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Introduzione al Project Management
CNIPA
Area Monitoraggio, Verifica e Validazione
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anno 2003 Dario Biani 2
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Contenuti del corso
� Impostazione del progetto;
� Pianificazione delle attività, risorse e costi;
� Coordinamento e controllo durante le fasi di realizzazione.
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anno 2003 Dario Biani 3
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Che cos¶è il project management
Gestione di un¶impresa complessa, unica e di durata determinatarivolta al raggiungimento di un obiettivo chiaro e predefinito
mediante un processo continuo di pianificazione di risorsedifferenziate con vincoli interdipendenti di:
� tempi
� costi
� qualità
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anno 2003 Dario Biani 4
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Cenni storici
Attività che risale al periodo di realizzazione delle grandicostruzioni dell¶antichità:
� Piramidi in Egitto (XXVI sec a.c.)
� Colosseo (72 d.c.)
� Acquedotti dell¶impero romano (144 a.c.)
Condotta senza tecniche di programmazione e dirappresentazione del processo produttivo
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anno 2003 Dario Biani 5
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Cenni storici
� H.L. Gantt all¶inizio del secolo scorso definì una tecnica dirappresentazione del processo produttivo utilizzando barre
temporali� nel 1957 M. Walker definì il metodo CPM (Critical PathMethod) per il controllo dei tempi di progetto
� nel 1958 venne sviluppata la tecnica PERT (ProgramEvaluation and R ewiew Technique) in ambito del progetto per la realizzazione dei sottomarini nucleari (progetto Polaris)
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anno 2003 Dario Biani 6
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il P.M. ed i vincoli di progetto
Negli ultimi decenni il Committente ha imposto ai progettivincoli sui tempi, costi e qualità sempre più rigidi in quanto:
� Prodotti e tecnologie diventano obsoleti in breve tempo
� Il fornitore deve confrontarsi con una concorrenza più vasta chespesso utilizza manodopera a basso costo
� Il cliente/utente è più smaliziato
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il P.M. ed i vincoli di progetto
Il risultato è che un elevato numero di progetti non riescono arispettare i limiti previsti di budget o di tempo o non producono irisultati attesi.
Indagine dello Standish Group, basata su un campione di 28.000 progetti e pubblicata da Computer Weekly il 9 luglio 1998,fornisce questi risultati:
� progetti riusciti: 26%
� progetti chiusi con notevole ritardo sui tempi, e/o costiimprevisti, e/o funzionalità inadeguate: 46%
� progetti falliti: 28%
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
I progetti nella Pubblica Amministrazione
� Nel 2000 la spesa per l¶informatica nella PubblicaAmministrazione Centrale è stata di 2578 miliardi, 1028 dei qualisono stati sottoposti a monitoraggio.
� La maggior parte dei contratti di importo inferiore a 25 milionidi Euro non è sottoposta a monitoraggio.
� Il controllo di questi contratti richiede un elevato numero dirisorse qualificate.
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il P.M. ed i vincoli di progetto
I fattori critici di successo del progetto:
� Studio di fattibilità (requisiti, vincoli, stima delle dimensioni del prodotto, risorse, costi, benefici, ecc.)
� Organizzazione del progetto (gruppi di lavoro, comunicazione,ciclo di vita, rapporti con il committente)
� Risorse umane e strumenti� Processo di produzione
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gli strumenti di controllo dei progetti nella P.A
� Il monitoraggio dei contratti di grande rilievo (controllo deitempi, costi e qualità in corso d¶opera)
� Il collaudo dei prodotti consegnati (controllo del rispetto deirequisiti a posteriori)
� I contratti di fornitura (descrizione analitica dei vincoli erequisiti del progetto)
� La certificazione di qualità del Fornitore (famiglia delle normeISO 9000)
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anno 2003 Dario Biani 11
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Evoluzione auspicabile
� Gruppi interni di monitoraggio che svolgano anche funzioni diconsulenza nella predisposizione dei contratti;
� Predisposizione di studi di fattibilità su tutti i progettieconomicamente rilevanti;
� Personale interno informatico che garantisca una efficaceinterfaccia tra utente e fornitore;
Una cultura di progetto è necessaria per svolgere queste attività
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anno 2003 Dario Biani 12
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
I progetti di produzione del software
Rispetto ad altri tipi di progetto hanno alcune specifichecaratteristiche:
� Invisibilità - Il software non è facilmente visibile come per esempio un ponte, un impianto chimico o una vettura
� Complessità - A parità di costo mediamente i progetti softwarerisultano più complessi anche per l¶elevato coinvolgimento
dell¶utente nelle fasi alte del progetto
� Flessibilità - facilità di modificare il prodotto sia in corsod¶opera che a fine realizzazione
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
I progetti di produzione del software
Due tipologie principali di progetti:
� Sistemi informativi caratterizzati dal fatto che dialogano con
l¶organizzazione
� Sistemi industriali con interfaccia verso la macchina (sistemioperativi,sistemi di controllo di processo)
Processi di produzione adatti per sviluppo di un tipo sistema nonsono spesso efficaci per l¶altro
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Le fasi di progetto
impostazione
controllo
chiusura
pianificazione
esecuzione
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Le fasi di progetto
� Impostazione del progetto:
� individuazione della struttura organizzativa
� definizione degli obiettivi del progetto
� individuazione del processo di sviluppo (ciclo di vita)
� Pianificazione:
� definizione delle attività e sequenza
� stima dell¶impegno di risorse� definizione di compiti e responsabilità
� stima della durata delle attività
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Le fasi di progetto
� segue Pianificazione:
� schedulazione delle attività
� stima dei costi
� preparazione del piano di progetto� pianificazione della qualità
� pianificazione delle comunicazioni
� pianificazione dei rischi
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Le fasi di progetto
� Esecuzione delle attività:
� acquisizione e allocazione delle risorse di progetto
� esecuzione delle attività nel rispetto della schedulazione
� distribuzione delle informazioni
� assicurazione della qualità
� gestione della configurazione
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Le fasi di progetto
� Controllo:
� stato avanzamento dei lavori
� controllo dei costi
� controllo della qualità dei prodotti� controllo dei rischi
� azioni correttive
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anno 2003 Dario Biani 19
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Le fasi di progetto
� Chiusura del progetto:
� verifica del soddisfacimento di tutti gli obblighi contrattuali
� ordini di chiusura attività continuative (es. erogazione
servizi)� trasferimento del personale e chiusura locali
� consegna dell¶archivio di progetto
� analisi dei risultati
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Le fasi di progetto
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - struttura organizzativa
� Per funzione: non è assegnato personale allo specifico progettoe non c¶è un coordinatore delle attività;
� Per progetto: esiste un coordinatore (project manager) a tempo pieno ed il personale che opera sul progetto dipende direttamenteda esso;
� A matrice: esiste un coordinatore a tempo pieno o parziale ed il
personale che opera sul progetto è in parte assegnato al team di progetto.
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anno 2003 Dario Biani 22
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - struttura organizzativa
Organizzazione per funzione
Risorse umane Amministrazione
Progettazione Pianificazione Produzione Acquisti Controllo progetti
Direzione Generale
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - struttura organizzativa
Or gani a ioneper pr oge o
A ini r a ione Ri orseUmane
Pr oge o A Pr oge oB Pr oge o C Ri erca eSviluppo
Dir e ioneGener ale
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - struttura organizzativa
Organi azi ne a atr ice
Progetto
A
Progetto
Progetto
C
Risorse
Progettazione Piani icazione Produzione Acquisti Controllo progetti
irezione enerale
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - struttura organizzativa
Quale struttura scegliere:
� Struttura per progetti - progetti complessi o molto grandi
� Struttura per funzione - progetti semplici che richiedono elevataspecializzazione del personale
� Struttura a matrice - progetti mediamente complessi
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - Individuazione degli obiettivi� Prodotto/servizio da realizzare (definizione dei requisiti)
� a quali costi
� in quanto tempo� con quale livello qualitativo
La fonte di riferimento è il contratto il quale non sempredefinisce in modo sufficientemente chiaro tutti gli obiettivi.
Alcuni obiettivi possono essere impliciti e riguardano leaspettative inespresse del cliente. L¶utenza specifica nel dettagliogli obiettivi.
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - Individuazione degli obiettivi
ContrattoAspettativeinespresse
del cliente
Aspettativedell¶utenza
Obiettividi progetto
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - Caratteristiche degli obiettivi
� Chiari - Descrizione non ambigua, con pochi termini tecnici deiquali è illustrato il significato
� Misurabili - Devono prevedere una metrica ed un valore target
� Realistici - Deve essere raggiungibile il target degli obiettivi nelloro insieme (prodotto, tempi, costi, qualità)
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - I requisiti di prodotto
� E¶ il risultato dell¶analisi dei fabbisogni del committente
� Si procede in modo incrementale fino a raggiungere il livello di
precisione che elimini tutte le ambiguità
� Inizia con lo studio di fattibilità e si completa nel corsodell¶esecuzione del progetto
� E¶ un fattore critico di successo del progetto e coinvolge sial¶utente che il fornitore
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - Il ciclo di vita del progetto
Per ciclo di vita si intende il processo per la produzione delsoftware.
Modelli di ciclo di vita del software:
� Code and fix: lo sviluppatore coincide con l¶utente che adatta progressivamente il software alle proprie esigenze;
� A cascata: il sistema è realizzato attraverso una successione difasi senza ricicli;
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - Il ciclo di vita del progetto
Modelli di ciclo di vita del software:
� Incrementale:I requisiti del sistema sono definiti inizialmentema il progetto è realizzato per parti successive;
� Evolutivo: Il progetto è realizzato per versioni successive. In
ogni versione i requisiti possono essere variati.
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - Il ciclo di vita del progetto
La scelta di un modello è basata sulla valutazione delle seguenticaratteristiche del progetto:
� Criticità delle scadenze;
� Incertezza dei requisiti;
� Complessità di realizzazione.
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Impostazione del progetto - Il ciclo di vita del progetto
Una indicazione di massima:
� Progetti complessi - modello incrementale
� Progetti con requisiti incerti - modello evolutivo
� Progetti con scadenze critiche - modello incrementale oevolutivo
Modelli diversi richiedono diverse tecniche di progettazione,ambienti di lavoro e strumenti
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Pianificazione - Processi di comunicazione
Il piano della comunicazione
Esso deve definire:
� Le informazioni che devono essere scambiate, la frequenza, imezzi usati per trasmetterle, la struttura dei documenti
� Le riunioni, lo scopo, la tempistica, i partecipanti
� Il sistema di gestione delle informazioni
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Pianificazione - Processi di comunicazione
Il sistema di gestione delle informazioni
Si compone delle procedure per:
� Preparare, distribuire, registrare, aggiornare, archiviare erintracciare le informazioni
� Condurre le riunioni (regole e linee guida per tipologia di
riunione)
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Pianificazione - Processi di comunicazione
Il controllo delle comunicazioni
Due tipologie di controllo:
� Applicazione delle procedure per la comunicazione definite nel piano di comunicazione
� Adeguatezza dei processi di comunicazione rispetto alle
esigenze del progetto, identificazione di interventi migliorativi erevisione delle procedure
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Pianificazione delle attività produttive
Identificazionedei compiti
Assegnazioneresponsabilità
Assegnazione risorse estima dei tempi
Schedulazione
Progetto WBS
WBS + strutturaorganizzativa
Matrice compiti-responsabilità
Vincoli tecnici,risorse, W.P.Legami logici,scadenze, milestones
Diagrammadi PERTH
Durata WP
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Identificazione dei compiti
Si procede alla definizione analitica del progetto attraverso la
individuazione dei sottoprogetti, dei prodotti e delle attività e
delle loro componenti fino a raggiungere il livello di dettaglio che
consenta un adeguato controllo del progetto in corso d¶opera.
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Identificazione dei compiti
Un metodo di rappresentazione: WBS
Gestione ordini
Analisi dei datiAnalisi delle funzioni
e progettazione Realizzazione
PreparazioneModello
logico
PreparazioneModello
fisico
DefinizioneFlusso
informativoD.F D
Individuazionemoduli einterfacce
ScritturaProgrammi
software
EsecuzioneTest
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Identificazione dei compiti
� La WBS non individua la cronologia delle attività;
� Devono essere definiti tutti gli oggetti da consegnare;
� La funzione elementare è un¶unità di lavoro (work package).
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Identificazione dei compitiPer ogni work package occorre indicare:
� La descrizione delle attività da svolgere comprese quelle dicontrollo qualità
� evento di chiusura
� gli input attesi eventualmente da altre attività
� Gli output previsti
� mesi uomo richiesti
� vincoli
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Assegnazione responsabilità
Definita la struttura organizzativa del progetto e individuati icompiti si assegnano le responsabilità.
Il risultato di questa attività può essere rappresentato utilizzandola matrice Compiti/Responsabilità
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Assegnazione responsabilità
Work r k own Str tur
Li llo
1 2 3 4 Bi nchi ossi V r i ior i
Sistema infor mati o del per sonale X
Gestione paghe e stipendi X
Analisi X
Analisi dati X
Analisi funzioni XIntegr azione d/f X
Pr ogettazione X
Realizzazione X
Collaudo X
Team di pr ogetto
Matrice Compiti/Responsabilità
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INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Stima della durata
La durata di un work package si determina in base ai seguentielementi:
� Dimensioni del software
� Risorse allocate
� Produttività
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anno 2003 Dario Biani 47
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Stima della durata
Un¶espressione che si può utilizzare è la seguente:
Durata = Dimensione software / (numero risorse allocate *
produttività)
Le unità di misura:
� dimensioni software: linee di codice, function point
� produttività: linee di codice/mese*persona, function point/mese*persona
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anno 2003 Dario Biani 48
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Stima della dimensioni
Esistono due tipi di metriche per la misura del software:
� Metriche dimensionali: si basano sul numero delle istruzioni del
progetto;
� Metriche funzionali: si basano sul numero e caratteristiche dellefunzioni che compongono il progetto.
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anno 2003 Dario Biani 49
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Metriche dimensionali
� L¶unità di misura per la metriche dimensionale è il LOC (linesof code).
� E¶ solitamente applicata per misurare un prodotto già realizzato.
� La previsione delle dimensioni del software utilizzando talemetrica si basa su dati storici di progetti analoghi.
� Il grado di precisione ha quindi una elevata variabilità legataalle informazioni disponibili su progetti simili già realizzati.
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anno 2003 Dario Biani 50
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Metriche funzionali
� IFPUG-FP (Function Point), COSMIC FFP (Full functionPoint)
� La metrica funzionale più diffusa è quella dei Function Point.� Un¶organizzazione internazionale IFPUG (InternationalFunction Point User Group) stabilisce le regole di conteggio deifunction poin;.
� Organizzazioni a livello nazionale, in Italia GUFPI, rilasciano patentini individuali di qualificazione al conteggio dei function point
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Dario Biani:
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anno 2003 Dario Biani 51
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il metodo dei Function Point
� Il metodo si basa sul tipo di funzionalità fornite dal prodotto,sulla loro complessità e sulle caratteristiche generali del sistema;
� E¶ indipendente dal tipo di tecnologia utilizzata;� Permette di misurare un¶applicazione software utilizzando lespecifiche funzionali di dettaglio;
� Una varianti al metodo (early and quick F.P.) permette di fare previsioni attendibili a valle dello studio di fattibilità sulledimensioni del software.
Dario Biani:
Esistono altre etodologie basate sulle funzionalità
quali Mar Iis iluppata da y ons in ighilterra e la
etodologia AN s iluppata da De Marco nel
1982 e or ientata alla isura di applicazioni
scientif iche
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anno 2003 Dario Biani 52
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il metodo dei Function Point
Studio difattibilità
Specifichefunzionali
Specifichetecniche
Prodotto
Stima con il
metodo deiFunction Point
Previsione con ilmetodo E&QFP
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anno 2003 Dario Biani 53
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Pianificazione del progetto - Il metodo dei Function
Point
� Il metodo si basa sul tipo di funzionalità fornite dal
prodotto, sulla loro complessità e sulle caratteristichegenerali del sistema;
� E¶ indipendente dal tipo di tecnologia utilizzata;
� Permette di stimare un¶applicazione software utilizzandole specifiche funzionali;
� Fornisce stime precise per applicazioni di tipo gestionale.
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anno 2003 Dario Biani 54
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Pianificazione del progetto - Il metodo dei Function Point
Il valore di FP si ottiene attraverso la seguente espressione:
FP = UFP x VAF
dove:
UFP è il numero di function point non pesati ricavati dal
conteggio delle funzioni e dal loro grado di complessitàVAF è un fattore di aggiustamento che varia da 0,65 ad 1,35 e si
determina in base a 14 caratteristiche generali del sistema
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anno 2003 Dario Biani 55
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Pianificazione del progetto - Il metodo dei Function Point
Calcolo degli UFP
� Si individuano gli elementi di tipo dati
� File interni logici (ILF)� File esterni di interfaccia (EIF)
� Si individuano gli elementi di tipo transazione
� Input esterni (EI)� Output esterni (EO)
� Interrogazioni esterne (EQ)
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anno 2003 Dario Biani 56
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo dati
File Interni Logici (ILF)
Definizione:
Insieme di dati o informazioni di controllo logicamente collegatiidentificabili dall¶utente, mantenuto all¶interno del confine
dell¶applicazione.
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anno 2003 Dario Biani 57
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo dati
File Interni Logici (ILF)
Definizione:
Insieme di dati o informazioni di controllo logicamentecollegati identificabili dall¶utente, mantenuto all¶interno del
confine dell¶applicazione.
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anno 2003 Dario Biani 58
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo dati
File Interni Logici (ILF)
Definizione:
Insieme di dati o informazioni di controllo logicamentecollegati identificabili dall¶utente, mantenuto all¶interno del
confine dell¶applicazione.
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anno 2003 Dario Biani 59
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo dati
Determinazione della complessità ILF/EIF
� Un DET è un campo unico riconoscibile dall¶utente su un
File Interno Logico o su un File Esterno di Interfaccia� Un RET è un sottogruppo di elementi dati di un File InternoLogico o File Esterno di Interfaccia riconoscibile dall¶utente
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anno 2003 Dario Biani 60
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo dati
Determinazione della complessità ILF/EIF
La complessità di un ILF o EIF si determina in base al numero deicampi (DET) e dei record logici (RET) che esso contiene:
Record Element
Type 1-19 20-50 > 50
< 2 Basso Basso Medio
2 - 5 Basso Medio Alto
> 5 Medio Alto Alto
Data Element Type
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anno 2003 Dario Biani 61
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo transazioniInput Esterno (EI)
Definizione:
Processo elementare che elabora dati o informazioni di controllo provenienti dall¶esterno dell¶applicazione. I dati elaboratimantengono almeno un File Interno Logico (ILF).
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anno 2003 Dario Biani 62
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo transazioniOutput Esterno (EO)
Definizione:
Processo elementare che genera dati o informazioni di controlloche vengono inviati all¶esterno dell¶applicazione.
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anno 2003 Dario Biani 63
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Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo transazioniInterrogazioni Esterne (EQ)
Definizione:
Processo elementare composto da una combinazione di Input -Output allo scopo di reperire informazioni. Il lato output noncontiene dati derivati e nessun ILF è mantenuto durantel¶elaborazione.
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anno 2003 Dario Biani 64
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Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo transazioniValutazione della complessità
La complessità delle funzioni di tipo transazione si determinaindividuando:
� File Type Referenced (FTR) - numero di file letti, creati oaggiornati
� Data Element Type (DET) - numero di campi riconoscibilidall¶utente
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anno 2003 Dario Biani 65
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Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo transazioniComplessità degli EI
File Type
Referenced 1-4 5 - 15 > 15
< 2 Ba o Ba o Medi
2 Ba o Medi Alt> 2 Medi Alt Alt
Da a Element T e
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anno 2003 Dario Biani 66
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Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo transazioniComplessità degli EO
File ype
Re er enced 1- 5 6 - 19 > 19
< 2 Basso Basso M o
2 o 3 Basso M o Alto> 3 M o Alto Alto
Da a Elemen pe
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anno 2003 Dario Biani 67
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il metodo dei Function Point - Funzioni di tipo transazioni
Complessità degli EQ
� Si determina la complessità funzionale del componente di inputcontando gli FTR e DET ed utilizzando la stessa tabella degli EI
� Si determina la complessità funzionale del componente dioutput contando gli FTR e DET ed utilizzando la stessa tabelladegli EO
� Si considera la più alta delle due complessità funzionali
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anno 2003 Dario Biani 68
Il metodo dei Function Point - Calcolo dei Function Point
Il valore in function point di ogni elemento funzionale èassegnato in base alla complessità. La tabella che segue riassumei valori.
Tipo Funzione Bassa Media Alta
ILF 7 10 15
EIF 5 7 10
EI 3 4 6
EO 4 5 7
EQ 3 4 6
Complessità
La somma dei pesi di tutti gli elementi funzionali individuati determinail numero dei function point non pesati (UFP)
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Il metodo dei Function Point - Il fattore di aggiustamento
Si determina valutando 14 parametri di aggiustamento chedescrivono le caratteristiche del sistema
I parametri di aggiustamento
� Comunicazione dati� Distribuzione dell¶elaborazione
� Prestazioni
� Utilizzo intensivo della configurazione� Frequenza delle transazioni
� Inserimento dati interattivo
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Il metodo dei Function Point - Il fattore di aggiustamento
I parametri di aggiustamento
� Efficienza per l¶utente finale
� Aggiornamento interattivo
� Complessità elaborativa
� Riusabilità
� Facilità d¶installazione
� Facilità di gestione operativa
� Molteplicità di siti
� Facilità di modifica
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anno 2003 Dario Biani 71
Il metodo dei Function Point - Il fattore di aggiustamento
Ciascun parametro deve essere valutato in base al suo grado diinfluenza in una scala da 0 a 5Grado di influenza
0 = ininfluente1 = incidenza scarsa2 = incidenza moderata3 = incidenza media4 = incidenza significativa
5 = incidenza essenziale
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anno 2003 Dario Biani 72
Il metodo dei Function Point - Il fattore di aggiustamento
Il fattore di aggiustamento si calcola:
VAF = ( Fi * 0,01) + 0,65
dove Fi è la somma dei gradi di influenza assegnati a ciascun parametro di aggiustamento
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anno 2003 Dario Biani 73
Pianificazione del progetto - Corrispondenza FP - LOC.
Capers Jones ha determinato la tabella di corrispondenza traFunction Point e LOC per i principali linguaggi di
programmazione.
LINGUAGGIO LOC/FP
ASSEMBLER 320
JCL 220
C 128
ANSI COBOL 74 105
CICS 46
Visual Basic 40
C++ 29
SQL 12
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Pianificazione del progetto - Corrispondenza FP - LOC.
A questi valori si applica un coefficiente correttivo basato su tre parametri che possono assumere valori da 1 a 5:
� Complessità delle elaborazioni (numero e complessità deglialgoritmi): si attribuisce il valore 5 per elevata complessità
� Complessità della base dei dati (grado di interrelazione deidati): si attribuisce il valore 5 per elevata complessità
� Complessità del codice (grado di strutturazione del codice): siattribuisce il valore 5 per codice non strutturato
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anno 2003 Dario Biani 75
Pianificazione del progetto - Corrispondenza FP - LOC.
L¶espressione per il calcolo del coefficiente correttivo è laseguente:
CC = 0,7 + 0,05 (CT - 3)
dove:
CT è la somma dei valori assegnati ai parametri
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anno 2003 Dario Biani 76
Stima delle risorse
Il metodo COCOMO (COnstructive COst MOdel)
Sviluppato da Barry Boehm si basa su una serie di formule che,
in funzione delle dimensioni dell¶applicazione e dei parametriche ne quantificano le caratteristiche, determinano la quantità dilavoro necessario (in mesi/persona) ed il tempo di sviluppo (inmesi). Basato sull¶analisi statistica di progetti reali.
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anno 2003 Dario Biani 77
Stima delle risorse
Le ipotesi alla base del modello
� Ciclo di vita a cascata
� Requisiti stabili durante il progetto
� Architettura dell¶applicazione disegnata da poche e capaci persone
� Uso di moderne tecniche di gestione del progettoEsistono tre modelli di riferimento con diverso grado diaffidabilità: modello base, intermedio, avanzato
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COCOMO
Il modello base
Considera come unica variabile indipendente la dimensione inlinee di codice.
Espressione per il calcolo delle risorse:
M = a x S b
dove
S = dimensione in KLOC (migliaia di linee di codice)
M = mesi/persona
a, b = coefficienti che dipendono dal tipo di applicazione
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anno 2003 Dario Biani 79
COCOMO - Il modello base
Espressione per il calcolo delle durata:
T = c x Md
dove
T = durata in mesi
c, d = coefficienti che dipendono dal tipo di applicazione
M = mesi/persona
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anno 2003 Dario Biani 80
COCOMO - Il modello base
Tabella dei coefficienti
tipo di applicazione a b c dSemplice 2,4 1,05 2,5 0,38
Intermedia 3 1,12 2,5 0,35
Complessa 3,6 1,2 2,5 0,32
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anno 2003 Dario Biani 81
COCOMO - Il modello base
� Applicazioni semplici = di tipo gestionale
� Applicazioni intermedie = software di base
� Applicazioni complesse = Sistemi che richiedono un attentocontrollo del sistema di sviluppo (es. sistemi di controllo per ilvolo)
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anno 2003 Dario Biani 82
COCOMO - Il modello base
Distribuzione dell¶impegno tra le fasi (B. Boehm)
fase 2 8 32 128
Pian. e req. 6% 6% 6% 6%
Progetto 16% 16% 16% 16%
Sviluppo 68% 68% 62% 59%Test 16% 19% 22% 25%
dimensione dell'applicazione (Kloc)
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anno 2003 Dario Biani 83
COCOMO - Il modello base
Distribuzione del tempo tra le fasi (B. Boehm)
f ase 2 8 32 128
Pi n e eq 7% 6% 6% 6%
Pr oge o 16% 16% 16% 16%
iluppo 68% 68% 62% 59%
Te 16% 19% 22% 25%
di ensi ne dell'appli azi ne (Kloc)
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Pianificazione del progetto - COCOMO
Modello di stima intermedio
Il calcolo della quantità di lavoro tiene conto anche di 15coefficienti che descrivono:
� le caratteristiche del prodotto (complessità, affidabilità, DB);
� i vincoli derivanti dall¶hardware (tempi di risposta, requisiti dimemoria centrale);
� le caratteristiche del personale (esperienza, conoscenzadell¶ambiente di sviluppo);
� le caratteristiche del progetto (vincoli sui tempi di sviluppo, usodi strumenti).
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Pianificazione del progetto - COCOMO
Ogni coefficiente può assumere 6 valori.
L¶espressione per determinare l¶impegno è la seguente:
M = a x Sb x ( c j )
dove
M = mesi/persona
S = dimensione in KLOC (migliaia di linee di codice)
a, b = coefficienti che dipendono dal tipo di applicazione
c j = coefficienti correttivi
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Pianificazione del progetto - COCOMO
Tipo di app icazione a b
Or an c mode 3,2 1,05
Sem -de ached mode 3 1,12mbedded mode 2,8 1,2
L¶espressione per il calcolo del tempo T non varia rispetto almodello base.
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Pianificazione del progetto - COCOMO
Modello di stima avanzato
Sono introdotti ulteriori perfezionamenti che rendono più precisa
la stima dell¶impegno delle risorse nelle diverse fasi direalizzazione del progetto ed in generale riducono l¶errore sullastima complessiva .
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COCOMO
Affidabilità delle stime
� il modello base fornisce una stima con un margine di errore
inferiore al 20% nel 25% dei casi� il modello intermedio fornisce una stima con un margine dierrore inferiore al 20% nel 65% dei casi
� il modello avanzato fornisce una stima con un margine di errore
inferiore al 20% nel 70% dei casi
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anno 2003 Dario Biani 89
la pianificazione reticolare
E¶ la rappresentazione grafica del progetto sulla quale sonoindicate:
� tutte le attività;� i milestones;
� condizionamenti reciproci temporali tra le attività (legami di precedenza).
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anno 2003 Dario Biani 90
La pianificazione reticolare
Esempio di rappresentazione grafica
AttivitàA
AttivitàD
AttivitàB
Attività
C
Attività
E
AttivitàF
Le frecce indicano i legami di precedenza
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Dario Biani:Un esempio non si può ini iare a
pr ogettare l¶applica ione se non sono state
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La pianificazione reticolare
Tipi di legami di precedenza:
� Finish to Start: l¶attività B non può iniziare se non è terminata
l¶attività A. A
B
FS
appr ovate le specifiche
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Dario Biani: Il test sui moduli di un¶applica ione
non può ini iare se non è ini iata l¶attivit di
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La pianificazione reticolare
Tipi di legami di precedenza:
� Start to Start: l¶attività B non può iniziare se non è iniziata
l¶attività A. A
BSS
reali a ione
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La pianificazione reticolare
Tipi di legami di precedenza:
� Start to Finish: l¶attività B non può finire se non è iniziata
l¶attività A. A
BSF
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Dario Biani: in un ciclo di vita pr ototipale la fase
di reali a ione non può finire se non è finita la
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La pianificazione reticolare
Tipi di legami di precedenza:
� Finish to Finish: l¶attività B non può finire se non è finita
l¶attività A. A
B
FF
fase di collaudo
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La pianificazione reticolare
� Ad ogni legame di precedenza può essere associato un ritardo(lag) oppure un anticipo
RITARDO
1 72 3 4 5 6
FS + 2
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La pianificazione reticolare
ANTICIPO
1 72 3 4 5 6
FS - 1
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La pianificazione reticolare
Metodologie di pianificazione
Le metodologie di pianificazione più diffuse basate sul reticolo
sono:� PERT (Program Evaluation and Rewiew Technique)
� CPM (Critical Path Method)
La prima è più adatta nei progetti in cui c¶è incertezza nella stimadelle durate delle attività
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anno 2003 Dario Biani 98
La pianificazione reticolare
Metodologie di pianificazione
� La metodologia CPM considera valida la durata di ogni attività
elaborata in precedenza� La metodologia PERT utilizza una durata che viene determinatain base a tre stime di tempi per la stessa attività:
� La durata stimata più probabile (a)
� La durata stimata più pessimistica (b)
�La durata stimata più ottimistica (c)
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La pianificazione reticolare
PERT
L¶espressione per determinare la durata è la seguente:
Durata = (a + 4c + b) / 6
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La pianificazione reticolare
Il percorso critico
E¶ la catena di attività che condiziona la durata del progetto
Si determina sommando le durate delle attività su ogni catena delreticolo ed individuando il percorso più lungo riferito al tempo
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Un esempio
Analisi requisiti
1 15g
12/02/01 02/03/01
Analisi sottosiste
a A
2 12g
01/03/01 16/03/01
Analisi sottosiste
a¡
3 8g
05/03/01 14/03/01
Progettazione
sottosiste
a¡
4 12g
15/03/01 30/03/01
Progettazionesottosiste
a A
5 15g
19/03/01 06/04/01 Consegna
docu
entazione di
6 0g
06/04/01 06/04/01
Percorso critico
Anticipo
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anno 2003 Dario Biani 102
La pianificazione reticolare
L¶identificazione del percorso critico si effettua in due fasi:
� Forward pass (cammino in avanti): si parte dall¶inizio del
progetto e si sommano le durate di ciascuna attività fino adeterminare la data di fine progetto
� Backward pass (cammino all¶indietro): si parte dalla fine del progetto e si sottrae la durata di ciascuna attività
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anno 2003 Dario Biani 103
La pianificazione reticolare
Forward pass - alla fine di questa fase per ogni attività sonodeterminate le date:
� Early start: data di inizio al più presto� Early finish: data di fine al più presto
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anno 2003 Dario Biani 104
Analisi requisiti
1 15g
12/02/01 02/03/01
Progettazione
sottosiste¢ a A
5 15g
15/03/01 29/03/01 Consegna
docu ¢ entazione di
6 0g
29/03/01 29/03/01Progettazione
sottosiste¢ a £
4 12g
11/03/01 22/03/01
Analisi sottosiste¢
a A
2 12g
03/03/01 14/03/01
Analisi sottosiste¢
a£
3 8g
03/03/01 10/03/01
La pianificazione reticolare
Un esempio di forward pass
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anno 2003 Dario Biani 105
La pianificazione reticolare
Backword pass: alla fine di questa fase per ogni attività sonodeterminate le date:
� Late start: data di inizio al più tardi
� Late finish: data di fine al più tardi
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anno 2003 Dario Biani 106
Analisir equisiti
1 15g
12/ 2/ 1 02/03/01
Pr ogettazionesottosistema A
5 15g
15/03/01 29/03/01
Analisisottosistema A
2 12g
03/03/01 14/03/01
Pr ogettazionesottosistemaB
4 12g
18/03/01 29/03/01
AnalisisottosistemaB
3 8g
10/03/01 17/03/01
Consegnadocumentazione
6 0g
29/03/01 29/03/01
La pianificazione reticolareUn esempio di backword pass
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anno 2003 Dario Biani 107
La pianificazione reticolareDeterminate le quattro date per ogni attività si calcola loscorrimento (Total Float) che indica il ritardo massimo che puòavere la singola attività senza ritardare la data di
completamento del progetto.Total Float = Late Start - Early Start
� Le attività con Total Float uguale a zero sono critiche
� La catena formata dalle attività critiche è il percorso critico
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anno 2003 Dario Biani 108
La pianificazione reticolareDeterminazione delle risorse umane
� In base al numero di giorni/persona per figura professionale/attività ed in funzione della durata dell¶attività si
determina il numero di persone per figura professionale daallocare.
� Considerando le date di inizio e fine di ogni attività sidetermina il fabbisogno di ogni figura professionale nel corso
del progetto.
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anno 2003 Dario Biani 109
La pianificazione reticolare
Fabbisogno risorsa analista programmatore
0
5
10
15
20
25
30
1 4 7 1 0
1 3
1 6
1 9
2 2
2 5
2 8
giorni del mese
N r . r i s o r s
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anno 2003 Dario Biani 110
La pianificazione reticolareBilanciamento delle risorse
Fabbisognodelle risorse
Vincoli di progetto
Riduzione deisovraccarichi
Riduzione deisovraccarichi
Tempo limitatoRisorse limitate
Slittamento
data termine
Utilizzo
total float
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anno 2003 Dario Biani 111
Consegna
documentazione
0g
23/03/01 23/03/01
Progettazione
sottosistemaA
anapro[5] 15g
09/03/01 23/03/01
ProgettazionesottosistemaB
anapro[5] 12g
05/03/01 16/03/01
Analisi
sottosistema A
anapro[15] 12g
25/02/01 08/03/01
AnalisisottosistemaB
anapro[10] 8g
25/02/01 04/03/01
Analisi
requisiti
anapro[3] 15g
10/02/01 24/02/01
Schedulazione iniziale
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anno 2003 Dario Biani 112
Distribuzione delle risorse per la schedulazione iniziale
5
10
15
20
25
anapr o So¤
rassegnato: Assegnato:
06 09 12 15 18 21 24 27 02 05 08 11 14 17 20 23 26 29 01 04 07
febbraio mar ¥
o
3 3 3 3 3 25 25 25 20 20 10 10 5 5 5
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anno 2003 Dario Biani 113
Modifiche alla schedulazione con vincolo di tempo limitato
� Anticipo inizio attività ³Analisi sottosistema A´ e ³Analisisottosistema B e sovrapposizione con l¶attività precedente
� Slittamento della data di completamento delle attività suddette e
sovrapposizione con le attività successive� Aumento della durata delle attività suddette
� Riduzione della durata delle attività ³Analisi dei requisiti´ eProgettazione dei sottosistemi A e B
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anno 2003 Dario Biani 114
Nuova schedulazione modificata
Consegnadocumentazione
0g
22/03/01 22/03/01
Pr ogettazionesottosistemaA
anapr o 5 15g08/03/01 22/03/01 Analisi
r equisiti
anapr o 5 9g
10/02/01 18/02/01
AnalisisottosistemaA
anapr o 9 20g16/02/01 07/03/01
AnalisisottosistemaB
anapr o 8 10g
19/02/01 28/02/01
Pr ogettazionesottosistemaB
anapr o 5 12g
01/03/01 12/03/01
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anno 2003 Dario Biani 115
Nuova distribuzione delle risorse
5
10
15
20
25
anapr o ovr assegna o: ssegna o:
06 09 12 15 18 21 24 27 02 05 08 11 14 17 20 23 26 29 01 04 07f ebb ¦ ai § ̈ a ¦
©
§
5 5 14 17 17 17 17 14 14 10 10 5 5 5
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anno 2003 Dario Biani 116
Bilanciamento delle risorse
Nella realtà questa attività è più complessa in quanto:
� Nel progetto sono presenti più risorse professionali
� La riduzione dei Total Float aumenta il rischio di ritardo del
progetto
� Alcune attività potrebbero avere dei vincoli esterni che neimpongono il completamento non oltre una certa data
� Nel caso in cui l¶azienda non è in grado di utilizzare il personale adisposizione occorre considerare anche l¶effetto economico delsottoutilizzo del personale
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anno 2003 Dario Biani 117
Le Carte di Gantt
È un diagramma a barre che permette di visualizzare l¶allocazionetemporale delle attività.
Permette di visualizzare in modo immediato l¶estensione delle
attività e dell¶intero progettoFacilita la valutazione dello stato di avanzamento delle attività
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anno 2003 Dario Biani 118
Esempio di Carta di Gantt
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anno 2003 Dario Biani 119
Valutazione della schedulazione� Criticità dei percorsi
� Parallelismo dei percorsi
� Dimensione dei Work package
� Quantità delle risorse
� Qualità delle risorse
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anno 2003 Dario Biani 120
Il piano di progetto
� E¶ un documento da predisporre prima dell¶inizio dei lavori
� Deve esplicitare gli obiettivi del progetto ed indicareorganizzazione e processi previsti
� viene approvato dal Committente
� costituisce il riferimento per il controllo del progetto
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anno 2003 Dario Biani 121
Contenuti del piano di progetto
� definizione degli obiettivi (prodotto,tempi)
� scomposizione del progetto (WBS)
� schedulazione delle attività (PERT, GANNT)
� matrici di responsabilità e carichi di lavoro
� numero e tipologia delle risorse anche del committente
� sistema di controllo (indicatori, metriche, momenti di controllo)
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anno 2003 Dario Biani 122
I Costi di progetto
La pianificazione dei costi di progetto consente di predisporre lerisorse economiche al momento in cui sono necessarie e permette dirilevare in corso d¶opera eventuali scostamenti rispetto a quanto
previsto.
Si procede attraverso due fasi:
� Individuazione e stima dei costi per singola attività (work package)
� Determinazione della distribuzione dei costi
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anno 2003 Dario Biani 123
I Costi di progetto
Individuazione dei Costi:
� Costi diretti: si riferiscono ai costi delle persone coinvolte nel progetto (stipendio, compenso, ecc) ed al costo dei materiali
utilizzati� Costi indiretti: sono relativi all¶organizzazione e riguardano per esempio gli affitti e la gestione degli uffici, personale degli ufficinon direttamente coinvolti nel progetto, il top management
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anno 2003 Dario Biani 124
I Costi di progetto
Distribuzione dei costi
� Si calcolano i costi complessivi di ogni singola attività
� I costi calcolati si considerano omogeneamente distribuiti durante
il periodo di svolgimento dell¶attività
� Si sommano i costi giornalieri delle attività in corso e si costruiscela curva di distribuzione
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anno 2003 Dario Biani 125
I Costi di progetto
Curva tipica di distribuzione dei costi
0
10
20
30
40
50
60
1 3 5 7 9 1 1
1 3
1 5
1 7
te po
E u r o
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anno 2003 Dario Biani 126
La pianificazione dei rischi
Il rischio riguarda un possibile evento del progetto che nelverificarsi produce effetti indesiderati.
Esso è caratterizzato dal danno che produce e dalla probabilitàche l¶evento si verifichi.
Modificando le azioni presenti è possibile ridurre le probabilitàche esso si presenti e/o ridurre i danni conseguenti.
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anno 2003 Dario Biani 127
La pianificazione dei rischi
Insieme di attività volte a ridurre le probabilità che eventi futuriincidano sul raggiungimento degli obiettivi del progetto(requisiti, tempi, costi, qualità).
Vantaggi:
� Riduzione delle probabilità di fallimento del progetto;
� Riduzione dei costi aggiuntivi dovuti ad eventi non previsti;
� Ottimizzazione dei costi: inserimento del corretto numero dirisorse impiegate nelle attività in funzione anche del rischio.
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anno 2003 Dario Biani 128
La pianificazione dei rischi
I rischi aumentano in modo esponenziale al crescere dellacomplessità del progetto.
Complessità
Rischio
(SEI)
Esperienza individuale
Esperienza aziendale
Metodi, strumentie processi
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anno 2003 Dario Biani 129
La pianificazione dei rischi
Gli Step:
� Individuazione dei fattori di rischio del progetto;
� Classificazione in base all¶esposizione al rischio;
� Sviluppo di piani per gestire i rischi;
� Controllo dei rischi.
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anno 2003 Dario Biani 130
La pianificazione dei rischi - Individuazione dei rischi
E¶ il tentativo sistematico di specificare i rischi legati al progetto.Gli strumenti di supporto a questa attività sono:
� check list: sono strutturate per sorgente di rischio e riguardano il prodotto, la tecnologia , il team, etc.
� questionari nei quali le domande derivano dai rischi più comunirilevati da esperienze su progetti già realizzati (banca datistorica).
� Interviste agli utenti, pareri e giudizi espressi in sede di studiodi fattibilità.
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anno 2003 Dario Biani 131
La pianificazione dei rischi - Individuazione dei rischi
Rischi comuni a tutti i progetti:
� personale non qualificato
� budget e piani non realistici
� errori nella definizione delle funzionalità del software
� gold planting (borchie d¶oro)
� componenti sviluppate da terze parti
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anno 2003 Dario Biani 132
La pianificazione dei rischi - I fattori di rischio
�Rischi legati alla specificità del progetto:
� complessità gestionale: eterogeneità degli attori,interconnessione con altri progetti, pesanti interventi su
procedure, organizzazione e ruoli;
� dimensione del progetto: numero di persone coinvolte,
numero di mesi/persona, dimensioni del sistema;
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anno 2003 Dario Biani 133
La pianificazione dei rischi - Classificazione dei rischi
Il rischio deve essere classificato in base alla gravita. Unindicatore di gravità è l¶esposizione al rischio (ER) definita dallaseguente espressione:
ER = P(EN) X Perdita (EN)
dove:
P(EN) è la probabilità che si verifichi l¶evento EN
Perdita (EN) è la perdita economica conseguente all¶evento EN
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anno 2003 Dario Biani 134
La pianificazione dei rischi - Classificazione dei rischi
I rischi possono essere classificati in base ai risultati della precedente espressione:
� Rischio basso� Rischio medio
� Rischio alto
L¶intervallo di valori da assegnare ad ogni classe varia infunzione del progetto
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anno 2003 Dario Biani 135
La pianificazione dei rischi - Pianificazione e controllo deirischi
Nella fase di pianificazione si definiscono i comportamenti daadottare sulla base della classificazione dei rischi e della loro
priorità.
Per ogni elemento di rischio si può decidere se:
� Evitare il rischio non svolgendo l¶attività che lo determina;
� Accettare il rischio sulla base di valutazione oggettive;
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anno 2003 Dario Biani 136
La pianificazione dei rischi - Riduzione dei rischi
� Ridurre il rischio con interventi preventivi mirati a ridurre la probabilità che l¶evento non desiderato si verifichi o/e ridurre ildanno che l¶evento può produrre. Per esempio:
� interventi sul ciclo di vita del progetto (ciclo di riparazionecorto vs lungo)
� segmentazione del progetto
� controllo del progetto maggiormente accurato
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anno 2003 Dario Biani 137
La pianificazione dei rischi - controllo dei rischi
� Sottoporre a verifica periodica (monitoraggio) i rischi ritenuti più critici. Per essi occorre definire in fase di pianificazione,alcuni indicatori e relative metriche che permettano di valutare
l¶opportunità di intervenire con azioni correttive. Occorre inoltredefinire la frequenza delle rilevazioni.
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anno 2003 Dario Biani 138
La pianificazione dei rischi - controllo dei rischi
Un esempio: ricambio del personale
Azioni per la riduzione della probabilità che si verifichi l¶evento:
� riunioni per determinare le cause di ricambio (salari bassi,ambiente conflittuale, condizioni di lavoro insoddisfacenti, etc)
� azioni per rimuovere o ridurre le cause individuate primadell¶avvio del progetto
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anno 2003 Dario Biani 139
Impostazione del progetto - controllo dei rischi
Un esempio: ricambio del personale
Azioni per la riduzione dei danni:
� organizzare i team in modo che le informazioni sul progettosiano ampiamente distribuite
� definizione di standard di documentazione di progetto cheagevolino l¶inserimento di nuovi elementi nel team
� predisposizione di membri di riserva per le posizioni cruciali
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anno 2003 Dario Biani 140
Impostazione del progetto - controllo dei rischi
Un esempio: ricambio del personale
monitoraggio del rischio:
� rilevazioni periodiche sul grado di soddisfazione del team� relazioni personali tra i membri del team
� indagini sul mercato del lavoro
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anno 2003 Dario Biani 141
Impostazione del progetto - controllo dei rischi
Un esempio: ricambio del personale
azioni correttive:
� riconoscimenti economici� avvicendamenti di personale tra i gruppi di lavoro
� iniziative per migliorare la coesione del team
� eventi formativi
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s
if ica i r ischi per il software e def inisce una chech list
al co ittente che aiuta nella identif icazione dei r ischi.
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anno 2003 Dario Biani 142
La pianificazione dei rischi - Metodologie
Due organizzazioni propongono metodologie per la gestione deirischi:
� S.E.I. (Software Engineering Institute - www.sei.com)� P.M.I. (Project Management Institute - www.pmi.com)
nche il co ittente nella gestione dei r ischi durante tutto il progetto
gruppo isto di la oro.
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anno 2003 Dario Biani 143
La pianificazione della qualità
Le fasi per la pianificazione della qualità
Definizionedegli obiettivi
di qualitàVincoli di
progettazione erealizzazione
Procedure dicontrollo
Stesuradel piano della
qualità
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anno 2003 Dario Biani 144
La pianificazione della qualità
Definizione degli obiettivi di qualità
� Il committente definisce il profilo di qualità atteso sulla base dellespecificità del prodotto da realizzare quali la classe di rischio, il tipodi utilizzo, gli utilizzatori, la durata del prodotto, etc.
� Il profilo di qualità è costituito dall¶insieme dei valori di soglia chesi assegnano ad alcune delle caratteristiche e sottocaratteristiche diqualità (ISO 9126)
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anno 2003 Dario Biani 145
La pianificazione della qualità
Definizione degli obiettivi di qualità
Occorre quindi:
� individuare le caratteristiche e sottocaratteristiche di qualità di
interesse per il prodotto che si deve realizzare� Definire le metriche per la misura delle caratteristiche esottocaratteristiche di qualità
� Fissare i valori di soglia per le caratteristiche di qualità di interesse
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Tabella caratteristiche di qualità ISO/IEC 9126
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anno 2003 Dario Biani 146
Sottocaratteristiche f u n z i o n a l i t à
a f f i d a b i l i t à
u s a b i l i t à
e f f i c i e n z a
m a n u t e n i b i l i t
p o r t a b i l i t à
adeguatezza x
aderenza x
interoperabilità x
sicurezza x
accuratezza x
maturità xtolleranza agli errori x
recuperabilità x
comprensibilità x
apprendibilità x
operabilità x
prestazioni x
sfruttamento delle risorse x
analizzabilità x
modificabilità xstabilità x
testabilità x
adattabilità x
installabilità x
conformità a standard tecnici x
sostituibilità x
Caratteristiche
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Classe di rischio e sottocaratteristiche
Dario Biani:
Ese pio di
etr ica in cui
sono definiti
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anno 2003 Dario Biani 147
Sottocaratteristic e A C
si r M A Mur M A A B
ur i à M A A M
ll r li rr r i M A A
li bili à M A M A M
i i bili à M A M
stabilità M A M
testabilità M A ALegenda: M A= lto alto, A=alto,M= edio, B=basso
Classe i risc io
Classe di rischio:
� A: Un malfunzionamento comporta rilevanti danni economici, possibili responsabilitàcivili e penali e danno all¶immagine
� B: Un malfunzionamento comporta danni economici e una certa perdita d¶immagine per l¶Amministrazione
� C: Un malfunzionamento comporta un limitato danno economico derivanteessenzialmente dal lavoro perso
sono def initi
quattro alor i e
per ognuno dei
quali e per sottocaratter istica
do ranno essere
indi iduati i incoli
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
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anno 2003 Dario Biani 148
Vincoli per l¶analisi e la progettazione
� modularizzazione degli applicativi (analizzabilità, stabilità, testabilità)
� maschere video e prospetti di stampa (accuratezza)
� accuratezza della documentazione (accuratezza, analizzabilità)
� specifiche funzionalità (sicurezza)
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 149
Vincoli per la realizzazione e test
� strutturazione del codice (modificabilità, stabilità, testabilità)
� densità dei commenti (modificabilità)
� tecniche di test (maturità, tolleranza)
� codice inerte (modificabilità)
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Il Piano della Qualità
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anno 2003 Dario Biani 150
E¶ il documento che definisce il profilo di qualità atteso per il prodotto da realizzare e le azioni da intraprendere per ilraggiungimento dell¶obiettivo.
I contenuti:
� obiettivi e metriche
� responsabilità
� risorse
� strumenti
� procedure
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
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anno 2003 Dario Biani 151
Controllare il progetto
� verificare gli scostamenti dal piano di progetto
� verificare la coerenza tra costi sostenuti e pianificati
� produrre stime a finire in base ai dati rilevati
� individuare criticità attuali e potenziali ed intervenire con azionicorrettive
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 152
Perché sono utili segnali tempestivi?
Le correzioni in corso sono
più facili quando cè tempo a
disposizione
E troppo tardi se si è vicini
alliceberg!
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/slide-project-management-55a0bc6d4cbba 153/195
anno 2003 Dario Biani 153
Obiettivi
� controllo avanzamento del lavoro
� controllo dei costi
� analisi degli scostamenti rispetto al piano di riferimento corrente(ultimo piano concordato con il Committente)
� azioni correttive
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
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anno 2003 Dario Biani 154
Avanzamento del lavoro
� Consiste nel misurare il lavoro eseguito
� Rileva le quantità prodotte di lavorati e semilavorati
� Utilizza tecniche diversificate quali:
� on/off per attività di breve durata
� 50/50 per attività che presentano criticità all¶inizio
� numero di unità completate
� milestone intermedie a peso predefinito
� percentuale stimata
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
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anno 2003 Dario Biani 155
Avanzamento del lavoro
L¶avanzamento di ogni attività deve essere rapportato al proprio pesorispetto all¶intero progetto (avanzamento ponderato).
L¶espressione da utilizzare:
APx = Px * AVx
APx = avanzamento ponderato attività x
Px = (costo previsto dell¶attività x)
AVx = percentuale di avanzamento attività x
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
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anno 2003 Dario Biani 156
Avanzamento del lavoro
L¶avanzamento complessivo del progetto alla data (timenow) è datodalla somma degli avanzamenti delle attività
APtot = Apx
Le rilevazioni effettuate in corso d¶opera permettono di costruire la curvache rappresenta l¶avanzamento del progetto nel tempo.
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
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anno 2003 Dario Biani 157
Avanzamento del lavoro
Curva del valore del lavoro svolto
0
50
100
150
200
250
300
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Mese
L i r e ( m i l i o
n
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
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anno 2003 Dario Biani 158
Avanzamento del lavoro
La curva di avanzamento ponderato, confrontata con la curva di previsione, fornisce informazioni sul ritardo/anticipo delle attività e sullaquantità di lavoro non eseguita.
Curve avan ament budget
0
50
100
150
200
250
300
350
1 2 3 4 5 6 7 8
ese
v a n
a m e n t
budget
effetti o
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Controllo del progetto
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anno 2003 Dario Biani 159
Avanzamento del lavoro
Quantità di lavoronon eseguita
Cur ve ava za e to - budget
0
50
100
150
200
250
300
350
1 2 3 4 5 6 7 8
Mese
v a
z a
e t
o
budget
ff ttivo
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Controllo del progetto
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anno 2003 Dario Biani 160
Avanzamento del lavoro
Cur ve ava zame to - budget
0
50
100
150
200250
300
350
1 2 3 4 5 6 7 8
Mese
A v a
z a m e
t o
budge
e e ivo
Ritardo delleattività
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
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anno 2003 Dario Biani 161
Il metodo Earned Value
� E¶ una tecnica che permette di controllare l¶avanzamento di un progetto, valutare il ritardo/anticipo delle attività e misurare loscostamento dei costi sostenuti rispetto al budget;
� Si basa sul valore reale del lavoro, cioè su quanto sarebbeeffettivamente fatturabile al cliente a fronte del prodotto realizzato/darealizzare;
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto - metodo earned value
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anno 2003 Dario Biani 162
Esempio
hmm...5 km di
tracciato, 5 mesi di
tempo .«100 milioni
di budget.«va bene!
Confer ia o il
contratto per la
realizzazione
della nuo a
ferro ia
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto - metodo earned value
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 163
Esempio
Budget totale = 100 il.
Da spendere in 5 esi
Pianif ico di realizzare una
sezione al ese ad un costo
sti ato di 20 ilMese 1
Costo = 20 il.
Mese 4Costo = 20 il.
Mese 3Costo = 20 il.
Mese 5
Costo = 20 il.
Mese 2Costo = 20 il.
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Controllo del progetto - metodo earned value
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anno 2003 Dario Biani 164
EsempioS
ia o alla f ine del terzoese, a solo due
sezioni del tracciato sono
co pletate. Il alore del
la oro eseguito è 40 il.
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto - metodo earned value
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anno 2003 Dario Biani 165
La quantità di lavoro realizzata (prodotto) alla data misurata con il valore
di budget è
BCWP (budgeted cost of work performed) = 40 mil.
La quantità di lavoro schedulata (prodotto da realizzare) alla data
misurata con il valore di budget èBCWS (budgeted cost of work scheduled ) = 60 mil.
La differenza tra i due valori fornisce lo scostamento dell¶avanzamentorispetto a quanto schedulato
SV(Schedule variance) = BCWP - BCWS = - 20 MIL.
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto - metodo earned value
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 166
Esempio
Mil.
5 esi
BCWS
BCWP
Tempo
100
sv
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Controllo del progetto - metodo earned value
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 167
Controllo dei costi
Si calcolano
I costi diretti sostenuti alla data (lavoro, materiali)
Si rilevanoI costi stimati per la realizzazione del lavoro svolto (prodottorealizzato)
Si determina
Lo scostamento tra i costi sostenuti e quelli stimati
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto - metodo earned value
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anno 2003 Dario Biani 168
Esempio
Le r isorse u ane sono costate
36 ilioni,i ater iali 8 ilioni.
Costo co plessi o delle pr i edue sezioni del tracciato 44 il.!
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Controllo del progetto - metodo earned value
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anno 2003 Dario Biani 169
I costi sostenuti per realizzare il prodotto sono
ACWP (actual cost of work performed) = 44 mil.
I costi che sono stati previsti per la realizzazione del prodotto sono
BCWP (budgeted cost of work performed ) = 40 mil.
La differenza tra i due valori fornisce lo scostamento dei costi rispetto aquanto previsto
CV(Cost variance) = BCWP - ACWS = - 4 MIL.
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto metodo earned value
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anno 2003 Dario Biani 170
Mil.
e po 5 esi
BCWP
³earned alue´
ACWP
³actual cost´
100
cv
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto - metodo earned value
S i l l
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 171
Stima al completamento
Valutazione delcosto totale
Stimata Calcolata
Costo calcolatodell¶intero
progetto
Costo stimatodell¶intero
progetto
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto - metodo earned value
C i d ll¶i
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/slide-project-management-55a0bc6d4cbba 172/195
anno 2003 Dario Biani 172
Costo stimato dell¶intero progetto
Si basa su
� Risultati ottenuti
� Previsione di condizioni future
� esperienze passate
� ««««««««
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto - metodo earned value
Costo calcolato dell¶intero progetto
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 173
Costo calcolato dell¶intero progetto
Dipende dai risultati a consuntivo del progetto secondo l¶espressione:
Costo Calcolato = ACWP + (BAC - BCWP) *ACWP
BCWP
Lavoro già realizzatoa costi effettivi
Budget iniziale
Lavoro restante acosti di budget
Indice di performance
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto - metodo earned value
Sti fi i
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anno 2003 Dario Biani 174
Stima a finire
tempo
Lit.
Time now
budget
Costo stimato
Costo calcolato
Previsione varianzatempi
Previsionevarianza costi
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 175
Il contratto
� Deve prevedere adeguate garanzie di raggiungimento dei risultati del progetto in termini di requisiti del prodotto, qualità costi e tempi.
� Deve contenere gli elementi che rendano trasparente al committente lagestione ed il controllo delle attività progettuali.
� Deve definire il livello di coinvolgimento dell¶amministrazione nelleattività di progetto indicando uffici, ruoli, responsabilità.
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
Il contratto
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anno 2003 Dario Biani 176
Il contratto
Le forme di garanzia
� qualità del processo produttivo adottato dal fornitore: certificazione diun ente accreditato, controllo in corso d¶opera
� risorse di progetto: professionalità, mix di utilizzo, criteri disostituzione
� controlli intermedi da parte dell¶Amministrazione
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 177
Il contratto
Trasparenza di gestione
� definizione degli eventi di uscita: prodotti da consegnare, approvazioni,etc.
� Documentazione di progetto: piano di progetto, piano di qualità
� rendicontazioni di progetto: contenuto informativo, periodicità,destinatari.
� Visite ispettive di controllo del processo di produzione
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Controllo del progetto
Il contratto
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 178
Il contratto
Ruolo dell¶Amministrazione
� referenti dell¶amministrazione per le aree di intervento del progetto
� definizione dei punti di controllo e approvazione da parte
dell¶Amministrazione� attività di monitoraggio: accesso ai sistemi di misura e controllo deilivelli di servizio, alla documentazione di progetto, definizione dellemodalità di comunicazione
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gli ambienti multiprogetto
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 179
Definizione:Due o più progetti sviluppati contemporaneamente
Caratteristiche:� Concorrenza per l¶acquisizione delle risorse
� Complessità di gestione delle criticità� Priorità dei progetti
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gli ambienti multiprogetto
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 180
Fattori che influenzano le priorità dei progetti
� Data di completamento e sua prossimità� Penali associate al ritardo
� Rischio economico-finanziario (costi del progetto)� Benefici economici attesi (alti margini)� Potere contrattuale del cliente� Impatto del ritardo sul cliente� Impatto e sinergie con altri progetti
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gli ambienti multiprogetto
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 181
� Le priorità hanno un ruolo decisivo quando si scatena unconflitto tra due o più attività di due o più progetti
� Il ricorso alle priorità riguarda in particolare il conflitto tra attività
critiche
�Solo il 15% delle attività di ciascun progetto sono veramentecritiche ai fini del raggiungimento della data stimata
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gli ambienti multiprogetto
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 182
I criteri per la gestione delle situazioni conflittuali
Conflitto tr a attività La pr ior ità è data:
"Critiche" All'attività appartenente al pr ogetto con
priorità superior e
"Critiche" con "non critiche"
Sempr e all'attività critica, indipendente dalla priorità del pr ogetto
"Non critiche" con
"non critiche"
All'attività con minor e slack. A pari slack,
all'attività più lunga. Se le attività hanno la
stessa dur ata, all'attività il cui pr ogetto ha
priorità superior e.
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Strumenti software per il PM
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 183
Le funzionalità principali:� rappresentazione cronologica delle attività
� calcolo della durata del progetto
� individuazione del percorso critico� gestione delle risorse umane
� stato di avanzamento delle attività
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Strumenti software per il PM
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 184
I prodotti più diffusi:� Microsoft Project for Windows, società Microsoft,www.msproject.com
� SuperProject, Computer Associates,
www.cai.com/products/superproject.htm� Artemis, Artemis International, www.artemis.it
�Milestones, Kidasa software, www.kidasa.com
� Primavera, Primavera Systems inc, www.primavera.com
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gestione della configurazione
D fi i i
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anno 2003 Dario Biani 185
Definizione
E¶ un processo che ha lo scopo di fornire piena visibilità
sulle componenti di cui è costituito un prodotto e sulle sue
caratteristiche funzionali.
ProdottoA
Comp.A1 v.2
Comp.C3 v. 1 Comp.B2 v. 1.1
Comp.T2 v. 1
Comp.D2 v.3
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gestione della configurazione
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E¶ un processo che comprende le seguenti attività integrate:
� Identificazione del software:utilizzo di tecniche appropriate al fine diidentificare tutti gli elementi del sistema in modo univoco (moduli,
programmi, documentazione tecnica, casi di test, manuale utente, ecc.);� Controllo delle configurazioni: controllo dei mutamenti all¶interno deimoduli e nella definizione dei moduli che costituiscono l¶applicazione,definizione di ambienti di lavoro e procedure per la gestione dellemodifiche software;
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gestione della configurazione
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anno 2003 Dario Biani 187
E¶ un processo che comprende le seguenti attività integrate:� Verifica e convalida delle modifiche al fine di garantire ilmantenimento dei requisiti originari dell¶utente;
� Registrazione dello stato delle configurazioni, delle modifiche
apportate e delle ragioni della modifica.
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gestione della configurazione
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anno 2003 Dario Biani 188
Durante l¶organizzazione e la pianificazione del progetto si dovranno
definire:
� la struttura organizzativa che dovrà prendersi carico delle attività;
� le regole organizzative per garantire che le attività di sviluppo emanutenzione siano condotte sempre in modo coordinato e controllato;
� le modalità secondo le quali vengono create, rilasciate, e distribuitenuove versioni di un componente o di un prodotto.
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gestione della configurazione
Gli strumenti di supporto - Le funzionalità tipiche
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Gli strumenti di supporto Le funzionalità tipiche
Produzione automatica di oggetti
La modifica di un modulo software attiva la funzione di compilazione edi linking dei programmi che lo richiamano.
Modulosorgente X
Modifica
Modulocompilato XCompilazione
automatica
ProgrammaA
ProgrammaC
ProgrammaB
Linkingautomatico
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gestione della configurazione
Gli strumenti di supporto - Le funzionalità tipiche
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anno 2003 Dario Biani 190
Gli strumenti di supporto Le funzionalità tipiche
Gestione delle versioni
Gestione dell¶evoluzione nel tempo degli elementi che compongono ilsistema.
Funzioni specifiche Memorizzazione dei DELTA, Numerazioneautomatica versioni.
X.1
X.2.3
X.4
X.2.2X.2.1
X.3X.2
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gestione della configurazione
Gli strumenti di supporto - Le funzionalità tipiche
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pp p
Evoluzione delle configurazioni
Evoluzione nel tempo delle configurazioni dei prodotti, dei moduli che lecompongono e delle descrizioni
Gestione
fatture
Modulo Xv.1.2
Modulo Dv.1
Modulo Bv.2.2
Modulo Hv.3
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gestione della configurazione
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
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anno 2003 Dario Biani 192
Gli strumenti di supporto - Le funzionalità tipiche
Gestione dell¶accesso concorrente
Sistema di controllo che evita o segnala il verificarsi di situazioni
critiche quali accesso multiplo a singoli componenti con il rischiodi modifiche simultanee.
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Gestione della configurazione
La norma UNI EN ISO 10007
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anno 2003 Dario Biani 193
(guida per la gestione della configurazione)
� individua i processi per la gestione della configurazione
� fornisce indicazioni sulla struttura organizzativa
� descrive gli elementi principali delle procedure da definire(documentate)
� definisce gli obiettivi degli audit sul sistema di gestione dellaconfigurazione
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Certificazione del Project Manager
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anno 2003 Dario Biani 194
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Il project management institute (PMI) certifica persone nel projectmanagement.
Prevede due tipologie di certificazione:
� PMP (project management professional)� CAPM (certified associate in project management)
La certificazione è rilasciata a seguito del superamento di un esame.
Per mantenere al certificazione nel tempo occorre dimostrare di aver svolto esperienze nel campo o aver seguito corsi di formazione.
INTRODUZIONE AL PROJECT MANAGEMENT
Siti sul PM in rete
5/10/2018 Slide Project Management - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/slide-project-management-55a0bc6d4cbba 195/195
� Project Management Institute (PMI) - www.pmi.org
� International Project Management Association - www.ipmi.org
� Project Management Learning Center - www.dab.uts.edu.au/projmgmt
� Project Management Forum - www.pmforum.org
� Software Productivity research - www.spr.com
� Software Development online - www.sdmagazine.com