sportdipiù - 9/2011

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ANNO 3 - N. 9 - Gennaio/Febbraio 2010 - Mensile - Copia gratuita. - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% NE/VR intervista esclusiva ALEX ZANARDI intervista esclusiva ALEX ZANARDI ed inoltre... SPORT INVERNALI RUGBY BOXE BASKET PODISMO MOTOCICLISMO ed inoltre... SPORT INVERNALI RUGBY BOXE BASKET PODISMO MOTOCICLISMO www.sportdipiu.com all’interno il calendario 2011 di all’interno il calendario 2011 di

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Sportdipiù formato a 60 pagine! Lo sport veronese a 360°

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ANNO

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sommario

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L’editorialeTutta la neve che vuoi

IndagineConosciamo le Federazioni sportive

Scuola e sportI campioni tornano a scuola

Giornalismo sportivoA scuola con sportdipiù

SciBrain power: neve e disabilità

SciCalendario gare e sci club

SciSulle nevi con le ciaspole

Impianti sportiviIl palaghiaccio di Bosco Chiesanuova

SciIl bambino e lo sci

Sicurezza montagnaSoccorso Alpino di Verona

Sci nauticoIl principe delle acque

RugbyCus Verona tra sport e cultura

Sport e benessereIl massaggio sportivo

PodismoIntervista a Stefania Disconzi

PodismoIn allegria sui tre colli

Arti marzialiVovinam news

BasketAlpo Basket ’99 femminile

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Campioni del passatoSara Simeoni

PanathlonProgetto Giovani Talenti 2011

CalcioIntervista a Fabio Moro

ParapendioEmozioni tra le nuvole

PesisticaCarlotta Brunelli superstar

Medicina dello sportInfortunio al legamento crociato

BocceIl mondo bocciofilo veronese

Spazio ai lettorisportdipiù risponde

Inserto da staccareIl calendario 2011 di sportdipiù

BoxeUna palestra di vita

KarateIntervista a Stefano Scandola

MotociclismoTeam DFX Corse

Intervista esclusivaZanardi, un uomo coni piedi per terra

Calcio 5Progetto scuola Areasport

ArrampicataPalestra King Rock Gym

PsicomotricitàIl linguaggio del corpo

Associazioni sportiveI benemeriti della Bentegodi

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Avere sangue, se occorre, è un diritto!

Che cos’è l’AVISAVIS (Associazione Volontari Italiani Sangue) Organizzazione non lucrativa di Utilità Sociale, ONLUS, si è costituita nel 1927 tra coloro che volontariamente, gratuitamente, periodicamente e anonimamente donano il proprio sangue.È apartitica, aconfessionale, non ammette discriminazioni di sesso, razza, lingua, nazionalità, religione, ideologia politica ed esclude qualsiasi fine di lucro e persegue finalità di solidarietà sociale.L’Avis ha, da molto tempo, scelto di operare nel settore sportivo per costruire, assieme ai ragazzi, un nuovo percorso per far acquistare la cultura della solidarietà.

I suoi scopi principali sono• Offerta del sangue; • Promozione dell’informazione e della educazione al dono del sangue ed alla salute tra la popolazione; • Promozione e sviluppo della coscienza trasfusionale e buon utilizzo del sangue;

Perchè donare sangueDonare sangue volontariamente e con consapevolezza rappresenta un atto di umana solidarietà e dovere civico importante: vuol dire, infatti, rendere concreta la propria disponibilità verso gli altri ed anche verso se stessi, perché così facendo si alimenta un patrimonio collettivo di cui ciascuno può usufruire al momento del bisogno. Ogni cittadino in buona salute ha il DOVERE di donare per salvaguardare il DIRITTO di riceverne chi ne avesse bisogno.Il sangue umano è un prodotto naturale, spontaneo, non riproducibile artificialmente, indispensabile alla vita.

Chi può donare sangueOgni individuo, uomo o donna, può donare sangue nel rispetto di queste tre prerogative: avere un’età compresa tra i 18 e 65 anni; pesare almeno 50 chili; godere di buona salute.

Donare sangue, quindi, è unè un dovere!

Provinciale di VeronaStrada dell’Alpo, 105 – 37136 Verona – Tel. 0458203938 – Fax [email protected] – www.avisverona.it – Numero verde 800.26.15.80

Centro Trasfusionale Ospedale Borgo Trento – Verona - Piazzale Stefani, 1 – Tel. 0458122150Centro Trasfusionale Policlinico B.go Roma – Verona - Via delle Menegone, 1 – Tel. 0458124321Centro Trasfusionale Ospedale di Legnago – Via G. Gianella, 1 – Tel. 0442632143Centro Trasfusionale Ospedale di Bussolengo – Via Ospedale – Tel. 0456712256Centro Trasfusionale Ospedale San Bonifacio – Via Circonvallazione – Tel 0456138468

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cultura sport spettacoloa cura di Luigi Ballini

Anno 3 - Numero 9 - gennaio/febbraio 2011Mensile - Testata giornalistica registrata al Tribunale di Verona n. 1807 / 2008Spedizione in abbonamento postaleProprietario ed editore: Luigi Ballini, presidente e legale rappresentante della “Associazione La Scaligera”.

Sede:via Zenatello 4/a - [email protected]. 0039 045 917629Fax 0039 045 8303220

Direttore responsabileAlessandra Rutili

Direttore editorialeLuigi Ballini

CaporedattoreAlberto Cristani

RedazioneLuigi Ballini, Alberto Cristani, Alessandra Rutili, Mirko Ziviani, Luca Mazzara, Marco Hrabar

Grafica e impaginazionea cura di LAM adv - Verona

StampaGrafiche Stella, Legnago (VR)

Per inviare notizie sportive invia una e-mail a:[email protected] consulta il sito www.sportdipiu.com

Inserzioni pubblicitarieTel. +39 045 917629Fax +39 045 8303220

Hanno collaborato a questo numeroAndrea Etrari, Bruno Mostaffi, Claudio Toffanin, Claudio Toninel, Daniele Tanto, Elena Bazzoni, Francesca Ca-stagna, Giorgio Pasetto, Marco Ballini, Marco Trettene, Marina Soave, Michela Dalla Valentina, Monica Magnone, Nicola Tondini, Salvatore Mercurio

FotoArchivio Alessandro Zanadri (www.alex-zanardi.com), Foto Liborio Verona, Matteo Piancastelli, Ufficio stampa Areasport Verona, Ufficio stampa Bernstein Verona, Ufficio stampa Gardacqua, Ufficio stampa King Rock Verona, Ufficio stampa Team DFX Corse

Sport Comunicazione e Tempo LiberoADV

editoriale

www. lam-adv.com - [email protected]

È arrivata la neve, evviva !

Promozioni, pubblicità, slogan, bollettini della neve, annunci vari, stazioni turistiche, impren-ditori, operatori e negozianti, enti, e ancora ma-estri di sci, atleti, manifestazioni, grandi eventi, coppa del mondo, mondiali e olimpiadi ; tutto ruota intorno al “fiocco di neve” . Anche se di neve naturale poca e di programmata molta .. Una massa di appassionati si muove a ritmo frenetico per guadagnarsi un minimo spazio di neve. Sci, snowboard, ciaspole, pattini, slitte, sle-dog, gommoni e attrezzatura varia per la gioia di grandi e piccoli. Sì! Perché sulla neve ci si diverte. Un cenno a tutto questo era stato fatto sul nu-mero precedente, ma ora il cerchio si riapre e si amplia sul manto candido dei nostri monti.Benvenuta neve che per almeno quattro mesi riesci a polarizzare lo sguardo sulla scena in-vernale . Per qualcuno l’ arrivo della prima neve cincide con una calamità, ma ci si scorda che il pane sotto la neve cresce. E non solo il pane, ma cresce e prospera tutto un comparto che di neve

ne ha fatto una ragione di vita e di sviluppo.

Poca è l’ attenzione che viene dedicata a questo settore, ricco di fascino e di cultura .

Spesso dalle voci autorevoli della grande co-municazione si sente parlare di centrimeti e di valanghe, di paesi e comunità attanagliati dalla morsa del freddo e isolati dal mondo, senza ren-dersi conto del danno incalcolabile che provocano …con le loro divagazioni e ristrette esternazioni censorie. Addirittura invitando i cittadini a non intraprendere viaggi .Perlopiù, in caso di neve, si ammonisce di avere le catene a bordo e attrezzarsi con gomme da neve. Un semplice accorgimento organizzativo e che oggi finalmente è divenuto obbligatorio per tutti coloro che operano nel settore o per chi de-sidera raggiungere le mete turistiche invernali .La neve deve considerarsi una effettiva risorsa e non una sciagura !Per una buona parte dei concittadini crea ric-chezza e sostegno per moltissime famiglie. In definitiva c’è “tutta la neve che vuoi” Sempre che i nostri lettori ci diano il loro con-senso.

Tutta la neveche vuoi...

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indagine

Seconda puntata del nostro viaggio tra le Federazioni Provinciali per far conoscere ai lettori di sportdipiù la realtà sportiva del nostro territorio. Dopo quella di sci nautico, scherma e rugby, in

questo numero faremo il punto della situazione sulla Federazioni di ba-sket ciclismo e pallavolo. Inutile negare che dopo il calcio queste tre discipline sono le più praticate a livello giovanile. Il ciclismo veronese ha conosciuto negli ultimi anni un notevole aumento dei tesserati e i risultati non sono tardati. I campioncini veronesi si sono aggiudicati nella stagio-ne 2010 ben 25 maglie tra campionati Europei ed Italiani. Il Volley si è affermato soprattutto nel settore femminile, grazie alla promozione nelle scuole e all’organizzazione in città di eventi sportivi internazionale. Il ba-sket, infine, si è imposto in tutte le palestre scaligere, riscoprendo anche il piacere di ritrovarsi nelle piazze dei tanti rioni veronesi con iniziative vol-te a riscoprire il piacere di giocare insieme come “Quartieri a Canestro”.FIP - Federazione Italiana Pallacanestro (Basket). La sede è in Piazzale Atleti Azzurri d’Italia, 1, nel cuore delle infrastrutture sportive di Verona tra lo stadio Bentegodi ed il Palasport. Il Comitato Provinciale è presieduto da Lorenzo Maggioni, il Vicepresidente Paolo Corsini è coadiuvato dai consiglieri Stefano Bonfioli, Mauro Manfro ed Adriano Roselli. Enrico Beghini si occupa invece della segreteria. Eleva-tissimo il numero dei tesserati. Solo per dare un’idea di quanto la palla-canestro sia diffusa e praticata vi basti sapere che gli atleti del miniba-sket sono 2700 ai quali si aggiungono 3000 senior. Per insegnare questo sport la Federazione di Verona si avvale di 230 allenatori, 150 istruttori di minibasket e 120 arbitri ufficiali di campo. L’attività della pallacanestro viene praticata nei settori femminili e maschili, giovanile e senior. Le so-cietà affiliate, distribuite su tutto il territorio provinciale sono 55. I risultati, oltre che sul campo, sono arrivati con un incremento annuale costante del numero dei tesserati. Ma la FIP continua a lavorare per avvicinare il territorio e le famiglie al basket, promuovendo le attività e tutelando le società sportive.FIPAV - Federazione Italiana Pallavolo. Il Comitato Provinciale Verona ha sede presso lo Stadio Bentegodi in Piazzale Olimpia. Il Presidente Stefano Bianchini è affiancato dal Vice

Presidente Lorenzo Bressan e da Florindo Ferraro componente del-la commissione allenatori. Francesco Giarola è il Segretario fiduciario, mentre Luca Boscaini è il Fiduciario arbitri Provinciali. Spazio anche alle donne, ben rappresentare da Anna Carlassara designatrice degli arbitri. Le gare sono gestite ed organizzate da Rosario Felici e Federico Ceschi. Francesco Bottura infine è il responsabile delle rappresentative femmi-nili. La pallavolo conquista anno dopo anno tesserati ed è presente su tutto il territorio con ben 74 società affiliate. Annualmente la FIPAV orga-nizza 18 campionati, dagli Under 12 alle Terza Divisione. Un movimento in continua espansione grazie anche all’eccezionale evento organizzato a Verona che ha visto nella nostra città ben tre giornate dei Mondiali di Volley, ospitando le Nazionali di Brasile, Cuba, Spagna e Tunisia. Il Co-mitato Provinciale con l’infaticabile Bianchini sta già lavorando per Sport Expò 2011, evento fieristico interamente dedicato allo sport.FCI - Federazione Ciclistica Italiana. Con sede in via Albare il Comitato Provinciale è presieduto da Gianluca Liber affiancato dai consiglieri Claudio Barban, Raffaello Cordioli e Fa-brizio De Guidi. La Federazione ha inoltre un Comitato Pista, che segue le attività del velodromo di Pescantina presieduto da Raffaello Cordioli, che si avvale della competenza del Tecnico di Giorgio Furlan. Il lavo-ro del Comitato è stato premiato quest’anno dalle innumerevoli vittorie sia nei campionati Mondiali ed Europei che Italiani. Un chiaro segnale di quanto Verona sia ormai divenuta Capitale delle due ruote. I risultati raggiunti testimoniano l’impegno delle 67 Società affiliate che ogni anno organizzano in tutta la Provincia 120 gare tra Mountain Bike, Bmx, corse su strada ed in piste ed ancora handy-bike. Il Comitato Provinciale punta molto sulla comunicazione tanto che da 4 anni la trasmissione televisi-va “A ruota Libera” racconta ogni settimana su Telearena le “imprese” dei ciclisti nostrani. Il 2011 sarà un anno indimenticabile per il ciclismo scaligero dato che la nostra città è stata scelta per ospitare il “Meeting Nazionale dei Giovanissimi”. Il giusto riconoscimento a tutti gli amanti delle due ruote.

Alessandra Rutili

Conosciamo le Federazioni sportive:Pallavolo, Ciclismo e Pallacanestro

Il mondo dello sport

Prosegue su questo numero l’indagine conoscitiva alla scoperta delle Federazioni sportive provinciali

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scuola & sport

Incontri di Stile 2010-2011 porta nelle scuole veronesi i testimonial dello sport veronese. Tanti temi da affrontare, non solo legati all’agonismo. Con un grande evento finale

I campioni tornano a scuola

Nella foto: un momento dell’iniziativa “Incontri di Stile” edizione 2009-2010

Saranno evidenziate e valorizzate la diversa abilità di ogni singolo atleta

Dopo il successo della scorsa edizione

L ’Assessorato allo Sport del Comune di Verona, in col-

laborazione con Ufficio Scolastico Provinciale di Verona per l’Educa-zione Fisica e Sportiva, intende riproporre dopo il successo dell’ edizio-ne 2009-2010, l’iniziativa denominata “Incontri di stile”.La formula - rinnovata - è finalizzata a diffondere i valori educativi dell’attivi-tà sportiva per coniugarli con l’educazione alla cit-tadinanza, alla legalità, al rispetto e alla tolleranza. Gli incontri coinvolgeran-no atleti delle formazioni veronesi di eccellenza e di varie discipline olimpi-che e paralimpiche. Con questi incontri ve gono evidenziate e valorizzate la diversa abilità di ogni singolo atleta, la capacità e il coraggio di raccogliere la personale sfida, nella vita e nello sport, condividen-do anche un progetto e un obiettivo di squadra.

Il progetto “Incontri di stile” è rivolto ai ragazzi delle Scuole secondarie di secondo grado di Verona.Gli incontri - di una durata mas-sima di due ore ciascuno - si ter-ranno negli Istituti scolatici che

hanno aderito alla proposta. Agli incontri, oltre agli studenti e agli insegnanti, interverranno l’Assessore allo Sport del Comune di Verona Federico Sboarina, il dirigente del C.d.R. Sport del Comune di Verona Sandro Vazzoler, la dott.ssa Monica Magnone responsabile Ufficio Scolastico Pro-vinciale di Verona per l’Educazione Fisica e Sportiva oltre ad atleti di valore internazionale.Agli studenti partecipanti, in ricordo dell’evento, verranno distribu-ite t-shirt personalizzate ed altri gadget offerte dai partner.Le società sportive veronesi coinvolte metteranno inoltre a

disposizione degli alunni e docenti interessati, biglietti omaggio per assistere alla partite casalinghe in calendario la domenica successiva all’incontro.Nella giornata del 15 aprile si terrà un evento finale al quale par-teciperanno gli atleti “testimonial” dei vari incontri e alcune delle classi partecipanti al progetto.

Monica Magnone

ECCo l’ElEnCo dEglI InContrI

- venerdì 17/12/2010 – Istituto lorgna Pindemonte

- venerdì 21/01/2011 – liceo galilei

- venerdì 25/02/2011 – Istituto Campostrini

- venerdì 25/03/2011 – liceo Copernico

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giornalismo sportivo

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Un minicorso di giornalismo sportivo con ospiti d’eccezione per diventare un inviato speciale

A scuola con …

La Redazione di sportdipiù ha lasciato il proprio ufficio per co-noscere meglio gli studenti dell’Istituto Seghetti. Grazie alla vasta proposta didattica della scuola gli alunni hanno potuto

frequentare il corso di giornalismo sportivo. Alessandra Rutili e Alberto Cristani sono stati gli “insegnati” d’eccezione del progetto, coordinato dal Prof. Andrea Totolo. Quattro lezioni per introdurre i ragazzi nel mon-do del giornalismo. Oltre allo studio dei vari mezzi di comunicazione, dei diversi linguaggi utilizzati e della storia del giornalismo, non sono mancati gli ospiti. Germano Mosconi ha incantato gli studenti spiegan-do come questa professione stia cambiando e raccontando qualche aneddoto della propria vita. Tante le domande rivoltegli dai ragazzi, da come ha deciso di fare questo lavoro fino ad un parere sulla situazione societaria dell’Hellas Verona. Con competenza e semplicità Mosconi ha spiegato che nell’epoca di internet il giornalismo ha perso parte del suo fascino, ma ha invitato i ragazzi ad inseguire i propri obbiettivi cercando di cogliere le tante opportunità che il mondo delle nuove tecnologie offre. Raffaele Tomelleri, protagonista della terza lezione ha risposto alle tante cu-riosità degli studenti, desiderosi di sapere come è inizia-ta la sua carriera e di carpire qualche consiglio sul modo corretto di condurre un’intervista. Tomelleri, giornalista ma anche scrittore di successo, ha sottolineato quanto conti porsi sempre dalla parte del lettore cercando di regalare emozioni. Non una fredda cronaca dei fatti, o un elenco di risposte, ma un testo che sappia emozio-nare e dare dell’intervistato l’idea di un uomo che raccontando la propria storia può lascare qualcosa a chi la legge. Una visione romantica del giornali-smo che non è caratterizzato dall’unico obbiettivo di fare notizia a tutti i costi ma che vuole mettere in luce quei rapporti interpersonali che spesso si creano tra intervistatore e sportivo. Il corso si è concluso con un’intervista a Davide Pellegrini, ex giocatore ed ora allenatore di calcio. Un ospite atteso che si è pre-stato per qualche ora ad una sorta di conferenza stampa dalla quale i ragazzi dovevano estrarre un articolo, che permetterà agli autori dei due migliori pezzi l’accesso in Sala Stampa nel corso di un avve-nimento sportivo. Con simpatia e pazienza Pellegrini ha ripercorso la propria carriera calcistica, dall’esor-dio al gol contro il Milan di Van Basten, passando poi alla sua scelta di fare l’allenatore. Tante le domande sul periodo in cui Pellegrini sedeva sulla bollente

panchina del Verona. Davide ha sottolineato che per lui è stato un ono-re allenare l’Hellas e che ora, dopo un periodo di pausa a seguito delle sue dimissioni da allenatore del Monopoli, è pronto a tornare in campo. Un applauso e qualche foto hanno concluso il corso di giornalismo. Per il momento sono finite solo le lezioni, perché i ragazzi stanno ul-timando i propri articoli. I migliori saranno pubblicati su sportdiPiù e consentiranno a due alunni di vivere una giornata da “vero” giornalista. Ringraziando l’Istituto Seghetti, il Prof. Andrea Totolo e tutti i ragazzi che hanno frequentato il corso di “Giornalismo Sportivo”, sportdiPiù si augura di poter collaborare con tanti altri studenti, per capire insieme lo sport e raccontarlo con entusiasmo. Un progetto che spordipiù ha voluto fortemente e che intende promuovere in tante scuole veronesi.

Alessandra Rutili

In senso orario dall’alto in basso: Germano Mosconi, Davide Pellegrini e Raffaele Tommellericon gli studenti dell’Istituto Seghetti.

Redazione in classe

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sci

Un’associazione veronese che fa dello sci uno sport terapeutico

Brain power e il mondo dello sport sensibile

Interpretare l’insegnamento dello sci attraverso questo particolare ruolo terapeutico e riabilitativo dello sport

Neve e disabilità

Brain Power è un’associazione sportiva finalizzata all’inse-gnamento dello sci a persone diversamente abili, porta-trici di disabilità fisiche (paraplegie, tetraplegie, amputa-

zioni, disabilità visive) e di lievi disabilità mentali, con l’obiettivo primario di avvicinare queste persone alla montagna e allo sci per favorirne la riabilitazione psicologica e il reinserimento nella società abbattendo le barriere non solo architettoniche.Il progetto, nato dalla passione e dalla tenacia di un gruppo di maestri di sci alpino, specializzati nell’insegnamento ai disabili, consapevoli del “potere terapeutico dello sport”, e supportati dal-la preziosissima esperienza di alcuni atleti disabili, ha raggiunto velocemente alcuni importanti obiettivi divenendo punto di riferi-mento per quanti, soggetti a queste difficoltà, vogliano riuscire a vincere le differenze e aumentare la propria autostima attraverso l’apprendimento di questa disciplina sportiva.Interpretando l’insegnamento dello sci attraverso questo partico-lare ruolo terapeutico e riabilitativo dello sport che va sotto il nome di Sport Therapy, Brain Power ha pubblicato il testo, con allegato Dvd didattico “L’insegnamento dello sci ai disabili”, opera prima nel suo genere in Italia in quanto propone un innovativo metodo didattico riconosciuto e adottato dal Collegio Maestri di Sci del Veneto e dal Comitato Internazionale Paralimpico (C.I.P.).

Operativa dal 2003, Brain Power per il suo operato si avvale pro-prio di questo sistema di insegnamento e di professionisti specia-lizzati e strutture dedicate. In collaborazione con alcune scuole di sci, ha creato il primo Ski Center per disabili del Veneto, altamente qualificato nell’offerta di corsi mirati ai portatori di disabilità, che opera nei comprensori sciistici Ski Civetta (BL), Cortina d’Ampez-zo (BL), San Giorgio di Boscochiesanuova (VR) e, per lo sci di fondo, Enego (VI). In questi centri l’Associazione, durante la sta-gione invernale, organizza lezioni private e corsi per principianti e livelli avanzati, per tutte le età, con un maestro dedicato a ciascun allievo.Dato il carattere non a scopo di lucro, Brain Power riceve tutto il suo sostentamento da offerte volontarie; gli incassi vengono interamente investiti nell’acquisto della costosissima attrezzatu-ra sportiva (monosci, stabilizzatori ecc.) messa gratuitamente a disposizione dei partecipanti ai corsi, nella sua preparazione e manutenzione, nel suo adattamento in funzione delle personali lesioni di ciascun allievo e quindi delle sue specifiche necessità; ogni contributo è fondamentale perché Brainpower possa conti-nuare a crescere garantendo sempre la qualità e la continuità dei suoi servizi.

www.brainpowers.org

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G.A.O. VERONA – VERONA via Caroto 14. Tel./Fax.0458402267- Segr.3283927839.

SCI NORDICO PRISMA – VERONA via Passalacqua 19. Tel.0457050331.

S.C. ROVERE’ – ROVERE’ VERONESE piazza Vitt. Emanuele II° 12. Tel./ Fax.0457848081- Tel.0457835912.

S.C. CAPRINO VERONESE - CAPRINO VERONESE piazza Stringa. Tel.0457281064 - Fax.0456283322.

CLUB ALPINO EDELWEISS - VERONA via Pieve Di Cadore 7/B. Tel.045915544 - Fax.0458303220

U.S. GREZZANA – GREZZANA via Caduti Del Lavoro. Tel.0453192035 - Fax.0458650407

S.C. MARMOR – VERONA via Unità d’Italia 278/A. Tel.o458922292 - Fax.045970002.

SKI CLUB VILLAFRANCA VERONESE - VILLAFRANCA Tel./Fax. 0457900152

S.C. 2 ESSE – PALAZZOLO via Cecco Angiolieri. Tel.0456080629 – 3478890523

A.S.S.D. SPORTING CLUB MONDADORI – VERONA via Corsini 5. Tel.045977700 - Fax.045976940

S.C. SCI NORDICO SAN ZENO DI MONTAGNA – S. ZENO DI MONTAGNA c/o bar Centrale Cà Sartori 39. Tel./ Fax.0457285111

S.C. BUSSOLENGO – BUSSOLENGO via Don Calabria 9. Tel.0457151336 - Fax.0456758234

S.C. S.GIOVANNI ILARIONE – S. GIOVANNI ILARIONE piazza Colonna. Tel.o456550341 - Fax.0457465431

S.C. ALTO MINCIO – CASTELNUOVO DEL GARDA via Macellano 13. Tel./ Fax.0457570173 - Tel.3490754681

G.S. GORE-TEX DRAGO – VERONA piazza Zara 20. Tel./ Fax.045505054

S.C. SAN BONIFACIO – SAN BONIFACIO via Paolo Conca 8. Tel.3475717687

S.C. AMBROSIANO - SANT’AMBROGIO VALPOLICELLA via Roma 2. Tel./ Fax.0456888727

S.C. SOAVE S. SOLERO – SOAVE via Paganini 8. Tel./Fax.0457681051

S.C. C.S. GLAXO E.BENVENUTI – VERONA via Fleming 2. Tel.0459218349 - Fax.0459218180

S.C. UNICREDITO VERONA – VERONA via Rosa 7. Tel.045597670 - Fax.0458013897

S.C. D.L.F. VERONA – VERONA via Marchi 10 - C/O Brugnara Giuseppe. Tel.045580980-3387538669 Fax.0458231735

S.C. PESINA – VERONA via San Luigi. Tel.0457200311

A.S. SCIISTICA SCALIGERA 3S - ISOLA DELLA SCALA via Roma 20. Tel.0456630159 – 3480464962S.C. DEL GARDA A.S.OLIMPIA – LAZISE

via Roma - Tel./ Fax.0457580191S.C. CANGRANDE – VERONA via C.Colombo 6. Tel.045574055

U.S. CAMPOFONTANA – SELVA DI PROGNO via A.Cantore 4 Campofontana. Tel./ Fax.0457810390 - Tel.3473645377

S.C. ORSI BIANCHI – VELO VERONESE piazza della Vittoria 12. Tel.0457835566

S.C. VERONESI – VERONA via M.D’Azeglio 18. Tel./ Fax.0458004799S.C. BOSCO – BOSCOCHIESANUOVA

piazza della Chiesa 35. Tel./ Fax.0457050088. SKI CLUB VERONA – VERONA

via Fusara 17. Tel./ Fax.0458901868 - Tel.3386949522S.C. VALPOLICELLA - SAN PIETRO IN CARIANO

via O. De Manfredis 1. Tel.0457701235 - Fax.0456800401S.C. GODERECCI STRA’ – COLOGNOLA AI COLLI

c/o Girardi Sport via Montanara 4. Tel.0467651449TROPICANA CLUB - SANT’AMBROGIO VALPOLICELLA

c/o M.Fasoli via A.Aleardi 2. Tel.0456861607- 3480909660 – 3497375830SCI CLUB 3P A.D. – VERONA

c/o Albertelli via Tombetta 104/b. Tel./Fax 045584201 - Tel.3357075889DETOUR BOARD ASSOC. – VERONA

via Mameli 5 c/o Detour Board Store. Tel.0458349981 - fax. 0458388049MARGHERITA - VILLAFRANCA di VERONA via Monte Baldo 10 Calzoni. Tel. Fax.045986705

S.C. G.A.S.S. A.D. – SOMMACAMPAGNA via C. Battisti 16.Tel.3495454632 – 3484906259

S.C. SCALIGERO A.S.D. – VERONA Corso Porta Nuova 13 c/o Reale Mutua. Tel.0458007033 - fax.0458002555

CALENDARIO ALPINO PROVINCIALE 2010-2011

Data Località Organizzazione Specialità / Tipo08-gen Bosco San Giorgio Gore Tex Drago GS - MAS_N08-gen Bosco San Giorgio Gore Tex Drago GS - RQ_GSA09-gen Bosco San Giorgio Scaligera 3S GS - RQ_GSA09-gen Bosco San Giorgio Scaligera 3S GS - RQ_GSA13-gen Bosco San Giorgio Mondadori GS - MAS_R13-gen Bosco San Giorgio Mondadori GS - MAS_R14-gen Bosco San Giorgio Marzotto 2GS - MAS_R16-gen Bosco San Giorgio Veronesi GK - PI_PUL16-gen Bosco San Giorgio Veronesi GS - RI_CHI16-gen Cermis Altomincio GS - MAS_R19-gen Bosco San Giorgio Veronesi GS - MAS_R19-gen Bosco San Giorgio Veronesi GS - MAS_R19,20-gen Alleghe Interreg. ALL 2SG21-gen Pampeago G.A.O. GS - MAS_R22-gen Pampeago G.A.O. GS - RQ_GSA22-gen Pampeago G.A.O. GS - RQ_GSA22-gen Bosco San Giorgio Grezzana SG - RI-CHI23-gen Bosco San Giorgio Grezzana GS - PI_PUL23-gen Bosco San Giorgio Grezzana SG - RI-CHI26-gen Bosco San Giorgio Veronesi GS - MAS_R26-gen Bosco San Giorgio Veronesi GS - MAS_R29-gen Bosco San Giorgio Grezzana GS - RQ_GSA29-gen Bosco San Giorgio Grezzana GS - RQ_GSA30-gen Bosco San Giorgio G.A.O. GS - FP tr.Regioni30-gen Prà Alpesina Ambrosiano GS - PI_PUL30-gen Prà Alpesina Ambrosiano GS - RI_CHI02-feb Padola Sel.Reg. Topolino RAG05-feb Bosco San Giorgio Edelweiss GS - PI_PUL05-feb Bosco San Giorgio Edelweiss SL - RI_CHI06-feb Bosco San Giorgio Gore Tex Drago SL - PI_PUL06-feb Bosco San Giorgio Gore Tex Drago SL - RI_CHI09-feb Bosco San Giorgio Veronesi GS - MAS_R09-feb Bosco San Giorgio Veronesi GS - MAS_R09-feb Alleghe Sel.Reg. Topolino ALL11-feb Bosco San Giorgio GS - MAS_R nott13-feb Monte Verena Sel. Trofeo Pinocchio14-feb Bosco San Giorgio Gore Tex Drago SL - NJR f/m15-feb Bosco San Giorgio Gore Tex Drago SL - NJR f/m17-feb Bosco San Giorgio Mondadori GS - MAS_R17-feb Bosco San Giorgio Mondadori GS - MAS_R19-feb San Valentino Scaligera GS - RQ_GSA19-feb San Valentino Scaligera GS - RQ_GSA20-feb San Valentino Scaligera GS - CP_PUL20-feb San Valentino Scaligera GS - CP_CHI23,24-feb Pecol di Zoldo24-feb Bosco San Giorgio Gore Tex Drago SL - FIS f25-feb Bosco San Giorgio Gore Tex Drago SL - FIS f26-feb Alleghe Tr.Regioni B+C+D27-feb Alleghe Tr. Regioni A+SEN27-feb Bosco San Giorgio Ski Verona GS - MAS_R27-feb Bosco San Giorgio Ski Verona GS - RQ_GSA03-mar Bosco San Giorgio Mondadori GS - MAS_R03-mar Bosco San Giorgio Mondadori GS - MAS_R3,5-mar Falcade Camp.Reg. ALL+RAG05-mar Bosco San Giorgio G.A.O. GS - MAS_CPI05-mar Bosco San Giorgio G.A.O. SL - MAS_CI06-mar Bosco San Giorgio G.A.O. SG - MAS_CI09-mar Bosco San Giorgio Marzotto 2GS - MAS_R10-mar Bosco San Giorgio Marzotto 2GS - MAS_R12-mar Falcade Camp.Reg GIO+SEN12,13-mar Pecol di Zoldo Finale Latte Busche13-mar Falcade Camp.Reg. MAS13-mar Bosco San Giorgio Mondadori GS - CP_MAS13-mar Bosco San Giorgio Mondadori GS - CP_GS13-mar Bosco San Giorgio Mondadori SL - CP_GS

CALENDARIO FONDO PROVINCIALE 2010-2011

Data Località Organizzazione Categorie/Specialità/Distanze06-gen Parpari Campofontana PI_PUL TC 2,5 - 2 - 1 - 106-gen Parpari Campofontana RI_CHI TC 7,5 - 5 - 5 - 3,7506-gen Parpari Campofontana RQ_GS TC 10 - 509-gen Asiago Camp.Ital.Citt. MAS+ASP16-gen San Giorgio Bosco PI_PUL TC GK16-gen San Giorgio Bosco RI_CHI TC GK23-gen Padola CR_CHI TC 7,5-5-5-3,7530-gen Nevegal Finale Latte Busche TC5,6-feb Cortina Dobbiaco-Cortina06-feb Parpari Orsi Bianchi PI_PUL TC 2,5 - 2 -1 - 106-feb Parpari Orsi Bianchi RI_CHI TC 5 -3,75 - 5 - 3,7512-feb San Giorgio Bosco CR_CHI TL GK - start h.1113-feb San Giorgio Bosco CR_CHI TL 7,5-5-5-3,75 HS13-feb San Giorgio Bosco CR_GS TL 10-0520-feb Malga Ciapela CR_CHI + CR_G27-feb Parpari Roverè PI_PUL TC 2,5 - 2 - 1 - 127-feb Parpari Roverè RI_CHI TL 5-3,75 - 5-3,7527-feb Parpari Roverè RQ_GS TL 10 - 54,6-feb Asiago Grezzana Camp.Italiano ALL13-mar Palafavera Veronesi Finale Latte Busche13-mar Val Gares Veronesi RI_CHI TL

sci club

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ciaspole

E per l’anno nuovo... le ciaspole!

Sulle nevi

Scoprire gli incantevoli paesaggi della Lessinia con le racchette ai piedi

Partecipare ad una ciaspolata significa immergersi nella suggestione dei paesaggi lessini

Se si nominano le racchette da neve, la gente pensa subito a quelle per sciare. A quelle, insomma, che si tengono in mano, non ai piedi. E invece, esiste un mondo, quello delle ciaspole,

silenzioso e sconosciuto come un segreto. Come i panorami stre-pitosi delle zone della Lessinia, che chi pratica questa attività ha la fortuna di conoscere bene.

L’associazione BeaverTails, cioè “code di castoro” è nata con le mi-gliori premesse possibili: un gruppo di amici uniti dalla passione per le passeggiate nella montagna incontaminata. L’emozione di lascia-re i sentieri già tracciati per avventurarsi sulla neve alta e farinosa della Lessinia era un’esperienza che, hanno deciso insieme, andava condivisa con quante più persone possibili, ed ecco che il proget-to prende forma e si evolve in fretta, attraverso iniziative ed itinerari

sempre nuovi. Partecipare ad una ciaspolata significa armarsi di cia-

spole, questi curiosi racchettoni che ricordano, appunto,

la coda dei castori, e che impediscono

al piede di spro-fondare nella

neve fresca, ed immergersi nella suggestione dei paesaggi lessini. Ci sono tanti itinerari possibili, che toccano, soltanto per fare qualche esempio, la Valle delle Sfingi, o la Conca dei Parpari. Sul loro sito web www.beavertails.it si trovano tutte le informazioni, e anche qualche utile dritta per scegliere il percorso più adatto.

Chiunque può partecipare ad una ciaspolata: ne vengono organiz-zate alcune pensate anche per i bambini. Quando si ha una buona guida al proprio fianco, nemmeno la neve più alta può fermare gli amanti della Lessinia, anzi: diventa un divertimento in più. L’appuntamento di San Silvestro, poi, è imperdibile: accompagnare l’anno che se ne va nel silenzio as-soluto della neve, e poi godersi le prelibatezze della montagna con i compagni di avventura, per au-gurarsi il miglior nuovo anno possibile. Sì, perché le ciaspole sono uno sport, sono un modo diverso di intendere la montagna; ma sono anche, e soprattutto, un’occasione per stare in compagnia.

Francesca Castagna

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Il palaghiaccio di Boscochiesanuova è in funzione dalla stagione 1986-1987 ed è l’unica struttura del suo genere nel comprensorio veronese. L’impianto è all’aperto (coperto all’occorrenza da teli

ombreggianti) con una vista mozzafiato che permette di scorgere anche il lago di Garda. Grazie al Comune di Boscochiesanuova, che con notevoli sforzi lo mantiene in funzione, il palaghiaccio è un elemento fondamentale per il turismo e l’economica della paese. Il palaghiaccio, che dista 25 chilometri da Verona, è aperto da luglio a maggio tutti i giorni per le attività sportive - quali hockey e pattinag-gio artistico - e per il pubblico.Il pattinaggio su ghiaccio è un bellissimo modo di trascorrere il fine settimana, in quanto non implica attrezzature particolari. Infatti è suf-ficiente un paio di pattini, che vengono forniti dal palaghiaccio, per provare la bellissima sensazione di scivolare…”on ice”! Tutti, grandi e piccini, possono provare l’ebrezza del pattinaggio sul ghiaccio. Per i meno esperti il palaghiaccio di Boscochiesanuova mette a disposizione, su prenotazione, istruttori qualificati. Per chi volesse solo rilassarsi, senza affrontare il ghiaccio, la struttura mette a disposizione un fornitissimo bar gestito sapientemente dal Gianni presso il quale si possono gustare ottime cioccolate calde, vin

brulè, panini caldi e tanto altro.Il palaghiaccio è gestito da Elisabetta Brunelli e Claudio Toffanin, un team ormai consolidato negli anni, che garantisce il buon funziona-mento della struttura. Il palaghiaccio è anche sede di tre società sportive: Ice Club Lessinia di pattinaggio artistico sapientemente gestita dalla maestra Verbo-den, Falchi Hockey Bosco e il Glacies, gruppo di pattinaggio libero amatoriale.Grazie a queste due realtà il palaghiaccio è sede di eventi e gare a livello nazionale ed internazionale: un vanto e un prestigio ulteriore per Boscochiesanuova e per tutta la Provincia.Il palaghiaccio è inoltre sede di uscite didattiche sportive delle scuo-le di Verona e provincia. Durante le mattinate didattiche due istruttori insegnano le regole di base del pattinaggio su ghiaccio, per chi è la prima volta che indossa i pattini, e, per i più abili, i segreti per il miglioramento della tecnica. Inoltre esiste una fase è più ludica ma altrettanto importante che permette di imparare a pattinare grazie a giochi collettivi tipo pallamano, staffette, e naturalmente hockey.Benvenuti nel fantastico mondo del palaghiaccio di Boscochiesanuo-va!

Claudio Toffanin

PEr ultErIorI InFo:

Palaghiaccio 045.7050698

Claudio Toffanin 348.9052929

[email protected]

facebook: Palaghiaccio Bosco Chiesanuova

orari palaghiaccio luglio 2010 - maggio 2011

giovedì 21:00-23:00

venerdì 15:00-17:00 - 21:00-23:00

sabato 10:00-12:00 - 15:00-18:00 - 21:00-24:00

domenica 10:00-12:00 - 13:30-16:30 - 17:00-19:00

impianti sportivi

A Boscochiesanuovasi pattina “On ice”

In Lessinia

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Potrai accedere al Palaghiaccio di

Boscochiesanuovapagando solo

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scuola sci

Insegnare a sciare a un bambino è diverso che insegnare a sciare a un adulto: questo è facilmente intuibile. Non è semplice, tuttavia, defi-nire la natura e la misura di questa diversità. A qualsiasi età una certa

dimestichezza con l’ambiente nevoso e la padronanza dell’attrezzatura facilita l’apprendimento della tecnica. Essere principianti, al contrario, comporta sempre un certo disorientamento iniziale, che viene superato più o meno rapidamente a seconda delle attitudini motorie del soggetto, della sua motivazione, della qualità delle sue prime esperienze sulla neve.Queste variabili sono comuni a qualsiasi allievo sciatore, ma, nel caso si tratti di un bambino, è proprio il suo essere bambino l’elemento che condiziona maggiormente l’insegnamento-apprendimento.Quando si tratta di insegnare la tecnica dello sci ad allievi giovanissimi, è indispen-sabile tener conto dell’impatto emotivo che tale insegnamento produce nei confronti del soggetto. Si devono analizzare le motivazioni del bambino, studiando i vari tipi di condizionamento sociale che possono influire sulla sua evo-luzione psico-affettiva e motoria.I frequenti casi di abbandono della pratica sportiva in età giovanile han-no sollecitato studi e ricerche nell’ambito della motivazione. Nel caso specifico dello sci alpino, ci si deve chiedere che cosa spinga ragazzi molto giovani alla pratica di questa disciplina. In genere le motivazioni più ricorrenti riguardano:• gioco, divertimento • benessere fisico • compagnia e partecipazione in un gruppo • desiderio di apprendere delle abilità tecniche “affascinanti”A queste motivazioni, nel caso dei praticanti più giovani, si accompa-gnano molto spesso l’aspettativa e la sollecitazione da parte della fami-glia, che non di rado possono generare ansia e difficoltà. Negli stessi sci club i giovani praticanti appaiono spesso più motivati

al divertimento e alla vita di gruppo che alla performance sportiva. La possibilità di con-frontarsi con i “pari” (amici e coetanei) e le si-tuazioni competitive vengono spesso ricerca-te perché possono contribuire al divertimento e alla gratificazione, più che per se stesse, non bisogna dimenticare che allievi bambini

richiedono un atteggiamento pedagogico adeguato alla loro età. Sicu-ramente un bambino di 4 anni richiede attenzioni e metodologie com-pletamente diverse rispetto a un ragazzino di 10. Scandire rigidamente il percorso didattico in relazione alle fasce d’età, tuttavia, non è sempre

opportuno. Statisticamente, infatti, nei bambini e nei ragazzi, le differen-ze tra l’età morfologica (quella dimostrata) e l’età cronologica possono essere piuttosto accentuate.L’apprendimento motorio avviene per abilità e queste ultime non seguo-no tappe evolutive uguali per tutti. Da un punto di vista strettamente mo-

torio, quindi, i contenuti proposti possono essere gli stessi per allievi di età diverse. Ciò che inve-ce deve cambiare è l’atteggiamento pedagogi-

co nei loro confronti: certo il maestro dovrà rivolgersi in modo appropriato a un bim-bo di quattro anni e ad un ragazzino di dieci, proponendo a ciascuno modalità

ludiche (giochi) differenti. Si può dire, inoltre, che ogni allievo sia un caso a

sé, nel quale interagiscono diversi fattori: l’età, il li-vello generale di maturazione, le esperienze prece-

denti (motorie e non solo), le abilità tecniche acquisite.Un validissimo strumento tramite il quale procedere con l’iter di apprendimento di un piccolo sciatore e’ il Baby Park. Si tratta di uno spazio attrezzato con richiami all’im-

maginario fiabesco (animali giganti, castelli) che risulta molto attraente per l’infante; un eventuale sottofondo musicale con le colonne sonore dei “cartoni animati” preferiti dai più piccoli è un richiamo invincibile. La presenza di altri coetanei che si divertono funziona spesso come una calamita per fare le prime esperienze con gli sci.Agli inizi queste aree protette sono molto indicate per sperimentare le prime sensazioni scivolatorie e conseguire i primi livelli di autonomia, come il rialzarsi dopo una caduta (gioco del dormire, ... facciamo la gara a chi al “canto del gallo” si alza per primo!). In queste aree è possibile ri-durre gli incidenti da collisione, in particolare con gli adulti. I percorsi del parco giochi devono prevedere scivolamenti, brevi risalite, rotazioni del corpo e cambi di traiettorie, sottopassaggi, variazioni di pendio, piccoli salti, ecc.: tutti elementi fondamentali per sviluppare in forma di gioco le capacità motorie specifiche dello sciatore.

Marco Ballini

Il bambino e l’insegnamento dello sci

Uno sport, uno stile di vita

Testo estratto dallo “Sci Italiano 2010” didattica ufficiale per l’insegnamento dello sci alpino. - F.I.S.I - A.M.S.I. - COLNAZ

NUOVO BABY SNOWPARK A SAN GIORGIOProprio in merito ad un miglioramento dell’ offerta turistica e didattica nel com-prensorio di San Giorgio a partire da meta’ gennaio, lo Sci Club Edelweiss e la Scuola di sci locale, realizzeranno il nuovo BABY SNOWPARK, interamente sponsorizzato dalla Rossignol, azienda leader mondiale nel settore sportivo, vicina e coinvolta nella crescita del settore giovanile. I partecipanti dei corsi di sci dell’ Edelweiss e I clienti della scuola di sci potranno quindi imparare a sciare non piu’ nel classico campetto scuola, ma in una vera e propria zona riservata ed attrezzata con le piu’ svariate sagome: pinguini, funghi, lepri, castori ……; tunnel di ogni tipo; casette con passaggi segreti e tanto altro….tutto a misura di bambino affinche’ i nostri piccoli sciatori possano crescere ed imparare in un ambiente sicuro, sano e stimolante per l’ apprendimento.

È indispensabile tener conto dell’impatto emotivo del soggetto

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sicurezza montagna

la montagna può nascondere delle insidie. E’ per questo motivo che il Soccorso Alpino invita sciatori ed escursionisti a prestare molta attenzione. Il rischio di incidenti è elevato. Colpa del clima,

ma anche dell’imprudenza degli sportivi. Negli ultimi decenni è stato registrato un aumento degli interventi del Soccorso Alpino di Verona. In soccorso dei malcapitati i volontari hanno aiutato degli escursionisti che non riuscivano a concludere dei percorsi o purtroppo per ricercare degli sciatori travolti dalle valanghe. Gabriele Lazzarini, consulente del servizio valanghe C.A.I. ha sottolineato come da qualche anno la gra-dualità nelle precipitazioni, piovoso e nevose, abbia lasciato il posto alla concentrazione e all’intensità. In altre parole nevica o piove meno rego-larmente ma più abbondantemente. Basta pensare al clima che ha caratterizzato la nostra Regione negli ultimi mesi. Le piogge si sono concentrate in alcu-ni giorni, riversando

molti millimetri di acqua. Il problema spiega Lazzarini

è dovuto soprattutto al fatto che la neve cade sopra terreni ancora bagnati. Se in montagna la neve non è preceduta da

una gelata il terreno rischi di non essere pronto per accogliere le pre-cipitazioni. Sciare sopra un terreno del genere diventa meno sicuro. A tutto ciò va aggiunto il sensibile rialzo delle temperature, indice di elevata instabilità. Molti sportivi poi negli ultimi anni hanno deciso di utilizzare le

ciaspole. Queste racchette da neve, semplici ed economiche, offrono a molti la possibilità di fare una gita in montagna. Anche in questo caso però è bene informarsi delle condizioni della montagna e del percorso da fare. Insomma in montagna è vietata l’improvvisazione. A stagione appena iniziata si sono già registrati 5morti nel Bergamasco e sull’Appennino, erano tutti in gita con racchette da neve. Prima di partire è bene chiedere informazioni e frequentare qualche corso offerto dal C.A.I. vi darà gli strumenti necessari per affrontare la stagione sciistica in sicurezza.

Alessandra Rutili

Il Soccorso Alpino di Verona informa

Alcune brevi e semplici regole per affrontare le nevi

In montagna massima attenzione!

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I successi stagionaliDopo la medaglia d’oro al campionato internazionale di slalom e salto a Fischlham, in Austria, nella specialità dello slalom, per Alessandro Paci sono arrivati tre piazzamenti al “Segrate International” presso il Lago Binella a Segrate, con oro in slalom, argento in salto e bron-zo in figure, poi a seguito di un piccolo infortunio una sola medaglia di bronzo in slalom al “S.Gervasio International”. Ritorna vittorioso in figure e combinata e secondo in slalom e salto al Recetto Overall, II Trofeo Memorial Sergio Zanardi. Ai campionati italiani di categoria dell’Idroscalo, Alessandro è il re degli “under 17” vincendo salto e figure, piazzandosi secondo in slalom, e vincendo anche la com-binata. In agosto per la prima volta Paci si è confrontato con atleti di tutto il mondo durante gli “Junior World Championships” : dopo l’accesso alla finale in salto e figure, termina con un ottimo 10° piaz-

zamento in figure. Un po’ di emozione assieme alla ricerca di onori, lo “tradiscono” nel salto, dove dopo una carambola spettacolare ma per fortuna senza conseguenze, ter-mina in 17° posizione. Tredicesimo infine nello slalom. La stagione sull’acqua si è con-clusa con una magnifica partecipazione agli “European Youth Championships”, i cam-pionati europei giovanili dove il giovane veronese si merita un terzo posto in combinata.

Il giovane Alessandro Paci e la sua passione per lo sci nautico

Il principe delle acqueUn veronese tra i migliori al mondo

Non finirò mai di ringraziare mamma e papà per quello che hanno fatto e continuano a fare per me

Una stagione da ricordare. Per tanti motivi ed emozioni sempre più grandi. Alessandro Paci infatti non è più il baby prodigio che iniziava a farsi conoscere nel mondo dello sci nautico. Il

giovane veronese è cresciuto e sembra davvero pronto a diventare uno dei principali atleti internazionali della specialità.

Alessandro com’è andata la tua stagione ap-pena conclusa?E’ stata la stagione di esordio nella categoria “under 17” e sono davvero contento perché sono riuscito a cogliere soddisfazioni e successi nelle tre discipline di questa dura quanto spettacolare disciplina sportiva: slalom, figure e salto.

Quali sono stati gli appuntamenti principali? Gli allenamenti sono cominciati in aprile, nello specchio d’acqua di San Polo a Brescia, con il tecnico Claudio Benatti presso il Club “Jolly Ski”, in alternanza con i raduni assieme alle formazioni nazionali presso il centro federale di Recetto a Novara.

già a fine giugno è arrivata la prima medaglia.Sì, sono riuscito a vincere la medaglia d’oro al campionato in-ternazionale di slalom e salto a Fischlham, in Austria, nella specialità dello slalom, tra l’altro come più giovane tra tutti i partecipanti.

Poi sono arrivati tanti altri successi…Per fortuna è andata bene, con i piazzamenti al “Segrate Internatio-nal”, al “S.Gervasio International” e al “Recetto Overall”, anche se le gioie maggiori sono state ai campionati italiani under 17 dove ho vinto

salto e figure oltre ad un secondo posto in slalom.

Senza dimenticare i mondiali e i campionati europei.E’ stata una bella esperienza, mi sono confrontato con i migliori atle-ti del mondo. Forse l’emozione un po’ mi ha condizionato ma sono

contento per l’esperienza e per i piazzamenti che sono riuscito ad ottenere. Ai campionati europei giovanili è stato bellissimo, mi sono piazzato terzo in combinata, primo del mio anno, e con la nazionale italiana abbiamo conquistato il primo posto come non succedeva da molte stagioni.

Quando inizia la tua passione verso uno sport così particolare?Sono stati mamma e papà a trasmettermi la passione per questo sport e non finirò mai di ringraziarli per quello che hanno fatto e conti-nuano a fare per me, visti anche i lunghi spostamenti che la mancan-za di strutture ti costringe a fare.

devi allenarti fuori Verona? Infatti, il centro di allenamento è a Bre-

scia dove resto tutta l’estate nel centro sportivo dello sci club Jolly Ski Scho-ol Brescia, la mia società, dove mi

alleno quattro volte al giorno.

Ed in inverno? Bisognerebbe andare al caldo, magari a Santo Domingo ma si capisce bene che non è certo economico e quasi impossibile visto che devo andare a scuola. Quindi mi alleno qui con un po’ di atletica e palestra, oltre naturalmente a sciare sulla neve dove me la cavo ab-bastanza bene.

Lì sulle piste più co-nosciute, non sarà impos-

sibile trovarlo. Tranquilli però che sulla neve i salti alti 5 metri non li farà. Però se vi troverete a fianco uno bravo davvero, beh magari potrebbe anche essere Alessandro che in attesa di tornare a volare sull’acqua sarà lì a sciare sulla neve. Come tutti noi. Anche se forse un po’ più bravo.

Luca Mazzara

sci nautico

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rugby

Rugby: tra sport e cultura

Cus Verona

I ruoli nello sport della “palla ovale” ed i suoi segreti

Spiegare il rugby giocato attraverso la funzione (ruoli) dei gio-catori in campo è affascinante e allora ecco come funziona una squadra raccontata nel dettaglio.

la prima linea Partiamo dai due piloni: gli inglesi distinguono due ruoli specifici, loo-sehead n.1 (“testa sciolta”) pilone sinistro e tighthead n.3 (“testa stret-ta”) pilone destro.La denominazione designa la modalità di “incastro” tra avversari in prima linea.Il pilone sinistro rimane con la testa verso l’esterno e spinge applicando la forza sulla spalla destra addosso al pilone destro avversario, mentre quest’ultimo infila la testa tra quelle del pilone sinistro e del tallonatore avversario, e quindi si trova a spin-gere contro ambedue.Il tallonatore - hooker n.2 è il terzo componente della prima linea, in mischia sta in mezzo ai piloni. E’ l’unico autoriz-zato ad alzare i piedi in mischia; terminato il tentativo di “arpionare” la palla per tallonarla indietro verso il n.8, deve trasformarsi in terzo pilone e spingere.Prendendo in considerazione solo i compiti in mi-schia ordinata, un buon pilone sinistro rappresenta l’ancoraggio fisico e anche mentale della squadra (mischia dominante è squadra domi-nante): solidità, concentrazione e intensità sono le sue parole chiave, per lui arretrare non è un’opzione. Lavora in simbiosi col tallonatore contro il pilone destro opposto; sua la responsabilità di mantenere stabile la mischia su introduzione propria.Il pilone destro è la versione d’attacco del collega, il guastatore: su introduzione avversaria deve mirare a scardinare la prima linea op-posta, da solo contro due ma col vantaggio di spingere dall’interno sul lato del collo del pilone opposto o del tallonatore, senza lasciar scivolare la testa dell’avversario sotto il suo petto e farsi “stappare”.

la seconda lineaLa seconda linea – lock n.4 e 5 chiude da dietro lo schieramento dei piloni e tallonatore andando a puntellare con la posizione del corpo inserito, a partire dalla testa, tra i fianchi del pilone e tallonatore. Sono due cunei che tengono solida la prima linea per aiutarla nella spinta. Nel gioco aperto sono i due saltatori che, opportunamente aiutati dai piloni o altri uomini della mischia, salgono in cielo per conquistare la palla lanciata dalla rimessa laterale nel corridoio tra le due mischie.

la terza linea Completano il pacchetto degli avanti la back row, detti oggi più mo-dernamente loose forwards (avanti sciolti), tre ruoli un tempo uniti in una vera e propria “terza linea” legata assieme in spinta dietro alla seconda, che si vanno sempre più differenziando e specializzando.Se una squadra funziona oppure no, il primo posto dove guardare è

sempre la terza linea, tale è l’importanza che ha assunto nel gioco moderno. Il number eight n.8 è quello lasciato da solo in fondo alla mischia dietro alla seconda linea. In Europa Continentale è la “terza centro”. Il compito principale del n.8 NON E’ PIU’ assicurare la tenuta del “blocco unico” in mischia, che è ora della seconda linea, addirittura prima delle responsabilità in rimessa laterale.La terza centro detiene il ruolo di “timoniere” (skipper) della mischia: un posto ricco di decisioni da prendere e di responsa-bilità nei confronti dei compagni, tanto che si considera parte della “spina dorsale” della squadra col tallonatore, i due mediani e l’estre-mo. Siamo giunti alle “terze ala”, detti flank forward.Per loro nel Conti-nente non si fanno gran distinzioni nominaliste (sono terza ala e basta, al massimo destro e sinistro), mentre l’inglese è più sottile e aiuta a capire.Innanzitutto entrambi sono flanker (fiancheggiatori), perchè dal fondo si sono spostati ai lati della mischia.Il blindside flanker n.6 gioca sul “lato cieco” della mischia ordinata, il lato più stretto del campo, quello opposto a dove si schierano le linee dei trequarti.Ne deriva che costui deve sapersela sbrigare da solo, nel caso il numero otto avver-sario o altri decidano di penetrare da quella parte: deve possedere il killer instinct nei placcaggi di uno che sa che se viene superato, rima-ne solo l’estremo. Dovendo poi solitamente girare attorno alla mischia per raggiungere i punti di contatto, ci arriva spesso dopo gli altri: nel gioco moderno è quindi fondamentale nei pick and go e come ball carrier lanciato, mentre un tempo era solo fisico e zero velocità, quasi una seconda linea aggiunto utilizzato anche in rimessa.L’altro terza ala è detto openside flanker n.7 e in mischia si piazza sul lato “aperto” del campo, dove stanno dispiegate le linee dei trequarti; deve essere veloce e implacabile, ha spesso anche il compito di “colpire” l’aper-tura avversaria; il suo primo compito è comunque fermare per primo l’attacco avversario e metter le mani sulla palla (grillotalpa) e, assieme al collega di reparto, esser pronto a “pulire” gli ovali ad attacchi dei suoi trequarti fermati.E’ un autentico factotum del rugby: vede tutto, è dappertutto, inizia la difesa e apre l’attacco, riempie le sue statistiche di placcaggi e palle recuperate, si coordina con tutti e non risponde a nessuno, avendo come unica bussola, marcare l’ovale ovunque vada. Non a caso è uno dei ruoli che annovera più capitani.

la mediana La questione a questo punto si sposta alle scelte tattiche che sono af-fidate ai due mediani, uno addetto alla mischia – scrum half n.9e uno dedicato ai tre quarti, mediano d’apertura fly half n.10. Il mediano di mischia è l’uomo che assiste la mischia in tutte le sue giocate statiche e in campo aperto, nell’era moderna ha lasciato ad altri in squadra alcuni compiti (rimesse laterali), ma è il “governatore” del pacchetto degli avanti.Deve assolutamente avere visione di gioco e conoscere

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il giusto tempo con cui agire, secondi persi significano metri lasciati agli avversari.Può essere minuto, allora l’agilità e furbizia dovranno es-sergli compagne per tutta la partita, oppure grande e prestante, sarà allora una terza linea aggiunta che darà sostanza nel combattimen-to.Il mediano d’apertura è colui che mette in azione la linea arretrata spostando il gioco dal campo ristretto della conquista ai larghi spazi per le corse verso la meta avversaria, ha il compito dello stratega, in sintonia con il n.9 e i suoi centri, per finalizzare il lavoro degli avanti, nella conquista dell’ovale e permettere ai suoi “corridori” di avanza-re velocemente verso il campo avversario, devono avere ambedue molto coraggio perché sono il “bersaglio” della squadra avversaria e saper difendersi e difendere è una loro basilare prerogativa. Diversa è l’importanza data nel mondo del rugby al ruolo dei mediani, in Europa Continentale il n.9 è visto come il leader indiscusso della squadra e spesso capitano, nel rugby anglosassone è l’apertura la guida della squadra.

I centriInside e outside centre n.12 e 13, gli uomini che sono la guardia-gua-statori scelti della linea arretrata. Hanno compiti diversi, il primo centro n.12 può essere un grandissimo portatore di palla (ball carrier) o un mediano di apertura aggiunto o ambedue insieme, è comunque il pri-mo baluardo in difesa negli attacchi che superano la linea di difesa e il primo attaccante-guastatore che cerca di eludere la guardia degli av-versari in campo aperto. L’outside centre n.13 è il suo compare che ha il preciso compito di rafforzare le scelte del suo primo centro, diviene in alcune fasi il terminale degli attacchi o della difesa in campo aperto. Necessitano ambedue di prestanza fisica, grande corsa, buonissime mani per la palla e piedi per spostare il gioco e capacità di pensare velocemente.

le ali e l’estremo Siamo a spiegare adesso il termine di “triangolo allargato” formato dalle due ali: ala lato chiuso - left wing n.11 gioca nel lato stretto del campo, alle spalle del n.6, opposto alla sua linea dei trequarti, è la grande e potente freccia che attacca in spazi ristretti e difende come ultimo baluardo, necessita di placcaggio micidiale e gambe esplo-sive, ala lato aperto - right wing n.14 gioca nel lato largo del campo come terminale della linea dei trequarti, meno potente dell’altra ala, ha nella velocità e destrezza le sue caratteristiche principali, è la freccia che va a segno. Il triangolo è completato dall’estremo – fullback n.15 l’uomo solo che governa il destino dell’area di meta quando gli attac-canti avversari arrivano ad insidiarla. Il suo senso dello spazio e del tempo deve essere acutissimo e avere le gambe per spostarsi velo-cemente da un punto all’altro del terreno di gioco, ha un placcaggio stroncante, ottime mani e capacità di calciare con qualità, e chiamato anche a inserirsi nelle azioni d’attacco risultando il giocatore in sopra-numero per destabilizzare la difesa avversaria.Tutto quanto spiegato prende significati diversi in ogni scuola di rugby quindi è meno generalizzabile e storicizzabile. Ad esempio, se sulla differenza posizionale tra inside e outside centre non serve spender tante parole, ci sono inside diversi come Ma’a Nonu e Matt Giteau e outside diversi come Mike Tindall e Conrad Smith ... Sarà per un’altra volta.

Buon Rugby a Tutti

Daniele Tanto

GRANDE SUCCESSO PER LA I GIORNATA NAZIONALE FIDAS

“Cosa succederebbe se i donatori di sangue si fermassero?” È il messaggio che gli oltre 800 tesserati Fidas Verona - che si sono radunati domenica 28 novembre in piazza Bra in occasione della I Giornata Nazionale Fidas – hanno rivolto all’intera cittadinanza. La pioggia non ha fermato i partecipanti, provenienti dalle 73 sezioni Fidas della provincia, che per atti-rare l’attenzione su un tema così importante hanno realizzato un flash mob. Alle 12 davanti al municipio dove in mattinata era stato allestito un gazebo è stato dato il via: i tesserati si sono accodati dietro al vicepresidente provinciale Filippo Dalle Pezze, per l’occasione travestito da goccia di sangue, e in fila indiana con gli ombrelli rossi della Fidas, hanno dato vita ad un lungo serpentone, che si è snodato lungo tutta piazza Bra. Una volta terminato il percorso, i donatori si sono disposti sulla scalinata di Palazzo Barbieri e si sono fermati per circa cinque minuti, durante i quali sono state effettuate delle riflessioni e una provocazione: “Cosa succederebbe se i donatori di sangue si fermassero?”, si è domandato Massimiliano Bonifacio, presidente provinciale Fidas Verona. “Siamo qui, in concomitanza con altre piazze italiane, per stimolare curiosità ed interesse. Fidas Verona si rivolge in particolare ai giovani, per spingerli a donare il sangue, ma anche per comunicare valori positivi, di aggregazione, di amicizia, di solidarietà. Il nostro è un lavoro svolto con passione ogni giorno da migliaia di volontari, molti di questi giovani che parlano ad altri giovani nelle scuole e negli ambienti sportivi, grazie alla collaborazione con BluVolley Marmi Lanza, Hellas Verona e CUS Verona Rugby”, ha sottolineato Bonifacio. A Verona sono 10mila i tesserati Fidas e rappresentano oltre il 30% di tutti i donatori della provincia. Di questi circa il 40% sono giovani tra i 18 e i 28 anni. Sono cifre notevoli, ma insufficienti se si pensa che ogni giorno a Verona vengono effettuate circa 200 trasfusioni. A tal proposito, il presidente della Fidas ha poi lanciato un allarme: “Secondo l’indagine che la Fidas nazionale ha svolto in collaborazione con il Censis, nei prossimi 10 anni il numero di donatori di sangue tra i 18 e i 35 anni è destinato a diminuire in maniera significativa, il che potrebbe mettere a rischio l’autosufficienza nazionale in san-gue ed emoderivati, a fatica raggiunta negli ultimi anni. Iniziative come quella di oggi sono quindi fondamentali non solo per dare visibilità al nostro messaggio, ma soprattutto per invitare nuovi amici ad unirsi a noi”. I numerosi partecipanti all’evento hanno dimostrato con entusiasmo la propria appartenenza alla federazione nazionale Fidas, e hanno confermato come Fidas Verona, scelta dal Consiglio Nazionale associazione capofila della giornata, sia un’associazione dinamica, giovane e al tempo stesso ormai matura.

CUS e Fidas Verona:noi giochiamo in squadra!

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sport in pillole: Rugby

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L’acqua rappresenta in questo contesto un elemento privilegiato all’interno del quale il neonato con i genitori vive un’esperienza fatta di percezione e relazione, di sorrisi, piacere, rilassamento in un crescendo di emozionalità intensa e naturale. Soprattutto nell’età infantile attraverso l’acqua si potenzia il rapporto tra genitore e bambino.Superata questa fase il bambino prende coscienza dei propri mezzi, della propria fisicità e trova nell’acqua un ambiente ideale per l’attività motoria, coor-dinativa e, con il passare degli anni, sportiva. Gardacqua è anche questo.Le tre piscine dei piccoli assicurano grande divertimento in ogni momento, grazie alla temperatura costante di 32°C e la profondità massima di 15-30 cm.Inoltre a disposizione di tutti i bimbi ci sono giochi ludici sia nella zona piscina che nell’area ristoro. Le mamme inoltre troveranno nel reparto bambini anche tutto l’indispensabile per la cura e l’assistenza dei neonati. Per i giovani ospiti della struttura, Gardacqua propone corsi a seconda dell’età.Corso SuperbabyCorsi da 30’ divisi in fasce di età a partire dai neonati di 6 mesi fino ai bambini di 3 anni. Questi corsi sono preposti per sviluppare l’acquaticità dei neonati e aiutare i bambini ad apprendere i loro primi movimenti in acqua, nonché insegnare ai genitori come guidarli. Il corso si svolge in acqua a 34°C con la presenza di un genitore in acqua.Corso Baby Lezioni da 45’ dei quali 35’ in acqua. Il corso è preposto per i bambini dai 4 ai 6 anni.I corsi sono suddivisi in Baby 1 per bambini che non hanno mai avuto nessuna esperienza con l’acqua e Baby 2 per bambini che sanno già muoversi auto-nomamente in acqua senza l’ausilio di braccioli. Corso Ragazzi Lezioni da 50’ dei quali 45’ in acqua. I corsi sono suddivisi in 4 livelli generalmente strutturati: livello 1 per imparare a galleggiare e a spostarsi autonoma-mente in acqua; livello 2 approccio allo stile dorso e prime basi del crawl; livello 3 perfezionamento stili dorso e crawl, impostazione dello stile rana; livello 4 perfezionamento stili acquisiti e approccio al delfino.Corso perfezionamento ragazziLezioni da 50’ dei quali 45’ in acqua. Il corso è preposto per ragazzi dai 13 ai 18 anni, gia’ in grado di nuotare o provenienti da corsi di Livello 4, che desiderino perfezionarsi. Buon nuoto a tutti!

Info corsi: Gardacqua e MB sport - Via Cirillo Salaorni, 10 - 37016 Garda (VR) - Tel. 045 72 555 94. Fax 045 62 796 22 - www.gardacqua.it

A Gardacqua porte aperte ai bambini

In CAmmIno Con mB SPort!

Novità da gennaio presso la palestra MB Sport. Sarà infatti intro-dotta la disciplina del Walking come nuova attivitá fitness.Per Walking si intende un programma che sfrutta la simulazio-ne indoor di una camminata in varie condizioni di pendenza su tappeto. Il connubio tra esercizio e musica trasforma il sempli-ce gesto della camminata e gli esercizi ad essa associati, in un programma di allenamento avvincente ed entusiasmante che consente all’istruttore di creare classi di gruppo di sicuro effetto tecnico e coreografico. Grazie alla musica e alle coreografie studiate, l’attività non è solo fortemente allenante ma anche divertente.

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sport e benessere

Il massaggio sportivo: un toccasana per i muscoli

Una tecnica per aumentare le performance sportive

Prima e dopo l’attività fisica è buona norma preparare la muscolatura. Ecco alcuni semplici consigli. Attenzione però: meglio affidarsi a mani esperte

Il massaggio (dal greco massein che significa “impastare”, “modellare”) è la più antica forma di terapia fisica, che af-fonda le sue radici nella medicina popolare. Cinesi e Indù

furono i primi a descrivere i metodi di massaggio e le loro appli-cazioni come cura per le malattie.Lo sport, sinonimo per eccellenza di salute e benessere, è uno dei campi in cui il massaggio trova numerose applicazioni con eccellenti risultati per tutti i tipi di sport, a tutte le età e pratica-to con molteplici obiettivi. Il massaggio sportivo viene eseguito principalmente su specifiche regioni corporee al fine di miglio-rare la performance atletica. Preparando il muscolo e rendendolo pronto all’impegno. Inoltre rilassa dopo l’attività fisica e migliora i tempi di recupero

I suoi benefici derivano da due particolari presupposti: un’azio-ne “diretta” data dall’aumento del flusso ematico con conse-guente ipertermia locale e un’azione “indiretta” data dalla con-temporanea eccitazione di terminazioni nervose e conseguente stimolazione del sistema nervoso parasimpatico. Da qui deriva-no tutte le proprietà benefiche del massaggio: miglioramento della circolazione e conseguente riduzione della frequenza car-diaca e della pressione arteriosa, agevolazione del drenaggio e quindi una più veloce eliminazione delle tossine prodotte du-rante lo sforzo, aumento dell’ossigenazione dei tessuti, decon-gestionamento e rilassamento dei tessuti e riduzione dei tempi di recupero. Nello specifico il massaggio pre-gara oltre a riscaldare i mu-scoli, aumenta la loro capacità di lavoro, il tono e la mobilità ar-ticolare. Ha inoltre la funzione di prevenire i traumi e stemperare l’ansia. Le parti del corpo massaggiate saranno quelle soggette

al maggior carico e più soggette a traumi. La durata deve esse-re compresa tra 5 e 10 minuti. Il massaggio sportivo post-esercizio, invece, è considerato il più importante perché si esegue dopo l’attività sportiva, durante la quale l’atleta può andare incontro a dolori o fastidi muscolari ed articolari. Ciò è dovuto alla produzione di acido lattico nei muscoli e di altri componenti, come anidride carbonica, urea e tossine. Questo massaggio si esegue alcuni minuti dopo il termine dello sforzo. La sua azione è principalmente di re-cupero, favorisce il drenaggio del sangue venoso e conse-guentemente delle tossine prodotte, migliorando quindi l’apporto di sangue arterioso. La durata del trattamento è quan-tificabile tra i 25 e i 30 minuti ed è in ogni caso, se l’atleta è molto stanco, il massaggio deve essere leggero e di breve durata per poi essere approfondito il giorno successivo.Da non sottovalutare, inoltre, l’effetto del massaggio sulla pelle. Si tratta infatti del primo organo a reagire al massaggio, grazie al quale vengono eliminate le cellule morte, viene aumentata la traspirazione e migliorata la circolazione. Sempre grazie al massaggio aumenta il tono del derma e dei muscoli, rendendo la pelle più elastica e liscia. L’incremento di temperatura super-ficiale che si verifica col massaggio, infine, provoca una piace-vole sensazione di sollievo, favorendo in alcuni casi l’affievolirsi di dolori locali.

Marina Soave

Vengono eliminate le cellule morte, viene aumentata la traspirazione e migliorata la circolazione.

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podismo

Innanzitutto Stafania raccontaci un po’ di te…Sono nata a Villafranca di Verona il 21 Dicembre 1973 e abito a San Pietro di Lavagno a Verona.

Sono tesserata come Fidal con il New Foods di Bussolengo Ve-rona e come CSI da quest’anno con il Monteforte. Ho iniziato a correre nel 1994 con le non competitive della provincia, spinta da mio marito – all’epoca fidanzato – che mi chiedeva di fargli com-pagnia durante le sue gare.

Ha quindi iniziato così la tua carriera sportiva….Ad essere sincera io ho sempre praticato sport. Pri-ma di iniziare a correre ero un’ assidua frequen-tatrice di palestra: corsi di ginnastica, step e quant’altro mi venisse proposto. Tutto esclusi-vamente indoor però. Da quando ho iniziato a correre ho abbandonato la palestra e mi sono dedicata esclusivamente all’outdoor.

Hai fatto fatica ad entrare in “sintonia” con questa disciplina?Direi di no. Già partecipando alle non competitive era emersa la mia pre-disposizione per questo sport, ot-tenendo risultati positivi da subito. Quando, successivamente, sono stata coinvolta da altre ragazze che già correvano e mi sono tro-vata nel “vortice” delle gare com-petitive non ho avuto problemi ad adattarmi.

le tue caratteristiche…Io sono un’atleta resistente e purtroppo poco veloce. A me piacciono le lunghe distanze, adoro tutte le gare dai 10000 metri fino alla maratona. Ovviamente ho gareggia-to anche su distanze più brevi, che servono tantissimo per migliorare. Il mio attuale allenatore Gianni Ghedini mi prepara tabelle equilibrate che prevedono lavori su lunghe e brevi distanze. Non ho però un allenamento standard in quanto seguo delle tabelle fatte mese per mese, definite in base all’obiettivo che mi prefiggo. Dal mese di novembre, per esempio, inizio la preparazione invernale per le corse campestri, con ripetute in salita, circuiti di potenziamento, medi, quindi tutti allenamenti

brevi. A primavera di solito preparo per l’esta-te gare brevi ossia entro i 10-15 Km,

pertanto tolgo un pò di potenziamen-to e mi dedico a ripetute veloci, fatte in pista o su di un percorso misurato

in strada, ad esempio 10 X 400 o 5 X 1000 metri. Questi sono gli allenamenti

più frequenti, ma faccio anche sequenze più articolate in base a quello che mi viene

proposto dalla tabella. A fine estate mi de-

dico alla mia vera passione, ossia ai…“chilometri”! Infatti questo è il periodo

(da settembre ini-zio novembre)

in cui rendo di più. Dappri-

ma faccio la clas-

sica

ora in pista a San Gio-vanni Lupatoto, poi mi sfogo con le maratonine

e infine mi butto su una maratona.

dove ti alleni?Il luogo di allena-mento varia in base al lavoro che devo fare. Se si tratta di pi-sta vado a San Marti-

Iron-Disconzi: una vita di corsa (…e in corsia!)

Caposala e maratoneta

Stefania Disconzi, atleta in forza alla New Foods Bussolengo, racconta la sua passione per il podismo. Parola d’ordine: non mollare. Mai

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podismo

no Buon Albergo, se invece vado su strada ho percorsi segnati nei paesi limitrofi a dove abito come Lavagno, Illasi e Montorio.

oltre a correre cosa fa Stefania disconzi nella vita?Quando non indosso pantaloncini corti e maglietta sono Caposala in un reparto di Medicina Interna e di Reumatologia dell’Ospedale di Borgo Roma, come secondo ho ovviamente la corsa. Inoltre ho una casa da portare avanti e un marito da “accudire”. E tre cani che sono la mia passione! Inoltre mi sono appassionata da circa due anni alla bici da corsa e alla MTB che pratico nei ritagli delle tabelle come sano svago e divertimento.

Che differenze ci sono, a livello di allenamento e di approccio alla corsa, tra un uomo e una donna?La donna che corre è comunemente più “tosta” dell’ uomo, per indole e soprattutto perché molto più abituata a reggere più impegni con-temporaneamente mantenendo sempre alta la concentrazione. Nel-lo specifico la passione che porta a praticare il podismo fa scoprire energie che neppure si sospettava di avere. Per quanto mi riguarda, durante una corsa, piuttosto di mollare soffro oltre il limite. Voglio arri-vare a tutti i costi all’obiettivo prefissato.

la corsa è uno sport da consigliare sin dalla giovane età?Dal mio punto di vista non sarei proprio d’accordo. Non credo che una bambina debba praticare solo ed esclusivamente la corsa. Sono invece favorevole alla multidisciplina perchè più attività si provano – compatibilmente con gli altri impegni in primis lo studio – meglio si as-similano il concetto e i valori dello sport. Per specializzarsi c’è tempo. Io ad esempio ho iniziato a 20 anni circa. Penso che l’età ideale per fare una scelta mirata sia introno ai 13-14 anni. Prima lo sport deve essere prevalentemente un gioco e un divertimento.

Alberto Cristani

podismo

CALENDARIO GENNAIO -. MARZO 2011

GENNAIO 2011

sabato 1- Avesa (VR) “Tradizionale incontro per salutare l’anno nuovo”km 6, 12 - ore 9,00 - info 346.4181539 045.528154 - UMV

domenica 2 - Sona (VR) “Camminata di San Quirico”km 6,5 12,5 - ore 8,30 - info 348.7049464 - UMV

giovedi 6 (Epifania)- Bovolone (VR) “Caminada de Baco”km 6, 12, 18 - ore 8,30 - info 333.6232907 045.7103034 - UMV

domenica 9- Bevilacqua (VR) “Caminada dei quattro campanili”km 6, 11, 16 - ore 8,00 9,00 - info 340.9491085 0442.93380 - FIASP- Vigasio (VR) “El giro del Tartaro”km 7, 10, 15 - ore 8,30 9,00 - info 347.5268761 - FIASP UMV

domenica 16 - Prova di San Bonifacio (VR) “Caminada de le tre frazion” km 7, 12, 21 - ore 8,30 9,00 - info 045.7610260 - FIASP

sabato 22- Monteforte d’Alpone (VR) - FIASP - sito internet“Per il sorriso dei bimbi” km 5 ore 10,00 13,00“Passi nel tempo” marcia guidata km 10 - ore 13,30 16,30 domenica 23-Monteforte d’Alpone (VR) “Montefortiana” sito internetkm 9, 14,21,28 - ore 8,30 9,00 - FIASPkm 21,097 - ore 9,30 - FIDAL amatorikm 10,605 maschile km 6.060 femminile - ore 14,00 - FIDAL internaz.

domenica 30- Bovolone (VR) “Caminada de San Biagio”km 5, 11, 17 - ore 8,30 - info 349.3737428 045.7103772km 8, 15 - ore 10,00 - info 328.7980404 - FIASP- Montorio (VR) “Cavalcata della Val Squaranto”km 5,5, 9, 17 - ore 8,30 - info 333.3367941 045.557976- FIASP

FEBBRAIO 2011

domenica 6- Asparetto di Cerea (VR) “Marcia dell’Olmo”km 5, 10, 15 - ore 8,30 - info 320.1589877 - FIASP

domenica 13 - Concamarise (VR) “Marcia Conca par la Sanoa”km 6, 12, 18 - ore 8,30 9,00 - info 045.6954006 - FIASP

domenica 20- Casoni di S.Pietro di Legnago (VR) “Caminada ai Casoni”km 6, 12, 18 - ore 8,00 8,30 - info 0442.27253 - FIASP

- Verona “Verona marathon “ Km 4, 7, 13 (Family Run ), km 21,097, VeronaMarathon Km 42.195 info su www.veronamarathon.it

domenica 27- Minerbe (VR) “Marcia dei tre mulini”km 5, 10, 18 - ore8,00 9,00 - info 349.5126847 - FIASP

MARZO 2011

domenica 6- Verona “38^ In allegria sui Tre Colli”km 6, 10, 18 Info. 045.917629 – 347.5443861 Galber – 349.1638485 Fusa

domenica 13 - Illasi (VR) “Corrillasi”km 6, 12,5, 21 - ore 8,30 9,00 - info340.8676138 335.5950924 - FIASP- Peschiera del Garda (VR) “Paradiso run”km 15 - in attesa dei particolari - Circuito Triveneto Run

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podismo

Tutto è ormai pronto per la 38^ edizione dell’evento podisti-co “In Allegria sui Tre colli”. Il Gruppo Marciatori Ca’ di Cozzi ha organizzato per Domenica 6 marzo 2011 la camminata a

passo libero che da quasi quarant’anni promuove lo spirito ecologico e sportivo dell’evento. Era il 1973, per la prima volta il Gruppo Mar-ciatori, composto in gran parte da alpini di Quinzano, decise di dar vita ad una gara non competitiva nell’entroterra collinare di Verona. Da quell’anno nel mese di marzo tantissimi appassionati di podismo hanno preso parte a questa manifestazione che vanta il record di longevità a Verona. Tre i percorsi tra i quali si può scegliere; il corto da 6 km, il medio da 10 ed il lungo da 18 km. Tutti e tre si snoderanno tra i colli circostanti la città e toccheranno Villa Monga, Cà di Cozzi, Villa Monte Ongarine, Tre Tempi, Monte Faldè, Bitto, Borgo Spino, Monte Rico, Conca, Baita Coro Stella Alpina e San Rocco. La partenza è fis-sata per le ore 8.30 dalla località Villa Monga di Cà di Cozzi. La marcia non competitiva è solo una del-le tante attività che il Gruppo podistico organizza. I Marciatori infatti con sede all’interno del Parco Ba-ganzani a Cà di Cozzi, gestiscono le strutture spor-

tive e curano le aree verdi. Organizzano eventi all’interno del parco come tornei di calcio a 5, spettacoli di intrattenimento per bambini ed adulti e promuovono attività culturali e ricreative.

In allegriasui tre colli

Gruppo Marciatori Cà di Cozzi

A passo libero sulle colline veronesi

Da 40 anni il Gruppo promuove lo spirito ecologico e sportivo dell’evento

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r E g o l A m E n t o 1 – Il Gruppo Marciatori Cà di Cozzi organizza per Domenica 6 marzo 2011 una camminata a passo libero denominata “IN ALLEGRIA SUI TRE COLLI” – XXXVIII^ edizione – avente scopo ecologico, umanistico e sportivo. Omologazione FIASP 89 ( 8-11-2010 )2 – Il percorsi, interamente segnalati di Km. 6 - 10 segui-ranno le indicazioni previste dalla cartina allegata - il percorso di Km. 18, si svolgerà completamente sui colli circostanti la città e toccherà leseguenti località: Villa Monga, Cà di Cozzi, Villa, Monte Ongarine, Tre Tempi, Monte Faldè, Bitto, Borgo Spino, Mon-te Rico, Conca, Baita Coro Stella Alpina, San Rocco, Villa Monga.3 – Le iscrizioni, sia dei partecipanti sia per i gruppi, si ricevo-no in via Baganzani, 13 – fax 045.8303220 per e.mail : . Info. 045.917629 – 347.5443861 Galber – 349.1638485 Fusa4 – Contributo senza riconoscimento € 2,00 I.V.V. ( servizi vari + ristori + pasta party finale ) Contributo con riconoscimento € 5,00 ( Bottiglia vino, Kit Isostad Energetici/Integratori, Capo Sportivo – Borraccia – Bottiglia Acqua – Due confezioni pasta Avesani )5 – I cartellini si ritirano all’atto dell’ iscrizione; le iscrizioni si ri-cevono fino al raggiungimento di 2000 (duemila ) partecipanti. Chiusura iscrizione Gruppi: sabato 6 marzo 2011, entro le ore 20:00 – Singoli: fino ad un’ora prima della partenza.6 – Possono partecipare alla passeggiata le persone di ambo i sessi nati non oltre il 1999 – I minori devono essere accom-pagnati.7 – La partenza è fissata alle ore 8:30 / 9:00 da località “ Villa Monga di Cà di Cozzi” . Chiusura della manifestazione alle ore 13:00.8 – Saranno organizzati: 3 ristori sul percorso “Rosso” di Km. 18 e 1 ristoro sul percorso “Verde” di Km. 10 e “ Giallo” Km. 6 – Più 1 all’arrivo. Servizi : Segnaletica di colore in base al percorso scelto. Servizio medico. Collegamenti radio CB 27. P.C. Nuova Acro-poli, Assistenza Ambulanze Croce Bianca, WC chimici . Scopa.9 – L’Organizzazione assicura il massimo impegno per il rego-lare svolgimento della manifestazione.Tuttavia declina ogni responsabilità per eventuali danni a per-sone o cose prima, durante e dopo la manifestazione. L’iscrizione viene considerata, dichiarazione di idoneità fisica all’attuazione della marcia, ai sensi della normativa di legge prevista dal D.M. 28/02/1983 sulla tutela sanitaria per l’attività non agonistica .10 – Previsti premi dei gruppi con minimo di 10 iscritti, eventuali altri premi ad esaurimento.11 – Il giudizio della Giuria è inappellabile. 12 – Per quanto non contemplato nel presente regolamento ri-mangono valide le norme FIASP – I.V.V.13 – La marcia verrà effettuata con qualsiasi tempo.

BUONA PASSEGGIATA

SI RINGRAZIANO TUTTI COLORO CHE HANNO CONTRIBUI-TO ALLA BUONA RIUSCITA DELLA MANIFESTAZIONE

Al termine delle premiazioni saranno serviti GNOCCHI del PA-STIFICIO AVESANI fino ad esaurimento.

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C’è una realtà di pallacanestro femminile che fa parlare di sé anche al di fuori della provincia veronese: si tratta dell’Alpo Basket ‘99, che dalla stagione 2005/2006 parteci-

pa al campionato nazionale di serie B/Eccellenza. Una realtà ormai consolidata, tanto da essere la prima società femminile di Verona,

dopo aver operato il “sorpasso” sulle storiche rivali della Pregis San Bonifacio. Sino a due anni fa, infatti, San Bonifacio ha rappresentato il fiore all’occhiello del basket in gonnella scaligero, con una quindicina di anni di militanza in serie A2. Lo scorso anno le sambonifacesi hanno di-sputato per la prima volta la B/Eccellenza dove hanno raggiunto i play off e dove hanno scon-

fitto l’Alpo in entrambi i derby. Quest’anno invece la situazione si è invertita, con le biancoblù seconde in classifica e le biancorosse nella parte medio-bassa della graduatoria: il +11 in trasferta nel derby dello scorso 11 dicembre ha sancito, come dicevamo, il sor-passo dell’Alpo Basket ai danni delle “cugine”.

E pensare che la stagione era iniziata nel peggiore dei modi per le alpensi: dopo 5 giornate ben tre giocatrici erano già “out” per tutta la stagione, a causa della rottura dei legamenti di un ginocchio. Due di esse (Francesca Marchioni e Silvia Franciosi) oltretutto rap-presentavano i punti di forza della squadra, nonché le “gemme” della campagna acquisti estiva. Coach Claudio Carretti, arrivato nell’estate a sostituire Simone Guadagnini tornato al maschile, non si è perso d’animo e, con l’aiuto degli assistenti Nicola Soave e Paolo Saviano e del preparatore atletico Alberto Bonomi, ha rico-minciato tutto daccapo. Nel giro di alcune settimane la squadra ha trovato nuovi equilibri, ha inserito nel “motore” Roberta Fravezzi (un ritorno il suo ad Alpo) e, trascinata dal capitano Silvia Martinello, ha inanellato una serie di successi sino a raggiungere il secondo posto

solitario in classifica dietro la capolista Muggia. Nel girone di ritor-no, che inizierà a gennaio, ne vedremo delle belle: ci sarà il rientro di Simona Antonelli, reduce dalla frattura della clavicola, e in socie-tà si culla il sogno di qualificarsi per la coppa Italia di B/Eccellenza.Ma il vero sogno è un altro, come ha rivelato Silvia Martinello alla recente cena di Natale della squadra: «Questo sogno ce lo teniamo per noi e non facciamo alcun proclama – ha chiosato il capitano –

certo è che con tutte le sfortune che ci sono capitate, qualche credito con la dea bendata mi sento di reclamarlo».Da questa stagione la denominazione corretta della società è

Ecodent MEP Alpo: il presidente Renzo Soave ha voluto affiancare allo storico marchio Ecodent di Marco Dall’Oca, la MEP (Pellegrini

Marine Equipment), la cui persona di riferimento è il direttore com-merciale Giuliano Moretti, grande appassionato di basket.Infine uno sguardo al settore giovanile, curato del dirigente accom-pagnatore della prima squadra Giuseppe Dotto: l’Alpo partecipa ai campionati Under 13 e Esordienti femm. e possiede due gruppi minibasket composti da una quarantina di bambini/e in totale.

Andrea Etrari

basket

Le signore dell’anello

Basket in rosa

Dal 2005 le ragazze dell’Alpo Basket ’99 protagoniste nel campionato di serie B Eccellenza

Quest’anno l’Alpo ha superato le rivali-cugine di San Bonifacio

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A tanti non capita mai nella vita. Perché il più delle volte i sogni rimangono tali. Bellissimi, ma lontani e irraggiungi-bili. A tanti non capita di viverli, ma di svegliarsi e vederli

scappare. Lei invece il sogno più grande è riuscito a viverlo. Anzi, le è successo più di una volta. Ne ha vissuto tantissimi con emozioni troppo grandi da raccontare. Su tutti la medaglia d’oro olimpica a Mosca nel 1980 e il record del mon-do di salto in alto durato più di 30 anni. Sara Sime-oni adesso sogna per i ragazzi che si avvicinano all’atleti-ca. La campionessa veronese racconta di come vorrebbe una situa-zione diversa e molte più possibilità per i giovani che si avvicinano all’atletica. «A livello promozionale e giovanile il mo-vimento si muove e sembra pieno di vitalità – è il pensiero di

Sara Simeoni – con tante gare e tanti ragazzini entusiasti dell’at-letica, del senso di stare insieme e di essere felici a prescindere dal risultato».

Qual è la situazione a Verona?Nella nostra provincia ci sono sia i numeri che i risultati a livello regionale e nazionale, un movimento importante con forza e vi-talità, purtroppo però i problemi nascono dopo.

Soprattutto quando? Quando si dovrebbe fare un passo ulte-riore per spingere davvero in alto i giovani

talenti. Le società non sono organizzate ed attrezzate economicamente per affronta-

re impegni maggiori sembra di essere nella stessa situazione di quarant’anni fa.

Sembrano esserci pochi spiragli al momento…Per fare davvero un salto di qualità servirebbero

strutture in grado di seguire i ragazzi anche dopo le categorie promozionali e giovanili lavorando in maniera specifica.

La campionessa olimpica veronese si racconta tra ricordi e speranze per il futuro

Il sogno di SaraUna vita per l’atletica

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C’è anche il grosso problema degli impiantiLa carenza di impianti è grave soprattutto nel periodo invernale. Rispetto a qualche tempo fa ci sono degli impianti in più, ma sono ancora pochi e soprattutto non ci sono strutture per l’in-verno che a Verona non è certo mite. Per gli sport di squadra è diverso, basta una palestra e un allenatore per tutti, per l’atletica è diverso vista la necessità di un fondo speciale e attrezzature particolari, oltre a tecnici che seguano quasi singolarmente i ra-gazzi.

Quali sono i rischi di questa situazione? Di non riuscire a completare il grande lavoro delle società pre-senti sul territorio. Quelle fanno molto, in periferia ma anche in città ci sono tantissime persone che lavorano bene e con pas-sione. Poi però i ragazzi arrivati ad una certa età non trovano sbocchi e si rischia che i potenziali campioncini scappino da altre parti o smettano di fare attività sportiva.

Ci parlava di un progetto per provare a cambiare la situazione…

E’ il mio sogno, e ce l’ho da quando gareggiavo io quindi da qualche anno. Quello di una società che riunisca gli atle-ti veronesi sparsi per l’Italia e gli permetta di fare attività senza dover emigrare, che li segua a livello nazionale,

visto che ormai anche entrare nei corpi militari è diffici-le. Ci vogliamo provare, abbiamo una responsabilità

verso i ragazzi e ho tanta fiducia. Stiamo cercando idee e mezzi per unire le forze e poi magari quel

sogno inizierà a diventare realtà.

Meglio ascoltarla Sara, perché lei di sogni se ne intende davvero.

Luca Mazzara

La carriera

Sara Simeoni è nata a Rivoli Veronese il 19 aprile 1953. Campionessa olimpica e medaglia d’oro alle XXII Olim-piadi di Mosca nel 1980, è stata primatista del mondo con la misura di 2,01 metri stabili-ta due volte nel 1978, anno in cui vinse il campionato europeo. Ha vinto inoltre due medaglie d’oro alle Universiadi, altrettante ai Giochi del Mediterra-neo e quattro titoli di campionessa europea indoor. Quattordici volte campionessa italiana, ha detenuto il primato italiano per 36 anni dal 12 agosto 1971 all’8 giugno 2007 quando le fu strappato da Antoniet-ta Di Martino. È stata alfiera azzur-ra durante la cerimonia d’apertura delle olimpiadi di Los Angeles, e il 26 febbraio 2006 è stata portatrice della bandiera olimpica nel corso della cerimonia di chiusura della XX Olimpiade invernale di Torino.

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panathlon

Un anno di Panathlon VeronaProgetto Giovani Talenti

Dopo un 2010 ricco di iniziative ed eventi, continua la promozione dello sport e del fair play

Anno nuovo…progetti nuovi per il Panathlon Club Verona. Dopo aver chiuso una stagione ricca di soddisfazione il Pre-sidente Bruno Roberto Gerosa con i soci veronesi si appre-

sta a organizzare il 2011 del club scaligero. Quella che è sembrata una sfida, lanciare “i nuovi talenti” si è rivelata una mossa vincente. Il club nel corso del 2010 ha organizzato numerose conviviali per presentare agli sportivi veronesi i tanti campioncini presenti sul ter-ritorio. Dal ciclismo, alla vela, dalla canoa allo sci. Serate itineranti anche per promuovere i valori panathletici di lealtà e fair play e per presentare alle realtà provinciali il lavoro e gli obbiettivi del Panathlon. Un 2010 iniziato con la conviviale di febbraio che ha visto protago-nisti due personaggi d’eccezione. Il prof. Franco Chierego è stato fe-steggiato dai soci e dalle autorità politiche cittadine per i suoi 50 anni di appartenenza al Panathlon Club. Un ambasciatore dello sport a 360 gradi, Franco Chierego si è dimo-strato in questa metà di secolo, un socio attento alla promozione dello sport e dei valori educativi e socia-li del club. Per il progetto “giovani talenti” stato premiato Alessandro Paci, medaglia d’oro agli europei di Orthez, presente e futuro dello sci nautico. Dalla città al Lago di Garda il passo è stato breve, tanto che il 23 marzo 2010 a Peschiera si è presentato ai soci il velista Umberto De Luca. Il giovane veronese, che conta partecipazioni ai campionati europei e mondiali, nei primi mesi del 2010 è entrato a far parte della

squadra Olimpica Youth. Un talento che ha già dimostrato il proprio valo-re, un vizio di famiglia dato che an-che lo zio, anche quest’ultimo ospite

della serata, Daniele De Luca è stato un olimpionico ed ha parteci-pato a regate internazionali con “Azzurra”. Dalla vela al calcio con la grande festa del 23 Maggio presso il Centro Sportivo Veronello. In occasione del “Trofeo Guidotti “ soci e collaboratori del Panathlon

hanno festeggiato i piccoli calciatori che si sono distinti per il loro ottimo comportamento, regalando una giornata di sport che rimarrà nel cuore di tutti i presenti. Il Castello di Bevilacqua ha fatto invece da cornice alla cena per il solstizio d’estate: il 22 giugno 2010 nella suggestiva dimora dei Bevilacqua si è brindato al rinnovarsi della stagione in compagnia dei “Giovani Talenti” dello sci di fondo. Dopo una stagione straordinaria Deborah Roncari e Lucia Scardoni, ac-compagnate dal tecnico nazionale Vito Scandola e dal Presidente Fisi Verona Roberto Lazzarini, hanno raccontato i loro innumerevoli successi, ma anche le difficoltà che incontrano nel coordinare gli

impegni sportivi e scolastici. Il 29 ottobre 2010 al Centro Sportivo Ve-ronello il Panathlon Club Verona ha voluto premiare i campioni scaligeri del ciclismo. Gli atleti veronesi, che hanno conquistato 25 maglie tra i campionati europei e gli assoluti, hanno portato la nostra Provincia agli onori della cronaca sportiva ita-liana. Il presidente della FCI di Ve-rona ringraziando il Panathlon Club per i riconoscimenti dati ai ragazzi, ha chiesto al presidente Roberto Bruno Gerosa di organizzare una corsa in onore del motto panathle-tico “Ludis Jungit” (Uniti nei giochi).

A chiudere le tante conviviali del 2010 è stata la tradizionale “Festa degli Auguri”. Al ristorante “Re Teodorico”, dall’alto delle Torricelle, i soci del club e ospiti d’eccezione come mister Marcelletti e consorte hanno brindato al Natale e ad un 2011 scoppiettante. Il Panathlon Club ha già programmato le attività della nuova stagione. Sicura-mente proseguiranno le serate dei “Giovani Talenti”, i challenge di pallavolo, pallacanestro, rugby, tennis, calcio, auto storiche e beach volley. Il club di Verona inoltre continuerà a sostenere progetti di inte-resse sociale e sportivo.

Alessandra Rutili

Lanciare “i nuovi talenti” si è rivelata una mossa vincente

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calcio

Dopo dieci anni con la maglia del Chievo e oltre 230 presenze, l’ex difensore scuola Milan diventa dirigente

Una bandiera del calcio veronese

H a de-c i so a 35

anni, di vive-re il calcio in modo diverso.Dal campo alla scrivania. Sempre con grande stile. Fabio Moro, dopo tan-te stagioni protagonista in campo, da quest’anno è passato dall’altra parte “della barricata”.Nato a Bassano del Grappa (13 luglio 1975), Fabio Moro è dall’estate di quest’anno un ex calciatore. Una scelta difficile, sofferta ma pondera-ta, dettata dal buon senso e dalla grande professionalità e serietà che hanno contraddistinto la sua lunga e invidiabile carriera. Ot-timo difensore di fascia, ma all’occorrenza affidabilissimo centrale, Fabio ha dovuto fare più volte i conti con gli infortuni. Uno di questi, l’ultimo, è quello che ha di fatto accelerato i tempi del suo ritiro. Il Chievo, il suo Chievo, però non l’ha lasciato andare. Uomini così sono un patrimonio inestimabi-le. Per questo motivo dall’inizio della stagio-ne 2010-2011 a Moro è stato affidato un ruolo dirigenziale. La spalla ideale per un

altro “mostro” sacro del pianeta Chievo: Marco Pacione. Un ex attaccante e un ex difensore. Una “strana coppia” a servizio di “Sua Mae-stà” Campedelli. Un’esperienza nuova, con tante incognite ma anche molto stimolante. Che a detta di Fabio fino ad oggi sta andando molto

bene.“Si – spiega Moro – sono soddisfatto del

mio nuovo ruolo ed impegno all’interno del Chievo Verona. All’inizio però non

è stato facile: è stata dura abban-donare definitivamente il cam-

po, il gruppo e l’agonismo.

L’aiuto di un maestro come Marco Pacione è stato fondamentale

per superare lo scoglio iniziale e per capire come dovevo comportarmi. Il mio ruolo è quello di assistente team ma-

nager. Ciò significa in pratica aiutare i giocatori in tutto e per tutto, facendo da tramite tra loro e la società.”.“Le mie giornate – prosegue Fabio – mi vedono alla mattina, se non ci sono gli allena-menti, in sede per organizza-re gli impegni e a program-mare le settimane. Seguo in tutto e per tutto l’andamento e gli spostamenti della squadra. Sono a completa disposizione dei ragazzi, specialmente dei nuovi arrivati. A questi ultimi cer-co di far capire il mondo Chievo il più velocemente possibile in modo da farli sentire a loro agio affinché possano dedicarsi totalmente alla loro professione. Il tutto con rapporto di massimo rispetto da entrambe le parti”.

Il Moro di Verona

È stata dura abbandonare de-finitivamente il campo, il gruppo e l’agonismo

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Il campo, il pallone, il gruppo, le partite: a Fabio Moro quanto manca la sua maglia numero 27? “Questa è una doman-da che mi “tocca den-tro” – ammette Moro - perché sono nato e cresciuto calciando il pallone. Naturale che non poter giocare mi faccia sentire triste. Allo stesso tempo sono però cosciente che è stato un perio-do fantastico della mia vita e che ora ho voltato pagina. Oggi guardo avanti e cer-co altre soddisfazioni,

sicuramente diverse, ma non per questo meno importanti. In campo ho sempre dato il massimo finchè la condizione fisica era al 100%. Purtroppo gravi infortuni hanno di fatto minato in modo irrimediabile la mia efficienza. Quindi la proposta della società di rimanere con come dirigente ha facilitato la mia de-cisione di smettere. Prosegue Fabio: “Il calcio è molto cambiato dai miei esordi. I giocatori di oggi fanno parte di un’altra generazione. Sta a noi dirigenti cercare di capire e adeguarci il più possibile alla loro mentalità, con il dovere però di dare delle regole comportamen-tali a prescindere. Anche dai tempi che cambiano! Ma in ge-nerale tutto il mondo del calcio ha però bisogno di messaggi ed iniziative positive. Idee ce ne sarebbero. Purtroppo quando ti relazioni con le “bestie” (vedi fatti di Genova, Italia-Croazia n.d.r) non c’è nulla che puòi fare se non avere maggior polso e severità nell’imporre pene esemplari”.Conclude Fabio: “Ai più giovani mi sento di consigliare di pra-ticare uno sport, non importa quale. Lo sport è una palestra di vita che ti insegna a rispettare regole, compagni, avversari. L’ambiente sportivo è sano, tiene impegnati mentalmente e fisi-camente, permettendo di avere cura del proprio corpo. Penso che per un giovane praticare sport sia fondamentale purchè gli obiettivi primari siano il divertimento e la passione. Il resto, se ci sarà, verrà da se!

Alberto Cristani

l’Assessorato allo Sport del Comune di Verona organizza per vener-dì 14 gennaio 2011 presso l’Auditorium del Palazzo della gran guar-dia, la quindicesima edizione della cerimonia di consegna dei premi Cangrande agli atleti e sportivi veronesi che hanno conseguito ri-sultati di prestigio nella stagione agonistica o nel corso della carrie-ra. la manifestazione, grazie alla partecipazione di atleti e di perso-nalità sportive di assoluto livello, si è nel corso della varie edizioni affermata come una manifestazione di prestigio per l’intero mondo sportivo veronese. Quest’anno verranno premiati con il Cangrande d’oro Federica Pellegrini, matteo manassero e Francesca Porcellato.di seguito gli altri premi che verranno attribuiti nella cerimonia del 14 gennaio.

Cangrande d’oro (golf)

Cangrande d’oro (nuoto)

Cangrande d’oro (sci di fondo)

Cangrande specialità

Cangrande specialità (pugilato)

Cangrande specialità (tiro a segno)

Cangrande specialità (kendo)

Cangrande specialità (sci)

Cangrande specialità (ciclismo)

Cangrande - allenatore sportivo

Cangrande - squadra

Cangrande - dirigente sportivo

Cangrande - sponsor

Cangrande alla carriera sportiva

Cangrande - giornalista sportivo

Cangrande - scuola

Cangrande - sociale nello sport

targa

targa

manassero matteo

Pellegrini Federica

Porcellato Francesca

manganotti marcello

Finocchio tiziana

marini Chiara

Pezzo giacomo

roncari debora

Scartezzini michele

toninel Bruno

rugby Valpolicella

maraia Fabio

gruppo Calzedonia tezenis

moro Fabio

Puliero mario

Istiruto Seghetti Figlie del Sacro Cuore

CSI Handicap e Sport,

la grande Sfida

Cordioli tiziano

Ferrero giuseppe

sport in pillole: premi Cangrande

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parapendio

Emozionitra le nuvole

Alla scoperta del parapendio

Uno sport utile anche per ritrovare la serenità e la pace

C iao Ragazzi!Come per tutti gli anni, il mese di dicembre viene utilizzato per trarre le conclusioni di un iter che ha portato nuovi adepti al

volo, all’esame per il conseguimento del brevetto di volo libero.Con il freddo si calma anche lo spirito volatorio, ma non la fantasia che ci spinge a immaginare ed a programmare tutte le attività per l’anno prossimo, il 2011!

Il tempo in quest’ultimo periodo non è stato molto clemente, pioggia e neve come mai si erano visti prima, ma questo non ha impedito di rita-gliare, tra una pioggia e l’altra alcu-ni voli dal monte Baldo.Tutti incollati sulle previsioni 2011,

specialmente su quelle estive, tirate fuori le carte da cartomante e le sfere di cristallo rimaniamo fiduciosi su un splendido nuovo anno.Le richieste di corsi per imparare a volare arrivano nonostante il tempo

abbia creato uno stato di insofferenza a stare all’aperto, ed a preferire la cioccolata calda con panna al calduccio di un bar, ma volare è an-che questo, stare insieme, anche coi piedi ben ancorati a terra e prati-care un altro bellissimo sport che abbiamo nominato “PARLAPENDIO”. Se non si può volare, possiamo raccontarci dell’estate e dell’autunno volatorio e di tutte le esperienze che abbiamo accumulato in nel 2010, si progettano viaggi al caldo e …, nuovi corsi, corsi avanzati e perché no ritrovi presso altri club di volo a trovare persone accomunate da questa grande passione, e tanti voli tandem per consentire a tutti di provare almeno una volta nella vita l’emozione di volare nel cielo come i nostri fratelli pennuti, di sentirsi liberi e in pace, lasciando pensieri e la frenesia della società a qualche centinaio di metri sotto i nostri piedi.

Vi aspettiamo per informazioni ed altro e nel frattempo vi auguriamo... “BUONI VOLI!!!”.

Info: www.yetiextreme.it - 345852387

Voli tandem per consentire a tutti di provare almeno una volta nella vita l’emozione di volare nel cielo

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pesistica

Carlotta superstar!Fondazione M. Bentegodi - Sezione Pesistica

Carlotta Brunelli, azzurra juniores, conquista la medaglia di bronzo nello strappo e nel complessivoai campionati Europei Juniores di Pesistica disputati a Limassol (Cipro) il 25 novembre 2010

Due bronzi europei, sono la prestigiosa impresa ottenuta dall’azzurra Carlotta Brunelli, atleta in forza alla Sezione Pesistica della Fondazione M. Bentegodi di Verona, ai

Campionati Europei Juniores di Pesistica (under 20), che si stanno svolgendo in questi giorni a Limassol (Cipro). La diciassettenne veronese, convocata in azzurro dal diret-tore tecnico della nazionale Aldo Radicello, con il tecnico bentegodino Nicola Agnolini, ha gareggiato nella serata di giovedì 25 novembre, nella categoria dei 75 kg., con un peso personale di 74,4 kg.. Nell’esercizio di strappo la campionessa veronese si è presentata con 78 kg., falliti alla prima prova, ma sollevati facilmente in seconda prova, per finire poi con 80 kg., in terza, che le sono valsi la medaglia di bronzo d’esercizio. Più difficile per lei la prova di slan-cio, dove si è dovuta acconten-tare della quarta posizione, dopo aver sollevato 87 kg., in prima prova, falliva infat-ti le alzate a 91 e 92 kg., cedendo la medaglia di bronzo alla ventenne slovacca Eleonora Go-gorova. La grande prestazione nello strappo le ha comunque permes-so di raggiungere il terzo gradino del po-dio nel complessivo e cioè nella classifica finale, che somma la migliore prova di strappo e di slancio, con 167 kg., che le hanno garantito una scintillante medaglia di bronzo continenta-le, che la proietta tra le migliori pesiste europee e mondiali. Davanti a lei, sul podio finale, due più anziane, esperte e competitive atle-te, la diciannovenne russa Oxsana Kaspunenko e la di-ciottenne polacca Malgorzata Wiejlak.

La prestazione di Brunelli, in allenamento collegiale permanente, presso il Centro Giovanile di Lignano Sabbiadoro, è stata la migliore tra

le atlete azzurre juniores presenti a Cipro, come del resto era successo anche ai Campionati Europei Under 17, lo scorso

maggio, a Valencia (Spagna), dove aveva vinto una me-daglia d’argento ed una di bronzo, confermando la bontà tecnica della scuola pesistica veronese e bentegodina.

Al rientro in Italia, dopo un brevissimo recupero, Brunelli dovrà riprendere un altro duro periodo di allenamento, in

preparazione ai Campionati Italiani Assoluti, in programma a metà dicembre a Cervignano del Friuli (Udine). “Dirigenti e tec-

nici della Bentegodi sono estremamente soddisfatti per l’enne-sima grande prestazione di Carlotta” afferma Claudio Toninel,

coordinatore della Sezione Pesistica Bentegodi, ”La sua nuova impresa oltre a gratificare il prezioso lavo-

ro svolto dalla Federpesistica in campo giovanile, premia anche l’intensa attività di promozione e

selezione che da anni porta avanti la Bente-godi a Verona, soprattutto in campo sco-

lastico. Carlotta è uno dei tanti risultati di questo costante impegno e grazie

a lei i colori bentegodini e scaligeri, ancora una volta sono saliti, con

la maglia azzurra, sul presti-gioso podio europeo”.

Claudio Toninel

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la rieducazione dei pazienti operati di ricostruzione del LCA rap-presenta senza dubbio uno dei più vasti capitoli della rieduca-zione sportiva.

Per comprendere le esigenze che sorgono in seguito ai diversi inter-venti, si possono formulare alcune considerazioni:Il legamento crociato anteriore (LCA) è una struttura stabilizzatrice pri-maria per il ginocchio. In virtù della presenza di recettori propriocettivi e nocicettivi rappresenta una struttura attiva.Le strutture muscolari che intervengono a dare stabilità al ginocchio devono interagire con estrema precisione ed armonia.Diverse sono le metodiche disponibili per la ricostruzione del LCA e da ciò derivano le differenti metodiche rieducative, che devono in ogni caso fare riferimento alla tenuta dei mezzi di fissazione dell’impianto del neo-legamento, alla guarigione biologica del sito donatore ed alle condizioni cliniche del paziente.Il trattamento rieducativo trova la sua più profonda motivazione nel fatto che non è sufficiente dare stabilità, ma è necessario recuperare com-pletamente la funzione.Fino agli inizi degli anni ‘80 il trattamento post-chirurgico era iperprotet-tivo e caratterizzato da un lungo periodo di immobilizzazione in gesso. Tale trattamento cercava di limitare le sollecitazioni al neo-legamento. E’ infatti noto come il tendine, dopo il trapianto, vada incontro in de-terminati periodi a fenomeni di adattamento e rimaneggiamento che ne modificano le caratteristiche funzionali. Tuttavia, la constatazione che l’immobilità porta a complicanze di vario genere, quali la rigidità articolare soprattutto in estensione, ha spinto i chirurghi a considerare metodiche rieducative più efficaci, forti anche dei notevoli progressi della tecnica operatoria.Verso la fine degli anni ‘80 iniziò la ricerca di un processo rieducativo sempre più rapido, e in tal senso una svolta importante fu apportata nel 1990 dal lavoro presentato da Shelbourne e Nitz .Essi proposero un protocollo rieducativo decisamente accelerato dove già dalla prima giornata post-operatoria al soggetto veniva concesso il carico e l’estensione completa, si prevedeva il ritorno all’attività sporti-va nel giro di 4-6 mesi: evidentemente, una notevole differenza rispetto ai 9-12 mesi tradizionali.Una rieducazione così accelerata suscitò però da parte di alcuni autori qualche dubbio. In alcuni casi si riscontrò che, a seguito di un pre-coce sovraccarico, il trapianto poteva risentire negativamente quanto a stabilità e tenuta, inoltre da osservazioni artroscopiche e da analisi attraverso risonanza magnetica si evidenziò un ritardo di maturazione del collagene del neo-legamento.Successivamente progredì un impetuoso sviluppo di nuove tecniche di fissazione degli impianti. Il miglioramento di queste metodiche favorì un nuovo interesse per l’utilizzo dei tendini della zampa d’oca (ST e GR), che erano stati abbandonati a favore del TR, ritenuti precedente-

mente un ottimo sostituto del LCA, ma che avevano subito la penaliz-zazione di fissazioni non sempre efficaci.La conoscenza degli effetti del pre-tensionamento sul neo LCA creò inoltre la possibilità di impianti sempre più rigidi, che rendono attual-mente i tendini del ST e GR una prima scelta nel trattamento dell’in-stabilità anteriore, al pari delle tecniche che prevedono l’utilizzo del tendine rotuleo (TR). La riabilitazione del LCA è basata su presupposti di carattere istologi-co, biomeccanico e funzionale.I processi di integrazione del trapianto nel tunnel all’interfaccia osso-osso (TR) sono già avanzati dopo la quarta settimana; l’integrazione tendine-osso (ST e GR) si completa prevalentemente dal sessantesimo al novantesimo giorno.

Ci sono perciò numerosi fattori che interagiscono per produrre un risul-tato ottimale dopo un’operazione chirurgica del ginocchio. La specifi-cità degli esercizi rappresenta un fattore di importanza fondamentale.

Camminare, correre, tornare a fare sport.Presso i nostri Centri Bernstein sono stati rieducati per lesione del LCA migliaia di pazienti che nel corso degli anni hanno via via affrontato tecniche chirurgiche e protocolli riabilitativi in continua evoluzione. Alla luce di questa ampia casistica abbiamo individuato delle linee guida in base alle tre domande che il paziente rivolge sempre al suo rieduca-tore dopo l’intervento: 1) Quando riprenderò a camminare ? 2) Quando riprenderò a correre ? 3) Quando tornerò a fare sport ? Abbiamo suddiviso il programma in 3 fasi che rispondono a queste precise funzioni da recuperare: camminare, correre, giocare a calcio.

[email protected]

[email protected]. 045/8300454

Alla ricercadel legamento perduto

Infortunio sportivo

Il protocollo rieducativo del “crociato anteriore”: metodiche e trattamenti.

medicina dello sport

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FASE 1 – Primo meseLa prima fase inizia dopo l’intervento chirurgico e dura 3 - 4 settimane; ha come obiettivi la riduzione del gonfiore, il reclutamento attivo del quadricipite, il recupero dell’estensione completa, il raggiungimento dei primi 120° di flessione, l’inizio della deambulazione corretta. Il la-voro viene svolto in palestra ed in piscina e le sedute di trattamento prevedono: esercizi attivi per l’estensione e per la flessione, esercizi propedeutici al carico, esercizi di rinforzo muscolare ed eventualmente terapie fisiche strumentali.

FASE 2 – Secondo e terzo meseLa seconda fase, che dura dal 2à fino alla fine del 3° mese, ha come obiettivi il recupero dell’articolarità completa e della forza muscolare. Utilizziamo esercizi in acqua, esercizi propriocettivi effettuati su tavo-lette instabili per aumentare il controllo neuromotorio, specifici lavori di rinforzo di tutta la catena muscolare dell’arto inferiore. Alla fine del 3° mese verifichiamo, con il TEST ISOCINETICO, il mi-glioramento della performance muscolare per indirizzare l’ équipe rieducativa verso un programma realmente adeguato alle condizioni muscolari del singolo paziente. Si possono verificare tre situazioni: 1 - il test evidenzia un deficit di forza compreso tra il 30% ed il 40%: si può iniziare la corsa sul tredmill; 2 – il test evidenzia un deficit di forza superiore al 40%: non si inizia la corsa;3 – il test evidenzia un deficit di forza inferiore al 30%: si può iniziare la corsa anche sul campo.

FASE 3 - La terza fase si svolge fra la palestra di riabilitazione ed il campo sportivo e all’inizio del 4° mese si riprende a sciare. Ha come obiettivi il recupero completo della forza muscolare, il recupero delle capacità cardio-vascolari, la ripresa del gesto sportivo. Il programma sul campo prevede carichi di lavoro crescenti distinti per fasi e la ri-cerca della perfetta coordinazione neuromotoria anche in situazioni di stress. Un ultimo test isocinetico di controllo e la consegna di un pro-gramma di mantenimento da seguire dopo la dimissione, concludono la fase riabilitativa con la quale il paziente dovrebbe essere in grado di riprendere completamente le abitudini di vita e sportive che aveva prima dell’intervento.

Negli atleti di alto livello, la ricerca di tempi accelerati di recupero ci ha fatto ottenere risultati sorprendenti pur nel rispetto dei tempi biologici di guarigione. Il lavoro si avvale di doppie sedute quotidiane, inizialmente divise fra palestra e piscina, quindi fra palestra e campo, di controlli ravvicinati per l’inserimento di esercizi più complessi non appena se ne vede la possibilità.

Giorgio Pasetto

IL GOLF ENTRA NELLA SCUOLA.

Durante questo’autunno, grazie ad una collaborazione nata tra il Centro di Scienze Motorie Bernstein di Verona, diretto dal Dott. Pasetto Giorgio, l’istituto scolastico San Carlo diretto dalla Profes.ssa Santangelo Grazia e il negozio Golf4 di Parona, il golf è entrato nella scuola come materia didattica durante le ore di lezione di Educazione Fisica. Questa disciplina sportiva, da Londra 2012, anche olimpica, si afferma anche in Italia e in particolare, a Verona, come importante fenomeno sportivo, turistico e sociale.La lungimiranza dei professori Gianluca Coghi e Stefania Barbieri, è stata premiata con la partecipazione di 120 alunni ad un corso di avviamento al golf che si è svolto presso la struttura Golf Gage del Bernstein in L.ge Attiraglio. La “gabbia del golf” risulta ormai da tre anni il luogo ideale per avere il primo approccio con questa disciplina sportiva che sempre più si sta aprendo al grande pubblico. Il progetto, coordinato dalla responsa-bile dot.ssa, Marta Zanini, golfista, e didatticamente gestito dal maestro federale Scorza Valerio e dal preparatore atletico certificato TPI, Tomma-so Bellorio, prevede una prima serie di quattro lezioni che si sono svolte, appunto, nei mesi di ottobre e novembre e una seconda serie di quattro lezioni che si svolgeranno nei mesi primaverili del 2011. Lo scopo del progetto è quello di far conoscere agli studenti il gesto motorio del Golf con l’adeguata preparazione fisica. Il gesto tecnico è stato interpretato dai ragazzi come valido strumento per imparare la disciplina, sviluppare le capacità attentive, il rispetto delle regole. Questo processo di insegna-mento contraddistingue la filosofia e la cultura del movimento che da sempre il Centro Bernstein promuove ora anche attraverso l’introduzione del Golf Lab (Laboratorio del Golf). Il Golf Lab è un laboratorio per un’ analisi dettagliata e computerizzata dello swing, il movimento per eccellenza del golf. Gli studenti che vor-ranno proseguire il loro percorso e, più in generale, i golfisti, potranno trovare nel Bernstein Lab quello strumento scientifico che può dare loro indicazioni importantissime per il miglioramento del gesto e quindi del gioco.

sport in pillole: gOLF

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“Volo” e “Raffa”:benvenuti nel mondo delle bocce

Sono 33 le società nel veronese

Uno sport molto diffuso che trova particolare consenso nella nostra Provincia

Chi non ha mai giocato a bocce almeno una volta nell’arco della sua vita? Quante volte ci siamo trovati a destreggiarsi al mare e sulla sabbia bollente a con-

quistare il boccino e sbeffeggiare il nostro avversario per un punto preso, o per il solo gusto di aver fatto un bel lancio?Quante volte in campagna o montagna abbiamo visto ra-gazzi, giovani e adulti e meno adulti divertirsi, arrabbiarsi per la conquista di un punto per l’agognata vittoria?In effetti, questa disciplina, che ha una diffusione capillare, non ha bisogno di particolari strumenti, se non quattro boc-ce, un campo, di uno o più avversari e di un compagno se si gioca in coppia.Del mondo delle bocce nella nostra provincia ne abbiamo parlato con Mario Brosso Presidente provinciale FIB.

Presidente, quante società ci sono a Verona e provincia che praticano questa disciplina?A Verona ci sono 33 società affiliate alla Federazione Italia-na Bocce (FIB) specialità Raffa e 2 Società affiliate nella

specialità Volo. La Raffa fa la parte del leone

con molti boccio-dromi coperti

in tutta la provincia,

mentre il Volo

manca di bocciodromi coperti: Per questa ragione molti ap-passionati di questa specialità sono costretti a lunghe tra-sferte, nel periodo invernale, per poter gareggiare. In totale i tesserati Raffa sono 1764 mentre nel Volo sono 51.

Quando comincia la stagione agonistica ?La stagione agonistica nelle bocce inizia il 1 ottobre e ter-mina il 30 settembre dell’anno successivo. Nella stagione appena terminata sono state organizzate nella nostra pro-vincia 60 Gare specialità Raffa delle quali 3 Nazionali, 10 Regionali, 35 Provinciali con 12 gare valevoli per i Campio-nati provinciali. Nel Volo le gare sono state 5. Molte le gare vinte dai nostri atleti fuori provincia tra le quali 7 Nazionali, 16 Regionali e 30 Provinciali. Spicca il Titolo italiano vinto a Brescia nello scorso settembre da una nostra atleta nella categoria B, come il titolo italiano vinto sempre a settembre nella categoria A a Frosinone. Il settore femminile veronese è molto competitivo: sono stati vinti 6 titoli tricolori negli ultimi sei anni con sei atlete diverse.

A che età si può iniziare a praticare questo sport?Non esiste età per praticare questo sport. Giocare a bocce comporta un insieme di esercizi completi che sviluppano la forza delle braccia e delle gambe, la flessibilità della colon-na vertebrale, l’agilità di tutte le articolazioni e che necessi-ta, in molti casi, di ragionamento per decidere quale tipo di giocata fare. L’impegno cardiaco è limitato ma sufficiente a tenere in esercizio l’apparato circolatorio. Se poi si conside-ra che una corsia di gioco è lunga 27 metri e larga 4 e che ciascun giocatore ha a disposizione 4 bocce del peso di 900 grammi ciascuna, si è assodato che per arrivare ai 12 punti occorrono mediamente 19 giocate. Il percorso effettuato per tutte le tornate per gli accosti e le bocciate assommano a ben 1577 metri, di cui 1488 a passo normale e 95 a passo

veloce o di corsa. E’ evidente il beneficio di tali camminamenti, sia per la bonificazione dei

muscoli che per l’abbondante ossigena-zione polmoni-sangue. Raccogliendo

le bocce da terra si effettuano fles-sioni del tronco e 57 flessioni sulle gambe. Questi movimenti influisco-no beneficamente sui muscoli degli arti inferiori e dell’addome. In gene-re le bocce comportano una serie di

76 movimenti che interessano le

bocce

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bocce

articolazioni gamba e spalla e quindi con evidenti funzioni anti-reumatiche e anti-artritiche. Nel corso della partita si ar-riva a lanciare pesi per un totale di 68,4 chilogrammi mentre i pesi sollevati raggiungono i 75 chili. E’ lampante l’efficacia di siffatti esercizi per lo sviluppo dei muscoli delle braccia. Altri movimenti, meno appariscenti, ma efficaci per la loro funzione terapeutica o preventiva, sono presenti in una par-tita. Si possono citare ad esempio, 304 torsioni della mano e del polso (per la classica pulitura delle bocce), 114 flessioni del capo e del collo (per individuare la direzione del tiro e la posizione della battuta), 138 azioni di pressione con le dita della mano (per ottenere una solida presa), 760 secondi di ginnastica mentale.

Quali sono le differenze principali tra le due specialità la raffa ed il Volo?Le principali differenze stanno nel regolamento tecnico di gioco, nelle misure e nel fondo del campo di gioco ed infine nelle bocce che si usano che sono diverse, metalliche nel Volo, sintetiche nella Raffa. Le partite poi nel Volo terminano ai punti 11, mentre nella Raffa vanno ai punti 12.

Ci sono delle regole che il giocatore deve conoscere?Lo sport delle bocce è facile da praticarsi. Già da alcuni anni alcune società organizzano delle scuole bocce riservate agli studenti delle scuole elementari e medie. Ci sono dei profes-sori di Educazione fisica che insegnano i movimenti corretti per praticare questo gioco. Possono praticarlo sia uomini che donne di qualsiasi età. Non ci sono limitazioni e le carat-teristiche di un giocatore variano da persona a persona. Di solito si gioca in coppia. C’è chi è predisposto per andare al punto, chi invece è portato a bocciare.

Come si è evoluto il gioco delle bocce ?Questo sport negli ultima cinquant’anni è cambiato molto. Prima esistevano solo campi in terra battuta, ora le corsie di gioco sono tutte a fondo sintetico. I bocciodromi coperti storici erano principalmente a Verona città.Ora sono sparsi in tutta la provincia. Le società che si contendono il primato di vittorie stanno sul palmo di una mano. Hanno in organico buoni giocatori di categoria A, la più ambita delle catego-rie. Nella stagione appe-na trascorsa è stata la Bocciofila Bardolino che ha totalizzato più vittorie, seguita da San Miche-ledinova, Cavaion, Sofa Rossignoli di Vigasio, Po-lisportiva Unicredit e Peschiera.

Quanto costa e cosa serve per praticarlo ?E’ lo sport in assoluto che costa meno. Occorrono quattro bocce che costano dai 50-80 euro., poi scarpe da tennis il cui costo varia da 40-50 euro. Affiliandosi poi ad una Socie-tà, questa mette a disposizione gratuitamente la divisa e la borsa. Il costo del tesseramento varia daSocietà a Società; in media costa altri 50 euro. Le regole fondamentali della Raffa sono molteplici ma non difficili da imparare. Vale più la pratica che la teoria. Giocando…si impara!

Salvatore Mercurio

Non esiste età per praticare questo sport, che comporta

un insieme di esercizi completi

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Gentile sportdipiù, con l’avvento del digitale terrestre mi è capitato di vedere alcune gare di ciclismo su pista. I ragazzi facevano prove di velocità e di inseguimento. A chi devo rivolgermi per iniziare questo sport? C’è una pista a Verona?Grazie! Lunga vita a sportdipiù.Francisco V. Liceo Scientifico

Caro Francisco,Verona, soprattutto dopo la stagione 2010, può essere de-finita la Capitale delle due ruote. Ti invito a leggere la no-stra indagine sulle Federazioni, capirai quanto stia facendo il Comitato Provinciale per i giovani ciclisti. Se sei interes-sato al ciclismo su pista rivolgiti al Comitato Provinciale (Tel 349.37.35.305 o www.www.federciclismoverona.com). A quanto sappiamo l’unico velodromo presente su territorio di Verona e Provincia è quello di Pescantina, ora in fase di ristrutturazione. Prova a metterti in sella e facci sapere. A presto!

Lo avevamo anticipato sul sito www.sportdipiu.com: da questo numero il nostro giornale potrà contare su una nuova rubrica dedicata a tutti i lettori. Chi ha voglia di scriverci, inviarci i propri disegni e le proprie foto può farlo scrivendo a: Redazione sportdipiù via Zenatello, 4A 37124 Verona o [email protected]

Gentile Redazione di sportdipiù, in occasione della partita di rugby della nazionale ho scoper-to uno sport emozionante e leale, che prima non conoscevo. Sentite che tutto il Bentegodi cantava l’Inno di Mameli mi ha davvero colpito. Gli azzurri sono riusciti, per un giorno ad unir-ci. Mentre guardavo l’incontro mi sono chiesta come sarà nata questa disciplina sportiva?Mi potete togliere la curiosità?Grazie. Vi salutoElena B. Istituto Tecnico

Ciao Elena, la partita della nazionale di rugby è stata davvero uno spettacolo. Gli spor-

tivi accorsi al Bentegodi hanno dimostrato di apprezzare questo sport che

sta riscuotendo sempre più simpatia. Anche il rugby, come altri sport era

praticato in molti college inglesi. Si dice che tutto abbia avuto origine da

uno studente della Rugby Scholl William Webb Ellis. Il nome deriva propria

da questa città del Regno Unito. Era il 1823, gli studenti stavano disputan-

do una partita di football, William ebbe l’invenzione di prendere la palla in

mano e di depositarla in rete. Nel 1871 i rappresentanti delle varie scuole

inglesi “codificarono” il regolamento di questo nuovo sport fondando a

Londra la Rugby Football Union. Nel corso del ‘900 il gioco della palla

ovale si diffuse in tutto il mondo e naturalmente anche nel nostro Paese. Il

primo campionato italiano di rugby si disputò nel 1926. Se desideri vedere

altre partite qui a Verona ci sono due realtà importanti. Il Cus Verona sta

disputando il campionato di Serie A1, mentre il Valpolicella rugby quello

di A2. Il movimento giovanile è in continuo aumento a dimostrazione che

questo sport famoso per il fair play ed il “Terzo Tempo” sta conquistando

anche i veronesi.

Ciao sportdipiù,sono un appassionato di basket, felicissimo dell’arri-

vo di Mister Marcelletti..

Sono giovane e non ho avuto modo di conoscerlo

nella sua prima esperienza a Verona. Mi raccontate

qualcosa sulla sua carriera?

Un abbraccioIvan San Pietro in Cariano

Caro Ivan,

il ritorno di Franco Marcelletti ha fatto riaffiorare i tanti ricor-

di del passato, quelli legati alla vittoriosa Scaligera Basket.

Marcelletti è nato a Caserta. E’ entrato nella storia nel 1991

quando con la Phonola Caserta conquistò il primo ed uni-

co scudetto vinto da una squadra meridionale. Il suo lavoro

iniziò nel 1986 quando iniziò ad allenare la Juve Caserta. In

pochi anni portò la squadra campana ai vertici del basket

italiano, disputando nel 1989 ad Atene la finale di Coppa

delle Coppe contro il Real Madrid. Nel 1992 arrivò in riva

all’Adige dove rimase fino al 1996. Tornò a guidare la Sca-

ligera Verona dal 1998 al 2000. Nei due anni distante da

Verona allenò l’Olimpia Milano, mentre dal 2000 al 2002 si

è seduto sulla panchina della Pallacanestro Reggiana. Nel

2004 è ritornato nella sua Caserta sfiorando nel 2007 la

promozione in serie A. Ha allenato per la seconda volta a

Reggio Emilia e poi alla NSB Napoli. Dall’8 Novembre 2010

è alla guida della Scaligera Basket Verona in Legadue. Au-

gurando a mister Marceletti i migliori successi, ti salutiamo!

spazio ai lettori

... risponde

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boxe

È il 3 gennaio 1913 quando alcuni appassionati di pugilato deci-dono di portare la noble art anche a Verona: in collaborazione quindi con l’Istituzione Comunale Bentegodi nasce la prima

palestra pugilistica nella città scaligera. Un organismo che riesce a re-sistere anche al difficile periodo post bellico.

Il maestro VitaMa è il 1946 l’anno decisivo per il futuro della boxe veronese: il mae-stro Balilla Spartaco Vita, nativo di Velletri ma trasferitosi a Verona sin da giovane, lascia la Bentegodi e fonda l’Accademia Pugilistica Vita, iniziando così una speldida carriera che porterà sui ring di tutta Italia atleti che conobbero poi fama nazionale e internazionale arrivando fino alle Olimpiadi. A conferma della bontà del lavoro della palestra, ecco la medaglia d’oro per meriti sportivi assegnata all’Accademia dal Coni e la Stella d’Argento al suo fondatore: al quale tra l’altro è stata lo scorso ottobre dedicata la palestra di via Belvedere in Borgo Roma, già sede del centro federale di pugilato Coni presso la quale si allenavano anche i pugili scelti per la nazionale. Il Comune di Verona assegnava quindi quella che è divenuta per molti atleti la vera e propria sede del pugilato veronese, una “palestra di sport ma anche e soprattutto di vita”.

Il pugilato veronese oggi La boxe veronese ha proseguito quindi un periodo decisamente posi-tivo per i colori scaligeri, con un aumento continuo del numero di pra-ticanti e dei successi ottenuti dalle diverse palestre veronesi. Tiziana Finocchio ha conquistato la corona dei pesi mosca 51 kg per l’anno 2010 vincendo anche la finale ai campionati italiani assoluti di boxe femminile. La Finocchio fa parte della scuderia “Accademia Puglisti-ca Bovo”, diretta appunto dal maestro Alessandro Bovo: un successo ottenuto grazie alla tenacia dell’atleta e del suo maestro, già campione italiano 2° serie nel 1980 oltre ad essere stato l’unico veneto a vincere l’importante Trofeo Carnera.

la boxe a legnagoDa ricordare anche il gran lavoro dell’Accademia Pugilistica Legnago del presidente Antonio Bonfante e del maestro Luciano Buffo, uno dei pochi a potersi insignire del tiolo di Maestro del pugilato e non di inse-gnate: su tutti il Torneo Jouth tenu-tosi a marzo del 2010 a Rimini con l’esordio del diciassettenne Nicolò Grandè che al suo debutto ha por-tato a casa una strepitosa vittoria. Ma anche gli incontri interregionali di Sergio Giudica e Denis Furegatti a portare soddisfazioni alla palstra legnaghese, l’unica della bassa ve-ronese che funge da serbatoio dei tanti giovani che vogliono avvicinarsi a questo sport.

le società veronesi e i tesserati Sono in tutto cinque le società della provincia: Accademia Pugilistica Legnago, Accademia Pugilistica Vita, Accademia Ruga, Accademia Bovo e Associazione Pugilistica Scaligera, per un totale di appassionati e atleti iscritti alla Federazione Pugilistica Scaligera di circa 300 per-sone. «Un numero che continua a crescere – spiegano i responsabili federali – per uno sport che appassiona sempre di più giovani e meno giovani». Tanti i motivi di interesse verso una disciplina troppe volte pensata come violenta. «Il pugilato è una palestra di vita – conferma il delegato provinciale FPI Gianluca Filippi – lo è stato per me e per molti

altri. Quello per la boxe è stato un amore a prima vista e credo che a molti farebbe bene provarlo, per capire che tante cose che si dicono sono sbagliate. Il pugilato – spiega – paga le storie del cinema e della tv che ne fanno vedere solo alcuni lati, ma per chi lo conosce, la boxe è una vera e propria palestra di vita».

Luca Mazzara

L’Accademia veronese continua la grande tradizione della boxe scaligera

Una palestra di vitaLa storia della società fondata dal grande maestro Balilla Spartaco

Il pugilato veronese, una “palestra di sport ma anche e soprattutto di vita”

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In principio fu la mamma, agonista nel ciclismo prima e nell’atletica poi, a trasmettere a questo giovane di appena sei anni la voglia di fare sport. Caparbietà e determinazione

hanno poi innaffiato il talento fino a portarlo agli allori oggi rag-giunti nelle arti marziali. Espressione da discolo, sguardo pun-tato al futuro, ecco come si racconta Stefano Scandola, giovane campione pluripremiato nell’arte del Karate, American Go Ju.

Stefano, che ne dici di farti conoscere ai nostri lettori palan-doci un po’ di te?Sono nato ad Isola Rizza quasi ventisette anni fa e da tre sono

laureato in Tecnologie dell’Informazione e dei mul-timedia. Un grande traguardo raggiunto grazie

anche allo stimolo datomi da Pamela (Strazzer, ndr), la mia compagna, e soprattutto in consi-derazione del fatto che alle superiori non sono mai stato dedito allo studio. Ora l a v o r o come consulente informatico, e tra impegni professionali ed ago- nistici il tempo libero che mi resta non è poi mol-

to, sufficiente però per fare tante delle cose che fanno i ragazzi alla mia età. Ho

una passione da sempre per i vide-ogiochi, che

riescono a ra-pirmi comple-

tamente, adoro i lavori manuali, da

piccolo mi costrui-vo case sugli albe-

ri, e non disdegno la lettura, campo in cui

prediligo letture fan-tasy, di scienza o anche libri storici. Come e quando

nasce la tua dedi-zione alle arti marzia-

li?C’è da fare un bel salto in-

dietro, perché la prima volta che misi piede in palestra fu

a sei anni, quando riuscii a farmi iscrivere a Cerea al mio primo cor-so di Karate. Corso che, ahimè, fui costretto ad abbandonare in breve tempo, per problemi logistici : la pa-lestra dove ci esercitavamo era così lontana da casa. La passione na-sce come tutte le cose a quell’età: film, cartoons giapponesi, match di wrestling che vedevo alla tv e anche libri. E poi, fondamentale, avevo alle spalle una famiglia che assecondava le mie passio-ni in ambito sportivo.

Il Karate è sport e filosofia di vita: quali sono i benefici che derivano dalla pratica di un arte marziale?Come la maggior parte degli sport, il Karate può essere un mezzo di socializzazione, che ci consente di combattere timidezza ed insicu-rezze recondite. Nello specifico, ci permette di avere un contatto fisico con terzi, aumenta il con-trollo delle nostre azioni e ci consente di essere preparati per un’eventuale difesa. Gli allenamenti prevedono un serio e lungo lavoro, e i benefici che ne derivano sono molteplici, dall’aumen-to di fiato ad un mantenimento della forma fisica, ma anche co-ordinazione e scioltezza, qualora ci ponessimo degli obiettivi ambiziosi.

karate

Il ragazzo dal kimono d’oro

Uno sport uno stile di vita

Stefano Scandola, ventisettenne campione veronese, racconta il suo lungo percorsodedicato allo studio delle arti marziali

Una bella immagine di Stefanodurante un allenamento

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karate

oltre ad essere atleta sei anche istruttore: ci spieghi quali de-vono essere i requisiti che fanno di un semplice atleta un vero agonista?Quando parliamo di arti marziali bisogna fare una precisazione, perché i requisiti richiesti sono diversi a seconda di ciò che si deve affrontare. Nel combattimento, nella lotta, per esempio, qualità necessaria è la velocità, associata ad una buona mobilità articolare e ad una soglia di resistenza molto alta. Nelle forme che preve-dono l’utilizzo di armi, invece, è fondamentale il saper maneggiare molto bene l’arma impiegata, e ciò prevede anche una buona mo-bilità articolare e una discreta resistenza muscolare. Valgono per entrambi i casi determinazione e consapevolezza di sè stessi, la loro mancanza porrebbe solo dei freni in un percorso di livello ago-nistico.

tu sei membro dell’Aiki team, il cui direttore tecnico è anche tuo allenatore, il maestro massimo rebonato. Possiamo dire lui sia il tuo mentore?Ho iniziato a circa dieci anni la pratica di Karate e Kick Boxing con il Maestro Massimo Rebonato, e seguo i suoi allenamenti tutt’oggi. I suoi insegnamenti e quelli di altri colleghi incontrati in questo lungo percorso mi hanno permesso di ampliare le mie conoscenze, e di migliorare le mie possibilità. A 16 anni, sempre sotto la guida del mio Maestro, ho intrapreso lo studio del Ju Jitsu, e durante il servizio militare, prestato come volontario nell’Aeronautica Militare, ho avuto modo di studiare anche Difesa Personale e Judo. Ho ottenuto la cintura nera 2° Dan in karate and kick boxing stile A.G.K.A.I., la cin-

tura nera 1° Dan in Bu-Jutsu Kuroishi Ryu e la cintura nera 1° Dan in Hakko Ryu Aiki Ju Jitsu. Se oggi ho la possibilità di insegnare varie discipline, fra cui karate, ju jitsu, musical form, difesa personale ed

altre, lo devo soprattutto al mio Maestro Massi-mo Rebonato.Quale il tuo traguardo da raggiungere nel prossimo futuro?Gennaio 2011, all 46° edizione dell’Aka Grand Nationals. Voglio arrivare fra i primi quattro nelle musical forms, sia individuali che a squadre. Le

forme sono una disciplina in cui ho investito molte delle mie fatiche. Sono un tipo di combattimento figurato, derivanti da veri combat-timenti che si eseguivano nell’antichità, molto coreografiche, so-prattutto nel freestyle, dove ci si esibisce con una base musicale. Molto scenografiche anche le forme che prevedono l’utilizzo di armi, come il bastone, magari maneggiato indossando l’Hakama, la tipica gonna tradizionale giapponese che i samurai portavano durante i combattimenti.

un’ultima cosa, prima che tu corra a preparati per la nuova av-ventura. Quanto può essere d’aiuto, a tuo parere, lo sport, nel mondo giovanile?Più che d’aiuto, trovo lo sport sia fondamentale per la vita di tutti i giorni, sia sotto forma di allenamento fisico, per migliorare le pre-stazioni e lo stato di salute, sia per risolvere problemi comporta-mentali, come l’ipercinetismo. E poi, in fondo, aiuta anche a farsi degli amici.

Elena Bazzoni

PALMARES DI STEFANO SCANDOLANazionali:

11 medaglie d’oro2 medaglie d’argento

Internazionali:4 medaglie d’oro

9 medaglie d’argento8 medaglie di bronzo

7 classificazioni in quarta posizione5 classificazioni in quinta posizione

il Karate consente di combattere timidezza ed insicurezze recondite

La squadra dell’AIKI TEAM: Dall’alto, Steven Rebonato, Stefano Scandola, Valeria Scapin, il Maestro Massimo Rebonato, Marvin Alessandrini, Martina Berti e Pamela Strazzer

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motociclismo

Il DFX Corse Racing team si è recato sul tracciato di Por-tiamo, in Portogallo con l’intenzione di proseguire il lavoro impostato lo scorso mese di novembre nella sessione di

test svoltasi sulla pista spagnola di Argon. Un proposito che la squadra non ha potuto mantenere appieno, a rovinare i pia-ni di lavoro del team e del suo staf tecnico ci ha pensato la pioggia, caduta incessantemente in entrambe le giornate, che ha costretto i piloti a trascorrere la maggior parte del tempo ai box. Un vero peccato perché alla due giorni portoghese era-no presenti alcuni tra i team più importati della categoria, quali

Honda, BMW e Suzuki.Nonostante l’impossibilità di provare con pista asciutta e le basse temperature, Noriyuki Haga ha percorso alcuni passag-gi per iniziare a trovare il feeling con l’Aprilia anche in condizio-ne di bagnato, rimandando poi il resto del programma di lavoro alla prossima uscita. Noriyuki Haga, ri-cordiamo, sarà quest’anno la punta di diamante del Team DFXcorse dell’imprenditore edile veronese Daniele Carli. Il pilota giapponese è uno dei più esperti. Haga si presenta ai riflettori mondiali nel 1994, dove con una Ducati privata, nel gran premio del Giappone a Sugo del campionato mondiale Superbike si classifica dodicesimo in gara 2. Da allora oltre 300 le gare disputate tra Superbike e Motomondiale, con buo-ni piazzamenti, senza mai però riuscire a piazzarsi sul gradino più alto del podio.

Prove sotto la pioggia per il team di Daniele Carli. Nonostante ciò Noriyuki Haga dimostra di avere un buon feeling con la sua nuova moto.

Team DFX Corse: work in progress!In vista della stagione 2011

Noriyuki Haga sarà quest’anno la punta di diamante del

Team DFXacorse

Nome: Noriyuki Haga - Data di nascita: Aichi, 2 marzo 1975 - Paese: Giappone - Carriera: Superbike - Esordio: 1994 - Stagioni: dal 1994 - Scuderie - 1998 al 2000 - Ya-maha; 2002 - Aprilia; 2004 - Renegade Ducati; 2005 al 2008 - Yamaha; 2009 e 2010 - Ducati Xerox - Mondiali vinti: - - Miglior risultato finale: 2° nel 2000, 2007 e 2009 - GP

disputati: 286 - GP vinti: 43 - Podi: 112 - Pole position: 7 - Giri veloci: 55 - Motomondiale: Esordio: 1998 in 500cc - Stagioni: dal 1998 al 2003) - Scuderie: 2001 - Yamaha WCM; 2003 - Alice Aprilia Racing - Mondiali vinti: - - Miglior risultato finale: 14° - GP disputati: 32 - GP vinti: - - Podi: 1 - Punti ottenuti: - - Pole position: - - Giri veloci: 1

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Zanardi, un uomocon i piedi per terra.

Dall’automobilismo all’handbike

Un incidente e la vita cambia. Non necessariamente in negativo.

C’è chi lo considera un numero fortunato. C’è invece chi lo considera nefasto. Stiamo parlando del 13, un numero che, scaramanzia a parte, ha cambiato l’esi-

stenza di uno sportivo ma soprattutto di un uomo. Mancava-no infatti 13 giri al termine della gara (era 15 settembre 2001, la pista quella del Lausitzring in Germania n.d.r.) quando Alessandro Zanardi perse il controllo della sua vettura scon-trandosi con un’altra. Ma soprattutto Alex perse entrambe le gambe. Nonostante questo siamo qui a parlare di Alex Za-nardi come il protagonista di una storia, a tratti drammatica, ma senza dubbio intensa e, alla faccia del 13, bellissima.Zanardi ama la vita. Nonostante quello che gli è successo. Lo capisci non appena lo guardi ne-gli occhi ed inizi a parlargli. Un grande uomo con un grande carisma. Ovvia, scontata, banale (chiamate-la come volete…) la prima doman-da: Alex, ma dopo q u e l l ’ i n c i d e n t e come ha ripreso a vivere?Lui ci pensa un atti-mo. Forse vorrebbe mandarti a quel pae-se (quanti glielo hanno chiesto ormai?). Poi però con una spontanea e deli-cata naturalezza ti rispon-de: “Beh, ma mica ho mai smesso di vivere io! Dopo l’incidente ho solo cambiato il modo di farlo. La mia vita non l’ho mai mollata un atti-mo. Anche se, ad un certo momento, c’è mancato dav-vero poco…”.Un attimo, un episodio e tut-to cambia. Radicalmente. “Ognuno di noi nella propria esistenza - spiega Alex - cerca di scegliere la propria strada. Ci sono dei momenti in cui ti trovi di fronte a degli

incroci dove puoi decidere da che parte andare. Sei artefi-ce, nel bene o nel male, del tuo futuro. Ci sono però delle situazioni che non puoi controllare e che sono nelle mani del destino. E a me il destino ha riservato una scelta davvero tosta!”.Già, ma non chiamate questa scelta sfortuna. “Non c’entra la sfortuna o la fortuna – sottolinea Alex - qui si tratta di un even-to. Punto. Che mi ha cambiato e che io ho accettato senza pormi troppe domande. Forse questa è stata la mia vera for-za. Vivo guardando avanti con entusiasmo, un entusiasmo che deriva dalla grande opportunità che mi è stata data e cioè quella di essere ancora qui. Alla faccia di chi mi dava per spacciato. Non voglio essere retorico, sia chiaro. Ogni tanto mi chiedo: ma se quella volta non fosse andata in quel modo dove sarei oggi?

La m i a

risposta però è sem-

pre quella: non lo so. L’unica cosa che

so per certo è che nono-stante tutto sono ancora qui a

raccontarla. Questo mi basta. Ho fatto tante belle cose dopo

l’incidente e ne sono orgoglioso, fiero. E di sicuro non lascierò mai nulla di intentato”.Un “Think positive” che trova fon-damento nella famiglia, nei valo-ri, nella fede. E, soprattutto, in Za-nardi. Questo Alex ci tiene a pre-cisarlo: “Affermare che sono an-cora vivo e che vado avanti solo per merito della fede e dell’amore

intervista esclusiva “ A tutti i ragazzi che sono all’inizio

del loro affascinante percorso sportivo,

un grosso in bocca al lupo per il loro

cammino. Divertitevi!!“

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intervista esclusiva

di chi mi circonda è un po’ riduttivo. Innanzitutto penso che Dio abbia dei problemi più grandi che pensare alla regolazione dei bulloni delle mie gambe. Che poi, tutto

sommato, mi diverto a farlo da solo! Così pure credo che se ho una moglie e un figlio - che facevano già parte della mia vita prima dell’incidente - me li sono anche meritati. Può sem-

brare egoistico, ma quando ero in fin di vita e successivamente durante il

recupero non

pensavo a rimettermi in piedi per mio figlio e per mia moglie. In quel momento pensavo a me, a tornare ad essere nelle condizioni migliori per affrontare nuovamente la vita, ov-viamente, insieme a loro. Per mio figlio Niccolò darei la vita. E ogni padre lo farebbe. Però quando dovevo rimettermi in piedi pensavo solo a me stesso. Credo che questo mio egoi-stico spirito di sopravvivenza sia stato la mia salvezza”.

Sette arresti cardiaci, meno di un litro di sangue in corpo per quasi un’ora, due settimane di coma. Ma Alex ce l’ha fatta. “I dottori - spiega Zanardi - parlano di un vero e proprio miraco-lo. Nessuno mai era sopravissuto in condizioni simili alla mia. Ed invece ho stravolto studi e teorie di professori e luminari. Mi spiace per loro che hanno dovuto buttare anni di studi e di trattati medici. Dopo di me la storia è cambiata: questo mi fa sentire davvero…figo!!”.Ride. Si sente che lo fa con il cuore. Non vuole stupire, nem-meno affascinare. Zanardi, il “miracolato” non ha tempo per queste cose. Come ad esem-pio lo sport, una costante nella

sua vita. L’automobi-lismo certo, la sua gran-de passione. Ma anche i kart (il primo amore a 4 ruote..), la barca (Squadron 58 il suo giocattolino da 24 tonnellate…), lo sci, il nuoto e l’handbike. Tutti sport che Alex pratica regolarmente. Sorpresi? Allora non avete ancora capito il “personaggio”.

L’handbike (la bici spinta con pedalate ma-nuali) ha legato il campione emiliano a Verona. Infatti Zanardi è tesserato per la GSC Giambe-nini, squadra di Pescantina. Una scelta dettata dall’amicizia e la stima verso il presidente Pier-giorgio Giambenini ma soprattutto dall’amore per lo sport, quello sport sempre più dimenticato

dai giovani. Come mai?”Dare una spiegazione è difficile – evidenzia Alex – di certo c’è che tanto è cambiato negli ultimi trentanni. Ora ci sono molte più comodità. Io però mi sento di dire ai ragazzi di fare sport perché aiu-ta a porsi degli obiettivi, a cercare di primeggiare

seguendo delle regole. Ovvio che si deve partire dal basso. Se io avessi preteso di diventare al 15 anni guida del-la Ferrari probabilmente qualcosa non funzionava nella mia testa! Però si deve sempre puntare in alto cercando di fare sempre tutto al meglio delle proprie possibilità. Sempre però, passatemi la battuta, con i piedi per terra…”.Lo humor, altra caratteristica di Alex. Lui ci scherza sulla sua menomazione.”Se mi dovessi rompere di nuovo le gambe, questa volta basterebbe soltanto una chiave a brugola per rimettermi in piedi!”. Memorabile la sua partecipazione ad una puntata della sit-com Camera Cafè. Dimostrando gran-de autoironia, quando Paolo Bitta gli disse “adesso vado a casa e mi sdraio con le gambe sul tavolo”, Zanardi rispose “io al massimo le gambe le metto in un cassetto”. Zanardi sportivo. Zanardi padre e marito. Zanardi presentatore (con-duce su Rai Tre “E se domani, - Quando l’uomo immagina il futuro” programma che si pone l’obbiettivo di indagare ca-pire il futuro della nostra società e delle persone che la co-struiscono con uno sguardo ottimista n.d.r). Zanardi scrittore. La sua autobiografia «...però, Zanardi da Castel Maggiore!» è una storia d’ amore, una storia che ti commuove, una storia che ti fa ridere. Dedicata alla vita. Il suo libro inizia così: “Ne avevo pensati tanti di titoli, duran-

Quando dovevo rimettermi in piedi pensavo solo a me

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lA CArrIErA dI AlEx ZAnArdI

Alessandro Zanardi nasce a Bologna nel 1966. Inizia a correre in go kart nel 1980. Dopo una lunga carriera, che gli ha regalato mille traversie e soddisfazioni, vince due volte negli USA il Campio-nato del mondo IndyCar (1997,1998). Corre anche in F1, ma la definitiva “glo-ria” in Europa l’ottiene quando subisce un grave incidente al Lausitzring nel quale perde entrambe le gambe. È infatti il suo incredibile ritorno alla vita a stupire il pubblico, che lo consacra a esempio miracoloso di volontà e ot-timismo. Nelle ultime due stagioni come pilo-ta WTCC del Team BMW Italy-Spain, Zanardì ha ottenuto importanti vittorie: campione italiano di categoria e vinci-tore della gara di Oschersleben (Ger-mania) nel 2005, e vincitore sul circuito dell’Istanbul Speed Park nella stagione 2006.

te i mesi in cui questo libro veniva scritto. Ma, per un motivo o per l’ altro, mi venivano sempre boc-ciati. Da mia moglie, in primis. E da Gianluca, se avevano passato la selezione familiare, in seconda battuta. Eravamo partiti con «La favola mia». Troppo retorico. Poi, scherzando, avevo lanciato «Il giorno in cui imparai a correre a gambe levate». Troppo lungo. Un amico, facendo lo spiritoso, mi aveva suggerito «Un uomo taglia-to per le corse». Troppo crudo. Non ha passato il turno nemmeno «Ho ancora il piede sul gas». Non si capisce bene, hanno detto. La faccenda stava diventando com-plicata. Non volevo niente di ec-cessivamente serio o di maniera. Volevo una frase che sentissi mia, che rispettasse il mio carattere. Così, un mese prima di andare in stampa, mi è venuta l’ ispira-zione: «...però, Zanardi da Castel Maggiore!». Che poi sarebbe: «...soccmel, Zanardi da Castel Mag-giore!». Ma mi hanno detto che soccmel in un titolo non si scrive. «...però, Zanardi da Castel Mag-giore!» è la frase simbolo di tanti momenti della mia carriera e della mia vita”. Prosegue nel suo romanzo: “13 giri dalla fine ero in testa Mancava l’ ultimo rifornimento... Ho imboc-cato la corsia dei box pensando «È fatta!»... Poi è sceso il buio Fu un attimo Una parte della macchi-na rimase con me, l’ altra se ne andò con una parte di me...”.Con noi però è rimasta sua la par-te migliore.Qui è rimasto il suo cuore.Qui è rimasto Zanardi da CastelMaggiore.Un uomo con i piedi per terra.

Alberto Cristani

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calcio 5

Areasport porta nelle scuole il calcio a 5

Seconda fase a gennaio 2011

Alla prima fase del progetto hanno aderito 120 bambini e bambine

AAreasport ha promosso e sta realizzando, con il patroci-nio del Comune di Zevio ed in stretta collaborazione con l’Istituto Comprensivo Statale di Zevio, un interessante

progetto di attività sportiva destinato ad un target giovanile ma-schile e femminile di età compresa tra gli 8 e i 13 anni. Il progetto, che interessa la disciplina del calcio a 5, è stato articolato in due fasi: una sperimentale, assolutamente gratuita, che ha preso il via a metà dello scorso novembre e che si è conclusa sabato 18 dicembre 2010 al Palatenda comunale di Zevio con un Torneo promozionale di calcio a 5 cui hanno partecipato tutti i 120 alunni e alunne degli ultimi due anni della scuola elementare e del triennio della scuola media inferiore, che sono stati coinvolti nell’iniziativa. La seconda fase, una vera e propria Scuo-la di Avviamento, prenderà il via a gennaio 2011 e vi po-tranno partecipare tutti i ragazzi e le ragazze che ne faranno richiesta. L’attività sarà articola-ta da gennaio a maggio con un ciclo di due lezio-ni settimanali, da un’ora e trenta minuti ciascuna, che si svolgeranno il lunedì e il venerdì dalle ore 14.00 alle ore 15.30 sempre presso il Palatenda di Via Aldo Moro a Zevio. Si tratta di un’iniziativa unica e innovativa ed ha come scopo principale quello di favorire ed incrementare la pratica sportiva giovanile, in particolare quella femminile, promuovendo presso i giovanissimi la partecipazione ad una sana e socializzante attivi-

tà fisica e motoria di base, con attenzione anche agli aspetti ludico e ricreativi, coordinata da tecnici e istruttori qualificati. Anche i costi di parte-cipazione alla Scuola di Avviamento sono ridotti e molto con-tenuti, alla portata

delle Famiglie, infatti la quota che sarà richiesta a ciascun cor-sista è di soli 20,00 euro al mese, com-prensiva di assicurazione infortuni individuale e del completo da gioco.“La nostra - spiega Giuseppe Sfragara, Responsabile del-le manifestazioni Areasport –si è rivelata fin da subito un grande successo. Sono stati 120 i bambini e le bambine che si sono iscritti alla prima fase di novembre-dicem-bre 2010. Le lezioni sono state organizzate da nostri istruttori qualificati permettendo ai bambini di svolgere un’ora e mezza di sport ma soprattutto di attività fisica.

Inoltre abbiamo voluto avvicinare i giovani e le giovani al calcio a 5 senza però fare alcuna selezione: vogliamo esclusiva-mente far giocare e divertire”.“Questo progetto sperimentale - conclude Sfragara - se i numeri troveranno ulteriore durante tutto il 2011, potrebbe essere sposa-to da altri comuni della nostra provincia”.

Per tutte le informazioni e le iscrizioni contattare Areasport tel. 045.575837 – fax 045.575479 – E-mail: [email protected]

Bruno Mostaffi

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arrampicata

Palestra King Rock Gym … La qualità che fa la differenza.

La sala King Rock Gym ha studiato un programma che, ai diversi corsi fitness in programma, unisce protocolli di alle-namento per tutti gli sport (arrampicata, sci, ciclismo, atleti-

ca, ecc.) e preparatori atletici professionali altamente qualificati per dare il massimo supporto nelle varie specialità atletiche. In un periodo in cui il territorio ha visto nascere numerose palestre di buono standard qualitativo, King Rock Gym ha scelto di diven-tare un punto di riferimento grazie alla qualità degli operatori, alla tecnologia degli attrezzi e alla specificità dei servizi e delle attività in programma.Per capire al meglio l’identità di questa nuova palestra abbiamo intervistato il responsabile della struttura King Rock Gym, Alberto

Gattiboni (nella foto accanto) che da molti anni lavo-ra nell’ambiente sportivo ed è a contatto con tutte le discipline atle-tiche. Ad Alberto abbiamo chiesto di “raccontarci” la sua palestra:

Ciao Alberto. Siamo curiosi di sapere come è nata l’idea di questa palestra. Perché proprio all’interno del Centro Ar-rampicata King Rock? Aprire una palestra che fosse un centro sportivo di preparazione atletica è sempre stato un mio grande desiderio. Dare un servizio più tecnico a tutti coloro che praticano uno sport con metodo e passione è la nostra priorità. Il centro KR è una realtà molto tecnica che ben si sposa con questo mio progetto.

Le palestre nel circondario sono molte: quali sono gli aspet-ti esclusivi della vostra struttura?Sicuramente la filosofia del fare bene e di portare tutti gli iscritti a una sana e cosciente attività fisica, studiata sulle varie esigenze di ciascuno. Proprio per questo, oltre ad avere trainer preparati e in continua formazione, collaboriamo direttamente al nostro interno

con figure molto capaci e riconosciute, come un preparatore atle-tico e un posturologo-chinesiologo. Crediamo nel lavoro di squadra finalizzato al raggiungimento degli obiettivi specifici di ciascuna per-sona. Ci piace pensare che tutti possano essere seguiti al meglio e trovino un ambiente serio e stimolante dove praticare il proprio allenamento.

Voi dite che la vostra palestra è originale ed esclusiva. Quali servizi speciali offrite?La professionalità e la competenza dello staff in sala attrezzi e nei corsi fitness e il servizio di personalizzazione degli allenamenti ci permettono di essere all’altezza delle diverse richieste. Inoltre l’area Gym è stata attrezzata con i migliori macchinari delle varie aziende tra cui TECA e MATRIX e accessori sportivi, PESI e BILANCERI OLIMPIONICI, KETTLEBELL e TRX. Questo si traduce in un servi-zio trasversale alle varie esigenze: dallo stare in forma, alla prepara-zione atletica e pesistica.

Abbiamo sentito parlare dei CORSI TRX: che cosa si intende e quali sono i benefici?Il TRX suspension training è da considerarsi uno degli allenamenti più stimolanti e volendo anche duri che si possa fare in assoluto. Consiste in un lavoro a corpo libero con l’ausilio di cavi ancorati a parete che in base alle capacità dell’utilizzatore portano l’intensità allenante a livelli simili a quelli della ginnastica attrezzistica. Lo scopo e la funzionalità del TRX è quello di preparare il fisico a tutti gli sport,

dallo sci all’arram-picata, dal basket al rugby, e risulta funzionale anche nel fitness per lo stimolo tonico e

metabolico che induce: si modella il fisico, bruciando nello stesso tempo tante calorie.

Quali altri corsi proponete? Sappiamo che ci sono delle no-vità da gennaio …Il programma dei corsi, oltre al TRX, prevede il fitness (step, fit boxe, …) e ginnastica posturale, dimagrante, per bambini e la terza

Il Centro Arrampicata King Rock a Settembre 2010 ha inaugurato la palestra King Rock Gym, che si propo-ne nel panorama veronese come palestra fitness di qualità e come area di preparazione atletica di alto livello, unica ed esclusiva nel suo genere.

Nuovo Centro di preparazione atletica

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arrampicata

età, psicomotricità, fisioterapia e riabilitazione. Il calendario corsi da gennaio prevede l’inserimento dello Yoga e della Biodanza, attività parallele alla pura palestra che portano completezza ai servizi già presenti.Grazie Alberto.

L’attività della King Rock Gym viene supportata e implementata con test specifici per valutare il proprio stato di forma, di forza e di potenza.

La Sala è inoltre climatizzata rendendo così gradevole l’allena-mento anche nelle giornate estive. Il servizio di BABY TIME offre inoltre la possibilità di frequentare la palestra anche a chi ha bambini piccoli.Per conoscere e apprezzare quanto sopra descritto la palestra vuole dare a tutti la possibilità di provare, offrendo UNA SETTIMA-NA GRATUITA di accesso ed utilizzo della struttura.Per info accedi a www.kingrock.it, oppure scrivi a [email protected] telefonare: 045 582569 oppure 348 1463700ORARI: dal Lunedì al Venerdì: 9,00 – 22,00; Sabato e Domenica: 9,00 – 18,00 (tra il 01 Giugno e il 01 Ottobre possibilità di cambio orario)

Il Centro Arrampicata King Rock, nel settembre di quest’anno si è evoluto inaugurando anche una nuovis-sima e grande Sala Boulder, la WILD KING BOULDER ARENA per chi vuole divertirsi ad arrampicare senza il pensiero dell’altezza e della corda, sopra un materasso pronto ad attutire ogni caduta: una struttura UNICA in ITALIA, larga 4,5 metri con oltre 16 metri di lunghezza verso l’alto, seguita sempre da un materasso ascenden-te!. All’interno della sala, si trova, poi,un’area con predi-sposti specifici strumenti di allenamento: travi, pangullich, system training, ….Da non dimenticare l’immensa Sala Vertical, dove si ar-rampica con la corda fino a 14 metri di altezza, su 1600 mq arrampicabili con 200 vie tracciate diverse.Molteplici sono i corsi di arrampicata per tutte le età:Baby: psicomotricità e arrampicata per bimbi dai 4 ai 5 anniKids: arrampicata e psicomotricità per bambini dai 6 agli 8 anniUnder 14: corsi di arrampicata per ragazzini/bambini dai 9 ai 13 anniUnder 20: corsi di arrampicata per ragazzi delle scuole superioriCorsi base per gli over 20 sia in gruppo che individualiCorsi/esperienze d’arrampicata per le scuole elemen-tari, medie e superiori

Per conoscere la palestra, la King Rock Gym offre a tutti

1 SETTIMANA GRATUITAdi accesso e

utilizzo della struttura.Per usufruire della promozione...

vieni al King Rock!

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psicomotricità

Il corpo è l’unico mezzo che ho per andare nel cuore delle cose. (Merleau-Ponty)

L’alfabeto del corpo

PremessaIl linguaggio corporeo costituisce la prima modalità di comuni-cazione, a disposizione dell’essere umano fin dalla nascita. E’

la via privilegiata di comunicazione del periodo infantile e sta alla base della successiva comunicazione verbale. Il linguaggio corporeo è prevalentemente inconscio, è ricco di signifi-cati simbolici ed ha una forte dimensione emozionale ed affettiva.La comunicazione non verbale: esperienza relazionale ed effettivaEtimologicamente comunicazione significa “azione che mette in comu-nione, che lega” cioè la comunicazione si stabilisce quando attiviamo pienamente le nostre energie nel rapporto, legame o relazione con altri individui e con l’ambiente.E’ attraverso l’ascolto senso-percettivo e tonico pulsionale dell’oggetto esterno a noi che sviluppiamo quei processi di conoscenza ed adat-tamento che ci permettono di ritenere ed interiorizzare informazioni, quindi di apprendere novità. In questo percorso di crescita ed evoluzione di sé, la dimensione non verbale della comunicazione gioca un ruolo molto importante, poiché permette il fluire spontaneo delle potenzialità individuali e lo stabilirsi di rapporti dinamici ed affettivi, evidenziati dalle azioni e dai compor-tamenti.

La dimensione corporea è considerata come l’espressione di un modo personale di essere al mondo: il corpo diviene lo strumento di rilevazio-ne della propria identità.E’ il linguaggio corporeo che ci permette di comprendere il desiderio, che anima il nostro agire e le nostre stesse parole e che ci permette di condividere con gli altri i contenuti emotivi, che accompagnano azioni e pensieri o che ne sono all’origine.Il corpo nella relazione: alcuni indicatori della comunicazione corporeaLe relazioni “prendono forma” attraverso il corpo..La relazione può essere definita come la categoria per individuare l’espressione simbolica dell’affettività e dei diversi sentimenti. La rela-zione è anche legame, rapporto, nesso con se stessi, con gli altri, con lo spazio, con gli oggetti.E’ il corpo, quindi, nella sua dimensione affettiva, mostrata dal linguag-gio corporeo non verbale.Alla nascita il neonato comunica solo attraverso la globalità del proprio corpo, vissuto affettivamente con la madre, la quale, a sua volta, si situa a livello pre-espressivo non verbale.Le diverse relazioni si traducono, poi, nel percorso evolutivo, in più mo-dalità di comunicazione.La relazione corporea è uno scambio quantitativo e qualitativo, all’inter-no del quale ogni atteggiamento è una risposta all’altro.Alcuni indicatori diventano mediatori della comunicazione corporea ed acquisiscono un significato simbolico.

tonoIl tono si manifesta in uno stato di tensione muscolare variabile ed è l’espressione, da un lato, dal livello di maturazione ed organizzazione neurofisiologica e, dall’altro, della modalità specifica di risposta emoti-vo-relazionale, da parte del soggetto, all’ambiente.In ogni azione c’è sempre una doppia connotazione tonica: neurolo-gica e psicologica.Il tono, quindi, è sia il substrato del movimento in quanto prepara la muscolatura all’azione, sia l’organizzatore della vita psichica.Wallon vede il tono come espressione delle emo-zioni, per cui ogni emo-zione fa aumentare o diminuire la tensione cre-ando ipertonia, ipotonia o distensione, e sottolinea il nesso esistente tra tensione tonica (rigidità muscolare) e tensione psichica (alterazione degli stati emotivi e mentali riscontrabili a livello somatico con l’alterazione della respirazione, della pressione sangui-gna, del battito cardiaco, dell’ambiente biochimico interno).Il tono è una delle categorie della comunicazione analogica: è la base

Quello che le parole non dicono

La dimensione corporea è considerata come l’espressione di un modo personale di essere al mondo

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psicomotricità

della comunicazione primaria del dialogo tonico e della comunicazio-ne gestuale e verbale successiva.Il tono, quindi, assume significato in rapporto all’altro. Il tono è il modo di sentire se stessi, gli altri, il mondo.La comunicazione tonica è legata ad un sentire più che ad un capire e molto spesso non è esprimibile con un linguaggio verbale. Le modula-zioni toniche, sfumature di questo tipo di comunicazione, permettono di sentire l’altro, il suo corpo, le sue produzioni corporee ed emozionali. Rappresenta una relazione intuitiva ed immediata di conoscere e com-prendere l’altro e di identificarsi parzialmente con lui.

RIASSUMENDO IL TONO E’ LO STATO DI TENSIONE MUSCOLARE CHE SE ANCHE DEBOLE CONSENTE AL NOSTRO CORPO DI :-POTER SVOLGERE IN MANIERA FUNZIONALE, ECONOMICA UN’ ATTIVITA’ QUALSIASI,-NON CONSENTIRE,IN RELAZIONE A STATI PATOLOGICI E/O A STATI EMOTIVI E MENTALI RISCONTRABILI A LIVELLO SOMATICO-CORPOREO, DI SVOLGERE UN DETERMINATO LAVORO. SI PARLA DI VARIAZIONI TONICHE CHE VANNO DA:• a – tensione idonea,corretta ad ogni situazione denominata ADE-GUATA• b – contrazione non idonea, sostenuta, costante ed eccessiva de-nominata PARATONIA• c – contrazione non idonea, forte denominata IPERTONIA• d – contrazione non idonea, debole, inadeguata denominata IPO-TONIA

Esistono altri indicatori che ci consentono di ricercare e sviluppare in maniera specifica degli interventi significativi e mirati per leggere più attentamente il nostro corpo; su questi ulteriori argomenti prossima-mente avremo modo di sviluppare valore, consistenza ed interesse che ne fanno motivo di attenzione e di analisi per la figura professionale dello psicomotricista.L’alfabeto del corpo si fonda su una componente biologica, legata all’evoluzione neurofisiologica, ed evolve nell’interazione con l’ambien-te.Una capacità di lettura del linguaggio corporeo, sul piano personale e professionale, permette, quindi, una più consapevole gestione delle relazioni interpersonali.

Emanuela Caliari, psicomotricista, formatore AIFP, [email protected] Trettene psicomotricista, [email protected] professionale: Centro di psicomotricità e rilassamento Lo spazio creativo IL MOSAICO, via Zeila, 4/a 37131 Verona VR tel / fax 045/972652 - 3332938623

Rispettivamente Presidente Nazionale e socio della FIPm Federazione Italiana Psicomotricisti, tel. 04578700409 www.fipm.com email [email protected] [email protected]

FIPm. E’ un’associazione scientifico-professionale di categoria che non ha fini di lucro e persegue le seguenti formalità: promuovere inizia-tive atte a far conoscere la professione dello psicomotricista nell’ambito del territorio nazionale; ottenere il riconoscimento giuridico del ruolo professionale dello psicomotricista; costituire, attraverso i suoi organi e le sue iniziative il punto di riferimento delle istanze degli psicomotricisti

per quanto concerne gli aspetti scientifici, metodo¬logici e deontolo-gici della professione; gestire l’Albo degli Psicomotricisti, controllando titoli ed aggiornamenti per salvaguardare l’utenza.

Bibliografia• Argyle M., Il corpo e il suo linguaggio, Zanichelli, 1989 • AA.VV., Il corpo in gioco, Ed. Res, Verona, 2002• Bert E., Comunello F., Nicolodi G., Il labirinto e le tracce, Giuffrè Ed, Milano, 1988• Boscaini F., Corpo ed emozione, in ReS, n.3, dicembre 1998• Galimberti U., Il corpo, Feltrinelli, Milano, 1983• Gamelli I., Pedagogia del corpo, Meltemi, Roma, 2001• Lowen A., Il linguaggio del corpo, Feltrinelli, Milano, 1996• Montagu A., Il linguaggio della pelle, Vallardi Ed., 1989• Stern D., Il mondo interpersonale del bambino, Bollati Boringhieri, Torino, 1987

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associazioni sportive

I premi sono stati proposti dal comitato storicodelle varie sezioni

Premiati atleti e tecnici che hanno dato lustro alla ultracentenaria Fondazione veronese

La Bentegodi festeggia i suoi benemeriti

S i è svolta in sala Arazzi del Comune di Verona lo scorso martedì 21 dicembre la cerimonia di consegna dei ricono-scimenti agli atleti benemeriti della Fondazione Bentegodi.

Ha fatto gli onori di casa l’assessore allo Sport Federico Sboarina, accompagnato dal presidente della Fondazione Alberto Nuvolari, dal direttore generale Stefano Bianchini, dal presidente del Comi-tato storico della Fondazione Raul Adami.Ha presenziato alla cerimonia anche il presidente del Coni provin-ciale di Verona Stefano Braggio.“Un riconoscimento – ha detto Sboarina – che è il giusto premio per chi, con impegno e passione, ha svolto la propria attività spor-

tiva all’interno della Fonda-zione Bentegodi, contri-buendo a rendere questa istituzione un riferimento per la promozione dello sport nella nostra città. La Fondazione Bentegodi è

un risorsa importante per Verona e, per questo motivo, potrà sem-pre contare sulla collaborazione dell’Amministrazione”. “Un mo-mento di grande emozione ed orgo-glio – ha spiegato il presidente della Fondazione Ben-tegodi Alberto Nu-volari – che trova contesto ideale in questa importante Sala del Comune di Verona. E’ un onore premiare i nostri benemeriti, simbolo e vanto della nostra Fon-dazione. Persone, uomini e atleti che rimarranno nella storia ultracente-naria della Bente-godi. Una grande risorsa su cui e con cui costruire il futuro dei nostri

giovani atleti”.Claudio Toninel. coordinatore Sezione Pesistica della Fondazione Bentegodi ha poi presentato i premiati.I primi due riconoscimenti sono andati alla memoria di due storici allenatori bentegodini precocemente scomparsi: Franco Zambelli per l’atletica leggera e di Sergio Sevaliè per la sezione tuffi.Sono poi stati premiati: Giuseppe Martignago per la sezione pesi-stica; Vinicio Marcotto per la sezione ginnastica artistica e ritmica maschile e femminile; Giovanni Garonzi per la sezione pallanuoto e Giacomo Vassanelli per la sezione nuoto.La festa con gli atleti e le famiglie è poi proseguita nel tardo po-meriggio presso la storica sede della Fondazione Bentegodi di via Trainotti.La Fondazione Bentegodi, fondata nel lontano 1868, è una delle realtà più longeve dello sport veronese, una vera e propria fucina di giovani promesse con ben nove sezioni consolidate e nuove attività che si andranno a sviluppare nel corso del 2011.

Alberto Cristani

Importanti riconoscimenti

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