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Avvenire 11/14/2013 Page : B03

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DI ILARIA SOLAINI

einventarsi comelaboratorio perl’integrazione e la

coesione sociale. Questaè la sfida che si apre perMilano e la Lombardia,messa in luce, ieri, nelcorso della presentazionedel Dossier statistico2013 relativo

all’immigrazione, «Dallediscriminazioni ai diritti»,redatto dall’Ufficionazionaleantidiscriminazionirazziali (Unar).Nonostante la crisi, lapresenza di stranieri,residenti o con permessodi soggiorno temporaneoè salita in Italia nel 2012fino a 5.186.000 e inLombardia fino a1.029.000. Scendendo neldettaglio con i numeri: inprovincia di Milano glistranieri sono 360mila enel Comune quasi195mila. Rispetto al datodel 2001 del censimento –320mila i residentistranieri, allora in regione

– l’incremento in pocopiù di undici anni è statodel 221% e dell’8% nelsolo 2012. Un aumentomeno significativo che sipuò leggere comeconseguenza diretta deglialti livelli didisoccupazione che purein Lombardia si fannosentire. Seppur rimangala regione con la più altadensità demografica degliimmigrati con 44,6residenti stranieri perchilometro quadrato,rispetto al 15,2 che è ildato nazionale.

Dentro il dossier UnarVa aggiunto che «con intesta la provincia di

Brescia che precede Prato– ha osservato loscalabriniano padreGianromano Gnesotto,referente dell’Unar per laLombardia che ieri hapresentato la "versionelombarda" dell’indagineUnar, assieme a padreBeniamino Rossi,presidente dell’agenziascalabriniana per laCooperazione allosviluppo – ci sono altredue città lombarde,Bergamo e Milano, tra leprime quattro provinceitaliane con la massimaattrattività». Un risultatodovuto ai buoni tassi diimpiego lavorativo e ditenuta occupazionale che

mostrano come laLombardia riesca aoffrire, in media, agliimmigrati lavori regolarie di lunga durata.

L’inserimento difficileSe l’inserimentooccupazionale ècertamente un aspettoche attrae e poi trattienetra Milano e provinciatanti immigrati che nonsolo trovano spazio nelterziario comedipendenti, ma che quitrovano le condizionimigliori per avviareun’attività in proprio, piùfaticoso è per tantissimidi loro l’inserimentosociale in Lombardia e

ancor di più a Milano. Daidati dell’Unar si evinceche la scarsa accessibilitàal mercato immobiliare,strettamente correlato alproblema dei proibitivicosti della casa nelcapoluogo lombardo enelle grandi città, finiscaper abbassare l’indicerelativo all’inserimentosociale, sottolineandocosì la fatica di adattarsi agrandi metropoli, dove iritmi di vita sono freneticie competitivi, dove irapporti sociali sono piùanonimi e le relazionicon le struttureappesantite dallaburocrazia.

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POLITICAE SOCIETÀ

Paritarie, il dialogo non si taglia

Palazzo Marinotoglie 600milaeuro per le derratealimentariai bambini e liassegna al Fondoper la salutementale. Ricupati(Agesc): scorrettomettere incontrapposizionei due bisogniFerrentino (Age):pluralismoeducativo e libertàdi scelta sonoun bene per tutti

DI LORENZO ROSOLI

i siamo rimasti male. Avermesso in contrapposizionele necessità dei bambini

delle materne paritarie e i bisogni dellepersone aiutate col Fondo per la salutementale, è stata una grande scorrettezza»,scandisce Michele Ricupati, presidentedell’Agesc (Associazione genitori scuolecattoliche) di Milano, Monza e Brianza.«La pluralità scolastica e la libertà educa-tiva sono un bene per tutti. Vogliamo in-vestire o no sulle nuove generazioni?»,chiede Paolo Ferrentino, presidente re-gionale dell’Age (Associazione italiana ge-nitori).«La decisione del consiglio comunale –che martedì ha tagliato di 600mila euro icontributi per le derrate alimentari allematerne paritarie, destinando la differen-za al Fondo per la salute mentale – ci hadavvero stupiti. Ma il dialogo continua –incalza suor Anna Monia Alfieri, presi-dente di Fidae Lombardia, che riuniscediversi istituti scolastici della regione –.Abbiamo subito chiesto un incontro conl’assessore all’Educazione Francesco Cap-

C«pelli, che dovrebbe svolgersi la prossimasettimana, ma anche un’audizione ai con-siglieri comunali per aiutarli a compren-dere il cuore autentico della questione: latutela del pluralismo educativo e del di-ritto delle famiglie a educare. Una sceltadi civiltà».Il giorno dopo il voto del consiglio comu-nale che, accogliendo un emendamentodi Sel, ha ridotto da 2,2 a1,6 milioni il contributoper le derrate alimentarialle primarie paritarie perl’anno in corso (si vedabox a lato), il mondo del-l’associazionismo nonnasconde stupore e ama-rezza, ma anche la vo-lontà di proseguire il cam-mino del dialogo. «Abbia-mo rinunciato al contributo diretto di550mila euro alle materne paritarie. Maal contributo per le derrate alimentari, no:a quello, scuole e famiglie non possono ri-nunciare. Con l’assessore Cappelli – spie-ga Ricupati – abbiamo concordato sul fat-to che tutti i bambini hanno gli stessi di-ritti, che non ci dev’essere discriminazio-

formazione del nostro capitale sociale eumano. Il dialogo col Comune? Deve con-tinuare».Anche suor Alfieri colloca la questioneparticolare (le derrate alimentari) dentrolo scenario generale e le sue sfide: «Chi vain piazza contro le paritarie, va in piazzacontro un bene comune, contro il futurodi tutti. Senza le paritarie, il costo dell’i-struzione in Italia diventerebbe insoste-nibile per lo Stato. La sussidiarietà è un ri-sparmio. Il rischio è il collasso del welfa-re. Di questo vogliamo ragionare con i con-siglieri comunali. E di questo vogliamocontinuare a dialogare con Cappelli e ilsuo staff, ai quali confermiamo la nostrastima, e che sappiamo essere in sintoniacon la visione che considera un bene pertutti un sistema dell’istruzione che rico-nosce e realizza la pluralità e la libertà e-ducativa. È una scelta chiara, oggettiva,laica, quella che chiediamo alla politica.Gli esempi non mancano: a Bologna il Co-mune ha messo in campo una conven-zione che viene incontro alle scuole e al-le famiglie meglio di quanto accada a Mi-lano».

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ne tra chi va alla scuola comunale, stata-le o paritaria, che tutte le scuole fanno par-te dello stesso sistema pubblico integra-to. Finora abbiamo avuto un rapporto cor-retto e costruttivo – testimonia il presi-dente Agesc –: su questa strada vogliamoandare avanti nel dialogo col Comune.Perciò l’aver messo in "concorrenza"scuole materne e salute mentale è stata u-

na scorrettezza che credoabbia messo in difficoltàanche alcuni consigliericomunali».«Viviamo anni di crisi, dif-ficili per tutti – riflette Fer-rentino –. Ma quale futu-ro vogliamo offrire allenuove generazioni? Fino-ra stiamo lasciando loroun’eredità pesante. Che

sia tempo di tagli, è nell’aria. Ma i nostriamministratori siano lungimiranti: limi-tare il pluralismo educativo e la libertà del-le famiglie può apparire conveniente, nel-l’immediato, sul piano finanziario o deltornaconto politico, ma in prospettiva rap-presenta un danno economico, sociale eculturale per tutti. Compromettiamo la

Suor Alfieri(Fidae): vogliamoconfrontarcicon l’assessoreCappelli ma anchecon i consiglieri

pere 1971-1987, il titolo, per ri-percorrere una significativa e-sperienza artistica milanese del

secondo dopoguerra. In mostra una cin-quantina tra sculture e disegni, realiz-zati tra gli anni Settanta e la prima metàdegli Ottanta. Per molte opere vengonoutilizzati materiali (legni, cartoni ondu-lati, fasce, polistirolo) di cui l’artista ri-produce le superfici rugose e, spesso,certe forme ricurve o svettanti. Materialipoi ricoperti con la cera e quindi si fon-de il tutto in bronzo. Dalla eterogeneitàdei materiali si arriva pertanto a unastruttura uniforme: un sorta di proces-so sacrificale che annienta e ricostruisce.

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Alberto GhinzaniMilano, Galleria Marini,via Andrea Appiani 12,fino al 30 novembre, lun.-ven. 15.30-19.30, sab. 10.30-12.30/15.30-19.30

Nino LetoMilano, La Casa delle culturedel mondo, via Giulio Natta 11,fino al 24 novembremar.-ven. 10-18.30, sab. e dom.14-20

Rossano CortellazziMantova, Galleria Arianna Sartori, via Cappello 17 fino al 21 novembre, lun.-sab. 10-12.30/16-19.30

Yu Jin YoungMilano, Galleria Patricia Armocida via Lattanzio 77 fino al 6 dicembre mart.-sab.11.30-13/15.30-19

ntologia di un fotoreporter, il ti-tolo, per un giro del mondo che,purtroppo, ha in primo piano

le tante guerre combattute negli ultimitrent’anni. Una testimonianza, attra-verso le immagini, che dalla rivoluzio-ne e dalla presa del potere di Khomeiniin Iran passa al conflitto libanese, allaguerra in Salvador, agli scontri in Nica-ragua, alla presa di Kinshasa in Congo ealla tragedia del Ruanda. Senza dimen-ticare i Balcani e l’Iraq, dove ha fotogra-fato i bambini, gli uomini e le donnestremati dall’embargo e dalla guerra, fir-mando con le sue immagini copertinee servizi su importanti testate.

A

tre artistiMilano, Spazio Tadini,via Niccolò Jommelli 24,fino al 26 novembre,mart.-ven.15.30-19

icostruire il futuro, il titolo, per quadri a olio dalle pen-nellate potenti in cui luci e ombre sono il ritmo del ri-cordo. Infatti i luoghi di Cortellazzi sono quegli esterni

e quegli interni che una volta sono stati fervidi di vita e ora so-no abbandonati. Un recupero, quindi, in cui rimane l’oggetti-vità del degrado e la vista non può che confermarlo. Eppure ilsilenzio che si percepisce e che nella realtà è dato dall’assen-za dell’uomo è la nuova dimensione di questi luoghi, siano es-si arredi o palazzi di città.

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am OK, il titolo, per sei sculture del-la serie A Family in “Disguise”, sette la-vori della serie “Wounded” oltre a fo-

tografie e disegni. Le figure umane han-no espressioni enigmatiche e corpi tra-sparenti e le decorazioni vistose dei voltie di alcuni particolari della figura non so-no sufficienti a contrastare l’inespressi-vità e la trasparenza. A prevalere è un sen-timento di anonimato e di vuoto, come sequeste figure volessero affermare la loronon-esistenza. L’artista coreana è atten-ta alle varie parti del corpo umano mamai nella dimensione solo fisica, piutto-sto a quella psicologica, perché le feritesono innanzitutto ferite dell’anima.

I re mostre per tre percorsi diffe-renti. Tonia Ciavarella in Comefogli sulle parole dà una ricerca

non solo sulla parola, ma anche sullamateria e sulla stilizzazione del segnografico. In dies, titolo della mostra diPaolo Basevi, ha al centro il paesaggioche si compone con la stessa libertà chesi prende (e al quale viene poi tolta) unbambino che rappresenta il mondo. In-fine la selezione di opere di LeonardoNobili mostra la sua capacità di utiliz-zare scultura, pittura, fotografia, comevarianti della stessa energia espressivae dello stesso impegno alla realtà.

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RossanoCortellazzi:Ricostruireil futuro

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Lombardia più «attraente» che accoglienteimmigratiNonostante la crisi,il lavoro richiamai cittadini stranieriChe però faticano,soprattutto nellecittà, a trovare casae a intregrarsi

CONSIGLIO COMUNALE

Da 2,2 a 1,6 milioni«grazie» alla proposta Sel

eicentomila euro in meno. Tanto pesa la riduzionedei contributi del Comune di Milano alle materne

paritarie, dopo il voto di martedì in consiglio relativoalla fornitura di derrate alimentari per l’annoscolastico 2013-2014. Seicentomila euro – secondol’emendamento presentato da Patrizia Quartieri di Sele approvato dall’aula – destinati a compensare i taglisugli interventi per la salute mentale. Il consigliocomunale era chiamato a compensare i tagli, decisi neimesi scorsi da Palazzo Marino, in materia di «fornituradelle derrate alimentari a crudo» per l’anno in corso,ripristinando le somme necessarie per rispondere allenecessità quotidiane dei 7.300 bambini chefrequentano le 92 materne paritarie della città. Ecco,allora, l’emendamento bipartisan che prevedeva lostanziamento di 600mila euro per gli ultimi mesi del2013 e di 1,6 milioni per per i primi sei mesi del 2014.Un’iniziativa superata dall’emendamento presentatoda Quartieri e fatto proprio dal consiglio, che haridotto il contributo per il 2013 a 400mila euro equello per il 2014 a 1,2 milioni: in totale, dunque, si èpassati da 2,2 a 1,6 milioni. Resta, sullo sfondo, l’ipotesisposata dalla giunta di una convenzione che prevedaun sistema di contributi non più «a pioggia» maindirizzati alle famiglie meno abbienti, in base alreddito Isee. (L.Ros.)

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GIOVEDÌ14 NOVEMBRE 2013 3

Il Comune riduce i contributi, materne e famiglie rilanciano

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