provincia latina n.8

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Anno IV n° 8 - II trimestre 2010 www.provincia.latina.it Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% 136 DCBLT IMPEGNO E AZIONI CONCRETE

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Periodico della Provincia di Latina

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Anno IV n° 8 - II trimestre 2010www.provincia.latina.it

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IMPEGNO E AZIONI CONCRETE

Anno III n° 8 - II Trimestre 2010Registro Stampa

n°848 del 18/02/2006 Trib. Ord. Latina

Tiratura 30.000 copieDirettore

Armando CusaniDirettore Responsabile

Everardo LongariniDirezione e Redazione Via Costa,1 - 04100 Latina

Tel 0773.401.231 Fax 0773.401.251Stampa

Global Stampa SRL Via Angelo della Pergola 00100

RomaTesti

Claudia Paoletti, Everardo Longarini.Foto

Claudia Paoletti, Fabrizio Cardinale, Everardo Longarini, Archivio

Provincia di Latina Progetto Grafico Fabrizio Cardinale

*E’ consentita la riproduzione dei testi purchè ne sia citata la fonte

COMUNICARE CON LA PROVINCIA

Internetwww.provincia.latina.it

TelevideoRaitre Lazio pag. 550

Ufficio StampaTel. 0773.401.226Fax 0773.401.251

[email protected]

Provincia Latina è disponibile in PDF sul sito internet

www.provincia.latina.it

Trimestrale della Provincia di Latina

Anno III n° 6 - II trimestre 2009

www.provincia.latina.it

FUORI DALLA CRISI

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COMUNICARE CON LA PROVINCIA

Internet: www.provincia.latina.it

Pagina 550 Televideo Rai Tre Lazio

Ufficio stampa Tel 0773.401226 Fax 0773.401251

Redazione “Provincia Latina” Tel 0773.401231

E-mail: [email protected]

“Provincia Latina” è disponibile in PDF su:

www.provincia.latina.it

NEL SEGNO DELLA CONTINUITÀ

PER UNA RIAFFERMAZIONE DEI VALORI

Anno III n° 7 - IV trimestre 2009

www.provincia.latina.it

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PROVINCIA LATINA | SOMMARIO

Un nuovo sistema di welfare di comunità

Una mano tesa alle diversità

Disoccupazione: 6,5 milioni per fronteggiare la crisi

Il sistema delle offerte socio-assistenziali

Minori, promuovere l’accoglienza

Cinque sportelli antibullismo e disagio nelle scuole

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Anno IV n° 8 - II trimestre 2010www.provincia.latina.it

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IMPEGNO E AZIONI CONCRETE

SOMMARIO

Giovani sì, ma protagonisti24

Disabili, verso l’autonomia28

Un “FARO” educativo per la crescita della persona 32

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Nome e Cognome:

Indirizzo e n. civico:

Comune:

Email:

Firma:

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PRIVACY: Ai sensi dell’art. 13 del d. lgs. 196/03 si informa che i dati personali che verranno forniti attraverso la compilazione del modulo saranno utilizzati per l’invio della rivista “Provincia Latina” e per informarvi sulle principali iniziative dell’Ente. Il conferimento dei dati è facoltativo, ma in loro assenza non sarà possibile dare attuazione alla vostra richiesta. Ai dati, conservati su supporto magnetico, avranno accesso i dipendenti della Provincia che allo scopo sono stati incaricati del trattamento. I dati verranno comunicati esclusivamente al fornitore del servizio di etichettatura e di imbustamento della rivista, che è stato nominato responsabile del trattamento. Si rammenta che ai sensi dell’art. 7 del d. lgs. 196/03, l’interessasto ha il diritto ad avere conferma dell’esistenza di dati che lo riguardano, di rettificarli o aggiornarli, di cancellarli o di opporsi per motivi leggittimi al loro trattamento. In particolare, se desiderate cancellare o modificare i vostri dati, è sufficiente comunicarlo con una mail all’indirizzo [email protected] o al numero di fax 0773.401251. Titolare dei dati è ad ogni effetto di legge la Provincia di Latina - Via Costa, 1 - 04100 Latina.

Le iniziative della Provincia di Latina per il sociale fanno scuola. Ce lo conferma Renato Brunetta, Ministro dell’Innovazione della Pubblica Amministra-zione, il quale ha inteso premiare il proget-

to realizzato dalla Provincia di Latina e dall’Asl “Nuovo Welfare e Comunità: formazione/utilizzo integra-to strumento Val. Graf per la non autosufficienza”.È un riconoscimento impor-tante perché tra tutti i pro-grammi di welfare presen-tati, quello di Provincia e Asl è risultato un «esempio eccellente di buona ammini-strazione».La positiva valutazione degli esperti del Ministero dell’In-novazione ha tenuto conto anche dell’esperienza in-trodotta, che rappresenta il primo intervento di welfare nel Lazio realizzato in forma integrata tra Provincia, Asl e Comuni.Con il progetto Val. Graf la Provincia di Latina pone un nuovo tassello all’in-terno della sua programmazione per la costruzio-ne di un rinnovato percorso di relazione con il cittadino, che vive la difficile condizione della non autosufficienza.Del resto la nuova impostazione di welfare attuata dal governo provinciale presieduto da Armando

Cusani è sempre più rivolta a superare l’approc-cio contingente all’esclusiva lettura dei problemi della collettività e alle analisi basate su astratte semplificazioni della realtà. Il nuovo welfare sta diventando ogni giorno di più un moderno insieme di azioni che movimenta una

pluralità di attori tramite pro-cessi partecipativi, attiva la cooperazione e l’integrazio-ne fra istituzioni, fra istituzio-ni e interessi economici, tra politica e tecnica, tra diversi settori e politiche e tra diversi livelli di governo.Un welfare che non si accon-tenta di una struttura artico-lata, erogatrice di provvedi-menti in risposta a bisogni certi e collocati all’interno di target definiti, ma capa-ce di più iniziative tese alla costruzione di situazioni di benessere e di fiducia, che si declinano in ragione delle diverse condizioni di vita che ogni soggetto vive nella pro-pria comunità.

Non stupirà, quindi, di conoscere che le politiche per il welfare sostenute dalla Provincia di Latina sono quanto di meglio si possa garantire ai citta-dini pontini.

Everardo LongariniDirettore responsabile

PROVINCIA LATINA | EDITORIALE

PROVINCIA LATINA | EDITORIALE

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Nell’anno europeo della lotta contro la po-vertà e l’esclusione sociale abbiamo voluto dedicare un intero numero del nostro perio-dico alle iniziative che la Provincia di Latina propone riguardo al welfare.

Per avere una panoramica più ampia possibile ab-biamo pensato in via preliminare ad un Osservato-rio del Sociale capace di raccogliere dati specifici per quanto concerne i movimenti del mondo sociale nel suo complesso, dai fattori di crisi, alle emergen-ze sociali da correlare con i dati più prettamente economici relativi alle aziende operanti sul territorio, attraverso i quali costruire una vera e propria attività di Marketing del Sociale. Inoltre, tra gli interventi di maggior pregio inseriti all’interno del Programma di mandato spicca il “Fondo Sociale per le utenze de-boli”, misura strutturale del nostro Bilancio, istituita dal 2005 e confermata anche per questa consiliatu-ra, tesa ad aiutare direttamente e concretamente i cittadini con redditi più bassi e le famiglie numerose nel pagamento delle loro utenze (gas, acqua). Lo slogan Per una Provincia solidale non è stato un effetto a colori ma un asse portante dell’intera atti-vità di governo.Innumerevoli poi sono state e sono le iniziative in fa-vore delle Curie Vescovili per i grandi progetti FARO e il nuovo Centro di Aggregazione Sociale presso la Curia di Latina e tanti piccoli progetti, non meno importanti, delle associazioni di volontariato impe-gnate nel settore.Poi il fiore all’occhiello: il progetto “Angeli Custodi”, per continuare a far muro contro il dilagante feno-

meno dell’uso dei minori per la mendicità. Adole-scenti (non solo immigrati) destinati allo sfruttamen-to (mendicità infantile, prostituzione) che il più delle volte sfocia in violenze e abusi. Attraverso l’ausilio di volontari con esperienza nel sociale vengono operate attività di contrasto diretta-mente sulle strade e coordinati da una sala operati-va che raccorda gli interventi anche con i Comuni, le forze di polizia, la scuola. Con orgoglio abbiamo appreso la notizia che dopo soli due anni dall’avvio, il programma degli Angeli Custodi è stato inserito tra i 12 migliori progetti di innovazione sociale in Italia (Forum PA Rimini). Mentre è stato selezionato dall’European Social Ser-vices Conference e presentato dalla Provincia di La-tina, con un proprio workshop, alla 16^ Conferenza Europea dei Servizi Sociali.Il riconoscimento è stato ottenuto per l’inedita e in-novativa gestione interistituzionale, con la risorsa del volontariato utilizzata per affrontare una grave emergenza. L’orizzonte della solidarietà delinea sempre più per il governo provinciale un modo di concepire la res publica completamente diverso: non più una rigida separazione tra enti pubblici e cittadini, tra ammini-stratori ed amministrati. Ma anche una collaborazione tra i due poli verso un medesimo obiettivo: il progressivo miglioramento dei servizi, una completa attuazione dei diritti e del-le libertà sociali contenute nella Costituzione.

Armando CusaniPresidente della Provincia di Latina

Un nuovo sistema di welfare di comunità

PROVINCIA LATINA | POLITICHE SOCIALI

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Una mano tesaalle diversità

Unitamente al Presidente Ar-mando Cusani sono convinto che il welfare sia un settore a favore del quale dobbiamo essere tutti coinvolti, poiché

abbiamo la consapevolezza di do-ver dare risposte alle speranze di chi vive in condizioni di emarginazione. Quello che segue è solo una piccola, seppur importante, parte del com-plesso sistema di interventi che la Pro-vincia di Latina attua nel settore delle Politiche Sociali. Abbiamo siglato un Protocollo d’Intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze che predispone l’incremento a bimestre di 40 euro, a favore dei titolari della carta di credito che il Ministero con-cede a chi versa in condizioni di disa-gio economico. Ciascun beneficiario della carta acquisti potrà così contare su un importo totale complessivo di 140 euro. Ricordo poi la convenzione firmata con Acqua-latina al fine di consentire alle utenze deboli della nostra comunità provinciale il pagamento di una quota fissa di soli 100 euro annui per l’uso e consumo dei servizi idrici. Per quel che riguarda poi l’attenzione verso gli alunni di-sabili che frequentano istituti scolastici di sua pertinenza, la Provincia ne cura l’assistenza sia garantendone il ser-

vizio di trasporto da e per la scuola e sia con progetti finalizzati a far sì che agli alunni disabili sia consentito di esprimere al meglio le loro abilità e potenzialità all’interno del contesto sociale così da realizzare il dovuto miglioramento della qualità di vita.C’è poi l’impegno posto a favore delle donne vittime di violenze e mal-trattamenti attraverso la creazione di case-rifugio che fungono da struttura di sostegno e soccorso alle vittime di maltrattamenti fisici e psicologici, di abusi sessuali e stupri, con la possibi-lità di ospitare contemporaneamente sia le madri vittime di violenze e so-prusi, che i loro bambini. Voglio infine segnalare il progetto “Mai Più” che intende sviluppare un percorso formativo all’interno delle strutture scolastiche utile alla preven-zione della pedofilia, così da innalza-

re il livello di informazione riguardo all’abuso ed al maltrat-tamento dei minori al fine di aiutare i ragazzi a prevenire in modo adeguato le situazioni di rischio anche attraverso l’efficace utilizzo delle strutture esistenti sul territorio.

Fabio BianchiAssessore alle Politiche Sociali

PROVINCIA LATINA | POLITICHE SOCIALI

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Angeli Custodi, più forti con la Croce Rossa

Tra i primi interventi delle Unità di strada della Croce Rossa, una storia a lieto fine. Quella di Victoria, una giovane nigeriana, e della sua neonata Elisabeth, in fuga verso Latina per mettersi in salvo dal-lo sfruttamento sessuale. La famiglia ora è al sicuro in una struttura protetta, in attesa del perfezionamento dei vari percorsi giudiziari.

Victoria stava scappando dai suoi aguzzini, era una vittima della «tratta». Dopo aver lasciato la sua terra il destino le stava riservando un marciapie-de italiano in una regione del Nord Italia. Alcuni suoi conoscenti di Latina, nel frattempo, le hanno fatto capire la possibilità di riscatto che avrebbe potuto trovare con le unità di strada. Lei doveva solo raggiungere il Capo-luogo pontino. Come ha fatto. Agli operatori CRI si è presentata solo con quel che aveva indosso e pochi effetti per la bambina. Dopo aver provve-duto alle esigenze primarie della famiglia, per le molteplici implicazioni del caso, i vertici del servizio hanno interessato il Servizio Sociale del Co-mune di Latina e avviato quella che viene chiamata la «rete di mediazio-ne». La gestione congiunta del caso ha permesso che l’Amministrazione comunale si faccia carico di alcune spese per il primo mantenimento della donna. Successivamente, è stata individuata una struttura protetta - non appartenente alla CRI - in cui rifugiare la donna e la piccola. Nel frattem-po, la donna seguita da alcuni mediatori culturali ha chiesto di conoscere il meccanismo per arrivare all’eventuale denuncia all’Autorità giudiziaria per lo sfruttamento cui è stata sottoposta. Per ragioni di sicurezza, e come prevede anche la Convenzione tra Provincia e CRI, il servizio delle Uni-tà di Strada «ha consegnato» la donna ai rappresentanti della struttura protetta. Questa organizzazione a «cellula» permette la riduzione delle probabilità di diffusione di notizie o particolari che possano far risalire all’identità della donna o al luogo di protezione. La sofferenza e i sogni spezzati hanno trovato il lieto fine.

Victoria, una storia a lieto fine

Dopo quattro anni di intenso e straordinario lavo-ro svolto in favore di centinaia di minori sfruttati e maltrattati, la gestione degli “Angeli Custodi” è passata alla Cro-ce Rossa Italiana. Il

progetto iniziale delle “unità di strada”, con l’obiettivo di contrastare la mendicità mi-norile, è transitato all’interno di un’indispensabile riorga-nizzazione con la firma del Protocollo d’Intesa tra Pro-vincia di Latina e Croce Ros-sa. Un processo di crescita importante che consegna al servizio e agli operatori impegnati nuove competen-ze e professionalità in grado di aumentare la sfera degli interventi operativi e renderli più adeguati alle necessità di tanti cittadini in stato di bisogno. Di fronte all’escala-

tion degli interventi affidati ai volontari è stata allargata la compartecipazione e sono state estese le competenze. L’aspetto sanitario messo in campo dalla Croce Rossa, la

cosiddetta “medicina del-le povertà” dà più forza al progetto. Un altro valore aggiunto è il collegamento tra le varie società nazionali di Croce Rossa, una rete che risulta efficace nell’ambi-to dei rimpatri volontari as-sistiti nel caso degli stranieri. Verranno così agevolate le operazioni di rimpatrio e ricongiungimento familiare, effettuate anche secondo le procedure dell’Organizza-

zione mondiale per le Migrazioni. È facile contattare le Unità di Strada Cri per segnalare casi, basterà compore il numero verde 800-585200.

In alto il Presidente Cusani e il commissario provinciale CRI Giancarlo Rufo visitano le famiglie di Haiti ospiti del Comitato provinciale CRI, presso l’agriturismo Green Line di Cisterna di Latina.

PROVINCIA LATINA | POLITICHE SOCIALI

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La conferenza dei Sindaci dell’Ambito Territoria-le Ottimale n.4 ha votato il nuovo Regolamento per l’assegnazione della fascia tariffaria age-volata del servizio idrico integrato nell’Ato4 Lazio Meridionale, mediante certificazione

ISEE (indicatore socio economico equivalente).Il nuovo Regolamento con la certificazione ISEE mi-gliora la tecnica e la metodologia di erogazione del Fondo Sociale della Provincia di Latina perché tiene conto:1) degli strumenti di calcolo della condizione di di-sagio, che valutino non solo il reddito dichiarato ma anche quello disponibile al variare sia del numero dei componenti della famiglia, sia di altre situazioni particolari (casa in affitto o di proprietà, situazione di disoccupazione, genitori singoli, presenza di por-tatori di handicap; 2) della chiarezza nei rapporti con l’utente/benefi-ciario anche alla luce dei controlli effettuati dal Ge-store sulle dichiarazioni precedentemente presentate dall’utenza per ottenere le agevolazioni; 3) di maggior incisività, anche in termini di budget da parte della Provincia. La certificazione ISEE è anche uno strumento previ-sionale capace di stimare nel miglior modo possibile l’incidenza del Fondo sul Bilancio dell’Ente, e ga-rantisce identità tra coloro che beneficiano della tariffa agevolata del Servizio Idrico Integrato e i possibili beneficiari del fondo sociale della Provin-cia di Latina.La garantita identità consente: 1) maggior chiarezza nei rapporti con il cittadino e snellezza dell’azione burocratica; 2) ridotti costi di erogazione in caso di disincronia tra gli utenti agevolati ed i precettori del fondo; 3) più agevole identificazione del contributo e del-la relativa previsione di spesa per la Provincia, ciò in quanto se non vi fosse tale identità i primi 110 metri cubi di acqua consumata e la quota fissa avrebbero un valore significativamente differente per coloro che sono iscritti alla categoria tariffaria agevolata e gli altri utenti (per il 2009 circa 53 euro contro circa 145 euro).Con il nuovo Regolamento invece avranno diritto alle agevolazioni del fondo sociale tutto coloro che dimostrano: di essere residenti nell’abitazione alla quale è intesta l’utenza da sottoporre ad agevola-zioni di avere un reddito ISEE, riferito all’anno pre-cedente la richiesta di agevolazione pari o uguale a euro 10.000 per nuclei familiari formati da 1 o 2 componenti in cui almeno uno dei componenti sia di età pari o superiore a 65 anni.

Seimila euro per nuclei famigliari formati da 1 a 3 componenti; 7.000 per nuclei famigliari formati da 4 o più componenti e di non possedere un’abitazio-ne classificata nella categoria catastale A/1, A/7, A/8, A/9. L’agevolazione è annuale. Chi vorrà usufruirne dovrà effettuare apposita richiesta entro il 31 ottobre di ogni anno.«Tra gli interventi importati contenuti nel Programma di mandato - sostiene il Presidente Armando Cusani - abbiamo riproposto il “fondo sociale per le utenze deboli”.Misura ormai diventata strutturale nel Bilancio e isti-tuita dal 2005 per sostenere direttamente e concre-tamente i cittadini con i redditi più bassi e le famiglie numerose nel pagamento delle utenze (gas, acqua). Il pilastro della solidarietà posta in campo dalla provincia di Latina - termina il Presidente Cusani - rappresenta la volontà di continuare a tendere una mano ai cittadini, a coloro sui quali la crisi econo-mica in atto pesa di più e che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese. Si tratta di un obiettivo per il quale riteniamo di poter spendere più denari che parole».

“Fondo sociale”per una provincia equa e solidale

«Per noi la solidarietà è espressione della libertà, elemento di partecipazione e condivisione sociale, è fattore di coesione tra le diverse componenti della società»Armando Cusani Presidente della Provincia di Latina

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PROVINCIA LATINA | POLITICHE SOCIALI

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La ruota è il simbolo dell’India ed è presente nella bandiera na-zionale. Nella cultura indiana la ruota è simbolo di libertà, di sapienza e di saggezza. I valori dell’India sono stati adottati per il logo della campagna sociale “Ruote luminose” avviata dalla Provincia di Latina per prevenire il rischio di investimenti

degli immigrati in bicicletta. L’iniziativa è stata rivolta in particolare agli indiani residenti nel territorio pontino che usano la due ruote per la mobilità urbana. Nelle ore notturne la loro incolumità potrebbe essere messa a repen-taglio se il mezzo è sprovvisto dei fari luminosi e catarifrangenti. Per ovviare il pericolo sono stati donati gilet catarifrangenti ai 700 compo-nenti della comunità indiana di Borgo Hermada nel comune di Terraci-na, una delle più numerose del territorio pontino.

“Ruote luminose”

«La giustizia e la salvaguardia del creato non possono che essere frutto dell’impegno solidale di tutti nel perseguire il bene comune»Papa Giovanni Paolo II

{ Il Settore Formazione Professionale informa che è stato emanato un nuo-vo avviso pubblico per il reclutamento di allievi che intendono partecipare ai percorsi formativi relativi al Progetto Obiettivo “Inclusione Sociale Disabili e Fasce deboli della Popolazione” rien-trante nella programmazione pro-vinciale FSE P.E.T. 2008-2010. Il Bando riguarda attività forma-tive riservate a occupati e inoc-cupati: immigrati e altri cittadini appartenenti a fasce deboli della po-polazione che già operano o intendo-no operare con forme di microimprese. “INCLUSIONE SOCIALE DISABILI E FA-SCE DEBOLI DELLA POPOLAZIONE” Attività formative riservate a occupati e inoccupati: immigrati e altri cittadini appartenenti a fasce deboli della po-polazione che già operano o intendo-no operare con forme di microimprese. Soggetto attuatore: Scuola Media Sta-tale “A. Volta” CTP 32 a Latina in Via Botticelli, 32 Tel. 0773.693372.Gli interessati possono consultare gli avvisi pubblici sul sito della Provincia di Latina, www.provincia.latina.it, nella pagina dedicata al P.E.T. 2008-2010 nell’ambito del Settore Forma-zione Professionale oppure sul sito isti-tuzionale del Progetto Obiettivo, www.progetto-gaia.it

Il BandoProgetto Obiettivo

Inclusione Sociale Disabilie Fasce Deboli della Popolazione di cui al P.E.T. FSE 2008-2010

PROVINCIA LATINA | POLITICHE SOCIALI

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Mamme e lavoratricicon il telelavoro

Come godersi la maternità senza rinunciare al proprio lavoro. Per anda-re incontro al personale dipendente che si trovi in particolari esigenze familiari, soprattutto legate alla necessità di accudire i figli minori e che rendano difficile garantire la presenza sul posto di lavoro, la Provincia di Latina ha avviato il “telelavoro”. Si tratta di uno strumento flessibile che

consente al dipendente, di lavorare da casa con supporti tecnologici. La prima a farne richiesta è una geometra di 35 anni, mamma da cinque mesi, incarica-ta dal settore Politiche della Scuola di progettare il miglioramento energetico dei fabbricati che ospitano gli uffici della Provincia, attraverso il rifacimento delle coperture e l’installazione di pannelli fotovoltaici. Il progetto, secondo il discipli-nare del telelavoro, può essere svolto da casa. Per sei mesi, la prima telelavora-trice della Provincia, sperimenterà la nuova leva strategica per la modernizza-zione della Pubblica Amministrazione. Una realtà che si va progressivamente affermando in Italia, nell’ultimo decennio le esperienze di telelavoro realizzate dagli Enti pubblici (a Bologna, Firenze, Roma) si sono moltiplicate a un ritmo esponenziale. Le amministrazioni hanno registrato una sensibile diminuzione delle giornate di assenza e delle ore di straordinario, l’introduzione della meto-dologia di lavoro per progetti, il miglioramento effettivo della qualità della vita dei dipendenti coinvolti, l’alternativa retribuita all’aspettativa non retribuita o a alla retribuzione ridotta, maggiore autonomia, conoscenza e utilizzo del pc, riduzione delle spese, diminuzione della mobilità e aumento della produttività. Il progetto si inserisce nel quadro più ampio delle normative europee relative allo sviluppo delle pari opportunità così come delineato dalla Carta dei diritti di Nizza 2000 e dalla Legge 53/2000 per il sostegno della maternità, della pa-ternità, per il diritto alla cura e alla formazione. L’avvio del progetto va incontro alla reale e sentita esigenza di una maggiore flessibilità lavorativa a fronte di un diffuso problema, soprattutto per le donne che hanno un maggiore carico lavorativo, di conciliare i tempi da dedicare alla propria vita personale con i tempi del lavoro.

Telelavoro: si intende la prestazione di lavoro eseguita dal dipenden-

te in un luogo ritenuto idoneo, collo-cato al di fuori della sede di lavoro, dove la prestazione sia tecnicamente possibile, con il prevalente supporto di tecnologie dell’informazione e del-la comunicazione che consentano il collegamento con l’amministrazione a cui la prestazione stessa inerisce. La sperimentazione del telelavoro si prefigge lo scopo di razionalizzare l’organizzazione del lavoro all’interno dell’Ente attraverso l’impiego flessibile delle risorse umane e la razionalizza-zione e semplificazione delle attività, dei procedimenti amministrativi e delle procedure informatiche. Il telelavoro è prevalentemente rivolto al personale dipendente in situazione di disagio o di particolari esigenze familiari che, soprattutto legate alla necessità di as-sistere e accudire figli minori, rendano difficile garantire la presenza sul posto di lavoro presso l’Ente.

LA PAROLA CHIAVE

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PROVINCIA LATINA | POLITICHE SOCIALI

Carta acquisti, 40 euro in piùper pensionati e famiglie disagiate

Il protocollo di intesa siglato tra la Provincia di Latina e la “Comunità in Dialogo” di Trivigliano, che si occupa di giovani in condizioni di disagio, legati, nella mag-gior parte delle situazioni, al consumo di stupefacenti, vecchie o nuove droghe o di alcol, ha dato i suoi frut-

ti. Con l’apertura del nuovo centro a Porto Badino, nella ex casa cantoniera della Provincia di La-tina, l’attività del centro si è intensifica. Negli ultimi 4 mesi nei centri di ascolto di Terracina, Latina Scalo e Fondi sono stati efettuati 77 colloqui, che hanno riguarda-to 18 giovani e 15 famiglie, che si sono rivolte al centro per cercare aiuto nelle loro difficoltà. Inoltre, proseguono gli in-contri settimanali presso il centro di ascol-to di Terracina, con la presenza costante di 35 nuclei familiari. Nel mese di mag-gio, in attesa della disponibilità del cen-tro di prima accoglienza di Porto Badino è continuata, tramite l’utilizzo del centro già esistente a Maenza, l’attività di inse-rimento di 4 giovani presso la Comunità. A partire dal mese di giugno è diventato agibile il cen-tro di prima accoglienza di Porto Badino, che è aperto tutti i giorni 24 ore su 24. Inizialmente sono stati effettua-

ti i lavori per la necessaria vivibilità ed agibilità degli am-bienti, con trasferte di personale anche da Trivigliano. Nei primi giorni di agosto sono quindi stati accolti dai tre operatori a Porto Badino i primi giovani del territorio per offrire loro un sostegno nella fase critica dell’astinenza, anche orientandoli ad un possibile percorso riabilitativo in

Comunità. Mentre nello stesso mese 3 giovani sono stati inseriti in forma re-sidenziale in Comunità a Trivigliano. Nell’ambito di tali attività hanno avu-to inizio rapporti di conoscenza e di collaborazione con i Ser.T. di Latina e Terracina, nonché con gli S.P.D.C. di Latina e di Formia. In particolare, pres-so il Ser.T. di Latina si sono svolti alcuni colloqui, richiesti dagli stessi operatori delle ASL, che intendevano conoscere meglio il percorso della Comunità, al fine di indirizzare più efficacemente le persone che si rivolgono al loro servizio. Analoghe richieste sono venute anche dall’S.P.D.C. di Formia, dove un opera-

tore si è recato per due volte al fine di svolgere colloqui con utenti che sono stati inseriti in Comunità dopo essere passati per il centro di prima accoglienza a Maenza.

“Comunità in Dialogo”attivo il nuovo centro di accoglienza a Porto Badino

Padre Matteo Tagliaferri fondatore della Comunità in Dialogo

Dopo aver aumentato il credito prepagato della car-ta acquisti di 20 euro a bimestre, la Giunta ha incrementato l’importo di ulteriori 20 euro per un totale complessivo di 40 euro a bimestre. Si tratta della una carta di credito che il Ministero dell’Eco-

nomia e delle Finanze concede ai cittadini che versano in condizioni di disagio economico, individuati secondo i criteri indicati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’importo accreditato ogni bimestre dal Ministero dell’Economia e delle Finanze è di 80 euro, incrementati di ulteriori 20 euro a bimestre dall’Eni per gli utilizzatori di gas e GPL, per un importo totale complessivo di 100 euro. In virtù del nuovo Protocollo d’Intesa siglato tra La Provincia di Latina e il Ministero dell’Economia e delle Fi-nanze che predispone l’incremento a bimestre di 40 euro, ciascun beneficiario della carta acquisti potrà contare su un importo totale complessivo di 140 euro. Lo stanzia-mento “integrativo” della Provincia ammonta a 610.880 euro. Potranno beneficiarne gli anziani tra i 65-69 anni con redditi o pensione fino a 6.235,35 euro l’anno oppure oltre i 70 anni la cui soglia di reddito sale fino a 8.313,80

euro, proprietari di una sola abitazione, titolari di una sola utenza elettrica e di una sola utenza del gas, proprietari di un solo autoveicolo; con meno di 15.000 euro di rispar-mi in Banca, alle Poste. La si potrà utilizzare nei negozi convenzionati, nei centri commerciali e da diritto anche a sconti e promozioni. Possono beneficiarne anche le fa-miglie con figli sotto i tre anni, cittadini e residenti in Italia (nel caso di più figli sotto i tre anni, gli accrediti si somma-no). Per richiedere la carta acquisti bisogna compilare il modulo disponibile presso gli uffici postali o sul sito internet del Ministero dell’Economia e delle Finanze. La carta sarà rilasciata al momento della richiesta e della consegna dei documenti in uno degli uffici postali abilitati. La Provincia è da sempre impegnata in azioni dirette a prevenire il di-sagio sociale e a sostenere interventi mirati al recupero di situazioni di svantaggio. L’integrazione della “social card” è una ulteriore prova delle iniziative di contrasto alla po-vertà messe in campo per sviluppare processi di inclusione sociale. Per informazioni rivolgersi al Servizio Politiche Sociali della Provincia di Latina - Telefono 0773.401617 - 0773.401627.

Disoccupazione

PROVINCIA LATINA | POLITICHE SOCIALI

6,5 milioni per fronteggiare la crisi

Le ripercussioni della crisi economica in provincia di Latina continuano ad essere serie seppure in misura contenuta rispetto alle altre province. Autorevoli dati confermano che sul territorio provinciale il ricorso alla cassa integrazione straordinaria è inferiore ri-

spetto al dato regionale. Inoltre, secondo i dati di natalità delle imprese forniti dalla Camera di Commercio, emerge che l’imprenditorialità pontina nell’ultimo quadriennio ha conosciuto un livello di crescita superiore al dato nazio-nale (+0,25%), con una forbice che è andata progressiva-mente ampliandosi in favore del contesto locale.Si registra poi una tendenza di crescita per la provincia di Latina (+1%) pari a due volte e mezzo quella italiana, a parte Roma (+1,11%), le altre province hanno mostrato un incremento sensibilmente più contenuto.Le conseguenze della crisi, per quanto siano state attutite dal sistema produttivo provinciale, hanno in ogni modo lasciato delle ferite da curare.Per una salutare “cura istituzionale” il governo provinciale ha messo in campo una terapia importante per centinaia di cittadini pontini in difficoltà.Via Costa, infatti, ha impegnato oltre 6.500.000 euro del suo Bilancio (con una significativa porzione di risorse Fse) per interventi rivolti a disoccupati e inoccupati senza co-

pertura negli ammortizzatori sociali che hanno compiuto il 45° anno di età.Questa particolare iniziativa, oltre alle altre messe in cam-po dalla provincia di Latina, consiste fondamentalmente nell’avviare azioni, in primo luogo, rivolte a soggetti il cui status di disoccupazione sia direttamente o indirettamente collegato al fenomeno “crisi”, ovvero a favore di tutti colo-ro i quali hanno definitivamente risolto il proprio rapporto di lavoro negli ultimi 12/18 mesi. L’utenza individuata è quella che non beneficia di alcun genere di ammortizza-tore sociale, sia per via ordinaria che in deroga (perché cessato il periodo temporale di beneficio dell’ammortiz-zatore sociale o perché non rientranti in detti benefici). Rientra fra coloro che non beneficiano di ammortizzatori sociali l’utenza costituita da tutti quei disoccupati già inse-riti al lavoro con contratto atipico (contratto a progetto, di collaborazione professionale, apprendisti non conferma-ti, somministrazione lavoro, artigiani e commercianti che abbiano cessato l’attività, etc.).L’utenza che non beneficia più degli ammortizzatori socia-li (perché giunto a scadenza il periodo temporale dell’am-mortizzatore sociale negli ultimi 12/18 mesi) è ampliata a favore dei disoccupati/inoccupati che hanno compiuto il 45° anno di età.

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PROVINCIA LATINA | POLITICHE SOCIALI

La Provincia di Latina, attraverso una pubblica chiamata, offrirà un servizio “a sportello” per l’inserimento dei di-soccupati, appartenenti alle categorie citate e in possesso dei requisiti stabiliti, in tirocini formativi di media durata (6 mesi), prevedendo la corresponsione di una borsa lavoro pari ad 800 euro (al lordo mensili), presso aziende corri-spondenti, ma anche di diversa natura, all’esperienza lavorativa precedente-mente maturata. Il servizio verrà realiz-zato, previa specifica ed efficace divul-gazione sul territorio, utilizzando tutti i possibili canali dell’informazione (primi fra tutti i Centri per l’Impiego). Infine, con un apposito Protocollo di Intesa con le organizzazioni sindacali e l’Ufficio provinciale dell’Inps, la Pro-vincia di Latina attiverà un importante fondo economico che consentirà l’an-ticipazione finanziaria della Cassa In-tegrazione Guadagni (Cig) ordinaria e straordinaria per colmare gli eccessivi tempi di erogazione da parte dell’Inps stesso e degli altri enti interessati.

Welfare: il termine deriva da welfare state, che significa

stato di benessere, coniato in Gran Bretagna dopo la I Guerra mondia-le, per descrivere il tipo di Stato ri-costruito dal governo laburista che si impegnò ad aiutare le fasce di popolazione in difficoltà. L’Italia ha adottato il termine welfare per defi-nire il settore dello Stato che si occu-pa delle fasce più deboli (pensiona-ti, disabili, inoccupati e disoccupati di lunga durata, immigrati, donne), per eliminare le disuguaglianze eco-nomiche e sociali. Lo Stato sociale si propone dunque di fornire servizi e garantire diritti essenziali per un tenore di vita accettabile: assistenza sanitaria, d’invalidità e di vecchiaia; istruzione e formazione, sostegno al reddito, sussidi familiari, accesso alle risorse culturali.

LA PAROLA CHIAVE

Il Settore Formazione Professionale informa che la Provincia di Latina - in collaborazione con l’Agenzia “Latina Formazione La-voro”, gli Organismi di rappresentanza del sistema produttivo locale, le Parti Sociali e il Sistema Universitario - ha promosso la realizzazione di tirocini formativi in azienda, della durata di n° 6 mesi, con corresponsione di una “borsa lavoro” pari ad € 800,00 mensili al lordo di ogni ritenuta fiscale e previdenziale prevista. L’Avviso Pubblico “Interventi per progetti finalizzati ad ab-battere i rischi degli effetti della crisi occupazionale derivanti dalla crisi economica e industriale”, pubblicato sul sito della Provincia di Latina, nella pagina dedicata agli Altri Avvisi e Bandi dell’Albo Pretorio è rivolto a: - n. 520 soggetti disoccupati che hanno definitivamente risol-to il proprio rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 01/01/2009 e il 31/12/2009, che non hanno copertura negli ammortizzatori sociali e che non beneficiano di altra forma di sostegno al reddito, quindi soggetti già inseriti al lavoro con contratto atipico (esempio: contratto a progetto, di collabora-zione o prestazione professionale, di somministrazione lavoro, artigiani e/o commercianti che abbiano cessato l’attività, altro eventuale);- n. 130 soggetti disoccupati che non beneficiano più degli ammortizzatori sociali o di altra forma di sostegno al reddito, perché giunto definitivamente a scadenza il periodo temporale del beneficio dell’ammortizzatore sociale tra il 01/01/2009 e il 31/12/2009;- n. 200 soggetti disoccupati inoccupati che, alla data del 31/12/2009, non hanno copertura negli ammortizzatori so-ciali o di altra forma di sostegno al reddito e che hanno com-piuto il 45° anno di età.Gli interessati possono consultare l’Avviso pubblico direttamen-te sul sito della Provincia di Latina, www.provincia.latina.it, Albo Pretorio nella pagina dedicata agli Altri Avvisi e Bandi. Tutte le informazioni e i chiarimenti possono essere richieste o al Settore Lavoro e Formazione Professionale della Provincia a Latina in Via Umberto I, 37 - tel. 0773.401404 e all’Agenzia “Latina Formazione Lavoro” a Latina in Via Piscinara Sinistra, traversa Epitaffio Km. 4,200 (0773.1716550) e a Fondi in Viale Piemonte n. 1 (0771.510839).

Il bandoProgramma Operativo Lazio FSE Obiettivo 2

Competitività regionale e occupazionale 2007/2013 di cui al P.E.T. FSE 2008-2010

Interventi per progetti finalizzati ad abbattere i rischi degli effetti della crisi occupazionale derivanti

dalla crisi economica ed industriale

Progetti approvati e finanziati con Determinazioni Dirigenzialin. 5334 del 18/11/09 e n. 5352 del 19/11/09

PROVINCIA LATINA | OFFERTA SOCIO-ASSISTENZIALE

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Il sistema delle offertesocio-assistenziali del territorio

Nell’ambito del Progetto Regionale SISS (Siste-ma Informativo Socio-Sanitario) la Provincia di Latina ha rilevato le attività svolte nelle prime quattro annualità con l’obiettivo di contribuire alla costituzione di un “Osservatorio Provin-

ciale per le Politiche Sociali”.A partire dalla prima annualità (2006/2007) si è pro-ceduto alla raccolta dei dati inerenti l’offerta socio-assi-stenziale presente sul territorio, con la creazione di una Banca Dati su supporto informatico che, in collabora-zione con la Regione Lazio e l’Istat, ha realizzato per la prima volta “un’anagrafica”, cioè un indirizzario com-pleto, sulle strutture residenziali e sui servizi territoriali di rilevanza strategica per la rete dei servizi locali. Nella seconda annualità (2007/2008) si è proceduto alla rilevazione qualitativa, tramite questionario, dei servizi territoriali e delle strutture residenziali e semi-residenziali precedentemente censite.Successivamente la Banca Dati è stata periodicamente aggiornata.

I dati riportati nelle tabelle seguenti sono aggiornati al 31 dicembre 2009. Le aree prese in considerazione riguardano specifica-mente i minori, gli anziani e gli adulti con disabilità, e sono stati estrapolati dai dati complessivi relativi alla generalità dell’offerta socio-assistenziale presente sul territorio della provincia.Le indagini effettuate rappresentano sicuramente un punto di partenza per future attività di ricerca, valuta-zione dell’efficacia e programmazione nel campo delle politiche dei servizi sociali. Gli interventi in ambito sociale, infatti, non debbono es-sere considerati solo in termini assistenzialistici, ossia di intervento su problematiche di ordine patologico della società, ma anche come promozione del benessere e del recupero sociale.Nello specifico si è inteso realizzare un quadro descrit-tivo che sintetizzi, attraverso le tabelle, le informazioni raccolte relative alle strutture e ai servizi erogati nei 33 comuni della provincia.

PROVINCIA LATINA | OFFERTA SOCIO-ASSISTENZIALE

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Servizi e strutture, le parole chiave per comprendere l’offerta socio-assistenziale.

Servizio: rientra in questa definizione l’ampia casistica di risorse, azioni e progettualità stabilmente organiz-zate che hanno la funzione di erogare attività di aiuto, di assistenza o di informazione agli utenti, tentando, quando necessario, l’armonizzazione dell’intervento nel gruppo familiare e nell’ambiente sociale di appar-tenenza. La finalità dei servizi è inoltre la promozione dell’auto-nomia e dell’inclusione sociale di soggetti e gruppi, per un approccio integrato alle problematiche psicologiche e sociali.Dal punto di vista funzionale un servizio può essere in-teso come un sistema di interventi coerente, finalizzato alla realizzazione di obiettivi generali o specifici che tengono in massimo conto le caratteristiche e i bisogni sociali e psicologici degli utenti. In tal senso non è ne-cessariamente vincolato ad un luogo fisico. Dal punto di vista strutturale un servizio è sempre riferito ad un determinato territorio.Struttura: è il presidio, cioè la sede, che risponde a

determinati requisiti strutturali e organizzativi stabili-ti, destinato all’accoglienza di particolari tipologie di soggetti (utenti) esposti a rischio di esclusione (minori, anziani, donne in difficoltà, disabili, ecc..). Caratteristi-ca specifica di ogni struttura è la residenzialità, ossia il fatto che costituisca per gli utenti accolti luogo di vita e di relazioni, spazio in cui, secondo tempi e modalità stabiliti, i soggetti possono trovare ricovero, sviluppare relazioni e consolidare il proprio senso di sé. Nello specifico, tra le altre strutture, entrano a far parte di questa categoria i presidi menzionati nella L.R. n. 41/2003 e nel DGR 23 dicembre 2004 n. 1305. In virtù di tale normativa le strutture socio-assistenziali a carattere residenziale possono suddividersi in strutture a carattere familiare, a carattere comunitario e a pre-valente funzione alberghiera. Le strutture semiresidenziali si distinguono, invece, per un’ospitalità di tipo diurno che prevede una diversa in-tensità assistenziale in relazione ai bisogni dell’utenza e caratterizzata dalla somministrazione dei pasti, dal-l’assistenza in laboratorio per attività di vario genere e da prestazioni integrate sociali e sanitarie.

50

4247

Struttura residenziale

Struttura semiresidenziale

Servizi

Totale

Distribuzione di strutture e servizi per distretto socio-sanitario

Distretti socio-sanitariTipologia offertasocio-assistenziale

250

80105

190

3554

92

2536

100

7080

682

252322

ApriliaCisterna Latina Monti Lepini Fondi

TerracinaFormiaGaeta

TOTALE

682

252322

Struttura residenziale

Struttura semiresidenziale

Servizi

Totale

Distribuzione di frequenze per tipologiedi offerta socio-assistenziale

Frequenze assoluteal 31/12/2009

Tipologia offertasocio-assistenziale

Minori, anziani e adulti con disabilità, i riferimenti

Il centro anziani del quartiere San Valentino a Cisterna di Latina.

Il centro anziani di via Ugo Foscolo nel Comune Cisterna di Latina.

PROVINCIA LATINA | OFFERTA SOCIO-ASSISTENZIALE

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La mappa della distribuzione delle strutture a livello di-strettuale (riportata nella tabella sottostante) mette in

evidenza che più della metà dell’offerta socio-assisten-ziale è costituita da Comunità alloggio ossia da presidi

residenziali che privilegiano un legame comunitario tra i soggetti ospiti, finalizzato al mantenimento e al recupe-ro dei livelli di autonomia, al reinserimento sociale e al supporto alle famiglie.

Le strutture

La distribuzione dei dati raccolti sui servizi per minori mette in evidenza l’importanza numerica dell’offerta

socio-educativa e socio-assistenziale. Rientrano nella prima categoria gli asili nido, presenti per la maggior parte nel distretto di Latina, e le ludoteche, che preval-gono nel distretto di Aprilia-Cisterna e dei Monti Lepini.I centri diurni rientrano nella categoria socio-assisten-ziale. Inoltre, è presente nel distretto di Latina un Centro di Sol-lievo per minori e minori disabili, unico nel suo genere. La distribuzione territoriale delle ludoteche differisce sensibilmente da quella degli asili nido; infatti, la mag-gior parte di esse si trova nei distretti di Aprilia-Cisterna

e dei Monti Lepini. Seguono il distretto Formia-Gaeta, quello di Latina e di Fondi-Terracina. Tra i servizi per anziani prevalgono i centri diurni, finalizzati a dare una migliore risposta ai bisogni delle persone della terza età attraverso attività di tipo ricreativo e culturale, ludico-motorio, formativo-informativo e sociale, e si rivolge ad anziani autosufficienti o parzialmente non autosuf-ficienti. Nell’assistenza agli anziani affetti da patologie invalidanti rientrano, oltre agli interventi di integrazione dell’assistenza domiciliare, anche due Centri Diurni per malati di Alzheimer. La maggior parte dei servizi per adulti con disabilità è rappresentata dai centri diurni.

I servizi

300115

casa famiglia

gruppo appartamento

comunità educativa prima accoglienza

comunità alloggio

casa di riposo

Totale

Distribuzione delle strutture per distretto socio-sanitario

Distretti socio-sanitariStrutture

ApriliaCisterna Latina Monti Lepini Fondi

TerracinaFormiaGaeta

TOTALE

310

192

25

310

132

19

300429

20053

10

1420

421068

93834333

252

centro diurno

asilo nido

attività ricreative

ludoteca/laboratorio

Totale servizi/interventi

Frequenze 2008Tipologia servizi/interventi

36.932.917.113.1

100.0

36.969.886.9

100.0100.0

Distribuzione delle tipologie di servizi/interventi

Percentuali % Perc. Cumulate %

Attività di Pet Therapy alla “Marcucci” di Cisterna di Latina

Il centro di ascolto e di prima accoglienza di Terracina

«Cercate il consiglio degli anziani, giacché i loro occhi hanno fissato il volto degli anni e le loro orecchie hanno ascoltato le voci della Vita»Kahlil Gibran

{PROVINCIA LATINA | OFFERTA SOCIO-ASSISTENZIALE

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Secondo quanto definito dall’articolo 1 comma 1 lettera b) della L.R. 41/2003 n. 41 il centro diurno è una struttura polivalente, di

sostegno, socializzazione, aggregazione o recupero di tipo aperto, rivolta alla generalità degli utenti; i centri diurni operano in collega-mento ed integrazione con la rete dei servizi territoriali. Pur avendo tutti la stessa connotazione di servizi per il sociale, i centri diurni si differenziano per le loro finalità, che sono diverse a seconda della tipologia di utenza che ospitano.In particolare i centri diurni per minori e quelli per persone con di-sabilità hanno una caratterizzazione comune in riferimento all’orga-nizzazione interna che prevede la presenza di figure professionali per le specifiche attività.I centri diurni per anziani, invece, si distinguono in quanto autogestiti e la loro organizzazione è funzionale al raggiungimento degli obiet-tivi di socializzazione e di aggregazione.Una più esatta rappresentazione del modo in cui i centri diurni sono distribuiti sul territorio viene riportata nella tabella sottostante.

I centri diurni

11.1%

33.3%

99.9%

1314.3%

per minori

per adulti con disabilità

per anziani

Totale

Distribuzione delle diverse tipologie di centri diurni per Distretto

Distretti socio-sanitariTipologie centri diurni

ApriliaCisterna Latina Monti Lepini Fondi

TerracinaFormiaGaeta

TOTALE

55.5%

66.6%

1415.4%

2527.5%

00.0%

22.2%

99.9%

1112.1%

11.1%

00.0%

1213.2%

1314.3%

33.3%

77.7%

1920.9%

2931.8%

1011.0%

1819.7%

6369.3%

91100%

Anziani in attività nel centro del quartiere San Valentino a sinistra e nel centro di via Ugo Foscolo a destra nel Comune Cisterna di Latina.

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PROVINCIA LATINA | MINORI

Minori, promuoverel’accoglienza

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PROVINCIA LATINA | MINORI

Affido familiare,un aiuto che vale una vita

La mediazione familiare è uno spazio di incontro in un ambiente neutrale, nel quale la coppia ha la possibilità di negoziare le que-

stioni relative alla propria separazione, sia negli aspetti relazionali, sia in quelli economici. I genitori sono incoraggiati ad elaborare gli accordi che meglio soddisfino i bisogni di tutti i membri della famiglia, con particolare riguardo all’interesse dei figli. La capacità di separar-si civilmente, di umanizzare il divorzio è il modo migliore per dirsi addio e per chiudere in positivo e dignitosamente un capitolo della propria vita. E per continuare entrambi ad essere protagonisti, anche se da lontano, della crescita dei propri figli: ci si può separare come coniugi, ma non ci si può mai separare dal proprio ruolo di genitori.La mediazione familiare si rivolge ai coniugi che hanno deciso di por-re fine al proprio matrimonio, a quelli che stanno pensando di farlo, alle coppie in crisi indecise sul da farsi e alle coppie già divorziate che intendono rivedere i propri accordi.

Mediazione familiare,come addestrare i genitori

La Provincia di Latina mira da anni alla promozione dell’affido fa-miliare, inteso come intervento privilegiato di sostegno e di aiuto ai

minori e alle famiglie che si trovano in situazioni di estremo disagio e di emarginazione sociale. L’affido familiare è un servizio previsto dalla legge che si rivolge a bambini e ragazzi fino ai 18 anni, mo-mentaneamente privi di cure adeguate, che vengono affidati, per un determinato periodo di tempo, a una famiglia affidataria. I bambini e ragazzi affidati possono essere italiani o stranieri, con situazioni di diversa gravità. Gli affidatari possono essere coppie con o senza figli o persone single. Non sono previsti dalla legge vincoli di età o di reddito. L’unico requisito essenziale per accogliere un minore è che l’intero nucleo familiare, figli compresi, abbia nella propria casa o nella propria vita spazio e disponibilità ad accompagnarlo in un per-corso di crescita sereno ed equilibrato. L’obiettivo principale dell’affido familiare è quello di favorire il rientro del minore o adolescente affida-to nel suo nucleo familiare di origine. Il servizio temporaneo intende rispondere all’esigenza, sempre più sentita dagli operatori sociali, di trovare una valida alternativa per i bambini che si trovano in difficoltà, allontanati dalla loro famiglia di origine che, per gravi problemi, non è in condizione di prendersi cura di loro. Il servizio di affido familiare si articola in diverse fasi, dalle campagne informative alla formazio-ne rivolta alle famiglie attraverso incontri di gruppo per affrontare gli aspetti psicologici, relazionali e sociali, normativi e giuridici dell’affi-do, per fornire una preparazione di base. Inoltre, si svolgono colloqui di approfondimento con le singole famiglie, per individuarne le carat-teristiche e, quindi, le possibili compatibilità con i bambini indicati dai Servizi Sociali dei Comuni. Ancora molti bambini, purtroppo, hanno bisogno di famiglie che li accolgano e li accompagnino nella loro crescita con affetto e comprensione e che restituiscano loro serenità e fiducia nella vita.

I bambini imparano ciò che vivono.Se un bambino vive nella critica impara a condannare.Se un bambino vive nell’ostilità impara ad aggredire.Se un bambino vive nell’ironia impara ad essere timido.Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole.Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente.Se un bambino vive nell’incoraggiamentoimpara ad avere fiducia.Se un bambino vive nella lealtàimpara la giustizia.Se un bambino vive nella disponibilità,impara ad avere una fede.Se un bambino vive nell’approvazione,impara ad accettarsi.Se un bambino vive nell’accettazione e nell’amicizia,impara a trovare l’amore nel mondo.Doret’s Law Nolte

PROVINCIA LATINA | MINORI

La Provincia di Latina in collabora-zione con il Centro Giustizia minori-

le di Roma del Ministro della Giustizia - Dipartimento giustizia minorile, il Co-mune di Latina e la Diocesi di Latina, Terracina, Sezze e Priverno ha istituito l’Ufficio di conciliazione e riparazione. La finalità generale dell’ufficio è, at-traverso la mediazione penale, ridurre e/o rimuovere i conflitti sia nei casi di competenza dell’autorità Giudiziaria minorile che delle istituzioni territoriali derivanti da conflittualità sociale, civile e penale in cui siano coinvolti, diretta-

mente o indirettamente i minori. L’attività di mediazione, specie se sono coinvolti i minori, non impone soluzioni ma offre l’opportunità alle parti di essere ascolta-te e comprese. Nello specifico, l’ufficio di Latina applica la cosiddetta media-zione mediterranea, che ha per oggetto il confronto tra le parti sul piano comune del vissuto, delle sensazioni, dei senti-menti, del dolore provocato e/o subito a seguito dell’evento reato, per rivisitare le condotte ed i danni provocati o mes-si in pericolo e riconoscere le posizioni altrui.

La mediazione penale

Nell’ambito delle iniziative a favo-re dei minori, è stato inaugurato il

centro minori “Brucaliffo” presso l’Orato-rio Don Bosco di Gaeta. Si tratta di una struttura di appoggio rivolta a bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, a rischio di emarginazione o di devianza perchè vi-vono una condizione di difficoltà delle relazioni familiari e sociali (scuola, grup-po, vicinato). Il centro offre opportunità di socializzazione e di crescita attraverso attività ricreative, ludiche e formative (la-

boratori di manualità espressiva, educa-zione ambientale, piccola falegnameria, musicali, teatrali) che tengono conto degli interessi dei ragazzi per la prevenzione del comportamento violento nei bambini e negli adolescenti, migliorando la quali-tà della loro vita. In tal senso l’attenzione è rivolta ai bisogni dei minori e al loro benessere con interventi rivolti alle situa-zioni di difficoltà, marginalità e disagio in cui si trovano i bambini, gli adolescenti e le loro famiglie.

Un “Brucaliffo” per un sorriso

Anche nel 2010, come per le annualità dal 2005 al 2009, la Provincia di Latina,per contribuire alla diminuzione delle tasse e agevolare il rilancio dell’economia del nostro territorio,

ha eliminato il pagamento del tributo (COSAP) relativo ai passi carrabili.

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PROVINCIA LATINA | MINORI

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Il progetto “Mai Più” è il più longevo tra quelli realizzati dal Settore Politiche Sociali contro la pedofilia, l’abuso

ed il maltrattamento dell’infanzia. In particolare è stato realizzato dal Settore Politiche Sociali della Provincia in partenariato con la Prefettura di Latina ed è stato ap-paltato alla cooperativa “Spazio Incontro” di Formia, in collaborazione con “Ecpat Italia” e con l’Associazione “Bambini nel Tempo” di Roma. Gli obiettivi sono quelli di migliorare la conoscenza del fenomeno attraverso la sen-sibilizzazione, l’informazione e la formazione; favorire l’acquisizione di competenze per prevenire, riconoscere e segnalare situazioni di abuso sui minori; promuovere la cultura della genitorialità e dei diritti dei bambini. I destinatari del progetto sono i docenti delle scuole pro-vinciali dell’infanzia e dell’obbligo, gli alunni, i genitori,

gli operatori dei servizi socio-sanitari dei Comuni e delle Asl. I corsi di formazione per gli alunni, gli insegnanti e i genitori si sono svolti nelle scuole elementari e medie della provincia che hanno aderito al progetto, quelli per gli operatori socio-sanitari sono stati realizzati il I anno a Formia, il II a Terracina, il III a Latina. I corsi sono sta-ti tenuti dall’equipe del Centro Bambino Maltrattato di Roma, diretto dal Professor Luigi Cancrini che è anche il supervisore del progetto. La formazione ha riguardato 700 alunni, 300 insegnanti, 300 genitori, 250 operato-ri pubblici e del privato sociale. Nell’anno scolastico in corso, 2009-2010, in prosecuzione del progetto, sono state avviate le attività di sensibilizzazione e formazio-ne rivolte alla fascia adolescenziale in particolare nelle scuole professionali per il turismo.

“Mai Più” violenza contro l’infanzia

PROVINCIA LATINA | SPORTELLI ANTIBULLISMO

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Il bisogno di “sentirsi parte”, di essere accolti e va-lorizzati, spesso può essere pagato a caro prezzo da chi per la prima volta accede agli spazi di vita di una comunità. Il gruppo dominate impone le sue leggi e i suoi prezzi da pagare per il “diritto

di cittadinanza”. Chi non è disposto ad accettarne le richieste o non condivide i principi di prepotenza su cui si regge, diventa bersaglio di persecuzione e anche di violenza. Questo è il “bullismo”, un fenomeno figlio della nostra epoca, spesso sottovalutato perché confuso con l’aggressività del vivere sociale. In realtà quando parliamo di bullismo parliamo di qualcosa di diverso dalla normale conflittualità fra coetanei e diverso an-che dagli sporadici episodi di violenza che possono accadere in una comunità. Il bullismo è una modalità di relazione tra due persone, tra una più forte, che si avvale della propria superiorità per danneggiare una più debole. Derisioni, umiliazio-ni, lesioni, minacce, rabbia, botte, danni alle proprie cose sono frutti di questo “mobbing dell’età evolutiva”, il bullismo. La scuola, palestra di apprendimento per la vita, può nascondere, nel suo tessuto di relazioni tra coetanei, una cultura di violenza sconosciuta perché poco pre-sa in considerazione dagli adulti. Ogni scuola ha una sua sub-cultura di convivenza. Per questo la preven-zione del fenomeno comincia dalla scuola. Cinque gli “Sportelli antibullismo e disagio” che la Provincia di Latina ha attivato negli istituti scolastici. Da gennaio

2010, la seconda annualità del progetto si è rafforzata professionalmente e continua a ricevere consenti tra gli studenti che sanno di poter contare su un preciso punto di riferimento per qualunque evenienza. Gli sportelli si trovano al liceo Politecnico “Sani-Salve-mini” di Latina, al liceo “Guglielmo Marconi” di Sa-baudia, al liceo classico e scientifico “William O. Dar-by” di Cisterna e nelle scuole medie “Plinio il Vecchio” e “Alfonso Volpi” di Cisterna (a partire dal 22 gennaio 2010). In totale sono 204 gli interventi effettuati negli ultimi due mesi di attività: 186 colloqui (129 con stu-denti, 14 con genitori, 26 con docenti, 17 con perso-nale Ata) e 18 interventi in classe. Dei 129 colloqui con studenti, 49 sono stati svolti al Marconi, 41 al Sani-Sal-vemini, 30 al Darby, 6 alla Plinio e 3 alla Volpi. Dei 18 interventi in classe uno è stato svolto al Marconi, 10 al Sani-Salvemini, 5 al Darby, 2 alla Plinio, nessuno alla Volpi. Dai dati registrati in provincia di Latina emerge che il bullismo è diffuso ma con percentuale di circa il 9%, di fatto inferiore alla media nazionale. La situazione italiana ricalca gli indici internazionali. La percentuale di studenti coinvolti in Italia in episodi bullistici si attesta infatti su valori compresi tra il 10% e il 25%. Le ricerche effettuate confermano che il fenome-no è più elevato nelle prime fasi dello sviluppo e tende a diminuire progressivamente con l’età: dal 28% delle elementari al 20% delle medie e al 10-15% delle supe-riori. Il monitoraggio e la prevenzione costante scorag-gi sul nascere questo malcostume.

Cinque sportelli antibullismoe disagio nelle scuole

PROVINCIA LATINA | SPORTELLI ANTIBULLISMO

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Bullismo: dal 1996 il termine “bullismo” compare su alcuni dizionari italiani

nella sezione “neologismi”. Il significato deriva dall’inglese bullying. Sull’Oxford Dictionary del 1990, bully denota una «persona che usa la propria forza o potere per intimorire o danneggiare una persona più debole». Il significato inglese del termine non deno-ta quindi un semplice atteggiamento, come accadeva nella lingua italiana, quanto una specifica modalità di relazione tra due per-sone, tra «un più forte, che si avvale della propria superiorità per danneggiare un soggetto più debole». In questa definizione viene espressa con chiarezza la matrice relazionale del fe-nomeno e sono presenti due dei principali criteri che la comunità scientifica è solita utilizzare per demarcare il fenomeno del bullismo da ciò che non lo è: l’esistenza di uno squilibrio nel rapporto di forza tra due o più persone; l’intenzione di arreca-re un danno alla persona più debole. Una terza condizione, necessaria, per definire un fe-nomeno come bullismo concer-ne, infine, il perdurare nel tem-po di un tale tipo di relazione squilibrata.

LA PAROLA CHIAVE

53.000 ca

400 ca15020418618

381567

Sportelli antibullismo

Studenti utenti del progetto

Docenti utenti del progetto

Personale Ata utenti del progetto

Interventi effettuati

Colloqui effettuati

Interventi in classe

Studenti coinvolti negli interventi in classe

Totale generale utenza degli sportelli

I numeri dello Sportello Antibullismo e disagiodal 10 novembre 2009 al 10 febbraio 2010

Nella pagina accanto da sinistra: la psicologa Tamara Fracasso a colloquio con gli studenti del Darby di Cisterna, a fianco lo sportello del Sani-Salvemini di Latina.Sotto: il coordinatore del progetto, Paolo Roccia allo sportello della scuola media Alfonso Volpi di Cisterna di Latina.

{PROVINCIA LATINA | GIOVANI

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Giovani sì,ma protagonisti

{«La Provincia favorisce progetti che fornisconoai giovani risposte ad esigenze ampie e diversificate»

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PROVINCIA LATINA | GIOVANI

Il Piano Locale Giovani ora è realtà. A tre anni dal-la presentazione del progetto provinciale, è giunta

l’approvazione regionale che ha consentito l’avvio delle attività a partire dal mese di febbraio 2010 e disposto i finanziamenti (416,810,33 euro per cia-scuna annualità del triennio a cui si aggiungono 250.086,21 euro messi a disposizione della Provin-cia). L’iniziativa rappresenta un vero e proprio piano di azioni e interventi mirati ai giovani di età compresa tra i 15 ed 35 anni, per favorire la loro partecipa-zione alla vita della comunità. La realizzazione de-gli interventi proposti nel Piano Locale Giovani della Provincia di Latina prevede una forte e preziosa colla-borazione con i distretti del territorio, per raggiunge-

re un unico obiettivo: il ben-essere della popolazione giovanile. L’istituzione di una Consulta Giovanile che accolga tutte le associazioni e le comunità giovanili presenti sul territorio, per consentire loro un incontro più agevole con le Amministrazioni locali, incidendo così significativamente sulle politiche giovanili, è tra gli interventi principali da realizzare. Ogni progetto rivolto alla stessa tipologia di utenza e allo stesso territorio sarà ricondotto a sistema e ogni esperienza significativa potrà essere trasferita da un territorio all’altro. Un gruppo tecnico curerà la tempestività e la traspa-renza degli interventi inseriti nel Piano Locale Giova-ni. Ognuno di questi sarà avviato in stretta collabora-zione con i cinque distretti sanitari della provincia.

Un piano locale per i giovani

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PROVINCIA LATINA | GIOVANI

Il piano presentato dal distretto Aprilia, Cisterna, Cori, Roc-ca Massima si chiama “Facilitare per crescere” mirato alla

creazione di una rete funzionale a favorire e sostenere il pro-cesso partecipativo e di protagonismo dei giovani. L’obiettivo è quello di stimolare i giovani all’impegno civile e al senso di appartenenza all’ambiente in cui vivono, favorendone la partecipazione ai processi decisionali locali attraverso azioni

per l’effettivo inserimento dei giovani nella società, per la loro partecipazione ai processi decisionali e per prevenire e con-trastare fenomeni di emarginazione e devianza e favorendo l’informazione e la consulenza per i giovani. I singoli Comuni del distretto Aprilia Cisterna contribuiranno nella misura va-riabile tra il 5 e il 50% in relazione alle progettualità accolte di interesse comunale o distrettuale.

Le politiche in favore dei giovani nel distretto Latina, Nor-ma, Pontinia, Sabaudia, Sermoneta riguardano interventi

mirati a promuovere la partecipazione dei giovani alla vita sociale, politica e culturale del paese, allo scopo di favorire la libera espressione.Il Piano Locale presentato, mira alla creazione di un centro giovanile presso ogni comune e di un sito internet.I progetti presentati all’interno del piano sono due: 1. Insieme nel distretto - Costo: 320.293,85 euroL’intervento mira alla realizzazione di centri di aggregazione giovanili sull’intero territorio volto alla prevenzione del disa-gio. Gli obiettivi che si prefigge il progetto sono: la creazione

di una sede, in ogni Comune che sia luogo di incontro per l’associazionismo giovanile, centro propulsore di iniziative con finalità socio-ricreative e culturali, di prevenzione del disagio e di scambio tra realtà territoriali diverse e con diffe-renti esigenze (eventi e manifestazioni di interesse giovanile da organizzare e realizzare di concerto fra i 5 comuni). 2. Insieme in rete - Costo: 10.000 euroL’obiettivo è la creazione di un portale web, che offra ai gio-vani un luogo in incontro virtuale, uno spazio in cui esprimer-si, scambiare idee, raccontarsi ed incontrarsiIl progetto si sviluppa su base distrettuale con estensione so-pranazionale.

I progetti del distretto Fondi, Terracina, San Felice Circeo, Sperlonga, Lenola, Monte San Biagio, Campodimele pre-

vedono interventi per la prevenzione della marginalizza-zione, devianza e dell’esclusione giovanile. I progetti proposti sono: il “Forum intercomunale delle asso-ciazioni giovanili” che prevede l’istituzione di una consulta delle associazioni giovanili; “La bussola”, uno sportello di orientamento e consulenza per attuare interventi per l’ef-fettivo inserimento dei giovani nella società; “Famiglie, scuola e comunità: insieme contro la devianza minorile e

la droga” rivolto ai ragazzi della scuola media inferiore; “I giovani e l’Europa 1968-2008 - la primavera dell’Europa” che prevede lo sviluppo degli scambi socio-culturali tra as-sociazioni e giovani di Paesi dell’UE. Il Piano Locale del distretto Formia, Castelforte, Gaeta, Itri, Minturno, Ponza, Spigno Saturnia, SS Cosma e Damiano, Ventotene prevede l’attivazione e/o il potenziamento di uno Sportello Informagiovani sui nove comuni del distretto; l’istituzione del consiglio dei giovani nel Comune di Mintur-no; il sostegno extrascolastico nel Comune di Formia.

Nord

Centro

Sud

PROVINCIA LATINA | GIOVANI

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La progettazione del distretto dei Monti Lepini (Bassiano, Maenza, Priverno, Prossedi, Roccasecca dei Volsci, Rocca-

gorga, Sezze, Sonnino) mira principalmente alla realizzazio-ne di: uno Sportello Giovani in ogni comune; un Incubatore

Creativo per la promozione della cultura dell’auto-imprendi-torialità; un Servizio SMS per la comunicazione tempestiva di ogni iniziativa: scambi socio culturali tra i diversi paesi eu-ropei, condivisione dei valori delle diversi etnie.

Monti Lepini

La Provincia di Latina, con deliberazione n. 30 del 04/03/2010, ha approvato le linee guida ed il bando

aperto per la presentazione di progetti a valenza sociale, per l’anno 2010. Il Settore Politiche Sociali della Provincia di Latina ha pub-blicato un bando aperto per la concessione di benefici economici volti ad incrementare l’offerta dei servizi a va-lenza sociale, nel territorio provinciale. Potranno presentare richiesta di contributo gli enti pubblici e privati, le associazioni attive nel sociale, le fondazioni, i consorzi, le persone fisiche ed altre istituzioni ed organiz-zazioni sociali che operino senza scopo di lucro. Le iniziative per le quali si chiede il contributo, dovranno svolgersi, in modo esclusivo o prevalente, sul territorio del-la provincia di Latina. Attraverso il bando aperto, la Provincia di Latina intende contribuire a sostenere e finanziare progetti finalizzati alla promozione ed alla diffusione della cultura della solida-rietà, dell’integrazione di ogni forma di diversità e della

prevenzione del disagio, di sostegno al mondo della coo-perazione e del volontariato, di promozione dei servizi socio-sanitari a cui l’Ente attribuisce carattere preminente, con particolare riferimento alle iniziative rivolte alla diffu-sione della cultura dei centri di aggregazione giovanile, dell’ippoterapia nonché agli interventi di supporto alle fa-sce deboli ed alla popolazione anziana e di prevenzione di ogni forma di dipendenza e di emarginazione. Tutti gli interessati potranno presentare i loro progetti, entro il 31/12/2010, al Servizio Politiche Sociali della Provincia di Latina. Le richieste saranno esaminate e valutate mensilmente e/o trimestralmente.L’iniziativa rappresenta una vero e proprio piano di azio-ni mirato a favorire e sostenere gli eventi a carattere so-ciale particolarmente significativi e rispondenti ai bisogni espressi dal territorio provinciale, promuovendo anche la diffusione di buone pratiche di intervento e l’innalzamen-to della qualità della vita del cittadino.

Finanziamenti per progetti di valenza sociale

PROVINCIA LATINA | DISABILI

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Disabiliverso l’autonomia

PROVINCIA LATINA | DISABILI

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La Provincia di Latina promuove e realizza pro-grammi di assistenza specialistica negli istituti

superiori finalizzati all’integrazione scolastica e al raggiungimento dell’autonomia degli studenti con disabilità gravi, medio gravi o in condizioni di di-sagio. L’intervento, nell’ambito dell’obbligo scola-stico e formativo, mira al raggiungimento di una completa integrazione sociale e lavorativa. Ogni anno tutti gli istituti sono chiamati dalla Provincia a presentare progetti in base del numero dei disabili iscritti e delle disabilità presenti. Ciascun progetto prevede interventi di assistenza specialistica con personale qualificato e il coinvolgi mento degli stu-denti normodotati per favorire l’integrazione.

Nello specifico, si organizzano attività in aula sul-la conoscenza delle nuove tecnologie di comunica-zione e a percorsi specifici, definiti e strutturati, esterni all’edificio. Particolare rilevanza assume la formazione e l’inserimento negli stage pres-so un vivaio, per la realizzazione di percorsi di florovivaistica. Inoltre per gli istituti scolastici superiori della provincia di Latina è previsto un professionista della mediazione per l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, per favorire e facilitare il complesso passaggio dal mondo sco-lastico al mondo lavorativo, agendo come ponte tra lo studente, la sua famiglia, il suo contesto so-ciale da un lato e il mondo lavorativo dall’altro.

Assistenza specialisticaper gli studenti delle medie superiori

Il servizio rientra tra gli interventi di natura so-cio-assistenziale organizzati dalla Provincia di

Latina, consente agli studenti con disabilità o in situazioni di particolare necessità, di raggiungere gli istituti scolastici superiori e le strutture educati-ve del territorio. La Provincia assicura il rimborso delle spese sostenute ai Comuni (o alle famiglie

laddove il servizio di trasporto non venga realiz-zato) per l’abbonamento mensile ai mezzi pub-blici di trasporto che consentano di raggiungere l’istituto scolastico superiore frequentato, durante tutto l’anno scolastico di riferimento, a tutti coloro che risultano essere in grado di fruire autonoma-mente dei servizi pubblici.

Servizio di trasportoper gli studenti delle medie superiori

Nel Comune di Pontinia, a pochi chilometri dalle spiagge di Sabaudia e Terracina e dall’Abbazia di Fossanova, immersa nel verde c’è la Fattoria Solidale del Circeo, all’interno della Tenuta Mazzocchio. Lo scopo della Fattoria del Circeo è quello di inserire nel tessuto socio-lavorativo persone con difficoltà ad entrare nei normali cicli produttivi. Il progetto di agricoltura sociale che stiamo realizzando giorno per giorno contribuisce a costruire una società aperta a tutti, rendendo ciascuno pro-tagonista e responsabile del proprio agire e del proprio vivere, anche chi ha più difficoltà a stare al passo con gli altri.

PROVINCIA LATINA | DISABILI

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Le azioni attivate dalla Provincia per gli studenti af-fetti da disabilità sensoriale (sordomuti e ciechi), a

partire dalle scuole medie superiori e fino al comple-tamento del loro corso di studio, compreso il diplo-ma di laurea e/o qualifica professionale, mirano a favorire l’apprendimento, l’integrazione scolastica e sociale, sostenendo i costi delle rette in istituti scolastici che si trovano nelle condizioni previste dalle normati-

ve vigenti, codificate secondo la nomenclatura adot-tata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Per coloro che frequentano le scuole medie superiori gli interventi consistono nell’assistenza per un massimo di 10 ore settimanali per facilitare la comunicazione; nel trasporto scolastico, nel pagamento parziale o totale delle rette scolastiche e nella fornitura di testi in braille e dei sussidi strumentali e didattici particolari.

Servizi per i disabili sensoriali

Tra gli interventi di assistenza specialistica avviati da tempo e tuttora in corso per favorire l’inserimento dei

disabili nel mondo del lavoro, rileva la realizzazione degli orto sociali, attivato in via sperimentale nel 2009 in tre istituti scolastici superiori della provincia: il Bianchini di Terracina, il Rosselli di Aprilia e il Pacifici e De Magistris di

Sezze. I ragazzi hanno partecipato a lezioni teoriche pres-so una fattoria sociale e hanno realizzato un orto, dalla semina alla crescita delle piante fino alla commercializza-zione del prodotto finito, negli spazi messi a disposizione delle scuole stesse per svolgere un lavoro pratico, fatto di esperienze concrete, a contatto con la natura.

Orto sociale, testimonianza di un percorso

Il Presidente Armando Cusani insieme ai ragazzi della Fattoria Solidale del Circeo nel momento di un percorso riabilitativo.

Dal seme al frutto. Un Orto Sociale negli istituti Bianchini di Terracina, il Rosselli di Aprilia e il Pacifici e De Magistris di Sezze.

PROVINCIA LATINA | DISABILI

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Si chiama “Scugnizzi” ed è il primo musical realiz-zato tra i progetti di assistenza specialistica della

Provincia di Latina dall’istituto di istruzione secondaria superiore “Pacifici e De Magistris” di Sezze. Il musical teatrale presentato all’auditorium Mario Costa di Sez-ze, ripropone il musical di Claudio Mattone ed Enrico Vaime tratto dall’omonimo film di Nanni Loy, attraver-so le vicende di alcuni giovani detenuti del riformato-rio di Nisida a Napoli. Attraverso le singole storie il musical fa riflettere sulle difficili tematiche del disagio

giovanile. La compagnia è formata da 15 ragazzi, di cui 5 ballerini professionisti e 10 ragazzi del “Pacifici e De Magistriis” e neo diplomati, di età compresa tra i 14 e i 21 anni. L’attività teatrale si rivela un ottimo stru-mento di aggregazione e integrazione tra normodota-ti, disabili e svantaggiati, favorendo e promuovendo la cultura dell’accettazione e della diversità.I ragazzi della scuole per il secondo anno consecutivo parteciperanno ai campionati nazionali di tchoukball a Rimini, nel maggio 2010.

“Scugnizzi”, il musical sul disagio giovanile

La Provincia collabora con tutte le associazioni ricono-sciute che si occupano di disabilità per la predisposi-

zione di interventi specifici. Tra questi l’attività di riabi-litazione equestre (ippoterapia, riabilitazione equestre e presportiva) che svolge sin dal 2009 il centro ippico Sughereta San Vito (Associazione Sportiva Dilettanti-stica) a Monte San Biagio. L’attività è rivolta a sedici

ragazzi con disabilità differenziate e a basso reddito. Il contatto con l’animale e il meccanismo ludico spezzano l’isolamento dei ragazzi con scarse interazioni sociali o difficoltà di comunicazione e favoriscono l’acquisizione di responsabilità. In questo senso la riabilitazione eque-stre è uno stimolo valido per riacquisire un’immagine positiva di sé come efficace supporto alla crescita.

Ippoterapia per i disabili delle fasce deboli

A sinistra una scena del musical “Scugnizzi”. A destra una dimostrazione del gioco del tchoukball sul litorale di Sabaudia nel 2009.

Ippoterapia nell’azienda agricola “Il Tiglio” di Cisterna di Latina.

PROVINCIA LATINA | PROGETTO FARO

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La Provincia di Latina ha affidato alla Curia dell’Ar-cidiocesi di Gaeta un progetto estremamente impor-tante e gratificante denominato FARO. Il progetto FARO, dopo la stipula della convenzione, si svolge nel Polo Culturale Diocesano di Palazzo De Vio.

FARO unisce insieme iniziative di Formazione, promo-zione e di collegamento dell’esistente con proposte nuove, in uno stile di Animazione. Ha come obiettivo quello di creare un luogo di cultura che sia di confronto e di ap-profondimento, un luogo che offra risorse per la Ricerca e l’Osservazione, dove si instaurano circuiti virtuosi di col-laborazione e di emulazione, mediante interventi capaci di creare convergenze che non annullino le identità, ma al contrario valorizzino le diverse appartenenze e radici. Un FARO di cultura, dunque, dove il termine cultura viene in-teso nel senso più ampio e antropologico, che abbraccia non soltanto le idee, ma il vissuto quotidiano delle persone e della collettività, “un sistema di elementi in relazione tra loro e in continua evoluzione storica: elementi interpreta-tivi, come la lingua, la letteratura, l’arte, lo spettacolo, la scienza, la filosofia, l’etica, la religione; elementi sociali come i costumi, le leggi, le istituzioni; elementi operativi come la scienza, l’economia, i manufatti. Vi si incarnano il senso generale della vita e le esperienze fondamentali della famiglia, dell’amicizia, della convivenza, del lavoro, della bellezza, della sofferenza, della morte e della divi-

nità. Ogni comunità vi trova la sua identità, la sua anima collettiva, il suo patrimonio prezioso accumulato nel corso delle generazioni”. L’Arcidiocesi di Gaeta, attraverso i suoi uffici, collabora stabilmente con ciascuno degli Enti locali e soggetti sociali che insistono sul proprio territorio in quanto è aperta al dialogo sincero e a ogni confronto con chi ha a cuore il significato dell’esperienza umana e la ricostruzione del tessuto della comunità civile. Nella fattispecie è chiamata a stabilire reti di collegamento con le altre agenzie cultu-rali presenti sul territorio. La collaborazione già intrapresa con biblioteche, scuole, Università, con altre associazioni e istituti di ricerca costituisce una via attraverso la quale dare maggiore consistenza alle proprie iniziative, nonché ampliare il proprio raggio di azione e di divulgazione. Il luogo eletto a sede del Polo è Palazzo De Vio, che ha ospitato un tempo il Seminario Diocesano e che, quindi, rappresenta la memoria storica del dinamismo culturale della Chiesa locale. La scelta di una sede stabile, l’atten-zione alla cura degli ambienti e alla piena fruibilità degli stessi da parte degli abitanti del territorio non costituisce un semplice dettaglio dell’attività di animazione cultura-le ma l’effettiva “valorizzazione delle riserve culturali” (documenti, opere d’arte, monumenti) in esso custodite. A partire da questi presupposti il progetto si prefigge di attuare una serie di interventi, che hanno previsto, pri-

Un “FARO” educativoper la crescita della persona

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PROVINCIA LATINA | PROGETTO FARO

mariamente, il completamento della sede del Polo Cultu-rale e il relativo allestimento con idonee strumentazioni e supporti. Il Polo Culturale Diocesano costituisce, in nome della dignità della persona, un luogo aperto al dialogo e alla speranza, dove soprattutto i giovani, maggiormente danneggiati dalla mancanza di prospettive per il doma-ni, possono impiegare con soddisfazione le loro energie, gettando le basi anche per impieghi lavorativi stabili. In questo clima costruttivo, infatti, è possibile scoprire le po-tenzialità nascoste di un territorio, le sue risorse spesso celate, le vie lungo le quali costruire o ricostruire un tes-suto sociale ed economico lacerato, anche attraverso una rete di contatti e collaborazioni sempre più estesa e fitta, grazie alla quale far tesoro, per esempio, di esperimen-ti e modelli risultati efficaci altrove. Grazie all’attività del Polo il territorio può davvero scoprire se stesso in modo nuovo, uscendo dal proprio isolamento e stabilendo colla-borazioni incoraggianti e proficue. Il territorio in tal modo non viene considerato soltanto come una entità geogra-fica (il territorio “fisico”), ma anche e soprattutto come la pluralità degli ambienti umani che una determinata area ospita (il territorio “umano”). Dal punto di vista culturale, infatti, si registra spesso in un territorio geografico una reale frammentazione. La varietà dei vissuti quotidiani, dei linguaggi, degli interessi, delle ambizioni, degli oriz-zonti verso i quali ci si proietta e all’interno dei quali si costruisce la propria storia è indice di quanto in un mede-simo territorio possano convivere culture “diverse” e non sempre in comunicazione tra loro.Il progetto si è prefissato come obiettivi:1. completamento della sede finalizzato alla piena ac-cessibilità e fruibilità dei locali posti al secondo, terzo e quarto piano di Palazzo De Vio con particolare attenzio-

ne all’abbattimento delle barriere architettoniche.2. Allestimento dei locali della sede del Polo con strumen-ti, attrezzature ed elementi d’arredo idonei ad assicurare l’ospitalità di servizi culturali quali una biblioteca, un ar-chivio, sale riunioni, sale convegni, sale espositive, centro formazione, laboratorio per la grafica e la stampa di atti e documenti, ambienti dedicati ai media (Radio diocesa-na, Bollettino diocesano tramite il settimanale Il Dialogo, redazione pagina diocesana Avvenire).3. Creazione di un gruppo di lavoro stabile che promuo-va il territorio elaborando progetti di formazione (socio-culturale, storico-artistico, aggiornamento teologico, edu-cazione alla lettura critica ecc.), progetti di animazione (realizzati attraverso una programmazione di conferenze, mostre, convegni, seminari), a partire da una metodolo-gia di Ricerca ed Osservazione dei bisogni socio-culturali specifici del territorio e dei destinatari che li esprimono.4. Creazione di un nuovo modello culturale. L’ampiezza dell’offerta formativa del progetto e dei relativi destinatari non deve portare a sottovalutare un problema che spesso un centro culturale si potrebbe trovare ad affrontare: la parola “cultura” e le proposte ad essa connesse sono ac-colte spesso dai “non addetti ai lavori”, o da coloro che per formazione sono sempre stati distanti da tali iniziati-ve, con qualche freddezza. Questo atteggiamento deve essere gradualmente superato facendo leva su un nuovo modello culturale in grado di dimostrare, tra l’altro, che la proposta del Polo Culturale Diocesano fin dagli inizi non sia destinata ad un’elité, ma sia l’espressione di una coralità di voci, ruoli e carismi. Significative le sinergie, ad esempio, con l’Associazione Amici di Gaeta Città d’Arte di cui è stato l’ideatore ed è il presidente lo stesso Arcive-scovo S.E. Mons. Fabio Bernardo D’Onorio.

Sopra il taglio del nastro all’inaugurazione del Palazzo De Vio. Sotto la conferenza stampa dell’evento. A destra l’Arcivescovo SE Mons. Fabio Bernardo D’Onorio, il Vicario generale Mons. Giuseppe Sparagna e il Presidente Armando Cusani.

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PROVINCIA LATINA | PROGETTO FARO

5. Creazione di una sede stabile nel territorio, fruibile a tutti, accoglien-te e idonea all’ospitalità di eventi culturali. La scelta di una sede stabile, mancante nel territorio, e l’attenzione alla cura degli ambienti e alla loro più ampia fruibilità, non costituisce un semplice dettaglio dell’at-tività di animazione culturale: l’amore e l’attenzione per i particolari, infatti, sono sempre segno di una stima verso ciò che, attraverso quei particolari si vuole comunicare, ovvero la creazione di un luogo acco-gliente in cui incontrarsi, parlare, condividere comuni preoccupazioni, rischiare insieme iniziative e progettiUn progetto così strutturato può avere diverse tipologie di destinatari diretti e indiretti. Principalmente gli abitanti del territorio in cui il centro culturale si trova con particolare riguardo alle fasce giovanili. Il centro culturale ha sviluppato una proposta adatta ai diversi “ambienti” pre-senti nel territorio: le categorie professionali, le fasce d’età, i gruppi che si riconoscono come eredi di una precisa tradizione linguistica, storica e anche religiosa. Il Polo Culturale, grazie a questa capacità intrinseca di intercettare la pluralità dei vissuti nei diversi “ambienti” e di elabo-rare una offerta di riflessione e di formazione specifica per i diversi destinatari, ha il pregio di riuscire a entrare in contatto in maniera profonda e permanente con le mentalità e le situazioni concrete che compongono di fatto il territorio dal punto di vista umano. Inoltre tutte le agenzie formative del territorio, quali scuole, università, associazioni e centri culturali con i quali porre in essere una strategia aggregativa per mezzo della quale si stabiliscono dei rapporti continuativi nel tem-po e che tenga conto di alcuni elementi quali il rispetto dell’autonomia di ogni realtà coinvolta, l’adozione di uno stile per quanto possibile unitario e la condivisione di pochi ma sentiti obiettivi. Il progetto par-te da un’idea già condivisa dalla comunità ecclesiale che, attraverso gli uffici diocesani e gli enti parrocchiali raggiunge, trovandosi la sua sede in posizione strategica, tutto il territorio del sud pontino, colman-do un sensibile vuoto strutturale. Significativo ed encomiabile quanto svolge sul territorio, ad esempio, la Caritas quotidianamente.

Il progetto culturale FARO appartiene al discernimento comunitario e coinvolge l’intera comunità che, attraver-so esso, intende promuovere una cultura della comu-nicazione e della comunione, della reciprocità e della responsabilità. L’attuazione concreta del progetto è a

cura dell’Arcidiocesi di Gaeta, nella persona dell’Arcive-scovo pro tempore. Il percorso è iniziato con S.E. Mons. Pier Luigi Mazzoni e continua con S.E. Mons. Fabio Bernardo D’Onorio, che sostiene il progetto, con vigore e passione, e le iniziative specifiche ad esso correlate sul territorio dio-cesano. L’Arcidiocesi di Gaeta, con una superficie di 603 kmq, 17 comuni e 154.000 abitanti, ha come territorio di pertinenza la fascia marittima tra il Salto di Fondi e la riva destra del fiume Garigliano e, verso l’interno, la zona pede-montana che si estende da Monte San Biagio a Castelforte. Pertinente anche l’Arcipelago Ponziano. Esclusi tre comuni in provincia di Frosinone (Ausonia, Coreno Ausonia e Pa-stena) la restante parte rientra nella provincia di Latina e ne costituisce il territorio confinante con la regione Campania. Le parrocchie che la costituiscono sono 57, distribuite in 4 foranie: Gaeta consta di 8 parrocchie, Formia di 17, Fondi

di 14 e Minturno di 18. È in corso in diocesi un cammino di crescita e confronto nella prospettiva di un nuovo umane-simo cristiano, grazie anche ai lavori sinodali che vedono impegnata la Chiesa locale. A partire da questi presupposti si stanno attuando una serie di interventi, che hanno pre-visto, primariamente, il completamento della sede del Polo Culturale e il relativo allestimento all’interno del ristrutturato Palazzo De Vio. Il progetto è un modo di riproporre il valo-re di tale edificio, eletto a sua sede naturale in quanto luogo altamente significativo dal punto di vista culturale, avendo ospitato un tempo il Seminario Diocesano e, quindi, me-moria storica del dinamismo culturale della Chiesa locale. La scelta di una sede stabile e l’attenzione alla cura degli ambienti non costituisce un semplice dettaglio dell’attività di animazione culturale: l’amore e l’attenzione per i partico-lari, infatti, sono sempre segno di una stima verso ciò che, attraverso quei particolari si vuole comunicare, e cioè la diffusione del gusto cristiano del bello rivelato attraverso la creazione, di un luogo accogliente in cui incontrarsi, par-lare, condividere comuni preoccupazioni, avviare insieme iniziative e progetti.

I numeri dell’Arcidiocesi di Gaeta

L’Arcivescovo SE Mons. Fabio Bernardo D’Onorio (sullo sfondo Palazzo De Vio).

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