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Papa Wojtyla Beato rivista mensile anno 2010 poste italiane s.p.a. spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n 46) art.1, comma 2, DCB (filiale di bergamo) famiglia nostra RIVISTA DELLA GENTE, DEI RELIGIOSI, DELLE RELIGIOSE SACRA FAMIGLIA w educare anno 92 - n. 5 - maggio 2011

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Rivista dei Religiosi, delle Religiose e della Gente della Sacra Famiglia

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Papa WojtylaBeato

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weducare

anno 92 - n. 5 - maggio 2011

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2 famiglianostra

Se avessi la scelta tra il più potente e irruente dei profeti e il più misero dei preti – mi

rivolgerei al prete e gli chiederei la sua benedizione”. Faccio mie le parole della scrittrice Marie Noel per esprimere un augurio ai voi cari p. Luca e p. Sergio, da poco ordinati presbiteri per la Congre-gazione a servizio della Chiesa.

Non siete più giovanissimi: la vo-stra scelta ricorda a noi tutti che vale la pena di vivere l’azzardo che conse-gna lealmente e lietamente tutta la vita perché solo Gesù «ha parole di vita eterna» (Gv 6,67), affinché Egli se ne serva, e di curare una fede che esalta l’umanità, che lotta contro tutto ciò che è inautentico, per mostrare il volto vero dell’uomo nel volto del Figlio, la cui vita da uomo parla della grandezza dell’umanità di tutti.

Il sacerdote non è successore di Gesù Cristo, come se fosse al posto di uno che non c’è più. Non c’è un vuoto di presenza che deve riempire: al contrario, c’è una pienezza di azione del Signore che deve scrupolosamente servire, c’è il servizio alla Verità di una promessa che è desti-nata per ogni creatura.

«Viviamo in una grande confusione circa le scelte fondamentali della nostra vita e gli interrogativi su che cosa sia il mondo», dice il Papa. Una sfida forte, non una questione di aggiustamenti. Il sacerdote sa che deve esporsi con fer-mezza e per primo, a favore di quelli che gli sono affidati e di tutti quelli che cercano affidamento, al crogiuolo di questo effetto di smarrimento, ricon-vertendosi fermamente, lui stesso, alla giustizia dell’essenziale. In un mondo che affoga nel narcisismo, solo in virtù di uomini che non cercano la propria vita, molti potranno di nuovo sperare di ritrovarla.

E cos’altro potremmo implorare da Dio e aspettarci come conforto nelle vicissitudini della nostra piccola esi-stenza? La benedizione mi pare la linfa vitale, il gesto primordiale dei sacra-menti, della gestualità sacerdotale; in essa si incontrano la presenza divina e la condizione umana, rivelano l’amabilità e la vivibilità della vita. Infatti, l’essere

«Auguri! Siate voce e presenza dello stile di Gesú»p. Michelangelo Moioli,Superiore generale

E d i t o r i a l E

Era il 14 gennaio quando Papa Benedetto XVI promulgava il Decreto inerente il miracolo attribuito all’intercessione

del Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II. Con quest’ultimo gesto istituzionale iniziò il conto alla rovescia che ha portato alla solenne e commovente Celebrazione di beatificazione a cui tutti abbiamo assistito all’inizio del mese.Giovanni Paolo II é salito sugli altari a tempo da record, anche se la cosa non sorprende nes-suno; anzi, da tempo la gente - i giovani in par-ticolare - lo considerava «santo» nel suo cuore e si rivolgeva a lui per chiedere soccorso e lumi, incoraggiamento e favori. In questi stessi giorni

tante parole sono state spese su di lui sui rotocalchi, soprattutto cattolici, e molte immagini hanno fatto il giro del web, riportandoci alla memoria scene di un lungo e commovente pontificato. Ma che ereditá ci ha lasciato questo te-stimone specialissimo del cristia-nesimo? La stessa provocazione

che Giovanni Paolo II aveva enunciato nella sua prima Messa in Piazza San Pietro in quel lontano 1978, con le memorabili parole: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!». Quello che il neo-eletto Papa chie-deva a tutti, egli stesso lo ha fatto per primo nei lunghi anni di pontificato: ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed eco-nomici. Egli era convinto che non bisognava aver paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo. La sua festa liturgica, fissata pertanto per il 22 otto-bre, giorno iniziale del pontificato, sará per noi richiamo perenne a considerarci sempre daccapo come «pellegrini dello spirito»; lo stesso Beato scriveva parlando di sé: «Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il pensiero dal Tuo volto che il mondo non mi svela».

Karol wojtylaé stato bEatificato

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prete è una confessione, un mistero e diventa man mano una vocazione nella quale vi sentirete invocati, provocati, evocati per dare voce alla profondità e altezza della nostra esistenza terrestre. E ci vorranno passione e competenza, grazie e fatica per corrispondervi per l’intera parabola della vita – che ap-punto per la via della benedizione si tra-sforma in parabola, in una similitudine della grazia del Cristo.

Saper «benedire», parlare bene e in modo fecondo, incoraggiante, rincuo-rante di se stessi, dell’altro, del mondo e di Dio: saper accogliersi benedetti con il gesto e con la parola, rappresen-tare i sacramenti come presenza bene-fica e confortante.

Sapere dare forma alla vita nel gesto della preghiera, l’invocazione creaturale, respirare nello spirito dell’omaggio, del magnificare; saper dare voce alla sofferenza, al fatto che la vita ci sta troppo stretta e allo stesso momento vi affondiamo, non ne ve-niamo a capo. E infine la domanda che la nostra vita non vada a pezzi, non si rompa, ma si compia.

Tra resa e resistenza illuminante, urge anche saper interpretare i segni dei tempi alla luce del Vangelo, delle

voci che vengono da lontano. Descri-vere la complessità del vissuto, dar voce ai cambiamenti dello stile di vi-vere, della società, per rischiarare, spiegare, confortare e aprire spiragli nuovi per una maggiore vivibilità.

Ogni mestiere archetipale – i geni-tori, il medico, l’insegnante, il giudice, - rappresenta non soltanto la propria professionalità, ma anche l’aura di una lunga storia di affidamento, di pre-messa e promessa della vita buona, di salute, libertà giustizia, cultura. Il prete è il traduttore tra il mondo della Bibbia, la tradizione dei Santi e della Chiesa e i diversi modi di vivere della società attuale. E per voi, cari p. Luca e p. Sergio, questa passione e compe-tenza è mediata dal carisma profetico di santa Paola Elisabetta Cerioli, che si visibilizza nell’impegno ad evangeliz-zare attraverso l’educazione dei minori e a tenere viva la questione educativa che la separazione tra la vita e la fede sembra invece inesorabilmente inde-bolire. L’esperienza credente e santa della Fondatrice ci attesta la figura di una donna che si è salvata, salvando gli altri, scoprendo il senso di una ma-ternità più ampia, universale, che la portava a sperare che per ogni figlio,

anche se orfano di padre e di madre, anche se ferito nella propria carne dall’oscuramento della promessa della vita, c’è un padre e una madre, una famiglia che dischiude all’incanto dell’amore dentro a tutte le violenze e alla meraviglia di sapersi amati ed ac-colti da Dio.

E in questo il prete sarà consape-vole della propria debolezza, insigni-ficanza, remotezza, inettitudine. Già Paolo si sentiva incapace, debole, se-gnato, per poter rappresentare la forza della grazia, di Dio e per rafforzare il carisma della comunità.

In tutto ciò la vita e la predicazione di un sacerdote benedicente rifletterà la ricchezza della tradizione, la va-stezza degli stili di essere cristiani nel mondo globale, le voci della comunità religiosa, si farà avvocato degli assenti, dei poveri, degli esclusi – e un povero rappresentante e avvocato della voce e della presenza dello stile di Gesù, del suo darsi, dirsi e mostrarsi tra di noi e al cospetto del Padre. Se da tutto ciò nascesse una scioltezza, un’eleganza nel modo di essere preti-religiosi oggi… la vostra, cari Luca e Sergio, sa-rebbe certamente una presenza bene-detta e benedicente. Auguri!

«Auguri! Siate voce e presenza dello stile di Gesú»

XX Capitolo generale delle Suore della «SaCra Famiglia» di Comonte

«Uno spirito nUovoper Una missione nUova»

Questo il titolo dell’importante Assemblea che le Suore della «Sacra Famiglia» di Comonte vivranno a Santa Brigida (Bg) dal 2 al 16 lu-glio p.v. Il Capitolo generale sarà per le nostre Consorelle un evento di famiglia e un tempo di grazia, un’occasione per rinsaldare la comu-nione e dare nuovo slancio alla vita. Auguri!

famiglia di santa Paola Elisabettaco

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4 famiglianostra

«Il sogno di Costanza»spettacolo teatrale per ricordare e valorizzarea cura della Scuola secondaria del Centro educativo scolastico di Martinengo

Avventura emozionante quella da poco conclusa per le classi seconde della

scuola secondaria di primo grado, attive e frizzanti protagoniste della rappresentazione teatrale: «Il so-gno di Costanza. Una vita dedicata agli altri». I ragazzi hanno presen-tato il risultato del lungo lavoro del progetto di teatro, ai compagni di prime e terze ed alle famiglie. Un’emozione nata proprio dalla responsabilità di mettere in scena la vita della Fondatrice della scuo-la, santa Paola Elisabetta Cerioli. Dalle strane parole del figlio Carlo e da quel momento di profonda di-sperazione che ha visto Costanza desiderosa di chiudersi in se stessa e abbandonare il mondo e gli altri, la rappresentazione ha preso vita, presentando una giovane donna senza più speranze e sogni. Eppure la forza della fede e il desiderio di essere madre ha portato Costanza a spalancare nuovamente le brac-cia alla vita e iniziare un cammino che oggi continua nelle sue opere principali: scuole e missioni. Con un pizzico di fantasia, lo spetta-colo ha narrato l’intervento di un bizzarro e vivace angelo mandato

diario dalle scuole

in questo mesericorrel’anniversariodi canonizzazionedella Fondatrice(16 maggio 2004).Cuore di madre,fede vivae passioneeducativa:ecco la triadeper continuarea ricordarla

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«Il sogno di Costanza»spettacolo teatrale per ricordare e valorizzarea cura della Scuola secondaria del Centro educativo scolastico di Martinengo

da Dio per far vivere a Costanza e al pubblico un viaggio fra tempi e spazi, giungendo in Brasile, in Mozambico e infine Martinengo. Obiettivo di questo viaggio nel fu-turo è stato mostrare alla giovane cosa le sue azioni avrebbero potu-to realizzare. Il progetto di teatro, iniziato a gennaio sotto la direzio-ne delle docenti Federica Mosche-ni, Chiara Manenti, Gloria Ferrari per la recitazione e le coreografie, della professoressa Maria Dolores Ranghetti per le scenografie e dei professori Devis Dori e Paolo Pre-moli per musiche e canzoni, ha sin da subito coinvolto positivamente i ragazzi che sono divenuti i veri protagonisti dell’esperienza, an-che dietro le quinte. Infatti gli in-segnanti hanno spinto gli alunni a condividere le loro idee, a pro-porre come realizzare e migliora-re il lavoro di tutti, a sostenere i compagni, cercando di cancellare differenze e pregiudizi e favoren-do la collaborazione e il lavoro di squadra.

inusuale, lontana dall’iconografia classica, la nuova statuetta della Fondatrice prodotta dalla Casa

di formazione di Curitiba in Brasile. Vuole offrire uno spunto di riflessione a tutti coloro che si riconoscono nel carisma di questa donna. prendendo spunto dalle celebrazioni per i sessant’anni di presenza in Brasile della nostra Congregazione, il rettore del seminario, padre adriano, e i seminaristi, hanno voluto offrire un’interessante interpretazione della Fondatrice. il momento che viene ritratto è, a prima vista, una scena domestica in cui l’ancora contessa Costanza aiuta il figlio Carlo nella lettura di un libro. la giovane età della donna, i vestiti signorili e l’acconciatura curata della sua epoca signorile, la cura materna per il figlio, sembrano riproporre il grande amore che questa donna aveva per il suo figlio Carlo. alcuni particolari però sembrano eternizzare questo momento da renderlo paradigmatico dell’esperienza spirituale e apostolica di paola elisabetta. lo scrigno vuoto ai piedi della sedia, la corona del rosario appesa, il vestito semplice del bambino sembrano suggerire che non si tratti esclusivamente della sua premura per il figlio Carlo ma dell’amore e della premura che ella avrà per tutti i bambini e le bambine bisognosi che il Signore le affiderà negli anni successivi. È il ritratto, allora, della madre, dell’educatrice, di colei che con tenerezza e passione conduce i figli e le figlie di San giuseppe a scoprire dio che è padre e madre di ciascuno.

Una nuova statua perSanta PaolaElisabetta

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6 famiglianostra

A timidi passi...a cura di p. Adailton e suor Lica, formatori della Casa di formazione mista

diario di congregazione

ria Addolorata, ricordancoci cosí che il cammino per seguire Gesù deve essere intrapreso prendendo la pro-pria croce ogni giorno e, come Maria e santa Paola Elisabetta, ricevere dal proprio Cristo la missione di essere padri e madri spirituali per tutti co-loro che non hanno futuro. Alle cin-

Tutti gli esseri umani desi-derano incontare un senso per la loro vita e così essere

felici. Coloro che sentono nel cuore la chiamata di Dio incontrano que-sto senso e la felicità nella sequela di Gesù, che invita: «Vieni e segui-mi» (Lc 18,22). In questo modo per le persone chiamate si apre il com-pito di porre il proprio cuore in Dio, come affermava la nostra fondatrice, santa Paola Elisabetta: «...Abbiate il cuore sempre in Dio». Di fatto il cuore é la sede di tutti i sentimen-ti, delle emozioni e degli affetti, per questo, per consegnare la vita alla chiamata divina é necesario intra-prendere un lungo e impegnativo cammino di intimità, conoscenza e innamoramento del Maestro che chiama; é necessario intraprende-re un cammino di uniformizzazio-ne dei propri sentimenti ai Suoi: é pertanto fondamentale vivere bene le tappe iniziali della vita religiosa.

Il 30 marzo u.s., approffittando della presenza paterna e materna dei Superiori generali, p. Michelange-lo Moioli e suor Marina Francisco Gardim, abbiamo iniziato - come Casa di formazione mista «Sacra Famiglia» di Maxixe - il cammino delle messe «carismatizzanti» del mercoledí con una intenzione spe-ciale: introdurre ufficialmente nella formazione iniziale alcuni giovani con le tappe dell’aspirantato e po-stulatato di alcuni suoi giovani. Sei ragazzi si sono introdotti a questo tempo formativo iniziale ricevendo dal Superiore generale la croce che ritrae accanto a Gesú, la Vergine Ma-

que ragazze che sono entrate in aspi-rantato, con le altre due che hanno fatto il passaggio al postulantato, é stata data uma medaglietta con l’ef-fige della Madonna per ricordare che la nostra risposta alla vocazione deve essere data sull’esempio di Maria: un SI pronto e fermo per ricevere

Grande allegria pressola Comunità di Maxixeper i 6 ragazzi e le 7 ragazze che sono entrati in aspirantatoe postulantato, prime tappe della«vita religiosa sacra famiglia»

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dottoratodipadre ezio

Venerdì 4 marzo u.s. un altro significativo tra-guardo è stato raggiunto dalla nostra Fami-glia religiosa: p. ezio l. Bono ha conseguito il

dottorato di ricerca (phd) in Scienze Pedagogiche presso l’università degli Studi di Bergamo. mentre esprimiamo vivissime felicitazioni a padre ezio per la sua generosa dedizione sentiamo che, oltre alla gratificazione perso-nale, il suo sforzo arricchisce l’impegno testimoniale ed educativo della nostra Famiglia religiosa.

il dottorato di ricerca é stato conseguito attraverso una tesi intitolata: «L’idea di persona nella filosofia afri-cana contemporanea» con la quale il candidato, attraver-so l’analisi del pensiero dei filosofi africani maggiormen-te significativi e il dialogo (palabre) con numerosi saggi locali, é giunto all’identificazione di un modello teorico che ha denominato con un neologismo «muntuismo», ossia «personalismo africano».

ringraziamo il Signore per questo traguardo: p. ezio è il primo religioso della nostra Congregazione ad otte-nere il grado accademico del dottorato di ricerca (phd), e auguriamogli di porsi con entusiasmo crescente a di-sposizione del popolo africano a cui la Congregazione – porzione di Chiesa – lo ha inviato a partire dal 1998. il suo ufficio di rettore dell’Universidade Pedagógica Sagrada Família – UNISAF in mozambico, svolto insieme ai Con-fratelli ed alle Consorelle della Comunità mista di maxixe, sia esempio di passione e dedizione.

sentite felicitazioni!

(il testo integrale della tesi si può trovare in formato pDF sul sito della Universitá di Bergamo: www.unibg.it)

Dio e la sua grazia (la vocazione come dono) e il suo progetto affinché si manifesti in noi non come noi vorremmo che fosse, ma come Egli desidera che la nostra vita sia spesa, ossia data per amore.

A questi giovani che iniziano una lunga cam-minata di discernimento e approfondimento vocazionale, desideriamo ogni bene e preghia-mo perché possano lasciarsi condurre da Dio e dal suo Spirito, facendo esperienza profonda di un incontro con Lui nella preghiera, favorendo in ciascuno il contatto con la sua umanitá nella crescita affettiva ed intellettuale, e dare una ri-sposta ferma e piena alla chiamata del Signore: «Vieni e seguimi!» (Lc 18,22). Al di lá di chiede-re aiuto a Dio per la vocazione di questi giovani, vogliamo altresì ringraziarLo per la generosità con cui ci benedice attraverso l’invio di vocazioni qui in Africa (Mozambico), in Italia e in Brasile, con le parole della lingua materna che qui si usa-no: KHANIMAMBO HOSI (Grazie, o Signore).

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Il tuo 5x1000ci aiuta ad essere famigliaper chi non ce l’ha!

Sacra Famiglia Solidale - onluS

Brasile: Assai, Jandira, Itapevi,Vitapolis, Montes Claros, PeabiruMozambico: Marracuene,Môngue e Maxixe

Ecco le missioni cheaspettano il tuo aiuto!

aderisci anche tu!w w w . u f f i c i o m i s s i o n a r i o . i t

ISCRIzIONI AL SUFFRAGIO PERPETUO - 2010Longhi Teresa (Seriate)Remoti Antonio e Giupponi Maria (Urgnano)

ISCRIzIONI AL SUFFRAGIO PERPETUO - 2011Salvi Maria e Clotilde (Carobbio degli Angeli)Paris CarolinaDeleidi Franco, moglie Angela, figlio PierluigiPignedoli Dino e Olmi IorideFratus Enrica e Merisio Mario (Martinengo)Algeri Angelo (Scanzorosciate)

«Daniel proteggici dal cielo». Con queste parole l’ 8 marzo u.s. david, fratello minore di daniel, chiudeva il discorso

di commiato al termine della messa esequiale. Ci ha molto tocca-to questo saluto perché, nella tragicità dell’evento, esprimeva una postura ferma, dignitosa e ricca di speranza. david ringraziava, di-ceva il calore di papá e mamma, invocava perdono e protezione.a quel commiato tanto coraggioso – in continuità ai moltissi-mi gesti solidali che cercavano di lenire la densa coltre di do-lore di papà pasquale, mamma elena e familiari - in quei gior-ni si univa anche il nostro cordoglio e la nostra preghiera.a daniel, apprezzato come alunno del nostro Centro educativo negli anni 1994 -2002, va la nostra riconoscenza e, nella fede in gesù che sa abbracciare anche la notte oscura della morte, va il nostro ricordo. alla famiglia di daniel e ai parenti più prossimi, che vivono la prova dolorosa del lutto offriamo la nostra vicinanza e stima. A cura della Redazione.

la prematurascomparsa di daniel

Per contattare la Redazione scrivi a: [email protected]

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San Giuseppefesta dei lavoratori

festa dei papà

proprietàCongregazione Sacra Famiglia via dell’Incoronata, 1 - 24057 Martinengo-Bg

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Istituto delle Suore Sacra Famiglia via L. Corti, 6 - 24068 Comonte di Seriate-Bg

redazioneAntonio Consonni (direttore), GianMarco Paris, Giuseppe Vitari, Giovanni Costioli,

Mauro Ambrosini & Eloriana Monticelli

autorizzazione del tribunale di bergamo n° 104 del 18 giugno 1948

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