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SAN PAOLO Casa Generalizia Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.) N. 1 Gennaio 1961 [p 1, c 1] GIOVANNI PP. XXIII AD PERPETUAM REI MEMORIAM Fin dal 1935 la Pia Società San Paolo costituì un centro denominato «UT UNUM SINT» per eccitare e sensibilizzare negli animi dei fedeli il desiderio del ritorno dei fratelli dissidenti all’unità della Chiesa. A questo scopo detto Centro indice alcune settimane di preghiere; si occupa dell’edizione e della divulgazione di libri sia di specializzazione che di cultura popolare; eccita l’interesse dei fedeli di ogni ceto affinché si rinvigorisca e irrobustisca la pia pratica della Settimana di preghiere per l’unità della Chiesa. Con tutti i mezzi promuove l’istruzione nella religione cattolica, mediante corsi di cultura, corsi biblici per corrispondenza, corsi sulla storia della Chiesa; con adeguati studi ed edizioni di libri, affinché venga promossa la conoscenza delle teorie e dottrine di alcune chiese acattoliche in raffronto alla dottrina della Chiesa Cattolica; affinché i cattolici vengano istruiti adeguatamente al fine di disperdere ogni nebbia dall’animo dei fratelli dissidenti in modo da condurli alla verità accessibile a tutti. Inoltre promuove preghiere da recitarsi in determinate settimane, durante un triduo od ogni giorno; cura pubblicazioni e l’incisione di dischi sulla dottrina cristiana da divulgarsi quotidianamente o in determinati periodi; favorisce raduni di cattolici, congressi di amici in cui possono aversi audizioni, consultazioni, discussioni e deliberazioni su cose sacre, sulla morale e aiuta tutte le attività e iniziative che siano atte a promuovere la unione. Con l’avvicinarsi del Concilio Ecumenico, è intenzione del Sodalizio eccitare negli animi dei cattolici un gran desiderio per il ritorno dei fratelli dissidenti e lontani all’unità della Chiesa. Il Centro «UT UNUM SINT», già funzionante in numerose Diocesi, ultimamente è stato eretto nelle Diocesi di Porto e S. Rufina, Salerno, Catania, Rossano, Messina, Cagliari, Trieste e Capo d’Istria. Affinché gli iscritti, riunendo i loro sforzi, possano realizzare così lodevoli iniziative, il diletto figlio Sac. Giacomo Alberione, Superiore Generale della Pia Società San Paolo, rivolse a Noi umili suppliche affinché il Centro suddetto, di nome e di diritto, fosse da Noi decorato del [p 1, c 2]

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SAN PAOLO Casa Generalizia Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.) N. 1 Gennaio 1961

[p 1, c 1]

GIOVANNI PP. XXIII AD PERPETUAM REI MEMORIAM

Fin dal 1935 la Pia Società San Paolo costituì un centro denominato «UT UNUM SINT» per

eccitare e sensibilizzare negli animi dei fedeli il desiderio del ritorno dei fratelli dissidenti all’unità

della Chiesa. A questo scopo detto Centro indice alcune settimane di preghiere; si occupa

dell’edizione e della divulgazione di libri sia di specializzazione che di cultura popolare; eccita

l’interesse dei fedeli di ogni ceto affinché si rinvigorisca e irrobustisca la pia pratica della Settimana

di preghiere per l’unità della Chiesa. Con tutti i mezzi promuove l’istruzione nella religione

cattolica, mediante corsi di cultura, corsi biblici per corrispondenza, corsi sulla storia della Chiesa;

con adeguati studi ed edizioni di libri, affinché venga promossa la conoscenza delle teorie e dottrine

di alcune chiese acattoliche in raffronto alla dottrina della Chiesa Cattolica; affinché i cattolici

vengano istruiti adeguatamente al fine di disperdere ogni nebbia dall’animo dei fratelli dissidenti in

modo da condurli alla verità accessibile a tutti. Inoltre promuove preghiere da recitarsi in

determinate settimane, durante un triduo od ogni giorno; cura pubblicazioni e l’incisione di dischi

sulla dottrina cristiana da divulgarsi quotidianamente o in determinati periodi; favorisce raduni di

cattolici, congressi di amici in cui possono aversi audizioni, consultazioni, discussioni e

deliberazioni su cose sacre, sulla morale e aiuta tutte le attività e iniziative che siano atte a

promuovere la unione.

Con l’avvicinarsi del Concilio Ecumenico, è intenzione del Sodalizio eccitare negli animi

dei cattolici un gran desiderio per il ritorno dei fratelli dissidenti e lontani all’unità della Chiesa.

Il Centro «UT UNUM SINT», già funzionante in numerose Diocesi, ultimamente è stato

eretto nelle Diocesi di Porto e S. Rufina, Salerno, Catania, Rossano, Messina, Cagliari, Trieste e

Capo d’Istria. Affinché gli iscritti, riunendo i loro sforzi, possano realizzare così lodevoli iniziative,

il diletto figlio Sac. Giacomo Alberione, Superiore Generale della Pia Società San Paolo, rivolse a

Noi umili suppliche affinché il Centro suddetto, di nome e di diritto, fosse da Noi decorato del

[p 1, c 2]

titolo di Pio Sodalizio Primario, con facoltà di aggregare a sé altri Centri che abbiano gli stessi

scopi. Noi abbiamo pertanto deciso ben volentieri di accogliere tali suppliche. E pertanto, sentito il

parere della Sacra Congregazione del Concilio e vista la calda raccomandazione del Venerabile

Fratello Nostro Eugenio Tisserant, Card. di S.R.C., Vescovo di Ostia, Porto e S. Rufina, Decano del

Sacro Collegio, in virtù di questo Nostro Breve, con la Nostra Autorità Apostolica, in forma

perpetua, erigiamo alla dignità di Primaria la Pia Associazione «UT UNUM SINT» con sede presso

la Pia Società San Paolo. Ai Superiori di tale Primario Sodalizio, presenti e futuri, a norma del

Diritto canonico, concediamo la facoltà di aggregare a esso gli altri Sodalizi, che in futuro saranno

eretti con le stesse finalità.

Ciò decretiamo e stabiliamo, disponendo che il presente Breve sia valido, stabile ed efficace,

raggiunga e consegua tutti i suoi effetti ora e nel futuro, sia pienamente favorevole al predetto

Sodalizio Primario e a tutti gli altri che verranno ad esso aggregati. Così sia deciso e definito, e

rimanga fin da ora invalido e inefficace tutto ciò che ad esso contraddice, da qualunque autorità

provenga scientemente o inavvertitamente.

Nonostante qualunque cosa in contrario. Dato a Roma presso San Pietro il 16 dic. 1960,

terzo del Nostro Pontificato «sub Anulo Piscatoris».

SAN PAOLO Casa Generalizia Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.). N. 2 Febbraio 1961

[p 1, c 1]

VOCAZIONI TARDIVE Per la vita religioso-sacerdotale

nella P.S.S. PAOLO I tempi presenti hanno caratteristiche proprie.

Tra le altre: oggi vi è una condizione di cose per cui più numerose sono le vocazioni tardive;

specialmente alla vita religioso-sacerdotale.

In questo numero richiamo cose scritte altre volte.

La Casa San Paolo di Albano (attualmente Noviziato per i Chierici) verrà destinata nel

prossimo autunno per tali aspiranti alla vita religioso - sacerdotale.

Vocazioni adulte o tardive

Vi è oggi un fatto consolantissimo: accanto alle vocazioni diremmo ufficiali, coltivate sin

dagli anni giovanissimi negli Istituti Religiosi e nei seminari, ne spuntano altre vigorose, adulte,

tardive.

Sono giovanotti, ed anche giovani maggiorenni che, conosciuto il mondo ed il valore della

anime ed il bisogno di assicurarsi la salvezza, preferiscono Dio al mondo, la vita perfetta alla vita

cristiana, le anime alle preoccupazioni presenti.

La Società S. Paolo apre loro le braccia e le accoglie con fiducia.

Siano aspiranti alla vita religiosa - sacerdotale.

Nei seminari, nel ginnasio superiore, nel liceo, nella teologia e filosofia, nelle università o

scuole medie, negli Istituti in genere, nelle associazioni cattoliche, nelle famiglie più cristiane... e

talvolta negli ambienti più mondani e più impensati; Dio fa udire il suo invito: Andate anche voi

nella mia vigna.

Si tratta dell’ora terza, sesta, nona od anche dell’undecima; ma è sempre il Padrone della

vigna, il Padrone della Messe che chiama nuovi operai, nuovi mietitori.

Dodici furono chiamati all’apostolato da Gesù Cristo: erano tutti adulti; se si eccettua

Giovanni ancora relativamente giovane.

Gli Apostoli ed i Vescovi dei primi tempi chiamarono tutti adulti al ministero pastorale.

[p 1, c 2]

In ogni tempo la Chiesa, in varie maniere, scelse anche ministri tra gli adulti cristiani più

ferventi.

Nella Pia Società San Paolo vi sono i Sacerdoti che specialmente scrivono, governano,

predicano, compiono i ministeri sacri, ed usare nell’apostolato anche i mezzi moderni e più celeri,

stampa, cinema, ecc.

Che nessuno fallisca per causa nostra!

Certamente il Signore manda alla Sua Chiesa un sufficiente numero di vocazioni. Che

nessuno fallisca per causa nostra!

Lo spirito del mondo è contrario a Gesù Cristo. Esso è guidato dal maligno. Lo spirito del

mondo è contrario alla vita religiosa. Gesù attestava dei suoi Apostoli: «Questi non sono del mondo,

come neppure io sono del mondo». È una grande battaglia vinta quando si arriva alla Professione e

all’Ordinazione. Ma anche dopo continua la lotta, poiché vi sono lotte contro la perseveranza. E

come vincere, camminare sicuri, nonostante la umana fragilità?

Bello il quadro di Gesù fanciullo che si appoggia alla destra sul braccio di Maria e alla

sinistra sul braccio di San Giuseppe. Ecco l’insegnamento per noi: divozione fiduciosa a Maria e a

San Giuseppe: specialmente nell’età giovanile.

Apostolato primo e fondamentale

Il reclutamento e la formazione delle vocazioni è l’apostolato primo e fondamentale. Il

sacerdozio non deve morire: si consumano le particole dell’Eucarestia, ma continua la presenza di

Gesù nel Tabernacolo. Curare le vocazioni è l’opera delle opere. Primo apostolato di Gesù fu

quello di cercare e formare i suoi continuatori: gli Apostoli. Prima di cominciare la predicazione già

si era raccolto un gruppetto di futuri apostoli. Attorno ad essi spese la parte migliore della sua vita

pubblica...

[p 2, c 1]

Dove reclutare le vocazioni tardive

1) Tra gli universitari, i liceisti, i giovani del ginnasio superiore.

2) Tra i Seminaristi di filosofia, teologia, studi accademici, i giovani maestri, ecc.

3) Tra i giovanotti delle Associazioni Cattoliche, delle Officine, dei contadini.

4) I Nostri chiamino i nostri: in relazione con i Parroci, genitori e maestri; in contatti

epistolari o diretti con i probabili aspiranti; durante i brevi giorni di vacanza un Professo ed anche

un aspirante possono trovare qualche aspirante.

5) Le edizioni eccitino gli operai per le edizioni: Vita Pastorale, Unione Cooperatori,

Famiglia Cristiana, Madre di Dio, Giornalino, tanti fogli, opuscoli, ecc.

I mezzi sono molti: preghiera, relazioni private, amicizie, parentela, le Suore, conferenze,

sante industrie, esercizi spirituali.

Ovunque vi è una nostra Casa o Libreria; ovunque vi è un parlatorio, ovunque si vada per

ragione di ufficio o di ministero, di apostolato, di salute; ogni volta che parliamo con un Parroco, un

Assistente delle Associazioni cattoliche, un parente, una persona che comprende... Chi ha amore

alla Chiesa, all’Istituto, alle anime: capisce, parla, agisce, illumina, prende occasione, scioglie

difficoltà, apre la strada...

Scegliere bene

Le vocazioni tardive hanno particolare importanza: notiamo però che siano il fiore! non lo

scarto della società: siano il fiore per intelligenza, per generosità col Signore, per salute, per bontà

di carattere, per amore all’apostolato...

Inculchiamo solo e sempre che si tratta di vocazionario, cioè per fare religiosi paolini. Solo

con questo orientiamo bene genitori, parenti, alunni: e faremo personale contento e paolino sino alle

midolla dello spirito.

La percentuale delle riuscite è proporzionata alla buona scelta ed alla buona formazione.

Il primo mezzo: comporre la vita in Casa secondo il vero spirito religioso, in modo da

meritare dal Signore che ci affidi anime da preparargli al suo speciale servizio; e da meritare la

fiducia dei Parroci migliori e dei buoni genitori che vogliono sapere a chi affidano i loro tesori.

Pio XI nella sua lettera «Officiorum maximum», scrive: «Quel che ci sta a cuore soprattutto

e bisogna con tutti i mezzi eseguire è che i Seminari servano soltanto allo scopo per il quale sono

stabiliti, cioè alla regolare formazione dei sacri ministri. Perciò non solo devono restare chiusi a

tutti quei fanciulli e giovani che non mostrassero alcun desiderio del sacerdozio; ma in essi e gli

esercizi di pietà e il programma degli studi ed il regolamento della disciplina non abbiano che un

oggetto: la preparazione speciale degli alunni all’esercizio del sacro ministero».

Quindi è esplicito: assoluta esclusività di uno

[p 2, c 2]

scopo ed oggetto da attuare con tutti i mezzi; chiudendo le porte ai non aspiranti al sacerdozio, la

convivenza dei quali è sommamente influente e pericolosa. Pio XI aggiunge, per tagliar corto alle

scuse di tempo e di luogo: «Questa deve essere la regola inviolabile di tutti i seminari senza alcuna

eccezione: haec esto seminariorum omnium, nullo excepto, sanctissima lex».

Ciò che da Pio XI è detto dei seminari, vale a maggior ragione per gli Istituti Religiosi.

Limiti di età

Le Costituzioni, art. 22, dicono:

«Solamente per gravi cause e dopo maturo esame il Superiore Generale con il consenso del

suo Consiglio può ammettere al Noviziato...

N.2: quelli che hanno oltrepassati i 23 anni di età».

Indirizzo pratico per i nostri vocazionisti: Amiamo molto le vocazioni tardive sino all’età di

23 anni: assai più cerchiamo giovanetti aspiranti quando mostrano buoni segni della chiamata

divina.

Le Costituzioni richiedono motivi gravi ed il consenso (non il parere soltanto) del Consiglio

Generalizio per le accettazioni oltre i 23 anni. Ne segue: che occorreranno motivi gravissimi dopo i

30 anni.

Come norma generale è bene non chiedere; vi sono casi in cui si possono, oggi, consigliare

Istituti Secolari i cui membri aiuteranno esternamente il nostro apostolato; o, più raramente, la vita

contemplativa.

Giornata delle Vocazioni

1) Ci raccogliamo sotto lo sguardo di Maria, Madre delle sante vocazioni, perché Madre del

Religioso del Padre Celeste e primo eterno Sacerdote Gesù Cristo. Ella ha un diritto ed un ufficio

speciale sui chiamati, per la sua missione sul corpo mistico di Gesù Cristo.

2) Esprimo a nome mio e dell’Istituto e Famiglie Paoline a Voi tutti riconoscenza profonda

per il bene fatto e che tanto intensamente procurate in ogni modo di fare.

3) Uffici dei Superiori: pregare per la Casa e per i membri di essa; riparare i peccati in essa

commessi; ringraziare il Signore e lodarlo per tutti i beni concessi da Gesù Maestro, la Regina

Apostolorum, San Paolo Apostolo.

4) Argomento di questa giornata: le vocazioni nostre. Il Divin Maestro ci conceda luce a

sempre più penetrarlo; ci ispiri risoluzioni pratiche ed efficaci; accolga le nostre preghiere e ci

faccia formatori di belle vocazioni.

A) – a) La vocazione è la volontà di Dio che destina un’anima allo stato religioso o

sacerdotale.

Predilezione del Signore: «Elegi vos». Noi siamo i ministri delle vocazioni: dalle attitudini e

dalle opere le scopriamo, le invitiamo, le formiamo, le addestriamo: su l’esempio del Divin

Maestro.

[p 3, c 1]

b) La vocazione è preziosissima gemma, un tesoro nascosto nei cuori per tre ragioni: dà

immensa ed eterna gloria a Dio; è fonte di grazie e meriti particolari per il fortunato eletto; è il gran

dono di Dio alle anime ed al mondo, poiché Dio salva gli uomini per mezzo degli uomini, come

salvò il mondo per mezzo di Gesù Cristo fatto uomo.

B) – Sono necessarie: per la Chiesa, come è necessario il matrimonio per la conservazione

del genere umano dei figli degli uomini; così l’Ordine per dare i padri nelle anime che perpetuino

ed amplifichino la famiglia dei figli di Dio.

Per il mondo: esse sono la luce dell’umanità; sono il sale purificante della terra, il buon

lievito per la massa della pasta; sono i parafulmini che difendono dai castighi il mondo peccatore;

sono i consolatori del Cuore Divino; sono i confidenti e consolatori di tutte le afflizioni; sono

l’esempio che ogni giorno silenziosamente edifica il corpo di Cristo.

Per l’Istituto: qui sta l’amore ad esso: che è amore a Dio: dargli membri sempre più

numerosi e santi: religiosi e sacerdoti sempre più scelti per qualità, sempre più perfetti nella

corrispondenza.

Per questo si sono aperti otto Vocazionari in Italia; affinché l’Istituto che finora aveva

ricevuto il personale da Alba a Roma, ora lo riceva anche da sei altre Case e possa mandare

dappertutto. L’Italia ha missione speciale nel mondo; ed a ogni nazione si arriva da Roma.

Ovunque si può ottenere, da ogni parte d’Italia; poiché se vi sono differenze di grado,

chiediamo la grazia di essere i buoni formatori di tutti i chiamati, sviluppando i germi divini.

L’italiano anche per natura è molto facile ad attirare uomini di ogni nazione. L’esempio di Paolo

che tra i montanari della Galazia, i raffinati abitanti delle città greche, e tra i Romani dominatori del

mondo fece discepoli, santi, ministri di Cristo, c’è di esempio. Nel 1946 tra i teologi a Roma

avevamo tanti aspiranti al sacerdozio che avevano compito il ginnasio a Roma, quanti ad Alba. La

guerra ha sconvolto le cose che però si vanno riorganizzando.

L’Istituto sarà come lo formiamo.

C) – In pratica: a) pregare, poiché le vocazioni si chiedono e si ottengono con le

mortificazioni e le preghiere fatte a Dio; poi si chiedono ed ottengono dagli uomini. «Cercate le

vocazioni in cielo». Far molto pregare, specialmente le Pie Discepole.

b) Operare: con tutti i mezzi a nostra disposizione, principale il nostro apostolato. «Con la

stampa e con il cinema si attirano gli apostoli per la stampa e per il cine, per le edizioni in genere».

Istituti missionari, seminari, (es. Milano), congregazioni religiose hanno preparato film allo scopo;

come nel 1910-1930 si usavano le diapositive. Seguiamo e santifichiamo i tempi ed i mezzi che il

progresso dei tempi fornisce, scegliendo i più celeri ed efficaci.

c) Confidare nelle grazie di ufficio che ogni superiore possiede, confidare nei cooperatori,

che

[p 3, c 2]

sono i parroci, i genitori, i maestri; nei nostri religiosi, chierici, sacerdoti.

Mettere tutti in movimento: formando la convinzione che il problema vocazionario è il

problema di base e d’avvenire: richiamando l’obbligo di tutti alla soluzione. Chiedono sempre

personale: ma i superiori dànno dalle Case personale formato; mettendosi bene davanti il quadro di

tutti i bisogni ed insistenze.

Nessuna Casa, tanto meno le librerie come Genova, Torino, od i propagandisti, ecc., che

hanno più contatti e facilità di parlare ai parroci, genitori, sono dispensati dal reclutare: ognuno si

chieda che cosa già ha fatto. Si confida molto nel lavoro di esse ed essi.

PREVOCAZIONARI

È dottrina comune che il Signore sparge abbondantemente nelle anime il seme della

vocazione. Spesso non germoglia per mancanza di terreno adatto, per mancanza di umore: parte

cade lungo la strada... parte sui sassi... parte tra le spine... e parte in buon terreno.

Secondo esperienze fatte, il 70% circa dei bambini di terza elementare dice di avere la

vocazione; la percentuale scende al 50% in quarta, al 30% in quinta e meno che al 10% negli anni

immediatamente seguenti.

Il Signore dà a ciascuno la propria vocazione al momento in cui ne crea l’anima, e con la

vocazione infonde attitudini e propensioni particolari. La vocazione religiosa e sacerdotale ha

bisogno di speciali cure perché cresca e si sviluppi fino alla maturità completa. I prevocazionari

hanno il compito di creare questo clima adatto nei primi anni dopo l’uso di ragione, quando il seme

è ancora troppo debole per difendersi da sé contro i pericoli esterni. Sono piccole serre spirituali.

Sempre si sono avuti prevocazionari, sotto varie forme. Oggi sono più che mai necessari, per

difendere queste tenere pianticelle da un clima troppo saturo di naturalismo. Vari Seminari in Italia

hanno già i loro prevocazionari; esempio, quello di Milano. Ma questi si chiamano propriamente

«preseminari». Sono affidati in genere alle Suore che hanno il compito di mettere solide basi

religiose, morali e scolastiche: accompagnano il ragazzo fino agli esami di ammissione con una

seria preparazione, abituano alla disciplina dello spirito, insegnano il catechismo, curano i contatti

frequenti col Seminario.

Vi sono pure «prevocazionari» dove si dà una formazione base e periodicamente si invitano

rappresentanti di vari Istituti Religiosi perché facciano conoscere al bambino le molte necessità

della Chiesa, per una eventuale scelta secondo le proprie particolari attrattive.

Per un maggiore incremento delle vocazioni è necessario dare maggiore incremento ai

prevocazionari. Preghiamo il Signore perché molte anime capiscano il problema e vi dedichino

speciali cure.

SAN PAOLO Casa Generalizia Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.). N. 3-4 Marzo 1961

[p 1, c 1]

Ai molti auguri inviati per l’onomastico, la Pasqua e il compleanno:

Ringrazio e ricambio auguri e preghiere, per tutti. Ad edificazione comune,

riassumendo, i pensieri che li accompagnavano sono questi:

«Ringraziamo per la vocazione paolina; per la profondità e ricchezza della dottrina e

pietà; per il mirabile nostro apostolato».

Sac. G. Alberione

SAN PAOLO Casa Generalizia Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.). N. 4 - Aprile 1961 FORMAZIONE MIGLIORE e percentuale più elevata nella riuscita

[p 1, c 1]

Nei giorni 27 e 28 marzo, ultimo scorso, si sono raccolti in preghiera e studio i Maestri

incaricati degli Aspiranti sino alla professione perpetua per i Discepoli ed al compimento

dell'Anno Pastorale per il Sacerdozio.

PREPARAZIONE

a) Un’adunanza dei Superiori delle Case per due giorni di preghiera ed esame sociale delle

Case singole.

b) Circolare d’invito ai Maestri per l’alto e

[p 1, c 2]

decisivo loro ufficio nella formazione degli aspiranti.

c) Intervento di tutti con la consapevolezza e la delicatezza dell’argomento.

CELEBRAZIONE

Per la preghiera particolare: ogni giorno Messa dello Spirito Santo; l’Ora di Adorazione

con fervorini di D. Testi e D. Pignotti; meditazioni del Primo Maestro su la ricerca e il metodo di

formazione.

PRIMA GIORNATA Ricerca e selezione degli aspiranti

[p 1, c 1]

Nella meditazione si sono trattati tre punti: 1) Il problema vocazionario è il più grave della

Chiesa in generale, come dell'Istituto in particolare. 2) Per la formazione vi è un solo metodo: è

Gesù Cristo. 3) Occorre l'umiltà per modellarsi su di Lui; per dedicarsi senza riserve (di tempo, di

salute, tendenze, preferenze, ecc. ); per mirare a formare il religioso, e religioso paolino, non il

semplice cristiano.

PRIMA ADUNANZA

Avvertenza preliminare: nelle Case vocazionarie, specialmente nelle piccole, il vero Maestro

è il Superiore; il Maestro (cosiddetto di gruppo) è il collaboratore. Il Superiore della Casa non ha

impegno più suo e più grave che la scelta e formazione degli Aspiranti.

RECLUTAMENTO

Desiderabile cosa è un Vocazionista proprio per un Vocazionario che superi la sessantina di

Aspiranti.

Se questo non è possibile, il Vocazionista della

[p 1, c 2]

Provincia cura il reclutamento per le Case in essa comprese.

Mezzi: promuovere preghiere tra tutti gli interessati, facendo anche assegnamento su le

Visite delle Pie Discepole; ore di adorazione predicate; raccolta di indirizzi; opuscoli e fogli

mensili; visite alle Parrocchie, scuole, famiglie; movimentare tutti i Sacerdoti, Discepoli, Aspiranti;

in qualche modo (servizi, corrispondenza) farsi amici i Parroci, i Direttori e Maestri, gl'incaricati

dell'Azione Cattolica, ecc.

Prepararci noi stessi gli Aspiranti: proiezioni, contatti diretti con essi ed i genitori,

predicazioni, spirituali Esercizi, distribuire questionari sulle vocazioni.

Prima ancora: scegliere bene il Vocazionista, formare in lui idee larghe e giuste, con la

convinzione che più che alla quantità miri alla qualità. Esame approfondito: se vi sono segni di

vocazione e disposizioni per lasciarsi formare.

ACCETTAZIONE

La scelta esige che vi sia un certo numero di Aspiranti; perciò incrementare la propaganda.

[p 2, c 1]

Il giovane, anche ben scelto, va soggetto a mutabilità di animo. Perciò sia abbondante il

reclutamento per averne un numero sufficiente al noviziato ed alla professione.

Il Maestro col Superiore è il più competente per la scelta. Non bastano i documenti ordinati;

in quanto possibile procurarsi cognizione con visita alla famiglia, giudizio del medico,

dell'insegnante del giovane, persone fidate.

In generale non accettare del tutto gratuitamente.

Rispetto ai Parroci e Genitori comportarsi come se tutto dipendesse da loro, operare come

se tutto dipendesse da noi.

Con Parroci, Genitori, giovani, parlare con estrema chiarezza: l'Istituto accoglie solo

aspiranti alla vita religiosa, laica o sacerdotale.

RELAZIONI

L'aspirante appartiene ancora ai Genitori e Parroci, eccetto si tratti di maggiorenni, e nello

stesso tempo all'Istituto.

Perciò i Genitori e Parroci siano sempre e frequentemente informati dell'andamento morale,

intellettuale, salute, ecc. dell'aspirante.

Ai Genitori e Parroci mostrare deferenza e gratitudine.

Guadagnare il cuore dei Genitori accogliendoli bene; far comprendere che grande è il dono

di un figlio al Signore; far sentire che essi medesimi sono appartenenti alla Famiglia Paolina;

approfittare delle varie occasioni per affezionarli all'Istituto, accogliendoli bene, farli partecipare a

feste, ad Esercizi spirituali; mostrare il progresso dei figli in ogni parte; istruirli su la vocazione.

DISCUSSIONE

I Maestri, sulle loro esperienze, hanno proposte domande e difficoltà:

a) Alcuni Parroci non si interessano del giovane.

– Interessiamoli noi, ugualmente.

b) Gioverebbe affidare l'aspirante appena entrato ad un buon compagno, come ad un

angelo che lo conforti, istruisca su cose minute?

– Sì, se è davvero un Angelo custode; però si vigili.

c ) Come comportarsi quando sono numerose le domande di aspiranti da una Parrocchia?

– Occorre molta diligenza nelle informazioni sopra i singoli, quindi sceglierle con cautela;

una volta entrati vivano ciascheduno nel suo proprio reparto: esigendo questo con dolcezza e

fermezza.

d) Avviene non di rado che i Genitori insistono perché il figlio ritorni in famiglia.

– Occorre educare i Genitori sul problema della responsabilità di una vocazione;

particolarmente indurre l'aspirante a difendere la propria vocazione.

[p 2, c 2]

e) Generalmente Parroci e Genitori poco capiscono la vocazione del Discepolo.

– E questo è comprensibile; è necessario che noi spieghiamo quale sia il grado, la dignità di

un'anima consacrata a Dio e la particolare elevazione nel Discepolo per la partecipazione diretta

all'apostolato; questi pensieri avvalorarli con l'insegnamento del Vangelo. Istruire mostrando quale

differenza passi tra il religioso laico comune ed il religioso laico Paolino, il quale, oltre la vocazione

religiosa, ha ancora una seconda vocazione, cioè apostolica. Il Discepolo poi è felice allorché ama

la sua vocazione ed il suo apostolato.

f) Vi sono tra i nostri parecchi ammalati, fisicamente o psichicamente.

– Assicurarsi con medico specializzato per gli Aspiranti alla vita religiosa. Ed è necessario

ricordare quanto sia necessaria la cartella clinica personale. Ripetere le visite prima della vestizione

e della professione.

g) Ma è sufficiente il Maestro di gruppo per la disciplina ed insieme la direzione spirituale?

– Per gli Istituti Religiosi, come è stato spiegato, in alcuni numeri del «San Paolo»: uno è il

Maestro che riassume in sé i due uffici, a differenza dei Seminari, ove occorrono due persone con

distinti uffici.

h) È sempre difficile, sia la conoscenza intima dell'Aspirante, come la loro formazione.

– Occorre che il Maestro di disciplina e di spirito insieme li segua ovunque (Chiesa, studio,

camerata, cortili, apostolato), interessandosi di persona ai problemi di ciascheduno per guidarli con

saggezza.

i) Ma quale segreto principalmente necessario per sostenere il giovane nelle sue difficoltà?

– Sono tre i segreti, non uno: 1) Occorre che il Maestro sia un vero trascinatore, entusiasta se

stesso della sua vocazione, con mille invenzioni di amore soprannaturale. 2) Sia tolta l'ingerenza nei

gruppi di persone poco edificanti o meno unite al Maestro di gruppo. 3) Una pietà sentita, mariana,

eucaristica, paolina, che li sostenga nei momenti inevitabili e più difficili del giovane.

l) Come comportarsi con i figli unici?

– In questi casi occorre una maggior garanzia da parte dei genitori e dell'aspirante stesso;

quindi scelta più accurata, prevedendo quanto può avvenire in seguito.

*

Si conchiudeva l'Adunanza con questo pensiero: L'Adorazione costante al SS. Sacramento

porta sempre molta luce per cui molte più cose vengono indovinate e molti accorgimenti vengono

suggeriti: «Tu, Domine, qui corda nosti omnium, ostende quem elegeris...» (Atti, 1, 24).

[p 3, c 1]

SECONDA ADUNANZA

Avvertenza preliminare: Ringraziare il Signore per ogni Aspirante che arriva; così come

fanno i buoni genitori quando il Signore dà loro un bambino. Ci è dato per formarne un altro Gesù

Cristo; non vi è missione più grande. Formarne la personalità in Cristo, considerare questo compito

come il più importante e delicato nella Congregazione. Gesù ha riservato a sé la scelta e la

formazione degli Apostoli; per questo li voleva continuamente vicini. Religiosi laici o Sacerdoti che

a loro volta formeranno altri Religiosi e Sacerdoti secondo son stati formati.

*

Alcune condizioni necessarie perché si ottenga una più alta percentuale ed insieme perfetta

riuscita delle vocazioni (in quanto possibile):

1. Occorre un'adeguata e specifica preparazione dei Maestri, tanto per la parte spirituale,

quanto per la parte intellettuale, zelo ed amore ai loro aspiranti. Spesso talvolta è inadeguata.

2. Piena conoscenza ed amore all'Istituto, così da poterlo infondere quasi goccia a goccia

nell'animo del fanciullo in tutte le occasioni, prendendone lo spunto.

3. La pietà del Maestro è necessario che sia interiore, profonda e più abbondante perché

deve servire ad alimentare se stesso e gli Aspiranti.

4. Ambiente di casa sempre formativo, escludendo chi potrebbe, con l'esempio di vita

trascurata o di parole imprudenti, distruggere l'opera del Maestro.

5. L'ultima selezione degli Aspiranti nel periodo delle accettazioni, e specialmente nei tre

primi mesi della prova, venga fatta dal Maestro.

6. Convinzione profonda ed amore al metodo paolino di formazione del tutto confermato al

Divino Maestro: buon esempio, istruzione, correzione, ottimismo.

7. Il Maestro deve portare il giovane ad amare il Signore, non guadagnarlo a sé, cercandone

una stima umana e un'affezione vana e pericolosa.

8. Piena conoscenza e responsabilità di una vocazione; poiché guai a noi, diceva Pio XI, se

per causa nostra si perdesse un'anima, quanto più una vocazione; un allontanamento deve essere

motivo di buon esame di coscienza e di preghiera e di esperienza costruttiva per l'avvenire.

9. Il Maestro particolarmente nelle nostre Case si guadagni la collaborazione di quanti hanno

relazioni coll'Aspirante: maestri di scuola, maestri di apostolato, confessori, assistenti, ecc.

10. Esatta conoscenza dei tempi nostri per i nuovi ambienti sociali, scolastici, parrocchiali,

[p 3, c 2]

familiari, per cui vi sono nuovi mezzi ed aiuti, ma insieme nuovi pericoli, esempio nelle tecniche

audiovisive.

11. Il Maestro più che altri nel formare gli aspiranti, può guadagnarsi la stima e l'appoggio

da parte dei genitori e dei Parroci, particolarmente nei casi delle crisi giovanili.

12. Il giovane aspirante senta l'interessamento del Maestro nel periodo particolarmente della

pubertà; e così pure nel periodo in cui si matura la sua personalità.

13. Tutti i vocazionari abbiano cura di accogliere un numero abbondante di Aspiranti nelle

prime classi, particolarmente se sono piccoli i vocazionari, onde più tardi, eliminati i non chiamati,

rimangano ancora in numero sufficiente quelli che perseverano.

14. Ogni anno occorre, particolarmente nei primi mesi, predicare e far meditare a lungo i

Novissimi.

15. Suscitare e conservare un'atmosfera lieta ed entusiasmante, evitando ogni pessimismo;

saper chiedere anche il sacrificio e la mortificazione, con validi principi di fede e di amore al

Signore.

16. Il giovane ha sempre bisogno di varietà e novità nelle cose, compresa la pietà; poiché la

monotonia è la più brutta raccomandazione per lui.

17. Facilitare, in quanto possibile, la continuità del Maestro in un reparto perché migliori se

stesso e segua più a lungo l'aspirante; tuttavia se si segue il metodo formativo tradizionale il

cambiamento non creerebbe eccessivi inconvenienti, mentre porterebbe notevoli vantaggi.

18. I Maestri dei giovani tutto prendono dal Superiore e riferiscono al Superiore del

Vocazionario, assecondandone l'indirizzo.

19. Man mano che il giovane cresce si espongano sempre di più le ragioni umane e

soprannaturali di quanto gli vien chiesto ed in quello che viene corretto. Gradatamente, quando il

giovane arriva ai sedici-diciotto anni, venga istruito nei fondamenti propedeutici della religione,

durante i catechismi e le predicazioni.

20. È necessario regolare saggiamente, secondo le istruzioni ricevute e secondo le stesse

esperienze fatte, le vacanze; che devono esser mantenute nei limiti già indicati nel «San Paolo».

*

Seguiva la discussione, nella quale sono da rilevarsi principalmente questi punti:

1. Per una graduale e regolare formazione quale via pratica dobbiamo seguire?

– Ricordare che l'uomo è uno, pure nelle sue facoltà di mente, volontà e sentimentalità, che,

pur operando ciascheduna nel proprio campo, sempre sono unite. Cercare quindi le vie per formare

[p 4, c 1]

santamente i nostri aspiranti e migliorare i nostri professori, usando i trattati che sono vere vie

maestre al credere, al bene operare ed alla retta pietà.

2. Nel succedersi delle varie condizioni e circostanze dell'Aspirante vi è qualche mezzo più

facile ed efficace da seguirsi?

– Fare sempre più largo assegnamento sulla pietà, perché essa costituisce il maggior aiuto

nelle difficoltà, esercita e corrobora la volontà, assicura le grazie nel tempo opportuno.

3. Tra le varie pratiche di pietà, le Costituzioni esigono qualche pratica con maggiore cura?

– Le Costituzioni esigono che prima di ammettere alla professione già si abbia acquistato la

teoria e la pratica della meditazione, dell'esame di coscienza e della Visita al Santissimo

Sacramento.

4. Si dice che ai nostri tempi non è necessario il molto riflettere e che basti accogliere i pensieri

altrui.

– Insegnare la meditazione significa insegnare a pensare; e questo è fondamentale; oggi

purtroppo si riflette assai meno, è la malattia del tempo. Con la riflessione ci rendiamo consapevoli

e sicuri del nostro pensiero sotto l'aspetto umano e teologico; forma la vera personalità in Cristo.

Che sia però una meditazione e non una lettura.

5. Come si può avviare l'aspirante a meditare?

– In generale nell'Istituto vi è abbondanza di predicazione; non è necessario predicare ogni

giorno.

[p 4, c 2]

Anzi è necessario che in ogni classe o gruppo si adotti il libro di meditazione così come si ha

il testo di scuola; quindi guidare il gruppo nel leggere, sottolineare, prendere appunti, far l'esame, il

proposito, la preghiera. Aiutare l'Aspirante quando è giovane con piccole domande, condurlo sul

terreno del proprio lavoro spirituale; infine lo si lascerà meditare da solo, qualche volta, poi, più

frequentemente.

6. Vorremmo una frase riassuntiva e di guida per chi intende seguire la via della perfezione.

– È cosa fondamentale avviare gradatamente al sacrificio e allo spirito soprannaturale

giacché questa è la vera formula della vita religiosa: a) «Chi vuol venire dietro di me; b) rinneghi se

stesso; c) prenda la sua croce; d) e mi segua»; è dettata da Gesù.

*

L'ora di Adorazione fu impostata sullo schema di Gesù Maestro, Via, Verità e Vita. Gesù

formò i suoi Apostoli comunicando loro una dottrina celeste, interponendo l'esempio di una vita

santa e pregando incessantemente per loro. La condotta e il modo di fare di Gesù debbono essere la

condotta e il modo di fare di tutti i maestri. Al pari di lui, anche essi debbono attendere alla loro

opera di formazione inculcando quelle verità che siano di sicuro orientamento nella vita dei giovani,

confermando il valore del loro insegnamento con una condotta esemplare e una costante preghiera.

SECONDA GIORNATA

[p 4, c 1]

Apertura con la Messa dello Spirito Santo.

Meditazione del Primo Maestro: come il Padre Celeste preparò il suo Divin Figlio (il primo

chiamato) al suo ministero pubblico; e come Gesù Cristo preparò il suo grande chiamato San Paolo.

Gesù Cristo: nacque in una grotta, si salvò con l'esilio in Egitto, nell'oscurità di Nazaret,

nell'esercizio di preghiera, obbedienza, crescendo in età, sapienza e grazia, lavorando tanti anni

come falegname. Poi il digiuno, il battesimo di Giovanni, le tentazioni.

Paolo (Saulo) fu formato su la via di Damasco, istruito e battezzato da Anania, condotto nel

deserto per tre anni, poi a Tarso, poi ad Antiochia come ultimo nominato dagli altri, finché venne la

voce dall'Alto: «Mettete a parte Saulo...».

Imparare: il metodo divino, fatto di prove, umiliazioni, esercizio di virtù... finché si arriva

alla professione, apostolato, ministero.

PRIMA ADUNANZA

Condizioni per ammettere gli Aspiranti alla vestizione:

Occorre tenere presente le norme già date più volte nel «San Paolo», cioè:

[p 4, c 2]

1. Il grado di pietà dell'Aspirante, considerandola nello spirito, nella pratica fedele e nel

frutto che è la vita religiosa secondo l'età; 2) Lo studio, che comprende: l'attitudine, l'applicazione

ed il risultato; 3) L'apostolato, come conoscenza, applicazione, amore, generosità; 4) La povertà, e

tutta la parte umana, cioè salute, vita sociale, la rettitudine d'intenzione, la struttura psico-somatica

(vi rientrano: la salute, la costituzione, il carattere, la docilità, la sensibilità, eventuali ereditarietà

anormali, lo stato di famiglia). A questo proposito tener presente la cartella medica, stampata a

Roma e spedita ai Superiori di tutte le Case, affinché sia riempita e trasmessa.

Queste norme sono pure da applicarsi per le successive ammissioni.

AVVERTENZE

1. Nel dare il giudizio di un Aspirante vi sono varie considerazioni: quando si tratta di una

mancanza che escluda senz’altro la vocazione, si deve rimandare in famiglia il giovane, che pure

può avere altre buone qualità.

2. Riguardo alle varie condizioni per un'ammissione è cosa buona considerare tutto l'insieme

dell'Aspirante, che può essere più dotato in una

[p 5, c 1]

parte e meno in un'altra; allora si potrà formare un giudizio complessivo; può essere che una qualità

meno sviluppata sia supplita da altre attitudini. Si fa allora come una media fra i lati positivi e i lati

non del tutto positivi.

3. È ammesso il passaggio di un Aspirante Discepolo ad Aspirante al Sacerdozio, solo

quando vi sono motivi seri. Tuttavia un tale passaggio deve avvenire prima della professione

religiosa; meglio ancora prima della vestizione. Si faccia come rara eccezione.

4. Si è formulato un piano vocazionario per arrivare a raddoppiare il numero dei Professi nel

corso di cinque anni. Secondo risulta dalle notizie ricevute, sia dall'Italia che dall'estero, questo

piano va svolgendosi in modo normale nella maggior parte dei nostri Vocazionari e Noviziati.

5. Curare con massima diligenza: escludere i troppi dubbi, gli eterni scontenti, i caratteri non

socievoli. Il mutare ambiente sperando in un miglioramento è quasi sempre un'illusione. Per quanto

riguarda l’uscita dall'Istituto: quanto più l'Aspirante è giunto a età più avanzata tanto più troverà

difficile il sistemarsi altrove ed il suo fallimento avrà sempre conseguenze nell'Istituto che lo

dimette.

6. Per quanto è possibile, attenersi a questa norma: il Chierico che entra in Teologia ed il

Discepolo temporaneo che entra nel Biennio, devono considerarsi dei «chiamati». Perciò

ordinariamente il fallimento si deve addossare alla loro incorrispondenza.

SECONDA ADUNANZA

EDUCARE ALLA PUREZZA

Questa è condizione da esaminarsi diligentemente prima dell'accettazione.

Tra gli entrati Aspiranti nell'Istituto vi possono essere giovani con l'innocenza battesimale;

altri che hanno contratto cattive abitudini, ma volenterosi; altri ancora non mostrano volontà di

emendazione.

Qui il Maestro si trova davanti a problemi difficili; ma innanzitutto si occupi dei primi.

Quanto ai secondi non disperi, ma operi con pazienza, con la preghiera, con una cura continuata; il

risultato dimostrerà se si potrà avere garanzia di osservanza religiosa. Nel terzo caso occorre

rimandarli in famiglia, tanto più nel caso di scandalo e di ostinata recidività.

Si domanda:

Quali norme seguire sul problema di far conoscere i cosidetti problemi della vita?

Si risponde:

– Non parlarne in pubblico, ma in direzione spirituale o nella confessione, rispondendo alle

condizioni, all'età ed al buon spirito dell'Aspirante.

Si tengano presenti le norme date prima da

[p 5, c 2]

Pio XI; in secondo luogo da Pio XII nell'Enciclica «Sacra Virginitas».

Mettendoci nella realtà delle cose, se il giovane sempre tace sul punto della purezza, anche

quando già è giunto ad un certo sviluppo, si può sospettare sopra la sua sincerità.

*

Tutta la casa deve vivere in un'atmosfera di candore; vigilando al sommo sopra le letture, le

trasmissioni di radio, cinema e televisione, la corrispondenza, le amicizie pericolose e le relazioni.

Nel giudicare di una vocazione, per rispetto al punto della castità, tener molto conto del

carattere dell'Aspirante, cioè se con molta industria ed applicazione pratica quel che intende San

Paolo quando dice: «Castigo corpus meum et in servitutem redigo, ne forte, cum aliis

praedicaverim, ipse reprobus efficiar» (1 Cor. 9, 27).

Educare alla purezza: poiché questa è la posizione strategica per il combattimento della vita.

I mezzi sono sempre quelli indicati dal Maestro Divino: «Vigilate et orate». Vigilate, su voi stessi,

sopra i sensi, sopra i pericoli seguendo il «principiis obsta». Per i più giovani valorizzare

l'innocenza battesimale; per i più grandi insistere sugli ideali umani e soprannaturali; tutto sempre

ancorando ai Novissimi ed ai valori teologici quali la grazia, la presenza di Dio, l’orrore al peccato,

la devozione a Maria. Orate, e particolarmente l'uso santo della Confessione e la frequenza di

Comunioni fervorose.

Abituare l'Aspirante ad aprirsi con semplicità, anche su questo problema; è difficoltà che è

comune a tutti.

TERZA ADUNANZA

PERSONALITÀ

Più che la sua definizione nominale, che è quella che ci dà la spiegazione etimologica del

vocabolo, a noi interessa la sua definizione reale, descrittiva; con essa definiamo la personalità un

«complesso di note con cui può venire realizzata la persona» (intendendo per «note», in psicologia,

le caratteristiche che compongono un concetto). Più brevemente, con definizione essenziale:

persona in atto. E si dice «persona in atto» (o anche «realizzazione di persona») poiché è chiaro che

non sarebbe sufficiente la concretizzazione di un ideale o di una forma qualsiasi; in quanto al

concetto di «personalità» sono essenziali l'individualità, la sussistenza e la natura intellettuale, che

sono appunto le note caratteristiche di «persona». Il linguaggio comune viene d'altronde in nostro

aiuto: non si parla infatti di personalità di un sasso o di un albero o di un cane: mancano ad essi

troppi elementi per avere... una personalità, primo fra tutti la natura intellettuale.

Personalità è quindi quel complesso di doti e caratteristiche che danno o daranno origine ad

un individuo tipo. Questo è precisamente l'elemento

[p 6, c 1]

nuovo che il termine «personalità» aggiunge a persona: il concetto di tipo, che racchiude un ideale a

cui la persona dovrebbe accostarsi. «Di conseguenza la personalità non può essere posta all'inizio

come un punto di partenza da cui discendono i tratti del carattere e del comportamento, ma

dev'essere considerata come un punto d'arrivo, conseguente all'educazione ricevuta e fatta propria

dal soggetto» (Encicl. Filosof.).

Purtroppo un errore in cui oggi si cade sovente, soprattutto da parte dei giovani, è quello di

identificare la «personalità» con l'affannosa ricerca dell'autoaffermazione per mezzo

dell'eccentricità, della singolarità, della stravaganza: il fare cioè qualcosa di diverso dagli altri... È

vero, ogni grande uomo, ogni personalità autentica, s'innalza al di sopra della normalità, ma senza

mai uscire dal normale. L'imporsi agli altri è dato dal grado con cui si sa tradurre in realtà il «tipo»,

aderendo il più possibile all’originale. Ciò che non significa affatto essere eccentrici o peggio

anormali: in quanto è proprio questo che costituirebbe la morte della personalità. In essa abbiamo la

concretizzazione degli elementi personali realizzati in ogni individuo con caratteristiche fornite o

favorite dal temperamento, dalla costituzione, dall'ambiente, dalla educazione, nonché dettate

soprattutto dall'intenzione con cui ogni singola persona vuol vivere il suo proprio ideale.

In pratica e concretamente: considerando gli ideali che si vogliono vivere (supponiamo di

Sacerdote o di Discepolo Paolino, di Maestro, ecc...), si potrà dire di immedesimarli, di rivestire

cioè una personalità, quando se ne rivivono tutte le note. Per cui, in ultima analisi, possiede una

personalità particolare, la persona che ha saputo ricopiare e tradurre in sé un ideale, così come gli è

stato proposto, aggiungendo di suo l'intelligenza e la volontà di volerlo capire e realizzare nella

forma più piena.

Nell'Istituto nostro ha vera e giusta personalità chi vive integralmente l'ideale paolino,

secondo lo stato e le attitudini.

*

Quale la suprema personalità? Quale l'ideale paolino? Come e quando si realizza e si vive?

Come San Paolo: quando si può dire «Vivo ego, iam non ego, vivit vero in me Christus».

«È una trasformazione totale in Gesù Cristo, in cui ambedue le parti (Gesù Cristo e l'anima )

si cedono a vicenda, trasfondendo l'uno l'intero possesso di sé all'altro, con una certa consumazione

di unione amorosa, in cui l'anima diventa divina e Dio, per partecipazione, in quanto possibile in

questa vita». (Dalla «Teologia della Perfezione Cristiana» Ed. Paoline - Roma)

Si verificano «la mutua donazione, la trasformazione, la permanente unione di amore». Così

come avviene di un pezzo di ferro nel fuoco.

[p 2, c 2]

Non è trasformazione ontologica, ma una trasformazione delle nostre facoltà superiori

quanto al modo di operare.

«L'anima ha coscienza nei suoi atti soprannaturali di intelligenza, d'amore e di volontà: essa

partecipa della vita divina, degli atti analoghi che sono di Dio».

Così Gesù chiede al Padre: Che noi siamo una cosa sola col Padre e con Lui; come Egli,

Gesù, è nel Padre ed il Padre in Lui (Giovanni 17, 21).

Tutti possono raggiungere questa unione?

Questo ideale di perfezione e di santità è aperto a tutte le anime in grazia.

Questo stato di trasformazione è il termine normale di una vita cristiana e specialmente

religiosa. Non si tratta di estasi, visioni, miracoli... «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro

Celeste».

In questa elevazione «Dio non è più solamente l'oggetto delle nostre azioni soprannaturali di

mente, di cuore, di volontà; ma Egli si mostra come comprincipio di tali azioni, l’aiuto di cui ci

serviamo per produrle. I nostri atti ci appaiono come fossero atti divini – è Lui che guida e domina

le facoltà. Le facoltà sentono la linfa della Vite-Cristo. Si vive in Lui, per Lui, di Lui: «Vivit vero in

me Christus».

Si è raggiunta la personalità in Cristo, predicata da San Giovanni Evangelista e da San Paolo

Apostolo.

È un'unione di due operazioni.

È chiamato matrimonio spirituale nei trattati.

S. Paolo dice dei semplici fedeli che «li ha fidanzati a Gesù Cristo» (2 Cor. 2, 2); ciò che

risulta dal Vangelo (Matt. 22, 3; Luca 12, 36, etc.). La tradizione cristiana ha usato questa

terminologia, ricavandola da S. Paolo (Ef. 5, 23-32 ).

Frutti: morte dell'egoismo; unica aspirazione è la gloria di Dio, desiderio sereno delle

sofferenze, vita delle beatitudini, zelo per le anime, desiderio di solitudine, pace imperturbabile,

morte uniformata a Gesù Cristo.

È la garanzia di entrata in cielo appena spirati.

Salendo per i vari gradi di orazione si sale pure verso questa perfezione. «I gradi di orazione

coincidono con i gradi della carità». «I gradi di orazione insegnati da Santa Teresa rappresentano

altrettanti gradi di ascesa spirituale» (S. Pio X). (Dal Tanquerey, S. Giovanni della Croce, A. Rojo, etc.).

QUARTA ADUNANZA

UFFICIO DEL MAESTRO

Noi consideriamo il Maestro rispetto agli Aspiranti come Gesù Maestro in mezzo agli

Apostoli.

Gesù Maestro definì se stesso Via, Verità e Vita; il formatore di vocazioni compie gli uffici

di Gesù e perciò dovrà essere via, verità e vita per i suoi aspiranti.

[p 7, c 1]

Gesù fu Via perché precedette gli Apostoli con l'esempio e conchiuse: «Imitate me»; così il

Maestro precederà nella pietà, nell'umiltà, nella carità, nell'obbedienza; e come il Maestro ha

predicato la perfezione cristiana e religiosa così altrettanto farà il Maestro Paolino.

Gesù si è detto Verità ed istruì con la sua parola nelle verità più alte i suoi novizi,

adattandosi alla loro condizione e presentando tutto con figure, paragoni, parabole; questo è pure

l'ufficio fondamentale del Maestro Paolino che abbonderà nella predicazione e nei consigli.

Gesù si è detto Vita perché Egli è vita, secondo l'espressione: «Io sono la vite e voi i tralci»,

«Chi mangia la mia carne avrà la vita»; il Maestro Paolino dovrà possedere molta grazia e santità e

quindi comunicarla per mezzo dei Sacramenti e della preghiera in generale.

Il Maestro prende da Gesù Cristo e dà agli Aspiranti; ma non è un semplice canale che

semplicemente trasmette l'acqua; ma è assomigliato a una conca che contiene i divini tesori; e li

riversa per troppo pieno sulle anime. La mamma si nutre abbondantemente per conservare le

proprie forze, mentre poi darà il latte al suo bambino.

Il Maestro Paolino dovrà continuamente rinnegare se stesso per farsi servo delle necessità

dei suoi Aspiranti; sino ad adattarsi anche a qualche loro capriccio. Deve custodire tutti dal peccato;

«quos dedisti mihi custodivi» disse Gesù.

Il Maestro sarà sempre presente in mezzo ai suoi Aspiranti.

Il Maestro potrà sempre contare sulle grazie di ufficio essendo stato eletto a questa altissima

missione.

DISCUSSIONE

1. Perché vi sono le varie professioni da rinnovarsi annualmente?

– Gli anni di professione temporanea, tanto per i Chierici che per i Discepoli, devono servire

ad approfondire meglio i principi appresi nel noviziato. L'anno di assistentato ha particolari

difficoltà e bisogno di aiuto, mentre serve ad orientarsi definitivamente nella vita. Si dia quindi agli

assistenti un maggiore aiuto spirituale.

2. Qual è il valore dell'obbedienza religiosa?

– Dare un'idea esatta sull'obbedienza. La presunzione procede dall'ignoranza. Maturare la

propria coscienza secondo i principi della fede e della morale, mai secondo il caso e le proprie

vedute.

3. Conviene aprire la porta a qualche specializzazione?

– È utile avviare i Discepoli in base alle loro attitudini a qualche specializzazione, inerente ai

rami particolari del nostro apostolato, come la tecnica, la pittura, la propaganda. Queste

specializzazioni devono avvenire soltanto dopo la professione perpetua, cioè dopo i regolari corsi

dei loro studi in Casa.

[p 7, c 2]

È anche utile che i Discepoli più preparati facciano delle scuole agli aspiranti Discepoli ed

anche ai temporanei.

4. Quali norme perché le vacanze riescano non di pericolo, ma invece di ristoro spirituale e

fisico?

– Circa le vacanze: se è possibile raccogliere gli Aspiranti in una nostra Casa, es. in

montagna; sarà cosa molto utile; diversamente in generale conviene la famiglia, se è moralmente

sana.

Se è possibile i giovani vengano richiamati per qualche giorno in Casa per qualche giornata

di ritiro; oppure visitarli nelle loro famiglie.

Molto opportuno è il prepararli alle vacanze con qualche giornata di ritiro; facendo poi

seguire qualche altro giorno di ritiro quando rientrano.

Se i giovani aspiranti saranno portati assieme alla montagna o al mare, occorre siano

custoditi diligentemente ed evitino di accomunarsi con professi.

Nel caso di vacanze in famiglia è bene inviare al loro Parroco una lettera pregandolo a dare

informazioni all'Istituto, quando il giovane ritornerà, sopra il comportamento tenuto in famiglia, in

chiesa, in società.

DIREZIONE SPIRITUALE

Consiste nell'accompagnare l'Aspirante verso la missione a cui Dio l'ha chiamato,

guidandolo nella via della perfezione.

Prima, spiegare che cosa sia; poi invogliare ad usarne, mostrarne concretamente l'utilità,

indicando il modo di compierla. Giova forzare un tantino e con abilità e rispetto perché si arrivi

all'apertura di coscienza. È qui una grande arte e richiede molto tatto perché il giovane apra il suo

cuore con fiducia. È vero che specialmente in talune regioni è piuttosto diffusa l'ipocrisia e

l'inganno; ma se il Maestro sta abitualmente a contatto con i giovani non troverà molta difficoltà a

scoprire anche soltanto da un gesto, da un'espressione l'intimo del loro cuore e lo stato del loro

animo; basterà un pizzico di psicologia.

Si proceda dal facile al più difficile nell'interrogare; ma dopo raggiunta una sufficiente

conoscenza dell'Aspirante si arrivi a quello che è il fine della direzione: allontanare dal peccato ed

avviare alle virtù. Il Maestro potrà chiamare l'Aspirante da principio più frequentemente; quindi

anche meno frequentemente, tenendo presenti le necessità intime dell'Aspirante. Tra il Maestro e il

giovane vi sia confidenza; ma nulla di umano, o meglio troppo umano; vi sia sempre di mezzo

l'Angelo Custode. Le conversazioni non siano troppo lunghe. E questo vale anche per le

Confessioni.

RITIRO MENSILE

Per lo più sia predicato dal Maestro o dal Superiore; o almeno sia tenuta dall'uno o dall'altro

la terza istruzione. Il Ritiro mensile è occasione

[p 8, c 1]

di un esame collettivo sull'andamento del mese che termina ed è come un preventivo ed intensa

preghiera per il mese che si inizia.

*

Nell'ora di adorazione sono stati sviluppati questi punti:

l. Il soggetto da formare e il fondamento su cui va poggiata l'azione formativa (formazione

umana).

2. Il metodo pedagogico usato da Gesù con gli Apostoli: «Elegit duodecim ut essent cum illo».

3. Questo metodo è il più integrale e il più efficace: comporta infatti un'azione formativa sulla

mente, sulla volontà e sul cuore dell'individuo, attraverso la presenza viva ed operante del

Maestro.

[p 8, c 2]

CONCLUSIONE

Prima delle due giornate per i Maestri si tennero altre due giornate di preghiera e studio

dei Superiori d’Italia.

È utile ricordare i temi delle ore di adorazione tenute da D. Lamera e D. Dragone. Servono

di riassunto.

L'ora di adorazione conchiuse la prima giornata con tre fervorini di D. Lamera: Gesù

Maestro cercò i futuri Apostoli, li formò con ogni cura; li inviò nel mondo a continuare l'opera sua.

L'ora di adorazione conchiuse la seconda giornata con tre fervorini di D. Dragone: Quali

poteri Gesù conferì ai suoi chiamati, con quali ricchezze di grazia e di mezzi li mandò; quale

sarebbe stata la loro sorte su la terra e quale premio in cielo.

[p 8, c 1]

NOTIZIA

Secondo la deliberazione dell'aprile 1960 si è costituito l'«Ufficio Edizioni per i Paesi di

lingua spagnuola» a Caracas. È affidato a D. Spoletini ed a D. Gutierrez. Dopo prudente ed

attiva preparazione, ha iniziato la sua attività con fiducia e soddisfazione. Le difficoltà sono

varie; ma le preghiere di tutti, e specialmente delle Nazioni più interessate, accompagnino

questo delicato ufficio, collaborando con larga comprensione e spirito paolino. Ogni

benedizione ed augurio.

Sac. G. Alberione

Analogo ufficio è affidato a D. Cozzani (Argentina) per il cinematografo. Uguali

auguri, benedizione ed invito a seguire l'indirizzo e le intese concretate a suo tempo.

Sac. G. Alberione.

SAN PAOLO Casa Generalizia; Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.). Maggio 1961

[p 1, c 1]

UN ANNO PER LE BIBLIOTECHE (30 GIUGNO 1961 - 30 GIUGNO 1962)

La Pia Società San Paolo nella Casa Madre (Alba) nel 1921 ha istituito l'Associazione

Generale delle Biblioteche; comunemente, per abbreviazione, detta l'A.G.B.

Ora si tratta di rinvigorirla, aggiornarla, riordinarla; necessità che si sono manifestate

sempre meglio in questi ultimi anni.

*

Allora essa aveva preso subito un notevole sviluppo, particolarmente per la cura del nostro

Sacerdote Don Borrano, ora Provinciale in U.S.A. Le varie circostanze di tempo, di avvenimenti, di

luogo, fino ad ora, talvolta hanno favorito, ora rallentato il progresso; progresso che, tuttavia, fu

costante.

È difficile numerare con precisione:

a) le molte migliaia di biblioteche fondate;

b) le molte migliaia di biblioteche rifornite;

c) le molte migliaia di biblioteche aiutate con il consiglio e talvolta anche con aiuto

materiale;

d) le varie iniziative generali e locali.

Appena dopo un anno dall'istituzione l'Incaricato scriveva sul periodico «Unione dei

Cooperatori Paolini»: «Il grande numero delle biblioteche fondate dalla Pia Società San Paolo

dimostra come questa iniziativa sia utile e pratica; e corrisponda ad un reale bisogno».

Questo nel tempo (1922) in cui appena qualche volta si nominavano le biblioteche.

*

Un cattolico militante, molto a contatto con il popolo, per ragione del suo ufficio, aveva

consigliato: «Se la Pia Società San Paolo si farà iniziatrice delle biblioteche familiari compirà una

santa missione; costituite, però con saggezza e praticità, per l'elevazione morale e culturale del

popolo».

[p 1, c 2]

Dopo preghiere, riflessioni, suggerimenti per uno statuto, si iniziò tale attività.

Allora Sua Santità Benedetto XV ci scriveva: «Vi è l'apostolato stampa; vi è l'industrialismo

della stampa; vi è il dilettantismo della stampa; per il cattolico la stampa è una missione».

*

Attualmente nell'ambito, pure ristretto, nostro, separatamente lavorano in Italia per le

biblioteche: la Pia Società San Paolo, le Figlie di San Paolo, i ratealisti della S.A.I.E., l'U.E.P., il

Vocazionario di Roma; ed altri minori gruppi.

Pur lavorando tutti con retta intenzione e generosità lodevolissima, si verificano

inconvenienti sempre più numerosi; vi sono dispersioni di forze; indirizzo e condizioni diverse; qua

e là ripetizioni ed altrove regioni dimenticate; diversità negli sconti e nelle condizioni di pagamento,

ecc.

Tutto va a detrimento della stessa A.G.B. e del popolo.

Si chiede da varie parti un accordo, mediante uno statuto unico ed un centro coordinatore e

propulsore.

Per lo statuto, ricalcato sul primo, dell'anno 1921, ecco come provveduto:

I – STATUTO

Art. 1. – È costituita l'Associazione Generale Biblioteche presso la Pia Società San Paolo.

Art. 2. – Lo scopo è: unire gli sforzi isolati per un ampio sviluppo dell'istruzione scientifica,

professionale, educativa, morale.

Art. 3. – Mezzi: Fondazione di nuove biblioteche in ogni campo, famiglie, parrocchie,

scuole, aziende, dopo-lavoro, ospedali, ecc.

Rifornire biblioteche già istituite, particolarmente pubbliche, con edizioni di contenuto

superiore

[p 2, c 1]

o di consultazione: università, comuni, seminari.

Assicurare e facilitare la fornitura di libri moralmente sani ed utili, e preparare, su richiesta,

elenchi adatti per biblioteche, ecc.

Art. 4. – Possono aderire all'Associazione tutte le Biblioteche già esistenti, sia private che

pubbliche.

Art. 5. – La tassa di iscrizione è di L. 1.000 una volta sola; di L. 1.000 per la tessera annuale,

con diritto al catalogo, alle facilitazioni e corrispondenza.

Art. 6. – A tutte le biblioteche si concede lo sconto del 20% sui libri editi dalla Pia Società

San Paolo e del 15% per libri di altre Case Editrici.

II

L'Associazione Generale Biblioteche ha il suo centro presso la «PIA SOCIETÀ SAN

PAOLO – Corso Regina Margherita n. 1 – TORINO».

Questo centro ha continuato ad operare da anni; in questo ultimo tempo molte biblioteche

sono state istituite, cominciando dalle classi terza, quarta e quinta elementare in avanti, fornendo

anche i piccoli mobili-scaffaletti; specialmente alle famiglie.

Le sue biblioteche si formano e riforniscono con libri dei vari Vocazionari italiani, oltre che

di propria edizione.

Tale centro ha funzionato regolarmente. Da alcuni mesi sono stati richiamati in vigore gli

intendimenti con cui si era iniziata l'istituzione; e, col consiglio dei più responsabili in materia,

specialmente dei propagandisti, si è preparato il materiale di propaganda, scelto un personale

apposito, disposto un regolamento per il funzionamento di una biblioteca, tessere, scaffaletti, ecc.

*

Sorgono da molte parti iniziative per biblioteche: la nostra caratteristica è proprio questa:

fornire una lettura sana, utile, amena.

Per le pellicole vi sono centri di selezione, per una classifica-guida: per tutti, riservati agli

adulti, esclusi, ecc. E per i libri? Dovrà questo centro servire ad una coscienziosa selezione.

*

Ai Propagandisti ed alle Propagandiste:

In ogni parrocchia: vi sia la biblioteca.

È opera stabile; ogni persona può avvalersene; con la morale certezza di una lettura sana.

Stabilire una biblioteca richiede una propaganda più sapiente, buona preparazione, cura

continuata.

Si visiteranno in tempo relativamente più breve tutte le 28.000 parrocchie d'Italia.

[p 2, c 2]

URGENZA DI QUEST’AZIONE

L'influenza sempre notevole, decisiva a volte, del libro, nell'opera di educazione e di

formazione, dice sufficientemente quanto sia grande l'importanza, la necessità, l'efficacia delle

biblioteche.

Importanza, perché, ai nostri tempi, tra i vari mezzi di diffusione e di cultura, la biblioteca

tiene uno dei primi posti. Essa infatti porta il libro a contatto e a conoscenza di qualunque categoria

di persone, permette di leggerlo anche a chi non potrebbe acquistarlo; anzi fa di più: cataloga i libri

con ordine, con varietà, con comodità, secondo i vari generi di lettura, facilitando il compito della

scelta. Dà inoltre al libro quella massima utilità che gli deriva da una più rapida e più numerosa

circolazione.

Necessità improrogabile, fra il dilagare continuo di tanta stampa e in un tempo in cui va

sempre maggiormente crescendo il desiderio di leggere. Ed è bene allora, è doveroso, arginare per

quanto è possibile, questo crescente sviluppo che potrebbe degenerare, e purtroppo spesso degenera

in vera, insaziabile, disordinata mania di lettura, quanto mai dannosa.

Non è più un lusso, ai nostri giorni, cercare le ultime novità librarie, no: la lettura riservata

un tempo a pochissimi delle classi più abbienti, oggi è diventata come una necessità per molti, per

la maggioranza. È necessario quindi fare larga propaganda del libro buono onde prevenire il cattivo

o per lo meno indifferente. Prevenire, perché, all'atto pratico, è sempre più sicuro se non sempre più

facile che sostituire.

Efficacia, perché, la biblioteca sviluppa la formazione religiosa, promuove la formazione

individuale e la cultura sociale, integra la responsabilità e lo sforzo di educazione e impedisce ai

lettori di cercare altrove i libri di lettura e anche di studio che potrebbero essere nocivi. Esercita

quindi un'opera che non è solo di preservazione ma anche di formazione e di apostolato.

Regolamento particolare

per le Biblioteche circolari

1. – L'Associazione è posta sotto la protezione di San Paolo, Patrono dell'Apostolato

Edizioni, e di Maria SS. Regina degli Apostoli.

2. – I Soci s'impegnano di lavorare in questo ramo di Apostolato con tutte le energie per la

fondazione di nuove Biblioteche e cooperando efficacemente a sostenere e sviluppare quelle già

esistenti.

3. – Tra i mezzi d'azione: – dare la massima importanza alla preghiera, perché si tratta di un

vero Apostolato; – dare la massima diffusione alle buone letture, soprattutto ai libri informati a

spirito cristiano, e alle riviste e giornali nostri.

[p 3, c 1]

Registri e stampati

L'«Associazione» s'incarica di provvedere alle sue Biblioteche i registri e gli stampati che

occorrono per il funzionamento:

schedario per gli autori;

schedario per i titoli;

schedario per i lettori;

tessere di riconoscimento;

cartoline d’invito a restituire i volumi avuti in prestito.

Un periodico terrà al corrente delle nuove pubblicazioni le Biblioteche associate.

Doveri degli associati

Versare puntualmente la quota di Associazione di L. 1.000 annue.

Escludere assolutamente dalla propria biblioteca quanto vi può essere che offenda la morale

e la religione.

Far conoscere 1'«Associazione» per estendere il bene.

Servizi preventivi

Non tutti hanno la comodità, il tempo, la conoscenza necessaria dei volumi per fare da sé la

scelta.

Per ovviare a tutte queste difficoltà e perché non rimangano senza Biblioteca le popolazioni,

la «A.G.B.» ha istituito un servizio di preventivi per impianto di Biblioteche, e cura la scelta dei

volumi più adatti ai bisogni particolari che verranno esposti con la richiesta del preventivo.

Basta indicare a quale categoria di persone deve servire la Biblioteca da istituire e quelle

altre indicazioni che ognuno crederà necessarie per essere servito secondo i suoi desideri.

Questo servizio dell'«A.G.B.» porta il vantaggio di evitare facili delusioni e spese inutili.

Istituzione di una Biblioteca

Dove l'importanza e la necessità di una Biblioteca è maggiormente sentita, le si può dare una

norma e uno sviluppo alquanto maggiore costituendo a guisa di Associazione con regolamento

proprio, con un Consiglio di Amministrazione che s'incarichi dello sviluppo, del regolare

funzionamento, della propaganda e della raccolta dei fondi necessari.

Schema di regolamento

Diamo uno schema di regolamento per i lettori di una Biblioteca circolante.

1. – È aperta in . . . . la Biblioteca Parrocchiale Circolante Cattolica, per la diffusione di

letture buone ed istruttive.

2. – Sono ammessi al prestito dei libri tutti i cittadini che s'impegnano ad osservare il

presente regolamento.

[p 3, c 2]

3. – Al presente regolamento, che si intende accettato integralmente, ciascuno si deve

uniformare.

4. – È insindacabile competenza del bibliotecario rifiutare il prestito di quei libri che non

ritenesse adatti alla persona del richiedente.

5. – Ai lettori viene rilasciata una tessera previo deposito di L. . . . . a garanzia dell'ottima

conservazione del libro avuto in prestito; detta somma verrà rimborsata quando il lettore non

intendesse più seguitare a servirsi della Biblioteca.

6. – Ogni iscritto non potrà ritirare più di un libro per volta, dietro il versamento della tassa

di lettura.

7. – I libri potranno essere ritenuti in lettura dai 15 ai 30 giorni dalla data del prestito. Chi

avrà trascorso tale termine dovrà pagare una multa per ogni settimana di ritardo.

8. – Chi sciupa o perde un libro sarà tenuto al pagamento parziale o totale del volume o

dell'opera di cui esso fa parte, al prezzo di catalogo.

La distribuzione dei volumi

Per la distribuzione dei volumi ai lettori e per la cura di una Biblioteca circolante, ci sia una

persona capace. Questa persona deve conoscere le diverse categorie di volumi che la Biblioteca

possiede e a quale lettore ogni volume sia adatto. Si può contrassegnare ogni titolo sul registro

d'ingresso con un segno diverso per ogni categoria di persone a cui il libro è destinato.

Bastano poche ore della settimana, secondo il numero e la comodità di distribuzione. Nei

centri minori possono bastare due ore alla domenica. In centri alquanto numerosi si potrà

aggiungere un altro giorno, p. es. il giorno di mercato.

Ordinamento

Occorre usare la massima attenzione perché nessun volume vada perso, venga rovinato o

reso inservibile. È necessario accontentare i lettori, in modo che non si disgustino, che amino la loro

Biblioteca, che se ne facciano zelanti propagandisti. Tutto questo richiede che ci sia ordine.

La prima cosa da farsi è la registrazione, numerazione, divisione dei volumi che si dovranno

mettere in circolazione.

Si può fare una divisione che comprenda, per esempio, queste sei serie:

libri per bambini;

libri per ragazzi;

libri per tutti;

libri per adulti;

libri di cultura, religione, ecc.;

vite di Santi.

Fatta la divisione, come elencare i volumi e separarli? Vi sono due modi.

Lasciare per la prima serie numeri da 1 a 200

[p 4, c 1]

secondo che si prevede avrà sviluppo la Biblioteca); per la seconda fino a 500, ecc. I volumi poi

verranno tenuti separati, ogni serie a sé, e sarà facile trovarli quando verranno richiesti.

Elencare tutti i volumi progressivamente, seguendo nello schedario, per autori, la serie a cui

ognuno appartiene. Questo secondo sistema di divisione è da preferirsi specialmente per le

Biblioteche più grandi.

Per le Biblioteche di maggiore importanza è utilissimo:

un elenco alfabetico di tutti i volumi posseduti, con accanto il numero progressivo per

trovarli negli scaffali;

tanti elenchi quante sono le serie in cui vennero divisi i volumi per comodità dei lettori che

avranno così facilitata la scelta e saranno più contenti. Anche in questo elenco al lato di ogni titolo

si deve segnare il numero d'ordine, per saper trovare subito il volume che è richiesto.

Come disporre i libri negli scaffali? Per le piccole Biblioteche di 50-100 volumi, si possono

mettere in ordine di numero progressivo. Per le Biblioteche più grandi è meglio che ogni serie sia

divisa. In ogni serie i volumi saranno disposti per ordine di numero.

Registrazione dei prestiti

Quando una persona si presenta per la prima volta alla Biblioteca, si scrive nello schedario

dei lettori; si prende nota del deposito versato per garanzia; le si dà una tessera di riconoscimento

che essa terrà presso di sé. Ogni volume che verrà dato in prestito o restituito verrà segnato sul

registro apposito, con la tassa di lettura versata ogni volta, o l'abbonamento mensile come si usa

fare.

Consigli pratici

Una Biblioteca bene amministrata deve vivere da sé. Quando la Biblioteca non esiste ancora,

per l'acquisto dei volumi si può provvedere in vari modi: recite, rappresentazioni pro Biblioteca,

contributo di persone, sottoscrizioni.

Fare la scelta dei volumi sul nostro catalogo, così si provvedono i volumi necessari per

cominciare, anche pochi. Si elencano e si dividono come sopra e s'incomincia la distribuzione al

pubblico.

Non bisogna cominciare col pensiero che sia necessario imprestare gratuitamente i libri.

Si ottiene sempre più se i lettori devono pagare la lettura come pagano il giornale o il

divertimento: vi dànno più importanza. La Biblioteca poi costa e va pagata: in breve i pochi volumi

saranno insufficienti, e sarà necessario aumentarli, perciò stabilire un contributo ed esigerlo.

La Biblioteca per una Parrocchia è di grande importanza. La difficoltà che i parrocchiani

poco leggono o desiderano ben altro che libri religiosi o di ascetica, resta facilmente superata se si

incomincia con avventure e racconti.

SAC. ALBERIONE

SAN PAOLO Casa Generalizia; Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.). Giugno-Luglio 1961

[p 4, c 1]

COMUNICATO ALLE CASE D’ITALIA

Secondo le deliberazioni del Consiglio Generalizio (21-22 luglio corrente anno):

– I Per il prossimo settembre vengano ad Ostia gli ammessi al Noviziato, cioè:

a) gli Aspiranti Discepoli;

b) i Chierici promossi dalla seconda liceale al biennio filosofico;

c) gli Aspiranti al Sacerdozio promossi dalla 5.a ginnasiale al liceo.

Tutti dovranno trovarsi ad Ostia per il mattino del 30 agosto, con il proprio corredo.

II– Il Noviziato dura due anni, tanto per gli Aspiranti al Sacerdozio che per gli Aspiranti

Discepoli.

III– Gli Aspiranti al Sacerdozio, che ora faranno due anni di Noviziato, sono dispensati

dall’anno di pratica.

IV– Questo continuerà anche negli anni seguenti «ad experimentum» per l’Italia; si consiglia

per le altre nazioni man mano che arrivano a poterlo attuare. Queste disposizioni sono per il bene dei cari Aspiranti Paolini, che tutti mettiamo sotto la

protezione della Regina e Madre nostra Maria.

Primo Maestro

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[p 4, c 2]

Prevocazionari e vocazioni adulte

Il Divino Maestro Gesù ha presentata una parabola, che illumina il grande problema

vocazionario.

a) Uscì “primo mane” il padrone della vigna a cercare operai; trattò con essi la mercede e li

mandò al lavoro.

b) Uscì di nuovo all’ora “tertia, sexta et nona”; trovò lavoratori che pure mandò nella sua

vigna.

c) Uscì ancora all’ora “undecima”; trovò altri disoccupati; e questi pure invitò alla sua vigna,

promettendo la mercede.

* * *

Il Padrone della vigna è il Signore; la vigna è la Chiesa; gli operai sono i lavoratori

evangelici, specialmente i sacerdoti.

Il Signore della creazione conferisce la vocazione e destina i suoi prediletti a salvare gli

uomini.

Ma la chiamata può arrivare a tutte le ore della vita; dal “primo mane” all’ “undecima

hora”.

Ogni sacerdote può dire di sé con S. Paolo: «Qui (Dio) me segregavit ex utero matris meae»

(Gal. 1,15); ma fu chiamato ad un’età tra la giovinezza e la maturità.

* * *

Così la chiamata a lavorare nella Chiesa:

Vi sono i prevocazionari che accolgono fanciulli di buone speranze, dalla terza e quarta

elementare sino alle classi superiori del ginnasio.

Vi sono i vocazionari normali, seminaristi e religiosi, che accolgono aspiranti della prima

ginnasiale in avanti.

Vi sono per le vocazioni adulte seminari e vocazionari religiosi per aspiranti che sono

chiamati più tardi.

Chi conosce i disegni divini? A noi l’impegno di tenere l’orecchio aperto per sentire il suono

della campana divina: l’ora di Dio! Che la Regina Apostolorum può anticipare. Così come fece

alle nozze di Cana, quando Gesù aveva risposto il «non è ancora venuta la mia ora»; Maria, con la

sua missione e fede la fece anticipare.

Possiamo esclamare con S. Paolo: «O altitudo divitiarum sapientiae et scientiae Dei, quam

incomprehensibilia sunt iudicia eius et investigabiles viae eius! Quis cognovit sensum Domini? aut

quis consiliarus eius fuit?» (Rom. XI, 33-34).

* * *

La Pia Società S. Paolo dal 1914 ha aperto vocazionari per giovani dai 12 ai 18 anni circa;

con buoni risultati. Ora, seguendo altri esempi che danno pure buoni risultati ed ottimi operai alla

mietitura, per il settembre prossimo aggiunge due iniziative:

1) un prevocazionario presso Modena, che sarà tenuto da brave Maestre, Suore Pastorelle.

Un secondo prevocazionario è in preparazione;

2) una casa per vocazioni adulte ad Albano (Roma), tenuto dai Sacerdoti paolini.

Sac. G. ALBERIONE

SAN PAOLO Casa Generalizia; Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.). Agosto 1961

[p 1, c 1]

IL VIATICO DELLA GIORNATA Il Primo Maestro per avviare alla meditazione in comune, Sacerdoti con Discepoli, ha

espresso questi pensieri che trascriviamo come li abbiamo ascoltati e ricordati. Ogni mattina ci raccogliamo tutti in Chiesa per ricevere il «Viatico» per la nuova giornata

che il Signore ci concede; un'altra tappa del nostro viaggio verso l'eternità. «Viatico» per tutto

l'uomo: per la mente che si illumina delle verità eterne; per la volontà che si fortifica nei propositi di

bene; per il cuore che si assicura una grazia sempre più abbondante.

Noi siamo tutti in cammino verso il cielo: «Vado ad Patrem»; «in domo Patris mei». Se

siamo avviati verso il cielo, ogni giornata deve avvicinarci a Dio in crescente letizia. Ogni mattina

dobbiamo chiederci: perché questo nuovo giorno?

La risposta non può essere che una: se il fine di tutta la nostra vita è quello di conoscere, di

amare, di servire il Signore, ogni giorno non può avere altro programma, altro dovere principale,

altra preoccupazione: penetrare sempre più nella conoscenza di Dio, perfezionare il suo santo

servizio, crescere nel suo amore. L'esercizio del mattino ha tre parti: Meditazione, Messa,

Comunione: costituiscono il «Viatico» della giornata.

1. Conoscere il Signore, e nella sua luce i nostri doveri, le nostre responsabilità come

Paolini. Per questo è necessaria la meditazione che orienta a Dio Verità eterna; e che suggerisce e

offre il mezzo per orientare le anime a Dio nel nostro apostolato.

2. Servire il Signore. Per questo è necessaria ogni mattina la meditazione in comune che

rafforza la nostra volontà nel «Fiat voluntas tua» nel compimento dei doveri, preparandoci così ad

offrire il sacrificio della

[p 1, c 2]

santa Messa. La partecipazione nostra alla santa Messa è per questa accettazione della volontà di

Dio, ogni giorno, sull'esempio di Gesù Cristo Maestro che è venuto nel mondo per fare la volontà

del Padre suo: «Non la mia volontà sia fatta, ma la tua».

3. Amare il Signore. A questo fine ancora la meditazione unisce tutti nella comune preghiera

per tutte le grazie necessarie individualmente e collettivamente; e che ci cresce nella carità verso

Dio e verso le anime alle quali ci indirizziamo nella giornata, con l'apostolato nostro. Pregare

insieme prima di partire per il nuovo cammino, per avere la forza di superare tutte le difficoltà:

quelle che nascono dalla natura del nostro apostolato, dalle circostanze, dalle nostre stesse persone;

dal diavolo che sempre «circuit quaerens quem devoret».

La meditazione secondo le nostre Costituzioni deve essere fatta in comune, cioè insieme.

Questo è stato il pensiero che ho sempre avuto fin da principio e che ora penso sia bene

realizzare perché le circostanze della vita comune lo permettono e lo richiedono.

Perché insieme?

1. Perché insieme, Sacerdoti e Discepoli, viviamo la stessa vocazione. È quindi bene

ritrovarsi al mattino, Sacerdoti e Discepoli, per prendere il comune indirizzo della Casa (il

Superiore ordinariamente tiene lui la meditazione, anche se la legge, commenta, applica), che viene

dato da chi deve dirigerla a nome del Signore. Gli Atti degli Apostoli dicono che «la moltitudine dei

credenti aveva un cuor solo e un'anima sola» per il triplice alimento: «perseverantes in doctrina

Apostolorum – et communicatione fractionis panis – et orationibus» (Atti II, 42).

2. Dobbiamo fare la nostra meditazione insieme perché essa ci costituisce nella

[p 2, c 1]

Società». Con la meditazione comprendiamo sempre meglio la nostra vocazione secondo il

consiglio di S. Paolo: «Videte vocationem vestram»; ne approfondiamo lo spirito e conosciamo le

necessità e le particolari esigenze della Chiesa.

Disertare la meditazione equivale a mettersi un po’ per volta spiritualmente fuori della Casa;

si resta disorientati sulle responsabilità e sugli impegni che in comune si assumono, si ignorano gli

indirizzi che vengono dati secondo i bisogni nuovi che l'apostolato richiede.

Come il Divino Maestro si è compiaciuto di riunirci tutti insieme costituendoci nella stessa

vocazione, nello stesso spirito, nel medesimo apostolato, così ogni mattina tutti

[p 2, c 2]

insieme dobbiamo ritrovarci per iniziare la nuova tappa del nostro pellegrinaggio verso l'eternità.

Dunque, la meditazione per lo più insieme, Sacerdoti e Discepoli:

a) Per sentire tutti allo stesso modo: «idem sentire».

b) Per volere tutti le stesse cose: «unum velle».

c) Per pregare tutti: «unanimiter orare», con le medesime intenzioni: «idem petere».

Tuttavia: avendo i Sacerdoti ed i Discepoli anche doveri ed uffici propri e diversi, è di molta

utilità che una o due volte per settimana si tenga meditazione separata.

SAN PAOLO Casa Generalizia; Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.). Settembre 1961

[p 1, c 1]

ANNO DELLE BIBLIOTECHE

Stabilire in ogni parrocchia la biblioteca parrocchiale.

Stabilire in ogni comune, istituto, agglomerato di famiglia un centro di cultura amena, sana,

utile.

Stabilire in ogni ospedale, azienda, associazione, nave, carcere una biblioteca varia, secondo

la varietà di persone.

Stabilire in ogni casa la bibliotechina familiare.

Stabilire in ogni scuola una biblioteca per complemento delle lezioni e consultazioni.

Stabilire una biblioteca religiosa, scientifica, specializzata, narrativa, ecc. secondo la varietà

di ambienti e di esigenze.

Elevare lo spirito, la cultura, il livello morale e civile di tutto il popolo. Ottimo mezzo è

una biblioteca ben costituita e ben organizzata; ben funzionante.

FORMARE GRUPPI DI PERSONE CHE PREGHINO ED OPERINO: È UNA SANTA INIZIATIVA

Se vi è fede e docilità si vedranno assai più abbondanti i frutti della grazia e dell'apostolato

paolino.

Il tempo libero oggi è molto più abbondante. Diamo un modo sano ed utile per impiegarlo.

I propagandisti, i librai, e quanti sono nella possibilità di farlo: propongano la biblioteca

ogni volta che è possibile e conveniente; istruiscano sul modo di impiantarla; diano le norme

generali per l'amministrazione ed il funzionamento.

Ed il Sacerdote, il Maestro, il Direttore dell'Istituto... torni a casa non con un libro, ma con

una biblioteca. Cosa possibile? Sì, anzi più volte verificata.

È l'ora delle biblioteche. Lo si sente da ogni parte. Gli avversari ne approfittano.

Parla! non stancarti

«Opus fac evangelistae».

Attendi all'evangelizzazione.

«Ognuno che invoca il nome di Dio sarà salvo».

«Ma come lo invocherebbero se non credono?»

«Ma come crederebbero se non ne sentono parlare?»

«Ma come ne sentirebbero parlare, senza l’annunziatore?».

[p 1, c 2]

«Ma come lo annunzierebbero senza un mandato?»

«Così come è stato scritto: beati i passi di chi porta la pace, di chi porta il bene».

«La fede dipende dalla predicazione; la predicazione dal mandato di Cristo» (Rom. X).

La dignità ed il merito del propagandista risulta autorevolmente da questo tratto di S. Paolo.

Il propagandista mette il compimento e l'elemento essenziale all'apostolato.

A che servirebbero i buoni libri, i buoni periodici, le buone pellicole se rimanessero in

magazzino? Sarebbe la lucerna sotto il moggio; Maestro senza discepoli.

Come si manterrebbe in vita l'apostolato se non venisse alimentato dalle entrate dei fedeli?

E come sono cadute, oppure stentano la loro esistenza, molte iniziative di edizioni, se non

per difetto di diffusione tra lettori, spettatori?

A che servirebbe l'Istituto medesimo senza la propaganda?

E come si spiega, in alcune case, un concentrarsi totalmente nella parte tecnica,

abbandonando la diffusione?

Quale mancanza sarebbe nel Discepolo, e quali conseguenze spirituali se ignorasse l'arte

apostolica della diffusione? O se non vi portasse la sua parte nella misura che gli è propria? E quale

insufficienza se soltanto fosse un libraio comune? Se non si sentisse un evangelizzatore?

Case ove mancano entrambe le parti, redazione e diffusione, viene anche meno l'entusiasmo

apostolico... si sentono operai.

Pertanto, beato chi sa di essere apostolo: nell'ufficio di propaganda, nella libreria,

nell'agenzia, nel suo pellegrinare; sempre compie l'opera di evangelizzazione.

Questa fu la vita pubblica di Gesù: dare il messaggio della salvezza facendo sentire la buona

novella – il Vangelo – secondo il volere del Padre: «evangelizzare pauperibus misit me».

Questa fu la vita di San Paolo dal momento in cui arrivò la voce, il mandato di Dio.

«Mettetemi a parte Saulo e Barnaba per l'opera cui li ho destinati»; tacque solo quando fu

decapitato.

[p 2, c 1]

DA MEDITARE

L'opera delle biblioteche è per l'apostolo una meravigliosa iniziativa di bene.

Perciò egli è sempre pronto a rivolgere l'attività in tutti quei settori in cui è maggiore il

bisogno e più grande l'efficacia. Darà a questa iniziativa il posto che merita; la studierà nella sua

importanza e nelle sue forme; la zelerà con saggio criterio di costituzione, fondazione ed

organizzazione.

Importanza ed efficacia

L'influenza sempre notevole, a volte decisiva, del libro nell'opera di formazione e di

educazione, dice sufficientemente quale sia l'importanza delle biblioteche. Dobbiamo aggiungere,

anzi, necessità improrogabile, fra il dilagare continuo di tanta stampa e in un tempo in cui si verifica

sempre più crescente il desiderio di leggere.

Oggi non è più un lusso il cercare le ultime novità librarie! La lettura, riservata un tempo a

pochissimi individui delle classi colte e abbienti, è ormai diventata generale.

È necessaria quindi una larga propaganda del libro buono onde prevenire il libro cattivo.

*

Tra i mezzi di diffusione, la biblioteca tiene senza dubbio un posto di prim'ordine. Essa

infatti porta il libro a contatto di qualunque categoria di persone, permette di leggerlo anche a chi

non può acquistarlo, dà al libro quella massima utilità che gli deriva dalla più rapida circolazione.

*

La biblioteca ben preparata inoltre sviluppa la formazione religiosa; promuove la cultura

sociale; integra la responsabilità e lo sforzo di educazione; impedisce ai lettori di cercare altrove

libri di lettura, o anche di studio, che potrebbero riuscire nocivi. Esercita quindi un'opera che non è

solo di preservazione, ma anche di apostolato.

Forme di biblioteche

La biblioteca, pur restando sempre sostanzialmente una raccolta di libri e giornali in lettura,

può assumere forme varie a seconda della categoria di persone cui è diretta.

Vi sono così le biblioteche familiari, scolastiche, professionali, circolanti, parrocchiali,

comunali, civiche, nazionali, aziendali, religiose, popolari; per circoli di cultura, seminari, collegi,

associazioni, ritrovi, sale di lettura, acli, onarmo, cliniche, carceri, azione cattolica ecc.

L'apostolo della stampa può e deve occuparsi – nel limite del possibile – di tutte o qualcuna

di queste specie di biblioteche, perché in ognuna di esse può ottenere il suo scopo preservativo e

costruttivo. Rivolgerà tuttavia specialmente ai

[p 2, c 2]

piccoli centri, la sua attività particolarmente alle biblioteche familiari, circolanti e parrocchiali come

a quelle più atte a divenire mezzo di preservazione, di irradiazione di verità e di vita cristiana.

Biblioteche familiari non solo tra le famiglie distinte, ma anche fra quelle del popolo, perché

ormai è generale la tendenza delle famiglie a dare ai figli una condizione intellettuale più elevata.

Anche dove non vi è questa tendenza è utile il richiamo alle buone letture in famiglia,

particolarmente del Vangelo e della Bibbia.

Si entri per tempo nel santuario della famiglia con la stampa di apostolato. Domani potrebbe

essere troppo tardi.

Biblioteche cosiddette circolanti. Per le collettività la biblioteca è spesso mezzo di unione, di

sana ricreazione, centro di cultura, cenacolo di vita spirituale e di conquiste apostoliche.

Biblioteche scolastiche per alunni ed insegnanti di tutte le scuole (dalle materne alle

universitarie), che integrino la cultura, formino alla vita e alla virtù.

Biblioteche parrocchiali o pastorali, che completino l'opera del Parroco nel suo ministero

sacerdotale.

Si dovrebbe cercare di costituire la biblioteca in ogni parrocchia, anche nella più piccola e

più remota.

Costituzione delle biblioteche

La costituzione di una biblioteca talvolta è facile, talvolta meno facile. Ma non per questo è

da annoverarsi tra le opere difficilissime.

Occorre buona volontà.

Per costituire biblioteche familiari è necessaria grazia e tattica onde poter entrare nel

sacrario della famiglia, conoscere le esigenze e i bisogni morali dei singoli membri, vincere i

contrasti, consigliare e guidare nella scelta dei libri.

Proporzionatamente dicasi per la costituzione di biblioteche circolanti. Le collettività sono

famiglie più grandi, composte talora di membri molto dissimili. Anche qui si tratta di penetrare,

conoscere, consigliare, convincere.

La costituzione poi di biblioteche scolastiche richiede competenza e abilità particolari.

Quelle per gli alunni hanno lo scopo di integrare la loro istruzione e formazione. Quelle per

gli insegnanti devono servire di sussidio all'insegnamento.

Occorre dunque adattamento dei libri ai programmi, in pieno accordo con le autorità

competenti; e conformi ai principi cristiani.

*

Più importante è sempre la costituzione delle biblioteche parrocchiali.

Le norme particolareggiate che qui si espongono potranno anche gettare luce sul modo di

costituire le altre.

[p 3, c 1]

a) Anzitutto accordarsi col Parroco, quando non fosse il Parroco a prenderne l'iniziativa; b)

quindi la scelta dei libri; c) sciogliere la questione del finanziamento; d) organizzare il

funzionamento.

Al clero, specialmente ai Parroci che non avessero ancora avuto occasione di occuparsi della

biblioteca, si dovrà far comprendere lo scopo e la necessità di essa con prudenza ed umiltà.

È vero, si tratta di una nuova fatica, un nuovo lavoro, una nuova preoccupazione... e i

Parroci ne hanno già tante, troppe! Eppure, se è trascurata, si avrà in seguito una preoccupazione

molto più assillante e un lavoro da compiere molto più faticoso e ingrato: perché il campo sarà

facilmente preso dagli avversari.

E gli avversari organizzano propagandisti, che pagano bene, un po' dappertutto, in Italia e

altre nazioni: ma poco a poco questo si estenderà ovunque.

La biblioteca parrocchiale sarà elencata tra le iniziative del Parroco.

La scelta dei libri spetta di regola all'apostolo stesso.

È assioma: bisogna scegliere dei libri buoni e che si facciano leggere. Libri che incontrino il

gusto dei lettori, s'intende il gusto sano, morale; e che i libri non restino negli scaffali a far bella

mostra di sé, o sui cataloghi per rendere più imponente l'elenco dei volumi.

La scelta varierà secondo il grado di cultura, le condizioni sociali, morali e religiose della

parrocchia.

Potrà quindi, secondo i casi, essere:

Prevalentemente ascetica se, ad esempio, mira di preferenza a completare l'opera del

confessore, del catechista, del predicatore per le necessità spirituali dei fedeli.

Prevalentemente ameno-educativa se mira particolarmente a distogliere dalle letture cattive

e invogliare alle buone.

Prevalentemente culturale, quando, trattandosi di un ceto medio o studentesco, interessa la

cultura letteraria, scientifica, professionale...

Prevalentemente religiosa o pastorale se mira a integrare l'opera del Parroco, mediante libri

di formazione e di cultura religiosa. Questo tipo è l'ideale.

In esso si darà il primo posto alla Bibbia, opere dei Santi Padri, Dottori e Scrittori

ecclesiastici, teologia per laici, catechismo, ascetica, liturgia, vite di santi, biografie edificanti,

letture missionarie, collezioni di annate di periodici religiosi illustrati, ecc.

Non si pensi che il popolo non gusti le opere spirituali. Le gusta, le desidera e le comprende

molto di più di quanto si possa a volte immaginare. Del resto è sempre vero ciò che diceva il

[p 3, c 2]

Card. Mercier: «Bisogna elevarsi per elevare».

Molto spesso si constata che il gusto dei lettori segue quello dei bibliotecari. Quando questi

sanno raccomandare un libro, possono star certi che sarà gustato e produrrà del bene. Naturalmente

non bisogna deporre le armi alle prime difficoltà... Molti libri di ascetica e di cultura penetrano

talmente nell'animo da farsi leggere con vera passione. Che dire poi di vite di santi e biografie così

interessanti da superare in questo le attrattive degli stessi romanzi?

*

Oltre i libri prevalentemente religiosi, occorrono letture amene: romanzi, novelle, racconti di

viaggi. Letture agili, ma, s'intende, sempre sane e morali.

Talora saranno letture aventi ben poco di costruttivo e di pastorale: ma queste fungeranno,

per così dire, da contravveleno ed apriranno a poco a poco la via ad altre più sostanziose e più

educative. Anzi conviene unire tosto ai libri di letture amene altri che elevino.

Nella scelta dei romanzi va posta una cautela particolare. Sovente il male è nascosto in

poche frasi, sufficienti a togliere la pace ad un'anima.

Si escludano inesorabilmente tutti quelli che portano in qualche modo al male. Si escludano,

per quanto è possibile, quei romanzi troppo fantastici che lasciano nell'anima il vuoto, lo scontento,

una brama insoddisfatta della vita piacevole e vuota. Quelli che fanno astrazione da ogni idea

religiosa, che spingono a ideali di felicità soltanto terrena; che sostituiscono a Dio il fato o il

destino.

Si riservino agli adulti quelli che flagellano i vizi ancora ignorati dai giovani. Si osservino

per la scelta tutti i criteri pratici di giudizio, quali l'indice dei libri proibiti, l'approvazione della

Chiesa, la guida delle riviste e rassegne cattoliche, il buon senso, le condizioni di tempo e luogo, la

categoria di lettori.

*

Il finanziamento è spesso una difficoltà inevitabile e davanti alla quale taluni si arrestano; e

talora si lasciano cadere anche le più belle iniziative.

Un fondo è necessario, indispensabile per la costituzione e installazione di una biblioteca

anche minima. Si può procurare con una sottoscrizione, una lotteria, una pesca di beneficenza, una

accademia, una piccola fiera; offerte varie o qualche altra iniziativa.

Un po’ di aiuto si può avere dalla quota per la distribuzione dei libri, che, sia pur minima,

non deve mancare. L'esperienza insegna che se si fa tutto gratuitamente, il beneficio sarà meno

apprezzato.

Dove è possibile si potrà provvedere un comitato di patroni e di patronesse che versino

annualmente una quota.

[p 4, c 1]

Si celebrerà anche la festa della biblioteca. Così fanno gli avversari per il giornale o per la

biblioteca.

L'organizzazione

Ci riferiamo specialmente alle biblioteche parrocchiali. Un errore da evitarsi è pensare che

una volta costituita una biblioteca con una buona scelta di libri, si possa abbandonarla alle proprie

forze.

La biblioteca è come un seme, come un essere vivente: non basta impiantarla, darle vita.

Bisogna sorvegliare passo passo il suo sviluppo.

Una buona organizzazione comprende: l'impianto tecnico adeguato, i mezzi di vita, il modo

del funzionamento, la formazione del bibliotecario.

*

La sede per la biblioteca è indispensabile. A volte, tuttavia, almeno per l'inizio, si potrà

rimediare con un armadio o uno scaffale, possibilmente chiusi.

Il procurare i mezzi di vita può parere a prima vista cosa ardua. Ma in pratica non sarà così

se si sapranno interessare tutti i parrocchiani, autorità, insegnanti, genitori, giovani, associazioni

cattoliche.

L'unione e l'interesse generale scioglieranno ogni difficoltà. Praticamente si potranno

invitare individui o gruppi di persone a fare dono di libri nuovi, conferenze, giorni di propaganda.

Affinché poi la biblioteca viva e prosperi, bisogna che non sia considerata come un'opera

staccata dalle altre, a sé; ma un'opera che, di pieno diritto, recluta i lettori ed i membri, e attinge le

sue risorse in tutte le opere parrocchiali.

L'opera vive e prospera sotto la cura del Parroco al quale ne appartiene la responsabilità e la

direzione, come per tutte le opere parrocchiali.

*

Alcune biblioteche bene iniziate, sono venute meno al loro compito perché troppo isolate

dalle altre opere, o indipendenti dal Parroco.

Dal funzionamento della biblioteca dipende in gran parte la sua vita. La biblioteca infatti che

non funziona è come una ditta in fallimento.

Il funzionamento dipende dal genere di biblioteca, dal locale, dalle persone che la dirigono,

dai lettori e da molti altri particolari.

Si può tuttavia suggerire un modo semplice e pratico che potrà essere modificato, migliorato

o anche cambiato, secondo le varie necessità e circostanze.

Occorrerà anzitutto procurare:

un registro-catalogo per segnare i volumi entrati col relativo prezzo: per controllare lo

sviluppo della biblioteca;

un indice alfabetico ove segnare i prestiti con relative lettere da consegnarsi ai lettori;

schedine da mettersi al posto del libro dato,

[p 4, c 2]

recanti: collocazione, nome, autore, titolo dell'opera e indirizzo della persona che ha il libro a

prestito;

carta resistente per ricoprire i volumi perché siano sempre in ordine e puliti;

un taccuino per segnare i libri desiderati, per nuovi acquisti;

regole fisse e tassative per la distribuzione e riconsegna dei libri.

Un buon funzionamento richiede inoltre un bibliotecario fisso e competente che, trattandosi

di biblioteche parrocchiali, potrà essere il Parroco o qualche persona di fiducia e a sua diretta

dipendenza.

Per le biblioteche familiari dovrà essere il padre o la madre. Per le circolanti una persona di

fiducia delegata dai superiori; per quelle scolastiche sarà l'insegnante stesso.

*

Al bibliotecario spetta, fra gli altri, un ufficio importante e delicato: la distribuzione dei libri.

Egli, oltre la conoscenza sufficiente del contenuto di tutte le opere e la conoscenza dei

lettori, onde fare una sapiente distribuzione, deve: adattare le letture all'età, alle condizioni di

cultura e di studio, al temperamento e al carattere.

Quanto più il libro corrisponderà ai bisogni dei singoli individui, tanto più la lettura di esso

sarà efficace.

Compiuta l'istituzione e data la guida per una buona organizzazione, si sarà fatto un gran

passo, ma l'opera non sarà completa.

*

Per i Paolini e le Paoline: si dovrà ancora mettersi in comunicazione diretta con le

biblioteche, visitarle ogni volta che lo si crederà opportuno; comunicare loro le nuove iniziative,

sostenerle, allenarle per nuova e più ampia propaganda.

Ricordare:

La Pia Società San Paolo ha costituita una Associazione Generale Biblioteche (A.G.B.) con

lo scopo:

«Unire gli sforzi isolati per dare più ampio sviluppo all'istruzione religiosa, educativa,

morale e scientifica fra il popolo, mediante la diffusione e la circolazione di ottimi libri adatti alle

varie capacità e secondo le diverse necessità dei lettori, fondando biblioteche familiari, scolastiche,

parrocchiali, ecc.

«Rifornire le biblioteche, già costituite, delle ultime novità e di tutti gli stampati necessari e

desiderati.

«Dare norme e consigli pratici per la costituzione, lo sviluppo, il funzionamento della

biblioteca: norme che, pur basate su principi generali, variano secondo il genere e le necessità di

ogni singola biblioteca.

«Formulare giudizi sicuri circa il valore dottrinale, morale, artistico delle edizioni della Pia

Società San Paolo e di Case Editrici».

SAN PAOLO Casa Generalizia; Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.). N. 9 - Ottobre 1961

[p 1, c 1]

ANNO DELLE BIBLIOTECHE

BIBLIOTECHE PREPARATE per l'Italia

PRIMA SERIE: per le scuole primarie

1. Scuola materna

2. Prima classe

3. Seconda classe-A

4. Seconda classe-B

5. Seconda classe-C

6. Terza classe-A

7. Terza classe-B

8. Terza classe-C

9. Quarta classe-A

10. Quarta classe-B

11. Quarta classe-C

12. Quinta classe-A

13. Quinta classe-B

14. Quinta classe-C

SECONDA SERIE: 1) Per le Scuole secondarie

Bibliotechina religiosa

Bibliotechina letteraria

Bibliotechina di avventura e fantascienza

Bibliotechina folkloristica

Bibliotechina culturale

2) Per le scuole medie superiori

Bibliotechina religiosa

Bibliotechina letteraria (tipo A)

Bibliotechina letteraria (tipo B)

Biblioteca filosofica

Biblioteca psico-pedagogica

Biblioteca culturale

3) Licei artistici

4) Conservatori

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[p 1, c 2]

Per i nostri defunti La Famiglia Paolina non si dissolve con la morte; soltanto, per essa, un membro muta la

dimora.

Ogni giorno il Calendario Paolino ci ricorda chi è passato all'eternità; ci richiama il pensiero

di chi ci ha preceduto nel grande passo; i buoni esempi di chi ci ha lasciati; il dovere di suffragare.

L’elenco dei nostri cari defunti si allunga e ci ammonisce: siamo attesi lassù; il premio sarà

proporzionato ai meriti; noi stessi spontaneamente siamo portati a pensare chi ha lasciato migliori

ricordi.

*

Ricordiamo ancora: le persone defunte verso le quali abbiamo maggiori doveri di

riconoscenza o di carità; per vincolo di sangue o di religione; le persone defunte che ebbero

maggiori responsabilità in vita, quaggiù; le persone defunte che possono trovarsi in purgatorio per

occasione della stampa, cinema, radio, televisione; le persone defunte che possono trovarsi in

purgatorio per nostra responsabilità: mancanza di zelo, cattivo esempio, ecc.

La carità verso i defunti attira la misericordia di Dio e la remissione dei nostri debiti con

Dio.

«Sancta et salubris est cogitatio pro defunctis exorare».

È di fede l'esistenza del purgatorio; e che possiamo soccorrere quelle anime con i nostri

suffragi, specialmente con il sacrificio della Messa.

[p 2, c 1]

TERZA SERIE:

1) Biblioteca per famiglia:

Lettura amena (per giovani - per signorine - per adulti) - Storia - Scienze - Religione.

2) Biblioteca parrocchiale o comunale n. 1:

Cultura religiosa - Cultura scientifica - Biografie e Agiografie - Formazione e psicologia -

Narrativa (per i più piccini - per ragazzi e ragazze - per giovani e signorine per adulti).

3) Biblioteca parrocchiale o comunale n. 2:

Cultura religiosa - Cultura scientifica - Biografie e Agiografie - Formazione e psicologia -

Narrativa (per i più piccini - per ragazzi e ragazze - per giovani e signorine - per adulti).

4) Biblioteca parrocchiale o comunale n. 3:

Cultura religiosa - Cultura scientifica - Biografie e Agiografie - Formazione e psicologia -

Narrativa (fino a dieci anni - da dieci a quindici anni - per tutti esclusi bambini e ragazzi).

5) Biblioteca parrocchiale o comunale n. 4:

Cultura religiosa - Cultura scientifica - Biografie e Agiografie - Formazione e psicologia -

Narrativa (per i più piccini - per ragazzi e ragazze - per giovani e signorine - per adulti).

6) Biblioteca di sociologia:

Problemi generali - Problemi della famiglia e del lavoro.

*

Altre Biblioteche sono disposte secondo le richieste: biblioteche di spiritualità, scienza,

narrativa per ospedali, aziende, alberghi, clero, religiosi, associazioni cattoliche, civili, ecc., ecc.

È sufficiente indicare lo scopo; si prepara l'elenco dei libri, perché venga esaminato.

Rivolgersi direttamente a

Torino. Associazione G. Biblioteche - Via Ricasoli, 1 – Torino

Oppure a

Roma – Figlie di San Paolo -Via Antonino Pio, 9 – Roma.

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[p 2, c 2]

LA PROPAGANDA

La propaganda è la terza parte dell'apostolato stampa, alla quale sono ordinate le prime due:

la redazione e la tecnica.

Comprenderne: la natura, l'importanza, i mezzi.

Natura della propaganda

Per l'apostolo, la propaganda è l'estensione nello spazio e il prolungamento nel tempo

dell'opera del Maestro Divino.

Gesù Cristo venne dal cielo, apostolo del Padre, per indicare la via della salute ai figli

smarriti. Compiuta la sua missione divina, ritornò al Padre dopo aver affidato alla Chiesa l’incarico

di continuare l'opera sua.

Nella Chiesa, dunque, come si perpetua la presenza reale di Gesù Cristo nell'Eucaristia, e la

sua autorità nei ministri sacri, così si perpetua la diffusione della sua dottrina.

Si comprende facilmente che la propaganda, intesa in questo senso, si differenzia

essenzialmente dal commercio librario.

Non è commercio perché non è uno scambio di merce e di prezzo, e non mira al lucro, ma

alla gloria di Dio e alla salute eterna degli uomini.

L'apostolo studia i maggiori bisogni spirituali e morali delle anime e delle popolazioni,

quindi scrive e diffonde dal pulpito tecnico, come il predicatore dal pulpito della chiesa.

Lo spirito della propaganda

L'apostolo offre gratuitamente ciò che gratuitamente ha ricevuto da Dio.

L'offerta che chiede è per il sostentamento dell'apostolo. È una collaborazione alla divina

Provvidenza, simile all'offerta della Messa, la quale non paga il Sacrificio di Gesù Cristo, ma

contribuisce al sostentamento dei ministri del culto.

L'offerta-prezzo serve al sostentamento dell'apostolo, copre le spese dell'apostolato, procura

la carità della verità agli ignoranti in materia di fede e particolarmente fornisce il pane spirituale agli

indigenti che vivono lontano da Dio.

Arrivare a tutti

La propaganda deve dunque pervenire a tutte le anime, ma specialmente alle più bisognose.

L'apostolo sarà come il Buon Pastore che, assicurato il gregge fedele, espone se stesso per la

pecorella smarrita.

L'apostolo abbia dunque le sue preferenze per i derelitti; per gli avversari; per i poveri

vergognosi, che non osano cibarsi del pane spezzato dal pulpito alla massa dei fedeli; per gli

infedeli che

[p 3, c 1]

ignorano il vero Dio, la Redenzione, il Vangelo; per gli insidiati nella fede dagli emissari di Satana,

attraverso la scuola, la stampa, le massime mondane, il cinema, la radio ed ogni forma di

propaganda...; per i dubbiosi, gli assorbiti dalle cure di governo, di ufficio, di lavoro.

Egli sarà l'angelo che a tutti ricorda i destini eterni e le vie della salvezza; l'angelo che parla

del cielo a quei figli di Dio che si preoccupano solo della terra.

Importanza e necessità

La propaganda costituisce il gran problema dell'apostolo della stampa. Ad esso sono

ordinate la redazione e la tecnica. Può dirsi il canale attraverso il quale le verità che sgorgano dal

cuore dell'apostolo arrivano alle anime.

L'apostolato del propagandista è come un dispensario: prende dalla Chiesa i tesori e li

distribuisce alle anime: «Ci consideri ognuno come servitori di Cristo e dispensatori dei misteri di

Dio» (1 Cor. 4, 1 ).

Dispensario che non limita la sua azione a pochi indigenti, ma l'estende a tutti gli uomini; i

tesori che la Chiesa possiede sono per tutti. E basta dare uno sguardo al mondo per comprendere

quale sia la necessità di questa distribuzione.

Oggi si contano sulla terra quasi tre miliardi di uomini. Di essi soltanto un sesto professa la

religione cattolica ed è illuminato, nutrito, riscaldato dal sole delle genti: Roma.

E ciò non perché Roma sia venuta meno alla fede; sta ferma e si cura la parola di Gesù

Cristo: «Rogavi pro te (Petre), ut non deficiat fides tua» (Lc. 22, 32), né si è corrotta la sua morale.

La vera causa è la mancanza di dispensatori; mancano gli apostoli che, fattisi voce di Dio,

chiamino le pecorelle all'ovile di Gesù Cristo e affrettino l'adempimento della profezia del

Redentore: «Che vi sia un solo ovile e un solo pastore» (Gv. 10, 16).

A queste pecorelle ci si può arrivare attraverso la propaganda. Ad esse miri decisamente

l'apostolo. Per esse formi i distributori.

All'opera

Libri e stampati si preparano facilmente. Il catechismo del resto, anche nell'edizione dei

Primi Elementi, è sufficiente alla massima parte dell'umanità. Ma è necessario portarlo, farlo

conoscere, farlo arrivare.

Si mobilitino, dunque, tutti i mezzi di diffusione e di propaganda.

L'apostolato della stampa senza la diffusione si può paragonare ad una famiglia senza figli.

E, come una figliolanza numerosa è indice della

[p 3, c 2]

vitalità dei genitori e garanzia di un avvenire largo, così un'ampia propaganda è indice di un animo

veramente apostolico, e garanzia di frutti copiosi.

L'errore capitale di oggi è questo: che il gran tesoro della verità, che le ricchezze della

Fede, dei Padri, della Chiesa rimangono sepolte; mentre i nemici di Dio e delle anime,

applauditi e pagati, seminano la zizzania a piene mani.

Modi di propaganda

Per l'apostolo, i principali modi di propaganda sono quelli insegnati da Gesù Cristo, dalla

Chiesa, e richiesti dalle necessità.

Gesù Cristo insegnò a non aspettare gli uomini, bensì a cercarli.

Come il Maestro, l'apostolo deve propagare la divina parola nelle città, nei paesi, nelle case,

anche più remote. Deve valicare i monti, salpare gli oceani, recarsi a tutti gli uomini «ut luceat

omnibus». Deve interessarsi delle singole anime, delle singole famiglie, delle singole parrocchie.

Organizzare librerie, formare zelatori, entrare in tutte le associazioni, convincere i capi-officina, i

capiscuola, le persone autorevoli... Tutto un lavoro capillare; poi collettivo; poi razionale, per cui a

tutti si arriva, gradatamente.

Naturalmente tutto questo importa difficoltà, sacrifici, pericoli; richiede la prudenza del

serpente, la semplicità della colomba, la fedeltà del martire.

Ma l'apostolo deve sapere dimenticare se stesso per donarsi alle anime e a Dio.

Il martire S. Tarcisio può essere posto a modello e a protettore.

*

La Chiesa poi insegna il modo pratico di esercitare la propaganda. L'apostolato della stampa

è il complemento e il prolungamento dell'apostolato dei pastori; perciò per diritto e per dovere deve

ricevere da essi la sua maggiore espansività.

Per questo la Chiesa insegna che esso deve essere esercitato in primo luogo dalla Gerarchia

Ecclesiastica.

La propaganda dei laici è in dipendenza ed aiuto; nello stesso modo che il catechista e la

catechista parrocchiale insegnano sotto la guida del Parroco e a lui devono ubbidienza, venerazione,

fiducia, cooperazione.

*

Le circostanze e necessità dei tempi e l'urgenza di combattere avversari organizzati

richiedono anime ardenti che si consacrino esplicitamente ed

[p 4, c 1]

anche esclusivamente alla propaganda; un esercito numeroso ed organizzato che abbia continuità di

tempo e che operi ampiamente sorpassando confini di spazio; che serva la Chiesa, le Diocesi, le

Parrocchie, le Missioni; e muova decisamente per portare la lucerna della verità là dove sono

tenebre e ombra di morte.

È necessario, insomma, un esercito di religiosi e religiose che si consacrino esclusivamente

alla diffusione; e che si associno collaboratori laici, religiosi, suscitati da Dio; che si mettano al

servizio della Chiesa e che da essa siano accettati nella mistica vigna, benedetti e guidati nel loro

lavoro: «Andate voi nella mia vigna e quello che meritate vi sarà dato».

Tre passi nella propaganda

1) Capillare. È quella fatta di casa in casa; da individuo ad individuo; offrendo il libro, il

periodico, l'immagine, ecc.

Ha dei lati molto positivi, per il contatto personale.

2) Collettiva. Quando si offre ad una collettività, ad esempio una scuola; oppure si offre un

complesso di libri, periodici, pellicole.

3) Razionale. In cui prevale il lavoro intellettuale:

a) Lo studio di quanto si vuole dare, il catalogo.

b) Lo studio delle persone e necessità cui si vuole provvedere.

c) Lo studio dei mezzi per farlo arrivare; ed arrivare utilmente.

Partire con piani ben determinati e mezzi adeguati.

*

Questa presenta i vantaggi della collettività e ne aggiunge altri: risparmio di tempo e minor

dispendio di forze; arrivare ai lontani o dimenticati; operare più profondamente sopra i singoli; e

con frutti più duraturi.

Il lavoro per le biblioteche entra nella propaganda collettiva e razionale assieme.

Conclusione:

D'ora innanzi: non solo un libro, ma una biblioteca fatta! o almeno un principio di biblioteca,

segnato dall'acquisto di 5-10 libri; con il rifornimento si completerà.

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La pietà, la pazienza, la bontà rendono lieta la vita religiosa; favoriscono la

collaborazione; esigono molti piccoli rinnegamenti, ma arricchiscono la vita di meriti.

Anni che passano; meriti che si accumulano; paradiso che si avvicina.

[p 4, c 2]

*

CHIARIMENTO

Dopo il patentino per celebrare e confessare:

Per confessare un membro, un novizio o un aspirante della Pia Società san Paolo:

1° se si tratta della validità, essendo la giurisdizione personale, non locale, vale ubique

terrarum.

2° Se si tratta della liceità, è sempre necessaria la licenza del Superiore locale.

Se poi si dovesse confessare un membro o un novizio o un aspirante ubique locorum, in un

oratorio o in una Chiesa parrocchiale, occorre pure il permesso del Parroco o del Rettore della

Chiesa, o Oratorio.

È evidente che l'uso della facoltà di confessare deve essere ragionevole e regolato dai

legittimi Superiori.

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ESERCIZI STRAORDINARI (30 Giugno 1962)

Alla domanda, riguardante chi vi parteciperà: «Sono invitati e devono parteciparvi...»,

il devono è da prendersi in senso assoluto?

RISPOSTA: Non in senso assoluto; ma nel senso «se non intervengono ragionevoli

motivi scusanti...».

Questo secondo già le norme disposte per il primo corso straordinario (1960).

Esempi: Vi sono infermi (almeno tre).

Vi è chi dall'estero è venuto in Italia da poco tempo, per es. da solo 4 anni o meno

(verrà invece al Corso straordinario del 1964).

Vi sono membri la cui assenza dalla casa creerebbe un eccessivo disagio, ecc.

Occorre, però, che tutto sia normalmente notificato entro l'anno corrente.

*

Tutti i Superiori mandino l'elenco dei partecipanti e di chi è impedito.

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Perché si conservi l’unione tanto giova l’insegnamento di S. Paolo: «non plus sapere quam

oportet sapere, sed sapere ad sobrietatem»; «non stimarsi di più di quanto siamo e possiamo, ma

ispirarsi a sentimenti di giusta misura». Quindi S. Paolo enumera i doni da Dio ricevuti ed i doveri

che ne seguono; tutto da regolarsi in carità e verità.

SAN PAOLO Casa Generalizia; Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.). N. 10 - Novembre 1961

[p 8, c 2]

NOTIZIE

In questi giorni sono stati iniziati i lavori a Roma per la costruzione della Chiesa a Gesù

Divino Maestro.

Ad Albano nel mese di settembre ha cominciato a funzionare il vocazionario per le

vocazioni adulte.

Le Suore Pastorelle hanno aperto a Saliceto di Modena un piccolo prevocazionario.

A Thiene (Padova) le Suore Pie Discepole hanno aperto un piccolo prevocazionario.

A Toronto (Canadà) la Pia Società S. Paolo si è stabilita sopra un terreno ed in casa propria.

———

STANNO PER USCIRE:

1) il secondo volume del «Ut perfectus sit homo Dei»; riporta le prediche e le conferenze della

seconda settimana del Corso straordinario degli Esercizi Ss., anno 1960.

2) il Calendario Paolino per il 1962 sarà pronto entro novembre.

3) il libro «Maestro Via, Verità, Vita» (parte I), di D. Dragone Tommaso.

4) Don Giovanni Roatta; O misterio da palavra de Deus, Edizioni Paoline, San Paolo (Brasile), p.

543, f. 16x24.

LE MESSE GREGORIANE

Si accettano soltanto per persone già defunte.

Esortare sempre a provvedere a noi stessi mentre siamo in vita.

SAN PAOLO Casa Generalizia; Roma “AVE MARIA, LIBER INCOMPREHENSUS, QUAE VERBUM ET FILIUM PATRIS MUNDO LEGENDUM EXHIBUISTI” (S. EPIPHANIUS EP.). N. 11 - Dicembre 1961

[p 2, c 1]

Traduzione

Al Diletto Figlio GIACOMO ALBERIONE

Sup. Generale della Pia Società San Paolo

GIOVANNI XXIII

Diletto Figlio, salute e Apostolica Benedizione.

Si compiono felicemente venticinque anni da quando la sede principale della Società Biblica

Cattolica Internazionale, affidata alle cure tue e dei tuoi figli, è stata trasferita da Alba Pompeia a

Roma. Cogliendo l’occasione che Ci si presenta, con degne parole di lode Ci congratuliamo

vivamente con te, diletto Figlio, e con la tua famiglia religiosa maschile e femminile, per l’opera

preclara, cui attendete con assidua costanza e diligenza, di diffondere nella maniera più ampia

possibile, la conoscenza e il senso della Sacra Scrittura. Se ciò è stato ottenuto con grande frutto già

nel passato, lo si deve anche alla vigilanza del Consiglio, noto sotto il nome di «Centro per la

preservazione della fede».

Si tenga per certo che Noi stimiamo grandemente quest’opera, e formuliamo un giusto

elogio per i meriti che si è acquistati.

Amare la Sacra Scrittura è conoscere e amare Cristo; infatti in essa si trova la pura fonte di

vita, attingendo alla quale, le anime vengono mondate, si istituiscono nelle eterne verità e

progrediscono nella via della santificazione. Il tesoro della sapienza, che è da preferirsi a ogni altra

gemma preziosa, si nasconde in questo campo. Aumenti dunque sempre più il numero di coloro che

desiderano e godono di tali ricchezze e delizie nascoste.

Vi esortiamo dunque vivamente a proseguire con sempre maggiore slancio il lavoro che con

diligenza già compite; e chiediamo l’aiuto della grazia celeste affinché la Società Biblica Cattolica

Internazionale fiorisca e prosperi felicemente per la maggior gloria di Dio e il progresso dei fedeli.

Pertanto, diletto Figlio, a te e ai membri della tua famiglia, nonché a tutti coloro che si sono

aggregati a questa stessa Società o in qualche modo l’aiutano e la favoriscono,

[p 2, c 2]

con grande affetto impartiamo l’Apostolica Benedizione.

Dal Vaticano, 19 ottobre 1961, anno terzo del nostro Pontificato.

IOANNES PP. XXIII

Questa Lettera Apostolica del Papa Giovanni XXIII è un premio a tutti perché si è

corrisposto con fervore paolino all’invito: «Anno Biblico». Il Papa ne è completamente al corrente,

per ogni nazione: ha in mano i resoconti.

In risposta a tanto onore ho scritto la seguente lettera:

Roma, 9 nov. 1961

SANTITÀ

La riconoscenza della Famiglia per il Vostro augusto Messaggio nell’occasione del

«venticinquesimo della Società Biblica Cattolica (internazionale» la esprimiamo così:

Preghiere quotidiane per quanto sta più a cuore a Vostra Santità ed alla Chiesa tutta: la santa e

salutare celebrazione del Concilio Ecumenico Vaticano II;

un maggior impegno per la conoscenza e diffusione del Libro sacro, secondo la interpretazione

della Chiesa.

Bacio il Vostro Piede ed invoco pastorale benedizione, perché ci facciamo più buoni.

Umil. mo figlio e servo

SAC. GIACOMO ALBERIONE

Sup. Gen.

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INTIMITÀ FRATERNA

Devo ringraziare continuamente, come è giusto, il Signore per tutta la Famiglia Paolina,

costituita dai vari istituti:

perché la fede va facendo magnifici progressi: e la carità nell’interno e nell’attività si mostra

sempre più viva ed operante.

Prego perché questa fede e questa carità si perfezionino ogni giorno e si portino a

compimento i santi desideri, impegni e propositi.

Passa presto il tempo: il Maestro Divino sarà nel suo grande e finale giorno glorificato in

quanti hanno assecondato il «vieni e seguimi».

[p 3, c 1]

Sarà il giorno in cui avrà alla destra coloro che hanno accolto e seguito il suo messaggio

della salvezza; avrà a sinistra quanti l’hanno rigettato. Per ogni uomo si tratta di farsi o no suoi

discepoli; la salvezza è in mano nostra.

Si chiude un anno di grazie, di luce, di meriti, di progresso spirituale. L’anno 1961 che si

chiude è già andato sulle porte dell’eternità per accompagnarci al premio.

Te Deum: perché il Signore ci ha conservato in vita; perché ci ha offerto tante occasioni di

meriti; perché usò tanta pazienza con noi, quando non abbiamo sempre colte le occasioni per

piacergli di più e per operare meglio nell’apostolato.

Miserere: perché passando in rassegna il 1961 troviamo pure dei vuoti. Col pentimento vivo

facciamo una confessione più intelligente; saldiamo tutti i conti con Dio; lucriamo pure

l’indulgenza plenaria. Dove sono mancati i nostri meriti offriamo al Padre celeste le pene ed il

Sangue del suo Divin Figlio.

Veni Creator. I più caldi auguri, accompagnati da preghiere, per il 1962. Che sia santo! che

sia lieto! che si incominci con una fervente Comunione! che siano rinnovati con fermezza i «voti-

promesse battesimali». Offrire tutte le orazioni, azioni, sofferenze dell’anno secondo le intenzioni

con cui Gesù si immola continuamente sugli altari. Che la Madre Celeste ci accompagni, che ci

custodisca dal male, che la sua assistenza si estenda a tutti i nostri cari fratelli e a tutta la Famiglia

Paolina.

*

Nel 1962 l’apostolato sia generoso. Per tutti e per ciascuno un apostolato è possibile.

*

Particolare intenzione nel 1962: «Per il Concilio Ecumenico Vaticano II».

*

AUGURI E PREGHIERE PER TUTTI.

Sac. G. ALBERIONE

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UNA PREGHIERA:

Chi possiede ricordi personali o può riferire notizie, grazie a fatti circa Vigolungo

Maggiorino è pregato di mandarle alla Casa Generalizia, «Postulatore Generale».

[p 4, c 1]

BORSE DI STUDIO PER ASPIRANTI

AL SACERDOZIO

PREMESSO

Gli studi per la formazione di un Sacerdote paolino, dopo le scuole elementari, hanno cinque

anni di ginnasio. Seguono altri dieci anni, cioè: 2 di Noviziato, 4 di Liceo-Filosofia, 4 di Teologia.

Le Borse di Studio, propriamente sacerdotali, sono per questi dieci anni; quando già vi è una certa

sicurezza che il chierico arrivi all’Ordinazione.

In questi dieci anni la spesa giornaliera, secondo i tempi attuali, è di mille lire. L’Istituto

contribuisce per cinquecento lire; le Borse, sono per sostenere le altre cinquecento, come desiderato

e sostanziale aiuto.

Chi forma una Borsa:

a)Ha parte al bene che si compie nell’Istituto;

b) partecipa del bene che farà il nuovo Sacerdote;

c) partecipa alle 2.400 Sante Messe che vengono applicate per i Cooperatori dai Sacerdoti

della Pia Società San Paolo (6 Messe ogni giorno);

d) gode delle Indulgenze ad essi concesse dalla Santa Sede;

e) per le Borse di Studio perpetue, all’annunzio della morte del Benefattore si celebreranno le

trenta Messe Gregoriane.

I – BORSA PERPETUA

È l’offerta della somma di Lire 3.640.000, come capitale, che, al 5% d’interesse, fruttano L.

182.000 ogni anno. L’Aspirante avrà l’aiuto di L. 500 ogni giorno mentre l’Istituto contribuirà con

altre lire 500 ogni giorno.

Quando un primo Aspirante avrà raggiunto l’Ordinazione Sacerdotale, passerà al secondo;

così al terzo, ecc. In perpetuo e secondo i tempi attuali. Si può versare a rate.

II – BORSA PER UN ASPIRANTE

È l’offerta di L. 1.800.000 per contributo alla formazione di un Aspirante nella Pia Società

San Paolo, per dieci anni, dopo la vestizione chiericale.

[p 4, c 2]

Corrisponde a L. 500 ogni giorno. La Borsa viene consumata da un solo Aspirante. Si può versare

poco a poco.

III – BORSE-CONTRIBUTI

L’offerente dona L. 100.000, oppure 200.000 una volta tanto; l’offerta si assomma con altre,

in modo da formare per altri contributi la cifra di Lire 1.800.000. L’Aspirante gode di L. 500

giornaliere, cui l’Istituto aggiunge altre L. 500. Viene consumata da un solo Aspirante.

IV – BORSE PER SOTTOSCRIZIONE

L’Istituto apre una Borsa, con un titolo, esempio: «Regina degli Apostoli». Riceve offerte

sino alla somma di L. 1.800.000, come sopra.

N.B. – Se un Aspirante non continuasse, la Borsa passerà ad altro Aspirante. – Le Borse si

assegnano dalla Vestizione chiericale in avanti; per 10 anni: 2 di Noviziato; 4 di Liceo-Filosofia; 4

di Teologia. La spesa è di L. 1.000 giornaliere; di cui 500 provengono dalla Borsa, 500 dall’Istituto.

Primo Maestro