missionaria la giornata domani - webdiocesi · 2010. 10. 24. · colera. e ieri il numero delle...

2
Avvenire 10/23/2010 Copyright (c) Avvenire October 24, 2010 9:13 am / Powered by TECNAVIA / HIT- Copy Reduced to 77% from original to fit letter page sbarchi a -72% LAMBRUSCHI A PAGINA 12 Haiti sprofon dopo il sis uccide il col Ancora proteste ZAPPALÀ A PAGINA 14 CAPUZZI 5 I test medici confermano: è colera. E ieri il numero delle vittime, in prevalenza sfollati del sisma, è salito a 150. Centinaia i ricoverati a Saint Marc dove è partita l’epidemia. Intanto, due terzi dei campi sono senza controlli e donne e bambini sono bersaglio delle violenze dei criminali. MIGLIAIA DI CONTAGI, VIOLENZE NEI C LA CAUSA DI BEATIFICAZIONE DI VAN THUÂN COL SORRISO E CON LA CROCE SALVATORE MAZZA l sorriso sembrava non lasciarlo mai. Anche quando – e non lo faceva spesso, né volentieri – raccontava della prigione, dei soprusi subiti, delle umiliazioni. E si stupiva del tuo stupore, quasi che la sua vita, le sue vi- cende, il suo dolore davvero non fossero niente di spe- ciale, non avessero niente di straordinario. E se glielo dicevi si stringeva nelle spalle. Sorridendo: «È quello che qualunque sacerdote al mio posto avrebbe fatto». Francis Xavier Nguyen Van Thuân ne era assolutamente convinto. Ma, in più che qualche modo, l’apertura ie- ri al Vicariato di Roma della sua causa di beatificazio- ne, a otto anni dalla morte, conferma la straordinarietà di una vita che, a definirla un romanzo, le si fa un tor- to. Figura simbolo della resistenza della Chiesa vietna- mita a un regime che avrebbe voluto cancellarne ogni traccia, certamente. Ma anche, e soprattutto, simbolo di come una fede salda – capace di nutrirsi di se stessa attraverso la croce costruita con un pezzo di legno e lo spago regalatigli dai suoi carcerieri, e la messa quoti- diana clandestina celebrata come poteva (il palmo del- la mano come un calice, tre gocce d’acqua e una di vi- no) – riesca a mandare in crisi anche chi cerchi in ogni modo di svuotarti l’anima. Non era modestia, quella con cui Van Thuân respinge- va con un’alzata di spalle e un sorriso . Era, molto sem- plicemente, l’ “ovvio dei santi”, di chi ha saputo depor- re nelle mani di Cristo tutta la propria sapienza, tutta la propria cultura, la propria vita. Senza riserve. Senza esitazioni. Senza rimpianti. Nominato vescovo sei gior- ni prima della caduta di Saigon, il 24 aprile del 1975, in- dicato come elemento “reazionario” (forse perché ni- pote del presidente del Vietnam del Sud, Ngo Dinh Diem) da alcuni dei suoi stessi confratelli, passò qua- si direttamente dalla Curia al carcere. Tredici anni, no- ve dei quali in isolamento: Saigon, Nha Trang, Vinh– Quang. Guardato a vista. Nessuna accusa specifica. Nessun processo. Da impazzire. Eppure non fu lui a impazzire. Casomai a diventar mat- to fu quel regime che, non volendolo eliminare per non farne un martire, cercò in ogni modo di spezzarlo, sen- za mai neppure scalfirlo. «Cristo è la mia corazza», di- ceva; e l’impressione, netta, era che la sua, prima che una citazione, fosse una constatazione autobiografica. E così aveva finito con lo spiazzare tutti: in primisi car- cerieri che, stupiti e ammirati, gli passavano sottoban- co le cose che chiedeva – sempre «per favore...» – com- presa la carta che gli serviva per inviare messaggi ai suoi fedeli e per “costruirsi” una Bibbia. E poi i suoi compagni nel “campo di rieducazione”. L’agenzia Asia News ha pubblicato la lettera che uno di loro, Hai, rila- sciato prima di lui, gli scrisse: «Caro fratello Thuân, vi ho promesso che andrò dalla Signora di La Vang a pre- gare per voi. In questi anni ogni domenica, quando non pioveva, sono andato in bicicletta fino al santuario del- la Madonna, perché qui la chiesa è crollata durante la guerra. Ho detto per te questa preghiera: “Cara Madre Maria, non sono cattolico e non conosco nessuna pre- ghiera. Ma ho promesso a fratello Thuân di pregarti, co- sì sono venuto qui per chiedere a te Madre Maria, che conosci questo mio fratello, di aiutarlo se ha bisogno di qualcosa”». Quando venne rilasciato, nell’88, restò una spina nel fianco nel regime, che tre anni dopo lo costrinse a la- sciare il Paese. Iniziarono gli anni “romani”, ac- colto nella Curia da Giovanni Paolo II che, nel 1998, lo volle a capo del pontificio Con- siglio Giustizia e Pace, che avrebbe guidato fino alla morte, e lo creò cardinale. Nel “nuovo” Vietnam sarebbe ritornato, poco prima di morire. Accolto come un eroe dai suoi fedeli, e vestito con la porpora. Ma con al collo la stessa croce e la stessa catena costruite tan- ti anni prima in carcere, con l’aiuto di un secondino. Aveva vinto lui. I Sullo scudo st «Riduce l’indip «PROFONDE PERPLESSITÀ «Vi sono norme irragionevoli» Le critiche in una lettera al presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato Vizzini CO DO LA MI CO Il cardinale vietnamita un «testimone eroico» VIA AL «PROCESSO» MUOLO A PAGINA 17

Upload: others

Post on 08-Mar-2021

1 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: MISSIONARIA LA GIORNATA DOMANI - WebDiocesi · 2010. 10. 24. · colera. E ieri il numero delle vittime, in prevalenza sfollati del sisma, ... «Riduce l indipendenza del Colle

Avvenire 10/23/2010

Copyright (c) Avvenire October 24, 2010 9:13 am / Powered by TECNAVIA / HIT-MP

Copy Reduced to 77% from original to fit letter page

Anno XLIII N. 251

€ 1,20

Opportunità di acquisto in edicola: AVVENIRE + Luoghi dell’Infinito € 2.50San Giovanni da Capestrano, sacerdote www.avvenire.it

Sabato23 ottobre2010

on sembra una "piccolastoria", il ritorno delcongiuntivo: eppure... Alberto

Moravia, vent’anni fa, neteorizzava la scomparsa: ma lalingua è molto più beffarda eimbrogliona di quello cheprofessori, scrittori enormalizzatori pedanti voglionofarci credere.La lingua viva si fa beffe delleregole teorizzate a posteriori.Quando negli ultimi annidell’800 ci si accorse che l’usolinguistico vivo tendeva a toglierele «u» intervocaliche, e non sidiceva più «aiuola» ma «aiola»,«giuoco» ma «gioco», si decise chesi doveva cominciare a dire«ovo», alla toscana, e non «uovo».Ma nessuno seguì la nuovaregola, e le uova rimasero tali.

Così è della proclamata mortedel congiuntivo. Molti non sannousarlo, è vero, o conianoesilaranti neologismi. Ma oggi, inquest’epoca di relativismosempre più diffuso e di acutosoggettivismo, i modi del dubbio,dell’incertezza, della persuasioneocculta hanno riacquistatovigore. Tutti gli avvenimenti, peresempio, vengono raccontati conprudenti «sarebbe» o «avrebbe»;le ipotesi si sprecano, una valel’altra e tutti hanno ragione: ecosì il linguaggio che ci vieneproposto e che usiamo ondeggiasecondo il vento che lo muove, esi nasconde sempre più spessodietro soavi congiuntivi enebbiosi condizionali. Lasemplice verità non è più dimoda.

N

IL RITORNO DEL CONGIUNTIVOANTONIA ARSLAN

il fatto. La mannaia rischia di abbattersi anchesu Social card e fondo per i non autosufficienti

Ancora tagliSpesa socialeal lumicino

INCHIESTAOGGI IN ITALIA E NEL MONDO

■ Immigrazione

Un forte calo degli arrivi illegaliIn un annosbarchi a -72%

LAMBRUSCHI A PAGINA 12

Haiti sprofondadopo il sisma

uccide il colera

■ Francia

Il Senato approvala riforma delle pensioniAncora proteste

ZAPPALÀ A PAGINA 14

■ Cina

«Soltanto un figlio»Fatta abortirecon la forzaall’ottavo mese

MIELE A PAGINA 15

■ Londra

Il grande tonfodella scuola ingleseE Cameron ora corre ai ripari

DEL SOLDATO A PAGINA 3

● La legge di Stabilità 2011 creaallarmi bipartisan per la drasticacontrazione del Welfare

● Ne risente pesantemente laSanità: riduzioni di spesa perricerca, prevenzione, edilizia

FATIGANTE, FORNARI E NEGROTTI A PAGINA 8

CAPUZZI 5

I test mediciconfermano: ècolera. E ieri ilnumero dellevittime, inprevalenzasfollati del sisma,è salito a 150.Centinaia iricoverati a SaintMarc dove èpartital’epidemia.Intanto, dueterzi dei campisono senzacontrolli edonne e bambinisono bersagliodelle violenzedei criminali.

BERTOLASO A NAPOLI

Rifiuti, nuove tensioniBerlusconi: dieci giornie tutto tornerà a posto

Non si placa laprotesta contro laseconda discaricadi Terzigno. Ilgoverno invia ilsottosegretarioGuido Bertolaso eassegna 14 milioni

per le opere di compensazione. Napolitano:«Nessuno si sottragga alle proprie responsabilità»

IL VERTICE IN COREA

Gli Usa al G20:stop al mini-yuanagire sui cambi

CHIANESE, SANTAMARIA, SERRA 6/7

PENNISI E SACCÒ A PAGINA 4

MIGLIAIA DI CONTAGI, VIOLENZE NEI CAMPI

LA CAUSA DI BEATIFICAZIONE DI VAN THUÂN

COL SORRISOE CON LA CROCE

SALVATORE MAZZA

Bertolaso e Berlusconi

l sorriso sembrava non lasciarlo mai. Anche quando– e non lo faceva spesso, né volentieri – raccontava

della prigione, dei soprusi subiti, delle umiliazioni. E sistupiva del tuo stupore, quasi che la sua vita, le sue vi-cende, il suo dolore davvero non fossero niente di spe-ciale, non avessero niente di straordinario. E se glielodicevi si stringeva nelle spalle. Sorridendo: «È quello chequalunque sacerdote al mio posto avrebbe fatto».Francis Xavier Nguyen Van Thuân ne era assolutamenteconvinto. Ma, in più che qualche modo, l’apertura ie-ri al Vicariato di Roma della sua causa di beatificazio-ne, a otto anni dalla morte, conferma la straordinarietàdi una vita che, a definirla un romanzo, le si fa un tor-to. Figura simbolo della resistenza della Chiesa vietna-mita a un regime che avrebbe voluto cancellarne ognitraccia, certamente. Ma anche, e soprattutto, simbolodi come una fede salda – capace di nutrirsi di se stessaattraverso la croce costruita con un pezzo di legno e lospago regalatigli dai suoi carcerieri, e la messa quoti-diana clandestina celebrata come poteva (il palmo del-la mano come un calice, tre gocce d’acqua e una di vi-no) – riesca a mandare in crisi anche chi cerchi in ognimodo di svuotarti l’anima.Non era modestia, quella con cui Van Thuân respinge-va con un’alzata di spalle e un sorriso . Era, molto sem-plicemente, l’ “ovvio dei santi”, di chi ha saputo depor-re nelle mani di Cristo tutta la propria sapienza, tuttala propria cultura, la propria vita. Senza riserve. Senzaesitazioni. Senza rimpianti. Nominato vescovo sei gior-ni prima della caduta di Saigon, il 24 aprile del 1975, in-dicato come elemento “reazionario” (forse perché ni-pote del presidente del Vietnam del Sud, Ngo DinhDiem) da alcuni dei suoi stessi confratelli, passò qua-si direttamente dalla Curia al carcere. Tredici anni, no-ve dei quali in isolamento: Saigon, Nha Trang, Vinh–Quang. Guardato a vista. Nessuna accusa specifica.Nessun processo. Da impazzire.Eppure non fu lui a impazzire. Casomai a diventar mat-to fu quel regime che, non volendolo eliminare per nonfarne un martire, cercò in ogni modo di spezzarlo, sen-za mai neppure scalfirlo. «Cristo è la mia corazza», di-ceva; e l’impressione, netta, era che la sua, prima cheuna citazione, fosse una constatazione autobiografica.E così aveva finito con lo spiazzare tutti: in primisi car-cerieri che, stupiti e ammirati, gli passavano sottoban-co le cose che chiedeva – sempre «per favore...» – com-presa la carta che gli serviva per inviare messaggi aisuoi fedeli e per “costruirsi” una Bibbia. E poi i suoicompagni nel “campo di rieducazione”. L’agenzia AsiaNews ha pubblicato la lettera che uno di loro, Hai, rila-sciato prima di lui, gli scrisse: «Caro fratello Thuân, viho promesso che andrò dalla Signora di La Vang a pre-gare per voi. In questi anni ogni domenica, quando nonpioveva, sono andato in bicicletta fino al santuario del-la Madonna, perché qui la chiesa è crollata durante laguerra. Ho detto per te questa preghiera: “Cara MadreMaria, non sono cattolico e non conosco nessuna pre-ghiera. Ma ho promesso a fratello Thuân di pregarti, co-sì sono venuto qui per chiedere a te Madre Maria, checonosci questo mio fratello, di aiutarlo se ha bisognodi qualcosa”».Quando venne rilasciato, nell’88, restò una spina nelfianco nel regime, che tre anni dopo lo costrinse a la-

sciare il Paese. Iniziarono gli anni “romani”, ac-colto nella Curia da Giovanni Paolo II che,nel 1998, lo volle a capo del pontificio Con-siglio Giustizia e Pace, che avrebbe guidato

fino alla morte, e lo creò cardinale. Nel“nuovo” Vietnam sarebbe ritornato,poco prima di morire. Accolto comeun eroe dai suoi fedeli, e vestito conla porpora. Ma con al collo la stessacroce e la stessa catena costruite tan-ti anni prima in carcere, con l’aiutodi un secondino. Aveva vinto lui.

I

Sullo scudo stop di Napolitano«Riduce l’indipendenza del Colle»

«PROFONDE PERPLESSITÀ» SUL LODO ALFANO

● «Vi sono normeirragionevoli» Le critiche inuna lettera alpresidente dellaCommissioneAffari costituzionalidel Senato Vizzini

● Il Pdl assicura un intervento:«Faremo tesorodelle osservazionidel Quirinale»Ma le opposizionichiedono di ritirareil provvedimento

GRASSO A PAGINA 9

CONDIVISIONE:DOMANILA GIORNATA MISSIONARIA

CON AVVENIRE

Spettacoli

A SORPRESAOLMI TORNAAL CINEMACON UN FILMSULLA CARITÀLOMBARDO A PAGINA 27

Il cardinale vietnamitaun «testimone eroico»

VIA AL «PROCESSO»

MUOLO A PAGINA 17

Page 2: MISSIONARIA LA GIORNATA DOMANI - WebDiocesi · 2010. 10. 24. · colera. E ieri il numero delle vittime, in prevalenza sfollati del sisma, ... «Riduce l indipendenza del Colle

Avvenire 10/23/2010

Copyright (c) Avvenire October 24, 2010 9:15 am / Powered by TECNAVIA / HIT-MP

Copy Reduced to 56% from original to fit letter page

IL CORAGGIODELLA FEDE

In Vicariato all’avviodel processo ancheuno dei carcerieri.Monsignor Van Hien

segretario personaledel poporato: sonofelice di aver vissutocon un santo

Aperta a Roma la causadi beatificazione delcardinale vietnamitache pagò con tredicianni di carcere durola fedeltà al Vangelo.Vallini: chi lo avvicinavane restava ammirato

DA ROMA MIMMO MUOLO

ham Van Cong ha gli occhi luci-di per la commozione. Tanti an-ni fa, quando era il carceriere

del prigioniero François-Xavier N-guyen Van Thuân, accusato di «avercomplottato con il Vaticano e gli im-perialisti contro la rivoluzione comu-nista», mai avrebbe immaginato di ri-trovarsi un giorno in prima fila, in mez-zo a tanti cardinali e vescovi di SantaRomana Chiesa, ad assistere all’iniziodel processo di beatificazione del suoantico perseguitato. Monsignor PaulPham Van Hien, invece, sprizza gioiada tutti i pori. «Sono felice di aver vis-suto con un santo», dice il sacerdotevietnamita che del cardinale VanThuân è stato per otto anni il segreta-rio personale.Insieme a loro, nell’Aula della Conci-liazione, un pezzo di quel Vietnam tan-to amato dal presidente del PontificioConsiglio "Giustizia e pace" e che tan-to lo ha fatto soffrire, per il solo moti-vo di essere un vescovo cattolico. Que-sto è infatti un giorno di festa per la co-munità ecclesiale del Paese asiatico. Aotto anni dalla morte, avvenuta a Ro-ma il 16 settembre 2002, inizia ufficial-mente l’itinerario verso la gloria deglialtari. E sono numerosi i suoi conna-zionali che non hanno voluto manca-re all’appuntamento. Molti sono vesti-ti con i classici costumi adornati da ca-ratteristici copricapo usati nelle festedel loro Paese: l’ao dai per gli uomini,il khan dong per le signore. E l’atmo-sfera che si respira nella storica aula èdavvero quella delle grandi occasioni.«Il ricordo di questo grande testimonedella fede – dice infatti il cardinale vi-

P

cario di Roma, Agostino Vallini – su-scita grande ammirazione. Quanti loavvicinavano rimanevano colpiti dal-la sua bontà, a cominciare dai suoi car-cerieri, tanto che una volta un capo del-la polizia gli chiese di insegnare agli a-genti le lingue che lui parlava corren-temente».Ne sa qualcosa lo stesso Cong, che og-gi è qui e ascolta il discorso del porpo-rato con accanto un sacerdote che glie-lo traduce simultaneamente. Vallini,infatti, nel ripercorrere la straordina-ria vicenda umana di Van Thuân, si sof-ferma in particolare sulla grande pro-va dei suoi tredici anni di prigionia: dal1975, anno della caduta di Saigon, lacapitale del sud di cui il Servo di Dio e-ra stato da poco nominato arcivesco-vo coadiutore, fino al 1988. Prigioniadura, trascorsa per gran parte in isola-mento, con angherie di ogni tipo. Com-presa quella di trasferirlo di continuoda un posto all’altro, per impedirgli didiventare amico di quanti dovevanocontrollarlo. «La sua bontà – ricorda,infatti, il cardinale vicario – conquista-va di volta in volta i suoi carcerieri equesto faceva irritare le autorità supe-riori».In carcere l’allora arcivescovo VanThuân celebrava la Messa tenendo inmano alcuni pezzetti di pane e pochegocce di vino, custodite in una boccet-ta con la scritta «medicina per il mal distomaco», che i fedeli gli facevano ar-rivare eludendo i controlli. Era riusci-to a fabbricarsi una croce in legno e aforgiarsi una croce pettorale con delsemplice filo di ferro. Infine scrisse supezzi di carta in ogni modo raccattatii suoi pensieri e oltre 300 frasi del Van-gelo, poiché non poteva disporre di u-na Bibbia.Nel 2000, quando Giovanni Paolo II lochiamò a predicargli gli esercizi spiri-tuali, nel discorso di ringraziamento,disse: «La sua sofferta prigionia cirafforza nella consolante certezza chequando tutto crolla attorno a noi e for-se anche dentro di noi, Cristo resta in-defettibile nostro sostegno». E questaè anche la grande eredità del porpo-rato vietnamita. «L’essere stato – ri-corda in conclusione del suo discor-so Vallini – soprattutto un testimonedi speranza».

LA FONDAZIONE

DAL 2007LABORATORIODI DOTTRINASOCIALE

stituita nel 2007per ricordare il

cardinale vietnamita,compiantopresidente delPontificio Consigliodella giustizia e dellapace, la «FondazioneSan Matteo inmemoria delcardinale Van Thuân»promuove iniziativeper favorire eincoraggiare lapresenza ecclesialein vari ambiti dellasocietà, attraverso lostudio e la diffusionedella dottrina socialedella Chiesa e delsuo messaggio diumanesimointegrale. Ente senzascopo di lucro,assegna ogni announ premio intitolatoal porporatoasiatico, che prevedeanche la sezione«Solidarietà esviluppo». A coloroche vengonodesignati per ilriconoscimentoviene consegnatauna copia dellascultura di sanMatteo posta nellacripta dellaCattedrale diSalerno dove,secondo latradizione, sitrovano le spogliedell’apostolo edevangelista.

(L.Bad.)

I

Quattro premiati nel suo nomeDA ROMA LAURA BADARACCHI

ono ormai arrivati alla terzaedizione i Premi Van Thuân,assegnati dalla «Fondazione

San Matteo» in memoria delcardinale Van Thuân e consegnatiieri mattina nella cornice dellaPontificia Università Lateranense,poco prima che si aprisse la fasediocesana della causa dibeatificazione del porporatovietnamita. Per celebrare l’eventoil Pontificio Consiglio giustizia epace, insieme alla Fondazione ealla statunitense CardinalFrançois-Xavier Nguyên Van

SThuân Foundation, ha cominciatola giornata con una Messa insuffragio del servo di Dio nellachiesa romana di Santa Mariadella Scala, di cui Van Thuân futitolare, presieduta dal cardinalePeter Kodwo Appiah Turkson,presidente del dicastero vaticano.Alla Lateranense si è poi svolta lacerimonia di consegna del premioda parte del cardinale RenatoRaffaele Martino, presidente dellaFondazione San Matteo, al cilenoJuan Somavia, dal ’98 direttoregenerale dell’Organizzazioneinternazionale del lavoro. Per lasezione «Solidarietà e sviluppo» –

che eroga fondi a istituzioni, enti,associazioni impegnati nei Paesiin via di sviluppo e per la difesadei diritti umani –, quattro ibeneficiari: l’arcivescovometropolita dell’Aquila, GiuseppeMolinari; il brasiliano padreMarcelo Rossi, della diocesi diSanto Amaro; la Fondazione SaintCamille, operante in Burundi;infine, la comunità haitiana delleFiglie della Carità di san Vincenzode’ Paoli. In serata, nella Basilicadi Sant’Antonio in via Merulana, siè tenuto il concerto-testimonianza «Testimone disperanza», ispirato a Van Thuân.

Nel Palazzo Lateranense l’atto iniziale della causa di beatificazione di Van Thuân (foto C.Gennari). Sotto: il cardinale vietnamita

Van Thuân testimonedi speranza e bontà

Dalla prigione a «Giustizia e pace»comparso a Roma nel 2002 per un tu-more, il cardinale François-Xavier N-guyên Van Thuân era nato 74 anni pri-

ma a Huê, in Vietnam. Ordinato sacerdotenel 1953, viene nominato da Paolo VI arci-vescovo di Vadesi e coadiutore di Saigon il24 aprile 1975. Qualche mese dopo, con l’av-vento del regime comunista, è arrestato; de-tenuto fino al 21 novembre 1988, per noveanni in isolamento, non riceve giudizio nésentenza: gli viene contestata la sua nomi-na, presumendo sia frutto di un complottotra il Vaticano e gli «imperialisti».In cella inizia a scrivere messaggi alla co-

munità cristiana su fogli procurati di na-scosto e affidati a un bambino, che li dà aifratelli perché li ricopino: nasce così il vo-lume «Il cammino della speranza». Celebral’Eucaristia sul palmo della mano e – conl’aiuto di una guardia – forgia una catenacon un filo elettrico per reggere la croce, in-tagliata in un pezzetto di legno: le porteràsempre al collo. Il 24 novembre 1994 è no-minato vicepresidente del Pontificio Con-siglio della giustizia della e pace, di cui di-viene presidente nel 1998. Nel 2001 vienecreato cardinale.

(L.Bad.)

S

«In Puglia è l’ora di laici santi, motivati e impegnati»DI VITO SALINARO

opo quelli del 1993, Cre-scere insieme in Puglia, edel 1998, sulla vita consa-

crata, le diocesi pugliesi si prepa-rano a vivere nella primavera 2011il terzo Convegno ecclesiale regio-nale. Lo fanno da oggi, a Santa Ce-saria Terme, nell’arcidiocesi di O-tranto, dove si svolge il primo deitre seminari di approfondimentoin vista dell’evento del 2011. Ad ac-cogliere i delegati giunti da tutta laregione, oltre all’arcivescovo di O-tranto, Donato Negro, il vescovo diCastellaneta, Pietro Maria Fra-gnelli. Quest’ultimo, presidentedell’Istituto pastorale pugliese, a-nalizza significati e attese delle co-munità ecclesiali della regione.Partiamo dal tema del Convegno

del 2011: «I laici nella Chiesa e nel-la società pugliese, oggi». Perchéquesta scelta?Le comunità cristiane chiedono diessere incoraggiate a camminareinsieme, in modo autentico, rin-novandosi e qualificandosi neldialogo col territorio e il mondod’oggi. È l’ora di laici santi, moti-vati e impegnati. I vescovi puglie-

si hanno ritenuto urgente dedica-re un’attenzione specifica e cora-le a questo tema, che il Papa sot-tolinea in modo costante. Nel 2008al Pontificio Consiglio per i laicisollecitò la promozione di laici«mossi dal desiderio di comuni-care il dono dell’incontro con Cri-sto e la certezza della dignità u-mana». Il tema è tornato nell’ulti-ma enciclica Caritas in veritate. Inquesto orizzonte le 19 diocesi pu-gliesi hanno desiderato continua-re il loro stile comunionale chia-mando presbiteri, consacrati e lai-ci a essere destinatari e protago-nisti di un nuovo convegno. Si au-spica che maturi tra noi un’eccle-siologia di comunione più com-piuta.L’appuntamento del 2011 nascenel solco della sfida educativa.

La Puglia si presenta come spe-ciale laboratorio per formare unanuova generazione di genitori e dieducatori, di imprenditori e di po-litici. In questo contesto la centra-lità dell’educare si impone all’at-tenzione di tutti. Le nostre Chieseconservano una presenza capilla-re sul territorio e conoscono benele risorse e i «buchi neri» dell’of-ferta educativa. Attendiamo gli o-rientamenti dell’episcopato italia-no, preziosa provocazione a vive-re l’appuntamento di aprile pros-simo come occasione di una tes-situra di valori umani e cristiani.La solidarietà è una dimensionenodale per rilanciare non solo laPuglia nel contesto del Mezzo-giorno, ma anche tutta la Nazio-ne. Vogliamo inoltre raccogliere leindicazioni della Settimana Socia-

le di Reggio Calabria. Chissà cheproprio il contesto sociale puglie-se contribuisca a innescare pro-cessi di rinnovata unificazione cul-turale del Paese nell’anniversariodella sua unità politica!.I laici sono invitati a divenire cor-responsabili dell’essere e dell’agi-

re della Chiesa. In Puglia quali so-no i testimoni ai quali guardare?In questi mesi nelle diocesi si van-no riscoprendo non solo le grandifigure di testimoni di santità laica-le, ma anche quel tessuto di valo-ri umani e cristiani promossi dal-le nostre famiglie e dalle comunitàparrocchiali, dalle associazioni an-tiche e nuove, dal Seminario re-gionale e dalla neonata Facoltàteologica pugliese. Emergono te-stimonianze luminose e originali:nell’università e nella scuola il pe-dagogista barese Giovanni Modu-gno (di cui è avviata la causa dibeatificazione), nella politica AldoMoro, nell’impegno sociale Barto-lo Longo, nella promozione pa-storale ed ecumenica il liturgistaTommaso Federici, sepolto nel-l’Abbazia di Pulsano (Foggia).

Da oggi tre seminari di approfon-dimento e numerose iniziative acarattere locale avvicineranno lecomunità ecclesiali al terzo Con-vegno regionale. Quali aspettati-ve accompagnano l’episcopatopugliese alla celebrazione di que-sto evento?I seminari puntano a sensibilizza-re la base su temi nodali come e-ducazione e famiglia, correspon-sabilità clero-laici, impegno socio-politico-culturale. L’episcopatodesidera in questo modo affian-care al lavoro di preparazione dio-cesano anche quello interdioce-sano e regionale. Il frutto dei se-minari, siamo certi, contribuirà afar maturare una più convinta egenerosa ecclesiologia di comu-nione e di servizio nella nostra re-gione.

DOggi la Chiesa di Otrantoospita il primo seminario dipreparazione al Convegnoecclesiale regionale del 2011Fragnelli: serve una piùcompiuta ecclesiologia dicomunione. La solidarietàè nodale per l’intero Paese

il tema

Il vescovo Fragnelli

ECUADOR

a tutela della famiglia per una vera giustizia sociale. E la necessitàdi sradicare la violenza, l’impunità e la corruzione. Le ha evocate

Benedetto XVI nel discorso al nuovo ambasciatore dell’Ecuador, LuisDositeo Latorre Tapia, ricevuto ieri in udienza. Il Papa ha ricordato lasua visita, da cardinale, nel Paese andino del 1978. E ha messol’accento sui benefici che la fede cattolica può portare allapromozione della persona e della società. Il bene comune, ha rilevato,deve prevalere «sugli interessi di partito e di classe» e «l’imperativomorale» deve essere «il punto di riferimento obbligatorio di ognicittadino». La storia, ha osservato, insegna che il disconoscimentodella verità sull’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio,«conduce spesso a ingiustizie e a totalitarismi». Quando invece loStato rispetta questa verità allora «il regime di libertà e di autenticapartecipazione civile si consolida». Ecco allora, ha sottolineato,perché va difesa la vita in ogni suo stadio, la libertà religiosa, comeanche la famiglia «basata sull’unione matrimoniale tra un uomo e unadonna». I pastori della Chiesa, ha poi aggiunto, «sono consapevoli dinon dover intervenire nel dibattito politico, proponendo soluzioniconcrete», e tuttavia «non devono neppure restare neutrali dinanzi aigrandi problemi o alle aspirazioni dell’essere umano, né essereindolenti al momento di lottare per la giustizia». (G.Card.)

L

PORTOGALLO

«benefici» della collaborazione tra Chiesa e potere civile. El’urgenza per l’impegno per lo sviluppo integrale dei popoli. Li ha

ricordati Benedetto XVI ricevendo ieri in udienza il nuovoambasciatore portoghese, Manuel Tomás Fernandes Pereira. Il Papa –dopo aver rievocato la visita apostolica compiuta in Portogallo nelmaggio scorso – ha ribadito l’impegno della Santa Sede «nel servire lacausa della promozione integrale dell’uomo e dei popoli». «Dovrebbeessere convinzione di tutti – ha avvertito – che gli ostacoli a talepromozione non sono solo di ordine economico, ma dipendonoanche da atteggiamenti e valori più profondi: i valori morali espirituali». Così, quando la Chiesa in Portogallo «promuove laconsapevolezza che questi stessi valori devono ispirare la vita pubblicae privata, lo fa non per ambizioni politiche, ma per essere fedele allamissione che il suo divino Fondatore le ha affidato». La Chiesa – haspiegato Benedetto XVI – non «rappresenta modelli parziali opasseggeri di società, ma tende alla trasformazione dei cuori e dellementi, affinché l’uomo possa riscoprirsi e riconoscersi nella veritàpiena della sua umanità». E in questo contesto – ha aggiunto il Papa –«incoraggia i cristiani ad assumersi pienamente le loro responsabilitàcome cittadini affinché, insieme agli altri, contribuiscano efficacementeal bene comune e alle grandi cause dell’uomo». (G.Card.)

I

SLOVENIA

SABATO23 OTTOBRE 2010 17

Il Pap

a ai

nuo

vi am

basci

ator

i

Famiglia, luce di giustizia sociale Da credenti per il bene comuneEuropa unita dalle radici cristianevalori evangelici sono fondamentaliper la coesione della Slovenia, la cui

integrazione nell’Unione europea ha tra isuoi presupposti le comuni radicicristiane del Continente. Lo ha ricordatoBenedetto XVI ricevendo le letterecredenziali del nuovo ambasciatore diLubiana, la signora Maja Maria LovrencicSvetek (a lato nella foto de L’Osservatore

Romano). «L’impronta dei valori morali e spirituali del cristianesimo», haosservato il Papa, «ha costituito, anche nei momenti più difficili e dolorosi,un costante fermento di conforto e di speranza, ed ha sostenuto la Slovenianel suo cammino verso l’indipendenza, dopo la caduta del regimecomunista. In quel periodo la Santa Sede ha voluto essere particolarmentevicina alla Nazione slovena». Un periodo, ha rammentato il Pontefice, nelquale «la Santa Sede ha voluto essere particolarmente vicina alla nazioneslovena». Il Papa quindi, dopo aver rimarcato quanto dettodell’ambasciatore - che nel suo discorso aveva sottolineato le perduranti«buone» relazioni tra Santa Sede e Slovenia - auspicato che «in questocontesto possano trovare soluzione tutte le problematiche non ancorarisolte con l’Accordo firmato il 14 dicembre 2001». (G.Card.)

I