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DauniaArcheologicaCollana fondata daMarina Mazzei

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Claudio Grenzi Editore

a cura di

Francesca Franchin Radcliffe

Antiquity. A Quarterly Review of ArchaeologyPitt Rivers Museum. University of Oxford

Paesaggi sepolti in DauniaJohn Bradford

e la ricerca archeologica dal cielo1945-1957

Presentazione

Andrew Wallace-HadrillDirettore British School at Rome

Saggio introduttivo

Giuliano VolpeDirettore Dipartimento di Scienze Umane.

Territorio, Beni culturali, Civiltà letteraria, FormazioneUniversità di Foggia

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Desidero ringraziare in particolareDerek Andrewes per le fotografie di Patience e John Bradford,Cinzia Bacilieri per l’aiuto nella traduzione di Siticulosa Apulia,il dr Hector Catling per i suoi ricordi e il permessodi presentare la sua critica di Ancient Landscapes, JudithCurthoys, Catherine Delano-Smith per l’aiuto in molti aspettidel lavoro di John e Patience, e, assieme a Chris Musson,per i suggerimenti e le correzioni dopo aver letto il mio testo,Jocelyne Dudding, Peter Gathercole, Alessandra Giovenco,Kevin Jones, Mike Mockford, Bernard Nurse, Roy C. Nesbitche generosamente ha donato le foto di San Severoe ne ha autorizzato la pubblicazione, Rog Palmer, ValerieScott, Alastair Small, Eddie Smith, Andrew Wallace-Hadrill,Ruth Whitehouse e Cathy Wright.Infine ringrazio Claudio Grenzi per avermi sollecitatoa intraprendere questa ricerca.

Referenze fotograficheAntiquity. A Quarterly Review of ArchaeologyArchivio Claudio Grenzi EditoreArchivio Discum. Università di FoggiaMinistero della Difesa-Aeronautica, RomaPitt Rivers Museum. University of Oxford

Revisione dei testiMiriam Anzivino

My special thanks toDerek Andrewes, Cinzia Bacilieri, Dr Hector Catling, JudithCurthoys, Catherine Delano-Smith, Jocelyne Dudding, PeterGathercole, Alessandra Giovenco, Kevin Jones, MikeMockford, Chirs Musson, Bernard Nurse, Roy C. Nesbit, RogPalmer, Valerie Scott, Alastair Small, Eddie Smith, AndrewWallace-Hadrill, Ruth Whitehouse, Cathy Wright.I also thank Claudio Grenzi for asking me to translate JohnBradford’s Antiquity papers which was the starting point ofthis research.

Ai miei nipotini Lok, Arlo e Zeno

ISBN88-8431-201-9978-88-8431-201-3

© 2006 Tutti i diritti riservati.Nessuna parte di questa pubblicazionepuò essere tradotta, ristampata oriprodotta, in tutto o in parte, conqualsiasi mezzo, elettronico, meccanico,fotocopie, film, diapositive o altro senzaautorizzazione dell’Editore.

Printed in Italy

Claudio Grenzi sasVia Le Maestre, 71 · 71100 Foggiae-mail: [email protected]

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Indice

65 Siticulosa ApuliaJohn BradfordP.R. Williams-Hunt

83 Paesaggi sepolti nell’Italia meridionaleJohn Bradford

111 La spedizione archeologica inglese in ApuliaRelazione preliminareJohn Bradford

131 Paesaggi italiani “sepolti”La storia rivelata dalla fotografia aereaJohn Bradford

137 Relazione sui risultati di ricognizione sul campo…Arpi, 3 miglia a nord di Foggia in Puglia,Italia meridionaleJohn Bradford

141 L’antica città di Arpi in ApuliaJohn Bradford

[Documenti in fac-simile]

151 Siticulosa ApuliaAntiquity – vol. XX 1946John Bradford – P.R. Williams-Hunt

166 ‘Buried Landscapes’ in Southern ItalyAntiquity – vol. XXIII 1949John Bradford

188 The Apulia Expedition: An Interim ReportAntiquity – vol. XXIV 1950J.S.P. Bradford

204 “Buried” Italian landscapesHistory revealed by air photographsThe Times – Monday August 28 1950 – pg. 5John Bradford

209 Report on results of archaeologicalfield-work…October 1956John Bradford

223 The Ancient City of Arpi in ApuliaAntiquity – vol. XXXI 1957 – Plates VII and VIIIJohn Bradford

9 PresentazioneAndrew Wallace-Hadrill

13 Archeologia aerea, archeologia dei paesaggie archeologia globale della DauniaGiuliano Volpe

35 Bibliografia

39 John Bradforde la ricerca archeologica dal cieloFrancesca Franchin Radcliffe

52 Note biografiche

62 Bibliografia

11 ForewordAndrew Wallace-Hadrill

27 Aerial archaeology, landscape archaeologyand ‘total’ archaeology in DauniaGiuliano Volpe

53 John Bradfordand his archaeological research from the skyFrancesca Franchin Radcliffe

61 Biographical Notes

7 Glossario

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…Furono infatti i due ufficiali inglesi J. Bradford e P. Williams-Hunt, che, operando sulle aerofo-tografie [della RAF] del Tavoliere, scoprirono attraverso queste, l’esistenza di un grandissimonumero di stanziamenti preistorici; si deve poi alla sensibilità e alla lungimiranza del Bradford e dialcuni studiosi inglesi, se questo materiale [le fotografie belliche della RAF] rimase in Italia… *

* GIOVANNA ALVISI, presentazione alla mostraL’aerofotografia da materiale di guerra a bene cul-turale. Le fotografie aeree della RAF, organizzatadall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Docu-mentazione del Ministero per i Beni Culturali eAmbientali, 24 giugno-10 luglio 1980, BritishSchool at Rome, pp. 8-9.

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7GLOSSARIO

I termini utilizzati in questo volume sono quel-li abitualmente adottati dalla comunità inter-nazionale.Fonte: Glossario in CHRIS MUSSON, ROG PALMER,STEFANO CAMPANA, In volo nel passato, Firenze,All’Insegna del Giglio, 2005, pp. 11-13.

Cliff-castleInsediamenti a margine di alcune scarpate.

CompoundVillaggio trincerato.

Cropmark (tracce da vegetazione)Variazioni della crescita, del colore, dell’altez-za (o di altri parametri) delle colture che de-nunciano la presenza nel sottosuolo di elemen-ti archeologici o alterazioni naturali.Sottotipi sono le tracce di germinazione, i grass-mark (tracce sui suoli erbacei), i parchmark (trac-ce da aridità) e i weedmark (tracce da erbacce).

Ditch-enclosuresFossati interni.

Earthwork (tracce da microrilievo)Uno o più insiemi di tracce da microrilievo do-vuti alla presenza di terrapieni, cumuli, dossi,fossati, buche, macie, cave, ecc. (sia ben pre-servate sia erose) di evidente o possibile naturaantropica.

FarmsteadFattoria.

FarmyardAie.

Field-boundariesFossati di confine fra campi.

Grassmark (tracce sui suoli erbacei)Tipo di cropmark visibile in corrispondenza disuoli erbacei (pascoli o altre erbacce), spesso,in seguito a lunghi periodi di siccità.

Hillfort (insediamento fortificato d’altura)Termine generico per indicare un’area insedia-tiva provvista di opere difensive (fossato o cin-ta) situata su un alto morfologico. In Italia come

in Gran Bretagna il periodo in cui questo tipo dievidenza è maggiormente attestata è l’età del Fer-ro. Si noti che non rientrano in questa definizio-ne le strutture castrensi di età medievale.

HomesteadVillaggio con area produttiva.

HornworkStruttura (elemento, terrapieno) a U.

Hut-compoundUnità abitativa.

Hut-enclosureCapanna.

Soilmark (tracce sul suolo nudo)Variazione di colore riscontrabile sul suolo nudodovuta alla diversa composizione del terreno cheinfluisce sulla tessitura e sulle capacità di tratte-nere e rilasciare l’umidità o sulla riflessione del-la luce. Le differenze di colore possono indicarela presenza di elementi archeologici o di altreanomalie presenti nel sottosuolo.

Storage pitsSilos.

StubblemarksSegni su campi di stoppie.

Surrounding ditchesFossati di confine.

Test-excavationScavo di prova.

Weedmark (tracce da erbacce)Tipo di cropmark dovuto alla crescita di erbespontanee sia in fondi arati sia nei terreni de-stinati a pascolo.

Glossario

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8 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

Ci sono due ruoli che l’archeologia gioca regionalmente, permettendo di fare paragoni sia nellospazio che nel tempo… l’evoluzione episodica ma continua del territorio… Per esempio nellapianura di Foggia nell’Italia meridionale, in una sola fotografia verticale si possono osservare unkraal neolitico, una tenuta romana, un tratturo medievale abbandonato, e una fattoria modernacostruita dallo Stato: tutte una vicina all’altra. Questa regione della Puglia testimonia con eccezio-nale chiarezza l’alternarsi di culture, il loro sorgere e la loro caduta, si può osservare come il presen-te e il passato siano legati da un filo evoluzionario che spesso viene torto ma non completamentetagliato, un palinsesto di paesaggi, morti, atrofizzati e fiorenti. Metaforicamente, e in realtà, tutti ipaesi presentano una mostra permanente, una ‘galleria’ di paesaggi di ‘pittori’ vecchi e nuovi… *

* Dall’introduzione a JOHN BRADFORD, AncientLandscapes, Londra, G. Bell & Sons Ltd., 1957, p. viii.

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9PRESENTAZIONE

Presentazione

Progressi nascono anche dai traumi delle guerre e in particolare i progres-si nel campo del sapere. La numerosa partecipazione di archeologi britannicialle campagne del Nord Africa nel 1942-43 (dove John Ward-Perkins prestòservizio sotto Mortimer Wheeler) e durante la liberazione dell’Italia fra il 1943e il 1945, determinò il corso, dopo la guerra, dell’archeologia britannica inquesta regione. La presenza di John Bradford e Peter Williams-Hunt fu diimportanza decisiva nella campagna di fotografia aerea su vasta scala che laRAF operò dalla base di San Severo in Puglia. Questo malgrado fossero asse-gnati al Servizio Informazioni dell’Esercito e non alla RAF stessa, come Fran-cesca Radcliffe scrive nel suo importante studio biografico. Fotografie aereeerano già state effettuate negli anni precedenti, soprattutto di città come Romae Venezia, ma questa fu la prima campagna su vasta scala che ricoprì grandiestensioni del territorio italiano; ancor oggi queste fotografie formano unaparte essenziale della collezione della Aerofototeca nazionale. Bradford, chegià conosceva bene l’uso della fotografia aerea in Inghilterra, non solo rico-nobbe la loro importanza per lo studio per l’archeologia, ma persuase la RAFad andare oltre. Le sue missioni da San Severo gli avevano dimostrato la ric-chezza dell’archeologia che si nascondeva nel territorio che circonda Foggia ebenché la RAF non avesse priorità di condurre una campagna di ricognizioneaerea in questa zona (dove le forze Alleate si erano stabilite), egli persuase ilcommando della RAF ad eseguire delle speciali sortite di ricognizione comeaddestramento alla fine delle ostilità. Le condizioni del raccolto erano perfet-te e i risultati furono fra i più notevoli derivati da una campagna simile. Perquesta ragione solo, il lavoro di Bradford rimane un’applicazione esemplaredi una tecnica essenziale.

Possiamo però riflettere come la sua importanza si estenda oltre. Oggi lafotografia aerea è una fra le molte tecniche non-invasive nello studio dell’ar-cheologia del territorio. Lo splendido catalogo della mostra organizzata nel2003 dall’Aerofototeca, Lo Sguardo di Icaro, dimostra quanto importanti sia-no i metodi di cui Bradford fu pioniere. Nuove tecniche di prospezione geo-fisica, specialmente le applicazioni di resistività, quelle magnometriche e delgeoradar, danno risultati notevoli, mentre la fotografia satellitare e le scan-

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10 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

sioni tridimesionali (LIDAR) portano una dimensione nuova e stimolante.Tutte queste tecniche se paragonate agli scavi archeologici che mirano aidettagli specifici, hanno in comune la possibilità di studiare le attività umanedel passato nel territorio. Tuttavia tali studi sono complementari, non un’al-ternativa allo scavo archeologico. Bradford sottolineò enfaticamente l’im-portanza di far seguire ai risultati dello studio delle fotografie aeree lo scavoe la tragedia del suo progetto fu che la sua malattia, seguita dal grave inci-dente subito dalla moglie Patience, portò all’abbandono del suo progetto,che non fu mai completato. Ma la lezione essenziale è stata appresa: quella diconsiderare i paesaggi storici nel loro complesso.

Il progetto di Bradford fu simile in questo senso a quello che John Ward-Perkins attuò alcuni anni più tardi nell’Etruria meridionale. Francesca Rad-cliffe non nasconde la tensione personale esistente fra i due uomini. Ma iloro metodi e modi di vedere erano simili: Ward-Perkins riconobbe perfet-tamente il valore e l’importanza della fotografia aerea, preservò l’archiviodella RAF per l’Accademia Britannica di Roma (che solo dopo il suo ritornoin Inghilterra, fu consegnato all’Aerofototeca) e in molti modi il suo proget-to sull’Etruria meridionale dimostrò come sarebbe risultato il progetto diBradford sull’Apulia se questo avesse goduto delle stesse risorse e posizionein Italia.

Bradford e Ward-Perkins, i due ufficiali dell’Esercito Inglese, ridefinironolo scopo degli studi archeologici in Italia, almeno dalla parte britannica. Lostudio delle trasformazioni del territorio attraverso i tempi è una tradizioneche continua, con Tim Potter, Graeme Barker, John Lloyd, Helen Pattersone molti altri. Pochi hanno tentato di studiare una sfera cronologica così vastacome Bradford, dal Neolitico al Medioevo, e questo forse è dovuto alla natu-ra eccezionale del paesaggio che circonda Foggia: insediamenti preistoricisono intagliati nel terreno con chiarezza stupefacente (o almeno lo eranofinché arature profonde li obliterarono). Il Tavoliere non fu il solo campod’interesse di Bradford (che fu per esempio il primo a riconoscere la retestradale di Paestum prima degli scavi); ma è certamente il territorio dove ilsuo contributo fu, e rimane, di importanza fondamentale. L’iniziativa di Clau-dio Grenzi di commissionare le traduzioni degli scritti di Bradford sul pae-saggio dauno è accolta con grande interesse e siamo doppiamente grati aFrancesca Radcliffe per le sue traduzioni così utili e per il testo introduttivoche riesce a fare un po’ di luce sulla personalità singolare di John Bradford.

Andrew Wallace-HadrillDIRETTORE BRITISH

SCHOOL AT ROME

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11FOREWORD

Foreword

Out of the trauma of war come also advances, and specifically advances inlearning. The heavy involvement of British archaeologists in the North Afri-can campaign of 1942-1943 (where John Ward-Perkins served under Mor-timer Wheeler), and in the allied liberation of Italy between 1943 and 1945,determined the course of post-war British archaeology in the region. Of criti-cal importance was the involvement of John Bradford and Peter Williams-Hunt in the extensive RAF campaign of aerial photography of Italy based onSan Severo in Puglia, though as Francesca Radcliffe shows in her importantbiographical study, they were assigned to military intelligence in the armyrather than the RAF itself. Photographs had been made from the air before,especially of cities like Rome and Venice, but this was the first extensive cam-paign to cover large stretches of the Italian landscape; still today the photo-graphs form an essential part of the collection of the Aerofototeca Nazionale.Bradford, already familiar with the use of aerial photography in Britain, notonly recognized their importance for archaeological study, but persuaded theRAF to go a step further. His missions from San Severo had taught him therichness of the archaeological landscape around Foggia; and though this area(being already in Allied hands) was not a priority for the RAF, he persuadedthem after the cessation of hostilities to conduct a remarkable reconnaissancecampaign in the immediate area as a training exercise. The crop conditionswere perfect, and the results were some of the most remarkable to come fromany such campaign. For that reason alone, Bradford’s work remains a classicapplication of a vital technique.

But we may reflect that its importance spreads further. Today, aerial pho-tography is only one of many techniques for the non-invasive study of thearchaeology of landscape. The splendid catalogue of the 2003 exhibitionorganized by the Aerofototeca, entitled Lo Sguardo di Icaro, shows how im-portant the methods pioneered by Bradford remain. Alongside them, newtechniques of geophysical prospection, especially applications of resistivity,magnetometry and georadar, are producing notable results, while satellitephotography and three-dimensional scanning techniques (LIDAR) add anexciting new dimension. What all these have in common, in contrast to

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12 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

excavation, is the possibility of studying past human activity in the broaderlandscape, rather than digging up specific details. Such study is a comple-ment, not an alternative to excavation. Bradford always emphasised theimportance of following up the results of aerial photography with excava-tion, and the tragedy of his project is that his illness, followed by the seriousaccident suffered by his wife Patience, meant that his project never wascompleted. But the vital lesson was learnt of looking at historical landscapesmore broadly.

Bradford’s project was in this sense closely parallel to John Ward-Perkins’slightly later project in South Etruria. Francesca Radcliffe does not concealthe personal tension between the two men. But their approaches and meth-ods were closely allied: Ward-Perkins fully appreciated the importance ofaerial photography, saved the RAF archive for the British School (only afterhis retirement was it placed with the Aerofototeca), and in many ways hisSouth Etruria project was a mirror of what Bradford’s Apulia project mighthave been had he had the resource and standing in Italy.

Between them, these two army officers, Bradford and Ward-Perkins, re-defined the object of archaeological study in Italy, at least for the British. Thestudy of changing landscapes through time is a continuous tradition, throughTim Potter, Graeme Barker, John Lloyd, Helen Patterson and many others.Few have managed so wide a chronological scope as Bradford, from the Neo-lithic to the Medieval, and that is to do with the exceptional nature of thelandscape around Foggia: prehistoric settlements are etched on the landscape(or at least were so until deep ploughing obliterated them), with astonishingclarity. The Tavoliere was not Bradford’s only field of interest (he was, forinstance, the first to recognize the street pattern of Paestum before its excava-tion); but it was certainly the area where his contribution was, and remains, offundamental importance. It is greatly to be welcomed that Claudio Grenzihas commissioned this translation of Bradford’s contributions to the under-standing of the Daunian landscape; and we must all be grateful to FrancescaRadcliffe both for her skilful translation, and for the introductory essay whichdoes so much to bring to life the remarkable figure of John Bradford.

Andrew Wallace-HadrillDIRECTOR, THE BRITISH

SCHOOL AT ROME

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13ARCHEOLOGIA AEREA, ARCHEOLOGIA DEI PAESAGGI…

Archeologia aerea, archeologia dei paesaggie archeologia globale della DauniaGiuliano Volpe*

Il requisito dominante nello studiodel paesaggio antico sta ‘nella sua totalità’

John Bradford

In questa affermazione del grande archeologo inglese si manifesta tutto ilcarattere pionieristico, ma anche straordinariamente sperimentale e innova-tivo, del suo ampio progetto di ricerca archeologica, purtroppo rimasto in-completo, come ha sottolineato nel suo bel saggio introduttivo FrancescaRadcliffe, a seguito delle drammatiche vicende che caratterizzarono la suavita e quella di sua moglie Patience ed anche di altri studiosi inglesi dell’Apu-lia Committee, come G.D.B. Jones, che pure avevano tenacemente tentatodi portarlo a termine. Se fosse stato completato, quell’ambizioso progetto,che aveva già prodotto risultati sensazionali 1, favoriti anche da condizioni diconservazione dei paesaggi incomparabilmente migliori, nell’immediato se-condo dopoguerra, rispetto ad oggi, avrebbe fatto della Daunia uno dei ter-ritori meglio noti nel campo dell’archeologia dei paesaggi (basti pensare airisultati del progetto anglosassone sull’Etruria meridionale condotto in que-gli stessi anni 2).

Si è persa così una grande occasione.Quel filo però non si è fortunatamente del tutto spezzato nel corso di un

cinquantennio, grazie agli studi aerofotografici sulla Daunia di G. Schmiedt 3,G. Alvisi 4, G.D.B. Jones 5 e D. Riley 6, anche se solo molto recentemente si ètentato finalmente di riannodarlo mediante l’avvio di alcuni nuovi progettidi ricerca, che, con tecniche innovative e con l’adozione delle tecnologie so-fisticate oggi disponibili, ma con le radici ben fondate in questa solida tradi-zione di studi, conservano e valorizzano la stessa impostazione metodologicaindicata da Bradford negli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento. Inqueste indagini sono impegnati molti ricercatori italiani e stranieri, tra cuil’équipe archeologica attiva nella giovane Università di Foggia 7.

Negli ultimi tempi, infatti, il settore di indagine inaugurato da Bradfordsta conoscendo in Italia 8, dopo gli importanti lavori di F. Castagnoli e dellasua scuola 9, una stagione assai feconda di studi e di attività: basti ricordare la

1 - BRADFORD 1949; 1950; 1957a; 1957b;BRADFORD, WILLIAMS-HUNT 1946.

2 - Cfr. in particolare, tra i tanti contributiediti, WARD-PERKINS et al. 1968 e POTTER 1979.

3 - SCHMIEDT 1964; 1965; 1965-1967; 1967;1970; 1973; 1974; 1975; 1985; 1989.

4 - ALVISI 1962; 1964; 1970; 1977; 1979.5 - JONES 1980; 1987; 2000.6 - RILEY 1992.7 - Ho colto con entusiasmo l’invito a scrive-

re alcune pagine sulle attività di ricerca dell’Uni-versità di Foggia nel territorio daunio rivoltomidall’amico Claudio Grenzi, promotore di questaimportante e utile iniziativa editoriale, che sperorenda il giusto merito ad un grande protagonistadell’archeologia della Daunia e consenta una mag-giore circolazione dei suoi importanti contributiscientifici anche in ambito locale e soprattutto trai più giovani, che da questa grande lezione di me-todo hanno molto da imparare. Ringrazio per idati messi a mia disposizione anche in questa oc-casione Valentino Romano e Roberto Goffredo(dottorandi di ricerca con tesi dedicate rispettiva-mente alla Valle del Celone e alla Valle dell’Ofan-to), che nell’équipe foggiana curano in particola-re il settore dell’archeologia dei paesaggi, nel cuiambito stanno conducendo importanti ricerche.

8 - Una storia delle ricerche aerofotografichearcheologiche in Italia è in ALVISI 1989, pp. 18-31;PICCARRETA, CERAUDO 2000, pp. 73-97; Lo sguardodi Icaro, pp. 67-74; CERAUDO 2004, pp. 47-68;MUSSON, PALMER, CAMPANA 2005, pp. 16-33.

9 - Cfr. CERAUDO 2004, con la bibliografiaspecifica.

* Docente di Archeologia, Direttore del Di-partimento di Scienze Umane. Territorio,Beni culturali, Civiltà letteraria, Forma-zione – Università di [email protected]

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14 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

Fig. 1a-b. Immagini aereea confronto: Motta della

Regina (San Severo).a) Archivio Discum, Università

di Foggia (O. Braasch, 2005).b) Foto Bradford.

Fig. 1a

Fig. 1b

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15ARCHEOLOGIA AEREA, ARCHEOLOGIA DEI PAESAGGI…

pubblicazione di alcuni manuali italiani 10 e la nascita nel 2004 di una specificarivista dedicata a questo campo della ricerca archeologica Archeologia Aerea.Studi di aerotopografia archeologica, diretta da G. Ceraudo e F. Piccarreta 11, labella mostra del 2003, con il relativo catalogo a cura di M. Guaitoli, Lo Sguar-do di Icaro. Le collezioni dell’Aerofototeca Nazionale per la conoscenza del ter-ritorio 12, l’attività dell’Aerial Archaeology Research Group (AARG) e l’orga-nizzazione prima a Siena (1999) di un corso sul Remote Sensing 13 e poi ancoraa Siena e Grosseto (2001, 2005) e a Foggia (2003, 2007) di specifiche SummerSchools di archeologia aerea in Italia 14.

Da alcuni anni, dopo le prime ricerche personali, basate su indagini terri-toriali necessariamente non sistematiche condotte negli anni Ottanta e neiprimi anni Novanta, i cui risultati sono confluiti in due lavori sintesi sullaromanizzazione della Daunia 15 e sui paesaggi tardoantichi 16, è stato avviatonell’Università di Foggia un ampio progetto di archeologia dei paesaggi del-la Daunia 17, che privilegia, sotto il profilo dell’impostazione metodologica,l’analisi puntuale di comprensori geografici ben definiti, come le valli fluvia-li 18, e si caratterizza per l’adozione delle procedure tipiche dell’archeologiaglobale 19, mediante l’impiego integrato di una moltitudine di fonti (archeo-logiche, epigrafiche, letterarie, documentarie, ecc.) e di strumenti di indagi-ne diversi, l’apporto di una pluralità di discipline umanistiche e scientifiche,di tecniche e tecnologie innovative, sulla base, soprattutto, di domande sto-riche molteplici.

È noto come l'analisi storica di specifici territori, di microaree, di com-prensori geografici, di regioni costituisca una delle principali innovazioni me-todologiche della moderna storiografia. Si tratta di una sorta di ‘analisi al mi-croscopio’ condotta all'interno dell'area prescelta, tentando di ricostruire la‘storia totale’ di un territorio. In tal modo è possibile superare vecchi e conso-lidati stereotipi ed anche impostare su basi nuove le stesse ‘storie generali’,evitando il duplice rischio delle pericolose generalizzazioni e dei mille parti-colarismi.

In questo tipo di storicizzazione del territorio, lo stesso paesaggio diventaoggetto di ricerca. Il paesaggio attuale, infatti, è un complesso palinsesto di

10 - PICCARRETA 1987; ALVISI 1989; CERAUDO

1999; PICCARRETA, CERAUDO 2000; MUSSON, PAL-MER, CAMPANA 2005.

11 - Archeologia Aerea.12 - Lo sguardo di Icaro.13 - CAMPANA, FORTE 2001.14 - MUSSON 2004, pp. 81-90.15 - VOLPE 1990.16 - VOLPE 1996; cfr. anche 1999.17 - Una sintesi è in VOLPE 2005a, con l’indi-

cazione della bibliografia specifica.18 - CAMBI, TERRENATO 1994, pp. 132-135,

con i riferimenti alle esperienze principali; cfr.anche CARANDINI, CAMBI 2002.

19 - Sul concetto di ‘archeologia globale’ sivedano MANNONI 1997, pp. 21-25; MANACORDA

2004, pp. 136-139.

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16 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

Fig. 2a-b. Immagini aereea confronto:

Passo di Corvo (Foggia).a) Archivio Discum,

Università di Foggia (2003).b) Foto Bradford.

Fig. 2a

Fig. 2b

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17ARCHEOLOGIA AEREA, ARCHEOLOGIA DEI PAESAGGI…

paesaggi stratificati. In essi si conservano le tracce, i ‘segni’, del passato, delleinnumerevoli trasformazioni impresse dalla natura e dall'uomo nel corso deimillenni, delle strutture insediative, delle culture, del lavoro e della vita quoti-diana, dei saperi tecnologici e delle convinzioni religiose di ogni tempo. Inquesto tipo di indagine l’oggetto della ricerca non è più limitato ai manufattie allo studio delle relazioni tra gruppi di individui o società, ma si estendeanche agli ecofatti e alle relazioni tra l’uomo e l’ambiente, mediante l’inqua-dramento ecologico tipico delle procedure dell’archeologia ambientale.

In tal senso il paesaggio, vero e proprio ‘museo’ dell’evoluzione culturale,costituisce il campo privilegiato per l’archeologia globale, da non confonderecon una presuntuosa pretesa di poter ‘studiare tutto’ e meno che mai conl’illusoria aspirazione ad una comprensione e interpretazione di tutti i restimateriali, ma da intendersi più correttamente come globalità dell’approccioin un processo che non può che essere indiziario e richiedere una precisavalutazione ed un’attenta selezione dei contesti archeologici maggiormentecapaci di rispondere alle domande storiche che noi formuliamo.

Solo analisi multifattoriali di questo tipo sono in grado di garantire forsel’uscita dalle secche di una contrapposizione, ormai quasi solo ideologica,tra impostazioni iper-positiviste che subordinano la validità delle interpre-tazioni archeologiche alla qualità dei dati raccolti e delle tecniche impiegateper acquisirli (ma che spesso risultano prive di domande storiche e si limita-no all’impiego di strumenti tecnologicamente innovativi, all’accumulo didati, alla redazione di carte archeologiche intese come meri catasti di sitiarcheologici, totalmente incapaci di elaborazione storica) e posizioni iper-relativiste che giustificano le interpretazioni archeologiche unicamente allaluce delle personali convinzioni di ogni singolo ricercatore 20 (con il rischiodella formulazione di quadri storici privi di un solido fondamento di datiarcheologici).

L’analisi archeologica del paesaggio non può, infine, prescindere da unariflessione sul problema dello spazio, che costituisce per lo storico un tema diimportanza pari a quello del tempo. Sotto il profilo metodologico, la defini-zione di un taglio spaziale consiste infatti in un’operazione squisitamente in-20 - Cfr. MANACORDA 2004, p. 137.

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18 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

Fig. 3a-b. Immagini aereea confronto:

Posta Villano (Lucera).a) Archivio Discum,Università di Foggia

(A.V. Romano, 2005).b) Foto Bradford.

Fig. 3a

Fig. 3b

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19ARCHEOLOGIA AEREA, ARCHEOLOGIA DEI PAESAGGI…

terpretativa, capace anche di predeterminare i risultati di una ricerca, al paridella periodizzazione 21. Lo spazio da sottoporre ad indagine (una valle fluvia-le, il territorio di una città antica o l’area definita dai confini amministrativi diun comune o di una provincia attuali, ecc.) non rappresenta cioè una sempli-ce cornice da scegliere per comodità espositiva.

Seguendo tale impostazione teorica e prendendo le mosse dallo scavodell’importante sito rurale di San Giusto 22, dal 1998 si è avviato un progettodi ricognizioni sistematiche nella Valle del Celone, ancora in corso 23. Loscavo del complesso paleocristiano di San Pietro 24 e l’analisi dell’organizza-zione urbana tardoantica e del fenomeno della cristianizzazione di Canosasono stati invece all’origine nel 2003 del Progetto Valle dell’Ofanto 25. Infine,ancor più recentemente, lo scavo della grande e lussuosa villa romana e tar-doantica di Faragola 26 nel territorio di Ascoli Satriano, ha suggerito l’avviodi uno specifico progetto di ricognizioni sistematiche nella Valle del Cara-pelle 27 tra Ausculum ed Herdonia, città nella quale abbiamo condotto scavitra il 1993 e il 2000 28.

In tutti questi progetti si è cercato di individuare una comune (e al tempostesso flessibile) strategia d’indagine, cercando di coniugare le prassi dellamoderna archeologia dei paesaggi con la sperimentazione di nuove metodo-logie diagnostiche. In questo quadro, come aveva intuito Bradford, uno stru-mento straordinariamente efficace nel Tavoliere, per le stesse caratteristichegeomorfologiche e pedologiche di questo territorio e per il tipo di colturecerealicole ancora prevalenti, si dimostra la ricognizione aerea finalizzata al-l’acquisizione di dati su scala macro- e micro-territoriale 29. Dal 2002 si è av-viata una proficua collaborazione con due maestri dell’aerofotografia archeo-logica, Otto Braasch dalla Germania e Chris Musson dal Regno Unito, mem-bri dell’AARG, e nel 2003 si è organizzata la I Summer School di archeologiadell’Università di Foggia, riservata a giovani studenti e ricercatori che sonostati introdotti alla teoria e alla pratica della prospezione aerea e della fotogra-fia obliqua, grazie al competente apporto di docenti provenienti da tutta Eu-ropa e al prezioso supporto dell’Aeroclub di Foggia 30. Queste prospezioni,proseguite negli anni successivi, anche grazie al progetto Culture 2000

21 - Si vedano le osservazioni di SALVEMINI

2002.22 - San Giusto; VOLPE 2001 e 2003.23 - Cfr. VOLPE 2001; VOLPE, ROMANO, GOF-

FREDO 2003; 2004; ROMANO, VOLPE 2005; le inda-gini sul campo sono coordinate da A.V. Romano.

24 - VOLPE et al. 2002 e 2003.25 - GOFFREDO, VOLPE 2005a; 2005b e c.s.;

le indagini sul campo sono coordinate da R. Gof-fredo.

26 - VOLPE, DE FELICE, TURCHIANO 2005a;2005b; 2005c.

27 - GOFFREDO, VOLPE c.s.; le prime indaginiaeree hanno già portato all’individuazione di nu-merosi siti, tra cui varie fattorie e ville romane.

28 - Ordona X e Ordona XI.29 - Ciò è ora possibile grazie all’abrogazio-

ne, nel dicembre del 2000, della legge del 1939 (cfr.PICCARRETA, CERAUDO 2000, pp. 198-203), che difatto rendeva difficile per i soggetti non commer-ciali la realizzazione di fotografie aeree oblique.

30 - La Scuola è stata resa possibile grazie alsupporto finanziario del Museo del Territorio del-la Provincia di Foggia, della Fondazione Banca delMonte e dei comuni di Ascoli Satriano e San Pao-lo di Civitate, oltre alla disponibilità della Soprin-tendenza per i Beni Archeologici della Puglia (M.Mazzei). La segreteria scientifica e organizzativa èstata curata da A.V. Romano e R. Goffredo.

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20 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

Fig. 4a-b. Immagini aereea confronto: Villa cd.Troia North (Troia).

a) Archivio Discum, Università diFoggia (D. Grosman, 2003).

b) Foto Bradford (da JONES 1980).

Fig. 4a

Fig. 4b

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21ARCHEOLOGIA AEREA, ARCHEOLOGIA DEI PAESAGGI…

‘European Landscapes: Past, Present and Future’, cui l’Università di Foggiapartecipa in qualità di coorganizzatore, hanno prodotto alcune migliaia difotografie che hanno consentito di individuare oltre un migliaio di siti ritenutidi interesse archeologico. Infine è in atto un progetto italo-britannico 31 fina-lizzato al recupero, alla digitalizzazione e alla pubblicazione dell’intero patri-monio aerofotografico e dell’archivio Bradford, con il completamento del-l’originario progetto sull’Apulia, consistente nella pubblicazione dei due vo-lumi sull’età romana e su quella medievale e nell’integrazione di quello dedi-cato all’età neolitica, pubblicato nel 1987 32.

Procedendo, dunque, sul doppio binario del recupero della documenta-zione pregressa e dell’acquisizione di nuovi dati, si sta tentando la realizzazio-ne di un programma sistematico di censimento e monitoraggio del patrimo-nio archeologico, edito e inedito, della Puglia settentrionale minacciato dauno sviluppo urbanistico e territoriale mal pianificato, dalla realizzazione diopere ad alto impatto ambientale e reti pubbliche di servizi, dalla ripresa della(mai sanata) piaga dello scavo clandestino.

Secondo un altro dei fondamenti del progetto di Bradford, è la ricognizio-ne di superficie a rappresentare lo strumento d’indagine principale. La strate-gia adottata contempla infatti l’interazione tra survey estensivi su ampie aree esurvey intensivi su zone campione. Inoltre a partire dall’estate del 2002, al finedi approfondire la comprensione delle evidenze archeologiche rinvenute insuperficie o dall’aereo, sono state effettuate, in collaborazione con MarcelloCiminale del Dipartimento di Geologia e Geofisica dell’Università degli Stu-di di Bari e Helmut Becker del Department for Archaeological Prospectionand Aerial Archaeology of Münich, prospezioni magnetometriche ad alta ri-soluzione in alcuni dei siti più interessanti individuati nel corso delle ricogni-zioni sul campo effettuate nella valle del Celone (come il vicus romano e tar-doantico di Montedoro e il villaggio neolitico di Monte San Vincenzo), al finedi definirne l’articolazione planimetrica e sottoporre a verifica l’evidenza disuperficie 33.

La complessità della strategia adottata e l’ingente mole di dati acquisitihanno reso infine indispensabile la realizzazione di un sistema GIS per l’ar-

31 - Del gruppo di lavoro fanno parte ElenaAntonacci, Cinzia Bacilieri, Bob Bewley, KeriBrown, Michael Crawford, Catherine Delano-Smith, Edward Herring, Martin Millett, ChrisMusson, Helen Patterson, Francesca Radcliffe,Alastair Small, Giuliano Volpe e Ruth White-house. Una riunione di programmazione si è svol-ta a Londra il 28.11.2003 presso la Society ofAntiquaries. Il lavoro di reperimento e cataloga-zione delle foto (sparse in varie sedi, tra l’AerialPhotograph Archive dell’University of Keele, l’ar-chivio di Ruth Whitehouse, il Pitt Rivers Museumdi Oxford, l’Aerofototeca Nazionale di Roma) èormai molto avanzato grazie ad Alastair Small,Cinzia Bacilieri, Philip Kenrick e Francesca Rad-cliffe. Si spera di poter presto passare alla fase dielaborazione, studio e pubblicazione.

32 - JONES 1987.33 - I risultati di queste indagini sono in an-

cora in fase di elaborazione. Alcuni dati prelimi-nari sono in VOLPE, ROMANO, GOFFREDO 2003, p.188; 2004; ROMANO, VOLPE 2005.

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22 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

Fig. 5a-b. Immagini aereea confronto: San Lorenzo in

Carmignano (Foggia).a) Archivio Discum, Università di

Foggia (A.V. Romano, 2005).b) Foto Bradford.

Fig. 5a

Fig. 5b

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23ARCHEOLOGIA AEREA, ARCHEOLOGIA DEI PAESAGGI…

chiviazione, la gestione e la visualizzazione delle informazioni raccolte.In tal senso si è raggiunta un’intesa tra il Dipartimento di Scienze Umane

dell’Università di Foggia e la Provincia di Foggia per la realizzazione del Pro-getto “Carta Archeologica della Provincia di Foggia” (analogo a quello giàfelicemente avviato da anni in altre realtà italiane, ad esempio la Provincia diSiena), composto sia di fascicoli a stampa sia di un sistema informativo terri-toriale, consultabile anche on line, con particolare riferimento al problemavalutazione di impatto archeologico.

Pur con un approccio fortemente diacronico alla lettura del paesaggio,dalla Preistoria al tardo Medioevo, i dati finora acquisiti hanno consentito diaccrescere notevolmente le conoscenze in particolare sulla fase romana etardoantica, in riferimento alle tipologie insediative, all’articolazione dellaproprietà e della produzione agraria, alla cristianizzazione delle campagne,alle trasformazione dei paesaggi a seguito della destrutturazione dell’assettotardoantico e alla creazione di nuovi modelli in età altomedioevale 34. Si co-minciano così a cogliere i primi risultati di un progetto di ricerca in atto daun decennio, che sta profondamente arricchendo e modificando le nostreconoscenze, contribuendo a dare consistenza materiale a quel ‘sistema agra-rio tardoantico’, che pare caratteristico di ampie zone dell’Italia meridiona-le. In tal senso l’analisi dell’organizzazione insediativa rurale si è andata arti-colando in vari filoni di indagine, dalla storia agraria alla geografia ammini-strativa ed economica, dalla produzione e circolazione delle ceramiche e dialtri manufatti all’archeozoologia, all’archeoantropologia, all’archeologiaambientale, all’archeologia dell’architettura. La globalità dell’approccio e laprofonda multidisciplinarità rappresentano così l’elemento fondante di que-sta ricerca sui paesaggi dell’Apulia, che ha anche tentato di coniugare alcuneesigenze fondamentali del lavoro archeologico (ricerca, didattica, tutela evalorizzazione). Questo recente progresso delle ricerche è emerso chiara-mente in occasione del ‘I Seminario sul Tardoantico e l’Altomedioevo inItalia meridionale’ tenuto a Foggia nel 2004, dedicato, non a caso, proprio altema Paesaggi e insediamenti rurali in Italia meridionale fra Tardoantico eAltomedioevo 35. Sono ora in fase di avvio anche progetti finalizzati all’analisi

34 - Se ne veda una sintesi in VOLPE 2005a;2005b, con il rinvio alla bibliografia specifica.

35 - VOLPE, TURCHIANO 2005.

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24 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

Fig. 6a-b. Immagini aereea confronto: Torrione del

Casone (San Severo).a) Archivio Discum, Università

di Foggia (O. Braasch, 2005).b) Foto Bradford.

Fig. 6a

Fig. 6b

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25ARCHEOLOGIA AEREA, ARCHEOLOGIA DEI PAESAGGI…

dei paesaggi preistorici e di quelli medievali: quest’ultimo filone di indaginetrova un riferimento importante nello scavo, iniziato nel 2005, di uno degliinsediamenti medievali ai quali Bradford riservò particolare attenzione, SanLorenzo in Carmignano 36 (fig. 5). Proprio questo abitato abbandonato, alleporte di Foggia, rivela quanto, nel corso di questo cinquantennio, le condi-zioni del paesaggio siano notevolmente peggiorate rispetto all’epoca in cuioperava Bradford, che già aveva lamentato i rischi di distruzione dei siti an-tichi a causa dell’avvio della agricoltura meccanizzata nel Tavoliere 37. I lavoriagricoli condotti con mezzi sempre più potenti, l’abusivismo edilizio, maanche le grandi opere pubbliche, come strade, metanodotti, dighe, condotteidriche ed ora i parchi eolici, realizzate spesso senza un’adeguata ‘valutazio-ne dell’impatto archeologico’ 38, stanno progressivamente riducendo il po-tenziale informativo dell’archivio storico conservato nel paesaggio. Risultaimpressionante così mettere a confronto le foto aeree studiate e pubblicateda Bradford con quelle realizzate nel corso delle più recenti prospezioniaeree e verificare quanto, a parte alcuni casi fortunati in cui la leggibilità deisiti risulta ancora buona, sia avanzato in questi decenni lo stato di degradodei depositi archeologici sepolti del Tavoliere (figg. 1-6).

Un’ultima breve annotazione va quindi riservata, a conclusione di questenote, proprio agli aspetti della tutela preventiva. Riprendendo e adattandoun’efficace formula coniata da D. Manacorda a proposito dell’‘archeologiaurbana’, potremmo definire l’archeologia (globale) dei paesaggi come l’archeo-logia del territorio, condotta nel territorio, e per il territorio. Lo studio deipaesaggi urbani e rurali stratificati costituisce cioè lo strumento più adegua-to anche per la difesa dei paesaggi stessi e per una programmazione degliinterventi nel territorio, da quelli edili a quelli infrastrutturali, più attenta allatutela e alla valorizzazione del patrimonio archeologico, capace di conciliarele esigenze della società attuale con la conservazione delle tracce del passato.Gli strumenti diagnostici tipici dell’archeologia dei paesaggi, dall’interpreta-zione delle foto aeree alle prospezioni geofisiche, dalla ricognizione sistema-tica alla ricerca d’archivio, con la redazione di carte archeologiche e di cartedel rischio e la creazione di sistemi informativi territoriali, possono offrire un

36 - Lo scavo è condotto con la responsabi-lità di Pasquale Favia.

37 - Si vedano, nel saggio di F. Radcliffe, leconsiderazioni esposte da Bradford in una lette-ra al soprintendente C. Drago.

38 - Solo ora l’Italia si è dotata di una dispo-sizione legislativa in materia di archeologia pre-ventiva (n. 109 del 25 giugno 2005), di cui si at-tendono ancora i decreti attuativi.

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26 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

contributo straordinario, se solo si vorrà lavorare in maniera coordinata ecooperativa, anche utilizzando maggiormente il contributo che l’universitàpotrebbe e vorrebbe offrire.

Come ci ha insegnato J. Bradford, il paesaggio racconta, se solo lo si saascoltare. Racconta storie piccole e grandi, illustra vicende locali e avveni-menti generali, riflette trasformazioni minime e mutamenti epocali. Rap-presenta l’archivio della storia e dell’identità di un territorio e delle gentiche nel corso dei millenni l’hanno abitato e trasformato. Parafrasando lafelice e famosa immagine braudeliana a proposito dei diversi tempi dellastoria, secondo cui gli eventi relativi alla storia di breve durata sono parago-nabili alle onde della superficie agitata del mare, mentre gli abissi, dove leacque sono sempre più calme e le luci più fioche, sono simili ai fenomeni daitempi lenti e dalla lunga durata, è evidente come il paesaggio conservi insuperficie le tracce delle recenti trasformazioni più o meno profonde (a vol-te vere e proprie ferite inflitte in nome di un’insensata e malintesa idea dimodernità irrispettosa del passato), ma custodisca più in profondità anche isegni di vicende lontane nel tempo, spesso indicate solo dal diverso coloredella vegetazione, dalla presenza di ruderi, da materiali portati in superficiecon le arature. Villaggi neolitici, fattorie, ville e villaggi romani, centuriazio-ni e strade, castelli e insediamenti fortificati medievali, masserie, casali echiese, tratturi della transumanza. Sono migliaia le tracce, più o meno evi-denti o evanescenti, dei paesaggi antichi stratificatisi nel tempo e gelosa-mente custodite dal paesaggio attuale della Daunia, oggi più che mai forte-mente a rischio di definitiva distruzione. Tracce finora indelebili, o almenodifficili da cancellare come quelle rughe che segnano nel corso degli anni lapelle di un uomo e ne evidenziano la personalità e l’identità, in definitiva lastoria della sua vita.

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27AERIAL ARCHAEOLOGY, LANDSCAPE ARCHAEOLOGY…

Aerial archaeology, landscape archaeologyand ‘total’ archaeology in DauniaBy Giuliano Volpe*

Translated by F. Radcliffe and C.R. Musson

The governing requirement in the studyof the ancient landscape lies in its ‘totality’.

John Bradford

These words summarise the philosophy of John Bradford, the great Eng-lish archaeologist, and demonstrates the extraordinarily innovative and ex-perimental character of his pioneering research-work. Sadly, as FrancescaRadcliffe underlined in her admirable introductory essay, Bradford’s researchremained unfinished, in the face of dramatic vicissitudes in his own life andthat of his wife Patience. Problems also stood in the way of the other Englishscholars of the Apulia Committee, among them G.D.B. Jones who tried sohard to bring Bradford’s work to completion. The project had already pro-duced sensational results in the immediate post-war years 1 when the land-scape of Daunia was incomparably better preserved than it is today. HadBradford’s ambitious project been properly finished it would have made thelandscape of Daunia one of the best known in the world of landscape archae-ology – we only have to think of what was achieved in those years by theEnglish project in southern Etruria 2.

Thus, a great opportunity was lost.Fortunately the thread was not entirely broken over the next fifty years,

thanks to air-photographs studies in Daunia by G. Schmiedt 3, G. Alvisi 4,G.D.B. Jones 5, e D.N. Riley 6. More recently efforts have been made to pickup the thread through new research-work. While using innovative techniquesand the sophisticated technology of the present day, this new work is never-theless soundly rooted in traditional of research, conserving and enhancingthe kind of methodology advocated by Bradford in the 1940s and 1950s.New lines of investigation are being followed by a number of scholars, bothfrom inside and outside Italy, including the archaeological team from the still-youthful University of Foggia 7.

In Italy, indeed, following the major works of F. Castagnoli and his school 8,the field of research initiated by Bradford has in recent years been enjoying arich new vein of study and investigation 9. One need only mention the publi-

1 - BRADFORD 1949; 1950; 1957a; BRADFORD,WILLIAMS-HUNT 1946.

2 - Among others WARD-PERKINS et al. 1968and POTTER 1979.

3 - SCHMIEDT 1964; 1965; 1965-1967; 1970;1973; 1974; 1975; 1985; 1989.

4 - ALVISI 1962; 1964; 1970; 1977; 1979.5 - JONES 1980; 1987; 2000.6 - RILEY 1992.7 - I was delighted to accept the invitation of

my friend Claudio Grenzi to write a few pages onthe research in Daunia carried out by the Univer-sity of Foggia. I hope that the important initiativethat he is promoting and publishing will do justiceto John Bradford, a great protagonist of the ar-chaeology of Daunia. It will provide a larger circu-lation of his outstanding scientific contribution inthe region, for the benefit above all of young schol-ars, who have much to learn from this great lessonin methodology. I acknowledge and thank Valen-tino Romano e Roberto Goffredo for the valuableinformation that they have provided on this occa-sion. Both are currently writing PhD dissertations,on research in the river valleys of the Celone andof the Ofanto respectively. As part of the Foggiaarchaeological team they specialise in and pursuemajor studies in landscape archaeology.

8 - The history of air photo studies in Italy isdescribed in ALVISI 1989, pp. 18-31; PICCARRETA,CERAUDO 2000, pp. 73-97; Lo Sguardo di Icaro,pp. 64-74; CERAUDO 2004, pp. 47-68; MUSSON,PALMER, CAMPANA 2005, pp. 16-33.

9 - Cfr. CERAUDO 2004, with its specialistbibliography.

* Full professor of Archaeology, Director ofHuman Sciences Department. Landscape,Cultural Heritage, Literary Civilisation,Education, of Foggia [email protected]

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28 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

cation of a number of Italian manuals 10 and in 2004 the appearance of thefirst issue of the journal Archaeologia Aerea. Studi di Aerotopografia Archeolo-gica 11, devoted specifically to this field of research and edited by G. Ceraudoand F. Piccarreta. In 2003 there was also the splendid exhibition, ‘Lo Sguardodi Icaro. Le collezioni dell’Aerofototeca Nazionale per la conoscenza del territorio’,with its accompanying catalogue edited by M. Guaitoli 12. We can also pointto the Aerial Archaeology Research Group (AARG) and its involvement, inone way or another, in the organisation of Summer Schools on Remote Sens-ing at Siena in 1999 13 and on Aerial Archaeology at Siena and Grosseto in2001 and 2005 and at Foggia in 2003 and 2007 14.

My own early researches in the 1980s and 1990s were devoted primarily tolandscape studies. They were naturally less systematic than those of the presentday but they resulted in two works of synthesis: on the Roman colonization ofDaunia 15 and on the landscapes of Late Antiquity 16. Following this early workthe University of Foggia has placed in hand a comprehensive archaeologicalstudy of the landscapes of Daunia 17. This uses a strictly methodological ap-proach in the analysis of well-defined geographical areas such as particularriver valleys 18. The research has adopted the procedures of ‘total archaeol-ogy’ 19, involving the integrated use of multiple sources (archaeological, epi-graphic, literary, documentary etc) as well as new technology and innovativeinvestigative techniques drawn both from the humanities and from the worldof science. Above all, however, the basis of the study lies in a series of specifi-cally historical questions.

The historical analysis of particular landscapes, within local areas or geo-graphically defined territories or regions, is one of the foremost methodologi-cal innovations of modern historiography. In some ways it resembles analysisunder the microscope – attempting, within the chosen area, to create a ‘totalhistory’ of the landscape’s development. Through this approach it is possibleto dispense with fossilised stereotypes and to create a new basis of historicalexposition, avoiding the twin risks of over-generalisation and excessive pre-occupation with detail.

In a territorial study of this kind the landscape itself becomes the object of

10 - PICCARRETA 1987; ALVISI 1989; CERAUDO

1999; PICCARRETA, CERAUDO 2000; MUSSON,PALMER, CAMPANA 2005.

11 - Archeologia Aerea.12 - Lo Sguardo di Icaro.13 - CAMPANA, FORTE 2001.14 - MUSSON 2004, pp. 81-90.15 - VOLPE 1990.16 - VOLPE 1996; 1999.17 - For a summary see VOLPE 2005a, with

its specialist bibliography.18 - CAMBI, TERRENATO 1994, pp. 132-135,

refers to the main evidence; see also CARANDINI,CAMBI 2002.

19 - In Italian ‘archeologia globale’, a conceptdiscussed by MANNONI 1997, pp. 21-25; MANA-CORDA 2004, pp 136-139.

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29AERIAL ARCHAEOLOGY, LANDSCAPE ARCHAEOLOGY…

research. The landscape of today presents a complex palimpsest of past land-scapes laid one upon the other. Within itself it preserves the traces, the ‘signs’,of the past, the transformations left by man and nature over the millennia, thesettlements, the cultures, the patterns of daily life and work, the technicalknowledge and religious beliefs of the passing years. In this type of study theobject of study is no longer just the artefacts or the relationships betweenparticular groups of individuals or societies but also encompasses ecofactsand what they tell us about the environment of the past through the estab-lished procedures of environmental archaeology.

In this sense the landscape, itself a veritable ‘museum’ of cultural evolu-tion, becomes the special preserve of ‘total archaeology’, not in some pre-sumptuous effort to ‘study everything’, nor even in the illusory search forcomplete understanding and interpretation of all the material finds. Our aim,rather, is a totality of approach within a process which can never be betterthan ‘indicative’. We rely, too, on the careful evaluation and selection of thosearchaeological contexts which are most likely to offer answers to the historicalquestions which we wish to pose.

Only analysis of a wide variety of factors of this kind will guarantee ourescape from an arid and now almost totally ideological confrontation. On theone side there is hyper-positivism, which subordinates the validity of archaeo-logical interpretation to the quality of the data collected and the techniques ofacquisition. The work often lacks any basis in historical questioning and lim-its itself to the use of technological innovation, the accumulation of data andthe drafting of archaeological maps that register the location of archaeologi-cal sites without offering any prospect of historical interpretation. On theother hand there is hyper-relativism, which justifies its archaeological inter-pretations purely on the basis of the personal beliefs of the individual re-searchers 20, risking the creation of historical perspectives that lack any firmroots in archaeological data.

The analysis of landscape history, of course, cannot proceed without theconcept of space, which is as fundamental to the historian as the idea of time.20 - Cfr. MANACORDA 2004, p. 137.

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30 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

Within the limitations of the methodology the identification of spatial differ-entiation is itself a fascinating interpretative exercise, capable of determiningthe outcome of research just as much as questions of time 21. For this reasonthe chosen study-area (a river valley, the territory of an ancient town or anarea defined by the civil boundaries of a city state or a modern region etc)represents more than just an ‘outline’ drawn for descriptive convenience.

Following the excavations at the important rural site of San Giusto 22,and with this kind of idea in mind, a systematic programme of survey was setin train in 1998 in the valley of the River Celone 23. Later, excavations at theearly Christian site of San Pietro 24, and analysis of the urban structure ofLate Antiquity along with the spread of Christianity in Canosa, gave rise in2003 to the Ofanto River Project 25. More recently excavations at the vastand sumptuous late Roman villa at Faragola 26, near Ascoli Satriano, haveprompted the inception of systematic survey in the valley of the RiverCarapelle 27, between Ausculum and Herdonia, where the university carriedout excavations from 1993 to 2000 28.

In all these projects we have tried to adopt a consistent but flexible strat-egy, combining the established practices of modern landscape survey withexperimentation in the use of new investigative techniques. Within this frame-work aerial reconnaissance 29 – as Bradford realised fifty years ago – is clearlythe most effective instrument for acquiring new data, both on the local andregional scale, because of the Tavoliere’s particular geomorphology andpedology and its continuing domination by cereal cultivation. From 2002onwards a fruitful collaboration has been established with two masters ofaerial archaeology and air photography, Otto Braasch from Germany andChris Musson from the United Kingdom, both of them members of AARG.Having first flown over the Tavoliere together in 2001, they subsequentlytook part in and helped to organise the 1st Summer School in aerial archaeol-ogy at the University of Foggia, in 2003. During this School a team of tutorsfrom all over Europe introduced students and young research workers, withthe ready co-operation of the Foggia Aero Club, to the theory and practice ofaerial survey and oblique air photography 30. The programme of aerial explo-

21 - For observations on this see SALVEMINI

2002.22 - San Giusto; VOLPE 2001 and 2003.23 - See VOLPE 2001; VOLPE, ROMANO, GOF-

FREDO 2003; ROMANO, VOLPE 2005. The fieldsurvey is being coordinated by A.V. Romano.

24 - VOLPE et al. 2002 and 2003.25 - GOFFREDO, VOLPE 2005a; 2005b and c.s.

The field survey is being coordinated by R. Gof-fredo.

26 - VOLPE, DE FELICE, TURCHIANO 2005a;2005b; 2005c.

27 - GOFFREDO, VOLPE c.s. The first flightshave already led to the identification of largenumbers of sites, including several Romanfarmsteads and villas.

28 - Ordona X e Ordona XI.29 - This has now been made possible by the

repeal of the 1939 law (PICCARRETTA, CERAUDO

2000, pp. 198-203) which made it difficult to takeoblique air photographs for other than commer-cial purposes.

30 - The School was made possible byfinancial support from the Museo del Territorio ofthe Province of Foggia, the Fondazione Banca delMonte, and the Municipal Offices of Ascoli Sa-triano and San Paolo di Civitate. Help was alsofreely given by the Beni Archeologici della Puglia(M. Mazzei). Scientific and organisational oversightwas provided by A.V. Romano and R. Goffredo.

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31AERIAL ARCHAEOLOGY, LANDSCAPE ARCHAEOLOGY…

ration has continued in the following years, most recently as part of the Cul-ture 2000 project ‘European Landscapes: Past, Present and Future’, in whichthe University of Foggia is one of the co-organisers. This continuing workhas produced several thousand air photographs, revealing more than a thou-sand sites of archaeological interest. Finally a British-Italian 31 project hasbeen established with the aim of identifying, digitising and publishing theentire air-photographic content of the ‘Bradford archive’ and completing theoriginal aims of the Apulia Committee by publishing two further volumes,on the Roman and Medieval periods, to match the Neolithic volume alreadypublished in 1987 32.

So, working on the twin track of recovering earlier documentation andacquiring new data, we are trying to carry out a systematic programme ofexploration and monitoring of the archaeological heritage in northern Puglia,whether published or not. This landscape is now under serious threat fromill-planned urban and rural development, from environmentally-damagingpublic projects and from the renewed scourge (never really eradicated) ofillegal excavation.

A fundamental element in Bradford’s research method was fieldwork, which(after aerial survey) provided him with his primary investigative tool. Ourown strategy, too, involves an interaction between broad-scale survey of largeareas and intensive survey of more restricted zones. In addition, since 2002,so as to reinforce our understanding of the both the field and the aerial evi-dence, we have been conducting a programme of high-resolutionmagnetometer prospection through a collaboration with Marcello Ciminaleof the Department of Geology and Geophysics at the University of Bari andHelmut Becker of the Department of Archaeological Prospection and AerialArchaeology in Münich. This has focused on a number of the most interest-ing sites revealed during field survey in the Celone Valley, for example theRoman and late-Roman vicus at Montedoro and the Neolithic village at MonteSan Vincenzo. The aim is to further define the plan-form of the sites and totest the evidence gathered in the field 33.

31 - Taking part in the working group are:Elena Antonacci, Bob Bewley, Keri Brown,Michael Crawford, Catherine Delano-Smith,Edward Herring, Martin Millett, Chris Musson,Helen Patterson, Francesca Radcliffe, AlastairSmall, Giuliano Volpe and Ruth Whitehouse. Ameeting took place in London on 28 November2003 at the Society of Antiquaries. Work onlocating and cataloguing the photographs (housedvariously in the Aerial Reconnaissance Archivesof Keele University, in Ruth Whitehouse’s perso-nal archive, in the Pitt Rivers Museum at Oxford,and in the Aerofototeca Nazionale in Rome) hasalmost reached the final stage, thanks to AlastairSmall, Cinzia Bacilieri, Philip Kenrick and Fran-cesca Radcliffe. It is hoped that the next phase ofcareful examination, study and publication, willsoon follow.

32 - JONES 1987.33 - The results of these investigations are still

being studied. Some preliminary results arepresented in VOLPE, ROMANO, GOFFREDO 2003,p. 188; 2004; ROMANO, VOLPE 2005.

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32 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

The complexity of the research strategy and the vast quantity of datarecovered have made it indispensable to create a GIS system for the storage,management and presentation of the collected information. For this pur-pose the Department of Human Sciences at the University of Foggia and theProvince of Foggia have agreed to undertake a joint project under the title‘Archaeological Map of the Province of Foggia’, similar to projects begunsome years ago in other parts of Italy, for example in the Province of Siena.This will consist of both printed publications and an on-line informationsystem for the area, paying particular attention to the evaluation of archaeo-logical risk.

We have taken a robustly multi-period approach to the reading of thelandscape – from Prehistory to the late Medieval. But the data collected sofar have enabled us to increase our understanding, in particular, of the Ro-man period and Late Antiquity – settlements-types, property boundaries andfarming output, the rural spread of Christianity, the transformation of thelandscape following the collapse of the Late Antiquity order and the creationof new models in Early Medieval times 34. We are now beginning to reap therewards of a project started some ten years ago, profoundly enriching andmodifying our understanding and contributing a consistent factual basis forthe ‘Late Antiquity farming system’ which seems to have characterised largeparts of southern Italy. In this way the analysis of rural settlement has broughttogether various lines of research, from agrarian history to economy and ad-ministration, from the production and trading of ceramics and other arte-facts to archaeo-zoology and archaeo-anthropology, from environmental ar-chaeology to the archaeology of buildings. This ‘total’ approach, involving somany different disciplines, represents the foundation of our research into thelandscapes of Apulia, bringing together several basic forms of archaeologicalwork – research, teaching, protection and positive conservation. The progressof this research was amply demonstrated at the ‘1st Symposium on the LateAntiquity and High Medieval Periods in southern Italy’, held at Foggia in2004, appropriately enough on the theme of Landscapes and rural settlement

34 - For a summary see VOLPE 2005a; 2005bwith the related bibliographies.

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33AERIAL ARCHAEOLOGY, LANDSCAPE ARCHAEOLOGY…

in southern Italy between Late Antiquity and High Medieval Times 35. Otherprojects are at the moment in their early stages, such as the analysis of prehis-toric and medieval landscapes. This last line of research finds a link with thepast in the excavation, from 2005, of one of the medieval settlements to whichBradford drew particular attention, San Lorenzo in Carmignano 36 (fig. 5).This abandoned settlement at the very gates of Foggia provides a dramaticillustration of the deterioration of the landscape in the fifty years since Brad-ford drew attention to the threat posed to the archaeology of the Tavoliere bythe introduction of industrialised farming 37. The use in farming of ever morepowerful equipment has now been joined by uncontrolled building activity,the construction of roads and gas pipelines, the digging of drainage ditchesand irrigation canals and (in the last few years) the construction of wind-farms – all without adequate archaeological evaluation 38. Bit by bit theseinterventions are sweeping away the information about the past which liesburied in the landscape. It is a serious shock to compare the aerial photo-graphs used and published by Bradford with those taken during the morerecent aerial surveys and to realise how much of the Tavoliere’s buried ar-chaeology has been lost in recent decades (figs. 1-6), save for a few happycases where it is still possible to read the archaeological evidence with rea-sonable clarity.

As a final comment in this discussion we should draw attention to thematter of protection and conservation. To paraphrase a striking formulationof D. Manacorda in relation to urban archaeology, we could define the ‘total’approach to landscape archaeology as the archaeology of the landscape, car-ried out in the landscape and for the landscape. In other words, the study ofour overlapping urban and rural landscapes provides our best means of pro-tecting the landscapes themselves and also of planning infrastructure andbuilding projects that will be more attentive to the care and presentation ofthe archaeological heritage, reconciling the needs of present-day society withconservation of the footprints of the past. The standard methods employed inlandscape research, from air-photo interpretation to geophysical prospection,from systematic field survey to archival research, from creating archaeological

35 - VOLPE, TURCHIANO 2005.36 - The excavations are being directed by

Pasquale Favia.37 - See, in F. Radcliffe’s essay, the letter Brad-

ford wrote to soprintendente C. Drago on thissubject.

38 - In Italy a law for the safe-guarding ofarchaeological sites has been passed only veryrecently: n. 109 of 25th June 2005, but the decreeto make it effective has yet to be signed.

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34 PAESAGGI SEPOLTI IN DAUNIA

risk-maps to assembling regional information systems – all of these can offermajor contributions if only there was the will to co-operate and work to-gether, and to make greater use of the contribution that can and should bemade by our universities.

As John Bradford said, the landscape will tell its own story if only we learnhow to listen. Short stories and long ones, local happenings and major events,minor changes and vast transformations brought about by the passage of time.It represents an archive of the past, the identity of the region and of the peo-ple who over the millennia have lived in it and transformed it. ParaphrasingBraudel’s famous metaphor for the varying pace of history, the shorter histori-cal events are like the waves on the broken surface of the sea while the still anddimly-lit waters of the depths represent the slow and inexorable passage oftime. The landscape preserves on its surface the traces of recent transforma-tions, of greater or lesser significance, sometimes scars inflicted by a senselessand misguided pursuit of modernity irrespective of the past. Beneath, how-ever, lie the marks of the more distant past, seen only as fleeting differences ofcolour in the ripening crop, as ruined walls or scattered objects turned overby the plough. Neolithic villages and farms, Roman villas and settlement, land-divisions and roads, medieval castles and fortified settlements, churches andtrackways from the days of transhumance. In Daunia the traces are there intheir thousands, some clear to see, others ephemeral, preserving for us thelandscapes of the past, laid one upon the other and now jealously guarded bythe landscape of the present day – yet now more at risk of final obliterationthan ever before. Traces that once seemed virtually impossible to erase, likethe lines on an old man’s face, revealing his personality and identity, the verystory of his life.

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