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Avvenire 01/19/2012

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durante l’assistenza ai bisognosiappare un’altra persona. Raggian-te». Spiega l’ambasciatore a Isla-mabad, Vincenzo Prati: «La politi-ca non gli interessava, non eraambizioso. Non ha approfittatodella sua carica né si è fatto maicorrompere». Il vescovo di Faisala-bad Joseph Coutts ribadisce: «Nonera felice di fare il ministro, ma vo-leva parlare a tutti. La politica eralo strumento per portare all’atten-zione del governo i problemi delleminoranze». Un testimone di pri-ma grandezza, quindi. Che parla atutti per l’indefesso impegno a fa-

condannato a morte agli occhi deiterroristi di Tehrik-i-Taliban-Punjab che ne rivendicarono cosìl’assassinio: «Questa è lapunizione per un uomomaledetto». La sua ultima colpa,aver preso le difese di Asia Bibi, ladonna cristiana condannata amorte per blasfemia. A un anno dal suo «commuoventesacrificio», così lo definì Benedet-to XVI, che lo aveva incontrato po-chi mesi prima della morte, rivisi-tare la figura Bhatti significa im-mergersi in una testimonianzacristiana, sociale, culturale e poli-tica di prima grandezza. Il Vange-lo, anzitutto: chi scrive lo incontrò

nel 2008 per un’intervistasul suo libro Cristiani inPakistan. Nelle prove la spe-ranza (Marcianum Press).La radicalità del credenteappariva da un dettaglio:«Ho deciso di non sposarmiper dedicare tutta la mia vi-ta a Cristo nel servizio deimiei fratelli cristiani perse-guitati». E raccontava, il vol-to serio addolcito dai foltibaffi neri, quello che al tem-po era "solo" il direttoredella All Pakistan Minorities

Alliance (un’associazione a difesadei non islamici, da lui fondatanel 1985), le minacce di morte ri-cevute, gli attentati subiti, le per-cosse accettate per il suo impegnototale in vista della li-

bertà reli-giosa di tutti, in

primis i cristiani, il 3% della popo-lazione pakistana, i credenti piùdiscriminati. Per statura e impegno il neo mini-stro Andrea Riccardi, fondatoredella Comunità di Sant’Egidio, ac-costa Bhatti a Martin Luther King.Coincidenza eloquente: il primonacque l’anno in cui morì il se-condo, il 1968. E il racconto dellaMilano, attraverso amici e colla-boratori di Bhatti, delinea la mul-tiforme personalità del ministroassassinato. Evidenziando un datoinsistente che, in tempi di "casta"e polemiche sul Palazzo, dà l’ideadella grandezza dell’uomo: Bhattiera stato scelto dalla politica, nonviceversa. Scrive Milano: «Nellefoto istituzionali, in giacca e cra-vatta, è un uomo quasi triste, unoche vorrebbe essere altrove, ma sache non può. Nelle foto scattate

DI LORENZO FAZZINI

hahbaz diceva sempreche "i poveri nonhanno religione". Lui

stava dalla loro parte, senzabadare al loro credo. A essi si davacompletamente: ricevevatelefonate anche nel cuore dellanotte. Gente che chiedeva aiuto.Scattava in piedi, si vestivarapidamente e usciva. Senzascorta. Non ha mai avuto pauraper sé, ma ne aveva per gli altri»(Dino Pistolato, direttore dellaCaritas di Venezia). «C’ero anch’ioin Pakistan quando venneammazzato il governatore Taseer

(un musulmano moderato, ndr).Mio fratello mi aveva rivelato diessere in pericolo e io l’avevoinvitato a lasciare tutto e araggiungermi in Italia. Mi risposeche se si fossero calmate le acque,si sarebbe calmato tutto enessuno avrebbe portato avanti lacausa, e quindi non voleva andarevia. Disse che potevano fermarlosolo ammazzandolo» (il fratelloPaul). Istantanee di un martiredella "causa" della libertà,additato come modello daBenedetto XVI nel recentediscorso al Corpo diplomatico inVaticano. Un «eroe moderno»,secondo Franco Frattini, exministro degli Esteri, che firma laprefazione alla pertinentebiografia Morte di un blasfemo.Shahbaz Bhatti, un politicomartire in Pakistan (Edizioni SanPaolo, pp. 142, euro 12, da oggi inlibreria), di Francesca Milano,giornalista del «Sole24ore». Il nome di Shahbaz Bhatti eraquasi sconosciuto alle cronachefino al 2 novembre 2008, giorno incui fu nominato ministro per leminoranze religiose, primocristiano membro di un governonella Repubblica islamica delPakistan, coacervo di integralismoislamico e anti occidentalismoincendiario. Ma il nome di questocattolico laico è diventato unemblema internazionale nel 2011:il 2 marzo 26 colpi di kalashnikovne trapassarono il corpo in unattentato troppo preannunciatoper essere smentito dai fatti. Lasua battaglia in favore di tutte leminoranze religiose lo aveva

CONTINI, LA LINGUA COMEIDEA DEL MONDO

ANDREA POLI

a tesi esposta da MassimoOnofri («Avvenire» del 10gennaio) sull’attualità di

Gianfranco Contini, di cuiquest’anno ricorre il centenariodalla nascita, oltre che diGiacomo Debenedetti e RobertoLonghi, è esatta, se non altro per ilnumero crescente di saggi earticoli che gli vengono dedicati.Ma la motivazione addotta daOnofri necessita di unaprecisazione, a meno che non sivoglia legittimarel’interpretazione vulgata diContini come puro tecnico dellalinguistica e non invece comeuomo di cultura in cui gli interessifilosofici e religiosi furonodecisivi. Scrive Onofri che «lastazione di partenza ... per Continifu il sistema delle istituzionilinguistiche, entro cui tutto siriduceva ed esauriva, mentre perDebenedetti era il mondo (... lavita)»; «invece Contini rimanesempre fedele alla novecentescaautonomia del letterario,risolvendovi ogni angoscia emalinconia che, pure, non glifurono estranee». In sostanza, lamia proposta di rettifica verteintorno a cosa significhi lalinguistica per Contini. Rinviandoper una documentazione piùpuntuale a un mio lavoro ("Fedesperimentale. La filologia di G.Contini", Area Bianca), non voglioinsistere su quanto ho giàosservato («Avvenire» del 23marzo 2011), ossia che perContini la tecnica dell’autore (nelcaso di Dante) è «sete religiosa inatto», il metodo è «ricerca disalute» (di salvezza), lo stile il«modo di conoscere le cose»; orichiamando la prassidell’«auscultazione» del testo,dove "auscultazione" allude altesto come un corpo vivo e vitale,ossia al contrario delle autopsie edegli obitori testuali di molticritici accademici. Darò invece unesempio di cosa significhi perContini studiare la lingua di unautore, traendolo da "Varianti ealtra linguistica" (1970), e dallasezione intitolata appunto"Lingua degli autori": "Un’ipotesisulle Laudes creaturarum". Laprima parte del saggio indaga neitesti latini di Francesco d’Assisi lapresenza del cursus, la forma diabbellimento ritmico tipica dellatino medievale. Contini è ilprimo a constatare che il cursus èpresente in maniera sistematicaanche nel "Cantico dellecreature", nelle sue tre forme delcursus velox (Altìssimo sékonfàno, dìgnu te méntovàre),planus (grànde splendóre,pretïósa et càsta) e trispondaicus(onnipotènte, bòn Signóre; Tùecréatùre). A quello ritmico, tipicodella prosa, Francesco aggiungeun altro abbellimento tipico dellapoesia, la rima o assonanza,trattandosi di testo arcaico. Masono presenti anche i trattidistintivi dei Salmi: la bipartizionesimmetrica, l’anafora, laripetizione: dunque è un salmo dabreviario ciò che Francesco vuolecomporre. L’addizione delle rimedentro il salmo e il cursus sonoinnovazioni rilevanti. Qual è illoro senso? Anzitutto, il cantico diFrancesco imita la parola divina,in quanto «trascendel’opposizione di poesia e diprosa»; in secondo luogo, «se laparola divina può fare a meno difregi, la parola umana di lode alSignore non può arrischiare i suoipassi se non si arricchisce di tutti ipossibili ornamenti». Dato che ilcursus è elemento tipico dellinguaggio della cancelleriapontificia, conclude Contini,«usare lo "stilus Romanae curiae"è una prova di conformità e diobbedienza. La retorica internaalle "Laudes creaturarum" è unaretorica eminentementeortodossa». Questa è ladimensione linguistica dellacritica di Contini: la lingua di unautore è la traccia più profondadella sua idea del mondo;obiettivo della critica è il puntonel quale «l’interpretazionemorale raggiunge quella stilistica»("Varianti e altra linguistica", p.404).

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L ■ Storia1938: il giuristaLavagna criticò la dottrina nazista

PAGINA 27

■ Il casoIl naufragio dellaMedusa come quellodella Concordia?

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■ SpettacoliAncora polemichesul «Volto di cristo»di Castellucci

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■ CalcioPea, l’allenatoredifensivista che piacea Mourinho

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BIOGRAFIA. A un anno dalla morte il racconto della fede e del martirio del ministro assassinato con 26 colpi di kalashnikov dai terroristi islamici

E D I TO R I A L E

CULTURARELIGIONITEMPO LIBEROSPETTACOLISPORTAGORÀ

Shahbaz Bhatti,il ministropakistanoucciso nel marzo 2011per la sua fedecristiana.

Firenze, summitsulla tutela delle cupole

◆ Per la prima volta si tiene aFirenze un confronto fraesperti di tutto il mondo per latutela della Cupola diBrunelleschi. Verrannoesaminati i dati relativi agliultimi 60 anni di monitoraggioe messi a confronto con quellidelle più grandi cupole inmuratura del mondo e di altregrandi fabbriche storiche,come Notre Dame di Parigi, lacattedrale di San Paolo diLondra, la basilica di San Pietroin Vaticano, la basilica di SanMarco a Venezia e Santa Sofiadi Istanbul. Organizzatodall’Opera di Santa Maria delFiore, in accordo con laSoprintendenza ai beni Architettonici di Firenze,l’incontro si tiene oggi edomani presso il Centro arte ecultura, nel contesto delconvegno: "Il monitoraggiodelle grandi fabbrichestoriche". La cupola fiorentina,oggetto di lesioni a lentissimaevoluzione è monitorata dal’52, con un sistema consideratoil più accurato al mondo.

Torino, l’epopea degli esploratori dei due Poli

◆ Al Museo regionale di storianaturale di Torino si apre oggila mostra "150 anni diesplorazioni polari: dallaGroenlandia di Nansen alPolo Sud di Amundsen-Scott", esposizione storica einformativa sulle grandiesplorazioni in coincidenza diun duplice anniversario: i 100anni dal raggiungimento delPolo Sud e dei 150 anni dallanascita di Fridtjof Nansen.L’esposizione si dividerà in trediverse aree, seguendo lespedizioni di Amundsen eScott, oltre agli insegnamentidel norvegese Nansen, primonell’esplorare e studiarescientificamente le terreartiche. La mostrariassumerà, di ogniesploratore, il profilo e lespedizioni più significative. Sipotranno vedere documenti,foto, cartografia d’epoca eoggetti storici quali il FornelloPrimus, monili ed attrezziInuit recuperati da Nansennella spedizione del 1888.

Si apre a Romail VII Festivaldelle scienze

◆ Tra analisi scientifica,indagine filosofica e qualchevisionaria incursione nellafantascienza, prende il via lasettima edizione del "Festivaldelle Scienze", in programmada oggi a domenica 22gennaio all’Auditorium Parcodella Musica di Roma.Prodotto dalla FondazioneMusica per Roma, incollaborazione con "Codice.Idee per la Cultura", il Festivalsarà un viaggio attraversolectio magistralis, incontri,dibattiti, caffè scientifici,eventi per le scuole, mostre,spettacoli, con i grandi nomidella ricerca scientificaitaliana e internazionale. Maanche con filosofi, storici escrittori, che indagheranno ilsignificato profondo di questaquarta dimensione chetrascende quello chepossiamo vedere e toccare. Eche va a coinvolgere la nostraessenza più profonda. Previsti,fra gli altri, gli interventidell’astrofisico Luminet edello scrittore Stefano Benni.

A N Z I T U T TO

vore degli ultimi, sikh, indù, mu-sulmani, cristiani. Per l’uomo, in-somma: fenomenale il suo impe-gno dopo il terremoto nel Kash-mir del 2005. Ma era dalla fede inCristo che Shahbaz Bhatti attinge-va energia. A chi gli chiedeva ilperché di tanta audacia, il mini-stro cattolico nato nel Punjab ri-spondeva semplice: «Ho lasciatola mia vita nelle mani di Gesù».

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In un’intervista spiegava:«Ho deciso di non sposarmiper dedicarmi tutto a Cristonel servizio dei miei fratellicristiani perseguitati». PerBenedetto XVI è un modelloPer molti è un nuovo LutherKing. Era nato nel ’68, anno in cui il leader nero moriva

Bhatti, il Pakistan che chiede libertà

GIOVEDÌ19 GENNAIO 2012

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