che chiede libertà bhatti, il pakistan · si sarebbe calmato tutto e nessuno avrebbe portato...

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Avvenire 01/19/2012 Copyright © Avvenire January 19, 2012 4:02 pm / Powered by TECNAVIA / HIT- Copy Reduced to 49% from original to fit letter page durante l’assistenza ai bisognosi appare un’altra persona. Raggian- te». Spiega l’ambasciatore a Isla- mabad, Vincenzo Prati: «La politi- ca non gli interessava, non era ambizioso. Non ha approfittato della sua carica né si è fatto mai corrompere». Il vescovo di Faisala- bad Joseph Coutts ribadisce: «Non era felice di fare il ministro, ma vo- leva parlare a tutti. La politica era lo strumento per portare all’atten- zione del governo i problemi delle minoranze». Un testimone di pri- ma grandezza, quindi. Che parla a tutti per l’indefesso impegno a fa- condannato a morte agli occhi dei terroristi di Tehrik-i-Taliban- Punjab che ne rivendicarono così l’assassinio: «Questa è la punizione per un uomo maledetto». La sua ultima colpa, aver preso le difese di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia. A un anno dal suo «commuovente sacrificio», così lo definì Benedet- to XVI, che lo aveva incontrato po- chi mesi prima della morte, rivisi- tare la figura Bhatti significa im- mergersi in una testimonianza cristiana, sociale, culturale e poli- tica di prima grandezza. Il Vange- lo, anzitutto: chi scrive lo incontrò nel 2008 per un’intervista sul suo libro Cristiani in Pakistan. Nelle prove la spe- ranza (Marcianum Press). La radicalità del credente appariva da un dettaglio: «Ho deciso di non sposarmi per dedicare tutta la mia vi- ta a Cristo nel servizio dei miei fratelli cristiani perse- guitati». E raccontava, il vol- to serio addolcito dai folti baffi neri, quello che al tem- po era "solo" il direttore della All Pakistan Minorities Alliance (un’associazione a difesa dei non islamici, da lui fondata nel 1985), le minacce di morte ri- cevute, gli attentati subiti, le per- cosse accettate per il suo impegno totale in vista della li- bertà reli- giosa di tutti, in primis i cristiani, il 3% della popo- lazione pakistana, i credenti più discriminati. Per statura e impegno il neo mini- stro Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ac- costa Bhatti a Martin Luther King. Coincidenza eloquente: il primo nacque l’anno in cui morì il se- condo, il 1968. E il racconto della Milano, attraverso amici e colla- boratori di Bhatti, delinea la mul- tiforme personalità del ministro assassinato. Evidenziando un dato insistente che, in tempi di "casta" e polemiche sul Palazzo, dà l’idea della grandezza dell’uomo: Bhatti era stato scelto dalla politica, non viceversa. Scrive Milano: «Nelle foto istituzionali, in giacca e cra- vatta, è un uomo quasi triste, uno che vorrebbe essere altrove, ma sa che non può. Nelle foto scattate DI LORENZO FAZZINI hahbaz diceva sempre che "i poveri non hanno religione". Lui stava dalla loro parte, senza badare al loro credo. A essi si dava completamente: riceveva telefonate anche nel cuore della notte. Gente che chiedeva aiuto. Scattava in piedi, si vestiva rapidamente e usciva. Senza scorta. Non ha mai avuto paura per sé, ma ne aveva per gli altri» (Dino Pistolato, direttore della Caritas di Venezia). «C’ero anch’io in Pakistan quando venne ammazzato il governatore Taseer (un musulmano moderato, ndr). Mio fratello mi aveva rivelato di essere in pericolo e io l’avevo invitato a lasciare tutto e a raggiungermi in Italia. Mi rispose che se si fossero calmate le acque, si sarebbe calmato tutto e nessuno avrebbe portato avanti la causa, e quindi non voleva andare via. Disse che potevano fermarlo solo ammazzandolo» (il fratello Paul). Istantanee di un martire della "causa" della libertà, additato come modello da Benedetto XVI nel recente discorso al Corpo diplomatico in Vaticano. Un «eroe moderno», secondo Franco Frattini, ex ministro degli Esteri, che firma la prefazione alla pertinente biografia Morte di un blasfemo. Shahbaz Bhatti, un politico martire in Pakistan (Edizioni San Paolo, pp. 142, euro 12, da oggi in libreria), di Francesca Milano, giornalista del «Sole24ore». Il nome di Shahbaz Bhatti era quasi sconosciuto alle cronache fino al 2 novembre 2008, giorno in cui fu nominato ministro per le minoranze religiose, primo cristiano membro di un governo nella Repubblica islamica del Pakistan, coacervo di integralismo islamico e anti occidentalismo incendiario. Ma il nome di questo cattolico laico è diventato un emblema internazionale nel 2011: il 2 marzo 26 colpi di kalashnikov ne trapassarono il corpo in un attentato troppo preannunciato per essere smentito dai fatti. La sua battaglia in favore di tutte le minoranze religiose lo aveva S « CONTINI, LA LINGUA COME IDEA DEL MONDO ANDREA POLI a tesi esposta da Massimo Onofri («Avvenire» del 10 gennaio) sull’attualità di Gianfranco Contini, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita, oltre che di Giacomo Debenedetti e Roberto Longhi, è esatta, se non altro per il numero crescente di saggi e articoli che gli vengono dedicati. Ma la motivazione addotta da Onofri necessita di una precisazione, a meno che non si voglia legittimare l’interpretazione vulgata di Contini come puro tecnico della linguistica e non invece come uomo di cultura in cui gli interessi filosofici e religiosi furono decisivi. Scrive Onofri che «la stazione di partenza ... per Contini fu il sistema delle istituzioni linguistiche, entro cui tutto si riduceva ed esauriva, mentre per Debenedetti era il mondo (... la vita)»; «invece Contini rimane sempre fedele alla novecentesca autonomia del letterario, risolvendovi ogni angoscia e malinconia che, pure, non gli furono estranee». In sostanza, la mia proposta di rettifica verte intorno a cosa significhi la linguistica per Contini. Rinviando per una documentazione più puntuale a un mio lavoro ("Fede sperimentale. La filologia di G. Contini", Area Bianca), non voglio insistere su quanto ho già osservato («Avvenire» del 23 marzo 2011), ossia che per Contini la tecnica dell’autore (nel caso di Dante) è «sete religiosa in atto», il metodo è «ricerca di salute» (di salvezza), lo stile il «modo di conoscere le cose»; o richiamando la prassi dell’«auscultazione» del testo, dove "auscultazione" allude al testo come un corpo vivo e vitale, ossia al contrario delle autopsie e degli obitori testuali di molti critici accademici. Darò invece un esempio di cosa significhi per Contini studiare la lingua di un autore, traendolo da "Varianti e altra linguistica" (1970), e dalla sezione intitolata appunto "Lingua degli autori": "Un’ipotesi sulle Laudes creaturarum". La prima parte del saggio indaga nei testi latini di Francesco d’Assisi la presenza del cursus, la forma di abbellimento ritmico tipica del latino medievale. Contini è il primo a constatare che il cursus è presente in maniera sistematica anche nel "Cantico delle creature", nelle sue tre forme del cursus velox (Altìssimo sé konfàno, dìgnu te méntovàre), planus (grànde splendóre, pretïósa et càsta) e trispondaicus (onnipotènte, bòn Signóre; Tùe créatùre). A quello ritmico, tipico della prosa, Francesco aggiunge un altro abbellimento tipico della poesia, la rima o assonanza, trattandosi di testo arcaico. Ma sono presenti anche i tratti distintivi dei Salmi: la bipartizione simmetrica, l’anafora, la ripetizione: dunque è un salmo da breviario ciò che Francesco vuole comporre. L’addizione delle rime dentro il salmo e il cursus sono innovazioni rilevanti. Qual è il loro senso? Anzitutto, il cantico di Francesco imita la parola divina, in quanto «trascende l’opposizione di poesia e di prosa»; in secondo luogo, «se la parola divina può fare a meno di fregi, la parola umana di lode al Signore non può arrischiare i suoi passi se non si arricchisce di tutti i possibili ornamenti». Dato che il cursus è elemento tipico del linguaggio della cancelleria pontificia, conclude Contini, «usare lo "stilus Romanae curiae" è una prova di conformità e di obbedienza. La retorica interna alle "Laudes creaturarum" è una retorica eminentemente ortodossa». Questa è la dimensione linguistica della critica di Contini: la lingua di un autore è la traccia più profonda della sua idea del mondo; obiettivo della critica è il punto nel quale «l’interpretazione morale raggiunge quella stilistica» ("Varianti e altra linguistica", p. 404). © RIPRODUZIONE RISERVATA L Storia 1938: il giurista Lavagna criticò la dottrina nazista PAGINA 27 Il caso Il naufragio della Medusa come quello della Concordia? PAGINA 28 Spettacoli Ancora polemiche sul «Volto di cristo» di Castellucci PAGINA 29 Calcio Pea, l’allenatore difensivista che piace a Mourinho PAGINA 31 BIOGRAFIA. A un anno dalla morte il racconto della fede e del martirio del ministro assassinato con 26 colpi di kalashnikov dai terroristi islamici E DITORIALE CULTURA RELIGIONI TEMPO LIBERO SPETTACOLI SPORT AGORÀ Shahbaz Bhatti, il ministro pakistano ucciso nel marzo 2011 per la sua fede cristiana. Firenze, summit sulla tutela delle cupole Per la prima volta si tiene a Firenze un confronto fra esperti di tutto il mondo per la tutela della Cupola di Brunelleschi. Verranno esaminati i dati relativi agli ultimi 60 anni di monitoraggio e messi a confronto con quelli delle più grandi cupole in muratura del mondo e di altre grandi fabbriche storiche, come Notre Dame di Parigi, la cattedrale di San Paolo di Londra, la basilica di San Pietro in Vaticano, la basilica di San Marco a Venezia e Santa Sofia di Istanbul. Organizzato dall’Opera di Santa Maria del Fiore, in accordo con la Soprintendenza ai beni Arc hitettonici di Firenze, l’incontro si tiene oggi e domani presso il Centro arte e cultura, nel contesto del convegno: "Il monitoraggio delle grandi fabbriche storiche". La cupola fiorentina, oggetto di lesioni a lentissima evoluzione è monitorata dal ’52, con un sistema considerato il più accurato al mondo. Torino, l’epopea degli esploratori dei due Poli Al Museo regionale di storia naturale di Torino si apre oggi la mostra "150 anni di esplorazioni polari: dalla Groenlandia di Nansen al Polo Sud di Amundsen- Scott", esposizione storica e informativa sulle grandi esplorazioni in coincidenza di un duplice anniversario: i 100 anni dal raggiungimento del Polo Sud e dei 150 anni dalla nascita di Fridtjof Nansen. L’esposizione si dividerà in tre diverse aree, seguendo le spedizioni di Amundsen e Scott, oltre agli insegnamenti del norvegese Nansen, primo nell’esplorare e studiare scientificamente le terre artiche. La mostra riassumerà, di ogni esploratore, il profilo e le spedizioni più significative. Si potranno vedere documenti, foto, cartografia d’epoca e oggetti storici quali il Fornello Primus, monili ed attrezzi Inuit recuperati da Nansen nella spedizione del 1888. Si apre a Roma il VII Festival delle scienze Tra analisi scientifica, indagine filosofica e qualche visionaria incursione nella fantascienza, prende il via la settima edizione del "Festival delle Scienze", in programma da oggi a domenica 22 gennaio all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Prodotto dalla Fondazione Musica per Roma, in collaborazione con "Codice. Idee per la Cultura", il Festival sarà un viaggio attraverso lectio magistralis, incontri, dibattiti, caffè scientifici, eventi per le scuole, mostre, spettacoli, con i grandi nomi della ricerca scientifica italiana e internazionale. Ma anche con filosofi, storici e scrittori, che indagheranno il significato profondo di questa quarta dimensione che trascende quello che possiamo vedere e toccare. E che va a coinvolgere la nostra essenza più profonda. Previsti, fra gli altri, gli interventi dell’astrofisico Luminet e dello scrittore Stefano Benni. A NZITUTTO vore degli ultimi, sikh, indù, mu- sulmani, cristiani. Per l’uomo, in- somma: fenomenale il suo impe- gno dopo il terremoto nel Kash- mir del 2005. Ma era dalla fede in Cristo che Shahbaz Bhatti attinge- va energia. A chi gli chiedeva il perché di tanta audacia, il mini- stro cattolico nato nel Punjab ri- spondeva semplice: «Ho lasciato la mia vita nelle mani di Gesù». © RIPRODUZIONE RISERVATA In un’intervista spiegava: «Ho deciso di non sposarmi per dedicarmi tutto a Cristo nel servizio dei miei fratelli cristiani perseguitati». Per Benedetto XVI è un modello Per molti è un nuovo Luther King. Era nato nel ’68, anno in cui il leader nero moriva Bhatti, il Pakistan che chiede libertà GIOVEDÌ 19 GENNAIO 2012

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Avvenire 01/19/2012

Copyright © Avvenire January 19, 2012 4:02 pm / Powered by TECNAVIA / HIT-MP

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durante l’assistenza ai bisognosiappare un’altra persona. Raggian-te». Spiega l’ambasciatore a Isla-mabad, Vincenzo Prati: «La politi-ca non gli interessava, non eraambizioso. Non ha approfittatodella sua carica né si è fatto maicorrompere». Il vescovo di Faisala-bad Joseph Coutts ribadisce: «Nonera felice di fare il ministro, ma vo-leva parlare a tutti. La politica eralo strumento per portare all’atten-zione del governo i problemi delleminoranze». Un testimone di pri-ma grandezza, quindi. Che parla atutti per l’indefesso impegno a fa-

condannato a morte agli occhi deiterroristi di Tehrik-i-Taliban-Punjab che ne rivendicarono cosìl’assassinio: «Questa è lapunizione per un uomomaledetto». La sua ultima colpa,aver preso le difese di Asia Bibi, ladonna cristiana condannata amorte per blasfemia. A un anno dal suo «commuoventesacrificio», così lo definì Benedet-to XVI, che lo aveva incontrato po-chi mesi prima della morte, rivisi-tare la figura Bhatti significa im-mergersi in una testimonianzacristiana, sociale, culturale e poli-tica di prima grandezza. Il Vange-lo, anzitutto: chi scrive lo incontrò

nel 2008 per un’intervistasul suo libro Cristiani inPakistan. Nelle prove la spe-ranza (Marcianum Press).La radicalità del credenteappariva da un dettaglio:«Ho deciso di non sposarmiper dedicare tutta la mia vi-ta a Cristo nel servizio deimiei fratelli cristiani perse-guitati». E raccontava, il vol-to serio addolcito dai foltibaffi neri, quello che al tem-po era "solo" il direttoredella All Pakistan Minorities

Alliance (un’associazione a difesadei non islamici, da lui fondatanel 1985), le minacce di morte ri-cevute, gli attentati subiti, le per-cosse accettate per il suo impegnototale in vista della li-

bertà reli-giosa di tutti, in

primis i cristiani, il 3% della popo-lazione pakistana, i credenti piùdiscriminati. Per statura e impegno il neo mini-stro Andrea Riccardi, fondatoredella Comunità di Sant’Egidio, ac-costa Bhatti a Martin Luther King.Coincidenza eloquente: il primonacque l’anno in cui morì il se-condo, il 1968. E il racconto dellaMilano, attraverso amici e colla-boratori di Bhatti, delinea la mul-tiforme personalità del ministroassassinato. Evidenziando un datoinsistente che, in tempi di "casta"e polemiche sul Palazzo, dà l’ideadella grandezza dell’uomo: Bhattiera stato scelto dalla politica, nonviceversa. Scrive Milano: «Nellefoto istituzionali, in giacca e cra-vatta, è un uomo quasi triste, unoche vorrebbe essere altrove, ma sache non può. Nelle foto scattate

DI LORENZO FAZZINI

hahbaz diceva sempreche "i poveri nonhanno religione". Lui

stava dalla loro parte, senzabadare al loro credo. A essi si davacompletamente: ricevevatelefonate anche nel cuore dellanotte. Gente che chiedeva aiuto.Scattava in piedi, si vestivarapidamente e usciva. Senzascorta. Non ha mai avuto pauraper sé, ma ne aveva per gli altri»(Dino Pistolato, direttore dellaCaritas di Venezia). «C’ero anch’ioin Pakistan quando venneammazzato il governatore Taseer

(un musulmano moderato, ndr).Mio fratello mi aveva rivelato diessere in pericolo e io l’avevoinvitato a lasciare tutto e araggiungermi in Italia. Mi risposeche se si fossero calmate le acque,si sarebbe calmato tutto enessuno avrebbe portato avanti lacausa, e quindi non voleva andarevia. Disse che potevano fermarlosolo ammazzandolo» (il fratelloPaul). Istantanee di un martiredella "causa" della libertà,additato come modello daBenedetto XVI nel recentediscorso al Corpo diplomatico inVaticano. Un «eroe moderno»,secondo Franco Frattini, exministro degli Esteri, che firma laprefazione alla pertinentebiografia Morte di un blasfemo.Shahbaz Bhatti, un politicomartire in Pakistan (Edizioni SanPaolo, pp. 142, euro 12, da oggi inlibreria), di Francesca Milano,giornalista del «Sole24ore». Il nome di Shahbaz Bhatti eraquasi sconosciuto alle cronachefino al 2 novembre 2008, giorno incui fu nominato ministro per leminoranze religiose, primocristiano membro di un governonella Repubblica islamica delPakistan, coacervo di integralismoislamico e anti occidentalismoincendiario. Ma il nome di questocattolico laico è diventato unemblema internazionale nel 2011:il 2 marzo 26 colpi di kalashnikovne trapassarono il corpo in unattentato troppo preannunciatoper essere smentito dai fatti. Lasua battaglia in favore di tutte leminoranze religiose lo aveva

CONTINI, LA LINGUA COMEIDEA DEL MONDO

ANDREA POLI

a tesi esposta da MassimoOnofri («Avvenire» del 10gennaio) sull’attualità di

Gianfranco Contini, di cuiquest’anno ricorre il centenariodalla nascita, oltre che diGiacomo Debenedetti e RobertoLonghi, è esatta, se non altro per ilnumero crescente di saggi earticoli che gli vengono dedicati.Ma la motivazione addotta daOnofri necessita di unaprecisazione, a meno che non sivoglia legittimarel’interpretazione vulgata diContini come puro tecnico dellalinguistica e non invece comeuomo di cultura in cui gli interessifilosofici e religiosi furonodecisivi. Scrive Onofri che «lastazione di partenza ... per Continifu il sistema delle istituzionilinguistiche, entro cui tutto siriduceva ed esauriva, mentre perDebenedetti era il mondo (... lavita)»; «invece Contini rimanesempre fedele alla novecentescaautonomia del letterario,risolvendovi ogni angoscia emalinconia che, pure, non glifurono estranee». In sostanza, lamia proposta di rettifica verteintorno a cosa significhi lalinguistica per Contini. Rinviandoper una documentazione piùpuntuale a un mio lavoro ("Fedesperimentale. La filologia di G.Contini", Area Bianca), non voglioinsistere su quanto ho giàosservato («Avvenire» del 23marzo 2011), ossia che perContini la tecnica dell’autore (nelcaso di Dante) è «sete religiosa inatto», il metodo è «ricerca disalute» (di salvezza), lo stile il«modo di conoscere le cose»; orichiamando la prassidell’«auscultazione» del testo,dove "auscultazione" allude altesto come un corpo vivo e vitale,ossia al contrario delle autopsie edegli obitori testuali di molticritici accademici. Darò invece unesempio di cosa significhi perContini studiare la lingua di unautore, traendolo da "Varianti ealtra linguistica" (1970), e dallasezione intitolata appunto"Lingua degli autori": "Un’ipotesisulle Laudes creaturarum". Laprima parte del saggio indaga neitesti latini di Francesco d’Assisi lapresenza del cursus, la forma diabbellimento ritmico tipica dellatino medievale. Contini è ilprimo a constatare che il cursus èpresente in maniera sistematicaanche nel "Cantico dellecreature", nelle sue tre forme delcursus velox (Altìssimo sékonfàno, dìgnu te méntovàre),planus (grànde splendóre,pretïósa et càsta) e trispondaicus(onnipotènte, bòn Signóre; Tùecréatùre). A quello ritmico, tipicodella prosa, Francesco aggiungeun altro abbellimento tipico dellapoesia, la rima o assonanza,trattandosi di testo arcaico. Masono presenti anche i trattidistintivi dei Salmi: la bipartizionesimmetrica, l’anafora, laripetizione: dunque è un salmo dabreviario ciò che Francesco vuolecomporre. L’addizione delle rimedentro il salmo e il cursus sonoinnovazioni rilevanti. Qual è illoro senso? Anzitutto, il cantico diFrancesco imita la parola divina,in quanto «trascendel’opposizione di poesia e diprosa»; in secondo luogo, «se laparola divina può fare a meno difregi, la parola umana di lode alSignore non può arrischiare i suoipassi se non si arricchisce di tutti ipossibili ornamenti». Dato che ilcursus è elemento tipico dellinguaggio della cancelleriapontificia, conclude Contini,«usare lo "stilus Romanae curiae"è una prova di conformità e diobbedienza. La retorica internaalle "Laudes creaturarum" è unaretorica eminentementeortodossa». Questa è ladimensione linguistica dellacritica di Contini: la lingua di unautore è la traccia più profondadella sua idea del mondo;obiettivo della critica è il puntonel quale «l’interpretazionemorale raggiunge quella stilistica»("Varianti e altra linguistica", p.404).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L ■ Storia1938: il giuristaLavagna criticò la dottrina nazista

PAGINA 27

■ Il casoIl naufragio dellaMedusa come quellodella Concordia?

PAGINA 28

■ SpettacoliAncora polemichesul «Volto di cristo»di Castellucci

PAGINA 29

■ CalcioPea, l’allenatoredifensivista che piacea Mourinho

PAGINA 31

BIOGRAFIA. A un anno dalla morte il racconto della fede e del martirio del ministro assassinato con 26 colpi di kalashnikov dai terroristi islamici

E D I TO R I A L E

CULTURARELIGIONITEMPO LIBEROSPETTACOLISPORTAGORÀ

Shahbaz Bhatti,il ministropakistanoucciso nel marzo 2011per la sua fedecristiana.

Firenze, summitsulla tutela delle cupole

◆ Per la prima volta si tiene aFirenze un confronto fraesperti di tutto il mondo per latutela della Cupola diBrunelleschi. Verrannoesaminati i dati relativi agliultimi 60 anni di monitoraggioe messi a confronto con quellidelle più grandi cupole inmuratura del mondo e di altregrandi fabbriche storiche,come Notre Dame di Parigi, lacattedrale di San Paolo diLondra, la basilica di San Pietroin Vaticano, la basilica di SanMarco a Venezia e Santa Sofiadi Istanbul. Organizzatodall’Opera di Santa Maria delFiore, in accordo con laSoprintendenza ai beni Architettonici di Firenze,l’incontro si tiene oggi edomani presso il Centro arte ecultura, nel contesto delconvegno: "Il monitoraggiodelle grandi fabbrichestoriche". La cupola fiorentina,oggetto di lesioni a lentissimaevoluzione è monitorata dal’52, con un sistema consideratoil più accurato al mondo.

Torino, l’epopea degli esploratori dei due Poli

◆ Al Museo regionale di storianaturale di Torino si apre oggila mostra "150 anni diesplorazioni polari: dallaGroenlandia di Nansen alPolo Sud di Amundsen-Scott", esposizione storica einformativa sulle grandiesplorazioni in coincidenza diun duplice anniversario: i 100anni dal raggiungimento delPolo Sud e dei 150 anni dallanascita di Fridtjof Nansen.L’esposizione si dividerà in trediverse aree, seguendo lespedizioni di Amundsen eScott, oltre agli insegnamentidel norvegese Nansen, primonell’esplorare e studiarescientificamente le terreartiche. La mostrariassumerà, di ogniesploratore, il profilo e lespedizioni più significative. Sipotranno vedere documenti,foto, cartografia d’epoca eoggetti storici quali il FornelloPrimus, monili ed attrezziInuit recuperati da Nansennella spedizione del 1888.

Si apre a Romail VII Festivaldelle scienze

◆ Tra analisi scientifica,indagine filosofica e qualchevisionaria incursione nellafantascienza, prende il via lasettima edizione del "Festivaldelle Scienze", in programmada oggi a domenica 22gennaio all’Auditorium Parcodella Musica di Roma.Prodotto dalla FondazioneMusica per Roma, incollaborazione con "Codice.Idee per la Cultura", il Festivalsarà un viaggio attraversolectio magistralis, incontri,dibattiti, caffè scientifici,eventi per le scuole, mostre,spettacoli, con i grandi nomidella ricerca scientificaitaliana e internazionale. Maanche con filosofi, storici escrittori, che indagheranno ilsignificato profondo di questaquarta dimensione chetrascende quello chepossiamo vedere e toccare. Eche va a coinvolgere la nostraessenza più profonda. Previsti,fra gli altri, gli interventidell’astrofisico Luminet edello scrittore Stefano Benni.

A N Z I T U T TO

vore degli ultimi, sikh, indù, mu-sulmani, cristiani. Per l’uomo, in-somma: fenomenale il suo impe-gno dopo il terremoto nel Kash-mir del 2005. Ma era dalla fede inCristo che Shahbaz Bhatti attinge-va energia. A chi gli chiedeva ilperché di tanta audacia, il mini-stro cattolico nato nel Punjab ri-spondeva semplice: «Ho lasciatola mia vita nelle mani di Gesù».

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In un’intervista spiegava:«Ho deciso di non sposarmiper dedicarmi tutto a Cristonel servizio dei miei fratellicristiani perseguitati». PerBenedetto XVI è un modelloPer molti è un nuovo LutherKing. Era nato nel ’68, anno in cui il leader nero moriva

Bhatti, il Pakistan che chiede libertà

GIOVEDÌ19 GENNAIO 2012