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La stampa è libera e non soggetta ad autorizzazioni o censure (art.21/Cost.Rep.It) The International Journal Il giornale globale aperto sul mondo Si può fare cultura senza politica, ma non politica senza cultura. Editore: World Cultural no profit Organization of International Communication” Direttore Editoriale: Lucia Capretto Campaiola Direttore Responsabile: S. Sergiacomi de Aicardi Segretario di Redazione: Jonathan Ciccarelli Sede Redazione: Relazioni Internazionali dell’ International Journal Agia Marina, Koropi (12km Atene) Le vestigia della storia: il castello di Carimate (CO, I ).antico feudo Aicardi Il palazzo dell’ ONU, New York (USA) L’ignoranza uccide, la cultura fa vivere. - Non si può conciliare il vero con il falso. - La cooperazione fra gli stati è il fondamento del diritto inernazionale. - l’ONU è il principio di reciprocità fra i vari stati e i cittadini. - Gli stati che non rispettano i trattati, le convenzioni, il diritto internazionale e diplomatico non sono degni dell’esercizio della sovranità. Il turismo internazionale è il vero passaporto della pace. Editoriale Se è vero che la storia è la maestra della vita, che l’uomo senza storia è come un cieco senza guida, che il passato non è già bello perché ci offre la sua memoria, ma soprattutto perché ci aiuta a vivere il presente e a prevedere il futuro. Infatti si può fare cultura senza politica, ma non politica senza cultura ed oggi assistiamo sempre più a questa realtà, dove come affermava George Bernanos, il cittadino schiacciato dal mostro leviathano di molti stati rapaci, in cui si confonde il diritto e la legge, con la libertà che è sempre più derubricata a licenza e dove la democrazia si regge su voti comprati all’ingrosso ovvero sul falso consenso! I rappresentanti eletti e delegati dal popolo divengono i principali corruttori, arrogandosi poteri al di fuori delle leggi costituzionali. Le tasse, le imposte ed altro divengono spesso un arbitrio, non sostenute dal semplice dovere del cittadino di contribuire alle spese pubbliche, ma facendo “contra legem” assurgere a spese pubbliche addizionali e disposizioni al solo scopo di ridurre il libero cittadino-sovrano in un miserabile schiavo, con molteplici palle al piede, vanificando i proventi del proprio lavoro o della pensione, a meno della metà fra imposte dirette e indirette. L’esempio più lampante è la benzina, sovraccaricata di imposte indirette e accise superiori allo stesso prezzo base del prodotto, determinando un illegale tasso d’usura! Cosa ha in concreto il cittadino-sovrano da questi stati, dove si predica in un vuoto laicismo, contro l’ipotetica evasione fiscale come fosse un peccato mortale contro la Divinità che comunque nella sua eticità di precetto religioso, si basa sempre sul principio del libero arbitrio. Il cittadino-sovrano dovrebbe essere libero di valutare la legittimità delle voci raccordate alle spese pubbliche e di conseguenza libero di contribuire e versare allo stato quanto dovuto. Se consideriamo abominevoli, secondo la morale e la legge penale, coloro che vivono sui proventi della prostituzione, perché in effetti il prestatore sessuale è ridotto a una macchina per far soldi, cosa dovremmo dire di quegli stati esosi e fiscalizzatori, dove l’essere umano è obbligato anche a corrispondere tasse e imposte senza poterne valutare la legittimità? Segue

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Page 1: The International Journal · 2010. 3. 4. · La stampa è libera e non soggetta ad autorizzazioni o censure (art.21/Cost.Rep.It) The International Journal Il giornale globale aperto

La stampa è libera e non soggetta ad autorizzazioni o censure (art.21/Cost.Rep.It)

The International Journal Il giornale globale aperto sul mondo Si può fare cultura senza politica, ma non politica senza cultura.

Editore: “World Cultural no profit Organization of International Communication”

Direttore Editoriale: Lucia Capretto Campaiola Direttore Responsabile: S. Sergiacomi de Aicardi Segretario di Redazione: Jonathan Ciccarelli

Sede Redazione: Relazioni Internazionali dell’ International Journal

Agia Marina, Koropi (12km Atene)

Le vestigia della storia: il castello di

Carimate (CO, I ).antico feudo Aicardi

Il palazzo dell’ ONU, New York (USA)

L’ignoranza uccide, la cultura fa vivere. - Non si può conciliare il vero con il falso. - La cooperazione fra gli stati è il

fondamento del diritto inernazionale. - l’ONU è il principio di reciprocità fra i vari stati e i cittadini. - Gli stati che non

rispettano i trattati, le convenzioni, il diritto internazionale e diplomatico non sono degni dell’esercizio della sovranità.

– Il turismo internazionale è il vero passaporto della pace.

Editoriale Se è vero che la storia è la maestra della vita, che l’uomo senza storia è come un cieco senza guida, che il passato non è già bello perché ci offre la sua memoria, ma soprattutto perché ci aiuta a vivere il presente e a prevedere il futuro. Infatti si può fare cultura senza politica, ma non politica senza cultura ed oggi assistiamo sempre più a questa realtà, dove come affermava George Bernanos, il cittadino schiacciato dal mostro leviathano di molti stati rapaci, in cui si confonde il diritto e la legge, con la libertà che è sempre più derubricata a licenza e dove la democrazia si regge su voti comprati all’ingrosso ovvero sul falso consenso! I rappresentanti eletti e delegati dal popolo divengono i principali corruttori, arrogandosi poteri al di fuori delle leggi costituzionali. Le tasse, le imposte ed altro divengono spesso un arbitrio, non sostenute dal semplice dovere del cittadino di contribuire alle spese pubbliche, ma facendo “contra legem” assurgere a spese pubbliche addizionali e disposizioni al solo scopo di ridurre il libero cittadino-sovrano in un miserabile schiavo, con molteplici palle al piede, vanificando i proventi del proprio lavoro o della pensione, a meno della metà fra imposte dirette e indirette. L’esempio più lampante è la benzina, sovraccaricata di imposte indirette e accise superiori allo stesso prezzo base del prodotto, determinando un illegale tasso d’usura! Cosa ha in concreto il cittadino-sovrano da questi stati, dove si predica in un vuoto laicismo, contro l’ipotetica evasione fiscale come fosse un peccato mortale contro la Divinità che comunque nella sua eticità di precetto religioso, si basa sempre sul principio del libero arbitrio. Il cittadino-sovrano dovrebbe essere libero di valutare la legittimità delle voci raccordate alle spese pubbliche e di conseguenza libero di contribuire e versare allo stato quanto dovuto. Se consideriamo abominevoli, secondo la morale e la legge penale, coloro che vivono sui proventi della prostituzione, perché in effetti il prestatore sessuale è ridotto a una macchina per far soldi, cosa dovremmo dire di quegli stati esosi e fiscalizzatori, dove l’essere umano è obbligato anche a corrispondere tasse e imposte senza poterne valutare la legittimità? Segue

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Continua dalla pagina 1 I reggitori di quegli stati, anziché comprimere la spesa pubblica aumentano tasse e tributi, senza comprendere di essere i responsabili dell’inflazione che è la prima causa della rovina degli stati e dei cittadini. Che dire delle multe e sanzioni amministrative irorate da varie polizie comunali per ipotetiche soste vietate come se un comune esercitasse una sovranità territoriale, e non a termine di legge una semplice circoscrizione amministrativa limitata a un area parzialmente pubblica. La stessa tassa di occupazione di suolo pubblica non può essere riscossa in quanto il suolo è territorio sovrano dello stato e quindi degli stessi cittadini-sovrani. Quando si pretende tale tassa per una tenda solare, tavolini posti su di un marciapiede, si viene a violare la proprietà privata in quanto il marciapiede è per consuetudine aperto all’uso pubblico, ma di proprietà esclusiva dell’immobile che vi si affaccia. Potremmo continuare ancora come indicando la illegittimità della tassa di circolazione dei veicoli o il pedeaggio sulle autostrade, tutte aree pubbliche e costituzionalmente libere di utilizzo da parte dei cittadini. Il sistema bancario di molti stati ormai, in pieno dissesto finanziario, dove le loro garanzie non sono più accettate dagli altri stati pretendono ancora garanzie non solo immobiliari ma anche garanzie di redditualità contro i loro stessi interessi per concedere mutui o finanziamenti utilizzando monete il cui valore reale è semplice carta straccia! Per riassumere il cittadino-sovrano viene arbitrariamente privato dei suoi utili economici con imposte dirette fra un minimo del 27% a un massimo del 43% sulle quali vanno aggiunte le imposte indirette prelevate su benzina, acqua, gas, luce, tasse scolastiche, diritti e obbligazioni, IVA o TVA. Queste ultime indirette su somme di denaro già ampliamente fiscalizzate. Il nostro International Journal vuole essere una voce globale aperta sul mondo per mettere a fuoco i vari aspetti della vita, cultura, costumi, turismo, diplomazia, perché la globalizzazione non è altro che una palestra di confronto fra i vari localismi, i valori insostituibili delle proprie radici ed identità: il mondo è un insieme di popoli e nazioni, riconducibili alle circa 200 entità sovrane che sono gli stati, relazionati dalla diplomazia che è il buon senso applicato agli affari del mondo. Le vestigia dei secoli parlano la voce dell’eternità e l’uomo non può che rispettare convenzioni e trattati internazionali, in un mondo sempre più privo di eticità e condannato alla “damnatio memoriae”, perché la falsa politica sociale ed economica, teme la cultura, teme l’uomo che pensa autonomamente con il proprio cervello, volendolo ridurre a un povero robot, dove ogni suo atto o movimento deve essere controllato da codici fiscali, impronte digitali e telecamere. Vorrei chiedere alle tante piramidi di cartapesta che pretendono di governarci, come governavano e si reggevano i grandi imperi con monarchi assoluti, senza tutte queste diavolerie di certi stati cosi detti democratici di oggi, basti l’epidittico esempio di S.M.C. Carlo V d’Asburgo (che parlava e scriveva in italiano, francese, fiammingo, ungherese, tedesco, inglese, spagnolo, portoghese e latino), Sacro Romano imperatore, re apostolico di Ungheria, Re di Spagna, Re di Portogallo e sovrano del Nuovo Mondo: sul suo Impero non tramontava mai il Sole, con una limitatissima burocrazia non pagata nemmeno dallo stato? Oggi esemplificando solo l’ Unione Europea che non è riconosciuta da alcuno stato del mondo, ha 44000 funzionari ed impiegati (con un minimo di stipendio netto per un uscere anziano di 6000 euro), eurodeputati e commissione europea, batte moneta l’euro attraverso una BCE (banca centrale europea): istituzione privata che non gode di alcuna prerogativa di legittimità sovrana! Al contrario gli antichi stati sovrani battevano moneta reale e non a corso forzoso, rappresentate da autentiche monete d’oro, argento, rame di valore equivalente. Non pertanto una semplice carta moneta rappresentativa di un valore convenzionale che sempre più sfugge al controllo del cittadino-sovrano. Ci permettiamo di scomodare anche Marco Tullio Cicerone per affermare, nella voce dei secoli: “mala tempora currunt”.

Hot e Ll’b L’imperatore Carlo V d’Asburgo e il suo stemma.

Anno

Anno I-II / 2009 - 2010

The International Journal

Cultura-Turismo-Arte-Diplomazia-Cronaca Reg. stampa- trib.Chiavari n°1056/09 Stampa: propria - Diffusione: on line Editore: World Cultural no profit Organization of International Communication. Direzione-Redazione-Amministrazione: Salita dei fiordalisi 2 – 16035 Rapallo (GE) Tel.+39 3473096074 - +306977726389

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(“95): « International Company of Malta : Future

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Che cos’è l’elzeviro?L'elzeviro è un carattere tipografico ideato nel XVI secolo dalla famiglia di tipografi ed editori olandese Elzevier.Nella stampa italiana del Novecento, il termine ha preso ad indicare l'articolo di apertura della Terza pagina. Solitamente era un pezzo di critica letteraria o teatrale, oppure una riflessione erudita su un tema di attualità o di costume. Apparve per la prima volta sul quotidiano romano Il Giornale d'Italia di Alberto Bergamini . Bergamini scelse per l'articolo principale della Terza pagina del suo quotidiano il carattere tipografico Elzevier che, avendo un modello triangolare, conferiva più leggerezza alla pagina e permetteva inoltre di utilizzare un corpo più ridotto pur mantenendo una grande leggibilità. Gli elzeviri sono infatti articoli molto estesi. Dal 3 gennaio 1905 il Corriere della Sera iniziò a fare altrettanto e l'elzeviro venne così codificato ed "istituzionalizzato", passando ad indicare, più che il carattere, l'articolo scritto con quel carattere. Da allora tutti gli articoli di apertura delle Terze pagine dei quotidiani vengono chiamati elzeviri. Negli anni venti e trenta del secolo XX, l'elzeviro contribuì in modo decisivo a diffondere in Italia il"prosa d'arte": la scrittura era caratterizzata dall'uso di figure retoriche e dalla ricchezza stilistica. Tra i maestri riconosciuti del genere, il critico Emilio Cecchi. Anche le grandi recensioni teatrali d'autore andarono in elzeviro. Per il prestigio della sua collocazione nella Terza pagina, gli autori degli elzeviri erano esclusivamente scrittori affermati: non potevano scrivere elzeviri i giornalisti. Per questo, l'elzeviro rappresentò per molte generazioni di scrittori un punto d'arrivo, la dimostrazione del raggiungimento di un livello di eccellenza. Nel dopoguerra l’elzeviro perse il suo carattere di "vertice della cultura". I direttori dei quotidiani decisero che l'apertura della Terza pagina doveva essere interessante anche per un pubblico non intellettuale e quindi aprirono l'elzeviro ai giornalisti di professione. Su alcuni quotidiani l'elzeviro divenne anche una rubrica fissa, affidata a uno o più giornalisti in rotazione. Non era infrequente, poi, che alcuni di loro raccogliessero i propri elzeviri in volume: è il caso ad esempio di Farfalla di Dinard e Auto da fé, due opere che raccolgono gli elzeviri composti da Eugenio Montale, per il Corriere della sera

Ex-libris della famiglia Elzevier, antichi tipografi di Leida(NL) inventori del carattere a stampa: elzeviro

Elzeviro

la Paradossocrazia Viaviamo in un epoca dove il paradosso regna sovrano. Non conta quanto un uomo sia preparato, ma quanti pezzi di carta tiene dietro la scrivania. Dove la felicità di un uomo sta nella capacità di non riflettere per poter vivere più tranquillamente nell’ignoranza. Dove un libro non è giudicato in base alla sua complessiva bellezza ma a quante copie vende. Dove l’amore e l’amicizia sono pesati non per la forza del legame tra gli interessati, ma per la quantità di messagini che essi si scambiano. Dove il politico non è misurato per il suo lavoro ma per la quantità di consensi che riesce a ottenere. Dove la rispettabilità di una persona è proporzionale al suo conto in banca, non ai suoi trascorsi. Dove la bravura di un attore sta nella sua bellezza non nella capacità di emozionare, e dove il musicista ha probabilità di avere successo se scrive banalità e non se le sue composizioni sono degne di chiamarsi tali. Dove la buona fattura di un capo è seconda al nome che porta sull’etichetta. Dove ancora si è costretti a trovare capri espiatori per potersi sentire liberi dai propri peccati semplicemente puntando un dito. Dove le possibilità di raggiungere un buon impiego sono proporzionali all’importanza dei nomi sulla propria agenda. Dove la riuscita di un appalto si deve al numero di tangenti versate. Dove i buoni propositi non escono mai dai bar dove vengono espressi, e molto spesso finiscono per annegare in un opaco bicchiere di vino invece di vedere la luce del sole. Dove apparire è più importante che essere. Dove la forma viene considerata dieci volte più importante della sostanza. E purtroppo potrei continuare per troppe altre pagine. Da umile cittadino del mondo l’unica arma che mi è concessa è la penna, ancora convinto che la stampa, come asseriva nel suo discorso alla Camera dei Comuni nel XVIII secolo Sir Edmond Burke è il quarto potere , e sapendo che come la lingua può ferire più della spada sfrutto questo angolo per sferrare il mio primo affondo con questo appello: L’unica cura è un globale esame di coscienza, facciamo in modo che questo mondo non continui a essere la tragicomica parodia di se stesso. Jonathan Ciccarelli

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Storia e Diplomazia

Le Radici cristiane d’Europa nei ventuno secoli delle

Relazioni Internazionali della Santa Sede

(In occasione dell’80° dello Stato Città Vaticano)

La Santa Sede è il più antico stato sovrano del mondo nella sua

fondazione, tradizione e storia attraverso 21 secoli: da S. Pietro

primo romano pontefice e vicario di Cristo fino all’attuale Papa

Benedetto XVI.

La Santa Sede ha sempre esercitato il diritto attivo e passivo di

legazione. Secondo la tradizione, tale diritto risale sia ai legati

pontifici presso i vari concili, sia agli “Apocrisari”, rappresentanti

pontifici permanenti presso l’impero Romano d’Oriente, sia ai vicari

apostolici (nei primi secoli), sia ai nunzi apostolici presso gli Stati dal

XV secolo. Si ricorda papa S. Damaso I (366-384) fra i precursori

dell’esercizio del diritto di incaricare e di inviare rappresentanti

pontifici, cui è intitolato il cortile di S. Damaso in Vaticano, dove

ancora oggi gli ambasciatori presso la Santa Sede ricevono gli onori

da un reparto della Guardia svizzera.

Secondo il principio evangelico Omnis potestas a Deo, il Dictatus

papae di S. Gregorio VII e le varie fonti giuridiche del diritto

canonico, la Santa Sede ha conferito nei secoli la stessa fons della

sovranità a diversi regni ed imperi da Clodoveo I, re dei Franchi;

battezzato a Reims il 25.12.498 dall’arcivescovo San Remigio ed

incoronato per mandato papale, a Carlo Magno, incoronato da San

Leone III “Sacro Romano Imperatore”(Impero durato fino al 1806),

a S. Stefano “Re apostolico” di Ungheria nell’anno mille, la cui

corona ricevuta dal papa Silvestro II divenne il simbolo della

sovranità ungherese, a re Boris I di Bulgaria, a Tomislao I, incoronato

nel IX secolo re di Croazia dal papa Giovanni X; ha concesso anche

titoli specifici, come “maestà cattolica” nel 1492 da papa Alessandro

VI Borgia al sovrano di Spagna, “defensor fidei” al re di Inghilterra,

“maestà fedelissima” da papa Benedetto XIV nel 1748 al re del

Portogallo ecc. Il riconoscimento dell’indipendenza e della sovranità

dell’antica Repubblica di San Marino è fondato sul “Placitum

Feretranum”, promulgato nel IX secolo dal vescovo della “Vetusta

Feretrana Civitas invicta Sancti Leonis” (Montefeltro). La Santa

Sede, sotto il pontificato di Urbano II nominò Ruggero I d’Altavilla

legato pontificio. Nel XII secolo conferì a Ruggero II il titolo di Re di

Sicilia, duca di Puglia e di Calabria.

San Angilberto, abate di San Ricario presso Amiens, nel 795 venne

inviato come ambasciatore dell’imperatore Carlo Magno presso il

papa Leone III.

Nicolò Polo, patrizio di Venezia, il fratello Matteo ed il figlio Marco

vennero ricevuti a San Giovanni d’Acri, oggi Haifa, dal Legato

pontificio l’arcivescovo Tebaldo Visconti, cui presentarono le

credenziali dell’Imperatore del Catai (attuale Cina) della dinastia

mongola Yuan (1299-1368), come ambasciatori presso la Santa

Sede.

Nel 1504 si attribuisce al papa Giulio II della Rovere una lista di

precedenze di re cristiani, secondo le disposizioni redatte da Mons.

Antonio Paris de Grassis, uno dei maestri di cerimonia della Cappella

papale, dove erano indicati gli ambasciatori presso la Santa Sede.

Il trattamento di eccellenza fu proprio degli ambasciatori presso la

Santa Sede dal 1593, nel quale anno il principe Luigi de Gonzaga,

duca di Nevers (1539-1595) generale e diplomatico, ambasciatore di

Francia venne dal papa Clemente VIII Aldobrandini, complimentato

con questo titolo.

Con reale lettera patente del 1596 S.M.C. re Filippo II d’Asburgo

confermava il trattamento di eccellenza per gli ambasciatori.

Gli ambasciatori esistono da quando gli uomini commerciano, si

alleano, si combattono e fanno la pace. Il vocabolo è presente anche

nell’antico accadico e in assiro come “nagiru” in greco è “proxenos”,

per poi giungere alla lingua latina classica “missus” e lo stesso

ordinamento del Sacro Romano Impero prevede i “missi dominici”,

mentre nel latino tardo medioevale dal verbo “ambactiare” (andare

in missione) deriva la denominazione di “ambasciatore”.

Già nel 1200 a.C. in Egitto si delineano le prime istituzioni protettrici

del commercio e della navigazione, e i Fenici hanno a Menfi un

quartiere riservato “fondaco” con templi nei quali possono

osservare le proprie leggi.

Verso il 500 a.C. nello stesso Egitto i Greci usufruiscono di un porto

franco e del diritto di nominare magistrati per giudicare i

connazionali secondo le leggi greche. Il primo esempio storico della

figura del proxenos è rilevabile dall’epigramma sepolcrale di

Menecrate ambasciatore di Corfu a Oiantheia in Locride del 600 a.C.

(monumento a Menecrate)

Tale istituto giuridico di rilevanza internazionale viene posto in

essere dalle varie città-stato. Risale a tale epoca la Convenzione

diplomatica (VI sec. a.C.) tra Elei ed Erei, venuta alla luce ad Olimpia

su una tavola bronzea. Vengono indicati anche i privilegi propri,

l’inviolabilità dei beni, le immunità fiscali e doganali, il diritto di

usare un proprio sigillo ed esporre lo scudo dello stato inviante sulla

residenza. Tale ufficio viene conferito a cittadini di singolare rilievo:

Pindaro rappresenta Atene a Tebe; Tucidide Atene Farsala; Alcibiade

Sparta ad Atene.

Nel Medioevo le Repubbliche marinare nominano rappresentanti

ufficiali come Genova a Caffa, a Costantinopoli Venezia accredita un

rappresentante, seguito al Trattato del 1277 con l’imperatore

romano d’Oriente. Per venire a tempi più recenti… sono conservate

le lettere credenziali di Riccardo III di York re di Inghilterra che invia

rappresentante ufficiale a Firenze il patrizio Lorenzo Strozzi.

La Santa Sede detiene al presente stabili relazioni diplomatiche con

177 stati nei cinque continenti, mantiene anche rappresentanti

pontifici presso le istituzioni europee, riceve due missioni speciali

della Federazione Russa e dell’OLP, nonché come “stato

osservatore” siede presso l’ONU e come membro jure proprio in 7

organizzazioni e agenzie dell’ONU.

Non si possono dimenticare le relazioni internazionali non solo

attraverso i legati, i nunzi, gli internunzi e i delegati apostolici, ma

anche con gli oltre quattromila: patriarcati, arcivescovadi, vescovadi,

prelature territoriali, abbazie territoriali, esarcati apostolici, vicariati

apostolici, prefetture apostoliche, amministrazioni apostoliche,

missioni sui juris, custodia di Terra Santa (Lettera apostolica

21.11.1342), eretti e confermati “gratia Dei et apostolicae sedis”

(C.I.C. can. 377). Nonché la presenza di moltissimi religiosi nel

mondo, dipendenti dai vari istituti di vita consacrata di diritto

pontificio o di diritto diocesano; delle parrocchie e del clero secolare.

“Il romano pontefice ha il diritto nativo e indipendente di nominare

ed inviare suoi legati sia presso le chiese particolari nelle diverse

nazioni, sia presso gli stati e le autorità pubbliche …” (C.I.C. can.

362).

Nei secoli tali relazioni internazionali si sono concretizzate nel senso

più abituale del termine con le ambasciate dei vari stati, con la

partecipazione a leghe di stato, a trattati di pace,accordi

internazionali, arbitrati fra sovrani, come quello fra Spagna e

Portogallo, con la Bolla papale di Alessandro VI Borgia “Inter

cetera…” del 1493 e il conseguente “Trattato di Tordesillas” del

1494, che sanciva la divisione delle aree di influenza nel nuovo

mondo.

Ricordiamo l’ambasciata della Repubblica di San Marco a Palazzo

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Venezia, di Spagna, del Sacro Romano Impero, dei sovrani di

Baviera, di Napoli (poi Due Sicilie), a Palazzo Farnese, di Toscana, del

Ducato di Milano (accreditando come ambasciatore presso il papa

Nicolò V nel 1447 e poi presso il successore papa Callisto III Borgia,

il Vescovo di Novara e principe del S.R.I. cardinale Bartolomeo

Aicardi; fra i numerosi ambasciatori veneti ricordiamo i patrizi:

Nicolò Contarini, Francesco Morosini, Lorenzo Tiepolo nel 1712,

Francesco Venier nel 1744; gli ambasciatori di Francia: il cardinale

de Perron nel 1595, il conte Filippo de Mornay, signore du Plessis,

il marchese de Lavardin nel 1687, il conte de Crequy, il maresciallo

di Francia Thessé nel 1709, il conte d’Estrées nel 1812;

gli ambasciatori di Spagna: marchese d’Anguillar nel 1528, Card.

Gaspare de Borja y Velasco, duca di Gandja nel 1753; gli

ambasciatori di Hannover Ompteda nel 1817 e Reden nel 1819; ecc.

Nel 1819 venne a Roma in visita di Stato con un’ampia missione

diplomatica l’imperatore d’Austria Francesco I d’Asburgo,

accompagnato dal principe Clemente di Metternich che furono

ospitati nell’attuale Palazzo della Consulta davanti al Quirinale dal

Papa Pio VII.

Una delle prime missioni diplomatiche permanenti fu quella

accreditata da Francesco Sforza duca di Milano presso la Repubblica

di Genova nel 1455.

Il Cardinale Armand-Charles du Plessis duca de Richelieu primo

ministro di Francia istituì nel 1626 il primo ministero degli Esteri nel

senso moderno.

All’assedio di Casale Monferrato nel 1628 il cardinale de Richelieu

incontra il diplomatico pontificio mons. Giulio Mazzarino da qui la

nomina a nunzio a Parigi, poi il Cardinalato e la successione, alla

morte del cardinale de Richelieu, a primo ministro di Francia al

servizio della reggente Anna d’Austria e poi del re Luigi XIV.

Il latino ha rappresentato durante gli ultimi 2.500 anni la più

autentica espressione della nostra civiltà, dopo la caduta

dell’impero romano d’Occidente è rimasto come lingua principale

della Santa Sede e per secoli anche quella ufficiale di molti paesi, in

Francia come lingua giudiziaria fino a Carlo VIII di Valois, mentre per

gli atti notarili fino a Francesco I (Editto del 10.08.1539). Continuò ad

essere lingua ufficiale fino al 1846 nel Regno di Ungheria, inteso

come insieme degli stati della Sacra Angelica et Apostolica Regni

Ungariae Corona, tra i quali troviamo la Slavonia, la Croazia, la

Bosnia , la Transilvania , la Dalmazia, la Cumania, la Bulgaria, la

Serbia, la Rascia, la Città di Fiume, la Lodomelia, la Galizia, la

Valacchia e la Moldavia. Dal 1714 al 1918 il francese a sua volta

assurge a lingua diplomatica, mentre l’inglese è considerato lingua

commerciale.

Il Trattato di Versailles (1919) è esteso in due lingue, francese ed

inglese, mentre sono redatti in francese i Trattati di Saint-Germain,

Sévres, Losanna (Ouchy) e Neuilly.

L’ultimo trattato internazionale di pace (febbraio 1947) a Parigi

viene compilato in inglese, russo e francese. Il francese viene ancora

utilizzato nella Convenzione d’armistizio in Palestina (1948). Così il

francese, accanto all’inglese, nella Convenzione di Vienna sulle

relazioni diplomatiche del 1961 e sulle relazioni consolari dl 1963.

Dal canto suo l’URSE, Unione Regioni Storiche europee, ha

ufficializzato in latino il proprio inno “Salve Europa, mater

humanitatis”, composto dal M° Enrico Fanciulli e scritto dalla

presidente, Prof.ssa Cristina Amoroso, che si può ascoltare e

scaricare nel sito http://www.urse.org di cui ne ha dato notizia, fra i

molti organi di stampa e on line, l’agenzia internazionale FIDES della

Santa Sede, (19.09.2008).

La sede pontificia venne posta ab origine nel Palazzo del Laterano

(già appartenente alla famiglia patrizia dei Laterani), donato

dall’imperatore Costantino dopo la vittoriosa battaglia di Ponte

Milvio (28.10.312) al sovrano pontefice il papa Melchiade.

Successivamente la sede venne trasferita nel Palazzo apostolico

vaticano e per un periodo nel Palazzo del Quirinale dal 1592 con

papa Clemente VIII al papa Pio IX fino al 1870.

Se è vero che la storia è il seme da cui nasce il futuro, i ventun secoli

della Santa Sede sono un sicuro vademecum anche per le relazioni

internazionali. La pace di Westfalia (1648), il trattato di Utrecht

(1714), il Congresso di Vienna (1815), la Convenzione di Vienna sulle

relazioni diplomatiche (1961), i concordati e le convenzioni con gli

stati, fra i quali il “Trattato del Laterano”(11.02,1929) con l’Italia ,

recepito anche nell’art. 7 della Costituzione italiana (1948),

prevedono nei paesi cattolici che il nunzio apostolico sia de jure

decano del corpo diplomatico.

Le rappresentanze pontificie sono composte da personale

diplomatico di alto profilo culturale, accademico, storico, giuridico,

religioso, disposato ad un’ampia conoscenza di lingue e da una

valida esperienza internazionale.

Dal canto loro, i membri del Corpo diplomatico presso la Santa Sede

necessitano di ottima preparazione internazionale, culturale,

accademica, giuridica, storica, con buona conoscenza della storia

della chiesa e delle relative relazioni internazionali.

La Santa Sede, oltre al diritto attivo di legazione diplomatica,

esercita il diritto passivo, riceve cioè i legati che gli stati inviano o in

missione straordinaria e temporanea o ordinaria e permanente.

I legati degli stati inviati con carattere diplomatico ordinario e

permanente costituiscono, considerati complessivamente, il Corpo

diplomatico presso la Santa Sede. Essi godono sia in tempo di pace

che in tempo di guerra di tutte le prerogative ed immunità anche in

rapporto allo stato italiano nel cui territorio risiedono (art. 11 del

Trattato Lateranense). Alcuni degli agenti diplomatici sono

accreditati con il titolo di “ambasciatori straordinari e

plenipotenziari”, altri con il titolo di “inviati straordinari e ministri

plenipotenziari”.

La Santa Sede è una “forza mondiale con grande influenza … una

portata diplomatica globale e un corpo diplomatico altamente

rispettato … svolge un ruolo centrale nel dibattito intellettuale e

morale e, interessandosi di un’ampia varietà di temi e aree… ci

sono pochi posti migliori in cui svolgere il proprio servizio

diplomatico”, così ha affermato il 10.09.2008 l’ambasciatore del

Regno Unito presso la Santa Sede Francis Campbell, durante il

“Seminario professionale per giornalisti della stampa internazionale”

svoltosi presso la Pontificia Università della Santa Croce in Roma.

Come ha affermato il 28.01.2009 l’ambasciatore USA presso la Santa

Sede, la Prof.ssa Mary Ann Glendon (presidente della Pontificia

Accademia delle Scienze Sociali): “Questa funzione di ambasciatore

ha portato … ogni giorno nuove esperienze e novità per le

preoccupazioni della Santa Sede … in ambito mondiale…la rende

uno straordinario punto d’ascolto…”

“La Santa Sede non si può identificare con la Chiesa Cattolica come

unità di credenti, né con lo Stato della Città del Vaticano. Un vero

status internazionale di tipo pubblico come soggetto sui juris, che

si dà l’organizzazione giuridica e non la riceve dall’esterno, e come

tale entra in relazione con gli altri stati”, come afferma Mons.

Pietro Parolin, sottosegretario per i rapporti con gli stati della

Segreteria di Stato della Santa Sede.

Significative le relazioni diplomatiche con l’impero del Congo

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“Manicongo”, dove veniva introdotta nel 1491 la religione cattolica,

tanto che l’antica capitale Mbanza diverrà San Salvador, erigendovi

pure la sede episcopale. Sull’impero del Congo e sulle relazioni con la

Santa Sede sono conservati importanti documenti sia nell’Archivio

segreto vaticano che in quello della S.C. de Propaganda Fide. Vi si

rileva tra l’altro lo scambio di ambasciatori fra don Alvaro,

imperatore del Congo, intorno al 1583 con il romano pontefice, con il

re Filippo II di Spagna e con il re del Portogallo. Data 20.01.1583 la

donazione fatta dall’imperatore congolese di una vasta parte del suo

regno al Santo Padre, cui chiede di porre il suo alto protettorato.

Nella basilica papale di S. Maria Maggiore è stato inumato S.E.

don Diego Duarte, ambasciatore dell’imperatore del Congo presso

il papa Urbano VIII.

Al presente 50 stati africani mantengono regolari relazioni

diplomatiche con la Santa Sede.

Nell’alta missione internazionale la Santa Sede si oppose sempre

con severi documenti alla tratta degli schiavi. Uno dei precursori fu

San Vulstano, vescovo di Worcester (1062), che riuscì a far cessare la

tratta tra Bristol e l’Irlanda. I romani pontefici indirizzarono lettere

apostoliche in tal senso fin dal 1462 con Pio II Piccolomini, poi Papa

Paolo III Farnese nel 1537, papa Urbano VIII Barberini nel 1639, papa

Benedetto XIV Lambertini nel 1741, papa Pio VII nel 1818, Gregorio

XVI nel 1839. Dal canto suo papa Leone XIII Pecci nel 1880 bandì una

crociata, per liberare l’Africa dall’indecorosa e inumana tratta degli

schiavi, sostenendo efficacemente l’opera dei cardinali Massaia e

Lavigerie (arcivescovo di Algeri, fondatore nel 1868 della Società dei

Missionari d’Africa – Padri Bianchi), nonché di padre Biagio Verri,

che si erano votati alla redenzione degli schiavi. Venne istituita pure

dalla Santa Sede la Società Antischiavista con un cardinale

protettore che ebbe dal 1938 al 1959 nel cardinale Federico

Tedeschini un valido e forte sostenitore con un’incisiva azione

internazionale.

Lo stesso Congresso di Vienna del 1815, su raccomandazione del

rappresentante pontificio, il nunzio apostolico cardinale Ercole

Consalvi, abolì formalmente la schiavitù e la tratta in tutti gli stati

del mondo.

La Santa Sede rappresenta anche una forte identità religiosa,

culturale e storica attraverso i suoi Apostoli, padri e dottori, santi e

beati, nonché cento milioni di martiri cristiani di cui 43 milioni nel

solo XX secolo. Epidittico il ricordo del diplomatico francese, il padre

lazzarista, San Jean Le Vacher, console del re Luigi XIV presso il

“Dey” di Algeri (territorio dell’Impero turco) che subì il martirio nel

1683, legato alla bocca di un cannone dove gli imposero l’abiura e il

passaggio all’Islam in cambio della vita. Al rifiuto del diplomatico il

suo corpo venne ridotto a brandelli nella deflagrazione. Questo

episodio, in violazione del diritto internazionale in quanto vigeva

anche in Algeria il Trattato delle “Capitolazioni” stipulato nel 1535

tra il re Francesco I di Valois e il sultano Solimano II, confermante la

piena inviolabilità, immunità e privilegi ai diplomatici europei;

rimasto in atto fino al 24.07.1923 (art. 28) della Pace di Losanna.

Per spunto accademico ricordiamo come la Santa Sede ha propri

consoli “laici” fino al 1873 nei principali stati esteri, che la

rappresentano unitamente al Nunzio Apostolico. Detiene un

consolato generale a Cagliari (1852); uno a Genova (1852); uno a

Nizza (1852); un consolato generale a New York (1873); un consolato

generale a Lisbona (1873); un consolato a Filadelfia (1854) ed in

tante altre sedi europee ed extraeuropee, come si evince dal

“Almanach de Gotha” nella parte “Annuaire Diplomatique”.

La diplomazia e il buon senso applicato agli affari del mondo e, come

asseriva il principe Clemente di Metternich, “la diplomazia è

un’arte, la politica è una scienza”. La struttura diplomatica

nazionale tende ad integrarsi nelle strutture diplomatiche degli altri

paesi, ad assimilare i modi, i linguaggi e i comportamenti e a cedere

loro i propri, a costituire insieme ad esse un corpo diplomatico

universale, una comunità elitaria che si ritrova in ogni angolo del

pianeta. Questa opera di interpretazione delle diversità del mondo,

di aggiustamento degli interessi di ciascuno con gli interessi

dell’altro, di ricerca di convergenza, di composizione di contrasti,

quest’opera costante di analisi e di persuasione, talvolta diretta a

cose minime e talvolta a cose massime … capire la storia è il lavoro

dei diplomatici.

La diplomazia un mondo dove ci sono dei principi, delle tradizioni,

dei precisi comportamenti. Una delle norme fondamentali del diritto

internazionale è la legge morale della reciprocità.

Non possiamo dimenticare come il principe di Metternich asserisse:

“L’Europa ha per me il valore di una patria”, infatti fu il

propugnatore di un’Unione Europea, il precursore della Società delle

Nazioni e dell’ONU, secondo anche quanto scrisse l’ambasciatore

Henry Vallotton, presidente della Confederazione elvetica.

La diplomazia è concretezza nella cultura e nella storia. Studiare

infatti nella vita è il più bel dono che si possa avere. Studiare per la

vita è molto importante. La cultura è l’autentica ed immortale

aristocrazia che vince i secoli e dà certezza all’uomo. Questa è la

legge dell’eccellenza.

Il diplomatico può asserire che il mondo è la propria città. “Homo

doctus in se semper divitias habet” (Fedro, IV 22). Diffida di coloro

che non attribuiscono alcun valore al passato, non è a loro che

appartiene il futuro. La memoria infatti è l’unico paradiso dal quale

nessuno ci può scacciare.

Questo excursus sulle relazioni internazionali della Santa Sede

(Il Corpo Diplomatico presso la Santa Sede – 2009)

, con riferimento anche ad altre istituzioni nei secoli, acclara il

fondamento storico, tradizionale, giuridico della diplomazia, come

istituzione indispensabile ad accordare il mondo, oggi articolato in

quasi duecento stati sovrani, per una pace vera che non significa

pacifismo, semplici ed effimere connotazioni politiche, accordi

economici e monetari o blocchi contrapposti, ma una certezza

granitica dove la pace tra i popoli voglia essere rispetto di identità, di

etnie diverse, di costumi e tradizioni, di valori religiosi e morali, tutti

relazionati nello jus gentium, il cui esempio più epidittico sono le

relazioni internazionali super partes della Santa Sede, esercitate da

21 secoli.

di S.Sergiacomi de Aicardi

.

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Ιωάννης Καποδίστριας

Ο Κόμθσ Ιωάννησ Αντώνιοσ Καποδίςτριασ (11 Φεβρουαρίου 1776-9

Οκτωβρίου 1831)

(ςτα Ιταλικά Giovanni Capo d'Istria, Conte Capo d'Istria –ςτα

Ρωςικά граф Иоанн Каподистрия) ιταν Ζλλθνασ διπλωμάτθσ

ςτθν υπθρεςία τθσ Ρωςικισ αυτοκρατορίασ και πρϊτοσ Κυβερνιτθσ

του "υπό εντολι" Ελλθνικοφ "κράτουσ". Δολοφονικθκε ςτο

Ναφπλιο το 1831.

Ο Kαποδίςτριασ γεννικθκε ςτθν Κζρκυρα (Επτάνθςα) επί

Ενετοκρατίασ. Καταγόταν από οικογζνεια ευγενϊν από το

ακρωτιριο Ιςτρία (Capo d'Istria) τθσ Αδριατικισ, το ςθμερινό λιμάνι

του Koper ςτθ λοβενία. Ζνασ από τουσ πρόγονοφσ του είχε λάβει

τον τίτλο του Κόμθ (comte) από τον Δοφκα τθσ αβοΐασ Κάρολο

Εμμανουιλ ΙΙ (Charles Emmanuel II). Ο τίτλοσ ειςιχκθκε ςτθ Χρυςι

Βίβλο (Libro d'Oro) ωσ οικογζνεια ευγενϊν εκ Κερκφρασ το 1679. Θ

οικογζνεια τθσ μθτζρασ του, οι Γονζμοι, ιταν εγγεγραμμζνοι ςτθ

Χρυςι Βίβλο (Libro d'Oro) από το 1606.

ποφδαςε ιατρικι, φιλοςοφία και νομικά ςτο Πανεπιςτιμιο τθσ

Πάντοβα τθσ Ιταλίασ. Σο 1797, 21 ετϊν, εγκαταςτάκθκε ςτθν

γενζτειρα του τθν Κζρκυρα ωσ γιατρόσ. Σο 1799, όταν θ Ρωςία

παρζλαβε τα Επτάνθςα από τθν Γαλλία, του ανατζκθκε θ διοίκθςθ

του ςτρατιωτικοφ νοςοκομείου. Σο 1802 φζρεται να ιταν ανάμεςα

ςτουσ ιδρυτζσ δυο ςθμαντικϊν επιςτθμονικϊν και κοινωνικϊν

οργανϊςεων: τθσ «Φιλικισ Εταιρείασ» και τθσ «Εκνικισ Ιατρικισ

Εταιρείασ

Σο 1797 εγκαταςτάκθκε ςτθ γενζτειρά του Κζρκυρα και άςκθςε το

επάγγελμα του ιατροφ - χειροφργου. Δφο χρόνια αργότερα, όταν θ

Ρωςία και θ Σουρκία κατζλαβαν για λίγο τα Επτάνθςα, του

ανατζκθκε θ διοίκθςθ του ςτρατιωτικοφ νοςοκομείου.

Σο 1801 τα Επτάνθςα αυτονομοφνται και ο Ιωάννθσ Καποδίςτριασ

γίνεται ζνασ από τουσ δφο διοικθτζσ τθσ Ιονίου Πολιτείασ, ςε θλικία

25 ετϊν. Χάρθ ςτθν πολιτικι του οξυδζρκεια και πεικϊ απζτρεψε

τθν εξζγερςθ τθσ Κεφαλονιάσ, που κα είχε απρόβλεπτεσ ςτθ ςυνοχι

του νεότευκτθσ πολιτείασ. Ζδειξε ευαιςκθςία και προςοχι ςτισ

ανθςυχίεσ των Επτανθςίων και πιρε πρωτοβουλίεσ για τθ

ανακεϊρθςθ επί το δθμοκρατικότερο του επτανθςιακοφ

ςυντάγματοσ, που είχαν επιβάλει Ρϊςοι και Σοφρκοι υπό τον τίτλο

«Βυηαντινό φνταγμα».

Αποτζλεςμα των προςπακειϊν του Καποδίςτρια ιταν θ ψιφιςθ

ενόσ πιο φιλελεφκερου και δθμοκρατικοφ ςυντάγματοσ το 1803. Οι

μεγάλεσ δυνάμεισ κορυβικθκαν κι ζςτειλαν τον Γεϊργιο

Μοτςενίγο, προκειμζνου να τον επιπλιξει. Όταν, όμωσ, ο

εκπρόςωπόσ τουσ ςυναντικθκε μαηί του, εντυπωςιάςτθκε από τθν

πολιτικι και θκικι ςυγκρότθςθ του ανδρόσ. Ο Καποδίςτριασ

διορίςτθκε ομόφωνα από τθ Γερουςία τθσ Ιονίου Πολιτείασ,

Γραμματζασ τθσ Επικρατείασ. Κατά τθ διάρκεια τθσ κθτείασ του

αναδιοργάνωςε τθ δθμόςια διοίκθςθ, δίνοντασ ιδιαίτερθ ζμφαςθ

ςτθν εκπαίδευςθ.

Σον Μάρτιο του 1807 εςτάλθ ςτθ Λευκάδα, τθν οποία απειλοφςε με

κατάλθψθ ο Αλι Παςάσ. Αναδιοργάνωςε τθν άμυνα του νθςιοφ,

αποτρζποντασ τθν απειλι. Εκεί γνωρίςτθκε με τουσ οπλαρχθγοφσ

Κολοκοτρϊνθ, Νικθταρά, Ανδροφτςο και Μπότςαρθ, που αργότερα

κα πρωτοςτατιςουν ςτθν Επανάςταςθ του '21.

Σον Ιανουάριο 1809 ο Καποδίςτριασ ειςιλκε ςτθ διπλωματικι

υπθρεςία τθσ Ρωςίασ, κατόπιν προςκλιςεωσ του Σςάρου

Αλζξανδρου Α'. Σο 1813, διορίςτθκε εκπρόςωποσ τθσ Ρωςίασ ςτθν

Ελβετία, ςτθν πρϊτθ του μεγάλθ αποςτολι, με ςκοπό να

ςυνειςφζρει ςτθν απαλλαγι τθσ από τθν επιρροι του Ναπολζοντα.

Ζπαιξε ςθμαντικό ρόλο ςτθν ενότθτα, ανεξαρτθςία και τθν

ουδετερότθτα τθσ Ελβετίασ και ςυνειςζφερε τα μζγιςτα ςτο

ελβετικό ςφνταγμα, που προζβλεπε 19 αυτόνομα κρατίδια

(καντόνια) ωσ ςυςτατικά μζλθ τθσ ελβετικισ ομοςπονδίασ.

υμμετείχε ςτο υνζδριο τθσ Βιζννθσ, που ζκεςε τθσ βάςεισ τθσ

«Ιεράσ υμμαχίασ», ωσ μζλοσ τθσ ρωςικισ αντιπροςωπίασ,

αποτελϊντασ το φιλελεφκερο αντίβαρο ςτθν αντιδραςτικι πολιτικι

του αυςτριακοφ πρίγκιπα Μζτερνιχ. Πζτυχε τθν εξουδετζρωςθ τθσ

αυςτριακισ επιρροισ, τθν ακεραιότθτα τθσ Γαλλίασ υπό Βουρβόνο

μονάρχθ, μετά τθν πτϊςθ του Ναπολζοντα, κακϊσ και τθ διεκνι

ουδετερότθτα τθσ Ελβετίασ, υπό τθν εγγφθςθ των Μεγάλων

Δυνάμεων.

Μετά τισ μεγάλεσ του διπλωματικζσ επιτυχίεσ, ο Σςάροσ τον ζχριςε

Τπουργό Εξωτερικϊν τθσ Ρωςικισ Αυτοκρατορίασ από το 1816 ζωσ

το 1822. Ο Καποδίςτριασ, όμωσ, δεν ξζχαςε τθ γενζτειρά του και τα

Επτάνθςα, που είχαν περάςει κάτω από τον αςφυκτικό ζλεγχο τθσ

Μεγάλθσ Βρετανίασ. Σο 1819 μετζβθ ςτο Λονδίνο και προςπάκθςε

ματαίωσ να πείςει τθ βρετανικι κυβζρνθςθ να μετριάςει το

αυταρχικό κακεςτϊσ που είχε επιβάλει ςτα Ιόνια Νθςιά.

Με τθν ζναρξθ τθσ Ελλθνικισ Επανάςταςθσ, υποχρεϊκθκε να

εγκαταλείψει το αξίωμά του, κακϊσ είχε διαφωνιςει ανοιχτά με

τον τςάρο Αλζξανδρο, που καταδίκαηε κάκε επαναςτατικι κίνθςθ

ςτθν Ευρϊπθ, πιςτόσ ςτισ αποφάςεισ τθσ Ιεράσ υμμαχίασ. Σο 1822

εγκαταςτάκθκε ςτθ Γενεφθ τθσ Ελβετίασ, όπου ζχαιρε υπόλθψθσ

για τθν προςφορά του ςτθ δθμιουργία τθσ Ελβετικισ Ομοςπονδίασ,

λαμβάνοντασ τον τίτλο του επίτιμου πολίτθ. Παρζμεινε εκεί ζωσ το

1827, βοθκϊντασ ποικιλοτρόπωσ το επαναςτατθμζνο ζκνοσ.

τισ 30 Μαρτίου 1827 θ Εκνοςυνζλευςθ τθσ Σροιηινασ τον εξζλεξε

Κυβερνιτθ του νεοςφςτατου Ελλθνικοφ Κράτουσ, ςε μία περίοδο

που θ Επανάςταςθ καρκινοβατοφςε. Ζπειτα από επίπονεσ

διαβουλεφςεισ ςτισ ευρωπαϊκζσ πρωτεφουςεσ για τθν εξαςφάλιςθ

τθσ απαραίτθτθσ υποςτιριξθσ για το ελλθνικό κράτοσ, ζφταςε ςτο

Ναφπλιο ςτισ 7 Ιανουαρίου 1828, γενόμενοσ δεκτόσ με

ηθτωκραυγζσ και ενκουςιϊδεισ εκδθλϊςεισ από τον λαό. Δφο

θμζρεσ αργότερα μετζβθ ςτθν Αίγινα, θ οποία είχε κρικεί

καταλλθλότερα από το Ναφπλιο ωσ προςωρινι ζδρα τθσ

Κυβζρνθςθσ.

Θ πρϊτθ επαφι του με τθν θπειρωτικι Ελλάδα υπιρξε

αποκαρδιωτικι, λόγω τθσ κατάςταςθσ που επικρατοφςε ςτο

πολιτικό ςκθνικό. Οι αντιπαλότθτεσ που είχαν προκφψει μεταξφ των

φατριϊν κατά τθ διάρκεια τθσ επανάςταςθσ δεν είχαν κοπάςει, ενϊ

θ χϊρα είχε καταςτραφεί και θ οικονομία τθσ τελοφςε υπό

πτϊχευςθ.

Ο Καποδίςτριασ εκλικθ να κυβερνιςει με βάςθ το Δθμοκρατικό

φνταγμα τθσ Σροιηινασ, αλλά ωσ οπαδόσ τθσ πεφωτιςμζνθσ

δεςποτείασ πίςτευε ότι τα υντάγματα και τα Κοινοβουλευτικά

ϊματα ιςαν πρόωρα για το αςφςτατο ακόμα κράτοσ. Πρζςβευε

εισ τθν αρχι του ενόσ ανδρόσ, ζςτω και υπό προκεςμία. τισ 18

Ιανουαρίου 1828 πζτυχε ψιφιςμα τθσ Βουλισ περί αναςτολισ του

υντάγματοσ. Ζτςι, κατζςτθ θ μοναδικι πθγι εξουςίασ,

ςυνεπικουροφμενοσ από το Πανελλινιο, ζνα ςυμβουλευτικό ςϊμα

αποτελοφμενο από 27 μζλθ. τθ ςφγκλθςθ μιασ νζασ

Εκνοςυνζλευςθσ ςτο άμεςο μζλλον παραπεμπόταν θ ψιφιςθ του

νζου υντάγματοσ. Ο Καποδίςτριασ εγκαινίαςε τθν περίοδο τθσ

απολυταρχίασ, θ οποία διατθρικθκε μζχρι το φνταγμα του 1843.

Ο νζοσ Κυβερνιτθσ ζκεςε ωσ ςτόχο να βάλει τζλοσ ςτισ εμφφλιεσ

διαμάχεσ και επιδόκθκε αμζςωσ ςτο ζργο τθσ δθμιουργίασ Κράτουσ

εκ του μθδενόσ, επιδεικνφοντασ αξιοηιλευτθ δραςτθριότθτα.

Ίδρυςε τθν Εκνικι Χρθματιςτικι Σράπεηα με τθ βοικεια του φίλου

του Ελβετοφ τραπεηίτθ Ευνάρδου θ οποία δεν ευδοκίμθςε για

πολφ. Ρφκμιςε το νομιςματικό ςφςτθμα, κακότι ακόμθ

κυκλοφοροφςαν τουρκικά και ξζνα νομίςματα εντόσ τθσ

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επικράτειασ. τισ 28 Ιουλίου 1828 κακιζρωςε ωσ εκνικι

νομιςματικι μονάδα τον Φοίνικα και ίδρυςε Εκνικό

Νομιςματοκοπείο. τισ 24 επτεμβρίου του ίδιου χρόνου οργάνωςε

και τθν πρϊτθ ταχυδρομικι υπθρεςία.

Ερχόμενοσ ςτο Ναφπλιο, ο Καποδίςτριασ βρικε τθν Ελλάδα χωρίσ

δικαςτικι οργάνωςθ. Γνωρίηοντασ ότι θ απονομι τθσ δικαιοςφνθσ

αποτελεί κεμζλιο για τθ δθμιουργία μιασ ευνομοφμενθσ πολιτείασ,

ενδιαφζρκθκε προςωπικά για τθ δθμιουργία δικαςτθρίων και τθ

ςτελζχωςι τουσ με το κατάλλθλο προςωπικό. Οργάνωςε, ακόμθ, τθ

διοίκθςθ του κράτουσ και ίδρυςε τατιςτικι Τπθρεςία, θ οποία

διενιργθςε τθν πρϊτθ απογραφι.

Αναδιοργάνωςε τισ ζνοπλεσ δυνάμεισ υπό ενιαία διοίκθςθ,

πετυχαίνοντασ αφενόσ να καταπολεμιςει το κατεςτθμζνο των

οπλαρχθγϊν και αφετζρου να παρεμποδίςει τθν Οκωμανικι

προζλαςθ, όπωσ ζδειξε θ Μάχθ τθσ Πζτρασ, όπου ο ελλθνικόσ

ςτρατόσ εμφανίςκθκε πεικαρχθμζνοσ και ςυγκροτθμζνοσ ςτθν

τελευταία μάχθ του Αγϊνα. Ο Καποδίςτριασ αντιμετϊπιςε επιτυχϊσ

τθν πειρατεία, ανακζτοντασ ςτον ναφαρχο Μιαοφλθ τθν καταςτολι

τθσ. Εφάρμοςε τθν πρακτικι τθσ απομόνωςθσ (καραντίνασ) των

κοινοτιτων που πλιττονταν από τισ επιδθμίεσ του τφφου, τθσ

ελονοςίασ και άλλων μολυςματικϊν αςκενειϊν. Προςπάκθςε να

ανοικοδομιςει το κατεςτραμμζνο εκπαιδευτικό ςφςτθμα τθσ

Ελλάδασ, ιδρφοντασ πολλά αλλθλοδιδακτικά ςχολεία, κακϊσ και το

Ορφανοτροφείο τθσ Αίγινασ.

Ο Καποδίςτριασ ενδιαφζρκθκε αποφαςιςτικά για τθ γεωργία, που

αποτελοφςε τον ακρογωνιαίο λίκο τθσ ελλθνικισ οικονομίασ.

Ειςιγαγε πρϊτοσ τθν καλλιζργεια τθσ πατάτασ, με ζνα τρόπο που

ζδειχνε τθ βακιά του γνϊςθ για τον ψυχιςμό του Ζλλθνα εκείνθσ

τθσ εποχισ. Διζταξε, λοιπόν, να αποκζςουν ζνα φορτίο με πατάτεσ

ςτο λιμάνι του Ναυπλίου και προζτρεψε τον κακζνα να πάρει όςεσ

κζλει. υνάντθςε, όμωσ, τθν παγερι αδιαφορία των

πρωτευουςιάνων. τθ ςυνζχεια τοποκζτθςε φρουροφσ ςτο φορτίο

και αμζςωσ ςχεδόν ςτο Ναφπλιο κυκλοφόρθςαν ψίκυροι ότι για να

φυλάςςεται το φορτίο κάτι το πολφτιμο κα περιζχει. Οι άνκρωποι

μαηεφτθκαν ςτο λιμάνι και λοξοκοίταηαν τισ πατάτεσ. Άρχιςαν ςιγά-

ςιγά να τισ κλζβουν κάτω από τθ μφτθ των φρουρϊν και ςτο τζλοσ

ζκαναν όλεσ φτερά. Δεν γνϊριηαν, όμωσ, ότι ο Καποδίςτριασ είχε

διατάξει τουσ φρουροφσ να κάνουν τα ςτραβά μάτια. Με αυτι τθν

ευφυι κίνθςθ, θ πατάτα ζγινε τότε μζροσ τθσ κακθμερινισ

διατροφισ του Ζλλθνα.

Οι πολιτικζσ κινιςεισ του Καποδίςτρια προκάλεςαν τθ

δυςαρζςκεια, τόςο των οπαδϊν του ςυνταγματικοφ πολιτεφματοσ,

όςο και των προκρίτων και των ναυτικϊν. Θ αίγλθ που τον

περιζβαλε άρχιςε να διαλφεται. Θ αδυναμία ικανοποιιςεωσ όλων

των αιτθμάτων, ςε ςυνδυαςμό με τθν κακυςτζρθςθ διεξαγωγισ

των εκλογϊν, ζδωςαν τθν αφορμι για το ςχθματιςμό ιςχυρισ

αντιπολίτευςθσ κατά του Κυβερνιτθ. Ο Καποδίςτριασ

κατθγορικθκε ακόμθ ότι αγνόθςε τθ μακρά κοινοτικι παράδοςθ

τθσ χϊρασ και κζλθςε να μεταφυτεφςει από τθν αλλοδαπι

κεςμοφσ, μθ προςιδιάηοντεσ ςτθν τότε πραγματικότθτα.

Θ πρϊτθ δυναμικι αντιπολιτευτικι ενζργεια ιλκε με τα

ςταςιαςτικά κινιματα τθσ Υδρασ το 1829, που επιδίωκαν τθν

ανατροπι του Καποδίςτρια. Ηιτθςαν από τον Μιαοφλθ να

καταλάβει τον ναφςτακμο του Πόρου, πριν προλάβει ο διοικθτισ

του Κανάρθσ να ζλκει εναντίον τθσ Υδρασ. Ο Καποδίςτριασ

παρακάλεςε τον ναφαρχο Ρίκορντ να επιτεκεί κατά των

ςταςιαςτϊν. Πράγματι, ο ρϊςοσ ναφαρχοσ απζκλειςε το

ναφςτακμο και προ του κινδφνου να ςυλλθφκεί ο Μιαοφλθσ

ανατίναξε τθ φρεγάτα «Ελλάσ» και τθν κορβζτα «Υδρα» (τα δφο πιο

αξιόπλοα πλοία του ελλθνικοφ ςτόλου) και διζφυγε ςτθν Υδρα. Θ

αντίδραςθ κατά του Κυβερνιτθ διογκωνόταν. Οι Μανιάτεσ

αρνοφνταν να πλθρϊςουν τουσ φόρουσ προσ τθν κεντρικι εξουςία

και ςταςίαςαν με τθ ςειρά τουσ.

Μοιραία ςτάκθκε θ αντιπαλότθτα του Καποδίςτρια με τουσ

Μαυρομιχάλθδεσ, τθν ιςχυρότερθ οικογζνεια τθσ Μάνθσ. Ο

Καποδίςτριασ ςυν το χρόνω γινόταν όλο και πιο ευερζκιςτοσ και

δφςπιςτοσ ζναντι όλων. Δεν είχε τθν απαραίτθτθ αυτοςυγκράτθςθ

και ψυχραιμία, με ςυνζπεια τθν αδικαιολόγθτθ όξυνςθ των

προςωπικϊν πακϊν. ε αυτι τθν κατάςταςθ κα πρζπει να

αποδοκεί και ο ςκλθρόσ τρόποσ ςυμπεριφοράσ του κατά του

γθραιοφ Πετρόμπεθ Μαυρομιχάλθ. Ο Καποδίςτριασ διζταξε τθ

ςφλλθψι του και τον εγκλειςμό του ςτθ φυλακι. Σον αδελφό του

Κωνςταντίνο και τον υιό του Γεϊργιο τουσ κρατοφςε ςτο Ναφπλιο,

όπου είχε μεταφερκεί θ πρωτεφουςα του νεοελλθνικοφ κράτουσ.

Σο γεγονόσ αυτό εξζκρεψε το μίςοσ και τθν ανάγκθ εκδίκθςθ από

τθν πλευρά των Μαυρομιχαλαίων.

τισ 5:35 το πρωί τθσ 27θσ επτεμβρίου 1831 ο Ιωάννθσ

Καποδίςτριασ δζχκθκε δολοφονικι επίκεςθ από τον Κωνςταντίνο

και τον Γεϊργιο Μαυρομιχάλθ ζξω από τθν εκκλθςία του Αγίου

πυρίδωνα, όπου μετζβαινε για να εκκλθςιαςκεί και ζπεςε νεκρόσ.

Ο μόνοσ που τον ςυνόδευε ιταν ο μονόχειρασ ςωματοφφλακάσ

του, ονόματι Κοκκϊνθσ.

Ο Κωνςταντίνοσ Μαυρομιχάλθσ εφονεφκθ επί τόπου από τουσ

προςτρζξαντεσ, οι οποίοι κυριολεκτικϊσ τον λυντςάριςαν. Ο

Γεϊργιοσ Μαυρομιχάλθσ ηιτθςε προςταςία ςτθ Γαλλικι Πρεςβεία.

Κατόπιν επιμόνου απαιτιςεωσ του ςυγκεντρωμζνου πλικουσ, που

απείλθςε ότι κα κάψει τθν πρεςβεία, ο αντιπρεςβευτισ βαρόνοσ

Ρουάν τον παρζδωςε ςτισ αρχζσ. Ο Γεϊργιοσ Μαυρομιχάλθσ

καταδικάςκθκε ςε κάνατο από ςτρατοδικείο και εκανατϊκθ δια

τυφεκιςμοφ το πρωί τθσ 10θσ Οκτωβρίου 1831.

τθ κζςθ του δολοφονθμζνου Ιωάννθ Καποδίςτρια διορίςτθκε για

μικρό διάςτθμα ο αδερφόσ του Αυγουςτίνοσ. Θ χϊρα είχε βυκιςτεί

ςτο χάοσ και τθν αναρχία και οι Προςτάτιδεσ Δυνάμεισ βρικαν τθν

ευκαιρία να εγκακιδρφςουν βαςιλεία, φοβοφμενεσ τθν επικράτθςθ

ενόσ φιλελεφκερου κινιματοσ.

Θ ελλθνικι πολιτεία τίμθςε τον Κυβερνιτθ, δίνοντασ το όνομά του

ςε δθμόςιουσ χϊρουσ και ιδρφματα, όπωσ ςτο Πανεπιςτιμιο

Ακθνϊν, ο επίςθμοσ τίτλοσ του οποίου είναι Εκνικό και

Καποδιςτριακό Πανεπιςτιμιο Ακθνϊν. Ακόμθ, ο Ιωάννθσ

Καποδίςτριασ απεικονίηεται ςτο κζρματων 20 λεπτϊν τθσ ελλθνικισ

ζκδοςθσ του ευρϊ, ενϊ το ςχζδιο διοικθτικισ αναδιοργάνωςθσ τθσ

χϊρασ που ειςθγικθκε θ κυβζρνθςθ θμίτθ ζλαβε το όνομά του

(«Πρόγραμμα Ι. Καποδίςτριασ»).

Η δολοθονική επίθεζη από ηον Κωνζηανηίνο και ηον Γεώπγιο

Μαυπομιχάλη έξω από ηην εκκληζία ηου Αγίου Σπυπίδωνα

Christos Dimovasilis

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Profili

Il Direttore editoriale:

Lucia Capretto Campaiola

Donna Lucia Capretto Campaiola, ricopre prestigiosi

incarichi internazionali,nel quadro del no-profit:

International no-profit Institute Natural Future

Therapy, World Cultural no-profit organization of

International Comunication (editore del nostro The

International Journal ), World Institute of Historical

Regions. La sua sensibilità, la sua dedizione verso il

prossimo, la sua profonda psicologia e socialità la

rendono una figura di primo piano nei diversi

continenti, quale ambasciatrice di cooperazione e

apertura verso popoli e civiltà diverse, antropologa e

studiosa di ogni forma e contenuto identitario ed etico

in una concreta conoscenza di costumi diversi.

Gli incarichi internazionali ricoperti consentono a Lucia Capretto Campaiola di attualizzare e di rendere concretamente positiva la sua alta preparazione in diverse discipline orientali: relative a tecniche olistiche, bionaturali e ayurvediche, tematiche naturali del benessere della persona, pranoterapia, shatzu, watsu, musicoterapia, yoga, reiki, aromaterapia, tecnica respiratoria, filosofia del pensare positivo, filosofia e psicologia dell'alimentazione, autostima, arte del modo di fare: educazione,sensibilità verso gli altri e finalità motivazionali. Mentre nelle scienze umane attiva proiezioni e prospettive personali e transnazionali, previsioni a breve e lungo termine, analisi gnoseologiche, filosofiche e psicologiche - consulenza di immagine. L’ampia competenza e disponibilità umana consente di

praticarle sia beneficio delle persone, con pertinenti

applicazioni che attraverso lezioni e stage proiettate

nel tempo a venire, affinchè la “Future Therapy” possa

costituire una filosofia ed un messaggio naturale al

servizio dell’umanità con tecniche ancestrali

esperimentate in più millenni. Ha ricevuto, fra l’altro, il

prestigioso master internazionale in “Sciences

naturelles humaines et psychologiques comparèes”

dal CIR-IIA (ONG-ONU).

La Redazione relazioni internazionali e diplomatiche

Il Direttore responsabile:

Sergio Sergiacomi

deAicardi

Il conte cav.gr.cr. prof.

Sergio Sergiacomi de

Aicardi è una figura di

primo piano in campo

culturale.avendo ricevuto

già nel 1967 il Premio

della Cultura della

Presidenza del Consiglio dei Ministri e facendo parte di numerose

istituzioni italiane e internazionali, fra le quali presiede l’INARS

(Istituto Nazionale Regioni Storiche); l’IIA (Institut International

pour l’Afrique – ONG-ONU); il CIR ( Centre Internationale de

Recherches sur le Développement et le Marketing); La FIPT

(Federation Internationale Presse Touristique); il WOIPA (World

Institute of International Professional Advisers); l’AIPDUA

(Asociacion Internacional Para el Desarollo UE-ACP); il CNEC

(Centro Nazionale di Educazione Civica); UIJ (Unìon Internationale

Journalistes); WIHR (World Institute of Historical Regions); senior-

member della “Federazione Inter-americana degli Avvocati”

(Washington); membro ordinario della “Ligue Internationale contre

la Concurrence deloyale” (Paris); honorary-member del “British

Institute” (London); membre honoraire del “Cèntre Francais

d’Etudes et Information” (Paris); membro ordinario dell’ “Academia

Colombiana de Estudios de Politica Internacional de Diplomacia”

(Bogotà); membro ordinario dell’ONAS (ordine nazionale autori e

scrittori); membro ordinario del “Instituto Internazionale Studi

Giuridici” (ente diritto pubblico sotto il patronato del Presidente della

Repubblica) Roma; membro ordinario del “Comitato Internazionale

per l’Unità e l’Universalità della Cultura presso l’università la

Sapienza”, Roma; membro ordinario del centro nazionale

d’informazioni bibliografiche del ministero P.I. ; ecc. Il prof. Sergiacomi de Aicardi ha al suo attivo molte esperienze in

campo internazionale, come “ international professional adviser”

sulla Legislazione Costituzionale Parlamentare, Amministrativa,

Fiscale comparata di oltre 60 paesi, e sul Diritto Internazionale e

Diplomatico Consolare; ha rivestito la dignità di Console

Capomissione (già dal 1963), per più lustri nel Servizio Diplomatico

del Costarica (anche in qualita di rappresentante diplomatico presso

la FAO), del Gabon, del Perù, del Centrafrica, di Haiti, dell’ Ecuador

( ambasciatore, decreto presidencial PRE 487/12/99); (attualmente

senza incarichi diplomatici). Il prof. Sergiacomi de Aicardi,

apprezzato giornalista, giurista internazionale e “cross-cultural

expert”,è titolare di numerose onorificenze e riconoscimenti, fra i

quali: l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Santa

Sede), l’Ordine della Stella Equatoriale del Gabon, l’Ordine della

Stella di Etiopia, S.M. Ordine Costantiniano di S.Giorgio, R. Ordine

di S.Michele (Francia), Pontificia Croce d’Oro di Terrasanta,

Pontificia Croce d’Oro Lateranense, Ordine al Merito della

Repubblica Italiana, Accademico e Consultore Pontificio,

Consigliere Nazionale Ordine dei Giornalisti, Cittadino Onorario di

San Leo ( antica capitale d’Italia), Ispettore Onorario Ministero P.I e

Beni Culturali, Dott.h.c. in Diritto Internazionale della Lincoln

University (15/01/1974) NA (USA).

Il prof. Sergiacomi de Aicardi è iscritto all’Albo dei Giornalisti (16/

03/1962); conferenziere, elzevirista e scrittore da oltre 50 anni di

libri, saggi , studi, articoli, nella sua bibliografia si contano più di

4000 titoli. Ha svolto altresì una lunga attività accademica come

professore universitario in Italia e all’estero, fra cui è stato docente

presso la LUISS di Roma, presso l’”Institut des Hautes Etudes

Economique et Sociales” di Bruxcelles, presso l’ “ Universidad

Internacional Indigenista Moctezuma” di Ciudad de Mexico (pro

Rettore e Preside “Facultad de Periodismo”) ; Direttore dei corsi

universitari sulle regioni storiche (INARS , D.M. del Ministero P.I);

Preside del “Cours Universitaire pour les Sciences Africaines” (IIA-

UNESCO); Direttore dei corsi di cultura universitaria dell’Istituto

Italiano per l’Africa (fondato nel 1906- ente di diritto pubblico del

Ministero Affari Esteri- Roma) ed altre Istituzioni di alta cultura. La Redazione di Forum International

Profilo biografico tratto da “Forum International” (anno X, 2009. Roma),

del quale il nostro Direttore è Presidente del Comitato di Redazione.

Dall’ampia biografia si evince una lunga attività culturale svolta in mezzo

secolo, come scrittore, giornalista, diplomatico, docente universitario, ora posta anche a sostegno e promozione

trasnazionale del nostro giornale.

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Organizzazioni Internazionali International Air Transport Association

Σϑμφωνα με την ΙΑΤΑ, προβλϋπεται αϑξηςη ςτισ ζημύεσ των

αερογραμμών κατϊ 47% το 2010, ςτα 5,6 δις. δολϊρια απϐ 3,8 δις.

δολϊρια.. Η IATA ςημειώνει επιπλϋον, ϐτι η διεϑρυνςη των

ζημιών το 2010, θα αφορϊ τισ ευρωπαώκϋσ αεροπορικϋσ

εταιρεύεσ κατϊ 2,5 δις. δολϊρια, τισ αεροπορικϋσ τησ περιφϋρειασ

Αςύασ - Ειρηνικοϑ κατϊ 700 εκατ. δολϊρια, τησ Μϋςησ Ανατολόσ

κατϊ 300 εκατ. δολϊρια και των Αφρικανικών αερογραμμών κατϊ

100 εκατ.δολϊρια, ενώ για τισ αερογραμμϋσ τησ Λατινικόσ

Αμερικόσ προβλϋπει κϋρδη περύπου 100 εκατ. Δολαρύων. Ποια

εύναι ϐμωσ η ΙΑΤΑ;

Η Διεθνόσ Ένωςη Αερομεταφορών (International Air Transport

Association) εύναι ϋνασ διεθνόσ οργανιςμϐσ αερομεταφορϋων, με

ϋδρα το Μοντρεϊλ του Κεμπϋκ, ςτον Καναδϊ. Ιδρϑθηκε ςτο τϋλοσ

του Β΄ Παγκοςμύου Πολϋμου, τον Απρύλιο του 1945, ςτην Αβϊνα

τησ Κοϑβασ. Εύναι ςτην ουςύα ο ςυνεχιςτόσ τησ International Air

Traffic Association που ιδρϑθηκε ςτην Χϊγη το 1919, την χρονιϊ

που ξεκύνηςαν οι πρώτεσ διεθνεύσ επιβατικϋσ τακτικϋσ πτόςεισ. Ο

λϐγοσ δημιουργύασ τησ εύναι να υπϊρχει ομοιομορφύα ςτισ τιμϋσ

των ειςιτηρύων ςτισ αεροπορικϋσ εταιρεύεσ, αλλϊ και ο ϋλεγχοσ

του ανταγωνιςμοϑ που αναπτϑςςεται μεταξϑ τουσ. Σόμερα, η

αποςτολό τησ IATA εύναι να εκπροςωπεί, να ηγείται και να

εξυπηρετεί την αεροπορική βιομηχανία.

Το 1945 τα μϋλη του ανϋρχονταν ςε 57, απϐ 31 κρϊτη, κυρύωσ απϐ

την Ευρώπη και την Βϐρεια Αμερικό. Σόμερα, τα μϋλη τησ

ανϋρχονται ςτα 230, απϐ 126 κρϊτη και απϐ τισ πϋντε ηπεύρουσ,

και αντιπροςωπεϑει το 93% τησ διεθνοϑσ επιβατικόσ κύνηςησ.

Η -μετϊ το 1945- IATA ϋπρεπε αμϋςωσ να χειριςτεύ ϋνα τερϊςτιο

πεδύο ευθϑνησ με ςυςτηματικϐτερη οργϊνωςη και μεγαλϑτερη

υποδομό, πρϊγμα το οπούο αντανακλϊται ςτο Καταςτατικϐ τησ

Ίδρυςόσ τησ μαζύ με τον πολϑ πιο ακριβό –ςε ςϑγκριςη με αυτοϑσ

που εύχαν τεθεύ πριν το 1939- καθοριςμϐ των ςτϐχων τησ:

1. Η προώθηςη αςφαλοϑσ, προγραμματιςμϋνησ και φθηνόσ

αεροπορικόσ μεταφορϊσ προσ ϐφελοσ ϐλων των λαών του

κϐςμου, ώςτε να ςυμβϊλει ςτο αεροπορικϐ εμπϐριο και να

κατανοόςει και να επιλϑςει τα τυχϐν προβλόματα που

προκαλοϑνται ςτο πεδύο αυτϐ.

2. Να προςδώςει ϐλα τα μϋςα που θα ςυμβϊλλουν ςτην ςωςτό

ςυνεργαςύα αερομεταφορϋων που ςχετύζονται, ϊμεςα ό ϋμμεςα,

με τισ διεθνεύσ αερομεταφορϋσ.

3. Να ςυνεργϊζεται με τον Διεθνό Οργανιςμϐ Πολιτικόσ

Αεροπορύασ (International Civil Aviation Organization, ICAO).

Ανϊμεςα ςτο τϋλοσ τησ δεκαετύασ του `40 και τισ αρχϋσ τησ

δεκαετύασ του `70, θα μποροϑςαμε να ποϑμε ϐτι η αεροπορικό

πτόςη μετατρϊπηκε απϐ "επιςτημονικϐ φαινϐμενο ςε κοινό

ωφϋλεια που όταν πλϋον ςτη διϊθεςη ϐλων".

Επακϐλουθα, η IATA αναδιοργανώθηκε ςε δυαδικό βϊςη τον

Οκτώβριο του 1979:

Ένωςη Εμπορύου (τεχνικϋσ, νομικϋσ, οικονομικϋσ, υπηρεςύεσ και υπηρεςύεσ μεταφορών, καθώσ και θϋματα που αφοροϑν την πρακτϐρευςη),

Συντονιςτικϐ Όργανο Δαςμολογύων (ναϑλοι επιβατών, ναϑλοι φορτύων και ςυναφεύσ ϐρουσ και επιβαρϑνςεισ).

Στην παροϑςα φϊςη, περύπου 100 Μϋλη, ςυμπεριλαμβανομϋνων

και των μεγαλϑτερων εταιρειών παγκοςμύωσ, εξακολουθοϑν να

ςυμμετϋχουν ςτον Συντονιςτικϐ Όργανο Δαςμολογύων.

Το 1994, η ΙΑΤΑ επαναπροςδιϐριςε την αποςτολό και τουσ

ςτϐχουσ τησ δύνοντασ πλϋον ϋμφαςη ςτην αςφϊλεια και την

προςταςύα, ςτην προβολό τησ ςημαςύασ τησ οικονομικόσ και

κοινωνικόσ ανϊπτυξησ των αερομεταφορών παγκοςμύωσ, ςτην

οικονομικό βιωςιμϐτητα, ςε υψηλόσ ποιϐτητασ προώϐντα και

υπηρεςύεσ, ςε αποτελεςματικϊ και φιλικϊ προσ το περιβϊλλον

πρϐτυπα και διαδικαςύεσ

Ενώ κατϊ τη διϊρκεια του 20ου αιώνα γεννόθηκε και γιγαντώθηκε

η βιομηχανύα των αερομεταφορών, η αρχό του 21ου αιώνα εύναι

περύοδοσ πρϐκληςησ για τη βιωςιμϐτητα τησ αεροπλοϏασ, και μια

περύοδοσ ςημαντικών αλλαγών.

Τα φοβερϊ γεγονϐτα τησ 11/9 απϋδειξαν πϐςο ευϊλωτεσ

οικονομικϊ εύναι μεγϊλοσ αριθμϐσ μεγϊλων αεροπορικών

εταιρειών.

Οι παροϑςεσ ςυνθόκεσ καθιςτοϑν το ρϐλο τησ ΙΑΤΑ ωσ ϋνωςησ

εμπορύου πιο κρύςιμο απϐ ποτϋ. Ο Διευθϑνων Σϑμβουλοσ τησ

ΙΑΤΑ απϐ το 2002, Giovanni Bisignani, αναδιϊρθρωςε πλόρωσ την

Ένωςη για να προχωρόςει ταχϑτερα ςε ευρεύα γκϊμα αλλαγών

τησ βιομηχανύασ.

Απϐ το 2002 η ΙΑΤΑ ϋχει ξεκινόςει μια προςπϊθεια ενύςχυςησ τησ

αςφϊλειασ και βελτύωςη τησ αποτελεςματικϐτητασ.

Η ΙΑΤΑ λϊνςαρε δϑο βαςικϋσ πρωτοβουλύεσ, ςτα πλαύςια τησ

αναμϐρφωςησ ςημαντικών μερών τησ βιομηχανύασ:

Ο Επιχειρηςιακϐσ Έλεγχοσ Αςφϊλειασ τησ ΙΑΤΑ (IOSA), το πρώτο παγκϐςμιο πρϐτυπο για την αεροπορικό επιχειρηςιακό διαχεύριςη αςφϊλειασ.

Το πρϐγραμμα Απλοϑςτευςη των Διαδικαςιών, χρηςιμοποιώντασ τεχνολογύα για τη βελτύωςη τησ εξυπηρϋτηςησ των πελατών με παρϊλληλη μεύωςη του κϐςτουσ ςε πϋντε περιοχϋσ εςτύαςησ: E-ticketing, Bar Coded Boarding Passes (BCBP), E-freight, Common Use Self-Service (CUSS) και Radio Frequency ID (RFID).

Για καλϑτερουσ ναϑλουσ η ΙΑΤΑ ϋχει χωρύςει την υδρϐγειο ςε 3

ζώνεσ:

1. Βϐρεια και Νϐτια Αμερικό

2. Ευρώπη, Μϋςη Ανατολό και Αφρικό. Η ΙΑΤΑ Europe

ςυμπεριλαμβϊνει την Ευρώπη, Αλγερύα, Μαρϐκο και Τυνηςύα.

3. Αςύα, Αυςτραλύα, Νϋα Ζηλανδύα και τα νηςιωτικϊ ςυμπλϋγματα

του Ειρηνικοϑ Ωκεανοϑ.

Ένα ϊλλο μϋλημα τησ ΙΑΤΑ εύναι να ελαχιςτοποιηθεύ ο αντύκτυποσ

των αερομεταφορών ςτο περιβϊλλον. Σϑμφωνα με τη

Διακυβερνητικό Επιτροπό για την Αλλαγό του Κλύματοσ των

Ηνωμϋνων Εθνών (IPCC) η ςυμβολό των αερομεταφορών ςτισ

παγκϐςμιεσ εκπομπϋσ διοξειδύου του ϊνθρακα θα αυξηθοϑν μϐνο

κατϊ 1% ωσ το 2050. Όμωσ, η ΙΑΤΑ ϋχει θϋςει ωσ απώτερο ςτϐχο

την απεξϊρτηςη απϐ τον ϊνθρακα.

Η IATA παραμϋνει ο βαςικϐτεροσ παρϊγων ςτο να παραμεύνουν οι

αερομεταφορϋσ οι πιο δυναμικϋσ βιομηχανύεσ. Η αγορϊ των

αερομεταφορών ϋχει αλλϊξει ϊρδην απϐ τϐτε που ιδρϑθηκε η

IATA. Η βιομηχανύα εξακολουθεύ να αλλϊζει και η IATA ηγεύται

αυτόσ για να μπορϋςει να ανταποκριθεύ ςτισ νϋεσ ανϊγκεσ.

Εντοϑτοισ, ϋνα πρϊγμα δεν ϋχει αλλϊξει: η αναγκαιϐτητα για

παροχό υπηρεςιών. Η IATA βοηθϊ τισ αεροπορικϋσ εταιρεύεσ να

επιτϑχουν αυτϐν το ςτϐχο ανταποκρινϐμενοι ςτισ απαιτόςεισ του

21ου αιώνα.

Ελένη Παπαδοπούλου

Δικηγϐροσ Αθηνών

Μϋλοσ του Δικηγορικοϑ

Συλλϐγου Αθηνών

(Maitre Eleni Papadopoulou Tel +30/6974648912

e-mail: [email protected])

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Storia della Musica e del Teatro

Gilberto Govi: un uomo, una maschera.

Amerigo Armando Gilberto Govi. Ecco il nome completo di un grande attore,

Nato il 22 ottobre 1885 in via Sant'Ugo, al numero 13 a Genova. Forse pochi se lo

ricorderanno, è considerato l'inventore del teatro dialettale Genovese, che esportò

anche all'estero (ricordiamo per esempio le turnèè in Sud America e a Parigi). Ma

andiamo con ordine: Govi nasce da una coppia di emiliani trasferiti a Genova per

lavoro, suo padre Anselmo aveva sempre sognato per lui una carriera nelle ferrovie

come lui, ma durante una vacanza dai parenti a Modena Gilberto ancora bambino

conosce un suo zio, che faceva l'attore per diletto e da lì fu un crescendo. Nelle sue

memorie ricorda la prima volta che recitò proprio a casa di suo zio, come pubblico

aveva una sua amica di giochi e come attori aveva dei burattini, naturalmente recitò

in genovese. Crescendo iniziò a recitare in una piccola filodrammatica, e intanto

proseguiva gli sudi all'accademia delle belle arti, che gli servì moltissimo nella sua

carriera, poichè lui amava disegnarsi e farsi da solo i propri trucchi, le maschere e

fu anche un eccezionale caricaturista. A 16 anni entrò a far parte dell'accademia

Filodrammatica Italiana dove conosce Rina Gajoni, che diventerà sua moglie e compagna non solo di vita ma anche di

scena, (memorabile rimane infatti la sua interpretazione della "Giggia" in "Maneggi per maritare una figlia") e viene assunto

alle Officine Elettriche Genovesi come disegnatore. Lui stesso ammetterà che sulla sua scrivania più che i fogli di lavoro si

accumulavano i copioni... Nel 1913 fonda una sua compagnia teatrale, che recitava però in lingua Genovese, al contrario

delle regole prescritte dalla Filodrammatica, per questo si staccherà e fonderà la sua compagnia dialettale e da lì fu un

crescendo. Molti furono gli ingaggi e le turnèe in giro per il mondo e la sua popolarità crebbe fino ad avere la concessione

da Mussolini in persona a poter recitare in lingua, poichè il regime lo proibiva. Durante la guerra la compagnia si sciolse

momentaneamente, e in quel periodo Govi cominciò pure a recitare qualche film tratto dalle sue commedie (colpi di

timone 1942, successivamente che tempi! 1947 e altri ne seguirono). La popolarità crebbe in tutta Italia, e le sue

commedie iniziarono ad essere riprese dalla televisione. nel 1960 diede l'addio ai palcoscenici: "Il teatro è come una bella

donna, bisogna lasciarla prima che lei lasci te." disse. Recitò ancora una volta nel '61 in un carosello e morì nel 1966 a 81

anni. Ma la sua fama non finì con la sua vita. Le sue commedie continuarono ad

essere mandate in onda fino al 1975 ma dagli anni ottanta in poi vi fu un calo di

popolarità, qualcuno se lo ricorda ancora e cita frasi e battute rimaste immortali

(come gassetta e pomello da Maneggi). Tutti si ricordano delle sue fantastiche

espressioni, riusciva a far ridere anche solo con uno sguardo. Ma allora perchè la

sua città lo ricorda così poco? Eppure al padre del teatro dialettale genovese, a

colui che ha esportato fuori dalle colline liguri la "genovasità", portandola

addirittura oltreoceano, a colui che fa parlare ancora di "gassette e pomelli", di

mugugni un parco, un piccolo teatro non bastano... Purtroppo però si sa, Genova

non restituisce mai tutto quello che le viene dato, ma speriamo per il futuro.

Mattia Solari

La Lanterna e lo stemma dell’ antica Repubblica di Genova

Ma Se Ghe Pensu - Gilberto Govi « O l'ëa partîo sensa 'na palanca, l'ëa zà trent'anni, forse anche ciû. Ô l'aiva lottòu pe mette i dinæ a-a banca e poèisene ancon ûn giorno turnâ in zû e fâse a palassinn-a e a giardinetta, co-o rampicante, co-a cantinn-a e o vin, a branda attaccâa a-i ærboi, a ûso letto, pe dâghe 'na schenâa seja e mattin. Ma o figgio ô ghe dixeiva: "No ghe pensâ a Zena cöse ti ghe vêu tornâ?!" Ma se ghe penso allôa mi veddo o mâ, veddo i mæ monti e a ciassa da Nûnsiâ, riveddo o Righi e me s'astrenze o chêu, veddo a lanterna, a cava, lazû o mêu... Riveddo a-a seja Zena inlûminâa, veddo là a Fôxe e sento franze o mâ e allôa mi penso ancon de ritornâ a pösâ e össe dove'hò mæ madonnâa. O l'ëa passòu do tempo, forse tróppo, o figgio o l'inscisteiva: "Stemmo ben,dove ti vêu anâ, papà?.. pensiemmo dóppo, o viaggio, o mâ, t'é vëgio, no conven!" "Oh no, oh no! mi me sento ancon in gamba, son stûffo e no ne pòsso pròppio ciû, son stanco de sentî señor, caramba, mi vêuggio ritornâmene ancon in zû... Ti t'é nasciûo e t'hæ parlòu spagnòllo, mi son nasciûo zeneise e... no ghe mòllo!" Ma se ghe penso allôa mi veddo o mâ, veddo i mæ monti e a ciassa da Nûnsiâ, riveddo o Righi e me s'astrenze o chêu, veddo a lanterna, a cava, lazû o mêu... Riveddo a-a seja Zena inlûminâa, veddo là a Fôxe e sento franze o mâ e allôa mi penso ancon de ritornâ a pösâ e osse dove'hò mæ madonnâa. E sensa tante cöse o l'è partîo Zena o g'ha formòu torna o sêu nîo. »

« Era partito senza un soldo, erano già trent'anni, forse anche più. Aveva lottato per risparmiare e potersene un giorno tornare giù e farsi la palazzina e il giardinetto, con il rampicante, con la cantina e il vino, la branda attaccata agli alberi a uso letto, per coricarcisi sera e mattina. ma il figlio gli diceva: "Non ci pensare a Genova cosa ci vuoi tornare?!" Ma se ci penso allora io vedo il mare, vedo i miei monti e piazza della Nunziata, rivedo il Righi e mi si stringe il cuore, vedo la lanterna, la cava, laggiù il molo... Rivedo la sera Genova illuminata, vedo là la Foce e sento frangere il mare e allora io penso ancora di ritornare a posare le ossa dov'è mia nonna. Ed era passato del tempo, forse troppo, il figlio insisteva: "Stiamo bene, dove vuoi andare, papà?.. penseremo dopo, il viaggio, il mare, sei vecchio, non conviene!" "Oh no, oh no! mi sento ancora in gamba, sono stufo e non ne posso proprio più, sono stanco di sentire señor carramba, io voglio ritornarmene ancora in giù... Tu sei nato e hai parlato spagnolo, io sono nato genovese e... non ci mollo!" Ma se ci penso allora io vedo il mare, vedo i miei monti e piazza della Nunziata, rivedo Righi e mi si stringe il cuore, vedo la lanterna, la cava, laggiù il molo... Rivedo la sera Genova illuminata, vedo là la Foce e sento frangere il mare, e allora io penso ancora di ritornare a posare le ossa dov'è la mia nonna. E senza tante cose è partito e a Genova ha formato di nuovo il suo nido. »

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Città d’Arte

Una notte in Città Alta: tra passato e realtà, sotto lo sguardo di Bartolomeo Colleoni

Nevica e Città Alta, così ammantata in un suggestivo e fascinoso candore, sembra ancora più bella agli occhi di chi percorre a piedi le sue mura veneziane. Il Campanone suona i cento rintocchi delle 22, gli stessi che in passato annunciavano la chiusura notturna delle porte di questa splendida città medioevale. Ogni vicolo percorso ti trascina in un tempo passato, scomparso, i tuoi passi riecheggiano di una curiosa risonanza, le luci delle boutiques ammaliano e seducono i tuoi occhi e tu, immerso nella folla, ti senti quasi un flâneur benjaminiano. Qui ciò che è stato si intreccia al presente creando una trama da sogno. Passo dopo passo, tra vetrine, bancarelle ed addobbi di Natale, ci si ritrova in Piazza Vecchia, il luogo più conosciuto e

frequentato di Bergamo Alta: subito lo sguardo viene attratto dalla fontana del Contarini, dal Palazzo della Ragione, dalla torre Civica e dal bianco ed imponente Palazzo Nuovo che, sull’altro lato della strada, ospita la Biblioteca Angelo Maj. In lontananza, dietro il leone di San Marco, si scorgono poi il Duomo, il Battistero e la basilica di Santa Maria Maggiore, scrigno dei preziosi intarsi disegnati da Lorenzo Lotto e custode della tomba del musicista Gaetano Donizetti. Nel cuore dello spazio cittadino, però, spicca su tutto la Cappella Colleoni, il mausoleo voluto dal famoso principe Bartolomeo, condottiero al soldo della Serenissima e Capitano Generale dell’esercito veneto. Realizzata dall’Amedeo, la Cappella racchiude al suo interno i monumenti funebri dedicati al valoroso capitano di ventura ed alla figlia Medea, nonché una statua equestre e dorata del Colleoni realizzata da Sisto e Siry da Norimberga. Proprio quest’ultima sembra metterti in contatto con il genius loci che anima l’edificio, con quell’uomo che andava sì a cavallo, ma che si è inventato i carri armati e le navi corazzate e al quale i soldati del tempo avevano dato il soprannome di “invincibile”. Bartolomeo Colleoni, con il suo bastone da comando e la spada, si erge

impavido e spavaldo, forte dei suoi successi ed ambizioso di gloria e celebrità, immortalato in tutto il suo fascino e la sua fierezza e ti accompagna lungo la via a lui intitolata, la principale della città, verso la sua antica abitazione. Quest’ultima, sede ancora oggi dell’Istituzione Luogo Pio della Pietà da lui fondata nel XV sec., è anche il luogo in cui si conserva il suo celebre ritratto eseguito da Gian Battista Moroni. E’ ormai notte, il freddo si fa pungente sulla pelle. Si lascia Città Alta, ma i suoi segreti no: quelli si portano con sé. Samantha Filippone

Un affresco storico su Bergamo Alta, con la statua del Principe Bartolomeo Colleoni, omaggio al Conte cav.gr.cr. prof Aldo Colleoni, Console Generale

della Mongolia, illustre studioso e docente universitario.

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Le opera del dott. Hamer

possono essere richieste al

seguente indirizzo: Amici di

Dirk - Sonnhaldenweg, 18

CH – 9100 Herisau –Svizzera.

Potete trovare ulteriori

informazioni visitando il sito

www.care2.com

Storia della Medicina

“La medicina sottosopra:

e se Hamer avesse ragione? ”

Da questa pubblicazione estesa da Giorgio Mambretti e Jean Séraphin,

edizioni Amrita, traiamo testualmente alcune parti che denotano il

pensiero del dott. Ryke Geerd Hamer: “Quando fai qualche cosa hai

contro tutti quelli che fanno la stessa cosa, hai contro tutti quelli che

fanno il contrario, hai contro tutti quelli che non fanno niente”. Il

dott.Hamer nascie nel 1935, in Renania: il Padre è un pastore Luterano

e la madre è di origini fiorentine. Si laurea in teologia, fisica e medicina

specializzandosi poi in psichiatria, neurologia e medicina interna, con

una tesi sui tumori celebrali.

“Le 5 leggi fondamentali ovvero la medicina sottosopra si basano:

- sulla sua esperienza diretta di malato di cancro

- sull’osservazione di più di ventimila casi di patologie diverse (dalla verruca all’ AIDS, dalla psicosi alla leucemia,

dalla sclerosi a placche al diabete) cercando ogni volta il denominatore comune, il trauma causale.

- Sullo studio dell’evoluzione della prima cellula destinata a diventare un individuo complesso.

È da migliaia di anni che l’umanità ha sperimentato che in definitiva tutte le malattie hanno un origine psichica, e ciò è ormai un

assunto scientifico solidamente inscritto nel patrimonio della conoscenza universale; solo la medicina moderna fa di noi esseri

animati, un sacco pieno di formule chimiche. Che non sia venuto in mente a nessuno che il cervello è la centrale operativa del

nostro organismo possa essere responsabile di tutte le malattie e quanto meno strano nell’era dell’informatica.”

“Ciò che tormenta gli uomini non è la realtà ma l’idea che essi se ne fanno” (Epiteto). Siamo i soli padroni di noi stessi e i soli

artefici della nostra religione…Medicina più umana: ama il tuo prossimo (te incluso), rispettalo nella sua globalità, nel suo

vissuto, nel suo unico modo di essere.”

“Osannato dai malati, osteggiato dall’Ordine dei medici, il dott.

Hamer colleziona lauree ad honorem in medicina in certi paesi, e

processi in altri, oltre a riempire periodicamente le cronache dei

quotidiani di mezza Europa con le sue vicende. Oncologo e

ricercatore, basta il suo nome perché nel mondo della sanità si

assista a una levata di scudi…ma le sue casistiche di guarigione

delle malattie degenerative cono impressionanti, tali da far

vacillare l’edificio della medicina ufficiale…Urta gli interessi delle

Holding farmaceutiche… Come può essere che una grave malattia

come il cancro sia il tentativo del cervello di riparare e quindi di

guarire un trauma subito? E che basti individuare il trauma e

disfarlo perché il cervello receda dalla sua azione riparatrice,

arrestando quindi la proliferazione delle cellule cancerose? come

possiamo individuare rapidamente questo trauma?”

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Summaries/Resumés/Riassunti: Editorial:

Critic on the politic and economic situation of the European states that have forgotten the ancient ideals, on the

beat drum of the progress and the tax empire.

“Elzeviro” : Paradoxocraty

the author, wants to recall the liability of the man with aphorisms and thoughts, he wants to rebuilt the occidental

culture, through the glorious “Elzeviro” .

The roots of the European Christianity in the 21 centuries of the international relations of the roman church:

This article the author tell us about the diplomatic traditions of more than thousand year of the roman church

Ioannis Kapodistrias:

Count Ioannis Antonios Kapodistrias (Greek: Κόμθσ Ιωάννθσ Αντϊνιοσ Καποδίςτριασ – Komis Ioannis Antonios

Kapodistrias, in Italian: Giovanni Capo d'Istria, Conte Capo d'Istria, and in Russian: граф Иоанн Каподистрия – Graf

Ioann Kapodistriya) (February 11, 1776 – October 9, 1831) was a Greek diplomat of the Russian Empire and later first

head of state of independent Greece.

Profiles of the newspaper editor and managing director

They confirm us the importance of the publication, where the global takes his base in the “localism” and in the

identity of the nations.

I.A.T.A:

L’Association internationale du transport aérien (ou IATA, en anglais International Air Transport Association ou

IATA) est une organisation commerciale internationale de sociétés de transport aérien. Ces entreprises sont

spécialement autorisées à consulter les prix entre elles par l’intermédiaire de cet organisme. Cette association, a été

fondée à La Havane à Cuba en avril 1945. Son siège social est situé à Montréal, dans la tour de la Bourse.

Elle regroupe 230 compagnies qui représentent 95 % du trafic mondial de passagers. Son directeur général depuis

2002 est l’italien Giovanni Bisignani.

L'activité principale de l'IATA est la simplification des facturations entre les compagnies aériennes et les agents de

voyages.

Aujourd’hui, la mission d’ IATA est représenter, mener et server l’industrie du transport aérien.

Gilberto Govi: a man, a mask

Amerigo Armando Gilberto Govi (1885-1966) was an Italian actor and playwright who had made famous the

Genoese dialectal theatre with his stage shows and his television performances.

The medicine upside-down – and if Hamer has right?

Ryke Geerd Hamer doctor in physics, theology and medicine. With the specialization in: psychiatry, neurology and

internal medicine.

He bases his medical thinking on the conviction that the brain (the head office of our body) is the responsible of all

the diseases (from the flu to the cancer). He studied more than 20.000 of sick people confirming his theory.

A night in Città Alta: between past and reality under the glance of Bartolomeo Colleoni

A historic and artistic picture on the prince Bartolomeo Colleoni and his city. The article is dedicated to the earl Aldo

Colleoni, Mongolian General Consul his noble descending.

The flags of the world:

The flags want to confirm the internationality of our newspaper that believes in the need of the relations between

the states for a human social and economic cooperation.

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Enti patrocinanti:

International no profit Institute Natural Future Therapy

è un'istituzione internazionale, culturale, apolitica, senza scopo di lucro ha per finalità la valorizzazione della civiltà nelle regioni storiche del mondo, per obiettivo generale l'attivazione di sinergie atte a riscoprire e promuovere, soprattutto tra i giovani le radici storiche e culturali delle Civiltà nella sua storia ultra millenaria, ricca di passati principi e di radicamento, forti radici da non cancellare impresse nei valori, nei saperi, nei sapori legati alla Terra, perchè l'uomo sempre più spogliato della propria identità possa trasmettere alle future generazione, i segni, i simboli e le testimonianze delle loro radici, secondo il principio torniamo all'antico e sarà un progresso. L'Associazione realizza i compiti statutari, anche in collaborazione con Associazioni Internazionali senza scopo di lucro, mediante incontri, studi, lezioni, corsi di formazione, di aggiornamento propedeutico, di Master, conferenze, tavolo rotonde, congressi, mostre, pubblicazioni di libri, periodici, articoli di stampa, laboratori di oggettualità materiale, musica e tradizioni folcloriche, trekking ecologici, corsi di cucina, guida alle sementi e alle erbe officinali, studio del territorio per sperimentare nuove colture salutistiche, per realizzare una banca-semi dei vegetali locali per tutelare tipiche produzioni originarie e primordiali, proteggendo con ogni mezzo le specie vegetali in estinzione. Allo scopo saranno attivate sinergie locali, regionali, nazionali e trasnazionali, vocate al precipuo sviluppo sostenibile dell'uomo e del territorio.

L'Associazione inoltre promuove "liberi corsi propedeutici internazionali" (ex art. 33 Costituzione Repubblica Italiana) relativi a tecniche olistiche, bionaturali e ayurvediche, tematiche naturali del benessere della persona, pranoterapia, shatzu, watsu, musicoterapia, yoga, reiki, aromaterapia, tecnica respiratoria, filosofia del pensare positivo, filosofia e psicologia dell'alimentazione, autostima, arte del modo di fare: educazione,sensibilità verso gli altri e finalità motivazionali. Mentre nelle scienze umane attiva proiezioni e prospettive personali e transnazionali, previsioni a breve e lungo termine, analisi gnoseologiche, filosofiche e psicologiche. L'Associazione aderisce inoltre con provvedimento del Presidente ad organizazzioni, istituzioni, associazioni senza scopo di lucro ed enti pubblici e privati, sottoforma di adesione, patrocinio, partenariato, purchè compatibili con le finalità statutarie. Head office: (executive secretary Mr. Angelo Capretto) Permanent representation:

Salita dei fiordalisi 2 – 16035 Rapallo (GE) Agia Marina, Koropi (12km Atene, GR) Tel.+39 3473096074 - +306977726389 Tel. +306977726389

WORLD CULTURAL NO PROFIT ORGANIZATION OF INTERNATIONAL COMMUNICATION ha per finalità la valorizzazione della civilità nelle regioni storiche nel mondo per obbiettivo generale l'attivazione di sinergie atte a riscoprire e promuovere, soprattutto tra i giovani le radici storiche e culturali della civiltà nella sua storia ultramillenaria ricca di passati, principi e di radicamento, forti radici da non cancellare impresse nei valori, nei saperi e nei sapori legati alla Terra, perchè l'uomo sempre più spogliato della propria identità possa trasmette alle future generazioni i segni, i simboli e la testimonianza delle loro radici. L’associazione gode del patrocinio dell’INARS ”premio cultura Presidenza Consiglio Ministri”. L'Associazione realizza i compiti statutari, in partenariato anche con altre associazioni no profit, mediante incontri, studi, lezioni, corsi di formazione, di aggiornamento, di master, conferenze, tavole rotonde, congressi, mostre, pubblicazione di libri, periodici, articoli di stampa, laboratori di oggettualità materiale legate alla culture più ancestrali, alla musica e alle tradizioni folcloriche, trekking ecologici, corsi di gastronomina, studio del territorio per sperimentare nuove culture e proteggere con ogni mezzo la liberta dei cittadini. Allo scopo saranno attivate sinergie nazionali e trasnazionali vocate al precipuo sviluppo sostenibile dell'uomo e del territorio.

L'Associazione per meglio attendere gli scopi sociali e culturali è proprietaria ed editore del giornale "The

International Journal" debitamente registrato nel registro stampa del tribunale di Chiavari - Ge (I), nella

piena convinzione che la stampa e libera e non soggetta ad autorizzazioni o censure (art.21 della Costituzione Repubblica italiana). Si può infatti fare cultura senza politica ma non politica senza cultura. La diplomazia internazionale ed aziendale come le norme comportamentali e di protocollo sono elementi essenziali dell'attività dell'Associazione.

Permanent rapresentation and “International Journal” redaction: Head office:

Agia Marina, Koropi (12km Atene, GR) Salita dei fiordalisi 2 – 16035 Rapallo (GE) Tel. +306977726389 - +39 3392646013

Centre International sur le Développement et le Marketing

Organisation internationale no-profit (ONG - ONU) Le CIR/IIA est répertorie dans la « Liste des Instituts, Centres et

écoles d’enseignement sur les questions internationales »

(ONU/UAI, 1975)

Le CIR-IIA est reconnu comme: «Organisation internationale

destinée à donner une impulsion transnationale à la coopération

entre les états» (OMPI, 1973)

La siège administratif est a Lima (Pérou),

Le siège de la Présidence Internationale est à S. Mateo, CA (USA)

et il y a d’autres sièges,

représentations permanentes et délégations dans le monde entier.

« Annuaire des Organisations internationales ONU » B/4054

European liaison rapresentation office:

Agia Marina, Koropi (12km Atene, GR) tel.+306977726389 International Master du CIR – IIA

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World Institute of Historical Regions

Istituzione transnazionale, culturale, apolitica no-profit che ha per finalità la tutela e la valorizzazione delle regioni storiche appartenenti ai

circa duecento stati sovrani del mondo,in difesa delle loro radici e della loro identità. Atteso che si può fare cultura senza politica ma non

politica senza cultura. Un richiamo pressante per attivare sinergie atte a riscoprire e promuovere, soprattutto tra i giovani le radici storiche e

culturali nella civiltà della loro storia ricca di passati principi e di radicamento, forti radici da non cancellare, inpresse nei valori, nei saperi,

nei sapori legati alla terra, perché l’uomo sempre più spogliato della propria identità possa trasmettere alle future generazioni i segni, i

simboli e le testimonianze delle loro radici, secondo il principio: torniamo all’antico e sarà un progresso.

L’istituzione culturale é la filiazione diretta dell’INARS – Istituto Nazionale Regioni Storiche ( “premio cultura della Presidenza Consiglio

Ministri”) fondato nel MCMLXX e la cui sede storica è al Castello di S.Leo (già capitale d’Italia nel IX secolo, nell’antica regione del Montefeltro).

L’istituzione deriva dalla considerazione che molte Regioni Storiche del mondo hanno subito processi di

disconoscimento della loro identità storica e culturale e di ripartizione in base a criteri di carattere politico e

strategico-militare prima, economico-organizzativo successivamente, contro i principi del diritto internazionale

ed umanitario.

L’istituzione realizza i compiti statutari, in partenariato anche con altre associazioni no profit, mediante incontri,

studi, lezioni, corsi di formazione, di aggiornamento, di master, conferenze, tavole rotonde, congressi, mostre,

pubblicazione di libri, periodici, articoli di stampa, laboratori di oggettualità materiale legate alla culture più

ancestrali, alla musica e alle tradizioni folcloriche, trekking ecologici, corsi di gastronomina, studio del territorio

per sperimentare nuove culture e proteggere con ogni mezzo la liberta dei cittadini. Allo scopo saranno attivate

sinergie nazionali e trasnazionali vocate al principio dello sviluppo sostenibile dell'uomo e del territorio. L’Istituzione per meglio attendere gli scopi sociali, culturali e internazionali ha stabilito perpetuo partenariato con

il WORLD CULTURAL NO PROFIT ORGANIZATION OF INTERNATIONAL COMMUNICATION (proprietario ed editore

del giornale "The International Journal").

Nella tutela e valorizzazione delle Regioni Storiche del mondo in una rete internazionale di coesione e sussidiarietà intendiamo difendere la memoria

storica e l’identità culturale nelle comuni radici, linguistiche, artistiche, poetiche, popolari, culturali contro ogni tentativo di omologazione in nome di

una globalizzazione selvaggia.

Per cominciare, l’istituzione illustra ed elenca le regioni storiche appartenenti al presente alla Grecia.

REGIONI STORICHE DEllA GRECIA

REGIONI STORICHE POSIZIONE UBICAZIONE DIVISIONI PRE / POST

ATTICA

L’Attica del V secolo a.C.

ATTICA

Capoluogo: Atene

Stemma civico di

Atene

Stemma dei duchi La

Roche

ATTICA

Regione storica la cui storia si identifica con Atene,

massima città della Grecia classica, fondata dal

mitico Cecrope, passò dal regime monarchico

(Codro), a quello aristocratico (Eupatridi), , ebbe

quindi un governo democratico con le istituzioni di

Dracone e Solone (594 a.C.) e, dopo Pisistrato,

Clistene. Centro culturale nell’età di Pericle, fu

fiorente dalle Guerre Persiane alla Guerra del

Peloponneso. Decaduta e assoggettata alla

Macedonia nel 338 a.C.,fu poi sottomessa a Roma

nel 146. Decadde nell’età bizantina, risorse come

Ducato di Atene (1205-1456), dopo la IV Cociata, il

cui primo duca fu Ottone de La Roche e nel 1342

Gualtiero di Brienne, signore di Firenze. Conquistata

da Maometto II nel 1456, rimase sotto il dominio

turco fino al 1834, quando divenne capitale della

Grecia indipendente.

LE 5 REGIONI STORICHE

DELLA GRECIA CENTRALE

1. BEOZIA (giallo)

2. EUBEA (rosa)

3. EURITANIA (celeste)

4. FOCIDE (viola)

5. FTIOTIDE (verde)

GRECIA CENTRALE

Capoluogo: Lamia

4 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:

BEOZIA Capoluogo: Livadeia

EUBEA Capoluogo: Calcide

EURITANIA Capoluogo: Karpenisi

FOCIDE Capoluogo: Amfissa

FTIOTIDE Capoluogo: Lamia

Stemma della

Repubblica di San

Marco

Stemma del Regno di

Grecia

REGIONI STORICHE DELLA GRECIA

CENTRALE

Antichissima regione storica dalla forte identità, la

BEOZIA, ebbe centri importanti come Tebe ed

Orcomeno dove fiorì la civiltà micenea; la sua storia

si identifica con Tebe, che in età classica non fu

sottomessa da Atene; fece parte del dominio

macedone e poi provincia romana come le altre

regioni della Grecia centrale e nel XIII secolo

divenne capitale del Ducato di Atene, seguendone le

sorti. Fu patria di Esiodo, di Pindaro e di Plutarco.

L’EUBEA ebbe come centri notevoli Calcide ed

Eretria che ebbero un ruolo importante nella

colonizzazione dell’Egeo nord-occidentale,

dell’Italia e della Sicilia; sotto il dominio di Atene

nel VI secolo, passò nel 338 a.C. sotto il dominio

macedone, e dal 146 a.C. sotto quello romano-latino.

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Conquistata da Bonifacio I del Monferrato nel 1205,

fu dominio di Venezia con il nome di

NEGROPONTE dal 1211 al 1470, quando dopo un

lungo assedio cadde nelle mani dei Turchi che la

tennero fino al 1830, quando entrò a far parte del

Regno di Grecia.

LE 4 REGIONI STORICHE

DELLA GRECIA

OCCIDENTALE

1. ACARNANIA (rosso)

2. ETOLIA (blu)

3. ACAIA (giallo)

4. ELIDE (verde)

GRECIA OCCIDENTALE

Capoluogo: Patrasso

3 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:

ETOLIA-ACARNANIA

Capoluogo: Missolungi

ACAIA Capoluogo: Patrasso

ELIDE Capoluogo: Pirgo

Stemma dell’Impero

turco-ottomano

Stemma della città di

Patrasso, capoluogo

dell’Acaia

LE QUATTRO REGIONI STORICHE DELLA

GRECIA OCCIDENTALE

ACARNANIA: fondata da Acarnan figlio di

Almeone, dedita alla pirateria; al crollo dell’Impero

bizantino (1204) divenne parte del Despotato di

Epiro e nel 1480 passò all’Impero Ottomano, per

tornare alla Grecia nel 1832.

ETOLIA: antica regione storica, a lungo ai margini

della civiltà greca, alla fine del IV secolo a.C. si

costituì nella Lega etolica, per fronteggiare la

Macedonia, arrivando a controllare nel 290 quasi

tutta la Grecia centrale. Passata con Antioco III di

Siria, fu battuta dai Romani nel 189 e infine sciolta

nel 146.a.C. Seguì poi le sorti dell’Acarnania,

divenendo parte del Despotato di Epiro e poi

dell’Impero Ottomano.

ACAIA e ELIDE: Abitate in epoca protostorica dagli

Achei la prima, dai Cauconi e dagli Etoli la seconda,

parteciparono alla colonizzazione dell’Italia

meridionale (secc. VIII-VII a.C.). Soggette

all’influenza di Atene, Sparta, Tebe, passarono poi

sotto il dominio macedone. Caduta sotto la

dominazione romana (146 a.C.), divennero parte

della provincia romana di Acaia che comprendeva

tutta la Grecia. Nel 1210 divennero parte del

Principato di Acaia insieme alle altre regioni del

Peloponneso.

TESSAGLIA

Subregioni: MAGNESIA e ISOLE

SPORADI

La Tessaglia del V sec. a.C.

Walacchia-Tessaglia nel 1265

TESSAGLIA

Capoluogo: Larissa

4 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:

KARDITSA Capoluogo: Karditsa

LARISSA Capoluogo: Larissa

MAGNESIA Capoluogo: Volos

TRIKALA Capoluogo:Trikala

Bandiera dell’Impero

Turco-Ottomano

Stemma dell’Impero

Bizantino

TESSAGLIA

Alla civiltà tessala del neolitico seguì quella

micenea, (reperti di Larissa, Iolco, Sesklo).

L’aristocratica famiglia degli Aleuadi arrivò a

controllare il territorio nonché la potente Lega

Anfizioniaca della Grecia settentrionale. Partecipò

alle Guerre persiane e agli inizi del IV secolo a.C.

divenne tagus (re) Giasone di Fere, che grazie alla

potente cavalleria tessala trasformò in breve il paese

in uno stato potente che controllava anche territori

confinanti; era suo intento portare guerra al re di

Persia quando fu assassinato (379 a.C.). Nel IV

secolo a.C. divenne vassallo della Macedonia,

provincia indipendente nel 300 con capitale Larissa

Formalmente divenne parte della provincia di

Macedonia dopo la conquista romana (146 a.C.) e

fino al XIII secolo fu sotto il dominio dell’Impero

romano d’Oriente, quando grandi porzioni del

territorio caddero .sotto il controllo di tribù Vlach (la

Valacchia tessala). Dopo un breve periodo di

dipendenza dal Regno latino di Tessalonica, fu

conquistata da Theodore Komnenos Doukas

divenendo stato indipendente governato da questa

famiglia. Alla fine della dinastia segurono periodi di

dominazione bizantina, serba fino alla conquista nel

1394 dei Turchi Ottomani. Nel 1881 l’Impero

Ottomano cedette alla Grecia la maggio parte della

Tessaglia.

EPIRO

L’Epiro nel V secolo a.C.

EPIRO

Capoluogo: Giannina

4 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:

ARTA Capoluogo: Arta

GIANNINA Capoluogo: Giannina

PREVESA Capoluogo: Prevesa

TESPROZIA Capoluogo: Igoumenitsa

Stemma della famiglia

Orsini

EPIRO

Le tribù dei Molossi, Thesproti, Bardei e Caoni si

insediarono nella regione storica tra il XX e il XVI

secolo a.C. I Corinzi vi fondarono le prime colonie

attorno al IX secolo a.C. Nel V secolo avviene

l’unificazione dei regni come confederazione con

Tharipas. Seguì un periodo di disordini tra le varie

tribù confederate, che si concluse con l’ascesa di

Pirro, che dal 297 a.C. era re della sua gente, i

Molossi, tribù preponderante che dichiarava

discendere da Achille.Abile generale, lodato da

Annibale ed acerrimo antagonista di Roma , contro

cui organizzò una campagna militare (280-275 a.c.)

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Il Despotato d’Epiro

per creare un suo regno in Italia. La spedizione fallì

dopo un avvio fortunato per Pirro. Sottomessa dai

Romani nel 168 a.C fu incorporata nella provincia

romana di Macedonia. Nel IV secolo d.C. fu invasa

dai Goti di Alarico. Nel 1204, allo smembramento

dello Stato Bizantino, si formò grazie a Michael I

Komnenos Doukas il Despotato di Epiro dal 1204-

1466, quando passò sotto il dominio ottomano e poi

tornò alla Grecia nel corso delle Guerre Balcaniche.

Il Despotato, che ebbe il massimo punto di

espansione dal 1205 al 1230, fu governato dalla

dinastia dei Ducas, poi dalla famiglia italiana degli

Orsini dal 1318 1l 1359.

MACEDONIA (greca)

Subregioni:

1. CALCIDICA

2. MONTE ATHOS

L’intera regione storica copre

territori appartenente a 5 stati:

Grecia, Repubblica di Macedonia,

Bulgaria, Albania e Serbia

La Macedonia nel V secolo a.C.

L’Impero di Alessandro Magno

Monte Athos “Entità teocratica

indipendente”

MACEDONIA OCCIDENTALE

Capoluogo: Kozani

MACEDONIA CENTRALE

Capoluogo: Salonicco (Tessalonica)

MACEDONIA ORIENTALE E

TRACIA

Capoluogo: Komotini

REGIONE AUTONOMA DI MONTE

ATHOS

Si trova nella "lingua" più orientale

della Penisola Calcidica ed è abitata da

circa 1500 monaci ortodossi distribuiti

in 20 monasteri principali o laure, oltre

a 12 Skiti (comunità di monaci singoli

sorte intorno a chiese) e a circa 250

Celle, o eremi isolati . Tutte le Skiti o

le Celle sono autonome per quel che

riguarda la loro vita interna, ma

ricadono sotto la giurisdizione di uno

dei 20 monasteri principali per quel che

riguarda i problemi generali della vita

monastica e i problemi amministrativi.

Repubblica teocratica riconosciuta

indipendente nel 1913. Dal 1920 sotto

l’alta sovranità greca, con il Trattato

del 16.09.1926, amministrata dalla

Santa Comunità Monastica,

rappresentante i 20 conventi ortodossi

Simbolo della

Macedonia “Il Sole di

Vergina”

Associato al Regno

degli Argeadi

Stemma della

Macedonia

Stemma della

Repubblica teocratica

di Monte Athos

L’aquila bicipite

coronata e con globo e

croce negli artigli è

anche quello della

Chiesa ortodossa;

analogo allo stemma

dell’Impero bizantino

il cui imperatore era

“isapostolo”, tradizione

araldica ripresa dallo

zar di tutte le Russie.

MACEDONIA

E’ una regione storica, i cui confini sono stati

ridefiniti agli inizi del XX secolo. L’intera regione

copre parti della Grecia, della Repubblica di

Macedonia, della Bulgaria e parti minori

dell’Albania e della Serbia.

Viene costituito il Regno di Macedonia tra l’VIII e il

VI secolo a.C. con il re Perdicca I della dinastia degli

Argeadi che costruirono la capitale ad Aigai (la

moderna Vergina); alla stessa dinastia appartiene

Alessandro Magno.

Con Filippo II (339- 336 a.C9 iniziò l’espansione

della Macedonia in Grecia, sui Paioni, Traci ed

Illirici, e su territori dell’attuale Repubblica di

Macedonia (Pelagonia e Pavonia). Il figlio di Filippo

II, Alessandro Magno, allargò il regno creando un

impero che abbracciava teritori della Grecia,

dell’Impero persiano, dell’India e dell’Egitto. I

romani sottomisero i greci della Macedonia nel 168

a.C. facendone una provincia romana; seicento anni

più tardi, con la scissione dell'impero, la regione

divenne parte dell'impero romano d'Oriente retto da

Costantinopoli. Nel VII secolo si stabilirono qui tribù

slave, modificando così l'assetto etnico del territorio.

Nel IX secolo la regione fu conquistata dallo zar

bulgaro Simeone e più tardi, durante il regno dello

zar Samuele, la Macedonia divenne il centro di un

potente stato bulgaro. La sconfitta di Samuele da

parte di Bisanzio nel 1014 diede inizio a un lungo

periodo di instabilità, durante il quale Bisanzio, la

Bulgaria e la Serbia si contesero a fasi alterne

l'egemonia sulla regione. In seguito alla rovinosa

disfatta della Serbia a opera dei turchi nel 1389, la

penisola balcanica fu annessa all'impero ottomano, il

che produsse un'ulteriore trasformazione nella

fisionomia culturale della Macedonia.

Nel 1878 la Russia sconfisse la Turchia e da allora è

iniziato lo smembramento della Macedonia.

TRACIA

Come Regione Storica oggi è

politicamente divisa tra la Grecia,

la Bulgaria e la Turchia

La Tracia storica si estendeva

verso est dalla Macedonia al Mar

Nero e al Mar di Marmara, verso

sud dal Danubio al Mar Egeo.

MACEDONIA ORIENTALE E

TRACIA

Capoluogo: Komotini

TRACIA

3 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:

EVROS Capoluogo: Alessandropoli

XANTHI Capoluogo: Xanthi

RODOPI Capoluogo: Komotini

Stemma della Tracia

Bizantina

Stemma dell’Impero

Latino (Stati Crociati)

Stemma della Tracia

ottomana

TRACIA

Abitata da Traci e Illiri, la Tracia subì con Dario

l'occupazione persiana (492 a. C.), dalla quale si

liberò dopo la battaglia di Platea (479 a. C.). Si

delineò allora un notevole progresso civile,

soprattutto nella Tracia orientale, dove la tribù degli

Odrisi ottenne la supremazia. Il regno degli Odrisi fu

abbattuto da Filippo il Macedone (342-341). Alla

morte di Alessandro la regione venne a lungo

contesa tra Macedonia, Egitto e Siria, sino

all'intervento dei Romani che, in seguito (46 d. C.),

la trasformarono in provincia.

Terra di conquista delle migrazioni barbare dei secc.

IV-VI, nel VII sec. venne stabilmente occupata da

popolazioni slave, cadute ben presto sotto l'egemonia

bizantina. Caduta interamente sotto il dominio

ottomano nel 1360, vi rimase sino al 1878 quando,

col trattato di Berlino, la parte settentrionale della

provincia di Rumelia fu posta sotto amministrazione

autonoma e successivamente (1885) incorporata

dalla Bulgaria che, dopo le guerre balcaniche, assorbì

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(1913) anche la Tracia occidentale. Dopo la prima

guerra mondiale parte della Tracia occidentale passò

alla Grecia.

PELOPONNESO

REGIONI STORICHE

DELL’ANTICO

PELOPONNESO

Attualmente appartenenti alla

Periferes della Grecia occidentale:

1. ACAIA

2. ELIDE

Attualmente appartenenti alla

Periferes del Peloponneso:

1. ARCADIA

2. ARGOLIDE

3. CORINZIA

4. LACONIA

5. MESSENIA

PELOPONNESO

Capoluogo: Tripoli

7 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:

ACAIA ( Prefettura della Grecia

Occidentale)

ELIDE

(Prefettura della Grecia Occidentale)

ARCADIA Capoluogo: Tripoli

ARGOLIDE Capoluogo: Nauplia

CORINZIA Capoluogo: Corinto

LACONIA Capoluogo: Sparta

MESSENIA Capoluogo: Calamata

Stemma del Principato

di Morea o di Acaia

Stemma del Principato

di Morea sotto

Guillaime de

Champlitte (1205-

1209)

Stemma di Ottone I di

Baviera

PELOPONNESO

Abitato fin dal neolitico, ha subito varie invasioni di

popoli, prima di essere dominato da Sparta tra il X e

l’VIII secolo a.C.; poi dai Macedoni e infine dai

Romani (146 a.C.), che la istituirono in provincia

insieme alla Macedonia.

Con la IV Crociata e la caduta di Costantinopoli ad

opera dell’armata latina, il Peloponneso fu assegnato

al marchese Bonifacio I di Monferrato. Il compito

della conquista fu dato a Guillaime de Champlitte

che prese il titolo di principe d’Acaia; a lui si

aggiunse come vassallo Geoffroy de Villehardouin,

che gli successe il 1209. Seguì nel principato la Casa

d’Angiò e nel 1306 il titolo passò per matrimonio

alla Casa Savoia. Seguì un periodo di conflitti tra

vari pretendenti finché il Principato di Acaia-Morea

fu assorbito completamente nel 1432 dal Despotato

di Morea, provincia dell’Impero bizantino che

formatosi nel 1308 durò circa 150 anni fino al 1460,

quando l’ultimo lembo dell’Impero bizantino cadde

sotto il dominio turco.

Dal 1685 al 1715 il Peloponneso fu sotto la

dominazione della Repubblica di Venezia come

Regno di Morea, grazie alla conquista di Francesco

Morosini. Seguì nel 1715 un secondo dominio dei

Turchi che ebbe termine nel 1821, quando i Greci si

ribellarono e dichiararono la loro indipendenza, cui

in realtà si arrivò nel 1829.

Si formò il Regno di Grecia il 3 febbraio 1830 con il

Trattato di Londra e il primo re fu Ottone I di

Baviera, cui successe nel 1863 Giorgio I, principe

reale di Danimarca.

CRETA - CANDIA

Mappa dell’Isola di Candia di

Giorgio Sideri (1562)

I possedimenti della Repubblica di

Venezia nel Mediterraneo

orientale (in verde) nel 1450

4 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:

IRAKLIO Capoluogo: Iraklio

RETHYMNO Capoluogo: Rèthymno

LASSITHI Capoluogo: H.Nikolaos

CHANIA Capoluogo: Chania

Il Toro di Creta

simbolo del Minotauro

Bandiera della

Repubblica di Venezia

(la Serenissima)

CRETA

Il neolitico, testimoniato dal 6.000 a.C. si evolve

nella cultura del bronzo o minoica, termine derivato

da Minosse, il mitico re dell’isola. Alla civiltà

minoica (3.000-1450 a.C.) subentrò la civiltà

micenea. Conquistata poi dai Dori nel sec. XI a.C.

Creta rimase estranea alle vicende continentali, fino

al 67 a.C. quando i Romani l’annessero alla

Pirenaica costituendola poi in provincia. (287 d.C.).

Rimasta all’Impero bizantino cadde poi sotto il

dominio arabo (823-961). Tornata ai Bizantini fu

assegnata nel 1204 con la IV crociata al Marchese

del Monferrato. Nel 1204 venne venduta a Venezia,

la Serenissima, che la difese dagli Ottomani fino al

1669. Dominata dai Turchi, l’isola si ribellò fino al

ritorno alla Grecia nel 1913 con il Trattato di Londra

CICLADI

PREFETTURA DELLE CICLADI

REGIONE AMMINISTRATIVA

EGEO MERIDIONALE

Capoluogo: Ermoupoli

Bandiera dell’Impero

Turco Ottomano

CICLADI

Arcipelago di circa 220 isole poste in forma circolare

intorno all’Isola di Delo. Regione storica famosa

nell’antichità per la civiltà cicladica (3000-1100

a.C.). Dopo la supremazia di Atene e della

Macedonia, le Cicladi caddero sotto il dominio dei

Tolomei d’Egitto, poi provincia dei Romani.

Dominio veneziano dal 1204 al 1537 quando caddero

in mano ai Turchi con conseguente spopolamento

delle isole

DODECANESO

PREFETTURA DEL DODECANESO

REGIONE AMMINISTRATIVA

EGEO MERIDIONALE

Capoluogo: Rodi

Stemma dell’Ordine di

S. Giovanni detto dei

Cavalieri di Rodi

DODECANESO

La Regione storica trae il nome dalle 12 isole più

importanti dell’arcipelago, formato in realtà da più di

160 isole e isolotti, di cui 26 abitate. La sua storia è

legata a quella di Rodi, l’isola più importante

dell’arcipelago, fin dall’epoca greca quando

rappresentava un importante scambio tra oriente e

occidente. Nel Medioevo divenne sede per secoli dei

Cavalieri di Rodi che la fortificarono resistendo agli

attacchi turchi fino al XVI secolo, quando

negoziarono la loro uscita dalle isole che cedettero al

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sultano dell’Impero Turco Ottomano.

Durante la Guerra italo-turca il Dodecaneso fu

occupato dall’Italia che la tenne fino al 1943, come

Colonia delle Isole Italiane nell’Egeo.

EPTANESO

La Repubblica delle Sette isole

(Eptaneso) a ovest della Rumelia,

nome usato dal XV secolo per

indicare la Regione dell’Impero

Ottomano dei Balcani meridionali.

REGIONE AMMINISTRATIVA

ISOLE IONIE

(con eccezione dell’isola di Cerigo)

4 Prefetture (NOMOI) corrispondenti:

CORFU’ Capoluogo: Corfù

CEFALONIA Capoluogo: Argostoli

ZACINTO Capoluogo: Zante

LEUCADE Capoluogo: S. Maura

La Bandiera

dell’Eptaneso durante

il protettorato

britannico

EPTANESO

Arcipelago nel Mar Ionio costituito da sette isole

maggiori (più alcuni isolotti) per cui è detto

Eptaneso: Cefalonia, Itaca, Zante-Zacinto, Corfù,

Leucade, Cerigo e Passo.

Le isole già veneziane fino alla caduta della

Serenissima,costituirono dal 1800 al 1817, escluso il

periodo dell’occupazione francese (1807-15), una

repubblica indipendente. Nel 1817 fu esteso

sull’Eptaneso il protettorato britannico fino al 1864,

quando le isole furono unite alla Grecia. Il 2 maggio

1817 venne formalizzato il protettorato britannico -

in realtà già operante dal 1815 - e fu aggiunto

l'Union Jack sulla bandiera al leone della

Serenissima. La bandiera fu abolita con l'annessione

alla Grecia (2 gennaio 1864).

Il leone di San Marco sulla bandiera ricordava il

lungo periodo di appartenenza a Venezia.

L’oroscopo attraverso i secoli di Lucia Capretto Campaiola *

Fin dai tempi più remoti l’uomo ha sentito il bisogno di comprendere i segni astrali, sia per il fascino da essi

esercitato che per la necessità pratica di poter prevedere i fenomeni sociali. Dalla Metafisica di Aristotele è

tratto il principio secundum lunam, da cui deriva l’inflenza astrale su alcuni uomini metereopatici, per non

ricordare la stessa influenza fisica esercitata sulle maree, bastano le esemplificazioni correlate all’acqua alta a

Venezia e al celebre monte di Saint Michel in Francia.

Astra inclinant, non necessitant (“gli astri influenzano ma non costringono” il Dottore della Chiesa San

Tommaso d’Aquino). Nell’anno 1930 a Londra venne pubblicato sul Times il quadro astrale della principessa

Margaret, sorella dell’attuale regina Elisabetta II. Millenni prima di finire sui rotocalchi e i teleschermi, l’arte

astrologica nacque tra gli Egizi dall’ VIII secolo a.C. essi pensavano che il corpo fosse diviso in dodici parti

ognuno sotto l’infuenza astrale di un differente segno, altri precursori furono i Babilonesi (che divisero il cielo

in 15 costellazioni e iniziarono a registrare ogni eclisse),i Maya e gli Aztechi (che idearono un calendario di

260 giorni costituito da cicli di 20 nomi e di numeri dall’1 al 13), la stessa tradizione vedica o indiana (con il

Jyotish, una delle 6 discipline tratte dal Vedanga, che si pone come obbiettivo la dissipazione delle tenebre

dell’ignoranza) e l’antica tradizione astrologica cinese (che pone l’influenza dei propri segni con cadenza

annuale).

Dal canto suo Marco Tullio Cicerone faceva parte dei detrattori dell’arte divinatoria, mentre invece l’illustre

scrittore e poeta Orazio affermava experamur aves (“confidiamo nel volo degli uccelli”) un significato

propiziatorio. Non possiamo dimenticare il cosidetto fegato eugubino dell’epoca etrusca, che in base alle Fegato etrusco di Gubbio

filamentazioni si traevano pronostici, ripreso poi dalla cultura romana.

Dopo le conquiste, Alessandro Magno entrò in contatto e diffuse la cultura greca. I greci collegano i miti alle costellazioni, e riempiono il cielo

di storie eccezionali, come ad esempio quella della ninfa Callisto trasformata in orsa da Era, consorte di Zeus. Gli oracoli vanno spesso

interpretati: Ibis redibis non morieris in bello risponde la Sibilla Cumana al guerriero. Che però a secondo della virgola, si può interpretare in

due modi: “ andrai ritornerai, e non morirai in guerra”, “andrai non ritornerai, e morirai in guerra”. A diffonndere l’astrologia in Europa invece ci

pensarono primariamente gli Arabi, che diffusero l’arte divinatoria di pari passo con le proprie conoscenze matematiche (grazie anche alla figura

di Albumasar), questi insegnamenti vennero presto recepiti dai dotti italiani che furono chiamati nelle corti di tutt’Europa. Emblematico fu il

comportamento della regina di Francia Caterina de Medici (consorte di Enrico II di Valois) e figlia di

Lorenzo il Magnifico che al contrario affermava:”Chi vuol esser lieto sia, del domani non v’è certezza”. La

regina aprì nel palazzo del Louvre centri studi vocati all’astrologia.

L’astrolabio da noi riportato è riprodotto nello studiolo di Federico Carpegna di Montefeltro duca di Urbino,

che come il celebre Giovanni Pico Marchese della Mirandola era studioso anche di Astrologia.

Questo breve excursus vuole richiamare l’attenzione del lettore sull’arte divinatoria, che non può essere

derubricata a strane magie o maghi ciarlatani, perché fa parte di una cultura che ha radici in quasi XXX

secoli di storia che vuol significare anche la necessità di uomini importanti a studiare le proiezioni del

futuro. La stessa scienza diplomatica si basa anche sulla grande dote di percepire il futuro prevedibile

proprio nelle relazioni internazionali con i diversi stati del mondo. *Presidente International no-profit Institute of Natural Future Therapy e

Calendario azteco World Cultural no-profit Organization of International Communication

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UNISU Università telematica Scienze Umane

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L‘Hotel Europa trova le sue origini nel settecentesco Palazzo Serra

che ospitò nel 1815 Pio VII e nel 1821 Vittorio Emanuele I. Nel 1868

fu affittato a Felice Casaccia per essere adattato ad albergo.

Rapallo è testimone di importanti eventi: fra i quali il convegno

interalleato (1917), il trattato italo-iugoslavo (1920), il trattato

russo-tedesco (1922), e vi convennero V.E. Orlando, il barone

S.Sonnino, maresciallo Foch, Lord Lloyd George, G. D’Annunzio, H.

Hemingway, E.Pound,ecc.

Invito Il Direttore dell’ Hotel Europa Sig. Paolo Ferrero invita alla

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“Le Regioni storiche: identità e memoria”

del

Conte cav.gr.cr. prof. S. L. Sergiacomi de Aicardi

Giornalista – Diplomatico

Presidente World Institute of Historical Regions

Che si terrà Venerdì 26 Febbraio 2010 alle ore 17:00

Nella sala “I Carb16035, Rapallo (GE, I ) Tel.0185669521 – Fax. 0185669847

e-mail: [email protected]

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onari” dell’Hotel Europa

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Il Ministero dell’Interno della Repubblica Democratica Ellenica – Segretariato Generale per l’Informazione e

Comunicazione ha accreditato il nostro Direttore come giornalista – inviato speciale per la Grecia, rilasciando la relativa tessera ufficiale.

Ministero del turismo:

Ministro: on. Michela Vittoria Brambilla

Via della Ferratella in Laterano, 51 - 00184 ROMA

Centralino: Tel. 06/455321

Segreteria ministro: Tel. 06/455326960

Ufficio Stampa: e mail: [email protected]

ENIT: natura giuridica e funzioni Nato nel 1919, l'Ente Nazionale Italiano per il Turismo trasformato in ENIT- Agenzia nazionale del turismo con legge 14.5.2005 n.80, è lo strumento primario per realizzare le politiche di promozione dell'immagine turistica dell'Italia e di supporto alla commercializzazione dei

prodotti turistici italiani nel mondo, qualificandosi anche come riferimento per azioni istituzionali mirate nell'ambito comunitario ed

internazionale.

Masseria Citulo

località Castel del Monte - 70031 ANDRIA -

Italy

S.P. 234 (= Ruvo-Minervino) Km. 20+920

(ex S.S. 170 Km. 18+200)

tel. / fax: +39 0883 569864

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e-mail: [email protected]

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via A. De Gasperi, 27

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Il movimento della domanda estera negli esercizi ricettivi riguarda mediamente circa 42 milioni di cittadini stranieri che determinano oltre 160

milioni di pernottamenti ed un introito valutario dell'ordine di 31.000 milioni di Euro. A livello mondiale l'Italia occupa il 5° posto per numero di arrivi internazionali ed il 4° posto per volume di ricavi valutari del turismo estero

(dati UNWTO).

Sede: Via Marghera 2/6 00185 Roma

Tel. (+39) 06 - 49711 - Fax (+39) 06 - 4463379 / 4469907

Email: sedecentrale enit.it Presidente: Matteo Marzotto

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