a più voci num. 1 - 2014

40
Associazione apartitica e senza fini di lucro, volta a incrementare l’attività corale nel contesto culturale e sociale, ed assicurare la ricerca, la conservazione e lo studio del patrimonio musicale italiano. A A p p i i ù ù V V o o c c i i Quadrimestrale d’informazione musicale corale dell’USCI Lombardia Anno III N° 1 Gennaio – Aprile 2014 www.apiuvoci.com USCI Lombardia – via Carlo Pisacane, 10 20129 MILANO

Upload: francesco-barbuto

Post on 08-Mar-2016

244 views

Category:

Documents


13 download

DESCRIPTION

Rivista musicale online dell'USCI Lombardia

TRANSCRIPT

Page 1: A più Voci num. 1 - 2014

Ass

ocia

zion

e ap

artit

ica

e se

nza

fini

di l

ucro

, vol

ta a

incr

emen

tare

l’at

tività

cor

ale

nel c

onte

sto

cultu

rale

e s

ocia

le, e

d as

sicu

rare

la ri

cerc

a, la

con

serv

azio

ne e

lo s

tudi

o de

l pat

rim

onio

mus

ical

e ita

liano

.

AAA pppiiiùùù VVVoooccciii

Quadrimestrale d’informazione musicale corale dell’USCI Lombardia

Anno III N° 1 Gennaio – Aprile 2014

www.apiuvoci.com

USCI Lombardia – via Carlo Pisacane, 10

20129 MILANO

Page 2: A più Voci num. 1 - 2014

ApiùVoci

Quadrimestrale d’informazione musicale corale dell’USCI Lombardia N° 1 Gennaio – Aprile 2014 Spazio web: www.apiuvoci.com Sito web dell’USCI Lomabrdia: www.uscilombardia.it Direttore Francesco Barbuto Redazione Franco Monego Andrea Natale Letizia Candiotta Grafica e impaginazione Francesco Barbuto Sede legale USCI Lombardia via Carlo Pisacane, 10 20129 MILANO Contatti Redazione USCI Lombardia: [email protected] Direttore: [email protected]

Page 3: A più Voci num. 1 - 2014

AAA pppiiiùùù VVVoooccciii

Sommario

4 Editoriale Terzo anno per la nostra rivista “A più Voci!”

di Francesco Barbuto

Quadrimestrale d’informazione musicale corale dell’USCI Lombardia

N° 1 Gennaio – Aprile 2014

7 30 anni di attività della FENIARCO! a cura di Andrea Natale

24 In Valtenesi, fra tradizione e innovazione Intervista al M° Ennio Bertolotti A cura di Marcello Zane

28 “La gioia del ricordo del cammino”

Intervista al M° Giacomo Mezzalira a cura di Francesco Barbuto

32 Musica da non dimenticare

[sperimentar cantando] a cura di Irlando Danieli

Sommario

36 Pubblicazioni editoriali e discografiche

8 Attività delle delegazioni provinciali

Rubriche 17 A colloquio con Bepi De Marzi a Brescia

insieme al coro “Le rocce roche” Fra sacro e popolare

a cura di Carlo Bianchi

22 Tra gli alti flutti di un catalogo...”

a cura di Nicola Vessia

Page 4: A più Voci num. 1 - 2014

Editoriale

444

Cari amici, cari lettori, ecco il primo numero dell’anno nuovo per la nostra rivista musicale online “A più Voci”!

Inizia così per la nostra Redazione il terzo anno di attività. Gli argomenti proposti in questo numero sono davvero molteplici e riguardano diversi settori della nostra coralità lombarda: eventi sui territori delle delegazioni USCI provinciali; interviste a maestri di spicco nell’ambito della direzione corale e della composizione; rubriche di cultura e di analisi musicale. Da questo numero abbiamo inserito anche una nuova rubrica dedicata alle “Pubblicazioni editoriali e discografiche”. La nostra coralità lombarda è in “fermento” in tutti i settori e il nostro intento redazionale è quello di inserire un utile “strumento” di divulgazione, come servizio

per l’USCI Lombardia, attraverso una rivista aperta e consultabile “gratuitamente” da tutti. L’anno 2014 si prospetta “stimolante” e “ricco” di iniziative sia regionali sia provinciali, che man mano vi comunicheremo e vi porteremo a conoscenza. Per leggere la rivista “A più Voci”, basta collegarsi al nostro spazio web: www.apiuvoci.com e cliccare nella rivista che si aprirà e si potrà leggere come un giornale. Si può anche leggere e scaricare la rivista in “pdf” cliccando direttamente su ogni dicitura che compare sotto nell’archivio dei numeri pubblicati. Come sapete abbiamo anche istituito una “Pagina facebook” (all’indirizzo https://www.facebook.com/pages/A-più-voci/366118280072467?fref=ts). Potete anche qui iscrivervi “gratuitamente”, leggere estrapolazioni di articoli della nostra rivista, partecipare ai nostri forum di discussione, inserire eventi di rilievo che realizzate sui vostri territori di appartenenza, suggerire e proporre argomenti che possiamo trattare nei prossimi numeri che pubblicheremo. Non mancate, vi aspettiamo! Francesco Barbuto Direttore di “A più Voci”

Terzo anno per la nostra rivista “A più Voci!”

Page 5: A più Voci num. 1 - 2014

USCI Lombardia 3

555

Visita il sito dell’USCI Lombardia! www.uscilombardia.it

All’interno del sito web troverai informazioni sulle attività dell’USCI Lombardia, delle delegazioni provinciali USCI, aggiornamenti sui progetti realizzati e attivati e altro ancora...

Page 6: A più Voci num. 1 - 2014

666

Pagina Facebook “A più Voci”

È attivata la pagina Facebook dedicata alla nostra rivista musicale online “A più Voci”! Visitatela! Potrete lasciare vostri commenti sulla coralità dell’USCI Lombardia; inserire eventi corali dei vostri territori e delle delegazioni provinciali USCI.

USCI Lombardia

Potrete anche mettervi in contatto con la nostra Redazione della rivista musicale e proporre argomenti, articoli e rubriche interessanti per le nostre pubblicazioni editoriali. Indirizzo Facebook: https://www.facebook.com/pages/A-più-voci/366118280072467?fref=ts

Page 7: A più Voci num. 1 - 2014

777

30 anni di attività della FENIARCO!

A cura di Andrea Natale

Quest'anno Feniarco, la federazione nazionale dei cori italiani, compie 30 anni di attività associativa! Venne fondata infatti nel 1984. Le celebrazioni inizieranno con la giornata dedicata a Feniarco, il Feniarco Day, nel giorno ufficiale della fondazione: giovedì 23 gennaio 2014. In questa occasione, ciascuna Associazione Regionale è stata invitata a organizzare un concerto dal nome “Buon compleanno, Feniarco!”. Anche Feniarco organizzerà un evento e un concerto presso la sua sede istituzionale nel suggestivo Palazzo Altan di San Vito al Tagliamento (PN). Le iniziative per le celebrazioni proseguiranno con l’inserimento degli eventi più significativi di ogni coro nel cartellone del trentennale. Il coro dovrà individuare al massimo tre eventi da dedicare alla celebrazione del trentennale di Feniarco. Sarebbe opportuno che fossero concerti di una

certa rilevanza per il coro e che non coincidessero con altre iniziative particolari. Una volta determinato questo, i concerti andranno segnalati all’apposita mail [email protected]. Una ulteriore proposta riguarda la diffusione del canto in luoghi non comunemente deputati ai concerti. Questo segue uno degli obiettivi importanti della Federazione, ovvero la divulgazione della pratica corale con la

diffusione del canto anche in luoghi nuovi e meno convenzionali (come ad esempio in metropolitana, in stazione, nei

supermercati, nelle case di riposo, in ristoranti o bar e in tutti i luoghi più strani che si possano pensare). I cori associati sono invitati a filmare un’esibizione “insolita” e a inviare il clip (o il link se il filmato è stato già caricato su YouTube) all’indirizzo mail [email protected]; i filmati più originali verranno segnalati e pubblicizzati da Feniarco nel sito e sui social network. Le clip dovranno avere la durata massima di 5 minuti e concludersi con la frase “Buon compleanno Feniarco!” scandita da tutto il coro.

Page 8: A più Voci num. 1 - 2014

888

U.S.C.I. Delegazione di Bergamo: Si ripropone per il venticinquesimo anno la seguitissima Rassegna Natalizia, che vede più di 30 cori bergamaschi esibirsi in 24 concerti in altrettante

località. E' probabilmente la manifestazione maggiormente sentita dai cori della bergamasca, che hanno la possibilità di far ascoltare il loro repertorio tradizionale e natalizio. Luoghi deputati ai concerti sono teatri e chiese, ma nel percorso dei concerti non mancano esibizioni in case di riposo e per disabili. Quest'anno, inseriti nel circuito compaiono anche due notevoli concerti/rassegna: - 11 dicembre ore 20.45 - BERGAMO nel prestigioso Teatro G. Donizetti. Concerto "Voci dal cuore", in cui 7 gruppi corali di voci bianche si esibiranno nel concerto natalizio per l'associazione AVIS di Bergamo. Il concerto è organizzato dall'AVIS- Comune di Bergamo e dall'USCI Bergamo "GIACOMO DAVID" di Presezzo diretto da Carmen Menghini "NUOVE ARMONIE" di Martinengo diretto da Cristina Belotti "I GRILLI CANTERINI" di Bergamo diretto da Pietro Vigani "GOCCIA DOPO GOCCIA" di Bergamo diretto da Pietro Vigani "GLI HARMONICI" di Bergamo diretto da Fabio Alberti "MELODIA" di Stezzano diretto da Carmen D'Amelio

"DEGLI ANGELI" di S. Pellegrino diretto da Lorenzo Tassi - 18 dicembre ore 20.45 - BERGAMO nel Teatro Creberg Bergamo. IVª Rassegna dei Cori Gospel di Bergamo e provincia "BERGAMO GOSPEL FEST", in cui 6 gruppi corali gospel si esibiranno nel concerto a favore del Progetto "Fondo di solidarietà Famiglia-Lavoro" della Caritas di Bergamo e organizzato appunto da Caritas Diocesana, Comune di Bergamo e USCI Bergamo. "ANGHELION" di Nembro, diretto da Antonio Barcella "EFFATÀ" di Sarnico, diretto da Luca Belotti "S. ANTONIO DAVID'S SINGERS" di Bergamo, diretto da Valerio Merigo "SHENANDOAH GOSPEL SINGERS" di Azzano S.Paolo, diretto da Julie Gaona "THE SPIRIT INSIDE" di Treviglio, diretto da Franco M. Sonzogni "VOISING-CHORUS ON THE MOVE" di Bergamo diretto da Sonia Calabrò - a chiusura della serie di eventi si tiene un concerto nella Basilica di S. Alessandro in Colonna-Bergamo, per solo cori a voci bianche Il programma dei concerti copre un arco di circa 45 giorni. Il Coro Effatà ha partecipato lo scorso 12 ottobre alla 10a edizione del Concorso Corale Internazionale “IN… CANTO SUL GARDA” – Riva del Garda (TN) classificandosi al secondo posto nella categoria Gospel – Spiritual (punteggio 21,46 – diploma gold I). Con questa performance, il Coro si è anche qualificato per i World Choir Games di Riga (Lettonia).

Attività delle delegazioni provinciali

Attività delle delegazioni provinciali

Page 9: A più Voci num. 1 - 2014

999

Attività delle delegazioni provinciali

Page 10: A più Voci num. 1 - 2014

111000

Attività delle delegazioni provinciali

Page 11: A più Voci num. 1 - 2014

111111

Attività delle delegazioni provinciali

U.S.C.I. di Lecco: Rassegna CantaHistoria a cura di USCI Lecco La rassegna corale CantaHistoria nasce dall'idea di sensibilizzare

l'interesse e le scelte artistiche dei cori in rapporto a particolari tematiche e alla loro contestualizzazione nel nostro territorio. Il repertorio musicale, nel nostro specifico corale, è semplicemente “sterminato”. I canti corali offrono sensibili possibilità di espressione, di profondi sentimenti personali e di socievolezza e le modalità di esecuzione e contenuti ne hanno affinato nel corso dei secoli lo spirito e rinforzato i valori religiosi e popolari. Molti cori hanno inciso dischi dedicati a specifici autori o a variegati repertori come in un grande cantiere artistico ove tradizione popolare, sacralità, etnico e liturgico si uniscono sotto l'egida comune del canto corale. Ogni cultura musicale ha lasciato la sua impronta e, a buona ragione, si può sostenere che quella corale possa essere considerata una “world music”, una musica che batte nel cuore del mondo. E la musica corale, pur restando ancora “di nicchia”, priva com'è di una diffusione secondo una logica di mercato, è un qualcosa di cui si sente l'esigenza, che richiama gente di ogni età e di ogni cultura e livello culturale, sintonizzata su ogni registro linguistico e applicabile a ogni situazione sociale. Il coro - quale formazione collettiva,

sodalizio di uomini e donne di varia provenienza, cultura, età ed estrazione sociale - riassume in sé gli aspetti di armonia, condivisione, orientamento verso un progetto comune, esposizione di elementi di valenza intergenerazionale e interculturale, occasione di incontro e di intrattenimento per i pubblici più diversi e dislocati e anche momento di solidarietà, di raccolta fondi o di attenzione verso i più deboli e bisognosi. Ecco dunque l'idea di non lasciare isolate le iniziative ma di fare in modo che i nostri cori sentano il bisogno di condividere e di far condividere le loro musiche attraverso un coordinamento artistico provinciale che garantisca precisione e qualità organizzativa. USCI non poteva rimanere insensibile a tutto questo e pertanto, su iniziativa dei suoi organi consigliare e artistico, si fa promotrice di questa rassegna dei cori lecchesi. OBIETTIVI - Promuovere la cultura corale nell’intero territorio provinciale - Valorizzare zone di particolare interesse storico, artistico e culturale - Valorizzare alcuni temi specifici della musica corale collegati a eventi o ricorrenze storiche, culturali e religiose importanti per la cultura e la storia locale - Valorizzare alcuni temi specifici della musica corale collegati a determinati luoghi - Avvicinare e far conoscere alla cittadinanza zone di particolare rilevanza storica, artistica e culturale - Avvicinare nuovo pubblico al canto corale

Page 12: A più Voci num. 1 - 2014

111222

Attività delle delegazioni provinciali

CALENDARIO COMPLETO DELLA RASSEGNA (tutti i concerti hanno avuto inizio alle ore 21) TAPPA 01, sab 23 novembre - I nostri autori - Castello sopra Lecco - Chiesa dei S.S. Martiri Gervaso e Protaso Gruppo Vocale Incanto di Dolzago Ensemble Femminile Cum Corde di Galbiate Coro Grigna dell'ANA di Lecco TAPPA 02, dom 08 dicembre - Christmas in Gospel - Maggianico - Chiesa di S.Andrea Green Gospel di Paderno d'Adda Coro LineArmonica di Nibionno Gospel's Brothers di Valmadrera TAPPA 03, sab 01 marzo - Serata in rosa - Introbio - Chiesa di S.Antonio Abate Coro Femminile Hildegard von Bingen di Como Coro Misto Voci nel Tempo di Cortenova Gruppo Corale Licabella di Rovagnate TAPPA 04, sab 22 marzo - Voci bianche - Tabiago - Chiesa dei S.S. Simone e Giuda Gruppo Sonoritas - Piccoli cantori di Viganò I Piccoli Cantori delle Colline di Brianza di Rovagnate Coro di voci bianche "Don Bosco" - Scuola media di Costa Masnaga Piccoli Allegri Cantori di Nibionno TAPPA 05/A, sab 05 aprile - Tempo Quaresimale - Convento di Sabbioncello di Merate - Chiesa di S.Maria Nascente Ensemble Femminile Fonte Gaia di Rovagnate Coro Nives di Premana

Coro Suono Antico Città di Merate TAPPA 05/B - sab 12 aprile - Tempo Quaresimale - Abbadia Lariana - Chiesa di S.Lorenzo Coro da Camera di Como Corale S.Giovanni Battista di Cernusco L.ne Associazione Coro Pieve d'Isola di Ossuccio TAPPA 06, sab 03 maggio - Guerra e memoria - Varenna - Chiesa di S.Giorgio Coro Delphum di Dervio Coro ANA dell'Adda di Olginate Coro Stelutis di Brivio TAPPA 07, sab 17 maggio - Virgo Mater - Novate Brianza - Chiesa Madonna della Pace Associazione Corale San Pietro al Monte di Civate Accademia Corale di Lecco Associazione Musicale Calauce di Calolziocorte TAPPA 08/A, sab 07 giugno - Vox populi - Merate - Villa Confalonieri Convivia Musica di Erba Coro La Torr di Merate Coro Alpino Lecchese di Lecco TAPPA 08/B, sab 28 giugno - Vox populi - Civate - Chiostro del Monastero di S.Calocero Gruppo Sonoritas - Coro misto di Viganò Coro Brianza di Missaglia Coro San Giorgio di Acquate USCI Lecco ha attivato nuovi canali multimediali che vi invitiamo a visitare: Il sito web www.uscilecco.altervista.org La pagina Facebook www.facebook.com/usci.lecco Il canale YouTube USCINFORMA Lecco

Page 13: A più Voci num. 1 - 2014

111333

Attività delle delegazioni provinciali

U.S.C.I. di

Mantova

La Schola

Cantorum “Pietro

Pomponazzo” e i

canti ottocenteschi

composti per la Scuola Corale

Israelitica di Mantova

La Comunità Ebraica di Mantova è

stata, fino alle soglie del XX secolo,

tra le più importanti in Italia, sia per

la qualità della produzione culturale

ed artistica espressa che per la

numerosità dei componenti.

Intorno alla metà del XIX secolo gli ebrei

mantovani incaricarono alcuni musicisti di

formare una scuola corale ebraica e di

comporre per la stessa canti sinagogali.

Questi ultimi, stante il periodo storico in cui

vennero composti, risentivano fortemente

dell’estetica musicale del tempo quando

trionfavano i cori d’opera di Giuseppe

Verdi.

Tali composizioni ci sono pervenute

perfettamente conservate tra i numerosi

documenti dell’archivio storico della

Comunità ebraica mantovana ed evocano

perfettamente quei momenti così particolari

della nostra storia.

L’Associazione Culturale Pietro

Pomponazzo

(www.associazionepomponazzo.it) e la

collegata “Schola Cantorum” si sono date

l’impegno e la cura di esplorare questo

mondo dei canti mantovani sinagogali le cui

armonie testimoniano il nuovo spirito di

identità nazionale che si stava formando in

quegli anni.

Nel corso di due recenti concerti, a

Mantova e Castiglione delle Stiviere (in

occasione della Rassegna “USCI per il

Polirone”), la Schola Cantorum

Pomponazzo ha eseguito alcuni di questi

brani, tra i quali “Mizmor le David” (Salmo

di Davide) del maestro mantovano Lucio

Campiani, del quale ricorrerà nel 2014 il

primo centenario della scomparsa.

Page 14: A più Voci num. 1 - 2014

111444

Attività delle delegazioni provinciali

Riscoprire ed analizzare in profondità l’importante patrimonio musicale dell’Archivio della Comunità ebraica di Mantova è diventata quindi una delle priorità che l’Associazione Culturale P. Pomponazzo e la “Schola Cantorum”, con la guida del maestro Marino Cavalca, intendono sviluppare ulteriormente nei prossimi mesi. Mauro Patuzzi

CONCERTI PER POLIRONE

Tra novembre e dicembre 2013 si è svolta la

serie di concerti programmati in sedi diverse

della Provincia di Mantova con lo scopo di

raccogliere fondi da destinare al recupero del

complesso Polironiano di San Benedetto Po

danneggiato dal sisma del 2012.

L'iniziativa, ideata dal Presidente Regionale

USCI Franco Monego, è stata coordinata in loco

dal M° Davide Nigrelli Presidente di USCI

Provinciale Mantova ed è stata realizzata grazie

al sostegno della Provincia di Mantova, della

Curia Vescovile Mantovana, dei Comuni di

Guidizzolo, Castiglione delle Stiviere e Poggio

Rusco.

Hanno aderito al progetto quasi tutti i cori

iscritti a USCIMn dimostrando l'impegno e il

valore dell'azione di volontariato sia riguardo

all'operazione culturale svolta sia riguardo alla

solidarietà espressa nell'occasione.

Quattro cori di Voci Bianche:I piccoli cantori di

Monzambano/Volta Mantovana,Coro giovanile

A.M.S. di Dosolo,Voci in Festa-Città di

Mantova, Les choristes di Pegognaga hanno

inaugurato la rassegna raccogliendo meritati

consensi.

Nei successivi concerti i Cori di adulti hanno

presentato repertori molto interessanti per la

peculiarità dei brani scelti. Infatti si sono potuti

ascoltare Gospels, brani di G.Verdi, Canti

Ebraici di fine '800, oltre a composizioni

classiche che spaziavano dal '500 al '900.

Questi i Cori aderenti: Mantova in Canto,Coro

Civico Boni , Schola Cantorum Pomponazzo,

Cantori del Caldone, MusicalmenteInsieme,

Voci del Mincio, Jubilate Deo, S. Sebastiano,

Madonna del Dosso, G.P.Palestrina, Humana

Vox, Luca Marenzio, Isabella Gonzaga.

Claudia Mantovani (Ass.Cult.Pomponazzo-Mn)

Page 15: A più Voci num. 1 - 2014

111555

Attività delle delegazioni provinciali

U.S.C.I. di Varese FLASH MOB Sabato 16 novembre alle 16:30 nella centralissima piazza San Vittore a Varese, circa 300 coristi varesini, appartenenti a 15 cori, sono

affluiti alla spicciolata da ogni punto d'ingresso per formare un unico grande coro che, sotto la direzione del M° Giuseppe Reggiori hanno intonato l'Inno Europeo nella versione latina (Est Europa nunc unita), più comunemente noto come Inno alla Gioia di Ludwig van Beethoveen.

E' stata una formidabile sorpresa per le centinaia di varesini che affollavano la piazza e per i molti che sono accorsi richiamati dalla potenza delle trecento voci. Una magnifica esecuzione che ha suscitato autentica emozione tra gli astanti. Esaltante la chiusura con lo sventolio di fasce policrome marchiate USCI Varese tra gli applausi della gente che chiedeva che i coristi continuassero nella loro performance. E' stata anche girata una ripresa filmata dell'evento disponibile su YouTube al link: http://youtu.be/oTELvAYYlW8 2000LIBRI GALLARATE Lo scorso ottobre, la Corale Arnatese, sia nella

sua formazione "Coro Lirico" diretto dal M° Giampaolo Vessella che in quella "Voci Bianche" diretta dal M° Monica Ballabio, hanno

inaugurato con due distinti concerti la tradizionale rassegna culturale gallaratese, giunta oramai alla XIV edizione. Il Coro delle Voci Bianche si è esibito al Teatro del Popolo, mentre il Coro Lirico al Teatro Condominio. Entrambi i concerti sono stati seguiti dal

pubblico delle grandi occasioni e molto apprezzati anche dalle autorità cittadine presenti in massa. La manifestazione culturale ha oramai assunto la veste di evento a grande richiamo mediatico e quindi è stata un'ottima occasione per mettere in mostra le capacità della Corale Arnatese di Gallarate, storica compagine cittadina che festeggiava peraltro i suoi 85 anni di vita.

Page 16: A più Voci num. 1 - 2014

111666

Attività delle delegazioni provinciali

Nel novembre scorso il Choro Lauda Sion, diretto dal M° Francesco Barbuto ha aperto il “FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA MUSICA” a Cosenza col Concerto al prestigioso Teatro Rendano. Il Coro varesino, scelto insieme a orchestre, ensemble e musicisti di tutto il mondo per gli otto appuntamenti del Festival, e che ha iniziato i festeggiamenti per il suo decennale di fondazione, è stato ripreso dalla RAI 3 e trasmesso in servizi e nei telegiornali regionali della Calabria.

Il M° Barbuto ha tenuto anche una Masterclass per il Liceo Musicale e altri Istituti scolastici di Cosenza, dedicata a compositori e a musiche del Novecento e del Contemporaneo. L’8 dicembre, in occasione del Concerto per la “Giornata Mondiale della Coralità”, è stato insignito del “Sigillo Civico” e delle “Chiavi della Città” di Caronno Varesino per il suo impegno e lavoro nella Cultura, nell’Arte, nella Musica e per il suo Choro Lauda Sion. Presenti in sala anche il Project Manager della Federazione Internazionale della Musica Corale Francesco Leonardi, il Presidente dell’USCI di Varese Salvatore Benvenga e il Maestro Silvia

Bianchera Bettinelli. RASSEGNA DI NATALE USCI VARESE Lo scorso 7 dicembre, come da tradizione consolidata, l'USCI ha promosso la sua Rassegna Natalizia "Cantiamo il Natale per...". Diciannove cori distribuiti su sette sedi (Busto Arsizio, Cuveglio, Crenna di Gallarate, Gazzada, Travedona, Varese e Venegono Inferiore) per il secondo anno consecutivo hanno dato il loro contributo per la solidarietà. Quattro sedi erano offerte da Associazioni non profit della Provincia segnalate dalla CESVOV di Varese con cui l'USCI, per il secondo anno consecutivo, ha stretto un rapporto di collaborazione. Mentre tre sedi sono state gestite direttamente dall'USCI per una raccolta fondi a favore della Missione Francescana di Quinhamel in Guinea Bissau.

INTERVISTA DEL PRESIDENTE USCI VARESE SU LA6 L'emittente televisiva locale LA6 ha, nel giro di otto giorni, fatto ben due interviste al Presidente Salvatore Benvenga sulla Coralità varesina e sull'attività dell'USCI. Le interviste, una di venti e l'altra di dieci minuti, sono poi andate in onda in prima serata ed è possibile vederle anche in streaming sul sito dell'emittente. È stato importante avvalersi anche di questo mezzo televisivo, particolarmente noto in provincia di Varese, per promuovere e far conoscere maggiormente il lavoro della Delegazione e dei cori affiliati.

Page 17: A più Voci num. 1 - 2014

111777

Rubriche

A cura di Carlo Bianchi

Domenica 24 novembre nel pomeriggio, le volte e le pareti affrescate della chiesa di S. Cristo – la “piccola Sistina” di Brescia in cura ai missionari Saveriani nei chiostri rialzati oltre il complesso di S. Giulia – hanno accolto un affollato concerto delle “Rocce roche”, coro maschile bresciano dedito a canti di montagna e popolari in generale. Stavolta, in occasione della rassegna “Melodie montanare” organizzata dal coro per l’undicesimo anno di seguito, era popolare anche l’ospite, Bepi De Marzi. Il fondatore e direttore dei “Crodaioli”, nonché prolifico compositore di musica corale, autore della celeberrima Signore delle cime, è stato infatti invitato a commentare alcuni suoi canti eseguiti dalle “Rocce roche”, sotto la direzione di Giambattista Tura, e a dirigerne un paio lui stesso – Improvviso e Ave Maria. Abbiamo colto l’occasione per scambiare qualche parola con lui su questa sua breve esperienza bresciana, ma anche sulla sua attività in generale, presente e passata, toccando le sue concezioni in fatto di musica corale sacra e popolare.

M° De Marzi, che sensazioni le ha dato essere invitato da questo coro a presentare e dirigere i suoi canti? “Innanzitutto una sensazione di speranza. Se vengo invitato di persona da un coro che canta le mie musiche e le parole che ho scritto, vuol dire che in questo tempo di grande difficoltà per tutti c’è qualcuno che scava nelle mie storie e vi cerca qualcosa per il futuro. Vuol dire che le storie che ho scelto di narrare non servono solo per la memoria e la nostalgia, ma possono essere attualizzate, possono servire come provocazioni per

quello che succede adesso. Da un punto di vista musicale, invece, sono rimasto impressionato da come Giambattistia Tura reinventa i miei canti, liberandosi dai soliti schemi.

Mi sono commosso per il controcanto che ha inserito in Ora la pace. D’altronde, sono convinto che quando si affronta un canto non bisogna averne timore.”

A colloquio con Bepi De Marzi a Brescia insieme al coro “Le rocce roche”

Fra sacro e popolare

Innanzitutto una sensazione

di speranza.

Page 18: A più Voci num. 1 - 2014

111888

Rubriche

Lei è un musicista di formazione classica, a lungo componente dei “Solisti veneti” in qualità di clavicembalista, ha compiuto studi di organo e composizione. I numerosi canti corali che ha scritto si dividono fra stile popolare e uno stile “colto” rivolto in particolare alla musica sacra. Spesso tuttavia queste due sfere si intrecciano, sia nella musica sia nei testi – uno degli esempi più eclatanti è proprio Signore delle cime. Si è avvicinato al repertorio popolare con l’intenzione di trovare una mediazione rispetto alla vocalità sacra? “In parte sì. Io mi sono dedicato a una musica di ispirazione popolare che non è proprio da ‘coro di montagna’ perché i montanari in realtà non cantano così. Potrebbe essere definita piuttosto musica in montagna o per la montagna. Per quanto riguarda i testi, ho scritto parole nuove per far sì che i cori popolari si liberassero dal linguaggio delle solite pastorelle e serenate e potessero cantare cose più addentro la cronaca, fatti di vita, inni alla pace dopo la guerra. È atteggiamento che in un certo senso si ritrova anche nelle nuove tendenze del canto religioso, dopo il Concilio Vaticano II, quando si è iniziato a proporre testi in

italiano, non più in latino, e con uno stile innovativo e comunicativo più calato nel quotidiano.

Per quanto riguarda la musica, nei miei brani di ispirazione popolare ho ricercato la polifonia, seppure con armonie semplici e con una andatura in genere omoritmica,

senza un vero contrappunto, in modo che si potessero ‘salvare’ i cori popolari, migliorarli e renderli attuali. Parlo di quei cori che volevano cantare senza poter raggiungere le raffinatezze della SAT.

Mi sono proposto di elaborare con continuità le cose migliori che questi cori potevano proporre.”

Mi sono proposto di elaborare con

continuità le cose migliori che

questi cori potevano proporre.

Page 19: A più Voci num. 1 - 2014

111999

Rubriche

I suoi canti religiosi, al lato opposto, costituiscono una mediazione rispetto ai repertori classici della musica vocale sacra? “Anche i miei canti sacri si possono definire ‘polivocali’, più che polifonici, nel senso che le voci procedono generalmente per accordi, non in contrappunto.

Li ho scritti con l’intenzione di salvare una parte di quella polifonia che nella musica liturgica ormai è andata persa.

Da molto tempo, ormai, nella liturgia della messa non si riesce più a trovare spazio per nessuna espressione polifonica e per un canto partecipato di alta qualità, come nella liturgia protestante.

Sono rimaste solo espressioni povere, una banalizzazione delle idee del Concilio, con ragazzi che ‘grattano’ le chitarre e cantano all’unisono melodie sciatte, ma anche testi

risibili. Da un punto di vista musicale, la messa ha cominciato a commemorare se stessa – come dice lo scrittore Giovanni Testori.

Ora, rispetto alla grande produzione vocale sacra, io non mi sono sentito propriamente un ‘mediatore’, ma piuttosto un continuatore ed elaboratore della semplicità.

Certi compositori accusano i miei pezzi sacri

di banalità, ma io penso sempre a chi sono destinati. Cerco di far cantare le persone, e in un modo che allo stesso tempo sia dignitoso, perché mi rendo conto che nella liturgia è andato quasi tutto perso.

Sul fronte della musica di ispirazione popolare, idem, penso ai coristi amatori che dopo il lavoro arrivano a sera per cantare. Non devono fare troppa fatica.

Cerco di salvare l’attività corale rendendola ‘viva’ musicalmente e attuale nei testi. Penso però sempre più che sia un sogno, una battaglia persa in partenza.”

Io non mi sono sentito

propriamente un “mediatore”,

ma piuttosto un continuatore ed

elaboratore della semplicità.

Page 20: A più Voci num. 1 - 2014

222000

Rubriche

Nel corso della nostra conversazione lei ha accennato al coro della SAT. Cosa pensa delle armonizzazioni di Arturo Benedetti Michelangeli? “Nella storia del coro di montagna in cui io mi sono inserito a suo tempo, Michelangeli era comparso come l’uomo della svolta. Il suo lavoro meraviglioso è stato la novità, una grande conoscenza armonica unita ad una ispirazione genuina. Lui e Renato Dionisi avrebbero potuto portare i cori popolari chissà dove, e invece poi la situazione si è un po’ arenata. Quando lessi le armonizzazioni di Michelangeli e le cantai con il mio coro, rimasi impressionato dalla sottile conoscenza che quell’uomo, pianista, aveva della vocalità: dalle armonie che non sono più in terze e seste parallele a certi movimenti interni delle parti che prima non si erano mai sentiti, e poi la liberazione dall’omoritmia, il piacere di elaborare controcanti. In certi punti mi pareva che procedesse come Chopin.” Lo conobbe mai? “No, però lo ascoltai dal vivo a Vicenza e a Lignago, suonava Franck, l’integrale dei Preludi di Debussy. Davanti al suo suonare ci si sentiva piccoli, quasi inutili, eppure

felici. Era taciturno, aveva fama di essere uno che non dialogava molto, però quando era in montagna, mi dissero, non si comportava come un pianista, ma come un montanaro vero. Credo che la sua elaborazione dei canti popolari sia stato un immenso atto d’amore per la montagna.” Parlando di musica sacra, qual è la sua posizione nei confronti del movimento Ceciliano? “È un movimento a cui ho aderito a mio modo, subito prima del Concilio Vaticano II e in parte anche dopo.

Ho stimato molto Lorenzo Perosi, come musicista e anche da un punto di vista

umano.

Ammiro poi Domenico Bartolucci, che prima del Concilio ha scritto delle bellissime musiche di ispirazione gregoriana. Ma si tratta di compositori ormai accantonati. Credo proprio che oggi questo movimento non abbia più alcun peso all’interno della chiesa.”

... poi la liberazione

dall’omoritmia, il piacere di

elaborare controcanti.

Page 21: A più Voci num. 1 - 2014

222111

Rubriche

Come può essere definita la sua Signore delle cime? è un canto di montagna o un canto sacro? “Né l’uno né l’altro. Non è canto di

montagna per i motivi che dicevo prima,

perché i montanari non cantano così e non è

nemmeno un canto sacro perché il ‘sacro’ per poter essere definito tale ha bisogno di

certi passaggi testuali che in Signore delle

cime non ci sono.

A me piace pensare che sia una preghiera,

in generale, che può essere adattata a seconda della necessità.

Pensi che l’ho ascoltata durante un

matrimonio alla chiesa di S. Tommaso a

Lipsia fatta in tedesco. Persino il significato era diverso, mancava il riferimento alla

Madonna… ma non mi è affatto dispiaciuto.

Ho telefonato a mia mamma ‘Sai mamma, non la cantano solo ai funerali, ma anche ai

matrimoni!’”

Dunque i suoi canti sacri sono solo devozionali, o anche liturgici? “Io vorrei che fossero utilizzati anche nelle

liturgie. I salmi che ho scritto con David Maria

Turoldo, ad esempio, sono nati con

l’intenzione di ristrutturare la partecipazione

dell’assemblea in chiesa.

Non più la fretta e la ritualità delle

filastrocche della messa attuale. Una partecipazione come nella messa

protestante, dove i fedeli pregano cantando.”

Quando componeste questi salmi? “All’inizio degli anni Settanta. Turoldo era

da poco tornato dall’esilio, ci eravamo

conosciuti a Vicenza. Mi telefonò perché aveva conosciuto un giovane, un certo

Ismaele Passoni, che scriveva melodie molto

belle, ma avevano bisogno di qualcuno che le armonizzasse, e così Turoldo lo chiese a

me.

Ho vissuto con lui facendo questo mestiere, fino alla sua morte. Poche ore prima di

morire mi disse ‘Bepi, mi raccomando: i

Salmi!’ Ancora oggi mi sto battendo per l’adozione di questi salmi nella liturgia

attiva della chiesa, ma credo che anche

questa sia una battaglia persa.”

In conclusione, che definizione potrebbe dare di sé nel panorama della musica corale, sia sacra sia popolare? “Vorrei fare mia una frase di Mario Rigoni

Stern, quando parlava dei suoi romanzi: mi

basta avere fatto compagnia a qualcuno.”

Page 22: A più Voci num. 1 - 2014

222222

Rubriche

A cura di Gian Nicola Vessia La scomparsa di Luciano Migliavacca, maestro di cappella emerito del Duomo di Milano, imporrà, per chi vorrà iniziare a studiare tra le sue carte, un certo coraggio per navigare in un “mare magnum” per larga parte inesplorato e suscettibile di improvvise e molteplici increspature determinate da una creatività musicale di volta in volta sempre più sorprendente. Ho conosciuto don Luciano (così amava farsi chiamare...) nel 1960 quando mi accolse alla sua scuola quale fanciullo cantore della cattedrale milanese. Lui era arrivato in Duomo solo due anni prima, o poco più, e aveva iniziato immediatamente una autentica rivoluzione estetica. La rinnovata compagine corale, sia nella sezione dei “pueri” che in quella virile, si trovò ad affrontare in tempi brevissimi messe palestriniane quali la “Lauda Sion”, la “Missa brevis”, la “Assumpta es Maria” che con le sue sei voci sembrava ancor più dilatarsi nell’esecuzione durante la liturgia festiva. Contemporaneamente veniva ripresa la letteratura polifonica di Franchino Gaffurio, il maestro di cappella più longevo (dal 1485 al 1522) e dotato di una personalità culturale capace di dare fondamento alla storia della cappella stessa. Solo dopo anni,

studiando la storia della musica in Duomo, mi accorsi come don Luciano avesse scelto Gaffurio come riferimento per la sua conduzione direttoriale.

Franchino era come lui sacerdote, aveva chiaro il senso dell’impegno compositivo e di una nuova estetica della polifonia al servizio ecclesiale, poneva attenzione alle relazioni con la Fabbrica e con le autorità civili cittadine, si prodigava per la formazione, non solo musicale, dei fanciulli cantori e di uno stile comportamentale di chi lavorasse alla cappella. Una coerenza di comportamento che Migliavacca tenne per tutto l’arco della sua vita di artista e di direttore di coro. In quei primi anni ’60 nasceva anche l’esigenza di affrontare i temi delle nuova liturgia:

“Tra gli alti flutti di un catalogo...”

Page 23: A più Voci num. 1 - 2014

222333

nuove composizioni si affiancavano al lavoro del musicista che aveva già maturato uno stile personalissimo attraverso le sue messe, attraverso una mottettistica di eccellente fattura spesso supportata da un organo concertante a decorare il muoversi delle parti corali. Non solo compositore ma anche musicologo, profondo liturgista, trascrittore di pagine importanti della tradizione ambrosiana e del classicismo europeo, scrittore e direttore di riviste musicali destinate al culto e al mondo della più vasta coralità polifonica.

Era anche poeta e amava spesso dar spazio alla sua spontanea vena fantastica componendo i versi delle sue intelaiature musicali. Ma tra i flutti di un catalogo così appassionatamente agitato, lo studioso si imbatterà nelle pagine d’organo, nelle cantate, nelle numerosissime liriche, in alcuni fiori pianistici, nella produzione didattica e nei “divertimenti” della musica ricreativa composta per i suoi “pueri” con i quali trascorreva non solo l’intero anno

scolastico ma anche i periodi di vacanza irrorati dalla sua musica. Gli ultimi anni, da quando aveva smesso di dare l’attacco domenicale al suo coro, aveva dedicato gli sforzi per concludere l’intera stesura del “Vangelo secondo Marco” per soli, coro e piccola orchestra. Abbiamo discusso tanto, noi due soli, di questa pagina vergata con una grafia che si faceva, via via sempre più piccola e a volte difficilmente decifrabile. Amava farmela ascoltare e osservare il mio sguardo quando riconoscevo i segni di una stile personalissimo che lo faceva

compositore estraneo a qualsiasi corrente musicale e a qualsiasi scuola che ne limitasse la fantasia. Sarà difficile fare una sintesi di questo

percorso. Rispetto a ciò che è edito, la produzione “nascosta” è di vaste proporzioni e riproporrà anche un approfondimento sull’uomo, apparentemente mite e delicato ma dotato di una straordinaria forza di carattere e di convinzione sulla strada che sin da giovane aveva intrapreso, alla ricerca di una nuova creatività che oggi merita di essere riscoperta, riproposta, se volete, discussa, ma che non può essere dimenticata.

Rubriche

Era anche poeta e amava spesso dar spazio alla sua spontanea vena fantastica.

Page 24: A più Voci num. 1 - 2014

222444

Rubriche

A cura di Marcello Zane Le sinuose curve delle colline moreniche del Garda e, da questi naturali balconi verdi, l’orizzonte azzurro del lago, che al fiotto di una schiarita regala panorami straordinari. È qui, esattamente a Puegnago del Garda, che l’Associazione “Amici della Musica”, nata nel novembre del 2004 per iniziativa di alcune madri, organizza e gestisce dal 2010, la Scuola di Musica e, soprattutto, incoraggia e segue l’attività didattico-artistica dei cori Carminis Cantores. Direttore artistico e maestro è Ennio Bertolotti, solida preparazione maturata presso il Conservatorio “C. Pollini” di Padova e “F. Bonporti” di Riva del Garda con i maestri R. Buja, T. Ziliani e M. Priori, diplomi in Organo e Composizione organistica, Musica corale-Direzione di coro e Composizione, cui sono seguiti i corsi di perfezionamento tenuti da prestigiosi docenti quali. M. Radulescu, D. Roth, E. Kooiman, C. Stembridge, G. Parodi e P.P. Scattolin. Maestro, abbiamo parlato di cori, un plurale che va meglio specificato. “In effetti col nome di Carminis Cantores sono attivi più gruppi. Le Voci bianche, il primo ensemble già presente dal 1999, al quale si è affiancato nel 2008 il Coro giovanile e, infine, dal

2010, il Coro polifonico. E da qualche stagione vive pure una sorta di Coro dei piccoli propedeutico.

Denominazione comune, ma evidentemente, itinerari e, anche, opzioni, repertori diversi, nel segno di una sorta di sfida, nell’affabulazione continua e nel frenetico rumore di fondo con cui la società dell’informazione culturale ha accreditato ormai la nostra quotidianità, una risposta che mi piace pensare di qualità, frutto di studio ed applicazione, di passione e di talento da

In Valtenesi, fra tradizione e innovazione

Intervista al M° Ennio Bertolotti

Page 25: A più Voci num. 1 - 2014

222555

Lei parla di itinerari e di sfide. Sappiamo che in realtà proprio le voci bianche costituiscono per un maestro una prova affatto banale. “Il Coro di Voci bianche, composto da bambini di età inferiore ai sedici anni, prova due volte la settimana. Tecniche di base, respirazione, emissione, rassegne, concerti, ma anche tanto divertimento. È un rapporto con le famiglie davvero “adulto”: per questo credo nell’importanza di guidare questo tipo di coro, che rappresenta un luogo di educazione, di crescita personale per tutti. Fra l’altro questo spirito non ha impedito – e, anzi, forse ha favorito – il raggiungimento di traguardi significativi. Penso, per fornire solamente alcuni esempi, alla collaborazione con Daniela Longhi, soprano tra i più affermati del panorama lirico internazionale, e Armando Tasso, direttore del Coro Fondazione Arena di Verona, all’allestimento e all’incisione discografica dell’oratorio “Una donna vestita di sole”, del compositore Antonio Zanon; ai successi in concorsi nazionali: nel 2013 segnalo il primo posto al Concorso nazionale di Malcesine nella categoria Musica Sacra e secondo posto nella Musica Profana, e al Concorso internazionale di Riva ennesimo risultato in entrambe le categorie. Anche la sezione maschile del Coro polifonico ha raggiunto il medesimo

traguardo nella categoria Musica Sacra”. Dalle Voci bianche al coro Giovanile al Polifonico. Tutti fra l’altro regolarmente iscritti all’Usci. Come dire: crescere col canto. Del resto queste terre vantano una lunga confidenza col canto corale. Già nel Settecento si scriveva che qui “la zappa e la vanga sono spinte con gravità composta quasi per stabilire una musicalità quotidiana della fatica”. “Il Giovanile in realtà si posiziona fra continuità con gli altri ensemble e ricerca di una propria autonomia.

Giovani che scelgono di ritrovarsi almeno una volta la settimana, e di partecipare alla sfida (e vincere la paura) di concorsi o affollati concerti pubblici, di stringere legami forti con realtà internazionali: lo scorso anno abbiamo stretto un gemellaggio con il coro di un Liceo finlandese di Lahti. Autonomia e curiosità mai doma.

Rubriche

Page 26: A più Voci num. 1 - 2014

222666

Rubriche

Come maestro mi sento quindi fortemente motivato a proporre un repertorio che varia dalla polifonia del Cinquecento e del Novecento, a quella contemporanea, alla ricerca di brani popolari e dialettali”. Lei maestro Bertolotti insiste molto sull’idea di un coro che sappia confrontarsi con altri gruppi, che elevi costantemente la qualità del proprio canto, ma che non rinunci a costituire positiva modalità educativa. “Questo vale per tutti i vari gruppi. Una volta l’anno organizziamo una vacanza-studio fuori sede, unitamente ad altri docenti – ricordo la recente presenza di Gloria Busi e Tecla Papa. Giornate intense, di prove, di preparazione, ma pure del calore dello stare insieme, del

confronto amicale prima che artistico. Continuo a pensare che un coro serva anche a questo: fornire momenti per un proprio disciplinamento interiore e comunitario, per formare un carattere e conoscere il proprio corpo e la propria voce, vincere l’emozione dell’esibizione in pubblico ed accettare il giudizio degli appassionati e delle giurie,

avvicinandosi all’atmosfera dell’esecuzione sorvegliata e del confronto critico, per accostarsi in maniera propizia e con il gusto del

massimo impegno alle procedure di concorsi. Educare insomma alla cittadinanza, alla regola e alla relazione. Per questo, forse, al di là dei prestigiosi risultati raggiunti mi piace rammentare la partecipazione nel 2009 al XVII° Concorso Nazionale Corale “Franchino Gaffurio” di Quartiano (L0), dove il Coro Giovanile ha ottenuto il premio speciale della giuria per la migliore interpretazione

artistica: un segno di affiatamento, impegno, attenzione ai particolari che si pone proprio nella direzione accennata”.

Sembra quasi che l’altro Coro polifonico formato da adulti sia solo il risultato di questo percorso. “Non solo. In realtà il desiderio di cantare insieme ha unito cantori provenienti da altre esperienze corali, con altri che per la prima volta si sono avvicinati alla musica corale e giovani provenienti dal Coro Giovanile.

Educare insomma alla cittadinanza, alla regola e alla relazione.

... per formare un carattere e conoscere il proprio corpo e la propria voce.

Page 27: A più Voci num. 1 - 2014

222777

E questo, per quel che mi riguarda, significa allora promuovere l’educazione musicale mediante lo studio e la pratica del canto corale, anche grazie ad un repertorio che comprende principalmente la musica di compositori del secolo scorso e contemporanei”. Scuola di canto e cori, ma pure attività didattica nelle scuole o con singoli allievi. E, ancora, per il maestro Ennio Bertolotti la recente curatela con il maestro Tommaso Ziliani di due volumi dedicati ai canti popolari bresciani, con trascrizione dei testi e armonizzazioni, incisioni e performances in varie località italiane, il recupero e lo studio dell’importante opera completa del compositore bresciano Nestore Baronchelli, di cui è pronto il terzo volume, e altro ancora. “Credo che chi ama la musica e il canto finisce per non conoscere confini alla propria passione. Serve per portare un valido contributo al panorama culturale locale e non solo, proponendo un approccio serio e consolidato alla cultura canora e musicale. Ma credo davvero nel valore educativo di un coro, nel suo ruolo in grado di accompagnare la crescita personale di ogni uomo e donna.

Per questo non manca l’amarezza nel constatare come le pubbliche istituzioni a cui è affidata l’educazione dei nostri figli, non vedano o non vogliano vedere tutto ciò e perseverino nel considerare il canto o l’attività musicale in senso lato,

non un itinerario di crescita personale e per l’intera comunità ma, poco più che momento ludico o di frivolo svago”.

... Credo davvero nel valore educativo di un coro, nel suo ruolo in grado di accompagnare la crescita di ogni uomo e donna.

Rubriche

Page 28: A più Voci num. 1 - 2014

222888

Rubriche

A cura di Francesco Barbuto Nato a Cantello (Va) nel 1959, ha compiuto i propri studi musicali presso il Conservatorio "G. Verdi " di Milano diplomandosi in pianoforte con U. Amadei, in composizione con G. Giuliano, in organo e composizione organistica con L. Molfino e G. Parodi. E' docente di ruolo di teoria musicale presso l'Istituto Musicale Pareggiato "G. Puccini " di Gallarate (Va). Ha pubblicato con le Case Editrici Carrara, Rugginenti e Carus. Nel 2007 ha ottenuto la menzione speciale al Concorso di Composizione Corale Sacra Liturgica “Ricordando Giulio e Gian Paolo Tonelli” di Brescia e il primo premio al Concorso Internazionale di Composizione Sacra Liturgica organizzato da Creator Faenza e Accademia Bizantina. Nel 2013 ha vinto il secondo premio al Concorso Internazionale di Composizione “Guido d'Arezzo”. Dirige la Corale della Basilica di S. Vittore di Varese e il coro 7 laghi di Varese. Caro maestro Mezzalira, intanto le faccio i miei complimenti vivissimi per il suo prestigioso secondo posto (primo premio non assegnato) al 40° Concorso Internazionale di Composizione “Guido d’Arezzo” 2013, con la sua composizione Memoràre, valutata da una giuria di altissimo livello con i maestri J. Busto, D. Clapsson, C. Galante, J. Paradell e V. Runchak. È un risultato questo che

certamente contribuisce a confermare e a onorare le nostre eccellenze musicali lombarde.

Le faccio una prima domanda diretta ed emotiva a questa importante esperienza. Cos’ha provato quando le è stato comunicato il risultato di questo prestigioso concorso? Quello che si prova è senz'altro la gioia e l'emozione; sentimenti questi, che un po' tutti possiamo comprendere e che ognuno può esternare in modi diversi. Se è vero che i premi arrivano dopo le fatiche, allora devo dire che dopo la felicità è arrivato anche il ricordo del cammino e del lavoro che hanno accompagnato la composizione che ho presentato.

“La gioia del ricordo del cammino”

Intervista al M° Giacomo Mezzalira

Page 29: A più Voci num. 1 - 2014

222999

Personalmente questa “gioia del ricordo del cammino” la gusto sempre interiormente senza però coinvolgere quelli che mi stanno intorno. Tutto ciò mi aiuta a costruire un metodo di lavoro più efficace evitando certi errori e facendo nascere nuove idee. Ci spiega un po’ che cos’è la sua composizione Memoràre, che ha partecipato al concorso internazionale di Arezzo? Memoràre o piissima Virgo Maria” è un'antifona mariana attribuita a Bernardo di Chiaravalle. Formalmente, il brano che ho scritto è diviso in tre parti che sono poi suggerite dal testo stesso. E' un po' un cammino sofferto di avvicinamento alla nostra Madre celeste. La prima parte nasce dalla timida richiesta alla Vergine Maria di ricordarsi che tutti coloro che si sono rivolti a lei per chiedere aiuto sono stati ascoltati. La seconda parte è un vero e proprio rinfrancato passo in avanti per chiedere di essere accolti alla sua presenza . Questo passo è seguito dalla prostrazione, il cadere in ginocchio che riconosce il limite dei propri peccati: ritengo questo momento, la vera parte centrale del brano musicale. La terza parte è la preghiera vera e propria che sale con sempre maggiore certezza e chiede di essere esaudita sfociando nel vigoroso “sì certamente, così sia” dell'Amen.

Il coro è impegnato fino ad un massimo di otto voci e ciò mi ha consentito di utilizzare una ricca tavolozza di colori unitamente ad una molteplicità di combinazioni. Entriamo ora invece nella sua dedizione compositiva e artistica. Come ha scoperto la sua vocazione per la scrittura? Si scrive per fare i compiti di composizione e poi ci si ritrova a comporre i salmi, le antifone e i mottetti per la Corale San Vittore di Varese. La scoperta è avvenuta prestando servizio

come direttore di un coro da chiesa, tenendo conto appunto delle caratteristiche e delle potenzialità del coro a disposizione. Quali sono stati i maestri che hanno rappresentato un punto di riferimento per il suo percorso artistico e compositivo? Cosa le hanno in particolare insegnato? Il mio primo maestro è stato il sacerdote coadiutore dell'oratorio di Cantello: Don Alessandro Longoni. Fu lui in un lontano pomeriggio degli anni '60 a prelevarmi dal campo di calcio dell'oratorio e a condurmi con una certa decisione sull'organo a canne della chiesa parrocchiale.

Rubriche

Personalmente questa “gioia del ricordo del cammino” la gusto sempre interiormente.

Page 30: A più Voci num. 1 - 2014

333000

Avevo nove anni . Dovrei poi continuare con la profonda riconoscenza e stima per il caro maestro di pianoforte Ugo Amadei. A seguire, l'allora direttore del Liceo Musicale di Varese Riccardo Malipiero e gli insegnanti di armonia e composizione Angelo Mazza, Silvia Bianchera Bettinelli, Pippo Molino e Giuseppe Giuliano. Per lo studio dell'organo ho incontrato Luigi Molfino e Giancarlo Parodi. Ciascuno di questi insegnanti, in misura diversa, mi ha aiutato nel percorso scolastico. In seguito, con i corsi di improvvisazione organistica di Arcore tenuti da K. Ostrowski, F. Blanc, M. Clerc, T. Flury e W. Seifen ho avuto modo di raggiungere quel di più che mi interessava soprattutto per il proseguimento della ricerca di uno stile personale. Ancora una domanda sull’ispirazione. Come sceglie i testi su cui impostare e dedicare la sua scrittura compositiva? Scrive anche su committenza? Un testo di musica ti attrae per la profondità di significato, per la musicalità già contenuta nei versi e per la possibilità offerta di essere impiegato in alcune circostanze legate al calendario liturgico. Altre volte il testo diventa un tarlo che rode e che non ti lascia in pace e così, magari da un intuizione su come rendere musicalmente un concetto, un'espressione o un'invocazione, nasce il primo nucleo di quella che poi diventerà la piccola o grande composizione. E' accaduto così per il Memorare . Penso che un testo per essere compreso debba appunto diventare un amico, un compagno di strada. Per

quanto riguarda la scrittura su committenza devo dire che giunge dal Seminario di Venegono per gli inni dei nuovi candidati al sacerdozio e poi dalle Edizioni Rugginenti di Milano, dalle Edizioni Carrara di Bergamo e dalle Edizioni Carus di Stoccarda. Molto dibattuto, ancora oggi, è il problema dell’interpretazione musicale. Vi è ancora un’ampia disputa sulla sua natura se sia un’attività creativa oppure semplicemente tecnica. Qual è il suo rapporto con le sue opere, da questo punto di vista? E ancora, una volta rese pubbliche le sue composizioni, ritiene che non appartengano più al compositore, ma all’esecutore, oppure vuole che le esecuzioni rispondano ad una idea precisa riscontrabile dalla partitura? Non so se è azzardato affermare che per la musica si incontrano tre libertà: quella del compositore, quella dell'interprete e quella dell'ascoltatore. Molti grandi interpreti con la loro libertà rendono pienamente ciò che è stato scritto dai grandi compositori e molte volte accade che arrivi anche qualcosa in più. Per quanto riguarda l'appartenenza delle opere penso che ci si debba regolare come con i figli. Una volta generati bisogna lasciare che incontrino il mondo con tutto quello che di positivo e negativo comporta (per la musica dobbiamo intendere ovviamente interpreti bravi e meno bravi). In fondo bisogna mettere poi la libertà degli ascoltatori di gradire e non gradire ciò che viene proposto.

Rubriche

Page 31: A più Voci num. 1 - 2014

333111

I veri valori in ogni caso devono superare la prova del tempo. Dicevamo che la conosciamo molto soprattutto per la sua dedizione alla musica corale. Qual è il suo rapporto col “coro”? Ritiene che debba esserci un approccio e un trattamento di scrittura diverso tra la composizione per coro amatoriale e per coro professionale? Io ho dovuto necessariamente considerare questa diversità tra il professionale e l'amatoriale proprio per poter camminare serenamente con i miei coristi. I cori che dirigo sono a tutti gli effetti cori amatoriali. Pertanto la scrittura che impiego deve permettere di lavorare con serenità attorno ad un progetto che lasci intravedere la piena possibilità di riuscita. Per le pagine più difficili bisogna aspettare l'impegno di compagini corali più preparate. Cosa ne pensa della musica corale di oggi? Per quel che riguarda la composizione penso che sia molto più libera, senza pregiudizi, affascinante e sorprendente. Pensando invece alla musica corale come coralità ed espressione culturale trovo che in Italia stiamo cercando di adeguarci a chi in Europa è molto più avanti, ma il cammino è ancora lungo. Come ultima domanda, le chiedo se può lasciarci qualche suggerimento per i giovani che desiderano oggi

intraprendere il mestiere di “compositore”. Quale consiglio darebbe da seguire? Quando si danno consigli ci si sente già vecchi e quando si dicono dei no a questo

o quello è perché forse noi ci siamo cascati. Proviamoci lo stesso sorridendo un po'. Per quello che ho vissuto e che è valso fin qui per me, direi che non bisogna avere fretta, non bisogna mai smettere di studiare, non bisogna sottovalutare anche la più piccola delle esperienze musicali che si incontrano.

Bisogna cercare poi di essere felici di quello che si fa, sforzarsi di capire qual'è veramente il proprio carisma, riconoscere serenamente i propri limiti e i meriti degli altri, accettare con molto realismo le opportunità che la musica offre, accettare il confronto con gli altri per nuovi stimoli e progetti senza cedere a invidie e gelosie. Non so se è tutto, ma per me questo è già tantissimo.

Rubriche

I veri valori in ogni caso devono superare la prova del tempo.

Page 32: A più Voci num. 1 - 2014

333222

A cura di Irlando Danieli

In tempi di mode effimere, ma anche di nostalgie dubbiose e dubbie, può capitare che le scelte di repertorio di cori anche di buon livello ed egregiamente guidati, possano fatalmente essere influenzate da criteri extra-musicali, magari legati a possibilità pratiche, come quella di aumentare il numero dei concerti. Credo però che, nel complesso ginepraio della musica del nostro tempo - in cui è difficile districarsi - sia importante tenere presente alcuni punti che costituiscono per così dire l’anello di congiunzione tra il passato più glorioso della coralità (e mi riferisco principalmente all’età prerinascimentale e rinascimentale) e la composizione corale di oggi.

Così un coro non è soltanto un organismo al quale è demandato il difficile compito di rendere vivo e sonoro il segno musicale scritto, ma diventa depositario e testimone di questa imprescindibile parte della storia e dell’attualità della musica. Se allora è relativamente facile attingere al passato e segnatamente per quanto riguarda lo stile a cappella, al meraviglioso mondo

rinascimentale, più difficile diventa la ricerca e la cura interpretativa della musica del secolo scorso fino a oggi. Questa oggettiva difficoltà genera spesso atteggiamenti e pregiudizi negativi, con la fatale conseguenza di mettersi al riparo, sì, da partiture senza senso, gratuitamente difficili o facili, prive di valore musicale (e

sono purtroppo davvero tante), ma per contro non permette di avviare una serena e responsabile ricerca di ciò che invece è buono, eseguibile, musicale nel più genuino significato del termine. Vorrei rimanere, in questo articolo, nel tracciato della produzione italiana, allo scopo di dare ai compositori che nel ‘900 si sono riappropriati della composizione corale pura, il posto che loro compete nella storia. E vorrei subito aggiungere che ciò che di questi compositori rimane, e la bellezza della loro produzione, è dovuto in gran parte alla tenacia, volontà e bravura di quelli tra i nostri cori che hanno coraggiosamente e brillantemente portato nei loro concerti e nelle loro registrazioni questo importante repertorio.

Rubriche

l’anello di congiunzione tra il passato glorioso della coralità... e la composizione corale di oggi.

Musica da non dimenticare

[sperimentar cantando]

Page 33: A più Voci num. 1 - 2014

333333

E’ merito loro e dei loro direttori se questo patrimonio non va perduto, né viene sacrificato alle mode. Non è cosa da poco, e mi limiterò al mio silenzio e a una citazione d’autore di fronte alla latitanza di quelle istituzioni pubbliche che perseguono ben altri scopi che la coraggiosa diffusione della musica, che corteggiano, corteggiati, quei compositori di cui Renzo Cresti denunciava una caratteristica inquietante (“quasi tutti si vendono per ricevere qualche misero favore dalla nomenklatura musicale”). Come è noto, la storia della coralità italiana è del tutto particolare e non coincide, almeno sino alla fine del sec. XIX, a quella degli altri Paesi europei. Tra la metà del ‘400, il ‘500 e non oltre la prima metà del ‘600 la produzione italiana sacra e profana si ergeva a modello insuperato.

Ma successivamente cominciò un lento declino, che divenne vistoso nei secoli XVIII e XIX, quando la musica corale perdette la sua forza e si asservì soprattutto al teatro musicale, divenendone parte (non sempre) e non furono più la ricerca contrappuntistica ed espressiva, la ricchezza delle forme e il prorompere di felici madrigalismi, che esaltavano la poeticità dei testi, a condurre il meraviglioso gioco compositivo, ma la necessità pratica di portare il coro all’interno dei teatri. La produzione operistica italiana non aveva, né poteva avere come obiettivo di rinnovare la

tradizione rinascimentale… La coralità si semplificò e tutto divenne spettacolo, spesso (capovolgendo la celebre raccomandazione di Orazio Vecchi nel suo Amphiparnaso) più da vedere che da ascoltare. Dobbiamo dunque arrivare al ‘900 per assistere a un graduale e crescente interesse nei compositori per la composizione polifonica corale pura, una vera e propria “riscossa” finalizzata al riformarsi di una letteratura corale di alto livello. I compositori che diedero respiro e nuova linfa alla tanto attesa rinascita furono molti, alcuni famosi, altri che rimasero nascosti e defilati, magari alla guida, come direttori e organisti, di corali attive in piccoli centri. A dimostrazione che il cammino della musica è disuguale e discorde, ed è alimentato dalle più diverse forze. Proposte e linguaggi diversificati, ma il fervore di quegli anni si trasmise al resto del

secolo per giungere fino a oggi presso quei compositori che hanno saputo raccogliere le variegate eredità principalmente di Luigi Dallapiccola, Goffredo Petrassi, Gian Francesco Malipiero, Giorgio Federico Ghedini, Ildebrando Pizzetti, Bruno Bettinelli. Ho conosciuto personalmente soltanto due di questi musicisti: Ghedini (quand’era direttore del Conservatorio di Milano,

Rubriche

... il cammino della musica è diseguale e discorde, ed è alimentato dalle più diverse forze.

Page 34: A più Voci num. 1 - 2014

333444

ma ero ancora un ragazzino) e Bettinelli (come allievo dello stesso Conservatorio, del quale poi sarei diventato docente di Composizione), e così mi sono chiesto quali pezzi della loro produzione un direttore potrebbe oggi ancora scegliere per dare lustro ai concerti del suo coro, rimanendo, per restringere questa ipotetica selezione, nell’ambito delle musiche corali su testi in latino. Sceglierei dunque, di G.F. Ghedini, i Tre Responsori per il tempo di Pasqua. Pagine di grande ricchezza espressiva, strutturate in forma tripartita (responsorio-versetto-responsorio) su testi, già molto cari ai polifonisti rinascimentali, tratti dai Responsori delle tenebre in uso nella Settimana santa. L’accordalità si alterna a passi cromatici, conferendo drammaticità alla polifonia tesa ad esprimere l’abbandono e il dolore. Nell’esempio, tratto dal 2° dei Tre Reponsori, si evidenzia l’ascesa dei soprani, nell’ambito di nona minore (miss. 16-18), con rincorrersi di armonie costruite su nota pedale reiterata dei bassi, in corrispondenza del cresc. generato dalla terzina omoritmica di mis.16. Il dim. porta a un conclusivo, arcaizzante accordo vuoto.

G. F. Ghedini: Drei Responsorien für die Fastenzeit - L. Schwann, Musikverlag, Dusseldorf (ed. nr. 1561): n.2, "O vos omnes, qui transitis per viam...", miss.15-20

Per B. Bettinelli, che, come ho già detto, ho conosciuto al tempo dei miei studi al Conservatorio di Milano e di cui mi onoro di essere diventato collega per molti anni, la ricerca è stata più difficile, a fronte della sua grande e multiforme produzione. Alla fine, come a bilanciare i responsori ghediniani, mi sono orientato verso tre mottetti per coro misto a quattro voci, nei quali richiami modali e densità armoniche ricche di dissonanze si uniscono in un gioco polifonico di vera ricchezza espressiva: Domine exaudi, su versetti del Salmo 102 musicati in forma di mottetto, con ripresa dell’incipit alla fine (da mis. 33); Dextera Domini, dal Salmo 117, che richiede grande forza vocale nel suo drammatico climax (dal cresc. di batt. 41 al dim. di 48); Domine convertere, quinto versetto del VI Salmo penitenziale, quasi in forma di corale, dalla bella e severa cantabilità.

B. Bettinelli: Dextera Domini - Ed. Carrara n. 4108: miss.40-48

Rubriche

Page 35: A più Voci num. 1 - 2014

333555

Questi sei brani – che ho pensato di poter inserire in un ideale concerto – ne potrebbero costituire egregiamente una parte, riservando l’altra ad altri repertori del passato e del presente. Mi viene in mente in questo momento una delle ragioni addotte nella scelta circoscritta di repertorio (vuoi di generi, periodi storici o addirittura di autori) da parte di alcuni cori: la cosiddetta specializzazione. Io penso che questa scelta, soprattutto quando sia vissuta rigidamente, porti fatalmente a una dimensione ridotta della conoscenza, alla privazione dello sperimentar cantando. Forse è invece importante considerare che viviamo in un tempo in cui la complessità della storia e la varietà (pur da selezionare con molta cautela) della produzione presente siano elementi vitali per dare spirito, anima e bellezza alle formazioni corali, se è vero, come vero dovrebb’essere, che riunirsi in nome della coralità vuol dire anche dare maggior senso alla propria esistenza. Vorrei concludere questo scritto, che non vuole essere polemico ma costruttivo, ricordando brevemente un fatto personale e la “storia” di un mio brano corale, Canto dei neofiti nella catacomba”, composto in età preadolescenziale e portato, assieme ad altri miei primi lavori, all’esame di ammissione al corso di Composizione al Conservatorio di Milano. Mi ricordo bene l’emozione, l’ansia e la paura di fronte alla commissione, di cui facevano parte (ma lo scopersi dopo) anche i Maestri Bettinelli e Franco Donatoni: quest’ultimo sarebbe diventato il mio docente. I miei fogli

passavano di mano in mano e sentivo le stesse domande che io stesso avrei poi fatto, come insegnante, ad altri ragazzi con le mie stesse aspirazioni. Mi fecero qualche elogio e io ne fui estasiato, ma ancor più incredulo e impaurito…

I. Danieli: Canto dei neofiti nella catacomba - proprietà dell'autore (dep. Siaie): ultime 6 miss.

Il Canto dei neofiti nella catacomba, del quale ancora gelosamente custodisco il manoscritto – datato 23 marzo 1960 – è rimasto chiuso nel mio cassetto per quarantasette anni… finché ha avuto la sua prima esecuzione al Conservatorio di Milano durante il concerto finale di un Diploma di triennio di Direzione di coro, nel 2007. Da allora qualche apparizione nel mondo corale gli è toccata: per me è come un piccolo fiore dalla piccola fioritura tardiva, che mi ha dato una insperata gioia. Quale sorte, a volte, tocca alla musica! Irlando Danieli Compositore, docente di Composizione al Conservatorio di Milano e al Biennio di specializzazione in Musicologia presso l’Università statale di Milano

Rubriche

Page 36: A più Voci num. 1 - 2014

333666

A cura di Marisa Viviani

Se è vero che da oltre trent’anni i canti popolari bresciani non comparivano più nei programmi dei gruppi corali della nostra provincia, la pubblicazione di due libri, appositamente dati alle stampe per il loro rilancio, dovrebbe essere un incentivo per riportarli a pieno titolo nei repertori (1).

La pubblicazione dei due testi rientra infatti in un progetto di recupero e tutela del patrimonio corale popolare che l’USCI di Brescia sta sostenendo da alcuni anni.

Dopo il successo del primo volume ecco dunque il secondo, che presenta 40 canti, di cui 30 elaborati appositamente per il libro su musica originale da musicisti bresciani

incaricati, e 10 brani di preesistenti elaborazioni di musicisti bresciani e non. Questo secondo volume fa riferimento a svariate fonti documentarie e a generi diversi, caratterizzati da una modalità interpretativa che ne specifica la brescianità, definita non dai repertori ma dal modo di interpretarli, che per il bresciano è la polivocalità per terze parallele tra le due voci principali, el prim e ’l second, e la modalità caratteristica di entrata delle voci secondarie, el bass e ’l sopranì.

L’importante ricerca porterà 20 canti bresciani del primo volume e 25 canti del secondo nei concerti della rassegna corale l’InCanto dell’USCI Bresciana, riportando finalmente nei cori i nostri repertori dopo una lunga assenza e dimenticanza. Grande soddisfazione insomma per il successo dell’iniziativa e anche molta gratitudine verso i numerosissimi collaboratori che hanno contribuito gratuitamente alla realizzazione del libro, musicisti e gli stessi curatori compresi, e verso la rivista BresciaMusica, che da lungo tempo aveva avviata la raccolta dei canti bresciani.

Il secondo volume è stato presentato al San Barnaba di Brescia il 4 ottobre scorso, con la partecipazione del Coro Beorum di Bagolino, dei Contradaioli di Manerba del Garda e del cantastorie bresciano Francesco Braghini.

(1) Ziliani T.- Bertolotti E. (a cura di) , Canti Popolari Bresciani vol. I - II, Liberedizioni, 2011 – 2013.

Pubblicazioni editoriali e discografiche

Brescia InCanto con i Canti Popolari Bresciani

Page 37: A più Voci num. 1 - 2014

333777

A cura di Luigi Fertonani (critico di Bresciaoggi) La composizione incompiuta di Franco Margola era destinata a un organico molto impegnativo per orchestra, tre cori che rappresentavano i devoti popolani, i pastori e i cori angelici, oltre a “Una Voce” e al personaggio narrante di Eglo.

Margola aveva già portato a buon punto il progetto sul testo di Roberto Pancari, basta guardare l’inizio, con la linea melodica che accompagna l’esordio della voce narrante di

Eglo: Tommaso Ziliani ha preso questa parte manoscritta e l’ha attribuita al violino e al violoncello, proseguendo con parti destinate ai fiati (flauto, oboe, clarinetto e fagotto) e all’arpa, ricavandole dal manoscritto originale. Ziliani ci porta quindi a una scelta cameristica anche se con ben sette strumenti oltre alle voci non risulta eccessivamente riduttiva e anzi, con la varietà dei timbri scelti, ben rappresenta i colori orchestrali che certo l’autore immaginava. Ovviamente Ziliani non si è limitato a una semplice trascrizione delle parti già scritte: in molti casi ha dato corpo agli abbozzi di Margola con una serie d’interventi. Ad esempio quando la voce di Eglo nella quarta parte della Cantata ha bisogno di un supporto, sulle parole “Voce d’angeli riaccende la gioia di questa notte”, prima della ripresa dell’”Adoremus Dominum”, che con la linea melodica affida il testo prima alle voci bianche e poi con le varie sezioni al coro misto; in questo caso Ziliani riprende figurazioni già usate in precedenza. Particolare l’intervento nella parte finale della partitura che nonostante la semplicità degli schizzi lasciati da Margola assume quel carattere trionfante suggerito dal testo alleluiatico che corona ottimamente la Cantata.

Una Cantata per la Notte di Natale

Pubblicazioni editoriali e discografiche

Page 38: A più Voci num. 1 - 2014

333888

A cura di Andrea Natale L'Associazione Musicale Licabella di Rovagnate che, con la sua formazione più antica, il Gruppo Corale Licabella, ha festeggiato nel 2013 i suoi 25 anni di attività corale, ha pubblicato un doppio CD intitolato Luce, che raccoglie 28 brani incisi con le tre formazioni con cui si esprime regolarmente: il già citato coro misto, l'Ensemble Femminile Fonte Gaia (costituito nel 2002) e I Piccoli Cantori delle Colline di Brianza, attivi dal 1996. È la stessa Floranna Spreafico, fondatore e direttore dei tre cori, a spiegare nell'introduzione che « I brani che abbiamo

voluto inserire in questo CD testimoniano le scelte artistiche degli ultimi anni e sono stati incisi in momenti diversi […] Come tutti possiamo constatare, lo stile di vita sta rapidamente mutando e ciò si riflette inevitabilmente anche sugli organici delle associazioni di tipo culturale, come la nostra, che da sempre vivono in primo luogo grazie alla presenza, alla passione e all'impegno di coloro che ne fanno parte […] ». Uno spaccato di vita artistica dunque di questa bella e qualificata realtà corale della provincia di Lecco, stimata e apprezzata da pubblico e critica, con numerosi premi al suo attivo ottenuti nei più importanti concorsi corali nazionali e non, che fanno delle formazioni del Licabella il coro lecchese e uno dei cori lombardi più importanti e di livello artistico del nostro territorio. Le scelte repertoriali della Spreafico sono di fatto eterogenee ma accomunate dalla scelta di autori di livello, noti in senso storico, o di fama internazionale o comunque nazionale, siano essi in veste di autori originali, siano in quella di arrangiatori. Hanno collaborato con il coro per il progetto discografico Emi Comi (al pianoforte e al flauto dolce), Giorgio Spreafico (al pianoforte) e Damiano Cricrì (al flauto traverso). Registrazioni realizzate da Nicola De Giorgi.

Pubblicazioni editoriali e discografiche

Associazione Musicale Licabella di Rovagnate: Luce (2 CD)

Page 39: A più Voci num. 1 - 2014

ApiùVoci

Page 40: A più Voci num. 1 - 2014