a raffaele maria, al più bel viaggio di scoperta. · colorista e la sua preferenza per il costo -...
TRANSCRIPT
Testi/Texts
David Gallowayart critic for the International Herald Tribune
ARTnews, Art in America contributing editor
former Chief Curator of the Tehran Museum
of Contemporary Art
Maurizio Zottarelliscrittore e giornalista / writer and journalist
Donatella CannovaDirector of the Italian Cultural Institute in Sydney
Graphic design
Camillo Ruben
Stampe giclée / giclée prints
BCS
Traduzioni / Translations
Ginevra AddisIIC Sydney
Uficio stampa / Press Ofice
CLP Relazioni PubblicheMilano
Foto / Photos
Bob KriegerDe Carvalho
Spedizioni
DHL
© Piero Addis
Technical sponsor
DHL Global Forwarding, come società internazionale che si occupa di
spedizioni a 360 gradi in tutto il mondo, è stata scelta per l’invio delle tele
in tecnica mista per la mostra dell’artista Piero Addis da Milano all’Istituto
Italiano di Cultura in Sidney, grazie all’expertise particolare che richiede il
trasporto di opere d’arte. Manufatti per cui non è suficiente la tutela riser-
vata ai semplici oggetti comuni, ma è necessario un surplus di attenzione e
sensibilità per il loro valore aggiunto, umanistico ed economico.
Per questo DHL utilizza imballaggi idonei, mezzi di trasporto consoni che
evitino scosse e urti e ogni altra forma di tutela richiesta dalla speciicità
dell’opera. La mostra Blue Codes ha richiesto un viaggio intercontinentale
per le dieci tele di dimensioni cm 50x70 e montate su telai con profondità
laterale di mm 38, effettuata con un servizio aereo utilizzando apposita pro-
tezione per salvaguardare le opere d’arte, ossia cartoni con rinforzi interni
anti-shock.
DHL Global Forwarding, as an international company involved 360 degrees
in expeditions around the world, has been chosen to send the mixed media
on canvases for the artist Piero Addis’ exhibition from Milan to the Italian
Cultural Institute in Sydney, due to the particular expertise that requires the
transport of art works. For these artifacts the protection reserved to simple
common objects is not enough, but you need a surplus of attention and sen-
sitivity due to their added value, humanistic and economic. For this reason,
DHL uses packaging suitable for this practice, with the necessary transport
that avoid shock and impact and all other forms of protection required by
the speciic nature of the art work. The exhibition Blue Codes required an
intercontinental journey for ten canvases in size 50x70 cm, mounted on
special frames with side depth of 38 mm, carried out with an air service with
special protection to safeguard art works, such as cartons with anti-shock
internal reinforcements.
Blue Codes
Nella sua ultima serie di lavori,
Piero Addis crea una sorta di
rococò digitale che è allo stes-
so tempo incredibilmente moderno e
profondamente radicato nella tradizione
estetica. Il titolo “Codici Blu” si riferisce
ai codici dei voli speciici che l’artista ha
fatto in questi ultimi anni: “LH3959” da
Milano a Francoforte, “AF511” per Da-
masco-Parigi, o “SU279” Mosca-Milano,
per esempio. Durante tali voli l’artista
ha fotografato il cielo visto dal inestrino
dell’aereo, raccogliendo così materiale
visivo che in seguito ha fuso con scene
“celesti” dei dipinti di Giambattista Tie-
polo, in cui spesso il cielo ha svolto un
ruolo centrale ed altamente teatrale tanto
da essere lo sfondo su cui gli dei e le dee
dominano il mondo mortale.
Mentre Addis utilizza il principio mo-
dernista del collage, il lavoro inito, tut-
tavia, è lontano dall’essere un semplice
composite. Un’intera sequenza di imma-
gini è sovrapposta, modiicata, stampata
sulla migliore carta fatta a mano, trattata
con acquerello o inchiostro, nuovamente
sottoposta a scansione, ristampata e in-
ine montata su tela. Anche questa fase
inale, talvolta, è ulteriormente lavorata
e trattata con foglia d’oro. Tale arricchi-
mento è molto nello spirito del Tiepolo,
che ha portato l’affresco a nuovi livelli di
virtuosismo tecnico, illuminazione ed ef-
fetti drammatici di grande intensità. L’il-
lusione luido-spaziale creata dal mae-
stro veneziano è tradotta in un linguaggio
contemporaneo da Piero Addis, il quale
impiega non solo i media elettronici, ma
anche strumenti classici come pennello,
matita e penna. La luminosità delle com-
posizioni è data dall’esperienza di Addis
come video artist e dalla sua profonda
ammirazione per i lavori meditativi di
Bill Viola.
I “Codici blu” si possono ritrovare nel-
la tradizione degli schizzi su taccuini in
cui gli artisti viaggiatori hanno registrato
le loro impressioni nel corso dei secoli.
Talvolta tali sketchbooks erano diari vi-
sivi, ma spesso fungevano da base per
lavori di larga scala realizzati successi-
vamente in studio. I recenti lavori di Pie-
ro Addis svolgono entrambe le funzioni: i
loro titoli sono una testimonianza esplici-
ta di eventi letterari e biograici – di par-
ticolari viaggi compiuti in certi luoghi e
tempi particolari – ma sono anche studi
preliminari per composizioni a più strati
realizzate poi nell’atelier del viaggiatore
terrestre. Nonostante una certa paura del
volo, Piero Addis ha percorso in un anno
ben 200.000 miglia, e conservato le sue
impressioni visive in una vasta banca –
immagini.
Anche il Tiepolo è stato un viaggiatore
che non solo ha realizzato lavori su com-
missione in tutta Italia, ma che ha pro-
dotto alcuni dei suoi affreschi più belli
a Würzburg e Madrid. Il colore blu è un
elemento centrale in quelle opere, che
eleva lo sguardo dello spettatore al di so-
pra del monotono mondo quotidiano e lo
guida verso il cielo. Soprattutto l’affresco
sul sofitto sopra la scala centrale della
Residenz disegnata da Balthazar Neu-
mann, rivela la genialità di Tiepolo come
colorista e la sua preferenza per il costo-
so pigmento blu derivato dal lapislazzulo.
Gli effetti realizzati qui, come quelli che
troviamo nel Palazzo Labia a Venezia,
hanno uno stile spiccatamente operisti-
co; non a caso c’è una coincidenza con la
passione di Piero Addis per l’Opera. (Tie-
polo stesso collaborò con uno scenografo
d’opera con lo scopo di realizzare quelle
prospettive che conferiscono al progetto
di Labia i suoi effetti stupefacenti).
Per Addis il colore blu evoca un’ampia
gamma di associazioni: il cielo e il mare,
ma anche eleganza, malinconia, regali-
tà, innocenza, armonia e protezione. Tali
associazioni non sono semplicemente
preferenze personali, ma rilettono temi
universali. Vediamo infatti come in ogni
cultura, il blu è il colore preferito da oltre
il cinquanta per cento della popolazione,
e le sue associazioni coprono una gamma
straordinaria. Il blu rappresenta il para-
diso per gli antichi Egizi, il sacriicio per
gli Aztechi, il paradiso per i Persiani, il
lutto per i Messicani, la protezione contro
l’occhio del demonio per i Greci, e la Ver-
gine Maria per i Cattolici. Nella cultura
tedesca, l’essere blu denota l’ubriachez-
za, mentre in inglese suggerisce la ma-
linconia. Nell’America del Sud l’ultimo
signiicato del colore blu riguardava una
forma musicale distintasi verso la ine del
XIX secolo, dando origine all’espressio-
ne “to sing the blues” ossia “cantare il
blues”. Oppure persino la tristezza può
essere trasformata in gioia, come avviene
nella composizione di Irvin Berlin “Blue
Skies” del 1926, la quale celebra “Gli
uccelli blu/ Che cantano una canzone/
Nient’altro che uccelli blu/ Tutto il gior-
no” e conclude con il ritornello “Giorni
blu/ Sono tutti initi/ Niente se non cieli
blu/ Da adesso in poi”. Per il compositore
e cantante immensamente popolare Vera
Lynn, la vittoria della seconda Guerra
mondiale implica un immaginario simile:
“Ci saranno in alto uccelli blu/Le bian-
che scogliere di Dover/Domani/Devi solo
guardare e aspettare”.
Se gli artisti hanno generalmente vi-
sto il colore blu come segno di regalità,
devozione ed illuminazione, esso potreb-
be aver avuto altrettante assai diverse
connotazioni. Infatti, depresso a causa
del suicidio di un amico nel 1901, Pablo
Picasso iniziò i suoi tre anni di “Periodo
Blu”, in cui una tavolozza blu veniva uti-
P. Addis, W63382 (part.)
lizzata per dipingere accattoni, ubriachi e
poveri anche se nel complesso dominava-
no le associazioni positive; Yves Klein in-
vece cercò di tutelare con i diritti d’autore
il suo International Klein Blue come “il
colore dell’ininito”, mentre per il pittore
Fauve Raoul Dufy, il blu era l’unico co-
lore con forza suficiente a rimanere blu
“in tutte le sue tonalità”. Il rosso scurito,
sosteneva, sembra marrone e quando il
rosso viene sbiancato diventa rosa, men-
tre il giallo annerisce con ombreggiature
e dissolvenze che svaniscono nella luce.
Al contrario, l’artista diceva che il blu
può essere scurito o schiarito, “e rimarrà
sempre blu”.
Non è un caso che le bandiere ufi-
ciali dell’Unione Europea e delle Na-
zioni Unite utilizzino uno sfondo blu. Le
prime, adottate nel 1947, preferirono il
blu come “l’opposto del rosso, il colore
della guerra”. La bandiera dell’Unione
Europea, adottata nel 1955, era il lavoro
del progettista francese Arsène Heitz, il
quale creò 21 delle 101 proposte consid-
erate per la bandiera e di cui vincendo il
design può esser stato piuttosto inluen-
zato dalle 12 stelle dell’aureola nei dip-
inti della Vergine Maria. Anche se una
tale lettura iconograica è spesso discus-
sa, questa ci restituisce tuttavia il tema
della devozione e della transustanziazi-
one spesso associata con il colore blu.
Per l’artista ci sono anche associazioni
autobiograiche: nato “in riva al mare”,
in Sardegna, ricorda lo shock del passag-
gio alla “grigia Milano”. I suoi “Codici
blu” sono dunque simbolici di un deside-
rio struggente di innocenza e parte del-
la stratiicazione più “supericiale” che
pervade i suoi ultimi lavori di una cosi
intrigante complessità.
Egli ha iniziato a lavorare con tali tec-
niche nel 2006. I risultati di tali esperi-
menti hanno aggiunto un capitolo digitale
all’intrigante storia dei collage, il cui anno
di nascita uficiale è spesso indicato nel
1912, quando Pablo Picasso ha comple-
tato il dipinto intitolato Nature-morte à
la chaise cannée, attaccando alla tela un
pezzo di corda e un pezzo di tela cerata
con una trama di vimini. Molto al di là del
signiicato della tecnica misto – mediale
impiegata, il lavoro è presentato come una
sorta di dichiarazione di indipendenza
dell’artista. Quello che Aldous Huxley una
volta ha descritto come “le Convenzioni di
Ginevra della mente” sarebbe stato vigo-
rosamente sidato da artisti come Picasso,
Georges Braque, e Kurt Schwitters.
Nella molteplicità degli “ismi” e degli
idiomi che caratterizza l’arte dell’ultimo
secolo, una delle poche costanti dell’arti-
sta è il suo fascino verso i nuovi materiali
e verso le nuove tecniche. Piero Addis
ora si colloca in quella tradizione e di-
mostra una volta di nuovo come la visio-
ne dell’artista può trasformare il nostro
modo di vedere le cose. I primi dipinti
californiani di David Hockey inluenzano
inevitabilmente la nostra percezione del-
la luce rilessa dalla supericie di una pi-
scina, mentre umili lattine di Campbell’s
Soup, su uno scaffale nel supermercato
locale, risvegliano memorie delle riprese
iconiche di Andy Warhol riguardo ai beni
del consumatore. In modo simile, coloro
che hanno visto i “Blue Codes” di Addis,
percepiranno la vista da un inestrino di
un areoplano in un modo nuovo. Nel pro-
cesso, secondo una rilessione dell’arti-
sta, “un semplice sguardo può diventare
una visione”.
David Galloway
Blue Codes
In his latest series of works, Piero Ad-
dis creates a sort of digital rococo
that is both stunningly contemporary
and deeply rooted in aesthetic tradition.
The title “Blue Codes” refers to the codes
for speciic lights the artist has taken in
recent years: “LH3959” for a trip from
Milan to Frankfurt, “AF511” for Damas-
cus-Paris, or “SU279” for Moscow-Mi-
lan, for example. During such lights he
photographs the sky as seen from the air-
plane window, gathering visual material
that is subsequently fused with “heaven-
ly” scenes from the paintings of Giambat-
tista Tiepolo, in which the sky often
played a central, highly theatrical role. It
provides the backdrop against which
gods and goddesses hold sway over the
mortal world.
While Addis utilizes the modernist
principle of collage, a inished work is
far more than a simple composite. An
entire sequence of images is overlaid,
edited, printed on the inest handmade
paper, augmented with watercolor or
ink, scanned again, printed and inally
mounted on canvas. Even this inal stage
may well be overworked or even high-
lighted with gold leaf. Such enrichment
is very much in the spirit of Tiepolo, who
brought fresco painting to new heights
of technical virtuosity, illumination and
dramatic effect. The luid spatial illu-
sion created by the Venetian master is
translated into a contemporary idiom by
Piero Addis, who employs not just elec-
tronic media but also such classic tools
as paintbrush, pencil and pen. The lumi-
nosity of the compositions owes a debt to
Addis’s own experience as a video artist
and to his deep admiration for the medi-
tative works of Bill Viola.
G.B. Tiepolo, Gloria della Spagna (part.)
The “Blue Codes” carry on the tra-
dition of the sketchbook in which art-
ist-travelers have recorded their im-
pressions throughout the centuries.
Sometimes such records functioned as
visual diaries, but often they provided
the basis for large-scale works realized
at a later date in the studio. The recent
works of Piero Addis embrace both func-
tions: their titles are an explicit record of
literal, biographical events – of particu-
lar journeys made to particular places at
particular times – but also preliminary
studies for the multilayered compositions
realized at a later date in the traveler’s
earthbound atelier. Despite an acute fear
of lying, in his twin capacities as cura-
tor, consultant and artist, Piero Addis has
logged as many as 200,000 miles a year
and preserved his visual impressions in a
vast image-bank.
Tiepolo was also a traveler who not
only realized commissions throughout It-
aly but also produced some of his inest
frescos for the Würzburg Residenz and
for the throne room of the Royal Palace
in Madrid. The color blue is a central el-
ement in those works, lifting the viewer’s
gaze above the banal everyday world and
directing it heavenward. Above all, the
ceiling fresco above the central staircase
of the Residenz, designed by Balthazar
Neumann, reveals Tiepolo’s genius as a
colorist and his preference for the cost-
ly blue pigment derived from lapis lazu-
li. The effects realized here, like those
in the Palazzo Labia in Venice, have a
distinctly operatic lair, and it is a tell-
ing coincidence that Piero Addis is also
a passionate operagoer. (Tiepolo himself
collaborated with a designer of opera sets
to achieve the perspectives that give the
Labia project its stunning effects).
For Addis the color blue evokes a wide
range of associations: the sky and the
sea but also elegance, melancholy, roy-
alty, innocence, harmony and protection.
These are not mere personal preferences,
but relect universal themes. In virtually
every culture, blue is the favorite color of
more than ifty percent of the population,
and its associations cover an extraordi-
nary range. It represented heaven for the
ancient Egyptians, sacriice for the Az-
tecs, paradise for Persians, mourning for
Mexicans, protection against the evil eye
for Greeks, and the Virgin Mary for Cath-
olics. In the German language, to be blue
denotes drunkenness, while in English
it suggests melancholy. In the American
South the latter meaning would assume
a distinct musical form at the end of the
19th century, giving rise to the expression
“to sing the blues”. Yet even sadness can
be turned to joy, as in composer Irving
Berlin’s “Blue Skies” of 1926, which
celebrates “Bluebirds / Singing a song /
Nothing but bluebirds / All day long” and
concludes with the refrain “Blue days /
All of them gone / Nothing but blue skies
/ From now on”. For the immensely pop-
ular British composer and singer Vera
Lynn, victory in World War II employed
similar imagery: “There’ll be bluebirds
over / The white cliffs of Dover/ Tomor-
row / Just you wait and see”.
If artists generally saw the color blue
as indicating royalty, godliness and en-
lightenment, it could have very different
connotations, as well. Depressed by the
suicide of a friend in 1901, Pablo Picasso
entered his three-year “Blue Period”, in
which a monochromatic palette was used
to depict beggars, drunks and paupers.
On the whole, however, it was the pos-
itive associations that dominated. Yves
Klein sought to copyright his Interna-
tional Klein Blue as “the color of inin-
ity”. For the Fauve painter Raoul Dufy,
blue was the only color with suficient
strength to remain blue “in all its tones”.
Darkened red, he argued, looks brown
and when whitened red turns pink, while
yellow blackens with shading and fades
away in the light. In contrast, blue can be
either dimmed or brightened, the artist
said, “and it will always stay blue”.
It is no coincidence that the oficial
lags of both the United Nations and the
European Union employ a blue back-
ground. The former, adopted in 1947,
favored blue as “the opposite of red, the
color of war”. The lag of the European
Union, adopted in 1955, was the work of
the French draughtsman Arsène Heitz,
who created 21 of the 101 proposals con-
sidered for the lag and whose winning
design may well have been inluenced by
the 12-star halo in depictions of the Vir-
gin Mary. Though such an iconographic
reading is often disputed, it nonetheless
returns us to the theme of godliness and
transubstantiation often associated with
the color blue.
For Piero Addis himself there are also
autobiographical associations: born “fac-
ing the sea” on Sardinia, he remembers
the shock of moving to “grey Milan” as a
child. His “Blue Codes” are thus symbol-
ic of a yearning for childhood innocence
and part of the overall layering that in-
fuses his latest compositions with tan-
talizing yet familiar complexity. He irst
began to work with such techniques in
2006. The results of those experiments
have added a digital chapter to the in-
triguing history of collage, whose oficial
year of birth is often given as 1912, when
Pablo Picasso completed a painting enti-
tled Nature-morte à la chaise cannée
by attaching to the canvas a piece of rope
and a scrap of oilcloth with a caned pat-
tern. Far beyond the signiicance of the
mixed-media technique employed, the
work served as a kind of declaration of
independence for the artist. What Aldous
Huxley once described as “the Geneva
Conventions of the mind” would be vigor-
ously challenged by artists like Picasso,
Georges Braque, and Kurt Schwitters.
In the rollercoaster ride of isms and id-
ioms that characterizes the art of the last
century, one of the few constants is the art-
ist’s fascination new materials and tech-
niques. Piero Addis now takes his place
in that tradition and demonstrates once
again how the artist’s vision can transform
our way of seeing. David Hockey’s early
California paintings inevitably inluence
our perception of light relecting from the
surface of a swimming pool, while hum-
ble Campbell’s Soup cans on a shelf at
the local supermarket awaken memories
of Andy Warhol’s iconic reprises on con-
sumer commodities. Similarly, those who
have seen Addis’s “Blue Codes” will per-
ceive the view from an airplane window
in a new way. In the process, as the artist
himself relects, “A simple glance can
become a vision”.
David Galloway
CA1345
Giclée & tecnica mista su carta ine-art foderata su lino
Giclée & mixed media on ine-art lined paper
2016
50 x 70 cm
CX234
Giclée & tecnica mista su carta ine-art foderata su lino
Giclée & mixed media on ine-art lined paper
2016
50 x 70 cm
AZ604
Giclée & tecnica mista
su carta fine-art foderata su lino
Giclée & mixed media
on ine-art lined paper
2016
50 x 70 cm
In viaggio
Piero Addis è in viaggio. Ma non da
solo. Lo accompagnano in questo “grand
tour” intercontinentale, scandito dai
codici dei voli come stazioni di posta e
cambio cavalli riemersi dal tempo a una
quota più consona al nostro tempo, una
folla di memorie e di immagini che si
sovrappongono come negli occhi di ogni
viaggiatore che si rispetti. È un viaggio di
scoperte, come ogni partenza. Ma anche
di riscoperte issate in un attimo in que-
sto immaginiico taccuino del viandante.
Piero Addis è in viaggio per andare
in qualche dove, ma anche per tornare.
Nessuno può dire se questi voli siano di
andata o di ritorno. Sono istantanee ac-
ciuffate sulla coda dell’aereo che lascia-
no intravedere una meta, un dopo tra le
nuvole, ma sono popolate di molti prima,
di ricordi, di passioni, di lavoro, di no-
stalgie, di altri viaggi ino a quel momen-
to archiviati e dimenticati.
La campagna di Pechino diventa, così,
la vetrata di una cattedrale gotica, nelle
cui trasparenze vediamo i misteri di un
mondo che non ci appartiene ma nel qua-
le possiamo riletterci come umili pelle-
grini. Le montagne tra Italia e Germania
si trasformano in un arazzo iorito usci-
to da un palazzo rinascimentale o da un
banco orientale. Chissà. Luci illuminano
le scene come sofitti di palazzi in festa.
Piero Addis si è scelto una guida in
questo viaggio. E il suo Virgilio non po-
teva che essere quel Tiepolo che nei suoi
affreschi ha allargato il concetto di spazio
e di luce. E in questo orizzonte allargato,
in questo universo tolkeniano, ritrovia-
mo anche noi un punto di contatto. L’ar-
tista ci trascina in mondi favolosi, dove
l’occhio si perde nelle lontane terre di Eugène Delacroix, La barca di Dante, olio su tela, Louvre, Parigi
occidente e trema alle oscurità che sal-
gono da oriente, ma dove anche la nostra
piccola terra di mezzo deve ritrovare una
sua collocazione e un suo signiicato. Il
passato non è più qualcosa di fuggito, ma
una trama da osservare in controluce per
decifrarne il disegno misterioso.
Quello che ci offre Piero Addis è un
mondo visto dall’alto e che, dall’alto, ri-
conquista le sue giuste prospettive. Non
è un cielo vuoto quello in cui sbuchiamo
sopra le nuvole. Non è un silenzio side-
rale che ci risucchia con tutto quello che
siamo stati. E’ un cielo vivo e abitato, da
noi stessi, innanzitutto. Virgilio-Tiepolo
ci fa salire verso questo empireo popo-
lato da divinità in attesa e festanti che
si compromettono e giocano con noi, di
gente indaffarata o stanca, di angeli che
inseguono palloncini come bambini cu-
riosi e ci invitano a tuffarci in questa az-
zurrità che ricorda anche il mare sardo,
tanto caro all’autore.
La modernità dell’opera di Piero Ad-
dis non è solo nella scelta della materia
fotograica da cui parte per rimodellare
l’immagine immediatamente apparente.
E’ proprio l’immedesimazione con l’uo-
mo di oggi e la sua tentazione di guardare
il presente come un’istantanea che prima
c’è, poi non c’è più.
Lo sguardo iabesco dell’artista, in-
vece, ci indica, come un bambino con il
dito puntato, un caledoscopio di possi-
bilità che noi, seduti sul sedile a ianco,
insistevamo a negarci.
E così, ancora fermi, tuttavia anche
noi usciamo a “riveder le stelle”.
Maurizio Zottarelli
En route
Piero Addis is traveling. He is not
alone. He is accompanied on his
intercontinental “grand tour” by
his “light codes”. And like the changing
horses of post stations, he anachronisti-
cally emerges from a more appropriate
time to share our time through a crowd
of memories and images that overlap in
the mind’s eye of every traveler worthy
of respect. Each departure is a voyage of
discoveries. But also rediscovery articu-
lated in a moment of imagery, recorded in
a traveler’s notebook. Piero Addis is trav-
eling to go somewhere, but also to return.
No one can say if these lights are onward
or returning. They are snapshots seized
on the tail of the plane that reveal desti-
nations in the clouds, populated by many
before, in memories, passions, work,
nostalgia all merging in cosmic ether.
Beijing’s campaign thus becomes the
window of a Gothic cathedral, where in
transparencies we see the mysteries of a
world that is not ours but one we contem-
plate as humble pilgrims. The mountains
between Italy and Germany are trans-
formed into an intricate lowered tapestry
over a bench in a Renaissance palace of
Eastern Europe A mysterious light illu-
minates the ceiling of a somber palace
transformed in celebration of its glory.
Piero Addis has chosen a guide on this
journey. And his guide could only be Tie-
polo whose frescoes expanded the con-
cept of space and light. In this expanded
horizon, in this Tolkenian universe we
ind a point of contact. The artist draws
us into fabulous worlds, where the eye is
lost in the distant lands of north, south,
east and west, where a transitory space
betweeen these cardinal points appears
literaly and iguratively out of the blue.
The past, present and future merge in Eugène Delacroix, La barca di Dante, olio su tela, Louvre, Parigi
this space. Time is not something to run
from or towards, but remains ensconced
in this ethereal space where one can
pause, breath and observe in the illumi-
nations, the funda behind the mysteries
that yearn to be witnessed, celebrated.
What Piero Addis offers us, is a world
seen from above and from this heaven-
ly vantage point, he helps us regain our
equilibrium. It is not a vacant sky from
which we emerge above the clouds. It is
not a sidereal silence that swallows all
that we have been. It ‘s a inhabited sky
alive and bursting with endless possib-
lities as it draws in and out its dynamic
breath.
Virgilio-Tiepolo bring us up to the
empyrean populated by gods wait-
ing and cheering that compromise and
play with us. Angels chase balloons
like curious children and invite us to
dive into the blueness that recalls the
Sardinian sea so dear to the author.
The modernity of the work of Piero Addis
is not only in the choice of photograph-
ic material from which to reshape the
image immediately apparent, but in our
own identiication with the person of to-
day and their temptation to look at this as
a snapshot that irst there, is then gone.
The fabulous glance of the artist, howev-
er, urges us, like a child sitting at the sea
side with his inger pointing to a heav-
enly canvas of blue, says softly, “look
again and linger upon” the kaleidoscope
of possibilities we have we, sitting on the
seat side, unwittingly denied. And so,
still standing, we venture out to “see the
stars”.
Maurizio Zottarelli
SU279
Giclée & tecnica mista su carta ine-art foderata su lino
Giclée & mixed media on ine-art lined paper
2016
50 x 70 cm
AF682
Giclée & tecnica mista su carta ine-art foderata su lino
Giclée & mixed media on ine-art lined paper
2016
50 x 70 cm
EZY4380
Giclée & tecnica mista su carta ine-art foderata su lino
Giclée & mixed media on ine-art lined paper
2016
50 x 70 cm
Codici blu o della leggerezza
Cieli, nuvole, angeli, e paesaggi terre-
ni, resi eterei dalla distanza che dall’aereo
permette di guardare alle cose mondane
con distacco paciicatore. La sequenza
di immagini che Piero Addis presenta
nella sua mostra Blue codes blue, curata
da David Galloway, è una selezione, rivi-
sitata in blu appositamente per Sydney,
di opere facenti parte originariamente
di una mostra Blue codes, costruita sul-
la manipolazione di fotograie scattate
dall’artista durante i suoi frequenti voli,
su cui vengono sovrapposte igure tratte
dagli affreschi più famosi del Tiepolo.
Se è vero che Le style, c’est l’homme,
ecco allora che la forma in Addis assu-
me connotazione semantica fortissima:
l’uso, o il riuso, del linguaggio rococò
del grande pittore veneziano, attualizzato
nel medium fotograico, e iltrato nei pae-
saggi trasigurati dalla prospettiva aerea,
produce un effetto che trascende il sem-
plice, e al limite banale, accostamento
di immagini, assumendo il senso di un
viaggio personale nel mondo e nell’arte.
Il racconto del viaggio avviene con ritmo
sincopato, scandito dalla successione dei
fotogrammi manipolati, e narra di rotte
personali iscritte nel quadrante angolare
dell’esistenza. La lotta terrena, nel mor-
bido e avvolgente blu delle nuvole, dove
vivono gli angeli, è un ricordo lontano e
ievole, scacciato dalla bellezza dei pae-
saggi, a cui la distanza conferisce un’au-
ra maestosa e paciica.
La bambagia di cui sembrano fatte le
nuvole fotografate dall’aereo non manca
di aggiungere una nota leggera ed ironi-
ca all’arte di Addis, che da vero mani-
polatore si diverte a mischiare linguaggio
“alto” e “basso”, a metà strada tra il pop
e il kitsch. Il rococò rivisitato di Addis fa
il paio con la sua consapevolezza postmo-
derna del tout dit, tout vu, che dà ora spa-
zio al divertimento ine a se stesso, dove
il linguaggio è inalmente affrancato dalla
necessità di signiicare altro, o di andare
oltre ciò che l’immagine è in se’.
Donatella Cannova
Blue Codes or of Lightness
Skies, clouds, angels, and earthly land-
scapes, made ethereal by the distance sep-
arating the observer who from his seat in
the aircraft looks at mundane matters with
soothing detachment. The sequence of im-
ages Piero Addis presents in his exhibition
Blue codes blue, curated by David Gallo-
way, is a selection, rivisited in blue specif-
ically for Sydney, of works originally part
of the exhibition Blue codes, developed by
manipulating photos taken by the artist
during his frequent lights, on which pho-
tos he superimposes igures taken from the
most famous of Tiepolo’s frescoes.
If it tis true that Le style, c’est l’homme,
then in Addis’ work shapes take up a very
strong semantic connotation: the use, or
reuse, of the rococò language of the great
Venetian painter, actualized in the photo-
graphic medium, and iltered in the land-
scapes transigured by the aerial perspec-
tive, produces an effect which transcends a
simple, almost banal juxtaposition of imag-
es, undertaking the meaning of a personal
journey through the world and the art. The
account of the journey takes place with a
syncopated rhythm, punctuated by the suc-
cession of manipulated frames, and tells of
personal routes inscribed in the angular
quadrant of existence. The everyday strug-
gle, in the soft and swathing blue of the
clouds inhabited by angels, is a distant and
vague memory, driven out by the beauty of
the landscapes, to which distance confers a
majestic and peaceful aura.
The cotton wool which seems to be the
substance of the clouds photographed from
the aircraft does not fail to add a light and
ironic connotation to the art of Piero Addis,
who, being a true manipulator, has a good
time mixing “high” and “low” languages,
half way between pop and kitsch. Addis’
revisited rococò goes hand in hand with his
postmodern awareness of tout dit, tout vu,
which now gives way to an enjoyment which
is an end in itself, where the language is
inally emancipated from the necessity of
meaning something else or to go beyond
what the imagine is in itself.
Donatella Cannova
KT0112
Giclée & tecnica mista su carta ine-art foderata su lino
Giclée & mixed media on ine-art lined paper
2016
50 x 70 cm
9C8921
Giclée & tecnica mista su carta ine-art foderata su lino
Giclée & mixed media on ine-art lined paper
2016
50 x 70 cm
EK0091
Giclée & tecnica mista su carta ine-art foderata su lino
Giclée & mixed media on ine-art lined paper
2016
50 x 70 cm
Piero Addis ha studiato alla Nuo-
va Accademia di Belle Arti a Mi-
lano, sotto la direzione di Emilio
Tadini. Dopo la laurea, ha iniziato la
carriera di Art Director presso agenzie
di pubblicità internazionali di impor-
tanti capitali europee contribuendo alla
realizzazione di campagne di successo
e conseguendo un master biennale tra
New York e Tokyo.
Nel corso degli anni ha ricevuto nu-
merosi premi e riconoscimenti. Ha te-
nuto numerose lectures e seminari,
presso prestigiose università in Italia e
all’estero: Milano, Roma, Berlino, Bar-
cellona, Praga, Caracas, Mexico, etc.
Dal 2003 al 2006 ha ricoperto il ruolo
di Head of Arts and Culture per le Olim-
piadi di Torino 2006 coordinando un car-
tellone culturale con oltre 250 eventi ar-
tistici in relazione allo sport.
Come direttore artistico ha curato l’i-
deazione e realizzazione di prestigiosi
eventi durante il Festival di Cannes per
circa 5 anni oltre a numerosi altri inter-
nazionali come la presentazione a Pari-
gi della candidatura di Milano all’Expo
2015, Bollywood directors & producers a
Bombay, la partecipazione della Regione
Lombardia all’Expo di Shanghai 2010,
etc.
Dal 2009 collabora con Regione Lom-
bardia per gli eventi d’arte dove ha re-
alizzato numerose mostre come diretto-
re artistico tra cui “La Regione dà luce
all’arte” con proiezioni delle opere sulla
facciata del Grattacielo Pirelli su una su-
pericie di oltre 7000 mq.
Dal 2002 ha ripreso una regolare atti-
vità di artista con personali e collettive in
numerose gallerie private e spazi musea-
li pubblici a Parigi, Miami, Boston, Kla-
genfurt, Buenos Aires, Caracas, Mexico,
Guatemala.
Piero Addis, after graduating in
Arts at the Academy of Fine Arts
of Milan, started his career as Art
Director in a multinational advertising
agency. He has worked in several agen-
cies in Milan, New York and Tokyo, con-
tributing to the creativity of successful
campaigns.
Over the year he got several national
and international awards.
He has been collaborating with num-
bers of prestigious Universities in Italy,
Spain, Germany, North and South Ameri-
ca for conferences on art workshops and
seminars.
Since 2003 has been working as Head
of Arts and Culture committed by the Or-
ganizing Committee for the XX Olympic
Winter Games of Torino 2006.
As an artistic director he has been cu-
rating prestigious events inside the Can-
nes Festival, in Paris and Shanghai.
He has been invited as a video-artist
for exhibitions in private spaces and pu-
blic museums of international cities like
Paris, Miami, Boston, Buenos Aires, Ca-
racas, Mexico, Guatemala.
In the 2011 has been invited at Bien-
nale di Venezia, Italian Pavillion. He li-
ves and works in Milan and New York.
Solo exhibits (selection)
Steps, Obraz arte contemporanea, Milano, a cura di M. Di Marzio
Angelusms, Casa di Tolleranza, Milano
Deux vidéo-portrait, a cura di M.G. Torri, 14 Rue Vignon, Parigi
Portraits at Berk’s, Courtesy of B. Berk, Boca Raton, Florida
Ablativo plurale di res, a cura di M. Mazzocchi, Galleria 10.2!, Milano
Frase: (7,8,5). Rebus Live. Performance, a cura di M. Mazzocchi,
Galleria O-Artoteca, Milano
Profumo di bergamotto, Galleria Vanna Casati, Bergamo, a cura di S. Pirovano
De Mediolani Rebus, a cura di C. Canali, Obraz, Milano
99942 Futuro Anteriore, a cura di J. Ceresoli, Fondazione Catella, Milano
Group exhibits (selection)
Lo stato dell’Arte, Obraz arte contemporanea, Milano, a cura di M.G. Torri
4700 Mail Project against death penalty, Casa di Tolleranza, Milano
Project against death penalty, Vortice Argentina, Buenos Aires,
Argentina
Artisti a La Banque, La Banque, Milano, a cura di M.G. Torri
Four Artists, Boston Yacht Club, Marblehead, Boston, a cura di
D. Berk, testo di Eleonora Fiorani.
MiArt 2003, Milano International Art Fair, (Galleria 10.2!)
Faccia nota, Milano, CTS Corso Garibaldi, a cura di N. Castellaneta
Forever Young, Galleria My Collection, Verona, a cura di M. Di Marzio
Lo stato dell’arte 2003, Obraz, Milano
Cittazioni, Public Art, Milano, a cura di Mimmo Di Marzio
Ri-specchio, Galleria 10.2, Milano, a cura di Lorella Giudici
MiArt 2004, Milano International Art Fair, (Galleria 10.2!)
MercArt, Lugano, (CH), International Art Fair, (Galleria 10.2)
Face to face, Galerie Judith Walker, Schloss Ebenau, Weizelsdorf, (Austria)
Riparte, Genova 2004
Riparte, Roma
Video Dia-Loghi, Centre Culturel Français, Torino, a cura di W. Darko
Flash Art Fair 2005, Bologna International Art Fair, (Galleria Carolin Walker)
MiArt 2005, Milano International Art Fair, (Galleria 10.2!)
MiArt 2005, Milano International Art Fair, (Galleria Vanna Casati)
UGC Ciné Cité 45°N, Moncalieri, a cura di W. Darko
De mediolani rebus, Obraz, a cura di Chiara Canali, Milano
Mexico City, Museo Claustro de Sor Juana, Junio, 2006
Guatemala City, Istituto Italiano de Cultura, Junio, 2006
Caracas, Museo Università Centrale di Caracas, Junio, 2006
MiArt 2006, Milano International Art Fair, (Galleria 10.2!)
Sotheby’s, Auction, Milano March 2006
Castello Borromeo, Il proprio luogo, AA.VV, Milano
Migra-azione, Novara, (Galleria 10.2!)
Alimenart, a cura di J. Ceresoli, Sala Murat, Bari
A ferro e fuoco, a cura di AA.VV, Triennale di Milano, Milano
Hyperorganic, a cura di J. Ceresoli, Triennale di Milano, Milano
Sotheby’s, Auction 2011, Milano
Biennale Venezia, Padiglione Italia, 2011
New Bond Street, Galleria Ghizzoni, Milano, 2012
Text (selection)Il Manifesto
La Repubblica
La Stampa
Il Giornale
Libero
Il Giorno
Vanity Fair
Arte Mondadori
Cult
B-Egg
Flash Art
Juliet
The Boston Globe
Universal (Venezuela)
Enterteinment (Caracas)
TV Azteca (Mexico City)
TV Caracas
Eurosport
Undo.net
Exhibart
Tiscali arte
Barche
China Radio International
(Beijing)
Hestetika
Theater, lambda su alluminio, 70x100 cm., 2011,
collezione privata
Anita, lambda su alluminio, 70x100 cm., 2011, collezione
privata
Paesaggio montato a neve, lambda su alluminio, 70x100
cm, 2008, collezione privata, Svizzera
Goa, lambda su alluminio, 50x70 cm., 2009, collezione
privata, Ungheria
Xiang, lambda su alluminio, 70x100 cm., 2009, collezione
privata, Italia
Xiang, lambda su alluminio, 70x100 cm., 2009, collezione
privata, Italia
Rebus 6.8.8, op. 41 - 2006, digital print e olio su tela,
55x70 cm, collezione privata, Italia
Rebus 6.10, op. 42 - 2006, digital print e olio su tela,
55x70 cm, collezione privata, Italia
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.
Li miei compagni fec’io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;
e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.
(Dante, Inferno XXVI)
§Grazie a Felix, Paolo, Riccardo e a chi a vario titolo ha contribuito alla realizzazione di questo progetto