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Liceo scientifico Laurana, Urbino, 5 a A REVISIONISMO STORIOGRAFICO E MANIPOLAZIONE DELLA MEMORIA COLLETTIVA Francesca Indio Esame di maturità a.s. 2014-2015

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Liceo scientifico Laurana, Urbino, 5a A

REVISIONISMO STORIOGRAFICO E MANIPOLAZIONE DELLA MEMORIA COLLETTIVA

Francesca Indio

Esame di maturità a.s. 2014-2015

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INDICE Introduzione 3 Manipolazione della memoria collettiva nel passato 5 Literary example in which is treated the theme of collective memory manipulation 12 La memoria collettiva nel presente 15 Riferimenti bibliografici 17

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INTRODUZIONE

Fu un errore gravissimo, ma preferimmo rimuovere. […] Il tema delle foibe diventò una parte della questione dei rapporti al confine orientale, cioè dei rapporti con la Jugoslavia». Il «Partito» ne discusse, negli anni Cinquanta e Sessanta, ma ne discusse […] soprattutto a Trieste e in modo molto acceso. Ma poi si fece un gran lavoro per stabilire rapporti di buon vicinato sul confine con lo stato titino. E così ideologia e diplomazia si fusero e queste due cause portarono a un errore gravissimo che fu quello di rimuovere il dramma delle foibe, di stendere non un velo ma una vera e propria coperta, per nascondere quello che non si voleva vedere. E non se ne parlò più.

Gianni Cervetti, 2007

La memoria collettiva è quell’insieme di ricordi condivisi, trasmessi e ricostruiti da un

gruppo sociale circa gli avvenimenti del proprio passato dalle proprie origini al presente e

su cui si fonda l’identità del gruppo stesso.

La memoria collettiva risulta strettamente legata al processo dell’evoluzione umana:

l’identità di un popolo si riconosce nella memoria della sua storia e della sua cultura.

“..macchinazione, imbroglio. Più comunemente rielaborazione tendenziosa della verità

mediante presentazione alterata o parziale dei dati e delle notizie, al fine di manovrare

secondo i propri fini e interessi gli orientamenti politici, morali, ecc. della popolazione o di

una parte di essa..” Questa è una delle tante definizioni che l'enciclopedia Treccani da sotto

il termine “manipolazione”.

Ho scelto di presentare la tesina sulla manipolazione della memoria collettiva dopo aver

assistito ad una serie di incontri organizzati dall' Istituto di Storia, durante i quali la

relatrice e storica, Ilaria Biagioli, ha affrontato fatti storici di dominio pubblico in maniera

meno scolastica, facendo notare come spesso ci troviamo (e parlo a livello di individui e

nazione) ad avere una memoria collettiva che non combacia perfettamente con la realtà di

un evento e questo è causato sia da una manipolazione del fatto vero e proprio sia del

modo in cui ci è presentato che causa una interpretazione “guidata”, da altri, dell'evento.

Secondo alcuni studiosi, dopo aver condotto ricerche neuro-psicologiche e filosofiche

hanno messo in chiaro che le memorie sono soltanto individuali e che quindi non ha senso

parlare di memoria collettiva, ma l’idea che questa esista realmente è diventata così solida

e diffusa da dar luogo a “conflitti di memoria”. Analisi degli studiosi sulla memoria

collettiva sostenevano che questa fosse sorta di sostanza superindividuale, oppure che

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fosse un corredo di conoscenze condivise, possedute, cioè, contemporaneamente da più

individui. Ora si è convinti, invece, che si tratti di un soggetto reale e che non è il frutto

spontaneo di una società dalla cultura approssimativa, al contrario, è un prodotto “nato e

coltivato negli strati intellettuali delle nostre società”.

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MANIPOLAZIONE DELLA MEMORIA COLLETTIVA NEL PASSATO

Sicuramente il 900, con i suoi regimi totalitari e le sue guerre mondiali, è portatore, come

mai prima nella storia, di questo processo di manipolazione. Il problema maggiore per un

regime totalitario, nella fase successiva alla conquista del potere, è il mantenimento

dell'appoggio delle masse; in funzione di ciò è facile notare come i regimi nazista, sovietico

e fascista (anche se considerato un totalitarismo imperfetto) disponevano tutti di apparati

volti al controllo della propaganda che consentivano al regime di “creare” l'opinione

pubblica sfruttando per esempio la tecnica della doppia verità ,quella da comunicare alle

masse e quella che può essere detta soltanto agli iniziati, che sembrava ottenere maggior

successo quando ciò che era accaduto risultava talmente grave ed enorme che era difficile

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credervi.

Ciò che differenziò la propaganda di massa dalla propaganda tradizionale fu la scoperta

che il vero nemico, quello più pericoloso e insidioso, non era il nemico esterno, ma quello

interno, che, dunque, andava creato.

Per restaurare l'ordine morale e sociale bisognava innanzitutto mobilitarsi contro di esso

conducendo una lotta contro le proprie file; e solo dopo aver eliminato il nemico interno

diventava possibile unire tutti gli sforzi per combattere contro il nemico esterno. È la

dinamica del capro espiatorio, che coglie e manipola un lato debole della psicologia

collettiva : l'angoscia ossessiva di essere insidiati da vicino, la paura che proprio in mezzo a

noi si nascondono coloro che, indisturbati, tessono le più temibili trame ai nostri danni.

Usare la paura a scopo propagandistico attraverso la comunicazione di massa è una

modalità comune a tutti i totalitarismi.

Dittatura bolscevica

Per quanto riguarda la dittatura bolscevica bisognerà aspettare quasi quarant'anni perché

venga squarciando il velo di menzogna che circondava l''universo dei gulag: l'occultamento

dei campi di lavoro forzato, in cui milioni di persone persero la vita in condizioni

disumane, condannati ad una redenzione che veniva cinicamente chiamata “rieducazione”.

Prima che tutto venisse scoperto però veniva ordinato a giornalisti, fotografi di

rappresentare soltanto quegli aspetti della realtà che glorificavano il regime e i suoi

successi, tralasciando e occultando tutto ciò che invece apparisse sbagliato e negativo.

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E quando mancavano immagini adatte si fabbricavano: ad esempio, per celebrare sui

manuali la presa del Palazzo d'inverno, siccome le foto disponibili mostravano soltanto

stanze saccheggiate e distrutte, si fece ricorso ad un fotogramma tratto del film Oktjabr di

Sergej Ejzenstejn. Questa tecnica di ricostruzione della realtà attraverso l'occultamento, il

rifacimento o l'inganno venne estesa a tutte le forme della rappresentazione sociale e della

documentazione storica.

Dittatura fascista

Il fascismo non è estraneo a questo fenomeno infatti tramite la propaganda che effettuò un

controllo politico su tutti i mezzi di comunicazione, avvenne il processo di fascistizzazione

del paese, con lo scopo di orientare l’opinione pubblica, di caricarla, comunicando

l'esaltazione della missione nazionale. I messaggi furono rivolti a tutte le categorie della

società italiana e vennero diffusi incessantemente attraverso la radio, la stampa e il

cinema. Si cercò di dare una giustificazione alle iniziative di guerra e di conquista

dell'impero, qui è evidente l'uso politico che viene fatto della storia e sulla sua riscrittura

sulla base dei miti della romanità e delle imprese coloniali riviste in chiave eroica, per la

costruzione del consenso al fascismo. Mussolini fece largo uso delle veline, foglio d'ordine

(redatto su fogli di carta velina) contenente le disposizioni che il regime fascista impartiva

alla stampa quotidiana e periodica. Sicuramente oggi queste ultime rappresentano più un

esempio di occultamento della verità che un tentativo di modificare la memoria collettiva

di un popolo. Noi (e intendo tutti coloro che non hanno vissuto il periodo di dittatura)

abbiamo questa visione dei fatti in conseguenza ad uno studio approfondito di quel

periodo e ad una profonda consapevolezza delle menzogne che le veline divulgavano; ma se

si pensa a tutti coloro che nell'epoca fascista avevano la possibilità di giudicare o di

comprendere quelle notizie, lette su qualsiasi quotidiano, è facile capire come le notizie

infamatorie su paesi e idee nemiche al regime, abbiamo potuto provocare un mutamento

nella costruzione della memoria collettiva.

Le veline del regime cominciarono a circolare dal 1935, erano in carta velina perché

dovendo essere scritte a macchina e in molte copie, più sottile era la carta e più se ne

potevano scrivere con una singola battitura, ponendo la carta carbone tra l'una e l'altra.

Riporto alcuni esempi di veline originali con data di emissione:

21/10/33: Il Corriere della Sera e il Mattino hanno pubblicato due disegni

riproducenti il Duce. Uno è piaciuto, l'altro no; vale quindi, anche per i disegni, la norma

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vigente per le fotografie e cioè che debbono essere precedentemente presentate all’Ufficio

stampa del Capo del Governo per avere l’autorizzazione alla pubblicazione.

4/1/36: Non pubblicare fotografie sul genere di quella pubblicata questa mattina

dal Messaggero, che dimostrino intimità dei nostri soldati con abissini (popolazione

etiope). Si dia l’impressione di benevolenza da parte dei nostri soldati verso gli indigeni ma

non di cordialità, di protezione ma non di affetto.

26/8/38: I giornali eseguano una costante revisione di tutte le fotografie di parate

militari, passo romano, presentazione alle armi, sfilate giovanili e premilitari, pubblicando

esclusivamente quelle dalle quali risultano allineamenti impeccabili.

13/6/39: Ignorare la Francia. Non scrivere nulla su questo paese. Criticare invece

sempre e comunque l'Inghilterra. Non prendere per buono nulla che ci venga da quel

paese.

14/6/40: Usare la parola "tedeschi" e la parola "germanici" nella proporzione del

70 e del 30 per cento: cioè dire più spesso "tedeschi".

Lettera in data 16 marzo 1937 indirizzata al Parroco di Villa Raverio dal dott. Oreste Bollati, Direttore di Sezione dell'Ispettorato dell'Agricoltura per la Provincia di Milano, sezione di Monza. Chiede l'uso dell'oratorio per una conferenza e di stimolare dal pulpito i parrocchiani a parteciparvi.

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Regime zarista

Gli eventi storici riportati fin ora appartengono tutti a periodi, paesi in cui vigevano

dittature totalitarie/semitotalitarie rispettivamente nei regimi sovietico e fascista. Ora,

sicuramente i processi di manipolazione della memoria collettiva di un popolo furono più

evidenti e incisivi all'interno di dittature totalitarie avendo queste ultime la necessità di

guadagnarsi e crearsi il consenso collettivo interno, ciò però non fu per niente estraneo ad

altri sistemi governativi; rimanendo in Russia e tornando indietro rispetto alla Prima

Guerra mondiale e quindi rispetto alla presa del potere da parte del partito Bolscevico, è

possibile infatti individuare un evento che, a parere mio, è un forte esempio di

manipolazione di un popolo da parte dello stato: la pubblicazione dei Protocolli dei Savi di

Sion.

I Protocolli dei Savi di Sion o degli Anziani di Sion sono un falso storico, un documento

creato con l'intento di diffondere il disprezzo contro gli ebrei. Fu pubblicato nei primi anni

del XX secolo sotto il regno di Nicola II Romanov, da parte della polizia segreta zarista, in

forma di documento segreto attribuito a una fantomatica cospirazione ebraica il cui

obbiettivo sarebbe impadronirsi del mondo. La falsificazione propagandistica antisemita,

redatta probabilmente da un agente della polizia segreta russa, apparsa in forma

abbreviata nel 1903 sul quotidiano di San Pietroburgo La Bandiera, e integralmente nel

1905, consisteva nel presunto resoconto di alcune sedute segrete tenute a Basilea al tempo

del congresso sionista del 1897, nelle quali sarebbe stato elaborato un piano di dominio

mondiale degli Ebrei attraverso l’alta finanza e l’agitazione terroristica. In realtà l’opera,

come dimostrato già nel 1921, era in gran parte un riadattamento in chiave antisemita di

un libello contro Napoleone III del 1864. Nonostante la comprovata falsità, i Protocolli

sono stati più volte ripubblicati e hanno continuato a costituire uno strumento di

propaganda antisemita.

Nel 1905 dopo la brutale repressione della domenica di sangue che, causando oltre alla

nascita dei soviet portò, nel 1906, alla formazione di un'assemblea costitutiva: la Duma. I

Protocolli ebbero un'altra ondata di popolarità quando le forze di estrema destra

addossarono la colpa del processo di liberalizzazione ad un "complotto ebraico

internazionale" e diedero inizio ad un programma di diffusione dei Protocolli a sostegno

dell'ondata di pogrom che colpi la Russia fra il 1903 e il 1906. Nei ventiquattro Protocolli,

gli Anziani illustrano i sistemi per ottenere il controllo del mondo: vogliono convincere con

l'inganno i goyim(termine ebraico per i non-israeliti), ad assecondare la loro volontà. I

loro metodi sono la diffusione di idee liberali, il sovvertimento della morale, la

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promozione della libertà di stampa, la contestazione dell'autorità tradizionale e dei valori

cristiani e patriottici.

Il controllo delle masse tramite i media e la finanza è il mezzo con cui il tradizionale

ordine sociale verrà sovvertito.

Dopo la rivoluzione bolscevica, le fazioni connesse al movimento "bianco" usarono i

Protocolli per alimentare l'odio e la violenza contro gli ebrei. L'idea che il movimento

bolscevico fosse una cospirazione ebraica per la dominazione mondiale diffuse in tutto il

globo l'interesse per i Protocolli.

In un solo anno, in Inghilterra andarono esaurite cinque edizioni. Lo stesso anno negli

Stati Uniti Henry Ford ne finanziò la pubblicazione di 500.000 copie. Nel 1927, tuttavia,

Ford ritrattò le sue pubblicazioni e si scusò, sostenendo di essere stato ingannato dai suoi

assistenti.

I Protocolli furono pubblicati per la prima volta in Italia nel 1921, ma la loro massima

diffusione si ebbe a partire dal 1937, grazie all'edizione curata da Giovanni Preziosi.

Quest'ultimo, pur ritenendo palese che i Protocolli fossero un falso storico, sosteneva

tuttavia che le idee e i pensieri in essi esposti stavano piano piano verificandosi e trovando

riscontri negli avvenimenti della storia contemporanea.

I Protocolli divennero parte dello sforzo propagandistico del nazismo per giustificare la

persecuzione degli ebrei e divennero anche una lettura obbligatoria per gli studenti

tedeschi. Tutt’oggi rappresentano una delle armi principe di quella falange fortemente

antisemita di matrice islamica attiva nei Paesi del Medio Oriente, laddove i Protocolli

vengono ancora considerati documento valido. I Protocolli dei savi di Sion rappresentano

un capitolo a sé nella storia delle società segrete, un capitolo molto breve perché non sono

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altro che un falso, e molto lungo perché questo falso è sopravvissuto per decenni e ancora

oggi imperversa in Medio Oriente.

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LITTERARY EXAPLE IN WHICH IS TREATHED THE THEME OF

COLLECTIVE MEMORY MANIPULATION

In the novel 1984 George Orwell represents an antiutopian society, were people are total

controlled by the state and were they live in a state of perpetual war between three

superstates Oceania, Eurasia and Estasia but they are all too strong to be defetead.

The novel takes place in London, the capital of Oceania and the protagonist is Winston

Smith, the last man who belives in human values in the totalitarian state and he is

presented in the first part of the book. The second part deals with his love with Giulia and

their temporary happiness in the relationship. The third part talks about winston's

imprisonment, torture and riconversione through the brainwashing by the though police.

The state of Oceania is led by a dictatorial goverment and Big Brothers is the omnipresent

and overwhelming oppressor of this state, no one has aver seen him but everybody is

supposed to love him and share his ideal.

In this state everything is controlled by the party: in every home, leanding, everywhere

there is a telescreen, from which the party spreads his ideologis, the political and

economical informations and news about the war, in order to control and manipulate

human mind and gain the conset of the population. At the same time, throgh the

telescreen, the party receves informations about peopole's reactions, felling and activities.

Mentioning a part of the book:”The telescreen teceived and trasmit simultaneusly.Any

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sound of Winston made ,above a lever of a very low whiper, would be picked up by it;[...]

he could be seen as weel as heard. There was of course no way of knowing khether you

were being watched at any given moment”.

The goverment controls the society through four ministries:

the ministry of love that deals with torture, brainwashing and violence;

the ministry of plenty that deals with poverty and it rations food and goods;

the ministry of peace that deals with the perpetual war

the ministry of truth that deals with lies and it is charged to revrite history

manipulating and changing the facts of the past, the protagonist works at this ministry.

For istance we can notice the functions of this ministry when the new spaper says that the

ration of chocolate has been increased from twenty grams per week up to twentyfive,

actually the ration was until now thirty grams but the population can not remenr it and

belives ani kind of news spred by the party.

The extreme consequence of this continuos changing of events is the complete loss of

memory because the population has a fragmented and confused vision of reality.

Mentioning again the book in a scene when Winston is looking out of the window and

contemplating the city destroyed by the war :”He tried (Winston) to squeese out some

childhood memory that should tell him whether London had always been quite like this.”

Another result of this goverment is the manipulation of vocvabulary: infact the works have

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been reduced because if the language does not provide you with words to express a concept

you are even unable to think of it. The words that goverment tries to eliminate are, for

istance, freedom, peace, equality.

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LA MEMORIA COLLETTIVA NEL PRESENTE

Questo revisionismo storico, che non è altro che un'illegittima manipolazione della storia a

scopi politici, non è ne estraneo ai paesi in cui non vige una dittatura totalitaria ne tanto

meno lo si può considerare come un qualcosa legato al passato; ancora oggi sono frequenti

i casi in cui si tenta di modificare la memoria collettiva di un gruppo di persone.

Ho scelto di presentare un evento che è finito al centro della polemica italiana nelle ultime

settimane: il murale a Montanaro di Zerocalcare.

Il sindaco Giovanni Ponchia - eletto con una lista civica di centrosinistra – ritiene l'opera

«troppo comunista». Il murale, realizzato per onorare la memoria del giovane partigiano

locale Giuseppe Prono morto fucilato, turba il sindaco per la presenza di una stella rossa

«troppo grande», dipinta per simboleggiare l’appartenenza di Prono alla Brigata Garibaldi.

Paolo Ferrero, replica chiedendogli di non negare la memoria: «La vicenda è surreale.

Assistiamo purtroppo, come sempre, al continuo tentativo revisionista di certa politica:

negare la memoria dei partigiani che hanno liberato l’Italia è un oltraggio alla Resistenza e

alla Costituzione».

Sul caso interviene il fumettista, che a sua difesa afferma: “ La storia è quella e

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rispettarla significa rispettarla in tutte le sue parti, non estrapolarne dei pezzi

per mettere d'accordo tutti”.

Questo fatto dovrebbe far riflettere, soprattutto se collegato a quella lunga tradizione di

monumenti commemorativi. Negare le origini di un partigiano morto per la patria è

sbagliato, la stella rossa rappresentata dai writers non svolge un'azione propagandistica, il

nostro compito è accettare la storia, interpretarla con i nostri occhi e cuori del futuro

rappresenta già un pericolo: quello di interpretarla e di darne un idea lontana da quella

che era, la storia non ha una narrazione che consente l'uso delle cesoie.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

Siti Internet

www.lastampa.it

www.storia-controstoria.org

www.torino.repubblica.it

www.historialudens.it

Manuali

Atlante storico dall'antichità all'età moderna Treccani, Roma 2007

Enciclopedia La piccola Treccani, Roma 1995

Treccani 2000. Eredità del ‘900, Roma 2000

Nuovi profili storici, manuale scolastico per il corso di storia

Millennium, manuale scolastico per il corso di inglese