protocollo di accoglienza alunni con bisogni educativi speciali · 2019. 1. 22. · di intervento...
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PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA
ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
Il concetto di BES si fonda su una visione globale della persona come definito dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS, 2002). Nel 2002 l’OMS ha, infatti, elaborato uno strumento
diagnostico definito ICF (International Classification of Function of Disability and Health), con lo
scopo di descrivere e misurare il funzionamento di una persona, ovvero la sua condizione di salute
attraverso un linguaggio condiviso. Il funzionamento di una persona va colto e compreso
profondamente da diverse prospettive in cui ogni aspetto è interconnesso e reciprocamente causale.
Quando i vari fattori (biologici, sociali, culturali) interagiscono in modo positivo è garantito il
benessere del bambino; nel caso contrario potrebbero originarsi moltissime combinazioni di
situazioni sfavorevoli al processo di apprendimento e alla partecipazione del soggetto alla vita
sociale. Gli alunni con disabilità si trovano inseriti all’interno di un contesto sempre più variegato,
dove la discriminante tradizionale patologia/normalità non rispecchia pienamente la complessa
realtà delle nostre classi. L’identificazione degli alunni che manifestano difficoltà, non avviene solo
sulla base di un eventuale certificazione, sebbene utile per una serie di benefici e tutele, perché
rischierebbe di chiudere coloro che la possiedono in un contesto ristretto. Le istituzioni scolastiche
hanno la responsabilità di attuare le strategie d’intervento che possano cogliere l’eterogeneità dei
bisogni per individualizzare i diversi percorsi di apprendimento di ogni alunno. Tale visione prende
in considerazione la possibilità che ogni persona, nel corso della propria vita, possa esprimere
bisogni, disagi o “disabilità”, anche temporanee, che necessitano di una presa in carico flessibile,
integrata e dinamica. Vi è, quindi, il desiderio di garantire la piena partecipazione alla vita
scolastica a tutti i soggetti, oltre che di fornire una cornice entro cui gli alunni possano essere
valorizzati e forniti di uguali opportunità a scuola. La Direttiva del 27 dicembre 2012 “ Strumenti
di Intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazioni territoriali per
l’inclusione scolastica”definisce la strategia inclusiva finalizzata a promuovere il diritto
all’apprendimento per tutti gli alunni in difficoltà. Il BES è “qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito
educativo ed apprenditivo, espressa in un funzionamento problematico anche per il soggetto, in
termini di danni, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia, e che necessita di
educazione speciale individualizzata.” Un BES è una difficoltà che, manifestandosi in età
evolutiva, cioè nei primi diciotto anni di vita, si evidenzia negli ambiti di vita dell’educazione e
dell’apprendimento, ostacolando le relazioni educative, lo sviluppo di competenze, gli
apprendimenti scolastici e di vita quotidiana, oltre che la partecipazione alla vita sociale.
BES Studenti con Bisogni Educativi
Speciali
Comprendono:
1- DISABILITÀ (DVA)
2- DISTURBI
EVOLUTIVI SPECIFICI
3- SVANTAGGIO
SOCIO-ECONOMICO,
LINGUISTICO,
CULTURALE.
Sono gli studenti diversamente
abili
Si intendono alunni con:
- DSA
- Deficit del linguaggio
- Deficit abilità non verbali
- Deficit coordinazione motoria
- ADHD (attenzione,iperattività)
- Funzionamento intellettivo
limite
- Spettro autistico lieve
Si intendono coloro che con
continuità, o per determinati
periodi, possono manifestare
Bisogni Educativi Speciali: o per
motivi fisici, biologici, fisiologici,
psicologici, sociali rispetto ai
quali è necessario che le scuole
offrano adeguata e personalizzata
risposta.
- Svantaggiati linguistici
- Svantaggiati socio-economici.
- Svantaggiati culturali
-Alunni con disagio
comportamentale/relazionale
CERTIFICATI DALL’ASL O
ENTI ACCREDITATI - CERTIFICATI DALL’ASL O ENTI ACCREDITATI
- CERTIFICATI DA PRIVATI (purché entro gli anni terminali di ciascun
ciclo scolastico sia presentata la certificazione ASL)
INDIVIDUATI DA CONSIGLIO DI CLASSE/TEAM DEI DOCENTI, FIRMATO DAL DIRIGENTE SCOLASTICO E DALLA FAMIGLIA.
Questi BES dovranno essere individuati sulla base di elementi
oggettivi ( es. segnalazione dei servizi sociali), ovvero di ben
fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche.
INSEGNANTE DI
SOSTEGNO NO
INSEGNANTE DI SOSTENO
NO
INSEGNANTE DI SOSTENO
Si redige il
PEI
Si redige il
PDP
Si redige il
PDP
GLI ORGANI PREPOSTI PER L’INCLUSIONE
GLI ( Gruppo di lavoro per l’Inclusione)
Per perseguire la “ politica per l’inclusione”, la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012
individua nel GLI l’organo istituzionale preposto a tale funzione.
Chi compone il GLI
Dirigente Scolastico
Docenti referenti delle funzioni strumentali
Team docente interessato
Educatori e operatori dei servizi
Genitori
Specialisti ASL o enti accreditati
Compiti del GLI
-educativi
strategie/metodologie di gestione delle classi
della scuola
a
Commissione BES
l’Inclusività) riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di
ogni anno scolastico (entro il mese di giugno). Il PAI va discusso e
deliberato in collegio e inviato a USR, ai GLIP e GLIR per la richiesta
di organico di sostegno e alle altre istituzioni territoriali come proposta
di assegnazione delle risorse di competenza. (a partire dall’a.s 2013-
2014 in via di definizione legislativa).
lle risorse effettivamente assegnate alla
scuola, il GLI redige un adattamento del PAI, sulla base del quale il
dirigente assegna le risorse. ( a partire dall’a.s. 2014-2015 in via di
definizione legislativa).
ervizi sociali e sanitari
territoriali
RUOLO DEL CONSIGLIO DI CLASSE/TEAM DEI DOCENTI
I Consigli di classe e i team dei docenti svolgono un ruolo fondamentale per l’individuazione e
gestione dei bisogni educativi degli alunni della classe.
Compiti del Consiglio di
Classe e del Team dei
docenti
- Individuazione casi in cui sia necessaria e opportuna l’adozione
di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di
misure compensative e dispensative
- rilevazione di tutte le certificazioni non DVA e non DSA
- rilevazione alunni BES di natura socio-economica e/o
linguistico-culturale
- produzione di attenta verbalizzazione delle considerazioni
psicopedagogiche e didattiche che inducono ad individuare
come BES alunni non in possesso di certificazione
- definizione di interventi didattico-educativi in base ai bisogni
degli studenti
- individuazione strategie e metodologie utili per la realizzazione
della partecipazione degli studenti con BES al contesto di
apprendimento
- progettazione e condivisione progetti personalizzati
- individuazione e proposizione di risorse umane strumentali e
ambientali per favorire i processi inclusivi
- stesura e applicazione Piano di Lavoro (PEI e PDP)
- collaborazione scuola-famiglia-territorio
- condivisione con insegnante di sostegno (se presente) e con le
varie figure che collaborano all’interno della classe (educatori,
assistenti alla comunicazione, docente di italiano L2, …).
RUOLO DEL COLLEGIO DEI DOCENTI
Su proposta del GLI il Collegio dei Docenti, nel mese di Giugno, delibera il PAI. Inoltre approva
l’esplicitazione nel POF di un concreto impegno programmatico per l’inclusione. Il Collegio dei
Docenti si impegna a partecipare ad azioni di formazione e/o prevenzione concordate anche a
livello territoriale.
INTERVENTI A FAVORE DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ
CERTIFICATA :
DVA ( BES 1)
L’inserimento degli alunni disabili nelle classi è finalizzato alla piena integrazione di ognuno:
offrendo agli alunni disabili opportunità formative che consentano a ciascuno lo sviluppo delle
proprie potenzialità.
È accogliente la scuola che consente a ciascun alunno, non solo al disabile, di procedere secondo i
suoi ritmi ed i suoi stili di apprendimento, muovendo dai suoi livelli di sviluppo. L’accoglienza vera
è quella che si estrinseca nell’impegno di promozione dello sviluppo, della formazione,
dell’educazione e dell’istruzione. E’ ugualmente importante che le persone avvertano questo
riconoscimento e si sentano aiutate nel loro impegno di autorealizzazione personale. Infatti
l’accoglienza si realizza solo quando le persone si sentono accolte, prese in considerazione e
valorizzate.
L’integrazione degli alunni con disabilità può essere realizzata solo in una scuola che si fa a misura
di tutti gli alunni, perché tutti, non solo i disabili, sono diversi. La diversità è caratteristica peculiare
dell’uomo.
Finalità
Questo documento contiene informazioni, principi, criteri ed indicazioni riguardanti le procedure e
le pratiche per l’integrazione degli alunni disabili, definisce i ruoli ed i compiti di tutti coloro che si
occupano d’integrazione all’interno delle scuole dell’Istituto, traccia le linee delle possibili fasi
dell’accoglienza e di tutte quelle attività volte a favorire un reale percorso d’apprendimento. Il
protocollo è uno strumento di lavoro, pertanto, viene integrato e aggiornato periodicamente, in
relazione alle esperienze realizzate.
L’adozione del Protocollo di Accoglienza degli alunni disabili consente praticamente di attuare le
indicazioni normative che si riferiscono alla Legge Quadro n. 104/92, ai successivi decreti
applicativi e alle Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità.
Tale protocollo si propone di:
Finalizzare tutta l’attività educativa, formativa e riabilitativa ad un “progetto di vita” che
tenga conto del ruolo attivo che l’individuo dovrà svolgere all’interno della società
Rendere le famiglie più consapevoli e quindi orientarle verso progetti realistici sul futuro dei
propri figli
Offrire agli alunni con disabilità la possibilità di acquisire maggiore consapevolezza delle
proprie potenzialità
Favorire l’accoglienza o l’integrazione degli allievi con disabilità attraverso percorsi comuni
o individualizzati che facciano coesistere socializzazione ed apprendimento
Organizzare l'attività educativa e didattica secondo il criterio della flessibilità
nell'articolazione delle sezioni e delle classi, anche aperte, in relazione alla programmazione
scolastica individualizzata.
Il Protocollo di Accoglienza delinea prassi condivise di carattere:
‐ amministrativo e burocratico (documentazione necessaria);
‐ comunicativo e relazionale (prima conoscenza);
‐ educativo_didattico (assegnazione alla classe, accoglienza, coinvolgimento delle famiglie degli
alunni);
‐ sociale (eventuali rapporti e collaborazione della scuola con il territorio per la costruzione del
PEI, nonché del “Progetto di vita”).
L’adozione del “Protocollo di accoglienza” consente di attuare in modo operativo le indicazioni
normative contenute nella Legge Quadro n° 104/92 e successivi decreti applicativi. Il protocollo,
costituendo uno strumento di lavoro, sarà integrato e rivisto periodicamente, sulla base delle
esperienze realizzate.
Gli attori del percorso di integrazione scolastica sono:
Le fasi principali del percorso di inclusione scolastica:
• percorsi tra ordini di scuole;
• preconoscenza e coinvolgimento della famiglia;
• criteri di inserimento alunni disabili nelle classi;
• inserimento: osservazione e conoscenza;
• rapporti con l’ASL e predisposizioni di percorsi personalizzati;
• coinvolgimento del gruppo classe, di tutti i docenti della classe;
• coinvolgimento del personale ATA;
• stesura PEI;
• verifica e valutazione.
ASL SCUOLA
INCLUSIONE
ALUNNI
DISABILI
FAMIGLIA
ISCRIZIONE
Modalità di iscrizione
Tempi Attività per la famiglia e l’alunno
Entro i termini prestabiliti (di solito entro
gennaio/febbraio)
La famiglia, insieme con l’alunno, può visitare
la scuola ed avere un primo contatto
conoscitivo.
I genitori procedono successivamente con
l’iscrizione dell’alunno compilando l’apposito
modulo disponibile nella segreteria della scuola
di provenienza e consegnandolo nei termini
prestabiliti. La famiglia deve, entro breve
tempo, far pervenire la certificazione attestante
la diagnosi clinica.
Dopo l’iscrizione, l’istituto deve entrare in possesso delle seguenti certificazioni:
- Diagnosi clinica (ASL). Questo documento può essere anche compilato da un medico
privato convenzionato.
Diagnosi funzionale (ASL). Si tratta di un documento fondamentale per attivare il processo
di integrazione. Diversamente dalla certificazione medica non si limita ad accertare il tipo e
la gravità del deficit ma pone anche in evidenza le potenzialità dell'alunno.
Profilo dinamico funzionale. E’ aggiornato alla fine della scuola dell’infanzia, alla fine della
scuola primaria e alla fine del terzo anno di scuola secondaria di primo grado (ASL, Docenti
curriculari e specializzati, famiglia).
All'atto dell'iscrizione i genitori devono:
Segnalare particolari necessità (es. trasporto, esigenze alimentari, terapie da seguire,
assistenza per l'autonomia)
PRE-ACCOGLIENZA
Entro maggio vengono organizzate una serie di attività ed incontri di continuità funzionali alla
reciproca conoscenza tra l’alunno e la nuova scuola:
Conoscenza dell’ambiente
Tempi Attività Persone coinvolte
Dopo l’iscrizione, uno o più
incontri
Nell’ambito dei percorsi di
continuità tra i diversi ordini di
scuola vengono organizzate attività
ed incontri finalizzati alla reciproca
conoscenza tra l’alunno e la scuola.
Si favorisce la conoscenza della
scuola e delle sue caratteristiche per
agevolare il passaggio.
Docenti curricolari, insegnante
di sostegno, personale A.T.A.
RACCOLTA DATI
Informazioni sull’alunno
Tempi Attività Persone coinvolte
Tra febbraio e giugno Raccolta di informazioni sull’alunno
(obiettivi prefissati raggiunti o non
raggiunti, abilità cognitive,
potenzialità sviluppate e modalità
relazionali) attraverso:
• incontro con i genitori per
individuare eventuali necessità o
accogliere indicazioni di
carattere specifico;
• incontro con gli operatori delle
ASL competenti sul territorio per
le indicazioni medico-
terapeutiche e assistenziali;
• incontro con gli insegnanti della
scuola di provenienza per
acquisire informazioni
sull’alunno e sull’azione
educativa svolta nel precedente
ordine di scuola
Famiglia, docenti della scuola di
provenienza,funzioni strumentali
integrazione e sostegno,
operatori neuropsichiatria e/o
psicopedagogista, operatori socio-
assistenziali, educatore, assistente
alla comunicazione e
all’autonomia
CONDIVISIONE
Informazioni sull’alunno
Tempi Attività Persone coinvolte
Settembre, incontri di
programmazione prima
dell’inizio delle lezioni.
Presentazione del caso a tutti gli
insegnanti del team/consiglio di
classe, educatore, assistente alla
comunicazione e all’autonomia;
lettura della Diagnosi funzionale,
della relazione finale, dell’eventuale
progetto continuità, delle
indicazioni emerse negli incontri di
pre-conoscenza
Docenti di sostegno, gruppo di
lavoro handicap/funzione
strumentale sostegno , educatore,
AEC
Docenti del consiglio di classe
INSERIMENTO
Accoglienza
Tempi Attività
Settembre, primo periodo
di frequenza
Dopo una prima osservazione e conoscenza dell’alunno e della classe, gli
insegnanti valutano l’opportunità di fornire alla classe informazioni relative
alla disabilità, avvalendosi, se necessario, dell’aiuto dei genitori dell’alunno o
di personale competente, al fine di favorire rapporti paritetici.
INTEGRAZIONE
Strategie
Tempi Attività
Entro dicembre
• Verifica delle potenzialità, in riferimento ai vari assi di sviluppo,
all’interno e all’esterno del gruppo classe;
• Incontri con l’equipe clinica e la famiglia per l’analisi del “Profilo
dinamico funzionale” e, dove necessario, sua modifica;
• In sede di incontro, presentazione del “Progetto educativo
individualizzato” e discussione con gli esperti e la famiglia degli
obiettivi a breve, medio e lungo termine fissati nel P.E.I.;
• Messa in atto di tutte le attività per l’integrazione dell’alunno
all’interno della classe, secondo le indicazioni del P.E.I..
PERSONE DI RIFERIMENTO PREPOSTE ALL’ORGANIZZAZIONE
PERSONALE COMPITI
Dirigente scolastico -consultivi
-formazione delle classi
-assegnazione docenti di sostegno
-rapporti con le amministrazioni locali (Comune,
Provincia, ecc.)
Collegio dei docenti -approva il POF corredato dal “Protocollo per
l’accoglienza e l’integrazione degli alunni in
situazione di handicap”
-verifica la realizzazione degli obiettivi in essi
contenuti
Consiglio di classe -in presenza di allievi H dedica ad ogni
convocazione uno spazio adeguato alla
progettazione e verifica progressiva del PEI
-Collabora alla stesura del PEI
GLHI -propone e discute il progetto di integrazione
d’istituto che indica, in merito alle situazioni di
handicap presenti nella scuola, gli interventi, i
ruoli, i tempi, le modalità, gli strumenti e le
risorse strutturali.
-esamina i casi dei singoli alunni
-formula proposte al DS per la richiesta di
docenti di sostegno
-ripartisce le ore complessive di sostegno
-concorre alla formulazione del PDF
-concorda i criteri per la valutazione degli alunni
Funzioni Strumentale Integrazione e
sostegno
-collabora con il DS alla designazione dei
docenti di sostegno e degli educatori da
attribuire ai ragazzi diversamente abili
-coordina il personale e si adopera per svolgere
le attività di aggiornamento
-collabora alla realizzazione del PDF e del PEI
nei tempi previsti
-Coordina le attività di orientamento
-controlla la documentazione in ingresso, in
itinere e predispone quella in uscita -Raccorda le
diverse realtà (Enti Territoriali, Enti di
formazione, Cooperative, scuole, ASL e
famiglie)
-promuove l’attivazione di laboratori/progetti
specifici
-Attua il monitoraggio di progetti
Docente di sostegno -partecipa alla programmazione educativa e
didattica e alla valutazione di tutta la classe
-cura gli aspetti metodologici e didattici
funzionali a tutto il gruppo classe
-svolge il ruolo di mediatore dei contenuti
programmatici, relazionali e didattici
-tiene i rapporti con la famiglia, esperti ASL,
operatori comunali
-fa parte del GLH con il quale coopera per un
miglioramento costante del servizio
-si occupa dell’orientamento dell’alunno H
Docente curricolare -accoglie l’alunno nel gruppo classe
favorendone l’integrazione
-partecipa alla programmazione a alla
valutazione individualizzata
-collabora alla formulazione del PEI
-è contitolare e corresponsabile con il docente di
sostegno del progetto di vita dell’alunno disabile
Collaboratori scolastici -su richiesta aiutano l’alunno negli spostamenti
interni, in mensa, nei servizi
Personale Socio educativo/assistenziale -collabora alla formulazione del PEI
-Collabora con gli insegnanti per la
partecipazione dell’alunno a tutte le attività
scolastiche e formative
-si attiva per il potenziamento dell’autonomia,
della comunicazione e della relazione
dell’alunno
INTERVENTI A FAVORE DEGLI ALUNNI
CON DISTURBI EVOLUTIVI
(BES 2)
All’interno della “categoria BES 2” sono considerati alunni con:
- DSA
- ADHD (deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività).
- Funzionamento cognitivo limite o borderline ( Q.I. lievemente sotto la norma)
- Funzionamento cognitivo misto (confine tra disabilità e disturbo specifico).
- Deficit del linguaggio ( disturbi specifici del linguaggio o, più in generale, presenza di bassa
intelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale).
- Deficit delle abilità non verbali ( disturbo della coordinazione motoria, disprassia, disturbo non
verbale o più in generale bassa intelligenza non verbale associata ad alt intelligenza verbale)
- Altre problematiche severe che posso compromettere il percorso didattico (es. disturbo dello
spettro autistico lieve qualora non rientri nelle casistiche previste dalla legge 104).
- Disturbo Oppositivo-Provocatorio (DOP).
- Disturbo della condotta.
- Disturbi d’ansia.
- Disturbi dell’umore
Sono alunni con certificazione, ai quali non viene assegnato l’insegnante di sostegno. La
certificazione va depositata in segreteria. La valutazione diagnostica e clinica spetta agli specialisti
dell’ASL ( neuropsichiatri infantili o psicologi) o a soggetti accreditati e convenzionati dalla stessa (
neuropsichiatri infantili e psicologi oppure strutture private in cui operano questi specialisti). Lo
specialista rilascia- anche in un unico documento- la diagnosi e la relazione descrittiva delle abilità
strumentali specifiche, sulla base della quale il Consiglio di classe/Team dei Docenti definisce gli
strumenti compensativi e le misure dispensative da adottare. Sulla diagnosi non è segnalata la
necessità dell’insegnante di sostegno.
ACCOGLIENZA
Il Protocollo per questi alunni verrà attivato non appena la segreteria del nostro Istituto riceverà la
diagnosi specialistica prevista.
In particolare sarà importante che i vari soggetti coinvolti operativamente
provvedano a ciò di competenza:
LA FAMIGLIA:
La famiglia, dopo aver avuto uno scambio di informazioni con i docenti può richiedere al servizio
sanitario ( ASL) una valutazione specifica e eventuale certificazione. Successivamente
· Consegna la diagnosi alla scuola
· Collabora ad individuare e condividere con i docenti le linee del percorso didattico
individualizzato e personalizzato da seguire con l’applicazione di eventuali strategie dispensative e
strumenti idonei.
· Formalizza con la scuola il patto educativo-formativo
· Sostiene emotivamente il ragazzo
· Aiuta e coadiuva attivamente al lavoro scolastico dell’alunno/a
· Controlla costantemente-giornalmente i compiti assegnati
· Verifica e controlla se il materiale scolastico è in ordine e se viene portato a
scuola regolarmente
· Incoraggia e valorizza i traguardi raggiunti
· Rafforza l'autostima ed elogia i progressi sia nell'ambito scolastico che
personale e nelle relazioni con i docenti
· Incoraggia l'acquisizione di un sempre maggiore grado di autonomia nei
tempi di studio
· Considera e riconosce, non solo il significato valutativo, ma anche quello
formativo delle singole discipline
L'ALUNNO/A:
· Riceve, dalla famiglia e dalla scuola, una graduale ma chiara ed adeguata informazione riguardo
alle proprie difficoltà/disturbi
· Viene avviato dai docenti a diverse modalità di apprendimento
· Viene guidato a sviluppare al massimo grado le proprie potenzialità
· Ha diritto a ricevere una didattica individualizzata-personalizzata
· Ha diritto a ricevere adeguati strumenti compensativi e misure dispensative
· Si impegna ad eseguire con regolarità il lavoro scolastico
· Suggerisce ai docenti eventuali strategie di apprendimento maturate
autonomamente (tutto questo in base all'età e la maturità del singolo
studente).
L' ISTITUZIONE SCOLASTICA:
· La scuola provvede, tramite i suoi docenti e i Referenti , a segnalare alle famiglie le eventuali
evidenze di un possibile D.S.A. al fine di avviare il percorso per la diagnosi invitandola a rivolgersi
ai soli Servizi Sanitari o agli Enti Accreditati per la diagnosi.
· Esplicita e formalizza le attività di recupero individualizzato, le modalità didattiche personalizzate,
gli strumenti compensativi e le misure dispensative (compresi i mezzi di apprendimento alternativi
e le tecnologie informatiche), al fine di assicurare uno strumento utile alla continuità didattica e alla
condivisione con la famiglia delle iniziative intraprese.
· Protocolla il documento di certificazione diagnostica consegnato dalla famiglia alla segreteria e
ne consegna una copia al D.S. (che provvederà a consegnarla al Referente DSA che la inoltrerà ai
docenti del Consiglio di classe la allegherà all’interno del fascicolo personale dell’alunno/a.)
· Assicura, quando necessari, l’impiego degli opportuni strumenti compensativi e eventuali misure
dispensative per l’acquisizione delle competenze, sensibilizzando sempre più i docenti alla tematica
dei DSA
· Adotta modalità valutative che consentano all’alunno o allo studente di dimostrare effettivamente
il livello di apprendimento raggiunto, mediante l’applicazione di misure che determinino le
condizioni ottimali per l’espletamento della prestazione da valutare (relativamente ai tempi di
effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove) riservando attenzione alla padronanza dei
contenuti disciplinari.
· Attua ogni strategia didattica per consentire agli alunni l’apprendimento delle lingue straniere
privilegiando l’espressione orale e progettando e valutando le prove scritte solo secondo modalità
compatibili con le difficoltà connesse all’alunno/a
· Attua interventi formativi in materia.
· Predispone, in stretta collaborazione con la famiglia, un documento denominato P.D.P. (Piano
Didattico Personalizzato) articolato come segue:
- Dati anagrafici dell’alunno;
- Attività didattiche individualizzate;
- Attività didattiche personalizzate;
- Strumenti compensativi utilizzati;
- Misure dispensative adottate;
- Forme di verifica e valutazione personalizzate.
Sulla base di tale documentazione, verranno poi predisposte le modalità delle prove e delle verifiche
in corso d’anno o a fine ciclo.
· Si attiva per far condividere gli obiettivi educativi e didattici con la famiglia ed il servizio
sanitario.
· Predispone periodicamente incontri con le famiglie coinvolte a seconda delle opportunità e delle
singole situazioni in esame, affinché l’operato dei docenti risulti conosciuto, condiviso e coordinato
con l’azione educativa della famiglia stessa.
INTERVENTI A FAVORE DEGLI STUDENTI
IN SITUAZIONE DI SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO,
LINGUISTICO, CULTURALE
(BES 3)
Ogni alunno può manifestare Bisogni Educativi Speciali con continuità o per determinati periodi. I
motivi possono essere diversi: fisici, biologici o anche psicologici e sociali. Tali tipologie vanno
individuate sulla base di elementi oggettivi (ad esempio: una segnalazione dei Servizi Sociali)
oppure di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico, scaturite da attenta osservazione
effettuata dall’ équipe dei docenti che può tener conto anche di valutazioni negative reiterate sia
nella sfera didattica che relazionale.
La scuola è chiamata a rispondere in modo puntuale e non approssimativo ai bisogni peculiari di
questi alunni. Per essi, in particolare per coloro che sperimentano difficoltà derivanti dalla non
conoscenza della lingua italiana, si possono attivare percorsi individuali e personalizzati (con
l’adozione di strumenti compensativi e misure dispensative). Le misure dispensative dovranno
avere carattere transitorio e si privilegeranno le strategie educative e didattiche aventi come
obiettivo il successo formativo. Tre tipologie di Bisogni Educativi Speciali di carattere socio-
economico, linguistico e culturale possono essere suddivisi in:
SVANTAGGIO socio-economico*: alunni seguiti dal servizio famiglia-minori, situazioni
segnalate dalla famiglia, rilevati dal Consiglio di Classe/Team docenti attraverso osservazione
diretta.
La Documentazione comprende:
1. Segnalazione Servizio Famiglia-Minori se presente
2. Griglia di rilevazione
3. Piano Didattico
SVANTAGGIO linguistico e culturale*: alunni stranieri neo-arrivati in Italia o che non
hanno ancora acquisito le adeguate competenze linguistiche.
La Documentazione comprende:
1. Griglia di rilevazione
2. Piano Didattico Personalizzato BES firmato dalla famiglia e dal Dirigente Scolastico
Disagio comportamentale/relazionale: alunni con funzionamento problematico, definito in
base al danno vissuto effettivamente dall’alunno, prodotto su altri e sull’ambiente (senza
certificazione sanitaria
La Documentazione comprende:
1. Griglia di rilevazione
2. Piano Didattico Personalizzato BES firmato dalla famiglia e dal Dirigente Scolastico
*Le situazioni di svantaggio socio-economico e culturale, vengono considerate nella misura in cui
costituiscono un ostacolo per lo sviluppo cognitivo, affettivo, relazionale, sociale dell’alunno e
generano scarso funzionamento adattivo, con conseguente peggioramento della sua immagine
sociale.
RILEVAZIONE DEI BISOGNI BES 3: PROCEDURA
1) Rilevazione dei Bisogni Educativi Speciali.
2) Compilazione scheda di identificazione e analisi dei bisogni, a cura del Consiglio di
Classe/Team dei docenti. Individuazione delle possibili soluzioni cercando azioni comuni di
intervento
3) Coinvolgimento della famiglia
4) In accordo con la famiglia il Consiglio di Classe/Team dei docenti stende un piano di
intervento
5) (PEI in caso di BES1, PDP in caso di BES2 di BES3): si procede alla progettazione di
azioni mirate, utilizzando le risorse e le competenze disponibili all’interno o all’esterno della
scuola, agendo sull’alunno individualmente, in piccolo gruppo o sull’intero gruppo classe a
seconda delle necessità.
6) La famiglia visiona il PDP e firma, per presa visione, la copertina.
7) Il Dirigente Scolastico visiona il PDP e firma, per presa visione, la copertina
8) Il Consiglio di Classe/Team dei docenti valuta i risultati ottenuti (valutazione intermedia e
finale) e individua le ulteriori azioni da progettare.
DOCUMENTI E STRUMENTI
BES 1
E’ presente il Protocollo DVA. La certificazione deve essere depositata in segreteria. Il
Consiglio di classe/Team dei Docenti deve compilare il PEI, che deve essere firmato e
condiviso anche dai genitori.
BES 2:
- DSA certificazione deve essere depositata in
segreteria. Il Consiglio di classe/Team dei Docenti deve compilare il PDP, che deve essere
firmato e condiviso anche dai genitori.
ALTRE CERTIFICAZIONI
Consiglio di classe/Team dei Docenti deve compilare il PDP, che deve essere firmato e
condiviso anche dai genitori.
BES 3 :
Il Consiglio di Classe/Team dei docenti compila la scheda di identificazione e analisi dei
bisogni, individuando azioni comuni di intervento. In accordo con la famiglia stende il PDP
BES3. La famiglia prende visione del PDP BES3 e firma. Il Dirigente Scolastico prende
visione del PDP e firma .
SINTESI
CATEGORIE CHI SONO? COSA SERVE? COSA IL CONSIGLIO DI
CLASSE / TEAM
INSEGNANTI DEVE
FARE
BES 1
Alunni DVA con sostegno
Diagnosi funzionale verbale
del collegio ASL
PEI
Firmato dai genitori
BES 2
Alunni con DSA (disturbi
specifici dell’apprendimento)
Relazione (non diagnosi
funzionale) redatta da
specialista rilasciata da
struttura pubblica o accreditata
(se si possiede certificazione
rilasciata da una struttura
privata, intanto che si attende
la certificazione dalla struttura
pubblica, si considera già
BES2 e si attuano tutti gli
strumenti compensativi e
dispensativi e si compila PDP)
PDP
Firmato dai genitori
Alunni con ADHD (deficit da
disturbo dell’attenzione e
dell’iperattività)
Alunni con DOP (disturbo
oppositivo-provocatorio)
Alunni con deficit del
linguaggio
Alunni con deficit delle abilità
non verbali
Alunni con altre
problematiche severe che
possono compromettere il
percorso didattico (per es.
disturbo dello spettro autistico
lieve qualora non rientrino
nelle casistiche previste dalla
legge 104)
Alunni con funzionamento
cognitivo limite
Altro
BES 3
Alunni con svantaggio
linguistico-culturale
Griglia di rilevazione e analisi
dei bisogni
PDP
Firmato dai genitori e dal
Dirigente Scolastico
Alunni con svantaggio socio-
economico
Alunni con disagio
comportamentale/relazionale
NORMATIVA
Legge 118/1971 La legge 118/1971,”Provvidenze a favore dei mutilati e invalidi civili”, all’art. 28 “Provvedimenti
per la frequenza scolastica”, dispone che l’istruzione dell’obbligo debba avvenire nelle classi
normali della scuola pubblica. In questo senso, la legge in questione supera il modello dello scuole
speciali, prescrivendo l’inserimento degli alunni con disabilità, comunque su iniziativa della
famiglia, nelle classi comuni. Per favorire questo inserimento dispone, inoltre, che agli alunni con
disabilità vengano assicurati il trasporto, l’accesso agli edifici scolastici mediante il superamento
delle barriere architettoniche, l’assistenza durante gli orari scolastici degli alunni più gravi.
DPR. 24 febbraio 1994 È un “Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle unità sanitarie locali in materia di
alcuni portatori di handicap” che individua i soggetti e le competenze degli Enti Locali, delle attuali
Aziende Sanitarie Locali e delle Istituzioni scolastiche nella definizione della Diagnosi Funzionale
(DF), del Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e del Piano Educativo Individualizzato (PEI). Questo
DPR. è stato integrato e modificato dal DPCM. n. 185/2006. Successivamente, sia il Regolamento
sull’Autonomia scolastica, DPR. n. 275/1999, sia la Legge di riforma n. 53/2003 fanno espresso
riferimento all’integrazione scolastica. Inoltre, la L. 296/06, all’art 1 c. 605 lettera “b”, garantisce il
rispetto delle “effettive esigenze” degli alunni con disabilità, sulla base di accordi interistituzionali.
Legge 104/1992 La Legge del 5 febbraio 1992, n. 104 “ Legge Quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i
diritti delle persone handicappate” raccoglie e integra i precedenti interventi legislativi divenendo il
punto di riferimento normativo dell’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità. Il
diritto soggettivo al pieno sviluppo del potenziale umano della persona con disabilità non può
dunque essere limitato da ostacoli o impedimenti che possono essere rimossi per iniziativa dello
Stato ( Legislatore, Pubblici poteri, Amministrazione). La Legge prevede una particolare attenzione,
un atteggiamento di “cura educativa” nei confronti degli alunni con disabilità che si esplica in un
percorso formativo individualizzato. Il Profilo Dinamico Funzionale ( PDF) e il Piano Educativo
Individualizzato (PEI) sono, dunque, per la Legge i momenti concreti in cui si esercita il diritto
all’istruzione e all’educazione dell’alunno con disabilità. Viene inoltre sottolineato il ruolo di con-
titolarità del docente di sostegno.
In particolare:
Definizione di handicap Art. 3 - “È persona in situazione di handicap colui che presenta una minorazione fisica, psichica o
sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà d’apprendimento, di relazione o
d’integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o
d’emarginazione.”
Accertamenti dell’handicap Art. 4 - “Gli accertamenti relativi alla minorazione, alle difficoltà, alla necessità dell’intervento
assistenziale permanente e alla capacità individuale complessiva residua, di cui all’articolo 3, sono
effettuate dalle unità sanitarie locali mediante le commissioni mediche di cui all’articolo 1 della
legge 15 ottobre 1990, n° 295, che sono integrate da un operatore sociale e da un esperto nei casi da
esaminare, in servizio presso le unità sanitarie locali.”
Ruolo dell’insegnante di sostegno
Art. 6 - Gli insegnanti di sostegno assumono contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano,
partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di
competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi docenti.
Inserimento e integrazione sociale
Art. 8 - “L’inserimento e l’integrazione sociale della persona con disabilità si realizzano mediante:
…(comma d) provvedimenti che rendano effettivi il diritto allo studio della persona in situazione di
handicap, con particolare riferimento alle dotazioni didattiche e tecniche, ai programmi, a linguaggi
specializzati, alle prove di valutazione e alla disponibilità di personale appositamente qualificato,
docente o non docente.”
Diritto all’educazione e all’istruzione Art. 12 commi 1-2-3 1-“All’alunno da 0 a 3 anni in situazione di handicap è garantito l’inserimento
negli asili nido.” 2-“È garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona con disabilità
nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche d’ogni ordine e
grado e nelle istituzioni universitarie.” 3-“L’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo
delle potenzialità della persona in situazione di handicap nell’apprendimento, nella comunicazione,
nelle relazioni e nella socializzazione.”
Legge 170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici d’apprendimento in ambito scolastico”. La legge 8
ottobre 2010, n. 170, riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come
Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), assegnando al sistema nazionale di istruzione il
compito di individuare le forme didattiche e le modalità di valutazione più adeguate affinché
studenti con DSA possano raggiungere il successo formativo. Per la peculiarità dei Disturbi
Specifici di Apprendimento, la Legge apre, in via generale, un ulteriore canale di tutela del diritto
allo studio, rivolto specificatamente agli alunni con DSA, diverso da quello previsto dalla legge
104/1992. Infatti il tipo di intervento per l’esercizio del diritto allo studio previsto dalla Legge si
focalizza sulla didattica individualizzata e personalizzata, sugli strumenti compensativi, sulle misure
dispensative e su adeguate forme di verifica e valutazione.
DM. 5669 del 12.07.2011 Corredato di allegato con le “Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con
disturbi specifici di apprendimento”. Il Decreto Ministeriale individua, ai sensi dell’art. 7, comma 2,
della Legge 170/2010, le modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, le misure
educative e didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di
insegnamento/apprendimento fin dalla scuola dell’infanzia, nonché le forme di verifica e di
valutazione per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con diagnosi di Disturbo
Specifico di Apprendimento (DSA), delle scuole di ogni ordine e grado del sistema nazionale di
istruzione e nelle università. Le Linee Guida presentano alcune indicazioni, elaborate sulla base
delle più recenti conoscenze scientifiche, per realizzare interventi didattici individualizzati e
personalizzati, nonché per utilizzare gli strumenti compensativi e per applicare le misure
dispensative. Esse indicano il livello essenziale delle prestazioni richieste alle istituzioni scolastiche
e agli atenei per garantire il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA.
NOTA MINISTERIALE del 24.07.2012 Schema di accordo tra Governo, Regioni e Provincie
autonome di Trento e Bolzano su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione diagnostica dei
Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)”. La nota sancisce che:
- la diagnosi debba essere tempestiva e prodotta non oltre il 31 marzo, per gli alunni che
frequentano gli anni terminali di ciascun ciclo di studi;
- il percorso diagnostico venga attivato solo dopo che la scuola abbia attuato gli interventi
educativi e didattici previsti dalla L. 170/2010
- se il Servizio Sanitario Nazionale non è in grado di rilasciare la certificazione in tempi utili,
le Regioni forniscono criteri qualitativi per l’individuazione dei soggetti privati accreditati
per il rilascio delle diagnosi;
- la certificazione dei DSA deve evidenziare precisi elementi: la nota li indica e propone un
modello di certificazione per i DSA.
LINEE GUIDA MINISTRO PROFUMO del 27 DICEMBRE 2012
Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per
l’inclusione scolastica.
CIRCOLARE MINISTERIALE n. 8 del 6 marzo 2013 Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012
“Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per
l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative.