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Social Media Marketing GFP Via Paolo Canciani, 19 - 33100 Udine - Telefono 0432 1746101 - www.carterandbennett.com I contenuti di questo documento sono di proprietà di Francesca Marchesi per Carter&Bennett®, ne è vietata la divulgazione non autorizzata

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Francesca Marchesi, esperta di comunicazione di impresa Gli strumenti del web marketing: e-mail, newsletter, blog, sito internet, forum.. Il web 2.0: i social network e loro principali caratteristiche facebook, linkedin, twitter.. La reputazione in rete e strategie per fronteggiare le criticità Strumenti di misurazione della reputazione online Presentazione di case history

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Social Media Marketing

GFP

Via Paolo Canciani, 19 - 33100 Udine - Telefono 0432 1746101 - www.carterandbennett.comI contenuti di questo documento sono di proprietà di Francesca Marchesi per Carter&Bennett®, ne è vietata la divulgazione non autorizzata

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Francesca Marchesi

Consulente per la Comunicazione di Impresa Partner di Carter&Bennett www.carterandbennett.com Twitter: @FraMarchesiLinkedIn: it.linkedin.com/in/marchesifrancesca/Mail: [email protected] in marketing, comunicazione e pubblicità con esperienza pluriennale in questo settore, acquisita attraverso consulenze e progetti per aziende private e pubbliche del nord Italia, opero nei seguenti ambiti operativi:➡ la progettazione di piani di comunicazione integrata;➡ l'attività di ufficio stampa e di pubbliche relazioni;➡ la messa a punto di progetti di comunicazione online;➡ il controllo delle attività di marketing e comunicazione per lo sviluppo commerciale;➡ le attività di direct marketing;➡ la consulenza e l'offerta di sussidi didattici per migliorare la comunicazione verbale.

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Cosa posso fare con il web?

➡ Vendere➡ Comunicare➡ Organizzare➡ Trovare informazioni

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Comportamento dell’utente on line➡ 71% Guarda video su canali di condivisione (Youtube o

Vimeo)➡ 65% Utilizza un social network➡ 46% Invia messaggi istantanei (chat)➡ 46% Carica foto sui social network➡ 32% Legge giornali e blog➡ 30% Condivide qualcosa

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Il social media è➡ Combinazione di tecnologie online, strumenti per consentire la

generazione e condivisione di informazioni➡ Un luogo in cui le informazioni possano

essere lette e condivise➡ Dialogo ➡ Social Media è un termine utilizzato

per descrivere genericamente l'insieme degli strumenti che permettono agli utenti di interagire tra loro e scambiarsi informazioni

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Una definizione più formale

I social media è un'evoluzione del modo che ha la gente per scoprire, leggere e condividere news, informazioni e contenuti.

Una fusione tra tecnologia e sociologia che trasforma il monologo (uno a uno) in un dialogo (molti a molti).

Brian Solis

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Come?➡ Blogging➡ Twitter➡ Creazioni di reti➡ Condivisione di video➡ Condivisione di foto➡ Bookmarking➡ Chatroom➡ Forum➡ Podcast➡ Mondi virtuali➡ Wiki➡ Applicazioni mobile

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Un po’ di storia➡ 1967 - nasce di internet ➡ 1979 - nasce la prima piattaforma di discussione➡ 1992 - nasce il primo sito web➡ 1994 - nasce il primo “diario online”➡ 1997 - viene coniato il termine “WebLog” e nasce SixDegrees➡ 1998 - si radica il vero concetto di diario online, diventando il primo strumento di

pubblicazione dal basso utilizzato➡ 1999 - WebLog diventa Blog (Peter Merholz)➡ 2001 - i blog arrivano in Italia e nascono piattaforme di blogging “self-made”

come Splinder, Windows Live Space, Blogger, Live Journal, Wordpress, Twitter, Tumblr

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Un po’ di storia

➡ Dal 2002 e il 2007 i blog conoscono la massima diffusione, diventando un vero strumento di rivoluzione dal punto di vista della comunicazione.

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Un punto di svolta

➡ Hanno permesso di dare all'utente una nuova visione del Web ➡ Tutti potevano potenzialmente essere produttori di contenuti (video, testi,

immagini ecc..)➡ Non richiedevano grandi potenzialità tecniche➡ Per la prima volta in assoluto, i propri contenuti potevano essere divulgati ad

ampio raggio (anche in breve tempo)➡ Oggi i blog rappresentano la prima forma di divulgazione di contenuti, e

una fonte di risorse e opinioni per i consumatori

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Alcune statistiche sui blog➡ Il 77% degli utenti di Internet leggono i blog;➡ Il 60% dei blogger è tra i 18 e 44 anni;➡ Ci sono attualmente 133 milioni di blog;

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I corporate blog➡ Nascono anche i blog aziendali➡ Una svolta per le aziende nella definizione dei rapporti con i clienti

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Un po’ di storia➡ Nel 2002 nasce il vero e proprio prototipo dei social network attuali Friendster, in

cui si “incontrano” persone con i medesimi interessi➡ Nel 2003 nasce MySpace➡ Nel 2004 nasce Facebook ➡ Nel 2006 nasce Twitter, il primo microblogging (140 Caratteri)➡ 2009 arriva il geotargeting con Foursquare➡ 2010 Pinterest➡ 2011 Google+

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Il web 1.0 e 2.0

VECCHIO MODELLO ➡ Azienda al top➡ Controllo➡ Esclusivo➡ Basato su messaggi➡ Organizzato➡ Orientato al marketing

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Il web 1.0 e 2.0

NUOVO MODELLO ➡ Conversazione➡ Trasparente➡ Inclusivo➡ Dinamico➡ Vivace e friendly➡ Orientato al cliente

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Essere on line per un’azienda significa

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Essere on line per utente significa

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Perché essere sui social?Semplice: perché le persone ci passano sempre più tempo.

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Perché fare Social Media Marketing?

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Consumer insight e R&D

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Comunicazione & marketing

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Customer care

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Social life - come siamo cambiati➡ I social media sono entrati a far parte della quotidianità.➡ Ogni giorno milioni di persone si scambiano opinioni su prodotti e servizi,

consultano i canali aziendali per essere aggiornati e avere notizie in tempo reale.

➡ Le persone si aggregano in community e acquistano prodotti consigliati dagli amici virtuali

➡ Gli acquisti sono influenzati sempre meno da TV e dalla pubblicità tradizionale e sempre più dai social network.

➡ I social media sono diventati il veicolo di informazioni e aggiornamento sul mondo preponderante.

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I contenuti più ricercati

➡ Informazioni utili➡ Offerte e sconti➡ Recensioni e pareri➡ Emozioni

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Inoltre➡ Il 61% delle persone ha fiducia nelle aziende con contenuti creati ad hoc

➡ Il 78% delle persone pensa che le aziende che creano contenuti ad hoc vogliano instaurare una relazione di valore

➡ I contenuti interessanti sono una delle 3 ragioni per cui le persone seguono un brand sui socialFonte: ContentPlus da “Come si creano davvero contenuti utili?” C-COME 2014 Pennamontata

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“Esserci” non basta➡ Anche se i social medial sono strumenti gratuiti e di facile fruibilità, è

necessario investire molto su di essi.➡ Ci serve, innanzitutto una social media strategy

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Cos’è una social media strategy?➡ La social media strategy è la pianificazione

delle attività che l’azienda dovrà svolgere sui canali social ufficiali.

➡ È una strategia integrata, cioè coordinata con gli altri strumenti di comunicazione (in tempi, contenuti, tipologia di servizio offerto) off-line (eventi, pubblicità,) e on-line.

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Perchè serve una strategia?➡ La strategia è fondamentale per capire dove e come investire le

risorse e quali sono i ritorni attesi.

➡ Per sfruttare al meglio i canali.

➡ Per avere un buon ritorno di immagine.

➡ La strategia serve a definire il budget da investire e le risorse da impiegare nella gestione di ogni social.

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Errori più comuni

➡ Considerare i social media degli strumenti low cost

➡ Considerare i social media una perdita di tempo

➡ Considerare i social media come un mezzo facile da gestire

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Le regole elementari

➡ Per non perdere tempo➡ Per non sprecare risorse➡ Per non perdere opportunità➡ Per evitare contraccolpi

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Quanto vale la strategia?

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Prima di iniziare➡ Fatevi alcune domande:

➡ Chi siete on line?ovvero cosa avete già fatto e cosa dicono di voi

➡ Cosa volete ottenere?➡ Come ottenerlo?➡ Come misurete le vostre azioni?

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SOCIAL MEDIA STRATEGY STEP 1 ➡ ASCOLTO

Prima di iniziare qualsiasi tipo di attività è fondamentale ascoltare:➡ gli utenti (non solo i target)➡ i competitor➡ gli influencer➡ se stessi

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SOCIAL MEDIA STRATEGY STEP 2 ➡ DIALOGO: SIAMO PRONTI? ➡ Verifica della predisposizione aziendale al dialogo: siamo pronti a

prendere parte ad un gioco che si gioca secondo regole diverse da sempre, con strumenti in continua evoluzione ma che si basano sulla TRASPARENZA e la RECIPROCITÁ?

➡ L’azienda è flessibile, aperta, dinamica e in grado di conquistare le persone con dei valori e una storia oltre che un prodotto/servizio?

➡ Come si integra la nostra strategia social all’interno della nostra strategia di marketing?

➡ Chi farà cosa? Ci saranno dei partner?

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SOCIAL MEDIA STRATEGY STEP 3 ➡ CHE OBIETTIVI ABBIAMO? ➡ Perché vogliamo fare social media marketing?➡ Abbiamo bisogno di farci conoscere - awareness ? ➡ Vogliamo stringere un legame più forte con i nostri consumatori -

loyalty? ➡ Abbiamo deciso di fornire un servizio migliore - customer care? ➡ C’è la necessità di stimolare le vendite - sell out ? ➡ Vogliamo stringere relazioni con i collaboratori - team building ?

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SOCIAL MEDIA STRATEGY STEP 4 ➡ QUALE VALORE POSSIAMO OFFRIRE? ➡ Se il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento per il

nostro target sui media sociali guadagnando la stima e stimolando il passaparola, ci siamo chiesti che valore possiamo offrire?

➡ Qual è la nostra social unique selling proposition? ➡ Quali sono i valori aziendali?➡ Perché un utente deve arrivare da noi e perché ci deve seguire

compiendo un’azione che gli permette di conoscere ed apprezzare il nostro brand?

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SOCIAL MEDIA STRATEGY STEP 5 ➡ SCEGLIERE GLI STRUMENTI (e le modalità) GIUSTI ➡ Tutti i social o nessun social? ➡ La risposta uguale per tutti non c’è, il social giusto senz’altro.➡ Perché essere social non significa essere solo su Facebook ma è

la costruzione di una logica di dialogo e di condivisione con gli utenti (anche un blog aziendale o una community aziendale è social media marketing).

➡ Social is about people!

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SOCIAL MEDIA STRATEGY STEP 6 ➡ IMPLEMENTARE E MISURARE ➡ PLAN, DO, CHECK, ACT e ripetere all’infinito.➡ Sul web (e a maggior ragione sui social dove sappiamo dove

partiamo ma non dove possiamo finire) non ci sono strade certe. ➡ Ogni azione è di per se un test che va misurato, valutato e

sviluppato step by step.➡ Si può misurare il Social Media ROI? ➡ In gran parte sì, se si stabiliscono dei KPI (key performance index)

quantitativi e qualitativi, fortemente legati a delle conversioni tracciabili valutando tutti le tipologie di risultati che una strategia social può portare nel lungo termine.

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Social Media Strategy Flux

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Obiettivi della social media strategy

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Obiettivi della social media strategy

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Obiettivi della social media strategy

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Obiettivi della social media strategy

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Obiettivi della social media strategy

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Obiettivi della social media strategy

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Obiettivi della social media strategy

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Obiettivi della social media strategy

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Obiettivi della social media strategy

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Gli Strumenti

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Quale scegliere?

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Facebook marketing: i contenuti➡ Facebook si adatta per sua natura ad un utilizzo

B2C, ma anche molte aziende B2B lo usano per pubblicare contenuti al pubblico.

➡ I contenuti pubblicati di più su Facebook sono:➡ NEWS & INFO ➡ PROMO & COUPON ➡ ENGAGING CONTENT (citazioni, motivational,

ecc.)➡ ENTERTAINING CONTENT (link, foto, video

ecc.)➡ EVENTI ➡ CONTEST

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Facebook marketing: le 3 regole➡ Comunicare con chiarezza. Usare un linguaggio spontaneo: un brand

deve essere un amico tra gli amici.➡ Promuoversi efficacemente. Creare un calendario promozionale

integrato con calendario editoriale. Fornire informazioni utili ai propri fan.

➡ Favorire gli influencer. Gli influencer sono quelle persone che hanno successo in rete e possono contribuire a diffondere il nostro progetto / business. Vanno coinvolti e “coltivati”.

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Facebook marketing: i post

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Facebook marketing: i post

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Facebook marketing: eventi

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Facebook marketing: contest

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Facebook marketing: promozione

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Facebook marketing: promozione

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Facebook marketing: promozione

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Facebook marketing: promozione

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Facebook marketing: promozione

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Facebook marketing: promozione

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Twitter marketing: i contenuti➡ Se Facebook è un social network, Twitter è un

social media ➡ Twitter è asimmetrico: non ci sono scambi di

amicizie e tutto è pubblico.➡ Permette di partecipare alle conversazioni degli

utenti grazie agli #hashtag, e a monitorare il sentiment su determinate parole chiave.

➡ È molto utilizzato per:➡ EVENTI ➡ GIORNALISMO ➡ CUSTOMER CARE ➡ DIALOGO DIRETTO

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Hashtag: aggregazione di tweet

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Immagini, dialoghi, racconti…

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Customer care e relationship

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Customer care e relationship

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Linkedin marketing: reti professionali➡ Linkedin è il social network che connette le

persone a livello professionale, creando profili e gestendo le referenze.

➡ È utilizzato dalle aziende come vetrina sulla panoramica aziendale, news, informazioni e ricerche di contatti e lavoro.

➡ Oltre alle ricerche di personale si possono utilizzare i gruppi per convogliare community di professionisti sotto il cappello aziendale.

➡ Linkedin ha anche specifiche funzionalità per i venditori (Linkedin Sales) per trovare clienti e contatti utili.

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Linkedin marketing: pagine aziendali

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Ricerca e offerta di lavoro

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Linkedin marketing: i gruppi

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Google Plus: un social in crescita➡ Google Plus è sempre più utilizzato.➡ Oltre ad avere delle funzionalità aggiuntive rispetto

a Facebook non risente dei cali di visibilità dell’algoritmo; anzi, i contenuti pubblicati su G+ si indicizzano subito su Google.

➡ In futuro si prevede un incremento dell’utilizzo di G+ anche per l’inserimento delle Plus Ads, che permetteranno alle aziende di sponsorizzarsi su tutta la rete di ricerca e Display di Google.

➡ Inoltre, l’integrazione con gli altri servizi Google (Local, Search, Drive…) è un grande vantaggio per iniziative di web marketing.

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Google Plus: post e immagini

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Google Plus: le cerchie

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Google Plus: gli hangout

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Google Plus: Plus Ads

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YouTube marketing: i contenuti➡ Per un’azienda YouTube è ideale per:➡ Raccontarsi per immagini interagendo

con gli utenti.➡ Rendersi autorevoli tramite tutorial e

video tecnici per dimostrare la propria competenza.

➡ Diffondere i propri contenuti multimediali a livello globale.

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YouTube marketing: i contenuti➡ YouTube è il secondo motore di ricerca al mondo. ➡ È pervasivo perché è su PC, smartphone, tablet e smart TV.➡ Ci trovi di tutto, da tua zia che carica le ricette al matrimonio di Kate &

William in diretta. ➡ È sempre più professionale grazie all’arrivo dei canali tematici.

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YouTube marketing: i contenuti➡ Il contenuto non deve necessariamente divertire, può anche

intrattenere e informare: infomercial, video istruttivi, presentazione e dimostrazione di prodotto, visite guidate, testimonianze, presentazioni, videoblog, seminari, eventi, vecchi spot (non sempre adatti), video creativi.

➡ Non caricare assolutamente Powepoint riciclati, Slideshow di foto e valutare ogni tipo di materiale video recuperato e non pensato originalmente per YouTube.

➡ Come per Twitter, anche per YouTube è utile l’utilizzo degli hashtag.

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Interazioni fra i social➡ Google ha reso possibile il collegamento dei profili G+ agli account

YouTube, un modo per stimolare gli utenti G+ ad essere attivi sulla piattaforma di video sharing (gli utenti G+ adesso sono automaticamente anche utenti YouTube), ma soprattutto un modo per integrare i servizi offerti sui due social, di cui il più particolare è rappresentato dall’Hangout.

➡ Google Hangout è un semplice programma che permette agli utenti di poter stare costantemente in contatto con i contatti che posseggono lo stesso tipo di programma: messaggi, chat, video chiamate e tantissime altre funzioni possono essere sfruttate grazie al programma, che a differenza di tantissimi altri, permette a dieci contatti contemporaneamente di parlare tra di loro con la video chat.

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Instagram: brand engagement con i filtri➡ Instagram è molto utilizzato dai giovani (e non

solo) per pubblicare foto dei momenti di vita “abbellite” dai filtri che si possono applicare.

➡ È uno strumento utile per le aziende che lavorano molto con le immagini (moda, travel, food) ma in generale per tutte quelle realtà che si sanno raccontare bene e relazionarsi con i followers.

➡ Instagram oltre ad essere buon driver per e-commerce (come Pinterest) è anche ottimo per fare brand engagement pubblicando eventi e momenti di vita aziendale.

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Instagram: brand engagement con i filtri

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Instagram: brand engagement con i filtri

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Instagram: brand engagement con i filtri

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Instagram: brand engagement con i filtri

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Pinterest: board di interessi➡ Pinterest è una piattaforma completamente

visuale per la condivisione di immagini.➡ È una bacheca in cui scorrono continuamente pin

delle persone che seguiamo.➡ Ogni immagine può avere il collegamento al sito

web dal quale viene caricata, quindi è ottima per l’e-commerce.

➡ Su Pinterest i brand possono creare board condivise con gli utenti dove questi possono caricare i loro pin preferiti. È un ottimo modo per coinvolgere la community e anche sondare il “sentiment” del mercato.

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Pinterest: think visually

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Pinterest: drive to e-store

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Pinterest: drive to e-store

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Foursquare➡ Foursquare nasce nel marzo 2009 da Dennis

Crowley e Naveen;➡ Aprile 2012 raggiunge i 20 milioni di utenti attivi;➡ Oltre 1,5 miliardi di check‐ins, con milioni in più

ogni giorno e oltre 750 mila imprese che la usano;➡ È la piattaforma di geolocalizzazione di

maggior successo.

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Come funziona?➡ Cerco un luogo e mi geolocalizzo, decidendo se condividere la mia

posizione via Twitter e Facebook.

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Come funziona?➡ È possibile quindi scrivere dei consigli oppure cercare offerte e

promozioni

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Foursquare for business➡ È utile per creare promozioni per attrarre nuovi clienti oppure per

fidelizzare i clienti acquisiti;➡ Le offerte possono riguardare qualsiasi cosa, saranno visualizzate sul

listing della attività o quando gli utenti cercano le offerte speciali nelle vicinanze. I clienti potranno semplicemente mostrare il loro telefono per approfittare della promozione.

➡ Permette di comunicare la propria identità, tenere gli utenti aggiornati su notizie, eventi o elementi di rilievo dell’attività.

➡ I consigli appaiono come contenuti in evidenza sul listing dell’azienda.

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Foursquare for business➡ Il sistema analytics permette di avere più informazioni sui clienti che

visitano la location.➡ Si può scoprire chi fa visita ogni settimana, chi lo fa per la prima volta e

molto altro ancora. ➡ Un metodo efficace

per conoscere il traffico del proprio business e la propria clientela.

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Foursquare for business, perchè?➡ Pubblicità e visibilità sono gratuite, è necessario solo creare offerte

incentivanti e comunicarle offline/online;➡ Gli utenti in mobilità amano usare i propri smartphone per individuare posti

e punti vendita nelle città in cui sono presenti in quel momento;➡ La cosa migliore di Foursquare è la possibilità di lasciare i consigli,

ovvero piccole recensioni dell’attività;➡ I feedback sono utili a far emergere problemi di un’attività o

evidenziarne i benefici per potenziali futuri clienti.

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Le Risorse

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Chi svolge il ruolo di social media magagement?

➡ Un ruolo necessario è quello di una competenza in grado di muoversi efficacemente tra le varie piattaforme sociali, che ne conosca linguaggi, modalità e forme di promozione.

➡ Il social media manager, o community manager è una persona di comunicazione che sa scrivere bene e sa relazionarsi con gli utenti a diversi livelli a nome dell’azienda.

➡ La gestione dei social può essere affidata a più persone, se l’azienda è grande che si occupano di curare la presenza su tutti i canali sociali dell’azienda, compreso il blog.

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Chi svolge il ruolo di content creation?➡ Un’altra competenza fondamentale (che può coincidere con il Social

Media Manager in piccole aziende) è colui che scrive contenuti per il sito e il blog aziendale, trova articoli e collabora con il SMM per fare content marketing.

➡ Nelle grandi aziende, sono risorse interne, perché devono partecipare alla “vita aziendale” per raccontarla sui social, e creare anche una social media policy per altri dipendenti che gestiscono account e pubblicano materiale.

➡ Questi ruoli possono essere affidati a professionisti esterni, ma sempre con continuo coordinamento con il team aziendale.

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Il Budget

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I costi sono variabili e devono tener presente:

➡ Sviluppo delle piattaforme e dei canali;➡ Gestione dei canali via via sviluppati;➡ Manutenzione periodica ed evolutiva (nuove funzionalità, integrazioni,

adeguamenti,…);➡ Campagne (con i relativi aspetti tecnici, creativi, di acquisto media).➡ E la formazione? SEMPRE!

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Tutto parte dai contenuti➡ Il budget da investire nei social media deve tenere conto dei

competitor e delle dinamiche di settore. Deve anche considerare che molto lavoro va fatto sui contenuti, e che questi generano più risultati se integrati in piattaforme proprietarie (blog, siti web, app).

➡ Il content marketing (e quindi le persone che generano i contenuti) è una delle voci di costo in crescita per molte aziende, che va considerata insieme alle spese di sponsorizzazione.

➡ Genericamente, si può dividere il budget in 3 parti:➡ sviluppo piattaforme ➡ sviluppo contenuti ➡ social promotion

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Investire di più in fase di start up➡ Sui social media il budget investito avrà ritorni nel tempo, una volta che

l’azienda ha molti contenuti on-line e si sarà costruita una credibilità solida.

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Il Monitoraggio

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Monitorare tramite insights

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Monitorare tramite insights

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Monitorare tramite insights

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Monitorare i referral di Analytics

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Il monitoraggio non deve essere fine a se stesso

➡ Ci sono molti strumenti per monitorare i diversi social media e le interazioni generate, sia a livello numerico che semantico.

➡ Questi dati vanno però contestualizzati in base agli obiettivi preposti, e uniti al traffico generato dal sito web, analisi del “sentiment”, conversioni di vendita e, in generale, reportistica aziendale.

➡ I dati fini a se stessi non danno grandi indicazioni, ma funzionano solo se integrati ad analisi di più ampio respiro e continuative nel tempo.

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Il piano editoriale

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Perchè è importante?➡ Avere un preciso piano (editoriale) d’azione è una regola

imprescindibile: che si tratti del blog, o dell’attività di un cliente, niente può essere affidato al caso.

➡ Il piano editoriale è come un grande contenitore a scomparti dove tenere a portata di mano tutte le attività per organizzare la presenza sul web: gli obiettivi e i target, i contenuti e gli approfondimenti, le analisi e il monitoraggio dei risultati, il calendario delle pubblicazioni sul blog e sulle pagine social.

➡ Ogni utente segue un social network in particolare. Il piano editoriale serve a presentare al meglio i contenuti sui social.

➡ Con un piano editoriale strutturato, è più facile focalizzarsi sugli obiettivi del post, su come presentare un articolo con la stessa lunghezza d’onda di un utente Facebook rispetto a un utente che usa Twitter.

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Come realizzarlo?

➡ Basta un documento di Word. ➡ Si crea una tabella con tre colonne: titolo, obiettivi (divisi per social) e

data del post specifico.➡ Il piano editoriale non è inciso nella pietra: è un’indicazione che

serve per non perdere le idee giuste per scrivere.

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Step 1➡ Individuazione del target con gli insights➡ A volte il target del blog e quello dei social può coincidere. I social

sono uno strumento più immediato, di passaggio, che attira più presenza rispetto a un blog, specie se settoriale.

➡ Si può prendere spunto dalle preziose informazioni che gli insights possono fornire.

➡ La profilazione serve per comprendere il proprio pubblico e individuare il “tono di voce” con cui rivolgersi ai followers grazie ai dati – sesso, età e interessi – forniti dalla dashboard di Facebook, ad esempio.

➡ La comunicazione social così partirà con una base “scientifica”, e avrà più possibilità di arrivare agli obiettivi prefissati, come aumento dei like e dei followers, incremento dello scambio di informazioni e interazione, o conversione degli utenti in clienti attivi.

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Step 2➡ Prestiamo attenzione al suolo in cui siamo.➡ L’importanza dei contenuti è fondamentale: dobbiamo informare

emozionando e dando valore aggiunto. ➡ È opportuno rispettare il “suolo” ci troviamo: Facebook, Twitter e

Google+ fanno parte dello stesso universo, ma sono pianeti diversi.

➡ A seconda della natura di ogni social, dobbiamo creare contenuti, percorsi e approfondimenti adatti utilizzando i loro valori aggiunti, come gli hashtag per Twitter e gli hangout per Google+: così facendo i fan si sentiranno davvero a casa.

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Step 3➡ Ci vuole puntualità ➡ Una volta individuati il target e gli obiettivi della nostra pagina social, bisogna stilare il

calendario editoriale dei contenuti. ➡ Il leitmotiv dei piani è ‒ in genere ‒ questo: organizzi una pagina web, scrivi post e

articoli, li pubblichi con costanza, poi diffondi le tue parole sui social.➡ Anche per i social la “costanza” è fondamentale, ma le tempistiche possono essere

differenti rispetto a quelle del blog: più spesso su Twitter, condividendo le tue creazioni e quelle altrui; meno frequente su Facebook, prestando attenzione ai giorni e agli orari di maggior affluenza indicati dalla dashboard.

➡ La stessa frequenza di pubblicazione può essere adottata anche su Google+, sfruttando appieno la grande capacità interattiva che questo network mette a disposizione: se la pagina è aziendale, consideriamo gli hangout come la sezione live “dubbi e domande”

➡ Quindi, una volta presa visione di tutte le informazioni, dei picchi e degli strumenti aggiuntivi che le pagine mettono a disposizione, si può organizzare un vero e proprio calendario di pubblicazione settimanale.

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Step 4➡ La netiquette, un anti-fail per eccellenza➡ La netiquette è un documento in cui annotare quali comportamenti

devono rispettare i fan della pagina per condividere e interagire.➡ È opportuno stabilire regole contro lo spam e le volgarità. ➡ La netiquette è un po’ la costituzione della pagina: è utile per gestire

i casi di crisi, evitando così i fail, di cui si parla spesso ultimamente. ➡ La netiquette può anche essere modificata: attenzione ai dubbi o agli

episodi spiacevoli, specie tra i commenti, e modificata sulla base di questa ricerca.

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Step 5➡ I tool che renderanno il piano editoriale social un gioco da ragazzi➡ Esistono alcuni tool gratuiti per rendere la gestione delle pagine social più

semplice e per cercare contenuti sempre freschi e aggiornati.➡ #1: Blogmeter

Analizza le tendenze sui social circa brand, aziende o personaggi pubblici. Si possono trovare oltre 250 progetti: uno strumento per non rimanere mai senza niente da dire.

➡ #2: AllIn1SocialTool alternativo al famosissimo Hootsuite, con ottime funzioni anche nella versione free: permette di gestire tre pagine social, programmando i post e fornendo dati dashboard.

➡ #3: TagboardRegistra post e news relative agli hashtag nella rete dei social network attraverso una funzione di ricerca rapida.

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Il calendario editoriale➡ C’è uno strumento fondamentale: il calendario editoriale, ovvero di un

documento (cartaceo o digitale) che permette di pianificare le pubblicazioni. Come si crea un piano editoriale? Ci sono diversi modi.

➡ Parto da un foglio di calcolo: sull’asse orizzontale si inseriscono i giorni, su quello verticale gli argomenti. Nelle caselle che nascono dall’incrocio di queste linee si inseriscono i titoli dei post.

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Il calendario editoriale➡ L’intervallo giusto tra una pubblicazione e l’altra non esiste.

Almeno in termini assoluti. Cosa manca in questo quadro?➡ Risposta: le pubblicazioni. Cosa pubblicare nel calendario editoriale?

Quale formula utilizzare per dare il massimo ai lettori? Gli argomenti già li conosciamo: grazie al piano editoriale abbiamo “smembrato” il tema da affrontare in micro argomenti, e abbiamo creato delle categorie per racchiudere gli articoli.

➡ Dobbiamo confezionare gli articoli che dovranno attirare l’attenzione del target per guadagnare l’obiettivo: far conoscere, trovare nuovi clienti, fare brand awareness e via di seguito.

➡ Ma cosa pubblichiamo?

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Il calendario editoriale➡ Esistono tanti tipi di post ma per sceglierli c’è una linea ufficiale: tutto

nasce dall’esperienza maturata all’interno di un singolo progetto.➡ È obbligatorio conoscere il proprio pubblico. ➡ È buona regola provare, tentare nuove soluzioni per confezionare

contenuti di qualità. Si può fare seguendo due criteri:➡ Conoscere il pubblico registrando reazioni nei confronti del post: visite, commenti, numero totale delle condivisioni.

➡ Non accontentarsi dei risultati ottenuti ma provare nuove strade, nuove soluzioni.

➡ Questo processo porta a capire cosa ottiene maggior successo con il pubblico e in che misura. Ad esempio, un tutorial può portare più visite perché viene considerato risorsa utile dal pubblico.

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Il calendario editoriale➡ Un articolo di attualità, invece, permette di avere più commenti

perché nasconde la scintilla per una conversazione.➡ Ovviamente gli obiettivi si incrociano: un tutorial può avere tanti

commenti e l’articolo tante condivisioni. ➡ Tutto serve per individuare e alimentare dei filoni di interesse.➡ È il pubblico a decidere cosa è valido e cosa no. Per questo a volte

contenuti perfetti non ottengono risultati sperati: sono perfetti per l’autore, non per il lettore.

➡ Questo permette di fare il calendario editoriale online: schematizzare le pubblicazioni adatte ai lettori.

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Il calendario editoriale➡ Il calendario viene plasmato intorno alle esigenze del lettore. ➡ Senza dimenticare il proprio stile, il pubblico è il re, ma con la

immagine aziendale dobbiamo creare un seguito e fidelizzare il pubblico.

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Suggerimenti

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Come aumentare il coinvolgimento?➡ Principalmente con i contenuti ovviamente e non sempre autopromozionali! Il

vero soggetto non è il brand come molti pensano ma i fan. I contenuti devono essere interessanti e utili per il pubblico!

➡ Le foto, strettamente connesse al messaggio, sono in assoluto il formato con un alto tasso di engagement, a seguire i video, link blog e i messaggi di stato. Inoltre, un messaggio troppo lungo è poco coinvolgente. Siate sintetici, creativi, emozionanti: coinvolgenti

➡ Scelta orario pubblicazione. Non esiste una formula magica o universale valida per tutte le fan page. Prova, analizza, riprova e rianalizza.

➡ Conoscere il target. ➡ Comunicare spesso: 1 post al giorno? Vuoi per mancanza di tempo, vuoi per

mancanza di denaro da investire, vuoi per paura di pubblicare sciocchezze.➡ Valorizzare i fan, farli sentire unici e importanti: eventi esclusivi, codici sconto,

contenuti sbloccabili solo per i fan per creare loyalty. Offrire non un motivo, ma tanti motivi per invogliare la gente a tornare sulla fan page.

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Come aumentare il coinvolgimento?➡ Interazioni: divertire, ascoltare, risolvere problemi, stimolare l’inventiva,

attirare l’attenzione, raccontare storie, chiedere aiuto, fare domande. Questo significa anche essere semplici, informali, simpatici, empatici, originali e perchè no: metterci la faccia, umanizzare l’azienda, mostrare il backstage

➡ Contest: hanno un alto tasso di engagement. È importante far divertire fino a far coinvolgere gli amici. Stimolare la loro creatività e fissare nella loro mente il brand che si rappresenta.

➡ Meme e citazioni di personaggi famosi. ➡ Frasi da completare.➡ Top Fans (premia il fan più attivo del mese).➡ Ascoltare le conversazioni per capire quali sono i contenuti che colpiscono

l’interesse del pubblico e adattarli al linguaggio e ai modi di fare dei fan.

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Facciamo attenzione a quello che diciamo

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Facciamo attenzione a chi collabora con noi

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Facciamo attenzione al tono di voce

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Facciamo attenzione al nostro interlocutore

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Facciamo attenzione ai refusi

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Insomma evitiamo di…

➡ Partire senza una strategia chiara analizzando il contesto, fissando gli obiettivi e disegnando la strategia;

➡ Concentrarci solo sulle tecnologie dimenticando le persone;➡ Perdere tempo in un mondo che evolve rapidamente;➡ Dimenticarci di ascoltare; ➡ Esagerare, aprendo tutti i canali, solo perché è di moda o perché lo ha

fatto il concorrente;➡ Pensare che un nostro fan/follower/iscritto sia un NOSTRO utente

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Concludendo➡ Prima di qualsiasi cosa, crea un piano strategico: a chi voglio parlare,

cosa ho da dire, come voglio dirlo, cosa voglio ottenere➡ Ogni social network ha le proprie caratteristiche: è importante

conoscerli e scegliere quello più adatto agli obiettivi definiti nel nostro piano

➡ Less is more! Inutile aprire mille account se non ci sono contenuti o risorse da dedicare.

➡ Misurare, misurare, misurare: tracciate tutto e cercate di capire che ritorno avete da ogni singola azione.

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Le Newsletter

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Cos’è una newsletter?➡ “Notiziario scritto o per immagini diffuso

periodicamente per posta elettronica”➡ “Messaggio di posta elettronica (email) inviato

periodicamente e gratuitamente ad una pluralità di persone che ne abbiano fatto richiesta, contenente informazioni aggiornate su determinati argomenti e materie.”

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I 10 temi più trattati1. Servizi di viaggi e turismo2. Offerte di lavoro3. Salute e bellezza4. Online community5. Tecnologia6. Informazione d’attualità7. GDO8. Eventi culturali9. Operatori telefonia e internet10. Meteo

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Email marketing➡ “Email marketing is directly marketing a commercial message to a group of

people using email.”➡ Strumento molto versatile e per questo adatto a sostenere qualsiasi

tipologia di azienda e la maggior parte delle iniziative e delle azioni di marketing che un brand può intraprendere.

➡ È fondamentale avere una mailing list consistente e ben targettizzata, ovvero una lista di indirizzi email di persone potenzialmente interessate ai messaggi che verranno loro inviati.

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Email marketing

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Fiducia degli utenti nella newsletter:➡ Acquisti online cliccando direttamente

sul contenuto della newsletter➡ Informazione su offerte e promozioni➡ Fiducia nella newsletter a cui si è iscritti➡ Presentazione dei prodotti

in maniera convincente➡ Risparmio di tempo seguendo

le indicazioni della newsletter

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Perché inviare newsletter?➡ comunicare la nascita di nuovi prodotti/servizi ➡ inviare cataloghi e listini prezzi➡ promuovere sconti e offerte speciali➡ promuovere concorsi a premi o raccolte fondi➡ aggiornare con le news dell’azienda➡ inviare comunicati stampa➡ invitare ad eventi, convegni, fiere, manifestazioni➡ invitare sulla Fan Page di Facebook o sull’account Twitter (o altri social

network)➡ inviare questionari per conoscere l’opinione dei clienti

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Esistono 4 macro-tipologie di newsletter, suddivise in base agli obiettivi di marketing e alle esigenze specifiche di un’azienda:➡ Postcard➡ Content newsletter➡ Catalog email➡ Press release

Il format

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Post card➡ Semplici, veloci e con un testo breve. ➡ Hanno l’obiettivo di informare i clienti di

un’offerta speciale, della nascita di un nuovo prodotto, di un traguardo raggiunto o di invitare ad un evento o ancora fare gli auguri in occasione delle festività.

➡ Devono poter essere lette e comprese in pochi secondi e generalmente contengono una sola call-to-action, ovvero sono orientate ad ottenere dal lettore un’unica azione.

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Post card➡ Newsletter Trentino turismo

mirata ad un preciso nucleo di destinatari, fa la promozione di una determinata tipologia di vacanza.

➡ Nella newsletter si invitano quindi tutti gli iscritti a cliccare per scoprire tutte le offerte riguardanti quel determinato “tema”.

➡ Impaginazione chiara e piacevole, un ottimo utilizzo dell’immagine e del messaggio.

➡ Identificazione chiara del logo dell’azienda e i tasti relativi ai collegamenti con i vari social network.

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Post card

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Content Newsletter➡ Ricche di contenuti interessanti per il

target, contengono informazioni di valore per i potenziali clienti (le ultime news aziendali o di settore, gli ultimi post del blog, gli ultimi articoli di un magazine).

➡ Utili per mantenere un contatto costante con il proprio target, proponendo notizie d’interesse.

➡ È una tipologia di newsletter molto versatile e flessibile, adatta a tutte le aziende che hanno sul proprio sito una sezione news ben aggiornata o un blog, Perfetta per le testate editoriali (quotidiani e magazine online).

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➡ Newsletter Lonely Planet per tenere legati i suoi clienti in questa newsletter sono illustrati, tramite immagini accattivanti, dei riferimenti ad articoli riguardanti vari paesi.

➡ Una piccola inserzione, ben evidenziata dal colore e dall’annuncio, presenta le promozioni e le offerte esclusive.

➡ Sono presenti numerosi link ad approfondimenti.➡ In evidenza, la testate presenta un’immagine

significativa che attira l’attenzione.

Content Newsletter

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Content Newsletter➡ Newsletter Chicco

All’interno della stessa newsletter viene già diversificato l’interesse che possono avere i vari utenti (lo vediamo nelle caselline dove sono segnati i mesi), dove possono trovare info e link dedicati alla singola categoria.

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Catalog email➡ Ricche di fotografie e immediate nella

comunicazione, queste newsletter presentano diversi prodotti di un marchio o un’azienda, con ampio uso di fotografie e, a corredo, brevi descrizioni di ogni singolo prodotto, accompagnate generalmente da una call-to-action per ognuno di essi.

➡ Perfette per siti di e-commerce e web site che hanno al loro interno uno store in cui ordinare o acquistare online i prodotti.

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Catalog email➡ Newsletter Samsung

Un ottimo esempio di quelle che vengono chiamate catalog email:

➡ prima di tutto in testata viene attirata l’attenzione dell’utente con un’immagine accattivante, in linea con la stagione, poi nella sezione riferita al catalogo dei prodotti veri e propri si gioca sempre su un rapporto tra immagine e testo molto equilibrato (prodotto-descrizione).

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Catalog email➡ Newsletter BOW

un vero e proprio catalogo con le offerte dei prodotti.

➡ Anche qui vi sono immagini esplicative, affiancate ai prezzi e alle descrizioni.

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Press release➡ Dedicata al mondo dei media e in particolare alla stampa, questo tipo di

newsletter dà più spazio al testo, anche se può contenere una o più immagini, e serve per inviare i comunicati stampa alla mailing list di giornalisti, redattori, blogger, ect…

➡ L’importanza del testo, in questo tipo di comunicazione, è fondamentale: il messaggio deve dare subito la notizia al giornalista, in modo accattivante e allo stesso tempo chiaro per spingerlo a continuare a leggere.

➡ L’obiettivo finale è attirare l’attenzione di più testate possibili, affinché riportino la notizia e le diano visibilità.

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Press release➡ Questo è un comunicato Meetweb, nel quale

è stata diffusa la notizia del rilascio di un’applicazione per l’Istituto nazionale per il Commercio Estero.

➡ La notizia è stata ripresa da alcune testate di settore come Pmi.it, Hwgadget.com, Youmark.it.

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Postacard

FormatLa stessa azienda può utilizzare format diversi per veicolare 3 tipi di contenuto e applicare 3 tipi di strategie diverse

Postacard/Catalog Catalog

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Format

Postacard Catalog Content

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Infografica➡ Infografica che riassume un esempio di

campagna di email marketing ben riuscita e che attraverso similitudini e rappresentazioni “a tema” racconta:

➡ Le premesse➡ La strategia➡ Le campagne➡ Il format utilizzato➡ I risultati

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Consigli➡ Lavorare sui contenuti: interessanti, sinceri e trasparenti; ➡ Studiare un design grafico accattivante per le comunicazioni aiuterà a creare

una immagine più piacevole e professionale➡ studiare un look in linea con l'immagine che si vuole dare;➡ Essere riconoscibili: inserire sempre il vostro logo in tutte le comunicazioni,

recapiti aziendali (denominazione sociale, indirizzo, numeri di telefono, ecc.);➡ Non eccedere nella frequenza degli invii per non essere invasivi, recare disturbo o

essere scambiati per spam;➡ Ricordare sempre all'utente che se riceve messaggi da noi è perchè ciò ci è stato

da lui esplicitamente richiesto, inserire disclaimer e info per richiedere la cancellazione dalla lista;

➡ Essere tempestivi nel rispondere alle richieste ed alle eventuali lamentele dei clienti/utenti in relazione alle vostre comunicazioni.

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Last but not least➡ Misurare e monitorare ➡ Come per tutte le altre attività di comunicazione on line, anche l’email marketing

può essere analizzato e misurato per testarne l’efficacia e per trarre le adeguate conclusioni.

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La reputazione on line

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Cos’ è il web 2 .0➡ Web 2.0 è l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono

uno spiccato livello di interazione sito-utente. Si basa sull’espressione spontanea e sulla libera partecipazione degli utenti

➡ Le aziende affrontano oggi la sfida dell’organizzazione della loro presenza sul web 2.0 e della gestione delle caratteristiche del tutto nuove della comunicazione on-line che: ‣ si costruisce soprattutto attraverso il contenuto generato dagli utenti ‣ è sempre accessibile ‣ è virale

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Cos’ è il web 2 .0

Il Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet (e in particolare del World Wide Web), rispetto alla condizione precedente. Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di

tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente (blog, forum, chat, sistemi quali Wikipedia,

Youtube, Facebook, Myspace, Twitter, Gmail, Wordpress, Tripadvisor ecc.)

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Cos’ è il web 2 .0➡ Il web dunque non è più soltanto uno spazio di riferimento per ricevere

informazioni ma anche un luogo dove condividerle e trasmetterle. ➡ Il web 2.0 è un web “partecipativo” basato sull’espressione

spontanea e sulla libera partecipazione degli utenti.

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La comunicazione 2.0➡ Le aziende si trovano oggi ad affrontare la nuova sfida

dell’organizzazione della loro presenza sul web 2.0 e della gestione della comunicazione on-line

➡ A differenza dei canali tradizionali, la comunicazione online presenta caratteristiche del tutto nuove:‣ Si costruisce ed alimenta soprattutto attraverso il contenuto generato dagli utenti: ogni consumatore esprime liberamente la sua opinione su un brand, può farla conoscere a milioni di persone sparse nel mondo e conversare – incontrarsi - coalizzarsi con consumatori.

‣ È sempre accessibile, spesso per anni, da qualsiasi parte del mondo.

‣ È virale: si diffonde in modo virale attraverso i molteplici canali della rete.

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Misurare il web 2 .0➡ Le società di marketing e comunicazione oggi devono rispondere ai

seguenti bisogni informativi dei committenti: quanto si parla di me sul web 2.0? Cosa si dice? In che modo?

➡ Per rispondere a queste domande, è necessario condurre un’analisi preliminare della presenza del soggetto nel Web 2.0: ‣ Individuare i canali principali in cui sono presenti discussioni relative al soggetto in esame.

‣ Isolare i temi e gli argomenti associati al soggetto

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Misurare il web 2 .0 - cosa chiedono le aziende?

➡ La prima curiosità suscitata alle aziende dal web 2.0. è la stessa che hanno sollecitato e continuano tuttora a stimolare i media tradizionali:

➡ Quanto si parla di me? Cosa si dice? In che modo? ➡ Ed è proprio a queste domande, prima ancora che alla richiesta di un

posizionamento strategico web 2.0 (attraverso community costruite ad hoc e/o veri e propri social network) che le aziende di comunicazione e marketing sono sempre più spesso invitate a rispondere:

Come analizzare e misurare le conversazioni “spontaneamente” nate sul web 2.0 ?

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Misurare il web 2 .0 - come rispondere alle aziende?➡ Quanto si parla di me? ‣ Calcolo del numero dei post che, nei canali web 2.0 considerati, parlano del soggetto in esame nel periodo di riferimento.

‣ Possibile costruzione di indici di “presenza” e “visibilità” del soggetto in esame, che oltre al fattore “quantitativo” del computo semplice dei post, tengano conto di altri elementi, quali ad esempio la popolarità del canale, la lunghezza della discussione, etc..

➡ Cosa si dice di me? ‣ Analisi del contenuto delle tematiche discusse nelle conversazioni

➡ In che modo? ‣ Valutazione delle tematiche in termini di positività e negatività dei giudizi espressi

‣ Analisi dell’immagine del soggetto in esame effettuata integrando gli argomenti discussi e le valutazioni espresse dagli utenti

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Misurare il web 2 .0 - analisi preliminari➡ Per rispondere alle precedenti domande, per ogni nuovo soggetto da

monitorare è necessario condurre un’analisi preliminare della sua presenza nel Web 2.0. Questa prima fase ha due obiettivi: ‣ Individuare i canali principali in cui sono presenti discussioni relative al soggetto in esame. Operazione finalizzata a costruire un panel di siti web e social network da “monitorare ”

‣ Isolare i temi e gli argomenti associati al soggetto.Operazione finalizzata a selezionare a individuare le tematiche relative al soggetto in esame e successivamente analizzare solo le discussioni pertinenti

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Misurare il web 2.0 - individuare i principali canali

➡ Per individuare un panel di siti web che presentano discussioni pertinenti al soggetto da esaminare, è necessario utilizzare i motori di ricerca in modo avanzato:

➡ Se noi aprissimo Google e cercassimo semplicemente il nome del soggetto che ci interessa, otterremmo una gran quantità di risultati non pertinenti.

➡ Occorre dunque conoscere e saper usare i principali operatori logici per restringere i risultati delle query di ricerca: ‣ OR: Consente di inserire più parole nella ricerca, restituendo risultati in cui è presente almeno una delle parole (di default i motori sottintendono l’operatore AND per le ricerche con più parole chiave)

‣ NOT (-) permette di selezionare i risultati in cui siano presenti alcune parole ma non altre.

‣ INURL restituisce risultati presenti in pagine web il cui indirizzo contenga determinate parole.

➡ È inoltre necessario delimitare la ricerca alla lingua e al paese di interesse e circoscriverla temporalmente

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Misurare il web 2.0 - impostare il panel➡ Individuati i canali principali sul soggetto da monitorare, per

costruire il proprio panel si possono utilizzare ricerche automatizzate su uno dei news aggregator ad oggi disponibili (sistemi che raccolgono contenuti diffusi via feed RSS)

➡ In questo modo il sistema selezionerà automaticamente tutti i nuovi contenuti pertinenti pubblicati.

➡ In molti news aggregator sono spesso già preinseriti i blog italiani (se la ricerca è effettuata su canali italiani) più visibili, i principali newsgroup ed alcuni social network.

➡ Per ogni nuovo soggetto bisogna poi aggiungere i canali di interesse specifico relativi ad esso (se non già presenti)

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Misurare il web 2.0 - monitorare la correttezza del panel ➡ È sempre consigliabile, nella fase di rilevazione vera e propria,

integrare queste ricerche automatizzare con una propria consultazione dei motori di ricerca, sia manuale, sia attraverso alerts

➡ Per catturare anche le conversazioni che potrebbero essere “sfuggite” all’aggregatore

➡ Per cercare di selezionare tutte le conversazioni online che presentano gli argomenti individuati nell’analisi preliminare e scartare le conversazioni non pertinenti (solitamente la pubblicità diretta viene esclusa)

➡ Una volta costruito il panel e individuati gli argomenti pertinenti (tenendo aperta la possibilità di includere altre tematiche qualora risultino rilevanti in corso d’analisi) si può procedere con la rilevazione della presenza online del soggetto in esame.

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Quanto? Cosa? Come? ➡ Quanto si parla di me? ‣ Per prima cosa si individua l’arco temporale di riferimento in cui cercare e analizzare i post

‣ Si procede quindi con il computo del numero di post che parlano del soggetto in esame nel periodo di riferimento

‣ È inoltre interessante integrare le analisi precedenti con la misurazione dell’intensità della conversazione online

➡ Cosa si dice? ‣ Per “qualificare” la presenza del soggetto nei post rilevati, si procede ad analizzare il contenuto delle tematiche discusse nelle conversazioni

➡ In che modo? ‣ Si valutano poi le tematiche rilevate in termini di positività e negatività dei giudizi espressi

‣ Attraverso l’analisi testuale delle parole usate nelle conversazioni online è possibile inoltre identificare e valutare l’immagine del soggetto in esame trasmessa dal web 2.0

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Quanto si parla di me?➡ Per prima cosa si individua l’arco temporale di riferimento in cui

cercare e analizzare i post

➡ Si predilige un contesto temporale quanto più “attuale” possibile, affinché l’analisi: ‣ sia in linea con il dinamismo delle comunicazioni web 2.0 ‣ possa essere utilizzata per monitorare “in diretta”, o quasi, le conversazioni online che parlano del soggetto/fenomeno/oggetto in esame, ed eventualmente intervenire nella discussione per correggere informazioni “distorte”

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Quanto si parla di me?➡ Si procede quindi con il computo del numero di post che parlano del

soggetto in esame nel periodo di riferimento‣ È inoltre possibile diversificare l’analisi a seconda dei canali su cui sono pubblicati i post

➡ Ciascun canale web 2.0 può essere più o meno rilevante a seconda delle finalità della ricerca e dell’interesse specifico del committente.

➡ Ogni canale, inoltre, ha una visibilità e una diffusione specifica tra gli utenti online: essere “postati” su facebook o su un blog personale ha effetti differenti per la visibilità e l’immagine di un’azienda

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Quanto si parla di me?➡ Queste prime analisi di base sono le più richieste dai committenti (e

spesso sono anche le uniche) perché: ‣ sono rapide da effettuare ‣ possono essere quasi completamente automatizzate, grazie all’utilizzo di software specifici che rilevano e analizzano i contenuti online di un determinato soggetto attraverso la ricerca di parole chiave.

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Quanto si parla di me?➡ Questi software offrono diverse statistiche relative alla presenza del

soggetto in esame, sia da un punto di vista quantitativo del semplice numero di post rilevati, sia, in alcuni casi, della valutazione dei post stessi in termini di positività e negatività espressa nei confronti del soggetto in esame.

➡ Tuttavia, le analisi effettuate attraverso questi software presentano diversi limiti: ‣ il dato non è puro. Spesso nel calderone delle informazioni raccolte confluiscono anche conversazioni considerate non pertinenti (sia per l’argomento trattato, sia, ma più raramente se i motori di ricerca sono impostati correttamente, per la correttezza stessa del soggetto rilevato)

‣ la possibilità di valutazioni errate, soprattutto dal punto di vista della rilevazione della positività o negatività del post

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Quanto si parla di me?➡ Alle prime analisi descritte, può inoltre essere utile associare la

misurazione dell’intensità della conversazione online ➡ Si ottiene così una quantificazione più precisa dell’ampiezza della

presenza online, in termini di:‣ Durata della discussione ‣ Numerosità dei commenti generati dalla discussione, o dal singolo post

‣ Popolarità degli utenti (in termini di numero totale di commenti postati)

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Cosa si dice? ➡ Per “qualificare” la presenza del soggetto nei post rilevati, si procede

ad analizzare il contenuto delle tematiche discusse nelle conversazioni➡ Si rileva la presenza/assenza dei temi isolati nella fase preliminare,

focalizzandosi sulla possibile individuazione di nuove tematiche ➡ Spesso i committenti richiedono specifiche analisi ad hoc qualora si

presentino eventi “straordinari” che coinvolgano il soggetto in esame

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Come si parla di me?➡ Sapere quanto si parla di un soggetto, e cosa si dice nelle

conversazioni ad esso riferito, spesso appare moderatamente utile senza una valutazione delle tematiche rilevate in termini di positività e negatività dei giudizi espressi

➡ Ad ogni post viene attribuito un giudizio sulla base non solo del contenuto, ma anche della tonalità specifica del post

➡ Non esistono infatti argomenti a priori positivi o negativi. Ogni post della discussione deve subire un’analisi ad hoc.

➡ Inoltre, ogni post viene “letto” e “valutato” in relazione al contesto di riferimento in cui è inserito: la positività e la negatività dei giudizi espressi viene stimata anche in relazione alle posizioni manifestate nei post precedenti

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Qual è l’immagine trasmessa nel web 2.0?➡ Attraverso l’analisi testuale delle parole usate nelle conversazioni

online è possibile identificare e valutare l’immagine del soggetto in esame trasmessa dal web 2.0

➡ Si effettua un’analisi delle occorrenze delle parole chiave utilizzate nelle conversazioni e si costruisce una mappa semantica, che: ‣ permette di identificare il peso e la rilevanza delle parole citate e delle tematiche menzionate durante le discussioni

‣ offre una rappresentazione grafica immediata del linguaggio utilizzato per parlare del soggetto in esame