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Italian/English Edition Apr-Jun 2012 HS + E THE OCCUPATIONAL HEALTH & SAFETY + ENVIRONMENTAL QUARTERLY MAGAZINE MAGAZINE Poste Italiane - Spedizione in a.p. 45% - art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - D.R.T. - D.C.B. - TO n. 2/2012 Vol. X - N. 2 continua a pag. 2 In questo numero/In this issue 1 OBIETTIVO ALFABETIZZAZIONE 2 EDITORIALE 5 LA SALDATURA: TECNOLOGIA E SICUREZZA POSSONO ANDARE D'ACCORDO (II PARTE) 8 BOOKSHOP 9 SITE MAP 10 TOP GEAR 11 PRESS REVIEW 12 EVENTS CALENDAR 13 HS+E NEWS OBIETTIVO ALFABETIZZAZIONE *E. Sandon, **G. Cavassi Abstract Il ruolo dell’Ergonomo ed in generale la cultura ergonomica appaiono gran- demente trascurate a livello nazionale. Il nuovo consiglio direttivo di SIE ha costituito un certo numero di Grup- pi di Lavoro con l’intento esplicito di avviare un progetto di sviluppo che mira a restituire a SIE il suo ruolo di punto di riferimento. La sezione SIE Emilia-Romagna cui è stato affidato il gruppo di lavoro “Alfabetizzazione” si è posta l’obiettivo di realizzare nell’ar- co di circa due anni uno strumento accattivante ed innovativo a supporto della divulgazione e del rafforzamento della cultura ergonomica sia nel mon- do dell’educazione e della formazione (specialmente nella scuola secondaria) che del mondo del lavoro. Introduzione Nel corso della sua prima riunione del 30 novembre 2010 il nuovo consiglio direttivo di SIE ha avviato la costi- tuzione dei Gruppi di Lavoro e delle Aree Tematiche, per incentivare tutti i soci ad essere parte integrante di un progetto volto al rafforzamento e alla divulgazione dell’ergonomia sul terri- torio nazionale. Gli otto gruppi di la- voro individuati copriranno le seguenti tematiche: Formazione e Certificazio- ne, Revisione dello Statuto, Certifica- zione dei Prodotti e dei processi pro- duttivi, Comunicazione, Rapporti con le altre Società scientifiche, Rapporti con gli Enti di Ricerca, Rapporti con le Associazioni di Impresa e le associa- zioni dei consumatori, Alfabetizzazio- ne. Congiuntamente ai gruppi di La- voro sono state individuate le seguenti Aree Tematiche: Design for All, Ergo- nomia e Sostenibilità, Ergonomia e Sa- nità, Ergonomia Cognitiva, Ergonomia e Sicurezza sul Lavoro. Il Gruppo di Lavoro denominato ”Alfabetizzazione” è stato affidato alla sezione SIE Emilia Romagna la quale ha già messo a pun- to un progetto che prevede di conclu- dere i lavori nella primavera del 2013. Partendo dalla constatazione che l’ergonomia in Italia non gode della meritata visibilità, e che la professione dell’er- gonomo non è correttamente valutata all’interno dei pro- cessi organizzativi, formativi e decisionali sia nel mondo del lavoro che in quello del- la scuola, il Gruppo di La- voro, attualmente composto dai membri della sezione ma aperto a tutti coloro che vo- Fig. 1 - Pulsantiera ascensore.

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Italian/English Edition Apr-Jun 2012

Vol. 3 - N. 2 HS+EthE occupatIonal hEalth & safEty +EnvIronmEntal quartErly magazInE

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e

poste Italiane - spedizione in a.p. 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - D.r.t. - D.c.B. - to n. 2/2012

Vol. X - N. 2

continua a pag. 2

In questo numero/In this issue

1 oBIEttIvo alfaBEtIzzazIonE

2 EDItorIalE

5 la salDatura: tEcnologIa E sIcurEzza possono anDarE D'accorDo (II partE)

8 Bookshop

9 sItE map

10 top gEar

11 prEss rEvIEw

12 EvEnts calEnDar

13 hs+E nEws

ObiettivO alfabetizzaziOne*E. Sandon, **G. Cavassi

Abstract

Il ruolo dell’Ergonomo ed in generale la cultura ergonomica appaiono gran-demente trascurate a livello nazionale. Il nuovo consiglio direttivo di SIE ha costituito un certo numero di Grup-pi di Lavoro con l’intento esplicito di avviare un progetto di sviluppo che mira a restituire a SIE il suo ruolo di punto di riferimento. La sezione SIE Emilia-Romagna cui è stato affidato il gruppo di lavoro “Alfabetizzazione” si è posta l’obiettivo di realizzare nell’ar-co di circa due anni uno strumento accattivante ed innovativo a supporto della divulgazione e del rafforzamento della cultura ergonomica sia nel mon-do dell’educazione e della formazione (specialmente nella scuola secondaria) che del mondo del lavoro.

Introduzione

Nel corso della sua prima riunione del 30 novembre 2010 il nuovo consiglio direttivo di SIE ha avviato la costi-tuzione dei Gruppi di Lavoro e delle Aree Tematiche, per incentivare tutti i soci ad essere parte integrante di un progetto volto al rafforzamento e alla divulgazione dell’ergonomia sul terri-

torio nazionale. Gli otto gruppi di la-voro individuati copriranno le seguenti tematiche: Formazione e Certificazio-ne, Revisione dello Statuto, Certifica-zione dei Prodotti e dei processi pro-duttivi, Comunicazione, Rapporti con le altre Società scientifiche, Rapporti con gli Enti di Ricerca, Rapporti con le Associazioni di Impresa e le associa-zioni dei consumatori, Alfabetizzazio-ne. Congiuntamente ai gruppi di La-voro sono state individuate le seguenti Aree Tematiche: Design for All, Ergo-nomia e Sostenibilità, Ergonomia e Sa-nità, Ergonomia Cognitiva, Ergonomia e Sicurezza sul Lavoro. Il Gruppo di Lavoro denominato ”Alfabetizzazione” è stato affidato alla sezione SIE Emilia Romagna la quale ha già messo a pun-to un progetto che prevede di conclu-dere i lavori nella primavera del 2013.

Partendo dalla constatazione che l’ergonomia in Italia non gode della meritata visibilità, e che la professione dell’er-gonomo non è correttamente valutata all’interno dei pro-cessi organizzativi, formativi e decisionali sia nel mondo del lavoro che in quello del-la scuola, il Gruppo di La-voro, attualmente composto dai membri della sezione ma aperto a tutti coloro che vo-

Fig. 1 - Pulsantiera ascensore.

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HS+E MAGAZINEtrimestrale di sicurezza, Igiene

Industriale e ambientethe occupational health & safety and

Environmental quarterly magazine

Apr-Jun 2012 / Vol. X - n. 2

EditorE / publishEr:alzani tipografia

via grandi, 5 - pinerolo (to)

propriEtà / ownEr:techno srl

via pirano, 7 – 48122 ravenna (I)ph. +39 0544 [email protected]

rEdAzionE / EditoriAl officE:c/o techno srl

fotocomposizionE E stAmpA / photocomposition And printing:

alzani tipografiaph. +39 0121 322657

registrazione tribunale di ravennan. 1200 del 25/02/2003

dirEttorE rEsponsAbilE /Editor in chiEf:

roberto nicolucci

hAnno collAborAto A quEsto numEro/contributors:

E. sandon, g. cavassi, roberto nicolucci, silvia signorini

trAduzioni / trAnslAtions:chiara De angelis

HS+E MAGAZINE è pubblicato tri-mestralmente. tutti i diritti sono ri-servati. nessuna parte della pubbli-cazione può essere riprodotta o tra-smessa in alcuna forma e con alcun mezzo, elettronico o meccanico, in-clusa la fotocopia, senza il preven-tivo consenso scritto dell’Editore. I punti di vista e le opinioni espresse dagli autori all’interno della rivista non necessariamente coincidono con quelli del proprietario, dell’Edito-re e del Direttore responsabile.

the HS+E MAGAZINE is published quarterly. all rights reserved. no part of this publication may be reprodu-ced or transmitted in any form or by any means, electronic or mechani-cal, including photocopying, without prior written consent of the publi-sher. the views and opinions expres-sed elsewhere in the magazine are not necessarily those of the owner, publisher or Editor in chief.

E D I T O R I A L E

Gentili lettori,

come già preannunciato, prende l’avvio con questo numero la pubblica-zione on-line del nostro magazine. Scelta difficile, per motivi più affettivi che pratici, ma oramai sedimentata da parte di tutta la redazione.Ha infatti prevalso la ragione sul sentimento e dunque la volontà di rag-giungere un numero sempre più vasto di lettori, di facilitare loro la lettu-ra in qualsiasi luogo e con qualsiasi supporto informatico, la possibilità (peraltro sollecitata da non pochi lettori) di archiviare sul proprio PC o in una smart key gli articoli e le informazioni più interessanti e, non in ulti-mo, la certezza che la rivista possa giungere puntuale a tutti i destinatari.

Con l’occasione Vi sollecitiamo a continuare ad inviarci commenti, criti-che, suggerimenti, variazioni di indirizzo o di cancellazione dalla nostra mailing-list ai soliti indirizzi indicati nel colophon in seconda di copertina.

Buona lettura.

La redazione

gliono dare il loro contributo, si pro-pone di promuovere e rilanciare l’Er-gonomia, e più in Rivista italiana di ergonomia concreto la SIE, attraverso un processo di sensibilizzazione, di educazione e di comunicazione. Obiet-tivo centrale è la realizzazione di uno strumento di supporto alla attività di alfabetizzazione.

Inquadramento ed obiettivi

“L’ergonomia è ancora oggi un campo di studi poco conosciuto in Italia. Nel mondo accademico, spesso organiz-zato in modo rigidamente disciplina-re, trova spazio con difficoltà perché opera in modo interdisciplinare. Nei luoghi di lavoro promuove la preven-zione con studi che considerano insie-me aspetti tecnologici, organizzativi ed ambientali e quindi viene vista con diffidenza da chi ancora intende la si-curezza come un armamentario farra-ginoso che serve ad evitare sanzioni” (Ivaldi, 2010). Questo punto di vista

ostacola e rallenta l’applicazione dei principi ergonomici alla prevenzione dei rischi nell’ambito della sicurezza sul lavoro, quando invece proprio l’er-gonomia potrebbe introdurre notevoli benefici, come ad esempio nel caso dei rischi da stress-lavoro correlato, dove il ruolo dell’ergonomia cognitiva appa-re essenziale. In effetti l’ergonomia è

Fig. 2 - L'uomo al centro.

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davvero una Cenerentola tra le scienze sia in campo educativo accademico sia nel mondo del lavoro. Spesso non solo è sottovalutata la sua importanza, e poco chiaro il suo campo d’azione, ma addirittura a molti manca la percezione della sua utilità. Eppure come scrive D. Norman nel suo fondamentale testo La caffettiera del masochista, “perché mai devono volerci delle ore” per imparare come funziona un oggetto di uso quo-tidiano? Ho parlato con tanta gente” scrive Norman, “che non riesce a usare tutte le funzioni della lavatrice o della macchina fotografica, che non riesce a far funzionare una macchina da cucire o un videoregistratore, che accende re-golarmente il fuoco sbagliato sul piano di cottura della propria cucina”. Leg-gendo queste poche righe di Norman la domanda però, sorge spontanea: è sbagliato l’uomo o sono sbagliati gli oggetti che egli usa? Sinceramente è una domanda difficile alla quale ri-spondere; proviamo allora a fare un piccolo esercizio mentale. Costruia-mo nella nostra mente un ambiente famigliare composto da almeno due generazioni opposte, nonni, e nipoti e pensiamo di dare a loro un oggetto di uso quotidiano come il telecomando della televisione senza istruzioni per l’uso ed immaginiamo cosa può acca-dere. Sicuramente la maggiore parte di voi ha pensato che la generazione più giovane ha trovato minor difficoltà ad interagire con lo strumento mentre la generazione più anziana ha trovato più difficoltà. E quindi, in questo contesto, dove si colloca l’ergonomia o meglio come deve essere applicata? Ma an-cora prima, i nonni e i nipoti sanno che le difficoltà trovate utilizzando il telecomando potevano essere diminu-ite/eliminate dal costruttore utilizzan-do i metodi dell’ergonomia? Tutti noi sappiamo che la maggior parte del-le persone interagisce per istinto con ambienti ed oggetti. È impressionante osservare quante posizioni/posture può assumere una persona all’interno di un ambiente, a seconda di come lo perce-pisce e si relaziona con esso, e quante varianti di queste possono nascere dal

semplice utilizzo di oggetti. Secon-do i membri del Gruppo di Lavoro emerge in modo chiaro la necessità

di promuovere e sostenere una sorta di “alfabetizzazione” sul tema della Ergonomia, per diffondere la consa-pevolezza che si tratta di una cultura trasversale che può apportare benefici significativi e misurabili in quasi tutti i campi della attività umana. Il Gruppo di lavoro di SIE Emilia-Romagna si propone di affrontare questo obbiettivo attraverso la costruzione di uno stru-mento (possiamo anticipare che sta già prendendo forma nei suoi concetti di base) che non dovrà essere un corso di ergonomia, non dovrà formare esperti nel campo ma dovrà in modo accatti-vante e pervasivo stimolare attenzione sui temi ergonomici, il loro impatto sul mondo del lavoro e sulla società in ge-nerale (“raising awareness”). Possiamo dire quindi, che l’obiettivo principale è portare il soggetto che interagisce

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con lo strumento a parlare di ergono-mia senza menzionarla, a catturarne i principi fondamentali senza studiarli ma soprattutto a praticare l’ergonomia come principio fondamentale del vi-vere quotidiano esattamente come un bambino in età pre scolastica, che pri-ma impara a fare le cose e poi impara il loro nome.

Organizzazione e metodologia

L’ergonomia è un sapere ed una cultura che si presta elettivamente ad essere trasmessa e comunicata con l’utilizzo di forme innovative e non tradizionali. In particolare sfruttando tutte quelle metodologie emergenti che sfruttano la stimolazione emozionale per rinforzare e catalizzare la comunicazione e l’ap-prendimento. Accanto quindi ai sup-porti classici (documentazione scritta, depliant, opuscoli, brochure) potranno essere utilizzati strumenti più vivaci ed attraenti quali:• grafica creativa• produzioni multimediali• videoclip di formatori/comunicatori• presentazioni ed eventi in-sito di

durata variabile presso strutture sia educative che aziendali (con l’utiliz-zo di attori-formatori - oramai noti col neologismo “formattori”).

Questa è una forma di comunicazione/formazione straordinariamente efficace che sfrutta voce-corpo ed emozione e che trova ampia applicazione in conte-sti molto diversi: dalla scuola dell’in-fanzia alla formazione manageriale in azienda (vedi esperienze di Teatro di Impresa).In effetti l’uso di tecniche teatrali in ambito formativo ed aziendale, intro-dotto nel 1984 in Canada col nome di “Thèâtre d’entreprise “appare estre-mamente efficace nel veicolare l’in-formazione verso i destinatari. Esso impiega i mezzi fortemente coin-volgenti tipici del mestiere dell’at-tore per arricchire emotivamente la comunicazione e rafforzarne co-sì la ricezione e ritenzione da parte dell’ascoltatore. Allo stesso modo e

con le stesse finalità saranno utiliz-zate anche le capacità espressive di grafici e vignettisti.

Conclusioni

Il progetto “Alfabetizzazione” avviato dalla sezione SIE Emilia Romagna si inserisce nel quadro delle attività di rilancio della SIE promosse dal nuovo consiglio direttivo della associazione. Il Gruppo di Lavoro ha avviato i suoi lavori nel febbraio di quest’anno e pro-durrà nell’arco di due anni un valido strumento per catalizzare l’attenzio-ne sulla cultura ergonomica e della professione dell’ergonomo, promuo-vendone una accresciuta visibilità nel mondo del lavoro, della educazione e più in generale nella società.Le attività del gruppo di lavoro preve-dono:• elaborazione di una metodologia e

definizione dettagliata del “format”• individuazione degli argomenti-

chiave, anche attraverso contatti con altri gruppi di lavoro

• redazione dei contenuti• promozione della attività del gruppo

di lavoro attraverso articoli ed even-ti mirati

• Presentazione finale dello strumento [in]formativo.

L’obiettivo finale è quello di creare la consapevolezza che le persone sono al

centro dell’universo, e sono gli attori principali del contesto all’interno del quale si muovono e pensano, e sono i soli e veri fruitori degli oggetti in esso contenuti.

Bibliografia

I. Ivaldi (2010), Progetti di Benessere. Ergonomia, partecipazione, consapevo-lezza, Milano: Franco Angeli Editore.D. A. Norman (1997), La caffettiera del masochista, Firenze: Giunti Grup-po Editoriale.

*METRICS S.r.l. (socio SIE sezione Emilia Romagna e membro del Gruppo di Lavoro Alfabetizzazione).

**FAENTIA CONSULTING S.r.l. (membro del consiglio direttivo SIE, Presidente del-la sezione Emilia Romagna e coordinatore del Gruppo di Lavoro alfabetizzazione).

Objective: diffusion of “ergonomic” literacy

The role played by the “Ergono-mist” and, as a general rule, the ergonomic culture seem to be largely disregarded at a national level. SIE’s new Board of Direc-tors has established several Work-ing Groups with the intent to start a development project aimed at restoring SIE’s role as a reference point. The Emilia Romagna sec-tion, which has been entrusted with the “Diffusion of ‘ergonomic’ literacy” working group, has set among its main objectives the re-alization, within a two-year term, of a snappy and innovative instru-ment for the popularization and strengthening of the ergonomic culture both in the education and training world (especially in sec-ondary school) and in the world of business.

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Va notato che un aspetto che accomuna numerosi procedi-menti di saldatura autogena ed eterogenea all’arco elettrico è rappresentato dalla necessità di adottare accorgimenti che consentano di evitare, per quanto possibile, il contatto del metallo fuso con l’aria e, in particolare, con l’ossigeno: è infatti questo elemento gassoso, componente fondamentale dell’aria che respiriamo, uno dei principali fattori alla base dei difetti, e di conseguenza dei limiti prestazionali, dei giunti saldati.

Per evitare, o quanto meno limitare, questo dannoso contatto si cerca di interporre tra il metallo fuso (di base e/o d’apporto) e l’atmosfera un “flusso” protettivo in forma gassosa, liquida o solida; oltre ad assolvere questa funzione di separazione, il flusso ha il compito il apportare al bagno di fusione anche elementi di lega in grado di assolvere varie altre funzioni.

Nel caso della saldatura manuale ad elettrodo rivestito, ad esempio, il flusso protettivo è fornito dal materiale che riveste l’anima metallica conduttrice dell’elettrodo: si tratta in questo caso di un flusso costituito da polvere agglomera-ta. In alcuni procedimenti semiautomatici il flusso è invece costituito da gas che vengono “spruzzati” in pressione sul materiale fuso attraverso un diffusore coassiale al foro da cui esce l’elettrodo conduttore presente nella torcia mano-vrata dall’operatore; in altri procedimenti semiautomatici, il flusso è contenuto all’interno dell’elettrodo (nei processi di saldatura cosiddetti a “filo animato”). In alcuni processi automatici, la protezione è invece fornita da un flusso granu-lare che cade per gravità sul metallo fuso ricoprendolo com-pletamente ed isolandolo così dall’aria dell’ambiente.

Come molti altri processi tipici dell’industria, la saldatura comporta problematiche che investono la sfera della sicurezza e della salute dell’operatore a causa della presenza di agenti di rischio che, per quanto notevolmente ridotti dal progresso tecnologico, risultano di fatto ineliminabili: si pensi, ad esem-pio, alla presenza della corrente che genera l’arco elettrico; alla presenza, - nel materiale base o d’apporto, - di elementi di lega talvolta tossici, ma non totalmente eliminabili poiché garanti della buona riuscita del processo o delle prestazioni tecnologiche del giunto; si pensi ancora alle posizioni, spes-so non ergonomicamente corrette, in cui si trova a lavorare l’operatore, problema insuperabile soprattutto per le saldature effettuate “in opera” nei cantieri; e così via.

Tutto ciò si traduce, quindi, in una serie di problematiche, di natura, come già accennato, preminentemente chimica e fisica, che traggono origine sia dal procedimento (inclu-se alcune operazioni accessorie quali la smerigliatura, la

scriccatura, il taglio, ecc.) che dall’ambiente in cui si opera.

Prima di affrontare, sia da un punto di vista qua-litativo che quantitativo, il problema dell’esposizio-ne a tutti i possibili agenti che possono impattare sulla salute e la sicurezza degli operatori, occorre defini-re in modo il più possibile standardizzato come debba essere computato il tempo di esposizione durante ogni singolo processo.

La durata dell’esposizio-ne ai vari agenti chimico-fisici in saldatura può essere definita semplicemente con-siderando la reale modalità con cui si svolge il processo medesimo.

Nel caso di qualsiasi procedimento occorre prendere co-me riferimento un singolo ciclo e poi, una volta analizzato nel dettaglio, considerare quante volte il singolo ciclo è ripetuto in modo pressoché invariabile durante un turno di lavoro; si consideri che il singolo ciclo di lavoro è fonda-mentalmente caratterizzato dalla modalità di alimentazione dell’elettrodo fusibile; nel caso di un procedimento SMAW, ad esempio, il ciclo è caratterizzato dal tempo necessario a fondere un singolo elettrodo, mentre nei procedimenti semi-automatici a filo continuo occorre effettuare considerazioni di tipo diverso basate sulle interruzioni operative determina-te da altre esigenze; nel caso della SMAW la durata del ciclo è data dalla somma dei tempi necessari alla preparazione dell’attrezzatura (inserimento dell’elettrodo nella pinza, regolazione parametri elettrici, ecc.), al posizionamento dell’operatore, all’accensione dell’arco, alla vera e propria attività di saldatura, alla smerigliatura necessaria alla rimo-zione della scoria ed alle eventuali altre attività accessorie. Nell’arco dell’intero turno di lavoro dovranno però essere detratti tutti i periodi di riposo o eventualmente dedicati ad altre attività.

Ad esempio, ipotizziamo che in un procedimento SMAW il tempo caratteristico di un ciclo sia pari a 2 minuti (ovvero 120 sec.); secondo quanto emerso da alcuni studi, di questo periodo solo il 60% (pari a 72 sec.) può essere considerato indicativamente come il tempo massimo in cui l’operatore è effettivamente impegnato con la pinza ad effettuare la sal-

la SalDatURa: teCnOlOGia e SiCURezza POSSOnO anDaRe D’aCCORDO

* Roberto Nicolucci

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datura (ovvero il tem-po che intercorre tra la accensione dell’ar-co e l’esaurimento dell’elettrodo), mentre il rimanente 40% (48 sec.) è tempo dedica-to al posizionamen-to delle attrezzature e dell’operatore, alla sostituzione dell’elet-trodo, alla rimozione della scoria, ecc; l’esposizione del saldatore a tutti i possibili agenti chimici e fisici deve quindi essere rapportata al reale tempo di esposizione ai fattori di rischio specifici durante il periodo di riferimento e non al tempo complessivo: nel pe-riodo standard preso come esempio, l’esposizione al rischio elettrico o termico può quindi essere considerato certamente pari a 120 secondi; l’esposizione a fumi di saldatura, UV, ecc. può essere considerata pari a 72 secondi; l’esposizione al rumore da smerigliatura (derivante dalla propria attività) risulterà invece certamente inferiore a 48 secondi (ovvero a 120 – 72 sec.); infine, per quanto riguarda le problematiche di tipo ergonomico, andrà probabilmente considerata nuova-mente una esposizione di 120 secondi, sebbene in differenti “configurazioni” a seconda della sottoattività.

Si consideri che il tempo di effettiva accensione dell’ar-co dipende dalla lunghezza della bacchetta, dal tipo di elettrodo, dai parametri della corrente e da numerose altre variabili; in altri studi condotti su procedimenti manuali di diverso tipo, sono stati rilevati tempi di accensione effettiva dell’arco più ridotti, compresi tra il 25 ed il 60% del tempo totale: a questo proposito, quindi, di volta in volta occorrerà verificare attentamente i tempi in relazione allo specifico procedimento.

La natura e l’entità dell’esposizione ai vari fattori di ri-schio da parte dell’operatore dipende da numerose variabili principalmente correlate alla tipologia di processo adottato, all’ambiente in cui si opera e non da ultimo al compor-tamento dell’operatore: più nel dettaglio, il rischio può derivare dalle caratteristiche del materiale base, di quello d’apporto, dai parametri di saldatura (temperatura, inten-sità e tensione della corrente, ecc), dalle caratteristiche del manufatto stesso (forma, dimensioni, presenza di eventuali inquinanti, ecc.) e di conseguenza dalla posizione del corpo (ed in particolare del viso) dell’operatore e dalla sua distan-za dalla sorgente di emissione degli agenti inquinanti, dalla durata dell’attività, dalla ventilazione dell’ambiente, ecc.

L’ambiente di lavoro influisce poi in relazione ad ul-teriori rischi derivanti da postazioni di lavoro in quota, in ambiente confinato, da microclima (acustico, termi-co e luminoso), ecc.

Per quanto riguarda i fattori di rischio chimico, questi hanno in generale come bersaglio differenti organi del corpo umano, sebbene nel caso dei saldatori l’apparato respiratorio risulti uno tra quelli più colpiti in ragione del fatto che si tratta della via di assorbimento preferenziale per gli inqui-nanti aerodispersi; l’occhio risulta un organo altrettanto fre-

quentemente colpito sia da agenti chimici che fisici.

In linea generale, è possibile ritenere che le forme di intossica-zione acuta risultino notevolmente ridot-te in epoca moderna grazie alla maggiore efficacia dei disposi-tivi di protezione in-

dividuale (DPI) e alla maggiore conoscenza dei pericoli presenti in ambiente di lavoro, mentre le affezioni croni-che risultano ancora relativamente diffuse, probabilmente in conseguenza della scarsa sensibilità alla protezione della propria salute frequentemente dimostrata dai lavora-tori fino a tempi relativamente recenti.

Secondo numerosi studi le principali problematiche che investono la salute e la sicurezza dell’operatore possono es-sere riassunte ai fini pratici, anche se in un modo non com-pletamente rigoroso, nelle seguenti macrofamiglie:■ inalazione e ingestione di sostanze tossiche (da fumi, va-

pori, gas);■ contatto della pelle e degli occhi con fumi, vapori, gas;■ tagli, abrasioni (superficiali e profonde) e schiacciamenti

interessanti diverse parti del corpo inclusi gli occhi (da contatto con utensili, pezzi in lavorazione, proiezione di schegge, ecc.);

■ ustioni alla pelle (da contatto con materiali ad alta tempe-ratura e proiezione di materiale fuso);

■ esposizione al rumore (prodotto dalle attrezzature di lavo-ro e d’ambiente);

■ elettrocuzione (da contatto con corrente elettrica);■ esposizione a radiazioni ionizzanti (generate da alcuni

materiali d’apporto o da particolari tecnologie);■ esposizione a radiazioni luminose (luce visibile, UV e IR

prodotte dall’arco elettrico);■ esposizione a campi elettromagnetici (prodotti dalla cor-

rente elettrica);■ posture scorrette (dovute alla forma del pezzo in lavora-

zione o al suo posizionamento nell’ambiente di lavoro);■ esposizione a vibrazioni (prodotte da utensili di lavoro);■ movimenti ripetitivi (originati dalla particolare procedura

operativa);■ stress termico (da irraggiamento dovuto al processo e da

caldo e freddo estremi nell’ambiente di lavoro). Si tratta quindi di un ampio spettro di pericoli e correlati

rischi che, se non affrontati adeguatamente, possono com-portare danni più o meno gravi (talvolta irreversibili o addi-rittura letali) nel breve, medio o lungo termine.

E’ però altrettanto vero che, proprio per la criticità di al-cune delle problematiche precedentemente accennate, negli ultimi cinquant’anni sono stati condotti estensivamente studi epidemiologici e ricerche di laboratorio finalizzati all’ap-profondimento delle conoscenze dei meccanismi di causa ed effetto sulla sicurezza e salute degli operatori, con il risultato che oggi, ove sia stato possibile, sono stati eliminati i rischi

7HS+E magazine

all’origine ed ove ciò non sia stato possibile per qualche mo-tivo sono state sviluppate attrezzature di lavoro, dispositivi personali e collettivi di sicurezza e procedure operative alta-mente affidabili.

Non c’è alcun motivo (tanto meno economico) che pos-sa oggi giustificare la mancata informazione e formazione dei lavoratori o la mancata implementazione delle neces-sarie misure protettive di tipo tecnologico e organizzativo; fortunatamente, la percezione del rischio e l’aspettativa di protezione dai rischi occupazionali da parte delle giovani generazioni di lavoratori risulta molto più elevata che in pas-sato e anche questo ha contribuito notevolmente a diminuire le conseguenze derivanti dai vari rischi espositivi.

Tra le organizzazioni più attive nello studio delle pro-blematiche legate alla sicurezza nei processi di saldatura si possono sicuramente ricordare l’American Welding Society (AWS), l’International Institute of Welding (IIW), la Euro-pean Federation for Welding, Joining and Cutting (EWF) e certamente anche l’Istituto Italiano di Saldatura (IIS); di particolare rilievo l’attività della Commissione VIII (He-alth, Safety and Environment) dell’IIW attiva anche nella definizione degli standard internazionali di riferimento (ad esempio EN ISO 15011 – “Health and Safety in Welding and Allied Processes”).

Altrettanto attivi sono stati i grandi produttori di apparec-chiature e materiali per saldatura tra i quali, solo per citare qualche esempio, merita ricordare le multinazionali americane Lincoln Electric e Miller Electric e le svedesi ESAB e Sandvik.

Per quanto riguarda le specifiche legislazioni e gli stan-dard tecnici in materia di protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dalle attività di saldatura adottate nei vari Paesi industrializzati, si osserva che, in tutti i casi, esse risultano assai simili tra loro e, in generale, da un punto di vista ope-rativo, poco o nulla si discostano dalle norme di buona prati-ca universalmente riconosciute.

Tra i più importanti ed affidabili studi condotti fino ad oggi in materia di effetti sul lungo periodo prodotti dai fumi di saldatura, che tra tutti è certamente uno dei rischi di mag-giore rilevanza, va citato uno studio epi-demiologico condotto dalla International Agency for Research on Cancer (IARC) su un gruppo campione composto da circa 11.000 lavoratori addetti alla saldatura di acciai al carbonio e inossidabili, operan-ti nell’industria metalmeccanica e nella cantieristica navale in nove Paesi europei; questo studio ha portato a classificare il fumo di saldatura tra gli agenti potenzial-mente cancerogeni.

Secondo quanto affermato da G.H. Grant McMillan, i casi di tumore ai polmoni nei saldatori è del 30÷40% superiore rispetto a quanto si riscontra in gruppi di lavora-tori addetti ad altre attività: occorre però precisare che nei numerosi studi epidemio-logici condotti nel corso degli ultimi decen-ni questo dato risente fortemente di fattori confondenti di tipo sociale (in particolare

dell’esposizione al fumo di tabacco) e legati all’ambiente di lavoro (ad esempio esposizione a fibre di amianto per i saldatori addetti alla cantieristica navale).

Uno studio condotto dal Finnish Institute of Occupational Health di Helsinki tra il 1993 ed il 2002 sulla base dei dati di denuncia di malattia professionale relativi alla generica categoria dei saldatori (operanti in diversi comparti produtti-vi) ha mostrato come, su un campione di 1.186 lavoratori, le denunce riguardassero nel 35% dei casi ipoacusie, nel 19% dei casi fotocheratiti e nel 16% dei casi patologie da stress a carico degli arti superiori; nel 21% dei casi sono stati rilevati problemi di varia natura afferenti l’apparato respiratorio, ma in circa la metà dei casi l’esposizione all’amianto è stata considerata un fattore confondente.

Nello stesso periodo, sul medesimo campione è stato ri-scontrato un solo caso di “febbre da fumi di saldatura”, un valore che, in considerazione della popolazione professio-nalmente esposta, potrebbe essere allineato, come ordine di grandezza, alla stima dell’ Occupational Health and Safety Agency (OSHA), che indica in 2.500÷3.500 i casi rilevati annualmente negli USA.

L’esperienza quotidiana di chiunque si trovi a stretto con-tatto con saldatori che operino con procedimento SMAW sembrerebbe però testimoniare una incidenza ben superiore di questa tipica patologia, su cui si tornerà successivamente.

Dati diffusi dalla Airliquide indicano, per il settore del-la saldatura, percentuali di incidenza infortunistica (non di malattia professionale) del 55% con interessamento del viso e degli occhi (radiazioni luminose, proiezione di ma-teriale fuso, ecc.), del 32% con interessamento del corpo e delle mani (ustioni, elettrocuzioni, ecc.), del 10% con interessamento delle vie respiratorie (fumi, polveri, va-pori, gas, ecc.) e del 3% con interessamento dell’apparato uditivo.

Stabilire una scala di importanza tra i diversi fattori di rischio cui sono soggetti gli operatori di saldatura non è però propriamente corretto, anche perché i rischi variano sensi-bilmente a seconda del procedimento e, a parità di proce-

dimento, variano in funzione di numerosi parametri caratteristici del procedimento stesso.

Si osservi infine che la saldatura, così come tutti i procedimenti ad essa correlati, rappresenta oggi, nella sua generalità, una tecnica altamente sicura per l’operato-re alla semplice condizione che vengano adottate le opportune misure prevenzioni-stiche e protezionistiche sia di tipo tecnico che organizzativo. Su questo tema si avrà occasione di tornare in futuro con altri articoli.

*Ingegnare esperto di sicurezza in-dustriale, è presidente di Techno srl. Ha ricoperto il ruolo di HSE manager per società di general contracting operanti in ambito internazionale nella cantieristica civile, industriale, navale ed offshore.

8

Bioterrorism: A Guide for Hospital Prepardeness, è divenuto in pochi anni un testo

classico per gli specialisti di sicurezza che operano nelle strutture sanitarie sia di piccola che di grande

dimensione; non meno utile può risultare anche a chi si occupa di sicurezza in altri tipi di strutture in cui

può comunque verificarsi una emergenza di tipo microbiologico. Il libro scritto da Joseph masci - oridi-

nario di malattie infettive alla mount sinai school of medicine di new york - assieme alla collega Eliza-

beth Bass, focalizza l’attenzione sul problema del bioterrorismo passando in rassegna i possibili agenti

contaminanti, i mezzi e le metodologie per monitorare gli ambienti e rilevare con il massimo anticipo

possibile un eventuale attacco. altri temi trattati riguardano la diagnosi e la gestione delle specifiche

patologie, la gestione dell’emergenza con particolare riguardo alla prevenzione e alla difesa del perso-

nale e dei pazienti non infetti, nonché i più corretti metodi di valutazione dell’entità del problema e la

corretta gestione dell’informazione nei confronti dei media.

una sezione del libro è dedicata all’analisi della problematica “antrace” divenuta famosa nei giorni im-

mediatamente successivi all’attacco delle twin towers.

Il testo fornisce una esaustiva linea guida per chiunque debba gestire sia piani di emergenza interni che

il coordinamento con strutture o singoli operatori sanitari esterni.

BIOTERRORISM: A GUIDE FOR HOSPITAL PREPARDNESSdi Joseph R. Masci e Elizabeth BassCRC PressISBN: 978-0-8493-1660-9©2004 - pp 400 - USD 144.95

9HS+E magazine

global network for Environment science and technology (globalnEst) è una associazione tra scien-ziati, tecnici e studiosi di varie discipline impegnati nello studio dell’ambiente e delle soluzioni sostenibili volte alla sua conservazione e al suo miglioramento. l’associazio-ne ha carattere internazionale sebbene la maggior parte dell’attività si svolga in grecia.Il sito istituzionale dell’associazione, www.gnest.org, è una sorta di portale che consente l’accesso al materiale scien-tifico prodotto dalla associazione o presentato nell’ambito delle conference organizzate dalla associazione.attraverso la homepage si può accedere a diverse informazioni tra le quali una pagina dedicata ai link ad altri siti (è presente una selezione di website internazionali attinenti le problematiche ambientali) e una pagina dedicata al Journal dell’associazione; il link è a pagamento, ma i contenuti dell’organo associativo scaricabile on-line è di indubbio interesse per chiunque si occupi di problematiche legate all’ambiente.

www.gnest.org

10 HS+E magazine

safecaddy® viene presentata dal suo produttore, come un’attrezzatura innovativa, di dimensioni compatte, decisiva nel contenere le situa-zioni di emergenza.

si tratta di un carrello su ruote a moduli intercambia-bili che può essere equipaggiato con kit di primo soc-corso di varia natura secondo le specifiche del cliente; le opzioni relative al primo intervento antincendio includono manichette per idranti, estintori di qualsiasi natura e utensili di vario genere; le opzioni per la parte dedicata al primo soccorso sanitario spaziano da kit medicali con vario contenuto ai defibrillatori, dai di-spositivi lavaocchi alle barelle pieghevoli.

a richiesta i carrelli sono equipaggiabili con dispositivi di rilevazione e misura, equipaggiamenti per il recupero (treppiedi con verricello, ecc.), kit di primo intervento ambientale e DpI di vario genere inclusi autorespiratori.

Il carrello è realizzato in ger-mania secondo specifiche molto severe utilizzando ma-teriali di alta qualità; il dispo-sitivo è corredato di una co-pertura in pvc (perfettamen-te idoneo ad un uso in am-biente esterno), dotato di zip di chiusura e finestre traspa-renti per la rapida individua-zione del contenuto. Il carrel-lo è facilmente individuabile anche in condizioni di visibi-lità precaria e trasportabile da una sola persona.

www.safecaddy.com

TOP GEAR

11HS+E magazine

secondo uno studio diffuso dall’ health and safety Executive britannico, nel periodo

tra il marzo 2010 e l’aprile 2011 in uk si sono verificati 3956 infortuni gravi correlabili a lavori in quota. molto

spesso si è portati a pensare che il problema sia principalmente da ascrivere a carenze legate a dispositivi di

protezione collettivi o a scale, piattaforme elevabili, ecc. ciò è vero solo in parte poiché in realtà in molti casi

la causa non è direttamente da imputare a difetti di funzionamento o cedimenti di queste attrezzature (o addi-

rittura al loro mancato utilizzo) quanto piuttosto alla mancata verifica del manufatto su cui si stava operando

(piani di calpestio non portanti, piani di appoggio cedevoli o scivolosi e così via). si è infatti potuto verificare

che in molti casi l’infortunato aveva ricevuto un sufficiente addestramento in relazione al corretto montaggio

di una lifeline, al corretto angolo di inclinazione di una scala, ecc. ma non altrettanta formazione gli era stata

impartita sulla necessità e sulle tecniche di valutazione del rischio legato al manufatto sul quale doveva ope-

rare. vi è un’importante componente psicologica (negativa) in molti di questi incidenti: l’avere effettuato, senza

incorrere in alcun incidente, centinaia o migliaia di volte una simile attività senza avere effettuato le necessarie

valutazioni o senza avere utilizzato i necessari dispositivi di protezione collettiva ed individuale o le necessarie

attrezzature di lavoro. la fortuna ha in pratica generato una inopportuna e pericolosa confidenza cementando

la consapevolezza che quanto effettuato costituisse di fatto la corretta procedura di lavoro.

HEALTH AND SAFETY INTERNATIONAL“Working at height”di David Gault

12 HS+E magazine

2012

nfpa méxIco fIrE Exposalone internazionale per la prevenzione incendi 24 – 26 aprile città del messico

(messico)

IfsEc anD sEcurIty solutIonssalone internazionale della sicurezza 14 – 17 maggio Birmingham

(uk)

safEty & hEalth Exposalone internazionale della sicurezza e della salute 15 – 17 maggio Birmingham

(uk)

skyDDsalone internazionale della protezione e della sicurezza 18 – 21 settembre stoccolma

(svezia)

pollutEcsalone internazionale degli equipaggiamenti, tecnologie e dei servizi dell’ambiente

27 – 30 novembre lione(francia)

ExpoprotEctIon/fEusalone internazionale per la prevenzione incendi e sicurezza. 4 – 7 dicembre parigi

(francia)

Il SeStante

Offre un serviziO altamente

QualifiCatO Per la fOrmaziOne

sulla siCurezzaCOn COrsi rivOltiall’assOlvimentO

Dell’OBBliGO fOrmativO eD allO sviluPPO Di PratiCHe

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Il SeStante

via Barbiani n. 8/10 – 48121 Ravennatel. 0544 210411 - Fax 0544 34565

[email protected] – www.confindustriaravenna.it

Le date indicate potrebbero subire variazioni o alcune manifestazioni potrebbero venire annullate.

Prima di recarsi alle manifestazioni si consiglia di verificare con gli organizzatori dei singoli eventi la correttezza delle date indicate.

13HS+E magazine

HS+E NEWSHS+EthE occupatIonal hEalth & safEty +

EnvIronmEntal quartErly magazInE

news

AL VIA GLI ACCORDI STATO-REGIONI SULLA FORMAZIONEIl 21 dicembre scorso è stato approvato l’accor-do Stato-Regioni sulla formazione di lavoratori, preposti, dirigenti e datori di lavoro/RSPP ed entro la fine del mese di gennaio è prevista la pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale.L’accordo prevede alcune modifiche delle ore di formazione obbligatorie per ciascuna figura. In primo luogo, il percorso formativo, per il datore di lavoro che intende svolgere i compiti propri del Servizio di Prevenzione e Protezione dai ri-schi, contempla corsi di durata variabile in fun-zione della natura dei rischi presenti sul luogo di lavoro. A tale proposito è stata introdotta una nuova classificazione delle imprese in base ai rischi presenti:– ATTIVITÀ A RISCHIO BASSO: commercio, ar-

tigiani, alberghi e servizi;– ATTIVITÀ A RISCHIO MEDIO: agricoltura,

pesca, trasporti, assistenza sociale non re-sidenziale, pubblica amministrazione e istru-zione;

– ATTIVITÀ A RISCHIO ALTO: industrie estratti-ve, costruzioni, alimentari, tessile, conciario, legno, carta, metalli, costruzioni meccaniche ed elettriche, auto, mobili, energia, rifiuti, chi-mica, gomma, plastica, sanità e assistenza sociale residenziale.

In base a questa classificazione la durata dei corsi formativi è 16 ore per le attività a basso ri-schio, 32 ore per le attività a medio rischio e 48 per le attività ad alto rischio. È previsto inoltre anche un aggiornamento con periodicità quin-quennale della durata di 6, 10 e 14 ore rispetti-vamente per le 3 categorie di attività.Per quanto riguarda la formazione di lavoratori, è previsto un modulo della durata minima di 4 ore di carattere generale al quale viene aggiunto un corso di formazione specifica della durata di 4, 8 o 12 ore in funzione della classe di rischio di appartenenza.

La formazione dei preposti deve comprendere quella dei lavoratori e deve essere integrata da una formazione particolare in relazione ai com-piti da lui esercitati in materia di salute e sicu-rezza sul lavoro. La durata minima del modulo per preposti è di 8 ore.La formazione dei dirigenti sostituisce integral-mente quella prevista per i lavoratori ed è strut-turata in 4 moduli della durata minima comples-siva di 16 ore.Per i lavoratori, per i preposti e per i dirigenti, è previsto un aggiornamento quinquennale della durata minima di 6 ore per tutti e tre i livelli di rischio sopra individuati.Secondo quanto riportato ai punti 10 e 11 dell’accordo Stato-Regioni è riconosciuta la formazione erogata dal datore di lavoro entro e non oltre 5 anni dall’entrata in vigore dell’ac-cordo stesso. Per tutti coloro che abbiano ef-fettuato formazione in data antecedente alla pubblicazione dell’accordo sussiste l’obbligo di aggiornamento da effettuarsi entro 12 mesi.

VERIFICA PERIODICA ATTREZZATURE: NUOVA PROROGAÈ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale del 24 gennaio 2012 n.9 il Decreto del 20 gennaio 2012 “Differimento dell’entrata in vigore del Decreto 11 aprile 2011, recante disciplina delle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’All. VII del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonché i criteri per l’abilitazione dei sog-getti di cui all’art. 71, comma 13, del medesimo Decreto Legislativo”.Il Decreto arriva a prorogare fino a 390 giorni l’entrata in vigore del Decreto 11 aprile 2011 e dovrebbe quindi entrare in vigore alla fine di maggio 2012. Ricordiamo che lo stesso Decreto aveva ricevuto proroga il 22/07/2011, vedendo la sua entrata in vigore fissata a 270 giorni an-ziché gli originali 90 dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

ACCORDO STATO-REGIONI SULLA FORMAZIONE: FACCIAMO IL PUNTOCome ormai noto il 21/12/2011 è stato approva-to l’Accordo Stato-Regioni sulla formazione di lavoratori, preposti, dirigenti e datori di lavoro-RSPP. Tale Accordo è stato pubblicato in GU n°8 dell’11/01/2012 ed è entrato in vigore il 26/01/2012.

SICUREZZA ED IGIENE INDUSTRIALE

14 HS+E magazine

L’Accordo stabilisce il percorso, i contenuti e il monte ore di formazione per lavoratori, prepo-sti, dirigenti e datori di lavoro-RSPP.

Di seguito riportiamo un elenco delle situazioni possibili riscontrabili all’interno delle aziende e le relative azioni formative da pianificare:

LAVORATORI E PREPOSTI – Formazione generale e specificaSituazione riscontrabile in azienda Formazione Aggiornamento

Formazione in corso o da iniziare a breve ma con iscrizione documentata prima del 26/01/2012 e da completare entro il 26/01/2013

Nessuna azione formativa Periodico entro 5 anni dalla data di con-clusione del corso

NEOASSUNTI

PROVENIENTI DA ALTRA AZIENDA DELLO STESSO SETTORE PRODUTTI-VO E ADIBITO A STESSA MANSIONE(formazione già effettuata nell’azienda di provenienza, documentata correttamente)N.B.: il Datore di Lavoro deve valutare la formazione pregressa, ed eventualmente integrarla sulla base del proprio DVR.

Nessuna azione formativa Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

Nessuna formazione o formazione fatta in altra azienda ma non documentata

Parte generale + parte specifica in funzio-ne dei rischi di comparto e del DVR, entro 60 giorni

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

Formazione generale assolta (es. qualora prevista nella contrattazione collettiva na-zionale di settore)

Nessuna parte generaleFormazione specifica da fare entro 60 gg, in funzione dei rischi di comparto e del DVR

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

PROVENIENTI DA ALTRA AZIENDA DI DIVERSO SETTORE PRODUTTIVO E ADIBITI A DIVERSA MANSIONE(formazione già effettuata nell’azienda di provenienza, documentata correttamente)

Nessuna parte generaleFormazione specifica da fare entro 60 gg, in funzione dei rischi di comparto, del DVR e dei rischi delle nuove mansioni svolte

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

gIà ASSUNTIFormazione già effettuata al 11/01/2012 (comprovata dal Datore di Lavoro) e fatta prima del 11/01/2007

Nessuna azione formativaL’aggiornamento va concluso entro 11/01/2013 e poi periodicamente entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

Formazione già effettuata al 11/01/2012 (comprovata dal Datore di Lavoro) e fatta dopo il 11/01/2007

Nessuna azione formativa Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

Nessuna formazione

Fare parte generale + parte specifica, conforme all’accordo in funzione dei ri-schi di comparto e del DVR.Per i PREPOSTI la formazione, com-presa quella particolare aggiuntiva, è da completare entro l’11/07/2013

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

CAMBIO DI MANSIONE, STESSA AZIENDAFormazione documentata correttamente

Nessuna parte generaleFormazione specifica da fare per i rischi non coperti da formazione già fatta (mo-dulo integrativo attinente ai rischi delle nuovi mansioni svolte)

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

CAMBIO PROCESSO, INTRODUZIONE ATTREZZATURE, PRODOTTI, ECC.Formazione documentata correttamente

Nessuna parte generaleFormazione specifica da fare limitata alle modifiche o ai contenuti di nuova intro-duzione

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

15HS+E magazine

PREPOSTI – Formazione particolare aggiuntiva

Situazione riscontrabile in azienda Formazione Aggiornamento

Formazione in corso o da iniziare a breve ma con iscrizione documentata prima del 26/01/2012 e da completare entro il 26/01/2013

Nessuna azione formativa Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

NEOASSUNTI PROVENIENTI DA ALTRA AZIENDA (formazione in altra azienda documentata correttamente)

Nessuna azione formativa Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

GIÀ ASSUNTINessuna formazione

Da fare conforme all’accordo e da com-pletare entro l’11/07/2013

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

NEOASSUNTI O ASSUNTI CON CAM-BIO DI RUOLO (NUOVA NOMINA)Nessuna formazione

Da fare conforme all’accordo entro 60 gg.

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

DIRIgENTI

Situazione riscontrabile in azienda Formazione Aggiornamento

Formazione in corso o da iniziare a breve ma con iscrizione documentata prima del 26/01/2012 e da completare entro il 26/01/2013

Nessuna azione formativa Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

NEOASSUNTI PROVENIENTI DA ALTRA AZIENDA (formazione in altra azienda documentata correttamente)

Nessuna azione formativa Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

GIÀ ASSUNTIFormazione già effettuata al 11/01/2012 conforme a DM 16/01/97 o modulo A

Nessuna azione formativa Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

GIÀ ASSUNTINessuna formazione

Da fare conforme all’accordo e da com-pletare entro l’11/07/2013

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

NEOASSUNTI O ASSUNTI CON CAM-BIO DI RUOLO (NUOVA NOMINA)Nessuna formazione

Da fare conforme all’accordo entro 60 gg.

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

16 HS+E magazine

DATORE DI LAVORO - RSPP

Situazione riscontrabile in azienda Formazione Aggiornamento

Formazione in corso o da iniziare a breve ma con iscrizione documentata prima del 26/01/2012 e da completare entro il 26/07/2012, fatti secondo DM 16/01/1997

Nessuna azione formativa Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

Nomina RSPP effettuata prima del 31/12/1996 Nessuna formazione

Nessuna azione formativa Entro 11/01/2014 e poi periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

Nomina RSPP effettuata dopo il 01/01/1997Formazione già effettuata al 11/01/2012 conforme a DM 16/01/97 e documentata

Nessuna azione formativa Entro 11/01/2017 e poi periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

Nomina RSPP effettuata dopo il 01/01/1997Formazione già effettuata al 11/01/2012 conforme ad Accordo Stato Regioni 26/01/2006: Moduli A,B,C

Nessuna azione formativa Entro 11/01/2017 e poi periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

Nomina RSPP effettuata dopo il 01/01/1997Nessuna formazione

Da fare secondo il rischio del settore di appartenenza (16-32-48 ore)

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

Nuova attività con nuova nomina RSPPNessuna formazione

Da fare secondo il rischio del settore di appartenenza (16-32-48 ore). Completa-re la formazione entro max 90 gg dall’ini-zio della nuova attività

Periodico entro 5 anni dalla data di conclusione del corso

17HS+E magazine

ATTREZZATURE DI LAVORO: NUOVO ACCORDO PER LA FORMAZIONE

La Conferenza Stato Regioni del 22 febbraio scorso ha approvato un nuovo accordo in at-tuazione dell’articolo 73, comma 5, del D. Lgs. 81/2008 “Informazione, formazione e addestra-mento” in merito all’uso delle attrezzature di lavoro. Questo nuovo accordo individua le attrezzature di lavoro per le quali è richiesta una specifica abilitazione degli operatori e le modalità per il riconoscimento di questa abilitazione; definisce inoltre i soggetti formatori, la durata, gli indirizzi e i requisiti minimi di validità della formazione da erogare a questi lavoratori.L’Accordo dovrà ora essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e secondo quanto indicato al punto 13 dell’Allegato A, entrerà in vigore dopo 12 mesi dalla data di pubblicazione.Ma è però previsto un ulteriore tempo limite di 24 mesi entro il quale i lavoratori, che alla data di entrata in vigore dell’accordo sono incari-cati dell’uso di queste attrezzature, dovranno effettuare i corsi. L’accordo riconosce infatti la formazione già effettuata solo se conforme ai nuovi requisiti (si veda il punto 9 formazione pregressa), prevedendo in caso di formazione difforme specifici corsi integrativi da svolgere entro 24 mesi.Le attrezzature di lavoro individuate dall’Accor-do per le quali è richiesta una specifica abilita-zione degli operatori sono:

a) Piattaforme di lavoro mobili elevabili (PLE)b) Gru a torrec) Gru mobiled) Gru per autocarroe) Carrelli elevatori semoventi con conducente

a bordo (a braccio telescopico, industriali semoventi, sollevatori/elevatori semoventi telescopici rotativi), tra cui, quindi, anche i co-siddetti “muletti”

f) Trattori agricoli o forestalig) Macchine movimento terra (escavatori idrauli-

ci, a fune, pale caricatrici frontali, terne, auto-ribaltabile a cingoli)

h) Pompe per calcestruzzo.L’Accordo stabilisce che solo alcuni soggetti formatori possono erogare la formazione: ol-tre a quelli istituzionali (Il Ministero del lavoro, l’Inail, le Regioni e le Province, ecc) sono previ-sti gli organismi paritetici e gli enti bilaterali, le associazioni sindacali, gli ordini e i collegi pro-fessionali, pur con alcune limitazioni previste dal punto 1 dell’accordo. Sono inoltre abilitati gli enti di formazione accreditati presso i siste-mi regionali con una esperienza minima di 3 an-ni nel settore specifico o di 6 anni in materia di sicurezza e salute sul lavoro.Il percorso formativo prevede vari moduli teorici e pratici con verifiche intermedie e finali i cui contenuti variano in riferimento alla tipologia di attrezzature.

18 HS+E magazine

L’Accordo prevede che l’abilitazione sia rinnovata ogni 5 anni dalla data di rilascio dell’attestazione dell’abilitazione, a condizione che sia svolto un corso di aggiornamento della durata minima di 4 ore di cui almeno 3 ore relative agli argomenti previsti dai moduli pratici.

Attrezzatura Modulo teorico (ore) Modulo pratico (ore)

Piattaforma di Lavoro mobili elevabili (PLE) 44 (PLE con stabilizzatori)

4 (PLE senza stabilizzatori)6 (PLE con e senza stabilizzatori)

Gru caricatrici idrauliche 4 8

Gru a Torre 84 (gru a rotazione in basso)4 (gru a rotazione in alto)

6 (gru a rotazione in basse e in alto)

Carrelli elevatori semoventi con conducente a bordo 8

4 (carrelli industriali semoventi)4 (carrelli semoventi a braccio telescopico)

4 (carrelli elevatori telescopici rotativi)8 (carrelli elevatori industriali semoventi, semoventi

a braccio telescopico, telescopici rotativi)

Conduzione gru mobili(corso base) 7 7

Conduzione gru mobili(modulo aggiuntivo per gru mobili su ruote con falco-

ne telescopico o brandeggiabile)4 4

Trattori agricoli o forestali 3 5 per trattori a ruote5 per trattori a cingoli

Escavatori, pale caricatrici, terne, autoribaltabili a cingoli 4

6 per escavatori idraulici6 per escavatori a fune6 per caricatori frontali

6 per terne6 per autoribaltabili a cingoli

12 per escavatori idraulici, caricatori frontali, terne

Pompe per calcestruzzo 7 7

19HS+E magazine

PROROGA PER ALCUNE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE AMBIENTALIIn data 29 dicembre 2011 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n° 302 il Decreto del 29 dicem-bre 2011 n° 216 recante “Proroga di termini previ-sti da disposizioni legislative”. Di seguito riportia-mo i passi principali del Decreto all’articolo 13: - comma 1 = il rinvio al 31 dicembre 2012 dell’ap-

plicazione ai Presidenti degli Enti parco dell’art. 6, comma 2 (Riduzione dei costi ammi-nistrativi) del D.L. 78/2010;

- comma 2 = il rinvio al 31 dicembre 2012 della soppressione delle Autorità d’ambito territoria-le ottimale (ATO), già posticipata al 31 dicem-bre 2011 dal D.P.C.M. 25 febbraio 2011;

- comma 3 = la PROROGA del SISTRI al 2 aprile 2012;

- comma 4 = la proroga al 2 luglio 2012 del re-gime di esonero dall’iscrizione al SISTRI per gli imprenditori agricoli che producono e tra-sportano ad una piattaforma di conferimento, oppure conferiscono ad un circuito organizzato di raccolta, i propri rifiuti pericolosi in modo occasionale e saltuario (termine originariamen-te previsto dall’art. 39, comma 9 del D.Lgs. 205/2010 al 31 dicembre 2011);

- comma 5 = la proroga al 31 dicembre 2012 dei poteri “emergenziali” dei Comuni campani per la gestione di rifiuti urbani (il termine di cui dall’articolo 11, comma 2-ter, del D.L. 195/2009 era già stato prorogato al 31 dicembre 2011 dal D.P.C.M. 25 febbraio 2011);

- comma 6 = la possibilità di ammettere ancora in discarica i rifiuti con PCI (Potere calorifico inferio-re) > 13.000 kJ/kg fino al 31 dicembre 2012 (l’ori-ginario termine del 31 dicembre 2006 previsto dal D.Lgs. 36/2003 era già stato prorogato più volte);

- comma 7 = la proroga al 31 dicembre 2012 del divieto di esportazione di prodotti per carroz-zeria e per l’edilizia con limiti di COV (compo-sti organici volatili) superiori a quelli previsti nell’allegato II del D. Lgs. 161/2006.

PROROGA DEI TERMINI IN MATERIA AMBIENTA-LE DEL DECRETO “MILLEPROROGHE”È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.48 del 27 febbraio 2012 il Decreto Legge del 24 febbraio 2012 recante “Conversione in legge, con modifi-cazioni del decreto legge del 29 dicembre 2011 n. 216, recante proroga di termini previsti da dispo-sizioni legislative. Differimento di termini relativi all’esercizio di deleghe legislative”. Il Decreto stabilisce una serie di differimenti in materia ambientale, all’articolo 13:- comma 3: viene ulteriormente prorogato il SI-

STRI; nuovo entrata in vigore prevista per il 30 giugno 2012;

- comma 4: obbligo di iscrizione al SISTRI entro il 2 luglio 2012 per gli imprenditori agricoli che trattano e trasportano rifiuti pericolosi occasio-nalmente e saltuariamente;

- comma 6: viene prorogata al 31 dicembre 2012 la scadenza per il conferimento in discarica di rifiuti speciali e urbani con PCI superiori a 13000 kJ/kg.

PROROGA TERMINI SOSTITUZIONE DISPOSITIVI DI APERTURA PORTE LUNGO VIE D’ESODOSulla Gazzetta Ufficiale n. 299 del 24/12/2011 è stato pubblicato il D.M. 06/12/2011 che va a modificare il D.M. 03/11/2004 concernente “Disposizioni relative all’installazione e alla manutenzione dei dispositivi per l’apertura delle porte installate lungo le vie d’esodo, re-lativamente alla sicurezza nel caso d’incendio”.In particolare con l’articolo 2 viene differito di due anni il termine (originariamente previsto in 6 anni e in sca-denza a febbraio 2012) per la sostituzione dei dispositi-vi non muniti di marcatura CE e già installati alla data di entrata in vigore del Decreto del 2004.Sempre a norma dell’articolo 2 restano comunque fermi i casi nei quali la sostituzione dei dispositivi a cura del titolare è obbligatoria, ossia nelle ipotesi di rottura del dispositivo, o sostituzione della porta o modifiche dell’attività che comportino un’alterazione peggiorativa delle vie d’esodo.

AMBIENTE

PREVENZIONE INCENDI

20 HS+E magazine