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1 anno X n.5 - Maggio 2011 - Poste italiane s.p.a. sped in abb. postale D.L. 353/2003 (conv. in L. n. 46 del 27/02/2004) art. 1 comma 1 - DCB - Caserta CAROLINA CRESCENTINI CICCIO MEROLLA ENTRIAMO NELLA CUCINA DI ALESSANDRO BORGHESE BRAVURA E BELLEZZA DI UNA “DONNA DI CINEMA” L’ETNO RAP CHE PARLA AL SUD DEL MONDO

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Numero di Maggio 2011

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CAROLINA CRESCENTINI

CICCIO MEROLLA

ENTRIAMO NELLA CUCINA DI ALESSANDRO BORGHESE

BRAVURA E BELLEZZA DI UNA “DONNA DI CINEMA”

L’ETNO RAP CHE PARLA ALSUD DEL MONDO

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Cari amici lettori,apertura di editoriale rigorosamente dedicata a tutti voi. Il successo del con-corso legato al concerto di Lorenzo Jovanotti ci ha regalato enormi soddi-sfazioni e, cosa più importante, ha tracciato una nuova strada per vivere un contatto sempre più diretto e sincero con chi ci segue. Più che un concorso è stato un vero e proprio esperimento per far interagire i più seguiti ed usati canali della comunicazione. L’appuntamento mensile del nostro magazine che si sposta quotidianamente sul web, risuona attraverso le frequenze di New Radio Network, si incontra sui social network. Giornale, internet, radio e facebook al servizio dei nostri lettori. Siamo ancora ai “numero zero”, ma l’adrenalina che si respira dovrebbe portarci lontano in questo nuovo esaltante progetto. Un pro-getto che si allarga a nuovi partner, preziosi quanto fondamentali, per ampliare il loro raggio d’azione. Dopo New Radio Network, salutiamo con onore dove-roso, gli amici di CONCERTERIA, l’agenzia da sempre sinonimo di grandi eventi musicali, rivendita di riferimento in Campania . Grazie al contributo di entrambe potremmo trascinarvi al centro delle emozioni, come accadrà questo mese con

il live di Gianni Nannini (vedi all’interno tutte le novità). Maggio è il mese della solarità ed ecco che in co-pertina fiorisce la bellezza di Carolina Crescentini, una delle attrici più amate ed apprezzate della nuova ge-nerazione. Con lei, premiata come “Donna di Cinema” al Capua Cine Festival, una piacevole chiacchierata per parlare della stagione che volge al termine e dei prossimi impegni sul set. Si passa poi ad un vecchio amico del nostro magazine come Maurizio Casagrande, attore e professionista versatile che coniuga la simpatia con la magistrale e riconosciuta bravura. Immenso è il piacere nel potervi presentare Ciccio Merolla, il percussionista che tutti ci invidiano. Un personaggio che ha fatto della musica la sua unica ragione di vita. Il suo terzo disco, “Fratammè”, è un successo clamoroso sotto ogni punto di vista: arrangiamenti, testi, tematiche. Un etno-rap che parte da Napoli per abbracciare il Sud del mondo. Per la serie incursioni insolite, infine, abbiamo pensato di fare una visita ad Alessandro Borghese, lo chef più amato del piccolo schermo. Su Real Time è partito il suo nuovo programma. Tra ricette, fornelli e tecnologia tutti possono diventare provetti cuochi e stupire gli amici. Puntuale la scorpacciata con tutte le nostre rubriche per scoprire appuntamenti di arte, cinema, musica e libri e l’incontro con Franco Simeri negli studi di Kiss Kiss Italia, che ci ha dato la possibilità di conoscere una delle voci più longeve del panorama radiofonico. Buon “SET” cari amici e ricordate che il viaggio continua ogni giorno. Sul web, sulle frequenze di New Radio Network, sulla nostra pagina facebook.

Vincenzo Lombardidirettore [email protected]

“Il prossimo Festival di Venezia? Incrociamo le dita e speriamo di esserci”

CAROLINA CRESCENTINI

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TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI - VISION EDITORIALE SRLSet è edito da Vision Editoriale srl. Tutti i diritti sono riservati. Manoscritti, dattiloscritti, articoli, disegni e fotografie non si restituiscono anche se non pubblicati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta in alcun modo senza l’autorizzazione scritta preventiva da parte dell’editore. Gli autori e l’editore non potranno in alcun caso essere responsabili per incidenti o conseguenti danni che derivino o siano causati dall’uso improprio delle informazioni contenute.

GIORNALE, WEB, RADIO E FACEBOOK: A MAGGIO RIFIORISCE IL NOSTRO MONDO

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extra21- Da non perdere 25 - Angolo del libro26 - Live Music27 - Angolo della Moda28 - Set Talenti30 - Radio Set

32 - Palco & Scena38 - L’arte in Mostra40 - Cinema45 - Set Game46 - Oroscopo

sommario2011M a g g i o

Carolina Crescentini

Maurizio Casagrande

Ciccio Merolla

Alessandro Borghese

Costellazione

Cinema e Territori

Una camaleontica e bellissima... ragazza di successo

Attore, regista e autore. Le tante facce di un grande uomo di spettacolo

“Fratammè” : un urlo ribelle contro le vittime innocenti della criminalità

Ricette, web e tanta fantasia: entriamo nella cucina di Real Time

Un “Don Giovanni” rosa per la Compagnia di Roberta Costantini

“God is Woman”: grande evento di solidarietà il 17 maggio

REGISTRAZIONE: n. 582 del 23/09/2002 presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Ce) Iscritto al N° 10021 del Registro degli Operatori della Comunicazione EDITORE: Vision Editoriale srl SEDE LEGALE: Via Lavatoio, 21/A 82011 Airola BN - Redazione Contrada Rella, zona ind.le Forchia (BN) Tel. 0823.1765261 Fax: 0823.1765209 Email: [email protected] Sito web: www.setweb.it REDAZIONE: Vincenzo Lombardi (Direttore responsabile), Alfonso Papa, Domenico Ruggiero, Italia Vigliotti, Rosario Pascarella HANNO COLLABORATO: Gaetano Ippolito, Loredana Tortora, Wanda D’Amico, Marica Crisci, Angela Carretta, Anna Carfora, Alessandro Tocco, Bruno Musso, Franco Mozzillo, Lorenzo Peluso, Giuseppe Mauriello, Carmen Melisi, Nica Crisci GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Gamma3web DISTRIBUZIONE: Gratuita presso i SET-point STAMPA: Pieffe industria grafica TIRATURA: 15.000 copie.

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TUTTI I COLORI DELLO SPETTACOLO

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Nel 2007 fece irruzione sugli schermi, ma so-prattutto nel cuore del pubblico. Interpreta-va Azzurra la bellissima ed estroversa biolo-

ga addestratrice di delfini che fa perdere la testa a Luca nell’estate in cui incombono gli esami di ma-turità. Non serve altro per capire che parliamo di “Notte prima degli esami – Oggi”, la commedia ultragiovanile firmata da Fausto Brizzi. Succes-so boom al botteghino e tutti innamorati di quella bionda dallo sguardo magnetico diplomatasi nel 2006 al Centro Sperimentale di Cinematografia. Forse il primo merito di Carolina Crescentini è proprio questo, aver superato brillantemente certi cliché che nel mondo dello spettacolo possono tra-

sformarsi in tremendi boomerang. L’attrice romana, invece, ha saputo costruirsi una carriera trasversa-le capace di non restare legata solo ad un particola-re genere. Eccola allora diventare una prima scelta dei lavori di Giuliano Montaldo (“I demoni di San Pietroburgo” e l’imminente “L’industriale”), vincere la scommessa di una “piccola” produzione come “Generazione Mille Euro”, passare dalla commedia corale di “Oggi Sposi” a quella d’autore di Ferzan Ozpetek. Il tutto accompagnato dall’immancabile marchio “Boris” che la segue già da diverse stagio-ni, prima nel grande successo televisivo, culmina-to di recente nella versione cinematografica. E’ lei nei panni dell’attrice cagna Corinna Negri in cui

DI RECENTE PREMIATA NEL CORSO DEL CAPUA CINE FESTIVAL, LA CRESCENTINI SI CONFERMA UNA DELLE ATTRICI PIU’ AMATE E RICHIESTE DELLA NUOVA GENERAZIONE. SPINGE I GIOVANI AI NON PERDERE L’OTTIMISMO E SOGNA “VENEZIA” CON IL SUO NUOVO FILM. BELLA, SENSUALE E CAMALEONTICA: RITRATTO DI UNA RAGAZZA CHE HA REALIZZATO I SUOI SOGNI…

COMMEDIA, FICTION, CINEMA D’AUTORE: ECCO CAROLINA, UNA “DONNA DI CINEMA”

servizio a cura di Vincenzo Lombardifoto di Domenico Ruggiero e Marica Crisci

Guarda su www.setweb.it e sul canale YouTube“SETWEBmagazine” un estratto video dell’intervista e la galleria fotografica di Carolina Crescentini.

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continua a trovarsi benissimo. Bellissima, sempli-ce, sensuale e camaleontica come una “Donna di Cinema” deve essere. “Donna di Cinema” come il premio recentemente consegnatogli in provincia di Caserta nell’ambito del Capua Cine Festival, ker-messe alla sua prima edizione che si è avvalsa della direzione artistica di Raffaele Verzillo, il regista de “Un medico in famiglia”. Un Festival riuscitissi-mo soprattutto a livello organizzativo. In concorso duecentodieci video realizzati dalle scuole di tutta Italia, trenta cortometraggi per la sezione filmaker, quattro film indipendenti in gara, e trentaquattro vip presenti a titolo assolutamente gratuito. Caro-lina Crescentini ha illuminato la scena, calandosi in perfetta sintonia con lo spirito della manifesta-zione. Con lei una piacevolissima chiacchierata per parlare di come attualmente i giovani si relazioni-no con il mondo del cinema, di cosa ha offerto la stagione che si avvia alla conclusione e soprattutto un gustoso anticipo di quelli che saranno i progetti futuri. Un’attrice amatissima e ricercatissima da ci-nema e televisione, pronta a scrivere nuove pagine di una carriera già intensa. Una bellezza da coper-tina con un’anima da cattiva ragazza, determinata e senza peli sulla lingua. - Carolina, il Festival di Capua ti ha con-segnato il premio “Donna di Cinema”. Un Festi-val dove hanno partecipato tanti ragazzi. Tu, giovanissima protagonista del grande schermo, che messaggio ti senti di rivolgere alle nuove generazioni?“Di non farsi mai rubare l’ottimismo. Intorno a loro non girano certe belle notizie. Anche quest’anno ci sono stati eventi che non sono stati favorevoli per i giovani. Mi capita spesso di vedere ragazzi che han-no perso la speranza e questo non deve accadere as-solutamente. Nessuno deve impadronirsi dei sogni. Forse, rispetto ad altri periodi, bisogna rimboccarsi un po’ di più le maniche. Se si crede veramente in un obiettivo, sono sicura che prima o poi lo si rag-giunge”.- I giovani, secondo te, sono ancora at-tratti dal magico mondo del cinema oppure il successo e la notorietà facile sta rendendo tutto più superficiale?“Assolutamente non voglio generalizzare, sarebbe un errore clamoroso. Ci sono indubbiamente dei ragazzi attirati dal successo facile, da un certo tipo di popo-larità che arriva senza troppo impegno, ma ci sono tantissimi altri che compiono una serie incredibile di sacrifici per poter realizzare i propri sogni legati al cinema, al teatro, allo spettacolo e poter difendere la propria dignità. Quando ho iniziato a studiare re-citazione, mi sono messa al servizio della mia pas-sione ed ho continuato su quella strada senza ascol-tare altri “richiami”. E’ un discorso che si basa prin-cipalmente sulle emozioni. C’è chi li difende, chi cerca la copertina facile”.- Chi può essere identificato come “catti-vo maestro” per le nuo-

ve generazioni?“Al primo posto metto certi media che sono promo-tori troppe volte di messaggi non veritieri che hanno lo stesso effetto di uno specchietto per le allodole. I ragazzi sono spesso indifesi e subiscono il fascino distorto di un certo tipo di informazione”.- Carolina, la stagione cinematografica volge al termine. Quest’anno la commedia, in particolare quella italiana, ha avuto la meglio su effetti speciali e kolossal.“Contentissima di certi risultati raggiunti dal nostro cinema, in particolare per un aspetto: il pubblico è tornato ad affollare le sale. C’è stato un periodo in cui si viveva di attesa. Attesa per il passaggio di un film in televisione, oppure di affittare un DVD per ve-derlo comodamente sul divano di casa. Andare al cinema era diventato una sorta di stress. La gente è tornata ad organizzarsi, a discutere su quale pellico-la andare a vedere. Un aspetto che ha reso felice la maggior parte degli addetti ai lavori, me compresa”.- Capitolo “Boris”. Dalla fiction al film, un marchio di successo. Qual è il segreto?“Premesso che parliamo di una cosa che amo alla

follia. Ci divertiamo come bambini sul set. Il segreto è senza dubbio il tipo di scrittura bello ed innovati-vo. Tutti attori bravissimi e fortemente voluti dalla pro-duzione, nessuno imposto. Tra di noi c’è un rapporto molto diretto e senza sno-bismi. Ci divertiamo come

“SUI RAGAZZI NON SI PUO’GENERALIZZARE: C’E’ CHI SEGUELA COPERTINA FACILE, CHI NON

TRADISCE MAI LE PROPRIEEMOZIONI”

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matti e trasmettiamo questa nostra allegria anche a chi ci segue”.- Progetti futuri. Ritorni sul set con il tuo “mito”, il regista Giuliano Mon-taldo.“Un onore pazzesco essere stata riscelta da lui dopo i “Demoni di San Pietroburgo”. Ho pianto anche stavolta, così come quando rice-vetti la prima chiamata. Non è solo un grande maestro di cinema, ma il mio personale supe-reroe. Lui mi dà la possibilità di esplorare ruo-li che forse nessuno mi offrirebbe. Crede molto nelle mie capacità e i suoi set sono qualcosa di magico, di dorato. Si respira l’odore del ci-nema di una volta, ma anche del cinema del domani. Giuliano Montaldo ha l’eleganza del veterano e l’energia del giovane esordiente”.- “L’industriale”, titolo del film che avete finito di girare. Sei al fianco di Pierfrancesco Favino in una storia ispira-ta alla cronaca di oggi. Un ricco impren-ditore che si trova improvvisamente in rovina.“Una storia vera, quella di una coppia che ha avuto tanto dalla vita, ma il marito “industria-le” si trova a fare i conti con un terribile crac finanziario. Una nuova dimensione economi-ca e psicologica che finirà per provocare una fortissima crisi, stavolta sentimentale. Un film molto emotivo che mi ha segnata tantissimo. Ho terminato le riprese con il profondo dispia-cere di dover abbandonare il personaggio”.- Il film sarà in gara al Festival di Venezia?“Facciamo le corna, non è un bel gesto, ma facciamolo. Non sappiamo ancora niente, ma saremmo tutti molto contenti se ciò avvenis-se”.- Carolina, della politica che sta cercando in ogni modo di “uccidere” lo spettacolo e i suoi lavoratori cosa ne pen-si?“Ci continuiamo a fare del male, sembra che il nostro obiettivo sia quello di diventare un popolo arido. Sarebbe opportuno aprire di più le nostre anime. Il cinema, e le arti, hanno un potere incredibile. Possono farti nascere dei dubbi, possono dare vita a nuove idee, posso-no regalarti un sorriso capace di farti dimen-ticare i problemi della vita. Aspetti importanti della nostra cultura che vanno difesi”.

© Riproduzione riservata

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Un pieno di simpatia e professionalità per un evento che celebrava il proprio battesimo artistico. E’ arrivato a Palazzo Lanza per la penultima serata del Capua Cine Festival, in veste di guest star. Eppure lui, Maurizio Casagrande, la spocchia della star non riuscirebbe ad assumerla neanche per finta. Ospite d’onore insieme all’attore e doppiatore Luca

Ward, Casagrande è diventato Maurizio per tutti gli ospiti dello spazio incontri dedicati alla kermesse allestita da Raffaele Verzillo. Ad accoglierlo, la collega Margherita Di Rauso, che sarà sua partner nel film “Napolitan” che vedremo nelle sale ad ottobre prossimo. E la gag sul primo incontro e sull’invito ad essere ospite al Capua Cine Festival,

MAURIZIO CASAGRANDE: “LA CRISI DEL CINEMA? BISOGNA SCONFIGGERLA CON LA CREATIVITA’!”

ATTORE, AUTORE, REGISTA E SOPRATTUTTO GARANZIA DI SUCCESSO E PROFESSIONALITA’ PER IL PUBBLICO. TRA GLI OSPITI PIU’ APPLAUDITI DEL FESTIVAL DI CAPUA, HA RACCONTATO GLI ANEDDOTI DI UNA CARRIERA NATA IN PALCOSCENICO ANCOR PRIMA DELL’ESORDIO. IN QUESTE SETTIMANE GLI ULTIMI RITOCCHI PER IL FILM IN USCITA AD OTTOBRE.

servizio a cura di Mariamichela Formisanofoto di Marica Crisci e Domenico Ruggiero

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regala al pubblico il Casagrande che ama da sempre. Il modo migliore per presentarsi al pubblico ed entrare subito in confidenza con la platea. Reduce dal successo come regista de “Anche l’occhio vuole la sua parte”, recentemente andato in scena al Teatro Diana di Napoli, Maurizio Casagrande è uno degli attori più amati dal pubblico che lo ha sempre seguito con profondo affetto e ammirazione sin dai suoi esordi. Figlio d’arte, è abituato ai set e alla polvere del palcoscenico come in una seconda casa. Ed è proprio durante una scena del suo prossimo impegno cinematografico che ha preso piede l’idea della partecipazione al Festival. “Ebbene sì, ho incontrato Margherita Di Rauso per la prima volta in un letto, seminuda e sexy. E nel momento conturbante del finale travolgente della scena hard-comic, mi chiese di venire con lei a Capua. Accettai di corsa, tutto frusciato del mio fascino latino, e invece eccomi qui, in un festival dedicato al cinema indipendente”. Il pubblico ride, applaude, e lui si sente a casa. Poi aggiunge: “Ovviamente scherzo. Ho accettato con immenso piacere l’invito ad essere qui, perché, come ripeto spesso, “le cose s’imparano da piccoli”. E un festival appena nato è come una creatura: lo guardi e ti sembra un miracolo, non ha vizi né peccati, nulla che ricordi i grandi e maturi festival che popolano lo scenario. E vuoi essere vicino a quella creatura che ti rinnova l’entusiasmo, e speri che cresca rimanendo puro. Io mi auguro di cuore che questo piccolo e giovane CapuaCineFestival diventi un grande, onesto e sincero festival del cinema”.

- Un padrino d’eccezione, visto il curriculum infinito che ti vede sul grande schermo solo nel 1998. Prima ancora l’amore per il teatro, e poi tanta televisione. Cosa manca ancora alla tua carriera?

“Un frigorifero. E’ una battuta del grande Edoardo De Filippo, che dopo l’elettrodomestico televisore poneva il frigorifero. Comunque una cosa mi manca: il cabaret. Mai fatto in vita mia, giuro, eppure su Wikipedia c’è scritto che sono un attore cabarettista di lingua napoletana. Questa ultima specifica, però, l’hanno tolta, peccato”. Casagrande sa che chi lo incontra lo riconosce, e che non serve star lì a spiegare perché e per quale personaggio interpretato. Fiero del Premio internazionale della Comicità “Charlot” consegnatogli nel 2007, certo, come del premio artistico culturale “Armando Gill” ricevuto nel 2010. Legato sì ai successi cinematografici da multisala come “Amore a prima vista” del 1999, “A ruota libera” del 2000, “Stregati dalla luna” del 2001, “Volesse il cielo!” del 2002, “Ho visto

le stelle!” del 2003. E l’elenco s’allunga senza soluzione di continuità cronologica, fino ad avere addirittura tre film in sala solo nel 2010. Senza trascurare il pubblico televisivo, però, con fiction da mega share come “Il signore della truffa” dello scorso anno, e “Carabinieri” nelle stagioni dal 2005 al 2008. Eppure l’habitat naturale di Maurizio è e resta il teatro. Una

emozione iniziata con il “Pedante in fiera” nel 1988 e mai più sopita. Un amore passato attraverso testi classici, monologhi, e commedie, ultima lo scorso anno dal titoli “Noi...figli delle stelle”. “Perché l’attore è attore, non conta se sta su un palcoscenico oppure avanti ad una macchina da presa, che reciti per una fiction o per un film. E’ la storia che si racconta, l’emozione che riesce a trasmettere, la squadra che ruota intorno a quella idea, la vera differenza che rende efficace un prodotto”. Sul palco del Festival si sono alternati

attori, registi, professionisti del mondo del cinema che hanno testimoniato le enormi difficoltà che il mondo del cinema, del teatro, e della tv sta attraversando. Eppure il Festival di Capua ha puntato sulla formazione dei giovani che sognano il cinema, con cortometraggi girati nelle scuole di

“UN FESTIVAL CHE NASCE, TI SEMBRA

QUASI UNPICCOLO MIRACOLO.

SI RESPIRA ARIA DIPUREZZA E CANDORE”

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tutta Italia e corsi dedicati alle professionalità che ruotano intorno alla macchia da presa. Una follia, visti i tempi?“Assolutamente no. Io – ribatte Maurizio Casagrande - non concordo con quelli che definiscono questo un periodo nero per il nostro cinema. Penso esattamente il contrario. E’ vero che ci sono film eccellenti che non trovano distribuzione, ma è altrettanto vero che c’è fermento fuori dal cono d’ombra dalle grandi ed immobili realtà. In parecchi, infatti, hanno scoperto che con pochi soldi si può produrre un film che sbanca ai botteghini. Ed ogni volta che questo si verifica, io sono strafelice perché è linfa vitale per portare al cinema almeno una ventata d’interesse. Perchè chi prima non si sognava minimamente d’investire su una idea, magari ci ripensa di fronte al successo ottenuto con pochi soldi e tanto talento. Accadde molti anni fa con Leonardo Pieraccioni,

un successo che investì il mercato con una quantità inimmaginabile di denaro e che aprì la strada ad altri successi cinematografici, non ultimo quello del nostro Vincenzo Salemme. All’epoca, infatti, la produttrice Rita Rusic partì alla caccia di nuovi attori che potessero rappresentare l’alternativa a Pieraccioni, pur rimanendo nella scia indicata dal consenso del pubblico. Fu un periodo d’oro per il cinema e per i talenti rimasti all’ombra dei grandi attori di sempre. E se oggi ci fosse un po’ più di attenzione anche da parte del nostro Governo nei confronti del cinema, più sensibilità non dico nel finanziare a pioggia ma semplicemente a sostegno del nostro cinema, emergerebbero idee e talenti degni del grande cinema italiano di un tempo”.

- Tutte le scuole, le accademie, i festival indipendenti sparsi per l’Italia attestano anche un altro dato: i ragazzi

ci credono ancora e studiano per garantirsi una possibilità di successo.“Sì, perché finita la grande bolla mediatica del successo facile attraverso vetrine come “Grande Fratello” e varie, si è capito che il danno è maggiore del guadagno. Perché si rimane marchiati come “quelli del Grande Fratello”, e si fatica a riscattarsi molto di più che iniziare da zero. Lo stesso Pietro Taricone, grande professionista e attore, dopo anni di studio e lavoro ancora stentava a smarcarsi da “o’ guerriero” del GF1”.

“IL SUCCESSO FACILE IN TV? CREDO SIA UN SISTEMA CHE ABBIA FATTO IL SUOTEMPO. IL DANNO E’MAGGIORE DEL GUADAGNO”

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Quando ascolti Ciccio Merolla finisce inevita-bile che “s’arap ‘o movimento” (si scatena il ritmo). Le pulsazioni delle sue percussio-

ni arrivano al cuore e all’anima di chi incontra la sua musica, il suo linguaggio, gli scatti della vita che lo circonda. Vita di cronaca, non di reality. Un etno-rap arabo–mediterraneo dove si concentrano ed esplodono in tutta la loro potenza i suoni del Sud del mondo, ma soprattutto la schiettezza del-le parole che escono come lame, mitragliate dalle osservazioni della quotidianità. Una quotidianità che parte da Napoli, per compiere il suo viaggio tra periferie, immigrati, barconi carichi di speranze e popoli alla ricerca di rivalsa ed integrazione. Musi-cista dal grande carisma e dal talento indiscutibile, Ciccio Merolla è uno dei percussionisti-rapper più accreditati del panorama musicale italiano attivo da ormai vent’anni. Dopo l’esordio con i Panoramics

nel 1989 è diventato il percussionista di fiducia per mezza, anzi, due terzi della scena partenopea: Bennato, Senese, Zurzolo, anche e soprattutto Gragnaniello. Se non avesse incontrato la musica sarebbe stato uno dei tanti ragazzi persi tra dro-ga e violenza. Percussioni e buddismo sono i due punti fermi della sua vita. Infatti, il suo approccio alla musica è decisamente spirituale, essendo co-nosciuto come maestro e guida spirituale nonché valente musico-terapeuta. Ha un amore sviscerato per la sua città e considera Napoli come centro del mondo e fonte inesauribile di ispirazione. Ne è si-gnificativa conferma il suo terzo lavoro da solista “Fratammè” (su etichetta Ghetto Nobile by Jesce Sole, distribuito da Edel), con Ciccio che una vol-ta di più sceglie la durezza del rap per raccontare storie di ordinaria violenza. La chicca dell’album è l’irriverente cover di “Brava” di Mina, che diventa

L’ETNO-RAP DI CICCIO MEROLLA: QUELLA VOCE CALDA CHE PARLA DEI “SUD DEL MONDO”

IL PERCUSSIONISTA NAPOLETANO PRESENTA IL SUO TERZO ALBUM DA SOLISTA. IL BRANO “FRATAMME’”, DEDICATO ALLE VITTIME INNOCENTI DELLA CRIMINALITA’, REGISTRA UN AUTENTICO BOOM DI CONTATTI IN RETE. UN LAVORO MUSICALMENTE INTENSO CHE PARLA DI POPOLI, RAZZE, VIOLENZA E SPERANZA.

servizio a cura di Vincenzo Lombardi

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“Mostro”, giocando con il dialetto napoletano, in cui la parola assume anche il significato di superlativo più superlativo che ci sia. Così Merolla rende omaggio alla voce per eccellenza, mostro di bravura. Undici tracce in cui convergono strette le anime del Mediterraneo, il mare no-strum, fatto di popoli, razze, viaggi, speranze e disincanti, uomini di questo tempo alla ricerca di una felicità conqui-stata spesso a caro prezzo: la dignità. Due i brani pura-mente strumentali (“Black Naples” e “Doce Doce”), dove l’esperienza ventennale come percussionista emerge in tutta la sua veemenza. Le sonorità del sud del mondo, viscerali e profonde come l’incessante percuotere a mani nude il tamburo, fanno da sfondo a storie di strada, quella stessa strada che t’insegna a vivere, ma purtroppo anche a morire. La title-track “Fra-tammè” è una sorta di piccolo capolavoro, salito (a ragione) agli onori delle cronache proprio in que-ste ultime settimane. Il video della canzone cari-cato sul canale youtube dell’artista (www.youtube.com/cicciomerolla) ha immediatamente spopola-to tra gli utenti, facendo registrare un numero ele-vatissimo di contatti. Il video è ispirato alla storia di Salvatore, amico del rapper napoletano, ucciso per errore sotto i suoi occhi nell’indifferenza gene-rale della cosiddetta “società civile”. Il video, girato in collaborazione con Film Commission Regione Campania e Bagnoli Futura S.p.a, è firmato da Giuseppe Russo e contiene alcune foto relative a fatti di cronaca analoghi a quelli di Salvatore (come quelli di Annalisa Durante, uccisa per errore a 14 anni dalla camorra, la strage dei fratelli ghanesi a Castel Volturno e di Valentina Terracciano, uccisa a 2 anni sempre per errore in un agguato camor-ristico) concesse in esclusiva dal fotoreporter Ser-gio Siano (uno dei più importanti a Napoli), che da anni si occupa di documentare tutto quello che la criminalità organizzata commette in terri-torio campano. Ciccio Merolla ha dedicato il video “alle vittime innocenti della crudeltà uma-na e in maniera particolare alle 156 persone, riconosciute dallo Stato Italiano, che in Campania hanno perso la vita per colpa della criminalità organizzata”. Un disco che eccelle soprattutto nelle musiche e si avvale (cilie-gina sulla torta) di “guest star” come James Senese, Brunella Selo e i Giardino dei Semplici. “’O moviment” si apre in particolare in brani come “Arabian Groove”, voce di un meridionale che ri-percorrendo la storia delle sue radici scopre di esse-re vicino a un tunisino più che a un milanese, e “’O pitbull”, in cui Merolla prende spunto dalla storia di un cane per parlare della vita dei meno fortunati,

di quelli nati nelle periferie delusi da una società arrivista in cui l’unico modo per sopravvivere è la sopraf-fazione dell’altro.- “Fratammè”, un suc-cesso trasversale al tuo terzo album da solista. Una canzone dedicata alle vittime innocenti che, in un certo senso, si aggiun-gono ai numerosi problemi legati alla criminalità.“Non concentrerei però il di-scorso solo alla città di Na-poli, la canzone parla della violenza in generale. Il pro-blema è reale, anche se noto ancora tanta indifferenza in merito. Si ascoltano frasi tipo: “Chiudiamo la porta e facciamoci i fatti nostri, al-

meno si ammazzano tra di loro”. Mai concetto po-trebbe essere più sbagliato, perché poi ci si può im-provvisamente ritrovare in situazioni come quelle che ho voluto raccontare in questa canzone”.- Come hai vissuto e metabolizzato un’e-sperienza cosi drammatica e un dolore cosi for-te, come la scomparsa di un amico fraterno?“Ci sono voluti – racconta Ciccio Merolla durante l’intervista – diversi anni per cucire una ferita che ancora mi porto dentro. Grande difficoltà l’ho prova-ta anche quando ho deciso di scrivere le strofe che compongono la canzone. Non è stato facile, ma vole-vo ricordare Salvatore e con lui tutte le vittime della crudeltà umana. Il punto è proprio questo. Non par-liamo di camorra o di criminalità organizzata, ma di autentica violenza”.- Ciccio, che cos’è oggi Napoli?“Una grande metropoli storicamente legata agli epi-sodi di cronaca nera che si ascoltano tutti i giorni. La maggior parte dei napoletani, invece, è totalmente diversa da ciò che racconta generalmente la televi-sione. A Napoli c’è tanta arte e tanta gente che lotta

perché le cose possano cambia-re. Un popolo abituato alle “ba-toste”, al quale forse va fatto un solo appunto: è troppo disunito. Con l’unione si sarebbero potuti raggiungere grandi obiettivi”. - Dal punto di vista ar-tistico, invece, come sta la tua città?“Un momento molto positivo, con una “new school” che sta fa-cendo grandi passi. La cosa più bella che vedo in questo periodo sono le contaminazioni, le “fu-sion” che si respirano all’interno dell’arte e della musica in parti-

colare. Gli stranieri sono perfettamente integrati nel tessuto sociale e le novità sono all’ordine del giorno. Certo per i giovani aumentano le difficoltà di imporsi, di farsi conoscere. Ma il problema è generale. In que-sta società si fanno i figli per ammazzarli”.

“CERTO, A NAPOLI CI SONO TANTI PROBLEMI E LA GENTE è ABITUATA A CONVIVERE CON LE “BATOSTE”. NESSUNO, PERò, PARLA MAI DELLECOSE BELLE, DELL’ARTE,

DELLA RICERCA”.

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- Quanto coraggio e “capa tosta” occorre ad un percussionista per gettarsi nella scommessa di un album, in un momento discografico non certo esaltante per pro-getti come i tuoi?“Coraggio e soprattutto fatica, intesa come intere notti passate nella gestazione dell’album. La mia – spiega Ciccio Merolla – è stata una scelta ben precisa. La musica è stata l’unica protagonista della mia vita, con una carriera per la maggior parte circoscritta a prestigiose collaborazioni. Ad un certo punto il pubblico ha quasi “preteso” un lavoro tutto mio, un qualcosa che mi rappresentasse a pieno. Al pubblico devo il massimo del rispetto per come mi segue e per come mi è sempre stato vicino”.- Nelle ultime stagioni Napoli è stata investita dal fenomeno “Gomorra”, che ha co-munque fatto anche storcere il naso a parecchi. Quale il tuo punto di vista?“Non sono assolutamente contrario a successi come quelli raccolti da Roberto Saviano, anche se alla fine l’effetto – Gomorra si è rivoltato a sfavore del popolo napoletano. Mi piacerebbe che qualcuno po-tesse finalmente iniziare a parlare di personaggi va-lorosi che esaltano la città con la loro arte, che sono riusciti ad emergere in un contesto difficile. Penso a filosofi come Gerardo Marotta, ma anche ai ragazzi le Laboratorio Scoperte del Policlinico di Napoli, che lavorando nell’ombra, portano avanti un progetto grandioso, di autentico bene per tutta la comuni-tà. Sarà che voglio troppo bene alla mia città, ma quando mi giro intorno riesco a cogliere solo i sintomi dell’arte, non la Foresta Amazzonica che tutti voglio-no dipingere”.- Il rap nasce generalmente come musica di denuncia e contestazione. Spesso, però, si fi-nisce per cedere al commerciale.

“L’artista è la chiave di questo discorso. E’ lui che deve stare attento a non perdere gli obietti-vi di questa musica e a non farsi trasportare come una foglia dal vento. Non bisogna permettere a nessuno di condizionare le pro-prie emozioni”.- La musica ai tempi di internet. “Fratammè” è un successo decretato proprio dalla rete. Che ne pensi?

“Mamma mia, che sorpresa bellissima. Un traguardo che rende felici e compensa il lavoro svolto. Un risul-tato decretato dal pubblico, senza “condizionamenti” esterni. Internet, a mio parere, ha portato una venta-ta di positività nella musica. Ci si sente cittadini del mondo e permette agli appassionati di poter ammi-rare le prestazioni di grandi musicisti che, forse, non verranno mai in Italia per un concerto”.- Il brano “L’Assessore” inizia con un coro di bambini. Perché?“I bambini sono il futuro e credo che per il loro avve-nire si stia facendo davvero poco. Anche per questo ho voluto che proprio un coro di bambini cantasse la strofa “Assessore, tu ci vuoi schiattà ‘o pallone”, ov-vero tu vuoi distruggere i nostri giochi, i nostri sogni, il nostro futuro. Una grandissima ingiustizia. Oggi i politici pensano solo al loro potere, alla carriera, non al senso di responsabilità che hanno specie verso le nuove generazioni”.- Ciccio, se ti chiediamo un messaggio per i giovani, cosa ci rispondi?“Rispondo parlando di musica, la mia materia. In giro c’è tanta musica “passiva”, ovvero musica che vogliono imporci gli altri. Ai ragazzi dico di cercare musica buona, di qualità, la musica che piace a loro, non ai padroni del sistema. Anche questa potrebbe essere una piccola rivoluzione”.

“INTERNET? UN GRANDE VEICOLO PER I GIOVANI CHE POSSONO SCEGLIERE AUTONOMAMENTEQUALE MUSICA ASCOLTARE. ANCHE QUESTA è RIVOLUZIONE!”

“IN QUESTO DISCO NON PARLO DI CAMORRA O DI CRIMINALITà

ORGANIZZATA, MA DELLA COSA PIù BRUTALE DI TUTTE: LA VIOLENZA

DELL’ESSERE UMANO…”

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Avrebbe tranquillamente potuto intraprende-re una carriera nel mondo dello spettacolo e della moda. Affascinante, dal portamento che

non passa inosservato così come la statura impo-nente. Figlio dell’attrice Barbara Bouchet, gli studi in America, una passione smisurata per la cucina. Alessandro Borghese non è un cuoco per moda. La cucina è il suo habitat naturale e, spesso, sot-tolinea come gli piaccia mangiare e non semplice-mente assaggiare. Alla vigilia del suo nuovo impe-gno televisivo, abbiamo fatto incursione tra i suoi amati fornelli, quotidianamente affollati da tanti telespettatori con i quali ha ormai stretto un rap-porto di fiducia e amicizia. Un imperdibile appun-

tamento con consigli, segreti e curiosità culinarie. Il noto chef, protagonista di produzioni di successo di Real Time (Fuori Menù, Cortesie per gli ospiti, Chef a domicilio, L’Ost, Cuoco Gentiluomo), torna sugli schermi con un nuovo format in prima tv dal titolo “Cucina con Ale”. Dal lunedì al venerdì alle ore 18.40 (in replica il giorno successivo alle 11.10) su Real Time (Digitale terrestre free Canale 31, Sky canali 126 e 127, Tivùsat canale 31). Un ap-puntamento in cui Alessandro Borghese propone tre ricette da poter riproporre a parenti e amici, per dare a tutti la possibilità di diventare protagonisti in cucina. Piatti gustosi e raffinati preparati con in-gredienti di qualità e pensati per chi vuole stupire,

RICETTE, FORNELLI E WEB:IN “CUCINA CON ALE” C’E’POSTO PER TUTTI

IL FAMOSO CHEF ALESSANDRO BORGHESE PRESENTA SUGLI SCHERMI DI REAL TIME IL SUO NUOVO PROGRAMMA DI CULINARIA. PIATTI GUSTOSI E RAFFINATI PREPARATI PER DARE A TUTTI LA POSSIBILITA’ DI STUPIRE. UN APPUMENTO CHE ESCE FUORI DAI TRADIZIONALI SCHEMI, APRENDO LA PORTA A UNA VENTATA DI NOVITA’.

servizio a cura di Wanda D’Amico

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anche se non ha molto tempo a disposizione e gran-de dimestichezza in cucina. Un format che si sno-da tra piccolo schermo e web. Sul sito ufficiale del canale, www.realtimetv.it, i “real time addicted” avranno in anticipo gli ingredienti dei piatti che Alessandro preparerà nelle puntate della settimana successiva. I telespettatori interagiranno con il pro-gramma e, avendo a disposizione già gli ingredienti sul web, potranno seguire vere e proprie lezioni di cucina giornaliere. Un esempio lampante di grande e moderna interazione tra nuova realtà televisiva e “popolo della rete”. Un uragano di idee, Alessan-dro Borghese, che incontriamo in questa piacevole chiacchierata tra i fornelli.- Che differenza c’è tra la trasmissione che tu conduci e quelle che fino ad oggi hanno popola-to le case italiane?“Sicuramente la differenza fondamentale sta nell’in-terazione con il pubblico. Essendo autore stesso del programma, ho deciso che venissero messi sul sito gli ingredienti che andranno a comporre i piatti quel la settimana, così che la gente potesse procurarli pri-ma per poi cucinare insieme. Una esplicita esigenza di voler cucinare insieme con il pubblico. Spesso, chi segue il mio sito, mi ha virtualmente invitato a cuci-nare con lui, quale occasione migliore di un program-ma televisivo? Altra cosa che contraddistingue gli appuntamenti di “Cucina con Ale” è la musica. Io sono un amante del rock e quindi ho deciso che ogni finale di trasmissione fosse diverso, con un brano diverso che viene scelto di volta in volta”.- Da qualsiasi punto di vista guardiamo il mondo, oggi prevale la tecnologia. In campo cu-linario, invece, ha sempre vinto la tradizione. Di che parere sei?“Di tecnologia ce n’è tanta. A me è servita per amal-gamare il mio pubblico con la trasmissione. C’è una velocità di comunicazione fondamentale per la riusci-ta del programma. Dall’altro lato io mantengo salda la mia fede alla tradizione, perché è la base sulla quale poter lavorare e quindi deve essere sempre mantenuta”.- Il saper cucinare bene, così come scrivere o cantare, è un’arte?“Sì, sono assolutamente convinto di questa cosa. Tutte le doti particolari che si hanno sono una sorta di piccola arte, un patrimonio che ognuno si porta con sé. Il massimo, naturalmente, è quando si ha la possibilità di dimostrare ed esprimere quelle che sono passioni a lungo coltivate”.- Le mamme, però, non sono considerate delle artiste“Dovrebbero! Lo meriterebbero più di ogni altro. Io – confessa Alessandro Borghese – sono a favore delle mamme, o comunque uomini e donne che cucinano, ar-tiste o artisti, perché anche per cucinare ci vuole tempo, ci vuole fantasia, passione, dedizione. Questa cosa la si considera scontata, ma non dovrebbe assolutamente essere così”. - Come ti sei avvicinato alla cucina, alle “arti

culinarie”? Tua mamma è stata un’icona del ci-nema, oggi protagonista di fiction di successo. Tu, invece, da sempre tra i fornelli.“Devo ammettere che non ho seguito minimamente il lavoro e la carriera di mia madre. Semplicemente non mi hanno mai affascinato come, invece, mi af-fascina la cucina. Di contro ho il merito che questa passione è tutta mia! Mi sono avvicinato alla cucina a diciassette anni e solo a ventisette sono arrivato

nel piccolo schermo con una trasmissione. Mi ritengo uno chef di cucina, la televisione è venuta di conse-guenza alla mia passione e la faccio con molto pia-cere finché c’è, ma quando e se finirà questa espe-rienza, sarò sempre e comunque un cuoco. Mi sento uno chef in tutto e l’essere presentatore è stata una conseguenza alla mia passione e così sarà sempre”. - Quando ha deciso di voler fare il cuoco?“Non è stata una decisione ferma, è venuta fuori scoprendo il piacere di cucinare per gli altri, nel ve-derli soddisfatti di ciò che preparavo. Cucinare per gli amici mi ha fatto capire che questa era la mia passione. Il destino ha voluto che questo, poi, diven-tasse il mio lavoro”.- Grazie al cinema, l’Italia si è fatta conoscere per alcuni piatti della tradizione gastronomica e per il piacere del cibo, vedi alcune immagini

storiche del cinema italiano come Alberto Sordi che man-gia il famoso “Maccarone” o Totò che mangia gli spaghetti in quella mitica scena di “Mi-seria e Nobiltà”. All’estero ci riconoscono solo la tradizione dei piatti? Una cucina senza innovazione?

“No, noi cuochi italiani all’estero abbiamo avuto la base solida della tradizione che è ciò che ci contrad-distingue, ma abbiamo saputo con, appunto, innova-zione e fantasia rivisitare i piatti o anche adattarli

“MUSICA E INTERNETSONO PROTAGONISTE

DEI NOSTRI APPUNTAMENTI.HO FORTEMENTE VOLUTO

QUESTI DUE INGREDIENTI…”

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ad altri gusti, ma così come si può fare con altre culture gastro-nomiche che sono alla base delle migliori cucina come quella fran-cese e quella spagnola. In queste ultime stagioni sta prendendo molto piede la cucina svedese, nuova frontiera della cucina in-ternazionale”.- Con questa nuova trasmis-sione a che target di ascolta-tori puntate?“Il mio tipo di cucina è molto trasversale, mi piace cucinare per i bambini e creare piatti che le mamme potessero cucinare per i loro figli, sono andato a toc-care tutte quelle tipologie di alimentazione come la cucina per celiaci, per intolleranti al latte o alle uova. Non c’è un target ben definito, per fortuna, tra quelli che seguono la mia trasmissione. Ci sono persone di età giovanissima, ma mi capita anche di ricevere mail da ultra sessantenni. Il format del programma ha fatto si che, coinvolgendo facebook e il sito, la-sciasse spazio a differenti fasce di età cercando di mantenere comunque una fascia giovane. Diciamo che era quello uno dei principali obiettivi, invece, mi sono stupito a vedere giovani e “anziani”, donne, uo-mini di qualsiasi fascia di età a seguire il program-ma e, soprattutto, farlo in maniera attiva”. - E’ risaputo che il lavoro nella ristorazione è un lavoro fatto di fatica e rinunce, oltre che di innumerevoli soddisfazioni. Cosa non deve mai mancare per non doversi mai pentire della scel-

ta fatta?“Non puoi intraprendere questa strada pensando di arricchirti. E’ un lavoro di sicura fatica, per gli orari a volte improponibili, quando gli altri si divertono noi siamo a lavorare e bisogna farlo con molto amore e molta umiltà. Le soddisfazioni poi arrivano, sono le persone a dartele. Ci vuole amore per la materia pri-ma, per il cibo, qualsiasi mestie-

re si faccia, qualsiasi cosa succeda nella vita di una persona si conclude con un piatto di pasta. Bisogna avere grande coscienza e amore per questo lavor, al-trimenti è meglio lasciare perdere”.- Ti sei anche accostato all’enologia. E’ vero che la scelta di un vino è unicamente legata al piatto? Oppure bisognerebbe lasciare che la gente, di fronte ad un piatto, compia una scelta soggettiva?“In parte è legata al piatto, alcuni vini si sposano bene con alcune pietanze che ne esaltano i sapori, ma noi, cuochi o sommelier, non siamo qui per inse-gnare alla gente a mangiare e per imporre loro dei canoni scritti. Noi siamo qui per farli mangiare bene, per farli bere bene e per sposare le loro scelte, indi-cando loro quali potrebbero essere le scelte migliori, ma non possiamo dirgli cosa mangiare e come. Si spegnerebbe la “magia” di questo lavoro e del rap-porto con la gente”.

“MAI PENSATO DI LAVORARENEL CINEMA O NELLO

SPETTACOLO.FARE LO CHEF E’ IL MIO

SOGNO, LA TELEVISIONE E’ ARRIVATA IN UN SECONDO

MOMENTO”.

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eventiEventi, mostre e appuntamentida segnare in agenda ilnostroconsiglio

a cura di Alfonso Papa

La Reggia di Caserta si presenta al pubblico dopo i recenti interventi di riallestimento volti all’ampliamento dell’offerta museale median-te l’apertura di nuovi spazi e percorsi esposi-tivi, al riordino delle collezioni ed alla riaper-tura di tutte le sale degli Appartamenti reali. 140 dipinti inediti - raggruppati per percorsi tematici monografici tra i quali il cospicuo fondo di Nature morte o i Soggetti Orientali di Michele Scaroina - sono stati esposti per la prima volta nella Quadreria. Altri 120 dipinti relativi ai Fasti Farnesiani - tra i quali le Bat-taglie di Alessandro Farnese, il matrimonio di Elisabetta Farnese e Filippo V, ma anche le opere dedicate a Carlo e a Ferdinando IV di Borbone, a Francesco I e Ferdinando II, o an-cora esempi di pittura di genere di XVIII e XIX secolo - non più esposti da tempo, sono sta-ti riallestiti nella Pinacoteca al piano nobile, accanto alle opere già presenti tra le quali le celebri vedute di J. P. Hackert - ed ancora cir-ca un centinaio di oggetti d’arte (porcellane, tessuti, sculture.) sono stati raccolti in altri spazi visitabili su prenotazione, dedicati alle “Arti decorative a Palazzo”. Nuovi percorsi, nuovi splendori, nuova magia per sua Maestà la Reggia.

Debutta al Teatro Civico 14 di Caserta il 21 e 22 maggio (alle ore 19), “Sotto Berlino” di Iolanda Salvato. Per la sua nuova pièce prodotta dall’associazione “Tavole da Palcoscenico”, la regista napoletana ha deciso di affidare il testo di Gianni Guardigli all’interpretazione di un gruppo di attori con cui ha costruito un robusto sodalizio artistico: Francesca Annunziata, Antonio Atte, Roberto Giordano, Maia Salvato e Maria Sperandeo. In scena, cinque persone si raccontano nel seminterrato di una palazzina berlinese dove abitano per scampare alla morte durante la Seconda Guerra Mondiale. Fuori, esplodono le bombe e violente deflagrazioni li costringono al buio. Eppure, nonostante tutto, le problematiche quotidiane della convivenza riescono a scardinare l’orrore e le limitazioni della guerra stessa. Un marito e una moglie, una madre e una figlia, un anziano attore omosessuale: cinque persone profondamente diverse tra loro, ma unite dalla tragedia del conflitto mondiale e dalla caducità della vita. “In un tempo come il nostro - afferma Iolanda Salvato - non è facile parlare di guerra. Eppure, siamo in guerra costantemente, la subiamo dal mondo e la facciamo ai nostri vicini. Ho creato questo spettacolo per raccontare le continue battaglie della vita quotidiana e per farlo ho messo da parte sia la politica che la storiografia. Mi sono affidata alla parola scritta e alla parola detta attraverso i suoni, le luci e le tavole da palcoscenico”.

IL 21 E 22 MAGGIO IN SCENA ALTEATRO “CIVICO 14” DI CASERTA

IOLANDA SALVATO CI RACCONTA CINQUE STORIE “SOTTO BERLINO”

A PALAZZO REALE DI CASERTA PER TUTTO IL MESE

SUA MAESTà LA REGGIA SI PRESENTA CON NUOVI TESORI PERCORSI INEDITI

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foto di FEDERICO RIVA

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La Compagnia Teatrale “Costellazione” viene fondata nel 2005 a Formia da Roberta Co-stantini, Marco Marino e Giuseppina Piras e

si muove lungo le direttrici del teatro di ricerca. Loro caratteristica quella di rimettersi continuamente in gioco attraverso la sperimentazione, affrontando te-matiche forti e polivalenti, compiacendo alla sentita esigenza del particolare modo di fare teatro della Compagnia. Gli spettacoli prodotti, sono il risultato di un percorso in continuo divenire, uno studio teso ad approfondire le possibilità espressive della paro-la, del gesto attraverso le immagini che sviscerano la vita per raccontarne le emozioni. Dal 31 maggio al 5 giugno la Compagnia sarà in scena al Teatro

Dei Satiri di Roma. Lo spettacolo, con il patrocinio del Comune di Formia, è promosso dall’Assessora-to alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma e rientra nel “Progetto Spe-ciale Teatro 2010/2011” promosso da Roma Ca-pitale in collaborazione con l’AGIS Lazio. In scena una versione tutta particolare ed originale del “Don Giovanni” di Molière. Un evento che eccezional-mente sarà raccontato nella cornice del “Teatro dei Satiri” che lascia momentaneamente la sua chiara identità di rinomata ribalta della comicità intelli-gente trasformandosi, per una settimana, in pro-motore della nuova drammaturgia contemporanea. In compagnia della regista Roberta Costantini, co-

ECCO UN “DON GIOVANNI” IN ROSA NELL’ETERNA SFIDA CON MORALE E LIBERTA’

DAL 31 MAGGIO AL 5 GIUGNO LA COMPAGNIA DELLA COSTELLAZIONE DI FORMIA PRESENTA IL SUO NUOVO SPETTACOLO AL TEATRO DEI SATIRI DI ROMA. CON LA REGISTA ROBERTA COSTANTINI PARLIAMO DELLO SPETTACOLO E DELLA GRANDE PASSIONE PER IL PALCOSCENICO CHE RIESCE A FAR SUPERARE LE NUMEROSE DIFFICOLTA’.

servizio a cura di Angela Carretta

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nosciamo da vicino obiettivi ed identità della Compagnia che si accinge a presentare questo im-portante appuntamento.

- Roberta, da dove na-sce la vostra passione per il teatro?“L’idea portante di questo nostro modo di fare teatro è la volontà ferma di dare ad ogni compo-nente della scena la piena dignità del linguaggio che la esprime. Il che ha significato ridurre l’appa-rato scenico della tradizione e attribuire una consi-stenza corporea alla musica e alle luci, a pari diritto con l’attore, in una ricerca sempre mobile, tesa alla sinestesia. In realtà, anche se l’apparato è davvero minimale, niente in scena è muto, ma ogni oggetto, ogni gesto, ogni entità si trasforma, rivelando il suo altrimenti inaccessibile significato. Il risultato a cui desideriamo approdare è suggerire ed emozionare non già dichiarare apertamente; non dire ma evoca-re , fino a rendere lo spettatore attivamente partecipe attraverso il coinvolgimento emotivo”.- Perché Compagnia della Costellazione?“A causa dell’origine di pura fantasia: le costellazio-ni non hanno alcun significato fisico , cioè sono delle mere invenzioni dell’uomo tanto che civiltà diverse, e in epoche diverse, hanno organizzato il cielo in co-stellazioni differenti. Questa loro infinita possibilità di mutare forma e nome, a seconda dell’interpreta-zione umana, ci ha affascinato al punto da sceglie-re di “esserlo” in modo da simboleggiare la nostra apertura ad ogni possibile variante”.- Crisi del teatro, tagli allo spettaco-lo: una situazione non certo ideale per giovani compagnie come la vostra.“Si sente molto parlare oggi della “crisi del teatro”. Sono d’accordo con Renato Palazzi, quando dice che “la verità è che se c’è un settore artistico che ha bisogno di essere tutelato non è il teatro in sé, ma un certo tipo di teatro iper-sovvenzionato nelle sue anacronistiche ambizioni spetta-colari. È un teatro ormai datato, incapace di rivolgersi a nuove fa-sce di spettatori”. Sono d’accor-do con lui quando rileva che non a caso i simboli, gli spot di questo teatro da salvare, che i media ci hanno copiosamente suggerito sono i divi di ieri, le immagini em-blematiche di un’epoca ormai tra-scorsa: ma non è più solo questo oggi il teatro! L’analisi di Palazzi evidenzia infatti che artistica-mente oggi il teatro è ultra creati-vo: non sono l’indizio di una crisi i circa seicento gruppi teatrali che sono nati di recente, e che stanno rinnovando la scena italiana. Non sono testimonianza di una crisi i tanti giovanissimi attori e registi che si vanno affermando a livello nazionale e che approdano con sempre maggiore rapidità alle ribalte più importanti, ai festival

più seguiti. Nell’attuale panora-ma teatrale – continua Roberta Costantini – ogni giorno esistono vivacissime programmazioni in piccoli centri, che si rivolgono a comunità curiose, reattive, parte-cipi, che allo spettacolo dal vivo si accostano con passione, espri-mendo i fermenti di vaste zone del territorio che non si possono più etichettare come provinciali”.

- Veniamo alla vostra nuova scommessa. Sarete in scena per una settimana a Roma con una personale rappresentazione del “Don Gio-vanni”.“La maturità dei tempi mi ha consentito di propor-re un “Don Giovanni” donna andando ad intacca-re una visione culturalmente “maschile “ del mito. Sono rimasta affascinata da questo personaggio la cui forza di trasgressione lo rende, a mio avviso, uno dei più grandi miti moderni. Il mio percorso dram-maturgico, che prende a pre-testo l’opera di Molière, attraverso la figura della protagonista evidenzia l’in-credibile attualità di questo classico che si presta ad essere, ancora oggi, una forte provocazione. Non mi sono però soffermata sull’immagine convenzionale di un Don Giovanni unicamente seduttore: quello che mi ha interessato è altro. E’ il complesso rapporto tra Don Giovanni e il suo servo Sganarello, (un per-sonaggio al suo pari quale appartiene come doppio, un “sé” scisso, una coscienza divisa che nella mia vi-sione prende corpo sonoro sulla scena come “voce”), e la sfida tra religione e libertinaggio, tra la morale comune e l’individualismo. Mi ha interessato il suo prendere in prestito dalla società stessa, la finzione e l’ipocrisia, copiose nutrici della distorta morale co-mune, per proteggere la perseveranza nel coltivare vizi privati e pubbliche virtù da parte dei suoi perso-naggi. Mi ha interessato la forza della sua ribellione, la rivolta alla legge, di Dio e degli uomini, la sfida con l’impossibile e il suo rapporto con la fugacità dell’a-more. E mi ha interessato il suo essere mito, l’eterno

teatro della sua vita condannata a mostrare se stessa ogni volta che si rappresenta su di un pal-coscenico”.- Progetti per il futuro?“Stiamo concludendo un labora-torio/studio i cui contenuti trag-gono ispirazione e suggestioni dai testi di “grandi” come Ca-mus (La peste), Ionesco (Il gioco dell’epidemia), e Paddy Chayef-sky (Quinto potere) Il percorso nasce da una mia idea ed è fina-lizzato all’allestimento del nostro prossimo spettacolo: “Gente di plastica” , pensato per 16 attori , in debutto a luglio 2011 con la mia regia”.

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LA REGISTA:“IL TEATRO E’ VIVO ED

IN PIENO FERMENTO. CI SONO REALTA’ FORTI CHE

NON POSSONO PIU’ ESSERE DEFINITE PROVINCIALI”.

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Set - FotograficoLa Società Fotografica Casertana presenta la foto dell’autore Carmine Di Michele

Punti effimeri sono sfere in movimento di color rosso che appaiono in foto che ritraggono luoghi della memoria e della tradizione come città abbandonate, borghi medioevali e monumenti antichi. In realtà, talisfere sono la proiezione metaforica della presenza dell’essere umano. Ebbene, in relazione a luoghi che trapassano il tempo, le generazioni e l’eterno identico, il singolo uomo non è altro che un punto. Un punto effimero.

BIOGRAFIA DELL’AUTORE:nato ad Eboli. Specializzato in Teoria e Filosofia della Comunicazione presso l’Università della Basilicata. Gli studi lo hanno condotto a nutrire una forte passione per tutti i mezzi di comunicazione e in particolare per la fotografia. Negli anni, attraverso lo studio e una continua sperimentazione, ha sempre ricercato spunti fotografici originali e personali.

www.setweb.itwww.fotograficacasertana.it

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I bei libri si distinguono perché sono più veri di quanto sarebbero se fossero storie vere (Ernest Hemingway).L’aforisma di un grande scrittore quale modo migliore per tuffarci nel mondo dei libri, della narrativa, dei romanzi, della saggistica. Ogni mese vi presenteremo storie, novità, emozioni su carta, Perché un buon libro, è sempre un buon libro. Parola di SET!

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La regina dei bestseller è tornata. Il suo nome è da anni legato a grandi successi editoriali che, puntual-mente concedono il bis sul piccolo schermo. “Incantesimo”, “Il cielo non cade mai” e “Butta la luna” i suoi titoli più famosi. Maria Venturi torna a parlare d’amo-re come solo lei sa fare, affascinando i lettori attraverso la sua scrittura a tinte rosa. Il centro della storia è rappresentato da una coppia, dalla quale si snodano mondi apparentemente lontani, ma sempre ancorati a una passione che unisce. “Come prima” (Rizzoli, pag. 288, € 17,90) è la storia di Teresa e Jacopo che si conoscono una notte di dicembre e si innamorano anche se hanno tutto contro. Lei, bellissima e consapevole del suo potere sugli uomini, ha vent’anni anni e fa la hostess di lusso. Lui è un ragazzo di buona famiglia con un brillante futuro da medico. E ha appena sorpreso suo padre a letto con Teresa. Due mondi lontani e apparentemente inconciliabili. Ma quella notte, quando Jacopo soccorre Teresa seminuda sotto la pioggia, scoppia una travolgente passione che in pochi mesi li porta a sposarsi e ad avere due figli. Un amore assoluto che viene messo a dura prova dalla vita, sepolto da incomprensioni e dalle macerie dei sensi di colpa. Quando poi un tragico incidente porta via Lucia, la loro bambina affetta da gravi anomalie, l’incantesimo si rompe definitivamente e lo scioglimento della coppia sembra scritto sulle carte dell’imminente separazione. Eppure in dieci giorni tutto può cambiare: perché per Teresa e Jacopo il dolore per quella perdita è come un appuntamento con il destino, che può riannodare i fili della loro storia o allontanarli per sempre. L’ultima occasione per riscoprire la forza inestinguibile dell’amore. Con la consueta capacità di parlare al cuore di ogni donna, Maria Venturi ci regala una storia intensa e commovente sul potere dei sentimenti. E ci ricorda che è sempre possibile ricominciare ad amare.

Per il grande pubblico resterà per sempre “quella del Trio”, legata a personaggi come la “Signorina Carlo” e la sessuologa Merope Generosa. Superato un serio problema di salute, Anna Marchesini ha scoperto una nuova faccia della sua anima artistica. Quella della scrittrice. Ecco allora “Il Terrazzino dei gerani timidi”, grandissimo successo editoriale (Rizzoli, pag. 240, € 17,50), con ben otto edizioni raggiunte. Per la bambina che attraversa le pagine del racconto, come per ogni bambino, le espe-rienze sono tutte prime volte, che si tratti di avvertire il frullo d’ali di una farfalla che trema dentro le sue dita e poi ruzzola a terra senza vita, oppure del timore permanente che anche la mamma farà come quella farfalla. La vita scoppia den-tro la sua minuscola esistenza, la vita sì, ma anche la morte, tuttavia le cose, le voci, le impressioni e le vite degli altri non si possono sentire nel tramestio quotidiano che scorre col tempo dell’orologio. La bambina che abita “Il terrazzino dei gerani timidi” scopre che può ascoltarle nel silenzio immenso in cui annega quell’angolo di casa affacciata sui tetti, il luogo solitario che col tempo diventerà la sua stanza tutta per sé. Proprio quella bimba in silenzio assisterà alla nascita del sogno e ancora per lei, seduta là dove solo regnano silenzio e piccioni, final-mente emergeranno, vita della vita, la poesia, gli scrittori, la letteratura e le pa-role dei libri, la scoperta che le vite sbucciate e naufragate, che nella realtà non fanno che nascondersi, che cessare di amare, invece nel sofisticato rammendo che l’arte è in grado di ricamarvi intorno, possono diventare esistenze immortali. Così scrivere un libro in cui custodire quel silenzio diventa il sogno della bam-bina, un sogno che solo i gerani conoscevano e hanno sempre tenuto nascosto.

UNA BAMBINA DAI GRANDI SOGNI, PER LA SECONDA VITA DI ANNA MARCHESINI

L’AMORE CHE RINASCE DAL DOLORE. IL NUOVO SUCCESSO DI MARIA VENUTI

L’ANGOLO DEL LIBRO

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MARIO BIONDI

EUGENIO BENNATO

ELISA

MORGAN

NICCOLÒ FABI

CAPAREZZA

SIMONE CRISTICCHI

GIANNA NANNINI

Gran Teatro (Rm)

Teatro Quirino (Rm)

Teatro Augusteo (Na)

Arenile Reload (Na)

Teatro S.Francesco - Scafati (Sa)

Meeting del Mare – Marina diCamerota (Sa)

Stazione Birra (Rm)

Palamaggiò – Castelmorrone (Ce)

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LIVEM

aggi

o

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in collaborazione con

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MA COSA SI SONO MESSE IN TESTA?Cosa ne pensate dei cappelli da donna? Vi faccio questa domanda perché proprio in questi giorni abbiamo vissuto un evento in cui questo accessorio

era espressamente d’obbligo. Sto parlando del tanto atteso e tanto pubblicizzato matrimonio tra il principe William e Kate. Le invitate che vi hanno preso parte assolutamente non si sono potute sottrarre a questa consuetudine tutta inglese e tanto cara alla regina. Forse per noi non è un accessorio di primaria importanza, se non per ripararci dal freddo in inverno, ma per le donne inglesi presentarsi ad un evento

di tale rilievo senza cappello rasenta l’indecenza e per questo motivo il 29 aprile se ne sono visti di tutte le forme e di tutti i colori. Nella categoria dei classici rientrano di certo quello della regina Elisabetta, anche se di un colore giallo molto luminoso, quello di Camilla e quello della mamma della sposa che a sorpresa devo dire ha stupito tutti per la sua eleganza. Molto belli e femminili quelli di Letizia di Spagna dalla forma tondeggiante e di un delizioso color rosa, quello grigio perla e dalla falda ampia di Charlene Wittstock, fidanzata del principe Alberto di Monaco. A vincere lo scettro della stravaganza e del cattivo

gusto sono state di sicuro Beatrice ed Eugenie, figlie del principe Andrea, che hanno optato per dei copricapi non proprio consoni data la portata dell’evento; sullo stesso genere si sono tenute anche Victoria Beckham e Tara Palmer, tutte creazioni dello stilista Philip Treacy (compreso quello di Camilla) noto per la sua originalità e per aver reinvetato e dato nuova vita ad un accessorio classico per eccellenza. Vedere una donna che indossa un cappello fa un effetto un po’ strano di questi tempi, in cui andiamo sempre di fretta e non sarebbe molto pratico indossarlo tutti i giorni, ma una volta era un elemento dell’abbigliamento a cui una signora elegante non poteva rinunciare, abbinato ad un tailleur fa sempre la sua bella figura, rende il look più completo e più affascinante anche se, come dimostrato, non bisogna essere per forza duchesse, contesse o principesse per essere davvero eleganti.

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L’ANGOLO DELLA

di Nica Crisci

MODA

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nota biografica

Marcondiro, più che la storia di un ragazzo talentuoso che segue la propria passione, sembra una favola, la favola di qualcuno senza nome che per magia realizza un so-gno. Chi è Marcondiro veramente?“Marcondiro è un bambino cresciuto. Questa potrebbe essere la risposta, sebbene laconica. Ma in realtà amo iniziare con la congiunzione e finire con una sospensione quando scrivo e parlo e disegno. Beh (come direbbe la pecora in cima al gregge) “far musica” è un’ impellente esigenza, non un perseguimento di un sogno. Il mio sogno (uno dei…) è di certo quello di poter vivere un’epoca più stimolante e meno banale di questa che stiamo tutti vivendo. Lo realizzerò forse il giorno in cui deciderò di coltivare la terra come coltivo i miei pensieri. Continuerò a scri-vere musica, come ho scelto di fare da tempo, come terapia ai miei sogni, nel cuore della notte, per ricostruire il mio percorso quotidiano”.

Perché Marcondiro? Qualche reminescenza infantile? “Tante reminescenze. La più frequente fu quella di mia nonna, che mi cantava la storia di un orso ballerino, di nome Marco, il seguito dalla canzoncina, in forma responsoriale, ho sempre pensato fosse stata scritta dai grandi, dagli adulti, per abituare i bimbi alla guerra. Io non l’ho mai cantata, “Oh che bel castello”, no mai! Mi piaceva sentirla da Lei. Un giorno il suo testo fu un ottimo spunto per una riflessione”.

Dopo, incontri con maghi e maestri, e gra-zie alla intro-ispezione di te stesso, il tuo più grande maestro, il sogno, si realizza. Un album, 13 brani, la collaborazione di com-

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MARCO

NDI

RO

di Wanda D’Amico

scheda tecnicaNOME E COGNOME: Marcondiro NOME E COGNOME: Musico e Musicante NATO A: CosenzaETÀ: 34PROFESSIONE:Cantore Post-Moderno

pagni di viaggio degni della tua realtà. Ci racconti l’esperienza?“Questo disco rappresenta la realtà del momento che sto vivendo, come direbbe un mio caro amico: sempre in viaggio. Ed è il primo compagno, quello ideale, poiché mi aiuta a ri-cordare le cose da portarci dietro e quelle da lasciare, è mia moglie. La gestazione del disco è stata lunga e dura, ma divertentissima, anche grazie alle persone che hanno lavo-rato e lavorano al progetto Marcon-diro. E’ un progetto di vita in arte, in atto. Alcuni di quelli che hanno collaborato alla produzione di questo progetto, come Angelo Cioffi, mi se-guono da tempo, altri come Angelo Di Martino hanno lo hanno accolto solo da poco tempo con piena consa-pevolezza, riconoscendo lo stile ed il linguaggio. Palando dello Stile, seb-bene abbia profonde radici nella cul-tura popolare (cosa che rende molto fruibile le canzoni), ha ramificato, attraverso le avanguardie musicali e testuali che mi hanno accompagnato nella crescita, un tipo di legno adatto alle ribalte del teatro di sperimenta-zione e ricerca costante. Anche se, citando uno dei miei brani siamo lon-tani dal mondo attuale fatto di “ve-locità della comunicazione, che ha superato quella della luce… e più che mai esiste l’ incomunicabilità”. I miei attuali “menestrelli” di viaggio sono un gruppo di lucidi pazzi musi-cisti, che mi trascineranno sui palchi dello SpettAttore Vivo”.

Sei innamorato della lingua ita-liana, oltre che della musica. Ti piace usarla per creare profondi punti di domanda a fraseggi ma-gici. Quanto è importante per un musicista/cantante, conoscere bene l’uso delle parole, per non cadere nella banale scusa della “licenza poetica”?“Banalmente ti rispondo: Molto! È fondamentale! Con una buona co-noscenza della lingua non perdi mai la strada. C’è una sorta di sicurezza che ti acompagna sempre”.

Tempo fa hai messo su uno spet-tacolo “Radioconcerto” un tribu-to alla radio italiana: quanto è stata importante la radio in pas-sato e che ruolo ha nell’attuale?“Lo spettacolo mi ha fatto capire l’impatto che hanno le grandi canzo-ni italiane nelle persone, che siano emigranti o immigrati e mi ha dato l’opportunità di suonarle all’ estero. In Canada o a Dublino, l’esperienza mi ha fornito non pochi termini di paragone col modo di fare e vivere la musica nel nostro paese. Poco dopo ho avvertito l’esigenza di pro-porre musica scritta da me, anche

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nota biograficanota biograficaUna magia che non si spegne mai quella del cantautore cosentino. Le storie di una nonna, un pianoforte giocattolo, la voglia di vedere il mondo con altri occhi lo hanno accompagnato nell’unica scelta sensata per un talento come lui: cantare storie. Questo è il destino di un bambino eternamente tale, ed è tra le righe di quest’intervista che si esprime la massima cura nell’uso delle parole che creino la magia più intensa, proprio nel raccontare di se. Ed è lo studio della musica, prima con maestri privati, ma prediligendo sempre il metodo di autodidatta poi, al D.A.M.S. dove si specializza in Etnomusicologia. Le strade percorse sono diverse, fatte di incontri speciali e esperienza degne di essere raccontate, arrivando ad oggi dove un punto fermo e fondamentale nel percorso di formazione musicale è l’incontro con Angelo Cioffi, suo mentore da sempre, col quale ha realizzato diversi provini ed in fine le registrazioni del disco di debutto: “SpettAttore”. Nel 2009 conosce Angelo Di Martino col quale stabilisce un solido rapporto di stima e amicizia e lavora alla pubblicazione dello stesso album. Un lavoro divenuto realtà proprio in queste settimane. Storie e sogni che si trasformano in musica.

a questo mezzo di comunicazione, anche per capire quanto sia comunicativa. La radio è sempre stata per me una scatola magica, attraverso cui scoprire nuovi paesaggi sonori e visionari. Le radio oggi, nella maggior parte dei casi, sono poco coraggiose e poco Radiofoniche!”.

Quanto l’attuale scenario italiano ha influenza-to la composizione del tuo album?“Quasi niente, o quasi molto, volutamente troppo poco in realtà. Le canzoni sono autobiografiche e a volte scritte in automobile, mentre osservavo scorre-re il paesaggio del nostro magnifico territorio, vitu-perato dall’ignominia dell’ignorante incuranza del

suo popolo. Ma la rigogliosa natura che lo investe, supera il clamore ed il chiasso del traffico. È superba bellezza di cui siamo fatti”.

Hai qualche idea particolare per la promozione dell’album?“Andrò ad incontrare la radio, in un tour che inizierà a Maggio, per raccontare qualche favola su qualche pezzo di canzone”.

Il tuo sogno nel cassetto?“Non so come c’è finito”.

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Franco come è nata la tua passione per la musica come ti sei ritrovato davanti a un microfono?“Precisamente non lo so, sicuramente da molto piccolo, in casa si ascoltava tanta musica. Credo, poi, che abbia influito la passione per il mezzo radio, che mi è nata che ero praticamente in fasce. Poi ci sono gli incontri segnati dal destino. Ho avuto la fortuna di frequentare da piccolissimo una radio locale che stava proprio di fronte casa mia (Radio Arci) e,quindi, tutto il resto diciamo che è avvenuto di conseguenza, come ritrovarsi davanti ad un microfono a condurre un programma per bambini a 13 anni. Quello è stato il primo capitolo della storia”.

Il pomeriggio di Kiss Kiss Italia è sotto il tuo segno. Intrattenere è la tua dote migliore? Cosa significa andare in onda tutti i giorni?“Diciamo pure che come intrattenitore me la cavo, vista anche l’esperienza di tanti anni. Sono un fortunato che fa il lavoro più bello del mondo e come tutti quelli che amano il proprio lavoro ci metto passione e tutto me stesso. Credo che la gente questo lo “senta” ascoltandomi. E poi sono un “drogato” del microfono, quando

sono “on air” vivo sicuramente un dei più bei momenti della giornata: mi piace parlare alla gente, ed essere in onda tutti i giorni è per me un appuntamento irrinunciabile”.

Che giudizio possiamo dare di questi primi mesi musicali del 2011. Come è la qualità dei prodotti e chi ti ha colpito maggiormente?“Sto ascoltando musica davvero molto buona. In Italia si vive un buon fermento fatto di proposte sicuramente interessanti e di qualità, con produzioni che hanno un respiro molto più internazionale rispetto al passato (una tendenza che si avverte già da un pò). Non a caso le classifiche di vendita vedono tra le prime posizioni più produzioni italiane che internazionali. A parte i soliti Lorenzo, Vasco, Liga e altri big, mi ha colpito molto Raphael Gualazzi”.

Come è cambiato in questi anni in modo di fare radio? Come vivi l’invasione tecnologica nel settore? “La radio è sicuramente più interattiva, gli ascoltatori sono non solo fruitori, ma anche protagonisti del mezzo. Ormai la radio è sbarcata sul web, in tv e si sono

1976-2011 : A oltre trent’anni dalla nascita delle prime emittenti libere va in onda sulle frequenze di Radio Set una rubrica dedicata a speaker e dj’s che hanno fatto la storia delle radio private.

E’ la voce per eccellenza del pomeriggio radiofonico. Una carriera lunghissima trascorsa davanti ai microfoni e alimentata sempre della stessa passione. Con tanta musica, curiosità e appuntamenti da non perdere, tiene compagnia il suo pubblico sulle frequenze di Radio Kiss Kiss Italia con il suo programma contenitore. Franco Simeri e il mondo della radio si sono incontrati oltre trent’anni fa. Da allora non si sono più lasciati.

di Vincenzo Lombardi

Nome e Cognome: Franco SimeriNato a: Saviano (NAEtà: 20 anni da 23 anni!!!Segni particolari: Bellissimo? Noooooooo… forse meglio simpatico!!! Professione: Speaker, conduttore radiofonico

CurriculumAttuale programma: “Ciao Ciao Italia” su Radio Kiss Kiss Italia (dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 17, il sabato dalle 15 alle 18)Curriculum Radiofonico: dal1980 al 1990 su Radio Arcidal1990 al 1991 su Radio Punto Zerodal 1991 al 1993 su Radio Club 91dal1993 al 1996 su Radio Antenna 1dal 1996 al 2009 su Radio Kiss Kissdal 2009 a oggi su Radio Kiss Kiss Italia

FRANCO

SIM

ERI

scheda personale

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aperti scenari fino a ieri inimmaginabili. Resta la magia delle voci che la rendono viva, ma forse ha perso un pò del mistero che intrigava e accendeva la fantasia di chi ascoltava e provava ad immaginare come fosse chi stava dietro al microfono. La tecnologia ha reso sicuramente più facile e veloce la realizzazione delle produzioni”.

Parlaci un po’ della linea editoriale di Kiss Kiss Italia.“E’ una radio molto vicina alla gente, chiaramente legata a temi di attualità. Musicalmente propone i grandi successi italiani ed è molto attenta alle novità più interessanti. Una radio che vive la musica a 360 gradi spaziando tra passato, presente e futuro”.

Da qualche stagione la radiofonia non è legata solo alla musica e tanti nomi del mondo dell’informazione si concedono una “trasferta” nell’etere: cosa ne pensi?“Ben vengano i giornalisti che grazie al proprio bagaglio di esperienza dal mondo dell’informazione portano un contributo di idee ed opinioni. Ben diverso il discorso per i “televisivi” (conduttori,

vallette, veline) che sbarcano in radio. In tanti non hanno proprio idea di cosa sia la comunicazione radiofonica, che è nettamente diversa da quella televisiva. Resto dell’idea che chi nasce radiofonico riesce a fare bene anche la televisione, ma non si può dire lo stesso per chi fa il percorso inverso”.

Franco ci salutiamo chiedendoti un consiglio per i giovani che sognano di fare radio e che attualmente credono che tutto si possa conquistare con estrema facilità.“Innanzitutto grazie per la bella chiacchierata e speriamo di ritrovarci presto con altre cose da dire. Ai giovanissimi la prima cosa che mi viene di dire è che di facile nella vita in genere non c’è nulla, ancor di più nel nostro mondo. Ci vuole chiaramente talento, fantasia, una buona voce, una grande passione, credere in quello che si fa e non arrendersi ai primi ostacoli, grandissimo sacrificio, una sana consapevolezza delle proprie capacità, ma mai credersi arrivati e avere sempre voglia di migliorarsi. In bocca al lupo, un saluto affettuoso a tutti e fate i bravi…ma non troppo!!!”

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i tuoi brani preferitii tuoi brani preferiti1) “Un giorno credi” Edoardo Bennato 2) “Music” John Miles3) “Overjoyed” Stevie Wonder

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ANTIPASTO D’ESTATE CON DUE REGINE DELLA SCENA

ELISA & GIANNA:L’ENERGIA E’ DONNA!NAPOLI A TEATRO CONDA VINCI E RANIERI.

di Alfonso Papa - [email protected]

Pa lc oScena&

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La bella stagione apre le sue porte e l’offerta musicale ci conduce ad un mese di importan-ti appuntamenti. Doppia attesissima data (9

e 10 maggio) al Teatro Augusteo di Napoli con la sorprendente tournèe “IVY I & II” di Elisa. L’ar-tista di Monfalcone porterà in ogni città un dop-pio show, ciascuno con una propria scaletta, de-dicando al pubblico due concerti tra loro diversi. Il tour giocherà su due degli elementi primari della natura: “acqua” e “fuoco”, e le atmosfere nordiche e sognanti del primo dei due eventi, lasceranno il posto a quelle calde e terrene dell’evento successi-vo. Arrangiamenti acustici ed un suggestivo coro di voci bianche guideranno il pubblico in entrambe le situazioni, che si differenzieranno non solo nel re-pertorio, ma anche nella strumentalizzazione, che accompagnerà la straordinaria voce di Elisa. Luci “calde” e “fredde” si alterneranno nei due appunta-menti mentre su un maxi schermo posizionato alle spalle della cantautrice scorreranno immagini av-volgenti di suggestivi spazi naturali. Un unico piano sequenza dove la natura apparirà incontaminata, talvolta inondata di luce o appena percettibile tra le ombre di un crepuscolo d’inverno. Ruscelli, neve, ghiaccio e vento in un appuntamento e sole, luce, fuoco e terra nell’altro in una sorta di giardino zen.Dopo aver aperto l’anno musicale con il suo nuo-vo album (e la maternità tanto discussa arrivata a 54 anni), sbarca al Palamaggiò di Caserta arriva l’ “Io e Te Tour 2011” di Gianna Nannini. Si trat-ta di un live che sta riscuotendo grande successo in tutte le tappe programmate, con appuntamenti in alcuni casi triplicati. La tappa casertana si pre-annuncia accompagnata dalla consueta ventata di energia della cantautrice senese che avrà come opening act un’ospite d’eccezione come Emma, vin-citrice nel 2010 di “Amici” e seconda classificata con i Modà all’ultimo Sanremo. Il 24 Maggio 2011 al Teatro Augusteo di Napoli entra in scena il gran-de jazz con il pianista milanese Stefano Bollani, giudicato dalla critica una delle personalità musi-cali più importanti del mondo, soprattutto alla luce dei suoi recenti successi discografici e concertistici con il maestro Riccardo Chailly e la straordinaria Orchestra del Gewandhaus di Lipsia. In provincia di Salerno (precisamente al Teatro San Francesco di Scafati il 26 maggio), serata da non perdere con il ritorno sul palco di Niccolò Fabi, a meno di due anni dal tour di “Solo un uomo”, album da lui stesso definito “un nuovo inizio, una nuova vita” e dopo il progetto benefico “Parole di Lulù”. Il tour primaverile lo vede, per la prima volta nella sua car-riera, da solo sul palco per un concerto essenziale ed intenso, in cui cade l’ultimo velo che separa il musicista dai suoi ascoltatori. Niccolò sceglie di ci-mentarsi in uno spettacolo che si trasformerà in un abbraccio. E’ il suo modo di ringraziare il pubblico che lo segue e lo sostiene da sempre, restituendo emozioni, come solo un artista riesce a fare, in un concerto dove la potenza della parola, di cui Niccolò è abile plasmatore, si presta a raccontare l’uomo nei suoi aspetti più alti ma anche più bassi.Nel maggio musicale da sottolineare anche il con-certo di Caparezza al Meeting del Mare di Mari-na di Camerata (29 maggio). L’artista di Molfetta presenta i brani del suo nuovo e apprezzato Cd, “Il Sogno eretico”.

Ultimi battiti per le stagioni teatrali, giunte ormai al traguardo della loro programmazione. Sul palco-

scenico dell’Augusteo di Napoli arrivano in asso-luto due assi con i loro nuovi spettacoli. Sono loro gli eventi principi di questo mese. Sal Da Vinci pre-senta “Napoli, chi resta e chi parte” (in scena dal 13 al 22 maggio), in un grande sforzo produttivo che si avvale di orchestra dal vivo e corpo di ballo. Dopo 35 anni ritorna in scena uno spettacolo culto degli anni 70 che ha consacrato al successo atto-ri del calibro di Massimo Ranieri e Angela Luce allora giovanissimi e promettenti artisti. “Napoli, chi resta e chi parte”, è stato uno spettacolo di Giuseppe Patroni Griffi basato su due atti unici di Raffaele Viviani. Lo spettacolo ritorna in scena con la direzione del progetto affidata al grande Arman-do Pugliese, e passando il testimone di quello che fu il ruolo di Massimo Ranieri ad un artista anch’e-gli napoletano, nella sua poliedrica figura di attore e straordinaria voce, Sal Da Vinci, che si cimenta per la prima volta in un testo di Raffaele Viviani, affiancato da un cast di bravissimi attori e cantanti tra i quali Tonino Taiuti, Gaetano Amato,Lalla Esposito, Patrizia Spinosi, Ciro Capano, Mario Aterrano. Trait d’union tra passato e presente sarà la presenza del bravissimo e ormai veterano Gigio Morra, l’unico a poter vantare di aver partecipato ad entrambe le edizioni. Due atti unici, “Scalo ma-rittimo” e “Caffè di notte e di giorno” che rappre-sentano a pieno la straordinaria scrittura – denun-cia di Raffaele Viviani. Con un Sal Da Vinci atteso dall’ennesima importante prova della sua carriera.

Tre giorni di repliche eccezioni, sempre all’Augusteo dal 27 al 29 maggio, per Massimo Ranieri con lo spettacolo “Chi nun tene curaggio, nun se cocca cu ‘e femmene belle”. Anche in questo caso orche-stra dal vivo per supportare Ranieri nel suo nuovo recital. Un viaggio dedicato ai mille significati del coraggio: i protagonisti, però, non saranno i vinci-tori e gli eroi, ma gli ultimi e i sognatori: gli uomini e le donne cantati dalla musica di Luigi Tenco e di Pino Daniele; o dal teatro di Raffaele Viviani e Giorgio Gaber. Tra canzoni e monologhi non man-cheranno i colpi di scena: nel recital, Ranieri andrà oltre il repertorio della canzone napoletana, inter-pretando brani dei più celebri cantautori italiani e internazionali: da Fabrizio De Andrè a Giorgio Ga-ber, da Charles Aznavour a Violeta Parra.

Dal 5 al 15 maggio, torna al Teatro Cilea di Na-poli un campione della risata. Biagio Izzo porta in scena “Guardami Guardami”, il suo ultimo lavoro. Una farsa dell’amore con uomini e donne al centro. Un gioco che si ripete da sempre ma che trova nuo-vi spunti di fronte ad una società in continua tra-sformazione. La vita coniugale di una giovane cop-pia fa da sfondo alla storia dove i protagonisti sono lui e lei. Una commedia, la vita, tutta da ridere, con uomini e donne, polarità opposte ma complemen-tari, alla ricerca perenne di una dimensione dove si possano incontrare; con lei sempre più convinta che, nonostante tutto, “l’amore è l’essenza della vita e guai a chi me lo tocca”; e lui sempre più proteso ad affinare l’arguzia, l’astuzia, l’espediente; a spe-rimentare nuove soluzioni, in cerca dell’invenzione geniale, del “rimedio”. Questa volta il colpo di teatro è un fluido che, attraverso lo sguardo magnetico, il movimento delle mani e il suono della voce, con-sente a Biagio di addormentare le sue donne. Lui dice “guardami…guardami…” e queste cadono ad-dormentate ai suoi piedi… © Riproduzione riservata

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“GOD IS WOMAN”: ARTE, CULTURA E SPETTACOLO SCENDONO IN CAMPO IN NOME DELLA SOLIDARIETA’

rubrica a cura di Gaetano Ippolito

Il Laboratorio di “Terra di Cinema” è costantemen-te aperto alle varie realtà artistiche e culturali, in perenne movimento in lungo e in largo per i vari

territori fisici e mentali. Movimento e cinema hanno tanto in comune. Così il lungo viaggio della ricerca e della sperimentazione ci porta a fare una sosta davanti la porta di “God is Woman”. Un marchio (ma sarebbe più opportuno dire un progetto) che è sinonimo di creazione, creatività, ricerca del senso delle cose, nonché ricerca dell’anima, la più anti-ca delle ossessioni. Su queste idee si plasma “God is Woman”. Affermazione oppure eterna domanda: ad ognuno la risposta più appropriata. “God is Wo-man” è una manifestazione di cultura e solidarietà nata nell’ambito della rassegna Terra di Cinema ed

organizzata dalla LittleBlackDress, e dall’Osserva-torio sulla Famiglia (con il nostro magazine partner del progetto). Lo scopo dell’iniziativa è quello di rac-cogliere fondi per il reparto di pediatria neonatolo-gia dell’Ospedale S. Orsola di Tharaka in Kenya (www.tharakahospital.org), realizzato grazie al con-tributo di vari enti, associazioni ed organizzazioni della provincia di Caserta. L’ospedale attualmente si trova in gravi difficoltà economiche per mancanza di fondi e rischia la chiusura. L’ Ospedale S. Orsola di Tharaka è entrato in funzione presso la missione cattolica di Matiri (Tharaka District – Kenya) il 5 ottobre 2003 ed è stato ufficialmente inaugurato a fine gennaio del 2004. La sua realizzazione è frutto di una collaborazione avviata nel 1999 tra l’Associa-

IL MONDO DELLE DONNE E QUELLO DEL CINEMA SI UNISCONO IN UN NUOVO ENTUSIASMANTE PROGETTO. MODA E CELLULOIDE A BRACCETTO NELLA RACCOLTA FONDI A FAVORE DI UN OSPEDALE PER I BAMBINI DEL KENYA. SERATA – EVENTO IL 17 MAGGIO AL CINECLUB VITTORIA DI CASAGIOVE.

a cura di

servizio a cura di Gaetano Ippolito

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zione “Emiliano De Marco On-lus” di Ferrara ed “A.V.I. Onlus” di Montebelluna. Un progetto che nel tempo ha finito per coin-volgere anche altri soggetti pub-blici e privati come l’Associa-zione Italiana Soci Costruttori – I.B.O. ONG di Cassana (FE), Associazione “Mano Tesa per Tharaka” di Caserta, i Missio-nari Laici Consolata di Nervasa (TV), vari enti locali tra i quali i comuni di Ferrara, la Provincia di Ferrara e Montebelluna (TV). Questa grande scommessa sarà presentata al pubblico il pros-simo 17 maggio in una sorta di serata-evento che si articolerà in più parti. Il tutto si svolgerà presso il Cineclub Vittoria di Casagiove (CE). Due le sezioni principali. Il convegno che si terrà dalle 18 alle 20, per poi passare alla serata spettacolo che comince-rà alle 20.30. Elemento fondamentale dell’evento, oltre i contenuti umanitari a favore dell’Ospedale S. Orsola di Tharaka, è la collaborazione, insieme creativa e solidale, tra Alessia Caliendo, titolare di LittleBlackDress, marchio casertano promoto-re dell’iniziativa e Titti Malorni, componente della cooperativa sociale “NewHope”, nata da “un sogno” della comunità Rut che gestisce un centro per gio-vani donne migranti che lavorano presso la coope-rativa. La collezione presentata durante la serata è frutto di questa collaborazione. Durante la serata esporranno Assunta Improta e Titti Russo. As-sunta Improta realizzerà la performance di aper-tura dell’evento serale e rappresenterà attraverso gesti e luce la sacralità della donna e dell’essere umano; mentre un quadro di Titti Russo, uno de suoi “volti africani” di donna, sarà messo all’asta ed il ricavato interamente devoluto. Saranno inol-tre mostrati gli scatti del dottor Bruno Santoro presenti anche nel libro “Una mano tesa per Tha-raka”. L’area stand ospiterà un corner informativo sull’evento, un’area libri ed uno spazio dedicato alla degustazione di tipici africani. Naturalmente spazio anche al cinema con il documentario “Da-spu” di Valentina Monti, la storia di un gruppo di prostitute a Rio de Janeiro, che combatte per il riconoscimento dei diritti e per ridurre il pregiudi-zio nei propri confronti, creando una griffe capace di invadere le sfilate di moda brasiliane. Donne che si ritrovano a calcare le passerelle internazionali e a trasformarle in importanti occasioni di visibili-tà per la loro causa. Valentina Monti, giovane e talentuosa regista del documentario, ci proietta in questa straordinaria storia di riscatto dallo sfrutta-mento e dal pregiudizio. Una storia che vede come sfondo un Brasile in cui convivono malessere e straordinari esempi di rinnovamento sociale. Tutto questo è “Daspu”, marchio di moda realizzato da prostitute brasiliane ed ispirato dalle loro vite. Il nome non è casuale, ovviamente. Infatti si tratta di una sigla nata dall’abbreviazione di “Das Putas” che significa letteralmente “delle puttane”. Questa trovata nasce con lo scopo di promuovere un’esi-stenza più dignitosa anche per loro. Ma parla in ge-nerale a tutta quell’umanità schiacciata mostrando che esiste una strada, in questo caso “creativa” che può cambiare e scardinare le regole del gioco. La prima collezione si è intitolata “Strada 69” ed è sta-ta ispirata al cliente tipo, cioè il “camionista”, colui che passa e non torna. Abiti colorati e molto “brasi-liani” ma senza essere volgari perché nonostante il

nome provocatorio, la collezione è rivolta a tutte le donne. Nata con intenti militanti l’idea ha presto spopolato, portando al successo inaspettato queste giovani e fan-tasiose ragazze brasiliane.“Doveva essere un documentario, una ricerca, alla fine “Daspu” si è rivelato anche una terapia per le ragazze. Mettendole sotto i riflet-tori l’associazione ha fatto molto per la loro autostima. Quelle che si vendevano la sera nelle strade più squallide di Rio – ha racconta-to Valentina Monti in un servizio su “Repubblica” – per qualche ora sono trattate come star. Hotel di lusso, servizi fotografici, viaggi in aereo, le ragazze di Daspu vivono un sogno e suscitano l’invidia delle colleghe che dividevano con loro il

marciapiede. Se il successo mediatico e commercia-le del marchio è innegabile, il suo impatto sociale e politico resta difficilmente misurabile”. La giovane regista come per altri suoi lavori, riesce a scavare dentro le viscere di un’umanità dolente per scoprivi la forza inestinguibile della volontà di rinnovamento. La serata del 17 maggio al Cineclub Vittoria di Casagiove si arricchirà con un fram-mento della “Corale dei nomi propri” di Michele Pagano, storia di sei donne, sei “nomi propri” che si incontrano in una “corale”; sei storie vere ed im-maginate che si intrecciano, tra fasci di luce e bui profondi, in una sinfonia del dolore e del riscatto.

UN APPUNTAMENTO CONLE DONNE GRANDI

PROTAGONISTE.LA STILISTA ALESSIA CALIENDO

PRESENTERA’ LA NUOVACOLLEZIONE DELLA“LITTLEBLACKDRESS”,

MENTRE CON LA REGISTAVALENTINA MONTI

SI ACCENDERANNO IRIFLETTORI SUL

DOCUMENTARIO “DASPU”,STORIA DI EX PROSTITUTE

BRASILIANE CHE FONDONOUN MARCHIO DI ABBIGLIAMENTO

CON GRANDE SUCCESSO.

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DAL MANICOMIO ALLA RICONQUISTA DELLA VITA: IL PERCORSO INVERSO DEGLI “INVISI-BILI”

DAL 27 AL 29 MAGGIO OFFICINA TEATRO E TERRA DI CINEMA SI UNISCONO PER DARE VOCE A CHI TROPPE VOLTE VIENE MESSO IN DISPARTE IN QUESTA SOCIETà. UN PICCOLO GRANDE EVENTO INCASTONATO NELLO SPLENDIDO SCENARIO DI SAN LEUCIO A CASERTA.

Officina Teatro e Terra di Cinema insieme per un grande progetto, una tre giorni dedi-cata alla malattia mentale con incontri, di-

battiti, documentari, testimonianze, mostre, spetta-coli. Il tutto concentrato all’interno di “INVISI-Bili”, un piccolo grande evento che avrà luogo dal 27 al 29 maggio presso Officina Teatro la struttura che sorge in quel di S. Leucio a Caserta (via dei Platani Antichi), dove si fabbrica arte, cultura e spettaco-lo. Michele Pagano (direttore artistico di Officina) non ha perso tempo nel definire “INVISI-Bili” come “Percorsi inversi: dal manicomio alla riconquista del-la vita”.

La malattia mentale spaventa la società al punto che, pur rappresentando uno dei gravi problemi che investe le nuove generazioni e la sanità pub-blica, è un argomento di cui non si parla e a cui i media dedicano poco spazio. Si sente parlare spes-so di opere caritatevoli, assistenziali, o di progetti legati al “no profit” per la riabilitazione delle tos-sicodipendenze o delle patologie fisiche, ma rara-mente la questione della cura e del reinserimento reale dei malati mentali riscuote l’interesse che gli dovrebbe essere prestato. Quest’orizzonte culturale contribuisce ad emarginare, e a lasciare senza dirit-ti, il malato mentale. Ritenuto incurabile e perico-

servizio a cura di Gaetano Ippolito

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loso, egli rappresenta, per la famiglia, una tara di cui vergognarsi e un business per chi, indisturbato, lu-cra sul problema, organiz-zando servizi sanitari che di riabilitativo hanno solo il nome ma che, di fat-to, offrono una riedizione meno cruenta dei vecchi manicomi. Purtroppo, il malato psichico, ignorato, indifeso, maltrattato, abu-sato, deriso, non impieto-sisce l’uomo moderno, in quanto rappresenta una realtà troppo distante dai luoghi comuni della nostra cultura. Per le ragioni derivanti da queste considerazioni, ma anche per una impellente necessità di parlare e far parlare del disagio psichico, anche quello confinante con il di-sturbo conclamato e irreversibile, Officina Teatro, in collaborazione con Terra di Cinema, ha orga-nizzato un ciclo di incontri, spettacoli e laboratori teatrali incentrati sul tema della follia. Con questa iniziativa ha lo scopo di arricchire il dibattito su questo tema, solitamente affrontato da tecnici, sa-nitari e politici, con contributi mediati dal mondo dell’arte e del teatro. Questo progetto racconta di come un gruppo di pazienti psichiatrici gravi in-seriti in un laboratorio di teatro, insieme ad altre persone normali, abbia gradualmente cambiato il modo di pensare delle persone che hanno lavorato con loro e persino degli operatori psichiatrici del-la residenza che li ospita. L’idea iniziale che questi soggetti dovessero essere affidati alla creatività e al sostegno degli allievi più avanzati, è stata gradual-mente soppiantata dalla constatazione concreta che essi, se inseriti in un ambiente che favorisce in modo adeguato le loro potenzialità e se sostenuti da un programma terapeutico-riabilitativo che li rende capaci di dare la giusta dimensione ai loro vissu-ti emotivi e relazionali, possono riconquistare una vita realmente autonoma, sfuggendo al loro destino di reclusi o di burattini la cui esistenza è regolata in base alle scelte ed alla creatività degli operatori che li seguono. L’opinione pubblica appare disinformata e confu-

sa sulla reale dimensio-ne sociale e sanitaria del problema. I servizi o gli scoop presentateci dai media televisivi, lasciano il tempo che trovano nella coscienza dei singoli alla stregua dei vissuti emoti-vi che suscitano i reality televisivi. Nell’ultimo seco-lo la malattia mentale ha subito nell’immaginario, diversi cambiamenti. Il malato mentale è ritenuto soggetto da recludere nei manicomi, perché perico-loso per se e per gli altri; è

considerato come soggetto sfortunato che necessi-ta di assistenza e di continuo sostegno, perchè la natura o il fato lo hanno dotato di minori capacità; è visto come persona da comprendere in quanto possessore di una sensibilità superiore alla nor-ma, pertanto incomprensibile agli occhi dell’uomo comune perché è fuori dagli schemi condivisi. Per alcuni addetti ai lavori questo cambiamento di rotta rappresenta un punto di arrivo da perfezionare e stabilizzare; per altri, invece, l’essere ancora lonta-ni dall’idea che queste persone se curate in tempo possano essere recuperate ad un’esistenza adulta e responsabile, suscita angoscia ed impotenza. Com-prendere la malattia mentale consente di riflettere sul fatto che il malato psichico, ignorato, indifeso, maltrattato, abusato, deriso, non impensierisce l’uomo del nostro tempo, in quanto rappresenta una realtà troppo distante dai luoghi comuni della nostra cultura. Egli, sotterraneamente, ci ricorda che le parole come “madre”, “ padre”, “dio”, “affet-to”, “sofferenza”, “amicizia” possono anche essere pregne di un mondo soggettivo angosciante da cui vogliamo prendere distanza, a tutti i costi. “Il no-stro progetto non si conclude quest’anno – ci raccon-ta Michele Pagano – ma rappresenta solo l’inizio di un’avventura che verrà seguita e monitorata attra-verso una serie di filmati da cui verranno montati tre documentari che a tappe annuali racconteranno la complessità del cammino che porterà i nostri amici, tra alti e bassi, a decidere se cambiare il loro desti-no”.

DIBATTI ED INCONTRIPER PARLARE DEI PROGRESSIRAGGIUNTI NEGLI ULTIMIANNI. ANCHE SE ESISTEANCORA TROPPO DISTACCOTRA L’UOMO MODERNOE IL MALATO. IL DIRETTORE ARTISTICOMICHELE PAGANO:“C’E’ ANCORA BISOGNO DI GRANDE ATTENZIONE”

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arte

“Le idee non si rifiutano, germinano nella società, poi pensatori e artisti le esprimono”.

Lucio Fontana

In Italia il patrimonio artistico-culturale è da considerarsi come uno dei più ricchi e più in-vidiati da ogni Paese del mondo. Ad ogni pe-

riodo storico vissuto si legano personalità che si contraddistinguono per il loro operato e per le loro vicende umane che hanno fatto la storia. Ci sono stati periodi di fervore e periodi di distacco emotivo nei confronti dell’arte e i momenti più dif-ficili sono stati senza alcun dubbio quelli seguen-ti alle due guerre mondiali. Interi Paesi travolti da eventi drammatici che hanno cambiato il modo di pensare e di vedere l’arte. Se nel primo dopoguer-ra c’è una ricerca affannosa nel ritorno all’ordi-

ne, nel secondo dopoguerra, si abbandona l’idea di rappresentare la realtà in modo realistico e di progettare le opere su canoni prestabiliti. Cambia la committenza: non è solo il privato a chiama-re l’artista, ma anche i musei e i centri culturali. L’esigenza di cambiare, di andare avanti spinge le personalità artistiche ad uscire fuori dai canoni tradizionali per esprimersi e dare qualcosa in più. Dal 13 febbraio al 26 giugno 2011 presso il Mar (Museo d’arte della città di Ravenna) è in corso una mostra sull’arte italiana del secondo dopo-guerra. Una mostra che racchiude opere di artisti come De Chirico, Guttuso, Fontana, Burri, Turcato,

di Marica Crisci

L’arte in mostra

L’ARTE LIBERA DAOGNI FORMA

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Sassu, Afro e altri, che hanno vissuto gli anni dei cambia-menti e probabilmente quelli più duri per poter ripartire. Tra i più innovativi e rivoluzionari di questo periodo emer-gono sicuramente Alberto Burri e Lucio Fontana. Entrambi fanno parte di quel movimento chiamato “Arte Informa-le” sviluppatosi in tutta Europa. Caratteristica principa-le di questo movimento è il rifiuto per ogni tipo di forma riconoscibile o astratta e tutto ciò che può essere definito razionale. Una forte importanza viene data alla “materia”, la quale diventa protagonista dell’opera stessa. Accosta-menti di ogni genere, liberi da ogni canone e da ogni regola: ed ecco che l’acciaio si accosta alla tela, la gomma, il vetro e i sacchi di juta. Sono loro l’essenza dell’opera. Tra le ope-re più straordinarie di Burri possiamo ricordare “Sacco” (1952), un misto di colle e juta, “Grande Rosso” (1964), pla-stica rossa fusa su tela, “Cretto di Gibellina” (1981), colata di cemento sulle macerie della città di Gibellina in segui-to ad un terremoto, lasciata asciugare e crepare al sole. L’operato di Lucio Fontana invece, vede l’innovazione dell’arte sotto un altro punto di vista: andare oltre la tela, oltre lo spazio. Famosi sono i suoi tagli su tele monocromatiche come nell’opera “Attese” (1968), oppure i buchi e graffi su tele ovali come nell’opera “Concetto Spaziale. Fine di Dio” (1963). Un periodo artistico ricco di cambiamenti, dove i nuovi concetti di fare arte si scontrano con il passato, ma al tem-po stesso aprono una strada nuova al futuro.

curiosità:

© Riproduzione riservata

sopra:Alberto Burri “Grande Rosso” (1964)

pagina a sinistra:Lucio Fontana “Attese” (1968)

sotto:A. Sassu “Via Manzoni” (1952) R. Guttuso “La zolfara” (1953)

Mostra in corso presso il Mar – Museo d’arte della città di Ravennadal 13 febbraio al 26 giugno 2011

- gli anni del secondo dopoguerra vedono la nascita del fotogiornalismo e delle icone popolari;

- nel 1944 nasce il be-bop, musica destinata a sostituire lo swing nato negli anni trenta.

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Fascino e mistero nel nuovo film di Terrene Malick con Brad Pitt e Sean Penn pro-tagonisti. “The Tree of life” è una storia tormentata, ma al tempo stesso, piena di speranza. Si tratta di una vicenda che prende spazio all’interno di una famiglia e che coinvolge diverse gene-razioni. Jack è un bambi-no di undici anni e ha altri due fratelli. Cresciuto nel Midwest dai genitori, prende rispettivamente le due di-verse attitudini di guardare alla vita; sua madre, Jessica Chastain, vede con gli occhi dell’anima, ovvero è paladi-na di una visione piena di amore e grazia. Suo padre, Brad Pitt, al contrario tenta di crescere il figlio con l’inse-gnamento di mettere la pro-pria persona davanti a tutto. Jack però troppo presto viene a conoscenza del lato oscuro della vita ammalandosi, e di-ventando quindi una persona molto delicata. È per questo motivo che quando lo ritro-viamo cresciuto, interpretato da Sean Penn, è un’anima persa nel mondo, ma riesce a intravedere qualche spiraglio di fiducia nelle parole del pa-dre, considerate troppo dure in un primo momento. Attra-verso il suo personaggio il re-gista tenta di svelare i segreti della famiglia, luogo dove si impara la verità sul mondo.

“THE TREE OF FILM”:FASCINO E MISTERO

CON BRAD PITT E SEAN PENN

Toccherà alle nuove avventure dei Pirati e al fascino di John-ny Deep risollevare un botte-

ghino che, nelle ultime settimane, ha subito il primo scricchiolio della stagione. Un calo fisiologico dovuto, anche, ai primi sapori della primave-ra, dopo i risultati raggiunti dall’in-dustria cinematografica negli ultimi sei mesi. A maggio ci sono in sala ti-toli capaci di lasciare il segno. Offer-ta multi-genere ad iniziare dall’ac-tion che sempre tanto interesse su-scita tra la fascia “giovanissimi” di spettatori. Almeno due le proposte da annotare. C’è il quinto capitolo di un titolo già radicato come “Fast e Furius”, con il ritorno di Vin Diesel e dei suoi muscoli pronti a superare nuove difficoltà. Poliziotti, malavito-si, fughe, inseguimenti e tanti rom-bi di motore per un nuovo episodio dei “pirati della strada”. Cast d’ec-cezione per “Red”, con Bruce Wil-lis nei panni di un ex agente della CIA che, incastrato in un omicidio mai commesso, si ritrova a lottare contro l’agenzia che l’ha addestra-to. Dovrà superare mille ostacoli e contare solo su pochi fidati amici, districandosi tra segreti ed inse-guitori. Protagonisti anche Mor-gan Freeman e John Malkovic. Il cinema italiano tenterà di restare nei quartieri alti degli incassi pun-tando su due titoli che uniscono la tradizione della commedia e il gene-re biografico. Vincenzo Salemme, Giuseppe Battiston e Donatella Finocchiaro sono tra gli interpreti di “Senza arte né parte”, diretto da Giovanni Albanese. E’ la storia di tre operai, di un famoso pastificio del Salento, che vengono improvvi-samente licenziati a seguito di una ristrutturazione tecnologica dell’a-zienda. Spinti dalla disperazione e dalla voglia di riscatto, decidono di provare a rifare alcune opere d’arte contemporanea. Parte una truffa in grande stile. I nostri si ritroveranno a vivere la più incredibile ed esal-tante avventura della loro vita, che

li porterà ad avvicinare, con un mi-sto di curiosità e primitiva irruen-za, il linguaggio dell’arte e il mondo delle gallerie d’arte tra collezionisti e vernissage. Torna al cinema anche Roberto Saviano dal cui racconto è tratto “Tatanka”, film incentrato sui pugili della storica e rinoma-ta scuola di pugili di Marcianise e sul loro rappresentante principe, il vicecampione olimpico Clemente Russo, che è anche tra i protagoni-sti del film. La storia si basa sulla vicenda di due amici, Michele e Ro-sario, ragazzini come tanti altri, nati e cresciuti in quello che è un vero e proprio feudo camorrista. Il primo diventerà un campione, l’altro un boss della criminalità. La loro ami-cizia sopravviverà ai casi della vita. Il 18 maggio arriva “Oltre i confi-ni del mare”, nuovo emozionante e mastodontico capitolo dei “Pirati dei Carabi”. Cambio di regia con Bob Marshall che passa alla gui-da delle navi corsare. Altra novità è la presenza di Penelope Cruz, alla sua prima apparizione tra i mari tempestosi. Nel quarto episodio Jack Sparrow si mette alla ricerca della fontana dell’eterna giovinezza, per sconfiggere nemici dai poteri sovrannaturali. Incontrerà lungo il viaggio una donna del suo passato che lo costringerà ad imbarcarsi nella Queen Anne’s Revenge, la nave del formidabile pirata Barba-nera. Da segnalare anche il ritorno di Mel Gibson con la bella inter-pretazione di “The Beaver”, storia di un presidente di un’azienda di giocattoli sull’orlo del fallimento che soffre di una grave forma di depres-sione. Quando la moglie lo caccia di casa, trova la marionetta di un castoro e inizia ad animarla. Attra-verso il “castoro”, Walter diventa simpaticissimo, un vero vulcano di energia e riuscirà a ritrovare l’amo-re della famiglia e il successo nel la-voro. La storia, però, prenderà una piega sorprendente. Nel cast anche Jodie Foster.

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CON JOHNNY DEEP NUOVA AVVENTURA TRA I PIRATI.SAVIANO CI PARLA DI PUGILATO, CRIMINALITA’ ED AMICIZIA

Vincenzo Salemme gallerista d’arte improvvisato. C’è anche il ritorno di Mel Gibson

TRA COMMEDIA, AZIONE E KOLOSSAL, UN MAGGIO RICCO DI APPUNTAMENTI

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Pirati deiCaraibi:Oltre i Confini del MareNazione: U.S.A.Genere: Azione, AvventuraRegia: Rob MarshallCast: Johnny Depp, Ian McShane, Penelope Cruz, Stephen Graham, Geoffrey Rush, Gemma Ward, Richard Griffiths, Judi Dench...Data di uscita: 18 Maggio 2011

Trama: Quando Jack (Johnny Depp) Sparrow ritrova una donna che appartiene al suo passato (Penelope Cruz), non sa bene se ha ritrovato l’amore o soltanto un’avventuriera senza scrupoli che intende usarlo per arrivare alla mitica Fonta-na della Giovinezza. La donna lo costringe ad imbarcarsi a bordo della Queen Anne’s Revenge...

Senza arte né parteGenere: CommediaNazione: Italia Regia: Giovanni AlbaneseCast: Giuseppe Battiston, Vincenzo Salemme, Dona-tella Finocchiaro, Paolo Sassanelli...Uscita: 06.05.2011

The DilemmaGenere: Commedia Nazione: U.S.ARegia: Ron HowardCast: Vince Vaughn, Kevin James, Jennifer Connelly, Winona Ryder, Channing Tatum, Queen Latifah...Uscita: 20.05.2011

Una notte da leoni 2Genere: CommediaNazione: U.S.A.Regia: Todd PhillipsCast: Liam Neeson, Bradley Cooper, Zach Galifianakis, Jamie Chung, Ed Helms...Uscita: 25.05.2011

Fast and forius 5 Genere: AzioneNazione: U.S.A.Regia: Justin LinCast: Vin Diesel, Paul Walker, Dwayne Johnson, Jordana Brewster, Elsa Pataky, Tyrese Gibson...Uscita: 04.05.2011

The BeaverGenere: Commedia, DrammaticoNazione: U.S.ARegia: Jodie FosterCast: Mel Gibson, Jodie Foster, Anton Yel-chin, Jennifer Lawren-ce, Paul Hodge,Michelle Ang...Uscita: 20.05.2011

Il primo incaricoGenere: DrammaticoNazione: Italia Regia: Giorgia CecereCast: Isabella Ragonese, Francesco Chiarello, Alberto Boll, Miriana Protopapa, Rita Schi-rinzi... Uscita: 06.05.2011

A t t e s i s s i m i

Gli incassi degli scorsi mesi sono un lontano miraggio. Periodo che celebra il trionfo fantasy – animazione con i pappagalli di Rio (sei milioni) e il 3D di “Thor” (superata quota quattro). In attesa di Cannes risultato onorevole con “Habemus Papam” di Moretti (4,5 milioni). Benino, senza colpi ad effetto, “Faccio un salto all’Avana” con Brignano. Consiglio da Oscar con il DVD de “Il discorso del re”. Film poetico e delicato su Re Giorgio VI d’Inghilterra. Anche in blue-ray.

TatankaGenere: DrammaticoNazione: ItaliaRegia: Giuseppe GagliardiCast : Clemente Russo, Giorgio Colangeli, Carmine Recano, Rade Serbedzija, Susanne Wolff...Uscita: 06.05.2011

RedGenere: Azione, CommediaNazione: U.S.A., CanadaRegia: RedCast: Bruce Willis, Morgan Freeman, Mary-Louise Parker, Helen Mirren, John Malkovich...Uscita: 11.05.2011

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Eccoli! Bellissimi e sorridenti negli studi di New Radio Network Campania nel bel mezzo delle dirette pomeridiane dell’emittente del patron Vincenzo Di Nuzzo. Hanno un volto (e soprattutto una felicità) i vincitori del grande concorso “Ora Corri al Concerto di Lorenzo”, promosso ed

organizzato da SET e NEW RADIO. Un social game che per oltre due settimane ha monopolizzato l’interesse di radioascoltatori ed utenti web sfrenati in una caccia all’ultimo voto. Un esperimento che imponeva ai concorrenti di lasciare un impronta ben marcata nel gioco attraverso un commento o un breve racconto che avesse come riferimento la

musica di Lorenzo. I cancelli del PalaMaggiò si sono aperti per Andrea Frate di Napoli che ha nettamente dominato la classifica del gioco ottenendo ben 108 “Mi piace” al suo commento. Un “post” che parla di amore e di un forte legame con una persona speciale. Un post che si snoda attraverso le parole

di “Mi fido di te”, uno dei brani più famosi ed intensi di Jovanotti. Una persona speciale per Andrea è sicuramente sua sorella Giuliana, con la quale ha condiviso la gioia della vittoria e soprattutto il fantastico show di Lorenzo. Né fidanzate, né compagne occasionali. Andrea al concerto ha voluto portare la sorella e vivere con lei tutta l’adrenalina dell’evento. “Ho usato una tattica particolare. Sono sceso in campo negli ultimi giorni di gara. Prima ho dovuto fare una sorta di campagna elettorale chiedendo a parenti, amici e conoscenti di votarmi. A conti fatti – sorride Andrea – penso che anche i nonni si siano iscritti a facebook per cliccare sul tasto “Mi piace”. Spero ci siano altre iniziative belle come queste”. A festeggiare Andrea e Giuliana le redazioni di SET e NEW RADIO NETWORK che voluto salutare i vincitori in partenza per

il PalaMaggiò di Caserta. Insieme con Stefania Salvi e Morena Servidei, deliziose padrone di casa della radio, puntuale anche la simpatia e la faccia tosta degli speaker Gigi Iazzetta e Lucia Crudelya, l’amministratore della Vision Editoriale, Domenico Ruggiero, e il “nostro” Alfonso Papa, l’uomo dei concerti in casa SET.

SET, NEW RADIO & CONCERTERIA:BENVENUTI AL CENTRO DELLA GRANDE MUSICA. GIOCA E VINCI IL “LIVE” DI GIANNA NANNINI!!

DAL WEB AGLI STUDI DELLA RADIO, FINO AL CONCERTO. ANDREA FRATE E’ IL PRIMO VINCITORE DEL NOSTRO SOCIAL GAME. UN ESPERIMENTO DI GRANDE SUCCESSO CHE SI RINNOVA NEL SEGNO DELLA GRANDE MUSICA.

servizio a cura di Wanda D’Amico

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Intanto è già tempo di volare al “Centro della Grande Musica”. SET, NEW RADIO NETWORK E CONCERTERIA sono prontissimi a rendere felici altre due persone. Radio, giornale e web tornano ad interagire per accogliere un’altra grande protagonista della nostra musica: Gianna Nannini. La cantautrice e rocker senese arriverà il prossimo 14 MAGGIO al PalaMaggiò di Caserta con il suo nuovissimo tour, nato sull’onda del successo di “Io e Te”, disco di inediti pubblicato lo scorso gennaio, all’indomani della nascita della figlia Penelope. Sempre con la formula del Social Game, ecco il concorso “SEI NELL’ANIMA DELLA GRANDE MUSICA”, che permetterà ad un fortunato di vincere DUE BIGLIETTI per l’appuntamento del 14 Maggio.

Si gioca fino al 12 maggio 2011. Basta andare sulla pagina facebook di SET (Setweb.it) troverete un post intitolato “Gianna Nannini – Nell’anima della grande musica. Scrivi un commento dedicato alle canzoni e alle emozioni della sua musica”. Nello spazio riservato ai post potete scatenarvi e parlare di Gianna Nannini. La giuria del concorso sarà costituita proprio dal POPOLO DI FACEBOOK. Gli utenti del social network, infatti, potranno giudicare con il classico “Mi Piace”, il commento più bello. Si aggiudicherà i 2 biglietti per il concerto il commento con il maggior numero di preferenze (scadenza del gioco prevista per le ore 18 di giovedì 12 maggio). Ma non finisce qui!! Accendi le frequenze di New Radio Network (89.80 Mhz in Campania oppure in diretta web all’indirizzo www.newradionetwork.it) e ascolta i programmi di Imma De Rosa (lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 10 alle 12.30), Lucia Crudelya (lunedì e martedì dalle 18 alle 20) e Gigi Iazzetta (mercoledì, giovedì e venerdì dalle 16 alle 18) durante i quali saranno letti i commenti più belli arrivati sulla pagina facebook. Inoltre saranno proprio gli speaker di New Radio Network a giudicare il commento più originale e toccante. Una sorta di “Premio della Critica” che farà vincere a due fortunati partecipanti “Io e Te”, il nuovo album di Gianna Nannini. I premi decisi dagli speaker di New Radio Network saranno assegnati il 10 e il 12 maggio e annunciati in diretta.

IL VIAGGIO VERSO IL CONCERTO DELLA ROCKER TOSCANA INIZIA SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK: VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!!

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tempo libero

DIVENTA PROTAGONISTA! Aiutaci ad arricchire la pagina dai giochi! Ti aspettiamo sul nostro face-book (setweb.it) dove puoi suggerire un gioco, un indovinello, una vignetta o qualsiasi contributo di-vertente da inserire in questa rubrica.

SUDOKU

Un tale entra in un supermercato e nota una bella donna che lo guarda con insistenza. Si fa coraggio e le chiede: “Scusi, forse ci conosciamo?” La signora risponde: “Credo che lei sia il padre di uno dei miei bambini.” Lui ci pensa su un minuto, poi gli viene il dubbio che il bambino di cui lei parla possa essere il frutto dell’unica volta che tradì sua moglie. Così chiede alla donna: “Tu sei la stripper che saltò fuori dalla torta alla festa d’addio al celibato del mio miglior amico. Cinque anni fa? Sai, quella che scopai sul tavolo di fronte alla piscina, mentre la tua amica mi frustava le natiche scoperte?” La donna lo guarda inorridita e sdegnata risponde: “No, io sono la maestra di suo figlio”

Ricerca di vigilanti per un’azienda. Il capo del personale, rivolto ad alcuni presentatisi per la selezione, dice:”Quello che ci serve e’ gente sospettosa di tutto quello che accade, vede o sente, in grado di agire fulmineamente verso tutto ciò che non va, convinta comunque che il torto è dell’altro” Uno dei presenti allora si alza e dice:”Perfetto. Domani mattina le manderò mia moglie”.

Una signora chiama il falegname perché ogni volta che passa il tram sotto casa l’armadio della camera vibra e traballa. Il falegname studia l’armadio e poi vi entra per aspettare il passaggio del tram e sentire meglio dove e’ il difetto.In quel mentre entra il marito che va a poggiare il cappotto. Apre l’armadio,vede ed urla:”CHE CI FA UN UOMO QUI NELL’ARMADIO ???” La moglie resta un attimo senza parole ed il falegname:”Senta, creda pure quello che vuole, ma io stavo aspettando il passaggio del tram”.

BARZELLETTE

INDOVINELLONon si può vedere né toccare, non si può udire né annusare. Giace dietro le stelle e sotto le colline. Riempie i vuoti buchi. Viene prima e dopo ogni cosa e termina la vita.

IL BUIO

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oroscopo2011

arietedal 21/03 al 20/04

toro

dal 21/04 al 20/05

gemelli

dal 21/05 al 21/06

cancrodal 22/06 al 22/07

leonedal 23/07 al 22/08

vergine

dal 23/08 al 22/09

capricorno

dal 22/12 al 19/01

acquario

dal 20/01 al 18/02

pescidal 19/02 al 20/03

bilancia

dal 23/09 al 23/10

scorpione

dal 24/10 al 21/11

sagittario

dal 22/11 al 21/12

M a g g i o

‘appoggio di Mercurio, Venere e Mar-

te fino a metà mese e quello inces-

sante di Giove e Urano sono davvero

rilevanti e molto stimolanti. Passio-

ne, amori, incontri e qualche addio.

Sì, anche questo è possibile con

Saturno contrario. Nelle battaglie

quotidiane vincono la sensibilità, la

dolcezza, la diplomazia. La vittoria

non è sempre assicurata al più for-

te. In generale è un ottimo mese per

l’amore.

Se devi viaggiare o intrattenere

rapporti con l’estero lanciati pure

nell’impresa senza alcuni indugio.

Con stelle così generose, tutto andrà

perfettamente. Le tue energie sono

eccezionali. Punta sul lavoro di grup-

po e su tutte le attività di squadra

che, non solo ti sono particolarmente

congeniali in questo periodo, ma for-

mano una buona base per le imprese

future. Venere favorisce le attività

artistiche, Marte quelle legate ai

viaggi e alla cultura.

Maggio si profila un buon mese per i

Gemelli, perfetto per esprimersi in li-

bertà e trascorrere giorni piacevoli in

compagnia delle persone che più ami.

In primo piano il settore delle amicizie.

Le stelle regalano buone energie, sti-

molano le qualità dell’intelletto accen-

tuando la disponibilità al confronto con

gli altri. Giove promuove espansione e

Saturno sostiene il raggiungimento di

seri obiettivi. Una particolare saggezza

e la lucidità mentale aiutano a risolve-

re situazioni affettive che si trascinano

stancamente in stato di crisi.

Con un panorama astrale di questo tipo

anche la sfera professionale gode di buo-

ne energie e solido equilibrio mentale.

Dopo mesi di ostilità il pianeta dell’in-

telletto si posiziona a tuo favore e fa in

modo che ogni circostanza si ch

iarisca,

dà la possibilità di inventare piani al-

tamente strategici, favorisce intuizioni

vincenti che permettono un salto di qua-

lità. Dopo il 15 saprai dimostrare quanto

vali anche a chi aveva dubitato del tuo

talento.

E’ ancora un buon mese maggio, che vede

però arrivare qualche nuvoletta dispettosa

nella seconda parte. Fino al 15 puoi contare

sulla fantasia, su una splendida lucidità men-

tale, un intuito finissimo che, in molte oc-

casioni accrescono la tua capacità di capire

persone e contesti. Idee chiarissime sui tuoi

progetti più intimi e sulle reali possibilità

di portarli a termine. Saturno regala stabi-

lità e concretezza, senza farti incorrere nel

rischio-noia, perché il saggio pianeta porta

benessere e tranquillità.

Ogni iniziativa professionale avviata in

questo bel mese avrà un successo futuro

assicurato. Potresti essere tra qui nativi

Vergine che si vedono offrire ciò che da

tempo aspettavano. Sta a te sfoderare

la tua competenza, la professionalità e

la grinta necessarie per non deludere le

aspettative di chi ti ha scelto. Lo stellium

di pianeti in nona casa è garante di succes-

so, espansione, e grande lucidità. Le stelle

promuovono nuove attività, ti indirizzano

su nuove strade.

Lasciato alle spalle un aprile difficile ora

le stelle promettono e mantengono un

lento ma sostanziale ribaltamento della

situazione. Metti subito a fuoco quello

che ti manca per stare davvero bene e

comincia a lavorare con risoluzione ac-

centuata. Niente tentennamenti, non

è nemmeno nel tuo stile del resto! L’a-

zione dei pianeti in quinta casa (amore,

sesso e creatività) è costruttiva, attiva,

decisa a farti vedere le realtà oggetti-

ve con occhi diversi, certamente meno

impietosi degli sguardi che hai dato nei

mesi appena trascorsi.

I moti planetari del mese dividono mag-

gio a metà. Durante la prima parte per-

sistono i benefici che ti hanno favorito

negli ultimi mesi. Ti attendono giorni

piacevolissimi sia dal lato relazionale che

amoroso. Tutto va per il verso giusto con

tante stelle che ti appoggiano e danno

concretezza alle tue azioni, danno vigore

ai tuoi sentimenti. Poi dall’11 inizia qual-

che contrarietà. Il cielo della seconda

parte, infatti, si prevede perturbato e la

tua socievolezza, la creatività espressiva

e la vitalità subiscono una piccola battuta

d’arresto.

Maggio è splendido, senza ombre

che offuscano il tuo cielo. Ogni na-

tivo Pesci potrà trarre vantaggi dai

moti planetari che si concentrano

nella terza casa (relazioni di paren-

tela, nuovi amici, comunicazione,

brevi viaggi). Le stelle ti spingono

a cercare nuovi amici, ti fanno bril-

lare in società, agevolano relazioni,

contatti, studi e affari. Nell’aria c’è

qualcosa di molto bello per quanto

riguarda l’amore, gli affetti conso-

lidati. Nel corso del mese potrebbe

riaffiorare una questione sentimen-

tale che solleva l’eterno dilemma di

chi ha torto e chi ha ragione.

L’amore dovrebbe essere fonte di piace-

re e non di drammi. Visto che le stelle

di inizio maggio sembrano indicare il

contrario, è bene da subito aggrapparti

alla tua capacità di autodifesa per af-

frontare con sicurezza i problemi. Nei

giorni critici 1,7,8,13,14 ti verrà richie-

sta un’alta dose di pazienza, di stabilità

emotiva per poter fronteggiare le sca-

ramucce delle stelle. Man mano che i

giorni passano, il cielo però si rasserena.

’importante ora è non perdere l’ottimi-

smo e la fiducia nel futuro.

Dal punto di vista sentimentale mag-

gio non segnala grandi eventi. Inizial-

mente hai un quadro tranquillo che ti

guida nelle tue faccende perlopiù di

vita pratica. Molto dipende dalla si-

tuazione personale di ognuno, ma in

generale dovresti continuare a vivere

come in precedenza, senza clamorosi

risvolti, nonostante il Novilunio del 3

si compia nella casa del matrimonio e

appoggi una svolta nelle relazioni. La

seconda parte del mese risulta invece

più impegnativa.

Con una facilità mirabolante sai conqui-

stare la pole position. Non sono la tua

manifestazione di potere o una massic-

cia dose di fortuna a spingerti in alto.

C’è qualcosa di più. E’ la tenacia donata

dalla forza delle tue idee. E’ la saggezza

elargita da Saturno unita all’intervento

di persone influenti che ti aiutano ad

evolvere dal punto di vista professionale

oltre che personale. La collaborazione

di colleghi e collaboratori è la chiave di

volta che consente di ottenere maggiori

introiti in modo del tutto legale e pre-

stigioso.

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