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4 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 1/2007 L'Agenzia Internazionale dell’Energia ha presentato il 14 novembre a Roma il World Energy Outlook 2006, l’annuale rapporto sul sistema energetico mondiale con i nuovi scenari energetici al 2030. In questa analisi, l’AIE giudica più urgente che mai frenare la crescente domanda mondiale di energia fossile al fine di limitare le emissioni di gas serra. Pubblichiamo la sintesi del documento Il mondo affronta due minacce legate al consumo di energia: da un lato, quella di non poter garantire approvvigionamenti energetici adeguati, sicuri ed economica- mente accessibili; dall’altro, quella di pro- vocare danni all’ambiente con uno smisu- rato consumo di energia. L’aumento dei prezzi energetici ed i recenti eventi geo- politici hanno messo in evidenza il ruolo essenziale che l’accesso all’energia rappre- senta per lo sviluppo economico e sociale e la vulnerabilità del sistema energetico mondiale di fronte alle interruzioni degli approvvigionamenti. Assicurare gli approvvigionamenti energe- tici è la priorità nell’agenda politica inter- nazionale. Infatti, l’odierno sistema di approvvigionamenti comporta la minaccia di un grave ed irreversibile danno ambien- tale, fra cui il cambiamento climatico mon- diale. Riconciliare gli obiettivi di sicurezza degli approvvigionamenti energetici e di salvaguardia dell’ambiente richiede azioni governative decise e coordinate e il suppor- to dell’opinione pubblica. Diventa sempre più pressante la necessità di porre un freno alla domanda di combu- primo piano World Energy Outlook 2006 International Energy Agency World Energy Outlook 2006 The International Energy Agency’s annual report on the world energy system and new scenarios was presented in Rome on November 14 2006. In this analysis, the IEA finds that the need to curtail the growing demand for fossil fuels in order to limit greenhouses gas emissions is more urgent than ever before. We publish the summary of the IEA report

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4 ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE 1/2007

L'Agenzia Internazionale dell’Energia ha presentato

il 14 novembre a Roma il WorldEnergy Outlook 2006,

l’annuale rapporto sul sistemaenergetico mondiale con i nuovi

scenari energetici al 2030. In questa analisi, l’AIE giudica

più urgente che mai frenare la crescente domanda mondiale

di energia fossile al fine di limitare le emissioni di gas serra.

Pubblichiamo la sintesi del documento

Il mondo affronta due minacce legate alconsumo di energia: da un lato, quella dinon poter garantire approvvigionamentienergetici adeguati, sicuri ed economica-mente accessibili; dall’altro, quella di pro-vocare danni all’ambiente con uno smisu-rato consumo di energia. L’aumento deiprezzi energetici ed i recenti eventi geo-politici hanno messo in evidenza il ruoloessenziale che l’accesso all’energia rappre-senta per lo sviluppo economico e socialee la vulnerabilità del sistema energeticomondiale di fronte alle interruzioni degliapprovvigionamenti. Assicurare gli approvvigionamenti energe-tici è la priorità nell’agenda politica inter-nazionale. Infatti, l’odierno sistema diapprovvigionamenti comporta la minacciadi un grave ed irreversibile danno ambien-tale, fra cui il cambiamento climatico mon-diale. Riconciliare gli obiettivi di sicurezzadegli approvvigionamenti energetici e disalvaguardia dell’ambiente richiede azionigovernative decise e coordinate e il suppor-to dell’opinione pubblica. Diventa sempre più pressante la necessitàdi porre un freno alla domanda di combu-

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The International Energy Agency’s annualreport on the world energy system and newscenarios was presented in Rome on November14 2006. In this analysis, the IEA finds thatthe need to curtail the growing demand for fossilfuels in order to limit greenhouses gas emissions is more urgent than ever before. We publish the summary of the IEA report

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stibili fossili, di aumentare la diversificazio-ne e la provenienza geografica degliapprovvigionamenti e di contenere le emis-sioni inquinanti. I leader dei G8, riunitisi aGleneagles nel luglio 2005 e successivamen-te a San Pietroburgo nel luglio 2006 con ileader di molti dei maggiori paesi emer-genti e con i rappresentanti di diverse orga-nizzazioni internazionali, fra cui l’AgenziaInternazionale dell’Energia, hanno incari-cato l’AIE di “analizzare scenari e strategieper un futuro energetico pulito, intelligen-te e competitivo”. Il presente Outlookrisponde a questa richiesta e conferma che,in assenza di nuove politiche, premessa dibase del nostro Scenario di Riferimento, ladomanda di combustibili fossili, i loro flus-si di scambio e le emissioni di gas effettoserra continuerebbero a proseguire sull’at-tuale percorso non sostenibile fino al 2030.Questo studio dimostra inoltre, in uno Sce-nario Alternativo, che applicando un ven-taglio di politiche e di provvedimentiattualmente allo studio in vari paesi delmondo, si potrebbe ridurre in manierasignificativa il tasso di crescita della doman-da di energia e limitare drasticamente leemissioni. È importante notare che il costodell’attuazione di queste politiche sareb-be più che controbilanciato dai vantaggieconomici che si otterrebbero producen-do ed utilizzando l’energia in maniera piùrazionale.

Combustibili fossili preponderantifino al 2030

Nello Scenario di Riferimento, la doman-da mondiale di energia primaria aumen-ta di poco più del 50% tra oggi e il 2030,con un tasso medio annuo dell’1,6%. Ladomanda cresce di più del 25% nel soloperiodo compreso tra oggi e il 2015. Piùdel 70% dell’aumento della domandadurante l’arco di tempo considerato nel-le proiezioni proviene dai paesi emergen-ti, con la sola Cina che conta per il 30%.

Le economie e la popolazione di questipaesi crescono molto più rapidamente diquelle dei paesi OCSE, spostando il bari-centro della domanda mondiale di ener-gia. Quasi la metà dell’aumento del con-sumo di energia primaria mondiale èimpiegato nella generazione di energiaelettrica e un quinto viene assorbito dalsettore del trasporto quasi interamentesotto forma di combustibili derivati dalpetrolio. Complessivamente, i combustibili fossilicontinueranno a rimanere la principalefonte di energia fino al 2030 in entram-bi gli scenari. Nello Scenario di Riferimen-to, essi soddisfano l’83% dell’aumentototale della domanda di energia nell’ar-co di tempo compreso tra il 2004 e il 2030,con un aumento della loro percentualedella domanda mondiale dall’80%all’81%. Nel 2030, la percentuale delpetrolio subisce una flessione, ma il petro-lio continua comunque a rimanere il com-bustibile più utilizzato nel mix energeti-co mondiale. La domanda mondiale dipetrolio, dagli 84 milioni di barili al gior-no del 2005, raggiunge i 99 milioni dibarili al giorno nel 2015, fino a raggiun-gere 116 milioni di barili al giorno nel2030. Diversamente dalle proiezioni delWEO2005, il carbone registra il più gran-de incremento della domanda in terminiassoluti, principalmente per la produzio-ne di energia elettrica (figura 1). Cina e India assorbono circa i quattro quin-ti della domanda aggiuntiva di carbone,che continua a rimanere il secondo com-bustibile primario più importante con unapercentuale che, all’interno della doman-da mondiale, aumenta leggermente.Anche il gas naturale aumenta in percen-tuale, anche se ad un tasso meno rapidodi quanto previsto nell’ultimo Outlook, acausa dei prezzi più elevati. La percentua-le dell’energia idroelettrica aumenta inmodo lieve, mentre diminuisce quella del-l’energia nucleare. La percentuale della

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e per la competizione tra i combustibili.Ipotizziamo, inoltre, che i prezzi del car-bone cambino proporzionalmente inmisura minore durante il periodo consi-derato, ma sempre seguendo il trend deiprezzi di petrolio e gas.

Minaccia alla sicurezza mondiale energetica

La continua crescita della domanda dipetrolio e di gas, non controllata, accen-tuerebbe la vulnerabilità dei paesi consu-matori di fronte ad una grave interruzio-ne degli approvvigionamenti e alconseguente shock dei prezzi. I paesi OCSEe quelli asiatici emergenti stanno diven-tando sempre più dipendenti dalle impor-tazioni poiché la loro produzione internanon riesce a tenere il passo della doman-da. La produzione di greggio convenzio-nale e di frazioni liquide di gas naturaledei paesi non OPEC raggiungerà il suo pic-co entro un decennio. Nello Scenario diRiferimento, l’insieme dei paesi OCSEimporterà nel 2030 i due terzi dei proprifabbisogni petroliferi rispetto al 56%odierno. La gran parte delle importazionisupplementari proviene dal Medio Orien-te, attraverso rotte marittime a rischio. Laconcentrazione della produzione di petro-lio in un gruppo ristretto di paesi chedispongono di ampie riserve, in modo par-ticolare i paesi del Medio Oriente facenti

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biomassa cala marginalmente, in quantoi paesi emergenti lo sostituiscono con for-me di energia più moderne, bilanciandoil crescente utilizzo della biomassa per laproduzione di biocombustibili. Le altre fon-ti rinnovabili di energia, quali l’eolica, lasolare e la geotermica, registrano un piùrapido aumento, ma partendo da un bas-so livello. Le ipotesi di base in questo Outlook sonostate riviste aumentando i prezzi delpetrolio, nell’aspettativa che i margini tradomanda e offerta per il greggio e per iprodotti raffinati rimangano esigui. I prin-cipi economici indicano una modesta ridu-zione dei prezzi, grazie all’introduzionesul mercato di nuova capacità ed al ral-lentamento dell’aumento della doman-da. Tuttavia, la possibilità di nuove ten-sioni geopolitiche o di gravi interruzionidegli approvvigionamenti, potrebberoportare ad un aumento dei prezzi anco-ra maggiore. Le nostre ipotesi indicanoun deciso calo del prezzo medio dell’im-port di greggio nei paesi dell’AIE nella pri-ma parte del prossimo decennio fino adarrivare a 47 dollari per barile in terminireali, per poi aumentare costantementefino al 2030. Si ipotizza che anche i prez-zi del gas naturale seguano, a grandilinee, i prezzi del petrolio e questo, a cau-sa di un vasto e costante utilizzo di indicidipendenti dal prezzo del petrolio nei con-tratti di fornitura di gas a lungo termine,prim

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Figura 1Domanda mondialedi energia primariaFonte: IEA

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parte dell’OPEC e la Russia, aumenteran-no il loro predominio sul mercato e la lorocapacità di imporre prezzi più elevati. Siprevede che una quota crescente delladomanda di gas venga soddisfatta graziead importazioni attraverso gasdotti, o dafornitori sempre più distanti, sotto formadi gas naturale liquefatto. La crescente mancanza di reattività delladomanda di petrolio ai prezzi accentua ilpotenziale impatto delle interruzioni degliapprovvigionamenti sui prezzi internazio-nali del petrolio. Nello Scenario di Riferi-mento, si prevede un aumento della per-centuale del settore dei trasporti nelladomanda mondiale di petrolio, in quantoil consumo in questo settore è anelasticoai prezzi, se confrontato con altri settorienergetici. La domanda di petrolio diven-ta quindi sempre meno reattiva alle varia-zioni dei prezzi internazionali del greggio.Di conseguenza, i prezzi frutterebbero inmaniera maggiore rispetto al passato, inrisposta ai cambiamenti a breve terminedella domanda e dell’offerta. L’effetto diattenuazione sulla domanda, dovuto aisussidi erogati ai consumatori di petrolio,contribuisce alla mancanza di reattivitàdella domanda mondiale del petrolio allevariazioni dei prezzi internazionali. I sus-sidi per i prodotti petroliferi nei paesi nonOCSE sono stimati attualmente a più di 90miliardi di dollari annui; quelli per tutte leforme finali di energia sono circa 250miliardi annui, cifra corrispondente agliinvestimenti necessari per la produzionedi energia elettrica in media, ogni anno,in questi paesi. I prezzi del petrolio rimangono fondamen-tali per il benessere dell’economia mon-diale. L’economia dei maggiori paesiimportatori mondiali di petrolio è cresciu-ta vigorosamente e in modo costante dal2002, ma sarebbe aumentata ancora piùrapidamente se il prezzo del petrolio e del-le altre fonti di energia non fosse salito. Inmolti paesi importatori l’incremento del

valore delle esportazioni di beni non ener-getici, i cui prezzi sono anch’essi aumen-tati, ha controbilanciato almeno in partel’impatto dei prezzi più alti dell’energia.L’eventuale impatto di prezzi dell’energiapiù elevati rimane incerto a livello macroe-conomico, anche perchè gli effetti delrecente aumento dei prezzi non hannoancora avuto pieno impatto sul sistemaeconomico. Ci sono crescenti segni di pres-sioni inflazionistiche che potrebbero por-tare a maggiori tassi d’interesse. La mag-gior parte dei paesi OCSE, e in maniera piùevidente gli Stati Uniti, hanno visto unpeggioramento della loro bilancia deipagamenti. Il riutilizzo dei petrodollari puòessere stato utile per mitigare l’aumentodei tassi d’interesse a lungo termine, ritar-dando l’impatto negativo di prezzi più altisulle entrate effettive e sulla produzione.Più a lungo i prezzi rimarranno ai livelliattuali o aumenteranno, più diffcile saràla crescita economica per i paesi importa-tori. Uno shock petrolifero provocato daun’improvvisa e grave interruzione degliapprovvigionamenti si rivelerebbe parti-colarmente dannoso, soprattutto per i pae-si più poveri e maggiormente indebitati.

Gli investimenti saranno attuati in tempo?

Soddisfare la crescente sete di energia mon-diale richiede massicci investimenti per leinfrastrutture di approvvigionamento ener-getico. Le proiezioni dello Scenario di Rife-rimento di questo Outlook richiedono uninvestimento cumulativo di poco superio-re ai 20 mila miliardi di dollari (in dollaridel 2005) per il periodo compreso tra il2005 e il 2030. Questa cifra supera di circa3 mila miliardi di dollari quella delWEO2005, principalmente a causa delrecente notevole aumento dei costi capi-tali unitari, soprattutto nei settori del petro-lio e del gas. Il settore elettrico assorbe il56% degli investimenti totali, che salgono

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al 68% se si considerano quelli necessariper l’intera filiera di approvvigionamentodei combustibili utilizzati nelle centrali. Gliinvestimenti per il settore petrolifero, trequarti dei quali vengono richiesti per esplo-razione e produzione, ammontano in tota-le a più di 4 mila miliardi per il periodocompreso tra il 2005 e il 2030. Gli investi-menti per l’upstream sono più sensibili aicambiamenti dei tassi di declino dei cam-pi di produzione che al tasso di aumentodella domanda di petrolio. Più della metàdegli investimenti energetici mondiali èrichiesta dai paesi emergenti, dove doman-da e produzione aumentano più rapida-mente. La sola Cina deve investire circa 3,7mila miliardi di dollari, equivalenti al 18%del totale mondiale. Non c’è alcuna garanzia che gli investi-menti necessari saranno finanziati. Nuo-ve politiche energetiche, fattori geopoli-tici, cambiamenti inattesi di costi e prezziunitari e nuove tecnologie potrebberoinfluenzare le possibilità e gli incentividelle compagnie pubbliche e private adinvestire in vari settori delle differentifiliere energetiche. Le decisioni di inve-stimento dei principali paesi produttoridi petrolio e di gas sono di fondamenta-le importanza, in quanto inciderannosempre più sulla quantità ed i costi delleimportazioni nei paesi consumatori. Adesempio, ci sono dubbi sulla capacità delsettore del gas russo di assicurare gli inve-stimenti necessari a mantenere gli attua-li livelli delle esportazioni verso l’Europa,e di iniziare le esportazioni verso l’Asia. La capacità e la volontà dei maggiori pro-duttori di petrolio e di gas di aumentaregli investimenti per poter soddisfare la cre-scente domanda mondiale sono partico-larmente incerte. La spesa in capitale del-le principali compagnie mondiali dipetrolio e di gas è aumentata in manieranetta in termini nominali nel corso dellaprima metà di questo decennio e, in lineacon i piani aziendali, continuerà a cresce-

re fino al 2010. L’impatto di maggiori inve-stimenti sulla nuova capacità sarà, però,limitato dall’aumento dei costi. Conside-rando l’inflazione, l’investimento nel 2005è stato, in effetti, solo 5% in più che nel2000. Si prevede che gli investimenti perl’upstream, pianificati fino al 2010, aumen-teranno leggermente la capacità di pro-duzione di riserva del greggio. La capaci-tà aggiuntiva, però, potrebbe essereinferiore per mancanza di personale qua-lificato e materiali, per ritardi legati alleregolamentazioni, inflazione, tassi più altidi declino dei giacimenti esistenti e per fat-tori geopolitici. Si prevede che l’aumentodella spesa capitale per le raffinerie accre-scerà la capacità di raffinazione di quasi 8milioni di barili al giorno entro il 2010.Oltre tale data, saranno necessari maggio-ri investimenti in termini reali per soste-nere l’aumento della capacità di upstre-am e downstream. In un’Ipotesi diInvestimenti Differiti, una minor produ-zione di greggio nei paesi OPEC, parzial-mente controbilanciata da un aumentodella produzione nei paesi non OPEC, spin-gerebbe al rialzo i prezzi del petrolio diun terzo, riducendo la domanda mondia-le di petrolio, nel 2030, di 7 milioni di bari-li al giorno, equivalenti al 6% rispetto alloScenario di Riferimento.

I trend delle emissioni di anidride carbonica

Nello Scenario di Riferimento le emissio-ni mondiali di anidride carbonica (CO2)legate al consumo di energia aumentanodel 55%, pari all’1,7% annuo, nell’arco ditempo compreso tra il 2004 e il 2030. Leemissioni raggiungono nel 2030 i 40miliardi di tonnellate, con un incrementodi 14 miliardi di tonnellate rispetto al livel-lo del 2004. La metà di questo aumentoè dovuta alla produzione di elettricità. Nel2003, il carbone ha sostituito il petroliocome principale responsabile di emissio-

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ni di CO2 e mantiene questa preminenzafino al 2030. Le emissioni crescerannopoco più rapidamente della domanda dienergia primaria, invertendo così l’anda-mento degli ultimi 25 anni, a causa del-l’aumento del contenuto medio di carbo-nio nel consumo di energia.In questo scenario, i paesi emergenti sonoresponsabili per oltre tre quarti dell’au-mento delle emissioni mondiali di CO2 trail 2004 e il 2030. Le emissioni totali di que-sti paesi superano quelle dei paesi OCSEpoco dopo il 2010. La percentuale dei pae-si emergenti sul totale delle emissioni cre-sce da 39% a poco più della metà entro il2030. Questo aumento è più rapido diquello della domanda di energia, in quan-to il loro consumo energetico incremen-tale è a più alta intensità di carbonio diquello dei paesi OCSE e delle economie intransizione. In generale, i paesi emergen-ti usano in proporzione più carbone emeno gas. La sola Cina è responsabile percirca il 39% dell’aumento delle emissionimondiali. Nel periodo compreso tra il 2004e il 2030, la forte crescita economica e lamarcata dipendenza dal carbone per laproduzione di energia elettrica e per il set-tore industriale, portano le emissioni del-la Cina ad un livello superiore al doppio diquello odierno. La Cina sostituisce gli Sta-ti Uniti quale più importante responsabi-le per le emissioni mondiali entro il 2010(figura 2). Altri paesi asiatici, e l’India in

modo particolare, contribuiscono notevol-mente all’aumento delle emissioni mon-diali. Le emissioni pro capite dei paesi nonOCSE rimangono comunque ben al di sot-to di quelle dei paesi OCSE.

Azioni governative

Le tendenze dello Scenario di Riferimen-to illustrate in precedenza non sono inal-terabili. Un’azione più decisa da parte deigoverni potrebbe, infatti, indirizzare ilmondo verso un percorso energetico piùsostenibile. Nello Scenario Alternativo, siè previsto che vengano attuate le politi-che e le misure governative, attualmenteallo studio, volte a migliorare la sicurez-za energetica e a ridurre le emissioni diCO2. La domanda di combustibili fossili,le importazioni di petrolio e di gas e leemissioni registrerebbero una crescitasignificativamente più lenta. Questi inter-venti richiedono sforzi per migliorare l’ef-ficienza della produzione e dell’utilizzodi energia, incrementare la dipendenzada combustibili non fossili e sostenere l’ap-provvigionamento di petrolio e gas neipaesi importatori. Nel 2030, la domanda mondiale di energiaprimaria è, nello Scenario Alternativo, cir-ca il 10% inferiore a quella dello Scenariodi Riferimento, e circa equivalente all’odier-no consumo complessivo di energia dellaCina. La domanda mondiale aumenta del

Figura 2Scenario di Riferi-mento: emissioni diCO2 da uso di ener-gia per regioneFonte: IEA

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37% nell’arco di tempo compreso tra il2004 e il 2030, ma in maniera più lenta:l’1,2% annuo contro l’1,6% dello Scenariodi Riferimento. I maggiori risparmi ener-getici, sia in termini assoluti che in percen-tuale, sono dati dal carbone. L’impatto del-le nuove politiche sulla domanda di energiaè meno marcato durante il primo decen-nio del periodo preso in esame nell’Outlo-ok, ma è comunque non trascurabile. Ladifferenza tra i due scenari, per quantoriguarda la domanda mondiale di energia,è, nel 2015, di circa il 4%. In netto contrasto con lo Scenario di Rife-rimento, le importazioni di petrolio neipaesi OCSE si assestano intorno al 2015, edopo tale data cominciano a diminuire. Le tre regioni OCSE ed i paesi asiatici emer-genti diventano, tuttavia, sempre piùdipendenti dalle importazioni di petroliodurante il periodo preso in esame, sebbe-ne in maniera decisamente inferiore chenello Scenario di Riferimento. Nello Scena-rio Alternativo, la domanda mondiale dipetrolio raggiunge i 103 milioni di barili algiorno nel 2030, con un incremento di 20milioni rispetto al 2005, ma 13 milioni inmeno che nello Scenario di Riferimento. Iprovvedimenti adottati nel settore dei tra-sporti sono responsabili di quasi il 60% del-la riduzione totale del consumo di petro-lio nello Scenario Alternativo, più di dueterzi dei quali deriva dall’uso di nuovi vei-coli più efficienti. Una produzione più ele-vata ed un maggior utilizzo di biocombu-

stibili, specialmente in Brasile, Europa e Sta-ti Uniti, contribuiscono ugualmente alladiminuzione dei fabbisogni di petrolio.Complessivamente, anche la domandamondiale di gas e la dipendenza dalleimportazioni di questo combustibile risul-tano fortemente ridotte rispetto allo Sce-nario di Riferimento. Le emissioni di anidride carbonica legateal consumo di energia vengono ridotte di1,7 miliardi di tonnellate, equivalenti al5%, nel 2015, e di 6,3 miliardi di tonnella-te nel 2030, pari al 16%, rispetto allo Sce-nario di Riferimento. Le misure prese inconsiderazione nello Scenario Alternativoportano, nei paesi OCSE e nelle economiein transizione, ad una stabilizzazione del-le emissioni e ad una loro flessione entroil 2030, raggiungendo un livello legger-mente superiore a quello del 2004, madecisamente al di sotto di quello previstonello Scenario di Riferimento. Le emissio-ni dei paesi dell’Unione Europea e delGiappone scendono al di sotto del livelloodierno, mentre quelle dei paesi emergen-ti continuano ad aumentare, ma il tassodi crescita rallenta in maniera evidenterispetto allo Scenario di Riferimento duran-te il periodo delle proiezioni (figura 3). Politiche indirizzate ad una produzionepiù efficiente e ad un consumo più razio-nale dell’energia contribuiscono a circal’80% della riduzione delle emissioni diCO2. La rimanente percentuale è dovutaalla sostituzione dei combustibili tradizio-

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Figura 3Scenario Alternativo:incremento delleemissioni di CO2 perregione nel periodo2004-2030Fonte: IEA

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Figura 4Scenario Alternativo:le chiavi politicheper la riduzionedella CO2Fonte: IEA

nali con forme di energia a basse o zeroemissioni di carbonio. Un uso più raziona-le dei combustibili, soprattutto grazie aveicoli più efficienti, contribuisce a quasiil 36% della riduzione delle emissioni. Unaltro 30% è dato da un utilizzo più effi-ciente dell’energia elettrica in un’ampiagamma di applicazioni, quali l’illuminazio-ne, gli impianti di condizionamento, glielettrodomestici e i motori industriali. Siste-mi di produzione più efficienti contribui-scono per un ulteriore 13%, le rinnovabi-li ed i biocombustibili per un altro 12% eil nucleare per il restante 10%. La messain opera di una decina di politiche sareb-be sufficiente per ottenere circa il 40% del-la riduzione delle emissioni di CO2 entroil 2030 (figura 4). Le misure più efficaci dilimitazione delle emissioni portano anchea maggiori riduzioni delle importazioni dipetrolio e di gas.

Le nuove politiche da adottare

Uno dei risultati chiave dello ScenarioAlternativo è che, nel complesso, le nuo-ve politiche ed i provvedimenti analizzatiportano ad un risparmio economico chesupera, di gran lunga, i costi di investimen-to iniziale sostenuti dai consumatori. Nell’arco di tempo compreso tra il 2005 edil 2030, gli investimenti totali per l’interafiliera energetica, dal produttore all’uten-te finale, sono di 560 miliardi di dollariinferiori rispetto allo Scenario di Riferimen-

to. Gli investimenti necessari per le appa-recchiature, per il consumo finale e per gliedifici sono di 2,4 mila miliardi di dollaripiù elevati, ma questa cifra è più che con-trobilanciata dai 3mila miliardi di investi-menti risparmiati sul fronte dell’offerta.Durante lo stesso periodo, il costo del com-bustibile risparmiato dai consumatori cor-risponde a 8,1 mila miliardi di dollari, piùche controbilanciando così gli investimen-ti aggiuntivi necessari sul fronte delladomanda per ottenere questi risparmi. Le modifiche introdotte dalle misure poli-tiche prese in esame nello Scenario Alter-nativo per gli investimenti in apparecchia-ture elettriche portano ad importantirisparmi. In media, un dollaro investito inapparecchiature elettriche ed edifici più effi-cienti porta ad un risparmio di più di duedollari di investimenti nel settore elettrico.Questo rapporto è più elevato nei paesi nonOCSE. I due terzi del capitale aggiuntivospeso sul fronte della domanda sono a cari-co dei consumatori dei paesi OCSE. Il perio-do di ritorno degli investimenti supplemen-tari sul fronte della domanda è molto breve,da uno a otto anni. Tale periodo è più bre-ve nei paesi emergenti e per le politicheapplicate prima del 2015.

Energia nucleare nuovamente presa in considerazione

L’energia nucleare, una tecnologia conso-lidata per la generazione di base dell’ener-

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gia elettrica, potrebbe svolgere un ruoloimportante per ridurre la dipendenza dal-le importazioni di gas e per limitare leemissioni di CO2. Nello Scenario di Riferi-mento, la potenza mondiale installata delnucleare aumenta da 368 GW nel 2005fino ad arrivare a 417 GW nel 2030. Tut-tavia, la sua percentuale nel mix energe-tico diminuisce, nell’ipotesi che sianocostruiti pochi nuovi reattori e che vari diquelli esistenti vengano dismessi. NelloScenario Alternativo, misure politiche vol-te a favorire l’energia nucleare portanoad un aumento della sua capacità di gene-razione fino a 519 GW nel 2030, e dellasua percentuale nel mix energetico. L’incremento dei prezzi dei combustibilifossili ha reso l’energia nucleare relativa-mente più competitiva, accrescendo cosìl’interesse per la costruzione di nuovi reat-tori. Nuove centrali nucleari potrebberoprodurre energia elettrica ad un costo infe-riore a 5 centesimi per kWh, a condizioneche i rischi connessi alla costruzione e alfunzionamento della centrale siano gesti-ti correttamente da costruttori e compa-gnie elettriche. Con questo costo, l’ener-gia elettrica prodotta dal nucleare sarebbepiù conveniente di quella prodotta con ilgas, se i prezzi di quest’ultimo si mante-nessero al di sopra di 4,70 dollari per milio-ni di Btu. L’energia nucleare rimarrebbecomunque più costosa rispetto alle centra-li convenzionali a carbone con prezzi diquesto combustibile inferiori a 70 dollariper tonnellata. La soglia di costo dell’ener-gia nucleare risulterebbe inferiore se venis-sero introdotte sanzioni economiche sul-le emissioni di CO2.L’energia nucleare svolgerà un ruolo piùimportante solamente se i governi dei pae-si nei quali il nucleare è ritenuto accetta-bile agiranno in maniera più decisa perfacilitare gli investimenti del settore pri-vato, soprattutto nei mercati liberalizzati. Da un lato, le centrali nucleari sono ad altaintensità di capitale, poichè richiedono un

investimento iniziale compreso tra 2 e 3,5miliardi di dollari per reattore; dall’altro,i costi di produzione sono meno vulnera-bili alle variazioni del prezzo del combu-stibile rispetto al carbone e al gas. Per dipiù, le risorse di uranio sono abbondantie ben distribuite nel pianeta. Questi duevantaggi rendono il nucleare un’opzionepotenzialmente attrattiva per aumentarela sicurezza degli approvvigionamenti dienergia elettrica, a condizione che i pro-blemi posti dalla sicurezza delle centrali,dall’eliminazione delle scorie radioattivee dal rischio di proliferazione siano risoltiper convincere l’opinione pubblica.

Biocombustibili e nuove tecnologie

I biocombustibili contribuiscono inmaniera decisiva a soddisfare i fabbiso-gni energetici mondiali del trasporto sugomma, specialmente nello ScenarioAlternativo. In questo scenario, talicombustibili coprono il 7% del consu-mo per il trasporto su gomma nel 2030,salendo dall’1% attuale, mentre nelloScenario di Riferimento la loro percen-tuale si attesta al 4%. In entrambi gliScenari, gli Stati Uniti, l’Unione Euro-pea e il Brasile coprono la maggior par-te dell’incremento e rimangono i prin-cipali produttori e consumatori dibiocombustibili. Si prevede che la mag-gior parte dell’aumento del consumodi biocombustibili nel mondo vengadall’etanolo, poiché ci si aspetta che isuoi costi di produzione scendano piùrapidamente di quelli del biodiesel, l’al-tro principale biocombustibile. La per-centuale di biocombustibili utilizzatiper il trasporto rimane di gran lunga lapiù alta in Brasile, il produttore di eta-nolo con i costi più bassi (figura 5).L’aumento della domanda di cibo, che èin competizione con i biocombustibili peri terreni destinati alla coltura e all’alleva-mento, limiterà la potenziale produzio-

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Figura 5Contributo dei bio-combustibili nel con-sumo di combustibi-le per il trasporto sustradaFonte: IEA

ne di biocombustibili, se non sarannointrodotte nuove tecnologie. Attualmen-te circa 14 milioni di ettari di terreno sonoutilizzati per la produzione di biocombu-stibili, cifra equivalente a circa l’1% deiterreni coltivabili nel mondo. Questa per-centuale sale al 2% nello Scenario di Rife-rimento e al 3,5% nello Scenario Alter-nativo. L’ammontare di terreno necessarioper questo scopo nel 2030 è superiore alterreno coltivabile di Francia e Spagnanello Scenario di Riferimento, e corrispon-de a quello di tutti i paesi OCSE del Paci-fico, Australia inclusa, nello ScenarioAlternativo. Nuove tecnologie attualmente in fase disviluppo, in modo particolare l’etanoloderivato da materiale vegetale (soprat-tutto cellulosa), potrebbero permettereai biocombustibili di svolgere un ruolo benpiù importante di quello previsto inentrambi gli scenari. Queste tecnologie diseconda generazione devono, tuttavia,superare ancora importanti sfide perdiventare commercialmente competitive.Il commercio ed i sussidi saranno di cru-ciale importanza per determinare dove econ quali risorse e tecnologie i biocombu-stibili saranno prodotti nei prossimi decen-ni, essendo il carico complessivo degliincentivi sui contribuenti e la competiti-vità dei costi dei biocombustibili unamaniera per promuovere la diversità ener-

getica e per limitare le emissioni di anidri-de carbonica.

Come realizzare lo Scenario Alternativo

Ci sono notevoli ostacoli che si frappon-gono all’adozione ed all’attuazione del-le politiche e dei provvedimenti conside-rati nello Scenario Alternativo. All’attopratico, sarà necessaria una forte volon-tà politica per attuare queste misure, mol-te delle quali incontrano resistenze dovu-te ad interessi divergenti di consumatorie industrie. I politici devono spiegare chia-ramente al mondo economico e alla socie-tà civile nel suo insieme i vantaggi chederiverebbero dall’adozione delle misureproposte. In molti paesi, l’opinione pub-blica si sta rendendo conto dei vantaggiper l’ambiente e per la sicurezza energe-tica dati da provvedimenti che incorag-giano un uso più razionale dell’energia eche aumentano il ruolo delle rinnovabili. Per conseguire iniziative politiche piùmarcate da parte degli enti governativi,sono necessari il supporto del settore pri-vato e la collaborazione internazionale. Mentre la maggior parte degli investi-menti sarà a carico del settore privato, igoverni hanno un ruolo chiave da gio-care per la creazione delle giuste condi-zioni per gli investimenti. I paesi indu-

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strializzati hanno un importante ruoloda svolgere nell’aiutare i paesi emergen-ti a superare il gap dello sviluppo tecno-logico e ad impiegare regole ed appa-recchiature efficienti. Questo richiederàpiani per promuovere il trasferimentodi tecnologie e la creazione di compe-tenze e sforzi collaborativi per metterein opera programmi di ricerca e svilup-po. Sarà inoltre necessaria una strettacooperazione tra i paesi e tra il settoreindustriale e gli enti governativi. I pae-si non OCSE possono cercare il sostegnodi istituzioni di prestito e di organizza-zioni internazionali per ideare ed attua-re nuove politiche. Questo potrebbeessere di particolare importanza per ipiccoli paesi emergenti che, diversamen-te da Cina ed India, possono incontraredifficoltà per attrarre gli investimenti. L’analisi dello Scenario Alternativo dimo-stra l’urgenza dell’intervento politico. Ogni anno di ritardo nell’attuazione del-le politiche prese in esame comportereb-be un forte aumento delle emissioni. Adesempio, se le politiche energetichesubissero un rinvio di dieci anni, comin-ciando ad essere attuate solamente apartire dal 2015, la riduzione complessi-va delle emissioni nel 2030 sarebbe,rispetto allo Scenario di Riferimento, disolo il 2% rispetto all’8% dello ScenarioAlternativo. Inoltre, rallentamenti neiprogrammi di ricerca e sviluppo, special-mente nel settore della cattura e dellostoccaggio del carbonio, potrebbero limi-tare le prospettive di riduzione delleemissioni dopo il 2030.

Maggiori risparmi energetici richiederebbero un interventopolitico ancora più marcato

Anche nel caso che i governi attuino, comeipotizziamo, tutte le politiche energetichein esame per limitare le importazioni dienergia e le emissioni, entrambe continue-

rebbero ad aumentare fino al 2030. Man-tenere le emissioni mondiali di CO2 ai livel-li attuali richiederebbe misure politichemolto più drastiche. Saranno inoltre qua-si certamente necessarie innovazioni tec-nologiche radicali per cambiare profonda-mente il modo di produrre e consumareenergia. La difficoltà di portare a terminequesti obiettivi nel periodo consideratodalla nostra analisi non giustifica inazionio ritardi che aumenterebbero, a lungo ter-mine, i costi per l’economia, per la sicurez-za e per l’ambiente. Prima inizia questoprocesso, più rapidamente sarà realizzatauna nuova generazione di sistemi energe-tici efficienti e a basso o a zero contenutodi carbonio. Un futuro dell’energia più sostenibile èalla nostra portata, grazie a tecnologiegià disponibili o prossime alla commer-cializzazione. Uno studio pubblicatorecentemente dall’AIE, Energy Technolo-gy Perspectives, dimostra la necessità diutilizzare un ventaglio di programmi tec-nologici di sviluppo e diffusione. In que-sto Outlook, un’Ipotesi Oltre lo ScenarioAlternativo mette in risalto come il diffi-cile obiettivo di mantenere le emissionidi CO2 nel 2030 ai livelli attuali possa esse-re raggiunto. Questo richiederebbe unariduzione delle emissioni di 8 miliardi ditonnellate in più rispetto allo ScenarioAlternativo. I quattro quinti del risparmiodi energia e di riduzione delle emissioniin questa Ipotesi sono dati da politicheancora più decise per aumentare l’effi-cienza energetica, promuovere il nuclea-re e le rinnovabili per la generazione dienergia elettrica, e favorire l’introduzio-ne della tecnologia di cattura e stoccag-gio del carbonio, una delle opzioni piùpromettenti per limitare le emissioni alungo termine. D’altronde, i cambiamen-ti tecnologici evidenziati in questa Ipote-si, quantunque tecnicamente realizzabi-li, sarebbero senza precedenti per scalae velocità di attuazione.

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Portare le moderne forme di energia ai meno abbienti è una necessità urgente

Per quanto si registri un costante pro-gresso in entrambi gli scenari nell’uso dimoderni servizi energetici nei paesi emer-genti, nel 2030 molte persone continue-ranno a dipendere dalla biomassa peruso domestico. Attualmente, 2,5 miliar-di di persone utilizzano combustibile alegna, carbonella, rifiuti vegetali e con-cime animale per la maggior parte deiloro fabbisogni energetici quotidiani percucinare e riscaldare. In numerosi paesi,queste forme di energia contano per piùdel 90% del consumo totale di energiaper uso domestico. Un uso inefficiente enon sostenibile della biomassa provocagravi conseguenze per la salute, per l’am-biente e per lo sviluppo economico. Undato scioccante è che 1,3 milioni di per-sone, principalmente donne e bambini,muoiono prematuramente ogni anno acausa dell’inquinamento dell’aria provo-cato dalla biomassa in ambienti chiusi.In altri paesi dove i prezzi locali si sonoaggiustati agli alti prezzi attuali, lo spo-stamento verso sistemi di cottura piùpuliti ed efficienti ha registrato un ral-lentamento, ed ha addirittura subitoun’inversione. Nello Scenario di Riferi-mento, il numero di persone che utiliz-zano la biomassa aumenta a 2,6 miliar-di nel 2015 e a 2,7 miliardi nel 2030, conla crescita della popolazione mondiale.Questo significa che un terzo della popo-lazione mondiale continuerà ad utilizza-re questi combustibili, con una percen-tuale a malapena inferiore a quellaattuale. Ci sono ancora, nel mondo, 1,6miliardi di persone private di elettricità.Per realizzare i Millenium DevelopmentGoals, sarebbe necessario scendere, nel2015, a meno di un miliardo. È necessaria ed urgente un’azione cheincoraggi un uso più efficiente e soste-

nibile della biomassa tradizionale, e cheaiuti le persone a cambiare ed utilizza-re combustibili e tecnologie moderneper cucinare. Le politiche più adattedipendono dalle circostanze locali, qua-li i redditi pro capite e la disponibilità diapprovvigionamenti sostenibili di bio-massa. Sono già disponibili combustibi-li e tecnologie alternative a costi ragio-nevoli. Dimezzare il numero di coloroche utilizzano la biomassa per cucinareentro il 2015, un obiettivo del Millen-nium Project delle Nazioni Unite, com-porterebbe che 1,3 miliardi di personeiniziassero ad utilizzare gas di petrolioliquefatti ed altri combustibili commer-ciali. Questo non avrebbe un impattorilevante sulla domanda mondiale dipetrolio e costerebbe, al massimo, 1,5miliardi di dollari all’anno. Per raggiun-gere questo obiettivo sono tuttavianecessarie, insieme al supporto dei pae-si industrializzati, misure forti e concer-tate, e maggiori fondi da parte di inve-stitori pubblici e privati. Le politichedovrebbero tendere all’eliminazione del-le barriere all’accesso, alla convenienzaeconomica e alla disponibilità, e dovreb-bero formare la componente centrale dipiù ampie strategie di sviluppo.www.iea.org

Errata CorrigeNel n. 6/2006 della rivista, a pag. 18, strillo late-

rale, è stato erroneamente riportato “decisivo il

prossimo millennio”, invece di “decisivo il pros-

simo decennio”, come scritto nel testo.

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