.
No! Sforzandosi come mai prima, Alex riusc a distoglierelo sguardo da quello dellangelo per concentrarsi invece sullasua aureola.Quello il suo cuore,gli aveva detto una volta ilpadre.Mira al centro.Ma gli tremavano cos tanto le mani chenon fu facile. Langelo emetteva grida di trionfo e la sua
meravigliosa voce era come una lama che gli trafiggeva lacarne. La sua aureola era delle dimensioni di un ed poi di unpiatto poi di un
Alex spar. Il mondo esplose in mille frammenti di lucementre londa durto si abbatteva su di lui scaraventandoloallindietro. Atterr sullerba a una decina di metri da l erimase a terra un istante, sconvolto dalla potenza di quellacorrente daria.
Amico, non ho mai vistonessunofare un casino del genereper ucciderne uno biascic una voce alle sue spalle. Stavoquasi per farlo io. Allimprovviso qualcuno gli mise unbraccio sulla spalla e lo aiut ad alzarsi. Alex barcoll, fissandoCully in stato confusionale. Cerc di parlare ma quella facoltsul momento sembrava averlo abbandonato. Gli pulsava latesta come se ci fosse appena atterrata sopra unincudine.
Ti sentirai uno schifo per almeno una settimana disse
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Cully in tono rilassato mentre riponeva la pistola nella fondina.Non ti piace fare le cose velocemente, eh? Credevo che stessiaspettando che quel figlio di buona donna ti venisse addosso.
Alex rise nervosamente. Ora che era tutto finito, era quasiinebriato dalla felicit poi prov la sensazione opposta edovette serrare i pugni per non scoppiare a piangere a dirotto.Quellessere stava quasi per ucciderlo. Laveva quasi preso.
Cully gli strinse una spalla. Sei stato bravo disse,improvvisamente serio. pi difficile quando ti vedono.Resta qui, io vado a controllare come sta la nostra amica.
La raggiunse di corsa, fermandosi solo per raccogliere lapistola di Alex e infilarsela dietro nei jeans. Alex si appoggi aun albero, esausto, e ascolt le loro voci come in sogno.
Sta bene, signorina? Non ha una bella cera.Oh s, sto bene. Non ci creder, ma ho appena visto la
cosa la cosa pi bellaAlex chiuse gli occhi. Langelo non cera pi: laveva
uccisoeppure quelle parole gli gelarono il sangue nelle vene.
Era vero, era la cosa pi bella del mondo. Quello sarebbe statoil ricordo che la donna avrebbe portato con s per il resto dellavita ma a quale prezzo? Pazzia, forse. Di solito accadevacos: la schizofrenia simpadroniva delle vittime fino a ridurle aparlare con se stesse. O magari il cancro, questa era unaltraeventualit: il tocco dellangelo infettava le cellule, le inaridivafino a farle morire. O la sclerosi multipla: la vittima perdevaluso delle gambe ed era costretta a vivere su una sedia a rotelle
fino alla fine dei suoi giorni. Oppure il morbo di Parkinson,lAIDS, qualsiasi cosa era impossibile prevedere qualisarebbero stati gli effetti del fuoco sacro. Lunica cosa certa erache la vittima aveva ormai subito un danno irrimediabile e,qualsiasi malattia lavesse colta, la sua vita sarebbe statainevitabilmente devastata. Ironia della sorte, la persona nonsarebbe mai stata capace di risalire alla causa del proprio stato
di salute: lattacco di un angelo. Anzi, molto probabilmente,
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avrebbe pensato che langelo stesse cercando di aiutarla nelmomento di maggiore pericolo.
Cully riapparve davanti a lui. Sta tornando a casa, felice
come una pasqua almeno per ora. Andiamo lo esort,posandogli una mano sul braccio. Andiamo a cercare tuofratello, cos potrai vantarti di aver ucciso il tuo primo angeloin solitaria. Ti reggo il gioco, se vuoi.
Perch? chiese Alex sconcertato. Le parole avevano laconsistenza della sabbia nella sua bocca. Ho sbagliato tutto!Ho aspettato troppo prima di sparargli lho guardato negliocchi
Cully gli afferr la nuca con una mano e Alex pens che ilmal di testa lavrebbe reso cieco. Non dire cos, bello losgrid. Poi gli mise un braccio intorno al collo e si diresseroverso il fuoristrada. Cos che ti ho appena detto? difficilequando ti guardano negli occhi. Ma tu sei stato bravo. Sei statoproprio bravo.
Erano passati cinque anni da allora e si trovava ad Aspen, a
osservare dalla finestra le Montagne Rocciose insieme allearide e insidiose vallate del Nuovo Messico in lontananza.Dopo quellepisodio pochi altri angeli lo avevano visto, erastata solo sfortuna il fatto che fosse successo proprio la primavolta. Non importava. Era rimasto talmente scioccato che daquel momento non aveva pi smesso di uccidere angeli nonteneva nemmeno pi il conto. Non aveva pi senso da quandoJake se ne era andato, privandolo anche del gusto di una sana
competizione tra fratelli.Quel pensiero lassal prima che potesse accorgersene. No.
Non doveva pensarci.Ecco qua disse la cameriera arrivando con la sua
colazione. I piatti tintinnarono quando li pos sul tavolodavanti a lui. Tir fuori dalla tasca del grembiule forchetta,coltello e cucchiaio e li pos sul tavolo. Desidera dellaltro
caff?
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S, grazie disse Alex. Lei gli riemp la tazza e si allontana passo svelto. Alex osserv il cibo ormai senza appetito,maledicendosi per aver ordinato cos tanta roba. Doveva
mangiare, per. Avrebbe potuto ricevere un messaggio in quelmomento e chiss dove lavrebbero spedito. Oppure avrebbepotuto anche aspettare una settimana prima di riceverne unaltro. Una settimana fatta di ore inutili e interminabili. Inqualche modo doveva passare il tempo solitamente se nestava rinchiuso in una minuscola camera dalbergo a guardareorribili programmi televisivi.
Ignorando le famiglie felici che aveva intorno, Alex afferrla forchetta e inizi a mangiare.
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CAPITOLO 2
Ciao, accomodati dissi rivolta a Beth.Era gioved pomeriggio e lei era l, sotto al mio porticato,
che si guardava intorno con gli occhioni spalancati. La zia Joviveva in una vecchia casa vittoriana, nella zona sud diPawntucket, ed era stata cos gentile non perdeva maioccasione di ricordarcelo da ospitare me e mia madre s,perch mia madre non aveva un lavoro e in ogni caso nonsarebbe stata in condizione di farlo. La casa era vecchia mamolto bella, un tempo doveva essere stata bellissima. Avrebbeavuto bisogno di una bella mano di vernice. Per non parlare ditutte quelle statuine a forma di cervo, dei piccoli mulini a ventoe degli aquiloni in miniatura che infestavano il giardino di
fronte.Beth deglut distogliendo finalmente lo sguardo da unognomo con il cappello rosso. Mmm, molto allegro dissepoco convinta.
Arretrai per lasciarla passare. Dentro, la casa aveva unaspetto pi normale, se non fosse stato per le pile dicianfrusaglie sparse un po dovunque. Zia Jo eraunaccumulatrice. Conservava qualsiasi cosa, ma non riusciva
mai a trovare quello che cercava in tutto quel casino, cosfiniva sempre per comprare due, tre, persino sei versioni dellostesso articolo.
Beth entr con passo incerto stringendosi la borsa al petto.Era perfetta, come sempre, con quei pantaloni neri e il topturchese. I capelli color miele erano raccolti in una coda, cosache faceva sembrare i suoi occhi castani ancora pi grandi.
Abbassai lo sguardo sulle sue scarpe. Prada. In confronto lemie Converse viola sembravano ancora pi allegre del
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giardinetto di fronte a casa.Chiudendo la porta, udii il rumore della tv provenire dal
salotto dove si trovavano la mamma e la sua badante. Zia Jo
non era ancora tornata a casa dal lavoro.Mmm di solito lo faccio in sala da pranzo le dissi,
infilandomi nel corridoio. quaggi. Beth mi segu,osservando in silenzio i soprammobili a forma di gatto, gliscaffali colmi di romanzi rosa e di pagliacci di pezza dallariasconsolata, le pareti ricoperte di dozzine di piatti di ceramicaimpolverati. Oltre ad accumulare roba, zia Jo era anche unacollezionista. Da sola riusciva a mantenere tutta la catena dioggettistica varia Franklin Mint. Osservando tutto attraverso gliocchi di Beth, mi resi conto che in fondo linterno della casanon era poi cos normale.
Eccoci dissi, invitandola a entrare nella sala. Alcunisepar dividevano la stanza dal resto della casa. Li chiusimentre Beth si sedeva con aria scettica al tavolo da pranzo.Dalla faccia sembrava aver una gran paura che la sedia
crollasse sotto il suo peso.Passando una mano sulla tovaglia, si schiar la voce.Allora come funziona? Usi tarocchi o roba simile?
No. Ti tengo solamente la mano. Mi misi a sedere accantoa lei e mi strofinai i palmi sui jeans. Non mi capacitavo diquanto fossi nervosa. Eppure non era la prima volta che lofacevo: leggevo la mano alla gente da quando avevo undicianni. E da quasi un anno mi facevo anche pagare, tanto per non
dover sentire zia Jo che ribadiva di continuo quanto sostentaretre persone gravasse sulle sue finanze.
Beth fece un respiro profondo e raddrizz le spalle. Ok,allora tieni disse, e mi porse la mano, Era piccola e bencurata, aveva un anellino doro con alcune perle al dito.
La osservai senza muovermi. Qualcosa mimpediva ditoccarla. Ma che diavolo mi prendeva? Avevo letto la mano di
chiunque in quegli anni, e ne avevo viste di cose assurde e
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inquietanti, per non dire illegali. Beth Hartley probabilmentenon avrebbe nemmeno potuto concepirle certe cose. Ma mentreci pensavo, sapevo che non era quella la ragione per cui non
osavo toccarla. Avevo ancora quella strana sensazione, unaspecie di presentimento, unintuizione. Non sapevo bene comechiamarla.
Sapevo solo che, se le avessi letto la mano, tutto sarebbecambiato.
Beth sembrava ansiosa. C qualcosa che non va?domand, richiudendo le dita. Ti prego, Willow, ho hodavvero bisogno di aiuto.
Scacciai quella sensazione. Scusami mormorai. Sonouna stupida.
Le presi la mano e chiusi gli occhi. Era calda e sembravafragile. Mi appoggiai allo schienale della sedia e liberai lamente da tutto quello che sapevo su Beth, lasciandolasemplicemente libera di vagare. Quasi immediatamenteiniziarono ad apparirmi delle immagini, insieme ad altre cose
che in qualche modo sapevo ~ cose che invisibili aiutantisembravano sussurrarmi.Sei andata a fare una passeggiata in un bosco la scorsa
settimana dissi lentamente. Ce n uno dietro casa tua. Ti seisempre sentita al sicuro fra quegli alberi, li conosci molto benee hai sempre pensato che quello fosse un ottimo posto doverifugiarsi per scappare da tutto, per allentare lo stress.
Allimprovviso capii che Beth era perfetta solo perch
temeva da morire di non esserlo. La vera Beth non era affattocos sicura di s. Stava sempre molto attenta a quello chefaceva, vivendo nel costante timore di fare un passo falso.Riuscivo a sentire la sua tensione annidarsi come un serpentenelle profondit del suo ventre.
Ti preoccupi sempre mi azzardai a dire. Per essere unabrava sensitiva, la prima regola era non spaventare a morte le
persone, non dovevo raccontare esattamente quello che vedevo.
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Sei molto stressata.Vero sussurr Beth. Sembrava sullorlo di una crisi di
pianto. Ma Willow, quello che vorrei sapere
Non dirmelo la interruppi. Lascia che lo scopra da sola.Si zitti. E io feci lo stesso, attendendo che altre immaginiaffiorassero.
E vidi una cosa che non mi sarei mai aspettata di vedere.Con gli occhi della mente vidi Beth fermarsi sulla sponda di
un ruscello, uno dei suoi posti preferiti. Si accovacci esovrappensiero immerse la mano nellacqua fredda e limpida.Non mimporta dei voti di fine anno, tent di convincersi.Hosentito dire che alcuni college accettano pi volentieri chi non proprio perfetto, perch significa che ha ancora voglia diimparare
Il flusso dei suoi pensieri sinterruppe quando il ruscello dicolpo prese fuoco. Non erano fiamme vere e proprie, era luce.Una luce forte e intensa era apparsa sullaltra sponda, danzandosulle increspature dellacqua. Beth alz lo sguardo e sussult
davanti a lei cera un angelo.Avvertii lo stupore dentro di me, ma lo respinsi percontinuare a osservare il naturale susseguirsi degli eventi.Langelo era in piedi dallaltra parte del ruscello. Era unabellissima creatura alata, fatta di luce. Era raggiante. Quellaera la parola che Beth aveva in mente.
Lessere la guardava con unespressione dinfinitatenerezza. Non avere paura disse avvicinandosi a lei senza
nemmeno sfiorare lacqua con la veste.Aprii gli occhi, confusa. Tu hai visto un angelo dissi. Si! esclam Beth, sporgendosi verso di me. Le sue dita
stringevano forte le mie. Oh, Willow, accaduto davveroallora! Lo sapevo! venuto da me e mi ha posato le mani sullatesta e io ho provato una talepace.Di colpo ho capito chei miei voti, la scuola, tutte le preoccupazioni che mi avevano
tanto assillato non erano importanti!
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Era un fiume in piena. Mi guardava con occhi di fuoco,deliranti. Stavo per parlarle, ma mi fermai.
Il fatto era che non sapevo cosa dirle. Allora gli angeli
esistevano davvero? Non ci avevo mai creduto, ma del restonon mi ero mai interessata troppo di questioni religiose, forseperch le chiese nei dintorni organizzavano degli incontri sottoenormi tendoni e consideravano i sensitivi come i figli diSatana. Mi morsi un labbro, persa nei miei pensieri. Forse Bethcredeva di aver visto un angelo forse aveva ceduto sotto ilpeso della pressione a cui si sottoponeva quotidianamente, omagari se lera solo immaginato perch quel pensiero la facevasentire meglio.
Ma in un modo o nellaltro nessuna ipotesi sembrava esserequella giusta. Nonostante avessi vissuto tutto questo attraversogli occhi di Beth, limmagine che langelo aveva impressonella sua memoria mi era sembrata del tutto reale.
Deglutii. Ok be vediamo se c dellaltro. Richiusigli occhi. Le dita di Beth si erano irrigidite, erano impazienti.
Langelo le aveva tenuto la testa fra le mani per moltotempo. Proprio come aveva detto lei, la sensazione che ne eraderivata era dimmensa pace. Ma cera dellaltro. Mi sforzai dimettere a fuoco di cosa si trattasse. Quella creatura sembravaaverla prosciugata. Il suo tocco le aveva donato unasplendida sensazione, ma laveva anche resa talmente deboleche, quando finalmente lui se nera andato, a stento era riuscitaa far ritorno a casa.
Si trattava di una debolezza fisica o solo mentale? Nonriuscivo a capire, era come se quella parte fosse stata rimossa.Da allora era tornata al ruscello ogni giorno, nella speranza chelangelo riapparisse. E laveva fatto, spesso. Le immaginidivennero in parte confuse: vedevo il viso dellangelo e unistante dopo un uomo con la stessa faccia. Di sottofondoavvertivo sempre la gioia, lo stupore di Beth e il turbine
denergia che lavvolgeva quando veniva toccata. Rabbrividii
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piena dinquietudine. Macosera quellessere?Hai incontrato langelo diverse volte dissi, cercando di
mantenere un tono di voce neutro. Ma vedo anche un uomo
con il volto dellangelo.S, lui disse Beth. La sua voce era un sussurro, una
preghiera. Gli angeli possono farlo, loro sono fra noi, sonovenuti ad aiutarci. Oh, Willow, non riuscivo a credere che fossetornato da me. Mi ha promesso che potr sempre contare su dilui. Non sono non sono mai stata cos felice in tutta la miavita.
E sembrava proprio vero, ma sentivo che non era mai statanemmeno cos disperata. Tuttavia non feci in tempo a dir nullaperch Beth si avvicin a me e, stritolandomi le dita, mi dissetutto dun fiato: Sento che la scuola, le feste, tutto questonon ha pi alcun senso, ora che so cosa c l fuori. Agit lamano libera in aria. Gli angeli esistono e questo significache be, che senso ha preoccuparsi di tutto il resto?
La fissai. Mmm che vuoi dire?
Cal il silenzio e Beth abbass lo sguardo tracciando con ledita una sorta di disegno sulla tovaglia ricamata. Poi fece unrespiro profondo e mi guard dritto negli occhi. Credo chelascer la scuola per unirmi alla Chiesa degli Angeli.
Aprii le labbra ma lentamente le richiusi, a corto di parole.La Chiesa degli Angeli era una specie di organizzazionemistica sorta dal nulla e diffusasi a macchia dolio negli ultimianni. Assomigliava pi a una setta, a dire il vero. Vedevo
sempre la pubblicit in tv: cera un manipolo di fanatici chenon faceva che blaterare sul fatto che gli angeli fossero puroamore e su quanto li avessero aiutati a risolvere praticamentequalsiasi tipo di problema potesse affliggere lumanit.
S, aiutiamoli a dar fondo a tutti i loro risparmicommentava sempre zia Jo, stizzita.
Beth stava ancora parlando. Ora che so che gli angeli
esistono, voglio stare con persone che abbiano avuto la mia
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stessa esperienza, che li abbiano visti e che mi capiscano. Ilmio angelo ha detto che se mi unisco a loro potremmo stareinsieme. Ma poi penso ai miei genitori Distolse lo sguardo,
con le lacrime agli occhi. Frug nella borsa in cerca di unfazzoletto. Ho provato a parlargliene, sai? Ho provato a direche volevo entrare a farne parte.
stato terribile. Mi hanno detto che avrei buttato via tutto eche se fossi stata davvero cos ingrata da ignorare i sacrifici chehanno fatto per me, allora non avrebbero alzato nemmeno undito per fermarmi. Soffocando un singhiozzo, si asciug gliocchi e scosse la testa. Non lo so. Quando sono lontana dalmio angelo, tutto sembra cos irreale. Ma allo stesso tempo,non c mai stato nulla di pi vero di quella creatura, in tutta lamia vita. Come posso ignorarlo?
Mi guard con occhi supplicanti. Willow, dimmi cosa devofare.
Ero a dir poco senza parole. Non mi ero mai sentita cosimpotente in tutta la mia vita. Vediamo cosa riesco a
scoprire dissi alla fine.Richiudendo gli occhi, allontanai i pensieri contrastanti chesi affollavano nella mia mente e scavai in profondit allaricerca dei tanti futuri possibili per Beth. Iniziarono a delinearsinella mia mente come i rami di un albero, mostrandomi leconseguenze di ogni sua ipotetica scelta. Provai disagio perquello che vedevo. Quando lavevo fatto per altre persone,qualsiasi scenario si presentasse brillava come loro, ma il
futuro di Beth sembrava privo di vita, offuscato. Quasirattrappito. Il suo albero poi aveva una sola biforcazione: unacoppia di rami fragili e torti che spuntavano da un troncoformando una specie di V.
Un brivido di terrore mi attravers la schiena. Comerapossibile? Il futuro di Beth prevedeva soloduevie e nessunadelle due sembrava proporre soluzioni esaltanti. Mi si strinse il
cuore non appena mi misi a studiare il primo ramo. Oh mio
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Dio, povera Beth. Pregando che il secondo le riservasse unavita migliore, mi concentraie avvertii il gelo impadronirsi dime. Era un susseguirsi di immagini scollegate. Non potei fare a
meno di trattenere il respiro di fronte a un futuro cos desolatoe crudele. Qualsiasi fosse il significato di quellimmensa massagrigia, aveva laria di qualcosa di fatale, come una lapideimmersa nella nebbia.
Spalancai gli occhi. Beth, devi ascoltarmi. Quellangelonon ti sta facendo del bene dissi, e le mie parole siaccavallarono per la fretta di parlare. Al contrario. La cosamigliore che tu possa fare non far mai pi ritorno al ruscello.Probabilmente ti trover lo stesso, ma forse ti lascer in pace etu potrai
Beth sussult, lasciando di colpo la mia mano. No! url.Non hai capito niente!
Ascoltami! Hai due possibilit: una quella di ascoltare ilmio consiglio. Prova a dimenticarlo, finisci la scuola e vai alcollege. Non sar una brutta vita dissi incerta. Ti
specializzerai in Scienze Politiche e.e soffrirai di costantedepressione per il resto della vita, tormentata dal dubbio dinon aver fatto la scelta giusta. Quello non riuscivo proprio adirglielo. Sarai una persona realizzata conclusi senzaconvinzione.
Il viso di Beth si era fatto duro come il marmo. Ricacci ilfazzoletto in borsa senza guardarmi. E dellalternativa che midici? chiese infine. Entrer a far parte della Chiesa degli
Angeli?S, ma non ti aspetta nulla di buono. Ti ammalerai e Mi ammaler? chiese fissandomi dritto negli occhi.Ti sentirai sempre stanca. Anzi, esausta. TuPer sar felice con loro, no? Mi guard da vicino, con
sguardo immobile, attento.Credo di s ammisi controvoglia. tutto molto confuso
ma s, incontrerai di nuovo il tuo angelo e ce ne saranno tanti
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altri. La chiesa ti accoglier. Per la prima volta, sentirai che latua vita ha un significato. Ma
Gli occhi di Beth scintillavano. Willow, meraviglioso!
disse affannata. Era proprio quello che avevo bisogno disapere! Nonsarebbeun errore quindi
S che lo sarebbe! ribattei. La mia voce sferz laria comeuna frusta e Beth alz le sopracciglia per la sorpresa. Fidati dime, questa non una buona scelta. tutto cos freddo. Mibatteva forte il cuore mentre ripensavo a quella massa grigia,inquietante. Allimprovviso qualsiasi cosa avessi potuto dire misembr stupida, cos
totalmente inadeguata a descrivere quello che provavo.Beth rimase immobile, con gli occhi fissi su di me. Sentivo
la tv nellaltra stanza e il mormorio della voce della badanteche diceva qualcosa a mia madre. Poi Beth si schiar la voce.Be cosa significa freddo? Vuoi dire, come la morte?
Mi scostai i capelli dal viso, frustrata. Non lo so! Ho givisto la morte prima dora, e non era cos. Non so di cosa si
tratti, so solo che non nulla di buono.Beth sembr pensierosa, il suo sguardo era turbato. Poiscosse la testa. Non non so cosa pensare. Quello che mi staidicendo tutto il contrario di ci che sento dentro. Io so chelangelo mi vuole bene. Lo sento qui! disse toccandosi il pettocon la mano. Non so coshai visto tu ma
C una parte di te, per, che non ne sicura, altrimentinon saresti qui la interruppi in preda alla disperazione.
Sollev di colpo la testa, sconvolta.E che mi dici della stanchezza, Beth? iniziato tutto
quando hai visto langelo per la prima volta, vero? La sentianche ora! Ti fanno male i muscoli e ti senti senza forze, sei apezzi
Beth arross. Poi, senza degnarmi di uno sguardo, scost lasedia e si alz, mettendosi la borsa in spalla. Grazie, Willow
disse in tono distaccato. Quanto ti devo?
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Balzai in piedi. Aspetta! Fatti solo questa domanda, tiprego:se fosse la scelta giusta, perch mai dovresti sentirti cosmale? dissi in tono supplichevole e afferrai lo schienale della
sedia con entrambe le mani.Non so di che parli disse Beth, con lo sguardo abbassato.
Io mi sento bene. Ecco tieni, pu bastare? Estrasse unportafoglio di pelle dalla borsa e mi allung una banconota daventi. Non la presi e lei la pos sul tavolo, infilandone un latosotto la zuccheriera. Ok, adesso meglio che vada
No! esclamai afferrandola per un braccio. Beth, ti prego,ti prego ascoltami quella cosa ti sta uccidendo!
Mi gel con lo sguardo e si divincol. Mi zittii, disperata.Mi ero spinta troppo in l, lavevo spaventata. Dannazione!Dannazione!
Grazie di avermi letto la mano ripet con voce glaciale. stato molto interessante. Non c bisogno che miaccompagni alla porta, sto bene. Detto questo, se ne and,aprendo i separ e avviandosi gi per il corridoio. Un attimo
dopo udii la porta di casa sbattere, leggermente pi forte deldovuto.Crollai sul tavolo sprofondando nel mare grigio della
sconfitta Cosaltro avrei potuto fare? Se avessi usato altreparole, parole migliori, avrei forse potuto convincerla?
Gi, perch ora come ora sembrava proprio aver preso la suadecisione. Era destino. Stava correndo fra le braccia del suoangelo.
Ma che cosera quella creatura? Ripensai a quello che avevovisto, cercando di capire. Ma da qualsiasi punto guardassi lacosa, potevo affidarmi solo a quello che avevo provato:sembrava trattarsi di un essere molto potente che aveva decisodi condurre Beth verso la distruzione.
Non poteva essere vero o forse s? Cos che avevo vistodavvero?
Abbandonandomi sulla sedia, mi ritrovai a guardare un
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quadro dalle sfumature viola appeso alla parete che raffiguravaun pagliaccio. Aveva in mano un narciso con il gamboafflosciato e unenorme lacrima scintillante su una guancia
colorata. Zia Jo laveva acquistato qualche anno prima a unmercatino allestito in un garage. Un affarone, eh? avevadetto orgogliosa quando laveva appeso alla parete. Me losono aggiudicato per soli venti dollari!
Venti dollari. Mi cadde locchio sulla banconota sotto lazuccheriera. Lafferrai, poi la rimisi sotto la zuccheriera e mipresi la testa fra le mani.
Guarda un po qui, Miranda, non bello? domand zia Joindicando qualcosa alla tv.
Era sera tardi, dello stesso giorno, avevamo gi cenato avevo cucinato io perch detesto il cibo confezionato, e a casadi zia Jo qualsiasi cosa debba essere cucinata automaticamentenon viene presa in considerazione come parte della catenaalimentare. Cos avevo scodellato un bel piatto di spaghetti atutte e tre, perch lo sapevo fare e non mi dovevo nemmenoimpegnare troppo. E poi tagliare verdure e mescolare ilpomodoro nella pentola erano cose che mi rilassavano e quellasera ne avevo proprio bisogno. Non riuscivo a smettere dipensare a Beth.
Per tutta la cena zia Jo non aveva fatto che parlare di questadonna del suo ufficio che lei odiava. Che sorpresa. Non le
piaceva nessuno. Mangiai a testa bassa, limitandomi adarrotolare gli spaghetti sulla forchetta e a dire mmm aintervalli regolari. Alla mamma, ovviamente, sembrava che leinon esistesse. Se ne stava seduta al suo posto a giocherellarecon le posate, lo sguardo sognante sul piatto, e ogni tantomandava gi un boccone, distrattamente. A volte la invidiavo.Almeno lei non doveva nemmenofingeredi ascoltare zia Jo.
Quella sera eravamo tutte insieme nella sala da pranzo e ziaJo stava tentando di interagire, termine che aveva sentito dire
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al terapista, con la mamma. Il tutto consisteva nel riuscire adattirare la sua attenzione anche solo per un secondo, come sefosse ancora nel nostro mondo e non nel suo. A volte mi
chiedevo perch ci sforzassimo tanto. Chiss, magari lamamma era pi felice l dovera.
Miranda! esclam zia Jo dandole un colpetto non troppodelicato sul braccio. Mi stai ascoltando? Guarda la tv! Non tipiace quella spiaggia tropicale?
Le parlava pi forte e pi lentamente del solito, come seavesse davanti un bambino di tre anni. La mamma nonrispondeva. Era seduta sulla sua poltroncina preferita con lamente persa da qualche parte. Ci assomigliavamo molto.Avevamo gli stessi capelli biondi ondulati, anche se i suoierano a caschetto per tenerli in ordine pi facilmente. Eraanche alta quanto me, ma un po pi in carne. Due anni sedutasu una sedia lavevano resa pallida e con qualche chilo ditroppo. Era rotondetta.
Per era ancora bellissima. Lo era sempre stata. La guardai
negli occhi grandi e verdi come i miei. Come due piselli inmezzo a un lago,diceva lei.S, perch mia madre non era sempre stata cos. Be, se non
altro, prima mi parlava. Quando ero piccola giocava con me erideva. Ma anche allepoca era cos strana e timida con le altrepersone che quando avevo circa cinque anni sentii che dovevoproteggerla perch non ce lavrebbe fatta da sola. A volte unanuvola grigia incombeva su di lei e la portava via, lontano da
me. Se ne stava seduta, immobile, e non cerano strilli ecapricci che servissero a farla tornare indietro, finch non fossestata lei stessa a volerlo. Dovetti imparare a cucinare, aspazzolarmi da sola i capelli e capii che non avrei mai e poimai potuto parlare a nessuno di lei, altriment i me lavrebberoportata via.
Con il passare degli anni, i miei pi grandi timori
sembrarono essere fondati. Mia madre era scivolata via,
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rintanandosi sempre pi nel mondo dei sogni, finch un giornonon torn pi.
Miranda! insistette zia Jo, agitandole una mano davanti
agli occhi. Non ti piacerebbe essere su quella spiaggia?La mamma emise un sospiro con lo sguardo fisso su
qualcosa che nessuna di noi due poteva vedere. cos bellomormor. Quanti colori larcobaleno
No, non c nessun arcobaleno disse zia Jo in tono deciso.Guarda, Miranda. Guarda! unaspiaggia.
La mamma non rispose. Sulle sue labbra apparve un sorriso.MirandaCredo che non abbia nessuna intenzione di interagire con
te, zia Jo le dissi stanca. Io ci provo sempre, quando la zia nonc, ma lo faccio a modo mio. Le parl e basta, senza trattarlacome una minorata mentale.
E allora lasceremo che se ne stia seduta l e basta dissestizzita zia Jo, e sprofond nel divano. Guardammo in silenzioquel programma da idioti. Sullo schermo, la detective stava
ordinando con aria spensierata un Mai lai in un bar tropicale.Mi strinsi le gambe al petto, osservando le immagini chescorrevano sullo schermo senza concentrarmi. Speravo tantoche Beth avesse solo immaginato di aver visto un angelo, chefosse solo frutto di una mente sotto pressione. Ma sapevo chenon era cos. Di qualsiasi cosa si fosse trattato, quellessere erareale e probabilmente le aveva gi rovinato la vita. Dovevo farequalcosa, ma non sapevo nemmeno da dove cominciare.
Il campanello di casa suon. Vado io dissi alzandomi.Sar Nina che mi chiede se mi va di uscire. Nina sidimenticava sempre il cellulare da qualche parte o era senzacredito. In un certo senso speravo che non fosse lei. Non me lasentivo di affrontare il suo solito cinismo.
Dando unocchiata alla mamma per vedere se stava attenta,zia Jo cambi canale sintonizzandosi su quello dello shopping
la sua casa spirituale, nemmeno a dirlo. Poi si rimise comoda
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e annu senza neanche guardarmi. Se esci, compra il lattedisse.
Ma non era Nina. Lo intuii immediatamente dalla statura
dellombra dallaltra parte del pannello di vetro della portadingresso. Chiunque fosse, era alto sul metro e ottanta e conle spalle larghe.
Aprii la porta di una fessura. S?Luomo nella nostra veranda aveva capelli color sabbia e un
bel viso dai tratti decisi. Doveva avere intorno ai venticinqueanni o forse di pi non riuscivo a distinguere bene. Ciaodisse inclinandosi da un lato per guardarmi. Tu devi essereWillow Fields, giusto? Ho sentito che leggi la mano.
Il battito del mio cuore acceler di colpo per poi subire unabattuta darresto, e improvvisamente mi fu tutto chiaro: eraluomo che avevo visto nella mente di Beth. Oddio, era il suoangelo, ed era venuto qui. Avrei voluto sbattergli la porta infaccia, ma quel suo sguardo mi aveva congelato sul posto eracos intenso, ti faceva sentire come se stessi precipitando in un
pozzo senza fine.Mmm a volte balbettai.Capisco. Potresti leggere la mia?Per un attimo pensai di essere impazzita e che lui fosse solo
un cliente che mi aveva rintracciato attraverso il passaparola, infondo succedeva spesso. Provai un senso di nausea al solopensiero di toccarlo. Quando parlai, la voce mi usc un potroppo forte, rivelando lo stato di panico in cui ero.
No, ora non posso, ho da fare. Sottraendomi a quellosguardo tagliente, iniziai a richiudere la porta, ma prima cheme ne rendessi conto, lui fece un rapido passo in avantibloccandola con un piede. Contemporaneamente allung unamano e afferr la mia.
La sua energia mi travolse. Fu come cadere nellacqua aduecento chilometri orari. Spalancai le palpebre, non riuscivo a
respirare. Mi passavano davanti agli occhi immagini che non
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ero in grado di trattenere. Cera una luce bianca che si avvitavasu se stessa formando un fiore. Flash di persone con gli occhipieni di stupore si susseguivano senza fine. Immagini di un
altro mondo fatto di torri scintillanti ed esseri avvolti in unatunica. Ali che si spalancavano e si richiudevano. Grida.Fame.
La fame mi ruggiva dentro, soffocando qualsiasi altrasensazione. Avevo bisogno di nutrirmi. Ne avevo bisogno.Avevo bisogno di
Luomo lasci andare la mia mano e dovetti appoggiarmi auno stipite per non cadere. Non avevo pi energie. Nonriuscivo a parlare, avevo il fiatone come se avessi corso perchilometri. Cosa cosa sei? gli chiesi alla fine con un filo divoce.
Lui rimase a fissarmi senza dire una parola. Ogni parvenzadi cordialit era scomparsa dal suo volto. Una sensazione dipericolo si abbatt su di me come una gigantesca onda, einsieme avvertii anche una paura strisciante, come una serpe inattesa nelloscurit. Si pul la mano sulla camicia, senza
togliermi gli occhi di dosso. Poi si volt di scatto e se ne and,scendendo di corsa gli scalini. Sal su unauto grigiametallizzata, sbatt la portiera e si allontan nella notte.
Quando il rumore dellauto scomparve, rimasi l ad ascoltarei grilli frinire e il traffico dellautostrada in lontananza, in predaa pensieri confusi, finch il terrore non inizi a scuotermi.Chiusi la porta a chiave con le mani che mi tremavano e tornaidi corsa in salotto.
La mamma era ancora seduta nella sua poltrona con losguardo perso nel vuoto. Rimasi l in piedi a osservarla per unpo, stringendomi le braccia al petto perch smettessero ditremare sperando con tutta me stessa che mi guardasse e midicesse Willow, va tutto bene? Dimmi cosa c, piccola. Cniente che io possa fare per aiutarti?
Chi era? chiese zia Jo distogliendo per un istante gli occhi
dallo schermo.
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Nessuno risposi piano. Sapevo che non sarebbe servito aniente, ma mi misi ugualmente in ginocchio davanti a miamadre e le strinsi le mani fra le mie. Mamma? Mi senti? le
sussurrai.Zia Jo mi guardava come se fossi matta. Che stai
facendo?Niente. Parlo con la mamma.Lei tir su con il naso. Be, buona fortuna. Non mi sembra
molto loquace stasera.Non le risposi mentre si dirigeva in cucina. Rimasi in
ginocchio ai piedi della mia povera, bellissima mammastrofinandole le mani. Mamma? Mamma, riesci a sentirmi?Tiprego
I suoi occhi si mossero per un istante. Willow?S. Sono qui.Abbandonandosi sulla poltrona, emise un sospiro e chiuse
gli occhi. Un ricciolo le ricadde sul viso e io lo scostai,sfiorandole il sopracciglio. Poi il sorriso le riaffior sulle labbra
e con un tonfo al cuore capii che se ne era andata di nuovo. Eratornata nel suo mondo, alle sue stupende e incantevoli visioni.Frustrata, la osservai desiderando di saper stabilire un
contatto con lei. Ma non sarebbe mai accaduto: sarei stata persempre condannata a cercarla, senza riuscire a trovarla. Avreidovuto esserci abituata dopo tutti quegli anni. E in un certosenso lo eroma a volte, come in quel momento, la tristezza ela delusione mi assalivano in maniera cos violenta da
atterrirmi. Avevo persino pr