carboidrati, alcool e salute - adi london: be part of implant … · diete a basso indice glicemico...
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Stamler J et al. JAMA 1986; 256: 2823-2828 Castelli WP et al. JAMA 1986; 256: 2835-2838
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140 180 220 260 300
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azie
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Colesterolemia (mg/dL)
Eve
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paz
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iColesterolemia (mg/dL)
≤204 206-234
235-264
265-294
≥≥≥≥295
25
50
75
100
125
150
Multiple Risk Factor Intervention Trial (MRFIT) (n=356.222)
Studio di Framingham (n=5.209)
Livelli di colesterolo sierico e rischio coronarico
Stamler J et al. JAMA 1986; 256: 2823-2828 Castelli WP et al. JAMA 1986; 256: 2835-2838
0
140 180 220 260 300
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8
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16
Mor
ti pe
r co
rona
ropa
tiain
10
anni
per
1.0
00 p
azie
nti
Colesterolemia (mg/dL)
Eve
nti c
ardi
ovas
cola
riog
ni 1
.000
paz
ient
iColesterolemia (mg/dL)
≤204 206-234
235-264
265-294
≥≥≥≥295
25
50
75
100
125
150
Multiple Risk Factor Intervention Trial (MRFIT) (n=356.222)
Studio di Framingham (n=5.209)
Livelli di colesterolo sierico e rischio coronarico
• Gli studi più recenti dimostrano che controllare il tasso di colesterolo è utile per larghissimi strati della popolazione nei Paesi come l’Italia.
• Perché?
• Perché, in altre parole, la “natura” non ha selezionato meccanismi efficaci per mantenere il tasso di colesterolo nel sangue al livello ottimale per il nostro benessere?
L’aumento della speranza di vita alla nascita in Europa
2000
1900
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0 500 1000 1500 2000
80808080
50505050
25252525
Paese Media U D
Andorra 83.52 80.62 86.62Macao 82.27 79.44 85.25Giappone 82.02 78.67 85.56San Marino 81.80 78.33 85.57Italia 81.80 79.21 84.59Australia 80.62 77.75 83.63Svezia 80.62 77.80 83.59 Francia 80.53 77.53 83.64Islanda 80.34 76.98 83.86Monaco 79.82 75.99 83.85
Mondo 65.82 63.89 67.84
Speranza di vita alla nascita nel mondo
CIA World Factbook (stime 2007)
• L’invecchiamento della popolazione si associa alla comparsa di malattie cronico degenerative (aterosclerosi, neoplasie, demenze)
• Il motivo principale di ciò, probabilmente, è che l’evoluzione non ha “progettato”l’organismo umano per vivere così a lungo.
Invecchiamento e malattie cronico degenerative
• In un’ottica evoluzionistica, non è rilevante che noi diventiamo sovrappeso o obesi (come non è rilevante che diventiamo ipercolesterolemici o ipertesi).
• I nostri meccanismi di difesa da queste condizioni, pertanto, non sono stati probabilmente selezionati in modo efficiente
• Avere il “colesterolo alto” non sarebbe di fatto pericoloso se la durata media della vita fosse di 40-50 anni.
• Più la vita si allunga, più un fattore di rischio ha tempo di “fare danni”
Il ruolo dei fattori di rischio si modifica se varia la durata della vita
• Avere il “colesterolo alto” non sarebbe di fatto pericoloso se la durata media della vita fosse di 40-50 anni.
• Più la vita si allunga, più un fattore di rischio ha tempo di “fare danni”
• L’allungamento della vita aumenta progressivamente le nostre “responsabilità personali” nei confronti di noi stessi e della società in termini di salute
Il ruolo dei fattori di rischio si modifica se varia la durata della vita
Nutrizione e fenomeni
infiammatori
Infiammazione Infiammazione
Diete a basso indice glicemico e fibra
Diete ad alto indice glicemico
Diete ipocolesterole-mizzanti
Acidi grassi trans
Acidi grassi omega-3
Alcool a dosi moderate
• E’ un indice “globale” dell’assorbimento dei carboidrati.
• Tecnicamente, è “l’area sotto la curva” della glicemia che segue alla somministrazione di una dose di un alimento che contiene una quantità predefinita di carboidrati.
• Più un carboidrato è “digeribile”, più il suo indice glicemico è elevato.
INDICE GLICEMICO: COS’E’
La glicemia sale di più e più in frettaLa risposta insulinica è più marcata
L’organismo utilizza preferenzialmente gli zuccheri , al posto dei grassi , per produrre energia; anche la trasformazione dello zucchero in grassi tende ad aumentare.
Lo stress ossidativo aumenta
Dopo 2-4 ore la glicemia scende e torna la fameNel tempo si crea un sovraccarico di lavoro per il pancreas.
ALTO O BASSO INDICE GLICEMICO (IG): COSA SUCCEDE?
Alto IG :
GLYCEMIC RESPONSE AFTER A WHITE BREAD OR A SPAGHETTI MEAL
Ludwig, J Am Med Assoc, 2002
-25
0
25
50
0 20 30 40 50 60 90 105 120 150 180
White Bread Spaghetti
Time, minutes
∆ Glic., mg/dL
INSULINEMIC RESPONSE AFTER A WHITE BREAD OR A SPAGHETTI MEAL
0
10
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40
0 30 60 90 120 150 180
White Bread Spaghetti
Ludwig, J Am Med Assoc, 2002
∆ Insulin, µU/mL
Time, min
Indice Glicemico (IG), relativo al Pane Bianco, di alcuni alimenti
Cibo Indice glicemico (%)
Pomodori 13Ciliegie 32Fagioli 40-60Mele 52Pasta (spaghetti) 52Pasta (maccheroni) 68Pizza 86Saccarosio 92Polenta 106Cornflakes 100-120Miele 120Patate bollite 120Glucosio 138
Pane bianco 100
1,70
1,50
1,30
1,10
0,9075 80 85 90 95
Women
Men
Glycaemic index (quintiles)
Frost 1999
Relation Between HDL -Cholesterol Concentration and Glycaemic Index of the Diet in Men and Women
�
�
�
�
�
• • • • •
�
•
200
0
Q1 Q2 Q3 Q4 Q5
Quintili di Carico Glicemico (controllato per l’app orto calorico)
Liu, Am J Clin Nutr 2001
����
����
����
����
����
•
•• •
•
Carico Glicemico medio della dieta e trigliceridemi a in donne con ( •) e senza (����) sovrappeso (BMI >25)
100
150
50
1.6
3.3
3.9 3.7
5.0
1.11.6
2.31.4
3.1
6
5.5
5
4.5
4
3.5
3
2.5
2
0
0.5
1
1.5
Q1 (121) Q2 (151) Q3 (166) Q4 (180) Q5 (208)
Quintile of energy-adjusted dietary glycemic load
Liu, 2001
����
����
����
����
����
•
•
••
•
Plasma hs CRP by Quintiles of Energy Adjusted Glyce mic Load in Women with ( •) and Without ( ����) Overweight (BMI >25)
Effects of a Low–Glycemic Load vs a Low-Fat Diet in Obese Young Adults
Ebbeling CB, J Am Med Assoc 2007
Design: Randomized trial of obese young adults (aged 18-35 years; n=73), consisting of a 6-month intensive intervention period and a 12-month follow-up period.
Outcomes assessement: 6, 12, and 18 months.
Interventions: A low–glycemic load (40% carbohydrate, 35% fat and 25% protein) vs a low-fat (55% carbohydrate, 20% fat and 25% protein) diet.
Effects of a Low–Glycemic Load vs a Low-Fat Diet in Obese Young Adults
Ebbeling CB, J Am Med Assoc 2007
Change in body weight in the two groups
Adjusted Relative Risks of CHD According to Glycemi c Load Among Female Nurses (aged 38-63 y), 1984-1994
2
1,75
1,5
1,25
1
0,751 2 3 4 5
Quintile of energy-adjusted glycemic load score
139 128 148 160 186
Liu et al, 2000
P<0.0001 for trend
Cases of CHD
Effects of two tablespoons of vinegar on the glycemic response of bread
Östman E et al, Eur J Clin Nutr 2005
Effects of whey proteins on the glycemic response to a glucose solution
Nillson M et al, Am J Clin Nutr 2007
Effect of alcoholic beverages on postprandial glycemia in lean, young,
healthy adults
Brand-Miller JC et al, Am J Clin Nutr 2007
Cosa si intende per “consumo di dosi moderate di alcool”?
Definizione comunemente utilizzata in Italia:
1-2 drink al giorno per le donne e2-3 drink al giorno per gli uomini
Un drink è definito come:
• 330 mL di birra• 150 mL di vino• 40 mL di liquori
Il contenuto di alcool in ogni drink è di circa:
10-13 g
0 , 0 0
0 , 2 0
0 , 4 0
0 , 6 0
0 , 8 0
1, 0 0
1, 2 0
0 0 . 1- 4 . 9 5 . 0 - 9 . 9 10 . 0 - 14 . 9 15 . 0 - 2 9 . 9 3 0 . 0 - 4 9 . 9 ≥5 0
Fatal myocardial infarction
Nonfatal myocardial infarction
Rel
ativ
e R
isk
(95%
CI)
Alcohol Consumption, g/day
Relative Risk of Nonfatal and Fatal MI, among 38,077 U.S. Male Health Professionals,
according to alcohol consumption
Mukamal KJ et al, N Engl J Med 2003
0 , 0 0
0 , 2 0
0 , 4 0
0 , 6 0
0 , 8 0
1, 0 0
1, 2 0
0 0 . 1- 4 . 9 5 . 0 - 9 . 9 10 . 0 - 14 . 9 15 . 0 - 2 9 . 9 3 0 . 0 - 4 9 . 9 ≥5 0
Fatal myocardial infarction
Nonfatal myocardial infarction
Rel
ativ
e R
isk
(95%
CI)
Alcohol Consumption, g/day
Relative Risk of Nonfatal and Fatal MI, among 38,077 U.S. Male Health Professionals,
according to alcohol consumption
Mukamal KJ et al, N Engl J Med 2003
Consumo di alcool e rischio coronarico in soggetti di varie età di ambo i sessi
0,50
Hvidtfeldt UA et al, Circulation 2010
Consumo di alcool e mortalità cardiovascolare in pazienti con malattia CV: una metanalisi italiana
Costanzo S et al, JACC 2010
Consumo di alcool e rischio di ictus ischemico. Uno studio caso-controllo condotto negli USA
Sacco RL et al, JAMA 1999
677 casi e 1139 controllidi età media di 70 anni
Possibili meccanismi cardioprotettivi
• Aumento del colesterolo HDL• Riduzione della Proteina C Reattiva (PCR)• Aumento della sensibilità all’insulina• Riduzione di alcuni marker di
coagulazione o trombosi• Ecc. ecc.
Alkerwi A et al, Atherosclerosis 2009
Alcohol intake and risk of Metabolic Syndrome.A meta-analysis.
Effect in women consuming 0-19.9 g/day.
- 25%OR: 0,75
IC 95%: 0,61-0,89
1,00
Rischio relativo di sviluppare diabete di tipo II in relazione al consumo di alcool(4.655 pazienti, età media 73 anni, follow-up medio: 6,3 anni)
Djoussè L et al, Obesity 2007
1 0,9
0,6 0,6
0,7
Never Ex <1 drink/wk 1 to 7 drinks/wk 7+ drinks/wk
0,50
1,00
Rischio relativo di sviluppare diabete di tipo II in funzione della bevanda alcolica preferita(4.655 pazienti, età media 73 anni, follow-up medio: 6,3 anni)
Djoussè L et al, Obesity 2007
1
0,6
0,7
0,6
0,5
Never drinkers Preferred wine Preferred beer Preferred liquor Preferred >2 types
0,50
Consumo di alcool e rischio di decadimento cognitivo o demenza: metanalisi di 18 studi prospettici.
(in 35.000 pazienti seguiti per 2-8 anni)
Anstey KJ et al, Am J Geriatr Psychiatry 2009
100
Non-drinkersLight to moderate drinkers
Alz. D. Vasc. D. Any D.Heavy drinkers
-28% -25% -26%
+10%p=n.s.p<0,05
Consumo di alcool e massa ossea (come BMD) in donne di età avanzata:
i dati dello studio di Framingham.
Tucker KL et al, Am J Clin Nutr 2008
Consumi di alcool e Rischio Relativo di Cancro in varie sedi anatomiche
Per consumi di 50 g/die (e quindi elevati, e pari a circa 4 drink/die):
•È triplo rispetto agli astemi per i tumori della cavità orale e del faringe •E’ doppio per quelli del laringe e dell’esofago•E’ aumentato del 40% per quelli del colon-retto •Non è ben stimabile (ma certamente elevato) per il cancro primitivo del fegato•Nel caso del cancro della mammella, l’aumento del rischio è pari al 50% per consumi di 50 g/die, ed al 13% per consumi di 18 g/die.
Alcool e cancro della mammella: frazione attribuibile
• Boffetta (2006) stima sia attribuibile all’alcool il 6,6% del totale dei tumori osservati negli uomini, ed il 3,7% nelle donne: pari annualmente, in Italia, a circa 6.000 decessi/anno per gli uomini e circa 2.500 per le donne.
• Per quanto riguarda il tumore della mammella, circa 450 casi degli 11.400 decessi annui per questa malattia registrati in Italia risulterebbero attribuibili all’alcool (circa 1 caso di tumore alla mammella ogni 25 osservati).
• Nel progetto EPIC, il rischio attribuibile in Europa, per i tumori totali, è stimato al 10% per l’uomo ed al 3% per le donne; in Italia il rischio attribuibile sarebbe tuttavia più basso, e pari all’8% per gli uomini ed al 2% per le donne.
• Per il cancro della mammella il rischio attribuibile, stimato sulla base dei risultati dello studio EPIC, è del 5%.
Consumo di alcool e mortalità per tutte le cause: una metanalisi di 34 studi
Di Castelnuovo A et al, Arch Int Med 2006
1.015.835 soggetti, 94.533 decessi
Alcool a dosi moderate e salute:problemi ed opportunità
• E’ corretto non dare un’informazione perché si teme possa essere male interpretata?
• E’ ipotizzabile quale sarà la risposta del pubblico ai messaggi dell’opzione “0”?
Consumo di alcool e rischio di specifiche patologie:sono prevedibili gli effetti di possibili variazioni
delle abitudini di consumo a livello di popolazione?
Consumi
Eve
nti
Consumo di alcool e rischio di specifiche patologie:sono prevedibili gli effetti di possibili variazioni
delle abitudini di consumo a livello di popolazione?
area di teorico svantaggio
area di teorico vantaggio
Eve
nti
Consumi