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Avvenire 07/07/2011 Page : A26 Copy Reduced to 89% from original to fit letter page FEDE E SOCIETÀ Dai cattolici in politica alla necessità di fare di più per il Sud. Ricca di temi e incontri la giornata lucana del cardinale. «Il prete ha il compito di consolare ma anche d’insegnare la verità e correggere l’errore» «Missione della Chiesa è stare accanto alla gente» DAL NOSTRO INVIATO A MELFI (POTENZA) VITO SALINARO ggi dobbiamo fare con animo mis- sionario le cose ordinarie della no- stra pastorale. Si tratta di uno sguar- do nuovo che più che suggerire iniziative nuove, de- ve qualificare in modo nuovo i rapporti quotidia- ni, sapendo che i cosiddetti "lontani" ci sono spes- so accanto». I sacerdoti sono stati al centro dell’o- melia che il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ha pronunciato ieri mattina nella Cat- tedrale di Melfi (Potenza), nel corso di una visita alla diocesi lucana compiuta in occasione della ria- pertura del Museo diocesano. Un’omelia in cui il porporato non ha mancato di porre l’ac- cento sugli aspetti più pro- blematici del nostro tempo sottolineando, però, che «non esiste difficoltà nell’apostola- to che debba indurci allo sco- raggiamento e alla resa». Se è vero che il mondo muta, ha aggiunto, è altresì vero che «il cuore dell’uomo non muta: ha e avrà sempre bisogno di Dio, anche quando non lo cerca». Anche questa «società – ha spiegato l’arcivescovo di Ge- nova – che sembra volgersi forsennata contro se stessa rincorrendo illusioni di apparenza e di fal- sa libertà, dà segni di accorgersi che lontano da Dio non vi è gioia, e che l’uomo perde se stesso». Ecco l’importanza del prete: «In Cristo, l’amore ha il volto della verità e del bene. Per questo il sacer- dote ha il compito di consolare con le parole di Ge- sù, ma anche di insegnare la verità e correggere l’errore. Sono le due facce dell’amore di Dio». Di amore il presidente della Cei ha parlato ai gio- vani nell’incontro che ha preceduto l’inaugura- zione del Museo diocesano e che si è svolto in una struttura, l’albergo ostello Il Tetto, creata per favo- rire l’occupazione giovanile e sviluppata nell’am- bito del Progetto Policoro. «Nella Chiesa non ci so- no periferie», aveva detto, accogliendo il cardina- le, il vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, Gianfranco Todisco. «La mia presenza – la risposta di Bagna- sco – simboleggia l’abbraccio di tutti i vescovi ita- liani alla vostra comunità». E in questo momento di crisi economica, aveva sottolineato in prece- denza il cardinale parlando ai giornalisti, «la Chie- sa fa quello che è nella sua missione e nella sua na- O « tura, cioè stare accanto alla gente». Una presenza allora che si è fatta incoraggiamento quando il por- porato ha sollecitato i ragazzi a non cadere nella ras- segnazione o nel fatalismo che «non appartengo- no all’essere cristiano». Ma a «recuperare il senso religioso, l’attaccamento alla famiglia e a questa terra»; insomma, a «non disperdere le radici» spes- so tagliate dalla cultura moderna. Un discorso che «vale anche per l’Italia e per l’Europa». In quanto al Mezzogiorno, «si può fare di più», ha evidenzia- to; la stessa Chiesa, in queste aree, «è lievito e sti- molo». «Come facciamo a uscire da questa penombra in un tempo così difficile?», ha chiesto Angela. «Ci so- no tre strade – ha assicurato Bagnasco –: incontra- te Cristo e vivete l’amicizia con lui, coltivando la fe- de perché la fede è viva e se non la si coltiva lan- gue. La seconda strada – ha proseguito – è la for- mazione. Voi appartenete alla generazione che più di tutte si confronterà con la multiculturalità, in- contrerete ricchezze ma anche tante sfide. Vi chie- deranno: perché credete in Dio? Se non saprete ri- spondere non uscirete più dalla penombra e vi sen- tirete appiattiti. Ricordate, ci vuole fatica per for- marsi le idee e smarcarsi dal contesto dove l’"io" è al centro. La terza strada: crescete nella testimo- nianza vivendo coerentemente il Vangelo e inte- ressandovi alla vita pubblica». Su quest’ultimo pun- to, il presidente della Cei ha chiarito che «esiste un terreno per l’unità dei cattolici in politica. Leggete l’enciclica "Caritas in veritate"». L’unità sta «in quei valori di etica sociale che il Papa definisce "non ne- goziabili"». Bagnasco si è congedato dai giovani auspicando che vivano al meglio la prossima Gmg di Madrid, «portando questo evento nella vita or- dinaria». Ai giovani l’invito a coltivare la fede, alla formazione e a testimoniare il Vangelo nella vita pubblica Bagnasco a Melfi: l’unità sta nei valori non negoziabili Un Dio contadino che diffond non avendo radici, seccò. fecondatore infaticabile del- le nostre vite, ostinato nella fiducia, un Dio seminatore: mano che si apre, inizi che pio quando sono strada, u- no che non si ferma mai. La parola di Dio chiede un mi- nuto di sosta, un minuto di sere; e poi la spina del quoti- diano, dovuta alla fatica di conciliare lavoro e famiglia, di resistere allo sconforto, al- cogliere colo ge cerà. Mi com di Ermes Ronchi il vangelo Un momento dell’incontro che il cardinale Bagnasco ha avuto con i giovani di Melfi (foto Imerea)

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FEDEE SOCIETÀ

Dai cattolici in politica allanecessità di fare di piùper il Sud. Ricca di temi eincontri la giornata lucana

del cardinale. «Il prete hail compito di consolare maanche d’insegnare la veritàe correggere l’errore»

«Missione della Chiesaè stare accanto alla gente»DAL NOSTRO INVIATO A MELFI (POTENZA) VITO SALINARO

ggi dobbiamo fare con animo mis-sionario le cose ordinarie della no-stra pastorale. Si tratta di uno sguar-

do nuovo che più che suggerire iniziative nuove, de-ve qualificare in modo nuovo i rapporti quotidia-ni, sapendo che i cosiddetti "lontani" ci sono spes-so accanto». I sacerdoti sono stati al centro dell’o-melia che il presidente della Cei, cardinale AngeloBagnasco, ha pronunciato ieri mattina nella Cat-tedrale di Melfi (Potenza), nel corso di una visitaalla diocesi lucana compiuta in occasione della ria-pertura del Museo diocesano.Un’omelia in cui il porporatonon ha mancato di porre l’ac-cento sugli aspetti più pro-blematici del nostro temposottolineando, però, che «nonesiste difficoltà nell’apostola-to che debba indurci allo sco-raggiamento e alla resa». Se èvero che il mondo muta, haaggiunto, è altresì vero che «ilcuore dell’uomo non muta: hae avrà sempre bisogno di Dio,anche quando non lo cerca».Anche questa «società – haspiegato l’arcivescovo di Ge-nova – che sembra volgersi forsennata contro sestessa rincorrendo illusioni di apparenza e di fal-sa libertà, dà segni di accorgersi che lontano daDio non vi è gioia, e che l’uomo perde se stesso».Ecco l’importanza del prete: «In Cristo, l’amore hail volto della verità e del bene. Per questo il sacer-dote ha il compito di consolare con le parole di Ge-sù, ma anche di insegnare la verità e correggerel’errore. Sono le due facce dell’amore di Dio».Di amore il presidente della Cei ha parlato ai gio-vani nell’incontro che ha preceduto l’inaugura-zione del Museo diocesano e che si è svolto in unastruttura, l’albergo ostello Il Tetto, creata per favo-rire l’occupazione giovanile e sviluppata nell’am-bito del Progetto Policoro. «Nella Chiesa non ci so-no periferie», aveva detto, accogliendo il cardina-le, il vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, GianfrancoTodisco. «La mia presenza – la risposta di Bagna-sco – simboleggia l’abbraccio di tutti i vescovi ita-liani alla vostra comunità». E in questo momentodi crisi economica, aveva sottolineato in prece-denza il cardinale parlando ai giornalisti, «la Chie-sa fa quello che è nella sua missione e nella sua na-

tura, cioè stare accanto alla gente». Una presenzaallora che si è fatta incoraggiamento quando il por-porato ha sollecitato i ragazzi a non cadere nella ras-segnazione o nel fatalismo che «non appartengo-no all’essere cristiano». Ma a «recuperare il sensoreligioso, l’attaccamento alla famiglia e a questaterra»; insomma, a «non disperdere le radici» spes-so tagliate dalla cultura moderna. Un discorso che«vale anche per l’Italia e per l’Europa». In quantoal Mezzogiorno, «si può fare di più», ha evidenzia-to; la stessa Chiesa, in queste aree, «è lievito e sti-molo».«Come facciamo a uscire da questa penombra inun tempo così difficile?», ha chiesto Angela. «Ci so-no tre strade – ha assicurato Bagnasco –: incontra-te Cristo e vivete l’amicizia con lui, coltivando la fe-de perché la fede è viva e se non la si coltiva lan-gue. La seconda strada – ha proseguito – è la for-

mazione. Voi appartenete alla generazione che piùdi tutte si confronterà con la multiculturalità, in-contrerete ricchezze ma anche tante sfide. Vi chie-deranno: perché credete in Dio? Se non saprete ri-spondere non uscirete più dalla penombra e vi sen-tirete appiattiti. Ricordate, ci vuole fatica per for-marsi le idee e smarcarsi dal contesto dove l’"io" èal centro. La terza strada: crescete nella testimo-nianza vivendo coerentemente il Vangelo e inte-ressandovi alla vita pubblica». Su quest’ultimo pun-to, il presidente della Cei ha chiarito che «esiste unterreno per l’unità dei cattolici in politica. Leggetel’enciclica "Caritas in veritate"». L’unità sta «in queivalori di etica sociale che il Papa definisce "non ne-goziabili"». Bagnasco si è congedato dai giovaniauspicando che vivano al meglio la prossima Gmgdi Madrid, «portando questo evento nella vita or-dinaria».

Scultura del XV secolo raffigurante la Pietà

DAL NOSTRO INVIATO A MELFI

più interessante lo scrigno o ilsuo contenuto? Arrivando alMuseo diocesano di Melfi, ria-

perto dopo 8 anni e inaugurato ieri dalcardinale Angelo Bagnasco che lo hadefinito «un inno alla bellezza», la do-manda è pertinente: perché è vero chele sculture del XV secolo, i paramentisacri, gli argenti, gli oli su tela del ’500,sono di pregevole fattura e di indub-bio valore non solo artistico. Ma è an-che vero che la struttura che ospitaquesta esposizione - un’ala del palaz-zo episcopale - è altrettanto ricca difascino e di storia. Una storia che silega al prestigio di questa città e diquesta diocesi lucana, piccola sì, mascelta, tra l’XI e il XII secolo, quale se-de di ben cinque Concili papali. Nelpalazzo si respira la nobiltà della vec-chia capitale del ducato di Puglia eche, oltre ai Papi, fu tra le mete prefe-rite dell’imperatore Federico II di Sve-via, il quale, dal castello di Melfi, nel1231, promulgò le Costitutiones au-gustales.Il palazzo che ospita il Museo, volutodal vescovo Armando Franco nel 1977,è di fondazione normanna: ben undicisale sono dedicate all’esposizione, al-cune splendidamente affrescate, co-me quella del trono, dove un ricco ci-clo pittorico con allegorie rappresen-ta la lotta delle virtù contro i vizi. Ladiocesi ha voluto fosse riaperto anchel’annesso giardino, creato nel 1564 enon più fruibile da quasi mezzo seco-lo. La riapertura è stata resa possibilegrazie anche agli stanziamenti dellaConferenza episcopale italiana e de-gli Enti locali.Il «pezzo» di maggior pregio è una

Èscultura in pietra policroma, del XVsecolo, di autore probabilmente te-desco, che rappresenta la Pietà. Tra gliartisti che hanno firmato i manufatti,anche Francesco da Tolentino, Cri-stiano Dannona, F. Oliva, Nicola Pec-cheneda, A. Miglionico. Singolare è untronetto eucaristico in argento con co-rona ricca di pietre preziose risalenteal 1773. Ma sono numerose anche lereliquie di santi, gli affreschi, le pittu-re raffiguranti la Natività, l’Adorazio-ne, l’Annunciazione e l’Immacolata.La più antica, «Madonna con santi», èdatabile tra il 1530 e il 1535; è un oliosu tavola di Francesco da Tolentino.«La diocesi – dice il direttore del Mu-seo, don Ciro Guerra – consegna allastoria un monumento architettonicoche custodisce il prezioso e straordi-nario patrimonio del passato perché,reso fruibile, continui a vivere nella fe-de del presente, coniugando bellezzae spiritualità». Un concetto ribaditoed esteso dal vescovo di Melfi-Rapol-la-Venosa, Gianfranco Todisco per ilquale «un museo ecclesiastico è il luo-go che documenta l’evolversi della vi-ta culturale e religiosa, oltreché il ge-nio dell’uomo, al fine di garantire ilpresente. Di conseguenza non può es-sere sciolto dall’insieme delle attivitàpastorali, ma va pensato in relazionecon la totalità della vita ecclesiale. L’o-biettivo è far diventare il museo pun-to di riferimento attorno a cui si ani-ma il progetto di rivisitazione del pas-sato e di scoperta del presente negli a-spetti migliori e talvolta sconosciutidel Vulture-Melfese».Fino all’11 luglio il Museo sarà visita-bile gratuitamente. Informazioni al si-to www.diocesimelfi.it.

Vito Salinaro

Ai giovanil’invito acoltivarela fede, allaformazione ea testimoniareil Vangelonella vitapubblica

l’evento«Un inno alla bellezza»: riapredopo otto anni il Museo diocesano

Voluta nel 1977la struttura è oggiospitata in un’ala delpalazzo episcopaleVi sono custoditiquadri, sculturee oggetti sacridi grande valoreIl presidente Ceiall’inaugurazione

GIOVEDÌ7 LUGLIO 201126

Bagnasco a Melfi: l’unità sta nei valori non negoziabili

San Miniato in festa per un presbiteroOrdinato domenica dal vescovo Tardellinella Collegiata di Fucecchio

SAN MINIATO.Domenica scorsa lacomunità di San Miniatoha vissuto un momentoimportante, quellodell’ordinazionesacerdotale di Gian LucaPalermo. È stato ilvescovo diocesano,Fausto Tardelli apresiedere laconcelebrazione con isacerdoti nella chiesadella Collegiata a

Fucecchio, città natale diPalermo. Nell’omelia ilpresule ha invitato il neoprete a seguire Gesù,mite e umile di cuore e adivenire lui stesso ristoroper le anime. Palermo hafrequentato l’Istitutoprofessionale meccanico.L’8 settembre 2002 èentrato nel Seminarioromano dei Servi delCuore Immacolato diMaria, nell’ottobre 2004in quello di San Miniato.L’8 Dicembre 2010 èstato ordinato diacono.Ha insegnato religione eha svolto servizio indiverse parrocchie.Presterà servizio in quelladi Castelfranco di Sotto.

Teggiano-Policastro: un sacerdotesarà ordinato sabato da Spinillo

TEGGIANO. Sabato alle 18nella chiesa di Sant’Alfonso MariaDe’ Liguori a Padula, in provinciadi Salerno, l’amministratoreapostolico di Teggiano-Policastro,il vescovo di Aversa, AngeloSpinillo conferirà l’ordinazionepresbiterale al 26enneMichelangelo Tierno. Il giovaneordinato diacono il 19 giugnodello scorso anno ha studiato nelSeminario metropolitano

«Giovanni Paolo II» di Pontecagnano Faiano nelsalernitano e attualmente frequenta la Pontificia FacoltàTeologica dell’Italia Meridionale, sezione «San Luigi» diNapoli per conseguire la licenza in Teologia dogmatica,indirizzo ecclesiologico. L’ordinazione sarà preceduta dauna due giorni di riflessione con don Antonio Garone sultema «Sacerdozio oggi: identità e missione» e con donFernando Barra su «La carità pastorale: vita e spiritualitàdel sacerdote». Il neo sacerdote collabora in parrocchiacon don Vincenzo Federico, direttore diocesano dellaCaritas. (L.Gial.)

Indonesia, premioa diocesi per aiutidopo l’eruzione

SERAMANG. A ottomesi dall’eruzione delvulcano Merapi inIndonesia, il Rotary ClubMataram di Yogyakarta(Central Java) premiapadre Joseph SuyatnoHadiatmodjo della diocesidi Semarang per il lavoroa sostegno degli sfollatidella catastrofe. Ilriconoscimento - riferiscel’agenzia AsiaNews - èstato consegnato neigiorni scorsi. Si è volutoringraziare il sacerdote ela diocesi di Semarang peraver dato una nuovasperanza alla popolazionecolpita dal terremoto del2006 e dall’eruzione delloscorso anno.

Nella Basilica di Manoppello domaniForte consacra prete un frate cappuccinoMANOPPELLO. Lafamiglia abruzzese dei fraticappuccini in festa perl’ordinazione sacerdotaledi fra’ Emiliano Antenucci,32 anni, nato a Vasto dovesi è diplomato peritochimico. Antenucciproviene dalla parrocchiadi San Paolo, ma hafrequentato per lungotempo anche quella diCupello, paese di originedei genitori. Figlio di unartigiano, scopre la suavocazione nel 1999 dopoun viaggio ad Assisi. Ricevela sua formazione in varietappe formative in diversiconventi del Centro Italia.Dopo l’ordinazionediaconale del 23 maggio

del 2010, avvenuta aManoppello (nella foto) ecelebrata da monsignorBruno Forte, arcivescovodi Chieti-Vasto è statoinviato dal suo Provincialea Penne dove continueràla sua attività pastoralecome neo sacerdote in uncentro di pastoralegiovanile. Per un lungoperiodo è stato anche aManoppello, dove ha fatto

da guida ai numerosipellegrini che ogni giornoarrivano al santuario delVolto Santo. Nella stessaBasilica, domani alle 18,30l’arcivescovo Forte loordinerà sacerdote,mentre la prima Messa,fra’ Emiliano la celebreràsabato alle 11, nelsantuario della Madonnadei Miracoli aCasalbordino. (D.D.S.)

Il frate cappuccino con l’arcivescovo Forte (a destra)

Un Dio contadino che diffonde vita

XV Domenica Tempo Ordinario-Anno A

Quel giorno Gesù uscì di ca-sa e sedette in riva al mare.Si radunò attorno a lui tan-ta folla (...). Egli parlò loro dimolte cose con parabole. Edisse: «Ecco, il seminatore u-scì a seminare. Mentre se-minava, una parte caddelungo la strada; vennero gliuccelli e la mangiarono.Un’altra parte cadde sul ter-reno sassoso, dove non c’e-ra molta terra; germogliò su-bito, perché il terreno non e-ra profondo, ma quandospuntò il sole fu bruciata e,

non avendo radici, seccò.Un’altra parte cadde sui ro-vi, e i rovi crebbero e la soffo-carono. Un’altra parte caddesul terreno buono e diedefrutto: il cento, il sessanta, iltrenta per uno (...)».

cco il seminatore uscìa seminare. Ed è subi-to profezia di estate, di

pane, di tavole imbandite, difame finita. Gesù guarda unseminatore e nel suo gestointuisce qualcosa di Dio. Lagioia di immaginare Dio co-me lo rivela Gesù: un Diocontadino che diffonde i suoigermi di vita a piene mani,

fecondatore infaticabile del-le nostre vite, ostinato nellafiducia, un Dio seminatore:mano che si apre, inizi chefioriscono, primavera.Dio è come la primavera delcosmo, noi dovremmo esse-re l’estate del mondo, cheporta a maturazione i germidivini, profumata di frutti. O-gni cuore è una zolla di terrabuona, adatta a dare vita aisemi di Dio. Ma quante vol-te ho fermato il miracolo! Ioche sono strada, via calpe-stata, campo di pietre e sas-si, io che coltivo spine nelcuore ... Mentre seminava, una partecadde lungo la strada; ven-nero gli uccelli e la mangia-rono. Il primo errore lo com-

pio quando sono strada, u-no che non si ferma mai. Laparola di Dio chiede un mi-nuto di sosta, un minuto dipassione: chi corre sempre èderubato di senso, derubatodella fame di infinito che co-stituisce la nostra dignità.Un’altra parte cadde sul ter-reno sassoso, dove non c’eramolta terra... Il secondo er-rore è il cuore poco profon-do, un cuore che non con-serva, non custodisce, nonmedita. Così fa il cristiano a-dolescente che è in me, chesi accontenta di sensazioni enon approfondisce.Un’altra parte cadde sui rovie i rovi crebbero e la soffoca-rono. Il terzo errore è l’ansiadelle ricchezze e del benes-

sere; e poi la spina del quoti-diano, dovuta alla fatica diconciliare lavoro e famiglia,di resistere allo sconforto, al-la solitudine, all’insicurezzaper il domani... Spina chesoffoca la fiducia e ti fa cre-dere che in te non ci sia spa-zio per far germogliare un se-me divino, un sogno grande.Ma il centro della parabolanon è negli errori dell’uomo,il protagonista è un Dio ge-neroso, che non priva nes-suno dei suoi doni. Nasce al-lora la gioia e la fiducia cheper quanto io sia arido, spen-to, sterile, Dio continua a se-minare in me, senza sosta.Contro tutti i rovi e le spine,contro tutti i sassi e le strade,vede una terra capace di ac-

cogliere e fiorire, dove il pic-colo germoglio alla fine vin-cerà.Mi commuove questo Dioche in me ha seminato cosìtanto per tirar su così poco.Lui sa che per tre volte, dicela parabola, per infinite vol-te, dice la mia esperienza,non rispondo, poi però unavolta rispondo, ed è il trenta,il sessanta, forse il cento peruno. Amo questo Dio conta-dino, pieno di fiducia nellaforza del seme e nella bontàdel pugno di terra che sonoio, al tempo stesso campo dispine e terra capace di far fio-rire i semi di Dio.(Letture: Isaia 55,10-11; Sal-mo 64; Romani 8,18-23; Mat-teo 13,1-23).

E

di Ermes Ronchi

il vangelo

Un momento dell’incontro che il cardinale Bagnasco ha avuto con i giovani di Melfi (foto Imerea)