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Rosario D’Onofrio, Antonio Pintus, Alicia Vicario de Miguel, and Vincenzo Manzi ; Ita. J. Sports Reh. Po.; 2020; 7 ; 2 ; 1504 - 1521
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Single Leg Squat Test dopo chirurgia
ricostruttiva del LCA. Follow-up correlativo
a 6 mesi.
Autori : Rosario D’Onofrio1 , Antonio Pintus 2,
Alicia Vicario de Miguel3 and Vincenzo Manzi 4
1 Rehab & Posturologist Fitness Coach – MSc in Posturology , Rehab Conditioning Specialist and Athletic
Trainers in Rehabilitation – Sapienza University of Rome – Rome - Italy.
2 Fitness Coach - Real Madrid Club de Fútbol, - Madrid – Espana
3 Rehabilitadora deportiva - Centro de Rehabilitación Avanzada “Juan Carlos Ciriza”- Madrid – Espana
4 Training Load Analyst and Fitness Coach - Scientific Hospitalization and Care Institutional and
scientific research in rehabilitation IRCCS San Raffaele Pisana – Rome – Italy
Rosario D’Onofrio, Antonio Pintus, Alicia Vicario de Miguel, and Vincenzo Manzi ; Ita. J. Sports Reh. Po.; 2020; 7 ; 2 ; 1504 - 1521
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Abstract
Background. Il processo decisionale relativo al ritorno allo sport dopo la ricostruzione del legamento
crociato anteriore è dettato da test che possano validare l’outcome finale del processo riabilitativo. Tra
questi la validazione del controllo neuromuscolare, durante gestualità dinamiche, del complesso lumbo -
pelvico e del ginocchio è una componente essenziale per il ritorno allo sport agonistico. Scopo. L’obbiettivo
di questo studio, osservazionale, è utilizzare il Single Leg Squat (SLS) come test clinico funzionale per
verificare, con un follow up a 6 mesi dalla chirurgia ricostruttiva del LCA, eventuali quadri disfunzionali a
carico del cingolo pelvico e del ginocchio sottoposto a chirurgia ricostruttiva. Materiali e Metodi. Dal
gennaio 2014 al giugno 2018 sono stati valutati, con un follow – up a 6 mesi (24 settimane) dalla chirurgia
ricostruttiva del LCA, 181 pazienti. Di questi furono ritenuti idonei, ai criteri di inclusione, allo studio 100
pazienti (82 pazienti hanno avuto una ricostruzione con la tecnica “patellar bone -tendon- bone (BTB),
mentre 18 pazienti hanno utilizzato il semitendinoso e gracile quadruplicato (STG). Furono abilitati per lo
studio 86 uomini (età media 28±06 anni e altezza media di 178±05 cm) e 14 donne (età media 24±02 anni,
altezza media di 172±03 cm). L’analisi, del Single Leg Squat test, è stata eseguita esclusivamente solo sul
piano frontale. Risultati. Sono rientrati nei criteri di inclusione per lo screening valutativo, 100 pazienti
operati di LCA. Di questi 38/100 presentavano risultavano positivi al Single Leg Squat Test (SLST). I 38
atleti (38%) valutati a 6 mesi dalla chirurgia ricostruttiva presentavano, rispetto ai valori baseline iniziali
(arto sano, valori angolo Q ≤ 10 gradi, parallelismo SIAS) un decremento associato del controllo posturale
del cingolo pelvico (pelvic drop controlaterale sul piano frontale) e del ginocchio (valgo dinamico
adattativo, osservabile sul piano frontale, durante l’esecuzione del test). Si evidenziava dall’analisi dei
risultati finali una correlazione tra valgo adattativo dinamico e pelvic drop controlaterale. Il test eseguito
sull’arto sano dimostrava, al contrario, una eccellente performance mantenendo i valori di riferimento
baseline. Conclusioni. Questo nostro studio sottolinea come esiste, nei 38 pazienti, esaminati, una
correlazione associativa tra decremento del controllo posturale del cingolo pelvico e valgo adattativo
dinamico del ginocchio a 6 mesi della ricostruzione del legamento crociato anteriore. La mancanza di
omogeneità del processo riabilitativo ci ha permesso di effettuare solo uno studio osservazionale e quindi
non poter identificare le reali cause disfunzionali. Clinical Relevance. I risultati di questo studio evidenziano
l’utilità del SLST come strumento clinico/ funzionale sia per valutare il processo riabilitativo sia come
strumento predittivo per ridurre il rischio di seconde lesioni del LCA durante il ritorno allo sport ed alla
performance. Study Design. Studio prospettico trasversale osservazionale. Authorship Credit : “First-Last-
Author-Emphasis” (FLAE). Citation : Rosario D’Onofrio, Antonio Pintus, Alicia Vicario de Miguel and Vincenzo
Manzi ; Single Leg Squat dopo chirurgia Ricostruttiva del LCA. Follow up correlativo a 6 mesi - Ita. J. Sports Reh. Po.;
2020; 7; 2; 1504 – 1521; ISSN 2385-1988 [online] IBSN 007-111-19 - 55; CGI J OAJI: 0,101).
Key Word: Single Leg Squat, Acl injury, Acl return to sport, Criteria return to sport, Knee valgus, Pelvic stability.
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Introduzione
Il ritorno allo sport dopo ricostruzione del Legamento Crociato Anteriore (LCA) è un processo
decisionale arduo e non strutturato su valutazioni scientifiche condivise ed omogenee. Ritmici follow-up a breve e lungo termine, per esaminare l'impatto della lesione sul ritorno allo sport devono essere inseriti nel Continuum del Return to Performance (RtPe). La durata del follow-up deve essere pertinente al tipo di lesione studiata e definito in anticipo dal clinico[1]. I follow-up devono avere una cadenza programmata dall’inizio del periodo riabilitativo. Essi si pongono come guida per monitorare i progressi, modulare l’iter riabilitativo e strutturare gli obbiettivi primari e secondari da raggiungere [1]. La maggior parte dei protocolli riabilitativi incorporano la valutazione clinica dello status del processo di guarigione e test funzionali i quali però hanno dimostrato scarsa abilità predittiva sul successo finale. All’interno del continuum del ritorno alla piena attività sportiva, definiamo tre obiettivi [1] con conseguenti periodi di transizione (figura 1), e con una progressione graduata:
Ritorno alla Partecipazione (Return to Participation, RtPa). L'atleta potrebbe partecipare, (con restrizioni e/o Limitazioni al training rehab o allo sport training generale) ma a un livello inferiore. L’ atleta è fisicamente attivo, ma non ancora "pronto" (clinicamente, fisicamente e/o psicologicamente) al RtS.
Ritorno allo Sport (Return to Sport, RtSp). L'atleta è tornato al suo sport specifico, per intensità, volume e qualità del training ma non si esibisce, ancora al suo livello di performance abituale. (es. valori atletici ancora non soddisfacenti, problematiche psico- attitudinali alla gara/allenamento, kinesiophobia…)
Ritorno alla Performance (Return to Performance, RtPe). Questa è l’estensione finale del RtS. L'atleta è gradualmente tornato al suo sport e si esibisce al livello di performance pre- lesione o addirittura al di sopra di esso. Per alcuni atleti questa fase può essere caratterizzata da personali best performance o da progressi nelle prestazioni tecniche/fisiche.
Figura 1. I tre elementi del Ritorno alla Performance (Return to Performance - RtPe) definibile come un processo in continuità assistenziale (continuum.) ( da : R. D’Onofrio,
relazione personale Arthromeeting SIA – L’Aquila - 2018].
Test funzionali sono comunemente usati, dopo la ricostruzione del LCA, per aiutare il processo decisionale relativo al ritorno allo sport. I quattro punti chiave, dello screening possono essere così riassunti:
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1) immediatamente dopo la lesione (es. diagnosi, imaging RMN, RX ecc.) 2) durante il processo di riabilitazione (es. monitorare la progressione) 3) alla fine della riabilitazione e ritorno allo sport (es. valutazione clinica, valutazione dei
risultati, decision - making ecc.) 4) dopo RtS e prima del RtPe per “misurare” i livelli di performance ed individuare i fattori
di rischio di re- lesioni. Aree cliniche /riabilitative che giustificano ulteriori indagini possono essere stabilite in relazione ai risultati del ritorno alla partecipazione e dalle interrelazioni tra i fattori che includono per esempio il controllo neuromuscolare, espressività di forza, fattori psicosociali e l’esecuzione delle abilità specifiche. Recenti sistematiche review mostrano come la decisione del Ritorno alla Partecipazione (RtPa)
ed al Ritorno allo Sport (RtS), da parte dei medici, si basi nella maggior parte dei casi su criteri
clinimetrici [1,3,4].
Test funzionali dinamici (es. crossover hop for distance, triple hop for distance, single leg squat)
sono riportati, in letteratura, come uno strumento di valutazione per validare il processo
decisionale del ritorno allo sport. Questi devono essere orientati nel simulare una gestualità
tecnico-atletica che possa fornire informazioni sul livello dello status clinico/funzionale/
gestuale specifico del recupero dell'atleta [1]. L’European Board of Sports Rehabilitation
raccomanda come momenti di screening valutativi gli hop performance test. Questi, per il
ritorno all’allenamento senza restrizioni devono evidenziare ed esprimere una differenza ≤ 10%
tra arto patologico e arto sano. Recentemente, è stata pubblicata una batteria di test funzionali
per facilitare il processo decisionale in merito all'RtS dopo ricostruzione del LCA [2]. Dobbiamo
sostenere come tuttavia, non è stato raggiunto un consenso generale in merito ai parametri
pertinenti, alle procedure di test disponibili e all'interpretazione degli stessi risultati. I criteri
ottimali da utilizzare per individuare il ritorno allo sport dopo ricostruzione del LCA rimangono
elusivi. Periodici follow-up a breve e lungo termine, per esaminare l'impatto della lesione sul
ritorno allo sport devono essere inseriti nel Continuum del RtPe. La durata del follow-up deve
essere pertinente al tipo di lesione studiata e definito in anticipo dal clinico/terapeuta. I follow-
up devono avere una cadenza programmata dall’inizio del periodo riabilitativo [1]. Essi si
pongono come guida per monitorare i progressi, modulare l’iter riabilitativo e strutturare gli
obbiettivi da raggiungere. I follow-up clinici/funzionali dovranno essere strutturati fino a 36 mesi
dopo la chirurgia ricostruttiva. Questo per ottimizzare il processo riabilitativo e il conseguenziale
ritorno allo sport ed alla performance in sport di contatto/contrasto, pivoting, cutting, jump, e
landing.
Test funzionali specifici, presenti nella letteratura internazionale ortopedica possono aiutare a
determinare lo status del livello di riabilitazione dell’atleta [1]. Ulteriori ricerche, però, sono
necessarie in questo settore per determinare una omogeneità dei follow- up (es. Timing, test,
protocolli, ecc. ) nella fase post ricostruttiva del LCA. Rimane da sottolineare come la valutazione
del controllo neuromuscolare del valgo dinamico del ginocchio e del cingolo pelvico deve
rientrare, necessariamente, nei follow up clinici/funzionali periodici [15]. L’obbiettivo di questo
studio, osservazionale, è utilizzare il Single Leg Squat (SLS) come test clinico funzionale per
verificare, con un follow up a 6 mesi dalla chirurgia ricostruttiva del LCA, eventuali quadri
disfunzionali a carico del cingolo pelvico e del ginocchio sottoposto a chirurgia ricostruttiva [24].
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Materiali e Metodi
Dal gennaio 2014 al giugno 2018 sono stati valutati, 181 pazienti, con un follow – up a 6 mesi (24 settimane) dalla chirurgia ricostruttiva del Legamento Crociato Anteriore (LCA). Di questi furono ritenuti idonei ai criteri di inclusione 100 pazienti [(82/Patellar Bone -Tendon- Bone (BTB) e 18 /semitendinosus - gracilis (STGT)]. Di tali pazienti 86/100 erano uomini (età media 28±0.6 anni e altezza media di 178±0.5 cm), e 14/100 erano donne (età media 24±2.0 anni, altezza media di 172±3.0 cm).
Criteri di inclusione ed esclusione
Sono stati inclusi nella valutazione:
a) tutti i pazienti operati di ricostruzione del legamento crociato anteriore,
indipendentemente dalla tecnica chirurgica.
Tutti i pazienti esaminati praticavano attività sportiva a vari livelli (amatoriale, dilettantistica,
semiprofessionistica). Non sono stati inclusi nello studio pazienti che avevano evidenziato nella
storia clinica un precedente groin pain o athletic pubalgia, lesioni muscolari (a carico in particolar
modo degli ischio crurali e del quadricipite) tendinopatie del tendine rotuleo, pelvic rotation e
low back pain. Sono stati esclusi altresì pazienti che avevano precedentemente avuto pregresse
lesioni all’articolazione del ginocchio e all’articolazione tibio tarsica/caviglia, così come soggetti
che presentavano una dismetria funzionale [per confermare una dismetria funzionale bisogna
misurare la distanza dall’ombelico al malleolo mediano e compararlo con l’altra gamba] o
strutturale. [Per capire se la dismetria degli arti inferiori sia strutturale, bisogna misurare la
distanza dalla spina iliaca anteriore superiore (SIAS) al punto centrale del malleolo mediano o
interno, comparandola alla misura dell’altra gamba. Una differenza fra queste due misure
indicherebbe una dismetria strutturale]
Valutazione angolo-Q
Tutti i pazienti prima del test sono stati sottoposti a valutazione, come valore baseline,
dell’angolo Q , sia dell’arto sano che dell’arto patologico. È stato valutato prima l’arto sano e
poi quello patologico. L'angolo del quadricipite o angolo Q è l'angolo formato dall'incontro di
due linee, una che inizia dalla spina iliaca anteriore (AIS) e va al centro della rotula, e un'altra
che va dalla tuberosità tibiale al centro della rotula. Con il soggetto in posizione eretta, in Catena
Cinetica Chiusa, sono stati ricercati e contrassegnati, da un marker adesivo rosso, i punti di
repere anatomici tra cui il bordo superiore ed inferiore della rotula, il tubercolo tibiale e la spina
iliaca anteriore superiore (ASIS) e il centro della rotula. I punti di repere anatomici erano ricercati
attraverso la palpazione e poi marcati con un marcatore adesivo di colore rosso. Il soggetto era
in posizione eretta con i piedi in posizione neutra. L'angolo Q è stato riportato, successivamente,
attraverso l’analisi effettuata grazie al software Dartfish Motion Analysis. Le misurazioni
bilaterali dell'angolo Q sono furono registrate per ciascun soggetto.
Single Leg Squat Test
Il single leg squat test è comunemente utilizzato per valutazioni soggettive della funzione
biomeccanica generale e dei risultati del processo riabilitativo. Il punteggio clinico SLS è una
valutazione osservazionale qualitativa. In teoria, nel criterio standard esecutivo (figura 1)
solitamente al paziente è chiesto, dall’esaminatore, di mettere le mani sui fianchi e di stare su
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un arto e flettere il ginocchio opposto a 90 °. Poi è istruito a eseguire un single leg squat a 30 °
di flessione del ginocchio, arresto isometrico di 1 -2 secondi e quindi tornare ad una posizione
del ginocchio completamente estesa.
L’esercizio viene svolto in maniera comparativa per 3 volte di seguito su ciascuna gamba.
L’osservazione visiva è utilizzata per valutare se i partecipanti hanno raggiunto i 30 ° di flessione.
In caso contrario, il valutatore ridà spunti verbali per aumentare o diminuire la quantità di
flessione del ginocchio negli squat successivi. La scarsa performance è identificata dalla presenza
da una inclinazione ipsilateral del tronco, pelvic drop controlaterale, adduzione e rotazione
interna dell'anca e valgismo del ginocchio, mentre una buona performance ha un'assenza di tutti
i criteri posturo/disfunzionali.
Figure 1 A e B. Single leg squat test. Criterio esecutivo standard (da : D’Onofrio R., 2014).
Protocollo esecutivo del test
Ai pazienti a piedi nudi sul pavimento è stato chiesto di mettere le mani sulle creste iliache e di
rimanere in appoggio monopodalico, prima sull’arto sano e poi su quello patologico, con l’arto
controlaterale in flessione dell’anca di 45° e del ginocchio di 90°. Successivamente è stato
chiesto al paziente di eseguire un Single Leg Squat con un arresto isometrico di 6 secondi (tempo
stilato con cronometro manuale) a 30° di flessione del ginocchio (movimento assistito dal
terapeuta con un goniometro per identificare l’angolo di arrivo) e quindi tornare alla posizione
di partenza ovvero con il ginocchio completamente esteso. Il test è stato ripetuto 3 volte, dopo
una pausa tra le ripetizioni di 3 secondi. Per rendere omogenea la valutazione del test, tutti gli
operatori hanno ripreso l’esecuzione con una macchina fotografica digitale, utilizzando la ripresa
sport che permette di effettuare foto in movimento a scatto multiplo. Questa opzione è stata
utilizzata al fine di catturare la progressione del movimento dinamico durante il Single Leg Squat
Test.
A B
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Le metriche di valutazione sono state concordate ed accettate da tutti i terapeutici partecipanti
allo studio. La valutazione finale è stata eseguita, dopo che i frame di fotogrammi sono stati
“montati” in formato videoclip. Successivamente la valutazione finale è stata effettuata con il
Dartfish Motion Analysis Software. La video analisi finale è stata sviluppata da un solo clinico/
terapeuta che ha anche raccolto il volume dei dati e stimato i parametri di esecuzione e i
correlativi quadri posturo/disfunzionali adattativi a carico del cingolo pelvico e del ginocchio.
Criticità
Per raccogliere un numero così alto di pazienti sono stati coinvolti più clinici e terapeuti. Questo
ha portato uno studio esclusivamente osservazionale che non ci ha permesso di definire i fattori
causativi, per una mancanza di omogeneità del processo riabilitativo e del conseguenziale
ritorno allo sport.
Risultati
Lo screening valutativo effettuato sui 100 pazienti operati di LCA (follow-up a 6 mesi dalla
chirurgia ricostruttiva) ha evidenziato in 38 soggetti un quadro posturo–disfunzionale (Tabella
1). Questi, presentavano, rispetto ai valori baseline iniziali (arto sano, valori angolo Q ≤ 10 gradi,
parallelismo SIAS) un decremento associato e correlativo del controllo posturale del cingolo
pelvico (pelvic drop controlaterale) e del ginocchio (valgo dinamico adattativo) (Tabella 2).
Tabella 1. Ritorno allo sport dopo ricostruzione del LCA. Follow up a 6 mesi. Su 100 pazienti 38 presentavano un decremento del controllo neuromuscolare al SLST.
100
62
38
Totale Negativi Positivi
Single Leg Squat Test
Totale Negativi Positivi
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Tabella 2. Differenza tra arto sano ed arto patologico. Valori, espressi in gradi, del valgo adattativo
dinamico. *P<0.0001.
La media dell’inclinazione pelvica totale, riferita ai 38 pazienti era di 11.6 ±5.7° mentre quella
riferita al valgo adattativo dinamico era di 16.3± 6.8° (valori medi baseline angolo-Q, arto sano
in appoggio monopodalico di 4.6±3.1°). Si notava come 12/38 pazienti evidenziavano un valgo
adattativo superiore ai 20 gradi. Mentre 8/38 evidenziavano una inclinazione pelvica superiore
ai 15 gradi. Il valore correlativo di picco disfunzionale evidenziava solo su un paziente che
presentava una inclinazione pelvica pari a 28 gradi ed un valgo adattativo dinamico di pari valore
ovvero di 28 gradi. Veniva riscontrato, un picco di valgo adattativo, durante il test di 29 gradi
(angolo-Q valore baseline di 6°). Altresì, si evidenziava un picco di pelvic drop, controlaterale,
durante l’esecuzione del test di 28 gradi (valore baseline 180° parallelismo SIAS –valore di
decremento 152°). Non era possibile dimostrare, altresì, una correlazione tra le diversificate
tecniche ricostruttive (tabella 3) e valgo adattativo dinamico del ginocchio evidenziato durate il
SLST.
16.3±6.8°
4.2±3.1°
Arto operato Arto sano
Angolo del valgo (gradi)
*
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Tabella 3. Tecnica ricostruttiva del LCA nei 38 pazienti risultati positivi al SLST.
Possiamo affermare come esiste, nei 38 pazienti, una importante associativa correlazione tra
decremento del controllo posturale del cingolo pelvico ( pelvic drop controlaterale) e valgo
adattativo dinamico del ginocchio a 6 mesi dalla chirurgia ricostruttiva (tabella 4).
Tabella 4. Correlazione tra angolo del valgo e inclinazione pelvica, sul piano frontale, durante il Single Leg Squat Test.
38
31
7
Totale Positivi patellar bone -tendon- bone (BTB) semitendinoso e gracile (STG)
Chirugia Ricostruttiva
Totale Positivi patellar bone -tendon- bone (BTB)
semitendinoso e gracile (STG)
R² = 0,6136
0
5
10
15
20
25
30
35
0 10 20 30
Ango
lo d
el v
algo
(gra
di)
Inclinazione pelvica (gradi)
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Discussione
I test funzionali, in ambito clinico, sono progettati per valutare e monitorare il processo del
profilo riabilitativo dei singoli pazienti. Questi test sono in genere semplici, rapidi e ripetibili e
richiedono per la loro realizzazione, pochissime attrezzature e la possibilità di svilupparli in un
ambiente sanitario. Dobbiamo, però, comunque, sottolineare che la loro utilità non è supportata
da una valutazione di consenso scientifico. Un decremento del controllo neuromuscolare del
ginocchio sul piano frontale, rimane un fattore intrinseco potenzialmente modificabile e
possibilmente associabile ad un fattore di rischio più elevato di lesioni agli arti inferiori.
Un'adeguata capacità di “gestire” il movimento del ginocchio sul piano frontale deve essere un
obbiettivo primario durante il processo riabilitativo dopo chirurgia ricostruttiva del LCA. Un
residuale ed anomalo momento di valgo del ginocchio durante gestualità tecniche/ atletiche
eleverà notevolmente i fattori di rischio di seconde lesioni del LCA. A tal uopo abbiamo voluto
utilizzare il Single Leg Squat Test (SLST) per valutare il processo riabilitativo per “intercettare”
eventuali residue anomalie nel controllo neuromuscolare del ginocchio e del cingolo pelvico a 6
mesi dalla chirurgia ricostruttiva del legamento crociato anteriore.
Il primo studio sul Single Leg Squat è stato pubblicato da Chris Benn, uno studente fisioterapista,
dell’University of Rhode Island, United States of America nel 1998 [5]. Questo studio non aveva
un indirizzo clinico/posturo/funzionale ma utilizzava il SLS come strategia di potenziamento
muscolare ed era finalizzato a migliorare le performance dell’arto inferiore. Evidentemente un
tale esercizio era anche indirizzato, a nostro avviso, ad un miglioramento della stabilizzazione
dinamica dell’articolazione del ginocchio durante gestualità dinamiche. Successivamente, nel
2002, Liebenson, chiropratico di Los Angeles, negli Stati Uniti d'America, utilizzò il Single Leg
Squat per un indirizzo più clinico funzionale valutativo della catena cinetica degli arti inferiori
[6,7]. Da un punto di vista riabilitativo, la letteratura ha avuto la propensione a concentrarsi sulla
capacità del SLST a ricercare problematiche tra le catene cinetiche tra le varie patologie
articolari. La natura unilaterale del test ha incoraggiato, nel tempo, ricercatori e professionisti a
studiare l’applicabilità valutativa anche nella fase post ricostruttiva del legamento crociato
anteriore. Il SLST, rimane, comunque, uno schema gestuale tipico delle espressività tecnico
atletiche di molti sport [1]. Così esso è comunemente usato come strumento per gli screening
valutativi dei movimenti funzionali in particolare dalla National Academy of Sports Medicine
(NASM) [8]. Questi della NASM, valorizzano il suo utilizzo, in associazione all’ Overhead Squat
Test, per fornire una valutazione sulla qualità dell’espressività del movimento funzionale
correlato a gestualità sport - specifiche. Rimane doveroso ricordare come una applicabilità non
corretta del SLST può evidenziare false identificazioni dei risultati sia dal punto di vista
neuromuscolare che biomeccanico in particolar modo del cingolo pelvico [9,23,24]. Bisogna,
anche, ricordare come intorno a questo struttura funzionale, si instaura un equilibrio tensionale,
che se alterato può sfociare in destrutturazioni asimmetriche osteo-mio-articolari in particolar
modo agli arti inferiori. Il Complesso lumbo - pelvico in particolar modo la branca ischio - pubica
rimane spesso, negli sportivi, vittima del gioco tensionale e torsionale anomalo riconducibile alle
ripetitività del gesto tecnico atletico [23, 24]. Solo l’esperienza e la conoscenza scientifica basata
sulle evidenze potrà determinare l’indirizzo risolutivo della diagnosi funzionale, della prognosi e
della strategia di trattamento.
È ampiamente accettato, che un eccessivo movimento del piano frontale del ginocchio, in valgo,
contribuisce ad aumentare il rischio di lesioni del legamento crociato anteriore [1,10,11].
Durante gestualità tecnico – atletiche il ginocchio è spesso soggetto ad un eccessivo movimento
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del piano frontale, come conseguenza della rotazione interna dell'anca, dell'adduzione del
femore e della rotazione esterna della tibia [1,7,8]. Il rischio comparativo di lesione per
esposizione è da 2 a 8 volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini [9]. Ricercatori hanno
evidenziato, come le donne mostrano spesso un maggiore movimento del ginocchio sul piano
frontale durante le attività dinamiche rispetto agli uomini [7,8,13,24,25]. La stabilità dinamica
del ginocchio è ottenuta attraverso il controllo neuromuscolare di una catena cinetica
multifattoriale, poiché il ginocchio è direttamente supportato dai muscoli immediatamente
circostanti, ma dipende anche dai muscoli più prossimali dell'anca e del tronco. [23] Differenze
nel controllo neuromuscolare dell'anca sono state citate come un'importante fonte di differenze
di sesso nei modelli di movimento degli arti inferiori [9,13,23,24,25]. L’eccessivo movimento del
piano frontale del ginocchio e il relativo picco di valgo sono stati collegati ad un incremento delle
lesioni capsulo legamentose del ginocchio stesso [1,24].
Nakagawa [22] ha evidenziato che pazienti con Patello Femoral Pain (PFP) evidenziano nel SLST
una maggiore inclinazione ipsilateral del tronco, un pelvic drop controlaterale e una adduzione
dell'anca e/o abduzione del ginocchio rispetto a quelli senza PFP. Weeks BK., tra l’altro,
sottolinea come la fatica muscolare è associata a maggiore flessione del tronco, obliquità
pelvica, inclinazione pelvica, rotazione pelvica e adduzione dell'anca [28]. Cosi, anche per
Stickler [30] un decremento, dei valori di forza degli abduttori dell’anca, ricollegabili ad un PFP,
si correlano con un pelvic drop. Willy [31], conferma la correlazione tra valgo del ginocchio
durante il SLST e PFPS. Wyndow [29] afferma come un valgo adattativo durante il SLST è
associato a decrementi del range of motion della flessione dorsale della caviglia [29]. Possiamo
quindi affermare che anomali movimenti della cinematica dell’arto inferiore sono
potenzialmente identificabili durante l’esecuzione del SLST. Questo quadro posturo/
disfunzionale di eccessiva adduzione dell'anca, ginocchio valgo, obliquità pelvica e inclinazione
del tronco omolaterale è stato associato spesso a lesioni da stress lombare [26], a sindrome
patello femorale (PFS) [27] e a lesioni del legamento crociato anteriore [15,30]. Dobbiamo
evidenziare come le donne presentano un fattore di rischio maggiore mostrando un momento
eccessivo di adduzione dell'anca, rotazione interna femorale e valgismo del ginocchio.
Miglioramenti nel controllo neuromuscolare del valgo durante il SLST sono correlabili con un
decremento del dolore e miglioramenti nella funzionalità articolare [31]. La debolezza degli
abduttori aumenta il rischio di lesioni da LCA correlabile con un maggiore compenso
posturo/funzionale del tronco, disallineamento del bacino, maggiore adduzione dell’anca e
correlativo valgo del ginocchio [22,23]. Possiamo quindi affermare che il SLST può essere
utilizzato per identificare i fattori di rischio neuromuscolari sia per la prevenzione delle seconde
lesioni del LCA ma anche per studiare il processo riabilitativo e del ritorno allo sport [1]. Risulta
evidente, quindi, come la valutazione, sopra descritta, identifichi l’integrità funzionale di tutta
la cintura pelvica, che assicura, nello sportivo e non, un’ottima dinamica della colonna vertebrale
e dell’arto inferiore. Comunque la valutazione del cingolo pelvico e in particolar modo della
regione pubica negli atleti deve essere affidabile e riproducibile. Tecniche di valutazione
posturo/funzionali sono estremamente importanti in quanto permettono di “intercettare”
l’atleta a rischio di infortuni. Didatticamente, una volta ristabilite le giuste simmetrie strutturali
è possibile “passare” all’elaborazione di un successivo “rehabilitation plan”, atto a ripristinare
gli equilibri muscolari con un protocollo impostato su basi valutative, test diagnostici e scelte di
trattamento riabilitativo basate sulle evidenze. Oggi dobbiamo sottolineare come si privilegia il
concetto globale dell’equilibrio neuromuscolare del lumbo-pelvic-hip complex che deve inserirsi
in un concetto di postura neurofisiologica e non solo biomeccanica. Possiamo affermare come
il complesso lumbo-pelvico è sottoposto ad una elevata attivazione che si concretizza
mantenendo un controllo/allineamento posturale della colonna vertebrale durante le molteplici
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rotazioni assiali espresse nelle gestualità tecnico-atletiche specifiche da sport anche in
situazione di instabilità.
Questo nostro studio è conforme a quanto espresso nella recente letteratura circa la correlazione tra stabilità e controllo neuromuscolare del cingolo pelvico ed arto inferiore [19,20,21,24]. Viene confermato come il SLST che può essere una valutazione diagnostico funzionale atto ad indicare molti movimenti disfunzionali all'interno della catena cinetica, cingolo pelvico, valgo /varo ginocchio e sub talar iperpronazione . Un numero significativo di pazienti, però, continua a presentare deficit neuromuscolari al SLST
a 6 mesi dopo la ricostruzione dell’LCA. Si deve, quindi, usare cautela nell’autorizzare l’atleta
all'attività sportiva senza restrizioni [12]. Evidenze supportano come deficit neuromuscolari al
SLST elevano i fattori di rischio di recidiva dopo chirurgia ricostruttiva del LCA. Un aumento del
carico in valgo del ginocchio associato ad un deficit nel controllo neuromuscolare del cingolo
pelvico e del tronco è fattore predittivo di lesione dell’LCA [13,14,15,16,17,18,24]. Così possiamo
affermare come è estremamente importante valutare il processo di riabilitazione attraverso
follow-up periodici e scanditi dalle evidenze scientifiche presenti nella attuale letteratura [1].
Rimane estremamente importante “leggere” precocemente i fattori di rischio di complicanze e
di future lesioni onde studiare sinergici interventi utili al nostro processo decisionale finale
relativo al ritorno, con successo, dell’atleta allo sport dopo chirurgia ricostruttiva del LCA [1].
Future Direzioni
La valutazione dei fattori di rischio di lesioni durante il processo di ritorno allo sport dopo
ricostruzione dell’LCA rimane un momento essenziale per il processo clinico/ riabilitativo. Test
come il SLST può essere utile da solo o in combinazione con altri test per identificare gli atleti ad
alto rischio di lesioni. Il SLST come test clinico richiede una uniformità esecutiva, essenziale, per
la sua validazione visto che le difformità in termini di linguaggio e di funzioni applicative possono
alterare il risultato valutativo finale. Una mancata omogeneità esecutiva sulla posizione della
gamba non in appoggio influenza la posizione e le meccaniche del tronco, del cingolo pelvico e
del ginocchio durante il SLST alterandone i risultati finali. Per confermare la validità e
l’appropriatezza del test, e il suo ruolo predittivo, questo dovrebbe essere inserito all’interno di
altre valutazioni documentali scientifiche atte a validare il successo del percorso riabilitativo. Ad
oggi non ci sono evidenze inclusive che determinano come un solo un test o una batteria di test
siano più efficaci di altri. Future direzioni, investigative dovrebbero essere orientate
nell’identificare prima una omogeneità nelle proposte valutative e riabilitative dopo
ricostruzione del LCA e successivamente, strutturare un ritorno allo sport basato sulle evidenze
scientifiche.
Conclusioni
Il ritorno allo sport dopo la ricostruzione del legamento crociato anteriore nella popolazione sportiva rimane un evento decisionale complesso . Il livello precedente di performance, le lesioni associate, l’età, il tipo di ricostruzione e i fattori legati al processo riabilitativo, influenzano il successo del ritorno alla piena attività agonistica. Test clinici/ funzionali rientrano nei follow up valutativi atti a monitorare la progressione strutturale della riabilitazione e il successivo ritorno allo sport dell’atleta infortunato. Il Single Leg Squat (SLS) è tra questi test. Esso, in questo lavoro, ci ha permesso di studiare in maniera semplice, pratica, affidabile e riproducibile, il quadro posturo-funzionale a carico del cingolo pelvico e dell’arto inferiore, con follow up a 6 mesi dalla chirurgia ricostruttiva dell’LCA. Con
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questo studio abbiamo voluto evidenziare la possibilità di “intercettare” (38/100), atleti con un quadro posturo/disfunzionale e permesso, successivamente, attraverso strategie di intervento terapeutiche di ridurre conseguenzialmente, la percentuale di complicanze e recidive durante il processo di ritorno allo sport dell’atleta dopo chirurgia ricostruttiva del legamento crociato anteriore.
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Info Scientific article
Citation
Rosario D’Onofrio, Antonio Pintus, Alicia Vicario de Miguel and
Vincenzo Manzi.
Single Leg Squat Test dopo chirurgia Ricostruttiva del LCA.
Follow up correlativo a 6 mesi.
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ISSN 2385-1988 [online] IBSN 007-111-19 - 55 ; CGI J OAJI
0,101).]
Corresponding Author
D’Onofrio Rosario
Rehab & Posturologist Fitness Coach – MSc in Posturology ,
Rehab Conditioning Specialist and Athletic Trainers in
Rehabilitation – Sapienza University of Rome – Rome - Italy.
Email : [email protected]
Declaration of interest
Gli autori dichiarano di non avere relazioni finanziarie, di consulenza e personali con altre persone o organizzazioni che potrebbero influenzare il lavoro dell'autore/i.
Author’s Contributions
Authorship credit : “Per il “Criteria authorship scientific article” è stata utilizzata la First-Last-Author-Emphasis” (FLAE). Tutti gli autori hanno approvato, prima della pubblicazione la versione finale dell’articolo. Acknowledgments. Gli autori ringraziano tutti i professionisti che hanno collaborato per la raccolta dei dati atti alla stesura di questo articolo scientifico.
Info Journal
Publication Start Year : 2014 Country of Publication: Italy Title Abbreviation: Ita. J. Sports Reh. Po. Language : Italian/ English Publication Type(s) : No Periodical Open Access Journal : Free ISSN : 2385-1988 [Online] IBSN : 007-111-19-55 ISI Impact Factor: CGIJ OAJI :0,101 Index/website : Open Academic Journals Index Google Scholar – Google Citations www.oaji.net/ www.facebook.com/Ita.J.Sports.Reh.Po Info: [email protected]