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ITALIAN JOURNAL OF EMERGENCY MEDICINE - Giugno 2012 43 Area Nursing Risk management nell’attribuzione codice colore triage di Pronto Soccorso Gianfranco Verna Dottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Master di I livello in Area critica ad indirizzo emergenza sanitaria, professore a.c. Università G. D’Annunzio Chieti, UOC Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, Chieti Maria Antonietta Di Felice Direttore Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, Chieti Keywords: ????????? Abstract The Triage system can offer an optimization of the assistance in the Emergency Department, but at the same time can represent a potential source of clinical risk. Purpose of this study: to evaluate the risk linked to the method of attribution of colour-code triage by a classification of index priority risk (IPR), applying the FMECA technique. Result: 365 on 456 total correct reports (80.04%), divided in 71 homogeneous groups (modes) codified into risk areas: professional, re- lational, structural, and organizational. Conclusion: the examined whole process is considered at high risk of mistake. Caso clinico Ovunque cure mediche vengono dispensate il paziente corre il rischio di essere vittima di un danno in conseguen- za involontaria di quelle cure stesse. Per questo oggi la percentuale di danni iatrogeni è diventata un importante indicatore della qualità delle cure 1 . Il rischio clinico è la probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè subisca un qualsiasi danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza, che causa un prolungamento del periodo di degenza, un peggioramento delle condizioni di salute o la morte 2 ; è complicanza involontaria seguita da disabilità, morte o prolungamento della degenza, imputabile alla gestione delle cure, piuttosto che alla malattia sottostante 3 . Il rischio clinico può essere arginato attraverso iniziative di risk management. Partendo dalla considerazione che l’errore è una componente inevitabile della realtà umana 2 , diventa fondamen- tale riconoscere che anche il sistema può sbagliare creando le circostanze per il verificarsi di un errore, che resta- no latenti fino a quando un errore dell’operatore non le rende manifeste. Se non si può eliminare completamente l’errore umano, è fondamentale favorire le condizioni lavorative ideali a porre in atto un insieme di azioni che renda difficile per l’uomo sbagliare 4 , ed in secondo luogo, attuare delle difese in grado di arginare le conseguen- ze di un errore che si è verificato. Reason, inoltre, si approccia in modo sistemico allo studio degli errori, la teoria degli errori latenti 5,6 . Il presupposto di base in questo approccio risiede nella convinzione che gli incidenti siano solo la punta dell’iceberg, che per un incidente che ha avuto luogo ce ne siano stati molti altri che non sono avvenuti solo perché l’operatore o un controllo hanno impedito che accadesse 7 . Da questa visione sistemica nasce l’idea che il verificarsi di un incidente sia frutto di un concatenazione di eventi che hanno superato tutte le difese che erano state messe in atto. La sicurezza del paziente deriva, pertanto, dalla capacità di progettare e gestire organizzazioni in grado sia di ridurre la probabilità che si verifichino errori, sia di recupe- rare e contenere gli effetti degli errori che comunque si verificano. Secondo la Joint Commission on Accreditation of Heal- thcare Organizations (JCHAO, 2002) il risk management è l’insieme delle attività cliniche ed amministrative intraprese per identificare e ridurre i rischi per i pazienti, per lo staff, per i visitatori e per l’organizzazione stessa. Nell’ultimo decennio, l’incremento delle richieste di prestazioni di Pronto Soccorso, ha portato all’attivazione del metodo del triage nei Diparti- menti di Emergenza-Urgenza ed Accettazione. Tale sistema permette di gestire, razionalizzare, ottimizzare il servizio di Pronto Soccorso, ma allo stesso tempo può rappresentare anche un potenziale rischio di errore a carico dell’utenza. La valutazione di triage è alla base del processo decisionale e le decisioni prese possono influenzare pesantemente i risultati dell’assistenza. Quindi il triage è un processo non scevro di rischi ed errori. Tra i metodi per valutare il comportamento umano nell’espletamento di un compito, la Failure Mode and Effect Analysis è quello che avuto maggiori impieghi in campo sanitario. In particolare è stato utilizzato per l’analisi degli incidenti nel settore dell’anestesia 8 e per l’analisi del lavoro degli operatori addetti alla manutenzione del gruppo elettrogeno di un ospedale 9 . Il suo impiego è essenzialmente mirato a valutare la performance del sistema,

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ItalIan Journal of EmErgEncy mEdIcInE - Giugno 2012

43Area Nursing 43Area Nursing

Risk management nell’attribuzione codice colore triage di Pronto SoccorsoGianfranco VernaDottore Magistrale in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Master di I livello in Area critica ad indirizzo emergenza sanitaria, professore a.c. Università G. D’Annunzio Chieti, UOC Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, Chieti

Maria Antonietta Di FeliceDirettore Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, Chieti

Keywords: ?????????

AbstractThe Triage system can offer an optimization of the assistance in the Emergency Department, but at the same time can represent a potential source of clinical risk. Purpose of this study: to evaluate the risk linked to the method of attribution of colour-code triage by a classification of index priority risk (IPR), applying the FMECA technique. Result: 365 on 456 total correct reports (80.04%), divided in 71 homogeneous groups (modes) codified into risk areas: professional, re-lational, structural, and organizational. Conclusion: the examined whole process is considered at high risk of mistake.

Caso clinicoOvunque cure mediche vengono dispensate il paziente corre il rischio di essere vittima di un danno in conseguen-za involontaria di quelle cure stesse. Per questo oggi la percentuale di danni iatrogeni è diventata un importante indicatore della qualità delle cure1.Il rischio clinico è la probabilità che un paziente sia vittima di un evento avverso, cioè subisca un qualsiasi danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche prestate durante il periodo di degenza, che causa un prolungamento del periodo di degenza, un peggioramento delle condizioni di salute o la morte2; è complicanza involontaria seguita da disabilità, morte o prolungamento della degenza, imputabile alla gestione delle cure, piuttosto che alla malattia sottostante3.Il rischio clinico può essere arginato attraverso iniziative di risk management. Partendo dalla considerazione che l’errore è una componente inevitabile della realtà umana2, diventa fondamen-tale riconoscere che anche il sistema può sbagliare creando le circostanze per il verificarsi di un errore, che resta-no latenti fino a quando un errore dell’operatore non le rende manifeste. Se non si può eliminare completamente l’errore umano, è fondamentale favorire le condizioni lavorative ideali a porre in atto un insieme di azioni che renda difficile per l’uomo sbagliare4, ed in secondo luogo, attuare delle difese in grado di arginare le conseguen-ze di un errore che si è verificato.Reason, inoltre, si approccia in modo sistemico allo studio degli errori, la teoria degli errori latenti5,6. Il presupposto di base in questo approccio risiede nella convinzione che gli incidenti siano solo la punta dell’iceberg, che per un incidente che ha avuto luogo ce ne siano stati molti altri che non sono avvenuti solo perché l’operatore o un controllo hanno impedito che accadesse7. Da questa visione sistemica nasce l’idea che il verificarsi di un incidente sia frutto di un concatenazione di eventi che hanno superato tutte le difese che erano state messe in atto. La sicurezza del paziente deriva, pertanto, dalla capacità di progettare e gestire organizzazioni in grado sia di ridurre la probabilità che si verifichino errori, sia di recupe-rare e contenere gli effetti degli errori che comunque si verificano. Secondo la Joint Commission on Accreditation of Heal-thcare Organizations (JCHAO, 2002) il risk management è l’insieme delle attività cliniche ed amministrative intraprese per identificare e ridurre i rischi per i pazienti, per lo staff, per i visitatori e per l’organizzazione stessa. Nell’ultimo decennio, l’incremento delle richieste di prestazioni di Pronto Soccorso, ha portato all’attivazione del metodo del triage nei Diparti-menti di Emergenza-Urgenza ed Accettazione. Tale sistema permette di gestire, razionalizzare, ottimizzare il servizio di Pronto Soccorso, ma allo stesso tempo può rappresentare anche un potenziale rischio di errore a carico dell’utenza. La valutazione di triage è alla base del processo decisionale e le decisioni prese possono influenzare pesantemente i risultati dell’assistenza. Quindi il triage è un processo non scevro di rischi ed errori.Tra i metodi per valutare il comportamento umano nell’espletamento di un compito, la Failure Mode and Effect Analysis è quello che avuto maggiori impieghi in campo sanitario. In particolare è stato utilizzato per l’analisi degli incidenti nel settore dell’anestesia8 e per l’analisi del lavoro degli operatori addetti alla manutenzione del gruppo elettrogeno di un ospedale9. Il suo impiego è essenzialmente mirato a valutare la performance del sistema,

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con lo scopo di individuare gli errori commessi che hanno portato al verificarsi dell’evento avverso ed apportare le azioni correttive necessarie a prevenirli. La dimensione del problema in Italia: 320.000 persone ogni anno restano vittime di errori in ospedale, 12.000 cause intentate da pazienti, 2 miliardi e mezzo di euro per richieste di risarcimenti pendenti, 260 milioni di euro per costi/anno per il prolungamento delle degenze per errori, 413 milioni di euro di risarcimenti pagati dalle assicurazioni dal 1999 al 2000 (Il Sole 24 ore, 2002).

Obiettivi• Aumentare la sensibilità dei singoli professionisti nei confronti della necessità di non occultare gli errori e

favorirne la segnalazione. • La revisione sistematica degli errori segnalati all’interno dell’équipe lavorativa modifica nel tempo comporta-

menti portatori di criticità e riduce l’incidenza di errori. • Valutare tramite analisi pro-attiva il rischio associato alla procedura di attribuzione codice colore triage di

Pronto Soccorso, classificandolo in base all’indice di priorità di rischio (IPR). Ipotesi:• Lo stress degli operatori è la maggior causa di errore nell’attribuzione codice colore triage di Pronto Soccorso.• Il sovraffollamento di pazienti afferenti al Pronto Soccorso è altra causa frequente di errore nell’attribuzione

codice colore triage di Pronto Soccorso.

Materiali e metodiAnalisi pro-attiva nella gestione del rischio clinico nella attribuzione codice colore gravità in corso di triage di Pron-to Soccorso. Studio condotto, in due momenti diversi e distinti, mediante questionario anonimo rivolto a personale di Pronto Soccorso che effettua triage. FMECA (Failure Mode and Criticality Effect Analysis): è una tecnica sistematica per identificare e prevenire pro-blemi sui prodotti e processi prima che essi insorgano, proposta dalla Joint Commission (JCAHO, standard LD 5.2 manuale per l’accreditamento 2001) alle organizzazioni sanitarie quale strumento per la prevenzione dei rischi. È una tecnica previsionale: il risultato che ci si ottiene dalla applicazione è l’abbassamento del rischio di errori. In sanità la tecnica comincia ad essere applicata come strumento della gestione del rischio10, in Italia cominciano a diffondersi esperienze pilota in applicazione in ambito sanitario11.Procedura di studio: 1. definizione dell’oggetto dell’analisi: errore nell’attribuzione codice colore triage in Pronto Soccorso. Evento

sentinella n.14 del Ministero della salute, 2009: morte o grave danno conseguente a non corretta attribuzione del codice triage nella Centrale Operativa 118 e/o all’interno del Pronto Soccorso;

2. creazione di un gruppo di lavoro: medici ed infermieri;3. criteri di inclusione ed esclusione: personale medico ed infermieristico, in servizio a tempo indeterminato,

idoneo ad espletare funzione di triage come da normativa di legge vigente;4. riunione informativa e formativa (di circa 3 ore per due incontri) con il gruppo di lavoro arruolato allo studio

sulle modalità di utilizzo della tecnica, sugli obiettivi da perseguire e della scheda di rilevazione dati adottata; 5. analisi pro-attiva nella gestione del rischio secondo tecnica FMECA, proposta dalla Joint Commission (stan-

dard LD 5.2 manuale per l’accreditamento, 2001) alle organizzazioni sanitarie quale strumento per la pre-venzione dei rischi;

6. effettuare l’analisi qualitativa descrivendo i modi di errore, i loro effetti, le possibili cause: agli operatori fa-centi parte del gruppo di lavoro veniva chiesto di individuare situazioni di rischio mediante somministrazione della scheda di rilevazione degli eventi potenzialmente pericolosi. La compilazione è stata anonima e destrut-turata: una volta compilata la scheda veniva posta in apposita urna, aperta solo a fine dello studio. Periodo di studio dal 01.04.2010 al 31.10.2010;

7. codifica delle risposte ottenute e raggruppamento in insiemi omogenei identificando 4 aree di rischio: Profes-sionale, Relazionale, Strutturale, Organizzativo;

8. elaborazioni dati (Access per data base, Excell per tabelle e figure, di Window Office Professional 2007);9. costruzione delle tre scale di valutazione: Gravità dell’effetto (G), Probabilità (P) e Rilevabilità (R) e calcolo

dell’Indice di Priorità di Rischio (IPR = G x P x R);10. somministrazione, allo stesso gruppo di lavoro, dell’analisi qualitativa dei dati ottenuti, e ad ogni item al

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professionista veniva chiesto di fornire una misura soggettiva della Gravità (G), della Probabilità (P) e della Rilevabilità (R ). Periodo di studio dal 01.12.2010 al 31.12.2010;

11. ordinare gli item per IPR decrescente;12. assumere decisioni per abbassare il livello di rischio.

RisultatiIn generale, il risultato che ci si attende dalla applicazione della FMECA al progetto è l’abbassamento del rischio di errori determinati da una mancata o errata considerazione delle possibilità di errore nella fase di progettazio-ne. Analisi condotta presso l’Unità Operativa di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, DEA di II° livello, Azienda Sanitaria Locale 02 Lanciano Vasto Chieti, presidio Ospedaliero di Colle dell’Ara. Gruppo di lavoro costituito da 7 medici e 16 infermieri. Partecipano allo studio il Direttore dell’Unità Operativa ed il Coordinatore Infermieristico. Vi sono state 365 segnalazioni corrette su 456 totali (80,04%), raggruppate in 71 insiemi omogenei di risposta (modi) codificate in base alle aree di rischio: ambito professionale 142 segnalazioni corrette in 23 modi; ambito relazionale 74 segnalazioni corrette in 12 modi; ambito strutturale 47 segnalazioni corrette in 11 modi; ambito organizzativo 102 segnalazioni corrette in 25 modi.

Risultati analisi qualitativa

Tabella 1. Analisi qualitativa (ambito professionale). Distribuzione di frequenza dei modi di risposta Frequenza modi di risposta

1 A Tipo di formazione di base non idonea 72 A Conoscenze acquisite durante il percorso formativo non sufficienti 53 A Assenza di abilità specifiche certificate 114 A Assenza di formazione post-base 45 A Assenza di re-training annuale 66 A Mancanza dei requisiti di base 77 A Poca esperienza 78 A Sovrastima per paura di sottostimare 89 A Atteggiamento di chi si sente troppo sicuro 810 A Sottostima per non apparire ansioso ai colleghi 711 A Sovraffollamento 1312 A Comunicazione inadeguata tra operatori 413 A Comunicazione incompleta tra operatori 314 A Comunicazione scorretta tra operatori 715 A Pazienti difficili: abuso etilico 316 A Pazienti difficili: paziente psichiatrico 317 A Pazienti difficili: patologie cerebrali degenerative 218 A Pazienti difficili: barriere linguistiche 619 A Pazienti difficili: pazienti pediatrici 420 A Assenza di rivalutazione 421 A Non corretta applicazione di protocolli in uso al servizio 1022 A Pochi corsi ECM sul triage 923 A Scarsa partecipazione a corsi di aggiornamento specifici 4

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Tabella 2. Analisi qualitativa (ambito relazionale). Distribuzione di frequenza dei modi di risposta

Frequenza modi di risposta 24B Non accettare ed accogliere la persona senza aggredirla per essere

venuta nel posto sbagliato 4

25B Assenza di presa in carico 6

26B Ascolto con disattenzione 10

27B Non rassicurare sulla presenza di un punto di riferimento per tutto il periodo di attesa

2

28B Non dare sostegno anche ai familiari 3

29B Operatore aggressivo 7

30B Operatore superficiale 7

31B Stress del personale 11

32B Carico di lavoro eccessivo 12

33B Turni al triage troppo lunghi 6

34B Turnare ogni due ore 3

35B Non utilizzo corretto delle informazioni ricevute dalla persona 3

Tabella 3. Analisi qualitativa (ambito strutturale). Distribuzione di frequenza dei modi di risposta

Frequenza modi di risposta 36C Non posizione strategica dell’accesso al servizio 2

37C Unico ingresso pedoni e mezzi di soccorso 1

38C Area non chiaramente identificabile 2

39C Area non facilmente identificabile 2

40C Difficoltà nel rispetto della privacy 9

41C Mancanza di spazio dedicato alla intervista e alla valutazione 10

42C Triage decentrato rispetto alla sala d’attesa 2

43C Porte di accesso multiple al Pronto Soccorso 6

44C Sala d’attesa insufficiente 6

45C Sala d’attesa non confortevole 1

46C Sala d’attesa difficile da controllare 6

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Tabella 4. Analisi qualitativa (ambito organizzativo). Distribuzione di frequenza dei modi di risposta

Frequenza modi di risposta 47D Funzioni improprie varie 848D Centralinista: troppe telefonate afferiscono al triage 1049D Smistamento pazienti non di pronto soccorso 4

50D Assenza di barelliere 2

51D Assenza di posto fisso di polizia h 24 1

52D Controllo delle porte di accesso difficoltoso 2

53D Ufficio informazioni 3

54D Ricezione di fax 1

55D Gestire i familiari in sala d’attesa 6

56D Nessun impiego di strumenti semplici 657D Assenza di materiale di medicazione 2

58D Assenza di materiale di immobilizzazione 2

59D Assenza di ghiaccio secco 360D Assenza di termometro 261D Assenza di saturimetro 262D Presenza di almeno 2 infermieri di triage 662D Carenza dei mezzi di comunicazione interni 164D Allertamento in tempi brevi dell’arrivo di pazienti gravi 565D Scarsa organizzazione nei trasferimenti da altri ospedali 166D Sala di registrazione utenti dopo la prestazione 367D Troppi parenti presenti in corsia 1068D Attività distraenti varie 469D Carenze di personale 1070D Pazienti che sostano per lungo tempo in sala d’attesa 371D Presenza di personale ausiliario al triage 5

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Figura 1. Frequenza assoluta di ogni evento segnalato.

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Figura 2. Distribuzione modi di risposta per area di rischio.

Tabella 5. Numero decrescente di risposta per ogni modo

11 A Sovraffollamento 1332 B Carico di lavoro eccessivo 1231 B Stress del personale 113 A Assenza di abilità specifiche certificate 1126 B Ascolto con disattenzione 1021 A Non corretta applicazione di protocolli in uso al servizio 1048 D Centralinista: troppe telefonate afferiscono al triage 1067 D Troppi parenti presenti in corsia 1069 D Carenze di personale 1041 C Mancanza di spazio dedicato alla intervista e alla valutazione 10

Analisi quantitativaPer ogni evento sfavorevole individuato, il professionista dovrà indicare: • Gravità dell’evento (G) da 1 a 10; • Probabilità dell’evento (P) da 1 a 10; • Rilevabilità dell’evento (R) da 10 a 1 (JCAHO standard LD 5.2 manuale per l’accreditamento 2001).

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Figura 3. Frequenza delle risposte per area di rischio.

Tabella 6. Analisi quantitativa (ambito professionale). Media geometrica Indice Priorità di Rischio. IPR

1A Tipo di formazione di base non idonea 181,82A Conoscenze acquisite durante il percorso formativo non sufficienti 232,73A Assenza di abilità specifiche certificate 384,54A Assenza di formazione post-base 139,65A Assenza di re-training annuale 230,06A Mancanza dei requisiti di base 365,57A Poca esperienza 145,58A Sovrastima per paura di sottostimare 367,29A Atteggiamento di chi si sente troppo sicuro 199,810A Sottostima per non apparire ansioso ai colleghi 180,811A Sovraffollamento 332,012A Comunicazione inadeguata tra operatori 400,013A Comunicazione incompleta tra operatori 298,614A Comunicazione scorretta tra operatori 258,015A Pazienti difficili: abuso etilico 72,916A Pazienti difficili: paziente psichiatrico 72,917A Pazienti difficili: patologie cerebrali degenerative 72,918A Pazienti difficili: barriere linguistiche 117,819A Pazienti difficili: pazienti pediatrici 191,020A Assenza di rivalutazione 55,321A Non corretta applicazione di protocolli in uso al servizio 189,822A Pochi corsi ECM sul triage 279,723A Scarsa partecipazione a corsi di aggiornamento specifici 292,6

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Tabella 7. Analisi quantitativa (ambito relazionale). Media geometrica Indice Priorità di Rischio. IPR

24B Non accettare ed accogliere la persona senza aggredirla per essere venuta nel posto sbagliato

277,0

25B Assenza di presa in carico 202,0

26B Ascolto con disattenzione 336,2

27B Non rassicurare sulla presenza di un punto di riferimento per tutto il periodo di attesa 51,2

28B Non dare sostegno anche ai familiari 174,5

29B Operatore aggressivo 122,330B Operatore superficiale 178,031B Stress del personale 473,732B Carico di lavoro eccessivo 319,2

33B Turni al triage troppo lunghi 347,0

34B Turnare ogni due ore 294,6

35B Non utilizzo corretto delle informazioni ricevute dalla persona 307,5

Tabella 8. Analisi quantitativa (ambito strutturale). Media geometrica Indice Priorità di Rischio. IPR

36C Non posizione strategica dell’accesso al servizio 52,1

37C Unico ingresso pedoni e mezzi di soccorso 40,538C Area non chiaramente identificabile 160,039C Area non facilmente identificabile 150,040C Difficoltà nel rispetto della privacy 390,241C Mancanza di spazio dedicato alla intervista e alla valutazione 289,042C Triage decentrato rispetto alla sala d’attesa 40,0

43C Porte di accesso multiple al Pronto Soccorso 76,8

44C Sala d’attesa insufficiente 151,6

45C Sala d’attesa non confortevole 12,6

46C Sala d’attesa difficile da controllare 149,6

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Tabella 9. Analisi quantitativa (ambito organizzativo). Media geometrica Indice Priorità di Rischio.IPR

47D Funzioni improprie varie 187,548D Centralinista: troppe telefonate afferiscono al triage 320,249D Smistamento pazienti non di Pronto Soccorso 163,3

50D Assenza di barelliere al triage 96,051D Assenza di posto fisso di polizia h 24 92,652D Controllo delle porte di accesso difficoltoso 32,453D Ufficio informazioni 392,554D Ricezione di fax al triage 100,555D Gestire i familiari in sala d’attesa 333,856D Nessun impiego di strumenti semplici 148,257D Assenza di materiale di medicazione 32,458D Assenza di materiale di immobilizzazione 44,859D Assenza di ghiaccio secco 38,060D Assenza di termometro 32,061D Assenza di saturimetro 32,062D Presenza di almeno 2 infermieri di triage 120,862D Carenza dei mezzi di comunicazione interni 12,864D Allertamento in tempi brevi dell’arrivo di pazienti gravi 86,465D Scarsa organizzazione nei trasferimenti da altri ospedali 51,866D Sala di registrazione utenti dopo la prestazione 200,067D Troppi parenti presenti in corsia 207,468D Attività distraenti varie 104,069D Carenze di personale 275,070D Pazienti che sostano per lungo tempo in sala d’attesa 279,571D Presenza di personale ausiliario al triage 191,7

Tabella 10. IPR in ordine decrescente. Modo di risposta IPR Frequenza

31 B Stress del personale 473,7 1112 A Comunicazione inadeguata tra operatori 400,0 4

53 D Ufficio informazioni 392,5 3

40 C Rispetto della privacy 390,2 9

3 A Assenza di abilità specifiche certificate 384,5 11

8 A Sovrastima per paura di sottostimare 367,2 8

6 A Mancanza dei requisiti di base 365,5 7

33 B Turni al triage troppo lunghi 347,0 6

926 B Ascolto con disattenzione 336,2 1011 A Sovraffollamento 332,0 13

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DiscussioneL’infermiere di triage si adopera quotidianamente in un sistema complesso sfruttando a fondo la sua professionalità per garantire risposte ed interventi tempestivi, adeguati ed ottimali per i pazienti che giungono in ospedale per problematiche di emergenza-urgenza. Uno dei problemi con cui si confronta quotidianamente è il sovraffollamento che comporta un aumento dei tempi di attesa per l’accesso alla visita medica, una difficile selezione con conse-guente ritardo di intervento nei casi di pazienti urgenti.

Modo di risposta11 A

Sovraffollamento IPR 332,0

Frequenza13

Sovraffollamento: per ogni paziente in più, in aggiunta al rapporto di riferimento, il rischio di mortalità aumenta del 7% (OR 1,07, 95% IC, 1,03-1,12)13.Un aumento del carico di lavoro comporta più rischi per il paziente. È prevedibile cosa può accadere quando esiste sproporzione tra carico di lavoro e numero di infermieri: si fa tutto più di fretta con conseguenze prevedibili. La riduzione del numero degli infermieri ha implicazioni importanti per la qualità dell’assistenza e la sicurezza del paziente14,15. Uno studio su 799 ospedali ha dimostrato che un maggior numero di ore di assistenza da parte di personale qua-lificato provoca una riduzione statisticamente significativa della degenza, delle infezioni delle vie urinarie, delle polmoniti e delle morti per polmoniti, shock, sepsi e trombosi venosa profonda16.

Modo di risposta 32B

Carico di lavoro eccessivo IPR319,2

Frequenza12

Gli infermieri che lavorano in emergenza rischiano di essere sottoposti a stress acuto o ad incidenti gravi. La pre-valenza del disturbo post traumatico da stress è molto elevata raggiungendo il 21% in chi ha assistito a scenari di catastrofe. Inoltre i risultati degli studi considerati evidenziano che il personale infermieristico di Pronto Soccorso è più soggetto a stress. Lo stress connesso al lavoro può influire negativamente sulle condizioni di salute e provocare perfino infortuni (National Istitute for Occupational Safety and Health - USA,1999).

Modo di risposta 31 B

Stress del personale IPR 473,7

Frequenza 11

L’infermiere triagista “stressato”, sovraccaricato di lavoro può compiere più facilmente errori specialmente quelli di valutazione ossia di sovrastima e di sottostima. La sovrastima è l’errore di valutazione che compie l’infermiere attribuendo un codice colore superiore a quello corretto. La sovrastima tutela eccessivamente il singolo utente a danno generale sia dell’organizzazione che dei restanti pazienti in attesa. La sottostima invece consiste nell’errore commesso dall’infermiere che attribuisce un codice colore inferiore a quello corretto con danno diretto nei confronti del paziente valutato.

Modo di risposta8 A

Sovrastima per paura di sottostimare IPR367,2

Frequenza8

Modo di risposta10 A

Sottostima per non apparire ansioso ai colle-ghi

IPR180,8

Frequenza7

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Inoltre, l’Infermiere risponde della corretta applicazione dei protocolli, che deve essere parte attiva del processo di cambiamento degli stessi sulla base dell’esperienza. Ovviamente risponde in prima persona, secondo un profilo di responsabilità non più mediata, come un tempo, da quella del medico ma in piena autonomia professionale. Modo di risposta21 A

Non corretta applicazione di protocolli in uso al servizio

IPR189,8

Frequenza10

Una cattiva comunicazione tra operatori può essere causa di errori, perché l’informazione non viene passata, o non è disponibile, con conseguenze importanti per i pazienti. Può verificarsi per cause diverse: cattiva organizza-zione, mancanza di sistemi e flussi che garantiscono un buon passaggio di informazioni, mancanza di strumenti di comunicazione, cattivo clima di lavoro, personale non preparato o non abituato a lavorare in équipe, carichi di lavoro eccessivi (Ministero della salute, D.M. 5.3.2003 ).

Modo di risposta IPR Frequenza12 A Comunicazione inadeguata tra operatori 400,0 413 A Comunicazione incompleta tra operatori 298,6 314 A Comunicazione scorretta tra operatori 258,0 7

ConclusioneLa realizzazione dello studio ha prodotto un buon coinvolgimento dei professionisti. Attraverso un esplicito ap-proccio metodologico si è ottenuta una misura del grado di percezione degli eventi potenzialmente pericolosi per il paziente e dell’individuazione delle priorità di intervento.L’applicazione della FMECA ha quindi permesso una adeguata analisi delle priorità di rischio e di fornire una serie di informazioni rilevanti in determinati contesti assistenziali. Le indicazioni ottenute ci porteranno ad indivi-duare la migliore allocazione di risorse che possono prevenire più efficacemente i rischi e migliorare le condizioni organizzative. In considerazione degli IPR rilevati, è possibile ritenere che l’intero processo esaminato è ad alto rischio di errore.

Figura 4. Modi totali ed IPR significativi.

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Figura 5. Modi totali ed IPR significativi per area di rischio.

In riferimento all’ipotesi di studio: lo stress degli operatori è la maggior causa di errore nell’attribuzione codice colore triage di Pronto Soccorso.

Modo di risposta 31 B

Stress del personale IPR 473,7

Frequenza 11

Il sovraffollamento di pazienti afferenti al Pronto Soccorso è altra causa frequente di errore nell’attribuzione codice colore triage di Pronto Soccorso.

Modo di risposta11 A

Sovraffollamento IPR 332,0

Frequenza13

L’applicazione della FMECA ha permesso di pervenire ad una adeguata analisi delle priorità di rischio e di fornire una serie di informazioni rilevanti; le indicazioni ottenute saranno utilizzate per mettere in atto tutte quelle misure che possono prevenire più efficacemente i rischi e migliorare le condizioni organizzative. L’identificazione degli item di modi di risposta rende possibile un loro monitoraggio continuo nel tempo, con particolare attenzione a quelli con IPR più alto.

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