tecnica pratica 1963_01

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  • 8/4/2019 Tecnica Pratica 1963_01

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    E S P E R I E N Z E 0 1 R A D I O . E L E T T R O N I C A G E N N A IO 1 9 6 3 l. 200

    T V - F O T 0 6 R A F I A

    1 Cos 'eC ome e fattoC om e s i ado pe raL ' O S C - J L L A T O R EM O D U L A T O

    C O S T R U Z ' I ' O N I

    con so le '1 5 0 0 l i r e ~ J n o H im o- . . . : : _ . - - - - = ~ R I C E V I T O R E

    R A D I OC O N

    2 T R A N S IS T O R I

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    e e m e a

    ANNO II - N. 1G E N N A IO H I 6 3

    Tutti i diritti dOiproprleta letteraria ed artistica rtservati - I manoscrltti, idisegni e Ie fotografie; anche se non pubblicati, non vengono restituiti -Le opinioni espresse in via diretta 0 indiretta dllgli autori e collaboratorinon implicano responsabilita da parte del PERIODICO.

    SommarioCon sole 1500 lire un ottimo radioricevitore pag. 6

    12 22 29 32 38 43 48 56 63 70 73 75

    Diventate maghi nella calJ1era eseureVoi favete I'interfono?Da un portapaeehi un portarivisteNon piiJ disturbi sull'autoradioLa fonovaligia fatta in easaSuper Antares A-81Cos'e, eome fatto, come si adopera I'oscillatore modulatoL'A B C del cementistaL'autogiro ad ala rotanteAlimentiamo a parte il convertitore UHF a nuvistorProntuario delle valvole elettronicheConsulenza teenic:a

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    DE VECCHI PERIODICI MILANO

    Oirettor. ruponsabUeClrmelo Collu

    Redazione,Imministruio",e pubblicit.,. o. V.acchl ptrkldici

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    AutorizZlZione del Trlbu-nl" d~MilanoIII.5IN del

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    nno nuovo vita nuova , E' unA vecchio adagio popolare, checi sovviene e che tutti cono-scono. Ma n~i vogliamo corninciarecosi: Anno nuovo ricevitore nuovo!Si, perche il ricevitore che pres en-tiamo in queste pagine e davvero unricevitore nuovo per il modo concui e stato idea to e progettato dainostri tecnici. E' stato raggiunto, in-fatti, 'un felice connubio tra i duemotivi che maggiormente interessa-no inostri lettori: sernplicita ed eco-nomia.Per Ia sua semplicita, come ve-

    drerno, questo aparecchio pub es-sere costruito anche da un princi-piante, anche da chi, oseremmo dire,e cornpletamente a digiuno in mate-

    a2 transistori Uno speciale a/topar/antee d~.e.nuovi'transistor'permettono questaorlg;na/e real;zzaz;one.

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    ria di radiotecnica. Per la sua econornia, fa rea-lizzazione del ricevitore puo essere ottenuta datutti, se si tiene conto, come abbiamo enun-eiato nel titolo, che la spesa complessiva vienead aggirarsi intorno alle 1.500lire. E per queilettori che gia si trovano in possesso di alcunidei componenti necessari, la spesa risulteraoltremodo inferiore per non dire, addirittura,irrisoria. Capita sempre, quando si esagera con.la semplicita di un circuito e con l'esiguitadella spesa, di raggiungere risultati poco sod-disfacenti 0, rneglio, risultati., economici. Manon e questo ilcasu del nostro ricevitore che,pur essendo un vero campione di sernplicitacostruttiva, assicura prestazioni veramente ot-time, se non del tutto pari a quelle di unnormale ricevitore tascabile a transistori. Digiorno, invero, si potranno ascoltare ottima-mente le emittenti locali e quelle di maggiorpotenza; di sera, facendo uso di una buonaantenna, Ie emittenti ricevute saranno nume-rosissime, permettendo una libera scelta deiprogrammi radiofonici pili graditi. Dieiamosubito che il nostro radioricevitore impiega duetransistori dello stesso tipo e di prezzo con-venientissimo. Pensate un po', vengono a co-stare soltanto lire 290 eiascheduno! Vi e an-cora un diodo al germanic e la ricezione, an-ziche in cuffia, come avviene di solito nei pic-coli ricevitori radio, e ottenuta, come nellenormali supereterodine, jn altoparlante. E nonvi e neppure il trasformatore d'uscita, proprioperche, grazie all'immissione suI nostro mer-cato di un particolare tipo di altoparlante, sie potuto fare a menu dell'adattatore di impe-denza, peraltro necessario quasi sempre neicomuni circuiti radio.Con I'altoparlante Ia ricezione risulta pilichiara e pili forte e il ricevitore puo essereascoltato anche ad una certa distanza senza lanoia della cuffia in testa e da pili ascoltatori.Anche il condensatore variabile, e cia perquestioni di economia, e stato eliminate ed e'stato sostituito con un elementare induttorevariabile che permette di ottenere un circuitodi sintonia ottimamente selettivo con una gam-ma Q_ifre~nze sufficientemente estesa.Ma entriamo subito nella descrizione parti-colareggiata del circuito elettrico, del suo fun-zionamento e degli elementi che 10 compon-gono.

    Schema elettricoLo schema elettrico del ricevitore e rap-presentato in figura 3. 11circuito di sintenia,come in tutti i classici ricevitori, e costituitoda una- bobina (Ll) e da un condensatore (C2).Contrariarnente alia norma, pero, nel nostrocaso, per la ricerca delle ernittenti, non si fa

    variare la capacita de~condensatore C2, che eun condensatore ceramico di tipo fisso, rna sifa variare l'induttanza della bobina L1 che, nelcircuito, funge da induttore variabile. Per chinon fosse ferrato in materia di radiotecnicadiciamo che e la stessa cosa, agli effetti dellaricerca delle ernittenti, far variare l'induttanzadella bobina anziche Ia capacita del condensa-tore ad essa collegato in parallelo. Per farvariare l'induttanza della bobina di sintonia Usi ricorre ad una piccola costruzione mecca-nica la quale, facendo capo ad un perno dicomando, permetta di far scorrere, interna-mente alIa bobina stessa, un piccolo nucleoferroxcube di cui pili avanti daremo le di-mensioni.II compensatore Cl, collegato in serie all'an-tenna, serve a conferire al circuito di sintonia

    il grado pili elevato possibile di selettivita e,in pari tempo, ad accordare l'antenna con ilcircuito di sintonia stesso. Di esso riparleremo, in sede di messa a punta del ricevitore. Se-guiarno, per ora, il percorso dei segnali radiocaptati dall'antenna lungo I'intero circuito delricevitore, a partire daJla sua entrata (presad'antenna) fino alla sua uscita (altoparlante).I segnali radio, captati dall'antenna, vengo-no selezionati nel circuito di sintonia per cui,a seconda della posizione del nueleo ferroxcu-be, all'ingresso del diodo a germanio risultapresente ilsolo segnale radio sul quale ilrice-vitore viene sintonizzato. Attraverso il diodoal germanio (DGl) avviene il processo di rive-Iazione, vale a dire che i segnali radio ad altafrequenza vengono trasforrnati in segnali radiodi bassa frequenza. Pertanto alla base (B) deltransistore TRI e presente un segnale radio dibassa frequenza pronto per essere sottopostoad un primo processo di amplificazione.La tensione arnplificata, come avviene di re-gola, dovrebbe essere prelevata dal collettore(C) e applicata alia base (B) del secondo tran-

    sistore (TR2). Ma questo sistema, che e poiquello classico di accoppiamento di uno stadioamplificatore con' il successive. come si sa,richiede I'irnpiego di taluni componenti radio-elettrici ai quali per motivi di econornia e disernplicita abbiamo volute, di proposito, rinun-eiare. II sistema di accoppiamento, da noiadottato, potra risultare nuovo per taluni deinostri lettori. Si tratta, infatti, di prelevare isegnali radio amplificati, anziche dal collet'tore (C), dall'ernittore (E) e di applicarli allabase (B) del transistore successivo (TR2). Chie pratico di radiotecnica, peraltro, si sara pilivolte imbattuto in circuiti radio in cui, adesempio, i segnali radio amplificati anziche es-sere prelevati dalla placea vengono prelevatidal eatodo. Noi abbiamo 'fatto press'a poco Iastessa cosa. E cio 51 e potuto realizzare per il

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    fatto che, nel nostro circuito, la tensione sul-l'emittore (E) di TRI e la stessa che e presentesulla base (B) di TR2. Non occorrevano, per-tanto, componenti di accoppiamento tra i duestadi amplificatori e neppure resistenze di po-larizzazione delle basi dei transistori stessi.II transistore TR2 costituisce da solo 10stadio amplificatore finale del ricevitore. Daesso i segnali amplificati vengono normalmenteprelevati dal collettore (C) e sono sufficiente-mente amplificati per essere in grado di pilo-tare 10 speciale aItoparlante adottato nel no:stro circuito. Come abbiamo detto, e comedel resto si vede osservando 1 0 schema elet-trico di figura 3, non vi e adattatore di impe-denza tra 10 stadia amplificatore finale e I'alto-parlante, cioe non vi e trasformatore d'uscita.Si e potuto fare cio in virtu del paeticolare tipodi bobina mobile, di cui e dotato l'aItopar-lante, che e caratterizzata da una media im-pedenza tale dapermettere un perfetto adat-tamento tra I'uscita del transistore TR2 el'entrata delI'altoparlante.L'alimentazione del circuito e ottenuta permezzo di una pila a 6 volt, di tipo normale.Ccstruzlene della bobinaII .prirno elemento da costruire sara la bo-bina di sintonia Ll. Successivamente si dovracostruire ilsemplice compiesso meccanico checostituisce l'induttore variabile. Costruiti que-.sti due elementi, si potra senz'altro iniziare iI

    cablaggio del ricevitore che, in pratica, si ri-duce aIle poche connnessioni del diodo al ger-manio DGI, dei due transistori, della piIa,deU'interruttore Sl e dell'altoparlante.r Occor-rera poi una rapida messa a punto del ricevi-tore per poter concludere l'opera di montaggio.

    NUCLEOFERROXC UBE 0 ,8

    Ma passiamo senz'altro alIa costruzione dellabobina Ll. Questa si ottiene avvolgendo 75spire compatte di filo di rame smaltato disezione,0,20 mm. su un tubetto di materialeisolante del diametro di 1 ern. II disegno difigura 1 rappresenta il complesso meccanicodeIl'induttore variabile e in esso si vede purela disposizione della bobina L1 entro la qualescorre ilnucleo ferroxcube.

    B E

    c8

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    Costruzione dell'induttoreLa costruzione dell'induttore e quella dellabobina Ll vengono fatte contemporaneamente,secondo il disegno di figura 1. Ilnueleo ferrox-cube e un cilindretto di diametro 8 mrn. ri-

    tagliato da un nueleo completo nella misuradi ,! ern. di lunghezza. Ildiametro di 8 mm.del nueleo costituisce una misura standard, fa-cilmente reperibile in commercio, per cui ba-stera soltanto far uso di un seghetto per ri-cavare da un intero nueleo ilpezzettino neces-sario lungo soltanto 2 ern. Una volta preparatoiI nueleo occorrera assicurarsi, prima di ef-fettuare I'avvolgimento della boblna Ll, chequesta scorra liberamente dentro il tubetto dimateriale isolante che funge da supporto perla bobina stessa.II nueleo viene trascinato con moto longitu-dinale, internamente al tubetto isolante, da unsistema meccanico formato mediante due ro-telline, una cordicella di nailon e una molla.La cordicella di nailon scorre nei solehi rica-vati lungo le circonferenze esterne delle duerotelline che vengono fissate al telaietto dilegno, su cui risulta montato l'intero ricevi-tore, mediante due pernio Uno di questi pernie quello di comando e sporge sui pannellofrontale del ricevitore. Azionando questa per-no di cornando si provoca il movimento rota-

    torio delle due rotelline e 10 scorrimento delnueleo ferroxcube nell'interno del tubetto iso-lante.La molla d'acciaio, che tiene unite Ie dueestrernita del filo di nailon, assicura una per-fetta aderenza del filo stesso sulle due rotel-line e, quindi, il continuo funzionamento delcomplesso meccanico.Per fissare il nueleo al filo di nailon si ope-ra cosi: con un seghetto per ferro, in posi-zione diametralmente opposta rispetto al nu-eleo, si ricavano due solehi longitudinali : lungo

    questi due solehi si avvolge e si lega, anno-dandolo ad una estremita, un pezzetto di filodi nailon; successivamente sulle due estre-rnita del nueleo, sul filo di nailon ad esso av-volto, si legano le estremita del filo di nailonche costituisce la cordicella vera e propria di'scorrimento dell'insieme.II tubetto isolante viene fissato a1 telaiettodi legnomediante collante cellulosico 0 -vinavil,Mediante questo sistema rneccanico e, inparticolare, azionando il perno di comandosui quale e calettata una delle due rotelline,si riesce a sintonizzare ilricevitore sulla emit-tente desiderata. Quando il nueleo si trovacompletamente immerso nel tratto di tubettoin cui e avvolta Ia bobina L1 si ha la rnassimainduttanza, vale a dire che il circuito di sin-tonia si trova sintonizzato suIle frequenze piu

    OFFERTATRANSISTORI

    2 G 141 L. 3102 G 140 2902 G 139 2902 G 138 ~~ 2602 G 109 2902 G 108 ~~ 2602 G 271 )~ 2902 G 270 ~~ 2602 N 410 ~~ 325 RC~2 N 412 ~) 325 RCA1G 27 65 (diC)-do 81 germanlo)

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    Fig. 3Schema elettrlcodel ricevitore. !NT .1

    PILA6 Y .

    COMPONENT.C1 = Condensatore 50 pF TR2 = 2G 109 Transistore di tipo pnp .

    250 pF Condensatore ceramico lire 290C2 Altoparlante = Vedi testo . lIre 550L1 Vedi testo Pila = 6 voltTR1 = 2G 109 Transistore di tipo pnp . Sl = Interruttore a leva lire 170Ii ... 290 DG1 = Diodo a germcmio . lire 65

    basse della gamma delle onde medie; viceversa,quando il nueleo si trova in posizione com-pletarnente estern a al tratto di tubetto in cuie avvolta la bob ina L1 allora il circuito disintonia e in grado di ricevere Ie frequenze piualte della gamma delle onde medie. Facendoriferimento ad un circuito di sintonia data toeli conelensatore variabile, possiamo riassu-mere iI concetto cosi : iI nueleo completamente

    fuori corrisponde al condensatore var iabilecompletamente aperto; al nueleo cornpleta-mente introdotto corrisponde it condensatorevariabile completamente chiuso.. Cablaggio

    La realizzazione pratica del ricevitore e rap-presentata in figura 4. Tutti i componenti ri-sultano montati su una piccola tavoletta di

    Fig. 4 . Schema pratico. DG 1 P R E S AD I M A S S AANT .

    T E R R A

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    legno 0 di altro materiale isolante. limontaggio va iniziato applicando alia tavoletta ilcomplesso meccanico che costituisce l'indut-tore variabile. Successivamente si applica l'al-toparlante, I'interruttore a leva SI e la pila diaJimentazione. Le operazioni che richiedonoun lavoro di ordine meccanico terminano conl'applicazione di due boccole al telaietto chefungono, rispettivamen te, da pres a di terra eda presa di antenna.Si iniziera quindi il cablaggio applicando il

    compensatore Cl , che e un compensatorc a mi-ra a lamella elastica, di piccolissima capacita.Ouesto cornpcnsatore, come vedrerno, serviraper l'accordo di antenna. Poi si applica il con-dcnsatore ceramico C2 e quindi il diodo agermanic DGI, rispettando le sue polari ta costcome e rncsso in evidenza nello schema clet-trico di figura 3.Successivamente si applicheranno i due tran-sistori TRI e TR2 con la solita tecnica usualeche e quella eli effettuare saldature rapide cansaldatore ben caldo in modo che il calore nonpossa raggiungere i transistori e danneggiarli.Per il riconoscimento dei terminali dei tran-sistori, il lettore f'ara riferimento alia figura 2in cui sono chiaramente evidenziati i tre ter-minali, corrispondenti a\ collettore, alia basee all'ernittorc, e il lora ordine di successione.L'altoparlante, che abbiamo detto essere di

    tipo speciale, e reperibile presso la Ditta Za-niboni - Via S. Carlo n. 7, Bologna - al prez-zo di lire 5 50 . Questo altoparlante e dotato,nella sua parte posteriore, eli una piastrinarecante tre terminali ai qua li fanno capo i treterminali elella bobina mobile. Uno di questitre terrninali non viene utilizzato, rnentre ver-ranno utilizzati quelli in posizione oppostanella parte pill vicina al magnete dell'altopar-lante.Messa a punto e collaudoSono poche lc operazioni di messa a puntonecessarie per questa ricevi tore. Prima, peral-

    A c hi s l abbo na a TECNICA PRATICA pe r 1 1 1 963re g aUamo mag n iflc l vo l um i dl RAD IOTECN fCA.

    B as ta s pe dlre II tagU an d oc he tro vate a pag. 4 di que s to fas c ic o lo

    tro, eli procedere in questo sen so e di accen-dere il ricevitore, occorrera accertarsi, seguen-elo attentamente 10 schema elettrico e quellopratico, eli non aver commesso errori. Resisiconto di cio, si potra accendere il ricevitoreazionando l'interruttore a leva S1. Natural-mente, prima di accendere il ricevitore, il let-tore provvedera ad inserire nelle due bcccole,presenti sui panneJJo del ricevitore, gli spi-notti collegati, uno ad una buona presa diterra, l'altro ael una buona antenna esterna,Potra capitare di ricevere l'emittente locale

    con il nueleo tutto inserito : in questo casosi interverra sui condensatore C2 sostituendolocon altro di valore pill piccolo; viceversa, sel'emittente locale viene ricevuta con il nueleocompletamente fuori, si provvedera ad aumen-tare ilvalore di C2. Mediante il compensatoreC1, poi, azionando la sua vite di comando, siotterra l'accordo di antenna in quel punto in'cui la ricezione risulta pill chiara e pill forte.Naturalrnente, ogni volta che si cambiera tipodi antenna si interverra sempre col cornpen-sat ore Cl per ottenere il nuovo accordo d'an-tenna. Null'altro e richiesto per la messa apun to del ricevitore che dovra C051 funzionareottimamente can una buona selettivita e conuna sensibilita ilcui grado dipende dalla qua-lita dell'antenna di cui si fa uso.Per coloro che fossero alle prime armi coni montaggi di radioricevitori raccornandiamo,

    nell'applicare la pila di alimentazione, di nonsbagliare nell'effettuare Ie connessioni e cioedi non confondere il morsetto positivo, che vacollegato a un tcrrninale dell'interruttore Sl,con iI morsetto negativo che va collegato al col-lettore (C) di TR1 e ad un terminale dellabobina mobile. Queste stesse raccomandazionivanno fatte pure per ildiodo a germanio DGl,il cui terminale positivo (comunemente con-trassegnato con un puntino colorato) va col-legato al circuito di sin tonia, mentre il termi-nalc negativo va collegato aJIa base (B) di TR1.

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    diventateMAGH I

    nellacameraoscura

    Poche nozionied una sempliceattrezzatura bastano

    per svlluppare'e proprie foto.

    E'molto facile e comodo, talvolta aneheeonveniente, portare Ie prop tie peIlicole. impressionate dal fotografo per ritorna-re poi, qualche giorno dopo, a ritirare Ie foto-grafie gia belle e stampate.Indubbiamente e questo ilsistema piu sbri- .

    gativo cui ricorre la maggioranza dei fotogra-fi dilettanti anehe se, nella maggioranza deicasi, il risultato e poco felice se non, addirit-tura, mediocre. 'Chi ricorre al gabinetto fotografico per far

    sviluppare le fotografie non puo pretendereche il grado di contrasto e i toni chiari escud; previsti quando si e scattata una foto,vengano riprodotti quando un'aItra persona

    provvede a sviluppare e a stampare.Ecco, dunque, la necessita di provvedere dasc stessi anche in queste operazioni della

    tecnica fotografica, per altro importanti e de-licate cjuanto queIle dell'impiego della macchi-na focografica. .E non si creda che esistano ostacoIi, di or-

    dine pratico, insormontabili per realizzare 10sviluppo e 10 starnpaggio delle proprie foto.Tuualtro!Una semplice ed economica organizzazionee qualche nozione tecnica sono piu ehe suffi-cienti per riuscire nell'intento. Ed il nostroproposito e quello di fornire al Jetton' tuttiidati tecnici inerenti alia organizzazione e di

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    produrre quelle 'nozionl che regolano l'interoprocesso di sviluppo delle pellicole fotografi:che, riservandoci, in un prossimo articolo, ditratrare l'argomento stampaggio su carta dellenegative,Tipi di vaschetteLa vaschetta costituisce uno degJi elementi

    fondamentali del laboratorio fotografico di-lettantistico e professionistico. Ne occorrerapill di una, come vedrerno, per passare dallapellicola vergine , toIta dalla macchina, alianegativa. A secondo del tipo di vaschetta im-piegato, il trattamento della pellicola pub avovenire alla luce oppure al buio. Per il tratta-mento della pellicola alla luce esistono in com-mercio vaschette di tipo speciale di cui di-rcmo pill avanti. I sistemi di sviluppo, oggiesistono, sono quattro; ve li elenchiamo:1. . Sviluppo della pellicola a mana (fig. di

    testa).2. - Sviluppo in una bacinella di fortuna (fi-

    gura I)..).. Sviluppo in una bacinella che si carica al

    buio ma si sviluppa alia luce (fig. 2).4. - Sviluppo in una bacinella dove tutte Ie

    operazioni avvengono alla luce (fig. 3).Nei primi due casi Ie operazioni si svolgo-

    no in camera oscura per tutta la durata deltrattamento; nel terzo caso e sufficiente usu-fruire soItanto di un angolo buio per il tern-po necessario ad introdurre la pellicola nellavaschetta. Nel quarto caso tutto pub avvenirealla luce.Tralasciamo la descrizione del trattamento

    dello sviluppo a mano, quello rappresentatonella figura di testa, in quanta e molto noio-so operare al buio per circa un quarto d'oraed e pure facile danneggiare la pellicola, graf-fiandola nel rigirarla fra Ie mani 0 confon-dendo tra 101'0 Ie diverse vaschette contenentil'acido con movimenti incontrollati, eseguiti albuio. Abbiamo detto al buio , con la certez-za di sollevare meraviglia in quei lettori abi-tuati a sentir parlare di operazioni di svilup-po condotte ana luce rossa. Ma, precisiamosubito. Le pellicole cosiddette ortocromatiche,quelle di una volta, che potevano essere ma-neggiate alia lUGe rossa, da circa un anna nonsi fabbricario pili. I materiali negativi, attual-mente costruiti, sono pancrornatici, cioe sanasensibili a tutte Ie radiazioni della spettro diluce bianca, se si esclude la presenza di unadebole luce verde. Ouesti materiaIi pertanto,debbono essere maneggiati al buio. Trala-sciando, quindi, il primo sistema di svilup-po, per Ie ragioni gia dette, passiamo ad il-lustrare il secondo, quello della bacinella dlfortuna rappresentato in figura 1 . II sistema e

    COS1 semplice che basta osservare le illustra-zioni per capirne il procedimento. Vi dirernosoltanto che esso serve per il formato Leica24 x 36 mm. (carica tori da 36 pose 0 rneno)perche solo per questa formato e reperibilein commercio un nastto di plastica, con bu-gnato, che va avvolto alIa negativa e la tienedistanziata permettendo all'acldo di fluire 'at-traverse gli interstizi e di svolgere Ia sua azio-ne. Tale. nastro e in vendita a cento lire almetro pres so igrossisti; per una pellicola da36 pose ne occorre un metro e settanta centi-metri. Le bacinelle di fortuna, 0 contenitoriche dir si voglia, debbono, essere due: una perla soluzione di sviluppo, I'altra per quella difissaggio. Sono da preferirsi recipienti di ve-tro 0 plastica, rna, in mancanza di questi, sipotranno anche utilizzare recipienti di ferrosmaItati senza crepe 0 sbucciature ,

    Per il terzo sistema, queUo della bacinellache si carica al buio, rna si sviluppa alIa luce,esiste sul mercato una grande varieta di tipidi bacinelle. Tra i pill importanti ricordiamoquello della bacineIJa contenente un nastro.distanziatore. Con tale apparato l'operazione dicaricamento della pellicola da sviluppare !!molto facile, rna e necessaria una vaschetta di-versa per ogni diversa grandezza del negative,e non sempre tali tipi di bacinelle si presta-no per il trattamento delle pellicole a colori,Ricordiamo la vaschetta GHE (lire 1000) e laottima COMBI (lire 4.000), che servono per ilformato 6 x 9 0 24 x 36 mm. I tipi senza nastridistanziatori sono pili pratici, perche pos-sono contenere formati diversi di negativee si prestano egregiamente per 10 sviluppodi pellicole a colori. D'altra parte ilcaricamen-te della pellicola nella spirale richiede un tan-tino di pratica e va eseguito soltanto con Iespirali bene asciutte. Citiamo la nota Patter-son Universal 11 per tutti i formati dal 24 x 36al 6 x 11 mrn., venduta al prezzo di lire 3.000Ricordiamo ancora la Patterson 35 mm. mod.2 per il solo formato 24 x 36 mrn., venduta alire 2.700 e, ancora, Ie Patterson doppie e tri-ple per 10 sviluppo contemporaneo di due 0tre rotoli, Sono ugualmense ottime, e vendutea prezzi praticamente uguali, Ie Jobo Univer-sal 110 e 35 F. Nei tipi di vaschette pili com-plete, in cui tutte Ie operazioni avvengono allaluce citiamo: Agfa Rondinax 33 U (24 x 36mm.) con un sistema speciale di inserimen-to del caricatore e di avvolgimento del-la pellicola senza necessita di camera oscura.Questi tipi di vaschette contengono, incor-porati, il terrnometro, il conta-fotogrammi eil coltello speciale della pellicola che si \'\10-Ie sviluppare solo parzialmente. Queste ba-cine lie vengono vendute al prezzo di lire 11 .500.

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    Un tipo pili econornico, sprovvisto di terrno-metro e colteUo taglia-pellicola.: l'Agfa Ron-dix 35, viene venduto al prezzo di lire 4.700e richiede soltanto 180 cc. di sviluppo , Un ti-. po simile a queUo ora citatoe la JOBO Auto-mat, venduto a lire 7,200, sempre per ilforma-to 35 mm. Per i1 forma to 6 x 6 e 6 x 9 (roto-li tipo 120 e 620) esiste solo la Agfa Rondinax60 che costa lire 7.000.

    Ultimata la 'presentazione dei vari tipi di ba-cinelle elenchiamo ora gli .altri elementi ne-cessari alla preparazione del laboratorio di svi-luppo fotografico, Saranno, questi, attrezzi uti-li rna non necessari al procedimento praticodello sviluppo delle pellicole fotografiche,

    Innanzitutto occorre una bacchetta di ve-tro ed un bicchiere, pure di vetro, graduate.della capacita di almena mezzo litro. OC~N-rona ancora due bottiglie di plastica scura conchiusura a tappo ermetica, e poi, ancora, dueo quattro pinze per appendere ad asciugareinegativi. ,Ma rifacciamo, per maggior chiarezza, una

    ricapitolazione dell'attrezzatura necessaria:I. - Ba.iinella (il prezzo varia da 1000 a 11.000lire). .2. - Bicchiere divetro con bacchetta (il prez-

    zo va da 500 lire in su, proporzionalmentealla capacita).

    3. - Due bottiglie di plastica da mezzo Iitrooppura da un litro, Consigliamo una bot-tiglia grigia per la soluzione di svilup-po e una rossa per quella di fissaggio (Iabottiglia da mezzo litro costa lire 400, labottiglia da un litro costa lire 600).

    4. - Pinze stendi-pellicola (il prezzo e di lire.300 cadauna).

    5. - Termometro per uso fotografico (il prez-zo e di lire 500). Questo strumento e asso-lutamente necessario.

    6. - Imbuto di plastica (il prezzo e di lire 100).Reperibilitil degli accessoriInformiamo i lettori che tutti i rnateriali,finora elencati, sono in vendita in Italia e sono

    stati da noi stessi utilizzati. Pub darsi che per'qualcuno insorgano difficolta d'acquisto permancanza di negozi specializzati nella loca-lita di residenza. In tale caso ci si potra rivol-gere ad una delle tre 0 quattro organizzazioni .di vendita per corrispondenza, oggi esistentiin Italia, e delle quali, di continuo, e fattapubblicita in quasi tutti i settimanaJi. Unadi tali organizzazioni fornisce al completo ilmateriale da noi prima eJencato (solo per il35 mm. ossia il24 x 36 mm.) al prezzo di lire'7.900, compresa la bacinella per carica alialuce. Da parte nostra ci siamo altresi prernu-rati di consultare i ricchi cataloghi che taliditte inviano, molto spesso, gratuitamente evi abbiamo trovato tutto ilmateriale da noielencato con gli stessi prezzi indicati, che sonopoi del tutto identici a quelli di listino dellecase.i Queste ditte vendono anche ratealrnen-te 'e-ad esse va fatta diretta riehiesta. Per ovvimotivi la nostra redazione non fornisee diret-tamente materiali e listini eventualmente ri-chiesti dai Iettori.I bagni di sviluppo e -fissagg,ioI bagni fondamentali per sviluppare i ne-

    gativi fotografici in bianco e nero sono due:quello di sviluppo vero e proprio e quello

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    2Questa vaschette per sviluppo fotografico devono essere caricate in camera oscura. Quel.la a sinistra e provvista di nastro bugnato ed e molto facile da caricarsi. Quella a destraha un labirinto circolare che offre qualche difficoltaall'inserimento della pellicola, masi presta ottlmcmente per 1 '0 sviluppo delle pellicole invertibili a colori.

    di fissaggio. II nome dei bagni ne definisce lafunzione: il primo serve per sviluppare unaimmagine esistente nella pellicola, dopo esse-re stata esposta nella macchina fotografica,rna che vi si trova allo stato latente in quan-to non e possibile vederla. n bagno di svilup-po rende visibile l'immagine, rna non la rendestabile alia lure. Infatti, se una peIlicola fos-se trattata soltanto con il bagno di svilup-po, esposta alla luce, diverrebbe tutta nera, 11fissaggio elimina le particelle di bromuro diargento che non sono state impressionate nel-la macchina fotografica rendendo, COSI, sta-bile ovvero fissa l'immagine. Soltanto dopoquesto secondo trattamento si puo osservareilnegativo alia luce senza temere piu alcunamutamento dell'immagine stessa. Ma il pro-cesso di sviluppo e fissaggio non puo ancoraconsiderarsi finito. Nella pellicola, dopo il ba-gno di fissaggio, rimangono invariabilmentei sali del fissatore che provocano macchie ro-vinando I'immagine. E' questa la ragione percui, dopo il bagno di fissaggio, e necessario la-vare accuratamente la pellicola se si vuoleche questa si conservi inalterata nel tempo. Maai due bagni di sviluppo e fissaggio e a quellodi lavaggiofinale, assolutamente necessari e in-sostituibili, altri se ne possono aggiungeresempre allo scopo di ottenere immagini mi-gliori e piu perfette. Si puo pertanto sottopor-re ad un ulteriore lavaggio la pellicola, dopoil bagno di sviluppo e prima del bagno di fis-saggio, in acqua contenente sostanza aeida chearresti ilprocesso di sviluppo immediatamen-te senza permettere che questo prosegua an-cora per alcuni secondi nel bagno di fissaggioprovocando, a volte, delle maochie sulla pelli-cola. Questo bagno aeido e consigliabile quan- .do si opera in clima caldo (in clima temperatoe e li inverno ci ~i puo Iimitare ad un sernplice e

    breve lavaggio in acqua corrente). II bagnodi arresto (cosi si chiama questo bagno aei-do) non si trova gia pronto in commercio per-che la sua preparazione e oltremodo semplice.Eccovi alcune formule per prepararlo: in unlitro d'acqua si versino cc. 50 di acido aceticoglaciate oppure grammi 50 di metabisolfitodi potassio oppure grammi 40 di bisolfito disodio (tali composti chimiei potranno essereacquistati in farmaeia oppure presso i grossi-sti di materiaIi fotografici). Qualora per ne-cessita ambientali si dovesse sviluppare, acausa di elevate temperature, con soluzioninecessariamente calde, il bango di arresto do-vra esserecomposto con solfato di sodio in cri-stalli (grammi 65) 0 in polvere (grammi 30)con aggiunti grammi 20 di allume di cromoo potassio in un litro d'acqua.Un aItro bagno raccomandabile in quellezone dove I'acqua potabile e acqua dura e cal-carea, che lascia depositi, si ottiene con unasoluzione al 5 per cento di un prodotto imbi-bente capace di eliminare la formazione digocce sulla peUicoladopo illavaggio ed ilcon-seguente deposito lasciato dalle stesse. Prodot-ti molto noti, a questo scopo, sono il BB Or-nano od ilWetting 'Agent di Kodak 0 l'Agepondi Agfa. Serve peraltro anche una soluzione diacqua contenente alcune goccie di acido clori-drico (il comune aeido muriatico di uso do-mestico).Riassumiamo ora in ordine cronologico levarie fasi schematiche del trattamento dei ne-gativi. Le operazioni indicate fra parentesipossono essere eliminate mentre le altre sonoassolutarnente necessarie, sono ineliminabili evanno eseguite con Ia massima cura, secondole prescrizioni che preciseremo pill avanti.1. - Sviluppo a temperatura controllata.

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    Questo tipo di vaschetta per sviluppo foto-grafico si carica in piena luce. E' provvistadi coltello tagliapellicole e di termometro.

    2. (lavaggio per un minuto 0 bagno di arre-sto per 10 stesso tempo).

    3. - Fissaggio per almena cinque minuti.4. - Lavaggio in acqua corrente per almena

    venti minuti 0 ricambio dell'acqua nellavaschetta per almena cinque volte, con laavvertenza di agitare in continuita.

    5. - Essiccamento della pellicola in luogo pri-vo di polvere, lantana da sorgenti termi-che come, ad esernpio, stufe radiatori ditermosifone ecc. Non si faccia mai uso 'diventilatori i quali, sempre, producono sol-levamento di polvere e agitazione del pul-viscolo atrnosferico.'

    Lo sviluppoNei manuali di fotografia di un tempo gli Au-

    tori, giunti a trattare della sviluppo, si produ-cevano nella esposizione di lunghissimi elenchidi formule e dati, che taluni denuciavano conle sigle delle case fotografiche ed altri comefarina del proprio sacco. Noi non vi daremoalcuna formula, rna soltanto pochi consigli suipreparati pili comuni attualmente in venditae sulle loro caratteristiche. Tra questi esistecertamente il tipo che fa al nostro scopo e che,senza dubbio, si rivela migliore di quello pre-parato con la ricetta. I prodotti 'confezionati,infatti, sono pili esatti e pili puri, mentre iprodotti chimici, che rientrano nelle forrnule,

    Fig. 4Cosi si dispone una vQschetta per sviluppofotografico nel lavandino per il lavaggio.

    se acquistati sciolti, sono in genere assai de-teriorati. Se acquistati, invece, in confezionisigillate, servono per preparare molti litri disviluppo e per il dilettante durano anni edanni, deteriorandosi solo col passare del tem-po. Ed un altro vantaggio derivante dal pro-dotto confezionato e quello di ottenere sempreil medesimo risultato. Tra i prodotti confe-zionati la scelta va indirizzata sui due tipi fori-damentali:il prodotto in polvere che va sciolto ed il pro-dotto liquido che va diluito un attimo primadell'operazione di sviluppo. Noi consigliamo illettore - di indirizzare la sceIta verso il pro-dotto liquido che, senza dubbio, e il pili co-modo. Tra i prodotti in polvere la scelta siesplica attraverso tutta una gamma vastissi-sima di prodotti con i quali si ottengono,forse, gli sviluppi dalle caratteristiche miglio-ri. Tra gli sviluppi liquidi da diluire consiglia-mo il Rodinal di Agfa (c.c. 100 - lire 420), ilSinco Ornano (c.c, 100 - lire 350) e ilKodinol:portano una diluizione fino ad 1/50 per cuiin media servono alla preparazione di 2,5 litriper ogni confezione da 100 c.c. Dopo ogni svilup-po e consigliabile gettare sempre via ilbagno.Con una vaschetta normale, della capacita me-dia di 200 c.c., si possono fate 15 soluzioni e svi-luppare altrettante pellicole. ,foiche i tre pro-dotti, sopra elencati, hanno caratteristiche si-mili, riportiamo una tabella cti norma valevo-le per tutti e tre iprodotti.

    NegaUvo Esposto esatto Esposto troppo Esposto poco. . 1:15 (1/2 tern-Foto normali 1:20 1:10I " po sviluppo)Foto in controluce 1 : 5 0 - -Foto in cas a con 1 : 3 0 1:50 (1/2 tem-luce finestra / po sviluppo) 1:10., .16(la diluizione media raccomandata per tutti gli usi e di 1:20).

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    Quan do la in vitai a ballare ,c i fu un a ris ata gen e rale ... ma poi ....... M a poi iI riso si ge/o in lecci 8; mieiamici tche mi conosceveno come la per-sona et mondo pili negata a bellere), quan-do videro che invece bellevo if twist canrere sicurezze, cless ed eleganza .... Duesettimene tpoche ore di applicazione) miereno bestet per imperere segretamente"Questo e uno stralcio di una dellecentinaia di lettere che giungonocontinuamente al Centro Kelly -Centro 'per l'insegnamento di balloper corrispondenza. Un metodospeciale ha consentito di insegnarecorrettamente anche i balli pittmoderni a migliaia di allievi. IICorso per corrispondenza Kelly viinsegna a ball are perfettamente acasa vostra, con poche ore di facilepiacevole applicazione, tutti i balliantichi, moderni e modernissimi.Volete imparare a ballare? 0 vo-lete perfezionarvi nei balli chegia conoscete?

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    Ed ecco la tabella normativa con i tempimedi di trattamento in riferimento aile varietemperature delle soluzioni:

    40'1:10 1:20

    15'

    DUulzione 24 gradi 16 gradi4' 10'

    1:30 1:50Itempi riportati nella tabella valgono pe;pellicole di sensibilita 20 DIN 80 ASA.Le pelli-cole piu sensibili richiedono un trattamentodi durata maggiore anche del 10 per cento;quelle sensibilissirne del 25 per cento.La temperatura consigliabile e quella com-presa tra i 18 e i 20 gradi centigradi, Fra glisviluppi in polvere, di tipo confezionato, dasciogliers iin acqua a1cune ore prima del trat-

    tarnento, vi consigliamo:Grana flnissima: Ornano Finissimo - AtomalAgfa - Microdol Kodak.Grana fine: Fino - Final - Refinex - Delofin -D76.Trai prodotti a grana fine, capaci di sfrutta-re tutta la sensibilita della pellicola, e partico-Iarrnente adatti per il 35 mrn., ricordiamo an-cora il TOFEN Ornano, ilMicrofen di Ilforded il Promicrol. .Per l'irnpiego dei prodotti liquidi che, comeabbiamo detto, vanno diluiti in acqua allanorma le temperatura di 20 gradi (temperatu-ra 'consigliabile), non disponendo di una bu-vetta centimetrata, si puo operare cosl: am-messo che la diluizione si a di 1:20 , si versa uncucchiaio di sviluppo (ci si servira di un cue-chiaio da cucina di tipo inossdabile) e venticucchiai di acqua in una bottiglia a collo largoper ottenere una soluzione di circa 25 0 c.c. !~rdiluizioni maggiori si usa un mezzo cucchiaiodi sviluppo e venti cucchiai di acqua: per dl-luizioni minori un cucchiaio e mezzo 0 duecucchiai di sviluppo e venti cucchiai di acqua.Come si cornprende, il metodo e assaipraticoe rapido. I prodotti in poIv ere vanno sciolticon cura in acqua tiepida secondo l'ordineelencato nell'istruzione di cui sono corredateIe confezioni (e importante seguire questo or-dine per avere soluzioni efficaci). Successiva-mente si lascia depositare per almena cinqueo sei ore e si filtra con bambagia, Le confezio-ni dei preparati in polvere servono, general.mente, per un litro e durano parecchi mesise conservati in bottiglie di vetro 0 plasticaben tappate e al buio, Per le soluzioni si deb-bono usare sempre recipienti di vetro e di pla-stiea e, se nuovi, anche recipienti di ferrosmaltati. Non si usino mal recipienti di allu-18

    mmio, di rame stagnato e cucchiai di ottone.L'acciaio inossidabile serve solo se le soluzio-ni vi restano a contatto per poco tempo (mol-to spesso gli acciai inox comuni vengono intac-cati col passare del tempo).II fissaggioIIbagno di fissaggio viene venduto, general-mente, in confezione solida da diluire, ma puoanche essere preparato secondo una formulache esporremo pili avanti. II costo di un buonfissatore acido, gia preparato, e di lire 200 allitro; in confezione liquida da diluire costa cir-ca il doppio ma dura di pill. E qui preferiamonon indicare alcuna marca 0tipo attualmentein commercio in quanto tutti si equivalgono

    e i risultati sono sempre identici. In genere,il fissatore in soluzione da diluire esercitaazione rapida che si risolve in soli due minutidi trattamento; altri fissatori richiedono tem-pi variabili dai cinque ai dieci minuti.Ed ecco la formula semplice che permettedi preparare un ottimo fissaggio: in un litrodi acqua abbastanza calda si versino gramm~300 di sodio iposolfito in granetta e gramrm30 di metabisolfito di potassio. 11bagno di fis-saggio dura almena tre volte di pill di quellodi sviluppo.Quando ilbagno di fissaggio e esaurito Iepellicole risultano lattiginose e non del tuttotrasparenti, rna ripetendo l'operazione con fis-satore nuovo ridiventano trasparenti. Un B-tro di fissaggio contenuto in una bottiglia benchiusa dura un anna e serve per circa ventipellicole. .Non cercate di risparmiare con Ie soluzlonldi svlluppo e fissaggio rna sostitultele sernprecon .soluzionl nuove prima ancora che sianoesaurite.In genere le soluzioni costano assai meno di

    una pellicola e del suo valore intrinseco, arti-stico od affettivo, per cui non vale proprio lapena di prodursi in risparmi inutili e dan-nosi, Un segno evidente, indice di esaurimentodella sviluppo, e la suacolorazione scura e ilprolungarsi del tempo di trattamento dellapellicola.Norme pratiche per 1 0 sviluppoIn due bottiglie abbiarno gift prontl i ba-

    gni di sviluppo e di fissaggio; la lora tempera-tura si aggira intorno ai venti gradi centigradiperche Ie abbiamo rinfrescate sotto l'acquacorrente, d'estate, 0 riscaldate a bagno maria,d'inverno. A portata di mana c'e il rubinetto.d'acqua corrente 0, eventualmente, una botti-glia con la soluzione delbagno di arresto. L'o

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    rologio, la vaschetta, la pellicola da sviluppa-re, sono pronte, Se la vaschetta contempla 10inserimento della pellicola alla luce, il localein cui si opera pUGessere illuminato, altrimen-ti si rende necessario il buio pili assoluto perinserire la pellicola nella vaschetta.A colora iquaJi mai prima d'ora si sono ci-mentati in questa pratica della tecnica foto-grafica, consigliamo di acquistare una prati-ca iniziale operando con pellicole Inutilizzabili,alla luce, e db, in particolar modo, quando lavaschetta con cui si e attrezzato il laboratorioe del tipo a spiraIe e non a nastro distanziato-reoNel versare la soluzione di -sviluppo nellavaschetta, alla luce, si cerchera di rendere laoperazione pill rapida possibile. Occorrera,quindi, battere la vaschetta suI fondo diver-se volte per far risalire eventuali bolle d'ariaed agitare, altresi, ilperno centrale della va-schetta per alcuni secondi.Successivamente si agita la vaschetta od ilsuo perno centrale una una volta ogni minutoe per tutta la durata del trattamento. Evitaredi far girare in continuita il perno centraledella vaschetta perche tale operazione creastria ture nella pellicola (sono escluse le vaschette Rondinax Agra).Trascorso il tempo di sviluppo prefissato,si vuota la vaschetta senza aprirla, versando 10

    sviluppo nella sua bottiglia 0nel lavandino see di tipo Iiquido da usare una sola volta. Silava brevemente la pellicola per circa un mi-nuto con acqua corrente 0 con ll bagno diarresto. Si versa il fissaggio, si scuote la va-schetta e si agita il perno centrale diversevolte, inizialmente, poi aneora un'altra vol-ta a meta fase del trattamento. Trascorsi idue

    o died minuti necessari per il trattamento difissaggio (il tempo, come abbiamo detto, di-pende dal tipo di bagno ad azione pill 0 menorapida) si pub aprire la vaschetta e dare unaocchiata alla pellicola. Se la vaschetta e deltipo a spirale la pellicola va osservata solo do-po il lavaggio, perche una volta tolta dallaspirale non rientra pill. Come abbiamo dettoil lavaggio finale e operazione che va curatase si pretende che il negativo non debba de-teriorarsi. L'acqua scorre nel perno centraledella vaschetta (fig. 4) per farla defluire ailati attraverso la pellicola. Dopo il lavag-gio in acqua, per la durata di venti minuti,si procede ad un ulteriore lavaggio della pel-licola in una soluzione al 5 per cento di unimbibente (vedi igia citati BB Wetting, ecc.)e la si strizza con una spugna 0 due dita ba-gnate in precedenza.Successivamente si appende la pellicola adasciugare in luogo lontano da correnti d'arrao sorgenti di calore e dove non esiste polveresospesa nell'aria. Una molletta va fissata inalto ed una in basso come contrappeso. La pel-licola asciutta tagliata in strisce di tre foto-grammi, per ilformato 6x6, 0 di 6 fotogram-mi, per il formato 24x 36 0 tipo Leica, e in-trodotta in apposite buste.La prima parte del trattamento fbtografico

    della pellicola, dal momenta in cui essa vienetolta dalla macchina fino al conseguimentodelle negative vere e proprie, e cosi terrnina-taoRiprenderemo l'argomento in un prossimoarticolo per insegnare al lettore l'ultirna partedel processo di sviluppo fotografico, quellspill interessante e di maggior soddisfazione, chee la stampa su carta.Come si presentano Ie singole parti di un negativo dopo 10 sviluppo

    Aspettl del negativoEsposlzlone Svlluppo Ombre Contrasto Lhct

    breve deboli debole grlgieEsatta normale dettagliate medio trasparentiprolungato opache forte opachebreve chiare debole opacheScarsa normale senza dettaz!' medio trasparentiprolungato scarsi dettagli eccessivo opachebreve dettagliate debole grfgie /l~ccessiva normale grigie medio opacheprolungato coperte forte nere

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    OPERAZION' DI SV'lUPPOIN VASCHETT APER DILETTANTI

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    1) Caricamento al buio della pellieola nel-la apposita valchetta a lablrinto.2) Si versa 10 Ivlluppo nella vasehetta.3) Agitazione della valchena con la mano

    onde far ulclre Ie bolle d'aria.4) Dopo, I'uso Ii verla 1 0 sviluppo in

    bottiglia per la conservazione.5) 51sclacqua 1 0 pellicola con aequa.6) 5i vuota I'acqua prima di introdurre II

    bagno di filiaggio.7) Introduzione n.lla vaschetta del bagno

    di fllsagglo.8) Dopo 10' II rlversa iI filsaggio nella bottiglia.9) Lavagglo In aequo corrente.10} Eliminazlon. delle gace. di aequo.ll} La pellicola va pOlta ad asciugare.~ -~~--

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    V O lI ' a v e t eL ' utilita dell'interfono in ogni cas a e ri-sentita oggi tanto quanto 10 e quelladella radio, del televisote, del frigoriferoe degli altri elettrodomestici pill cornuni. E 1 0e tanto pill quando la casa e grande oppurequando i locali abitati sono sistemati in pianidiversi. Grazie all'interfono, ihfatti, e possi-bile chiamare od avvertire un familiare in qual-siasi momento e con il rrrezzo pill eelere suuualche motive 0 necessita di ordine [ami-liare. La mamma puo far sentire la propriavoce richiamando l'attenzione dei bambini chegiocano nel giardino, il babbo dal suo studiopub dare un ordine 0 chiedere qualche cosa chegJi necessiti, la cuoca 0 la domestica puo av-'vertire i familiari tutti nell'ora della colazioneo del pranzo. Ma tanti altri sono gli impieghiche si possono fare dell'interfono e il lettore,certamente, dopo averlo costruito sapra fameI'uso pill appropr iato.Quello che presentiamo non e un interfono

    di grande potenza e quindi non e assolutamentepossibile pretendere da eSSQun funzionamentoin luoghi aperti e rumorosi. Esso e adatto perla cas a, per far ascoltare la voce da una stanzaall'altra, da un piano all'altro, dal piano ove'abitualrnente si abita al negozio sottostantegestito da uno dei componenti della famiglia.E se il capo famiglia dirige una piccola offi-cina 0 un laboratorio, oppure si intrattienediverse ore al giorno nel garage, se questi am-bienti si trovano sotto casa 0 poco lontani daessa, niente di meglio vi e, per poter comuni-care rapidamente, che installare il nostro ap-para to interfcno,Qualcuno potra a questo punto obiettare che

    con l'uso del telefono il problema del cornu-nicare e ugualrnente risoIto. L'obiezione e ac-colta (soltanto in parte, pero) quando vi e

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    gia installato il telefono sia nell'abitazione chenegli altri piani della cas a 0 pel negozio sot-tostante. Ma se il telefono non c insta1lato?E se anche vi e gia il telefono occorre consi-derare che non sernpre questo e il mezzo pilirapido e pill sbrigativo per dire, magari, pocheparole ad un membro della farniglia 0 ad unamico. II telefono puo essere occupato pro-prio nel momento in cui c'e urgente bisognodi comunicare. Per fare uso del telefono siper de sempre un po' di tempo, perche occorreattendere ilsegnale di via libera, occorre com-porre il numero, occorre attendere che all'al-tro capo del filo chi sente squill are il campa-.nella vada a sollevare iI cornet to telefonico.Con I'interfono tutte queste operazioni sonoevitate, Basta infatti agire sulI'interruttore diaccensione dell'apparato e parlare : la vocegiungera immediatarnente la dove e posto l'al-toparlante di as coIto e sara udita anche secolui con il quale si vuol comunicare si trovain quel momenta ad una certa distanza op-pure occupato in faccende che non si possonoassolutamente abbandonare.

    E ' un circuito a transistoriNon e a valvole il circuito dell'apparato in-

    terfono che presentiamo. Abbiarno prefer itoripiegare sull'impiego dei transistori, prima ditutto perche con i transistori il consume dienergia elettrica e minimo, in secondo luogoperche con l'uso dei trans istori e possibile co-struire un apparecchio compatto e di piccoledimensioni. Ma abbiamo preferito anche l'im-piego dei transistori perche essi permettonoilfunzionamento immediato dell'interfona, nonappena si agisce sull'interruttore di accensio-ne. E' risaputo, infatti, che Ie valvole elettro-

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    E ' uno deg"elettrodomestlcipi" utili.Serve a collegarefonlcamente I localidella casao ivarl plan;di un edlficlo.

    L ' I N T E R F O N O .niche, generalmente, non sono in condizioni difunzionare appena esse vengono accese: e ne-cessario che II filamento, riscaldando i1 catodo,porti quest'ultimo alla temperatura necessariaper l'ernissione degJi elettroni e tutto cio co-stltuisce una perdita di tempo. Per ultimo pos-siamo dire di avere ancora preferito I'irnpiegodei transistori perche questi costituiscono unarecente innovazione della tecnica elettronica,perc he portano can se una ventata nuova dipassione e entusiasmo nella pratica costruttivae sana certamente i cornponenti cui Ie nuoveleve di tecnici si sentono piu vicine e canessi vogliono farniliarizzare sempre di piu,Schema genera IeSenza inoltrarci per ora nei dettagli tecnicicostruttivi a nei principi teorici che regolanoil funzionamento dell'interfono, esarniniarno agrandi linee il funzionamento dell'apparato.In figura 1 rappresentiarno 10 schema diprincipio del funzionamento dell'interfono. II.complesso si cornpone cosl : vi sono due alto-parlanti (ATP1-ATP2)ed entrambi questi duecomponenti funzionano in modo reversibile,vale a dire che essi fungono da altoparlanti eda microfoni a seconda ehe si ascolti oppuresi. parli; vi e I'apparato amplificatore, racchiu-so ih una cassettina di piccole dimensioni esui cui pannello appare l'interruttore di ac-censione e un doppio deviatore di tipo aslitta che permette di passare dalla posizionedi trasmissione a quella di ricezione: vi e an-cora la manopola relativa al comando di volu-me dell'amplificatore ed un campanella elet-trico di chiamata di cui, piu avanti, vedre-mo la funzione. Nell'installazione dell'irnpiantointerfono I'amplificatore, l'altoparlante ATP2

    e it campanella elettrico devono trovarsi vi-cini tra di lora, tutti questi componenti po- ,tranno pure essere raggruppati in un unicocomplesso. Questa complesso in figura 1 e rae-chiuso in un contorno a linee tratteggiate. Daquesta complesso esce un solo filo, per la pre-cisione un cava scherrnato contenente due con-duttori elettrici; di questi due conduttori uno"Serveper condurre la corrente di bassa fre-quenza modulata (voce), l'altro serve per con-durre la corrente elettrica necessaria a farsquillare ilcampanello ; la calzametallica ester-na del cava funge da conduttore di ritornodella corrente che percorre idue fili A-B.Riepilogando, sempre can riferirnento anafigura 1, si ha il complesso rappresentato a de-stra della figura che viene sistemato in unpunta della casa; da esso si diparte un cavoschermato che attraversa i vari locali (even-tualmente i vari piani dell'abitazione) fino araggiungere l'altro altoparlante ATPI vicinoal quale viene sistemato il pulsante 84 di chia-mata. In pratica questa altoparlante verdi si-stemato in una cassettina sulla base dellaquale si applichera l'interruttore S 4. .Le comunicazioni avvengono nel modo se-guente: chi sta nel locale dove e sistemato ilcomplesso principale, queUo raeehiuso dallelinee tratteggiate di figura 1, aziona I'inter-ruttore di accensione (Sl in figura 2), si assi-cura che il doppio deviatore S2-S3) si trovinella posizione indicata in figura 1 e parladavanti all'altoparlante ATP2; l'a]toparlanteATP2, in questa caso, funziona da microfono efa sentire immediatamente Ia voce raccoltanell'altoparlante ATP1 situato, a distanza, nel-l'arnbiente dove sta la persona 0 le personecan cui si vuol comunicare. Se si vuole rice-vere risposta bastera azionare il doppio devia-

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    CAllA tAETAl. .1JCAESTERNA

    ru.o ~/J.,

    Schema dl prlnclplo del funzlonamento dell'inter.fono. Tutti I componentl dlsegnatl entro Ie II" ..trattegglate vengono raggruppatJ In un unlco complesso che c.ostitulace iI posto principal. dl trasmi ..sione e dl ascolto. Un solo cavo

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    tico. In questo secondo casu dalla cassettina-mobile dell'arnplificatore usciranno soltantodue cavi, uno da una parte e uno dall'altra.Ma tralasciamo per ora Ie questioni relativealla realizzazione pratica sulle quali avremomodo di intrattenerci, con maggiori dettagli,in sede di descrizione del circuito pratico,limitandoci per ora al puro esame teorico delcircuito.I!primo transistore, collegato nel circuitodi entrata dell'amplificatore e quello contras-segnato con TRl; e questo un transistore di 'tipo pnp, amplificatore di bass a frequenza eper il quale, nel nostro schema, e stato usatoil transistore 2GI09, che e un transistore direcente costruzione il cui prezzo e di lire 290ed e quindi molto economico. La sua base (B)e polarizzata mediante la resistenza Rl ed ilsegnale di bassa frequenza, da amplificare, vie-. ne applicato alla base tramite il condensatoreC1. II segnale, una volta amplificato, vieneprelevato dal collettore (C) mediante il con-densatore elettrolitico C2 e applicato tramitela resistenza variabile R4 alia base (B) del se-condo transistore TR2. La resistenza R4, che eun potenziometro, svolge conternporaneamen-te,due compiti: quello di resistenza polarizza-trice della base di TR2 e quel!o di potenzio-metro regolatore di volume dell'intero com-plesso amplificatore.

    Dopo la seconda amplificazione del segnaledi bassa frequenza, operata dal transistoreTR 2 il segnale viene prelevato dal suo collet-tore (C) e tramite il condensatore elettroliticoC3, applicato alla base (B) del transistore am-plificatore finale TR3.Anche il transistore TR2 e dello stesso tipodel transistore TRI e cioe 1 1 2GI09. II terzo

    transistore TR3, invece, pur essen do sempredi tipo pnp, si difterenzia dai primi due inquanto per esso abbiamo impiegato il transi-store 2G 270, peraltro sostituibile con il tipo2G 271. Sui collettore di questo terzo transi-store (TR3) e presente un segnale di bassa fre-quenza sufficientemente amplificato per poterpilotare l'al toparlante.I piu esperti in materia di circuiti radio

    avranno gia osservato l'assenza di trasforrnato-re d'uscita tra 1 0 stadio amplificatore finale el'altoparlante. A causa di cio molti sarannoindotti a sospettare una mancanza di adatta-tore di impedenza, nella stadio finale, capacedi adattare l'impedenza d'uscita del transisto-re TR3 con quella della bobina mobile del-l'altoparlante. Diciamo subito che un tale ac-corgimento 1 0 si e potuto oftenere grazie al-l'uso di un particolare tipo di altoparlantela cui bobina mobile e dotata di tre terminaliche permettono a seconda del tipo di collega-mento, di sfruttare l'impedenza piu adatta.s m u s 0 1 S IL V A N U G IA N N O N I - V ia S . Lam i, S.la C rac e s uU'A rn o (P is a)Condizioni di vendita: ogni ordinazione deve .ssere accompagnata da un v.rsamento pari ad

    1/4 del vcdor. della meree, da effettuarsi sui e.e.p, 229317. La meree viane spedita in contras-$egno, 1mballo e : spedizione a carico dell'acqui rente.

    Radiotelefono portatile n. 38 Potenza 5/6 watt - 5 valvole di cui una speciale in trasmissioneATP 4" - Circuito ricevitore supereterodina con 4 ({ARP 12 - Frequenza di lavoro da 7,4 a 9 MH 2- Lavora con antenna a stilo dl m. 1,25 e m. 2,50 per Ie portate piu lunghe - 3 batterie in serie da 67volt con cassettina aggiunta per contenerle - Dimensioni cm. 18 x 10 x 6 - Arringofono speciale magne-tico - Completo di val.vole e cuffia - Si fornisce schema

    I'~.~'~~ ~,. , " , " < T . " ' ' ' " " . , , , , , , , , , m " , " c ,m . . , . , . , . . . , . , . "

    L. 13.000

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    > - NQuesto speciale tipo di altoparlante pub esseredirettarnente richiesto alla Ditta Zaniboni -via S.' Carlo n. 7, Bologna - al prezzo di li-re 550. Nella sua parte posteriore e applicata,sui cestello, una piastrina recantc tre termi-nali: di questi il lettore utilizzera i due postiin posizione opposta sui due lati della piastri-na. Ricordiamo che il disegno rappresentativodel collegamento di questo speciale tipo di al-toparlante e raffigurato nello schema praticodi figura 4, rappresentativo del radioricevitorea due transistori, a pagina 10 di questo stessonumero della Rivista.L'amplificatore funziona sempre nella stessa

    manicra sia per l'altoparlante ATP1, sia perl'altoparlante ATP2. Cia significa che entrarnbigli altoparlanti, quando vengono fatti funzio-nare come microfoni, vengono sernpre appli-cati all'entrata V-X medinate il doppio devia-tore S2S3 (vedi fig.I); entrambi, invcce, riosulteranno applicati all'uscita Y-Z dell'ampli-fica tore quando debbono funzionare da alto-parlanti.L'alimentazione dell'amplificatore e ottenuta

    mediante una pila da 6 volt; tuttavia si po-tranno anche utilizzare pile a voltaggio supe-riore fino ad un massimo di 9 volt e non dipiu, II nostro consiglio e quello di utilizzarepile ad elevata carica, come ad esernpio quelleper l'accensione dei filamenti delle valvole adaccensione diretta, installate nei piccoli rice-vitori portatili e cia per garantire una elevataautonomia di funzionamento al complesso in-terfono senza dover spesso intervenire pereffettuare il ricarnbio della pila.

    ou.;:-. .c u"i;:I'

    N Ec u.~ - 5L L . VIRealizzazione praticaLo schema pratico dell'amplificatore e rap-

    ~Jresentato in figura 3. Come si vede, la mag-

    TRANSISTORITR J Transistore pnp . tipo 2G 109 L. 290TR2 = Transistore pnp . tipo 2G 109 L. 290TR3 = = Transistore pnp . tipo 2G 270 (2G

    L. 260 271 )VARIEPila alimentazione = 6 . 9 voltPila suoneria = 4,5 volt51 = = Interruttore a slitta52 . 53 = = Doppio deviatore a slitta

    (G/1155 . GBC)54 = Interruttore a pulsanteCampanello = di tipo per corrente continuaATPI Vedi testeATP2 = Vedi teste

    CONDENS,lTORI.Cl = 100.000 pFC2 5 mF Elettrolitico miniaturaC3 10 mF Elettr"elitice miniatura= 10 mF . Elettrolitico miniaturaRESISTENZERl = 150.000 ohmR2 3.000 ohmR3 = = 470.000 ohmR4 = 50.000 ohm potenziemetro mlnia-tura (D/147.GBC)R5 = 2.200 ohmR6 10.000 ohmR7 = 60000 ohm

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    gior parte dei suoi componenti risuJta montatasu una piastrina di bachelite recante lungo ibordi esterni tanti forellini nei quali si effet-tueranno le connessioni dei terminali dei varicomponenti. La piastrina, poi, a cablaggio ulti-mato, verdi introdotta in una cassettina-custo-dia sul cui pannello verra fissato l'interruttoredi accensione SI, il doppio deviatore S2-S3 e ilpotenziometro R4. A questo proposito ricor-diamo che, data la non eccessiva potenza diuscita dell'amplificatore, il potenziometro R4potra essere regolato una volta per sempre po-nendolo nella posizione di massimo volume, equindi, non occorrera fissarlo al pannello delmobile rna lasciarlo addirittura all'interno, ap-plicato direttamente alla piastrina-supporto co-S! come e indicato in figura 3. Internamentealla cassettina verdi pure inserita la pila dialimentazione a 6 volt e l'altoparlante ATP2in modo da ottenere un unieo cornplesso, com-patto e facilmente trasportabile. Volendo sipotra applicare alla stessa cassettina anche ilcampanello elettrico con la sua pila di alimen-tazione a 4,5 volt.Con questa sistema, dal cornplesso amplifi-

    catore uscira soltanto un conduttore: il cavoscherrnatc che collega l'arnplificatore all'alto-parlante ATPl. Ouesto e il sistema che noiconsigliamo. Tuttavia volendo mantenere l'al-toparlante ATP2 in posizione estern a alia cas-settina dell'amplificatore, ci si ricordi che ilsuo collegarnento verra fatto a mezzo tree-ciola a due capi di filo flessibile e non me-diante cavo schermato.Per quanto riguarda il cablaggio, il- lettore

    comincera ad applicare sulla piastrina-suppor-to tutti i cornponenti cos! come e dato a ve-dere in figura 3; successivamente si colleghe-ranno i-conduttori che vanno agli altoparlanti,alia pila, all'interruttore, al doppio deviatore.Ricordiamo che Ie connessioni dei tre tran-

    sistori dovranno essere effettuate secondo latccnica usualc l~cio/" cnn saldaturc rap ide c

    CO ~LE GA R E A TPl

    saldatore ben caldo. Per il riconoscimento deiterminali dei transistori rimandiamo il lettorealla figura 2 di pag. 8 in cui e trattato ilri-cevitore economico a transistori.Rieordiamo per ultimo che tutto il mate-

    riale necessario alla costruzione e all'instal-lazione del complesso interfono e reperibilepresso la stessa Ditta Zaniboni prima citata.

    InstallaxioneL'installazione del complesso interfono ver-ra fatta da ciascuno nel modo pili adatto in

    relazione alle necessita di impiego. Certamentegli altoparlanti non potranno essere fissati nel-le posizioni piu alte dei locali perche, dovendofunzionare anche da microfoni, dovranno sem-pre trovarsi all'altezza della bocca degli inter-locutori. Cio che si rende opportuno, e dirinchiudere gli altoparlanti in cassettine-cu-stodia alio scopo di isolarli dalla polvere 0,per 1 0 meno, avvolgerli con tessuto a rete dinailon e di cotone. In questo caso il circuitodi suoneria rirnarra esterno al circuito inter-fono. Cornunque si vogJia effettuare I'impianto,il circuito di suoneria dovra essere effettuatosecondo 1 0 schema di figura 4. Naturalmentenel collegare i conduttori del cavo, schermatobisognera fare attenzione a non confondereil conduttore dell'amplificatore (filo A} conil conduttore della suoneria (filo B ). Saradifficile tuttavia cadere in tale errore perche iconduttori interni al cavo schermato sonoquasi sempre caratterizzati da due colori di-versi. Come abbiamo gia detto il terzo condut-tore, quello di ritorno", e costituito dallacalza metallica del cavo schermato. Esso costi-tuisce ilconduttore di massa e ad esso vannocollegati ilmorsetto negativo della pila di ali-mentazione da 6 volt e i terminali del campa-nello elettrico e dell'interruttore a pulsante S4,eosi come i: - chiararncntc indicate in figura 4.

    FllO'A .

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    Fig. 4Lo schema rap-presentato in f T -gura mette inevidenza il elr-cuito el..ttricodella suoneriaconnessa con 10interfono.

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    Fig. 1II plano di lagno e costl-tulto da un rettangolo dilegno compensato dellaspanora di 2 centimetrl.Nella parte superior. latavola deve essere impial-lacclata secondo il siste-ma rappresentato in figu-ra, mentre lungo iI perl-metro esterno va applica-ta una fascia di metallocromato 0 di materialeplastlco.

    Fig. 2II telaio .. costrulto interamente in tondino di ferro dl due misure diverse, faell-mente acqulltctbiJe, per coloro che nonavessero rinvenuto II vecchio porta-baga.gil, preslo qualslasi negozio di ferramenta.

    Un metodo elemenrare per rieavare le di.mensioni esatte di tutti i tratti di tondino diferro potrebbe essere quellc di eostruire prima,alla buona, il tclaio del tavolino con delle as-sicelle di legno, nelle dimensioni volute e poidedurne tutte le misure. E' un sistema sern-plice rna che da risultati sicuri e permette direnders! conto prima della reale grandezza concui sl presentera il tavolino,Ricordiamo ehe Ie estrernita dei quattro pez-

    zi di tondino ehe servono per sostenere il pianoin legno del tavolo dovranno esscre [orate perpermettcre il passaggio eli quat tro viti da legnoehe terranno uniti tra di 10fO il telaio in ferroe il piano in legno del tavolo.Osserviamo ancora un altro particolare del

    telaio di ferro. Le estremita dei quatt.ro ton-dini ehe risultano fissati ai due semicerchi so-no platte ed anche questo e un [avow che po-tra fare i1 vostro fabbro pcrche si tratta diun 1avoro di Iucina.

    Rifinitura del telaioUltimato il lavoro di montaggio di tutte le

    parti che costituiscono il telaio del tavolinoS 1 passera a1 1avoro di rifini tura e di abbelli-mento.Si comincera pertanto col Iisc iare tutte leparti can tela smerigliata e poi si dipingera

    tutto iI telaio con smalto nero. Ouindi, nellaattesa che 10 sma1to si asciughi si passera allacostruzione del piano di legno.

    II piano di legnoII piano di legno e eostituito da un ret tan-

    golo di legno compensate delle spessore di2 centime tri. II legno va ritagliato, arrotondatoagli spigoli e perfettamente lisciato con cartavetro. Nella parte super iore 1a tavola ver raimpiallacciata secondo il sistema cia noi rap-presentato in figura I, e cioe dividendo l'irn-piallacciatura in quattro parti e facendo in mo-do che la venatura del legno nelle quattro partisia sempre disposta in modo divcrso.Tcrminato il lavoro di impiallacciatura della

    tavola, si provvedera ad applicare lungo il suoperimetro una fascia di metallo crornato op-pure una fascia di matcria1e di plastica.Prima di applicare la tavo1a sopra il telaio

    metallico, mediante viti da legno, si provve-dera a costruire la rcticella che ha il compitodi sostenere Ie riviste. Essa eben visibile nellafigura della pagina precedente. Essa e costi-tuita da tante corde di materiale di plasticacolorat a. Queste corcle sono fissate ai tondinicontrassegnati con Ie lettere E.

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    PH I L I PS~:~.

    valvolecon griglia a quadroper televisione

    EjPC 86E;PC 88E,PC 97E!PCC 88E/PCC 189E/PCF 86EF 183EF 184

    Triodo UHF per stadi amplificatori RF e convertrtoriautooscillanti.Triodo UHF per stadi ampliticatori RF; elevato guadagnodl potenza; bassa citra di rumore.Triodo VHF per stadi amplificatori RF bassa capacitaanodo - griglia; circuiti neutrode.Doppio triodo VHF per amplificatori RF "cascode"; elevatapendr:nza (S=12,5 mA/V); bassa citra di rumore.Doppio triodo VHF a pendenza variabile (S=12,5 mAN)per amplificatori RF "cascode",Triodo -pentodo per impiego nei selettori VHF; pentodo congriglia a quadro con elevato ,guadagno di conversione.Pentodo ad elevata pendenza variabile (S = 14 mAN) peramplificatori di media frequenza TV.Pentodo ad elevata pendenza (S = 15,6 mA V) per ampliticatoridi media frequenza TV.

    PHILIPS S.p.A.. Reparlo Elellronica Piazza IV Novembre 3 MILANO Tel. 6994

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    N O N P I U 'D l S T U R B I S U L L ' A U T O R A D I OQuando si acquista un auto con l'autoradiogUt installata a bordo, quasi sempre la. ricezione e esente dai disturbi provocatidal circuito elettrico della vettura. Quando in-vece provvediamo noi stessi, oppure ricorria-mo all'opera di un tecnico di fortuna, pocoesperto, l'applicazione dell'autoradio alia mac-china, se pure e fatta a regola d'arte sotto ilprpfilo meccanico, lascia alquanto a desiderareper quel che riguarda le particolarita elettri-ohedi installazione. L'automobile, invero, e unafonte... generosa di disturbi radioelettrici, tal-volta C O S t intensi da impedire l'ascolto deinorrnali programmi radiofonici. E chi non e'esperto in materia di radiotecnica, quasi sern-pre, se la prende con la qualita e con il tipodi ricevitore acquistato. Ipill zelanti, poi, sidanno da fare in mille modi per riuscire ad eli-minare l'inconveniente delle cosiddette scari-che e dei rumori di fondo : provvedono a rni-gliorare I'impianto d'antenna, aumentandonel'isolamento, si preoccupano di conferire al ri-cevitore un certo molleggio in modo da ren-derlo il pill possibile insensibile aile vibra-zidni dell'autovettura. Si ricorre ancora a millealtri espedienti, rna il risultato e sempre 10stesso: scariche, rumori, ricezione impossibile.32

    E tutto cio perche? Perche non si provvedea stroncare il male direttamente nella sua-origine, III donde esso proviene, la dove essosi crea.Quello che ci proponiarno, in queste pagine,e, prima di tutto, di chiarire bene per i Jet-tori poco esperti, quali sana Ie fonti genera-trici di campi elettromagnetici oscillanti ca-paci di disturbare la ricezione con l'autoradio,e poi, in un secondo tempo, quaJi sono i ri-medi pill sernplici e piu comuni da apportareal circuito elettrico di un qualunque veicolo amotore a scoppio per rendere assolutamentechiara, in ogni momento e in qualunque condi-zione, la ricezione radio con il ricevitore dibordo.Ci rifaremo, pertanto, ad un rapido esamedel funzionamento dell'impianto elettrieo diun'automobile, soffermandoci in quei puntiche pill direttamente interessano I'argomentosuI quale ci intratteniamo e siamo ben eon-vinti che la maggior parte dei nostri lettori, 0perche hanno gUI.conseguita la patente auto-mobilistica, 0 perche stanno per ottenerla ora,conosce perfettamente bene tutto l'impiantoelettrico di un'automobile, nelle sue funzionispecifiche, nelle sue particolarita tecniche e,

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    in parte, anche nei suoi principi teorici elet-trotecnici, Tuttavia una rinfrescatina alla me-moria non fara male a nessuno, soprattuttoper richiamare quella particolare terminologiascientifica di cui faremo abbondante uso du-rante le nostre spiegazioni,L'impianto elettricoLo schema dell'impianto elettrico di un'auto-vettura e in parte rappresentato in figura 1.Naturalmente nello schema sono rappresentatigli elernenti essenziali del circuito, quelli chepiu ci interessano da vicino per individuare lefonti dei disturbi radioelettrici e che sono, indefinitiva, quelli di alimentaziosec.delle can-dele. Come si a, a bordo di una automobilee installata una batteria (accumulatore) da 6o 12 volt a seconda del tipo di autovettura.

    Le batterie da 6 volt sono piu diffuse nelleautovetture di fabbricazione americana, quelleda 12 volt nelle autovetture di fabbricazioneeuropea. La batteria viene ricaricata conti-nuamente da una dinamo, azionata dal motorea scoppio. Essa costituisce l'unica fonte dienergia elettrica di tutto l'impianto di bordo.In particolare alimenta l'avvolgimento prima-rio della bobina di alta tensione. In serie alcircuito primario della bobina e collegato un ruttore che, a sua volta, e comandato dallacamma che interrompe la corrente nell'avvol-gimento primario. Come si sa la bobina dialta tensione altro non e che un trasformatoredi tensione che eleva la bassa tensione dell'ac-cumulatore a dei valori che si aggirano intornoai 10.000volt. Ma perche un trasformatore fun-zioni e necessario che esso venga alimentatocon corrente alternata 0, per 1 0 meno, con

    corrente pulsante. Ecco, quindi, ilmotive percui in serie all'avvolgimento primario dellabobina e collegato Il ruttore che, chiudendoed aprendo continuamente il circuito, trasfor-rna la corrente continua della batteria in unacorrente unidirezionale pulsante. L'alta tensio-ne, presente ai capi del secondario -della bo-bina, viene convogliata allo spinterogeno nel quale scocca una scintilla tra contatto fissoe contatto mobile; il contauo fisso e collegatocon la candela rispettiva, nella quale scoccacontemporaneamente un'altra scintilla. Que-sto e il circuito di accensione a spinteroge-no , Ma per colora che non hanno familiaritacon tale tecnologia riteniamo opportuno ag-giungere qualche ulteriore chiarimento. La bo-bina di alta tensione e in sostanza un roc-chetto di Ruhmkorff il cui primario vienealimentato daJlabatteria e viene interrotto me-diante un sistema meccanico (ruttore) coman-dato dal motore a scoppio; ad ogni aperturadel rut tore si ha, ai capi del secondario, unatensione molto elevata (10.000volt) che vieneinviata ad uno speciale commutatore rotante(detto distributore) a una via e a 4, 6, 8 posi-zioni a seconda del numero delle candele: ilcontatto mobile di questa specie di commutato-re non tocca i contatti fissi poiche, data l'altatensione presente, e sufficiente soltanto un av-vicinamento dei conduttori perche la correntepassi ugualmente attraverso la scintilla che siforma. II contatto mobile ruota su se stesso agrande velocita, comandato dal motore e sin-cronizzato con il numero di giri di questo.Ciascun contatto fisso e collegato, con un filoben isolato, ad una candela; ogni volta che ilcontatto mobile, ruotando, viene a trovarsi di

    ALLE

    -,-.',' 3 3

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    fronte ad un contatto fisso invia la tensione(attraverso la scintilla) ad una candela la qua-le, essendo costituita da un elettrodo isolatoposto a breve distanza da un altro connesso amassa (si tenga presente che il circuito elet-trieo puc chiudersi perche anche uno dei capidell'avvolgimento secondario della bobina adalta tensione e a massa) dara luogo ad un'altrascintilla, contemporanea a quella avvenuta neldistributore, che accende la miscela di ben-zina e aria.Risulta chiaro, pertanto, che le scintille prin-cipali che possono disturbare la ricezione ra-

    dio non sono solo quelle delle candele, rnaanche quelle del distributore e del ruttore,oltre a quelle minori che si verificano in cor-rispondenza delle spazzole della dinamo cheprovvede a ricaricare la batteria quando il mo-tore e in moto.Fenomeni oscillatoriAbbiamo or ora elencato almeno quattro

    sorgenti principali di disturbi radioelettrici.Tali sorgenti sono fonte di fenomeni oscilla-tori complessi che abbracciano un campo difrequenza che va dalle basse frequenze allefrequenze radio. L'irradiazione di questi di-sturbi avviene non tanto direttarnente dallescintille stesse quanto dai tratti di conduttore

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    prossimi ad esse. L'autoradio, d'altra parte, ecompletamente schermata e quindi pub cap-tare questi disturbi solo dall'antenna; ancheilsuo circuito di alimentazione e generalrnenteprovvisto di particolari accorgimenti atti a pre-cludere l'accesso dei disturbi per tale possibilevia. Tuttavia e sempre bene evitare che iconduttori corrano vicini e paralleli a quellifacenti capo al distributore per ridurre al mi-nimo la presenza di alte frequenze sui lato abassa tensione.RimediIn genere si pub impedire che i disturbiraggrungano l'antenna sia scherman do le sor-

    genti disturbatrici sia smorzando le oscilla-zioni nei circuiti relativi. Nel primo caso ci silimita a collocare J'antenna in modo che nes-suna sua parte non schermata sia in vistadel motore e met tendo contemporaneamentea profitto la naturale azione schermante delcofano, connettendo tra loro con treccia dirame tutte Ie varie parti non saldate e tra lequa li la continuita elettrica e dubbia. Que-st'ultirna operazione ha molta importanza poi-che raramente in pratica il cofano di una vet-tura moderna ha tutte le sue parti in perfetta-continuita elettrica fra loro; specialmente Ieparti apribili lasciano molto a desiderare in

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    tal senso e necessitano di una accurata messaa massa. Si puo constatare empiricamente laefficienza dell'azione schermante del cofanoaprendolo e chiudendolo mentre l'autoradio ein funzione e ilmotore e acceso; i disturbiche possono essere presenti nel primo casodevono sparire nel secondo, beninteso a con-.dizione che non vi siano fughe attraverso ilcircuito della batteria.Schermatura dei conduttoriAbbiamo .ora richiamato l'attenzione del let-tore sull'efficacia delle operazioni di scherma-tura relative ai conduttori d'antenna e sullacontinuita elettrica delle parti che costituisco-no it cofano dell'autovettura. Passiamo adessoalia schermatura dei conduttori elettrici in-terni all'autovettura. Tale accorgimento e rap-

    presentato nello schema di figura 2 in cui sinota come i conduttori che collegano i con-tatti fissi del distributore con Ie candele sianotutti effettuati con filo scherrnato. 11filoscber-mato, come si sa, e costituito da un condut-tore elettrico rivestito da una calza metallica.E non basta soltanto l'impiego di cavi scher-mati, occorre altresi che le calze metallichesiano connesse a massa. A tale scopo occor-rera saldare in un punto qualsiasi della calza

    metallica dei vari conduttori un conduttore dirame collegato con una estremita a massa.All'atto pratico, facendo riferimento alia fi -gura 2, si potranno saldare tra di lora i quattroconduttori di alimentazione deJle quattro can-dele e quindi facendo uso di un solo condut-tore di rame connettere con la massa con-ternporaneamente Ie quattro calze metallic he.Ricordiarno che nell'eseguire tale operazionesi dovra operare con la massima precisioneassicurandosi della bonta della saldatura dellecalze metalliche tra di lora c di quella delconduttore di rnassa.Sempre in figura 2 si osserva che anche 1 1conduttore dell'alta tensione, quello che col-lega un terminale dell'avvolgirnento secondariodella bobina con il contatto ruotante del di-stributore, risulta schermato. Anche in questocaso la calza metallica va connessa con lamassa dell'autovettura. E fin qui abbiamo det-to tutto per quanto riguarda gli accorgimentidi schermatura dei conduttori dell'alta tensio-ne che sono origine di campi elettromagneticiad alta frequenza, capaci di disturbare note-volmente la ricezione nell'autoradio,Impiego di condensatori a cartaUn'altra fonte di disturbi di origine elettro-

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    magnetica ad alta frequenza e determinatadalle scintille del ruttore e delle spazzole del-la dinamo. Per ovviare a tale inconveniente siinserisce in determinati punti del circuito uncondensatore a carta. Per la verita nell'im-pianto elettrico di un'autovettura, in serle alruttore e gia inserito un condensatore a cartarna questo, sfruttato per altri scopi elettrici,non e sufficiente, da solo, ad eliminare i di-sturbi radioelettrici. Occorre infatti collegarealmena un altro condensatore a carta sul mor-setto della bobina che risulta collegato al rut-tore. In figura 2, lateralmente alIa bobina adalta tensione sono indicati due condensatori alinee tratteggiate. Sono questi i condensatoriche, non essendo necessari per il funziona-mento elettrico dell'autovettura, sono assolu-tamente indispensabili per eliminare Ie causedi disturbi radioelettrici provocate dallo scin-tillio del ruttore. Come si vede in figura, essisono collegati con un terminale ad uno dei duemorsetti dell'avvolgimento a bassa tensionedella bobina, con l'altro terminale sono col-legati a massa. La capacita di questi conden-satori deve essere Ia stessa di quella del con-densatore gia installato nel circuito elettricodell'autovettura. In ogni casu andranno benedue condensatori a carta del valore di 2mF.II condensatore sulla dinamoCome abbiamo detto, anche Ie spazzole del-la dinamo sono causa di scintillro capace didisturbare la ricezione nell'autoradio. Per ov-viare anche a tale inconveniente si collegaun condensatore a carta da 2mF nel modo in-

    dicato in figura 3. E' pure consigliabile colle-gare un altro condensatore a carta, sempredella capacita di 2mF, sui terminali del rele,nel modo indicato in figura 3. Nel realizzaretale accorgimento occorrera ricordarsi sempredi effettuare delle ottime saldature ai termi-nali dei condensatori, sia di quelli che vannocollegati ai conduttorl di corrente sia di quelliche vanno collegati a massa. Nel casu poi chesi voglia applicare it condensatore anche suIrele occorrera collegare con un filo di rame lacarcassa del rele con quella della dinamo inmodo da assicurare alla perfezione la conti-nuita del circuito di massa. ILe resistenze sulle candelePer smorzare le oscillazioni a radiofrequenzaprodotte dalle scintille delle candele non sonosufficienti gIi accorgimenti finora descritti. Perimpedire che Ie correnti elettriche che ali-mentano le candele possano determinare campielettromagnetici oscillanti occorre, in pratica,connettere nei circuiti di alimentazione dellecandele stesse tante resistenze quanti sono iconduttori. In pratica si inseriscono delle re-sistenze da 10.000ohm in serie a ciascuna can-dela e direttamente sull'attacco di questa, euna resistenza da 15.000ohm in serie al con-duttore che dall'avvolgimento secondario dellabobina giunge alla spazzola ruotante del di-strlbutore; anche in questo casu la resistenzava inserita il piu possibile vicina alIa can-dela; sono sufficienti pochl centimetri di filointerposto per annullare quasi completamente'l'effetto ohmmico della resistenza. .

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    ._ cur. d I GIANFRANCO FONTANASORGENT1 D1 LUCE NUOVE PER LA FOTOGRA-F1A E LA C1NEMATOGRAF1A - 11 lampeggiatoreelettronico non a piu parte integrante del-la macchina fotografica per le ripreseall' esterno con 0 senza luce, ma a entratonella tecnica operativa dello studio ~togratico. La casa tedesca Metz ha svilup-pato un particolare lampeggiatore elet-tronico il Mecablitz 502 che oltre a for-nire ben 400 lampi con una carica di bat-teria ed intervallo tra un lampo e 1 ' altrodi soli 3 0 4 secondi, puc essere accop-

    p L at.o a 4 torce supplementari che ne aumen-tano la potenza di altrettante volte. Conuno speciale stabilizzatore alimentatoresi possono alimentare Ie lampade elettro-niche direttamente dalla rete luce finoad un massimo di cinque torce lampo. E'possibile finalmente realizzare ad unprezzo equo un vero studio fotograf'icointeramente elettronico (vedi figura).La casa Paillard, costruttrice delle cele-bri macchine cinematografiche, ha presen-tato ultimamente una speciale lampada dailluminazione che si applica di fiancoalla cinepresa come un flash. Con un con-sumo di 800 watt ha un rendimento lumino-so pari a quello di tre lampade Nitraphotda 500 watt cadauna e pesa solo 450 gram-mi. Filmare alIa luce artificiale non sarapiu un gioco di destrezza ma una tecnica~lla portata di,ognuno.

    PR01ETTORE D1 D1APOS1TIVE A DUE OBIET-TIVI GEMELLI - Si ottengono magnifici ef-fet t i nella proiezione di diaposi ti ve a

    colori evitando la zona nera tra il pas-saggio qi una diapositiva e la successiva.Questo si otteneva fino a poco tempo facon due proiet tori azionati in manierache mentre evantva una immagine si sovrap-pone va un' altra. La casa Bell e Howellamericana ha ora prodotto un proiettoreautomatico per diapositive in telaietti5 x 5 cm., che ha due obiet ti vi e quindimentre un obiettivo cessa di proiettareuna immagine, il successivo inizia la pro-iezione di quella che segue. Tiene due ca-ricatori della capacita complessiva di 54diaposi ti ve