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Roma, 21 Giugno 2016

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I fattori abilitanti: tecnologie, attori e modelli di finanziamento

I modelli di business per le Smart Cities in Italia e in Europa

Il potenziale e le ricadute economiche delle Smart Cities in Italia

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Ciascuno degli ambiti oggetto d’analisi su cui e possibile valutare il grado di smartness di

una città può essere declinato in una serie di famiglie tecnologiche abilitanti.

• Tecnologie

per la

trasmissione,

la ricezione e

l’ elaborazione

di

informazioni

(ICT)

ENVIRONMENT

• Tecnologie per la generazione di energia

in loco

• Tecnologie per la gestione e la

trasmissione dei flussi energetici

• Tecnologie per il recupero delle risorse

LIVING

MOBILITY

• Tecnologie per il consumo efficiente di

energia

• Tecnologie per lo sviluppo efficiente della

mobilità urbana

AMBITO

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Le tecnologie abilitanti sono analizzate sulla base di cinque parametri.

PARAMETRO DESCRIZIONE

Maturità Livello di sviluppo della tecnologia

Investimento Investimento necessario per implementare la tecnologia

Payback time Tempo di ritorno dell’investimento

Realizzabilità Facilità di implementazione della tecnologia

Focus Livello di correlazione tra la tecnologia e l’ambito Smart City

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TECNOLOGIE MATURITÀ INVESTIMENTOPAYBACK

TIMEREALIZZABILITÀ FOCUS

Efficienza energetica

Pubblica illuminazione

Sistemi di trasporto

intelligente

Mobilità elettrica

Sistemi di condivisione

dei mezzi di locomozione

Fonti rinnovabili

Teleriscaldamento

Smart grid e storage

Waste management

6

Nessuna criticità Elevata criticitàModerata criticità

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Le tecnologie che garantiscono maggiori benefici economici sono quelle più mature

e meno correlate alla tematica Smart City: è il caso delle fonti energetiche rinnovabili,

delle soluzioni per l’efficienza energetica e dei sistemi di mobilità condivisa

(quest’ultima caratterizzata da un grado di maturità inferiore rispetto alle altre).

Le tecnologie maggiormente «focalizzate» sul tema Smart (es. mobilità elettrica e

smart grid) risultano attualmente poco mature, richiedono volumi d’investimento

notevolmente più elevati rispetto ad analoghe soluzioni «non-smart» e mostrano

tempi di ritorno dell’investimento piuttosto elevati.

• L’«invasività» degli interventi necessari per implementare alcune tecnologie abilitanti è

un ulteriore elemento «critico».

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Gli attori coinvolti sono analizzati sulla base di tre parametri.

PARAMETRO DEFINIZIONE

Benefici attesiAmmontare dei benefici (monetari e non) che l’attore si aspetta di

ottenere dall’intraprendere un progetto di Smart City

Orizzonte temporaleIntervallo temporale di riferimento considerato dall’attore nella

valutazione delle decisioni di investimento

FocusLivello di correlazione tra il « core business» dell’attore e il tema

Smart City

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ATTORI BENEFICI ATTESIORIZZONTE

TEMPORALEFOCUS

Enti pubblici

Istituti di credito

Fornitori di tecnologie e

servizi

Cittadini/imprese

Aziende di trasporto

pubblico

Utilities

Università ed enti di ricerca

9

Nessuna criticità Elevata criticitàModerata criticità

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• L’eventualità di ottenere benefici modesti dalla realizzazione di progetti Smart City

rappresenta un indubbio «freno» alla propensione dei diversi soggetti coinvolti ad

intraprendere tali progetti (ad eccezione delle pubbliche amministrazioni).

• Il core business di molti attori è parzialmente o completamente «slegato» dalle

tematiche «smart», e ciò rappresenta un disincentivo al coinvolgimento di tali soggetti.

• La generale prospettiva «short-term» che caratterizza taluni attori ostacola

ulteriormente la diffusione di progetti Smart City, i quali tipicamente sono caratterizzati

da tempi di ritorno dell’investimento medio-lunghi.

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I modelli di finanziamento sono analizzati sulla base di cinque parametri.

PARAMETRO DEFINIZIONE

Facilità di accesso Livello di difficoltà nell’ottenimento del finanziamento

Copertura dell’investimento Disponibilità di risorse finanziarie a copertura dell’investimento

Orizzonte temporale Intervallo di tempo di riferimento della forma di finanziamento

UtilizzabilitàLivello di difficoltà dell’iter burocratico successivo all’ottenimento

del finanziamento

FocusLivello di correlazione tra la forme di finanziamento e il tema

Smart City

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FORME DI

FINANZIAMENTO

FACILITÀ DI

ACCESSO

COPERTURA

DELL’INVESTIMENTO

ORIZZONTE

TEMPORALEUTILIZZABILITÀ FOCUS

Fo

nd

i U

E

Programmi a

gestione diretta

Fondi

strutturali

Finanziamenti

pubblici nazionali

Partenariato

Pubblico-Privato

(PPP)

Finanziamenti

privati

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Nessuna criticità Elevata criticitàModerata criticità

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I fondi pubblici europei e nazionali sono in buona parte focalizzati sui progetti di

Smart City e con orizzonti temporali «coerenti», tuttavia mostrano rilevanti limitazioni

all’accesso (occorre superare un bando di gara) e difettano di utilizzabilità (nei

finanziamenti pubblici nazionali si registra una lentezza burocratica nell’erogazione, per

alcuni fondi UE esistono vincoli legali tali per cui sono disponibili solo per attività di R&D).

I finanziamenti privati non presentano particolari barriere all’accesso né rilevanti

criticità nella gestione operativa, tuttavia non sono strumenti progettati per

sovvenzionare progetti di Smart City e soprattutto si contraddistinguono per orizzonti

temporali di breve-medio termine.

Il PPP combina caratteristiche dei finanziamenti pubblici ed altre di quelli privati e

potrebbe essere particolarmente adatto al finanziamento dei progetti di Smart City.

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Forte mismatch tra le caratteristiche delle tecnologie, attori e modelli di

finanziamento in gioco e quelle che gli stessi dovrebbero avere per favorire la

diffusione dell’idea di smartness:

◦ le tecnologie abilitanti non sempre sono facilmente utilizzabili;

◦ gli attori non sono tipicamente propensi ad intraprendere progetti di Smart City;

◦ i modelli di finanziamento non risultano particolarmente adeguati a supportare lo

sviluppo di tali progetti.

Emerge un problema «di sistema», che riguarda il «business model» con cui si

progetta e realizza lo sviluppo di una Smart City.

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AMPIEZZA

AltaMediaBassa

Alta

Media

Bassa

PR

OF

ON

DIT

À

Realizzazione di progetti

caratterizzati da un alto livello di

penetrazione all’interno della città

Realizzazione di progetti

caratterizzati da un basso livello di

penetrazione all’interno della città (che prevedono la partecipazione attiva di

una quota della popolazione urbana

inferiore al 30%)

Realizzazione di progetti

caratterizzati da un basso grado

di copertura tecnologica (che riguardano fino a 4 ambiti

tecnologici dei 9 analizzati)

Realizzazione di progetti

caratterizzati da un elevato

grado di copertura tecnologica

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AMPIEZZA

AltaMediaBassa

Alta

Media

Bassa

PR

OF

ON

DIT

À

GAZZELLE CITIES

Città in cui sono stati realizzati progetti di

Smart City che impattano su buona parte

della città e caratterizzati da un livello di

eterogeneità delle tecnologie medio-alto

LION CITIES

Città che, rispetto al cluster

precedente, presentano un

livello simile di profondità ma

valori più bassi di ampiezza

TURTLE CITIES

Città che mostrano un

ridotto interesse al tema

della Smart City: sono

stati sviluppati progetti

poco significativi

EAGLE CITIES

Città ove sono stati sviluppati

importanti progetti di Smart City,

grazie all’implementazione di

tecnologie eterogenee tra loro e

con un impatto pervasivo sul

tessuto cittadino

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Dall’analisi dei progetti sviluppati nelle città europee emergono 2 «modelli» ricorrenti che

caratterizzano lo sviluppo di progetti Smart City:

Modello di sviluppo organico

Modello di sviluppo additivo

Questi 2 modelli presentano una configurazione diversa per ogni «Building Block».

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Tecnologie

Attori

Modelli di finanziamento

Sistemi di mobilità

condivisa

Sistemi di trasporto

intelligente

Pubblica

illuminazione

UtilitiesAziende di

trasporto pubblico

Waste management

Energia da fonti

rinnovabili

Smart grid e storage

Teleriscaldamento

Mobilità elettrica

Efficienza energetica

Fornitori di

tecnologie e

servizi

Istituti di

creditoEnti pubblici Università e

istituti di ricerca

Programmi a

gestione direttaPPP

Finanziamenti

pubblici nazionali

Fondi strutturali

Finanziamenti privati

Elemento presente nel business model

Elemento NON presente nel business model

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Tecnologie

Attori

Modelli di finanziamento

Sistemi di mobilità

condivisa

Sistemi di trasporto

intelligente

Pubblica

illuminazione

UtilitiesAziende di

trasporto pubblico

Waste management

Energia da fonti

rinnovabili

Smart grid e storage

Teleriscaldamento

Mobilità elettrica

Efficienza energetica

Fornitori di

tecnologie e

servizi

Istituti di

creditoEnti pubblici Università e

istituti di ricerca

Programmi a

gestione direttaPPP

Finanziamenti

pubblici nazionali

Fondi strutturali

Finanziamenti privati

Elemento presente nel business model

Elemento NON presente nel business model

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Il modello prevalente delle città maggiormente evolute è quello organico, segno

dell’importanza di un forte coinvolgimento «formale» di tutti gli attori e di una vision

condivisa sin dalle prime fasi di sviluppo.

Le città che mostrano un grado di smartness inferiore adottano nella maggior parte

dei casi un modello additivo, che tra i principali «limiti» annovera uno scarso

coinvolgimento di soggetti potenzialmente «cruciali» quali fornitori di tecnologie e

servizi, utility e soggetti finanziatori.

Il grado di smartness delle principali città Europee è piuttosto eterogeneo, ma solo

raramente si riscontrano «sbilanciamenti» tra «ampiezza» e «profondità».

Il «fattore geografico» gioca un ruolo differenziale, dal momento che le città del Nord

Europa mostrano un livello medio di smartness superiore a quello delle città dell’Europa

meridionale, pur non avendo le prime intrapreso il percorso di «smartizzazione»

necessariamente prima delle seconde.

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ITALIAN EAGLE CITIES

Città leader a livello italiano, in cui

sono stati sviluppati progetti un

numero di progetti rilevanti che

incidono su una porzione ampia del

tessuto urbano.

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AMPIEZZA

AltaMediaBassa

Alta

Media

Bassa

PR

OF

ON

DIT

À

ITALIAN TURTLE CITIES

Città che mostrano un ridotto interesse al

tema «smart», in cui sono stati sviluppati

progetti poco rilevanti, con un impatto

limitato a piccole aree e relativi ad un

numero esiguo di tecnologie

ITALIAN GAZZELLE CITIES

Città che presentano un elevato

livello copertura tecnologica ma una

ridotta profondità. Questo è tipico di

una logica di sviluppo additiva

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Anche dall’analisi dei progetti nelle città italiana emergono i 2 «modelli» già analizzati.

Modello di sviluppo «organico», adottato in 13 città.

Modello di sviluppo «additivo», adottato in 21 città.

Il modello di sviluppo «additivo» ha caratteristiche del tutto simili a quelle presenti nel

modello europeo, mentre il modello di sviluppo «organico» presenta delle peculiarità (si

parla di modello di sviluppo «organico» all’italiana).

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Tecnologie

Attori

Modelli di finanziamento

Sistemi di mobilità

condivisa

Sistemi di trasporto

intelligente

Pubblica

illuminazione

UtilitiesAziende di

trasporto pubblico

Waste management

Energia da fonti

rinnovabili

Smart grid e storage

Teleriscaldamento

Mobilità elettrica

Efficienza energetica

Fornitori di

tecnologie e

servizi

Istituti di

creditoEnti pubblici Università e

istituti di ricerca

Programmi a

gestione direttaPPP

Finanziamenti

pubblici nazionali

Fondi strutturali

Finanziamenti privati

Elemento presente nel business model

Elemento NON presente nel business model

MODELLO DI SVILUPPO ORGANICO

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Città europee

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AMPIEZZA

AltaMediaBassa

Alta

Media

Bassa

PR

OF

ON

DIT

À

Città italiane

Punto di collasso di 9 città italiane

Milano

Torino

Napoli

Firenze

Roma

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Anche le città italiane più avanzate a livello di smartness sono «un passo indietro»

rispetto alle più «avanzate» città europee.

Questa situazione può essere ascrivibile in primis alla prevalente adozione del

modello di sviluppo «additivo», la cui diffusione in Italia è agevolata da specifici fattori

di contesto, quali:

◦ la scarsa diffusione del PPP, per di più talvolta «malvisto» come una modalità di

relazione «poco trasparente» tra soggetto pubblico e soggetti privati;

◦ l’elevata «burocratizzazione» del nostro Paese, che ha un impatto netto negativo

sulla possibilità di usufruire di finanziamenti pubblici;

◦ la ridotta «capacità di spesa» delle Pubbliche Amministrazioni, legata ad

un’indisponibilità di «cassa» e/o ai «vincoli di bilancio» vigenti.

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In alcune città, come ad esempio Milano e Torino, si sta affermando un modello di

sviluppo classificabile come «organico», seppur attualmente caratterizzato da

importanti limitazioni che potrebbero minarne l’efficacia (ad esempio la «cabina di

regia» non ha la stessa valenza formale che assume negli esempi europei più «virtuosi»).

L’importanza dell’adozione del modello di sviluppo «organico» appare emergere, oltre

che dalle best practice diffuse a livello europeo, dalla maggiore «efficienza» che il

modello garantisce, in termini di investimenti medi unitari necessari a parità di

progetti realizzati. Si stima che, coeteris paribus, il passaggio da un modello

«additivo» ad uno «organico» abiliterebbe un incremento dell’efficienza nell’ordine

del 20-40%.

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Il potenziale di mercato «teorico» delle Smart City in Italia ammonta a circa 65 mld €,

pari ad oltre 7 volte il cumulato degli investimenti ad oggi realizzati in tale ambito.

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0

10

20

30

40

50

60

70

Investimenti realizzati al2015

Potenziale "teorico" dinuovi investimenti

Potenziale atteso dinuovi investimenti nel

periodo 2016-2020

Investimenti realizzatied attesi al 2020

Mld

€ - 84%

Il potenziale che si stima possa

essere effettivamente realizzato da

qui al 2020 si aggira nell’intorno dei

10 mld €, pari a circa il 16% del

mercato «teorico».

Si stima un mercato medio annuo di

nuove realizzazioni pari a circa 2 mld

€ all’anno tra il 2016 ed il 2020, con

una «progressione doppia» rispetto al

ritmo medio degli investimenti tenuto

negli ultimi anni

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E’ stata sviluppata una matrice di classificazione delle tecnologie, costituita da due

dimensioni d’analisi:

moltiplicatore «teorico» di mercato, dato dal rapporto fra potenziale «teorico» ed

ammontare di investimenti già effettuato al 2015;

tasso di penetrazione atteso, dato dal rapporto fra potenziale «atteso» al 2020 e

potenziale «teorico».

30

Mo

ltip

lic

ato

re «

teo

ric

di

me

rcato

Tasso di penetrazione atteso

TECNOLOGIE «IN ATTESA DI SVILUPPO»

Tecnologie ad elevato potenziale di sviluppo

ma che presentano rilevanti barriere

all’adozione

TECNOLOGIE «AD ALTA CRESCITA»

Tecnologie ad elevato potenziale di sviluppo

di cui si prevede un elevato livello di

diffusione

TECNOLOGIE «RALLENTATE»

Tecnologie già diffuse sul mercato ma che

presentano rilevanti barriere all’ulteriore

diffusione

TECNOLOGIE «AFFERMATE»

Tecnologie già diffuse sul mercato e di cui si

prevede un ulteriore elevato livello di

diffusione

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0.00% 10.00% 20.00% 30.00% 40.00% 50.00%

Mo

ltip

licato

re «

teo

rico

» d

i m

erc

ato

Tasso di penetrazione atteso

3254

Mob.

elettrica

Smart

grid

FER

STIMob.

condivisa

Waste mgmt

TLR Efficienza

energetica

Pubblica

illuminazione

La dimensione della bolla indica il volume d’affari «teorico»Le tecnologie «affermate», caratterizzate da un

significativo livello di sviluppo attuale cui fa seguito

un elevato tasso di penetrazione atteso,

rappresentano per la maggior parte tecnologie

poco correlate alla tematica Smart City.

Le tecnologie «rallentate», sebbene

abbiano registrato un interessante grado di

diffusione negli ultimi anni, mostrano una

«battuta d’arresto» nel livello di

diffusione previsto per i prossimi anni.

Le tecnologie «in attesa di sviluppo»

permetterebbero di incrementare i

volumi d’investimenti realizzabili

grazie all’elevato potenziale di

sviluppo intrinseco, ma presentano

forti barriere all’adozione.

Non sono presenti

tecnologie «ad alta

crescita», grazie alle

quali sarebbe possibile

conseguire un vero

«cambio di marcia».

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L’evoluzione delle città italiane verso il «paradigma» Smart City richiede un volume

d’investimento ragguardevole, stimato nell’ordine di circa 65 mld €, a fronte del quale si

prevede un volume d’investimento «atteso» al 2020 nell’ordine dei 10 mld € (ovvero

circa un sesto del volume d’affari «teorico»).

Ci si attende quindi un «cambio di passo» importante, seppur «limitato», dal momento

che si passa da un volume medio d’investimenti di circa 1 mld € all’anno registrato negli

ultimi anni ad un volume «atteso» di circa 2 mld € all’anno tra il 2016 ed il 2020.

Per incrementare tale passo risulta necessario affrontare il problema «di sistema»,

relativo al «business model» con cui si realizza lo sviluppo di una Smart City nel

nostro Paese. Risulta fondamentale concentrare l’attenzione sulle tecnologie ad elevate

potenzialità la cui diffusione è frenata dall’esistenza di diverse barriere all’adozione,

le quali richiedono uno «sforzo congiunto» dei diversi attori coinvolti nello sviluppo di

una Smart City per essere superate.

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