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Tesi di Laurea di Lucia Becca Corso di Laurea in Comunicazione&Marketing Anno Accademico 2007-2008 DESIGN + REGOLE E SUGGERIMENTI PROGETTUALI AL DESIGNER E ALLA PRODUZIONE

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Design+/ regole e suggerimenti progettuali al designer e alla produzione

Tesi di Laurea di Lucia BeccaCorso di Laurea in Comunicazione&Marketing

Anno Accademico 2007-2008

DESIGN +REGOLE E SUGGERIMENTI PROGETTUALI AL DESIGNER E ALLA PRODUZIONE

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DESIGN +REGOLE E SUGGERIMENTI PROGETTUALI AL DESIGNER E ALLA PRODUZIONE

Tesi di Laurea di Lucia BeccaCorso di Laurea in Comunicazione&Marketing

Anno Accademico 2007-2008

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INDICE

RAGIONI DEL PROGETTO 7 RICERCA STORICA 12

ANALISI DEL CONTEMPORANEO 32

IL PROGETTO 45

BIBLIOGRAFIA 62

SITOGRAFIA 63

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LE RAGIONI DEL PROGETTO

Nella progettazione degli oggetti di design, per anni dominata dal ma-schile, si è spesso dimenticato che uomini e donne non sono uguali. La prevalenza maschile in questo settore ha generato un rapporto tra gli oggetti della casa e il femminile molto spesso fatto di incompren-sioni, malintesi, litigi. Nonostante la situazione si sia evoluta con un aumento sempre crescente delle donne designer, la maggior parte dei progettisti non da ancora valore all’ottica di genere, con la tendenza a pensare un utente unico che tende ad essere più vicino al modello ma-schile.Oggi il consumatore (o consum’autore, cosi definito dal sociologo Fran-cesco Morace) non è più un consumatore passivo che si adegua alle offerte ma protagonista anche in termini creativi: la valorizzazione del pensiero femminile, multi-soggetto e quindi contemporaneo, può garantire uno sviluppo innovativo dato dalla rivalutazione della storia, che è esperienza, e dall’emergenza della cronaca (dettata dalla percentuali di incidenti domestici).La tesi analizza e sviluppa il concetto di ottica di genere nell’ambito della progettazione di spazi, arredi e uténsili: il progetto si impadronisce di una prospettiva di genere per approfondire il rapporto tra il femmnile, target di progetto, e la progettazione di oggetti per la casa.Il pensiero femminile è protagonista: la maggior parte delle decisioni riguardo agli acquisti ‘per la casa’ è fatta dal femminile. Il mercato vuole approfondire il rapporto con il consumatore, o meglio con la consumatri-ce, e capirne desideri, volontà, sentimenti.

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MISSION

L’obiettivo della tesi è di sviluppare una scheda-pilota, destinata ai desi-gner e alla produzione, matrice per una progettazione che rispetta l’ottica di genere. I valori della scheda dipendono dall’esigenza del femminile, soggetto contemporaneo, di ri-stabilire i valori di progettazione nel design per motivi di sicurezza, economia, salute,..La tesi s’interessa in particolare della progettazione in ambito domestico perchè spazio femminile, ciò non toglie che altri potenziali ambiti possa-no essere interessati alla scheda.La scheda vuole essere uno strumento utile alla progettazione.

DESIGN+&Co.

Il progetto si rivolge a:ADI, Associazione Disegno IndustrialeAIDIA, Associazione Italiana Donne Architetti e Ingegneri MINISTERO DELLE PARI OPPORTUNITA’TUTTE LE AZIENDE DI DESIGNTUTTI I DESIGNER

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MINDSTYLE DI RIFERIMENTO

- GENDER & GAMBLEIl maschile e il femminile si incontrano: l’ identità assume una complessi-tà mai conosciuta. La sperimentazione del maschile come recupero del rischio. Recupero dell’ antica femminilità. Femminile legato alla debolez-za: maggiore sensibilità e dipendenza che da origine a una grande intui-zione. Il femminile si mette in gioco. Mescolanza di generi. Il femminile ha una nuova incidenza sul contemporaneo. L’eterogeneità dei ruoli e dei compiti della donna all’interno della società, del lavoro e della fami-glia delineano la sua identità come soggetto multiplo. Il maschile non è soggetto multiplo: ha meno capacità di adattamento, è paralizzato nella sua figura unica e intatta. La relazione tra i sessi, soprattutto nella socie-tà occidentale, attraverso lo scambio di compiti e ruoli, contribuisce a far crescere virilità e femminilità non più in stretta opposizione tra loro, ma in un gioco di specchi dove le caratteristiche più salienti dell’uno vengono re-interpretate dall’altro. L’identità femminile contiene culturalmente un universo simbolico che vive sia al passo con i tempi, sia in stretta relazio-ne con il passato.

- DEEP & DAILYContro le banalità del quotidiano, alla ricerca della straordinarietà. Toglie le barriere tra cultura, vita, pubblico e privato, soggettività e socialità, istituzione e fenomeni spontanei. Approfondimento di fenomeni quoti-diani, necessità di nuovi stimoli tramite le relazioni affettive, esaltazione dei piaceri minimi. La famiglia come nuovo luogo di creatività razionale, capovolgimento dei luoghi formativi. Desiderio di vivere con poesia e intensità la relazione.

- CRUCIAL & CORRECTIl diritto alla differenza, comportamenti politically correct. Considerata inaccettabile una politica aziendale di sfruttamento, immorale. Pari op-portunità, dignità, diritto alla salute. Attenzione verso le aree critiche: solidarietà internazionale, senso delle culture locali, diritto alla privacy, senso delle culture orientali, difesa della propria cultura, sensibilità per i disabili e i deboli, preoccupazione per i nuovi esclusi dell’ era digitale. Ri-spetto reciproco. Attenzione verso i soggetti della nuova società e verso gli anziani. Interesse verso i progetti di legge contro le violenze. Impor-tanza ai valori dell’ uguaglianza, del corretto rapporto prezzo- qualità- valore. Grande attenzione ambientale. Il lusso del futuro è considerato il silenzio e l’ intimità.

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Intervista a Maria Satta* di Progetto Donna*Maria Satta, responsabile dei progetti europei e dell’ Area Consu-lenza e Ricerca di Progetto Donna, Centro studi per la ricerca e lo sviluppo delle pari opportunità.

- L’INTERVISTA DI SEGUITO E’ LA RIELABORAZIONE DI UNA CHIACCHIERATA QUINDI NON RIPORTA LE PAROLE ESATTE DELLA PERSONA INTERVISTATA -

Cosa vuol dire ‘ottica di genere’?Il tema dell’ ottica di genere è supportato da due concetti fondamentali: le pari opportunità e il valore della differenza. Non si può parlare di ottica di genere se non si considerano i pari diritti e le pari opportunità per uomini e donne, considerandoli soggetti uguali e diversi.Sul piano delle pari opportunità negli ultimi 30 anni sono stati fatti grandi passi avanti, ma per quanto riguarda il riconoscimento delle differenze, senza scadere negli stereotipi, siamo ancora molto indietro. Le pari op-portunità possono essere addirittura nocive se non tengono conto delle diversità di genere.L’ottica di genere indica quindi un approccio a qual si voglia area d’inte-resse (gestione d’impresa, progettazione di oggetti, certificazioni di qua-lità,..) che tiene sempre presente e valorizza le differenze di genere e i pari diritti tra uomini e donne.

Come si sta muovendo l’Unione Europea riguardo all’ottica di gene-re?L’Unione Europea da anni è attiva sul tema dell’ottica di genere e quasi sempre ne tiene conto all’interno delle sue politiche, programmi, diretti-ve; lo stesso vale per le pari opportunità tra uomini e donne (2007 anno europeo delle pari opportunità per tutti).Prossimamente sarà presentato all’Unione Europea il progetto ‘Gender Design for SMEe: gli obiettivi del progetto sono di comunicare il GD nei Paesi dell’Unione e diffonderne il Know How.

Che cos’è il Gender Design?Il Gender Design è l’integrazione di un prospettiva di genere (Gender Perspective) nello sviluppo dei prodotti e dei servizi.L’alto numero di incidenti domestici ma anche il ‘cattivo’ rapporto del fem-minile, ma non solo, con gli oggetti della casa ha portato ad interrogarsi su cosa fare per migliorare questi prodotti.In particolare le donne si trovano a confrontarsi con oggetti pensati e pro-gettati da una mentalità maschile che spesso non tiene conto di differenti abitudini, differenti caratteristiche fisiche (un uomo ha molta più forza di una donna), differenti bisogni.

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Il mondo oggi si trova a dover fare i conti con un soggetto femminile nuo-vo che non si dedica più solo alla cura e alla gestione della casa e della famiglia ma si dedica agli studi (con ottimi risultati) e al lavoro.Il Gender Design promuove una progettazione che tiene conto di chi usa il prodotto, di come lo usa e per cosa, di cosa ha bisogno chi lo usa e cosa si aspetta.Il GD vuole diventare un marchio di qualità per i prodotti di design

Come si comportano le aziende rispetto all’ottica di genere?Le aziende sono ancora molto indietro per quanto riguarda la gestione delle diversità e la promozione delle pari opportunità. Sempre più negli ultimi anni le aziende si sono trovate a fare i conti con una ‘nuova’ forza lavoro non più unicamente maschile ma anche femmi-nile. Le aziende sono nate a misura d’uomo e non di donna, e non sono cambiate molto da allora: il soggetto femminile si scontra con questa struttura fatta di orari, gestione degli spazi e del tempo che non le appar-tengono. Nel giro di tre generazioni la concezione di lavoro femminile è cambiata. Se prima lavorare era una vergogna ora è una necessità, una necessità di indipendenza, di autonomia.La rivoluzione per il femminile è arrivata con il boom dell’istruzione, se-condo dopoguerra, da li in poi è stato un continuo crescere. Ad oggi le donne laureate sono di più degli uomini, si laureano prima e con voti migliori. La posizione sociale della donne è totalmente cambiata e l’uomo si trova di fronte un soggetto che non riconosce, non è come gli hanno insegnato.Il nuovo soggetto femminile si scontra con una società ‘limitata’ nei suoi confronti che ancora fatica a concepire la donna in alcuni ruoli, ambiti e non tiene conto delle differenze.L’introduzione dell’ottica di genere nella gestione delle aziende rappre-senta un valore aggiunto, cosi come la presenza femminile nel campo lavorativo.

Quali sono le prospettive future per l’ottica di genere?Non è facile rispondere perché se da un lato le donne saranno sempre più numerose, preparate e desiderose di avere giusti riconoscimenti in termini di carriera, sviluppo, remunerazione,....dall’altra, il processo di consapevolezza della necessità e ritorno in termini di business per le aziende che adottano politiche di uguaglianza di genere, stenta ad af-fermarsi perché troppo ancorate a vecchi schemi, perché i cambiamenti sono sempre difficili, perché l’ottica del ‘la donna per l’azienda è un co-sto’ è ancora molto diffusa.

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RICERCA STORICA

La ricerca storica percorre in maniera trasversale la storia del design soffermandosi sulle figure più significative che, indipendentemente dal loro essere donne o uomini, hanno saputo accogliere anche il femminile per la progettazione. I/Le designer scelti hanno delle caratteristiche che li avvicinano al tema della tesi: la scelta di un materiale, l’attenzione per un dettaglio, particolari forme, ... che sottolineano un’attenzione capace di ascoltare l’esigenze del femmnile e riportarle nel progetto.Gli elementi ricercati nella oggetti, illustrazioni, testi di design sono: LA LEGGEREZZA, L’ECONOMIA, LA BASSA MANUTENZIONE, LA SICUREZZA, LA DURABILI-TÀ, LA COMUNICAZIONE, LA MULTI-USABILITÀ, L’ATTENZIONE PER LA SENSIBILITÀ E LA CULTURA FEMMINILE

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Nel panorama internazionale troviamo la designer irlandese Eileen Gray (1878-1976). L’indipendenza e l’originalità del suo pensiero e del suo agire disegnano un percorso personale e artistico del tutto particolare. Figura anomala, personalità fuori del comune, è considerata una delle madri dell’architettura del secolo XIX. Attenta osservatrice dei gesti quotidiani, ha la sensibilità di cogliere le esigenze e la sapienza di dedurrne soluzioni spaziali.Negli oggetti disegnati per la casa-vacanze in costa Azzurra (E.1027 - Roquebrune, 1926-29) mostra chiaramente la sua particolare attenzione per l’utente finale. Disegna e realizza per il suo compagno lo specchio satellite, uno specchio tondo incorniciato da un tubolare metallico e stu-diato apposta per agevolare l’operazione della rasatura. Infatti, intarsiata nella superficie e un po’ decentrata, si trova una sorgente per l’illumina-zione frontale del viso, ma schermata da un vetro smerigliato affinché non sia abbagliante. Sul lato della cornice è incernierato un braccio mo-bile che sorregge uno specchietto tondo e più piccolo: appunto un “satel-lite” dello specchio maggiore utile per il taglio dei capelli fai-da-te.

Allo stesso modo disegna il tavolo da pranzo double-face: uno dei lati è rivestito di su-ghero per eliminare il rumore fastidioso dei piatti e per po-ter servire tranquillamente il thè in un servizio di finissima porcellana. Il tavolo è studiato ‘leggero’ cosi da poter essere facilmente spostato in terraz-za.

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Per la designer un mobile deve essere pratico e confortevole ma mai pu-ramente funzionale, è molto attenta a bilanciare le qualità estetiche di un oggetto con la sua funzione. Cerca di rendere la vita più semplice: i suoi oggetti sono immediatamente “leggibili”.Nei suoi oggetti di design aggiunge sempre un tocco di humor e ironia. Tutti i suoi pezzi, tuttavia semplici, hanno una individualità distinta.Se da un lato cerca il comfort dall’altro cerca la libertà: i tavoli devono poter essere messi tutti insieme per creare una grande superficie per cena, le gambe devono poter essere accorciate o allungate a seconda dell’altezza delle sedie, in un movimento una scrivania può diventare un tavolino da caffè,..

1920 circa. Cèntimètre. Tappeto decorato con i centimetri.

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1925/28 Tavolino E.1027

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Gio Ponti (Milano 1891 – Milano 1979) è stato un architetto e desi-gner italiano.La sua progettazione accoglie en-trambi i generi.La sua celebre collaborazione con Richard-Ginori è simbolo del suo rispetto e attenzione per le donne: le sue celebri ceramiche amate molto dal femminile, hanno fatto la fortuna dell’ azienda.Oggetto-simbolo della sua atten-zione per il femminile è la sedia superleggera.

1923 Ceramiche e porcellane per Richard-Ginori

1957 Sedia superleggera per Cassina

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Nel suo libro Amate l’architettura, 1957, dedica un capitolo alle donne e alla loro influenza positiva nel modo di affrontare le situazioni, i problemi. Dall’in-contro con quattro donne nasce un racconto poetico dell’influenza del pensiero femminile nell’ambito della progettazione.

Capitolo “Donne e Architettura” (dalle donne ho imparato più cose - parlo d’ar-chitettura - ecco quattro episodi donneschi)

donna primami sforzavo un giorno con porte e separazioni di isolare una “stanza per bimbi” perchè il loro chiasso (pensavo) non giungesse negli altri locali, e sino all’in-gresso; avevo la testa piena di ubbie teorico-tecniche d’architettura: separazio-ni, coibenze, quartiere dei bimbi, ecc.disse Elzy, ungherese, “ma non è bello entrando in una casa sentire subito voci di bimbi?”: capii l’idiozia di chiuderci nei pèroblemi di disimpegno, di afoni-cità (astrazione), e di linguaggio; e quanto ciò ottunda mente, spirito, animo e sensi dell’Architettura; e cuoredonna secondaIda, italiana (anche ciò conta) discorrendo del caminetto nella camera da letto mi disse: èm voluttuoso, addormentarsi mentre palpitano fra le ceneri le ultime luci d’un fuoco e se ne vedono solo, sulle pareti, sul soffitto i riflessi: (io Archi-tetto, avevo pensato al caminetto solo come ad un fatto plastico nel volume della stanza!il mio era un caminetto spento: non avevo pensato al fuoco: lei si)

donna terzaa Nennella, napoletana (ciò conta moltissimo, è italiana due volta) descrisse il camino come lo realizzo Jean Michel Frank, l’esteta-architetto che si uccise:un’apertura quadrata nella parete, senza bordi, al limite estremo della sempli-cità: le dissi: il camino perfettorispose: io voglio invece intorno alla bocca del camiono dei rilievi; la fiamma vi si deve riflettere e vi deve giocare e moltiplicarsi: fuoco è fuocoragione sua, torto di Frank e mio; concezione, la nostra, del “camino- senza-fuoco-e-senza-nessuno-che-lo-miri”pericolo di tanti Architetti moderni (fare senza vita, senza fuoco)

(come quando dispongo geometricamente gli arredamenti, con le poltrone in fila, e, fanno vetrina e non vita: disse Strnad, architetto maestro: un ambiente deve essere arredato in modo che spostando comunque i suoi mobili sia sem-pre bello, paia ancora in ordine; sia cioè vivo)

donna quartadissa Jadwiga, (polacca): la funzionalità deve essere presupposta, e implicita, ma non è termine dell’Arte Architettonica: in un vestito, anche un brutto vestito, ai bottoni corrispondono sempre gli occhielli, alle braccia le maniche; funziona ma non ciò non toglie che il vestito possa essere orribile, importabile: la sua bellezza è questione di gusto e di taglio (arte), non di funzionalità

1923 Ceramiche e porcellane per Richard-Ginori

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disse ancora: io saprei fare un appartamento materialmente funzionalissimo ma materialmente invivibile, come quei vestiti “che non si possono portare” (molto “donna” il paragonare tutto ai vestiti)

(esiste dunque, o ragionante Jadwiga, una funzionalità della forma in sè, oltre la funzione; ossia la forma ha una sua ulteriore funzione pratica-poetica, quel-la di farci piacere nell’usarla, e questa funzionalità deriva da una sua armo-nia con i nostri sensi (piacere) e non con il solo nostro cervello (utilitarietà): è idiota da parte nostra non considerare i sensi - queste facoltà più misteriose del pensiero che corre invece per le strade senza mistero della logica, queste facoltà acute, duttili, vere, profonde, reali, sincere, senza inganni - come parte dell’intelligenza: senza i sensi, con la sola intelligenza non si capisce nulla

le donne (sensi), capiscono più di noi uomini (cervelli): come le coeur a des raisons que la Raison ne connait pas, cosi i sensi hanno una razionalità che la Razionalità non conosce

(anche le donne si perdono, sono davvero perdute, quando si mascolizzano intellettualmente, quando si lasciano contaminare dal raziocinio maschile origi-ne di tutte le disgrazie, peccato originale)

(Eva offre sempre, sorridendo, solo un pomo puro e semplice da mangiare ad Adamo: quell’idiota molte volte prende invece un trattato su come mangiare il pomo: comincia la catastrofe)

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Franco Albini (1905-1977): la sua posizione-cerniera fra l’artigianato e la produzione seriale lo hanno definito l’inventore della professione del designer. Grande architetto ma anche grande progettista, è riconosciuto come uno dei più importanti maestri dell’epoca moderna.Definito da Cesare De Seta “l’architetto degli equilibri instabili”: i suoi og-getti si distinguono per un dettaglio che genera equilibrio anche dove non te lo aspetteresti. Ricorrenti nei suoi lavori il tema dell’incastro e della connessione: per mantenere l’oggetto in tensione egli usa schemi di raccordo, linee interse-cate. Albini è un progettista ossessivo: non abbandona un progetto finchè non ha esplorato tutte le soluzioni possibili, un perenne work in progress, un lungo processo fatto di aggiustamenti progressivi, correzioni, continue verifiche e messe a punto.Per la nota sedia Luisa il lavoro di affinamento è durato quasi una ventina d’anni.Albini lavora per sottrazioni e alleggerimenti, ne è un esempio la libreria Veliero. A volte sembra voler sfidare la forza di gravità: tavoli, sedie, librerie sono accomunate da linee sottili, incroci strategici e tiranti.E’ ricorrente in Albini il fatto di non capire a prima vista il principio compositivo e strutturale dell’oggetto, rimanendo pur chiara la sua fuinzione. Tutti gli oggetti di Albini partecipano ad dimensione narrativa, la narrazione fa parte del loro codice genetico.Rigore assoluto della progettazione, essenzialità del linguaggio e conoscenza profonda dei materiali.

Tavolino Cicognino, 1954 (produzione Poggi)

Libreria LB7, 1957 (produzione Poggi)

Tavolo TL2, 1952, (produzione Poggi)

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Luigi Caccia Dominioni (1913) architetto, designer, urbanista. Un “ar-tigiano virtuoso” che dimostra una straordinaria versatilità a cambiare registro e scala d’intervento in relazione agli specifici casi e una divertita passione per la sperimentazione dei materiali.Il linguaggio di Caccia testimonia una profonda conoscenza e attenzione nell’uso dei materiali e una propensione alle linee rigorose.Il suo metodo è assolutamente industriale e il progetto è pensato per la serie.Si dichiara un piantista poichè il progetto nasce dalla pianta; cosi pure il progetto degli arredi nasce dalla sua particolare attenzione alla vivibilità degli spazi: IL DESIGN SI MISCHIA ALLA PIANTA.

Dice: “Io sono un piantista: nel senso che sulla pianta ci sono, ci muoio, sia che si tratti di un palazzo per uffici che di un appartamento di sessan-ta metri quadri... Sono architetto sino in fondo e trovo l’urbanistica ovun-que... In realtà l’appartamento è una micro-città, con i suoi percorsi, i suoi vincoli, gli spazi sociali e quelli privati. Mi sono sempre appassionato agli spazi piccoli e ho sempre dato l’anima per farli sembrare più grandi, ad esempio allungando i percorsi, contrariamente a una certa tendenza che tende a ridurli. L’ingresso diretto in soggiorno non lo amo perché non riserva sorprese, mentre il compito dell’architetto, io credo è anche quel-lo di suscitare un succedersi di emozioni... I miei ingressi, le mie scale, persino i mobili sono soluzioni urbanistiche”.

Tavolo Scalfato e Tavolo Alzabile - produzione Azucena, 1981.In questi due tavoli ritroviamo il gusto del designer nel realizza-re oggetti che diano la possibi-lità di trasformare la casa se-condo diverse configurazioni, in base al mutare delle esigenze nell’arco della giornata.

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Lampada da poltrona Nelly - produzione Azucena, 1979.“Elegante certo, efficace ovvio, eccentrica soprattutto”.Una piccola lampada per leggere in pol-trona nata da una ‘soluzione arrangiata’: ridisegna l’oggetto “scoperto”, una lampada “brutta ma molto funzionale”, conservando le sue caratteristiche di semplicità.

Lampada da tavola Ventola - produzio-ne Azucena, 1991Una piccola lampada da tavolo che sottende un pensiero raffinato: il corpo della lampada in rame e ottone è taglia-to obliquamente per avere la possibilità, a seconda della posizione, di vedere o meno la lampadina.La forma dell’oggetto ricorda quella di una candela ma anche elementi mecca-nici, parti di motore, una ventola appunto.

Monachella, 1953 - produzione AzucenaLa funzionalità si sposa con la semplicità in un pezzo di grande valore evocativo.Il gambo sottile termina con un piccolo anel-lo per agganciare la presa.

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Nella storia del design affiorano casi esemplari di donne che hanno sa-puto affrontare la progettazione con un’attenzione speciale per il femmi-nile. Di seguito due designer che si sono formate in un clima, quello degli anni ‘50-’60, dove per una donna essere architetto o designer non era cosi scontato ma nonostante questo hanno lasciato un importante segno nel-la storia e hanno saputo dar voce alla loro identità femminile come punto di forza nella progettazione.

La testimonianza di Anna Castelli Ferrieri (1920- 2006) è importante soprattutto per il suo interesse nei materiali artificiali e composti: in par-ticolare la plastica. L’uso di questo materiale e la possibilità di sperimen-tarlo in ogni sua qualità, colore, forma, nasce da una speciale collabora-zione ventennale con l’azienda Kartell.“Ci siamo accorti che la materia corre più veloce dello spirito e che dob-biamo tornare ad occuparci del mondo fisico, delle cose, perchè sono loro che cambiano la vita e il modo di pensare della gente” (1990, Un nuovo linguaggio per le materie plastiche).La progettazione della Ferrieri nel campo del disegno industriale si è concentra soprattutto sul panorama domestico: i suoi obiettivi primari erano quelli di dare risposte alle esigenze quotidiane della gente, di indi-viduare nuove tipologie di prodotto, soluzioni formali e tecnologiche inno-vative e rinnovare cromaticamente il paesaggio domestico.La sua prima preoccupazione era l’utente finale: in un intervista del 1991, consapevole del fatto che le donne costituivano (e costituiscono) l’utenza maggioritaria, sottolinea l’importanza di capirne il linguaggio, i desideri e l’importanza della presenza di designer donne come interpreti professio

serie di fioriere con ruote stampate ad ine-zione ABS, 1970.Le prime fioriere al mondo fornite di ruote.Componibili, Kartell, 1967-1968

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nali di questi desideri.La conferma del profondo feeling tra le donne e la plastica arriva nel 2003 dalla quarta edizione di “Plastiche 3° Millennio”, il Convegno pro-mosso da Federchimica Assoplast. Il presidente di Assoplast, Piero Raf-faelli, afferma: “Le ricerche demoscopiche che costantemente conducia-mo dal 1989 ci confermano che le donne hanno un loro vissuto specifico della plastica”.Infatti i dati confermano il buon rapporto tra donne e plastica che nasce da una esperienza consapevole e diretta: è leggera, facile da pulire, può assumere infinite forme e colori.

Definita la gran dama dell’architettura italiana, Franca Helg (1920-1989), è riconosciuta come una figura centrale nella storia dell’architettura italia-na del ‘900 grazie alla sua forte personalità di progettista.Il suo carattere progettuale è definito di “rigore con dolcezza”: “noi vediamo che Franca Helg riesce a dare un tocco di maggiore suasività e dolcezza a certe operazioni di restauro” (Alcune riflessioni su Franca Helg, Gillo Dorfles). Grande attenzione nel rinnovare la tradizione, cura del dettaglio e interesse per le innovazioni tecnologiche. Sempre molto attenta ai materiali e a raffinate messe in forma, a coniugare la tradizione e l’innovazione.Da sottolineare l’interesse per le materie della tradizione, per i materiali naturali (legno e giunco) e l’approccio tradizionale anche nei prodotti de-stinati alla produzione industriale (vedi prodotti per Bonacina).“Il mio modo di pensare è quello dell’artigiano che propone oggetti con-creti, architetture che possano essere realizzate” (Seminario “il dettaglio non è dettaglio”, 1985): l’attenzione per il dettaglio, essenziale per la defi-nizione del tutto, e il suo fare ‘artigianale’ differenziano i suoi prodotti. Dice: “...il dettaglio non è dettaglio per me significa che il dettaglio è es-senziale per la definizione del tutto; il dettaglio può determinare il proget-to, certamente lo caratterizza.”

poltrona e tavolo Primavera, Vittorio Bonacina&Co., 1967

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Cinzia Ruggeri (1943). Nel 1991 in occasione della mostra sul Design delle donne di Firenze dice: “ Spesso la progettazione sia essa maschile o femminile, non tiene conto della differenza forza fisica tra uomo e don-na. Non sempre c’è l’Ercole per aprire un vasetto di acciughe”. La morbidezza e l’attenzione per la decorazione dell’oggetto sono ca-ratteristiche del lavoro di Cinzia. E’ stata in assoluto la prima a proporre oggetti che univano la moda e il design.

poltrona Magathon, Driade, 1987Schatzi, design, Cinzia Ruggeri, 1997. Specchio capitonné con bracci

2000, sedia Colomba

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Maddalena Sisto. La donna e il suo mondo sono i protagonisti assoluti dei suoi disegni. Racconta la donna di oggi, sempre impegnata, di fretta, costretta dentro i tanti ruoli che la nostra società le impone. In maniera semplice ma non scontata suggerisce il rapporto tra la donna e gli ogget-ti della casa: immagini di donne che fanno improbabili acrobazie con il corpo tenendo in sospeso pile di mobili e cose.Il design è un soggetto frequente nelle sue opere. La poltrona Joe di de Pas, la lampada Arco di Castiglioni e molti altri pezzi di design sono citati nelle sue opere al fianco di donne alle prese con uno spazio mutato. Le donne di Mad giocano con lo spazio, lo stravolgono, cercano di ritrovarsi in un luogo che non è più solo da gestire e ripulire ma anche da proget-tare. Attraverso un’espressione ironica e poetica ripropone il rapporto tra donne e design raffigurandole in bilico, svolazzanti, appese, sul filo, di fretta, disordinate, assonnate.Quella di Maddalena è una denuncia, in chiave ironica, della condizione femminile all’interno della casa contemporanea

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Michele De Lucchi (1951). Le sue mete sono funzionalità, inventiva e chiarezza. Il suo lavoro professionale è stato sempre accompagnato dal-la ricerca personale sui temi del progetto, del disegno, della tecnologia e dell’artigianato.Nel 1990 De Lucchi fonda Produzione Privata per progettare prodotti adatti per la convivenza nella società contemporanea usando gli stru-menti basilari dell’uomo: le mani e la mente. Disegna prodotti che, senza committenza, vengono realizzati impiegando tecniche e mestieri artigia-nali.Gli oggetti vengono realizzati con l’aiuto di esperti artigiani che con il loro talento sanno esaltare le caratteristiche innate di materiali come il vetro, il metallo e il legno e la loro particolare lavorazione. Produzione Privata si allea ad una prospettiva culturale che coinvolge materiali e tecniche non più o non ancora di interesse per la grande industria: lavorare a stretto contatto con gli artigiani. Sull’ecologia del design. Sensibile al tema del riciclo e attento al tema dell’ecologia e al buon uso dei materiali.“Mi piace molto l’idea che un oggetto di design possa favorire l’attenzio-ne per le qualità degli oggetti e una spinta a coltivare i valori legati non solo alla bellezza e intelligenza delle cose, ma anche e soprattutto al possibile e potenziale di riuso che in ogni oggetto è racchiuso”.Dice: “..sono, quindi, un architetto che si occupa di design, di produzione e che lavora per l’industria.Uno dei vantaggi più importanti è quello che, lavorando col design, si riesce a comunicare molto di più che facendo, non solo l’architettura, ma molte altre discipline creative. Il design, infatti, si rivolge all’industria e, poiché è fondamentale che qualsiasi progetto che si fa di design, sia poi un progetto capace di diventare riproducibile e quindi prodotto in gran-de quantità, qualsiasi segno realizzato è poi destinato a essere ripetuto molte volte e quindi distribuito molte volte. In questo senso il design è

Centrotavola Petali

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uno strumento di comunicazione eccezionale; basta, infatti, inserire una piccola comunicazione dentro un oggetto riprodotto per centomila co-pie e quella comunicazione assume con la distribuzione una vastissima possibilità di essere conosciuta. [...] Amo l’industria perché è oggi la sola entità capace di diffondere in grande scala oggetti, idee, benessere”

Sgabello Bisonte, 2005 Treforchette, 1993

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Questa lettera di Alessandro Mendini dedicata a Meret Oppenheim negli anni ‘80 (Domus, aprile 1980) fa pensare, attraverso l’efficace stratagemma della lettera, al ruolo femminile nel design, a qual’è l’importanza della presenza an-che delle donne dalla parte della progettazione.Lo spiraglio aperto da Mendini allora è della stessa importanza oggi, dove la questione incomincia a farsi sentire.

“Cara Meret Oppenheim, voglio dirti una cosa: anche se tutti ti prendono solo per un’atrista, io inve-ce ti credo una grande desiger, mi sembri un fenomeno raro. Mi piacereb-be che tu progettassi automobili e televisori, armadi e caffettiere vere, con le tue caratteristiche di progettista donna e di solitaria studiosa delle pieghe più profonode del pensiero umano. Come si può essere designers e non pensare che realizzasti nel 1936 la “tazza di pelliccia”, il più famoso oggetto della storia dell’avanguardia del design? Basta questo per trasformarti in un mito: eri una ragazza di ventitre anni e con quella eccezionale idea non solo spiazziavi le ricerche dei tuoi amici Duchamp e Man Ray, ma definivi un precedente senza il quale anche il design radicale degli anni ‘70 avrebbe avuto meno intensi-tà. Poi ideasti a parigi nel 1939, alla mostra dei “mobili fantastici e poetici”, il tuo “tavolo con i piedi di uccello”, altra opera senza la quale mancherebbe un intero filone nella storia del mobilio. E a Berna nel 1958 facesti un’altra ec-cezionale invenzione, la prima performance di design mai avvenuta, quando offristi un pranzo imbandito, dei cibi squisiti poggiati sopra il corpo di un’amica, nudo e disteso come fosse un tavolo, in onore della fecondità. E recentemen-te tu hai come chiuso in se stesso, con un atto di ironica malinconia per il tuo lavoro il tuo ciclo di passione sugli oggetti: il “Ricordo della tazza di pelliccia” - oggetto multiplo - è un gesto autobiografico cosi complesso non un tuo zio come Hermann Hesse, non la psicanalisi, e nemmeno il tuo ambiente surreali-sta possono spiegare. Non pensi che automobili, televisori, armadi e caffettiere potrebbero ricevere grosse novità se toccati dalla tua sensitiva progettazione? Il fatto è che tu sei in modo tipico una progettista di avanguardia. Il tuo metodo di sfruttare le persone, il modo e le cose è programmaticamente rivoluzionario, drammatico, intimista e antagonista verso tutte le prassi canoniche del proget-to. Inoltre tu hai una particolarità tu sei specializzata in parallelo su due te-matiche che la cultura tende a tenere lontane: quella del progetto, appunto, e quella degli studi sulla conoscenza. Gli atteggiamenti provocatori, paradossali e dimostrativi espressi dal tuo mondo di immagini sembrano lucide intuizioni di quanto la psicologia va oggi indagando. Tu sembri preludere al possibile coin-volgimento fra psiche e progetto, all’idea di progettare dentro l’enorme spazio della coscienza animistica. Forse proprio perchè tu sei donna sei capace di tante cose negate a noi. Penso all’univoca storia del progetto maschile, dove raro e anomalo è il senso femminile. Il “progetto”: entità spezzata in due dove vince sempre la quota maschile. Due parallele, delle quali una invi-sibile, destinate a non incontrarsi mai. Il primo progetto - vecchio e ortodosso - si realizza in decisioni pesanti, sorde, spaziali e diurne; il secondo progetto - tragico e pazzo - registra visioni impalpabili, interiori, naturali e notturne. Come

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vedi parto proprio da te, alla ricerca di uno specifico femmnile del progetto: se l’arte come dicono, è senza sesso, altrettanto non può dirsi del progetto.Alessandro Mendini”

Icone per l’interfaccia grafica dell’Apple Macintosh, 1983-1984

Da Emozioni Apple, fabbricare sogni nel XXI secolo, Antonio Dini, 2007

“...Iniziarono a lavorare al progetto una serie di figure professionali incon-suete fra gli informatici, come la designer di New York Susan Kare, che si prese cura di tradurre in immagini, anzi in icone, le idee degli ingegneri. In pratica, fu lei (che successivamente lavorò anche per Microsoft alla realizzazione delle icone e delle finestre dei primi Windows) a “inventar-si” concretamente le forme digitali delle metafore: il cestino dove buttare i documenti che si vogliono eliminare, la caratteristica forma delle icone dei documenti, delle applicazioni e delle cartelle, gli elementi della meta-fora della scrivania, che è la chiave per capire in maniera intuitiva come funziona e come è organizzato lo “spazio interno” del personal compu-ter....”

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Naoto Fukasawa Nato nel 1956 in Giappone. Studia product design alla Tama Art Univer-sity, E inizia a lavorare per la compagnia di orologi Seiko nel 1980. Doo 8 anni in Seiko, Fukasawa ottenne l’ufficio di San Francisco per la compa-gnia di design consultancy IDEO, che sviluppava prodotti tecnologici per le aziende di Silicon Valley, disegnava hardware e interfacce grafiche. Lavorare negli Stati Uniti gli dette inoltre l’opportunità di ‘riadattare’ il de-sign Giapponese. “Vedere il Giappone dall’esterno mi ha enormemente influenzato: in Giappone, la relazione tra l’oggetto e il suo contesto è più importante dell’oggetto stesso. Una forchetta è buona per una particolare situazione, non per tutte. Non è soltanto un oggetto, è parte di un’armo-nia. Il mio lavoro si è soffermato sulla realizzazione di forme interessanti e sulla relazione con l’oggetto.”Fukasawa mise in pratica le sue idee al ritorno in Giappone nel 1996, per aprire lì un ufficio della IDEO: successivamente, nel 2003 aprì il suo stu-dio in proprio, Plus Minus Zero, coadiuvato dal designer di moda Issey Miyake e dai un grafico, Taku Satoh.Attualmente sviluppa nuovi prodotti per la Muji e per la Plus Minus Zero, conduce ricerche per la Matsushita nelle quali sperimenta nuove modali-tà di integrare nelle pareti sistemi audiovisivi e climatici.

I pricipi di Fukasawa:

- “non ci dovrebbe essere bisogno di un manuale di istruzioni per impa-rare ad usare un prodotto, dovrebbe essere sempre intuitivo al punto da utilizzarlo naturalmente”

- talvolta inventa nuovi modi di usare gli oggetti: la tecnologia non per for-za deve essere ‘tecnologica’ ma deve essere utilizzata con naturalezza e armonia.

- oggetti seducenti e funzionali ma anche nuove forme e funzioni per ve-nire incontro alle nuove tecnologie

“Naoto ha il tocco magico. Trasforma il complicato in semplice, il brutto in bello, il vecchio in nuovo: potrebbe baciare una rana e trasformarla in principessa.” Konstantin Grcic

“La grande capacità di Naoto è combinare umorismo, concetto e funzio-ne in un prodotto che appare immediatamente e naturalmente utilizzabile senza bisogno di istruzioni. Riesce a costruire oggetti che comunicano i propri scopi a livello intuitivo”. Jasper Morrison

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1999, CD Player per Muji 1998, stampante con cestino

2003, deumidificatore per Plus Minus Zero

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ANALISI DEL CONTEMPORANEO

Il valore primario del design è “progettare per la persona”, ovvero rea-

lizzare spazi, arredi, utensili in grado di garantire benessere psico-fisico

per l’utente, garantendo al tempo stesso un alto livello di prestazione del

prodotto. Nel contemporaneo si riscontrano una serie di problematiche

per il femminile derivanti da una s-corretta progettazione che molto spes-

so, quasi sempre, non tiene conto delle differenze di genere.

I temi qui affrontati sono:

- il tema della manutenzione- il tema della sicurezza

- l’eco-compatibilità- la durabilità

- il tema della leggerezza- la comunicazione- la multi-usabilità

- la sensorialità e la cultura femminile

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Per comprendere cosa manca alla progettazione, ho analizzato i crite-ri contemporanei di valutazione dei progetti di design, ovvero i criteri di valutazione dell’ADI.

ANALISI DEI CRITERI DI VALUTAZIONE DELL’ ADI, Associazione Disegno Industriale:L’Osservatorio permanente del design ADI ha studiato una scheda-tipo per archiviare e catalogare in modo omogeneo materiali, documenti, oggetti di design. La realizzazione della scheda catalografica del design è la conseguenza diretta di un obbligo di legge (con il decreto ministeria-le di “riconoscimento” (d.m. 22/04/2004) che ha dichiarato la collezione storica del premio Compasso d’oro ADI “di eccezionale interesse artistico e storico” e quindi parte del patrimonio culturale italiano), ma soprattutto è un importante strumento di rilevanza nazionale e internazionale per la cultura del design. E’ un progetto in evoluzione che considera la possibilità in futuro di ag-giungere e completare secondo necessità i criteri di schedatura.

Criteri generali di valutazione- Produzione italiana o progetto di designer italiano- Validità di prestazioni e caratteristiche in relazione all’innovazione estetico-formale- Innovazione tipologica- Innovazione funzionale - Grado di integrazione tecnica delle parti- Appropriato uso delle tecnologie, dei componenti e dei materiali- Impatto ambientale (produzione, consumi, riciclabilità e facilità di disassemblaggio)- Valori comunicativi dell’oggetto- Usabilità, utenza ampliata

Dalla dichiarazione di Stoccolma del’’EIDD© (European Institute for De-sign and Disability) risulta che il Design for All è il design per la diversità umana, l’inclusione sociale e l’uguaglianza.Il Design for All (universal design in America, inclusive design nel Regno Unito) si diffonde dai paesi scandinavi in Europa con sempre maggior successo. Il Design for All ha per fine la progettazione e la realizzazione di prodotti e ambienti fruibili in modo facile, comodo e gradevole dal mag-gior numero possibile di utenti, con l’inclusione di quelle fasce oggi pena-lizzate o addirittura escluse dai progetti, che si riferiscono ad un teorico utente adulto-medio-sano.

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Criteri specifici di valutazione: Design for All- Inclusione sociale, un prodotto Design for All è un prodotto idoneo ad essere utilizzato da persone con esigenze variamente diversi-cate, ai ni di una maggiore inclusione, uguaglianza e pari opportu-nità di partecipazione alla vita sociale- Fruibilità, il prodotto deve consentire il suo comodo e totale go-dimento e uso da parte della più ampia gamma possibile di utenti, senza mettere a repentaglio la sicurezza del suo utilizzatore e degli altri individui, e senza che siano necessari particolari accorgimenti o modiche di adattamento da parte del soggetto fruitore- Gradevolezza, il prodotto Design for All deve essere piacevole e non riferirsi ad ambiti limitati, ad usi specialistici o a speciche ca-tegorie di persone- Partecipazione, il prodotto Design for All si basa sulla volontà dei decisori di operare nella direzione dell’inclusione sociale

Criteri specifici di valutazione: Usabilità- Idoneità all’uso, idoneità di un prodotto ad essere utilizzato - dagli utenti a cui è rivolto - per le attività e le condizioni di impego previ-ste - Compatibilità, il prodotto deve essere compatibile con le caratte-ristiche e le capacità siche, comportamentali, cognitive e culturali dell’utente a cui si rivolge- Facilità d’uso, s’intende la facilità con la quale l’utente - a cui si rivolge il prodotto - può comprendere le modalità d’impego del pro-dotto e utilizzarlo in tutte le sue funzioni- Sicurezza d’uso, il prodotto non deve creare situazioni di pericolo, in tutte le condizioni d’uso previste, per l’utente e/o altre persone- Versatilità, s’intende la capacità del prodotto di rispondere a diffe-renti esigenze e condizioni d’uso- Adattabilità, s’intende la capacità del prodotto di adattarsi alle di-vese caratteristiche e capacità degli utenti- Afdabilità, s’intende la capacità del prodotto di garantire nel tem-po i suoi livelli di prestazione e usabilità

Dopo aver analizzato i criteri di valutazione dell’ADI, il progetto si propo-ne di svilupparne alcuni già dichiarati e di promuoverne altri.

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TEMA DELLA MANUTENZIONE

I GRAFICI 1 e 2 (ISTAT 2007: I tempi della vita quotidiana - un approc-cio multidisciplinare all’analisi dell’uso del tempo) evidenziano il tempo dedicato ai lavori domestici, alla cura della casa, alla manutenzione. Il numero di ore spese per la manutenzione della casa sono nettamente superiori per il femminile. Oggi la donna non passa più tutta le sue giornate ad accudire la casa ma è anche lavoratrice, studentessa,.. e svolge una serie di attività extra (hobby, sports, ..) che prima non poteva neanche immaginare. Il tempo da dedicare alla cura è diminuito quindi è dovere diminuire an-che la manutenzione: per questo bisogna intervenire in fase di progetta-zione.

GRAFICO 1 - Tempo dedicato al lavoro familiare dalla popolazione di 3 anni e più per singola attività, sesso e anno di rilevazione (in minuti)

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GRAFICO 2 - Uso del tempo della popolazione di 3 anni e più per sesso, tipo di giorno e attività svolte – Anni 2002-2003 (in percentuale e in ore e minuti)

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TEMA DELLA SICUREZZA

Gli incidenti domestici sono una delle cause di mortalità nella maggior parte dei Paesi industrializzati. I soggetti più a rischio sono le donne (in particolare le casalinghe), gli anziani, i disabili e i bambini. L’incidenza del rischio, infatti, è legata direttamente alla quantità di tempo trascorsa in casa. Secondo gli studi fatti dall’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (Ispesl), tra le cause della genesi e della gravità degli incidenti domestici ci sono il cambiamento della struttura sociale, la scarsa informazione dei cittadini, le carenze assistenziali e quelle struttu-rali di case e accessori.Stando a quanto riferisce il Centro studi investimenti sociali (Censis) nel Primo rapporto annuale sul valore della sicurezza in Italia, il luogo che gli italiani percepiscono più rischioso all’interno della casa è, a ragione, la cucina. Il soggiorno e le altre stanze, che i dati strutturali indicano come luoghi ad alto rischio, non sono affatto avvertiti come tali. Decisamente sopravvalutati, poi, i pericoli che si possono correre in bagno, anche se secondo le indagini Ispesl questa è a tutti gli effetti un ambiente ad alto rischio.Secondo il Censis, gli infortuni domestici dipendono da tre fattori:

* la qualità del sistema abitativo, che generalmente risulta molto bas-sa: i problemi più evidenti riguardano le infiltrazioni e le perdite d’acqua (specialmente al Sud, dove un quarto delle case ha questo tipo di proble-mi) * le caratteristiche dei prodotti che entrano in casa (elettrodomestici, detersivi, ecc) * i comportamenti individuali che mettono a rischio anche terze perso-ne (scordare le pentole sul fuoco acceso, utilizzare apparecchi elettrici in presenza di acqua, spegnere elettrodomestici tirando il filo della presa, lasciare il gas o i rubinetti dell’acqua aperti, ecc). EPICENTRO - Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Pro-mozione della Salute

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Dati Censis, Rapporto finale - Il valore della sicurezza in Italia (2004)

GRAFICO 4 - Attività svolte al momento dell’infortunio per sesso, 1999 (val.%)

GRAFICO 3 - La geografica del rischio domestico (val.%)

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GRAFICO 5 - Incidenza infrotuni ogni 100 abitanti per sesso e classe d’età

GRAFICO 6 - Andamento infortuni domestici, 1988 - 2000

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MULTI-SOGGETTO - MULTI-USABILITA’

L’eterogeneità dei ruoli e dei compiti della donna all’interno della società, del lavoro e della famiglia delineano la sua identità di soggetto multiplo.La donna, soggetto multiplo, “chiede” che anche gli oggetti siano come lei, che riescono a fare più cose in uno stesso momento. Dal GRAFICO 7 (ISTAT 2007: I tempi della vita quotidiana - un approc-cio multidisciplinare all’analisi dell’uso del tempo) possiamo notare come la giornata delle donne si conferma sempre più intensa ed eterogenea rispetto a quella degli uomini: si moltiplicano le sovrapposizioni tra più attività: nel 2002- 2003 per oltre un sesto della giornata (4h11’) si svolgo-no più attività contemporaneamente mentre nel 1988-1989 ciò accadeva per una durata di tempo più contenuta (3h31’). IL CONTEMPORANEAMENTE E’ UN ASPETTO DEL FEMMINILE.

GRAFICO 7 - Tempo quotidiano in cui la popolazione di 3 anni e più svolge più attività contemporaneamente per sesso, classe di età e anno di rilevazione

(percentuale sulle 24 ore)

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IL TEMA DELLA LEGGEREZZA

Il peso dell’oggetto spesso è un vincolo all’utilizzo o fonte di incidenti e patologie.Dalla Campagna europea del 2007 di ispezione e comunicazione sulla movimentazione manuale dei carichi del CARIL (Comitato degli Alti Re-sponsabili dell’Ispettorato del Lavoro) risulta che il peso max che una donna di corporatura media può sollevare senza provocare lesioni è di 15 kg sollevati con la giusta postura e una superficie uniforme.

a. Caratteristiche del carico Il peso del carico è il fattore additato più spesso come grave moti-vo di costrizione. Dei pesi pari a 25 kg per un uomo e 15 kg per una donna vengono considerati massimi se sollevati nella giusta postu-ra se ci si trova su una supercie uniforme. Altre caratteristiche possono rendere il compito ancora più difcol-toso: - instabilità del carico - peso senza alcun legame evidente con il proprio volume - distribuzione difforme del peso - difcoltà ad afferrare (assenza di appigli) - supercie del carico tagliente, scivolosa o sporca

Dalla Campagna europea del 2007 di ispezione e comunicazione sulla movimentazione manuale dei carichi del CARIL.

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COMUNICAZIONE

In particolare affrontiamo in questo progetto il tema della manualistica: incomprensibile, noiosa, difficile, imprecisa, troppo specifica.Raramente il libretto d’istruzioni è di reale aiuto all’utente.Nei manuali sono necessarie tre tipi di linguaggi:- quello semplificato, accessibile a tutti- quello in caso di.., di tipo manutentivo- quello di tipo specialistico in cui sono inserite tutte le caratteristiche tec-niche dell’apparecchio.

Il linguaggio del contemporaneo è il fumetto: l’immagine e la parola.E’ possibile pensare ad una nuova professione, ‘l’illustratore di manuali’ oppure è possibile pensare ad un’evoluzione tecnologica del manaule d’istruzione grazie alle tecnologie RFID, Radio Frequency Identification, ovvero identificazione a radiofrequenza. Rispetto al codice a barre e altre tecnologie di identificazione, la tecnologia a radiofrequenza offre nume-rosi vantaggi: la lettura non richiede contatto diretto e vista ottica, non c’è bisogno quindi dell’orientazione verso lo scanner. I tag possono essere letti contemporaneamente, possono lavorare in ambienti sporchi, con-taminati e resistere anche a condizioni (agenti ambientali, sollecitazioni termiche, chimiche, meccaniche) molto difficili. Sono quindi più durevoli. Contengono più dati rispetto al barcode e possono essere riscritti e ag-giornati con nuove informazioni. Operano anche immersi in un fluido, dentro l’oggetto che si vuole identificare o all’interno di un contenitore.

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ECO-COMPATIBILITA’

Il chimico-fisico Enzio Tiezzi in un libro sulla “nuova ecologia”, sostiene il ruolo fondamentale delle donne per il futuro del pianeta. Infatti, sia il po-tere della procreazione che i valori di cura materiale e di crescita e con-servazione della specie, da sempre dominio e al tempo stesso schiavitù del genere femminile, in questi anni assumono con tragica urgenza, una priorità e una importanza senza precedenti.

Etica della cura e progetto, Annalisa Marinelli, 2002

La disciplina progettuale che si considera i requisiti ambientali per i pro-dotti industriali si chiama LCD - Life Cycle Design, ovvero progettazione del ciclo di vita de prodotti. Il prodotto deve essere dunque progettato considerando tutto il ciclo di vita: il prima, il durante e il dopo, cioè la pro-duzione, l’utilizzo e la gestione dei rifiuti.PROPOSTA ECO-LABEL PER IL DESIGN:L’Ecolabel è il marchio europeo ufficiale di qualità ecologica. Attualmente l’Ecolabel può essere assegnato a 26 gruppi di prodotti, che corrispondo-no a 12 grandi settori produttivi e a un’attività di servizi. I prodotti di design non rientrano ancora nelle categorie di prodotti a cui può essere assegnata l’etichetta ecologica.

DURABILITA’

Un prodotto più durevole di un altro, che abbia la stessa funzione, deter-mina generalmente un impatto ambientale minore. Se un prodotto dura meno oltre a generare rifiuti prematuramente, determina un altro impatto indiretto dovuto alla necessità di doverlo sostituire. Nel caso il nuovo pro-dotto abbia maggiore efficenza ambientale allora è ovvio che conviene cambiarlo.

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SENSORIALITA’

Lo spazio domestico, come ogni altro spazio, è un mondo ricco di si-gnicati con cui ci confrontiamo quotidiamente. Lo spazio è un codice di comunicazione che si esprime secondo determinate convenzioni cultura-li, seguendo delle regole che quasi sempre sfuggono alla nostra coscien-za. A farci da guida dentro questa foresta di segni è Edward Hall, autore di quella ‘Dimensione Nascosta’ che ha aperto la strada a una lettura semiologica dello spazio cui ha dato il nome di “prossemica”.(La vertigine dell’ordine: il rapporto tra Sè e la casa, Carla Pasquinel-li). Ogni giorno ci confrontiamo con le nostre riserve spaziali (una serie di cerchi concentrici all’individuo), e quelle degli altri, che al di là della mi-cro-conflittualità che creano tra gli abitanti della stessa casa, ci mettono in relazione anche con gli oggetti e gli spazi intono a noi.Gli spazi, gli oggetti, le forme e i materiali sono carichi di significati che suscitano in noi sentimenti, ricordi.

Le tecniche del corpo (che per Marcel Mauss sono le manifestazioni corporee, i gesti, i movimenti) sono anche una tappa fondamentale nella costruzione dell’identità di genere. Parafrasando Bordieu, le potremmo definire un “marcatore sessuale” nel senso che esse contribuiscono a naturalizzare la differenza tra i sessi, a dare l’impressione di una pre-disposizione innata per un tipo di gesti e movimenti che si sono ormai iscritti nei nostri corpi e hanno modellato a proprio uso e consumo le nostre mani e le nostre braccia.(La vertigine dell’ordine: il rapporto tra Sè e la casa, Carla Pasquinel-li)

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IL PROGETTO

Vademecum per progettisti. Una serie di suggerimenti che diventa-no regole della progettazione. Una scheda di valori sensibili al fem-minile e utili per progettare rispettando l’ottica di genere. Le parole chiave nascono da un’analisi del contemporaneo, da una valuta-zione degli oggetti che ci circondano e delle problematiche ancora irrisolte.

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La cura del prodotto g MANUTENZIONE

La durata del prodotto g DURABILITA’

Il peso del prodotto g LEGGEREZZA

La funzione del prodotto g VALORE D’USO

L’impatto ambientale g ECO-COMPATIBILITA’

La fiducia nel prodotto g SICUREZZA

La comprensione del prodotto g COMUNICAZIONE

La versatilità del prodotto g MULTI-USABILITA’

L’estetica del prodotto g SENSORIALITA’ E CULTURA FEMMINILE

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++ + -

MANUTENZIONE bassa media alta

DURABILITA’ ottimale media bassa

LEGGEREZZA <15 Kg =15 >15 Kg

VALORE D’USO alto medio basso

ECO-COMPATIBILITA’

alta media bassa

SICUREZZA alta media bassa

COMUNICAZIONE alta media bassa

MULTI-USABILITA’ alta media bassa

SENSORIALITA’ ECULTURA

alta media bassa

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48ESEMPI

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++ + -MANUTENZIONE

DURABILITA’

LEGGEREZZA

VALORE D’USO

ECO-COMPATIBILITA’

SICUREZZA

COMUNICAZIONE

MULTI-USABILITA’

SENSORIALITA’ ECULTURA

Azienda_ PORRO / Designer_PIERO LISSONI / Tipologia di prodotto_ TAVOLO / Nome del prodotto_ YULE /Anno di produzione_ 2007 / Mate-riale_ MARMO

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Azienda_ DEPADOVA / Designer_PAOLO PALLUCO/MIREILLE RIVER / Ti-pologia di prodotto_ TAVOLO / Nome del prodotto_ CAMPO D’ORO /Anno di produzione_ 2006 / Materiale_ BASE COMPOSTA DA TRE STRUTTURE IN PROFILI DI ACCIAIO, VERNICIATA A POLVERE DI COLORE BIANCO O AL-LUMINIO. CERNIERE IN ACCIAIO INOSSIDABILE.PIANO IN MULTISTRATO DI BETULLA RIVESTITO IN LAMINATO BIANCO O ALLUMINIO INCASSATO A FILO DELLA STRUTTURA.PIEDINI REGOLABILI*prodotto selezionato dall’ADI

++ + -MANUTENZIONE

DURABILITA’

LEGGEREZZA

VALORE D’USO

ECO-COMPATIBILITA’

SICUREZZA

COMUNICAZIONE

MULTI-USABILITA’

SENSORIALITA’ ECULTURA

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Design+/ regole e suggerimenti progettuali al designer e alla produzione

Azienda_ ALESSI / Designer_ PHILIPPE STARCK / Tipologia di prodot-to_ SPREMIAGRUMI / Nome del prodotto_ JUICY SALIF / Anno di pro-duzione_ 1990 / Materiale_ ACCIAIO INOSSIDABILE 18/10

++ + -MANUTENZIONE

DURABILITA’

LEGGEREZZA

VALORE D’USO

ECO-COMPATIBILITA’

SICUREZZA

COMUNICAZIONE

MULTI-USABILITA’

SENSORIALITA’ ECULTURA

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Azienda_ DESIGNTRIP / Designer_NUNZIA PAOLA CARALLO E JACO-PO ROMANO GRANDIS / Tipologia di prodotto_ SPREMIAGRUMI /Nome del prodotto_ SILICON ZONE / Anno di produzione_ 2006 / Mate-riale_ SILICONE

++ + -MANUTENZIONE

DURABILITA’

LEGGEREZZA

VALORE D’USO

ECO-COMPATIBILITA’

SICUREZZA

COMUNICAZIONE

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SENSORIALITA’ ECULTURA

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Design+/ regole e suggerimenti progettuali al designer e alla produzione

Azienda_ KARTELL / Designer_ RON ARAD / Tipologia di prodotto_ LIBRERIA / Nome del prodotto_ BOOKWORM / Anno di produzione_ 1994 / Materiale_ PVC COLORATO AUTOESTINGUENTE

++ + -MANUTENZIONE

DURABILITA’

LEGGEREZZA

VALORE D’USO

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SENSORIALITA’ ECULTURA

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Azienda_ PORRO / Designer_ WERNER AISSLINGER / Tipologia di prodot-to_ LIBRERIA / Nome del prodotto_ ENDLESS SHELF / Anno di produzione_ 1994 / Materiale_ PANNELLI AUTOPORTANTI IN LEGNO COLLEGATI TRA LORO CON SPECIALI GIUNTI IN ALLUMINIO PRESSOFUSO

++ + -MANUTENZIONE

DURABILITA’

LEGGEREZZA

VALORE D’USO

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SENSORIALITA’ ECULTURA

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Design+/ regole e suggerimenti progettuali al designer e alla produzione

Azienda_ MELLICONI / Tipologia di prodotto_ STENDIPANNI / Nome del pro-dotto_ STENDIMEGLIO / Anno di produzione_ 2006 / Materiale_ ALLUMINIO ANTIRUGGINE

++ + -MANUTENZIONE

DURABILITA’

LEGGEREZZA

VALORE D’USO

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SENSORIALITA’ ECULTURA

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Azienda_ ALIAS / Designer_ MARIO BOTTA / Tipologia di prodotto_ SE-DIA / Nome del prodotto_ QUARTA / Anno di produzione_ 1984 / Mate-riale_ ALLUMINIO E PVC

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DURABILITA’

LEGGEREZZA

VALORE D’USO

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Design+/ regole e suggerimenti progettuali al designer e alla produzione

Azienda_ ALIAS / Designer_ RICCARDO BLUMER / Tipologia di pro-dotto_ SEDIA / Nome del prodotto_ LA LEGGERA / Anno di produzio-ne_ 1998 / Materiale_ LEGNO MASSELLO DI ACERO O FRASSINO, IMPIALLACCIATURA DI ACERO, FRASSINO EBANIZZATO, CILIEGIO, WENGÈ O ROVERE SBIANCATO, SUPPORTATO INTERNO IN PULIU-RETANO INIETTATO

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DURABILITA’

LEGGEREZZA

VALORE D’USO

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SENSORIALITA’ ECULTURA

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DURABILITA’

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VALORE D’USO

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SENSORIALITA’ ECULTURA

Azienda_ IBM / Designer_ RCHARD SAPER / Tipologia di prodotto_ computer / Nome del prodotto_ FLAT PANEL / Anno di produzione_ 2001 / Materiale_ alluminio e vetro

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Design+/ regole e suggerimenti progettuali al designer e alla produzione

Azienda_ APPLE / Designer_ JONATHAN IVE / Tipologia di prodotto_ COMPUTER / Nome del prodotto_ imac G5 / Anno di produzione_ 2004/ Materiale_ ALLUMINIO E VETRO

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DURABILITA’

LEGGEREZZA

VALORE D’USO

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SENSORIALITA’ ECULTURA

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Azienda_ FONTANA ARTE / Designer_ GAE AULETNTI /Tipologia di prodotto_ TAVOLINO / Nome del prodotto_ TAVOLO CON RUOTE / Anno di produzione_ 1980 / Materiale_ VETRO FLOAT MOLATO (15 mm) SU RUOTE INDUSTRIALI CON FORCELLE IN METALLO VERNI-CIATO NERO OTTICO

++ + -MANUTENZIONE

DURABILITA’

LEGGEREZZA

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MULTI-USABILITA’

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Azienda_ STOKKE / Tipologia di prodotto_ PASSEGGINO / Nome del prodotto_ XPLORY / Anno di produzione_ 2007 / Materiale_ PROFILA-TI DI ALLUMINIO E DIVERSI TIPI DI MATERIALE PLASTICO, POLIE-STERE

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DURABILITA’

LEGGEREZZA

VALORE D’USO

ECO-COMPATIBILITA’

SICUREZZA

COMUNICAZIONE

MULTI-USABILITA’

SENSORIALITA’ ECULTURA

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BIBLIOGRAFIA

- Il design delle donne, Libreria delle donne di Firenze, A. Mondadori Arte Editore, 1991- Dal merletto alla motocicletta: artigiane/artiste e designer nell’Italia del Novecento, a cura di Anty Pansera con Tiziana Occleppo, Catalogo della Mostra tenuta a Ferrara nel 2002, Silvana Editoriale- D come design: la mano, la mente, il cuore, 2008, Mostra tenuta a Tori-no nel 2008, Eventi e Progetti Editore- Etica della cura e progetto, Annalisa Marinelli- Anna Castelli Ferrieri, Cristina Morozzi, 1993, Laterza Editori- Franca Helg, “la gran dama dell’architettura italiana”, Antonio Piva e Vittorio Prina, 2006, FrancoAngeli Editore- Il Pensiero della differenza sessuale, Diotima, 1987, La Tartaruga Edito-re- Stile di Caccia. Cose e case da abitare, Fulvio Irace e Paola Marini, Marsilio Editore, 2002- Michele De Lucchi. Comincia qui e finisce là, Fiorella Bulegato e Sergio Polano, Electa Editore- Franco Albini. Costruire la modernità, catalogo della mostra Zero Gravi-ty, Federico Bucci e Fulvio Irace, 2006, Electa Editore- Eileen gray. Architect - Designer, Peter Adam, H.N. Abrams Editore, 1987- Gio Ponti : interni oggetti disegni: 1920-1976, Laura Falconi, Electa Editore, 2004- Design Italia, Claudia Neumann, Rizzoli Editore, 1999- Contro l’architettura, Franco La Cecla, Bollati Boringhieri Editore, 2008- Emozioni Apple: fabbricare sogni nel XXI secolo, Antonio Dini, il sole24ore Editore, 2007- La cultura dell’abitare: il design in Italia 1945-2001, Giampiero Bosoni, Skira Editore- Design per la sostenibilità ambientale, Carlo Vezzoli, Ezio Manzini, Za-nichelli Editore, 2007 - La vertigine dell’ordine : il rapporto tra sé e la casa, Carla Pasquinelli, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2004

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SITOGRAFIA

http://www.progettodonna.nethttp://www.women.it/cmshttp://www.dols.nethttp://www.womenews.nethttp://www.power-gender.orghttp://www.perledonne.ithttp://www.retepariopportunita.ithttp://www.pensierofemminile.orghttp://www.osservatoriodonna.ithttp://donne.manageritalia.ithttp://www.donnatv.ithttp://www.universidonna.orghttp://www.italiadonna.ithttp://www.gendercertification.comhttp://www.universitadelledonne.ithttp://www.diotimafilosofe.ithttp://www.istat.ithttp://www.frauenforumdonne.ithttp://www.rcss.ed.ac.uk/sigis/public/theme/design/1http://www.matrec.it