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Aiutiamoli a fare da soli...Maria Montessori

Metodo Montessori - Wikipediait.wikipedia.org Maria Montessori - Wikipediait.wikipedia.org Scuola dell’Infanzia Don A. Piccinelli a Orzivecchi. Metodo Montessori, perché?giornalepaesemio.it Maria Montessori, la madre italiana del Metodo Googlelastampa.it

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Metodo Montessori - Wikipedia

it.wikipedia.org SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/35/MontessoriPhonograms.JPG/250px-MontessoriPhonograms.JPG-REPLACE_ME Il Metodo Montessori è un approccio educativo sviluppato da Maria Montessori. Questo metodo è praticato in circa 20.000 scuole in tutto il mondo, al servizio dei bambini dalla nascita fino a diciotto anni.[1]

Il metodo si basa sull'indipendenza e sul rispetto per il naturale sviluppo mentale del bambino. Tra gli elementi principali della teoria della pedagogista vi sono le classi di età mista, la scelta dello studente all'interno di una gamma di opzioni prestabilite di attività da svolgere e un modello costruttivista in cui gli studenti imparano il concetto di lavorare con gli oggetti, piuttosto che con istruzione diretta, con l'utilizzo di materiale didattico specializzato e sviluppato dalla Montessori e dai suoi collaboratori.[2][3]

Il metodo Montessori è un esempio di applicazione dell'Educazione secondo il metodo problem-posing. SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/7/70/Mont6.jpg/220px-Mont6.jpg-REPLACE_ME Maria Montessori cominciò a sviluppare la sua filosofia ed il suo metodo nel 1897, frequentando i corsi di pedagogia presso l'Università di Roma, informandosi così della teoria educativa dei precedenti 200 anni.[4] Nel 1907, aprì la sua prima classe, chiamata "La casa dei bambini", in un edificio popolare di Roma.[5] Fin dall'inizio, la Montessori basò il suo lavoro sulle sue osservazioni dei bambini e sulla sperimentazione con l'ambiente, con i materiali e con le lezioni a loro disposizione. La Montessori ha spesso indicato il suo lavoro come "pedagogia scientifica".

Il metodo Montessori si diffuse negli Stati Uniti d'America nel 1911 e diventò noto nel campo dell'istruzione e delle pubblicazioni divulgative. Tuttavia, il conflitto tra Montessori e il metodo educativo americano e soprattutto la pubblicazione nel 1914 di un opuscolo critico, The Montessori System Examined ("Il sistema Montessori esaminato"), scritto dal pedagogista statunitense William Heard Kilpatrick, limitò la diffusione delle sue idee.[6] Le idee della Montessori tornarono negli Stati Uniti nel 1960, diffondendosi da allora in migliaia di scuole americane.

La pedagogista continuò a sviluppare il suo lavoro durante la sua vita, creando un modello globale di sviluppo mentale dalla nascita fino ai 24 anni, con progressivi approcci educativi per bambini dai 0-3, 3-6 e 6-12. Il termine "Montessori" è di dominio pubblico, quindi chiunque può usare il termine con o senza riferimento al suo lavoro.Auto-costruzione, libertà e attività spontanea[modifica | modifica sorgente]

Il modello della Montessori ha due elementi fondamentali; in primo luogo, bambini e adulti si devono impegnare nella costruzione del proprio carattere attraverso l'interazione con i loro ambienti. In secondo luogo, i bambini, specialmente di età inferiore ai sei anni, subiscono un importante percorso di sviluppo mentale. Sulla base delle sue osservazioni, la Montessori credeva che concedere ai bambini la libertà di scegliere e di agire liberamente all'interno di un ambiente preparato secondo il suo modello avrebbe spontaneamente contribuito ad uno sviluppo ottimale.

Secondo la Montessori, vi sono delle caratteristiche universali e innate bio-antropoevolutive, che suo figlio e collaboratore Mario ha identificato come "tendenze umane" nel 1957. Nel metodo Montessori, queste tendenze umane sono viste come comportamento-guida in ogni fase di sviluppo e l'educazione dovrebbe facilitarne l'espressione. C'è dibattito circa l'elenco esatto di queste caratteristiche, ma le seguenti sono chiaramente identificabili:[7]

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Istinto di conservazioneOrientamento nell'ambienteOrdineEsplorazioneComunicazioneLavoro (descritto anche come "attività intenzionale")Manipolazione dell'ambienteEsattezzaRipetizioneAstrazioneAuto-perfezionamento"Mente matematica"

SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/4d/Perlenketten.jpg/200px-Perlenketten.jpg-REPLACE_ME Il metodo educativo Montessori illustra la libera attività all'interno di un "ambiente preparato", ovvero un ambiente educativo su misura per le caratteristiche umane di base e per le specifiche caratteristiche dei bambini in età diverse. La funzione dell'ambiente è quello di permettere al bambino di sviluppare l'autonomia in tutte le aree, in base alle proprie direttive evolutive interne. Oltre ad offrire l'accesso ai materiali adeguati all'età dei bambini, l'ambiente, volutamente strutturato, deve presentare le seguenti caratteristiche:[8]

Costruzione in proporzione al bambino e ai suoi bisogni realiBellezza e armoniaPulizia dell'ambienteOrdineUn accordo che facilita il movimento e l'attivitàLimitazione degli strumentiIl bambino è libero nella scelta del materiale. Tutto deve scaturire dall'interesse spontaneo del

bambino, sviluppando così un processo di autoeducazione e di autocontrollo. La Montessori realizza del materiale di sviluppo cognitivo specifico per l'educazione sensoriale e motoria del bambino e lo suddivide in:

materiale analitico, incentrato su un'unica qualità dell'oggetto, per esempio peso, forma e dimensioni. Educa i sensi isolatamente.

materiale autocorrettivo, educa il bambino all'autocorrezione dell'errore e al controllo dell'errore, senza l'intervento dell'educatore.

materiale attraente, oggetti di facile manipolazione e uso, creato per invogliare il bambino all'attività di gioco-lavoro con esso.

La Montessori ha distinto quattro distinti periodi o "livelli" nello sviluppo umano, che si estendono dalla nascita ai sei anni, dai 6 ai 12, dai 12 ai 18 e dai 18 ai 24. Vide diverse caratteristiche, modalità di apprendimento e diversi imperativi di sviluppo attivo in ognuno di questi piani, chiedendo approcci educativi specifici per ogni periodo.[9][10]

Il primo livello si estende dalla nascita a circa sei anni di età. Durante questo periodo, la Montessori constatò che il bambino presenta un veloce e significativo sviluppo fisico e psicologico. Il bambino, in questo primo intervallo, è visto come un esploratore sensoriale ed uno studente impegnato nel lavoro di sviluppo psicologico di auto-costruzione e di costruzione della propria indipendenza funzionale. La Montessori ha introdotto diversi concetti per spiegare questo lavoro, tra cui la mente assorbente, periodi sensibili, e la normalizzazione.

La Montessori descrisse il comportamento del bambino piccolo di assimilare gli stimoli sensoriali del suo ambiente, comprese dunque le informazioni dei sensi, la lingua, la cultura, descrivendo questo aspetto con il termine "mente assorbente"; la sua intelligenza opera inconsciamente

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assorbendo ogni dato ambientale. In questa fase si formano le strutture essenziali della personalità.Dai 3 ai 6 anni inizia l'educazione prescolastica e alla mente assorbente si associa la "mente

cosciente". Il bambino sembra ora avere la necessità di organizzare logicamente i contenuti mentali assorbiti.

La Montessori osservò anche periodi di particolare sensibilità agli stimoli, in special modo in quelli che chiamava "periodi sensibili". Nella teoria montessoriana, l'ambiente nelle aule deve rispondere a questi periodi, fornendo strumenti appropriati e mettendo a disposizione precise attività. La pedagogista ha individuato i seguenti periodi e la loro durata:[11]

Acquisizione del linguaggio (dalla nascita a circa sei anni)Ordine (da circa 1 ai 3 anni)Raffinatezza sensoriale (dalla nascita fino a circa quattro anni)Interesse per piccoli oggetti (da circa 18 mesi a tre anni)Comportamento sociale (da circa due anni e mezzo a quattro anni)Infine, la Montessori ha osservato nei bambini dai 3 ai 6 anni uno stato di dialettica bio-sociale

definito "normalizzazione", che nasce dalla concentrazione su attività che servono allo sviluppo del bambino, come "la disciplina spontanea, il lavoro continuo e felice, i sentimenti sociali di aiuto e la comprensione per gli altri."[12] SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/e7/Montessori-school007.jpg/220px-Montessori-school007.jpg-REPLACE_ME Il secondo livello di sviluppo si estende da circa sei ai dodici anni. Durante questo periodo, la Montessori ha osservato cambiamenti fisici, relazionali e neuro-pedagogici nei bambini, sviluppando per essi un ambiente scolastico, lezioni e strumenti precisi per rispondere a queste nuove caratteristiche. Fisicamente, ha osservato la perdita dei denti da latte e l'allungamento delle gambe e del torso ed un successivo periodo di crescita uniforme. A livello relazionale ha osservato la tendenza a lavorare in gruppo e a socializzare, mentre a livello neuro-pedagogico l'utilizzo della ragione e della fantasia. Da un punto di vista dello sviluppo, ha creduto che il lavoro del bambino, nel secondo livello, sia la formazione dell'indipendenza intellettuale, del senso morale e dell'organizzazione sociale.[13]

Il terzo livello di sviluppo si estende da circa dodici a circa diciotto anni di età, comprendendo dunque il periodo dell'adolescenza. La Montessori sostiene che il terzo livello è caratterizzato dai cambiamenti fisici della pubertà e dell'adolescenza, ma anche da importanti cambiamenti di atteggiamento; ha sottolineato la rapidità di cambiamento di idee ed umore e difficoltà di concentrazione di questa età, così come le tendenze creative e lo sviluppo di "un senso di giustizia e un senso di dignità personale". Ha usato il termine "valorizzazione" per descrivere l'impulso degli adolescenti ad "una valutazione esterna che derivi dal loro valore". Dal punto di vista evolutivo, Montessori ritiene che il lavoro del bambino, nel terzo livello, sia la costruzione del sé adulto nella società.[14]

Il quarto livello di sviluppo si estende da circa diciotto anni a circa 24 anni di età. La Montessori ha scritto relativamente poco di questo periodo e non hanno sviluppato un programma educativo per quest'intervallo di età. Ha immaginato giovani adulti preparati dalle loro esperienze attraverso il suo metodo, pronti ad abbracciare pienamente lo studio della cultura e delle scienze per influenzare e guidare la civiltà. Credeva che l'indipendenza economica, sotto forma di lavoro, fosse fondamentale in questa età e pensava che un limite arbitrario al numero di anni di studio di livello universitario fosse inutile perché lo studio della cultura potrebbe andare avanti per tutta la vita di una persona.[15]

Le idee della Montessori sono state accolte a livello internazionale e, in molti paesi, vennero istituite società montessoriane per promuovere il suo lavoro. Tuttavia, la Montessori mantenne uno stretto controllo sull'uso del suo nome e ha insistito che solo lei fosse in grado di dare una formazione autentica nei suoi metodi.[16] Nel 1929 ha fondato l'Association Montessori Internationale (AMI), "per

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mantenere l'integrità del suo lavoro della vita e per garantire che sarebbe perpetuata dopo la sua morte".[17] L'AMI continua a formare gli insegnanti utilizzando strumenti e teorie sviluppate da Maria Montessori e dal figlio Mario.

Alla Montessori sono state mosse accuse sul piano ideologico per quanto riguarda la contrapposizione troppo rigida tra il fanciullo buono e l'adulto sclerotizzato e corrotto. Sul piano didattico è stato criticato il carattere artificioso dei materiali e le modalità troppo rigide del loro impiego: tale approccio è stato spesso contrapposto alla duttilità del Metodo Agazzi, peculiare per l'eterogeneità e fantasiosità del materiale di gioco. Alla Montessori venivano mosse accuse anche dal punto di vista della socializzazione: i bambini imparavano in maniera singola non sviluppando rapporti con gli altri bambini. Nonostante le critiche il metodo montessoriano è tuttora diffuso ed utilizzato sia in Italia che all'estero. [18] it.wikipedia.org

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Maria Montessori - Wikipedia

it.wikipedia.org SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/0/0f/Mont3.jpg/220px-Mont3.jpg-REPLACE_ME SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/ee/Chiaravalle%2c_Abbazia_di_S._Maria_in_Castagnola%2c_1147-72.jpg/150px-Chiaravalle%2c_Abbazia_di_S._Maria_in_Castagnola%2c_1147-72.jpg-REPLACE_ME SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/d/d6/Casa_natale_di_Maria_Montessori_a_Chiaravalle_%28Ancona%29.JPG/150px-Casa_natale_di_Maria_Montessori_a_Chiaravalle_%28Ancona%29.JPG-REPLACE_ME Figlia di Alessandro Montessori, emiliano, e di Renilde Stoppani, marchigiana, Maria nacque in un'abitazione al civico 10 di Piazza Mazzini a Chiaravalle, a pochi chilometri da Ancona. I genitori erano persone istruite e sensibili alle nuove idee politiche che parlavano di unità italiana[2].

Il padre Alessandro era nato a Ferrara e dopo aver lavorato come impiegato di concetto nelle saline di Comacchio, negli anni settanta era stato trasferito a Chiaravalle per un lavoro di controllo. È in questo luogo che incontrò la donna con la quale poi si sarebbe sposato, Renilde Stoppani. Nei suoi scritti il padre ci dà preziose informazioni sulla crescita e sullo sviluppo di Maria. SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/eb/Maria_Montessori_%28um_1880%29.jpg/150px-Maria_Montessori_%28um_1880%29.jpg-REPLACE_ME La madre Renilde (1840-1912) era originaria di Monte San Vito, paese nelle vicinanze di Chiaravalle, e proveniva da una famiglia di piccoli proprietari terrieri; era una donna istruita e amava molto la lettura[3][4]. Come il padre anche lei era cattolica, con una spiccata simpatia per gli ideali risorgimentali. Tramite la madre, Maria era nipote di Antonio Stoppani, abate e naturalista, ancor oggi celebre per essere stato autore del fortunato volume Il Bel Paese. Lo Stoppani era una figura importante del cattolicesimo rosminiano[5] ed essendo abate e insieme scienziato mostrava con la sua stessa vita la possibilità della coesistenza armonica tra fede e ragione[6]. La giovane Maria Montessori ebbe nell'abate Stoppani un punto di riferimento[5] e nella madre un costante sostegno alle sue idee innovative e alle sue scelte di vita insolite per l'epoca, anche in contrasto con un certo conservatorismo del padre[7][8].

Nel febbraio del 1873 Alessandro venne trasferito a Firenze dove rimarrà con la famiglia per due anni. Pochi anni dopo la famiglia affrontò un altro trasferimento: a Roma, divenuta da poco capitale; Maria venne iscritta alla scuola preparatoria comunale di Rio Ponte. Fin da piccola Maria si era dimostrata vivace. Gli studi elementari non erano stati molto brillanti, a causa di problemi di salute tra cui una lunga rosolia. Studiò francese e pianoforte, che abbandonò presto. Verso gli undici anni cominciò ad appassionarsi agli studi. La sua passione giovanile era l'arte drammatica. Eccellente in italiano, presentava però lacune in grammatica e matematica. Nel febbraio del 1884 si era aperta a Roma una scuola governativa femminile: la "Regia scuola tecnica" (oggi Istituto Tecnico “Leonardo Da Vinci”, in via degli Annibaldi). La fondazione di questa scuola rientrava nel piano di politica scolastica dell'Italia post-unitaria. Maria fu tra le prime dieci alunne e si diplomò con 137/160. SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/37/Mont1.jpg/150px-Mont1.jpg-REPLACE_ME Fin dai primi anni di studio questa colta ragazza manifesta interesse per le materie scientifiche, soprattutto matematica e biologia, una circostanza che le causerà contrasti con i genitori, i quali avrebbero voluto avviarla alla carriera di insegnante. In un'intervista della stessa Montessori a New York apparsa sul Globe dichiara di aver dovuto chiedere l'aiuto a papa Leone XIII per il suo ingresso alla facoltà in quanto ostacolata dal ministro Baccelli. Si iscrive alla Facoltà di Medicina dell'Università "La Sapienza" di Roma, dove sarà la prima donna a laurearsi in medicina (nel 1896) dopo l'unità d'Italia. Maria si dedica con passione e metodo alla ricerca in laboratorio. Oltre ai corsi di batteriologia e microscopia segue il corso di ingegneria sperimentale. Studia anche pediatria

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all'Ospedale dei bambini, le malattie delle donne, nei reparti del San Giovanni (Roma), e quelle degli uomini al Santo Spirito (Roma) (due ospedali ancora attivi).

Maria è una studentessa molto capace, tanto che vincerà un premio di mille lire dalla Fondazione Rolli per un lavoro in patologia generale. Nel 1895 Maria vince un posto di "aggiunto in medicina" degli ospedali con il diritto di entrare nella Società Lancisiana riservata ai dottori e professori degli ospedali di Roma. Il suo curriculum risulta eccellente in igiene, psichiatria, e pediatria materie che saranno alla base delle sue future scelte. Negli anni che precedono la laurea i suoi impegni di studio si orienteranno sempre più verso ricerche di tipo sperimentale in laboratorio e di osservazione nelle sale del manicomio dell'ospedale di Santa Maria della Pietà di Monte Mario (Roma). Durante la preparazione della sua tesi frequenta le lezioni di Antropologia fisica (o biologica) tenute da Giuseppe Sergi. La tesi che discuterà il 10 luglio del 1896 è a carattere sperimentale quasi cento pagine scritte a mano che portano il titolo "Contributo clinico allo studio delle allucinazioni a contenuto antagonistico" (pp. 33–37).

Ottiene la nomina di assistente presso la clinica psichiatrica dell'Università di Roma, in collaborazione con Giuseppe Ferruccio Montesano (con cui ha un sodalizio professionale e affettivo), dedicandosi al recupero dei bambini e delle bambine con problemi psichici, da lei definiti anormali. Il lavoro in clinica la porta ad entrare materialmente in contatto con gli ambienti scientifici di Inghilterra e Francia. Nasce così il suo interesse per la letteratura scientifica francese del primo Ottocento a proposito dei casi di fanciulli selvaggi, allevati da animali, ritrovati in zone isolate nel corso del Settecento e per gli esperimenti rieducativi tentati da Jean Marc Itard (1765-1835). SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/55/Maria_Montessori1913.jpg/170px-Maria_Montessori1913.jpg-REPLACE_ME Attira inoltre la sua attenzione il lavoro svolto da Itard e il suo collaboratore, Edouard Seguin (1812-1880), riguardo alla possibilità di inserimento nella comunità dei bambini e delle bambine anormali, attraverso un percorso di educazione adeguato. Proprio la partecipazione a numerosi convegni pedagogici, in varie città europee, le permetterà di entrare in contatto con la scuola di Itard e Seguin e di apprendere i loro metodi sperimentali di rieducazione dei minorati mentali. Contribuisce con il suo impegno all'emancipazione femminile. Partecipa al Congresso Femminile di Berlino nel 1896 in veste di rappresentante dell'Italia. È rimasto famoso un suo intervento in tale sede sul diritto alla parità salariale tra donne e uomini. Partecipa anche al successivo Congresso Femminile di Londra (1899). Nel 1898 presenta a Torino, al congresso pedagogico, i risultati delle sue prime ricerche e dopo breve tempo, diventa direttrice della scuola magistrale ortofrenica di Roma. Con lo spostamento dei suoi interessi sul lato dell'educazione, decide di rinnovare le sue basi culturali laureandosi in filosofia.

Nel 1904 consegue la libera docenza in antropologia ed ha dunque l'opportunità di occuparsi dell'organizzazione educativa degli asili infantili. A tal fine, nel 1907, a San Lorenzo, apre la prima Casa dei Bambini, in cui applica una nuova concezione di scuola d'infanzia: Il metodo della pedagogia scientifica, volume scritto e pubblicato a Città di Castello (Perugia) durante il primo corso di specializzazione (1909). Il testo viene tradotto e accolto in tutto il mondo con grande entusiasmo. Al suo arrivo negli Stati Uniti, nel 1913, il New York Tribune la presentò come the most interesting woman of Europe (la donna più interessante d'Europa). Da quel momento, il suo metodo avrebbe riscosso un buon interesse nel Nord America, col tempo poi affievolitosi, fino al ritorno in auge sostenuto da Nancy McCormick Rambusch, fondatrice, nel 1960, della Società Montessori Americana.

Dal successo dell'esperimento romano nasce il movimento montessoriano, dal quale nel 1924 avrà origine la scuola magistrale Montessori e l'"opera Nazionale Montessori", eretta, quest'ultima, in Ente morale e volta alla conoscenza, alla diffusione, all'attuazione e alla tutela del suo metodo. Maria Montessori ne diviene Presidente onoraria. SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/7/70/Mont6.jpg/200px-Mont6.jpg-REPLACE_ME Interrogarsi sulla posizione politica di Maria Montessori nel corso della sua vita

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significa trovarsi di fronte ad una matassa non facile da dipanare. La sua collocazione, del resto, non è affatto scontata: alcuni critici a sinistra l'hanno giudicata di destra per le tante scuole private aperte a suo nome e per le sue amicizie altolocate. D'altra parte, in casa idealista non piaceva l'importanza da lei data alla ricerca scientifica, né a destra si apprezzavano le concrete indicazioni per garantire criteri di uguaglianza e non classi basate su giudizi elitari e competizione continua. In principio Maria accetta l'appoggio di Mussolini interessato a risolvere il problema dell'analfabetismo con le Case dei Bambini, ma probabilmente anche a trarre vantaggi personali dal prestigio internazionale della Montessori. Maria forse spera che l'approvazione del Duce favorisca la diffusione del movimento montessoriano in Italia. In effetti, nei primi anni del regime nessuno le impedisce di aprire nuove scuole in tutta la penisola o di tenere i suoi corsi all'estero quando viene invitata.

Nel 1924, però, il delitto Matteotti, di cui Mussolini si assume per intero la responsabilità politica, mostra il vero volto della dittatura. Nello stesso anno si svolge a Milano un corso con le lodi del Regime e la Società degli amici del metodo viene trasformata in Ente morale, prendendo il nome di Opera Nazionale Montessori, con sedi a Napoli ed a Roma, con presidente onorario lo stesso Benito Mussolini (pp 121–122). Nei primi anni venti Mussolini favorisce i progetti per il risanamento dello zone malariche. Tuttavia le piccole scuole, non direttamente volute da lui gli danno lustro e fastidio allo stesso tempo, forse perché non esercita sul progetto un controllo totale (se ne occupa anche Maria Josè di Savoia che per il fascismo non ha molta simpatia). È questo il periodo in cui domina sul piano culturale l'idealismo di Croce e di Gentile: diversi su alcuni aspetti ma entrambi sostenitori di un attacco frontale nei confronti di una educazione scientifica e dunque dell'impostazione positiva che caratterizza anche il metodo montessoriano. Intanto nel 1923 inizia la bonifica dell'Agro Pontino. SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/e/ec/Maria_Montessori_-_targa_sulla_casa_natale_a_Chiaravalle_%28AN%29.JPG/180px-Maria_Montessori_-_targa_sulla_casa_natale_a_Chiaravalle_%28AN%29.JPG-REPLACE_ME SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/ee/Maria_Montessori_Grave.JPG/180px-Maria_Montessori_Grave.JPG-REPLACE_ME Nello stesso anno il direttore generale per il settore educativo, Giuseppe Lombardo Radice, che negli anni precedenti si era mostrato a favore del metodo Montessori, muove a Maria una serie di pesanti critiche: l'accusa di aver rubato idee a Rosa e Carolina Agazzi, sostenendo che solo le due sorelle bresciane, avevano elaborato un metodo veramente "italiano". Sulla scia di Lombardo Radice arrivano altre critiche. Montessori viene definita "abile ammaliatrice", "camuffatrice" "affarista". Ancora una volta Maria lascia cadere le critiche, come se non la riguardassero, ma da allora i rapporti con il Fascismo, cominciano a deteriorarsi.

Proprio lasciando cadere nel nulla le critiche che le venivano rivolte la Montessori poté organizzare nel 1926 il primo corso di formazione nazionale che preparava gli insegnanti a seguire il suo metodo. Tra l'altro, nonostante le accuse di poca italianità, Mussolini in persona sosteneva la Montessori, ritenendo che la fama internazionale che ella aveva raggiunto fosse un vanto per l'Italia; il capo del Fascismo ricoprì addirittura la carica di presidente onorario del corso e donò dal proprio fondo personale un sussidio di lire 10.000 a favore dell'Opera. Il corso si tenne a Milano e vi parteciparono ben 180 maestri. Essi provenivano soprattutto dalle zone più vicine alla sede del corso (Lombardia e Veneto) e dalle Marche, terra natale della Montessori; altri partecipanti provenivano da Roma. Il corso durò sei mesi ed aveva il patrocinio del governo fascista[9].

Terminati i corsi internazionali svolti a Roma nel 1930 e nel 1931 e le conferenze all'estero,soprattutto quella di Ginevra sulla pace che ha risonanza internazionale, l'equivoco di fondo tra i due opposti inconciliabili si chiarisce; nel 1934 arriva l'ordine di chiusura di tutte le scuole Montessori, sia per adulti che per bambini, fatta eccezione per due o tre classi che vivranno nella semiclandestinità. Nello stesso anno anche Hitler ordina la chiusura delle scuole Montessori in Germania e Austria. Nel 1936 il Regime chiude per ordine del ministro De Vecchi anche la Regia

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scuola triennale del Metodo Montessori, che a Roma preparava le maestre, fin dal 1928. Nel 1933 esce "La pace e l'educazione", ma Maria Montessori è ormai emarginata dalla cultura fascista (pp 124–126).

Nel 1933 Maria e il figlio Mario Montessori decidono di dimettersi dall'Opera Nazionale, che in pratica verrà definitivamente chiusa dal fascismo nel 1936, insieme alla "Scuola di metodo" operante a Roma dal 1928. A causa degli ormai insanabili contrasti con il regime fascista era stata costretta ad abbandonare l'Italia, nel 1934. Continuano così i suoi viaggi in vari paesi per diffondere la propria teoria educativa. Si reca in India, durante la seconda guerra mondiale, dove continua a diffondere la sua opera pedagogica, per tornare poi in Europa nel 1946. Ovunque viene accolta con onori.

Al suo rientro in Italia, nel 1947, si preoccupa innanzitutto di ricostruire l'Opera Nazionale alla quale vengono affidati praticamente gli stessi compiti previsti dallo statuto del 1924, la cui attuazione e il cui sviluppo venne favorito anche attraverso la presenza di "Vita dell'infanzia" di cui ispirò e determinò la nascita. Grazie all'impulso datole da Maria Jervolino e Salvatore Valitutti, l'Opera Montessori poté riprendere e sviluppare le proprie finalità valorizzando i principi pedagogici della fondatrice e diffondendo la conoscenza e l'attuazione del Metodo. A causa di una grave crisi finanziaria ed organizzativa ne fu commissariata la gestione fino al 1986, quando, completamente risanata, riacquistò la propria fisionomia statutaria che ancor oggi la caratterizza. SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/3/32/MotessoriMaterials.jpg/200px-MotessoriMaterials.jpg-REPLACE_ME SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/4/48/Materiale_Montessori_-_Il_cubo_del_trinomio.JPG/200px-Materiale_Montessori_-_Il_cubo_del_trinomio.JPG-REPLACE_ME Maria Montessori muore il 6 maggio 1952 nella città di Noordwijk in Olanda dove si era trasferita. Sulla sua tomba si legge, in italiano: Io prego i cari bambini, che possono tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo. Esiste una bibliografia montessoriana molto vasta e articolata, ciononostante risultano non ancora tradotte in Italia alcune classiche opere biografiche sulla studiosa.[10]

Il metodo montessoriano parte dallo studio dei bambini e delle bambine con problemi psichici, espandendosi allo studio dell'educazione per tutti i bambini. La Montessori stessa sosteneva che il metodo applicato su persone subnormali aveva effetti stimolanti anche se applicato all'educazione di bambini normali. Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l'amore), che l'adulto ha ormai compresso dentro di sé rendendole inattive.

Il principio fondamentale deve essere la libertà dell'allievo, poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina.

Per Maria Montessori la disciplina deriva dal lavoro libero, questa nasce solo quando nel bambino emerge l'interesse autentico, ossia quando egli sceglie il lavoro assecondando il proprio istinto, capace di procurare uno stato di raccoglimento assoluto. Compito dell'insegnante sarà lavorare al mantenimento di questo stato tramite l'educazione al movimento. Secondo Maria Montessori è proprio il movimento a giocare un ruolo centrale, poiché la personalità si forma con il crescere all'unisono di facoltà psichiche e facoltà motorie. È quando il bambino impara a muoversi seguendo uno scopo che sia connesso con l'attività psichica che saprà dirigere la propria volontà; solo allora sarà disciplinato. Per questo motivo il lavoro nelle Case dei Bambini è basato sul movimento; entrando in un ambiente costruito a sua misura, con materiali ideati per l'utilizzo autonomo dalla stessa Montessori, il bambino può scegliere la propria attività, seguendo l'istinto, svegliando l'interesse e la concentrazione. Un bambino concentrato non è ancora un bambino disciplinato perché un bambino disciplinato è capace di orientare la propria volontà al raggiungimento di un fine. La volontà si rinforza e si sviluppa con esercizi metodici. L'insegnante aiuterà il bambino in questo processo con attività previste dal metodo chiamate lezioni di silenzio nelle quali egli sperimenterà l'immobilità perfetta, l'attenzione nel percepire il suono del proprio nome pronunciato da lontano, movimenti leggeri

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coordinati allo scopo di non urtare oggetti. Solamente quando il bambino sarà in grado di orientare la propria volontà ad un fine, saprà obbedire ed essere quindi disciplinato. L'adulto, dice la Montessori, quando richiede la disciplina e l'obbedienza al bambino trascura quasi sempre la volontà di questo, gli propone un modello da imitare: «fai come faccio io!»; oppure un comando diretto: «stai fermo!», «stai zitto!». Bisogna domandarsi: «come può il bambino scegliere di obbedire se ancora non ha sviluppato la volontà?». La risposta è contenuta in questo nodo teorico districato dalla Montessori: dalla libertà alla disciplina.[11]

Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita. Il periodo infantile è un periodo di enorme creatività, è una fase della vita in cui la mente del bambino assorbe le caratteristiche dell'ambiente circostante facendole proprie, crescendo per mezzo di esse, in modo naturale e spontaneo, senza dover compiere alcuno sforzo cognitivo. Con la Montessori molte regole dell'educazione consolidate nei primi anni del secolo cambiarono. I bambini subnormali venivano trattati con rispetto, venivano organizzate per loro delle attività didattiche. I bambini dovevano imparare a prendersi cura di sé stessi e venivano incoraggiati a prendere decisioni autonome.

Montessori sviluppò tutto il suo pensiero pedagogico partendo da una costruttiva critica della psicologia scientifica, corrente di pensiero affermatasi nei primi anni del secolo. L'equivoco di base della psicologia scientifica era da ricercare nella sua illusione di fondo, secondo la quale erano sufficienti una osservazione pura e semplice e una misurazione scientifica per creare una scuola nuova, rinnovata ed efficiente. Il pensiero pedagogico montessoriano riparte dalla pedagogia scientifica. Infatti l'introduzione della scienza nel campo dell'educazione è il primo passo fondamentale per poter costruire un'osservazione obiettiva dell'oggetto. L'oggetto dell'osservazione non è il bambino in sé, ma la scoperta del bambino nella sua spontaneità ed autenticità. Infine, della scuola tradizionale infantile Maria Montessori critica il fatto che, in essa, tutto l'ambiente sia pensato a misura di adulto. In un ambiente così concepito, il bambino non si trova a suo agio e quindi nelle condizioni per poter agire spontaneamente.

Maria Montessori definisce il bambino come un embrione spirituale nel quale lo sviluppo psichico si associa allo sviluppo biologico. Nello sviluppo psichico sono presenti dei periodi sensitivi, definiti nebule, cioè periodi specifici in cui si sviluppano particolari capacità. SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/e/e7/Montessori-school007.jpg/200px-Montessori-school007.jpg-REPLACE_ME Nel 1907 fonda a Roma la prima casa dei bambini, destinata non più ai bambini portatori di handicap ma ai figli degli abitanti del quartiere San Lorenzo. Si tratta di una casa speciale, non costruita per i bambini ma è una casa dei bambini. È ordinata in maniera tale che i bambini la sentano veramente come loro.[12]

L'intero arredamento della casa è progettato e proporzionato alle possibilità del bambino. In questo ambiente il bambino interagisce attivamente con il materiale proposto, mostrandosi concentrato, creativo e volenteroso. Il bambino trova un ambiente per potersi esprimere in maniera originale e allo stesso tempo apprende gli aspetti fondamentali della vita comunitaria. Essenziale è la partecipazione dei genitori per la cura della salute e dell'igiene come prerequisito per la scuola. Il compito dell'insegnante è l'organizzazione dell'ambiente. Deve attendere che i bambini si concentrino su un determinato materiale, per poi dedicarsi all'osservazione dei comportamenti individuali. L'insegnante aiuta il bambino, lo sviluppo del quale deve compiersi secondo i ritmi naturali e in base alla personalità che il bambino dimostra.

In "Analfabetismo mondiale" Maria Montessori sostiene l'assoluta importanza di far fronte al fenomeno dell'analfabetismo: il parlare senza saper leggere e scrivere equivale infatti a essere tagliati completamente fuori da qualsiasi ordinaria relazione tra gli uomini ritrovandosi a vivere in una condizione di menomazione linguistica che preclude i rapporti sociali e che in questo modo rende l'analfabeta un “extra-sociale”.

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SPECIAL_IMAGE-//upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/4d/Perlenketten.jpg/200px-Perlenketten.jpg-REPLACE_ME “La persona che parla, disperdendo per l'atmosfera dei suoni articolati non è sufficiente. Bisogna che la parola diventi permanente, si solidifichi sugli oggetti, si riproduca con le macchine, viaggi attraverso i mezzi di comunicazione, raccolga i pensieri di persone lontane, e possa quindi eternarsi in modo da fissare le idee nel susseguirsi delle generazioni. [...] Per questo è che, mancando del linguaggio scritto, un uomo rimane fuori della società.”[13]

Alla parola va quindi unita una ulteriore abilità che completa il linguaggio naturale aggiungendovi un'altra forma di espressione, ovvero la scrittura. La Montessori afferma che la potenza dell'alfabeto, la conquista più importante per tutta l'umanità, non è semplicemente quella di far capire le parole scritte nel loro senso, ma è quella di dare nuovi caratteri al linguaggio raddoppiandolo. La padronanza dell'alfabeto arricchisce l'uomo, estende i suoi poteri naturali di esprimersi, li rende permanenti, li trasmette nel tempo e nello spazio, gli permette di rivolgersi all'umanità e alle nuove generazioni. Partendo dall'esperienza con i bambini la Montessori indica i principi pratici per costruire un metodo, adattato e adatto alle diverse condizioni, per insegnare a leggere e a scrivere anche agli adulti.

La prima e fondamentale fase del metodo Montessori, sia con gli adulti che con i bambini, è quello di riconoscere e scoprire i suoni del proprio linguaggio e di abbinarli al segno alfabetico corrispondente. In questo modo il mezzo visivo è anche uno stimolo che aiuta ad analizzare i suoni delle parole. La scrittura non fa che ripetere pochissimi segni grafici in diverse combinazioni e proprio questa consapevolezza, data dalla scoperta e dalla prova delle infinite possibilità comunicative realizzabili con le poche lettere dell'alfabeto, desterà un interesse che sarà la molla fondamentale all'apprendimento della scrittura. Esercizi, strumenti e tecniche, progettati e ragionati per tappe sequenziali di apprendimento, sono quindi proposti all'interno di una relazione educativa che privilegia l'esperienza e l'autonomia dello studente.

“...il linguaggio è lì in ogni uomo. Gli analfabeti lo posseggono, lo portano con sé. Dunque risvegliarlo, farne rendere consci i possessori, indicare che è all'interno della loro mente che bisogna ricorrere per utilizzarlo. Questo è un tentativo di rinnovare dalla inerzia l'intelligenza stagnante: e ciò è necessario perché bisogna proseguire ancora: e andare alla conquista effettiva del mondo stampato, dove si possono raccogliere i pensieri e gli avvertimenti degli altri uomini.”[14]

Contrariamente a quanto molti italiani credono, le scuole Montessori non sono solo materne. Questa idea nasce dal fatto che effettivamente in Italia le scuole Montessori sono soprattutto scuole dell'infanzia (le case dei bambini) e, in misura minore, elementari[15]. In Italia, inoltre, si pensa comunemente che le scuole Montessori siano diffuse soprattutto in Italia[15].

La realtà è diversa: nel mondo ci sono 22.000 scuole Montessori di ogni grado (nidi, materne, elementari, medie e superiori)[16][1] e la diffusione delle scuole Montessori in molti paesi è assai superiore a quella italiana, in rapporto al numero di abitanti. Quanto detto risulta chiaro dai dati riportati nell'elenco seguente, per quanto esso non sia assolutamente completo:

Oltre che nei paesi già menzionati, ci sono scuole Montessori anche in (l'elenco non è completo): Australia, Messico, Ecuador, Brasile, Cile, Argentina, Sudafrica, Tanzania, Isole Figi, Brunei, Cina, Egitto, Malesia, Nigeria, Pakistan, Filippine, Vietnam[29][30].

Centro ideale di questa vera e propria diffusione mondiale è la città in cui nacque Maria Montessori, Chiaravalle. Qui è ancora visibile la casa natale, nella quale sono stati allestiti un museo ed una biblioteca montessoriani[31]. Nella casa ha sede anche un centro studi che periodicamente organizza convegni dedicati all'opera e al pensiero dell'illustre educatrice, ai quali partecipano studiosi provenienti dai vari paesi in cui l'istruzione montessoriana è diffusa.

Nel grafico sottostante viene visualizzato il rapporto tra il numero di scuole montessoriane e la popolazione di alcuni stati; più la linea è breve, più scuole montessoriane sono a disposizione in un dato paese. La linea colorata relativa ad ogni paese indica infatti, a seconda della sua maggiore o

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minore lunghezza, il numero di abitanti (posto nella riga più bassa) che ogni scuola montessoriana dovrebbe servire. Risulta evidente la situazione ottimale dell'Irlanda, quella favorevole degli altri paesi e lo svantaggio in cui si trova l'Italia, pur essendo il paese natale di Maria Montessori. Come si leggerà nel paragrafo successivo, negli ultimi anni in Italia molti segnali dicono che le cose stanno cambiando.

A cavallo tra la fine del XX secolo e l'inizio del XXI, anche in Italia si è assistito ad una sorprendente riscoperta del pensiero montessoriano[32], segnata dalla riedizione delle tre opere fondamentali dell'educatrice marchigiana: La scoperta del bambino, Il segreto dell’infanzia, La mente del bambino, ma anche di Educazione per un mondo nuovo, L'autoeducazione e Come educare il potenziale umano[33]; inoltre è stata ripubblicata l'antologia degli scritti montessoriani Educazione alla libertà[34] e sono usciti acuti saggi dedicati al suo pensiero[35][36]. Nel 2007 è andato in onda lo sceneggiato televisivoMaria Montessori - Una vita per i bambini, che, nel bene e nel male, ha il merito di aver richiamato l'interesse del vasto pubblico sulla figura della grande educatrice. Inoltre, nel 2012, in occasione dell'anniversario di Maria Montessori, il terzo canale della radio nazionale italiana ha mandato in onda, a puntate, la lettura integrale de La scoperta del bambino[37]. Questa riscoperta, ancora in atto, è accompagnata dall'apertura di numerose nuove scuole Montessori, e non solo materne o elementari. it.wikipedia.org

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Scuola dell’Infanzia Don A. Piccinelli a Orzivecchi. Metodo Montessori, perché?

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Da settembre 2013 nella Scuola dell’Infanzia “Don A. Piccinelli” di Orzivecchi (BS) è partita una sperimentazione a metodo Montessori. È naturale chiedersi come mai si voglia fare l’esperienza di un metodo pedagogico storicamente vecchio di oltre un secolo. Il motivo va ricercato nella necessità di mettersi dalla parte dei bambini, di interrogarsi su quali siano i loro reali bisogni e darvi risposte concrete. Nell’era della fretta, del “tutto subito”, del “mio gioco è più bello del tuo”, delle sfide performanti, del massimo dei voti a tutti i costi, del bullismo già in età prescolare, si sta scoprendo quanto sia importante rispettare i tempi di crescita dei bambini, le loro esigenze, la necessità che hanno di sentirsi accolti e protetti in un clima di calma, libertà e amore. Tutto questo era stato denunciato da Maria Montessori già all’inizio del Novecento ma a tutt’oggi rimane spesso un’istanza inascoltata. La scuola tradizionale, nella maggior parte dei casi, è strutturata come se i bambini fossero tutti uguali, avessero la stessa sensibilità e gli stessi ritmi di apprendimento ma questa è un’idea che poco o nulla ha a che fare con la realtà, è il frutto di una mentalità conservatrice che ha paura di tutto ciò che è “diverso”, fuori dagli schemi. Ma cambiare le regole del sistema educativo e di insegnamento non è un’utopia; esistono dei metodi alternativi che funzionano e sono praticati con successo in varie parti del mondo da decenni, primo fra tutti il Metodo Montessori. Ci sono oltre 20.000 scuole nel mondo che seguono il Metodo Montessori, è singolare pensare che compriamo prodotti stranieri di ultima generazione studiati e messi a punto da menti formate con il metodo di una dottoressa italiana, un metodo che invece in Italia continuiamo a snobbare. Eppure è proprio quello che succede. Vedi l’esempio che viene dalla Silicon Valley: in un articolo di Wired Stefano Pistolini scrive: “È certificabile che un gran numero di nuovi imprenditori escono dall’esperienza degli studi sul metodo Montessori, grazie al quale hanno imparato a isolare e a dar seguito al filo della propria curiosità, fino a farne un’efficiente creatività. Per parafrasare il famoso slogan Apple, questa è gente che non solo ha imparato presto a pensare in modo diverso, ma ha anche capito come agire in modo differente”. Ma in che cosa consiste esattamente questo metodo? Chi vuole scoprirlo è invitato a partecipare alla conferenza che si terrà ad Orzivecchi a metà gennaio 2014 con la Dr.ssa Patrizia Enzi, psicopedagogista e formatrice dell’Opera Nazionale Montessori nonché socia fondatrice dell’Associazione Montessori Brescia che ho l’onore di presiedere.     Vi aspettiamo numerosi.Rosa Giudetti

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Maria Montessori, la madre italiana del Metodo Google

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Un inizio comune unisce spesso le storie dei grandi personaggi che hanno cambiato l’America: una nave che arriva dall’Europa ed entra nella baia di New York, salutata dalla Statua della Libertà. Per gli immigrati poveri il viaggio aveva una sosta obbligata a Ellis Island. Per un’elegante signora italiana che un secolo fa arrivò sul panfilo “Cincinnati”, invece, lo sbarco fu con tutti gli onori, con tanto di giornalisti e fotografi in attesa su un molo di Manhattan.  

 Nel 1913 Maria Montessori fu accolta come una regina, ponendo le basi per la futura diffusione

del suo metodo pedagogico in tutti gli States. In nessun altro Paese le scuole Montessori hanno avuto una diffusione capillare e un successo come negli Usa. Cento anni dopo quel primo sbarco, intere generazione di «bambini Montessori» si sono fatti strada nella società americana, infiltrandola con le idee della professoressa di Chiaravalle (Ancona). Tra questi spicca una nutrita schiera di protagonisti del web come Jeff Bezos, fondatore di Amazon, Jimmy Wales, il creatore di Wikipedia, e soprattutto Larry Page e Sergey Brin, che a Mountain View in California guidano l’incarnazione digitale del metodo Montessori: Google.  

Il cammino che conduce dalla New York di inizio secolo scorso alla Silicon Valley odierna, è stato travagliato per gli insegnamenti della studiosa italiana. Quando la Montessori arrivò in America la precedeva la fama europea, che aveva già portato nel giro di un paio di anni alla nascita negli Usa di un centinaio di scuole ispirate al suo metodo. In anni in cui l’insegnamento era dominato dalle regole del rigido autoritarismo dalla cattedra, molti americani si lasciarono conquistare dalla proposta pedagogica di lasciare spazio alla creatività innata dei bambini, favorendo attraverso il gioco il carattere e i diversi tempi di apprendimento di ciascuno. Alexander Graham Bell, l’inventore del telefono, fu tra i primi a sostenere la bontà dell’approccio montessoriano: una “sponsorizzazione” che sembra confermare, un secolo prima di Amazon e Google, come si tratti di un metodo capace di colpire soprattutto l’immaginazione di creativi e innovatori.  

 Al suo arrivo a Manhattan, Maria Montessori trovò ad accoglierla intere pagine del “New York

Times” in cui si dibatteva su di lei, con editorialisti e lettori divisi tra lodi sperticate e critiche durissime. Il “New York Tribune” la definì “la donna più interessante d’Europa”, mentre il “Brooklyn Daily Eagle” la presentò ai lettori come “una donna che ha rivoluzionato il sistema educativo del mondo”. La Montessori girò in lungo e in largo gli Usa per i due anni successivi, con ripetuti viaggi dall’Italia, tenendo conferenze e corsi di addestramento per chi voleva seguire il suo metodo. 

 Eppure dopo breve tempo l’entusiasmo si smorzò e i critici della studiosa italiana, tra cui molti

seguaci dell’influente John Dewey, ebbero successo nell’attaccare alla radice le sue proposte. Quando Maria Montessori morì nel 1952, era praticamente dimenticata negli Usa. Poi, un decennio dopo, si cominciò a parlare di nuovo di riforme scolastiche e l’America si lanciò nella riscoperta del metodo Montessori, con una crescita esplosiva del numero di scuole a lei dedicate. Oggi più di 5 mila scuole Montessori, delle oltre 20 mila sparsenel mondo, si trovano negli Stati Uniti. Quasi sempre si tratta di scuole private, anche abbastanza costose, che conquistano i genitori americani per l’originalità del loro approccio: classi con età miste, enfasi sulla sperimentazione e sul gioco, poca ossessione per i voti e i

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test, incoraggiamento a “sfidare” gli insegnanti e a mettere in discussione ciò che propongono.   Ed è questo il terreno fertile che ha dato vita a Google. Larry Page si è formato alla “Montessori

Radmoor” di Okemos (Michigan), Sergey Brin alla “Paint Branch Montessori” di Adelphi (Maryland). Quando si sono incontrati la prima volta a Stanford, si sono riconosciuti subito. Marissa Mayer, una delle prime dipendenti di Google oggi Ceo di Yahoo!, racconta ancora con un misto di orrore e ammirazione i vari eventi pubblici in cui Larry e Sergey sembravano fare a gara per sfidare il protocollo. Inclusa la volta in cui a Londra scandalizzarono il principe Filippo a cena al St.James Palace, bevendo gli sciroppi alla frutta che servivano come guarnizione per il soufflé. Alla Meyer che cercava di spiegare il loro uso corretto, i due fondatori di Google risposero come hanno fatto più volte in circostanze analoghe: “E chi lo dice? Siamo i bambini della Montessori, siamo stati addestrati ed educati a mettere in discussione l’autorità”. 

 Page e Brin hanno raccontato al loro miglior biografo, Steven Levy (”Rivoluzione Google”,

Hoepli), come il metodo Montessori abbia segnato le loro scelte nel creare un’azienda diversa da ogni altra. E anche nell’arredarla. Il “Googleplex” di Mountain View è in definitiva un gigantesco asilo Montessori per adulti, con palle colorate da pilates sparse dovunque, frigoriferi pieni per soddisfare ogni esigenza gastronomica e tempo libero retribuito ai dipendenti per “inventare qualcosa”. “Il metodo Montessori - ha raccontato Brin a Levy - insegna davvero a fare le cose da soli e a pianificare ogni cosa con il proprio ritmo”. 

 “La scuola per me è stata un ambiente divertente e giocoso, proprio come questo”, ha aggiunto

Brin, indicando a Levy l’ufficio con tappeto in erba sintetica, attrezzi sportivi, tavoli da gioco e tute da astronauta dal quale i due più celebri “bambini Montessori” del mondo guidano una società da 100 miliardi di dollari che ha cambiato non solo l’America, ma le vite di tutti noi. Nel segno di Maria Montessori.   lastampa.it

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