numero 4 - aprile 2020 anno lxxii dirigenti€¦ · un tema molto sentito e sempre più strategico...

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NUMERO 4 - APRILE 2020 - ANNO LXXII Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 24/12/2003 n. 353 (convertito in Legge 27/2/2004 n. 46) Art. 1, comma 1. Pubbl. inf. 45% DCB/Milano - euro 1,03 (abbonamento annuo euro 15,00). DIRIGENTI INDUSTRIA MENSILE DELL'ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI Aspettando l’alba della ripresa lavoriamo in Smart Working

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DIRIGENTIINDUSTRIA

MENSILE DELL'ASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI

Aspettando l’alba della ripresalavoriamo in Smart Working

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DI APRILE 2020 1

Editoriale

Bruno VillaniPresidente ALDAI-Federmanager

Smart working? Un’opportunità per industria e ManagerIl binomio imprese-Manager è “l’ingranaggio” capace di

rendere più competitivo l’intero sistema produttivo. Non a caso, le politiche attive del lavoro, una delle prin-

cipali chiavi di volta per la crescita delle imprese, hanno avuto ampio spazio, tra gli altri, anche nell’ultimo nostro rinnovo contrattuale.Un tema molto sentito e sempre più strategico di cui se ne sta occupando con impegno 4.MANAGER, l’ente bilaterale chiamato a progettare e a realizzare iniziative ad alto va-lore aggiunto per rispondere ai fabbisogni emergenti per la crescita complessiva dei Manager industriali e degli imprenditori, contribuendo così a diffondere una nuova cultura d’impresa.La realtà stessa con la recente emergenza del Covid-19 ci ha imposto un nuovo modo di pensare e di concepire il la-voro, non più legato alla condivisione di tempi e spazi fisici.Tutelare la salute dei lavoratori e al tempo stesso non fer-mare le attività produttive. Ecco la sfida che le aziende italiane si sono trovate – e si trovano – a dover affrontare e che ha indotto numerose imprese a scegliere l’opzione del lavoro da remoto.Il nostro Paese sembra aver così scoperto i lati potenzial-mente positivi di una pratica, quella dello smart working, non così usuale tra le nostre aziende.Se da un lato infatti, il telelavoro riguarda il 9% dei lavoratori europei con punte del 20% nei Paesi del nord Europa e del 35% negli Usa, in Italia la percentuale è ferma al 4%. In Olanda, da luglio 2015, lo smart working è diventato legge.Il datore di lavoro potrà opporsi solo se riuscirà a dimostrare che lo spostamento ufficio-casa non comporti una serie di situazioni segnalate dalla norma, tre in particolare: rischi per la sicurezza, problemi nella pianificazione del lavoro e dei servizi, danni economici.Come ha sottolineato anche il nostro Presidente federale in una recente intervista sul tema, basti pensare che se le modalità di “smart work” fossero applicate al doppio dei la-voratori attuali potremmo ottenere un recupero di circa 4 miliardi di euro all’anno.Sono infatti soprattutto le aziende di grandi dimensioni o multinazionali a ricorrere più frequentemente allo smart working, mentre va ricordato che il nostro contesto eco-nomico-produttivo è costituito prevalentemente da PMI, a forte governance familiare. Molto spesso infatti le picco-le e medie imprese dispongono di dotazioni tecnologiche ancora non del tutto adeguate per gestire le attività da re-moto ed è anche per questo motivo che questa situazione di emergenza rappresenta sì una sfida, ma al tempo stesso anche una grande opportunità.Un’opportunità di crescita e di cambiamento, non solo

gestionale, ma culturale. E i Manager sono chiamati ad es-serne l’esempio, i portatori e gli attuatori.Senza Manager e senza una nuova cultura d’impresa è diffi-cile far crescere l’economia. Oggi più che mai abbiamo bisogno di esperti per gestire l’innovazione che con Industry 4.0 stiamo inevitabilmente vivendo. Il digitale ha portato innovazione che permette a molti Ma-nager e collaboratori, i cui ruoli in azienda non necessitano di una presenza continua, di gestire tempo e presenza in modo diverso e flessibile. A questa flessibilità si allinea una definizione di trattamento economico che dovrebbe essere basata su obiettivi e risultati e non sul binomio presenza fisica-controllo.Molto probabilmente “l’esperimento” smart working cam-bierà le nostre vite.In Lombardia si trova ben il 44% dei dirigenti italiani. Ora più che mai i nostri Manager sono chiamati a uno sforzo di responsabilità e a prendere decisioni strategiche per inne-scare crescita competitiva.Non possiamo pensare di competere, in un mercato sem-pre più globale, affidandoci solo a ciò che in passato è stato sufficiente. Servono nuove competenze manageriali per vincere le sfide che abbiamo davanti. Serve rimanere uniti e muover-si verso un obiettivo comune. Serve diffondere una nuova cultura d’impresa basata sulla managerialità.In queste ore in cui sto scrivendo l’editoriale, la situazione sul nostro territorio è drammaticamente peggiorata ren-dendo la Lombardia e il Paese tutto “zona rossa”.Non possiamo prevedere come evolverà la situazione da qui a quando andremo in stampa, anche se confidiamo ovvia-mente in un’inversione di tendenza e in una positiva e defi-nitiva uscita dallo “stato di crisi”. È un dovere adottare le misure dettate dal Governo e Isti-tuzioni per la tutela della salute pubblica, prima ancora che delle stesse attività economiche e noi come Associazione abbiamo introdotto misure per salvaguardare i nostri as-sociati e i nostri dipendenti, tra cui l'adozione dello smart working.Comprensione e solidarietà vanno a tutti i Manager e im-prenditori che in questo momento sono messi di fronte a scelte dolorose e difficili, un ringraziamento non di forma va rivolto a coloro che stanno cercando con grande impe-gno e spirito di servizio, sacrificio personale e senso civico di fare la propria parte a servizio della salute e della capacità di ripresa del territorio.È il momento della responsabilità da parte di tutti.È il momento di stare uniti come cittadini e come Ma-nager. ■

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ALDAIASSOCIAZIONE LOMBARDA DIRIGENTI AZIENDE INDUSTRIALI

SEDE E UFFICI Via Larga, 31 - 20122 Milano M1 Duomo - M3 Missori Mezzi di superficie: 12 - 15 - 19 - 54

CENTRALINO 02.58376.1 FAX 02.5830.7557

APERTURA Lunedì / Venerdì Dalle ore 8:30 alle ore 17:30

SITO WEB www.aldai.it

PEC [email protected]

PRESIDENZAPresidente: Bruno Villani - [email protected]: Manuela Biti - [email protected]: Mino Schianchi - [email protected]: Elisabetta Borrini

DIREZIONEDirettore: Paolo Ferrario - [email protected]

Segreteria Presidenza e Direzione - [email protected] Romagnoli 02.58376.204

Comunicazione e Marketing - [email protected] Tiraboschi 02.58376.237

SERVIZIO SINDACALECristiana BertolottiConsulenze riservate agli iscritti solo su [email protected][email protected]

Consulenze sindacali - previdenzialiCristiana Bertolotti - [email protected] Peretto - [email protected]

Consulenze previdenziali - Salvatore Martorelli1°, 2°, ultimo lunedì di ogni mese dalle 8:00 alle 15:303° mercoledì di ogni mese dalle 8:00 alle 15:30

Consulenze previdenza complementare / InpsRosanna Versiglia martedì e giovedì dalle 9:00 alle 14:00

Consulenze convenzione ENASCO / InpsSilvia BarbieriTutti i venerdì dalle 9:00 alle 12:003° lunedì di ogni mese dalle 14:00 alle 17:00 solo domande di pensione con telematica Inps

Consulenze fiscaliNicola Fasano - martedì pomeriggio

Area sindacale - previdenzialeFrancesco Bono 02.58376.219Valeria Briganti 02.58376.221 Maria Caputo 02.58376.225 Francesca Sarcinelli 02.58376.222

SERVIZIO FASI/ASSIDAICristiana Scarpa [email protected] Frazzetto [email protected] riservati agli iscritti solo su appuntamentoTelefonate solo martedì, giovedì e venerdì dalle ore 14:30 alle ore 17:00

SERVIZIO ORIENTAMENTO E FORMAZIONESilvia Romagnoli [email protected]

SERVIZIO AMMINISTRAZIONE - [email protected] Bitetti - [email protected] Bergomi 02.58376.235 Viviana Cernuschi 02.58376.227Stefano Corna 02.58376.234 Laura De Bella 02.58376.231

SERVIZIO TUTORINGper appuntamento: [email protected]

GRUPPO GIOVANI [email protected] Coordinatore: Ali Berri

ARUM S.R.L.SOCIETÀ EDITRICE E SERVIZI ALDAIPresidente: Franco Del VecchioRedazione “DIRIGENTI INDUSTRIA”:Ilaria Sartori 02.58376.208 - [email protected]

COMITATO NAZIONALE DI COORDINAMENTO DEI GRUPPI PENSIONATIPresidente: Mino Schianchi - [email protected]

FONDIRIGENTIAgenzia [email protected]

UNIONE REGIONALE FEDERMANAGER LOMBARDIAPresidente: Marco Bodini - [email protected]

SEGRETERIA CIDA LOMBARDIAFranco Del Vecchio - [email protected]

6 giorni in pensione completa (arrivo la domenica e partenza il sabato)cocktail di benvenutolibero accesso alle piscine termali con idromassaggi e cascate cervicali, percorso kneipp, hydrobikes, aquarunnersauna, bagno turco e doccia emozionalepalestra technogym, attività fitness e campo da tennis all’aperto1 seduta di autoshiatsu • 1 lezione di Iyengar® Yoga6 inalazioni termali • spa kit (ciabattine e noleggio accappatoio)

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DI APRILE 2020 3

FOCUS

Continuità operativa

SommarioNUMERO 4 - APRILE 2020 - ANNO LXXII

ALLE PAGINE 29-32

INSERTO 4.MANAGER

In copertina: È il momento di unire le forze per fermare il contagio e sviluppare nuove modalità di lavoro da remoto per non paralizzare le attività

produttive e prepararci all’alba della ripresa.

EDITORIALE 1 Smart working? Un’opportunità per industria e Manager Bruno Villani

FOCUS 4 Questo virus non fermi l’industria Stefano Cuzzilla

6 Lavorare in emergenza Franco Del Vecchio

8 Smart Working: arma a doppio taglio o valido alleato? Sara Cattaneo

10 Videoconferenza ZOOM A cura della Redazione

MANAGEMENT 14 La sfida della cybersecurity nell’Oil & Gas Roberto Nava Giacomo Calligaris

NOTIZIE CIDA 16 Le Federazioni lombarde aderenti a CIDA condividono le iniziative per la collettività A cura della segreteria CIDA

INNOVAZIONE 18 Un approccio etico e umanistico all’Intelligenza Artificiale Emilio Locatelli

INDUSTRIA 22 La siderurgia e il cambiamento climatico: responsabilità e prospettive Paolo Stagnoli Fausto Ciavatta

26 Digital Innovation Hub: riferimento delle imprese per la trasformazione digitale A cura della Redazione

SVILUPPO SOSTENIBILE 34 Dove va l’idroelettrico italiano? Livio Magri

38 La strada giusta Giuseppe Colombi

SERVIZI AGLI ASSOCIATI 40 Convenzione Assocaaf 2020 Assistenza fiscale

WELFARE 42 Il riscatto “agevolato” della laurea Salvatore Martorelli

44 Invecchiamento: dall'assistenza familiare all'assistenza professionale Mino Schianchi

FORMAZIONE 46 Fondirigenti: ogni euro investito in formazione ne produce 9 in benefici

FISCO 49 L’obbligo di pagamenti tracciabili per la detraibilità delle spese Andrea Borroni Ripamonti

PREVIDENZA 51 Status... Salute... Serenità Mario Giambone

VITA ASSOCIATIVA 53 A ManagerNoProfit il riconoscimento alla Virtù Civica “Panettone d’Oro 2020” Mino Schianchi

• Saper gestire l’emergenza coronavirus e programmare il futuro della sanità - a cura di CIDA

• Ulteriori misure lombarde di primavera per l’emergenza coronavirus - a cura della Redazione

• Protocollo Sanitario Coronavirus per gli ambienti di lavoro - a cura della Redazione

• Manager oggi: opportunità di sviluppo professionale e occupazionale ... - Anna Frese

• Dove va l’innovazione: trend tecnologici - Giovanni Caraffini

• Riflessioni per una prossima riforma fiscale - idano De Cesari e Giorgio de Varda

• Non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale per i tagli alla perequazione della pensione - Stefano Cuzzilla

NELL'EDIZIONE DIGITALE DELLA RIVISTA TROVERETE ANCHE

Per la lettura inserire una parte del titolo nel campo “ricerca” della rivista www.dirigentindustria.it

DI+ 54 I sommelier e la comunicazione del vino in Lombardia Alessandro Franceschini

CULTURA E TEMPO LIBERO 56 Storia del clima terrestre Livio Fasiani

57 I libri del mese • Il futuro oggi recensione a cura di Renzo Bezza • Donne e potere di fare recensione di Mario Garassino • I robot non sanno fare networking (per adesso) recensione a cura di Silvia Stefini

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Questo virus non fermi l’industriaStefano Cuzzilla Presidente Federmanager

Tecnologie, smart working e capacità di crisis management per mantenere l’Italia competitiva ai tempi del coronavirus

Focus - Continuità operativa

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Questo virus non fermi l’industriaNon possiamo calcolare

con esattezza gli effetti economici dell’epidemia Sars-CoV-2, ma le riper-

cussioni risultano evidenti su più fronti: dalle numerose aziende che operano con la Cina, al fermo del settore del turismo, dalla crisi dell’a-groalimentare fino al blocco del Sa-lone dell’auto di Ginevra.Uno scenario di stallo dell’export che ci preoccupa molto. Come sap-piamo, sono le esportazioni a te-nere in equilibrio la nostra bilancia commerciale. L’Italia genera un volume di espor-tazioni pari a 461 miliardi di euro. La Lombardia da sola esporta per 127 miliardi, pari al 27,6% del to-tale Italia.I mercati di riferimento stanno cam-biando, guardiamo a Paesi sempre più lontani che hanno logiche di business molto diverse da quelle a cui siamo abituati. Non possiamo più dipendere dalla Germania che ha chiuso il 2019 con una crescita zero. Non possiamo dipendere dal-la Cina, dove è isolata la regione di Wuhan, che è chiamata “la Chicago cinese” per la concentrazione di imprese siderurgiche e metalmec-caniche, e sono compromesse la

maggioranza delle produzioni di semi-lavorati che compongono le catene globali del valore da cui an-che noi dipendiamo.Tutto questo si inserisce in un contesto già complicato, dove le dinamiche del commercio in-ternazionale sono state stressate dalla cosiddetta guerra dei dazi, dall’embargo della Russia sui pro-dotti europei e, dal primo febbraio, dall’entrata in vigore della Brexit.Dobbiamo spostarci quindi verso i Paesi emergenti e considerare che il 98% della nostra manifattura è fatta di Pmi. Queste imprese hanno biso-gno di manager specializzati per ra-gionare sui mercati in ascesa, veloci nei cambiamenti ed estremamente flessibili. È stato calcolato che solo il settore della manifattura di qualità ha un deficit di esporta-zioni potenziali pari a 45 miliardi di euro l’anno, che si traducono in circa 600mila posti di lavoro.È un potenziale che non sfruttiamo abbastanza. È il Made in Italy di cui siamo orgogliosi e che in queste ore è messo a dura prova dalla con-centrazione del contagio nelle aree del nord del Paese, che rappresen-tano il nostro cuore produttivo.Per questo, è essenziale che le im-

prese non si fermino. Il fattore tempo è una variabile critica, ma le tecnologie, lo smart working, la capacità di crisis management sono strumenti validi a cui dob-biamo fare appello per restare competitivi. È importante che la politica risponda adeguatamen-te agli attacchi sleali che vogliono mettere in quarantena il Paese e adotti misure eccezionali per soste-nere l’attività d’impresa.In Lombardia si trova ben il 44% dei dirigenti italiani. I nostri ma-nager sono chiamati a uno sforzo di responsabilità e a prendere decisio-ni strategiche.Oltre l'emergenza, serve un piano di politica industriale per la situa-zione di crisi. Noi dobbiamo preoc-cuparci come ricostruire questo Pa-ese. I manager stanno dimostrando una grande capacità di gestione della crisi e sono consapevoli che dovranno cambiare modelli di bu-siness, modelli organizzativi e di produzione.La salute di tutti noi è in cima all’a-genda, seguiamo con attenzione tutte le raccomandazioni delle isti-tuzioni per contenere la diffusione del coronavirus, ma l’industria ita-liana non deve fermarsi. ■

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DI APRILE 20206

Lavorare in emergenzaLavorare in emergenzaVideointervista a Marco Bertolina - Operation Director Ramponi SpA,Videointervista a Marco Bertolina - Operation Director Ramponi SpA,e a molti altri managere a molti altri manager

L'epidemia cinese COVID-19 si è sviluppata rapidamen-te in Italia a fine febbraio ed è diventata pandemia

a marzo con soggetti positivi e de-cessi nella maggior parte dei Paesi. In questo articolo non ci occupere-mo dei numeri che caratterizzano le cronache quotidiane per dare spazio ai commenti dei colleghi e delle colleghe impegnate nella gestione dell'emergenza e nell'or-ganizzazione della ripresa in un contesto diverso e difficilmente prevedibile, nel quale noi stessi ar-riveremo molto cambiati. A Marco Bertolina, Operation Di-rector della società Ramponi SpA, PMI di Carbonate (in provincia di Como) con oltre 30 anni di produ-zione di accessori per la moda, ho chiesto:

Quali sono le maggiori criticità per il business causate dall'epi-demia "coronavirus"?"Le iniziative per impedire la dif-fusione del contagio hanno un

impatto immediato sul turismo, la ristorazione, la cultura e lo spetta-colo, ma ci saranno ricadute nega-tive per moltissimi altri settori nel medio periodo – ritiene Bertolina, che precisa – ad esempio, se le persone non possono uscire per assistere agli spettacoli, cenare in compagnia e fare vita sociale, non hanno l'esigenza di acquistare abiti nuovi e tutto il settore ne risentirà frenando l'intera catena produt-tiva. Nel settore della moda, nel quale operiamo, in questo periodo stanno uscendo i campionari per la prossima stagione e il ritardo ri-schia di far saltare l'intera stagione. Le maggiori criticità si verifiche-ranno, almeno per buona parte dell'anno, nei settori che produco-no beni e servizi non strettamen-te indispensabili. Il mercato della moda, che riesce a superare meglio di altri i periodi di criticità, subirà una evidente flessione."

Quali misure state adottando per contrastare il contagio e

Voce ai manager che stanno affrontando gli effetti del coronavirus con un occhio sulla gestione dell'emergenza e l'altro sull'organizzazione per far fronte alle prospettive di volatilità e assicurare la continuità operativa

proseguire l'attività?"Abbiamo subito adottato mo-dalità Smart Working per tutte le funzioni che non richiedono necessariamente la presenza in azienda. Per le attività produttive e altri reparti che richiedono la presenza abbiamo ridotto al mini-mo il personale applicando le pro-cedure e i protocolli sanitari per assicurare le distanze di sicurezza fra gli addetti e l'uso di dispositivi di prevenzione. Gli ampi spazi a disposizione e la numerosità dei servizi hanno certamente favorito il rispetto dei protocolli sanitari. Per non perdere i momenti convi-viali e tenere unite le persone nel rapporto di collaborazione azien-dale, abbiamo creato una pausa caffè virtuale alle 10 mettendo in collegamento chi lavora in Smart Working. Un modo per sentirci vi-cini e superare meglio l'emergen-za per riprendere prima possibile le attività per salvaguardare la continuità dell'impresa e il la-voro".

Franco Del Vecchio Segretario CIDA Lombardia - [email protected]

Marco Bertolina.

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I manager impegnati nelle sfi-de dell'emergenzaFra le maggiori criticità altri colle-ghi intervistati confermano l'estre-ma volatilità della situazione. Mentre prendevano le misure per far fronte ai mercati caratterizzati da Volatilità, Incertezza (Uncer-tainty), Complessità e Ambiguità (VUCA), l'emergenza Coronavirus ha esasperato la volatilità, diven-tata quasi oraria, e la complessità di operare trasversalmente in diversi continenti con autorità locali che non necessariamente prendono decisioni sincronizzate o allineate, provocando situazioni in evoluzio-ne continua, che richiedono un'im-plementazione che non conosce orari o weekend.Le priorità sono relative alla sicu-rezza delle persone e delle loro fa-miglie, seguite dalla continuità del business che si traduce in supporto reale ai clienti. In accordo con le disposizioni delle autorità dei Pae- si in cui molti manager operano si cerca di far fronte alla continuità del business con il minimo numero di persone fisicamente esposte, la pressoché totalità delle conversa-zioni interne ed esterne si svolge ormai in remoto, ad esclusione dei reparti produttivi e logistici che se-

guono le precauzioni indicate dai rispettivi enti.Nel breve periodo lo Smart Wor-king consente di mantenere re-lazioni efficaci con i clienti che cercano conferme continue per minimizzare l'impatto della volatili-tà di mercato sulla supply chain. La vera continuità la si misurerà nelle prossime settimane nella capacità di creare un "sistema smart" dove clienti e fornitori accettano la sfida e si dotano dei mezzi necessari per continuare l'operatività della sup-ply chain.Mentre non si può essere 100% preparati per questo tipo di im-previsti, la situazione d'emergenza costituisce un "sanity check" per l'intero sistema aziendale, nel qua-le la strategia e la sua implementa-zione vengono messi sotto stress. Diversificazione della production footprint, team trasversali, compe-tenze accessibili in remoto, forte leadership, robustezza finanzia-ria in termini di liquidità vengono messi allo scoperto, e chi ha lavora-to meglio negli anni ha potenzial-mente un vantaggio competitivo, soprattutto nel caso l'emergenza si protraesse in Europa, e globalmen-te, per diversi mesi.L'impegno dei manager per la

continuità aziendale, in questo momento e in tutti i settori, ha un valore sociale che va oltre l'aspet-to economico, perché le istituzioni e gli ammortizzatori sociali posso-no aiutare a superare un paio di mesi di difficoltà, ma non possono assicurare la sostenibilità di lungo periodo. La continuità operativa e i posti di lavoro possono essere assicurati solo dall'impegno e dal sacrificio di manager e lavo-ratori.

Vita da manager globaliConcludo con il racconto di un ma-nager da alcuni anni in Cina, insie-me alla moglie e due figli, che ha pensato bene, lo scorso dicembre, di organizzare il rientro in Italia, considerando conclusa l'esperien-za professionale e rischiosa l'epide-mia cinese. Concluso l'accordo per rientrare a settembre, ha deciso di anticipare il trasferimento della famiglia ad inizio anno per fuggi-re al rischio "coronavirus cinese". Purtroppo completato il periodo di quarantena in Italia le scuole sono state chiuse, mentre quelle cine-si riaprono e la famiglia è tornata nuovamente in Cina per completa-re, a questo punto, l'anno scolasti-co. Vita da manager. ■

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Smart Working: arma a Smart Working: arma a doppio taglio o valido alleato?doppio taglio o valido alleato?

Mai come in questo pe-riodo in Italia abbiamo tanto sentito parlare di Smart Working, al-

tresì chiamato Lavoro Agile, ovve-ro quella modalità che consente a certe figure di svolgere le proprie attività lavorative stando a casa, senza recarsi fisicamente in ufficio.Ovviamente al momento se ne par-la tanto per far fronte alla specifica urgenza di contrastare il Covid-19, evitando i luoghi a maggiore con-centrazione di persone, ma forse dovremmo cogliere quest’occasio-ne per riflettere sull’argomento in modo un po' più ampio.

Approccio americano rispetto a quello italianoLe grandi multinazionali ameri-cane fanno largo uso dello Smart Working già da anni, facilitate forse dalla tecnologia diffusa di cui han-no potuto usufruire prima di altre nazioni e dalla loro impronta for-temente globale, caratterizzata da organizzazioni vaste e internazio-

nali, in cui un minuzioso controllo degli orari dei dipendenti risulte-rebbe comunque difficile.Ricordo infatti una responsabile HR di una multinazionale che mi spie-gava come da un monitoraggio effettuato per più mesi consecutivi emergesse che per l’azienda fosse più oneroso (e anche meno effi-ciente) tenere una traccia precisa degli orari dei dipendenti piuttosto che concedere maggiore flessibili-tà accettando il rischio che alcuni non rispettassero al 100% il monte ore di ogni singola settimana.Per molte aziende italiane invece il Lavoro Agile è ancora un concetto relativamente nuovo: quelle più grandi e di respiro più internazio-nale iniziano a capirne le potenzia-lità, e seppur ancora con qualche remora cominciano a farne un cer-to uso, magari imponendo qualche limite di utilizzo; mentre quelle più piccole e locali sono ancora mol-to scettiche sull’utilizzo dell’Ho-me-Office (non a caso infatti le piccole aziende di provincia pur-

La pandemia Covid-19 impone nuovi stili di vita e di lavoro. Per evitare la paralisi delle attività è necessario sostituire la naturale resistenza al cambiamento con la disponibilità e l’apertura mentale ad apprendere nuovi strumenti e modalità relazionali. Proprio le situazioni più critiche possono offrire l’opportunità per realizzare innovazioni fondamentali per lo sviluppo sostenibile, basta pensare ai benefici per l'ambiente dovuti alla scomparsa del traffico

troppo si sono trovate più impre-parate nel dover improvvisamente organizzare il Lavoro Agile per far fronte all’emergenza Coronavirus).

Quali sono i fattori chiave per rendere lo Smart Working uno strumento di successo?Ovvero... su cosa fanno leva le grandi aziende americane (operan-ti con sedi legali in tutto il mondo, e nello specifico soprattutto in Eu-ropa/Italia) per gestire al meglio il cosiddetto home-office?• Misurazione per obiettivi: se

da un lato infatti queste grandi aziende concedono la flessibilità di location ai propri dipendenti, dall’altro si assicurano di misurar-li sulla base del raggiungimento di obiettivi chiari e molto sfidanti. Quest’approccio aiuta le aziende non solo ad arginare il rischio di una perdita di efficienza legata ad un minore controllo dei di-pendenti, ma le aiuta inoltre a far accettare ai propri dipendenti

Sara Cattaneo Socia ALDAI-Federmanager e componente del comitato di redazione Dirigenti Industria

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aspettative ed obiettivi sempre più ambiziosi.

• Flessibilità bilaterale: da un lato l’azienda è flessibile concedendo al dipendente la possibilità di la-vorare da casa, dall’altro chiede in cambio al lavoratore la stessa flessibilità, per esempio restando reperibile e disponibile per le confe-rence-call con Paesi stranieri (USA, Cina, ecc.) che a causa di fusi orari diversi molto spesso sono fissate al di fuori del tipico orario d’ufficio.

• Migliore gestione di potenzia-li cause di assenza: attraverso lo Smart Working le aziende, per esempio, riescono a facilita-re il rientro di donne/uomini dai congedi parentali (che al di là del risvolto etico, comportano innegabilmente dei costi per le aziende e una notevole perdita di efficienza), nonché a ridurre le as-senze per malesseri non gravi (con dei lievi sintomi influenzali, per esempio, alcuni dipendenti non se la sentono di fare la solita ora

nel traffico per andare in ufficio... ma sicuramente possono avere la forza sufficiente per lavorare da casa e far fronte alle urgenze).

• Ottimizzazioni organizzative: sulla base di uno spunto di rifles-sione che la manager a capo del Commercial Operations di una grande azienda mi ha propo-sto, lo Smart Working potrebbe talvolta rappresentare addirit-tura una necessità per un’azien-da... pensiamo ad alcuni custo-mer-service o call-center, che per ragioni di costo vediamo spesso delocalizzati in zone cosiddette low-cost (India, Eastern Europe, ecc.), e che spesso presentano poi un conto da pagare fatto di barriere linguistiche e fusi orari diversi... non si potrebbe inve-ce valutare di dislocare almeno una parte di quei team in Home- Office (quindi con strutture e co-sti molto lean), in luoghi molto più vicini alle esigenze legate al fuso orario e alle lingue locali?

Quali sono i rischi dello Smart Working?Sulla base sia della mia esperien-za personale che delle opinioni che ho raccolto da alcuni colleghi, in parte appartenenti a piccole/medie imprese e in parte a grandi aziende, penso che il Lavoro Agile debba basarsi su alcuni requisiti minimi per essere efficiente, senza i quali rischia di diventare un’arma a doppio taglio.Per esempio, non tutti i dipendenti (né tutti i ruoli ovviamente) si pre-stano allo Smart Working: bisogna selezionare le persone giuste, mol-to autonome e ben organizzate, in grado di gestire bene il proprio tempo e le priorità, senza rischiare di perdersi nella “libertà di movi-mento” che l’Home-Office con-cede. Va quindi un po' da sé che probabilmente siano candidati mi-gliori per lo Smart Working le risor-se che abbiano già una minimo di seniority ed esperienza aziendale.D’altro lato, un uso eccessivo del Lavoro Agile rischia di minare la solidità delle relazioni con i colle-ghi. Inutile infatti negare l’impor-tanza e l’efficienza di avere un solido network aziendale, network che si può costruire tranquillamente at-traverso video-conferenze e tele-fonate, ma che sicuramente va di tanto in tanto rafforzato con incon-tri vis-a-vis, con discussioni fatte di appunti e workshop, di incontri fortuiti nei corridoi tra gli uffici... del resto c’è chi dice che le infor-mazioni più importanti emergano sempre di fronte alle macchinette del caffè!Direi quindi, in conclusione, che in un mondo globale e sempre con-nesso come il nostro si può definire lo Smart Working un valido alleato sia per le imprese che per i dipen-denti, a patto che sia applicato secondo i criteri di base necessari per poterne sfruttare al meglio le potenzialità! ■

Focus - Continuità operativa

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DI APRILE 202010

Videoconferenza ZOOMVideoconferenza ZOOMA cura della Redazione

Le restrizioni agli incontri per evitare il contagio da Coronavirus impongono soluzioni alternative per evitare la paralisi delle attività. È l'occasione per scoprire le soluzioni Smart Working per lavorare in team, realizzare riunioni, partecipare a seminari, sempre a distanza. Sono numerose e gratuite le soluzioni per le videoconferenze, dalle più diffuse come Skype alle più professionali come ZOOM, che ALDAI-Federmanager utilizza da due anni per favorire la partecipazione gratuita agli incontri milanesi senza muovere un passo

In meno di 40 anni, dal telefono a filo con la rubrica telefonica cartacea, le comunicazioni sono "esplose" e hanno pro-

fondamente modificato il modo di vivere e lavorare.Smartphone e reti digitali permet-tono la comunicazione audio, vi-deo e lo scambio di messaggi fra più persone a costi accessibili, e il numero di SIM vendute ha supera-to la popolazione mondiale.

Per una videochiamata fra due per-sone è sufficiente l'app WhatsApp, largamente diffusa, e per un nume-ro maggiore di partecipanti Skype, disponibile per PC, tablet e smart- phone, costituisce la soluzione ideale; ma se aumenta il numero di partecipanti e la connessione non è a banda larga, o si desidera gesti-re in modo professionale le presen-tazioni e le interazioni con i parte-cipanti, bisogna passare a soluzioni

più sofisticate: MS Teams, Webex, Zoom, ecc. In ogni caso, per miglio-rare il risultato della videoconfe-renza, è bene usare gli auricolari o le cuffie con microfono per evitare l'effetto "eco" e disattivare il micro-fono quando non si interviene per evitare fastidiosi rumori di fondo. Per ridurre il consumo di "banda" conviene anche disattivare il pro-prio video quando non è necessa-rio farsi vedere.

Focus - Continuità operativa

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Le tecnologie digitali e la banda larga rendono la videoconferenza, un tempo a prezzi proibitivi e riser-vata a poche grandi organizzazio-ni, una soluzione oggi semplice e alla portata di tutti.Non ha più senso sprecare tempo prezioso in viaggi e spostamenti per partecipare fisicamente a un incontro, un seminario o un conve-gno. Oggi le applicazioni di video-conferenza sono gratuite e per-mettono di interagire con video, audio, documenti e presentazioni, ... con un risultato addirittura mi-gliore rispetto alla presenza fisica.Per partecipare a un seminario ci sono due possibili modalità: la Di-retta Streaming e il Web Seminar.

Diretta StreamingIn informatica, il termine streaming indica un sistema per la trasmissio-ne di audio e video via Internet, senza la necessità di aspettare che il contenuto sia stato completa-mente scaricato. In questo modo le informazioni verranno auto-maticamente riprodotte mano a mano che arriveranno sul disposi-tivo di destinazione. Per quanto ri-guarda lo streaming dal vivo, detto live streaming o diretta streaming, si può dire che è molto simile alle tradizionali trasmissioni radiotele-visive con un'unica sorgente e più dispositivi riceventi. In questo caso i dati vengono trasmessi utilizzan-do tecniche di compressione, in maniera tale da alleggerire il più possibile il carico sulla rete utiliz-zata per l’invio delle informazioni.Per quanto riguarda invece lo strea- ming su richiesta, detto anche streaming on demand, i contenu-ti audiovisivi si trovano già pronti all’uso, come proposti ad esempio dal noto sito YouTube. Accedere a una trasmissione in diretta strea- ming è semplice: basta inserire l'indirizzo internet del sito che tra-smette la diretta nel browser del PC, tablet o smartphone utilizzato per la navigazione Internet. Il van-

taggio della diretta streaming è la semplicità, la qualità e il numero teoricamente illimitato di parteci-panti, mentre gli svantaggi sono la mancanza della comunicazione bi-direzionale (non è neanche possi-bile inviare un messaggio per fare una domanda durante un semina-rio) e un non trascurabile costo per la strumentazione e le competen-ze necessarie per una trasmissione professionale. Web Seminar e VideoconferenzeIn alternativa alla diretta streaming esistono soluzioni di videoconfe-renza che permettono un buon nu-mero di partecipanti con possibilità di interazione con il relatore, come ad esempio Skype, MS Teams, Webex e Zoom.Skype è particolarmente indicato per la semplicità di collegamento fra due o più partecipanti, ma sen-za esagerare per non compromet-tere la qualità audio e video.In questo articolo ci occuperemo specificamente della soluzione scalabile Zoom che offre la possi-bilità di collegare gratuitamente in videoconferenza 2 partecipanti senza limiti di tempo e fino a 100 partecipanti per 40 minuti, mentre con abbonamento mensile di 13,99 euro non ci sono praticamente limi-ti di orario fino a 100 partecipanti. È possibile gestire eventi fino 10.000 partecipanti con abbonamenti più onerosi. La soluzione della società californiana è in testa alla classifica "Voice of the customer" Gardner 2018 delle Meeting Solutions. Le funzioni non sono ancora in lingua italiana, ma questo non sarà un problema per i manager.

Web Seminar ZoomPer partecipare a una videocon-ferenza Zoom è necessario prima installare l'applicazione sul proprio dispositivo, PC, tablet o smartpho-ne. Nell'ultima parte di questo artico-lo sono disponibili le informazioni per installare gratuitamente l'ap-plicazione.

La prima volta che cliccherai l'icona Zoom si aprirà una videata d'acces-so, con due possibilità:• cliccare "Join a Meeting" per

partecipare a una conferenza in-serendo il relativo codice ricevu-to via mail o indicato nell'articolo Dirigenti Industria;

• cliccare "Sign In" per iniziare tu una nuova conferenza, inserendo le tue credenziali (indirizzo mail e password), invitando poi i parte-cipanti desiderati.

Cliccando "Join a Meeting" compa-re una videata nella quale:1. inserire il codice del meeting

oppure il nome del link cliccan-do la freccetta sulla destra;

2. attivare l'opzione "Remember my name for future meeting" per ricordare il proprio nome per le prossime conferenze;

3. attivare o disattivare l'audio;4. disattivare il proprio video per

ottenere migliori prestazioni in ricezione audio-video del rela-tore.

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Se hai inserito un codice valido, e la conferenza è attiva in quel mo-mento, sarai connesso e potrai par-tecipare al Web Seminar; in caso contrario comparirà il messaggio di errore e ti consigliamo di verifi-care la correttezza del codice e ri-provare.

Cliccando l'icona Zoom si aprirà successivamente la videata con le diverse funzionalità e basterà clic-care la funzione "Join" per parteci-pare a una conferenza attiva inse-rendo il relativo codice (un numero da 9 a 11 cifre) nella successiva fi-nestra.

Il codice delle videoconferenze AL-DAI-Federmanager è 348 323 4759Sarà richiesto anche il nome se non lo avessi già indicato.

La videconferenza con lo smart-phone o con il tablet è del tutto simile, basta cliccare sull'icona dell'app Zoom e inserire il codice della videoconferenza.Compare quindi una videata simile a quella indicata sopra, con l'audio inizialmente non attivo. Per attivare l'audio cliccare "Call via Device Audio".Sconsigliamo assolutamente di cliccare "Dial in" perché tale fun-zione attiva la chiamata al tradizio-nale servizio telefonico con chia-mata internazionale a pagamento. Installazione Zoom sul tuo dispositivoPer utilizzare la soluzione Zoom è necessario installare l'applicazio-ne sul dispositivo che si desidera usare, PC, tablet, smartphone. Per gli ultimi due dispositivi è possibile scaricare zoom.us dalle liste di ap-plicazioni più diffuse, ad esempio "Play Store" per i sistemi Android, cercando il nome “zoom”. Per in-stallare Zoom sul PC basta clicca-re il link www.zoom.us e quando apparirà la prima pagina del sito,

cliccare la funzione in alto a destra "SIGN UP, IT'S FREE".Comparirà una maschera nella quale inserire il proprio indirizzo mail e cliccare "Sign up".

Quindi sarà necessario confermare nuovamente il rispetto delle con-dizioni d'uso cliccando "Sign Up" e nella videata successiva bisognerà indicare che non si è un "robot". Dovrai quindi attendere una mail che ti permetterà di completare l'installazione e inserire una pass-word per accedere all'applicazione Zoom tutte le volte che vorrai.Nella fase di installazione saranno proposte condizioni di abbona-mento che ti sconsigliamo di sot-toscrivere inizialmente per usare le funzionalità della versione gratuita che permette di partecipare alle videoconferenze di altri e attivare anche conferenze proprie con al-cune limitazioni nella durata e nu-mero di partecipanti.La versione gratuita di Zoom ti per-metterà di realizzare tutte le fun-zioni necessarie e ti renderai conto successivamente delle funzionalità "a pagamento" che potranno esse-re utili per la tua attività professio-nale.

Una volta installato Zoom consi-gliamo di aprire una propria sessio-ne di videoconferenza lanciando

l'app e cliccando "Sign in", inserendo le tue credenziali (indirizzo mail e password) e selezionando “New Me-eting” per verificare che il microfono e la telecamera del tuo dispositivo siano correttamente collegati e disponibili per l'uso con Zoom.Buone videoconferenze! ■

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PROGRAMMA CORSI 2020

Per info su programmi e iscrizioni http://animp.it/animp_/index.php/formazione/programma-corsi-2020 Sono previste quote agevolate per gli associati ad ANIMP e al Sistema confederale Confindustria (ANIE, ANIMA, ASSOLOMBARDA, UAMI)

e ai Dirigenti soci ALDAI-Federmanager.Il corpo docente è costituito da manager aziendali esperti, consulenti di settore, docenti universitari, professionisti di enti competenti.

I corsi possono essere interamente finanziati attravero i Fondi interprofessionali per la Formazione Continua.La sede di tutti i corsi (esclusi quelli in-house) è a Milano.

TITOLO CORSO DATE DURATA

AREA COMPANY MANAGEMENT CONTRATTUALISTICA

ELEMENTI DI CONTRATTUALISTICA NAZIONALE E INTERNAZIONALE: ANALISI DEI RISCHI E PERCORSI NEGOZIALI 18-19 Febbraio 2 giornate 29-30 Settembre 2 giornateELEMENTI DI CONTRATTUALISTICA NAZIONALE E INTERNAZIONALE: DOCUMENTAZIONE DI RIFERIMENTO 15 Ottobre 1 giornataIL CLAIM NELLA VITA DEL PROGETTO: PREVENZIONE E APPROCCIO DOCUMENTALE 4-5 Marzo 2 giornate 4-5 Novembre 2 giornateIL VENTAGLIO DEI RISCHI DI PROGETTO: INDIVIDUAZIONE E GESTIONE OPERATIVA 5-6 Maggio 2 giornate

CONTROLLI AZIENDALIIL CONTROLLO DI PROGETTO: MONITORAGGIO E STATO AVANZAMENTO LAVORI 17-18 Marzo 2 giornateI CONTROLLI AZIENDALI: TEMATICHE PER LA GESTIONE E IL CONTROLLO D’IMPRESA 14-15 Maggio 2 giornate

SOFT SKILL METODO E COMUNICAZIONE PER RENDERE EFFICACE UNA BUSINESS PRESENTATION 27-28 Febbraio 2 giornate 24-25 Settembre 2 giornateSTRATEGIE E TATTICHE DI NEGOZIAZIONE E DI PRICING 16-17 Aprile 2 giornate 9-10 Novembre 2 giornateCOMUNICAZIONE E NEGOZIAZIONE NEI TEAM DI LAVORO 12-13 Ottobre 2 giornateSVILUPPO MANAGERIALE E LEADERSHIP SITUAZIONALE 11-12 Maggio 2 giornate

PROPOSAL MANAGEMENTIL PROPOSAL MANAGEMENT 7-8-9 Aprile 3 giornatePROPOSAL MANAGEMENT PER AZIENDE CHE REALIZZANO SKID E MODULI DI IMPIANTO 12-13-14 Maggio 3 giornateE PER AZIENDE CHE OPERANO SU COMMESSA 27-28-29 Ottobre 3 giornate

AREA PROJECT MANAGEMENT PROFESSIONALE - IPMA COMPETENCE

CORSO PROFESSIONALE SUL PROJECT MANAGEMENT SECONDO LA METODOLOGIA IPMA 20-21-22 Febbraio e 5-6-7 Marzo 6 giornate 13-14-15 Maggio e 27-28-29 Maggio 6 giornate

8-9-10 Ottobre e 22-23-24 Ottobre 6 giornateWORKSHOP INTERATTIVO - PROJECT MANAGEMENT SECONDO LO STANDARD IPMA in collaborazione con FOIM 28 Aprile 1 giornata - Fondazione dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano 6 Ottobre 1 giornataMETODOLOGIE ESSENZIALI DI PROJECT MANAGEMENT PER LA GESTIONE OPERATIVA DEI PROGETTI 1-2-3 Aprile 3 giornateMETODOLOGIE PER LA GESTIONE OPERATIVA DEI PROGETTI NELLE AZIENDE CHE REALIZZANO SKID E MODULI DI IMPIANTO 24-25-26 Marzo 3 giornate

APPROFONDIMENTOIL PROGRESS DI PROGETTO: METODI, CALCOLO E APPLICAZIONI 13 Marzo 1 giornata 30 Settembre 1 giornataCORSO SUL REPORTING DI PROGETTO 6-7 Maggio 2 giornateAVVIO E CHIUSURA DI PROGETTO: CRITICITÀ E OPPORTUNITÀ (CORSO E WORKSHOP INTERATTIVO) 4 Giugno 1 giornataL'UTILIZZO DI SISTEMI INFORMATICI PER LA PIANIFICAZIONE ED IL CONTROLLO DI PROGETTO. UN'EFFICACE GESTIONE CON MS-PROJECT 2016 8-9-10 Giugno 3 giornatePROJECT MANAGEMENT SECONDO LA NORMA UNI 11648 Novembre 2 giornate

AREA EXECUTION PER LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI E INFRASTRUTTURE ENGINEERING

L’INGEGNERIA INTEGRATA NELL’ERA DIGITALE 19-20 Maggio 2 giornateLA GESTIONE DELL’INGEGNERIA PER OTTIMIZZARE GLI APPROVVIGIONAMENTI E IL CANTIERE 25-26 Maggio 2 giornate

CONSTRUCTIONLA GESTIONE E AMMINISTRAZIONE DEGLI APPALTI DI COSTRUZIONE (IMPIANTI E INFRASTRUTTURE) 25-26 Febbraio 2 giornateCOORDINAMENTO TRA GESTIONE DI PROGETTO E CANTIERE / OFFICINE (WORKSHOP) 31 Marzo 1 giornata

CORSI EROGABILI SOLO IN-HOUSE, SU RICHIESTA AZIENDALETITOLO CORSO DURATA

LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO IN AZIENDA: I PROCESSI E LE PERSONE (CORSO E WORKSHOP INTERATTIVO) 2 giornatePUBLIC SPEAKING 2 giornatePREPARAZIONE ALL’ESAME DI CERTIFICAZIONE PROFESSIONALE IPMA 3 giornateIL PROJECT MANAGEMENT - OVERVIEW 3 giornateBUSINESS GAME: PANAMA CHALLENGE (Workshop interattivo) 1 giornataMETODOLOGIE PER LA GESTIONE OPERATIVA DEI PROGETTI NELLE AZIENDE CHE OPERANO SU COMMESSA 2 giornate L'UTILIZZO DEI SISTEMI INFORMATICI “OPEN SOURCE” PER LA PIANIFICAZIONE ED IL CONTROLLO DI PROGETTO (CON PROJECTLIBRE) 2 giornateL’IMPORTANZA E I VANTAGGI DI UNA CORRETTA GESTIONE DOCUMENTALE PER L’AZIENDA E PER I PROGETTI 2 giornateL’ANALISI DEI RISCHI NELLA COSTRUZIONE: OBIETTIVI E ASPETTI METODOLOGICI 1 giornataCONSTRUCTABILITY: INGEGNERIA E PROCUREMENT “CONSTRUCTION ORIENTED” 1 giornataLA PREFABBRICAZIONE NELLA COSTRUZIONE 1 giornataLA GESTIONE DELLA SICUREZZA NELLE COSTRUZIONI (HSE) 3 giornate

N.B. PER L'EMERGENZA SANITARIA CORONAVIRUS, ALCUNI CORSI POTRANNO SUBIRE UNA RIPROGRAMMAZIONE ➜ AGGIORNAMENTI SU SITO ANIMP

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Management

La sLa sffida della cybersecurity ida della cybersecurity nell’Oil nell’Oil & & Gas Gas Non solo tecnologia, ma soprattutto cultura e competenzeNon solo tecnologia, ma soprattutto cultura e competenze

La progressiva digitalizza-zione e automazione delle attività produttive lungo tutta la catena del valore

O&G e i nuovi ecosistemi digitali (IoT) espongono le imprese a un crescente rischio di attacchi infor-matici del tutto nuovi: immaginia-mo, ad esempio, un impianto di raffinazione dotato di molteplici sensori interconnessi con standard e livelli di sicurezza spesso non al-lineati, che comunicano con un’in-frastruttura altamente complessa e gestita da più stakeholder in con-temporanea, come fornitori e ope-ratori terzi. Oltre a un potenziale impatto economico, un attacco informa-tico a un player O&G può provo-care conseguenze importanti in termini ambientali, come sversa-menti di idrocarburi nell’ambien-te, e di sicurezza delle persone, a causa del malfunzionamento di impianti o attrezzature, fino a una

potenziale interruzione del ser-vizio al pubblico, nel caso di de-positi e stazioni di servizio. In questo contesto di crescenti mi-nacce, gli investimenti privati in cybersecurity hanno raggiunto un record storico. Una recente ri-cerca di Bain & Company rileva che il 97% delle grandi aziende è stato oggetto di audit o valutazioni in ambito cybersecurity negli ultimi tre anni, il 70% aggiorna regolar-mente gran parte delle proprie tecnologie e tre su quattro sono dotati di figure di management dedicate, come Chief Information Security Officer. Oggi il 43% dei diri-genti ritiene che le proprie aziende siano in linea con le best practice internazionali, anche se un'analisi più approfondita rivela che solo circa il 24% delle aziende lo è effet-tivamente. Troppe società affron-tano la questione solamente a li-vello tattico, cercando soluzioni troppo spesso nella tecnologia,

anziché guardare il problema da una prospettiva più ampia.Infatti, secondo quanto emerge dalla ricerca condotta nel 2018 dall’Osservatorio Information Se-curity & Privacy del Politecnico di Milano, il comportamento uma-no continua a essere il principale elemento di rischio: distrazione e scarsa consapevolezza dei dipen-denti rappresentano le criticità prevalenti per l’82% delle azien-de intervistate, molto più di altri aspetti legati alle infrastrutture. In base alla ricerca di Bain & Company meno della metà delle aziende intervistate offre una formazione regolare del personale su temi di cybersecurity e, molto più sorpren-dentemente, solo il 55% offre una formazione adeguata ai propri pro-fessionisti IT. In questo scenario, l’acquisizione di nuove competenze tecniche in ambito cybersecurity, una forma-zione adeguata del personale per

Roberto Nava Partner Bain & Company

Giacomo Calligaris Consulente Bain & Company

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Management

renderlo cosciente delle nuove minacce e una cultura aziendale orientata alla prevenzione devono essere priorità per il Senior Mana-gement aziendale.La capacità del business di regge-re un potenziale attacco dipende anche dal modello operativo adot-tato, non solo tecnologico, ma an-che organizzativo, per rendere em-bedded la cybersecurity con gli altri processi aziendali. L’obiettivo è sviluppare un atteggiamento re-siliente, in grado sia di prevenire potenziali attacchi sia di saper gestire quelli reali, circoscrivendo per quanto possibile l’impatto sul business.Infine, anche il budget dedicato allo sviluppo e gestione della cy-bersecurity deve essere opportu-namente commisurato alla reale esposizione del business al rischio di attacchi informatici, che può va-riare sensibilmente lungo la catena del valore O&G. Poiché è difficile

trovare parametri di riferimento affidabili, molte aziende cercano di allineare le stime a quelle dei pro-pri peer di riferimento, rischiando di creare un circolo vizioso all’in-terno del settore. In generale, ci si limita a replicare il budget dell’an-no precedente o aggiungere incre-menti annuali, invece di ripensare il preventivo di spesa ripartendo da zero e giustificando ogni sin-golo elemento di costo in funzio-ne della sua effettiva utilità. Un approccio integrato alla cyber- security per gli operatori della fi-liera O&G deve passare necessa-riamente attraverso lo sviluppo e il miglioramento nel tempo di un insieme di capacità strategiche per raggiungere un livello di maturità sufficiente per contrastare le mi-nacce esterne.

Questo può richiedere un percorso di lavoro basato su una chiara se-quenza di step:

A Definizione della baseline di riferimento: comprendere il punto di partenza misurando l’attuale livello di maturità del-le capacità aziendali in tema di cybersecurity (competenze, tecnologie, processi, organiz-zazione, etc.)

S Individuare il benchmark di riferimento e stabilire un obiettivo di maturità: stabi-lire il livello di maturità-target appropriato per la propria azienda, anche in funzione di un benchmarking esteso ad al-tre realtà e settori, tenendo in considerazione anche aspetti come geografia e tipologia di asset, che possono richiedere forme di protezione diverse.

D Definire una roadmap imple-mentativa e avviare un per-corso strutturato: affrontare in maniera prioritaria i punti deboli che impattano la vul-

nerabilità degli asset più critici per il business, per poi esten-dere il perimetro ad altre aree.

F Sensibilizzare tutti i livelli aziendali – Board, Organi di controllo, Management, forza lavoro – sull'importanza della cybersecurity e sulla rilevanza che i comportamenti indivi-duali rivestono per massimiz-zarne l’efficacia.

G Adottare un approccio di mi-glioramento continuo alla cy-bersecurity: rivalutare periodi-camente i requisiti e i livelli di maturità raggiunti, adottando un approccio di miglioramento continuo. Aggiornare la tabella di marcia per assicurare la prio-ritizzazione degli sforzi ove più necessario, in funzione anche dell’evoluzione del contesto esterno.

Nel complesso questo non è un percorso troppo differente da altre iniziative di trasformazione azien-dale (pensiamo, nel recente passa-to, allo sforzo fatto in ambito HSE) e, poiché l’impegno richiesto alla struttura può essere elevato e du-rare per anni, è fondamentale svi-luppare e mantenere un momen-tum for change. Per completare con successo la trasformazione e proteggere efficacemente organiz-zazione, asset aziendali e stakehol-der dalle minacce del prossimo de-cennio, il Management deve essere cosciente della portata della sfida e riconoscere che, nella maggior parte dei casi, ciò che è stato fatto in termini di competenze e cultura sino ad oggi non è abba-stanza. D’altro canto, anche i clas-sici ci insegnano che la città di Troia cadde, nonostante le sue possenti mura, per una vulnerabilità dei suoi cittadini, che non furono opportu-namente preparati a intercettare e affrontare una forma imprevista di attacco, quella dell’inganno. ■

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Notizie

DI APRILE 202016

Le Federazioni lombardeLe Federazioni lombardeaderenti a CIDA condividono aderenti a CIDA condividono le iniziative per la collettivitàle iniziative per la collettivitàA cura della segreteria CIDA

Nella riunione dello scorso 15 febbraio la dirigenza pubblica e privata lombarda ha condiviso la responsabilità e l’impegno per lo sviluppo sostenibile, la valorizzazione del ruolo delle donne manager e le iniziative di innovazione digitale a favore delle organizzazioni e delle imprese, con particolare attenzione alla Sanità e alle PMI

L'incontro dei Presidenti è stato l’occasione per commentare le iniziative programmate per il 2020 e sviluppare le sinergie per adempiere in modo più efficace e incisivo al ruolo della

categoria a favore delle imprese, delle organizzazioni pubbliche e della società civile.

A fine 2019 CIDA ha aderito al Protocollo di Regione Lombardia per lo Sviluppo Sostenibile e ha iniziato a gennaio il programma “Dirigenza per lo sviluppo sostenibile”, articolato in quattro iniziative:

1. una campagna permanente di comunicazione e sensibilizzazione della dirigenza;

2. la promozione delle competenze per favorire l’eco-nomia circolare;

3. lo sviluppo di iniziative a favore della catena alimen-tare “green”;

4. un progetto per favorire l'istruzione dei giovani nel-le scuole con la realizzazione di specifiche pillole formative.

A marzo e aprile è in programma l’indagine “Merito-crazia nei contratti di lavoro” in collaborazione con il Forum della Meritocrazia, i cui risultati saranno pre-sentati e commentati nella Tavola Rotonda organizza-

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Notizie

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ta la mattina dell’8 giugno a Milano presso la sede di Assolombarda.

In autunno è programmato il convegno su “Autonomia differenziata”, che presenterà i risultati dell’analisi su vantaggi e criticità derivanti dalla maggiore autono-mia regionale, nonché le proposte per assicurare i mi-gliori risultati per l’intera collettività. In autunno anche i risultati degli studi su “Fiscalità ed evasione fiscale”, per pagare meno tasse pagando tutti.Al generale apprezzamento per le iniziative e l'attività di coordinamento della dirigenza lombarda aderente alla confederazione CIDA, si aggiungono le proposte per il sostegno del Sistema Sanitario e la valorizzazio-ne del ruolo manageriale.I dirigenti sanitari evidenziano le criticità dei medici e in generale della Sanità, che peraltro incide in maniera rilevante sui bilanci delle Regioni e svolge un ruolo so-ciale determinante per il futuro del Paese. L’argomento è ritenuto fra i temi prioritari di tutta la dirigenza CIDA e si concorda di proporre iniziative a livello nazionale, in grado di sviluppare proposte concrete per favorire l'innovazione e la valorizzazione delle professionalità.

Per rendere il Sistema Paese più competitivo si ritiene altresì importante: • lo sviluppo e la valorizzazione del ruolo manageriale

nelle PMI, che costituiscono la grande maggioranza delle aziende italiane;

• l’attenzione per il “gender gap” e il riconoscimento del ruolo delle donne;

• la sostenibilità del sistema economico e l’investi-mento in innovazione digitale;

• lo sviluppo delle politiche attive per il lavoro dei ma-nager;

• il rafforzamento dell'identità manageriale.Emerge la volontà di operare e collaborare congiunta-mente tra le varie Federazioni, essendo molte le tema-tiche comuni: senso di responsabilità, riconoscimen-to del merito, certezza del diritto, impegno sociale e sviluppo sostenibile per un futuro migliore. Valori che costituiscono tratti distintivi di tutte le Federazioni dei manager del pubblico e privato. ■

CIDA è la Confederazione sindacale che rappre-senta unitariamente a livello istituzionale diri-genti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a CIDA sono: Federma-nager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-CIDA (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), FENDA (agricoltura e ambiente), FNSA (sceneggiatori e autori), Federazione 3° Settore CIDA, FIDIA (assicurazioni), SAUR (Uni-versità e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob), Sumai Assoprof (medici ambulatoriali).

Da sinistra: Giuseppe Nielfi, Presidente Sumai Assoprof; Roberto Beccari, Presidente Manageritalia Lombardia; Gianantonio Crisafulli, Presidente ALDIA; Luigi Catalucci, Vicepresidente Manageritalia Lombardia; Marco Ballarè, Consigliere Manageritalia Lombardia; Luciano Marchiori, Presidente Federmanager Mantova; Franco Del Vecchio, Segretario CIDA Lombardia; Marco Bodini, Presidente Federmanager Lombardia; Edoardo Lazzati, Presidente Federmanager Pavia; Bruno Villani, Presidente ALDAI-Federmanager;Maurizio Bressani, Componente GdL CIDA Territori; Gianfranco Bonfanti, Consigliere Federmanager Lecco.

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DI APRILE 202018

Innovazione

Un approccioUn approccioetico eetico eumanisticoumanisticoall’Intelligenzaall’IntelligenzaArtiArtifficialeiciale

L'Intelligenza Artificiale ha ormai invaso le nostre at-tività, ma soprattutto la nostra vita quotidiana, e

la mancanza di regole codificate che la governino ci sta creando un profondo senso di inquietudine. Sta diventando sempre più indi-spensabile un senso di grande e profonda responsabilità condivi-sa per sostenere un approccio eti-co e umanistico all’Intelligenza Artificiale, tale da promuovere un progresso accettabile e condiviso tra l’industria, la ricerca, i governi e le istituzioni. Tutto ciò per creare un obiettivo di garanzia per un futuro in cui il

Emilio Locatelli Socio ALDAI-Federmanager, editorialista IA rivista Dirigenti Industriae vicecoordinatore del Gruppo Progetto Innovazione

progresso tecnologico e ogni tipo di innovazione debbano essere po-ste al servizio della mente e della creatività umana, e non vengano poi, in un futuro più o meno lon-tano, sostituite parzialmente o, nel peggiore dei casi completamente, dall’Intelligenza Artificiale.A tal proposito si è tenuto recente-mente a Roma l'incontro “Call for AI Ethics” presso la Pontificia Ac-cademia per la Vita (major sponsor dell’iniziativa) con la partecipazio-ne di top player del mondo dell’in-formatica, delle organizzazioni mondiali e del mondo politico na-zionale ed europeo, tra cui Vincen-zo Paglia, Presidente della Pontifi-

cia Accademia per la Vita, padrone di casa; Brad Smith, Presidente Microsoft; John Kelly III, Vice Presi-dente Esecutivo IBM; Dongyu Qu, Direttore Generale della FAO; Pao-la Pisano, Ministro dell’Innovazio-ne del Governo italiano e Davide Sassoli, Presidente del Parlamento europeo.

Alla fine dell’incontro i partecipanti hanno sottoscritto un documento su 3 temi portanti con riferimento all’etica, all’educazione e ai diritti.

Sintesi e commento all'incontro "Call for AI Ethics" tenutosi a Roma lo scorso 28 febbraio presso la Pontificia Accademia per la Vita, con la partecipazione di top player del mondo dell'informatica, delle organizzazioni mondiali e del mondo politico nazionale ed europeo

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DI APRILE 2020 19

Innovazione

terrestre ottemperando a tre requi-siti fondamentali:• includere ogni essere umano, non

discriminando nessuno;• il bene dell’umanità e il bene di

ogni singolo essere umano devo-no essere al centro di ogni inizia-tiva;

• la consapevolezza della variegata realtà del nostro ecosistema per avere un approccio altamente so-stenibile che includa e utilizzi l’IA anche per garantire futuri sistemi di sostentamento.

Fondamentale è la relazione che ogni individuo instaura con la mac-china, in quanto la tecnologia ba-sata sull’Intelligenza Artificiale non deve mai essere utilizzata per sfruttare e opprimere le persone, specialmente quelle più deboli e vulnerabili; lo scopo primario deve essere, al contrario, aiutare le perso-ne a sviluppare idee e capacità per la sostenibilità dell’intero pianeta.

L’EDUCAZIONEsarà sempre più il motore per lo sviluppo, l’utilizzo

e la crescita dell’IA

Il cambiamento del mondo attra-verso l’innovazione dell’IA implica l’impegno per l’edificazione del futuro per e con le giovani genera-zioni. Questo sforzo deve generare un preciso impegno per l’educazio-ne creando percorsi di studio che coprano tutte le discipline, dalle umanistiche, artistiche, scientifiche a quelle tecnologiche fin dalla più tenera età.Il processo di istruzione che viene impartito alle giovani generazioni necessita di qualità e di contenuti tali da offrire metodologie non di-scriminanti e con pari opportunità di trattamento per tutti. Inoltre oc-corre garantire l’accesso al “know how” anche ad altre classi della po-polazione, per esempio gli anziani, ai quali dobbiamo offrire servizi

L’ETICAè sicuramente il punto

fondamentale che rappresenta la pietra miliare di ogni paradigma

Come viene indicato dall’artico-lo 1 della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e di co-scienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”; da questo imprescindibile elemento si

generano i pilastri fondamentali di libertà e dignità, che devono esse-re sempre tutelate e garantite nella creazione e utilizzazione di sistemi ed apparecchiature di IA.

I sistemi di IA devono essere ideati, realizzati e messi in commercio con l’unico scopo di servire e proteg-gere gli esseri umani e il pianeta in cui viviamo, facendo in modo che il progresso tecnologico si possa allineare al progresso della razza umana e al rispetto dell’ambiente

la relazione che ogni individuo instaura con la macchina, in quanto la tecnologia basata sull’Intelligenza Artificiale non deve mai

essere utilizzata per sfruttare e opprimere le persone

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remoti specialmente nelle fasi di transizione al digitale.Infine queste tecnologie abilitanti si devono rilevare estremamente qualificanti per il supporto a disa-bili, cercando di renderli il più indi-pendenti possibile, supportandoli per future inclusioni sociali come lo smart working per chi ha mobilità limitata e/o supporto per proble-matiche cognitive.Per tutti comunque ricordiamo sempre il paradigma “da 6 a 90 anni studiare per crescere”.

I DIRITTIper ultimo ma non meno

importanti, in quanto sono la base della democrazia

di ogni popolo

Lo sviluppo dell’IA al servizio del genere umano necessita di una se-ria regolamentazione e di princìpi che tutelino le persone, special-mente quelle più deboli, e l’am-biente in cui viviamo. Nell’era digitale la salvaguardia dei diritti umani deve essere il fulcro del dibattito politico e sociale per far sì che l’IA possa essere uno stru-mento per il progresso e il bene dell’intera umanità.Fondamentale sarà considerare una metodologia per la compren-sione dei criteri decisionali degli al-goritmi su cui lavora l'IA, ma anche gli scopi più o meno reconditi dei criteri decisionali; tutto ciò ovvia-mente farà aumentare trasparenza, tracciabilità e responsabilità dei processi decisionali.La progettazione e la pianificazio-ne di sistemi di IA, di cui ci pos-siamo fidare, implica un consenso trasversale tra i soggetti che gover-nano il pianeta, tra cui le istituzioni sovranazionali come ONU, i gover-ni, le agenzie governative, il mon-do accademico e i ricercatori delle industrie in merito ai principi etici da utilizzare in queste tecnologie.

I firmatari della “Call for AI Ethics” hanno sottolineato che occorre lavorare tutti insieme in questo consesso e anche a livello inter-nazionale per promuovere una “algor-etica”, ovvero lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificia-le secondo i principi fondamentali sopra citati.

L’uso dell’IA deve seguire pertanto 6 principi basilari:

A TRASPARENZA I sistemi di IA devono avere il

massimo livello di comprensio-ne.

S INCLUSIONE Le necessità delle persone de-

vono essere prese in considera-zione, così che tutti ne possano beneficiare, offrendo a tutti gli individui le migliori condizioni di crescita e sviluppo.

D RESPONSABILITÀ La progettazione e l’imple-

mentazione delle soluzioni di Intelligenza Artificiale devono essere sviluppate con respon-sabilità e trasparenza.

F IMPARZIALITÀ Nessuna azione deve generare

alcun pregiudizio, salvaguar-dando in modo assoluto l’equi-tà e la dignità umana.

G AFFIDABILITÀ I sistemi di Intelligenza Artifi-

ciale devono essere in grado di funzionare in modo corretto al limite delle conoscenze tecno-logiche.

G SICUREZZA E PRIVACY I sistemi di Intelligenza Arti-

ficiale devono funzionare al massimo livello di sicurezza rispettando la privacy degli utenti.

Per meglio sottolineare il pensiero di alcuni partecipanti, ho scelto una breve sintesi di 3 speaker:

John Kelly III, Vice Presidente Ese-cutivo IBM: “L’Intelligenza Artificia-le è una tecnologia incredibilmen-te promettente che può aiutarci a rendere il mondo più smart, più sano e più prospero. A patto che, fin dall’inizio, sia sviluppata secon-do interessi e valori umani; dob-biamo pensare con attenzione alle esigenze di chi beneficerà dell’IA e investire significativamente sulle competenze necessarie. La società avrà più fiducia nell’IA quando cia-scuno potrà vedere che il suo svi-luppo è basato su principi etici e che le aziende che se ne occupano stanno affrontando direttamente tutte le questioni legate alla fiducia e alla responsabilità”.

Innovazione

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Brad Smith, Presidente Microsoft: “Microsoft è orgogliosa di firma-re a Roma “Call for AI Ethics”, che rappresenta un importante passo in avanti nella promozione di un dibattito pensato, rispettoso e in-clusivo sul rapporto tra Intelligen-za Artificiale ed Etica. L’impegno e il valore apportato da Sua Santità in questo dialogo è per me fonte di ispirazione”.

Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita: “Un impegno urgente e impor-tante. Aderire a questa iniziativa comporta per le industrie che fir-mano un impegno che ha anche una rilevanza in termini di costi e di impegno industriale nello svi-luppo e nella distribuzione dei loro prodotti. Se l’Accademia si sente chiamata a intensificare il proprio impegno per facilitare la conoscen-za e la firma di altri soggetti, non di meno, la Call è un primo passo che

ne prelude altri. Il testo della Call si caratterizza anche per essere un primo tentativo nel formulare un insieme di criteri etici con comuni riferimenti di valore, offrendo un contributo all’elaborazione di un linguaggio comune per interpreta-re quanto è umano”.

Lasciatemi concludere questo ar-ticolo con una breve riflessione su un tema non toccato direttamente dal convegno, ma elemento che chiude il cerchio, cioè l’economia. La nostra società può beneficiare del lavoro sia degli economisti sia degli etici, quando colmano le loro differenze e integrano le loro intui-zioni; una prospettiva etica è utile per gli economisti, perché ricorda che ciò che è importante per l’inte-ra società non sempre coincide con il mercato.

Una prospettiva economica è uti-le per gli etici, perché ricorda che

il mercato è una forza potente che modella e influenza il nostro mon-do, non importa se lo vogliamo o meno.

Sarebbe fuori luogo soccombere al fatalismo-tecnocratico e conside-rare il nostro destino come prede-terminato da forze tecnologiche e forze di mercato che sono al di fuori del nostro controllo. Il nostro futuro, al contrario, è pla-smato congiuntamente dalle inno-vazioni tecnologiche che noi esseri umani creiamo, dalle istituzioni sociali ed economiche che proget-tano collettivamente, e dai valo-ri etici che devono guidare tutto questo.

In sintesi

“il cervello può diventare digitale,ma il cuore deve restare sempre umano” ■

Innovazione

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Industria

La siderurgia e il cambiamento La siderurgia e il cambiamento climatico: responsabilità climatico: responsabilità e prospettivee prospettivePaolo Stagnoli Dirigente Tenova

Fausto Ciavatta Componente del Gruppo Progetto Innovazione

L'industria e il trasporto pe-sante generano oggi circa il 30% dei gas serra. La si-derurgia è direttamente

responsabile per il 5% delle emis-sioni totali e l’impatto è molto di-verso a seconda del processo uti-lizzato.

Riciclo dell’acciaioL’acciaio, assieme al vetro e a pochi altri, è un materiale infinitamente riciclabile. Il rottame (travi e ton-dini recuperati da edifici demoliti, carcasse di autoveicoli, elettrodo-mestici e altro ancora) viene fuso e purificato, e al liquido così ottenu-to, si aggiungono elementi di lega che permettono al nuovo prodotto di raggiungere le proprietà fisiche richieste. Nella maggior parte dei casi si usa-no forni elettrici ad arco, fondendo il rottame con archi elettrici che raggiungono temperature di oltre 12.000°C e iniettando ossigeno che brucia le materie combustibili e l’eccesso di carbonio. Dopo l’ag-giunta di alcuni elementi leganti, il metallo liquido così prodotto viene poi colato formando barre e piastre che diventeranno nuovi prodotti.

La produzione di acciaio attraverso questo processo genera circa 400-500 grammi di CO2 per ogni kg di acciaio prodotto, ed è quella con

La responsabilità della siderurgia sul cambiamento climatico. Quali sono le tecnologie disponibili, qual è l’impatto di ciascuna. Proposte e strategie per la de-carbonizzazione

il minimo impatto ambientale. La maggioranza di queste emissioni sono indirette, generate nel pro-durre l’energia elettrica usata nel

Emissioni di gas serra

Figura 1: emissioni di gas serra per settore (fonte IPCC, 2014).

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Industria

processo, e con la de-carbonizza-zione dell’energia il riciclo dell’ac-ciaio scenderà a meno di 100 grammi per kg. Oggi quasi l’80% dell’acciaio italiano viene prodotto così, facendo del nostro Paese uno dei più “verdi” per la siderurgia.

Altoforno e convertitoreLa produzione di acciaio cosiddet-to “primario” parte invece da mine-rali di ferro. In natura il ferro esiste solo come ossidi e per utilizzarli oc-corre prima separare l’ossigeno dal ferro usando gas come l’idrogeno e il monossido di carbonio capaci, in certe condizioni, di rompere il legame e trasformare gli ossidi in metallo.Il modo più tradizionale e diffuso al mondo consiste nel caricare una miscela di minerale di ferro, carbo-ne e calce in un grande forno ver-ticale (l’altoforno) in cui si insuffla aria che permette la combustione del carbone generando un flusso di monossido di carbonio (CO) che risale la colonna e separa l’ossige-no dal ferro, trasformandosi a sua volta in anidride carbonica (CO2). Il metallo liquido che fuoriesce dal fondo del forno (detto ghisa) con-tiene troppo carbonio per essere utilizzato e deve essere affinato in un convertitore dove si inietta ossi-geno generando altra anidride car-bonica. Come per l’acciaio riciclato, il liquido così prodotto viene infine addizionato di leganti, colato e tra-sformato in semilavorati.Il processo di produzione via alto-forno e convertitore produce fino a 2.000 grammi di CO2 per ogni kg di acciaio prodotto, circa quattro vol-te di più del processo di riciclo. Tra-sformare gli ossidi consuma ener-gia e questa trasformazione viene operata usando carbone distilla-to (chiamato coke). Tra i processi disponibili questo è a maggiore impatto ambientale, ma è anche quello più utilizzato: quasi il 70% dell’acciaio nel mondo oggi viene prodotto così.

Il processo di riduzione diretta e la conversione a idrogenoInvece di usare carbone, il proces-so di Riduzione Diretta del mine-rale usa gas naturale (metano) e vapore per trasformare il minerale in metallo: il metano (CH4) reagisce con il vapore (H2O) formando una miscela di idrogeno e monossido di carbonio (H2 e CO) che, estraen-do l’ossigeno dagli ossidi, genera vapore e anidride carbonica (H2O e CO2). Il materiale prodotto (chia-mato DRI, Directly Reduced Iron) è solido e viene caricato in un forno elettrico dove viene fuso e portato

alle condizioni desiderate come si fa per il rottame. Questo processo di produzione produce circa 1.000 grammi di CO2 per ogni kg di accia-io prodotto (cioè la metà del pro-cesso via altoforno) e sostituendo il gas naturale con idrogeno prodot-to da fonti rinnovabili è possibile ridurre le emissioni a meno di 100 grammi per kg. Questa tecnologia è già industrializzata, tanto che in Svezia un consorzio di aziende chiamato HYBRIT avvierà entro il 2020 un impianto pilota di produ-zione di acciaio a zero emissioni di CO2 che utilizzerà idrogeno pro-dotto da fonti rinnovabili.

Figura 2: forno elettrico ad arco con sistema di carica continuo, Italia settentrionale.(fonte: TENOVA, 2008).

Figura 3: schema di altoforno e vista degli altoforni di Taranto (repertorio).

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DI APRILE 202024

Industria

Le sfide della riconversioneOggi circa 1,2 miliardi di tonnellate all’anno su un totale di 1,8 miliardi viene prodotto via altoforno gene-rando oltre 2 miliardi di tonnellate di CO2, pari al 90% delle emissioni dovute alla siderurgia. La conver-sione di questi impianti è necessa-ria per ridurre le emissioni del set-tore siderurgico ma vi sono diverse difficoltà.Innanzitutto non c’è abbastanza rottame disponibile, e l’uso di ac-ciaio continua ad aumentare. Stu-diando le economie più mature si stima che per il prossimo futuro la quota di acciaio prodotta da riciclo possa arrivare a non più del 50% del totale. Esistono poi limiti tecnologici: autoveicoli ed elettrodomestici demoliti contengono rame (parti

elettriche dei veicoli e degli elet-trodomestici) che inquina l’acciaio peggiorandone le proprietà. Non si può utilizzare acciaio inquinato nelle applicazioni che richiedono grandi deformazioni (carrozzerie automobilistiche) o impieghi criti-ci che debbono sopportare basse temperature (rotaie ferroviarie).Il mondo ha ancora bisogno di no-tevoli quantità di acciaio prodotto via altoforno o riduzione diretta.

Il piano dell’EU e le soluzioni disponibiliL’Unione europea ha definito il pro-prio piano di riduzione delle emis-sioni per limitare il riscaldamento globale. Il primo obbiettivo richie-de una riduzione del 20% entro il 2030 rispetto ad oggi, e il settore si-derurgico dovrà fare la propria par-

Figura 4: schema di processo di riduzione diretta (fonte: TENOVA HYL).

te. Questo piano viene applicato tramite il meccanismo di emission trading e il sostegno economico ad iniziative e progetti di de-carboniz-zazione.Nonostante questo, il passaggio alla riduzione diretta sta avvenen-do solo nelle aree in cui il gas na-turale è disponibile a basso costo (come Russia, Medio Oriente, Nord Africa e Nord America). Il gradua-le aumento della disponibilità di idrogeno permetterà di adottare questa tecnologia anche in Paesi poveri di materie prime come l’Ita-lia, ma il raggiungimento degli ob-biettivi di riduzione delle emissioni richiede che la transizione cominci al più presto soprattutto nei Paesi che, come Germania e Polonia, fan-no largo utilizzo di carbone per la produzione siderurgica e la gene-razione di energia elettrica. Le politiche comunitarie dovran-no continuare a stimolare la tran-sizione incentivando le industrie che sceglieranno di investire in innovazione e mettendo in opera provvedimenti tali da impedire che la produzione siderurgica si sposti verso Paesi con regolamenti più permissivi. Sono comunque già in corso diversi progetti in Europa, in Nord America e in Cina per ridurre le emissioni di gas serra tramite il passaggio alla riduzione diretta. ■

Figura 5: piano di riduzione delle emissioni di gas serra dell'Unione Europea (UE, 2019, op.europa.eu).

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Grazia MallusPrivate [email protected]+39.335.6749622

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DI APRILE 202026

Industria

Digital Innovation Hub: Digital Innovation Hub: riferimento delle imprese riferimento delle imprese per la trasformazione digitaleper la trasformazione digitaleA cura della Redazione

Quali attività di sostegno alle PMI sta realizzando DIH Lom-bardia? Dal 2018, il DIH Lombardia sup-

porta le aziende sul territorio lombardo nel processo di

trasformazione digitale. È uno dei soggetti che com-pone l’Ecosistema dell’In-novazione e offre servi-zi gratuiti alle singole imprese e alle filiere per valutare il livello di maturità digitale, base per tracciare la strate-gia di investimento in digitalizzazione e mi-gliorare le proprie per-formance.

Il DIH Lombardia, inoltre, fa parte dei 30 DIH, ricono-

sciuti dalla Commissione Europea, che compon-

Nuovi modelli di business e di gestione dei processi per la competitività dell’impresa diventano determinanti per far fronte al contesto che seguirà la pandemia Coronavirus. La trasformazione digitale rappresenta un passaggio obbligato per la ripresa e Dirigenti Industria intervista il Presidente DIH Lombardia, Gianluigi Viscardi, sulle attività per la regione più colpita

gono il network europeo specia-lizzato in Intelligenza Artificiale. Il progetto prevede la definizione di un modello di ingaggio delle im-prese e di cooperazione tra i DIH all’interno dell’Unione Europea, per facilitare l’implementazione e il trasferimento di soluzioni di Intelli-genza Artificiale nelle PMI. Questo permette di offrire servizi aggior-nati e di alto livello alle aziende nel territorio lombardo e di essere un punto di riferimento nel panorama europeo per l’Intelligenza Artifi-ciale, con possibilità di scambio di best practice e di cooperazione in ambito europeo. Quante PMI hanno finora par-tecipato al progetto, e qual è il loro profilo?Ad oggi, 258 imprese hanno be-neficiato dei servizi del DIH Lom-

Gianluigi Viscardi,Presidente DIH Lombardia.

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Industria

bardia. Principalmente sono PMI e i loro profili sono molto diversi-ficati, comprendono settori tra i quali l’agroalimentare, chimico e farmaceutico, elettromeccanico e elettronico.

Quali aspetti del servizio han-no maggiormente apprezzato le PMI?Le PMI apprezzano in particolar modo le attività di assessment, ov-vero l’analisi della valutazione del-la maturità digitale, che il DIH Lombardia eroga gratui-tamente alle azien-de. È uno stru-

mento elaborato in collaborazione con il Politecnico di Milano. Nella valutazione, vengono analizza-te 4 dimensioni, quali l’orga-nizzazione, l’esecuzione, il monitoraggio e il controllo. Queste quattro dimen-sioni sono

258 IMPRESEche hanno beneficiato dei servizi DIH Lombardia

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DI APRILE 202028

Industria

poi ulteriormente analizzate nei macroprocessi che compongono la value chain di un’impresa, ov-vero ricerca e sviluppo, produzio-ne, qualità, supply chain, logistica, marketing, vendite e customer care, risorse umane. Il servizio del DIH Lombardia prevede che le aziende siano assistite nella com-pilazione dell’assessment e la pre-senza diretta in azienda permette al DIH Lombardia di raccogliere maggiori informazioni dall’impresa e di visitare gli impianti. Una vol-ta effettuata l’analisi dei risultati dell’assessment, il DIH Lombardia elabora un report che, oltre alla misurazione della maturità digita-le, riporta i trend relativi alla tra-sformazione digitale del settore di appartenenza dell’impresa e inclu-de una roadmap di alto livello che evidenzia le iniziative suggerite all’impresa per avviare un piano di trasformazione digitale. È un servizio gratuito che permette alle aziende, in particolare alle PMI, di fare più chiarezza sul proprio livello di digitalizzazione, ma soprattutto è uno strumento utile che mette in evidenza i trend e, quindi, aiuta a comprendere quali investimenti

fare oggi per avere un vantaggio competitivo nel breve e medio pe-riodo.Successivamente all’attività di as-sessment vi è un ulteriore fase e relativo servizio particolarmente apprezzato dalle imprese: l’accom-pagnamento presso i Competence Center (CC). I CC, che ricordiamo essere 8 sul territorio nazionale (a Milano abbiamo il Made guidato dal Politecnico di Milano), sono or-ganizzazioni che mettono a dispo-sizione delle imprese competenze tecniche per supportare program-mi e progetti di trasformazione di-gitale. Il servizio del DIH Lombardia di accompagnamento ai Compe-tence Center è apprezzato perché attivato, dopo l’attività di asses-sment, permette di indirizzare in modo preciso le esigenze delle imprese a quel punto consapevoli delle loro necessità. Infine del DIH Lombardia è apprezzata anche l’in-dipendenza rispetto alle soluzioni tecnologiche. Nei fatti non vendia-mo nulla e quindi siamo percepiti come advisor dalla parte dell’im-presa in supporto alla fase iniziale del percorso di trasformazione di-gitale.

Quali opportunità per le PMI Lombarde?Il DIH Lombardia si presta ad es-sere una porta d’accesso per le PMI lombarde che vogliono cogliere nella digitalizzazione una possi-bilità di crescita, che guardano al futuro digitale come un’opportu-nità su cui investire oggi per trar-ne benefici nel breve e nel medio periodo. Per questa ragione, il DIH Lombardia e le Antenne Territoriali stanno facendo un lavoro di sen-sibilizzazione e di disseminazione capillare sul territorio regionale per far in modo che le imprese, in par-ticolare le PMI, siano informate sui temi strategici della trasformazio-ne digitale. ■

Il servizio del DIH Lombardia prevede che le aziende siano assistite nella compilazione

dell’assessment e la presenza diretta in azienda permette al DIH Lombardia di raccogliere

maggiori informazioni dall’impresa e di visitare

gli impianti

30 DIHriconosciuti dalla Commissione Europea

Maggiori informazioni sul sito DIH Lombardia: www.dihlombardia.com

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DI APRILE 2020 29

Imprese e Manager insieme per crescere

“Le imprese di successo credono nel motore delle competenze. 4.Manager supporta il sistema industriale nella diffusione e nella crescita della managerialità.

Vincenzo Boccia Presidente Confindustria

“Manager e imprese insieme per vincere le sfide della globalizzazione. 4.Manager è nata per porre le competenze del manage-ment al centro della cultura d’impresa.

Stefano Cuzzilla Presidente Federmanager

4.Manager è l’associazione costituita da Confindustria e Federmanager per la crescita della competitività del Paese attraverso lo sviluppo della cultura d’impresa e delle politiche attive del lavoro.

www.4manager.org [email protected]

Vicini a un punto di svolta per aziende e lavoratori

Speciale Smart Working

L’Osservatorio 4.Manager ha realizzato una ricerca sull’evoluzione dello Smart Working per fotogra-farne situazione attuale e prospettive future, an-che alla luce dei provvedimenti introdotti per far

fronte all’emergenza sanitaria in corso.In Italia, le misure di contenimento dell’emergenza sa-nitaria in corso stanno imponendo una fortissima acce-lerazione al ricorso allo Smart Working, virtualmente in tutti i settori lavorativi dove ciò è stato possibile, inclusa la Pubblica Amministrazione.L’Osservatorio 4.Manager ha analizzato l’interesse de-gli utenti Google (fonte Google Trends) sul tema nei 90 giorni tra il 9 dicembre 2019 e il 9 marzo 2020, attraver-so chiavi di ricerca quali Smart Working, lavoro da casa, lavoro agile, telelavoro. L’ultimo mese ha segnato un in-nalzamento esponenziale delle ricerche, a fronte di un andamento sostanzialmente piatto nei giorni preceden-ti. Le ricerche per Regioni hanno mo-strato picchi collegabili alla diffusione dell’emergenza: nel Nord Italia, e in particolare in Lombardia, e nel Lazio. Il dato indica quanto, con l’emergen-za, lo Smart Working sia diventato in brevissimo tempo da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa (ancor-ché legato alla situazione contingen-te). Risulta infatti evidente quanto l’interesse di ricerca degli utenti sia stato determinato da questo momento di crisi sanitaria.

L’esperienza tragica che l’Italia e gli altri Paesi nel mondo stanno attraversando porterà a delle significative conse-guenze. Una di queste riguarderà sicuramente il mondo del lavoro.Ad oggi, non tutte le aziende italiane sembravano pronte all’adozione di forme di flessibilità lavorativa, come mo-strato anche dalla bassa diffusione del lavoro agile nel territorio nazionale. Tuttavia, per ovviare ai divieti impo-sti dall’esigenza di limitare la diffusione del contagio, le aziende italiane, nei casi possibili, hanno dovuto neces-

sariamente adottare forme di lavoro a distanza, sia che si trattasse di multi-nazionali con migliaia di dipendenti, sia di realtà più piccole (es. call center, studi professionali, ecc.).Quando questo momento sarà passa-to, resterà comunque l’impatto dello Smart Working sulle realtà aziendali e produttive nel mondo, certamente su quelle italiane, portando a un cambio di prospettiva: come insegna San Giro-lamo, “Facere de necessitate virtutem" (Bisogna fare di necessità virtù).

La ricerca dell’Osservatorio 4.Manager sullo Smart Working indica il contesto e gli strumenti per fronteggiare l’emergenza Coronavirus

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DI APRILE 202030

Imprese e Manager insieme per crescere

“Le imprese di successo credono nel motore delle competenze. 4.Manager supporta il sistema industriale nella diffusione e nella crescita della managerialità.

Vincenzo Boccia Presidente Confindustria

“Manager e imprese insieme per vincere le sfide della globalizzazione. 4.Manager è nata per porre le competenze del manage-ment al centro della cultura d’impresa.

Stefano Cuzzilla Presidente Federmanager

4.Manager è l’associazione costituita da Confindustria e Federmanager per la crescita della competitività del Paese attraverso lo sviluppo della cultura d’impresa e delle politiche attive del lavoro.

www.4manager.org [email protected]

La diffusione dello Smart Working prima dell’emergenza Coronavirus

L e politiche di flessibilità in materia di esecuzione della prestazione lavorativa sono un fenomeno dif-fuso in tutta Europa. Lo stesso Parlamento Europeo, già dal 2016, metteva in evidenza i benefici sociali

del lavoro agile, sottolineando l’importanza dell’equi-librio tra lavoro e vita privata per sostenere il rilancio demografico, preservare i sistemi di sicurezza sociale e promuovere il benessere e lo sviluppo delle persone e della società nel suo insieme (risoluzione del 13/09/2016, principio generale n. 48).Tuttavia, sono presenti delle differenze all’interno dei vari Paesi dell’Unione, sia da un punto di vista della ter-minologia utilizzata sia delle modalità di regolamentazio-ne dello Smart Working.La ricerca dell’Osservatorio 4.Manager prende avvio da un confronto internazionale tra i sistemi di alcuni Pae-si europei, sia per quanto riguarda le modalità di rego-lamentazione – flexible working (Regno Unito e Olanda); telelavoro flessibile (Francia), agile working (Germania e Belgio) – e sia, soprattutto, esaminandone i livelli di dif-fusione che, secondo una rilevazione Eurostat, al 2018 vedevano l’Italia al penultimo posto tra i primi 10 Paesi per PIL. Risulta significativo che nel decennio 2008-2018 l’Italia non ha registrato incrementi nel ricorso al lavoro agile, laddove in Europa la crescita è stata più evidente.

Tuttavia, un’importante crescita è stata registrata in Italia nel corso del 2019 sul fronte delle imprese (non vengono presi in considerazione i dipendenti pubblici). Secondo l’indagine Confindustria sul lavoro 2019, nel corso dell’an-no, l’8,9% delle aziende associate ha introdotto forme di lavoro agile, e un ulteriore 10% ha considerato tale moda-lità una soluzione organizzativa da approfondire.

Smart Working per DecretoCon il Decreto, Dpcm 23 febbraio 2020, il Governo ha promosso il ricorso al lavoro agile per i dipendenti delle aziende che si trovavano nelle aree a rischio di contagio, permettendo l’attuazione di questa forma di lavoro anche in assenza di un accordo tra le parti, prevedendo l’utiliz-zo di un’autocertificazione sul sito dell’INAIL per indica-re che il lavoro agile si riferisca a soggetto appartenente a una delle aree a rischio. Tale disposizione consente ai lavoratori subordinati di lavorare all’esterno dei locali aziendali, al fine di ridurre gli spostamenti al minimo indispensabile, per evitare il contatto con persone che potrebbero essere infette. Con ulteriori disposizioni pre-viste dal successivo Dpcm 25 febbraio 2020, al fine di evi-tare la sospensione delle attività lavorative, è stata esteso l’utilizzo dello Smart Working per tutti i datori di lavoro con sede legale o operativa nelle Regioni con focolai di epidemia. Successivamente, è stato pubblicato in Gaz-

zetta Ufficiale il Decreto, Dpcm 1° marzo 2020, che supera i precedenti del 23 e del 25 febbraio 2020 e stabi-lisce che "la modalità di lavoro agile disciplinata dagli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81, può essere applicata, per la durata dello stato di emergenza di cui alla delibe-razione del Consiglio dei Ministri 31 gennaio 2020, dai datori di lavoro a ogni rapporto di lavoro subordinato, nel rispetto dei principi dettati dalle menzionate disposizioni, anche in assenza degli accordi individuali ivi previsti. Gli obblighi di informativa di cui all'art. 22 della legge 22 maggio 2017, n. 81, sono assolti in via tele-matica anche ricorrendo alla docu-mentazione resa disponibile sul sito dell'Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro".

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DI APRILE 2020 31

I vantaggi dello Smart WorkingIl lavoro agile non deve essere inteso come uno strumento da utilizzare soltanto in situazioni di emergenza, in quan-to non sono da sottovalutarne i benefici per i lavoratori e per l’azienda stessa. In particolare, secondo l’indagine dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Mila-no (2019), condotta su un campione rappresentativo della popolazione di impiegati, quadri e dirigenti (tot. campio-ne = 1.000), i dipendenti che lavorano in smart working sono più soddisfatti del proprio lavoro. Nello specifico, ben il 76,0% dei lavoratori si ritiene più soddisfatto del proprio lavoro rispetto a coloro che lavorano in modali-tà tradizionale (55,0%) e dimostrano un legame più forte con la propria impresa (71,0% rispetto al 56,0%).Una maggiore diffusione dello smart working può deter-minare vantaggi diffusi, per il sistema delle imprese, per l’ambiente e per i lavoratori:• Attrazione di talenti (secondo l’Osservatorio Smart Wor-king del Politecnico di Milano il 76% dei lavoratori “agi-li” si ritiene soddisfatto del proprio lavoro rispetto al 55% di coloro che lavorano in modalità tradizionale).• Riduzione dei costi fissi, in particolare legati al dimen-sionamento e al costo degli uffici.

• Riduzione del traffico, con benefici sulla produttività delle catene logistiche.• Riduzione dell’inquinamento atmosferico.

In particolare, secondo le stime correnti, 1 milione di lavoratori in più in modalità Smart Working al 50% del tempo (obiettivo del tutto raggiungibile, anche solo nel settore privato) permetterebbe di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera, nell’ordine delle diverse centinaia di migliaia di tonnellate all’anno.

Il ruolo centrale dei manager“Quando l’emergenza sanitaria sarà superata, potremmo tro-varci di fronte a uno scenario completamente nuovo – ha di-chiarato Fulvio D’Alvia, Direttore Generale di 4.Manager – sia in virtù dell’esperienza avviata nelle settimane del con-tenimento del Covid-19 da decine di migliaia di imprese e mi-lioni di lavoratori e sia, soprattutto, sotto il profilo culturale”.Il nuovo scenario che le imprese dovranno gestire sarà portatore di grandi opportunità, ma imporrà un forte in-nesto di manager preparati a gestire il cambiamento.“Pensiamo alle PMI e alle filiere collegate – ha proseguito D’Alvia – dove è necessaria una maggiore cultura manageria-le. La gestione di domanda e offerta di Smart Working diven-terà per le PMI un fattore di crescita sempre più importante per la produttività e per la competitività. Occorreranno ma-nager preparati, tanto sotto il profilo delle competenze pro-fessionali e digitali, si pensi solo al tema della cyber security legata al lavoro da remoto, quanto sotto il profillo delle soft skill necessarie alla gestione delle relazioni dei cambiamenti organizzativi. Per rendere strutturale lo Smart Working bi-sogna prima mettere al centro le persone e poi pensare alla tecnologia”.“L’importanza del fattore manageriale – ha concluso D’Al-via – è dimostrata dall’emergenza in corso: le imprese che si sono dotate di un innovation manager stanno reagendo in modo molto più efficace sotto il profilo della riorganizzazione dei processi produttivi rispetto alle altre”. ■

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Imprese e Manager insieme per crescere

“Le imprese di successo credono nel motore delle competenze. 4.Manager supporta il sistema industriale nella diffusione e nella crescita della managerialità.

Vincenzo Boccia Presidente Confindustria

“Manager e imprese insieme per vincere le sfide della globalizzazione. 4.Manager è nata per porre le competenze del manage-ment al centro della cultura d’impresa.

Stefano Cuzzilla Presidente Federmanager

4.Manager è l’associazione costituita da Confindustria e Federmanager per la crescita della competitività del Paese attraverso lo sviluppo della cultura d’impresa e delle politiche attive del lavoro.

www.4manager.org [email protected]

Nuove organizzazioni del lavoro

Per quanto concerne specificamente il tessuto in-dustriale italiano, l’“Indagine Confindustria sul lavoro” del 2019, mostra come stia crescendo l’at-tenzione delle aziende verso forme di flessibilità

lavorativa. Si stima che già l’8,9% delle aziende associate a Confindustria abbia introdotto forme di lavoro agile nel 2019 e che un ulteriore 10,00%, pur non avendo ancora in-trodotto forme di flessibilità lavorativa, consideri il lavoro agile una metodologia organizzativa da approfondire.Inoltre, confrontando il campione di imprese che ha par-tecipato all’indagine sia nel 2018 che nel 2019, risultano evidenti gli incrementi per tutte le classi dimensionali, con una percentuale di imprese (che dichiara di aver in-trodotto forme di Smart Working) praticamente raddop-piata, essendo passata dal 4,9% del 2018 all’8,9% del 2019.La variazione più significativa si registra nelle aziende con 100 o più addetti, in cui la percentuale delle azien-de che utilizza forme di flessibilità lavorativa è salita dal 13,2% nel 2018 al 20,0% (pari a un’azienda su cinque) nell’anno successivo.

Prendendo in considerazione i lavoratori per genere, le differenze sono minime, sia riguardo i dati percentuali per l’Italia (“Talvolta” 1,1% per le donne e 1,3% per gli uomini; “Generalmente” 3,4% per le donne e 3,9% per gli uomini), sia per gli altri Paesi dell’area Euro (“Talvolta” 7,6% per le donne e 8,8% per gli uomini; “Generalmente” 6,2% per le donne e 5,8% per gli uomini). Da sottolineare che le differenze evidenziano un generale maggior bene-ficio del lavoro agile da parte degli uomini, dovuto, pro-babilmente, al ricorso da parte delle donne ad altre for-me di flessibilità lavorativa (es. lavoro a tempo parziale).Infine, l’analisi dei lavoratori per differenti fasce di età mostra come, complessivamente, la percentuale dei la-

voratori agili cresca con l’età e ciò risulta particolarmente evidente per il personale che utilizza di frequente questa modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, sia in Italia (“Generalmente” 8,0%) che nell’Eurozona (“Ge-neralmente” 15,3%).

Il lavoro agile, quindi, si pone come valido strumento di work-life balance per tutti i lavoratori, maggiormente soddisfatti dell’organizzazione del proprio lavoro (31,0% rispetto al 19,0%), in quanto hanno la possibilità di recu-perare, almeno in parte, la gestione del proprio tempo, personalizzandola sulla base delle singole esigenze. Ciò porta anche a stimolare e ad accrescere la capacità di pianificazione e di suddivisione delle attività lavorative tra quelle che possono essere svolte da casa e quelle che, invece, devono essere realizzate in ufficio, con una con-seguente responsabilizzazione del lavoratore.Anche dal punto di vista aziendale i benefici non sono da sottovalutare. Per l’azienda, il ricorso al lavoro agile porta alla riduzione dei costi: si pensi, ad esempio, ai consumi o alle dimensioni degli uffici.

Tecnologie a costi accessibili e limitazioni per evitare il contagio modificheranno profondamente il modo di lavorare. Nulla sarà come prima

4.Manager è un progetto di Confindustria e Federmanager Viale della Astronomia, 30 – 00144 Roma – www.4manager.orgPer invio mail: www.4manager.org/contatti – Tel. 06.45235302

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Chi volesse partecipare è invitato ad inviare una e-mail all’indirizzo [email protected] per segnalare il proprio nominativo e ricevere il modulo di iscrizione da restituire debitamente

compilato. Il corso è limitato ai primi 15 colleghi che esprimeranno il proprio interesse

Il Gruppo di Lavoro VDS - Valorizzazione Dei Senior - e VISES Gruppo Milano

Vi invitano a conoscere i fondamentali dello smartphone e il mondo delle app

Il corso è rivolto esclusivamente ai Soci che possiedono smartphone con sistema ANDROID o iOS

Vi spiegheremo le potenzialità del vostro smartphone nella vita quotidiana tramite le APP

Il corso si terrà nei giorni 11, 18 e 25 maggio 2020 dalle 9.30 alle 12.30 presso ALDAI - Via Larga 31, Milano (Sala Formazione)

4° CONCORSO LETTERARIO ALDAI “UN RACCONTO”UNO SKYLINE DIVERSO, UN’IMPRONTA DEL NOSTRO TEMPO

Tutto il nostro vissuto può essere fonte di ispirazione, e i periodi più difficili spesso danno i risultati migliori. Ora tutti noi stiamo affrontando un periodo difficile. Siamo costretti in casa e forse ci annoiamo un poco.

Quale svago migliore che leggere e scrivere!Per questo vi ricordiamo il nostro concorso letterario e vi raccomandiamo l’invio dei vostri testi.

Abbiamo pensato, data la situazione attuale, di prorogare il termine di consegna al 15 giugno 2020.

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sVILUPPO

sOSTENIBILE

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Dove va l’idroelettrico italiano? Livio Magri Socio ALDAI-Federmanager e componente del Gruppo di Lavoro Energia Ecologia ALDAI-Federmanager

Situazione Nel 2018 la potenza efficiente lor-da di energia elettrica installata in Italia ammontava a 118.000 MW di cui circa 53.000 da fonte rinnova-bile, a quest’ultima contribuivano circa 30.000 MW da fonte solare ed eolica e circa 23.000 MW da fonte idroelettrica (fig. 1).La produzione lorda di energia elettrica ottenuta da questa po-tenza si è attestata attorno ai 290 TWh, facendo registrare un incre-mento di circa il 10% rispetto al 2017, da attribuire totalmente alla fonte idroelettrica che ha superato i 50 TWh. I consumi richiesti tutta-

Facciamo il punto sulla situazione energetica italiana: cosa ci attende dalle strategie ad oggi delineate per la valorizzazione e lo sviluppo del patrimonio esistente che coinvolgono espressamente la fonte idroelettrica?

Fig. 1 - Potenza efficiente lorda MW al 31 dicembre 2018

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Sviluppo sostenibile

Fig. 2 - Produzione lorda di energia elettrica in Italia al 2018

Fig. 4 - Quota consumi finali lordi di energia da FER per settore al 2020 e 2030

Fig. 3

via sono risultati ancora una volta superiori alla produzione e pari a 303,5 TWh. Considerando che dal-la produzione lorda vanno detratti i servizi ausiliari (9,8 TWh), nonché l’energia destinata ai pompaggi (2,3 TWh), la produzione netta di energia immessa in rete è risultata di circa 278 TWh. A quest’ultima vanno poi tolte le perdite di rete (circa18 TWh), alla fine restano utili solo 260 TWh, e la quota restante per soddisfare i consumi – pari a circa 43,5 TWh (oltre il 14,3%) – viene ad essere coperta dalle im-portazioni (fig. 2).Risulta evidente come nel settore della produzione di energia elet-trica ci sia ancora molto da fare sul fronte della riduzione di dipenden-za dalle importazioni che ci vede da decenni dipendenti poco meno della percentuale coperta dall’idro-elettrico. Fonti rinnovabili Per quanto riguarda le fonti rin-novabili, l’Italia ha già superato nel 2017 l’obiettivo europeo per il 2020, che fissava al 17% i consumi di energia elettrica provenienti da fonte rinnovabile. Si è infatti superato il 18%, calcolato secondo le regole statistiche euro-pee che prevedono un valore nor-malizzato sulla media degli ultimi 5 anni per l’eolico e degli ultimi 15 anni per l’idroelettrico (fig. 3).

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sVILUPPO

sOSTENIBILE

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Obiettivi delineati La proposta italiana di PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima) pone ambiziosamente l’o-biettivo di raggiungere al 2030 un contributo di copertura dei consu-mi di energia proveniente da fonti rinnovabili (FER) pari al 30% (fig. 4). All’interno delle fonti rinnovabili, le previsioni per solare ed eolico ap-paiono critiche (fig. 5). La criticità è dovuta al fatto che si prefigura per il 2030 un raddoppio della produzione di energia da fon-te eolica e quasi una triplicazione della produzione di energia da fon-te solare rispetto al 2018, con tutte le problematiche legate alla non programmabilità di queste fonti, e solo un modesto aumento (da 46 a 49 TWh/anno), per quanto riguarda l’apporto alla produzione dell’idro-elettrico, unica fonte di energia mo-dulabile ed immagazzinabile.

L’idroelettrico Quest’ultimo, che costituisce ad oggi la principale fonte di ener-gia rinnovabile italiana, avendo contribuito nel 2018 per più del

50% alla produzione da fonti rin-novabili, è da augurarsi che possa giocare un ruolo più importante di quello prefigurato se si vorrà conseguire il “target” del PNIEC sia come produzione totale da fonte rinnovabile sia come “storage” ai fini delle compensazioni d’eserci-zio di rete. Ovviamente si dovranno sciogliere alcuni nodi che in qualche modo non ne favoriscono lo sviluppo e la valorizzazione quale patrimonio nazionale: • in particolare il quadro normativo

di riferimento che è da completa-re con una legislazione coerente a livello nazionale sul rinnovo delle concessioni per i grandi impianti,

Fig. 5 - Traiettoria prevista della generazione elettrica da FER

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Sviluppo sostenibile

per la cui mancanza siamo già sta-ti richiamati dalla UE;

• l’opportuno allargamento degli incentivi previsti dal decreto sulle FER del 2019 sulle rinnovabili per i piccoli impianti basato sul soste-gno ai rinnovamenti o nuovi sfrut-tamenti che richiedono particolari interventi ad elevata onerosità;

• l’adeguamento della normativa nazionale di sicurezza, legata an-

SAVETHE DATE

Tematiche da affrontare Proprio al fine di affrontare queste principali tematiche e per tentare di dare una risposta al quesito posto dal titolo di questo articolo, ATI Lombardia e Veneto hanno organizzato un Convegno patrocinato da ALDAI pres-so la sede FAST di Milano il 13 maggio 2020, o in data successiva che sarà comunicata dall’ATI in funzione dell’emergenza COVID-19, dall’ambizioso titolo:

“Gestione delle acque ed Idroelettrico: un’alleanza strategica”che porrà l’accento sui seguenti punti principali:

• L’inserimento di sfruttamenti energetici in unione con una programmazione di difesa del suolo dai dissesti idrogeologici (canali scolmatori, bacini di compenso, ecc.).

• Il mantenimento e lo sviluppo del potenziale idroelettrico installato mediante programmi di digitalizzazio-ne, monitoraggio e rinnovamento mirato “smart repowering”.

• Recupero delle risorse residue: previsto obiettivamente modesto per il “mini-hydro” alla luce di quanto fis-sato dal Decreto FER 2019; e ancora ostacolato dalla mancanza legislativa sui rinnovi delle concessioni sca-denti nel 2029 per il “large-hydro”.

• Miglior utilizzo e incremento degli impianti di accumulazione mediante pompaggi in previsione del ruolo sempre più strategico che dovrà assumere lo “storage” in vista dell’enorme ascesa delle fonti non program-mabili eolica e fotovoltaica.

Per prenotazioni vedi box a pagina 56.

che alle tipologie di impianti con utilizzo delle acque multi-scopo (potabile, idroelettrico e industria-le) e in generale lo snellimento e la possibile unificazione delle pra-tiche autorizzative;

• il riconoscimento del ruolo strate-gico dello “storage” mediante ac-cumulo da pompaggio il cui con-tributo sarà da incrementare sia con la creazione di nuovi impianti

che con il miglior sfruttamento degli esistenti, se – come affer-mato da TERNA nell’ intervento al Senato dello scorso marzo 2019 – il sistema elettrico necessiterà di nuovi 4.000 MW di potenza da accumulo al fine di compensare lo squilibrio generato dalle fonti non programmabili quali eolico e sola-re il cui sviluppo è previsto di tipo esponenziale. ■

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La strada giustaLa strada giustaDa un convegno di Federmanager Roma stimoli utili per un futuro più sostenibile

SostenibilitàLa parola “sostenibilità” è di gran moda: sembra che come altre lo-cuzioni altrettanto generiche quali “green economy”, “parità di genere” e altre consimili, tutte politicamen-te corrette, non se ne possa più fare a meno. Chi scrive poi ha in parti-colare sospetto un altro sostantivo che, come la candida veste degli antichi romani che si affacciavano alla politica (da cui il termine “can-didato”), copre ogni bruttura, la parola “certificazione”. Ma andiamo con ordine…Dunque, Federmanager da qualche anno a questa parte si è fatta pro-tagonista di un lavoro encomiabile e benemerito sui temi energetici. Mentre altre commissioni federa-li sulle strategie industriali hanno sinora avuto un cammino più tra-vagliato, in ambito energetico, gra-zie al forte supporto del sindacato romano e dell’AIEE (Associazione Italiana Economisti dell’Energia), i risultati ottenuti balzano all’atten-zione di tutti.Il convegno “L’energia che fa bene all’Italia”, tenutosi a Roma il 18 feb-braio scorso nella prestigiosa Sala del Tempio di Adriano, ne è stato la più recente testimonianza: in quella circostanza è anche apparso il terzo rapporto annuale Federma-nager-AIEE dedicato a “Transizione verde e sviluppo”, col problematico sottotitolo “Può l’economia circola-re contribuire al rilancio del sistema Italia?”.

Federmanager-AIEE: un quaderno preziosoQuesta pubblicazione, arricchita da una sintesi ricchissima di temi, gra-fici e dati, costituisce uno strumen-to essenziale per leggere lo stato dell’industria nel Paese e prefigu-rarne un’evoluzione positiva. Le co-pie sono ottenibili presso le nostre sedi, e se ne raccomanda la lettura a tutti i cultori di queste tematiche.Il quaderno ha anche il pregio di un’analisi efficace della congiun-tura mondiale, in un contesto un po’ paradossale e almeno tripolare in cui gli Stati Uniti si dividono tra i fautori di un “Green New Deal” e i conservatori trumpiani, la Cina di-fende il libero mercato e l’Europa sembra orientarsi verso la risco-perta della necessità di interventi pubblici a orientare virtuosamente l’economia.

Il convegnoUna cosa è certa: sono finiti i tem-pi in cui ci si riuniva per celebrare le glorie della libera iniziativa, da svincolare dai “lacci e lacciuoli” del controllo pubblico. Oggi i più ac-corti analisti intervengono per sot-tolineare la necessità di un nuovo intervento pubblico volto a orien-tare le scelte strategiche.Parlare di “strategie industriali” non è più sacrilego, e anzi il no-stro sindacato vorrebbe farne un elemento importante del suo intervento. In questo senso si è espresso nell’in-

Giuseppe Colombi Consigliere ALDAI-Federmanager e componente del comitato di redazione Dirigenti Industria

Federmanager da qualche anno a questa parte si è fatta

protagonista di un lavoro encomiabile e benemerito

sui temi energetici

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Sviluppo sostenibile

troduzione il Presidente Cuzzilla, che ha sottolineato come occorra un cambiamento di cultura all’inter-no delle imprese e come ci si debba interrogare sull’industria del futuro. Un’industria che dovrà essere “soste-nibile”, ovvero prendersi carico anche di tutte quelle “esternalità” (leggasi costi ambientali scaricati sul mondo circostante) che ha finora trascurato.“Il cambio climatico – ha detto per esempio Cuzzilla – è una realtà che ormai tutti capiscono, da Papa Fran-cesco al fondo Blackrock”.Insomma, per prevenire i principali problemi, quali quelli che si riscontra-no a Taranto, occorre perseguire una giusta via di mezzo che compenetri esigenze a volte contraddittorie.Il coordinatore della Commissione Energia di Federmanager, Sandro Neri, dopo aver presentato in gene-rale i risultati del citato quaderno, ha sottolineato l’importanza delle nuo-ve tecnologie “sostenibili”.In particolare si è riferito ai meriti della pirolisi, tecnologia magari non proprio nuovissima, ma che potreb-be risultare utile nel trattamento di alcune categorie di rifiuti.L’analisi di Carlo Di Primio, Presiden-te dell’AIEE, ha riassunto i concetti bene espressi dal quaderno, e si è conclusa col richiamo alla neces-sità di tornare a politiche indu-striali nazionali come antidoto al declino del Paese.Tra i politici intervenuti si è di-stinto il senatore Girotto, ospi-te ormai consueto ai convegni Federmanager, che nel sottoli-neare la riconversione “verde” che sta sviluppando ENI, ha commentato come la politica, messa di fronte a programmi tecnici credibili, possa persi-no ritrovare l’unanimità.Da Zaghi, direttore generale di Elettricità Futura, principa-le associazione dei produtto-

ri nazionali di elettricità, è venuto il commento che ormai l’adozione delle fonti rinnovabili porta ad una riduzione del costo del chilowatto-ra e non più ad aggravi di costo.Mario Cardoni, direttore di Feder-manager, ha concluso individuan-do nella “green economy” un pos-sibile strumento per uscire dalla crisi, sempre che strada facendo si riescano a semplificare gli intralci burocratici.Entro il 2020, ha detto, Federma-nager certificherà almeno un cen-tinaio di “manager della sostenibi-lità”; obiettivo encomiabile, ma la cui riuscita dipenderà da come le imprese accoglieranno poi queste figure.

Un commentoVerrebbe da rilevare che dal conve-gno emerge con evidenza il muta-mento di paradigma: non si pensa più all’approccio ambientalistico come a una bizzarria, si prospetta la necessità di un disegno strate-gico nazionale come strumento di ripresa del Paese e fonte di nuova occupazione.Chi scrive trova sintonia con l’esi-genza espressa quando ci si era sforzati di trovare nei grandi grup-pi nazionali, Eni, Enel, Ferrovie e tanti altri, gli unici soggetti capaci di svolgere il ruolo trainante del Project Manager nella moderniz-zazione del Paese. Come avevamo sostenuto, nei diversi campi della raccolta, gestione e trattamento dei rifiuti, del ciclo dell’acqua e degli ef-fluenti liquidi, nel trasporto pubbli-co, solo grandi campioni nazionali dispongono delle tecnologie, delle risorse economiche e soprattutto delle risorse umane per essere mo-tori del cambiamento.(1) ■

NOTE:1) G. Colombi, Sistemi Complessi, Dirigenti

Industria, maggio 2019, pag. 44-45.

per prevenire i principali problemi, occorre perseguire

una giusta via di mezzo che compenetri esigenze

a volte contraddittorie

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Servizi agli associati

Convenzione Assocaaf 2020

Assistenza fiscaleFacciamo seguito a quanto pubblicato nella rivista di marzo 2020 (pagine 34-35) per segnalare che il calendario degli appuntamenti potrà subire delle variazioni in relazione alle misure urgenti introdotte nel Paese per l’emergenza epidemiologica da COVID-19.ASSOCAAF sta continuando a lavorare per assicurare la continuità di tutti i servizi fiscali in questo momento, in modo tale da poter essere vicina alle esigenze e aspettative di tutti i clienti.

1. Tessera di iscrizione ALDAI per l’anno 2020 o ricevu-ta dell’avvenuto versamento della quota.

2. Tutta la documentazione necessaria per la predi-sposizione del modello 730 deve essere portata in fotocopia leggibile in quanto Assocaaf dovrà con-servare tale documentazione per i futuri controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il contribuente in-vece dovrà conservare la documentazione in origi-nale per 5 anni, ovvero fino al 31 dicembre 2025. Nel caso in cui si portino in detrazione oneri pluriennali o spese mediche rateizzate bisogna conservare la documentazione fino a 5 anni dopo la fruizione dell’ultima rata, ovvero fino al 31 dicembre 2035.

3. Prospetti di liquidazione FASI-ASSIDAI (o altre cas-se sanitarie). Per le spese mediche pagate diretta-

1. ASSOCAAF potrà accedere, tramite conferimento di apposita delega, alla dichiarazione dei redditi pre-compilata messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate permettendo il confronto tra gli importi dichiarati dal contribuente e quelli presenti in ana-grafica tributaria sia per i redditi dichiarati che per gli oneri inseriti. Tale strumento ci permetterà di ridurre gli accertamenti da parte dell’Agenzia del-le Entrate per le omissioni dei dati relativi ai redditi percepiti. Al contempo sarà un utile strumento per la verifica di eventuali oneri dimenticati dal contri-buente.

2. L’accesso alla precompilata non esonera quindi il

Documenti indispensabili da portare ad Assocaaf

Modalità operative per l’elaborazione della dichiarazione

mente dalla cassa sanitaria alla struttura ospeda-liera/medico specialista “convenzione diretta” sono necessari, per comprovare l’anno di sostenimento della spesa, i prospetti dei pagamenti rilasciati dal-la cassa unitamente alle fatture. Invece per le spese sanitarie pagate direttamente dal contribuente è necessario presentare la sola fattura/ricevuta datata 2019. Tutti gli oneri devono rispettare il cosiddetto principio di cassa.

4. I soci ALDAI, che si avvalgono per la prima volta di ASSOCAAF, in relazione alle spese pluriennali (ristrutturazioni, risparmio energetico, bonus mo-bili-elettrodomestici, ecc..) dovranno presentare documentazione in copia, come meglio specificato in seguito, anche di quelle degli anni precedenti al 2018 con l’ultima dichiarazione dei redditi.

contribuente alla presentazione della documenta-zione comprovante i redditi e gli oneri (detrazioni/deduzioni) soggetti a visto di conformità da parte del CAF.

3. Il servizio di assistenza fiscale prevede, per i soci che lo necessitano, la richiesta contestuale all’INPS della propria Certificazione Unica 2020 per i redditi percepiti nel 2019 (sempre tramite conferimento di una specifica delega).

La documentazione necessaria per l’elaborazione del modello 730 sarà presente al seguente link:https://assocaaf.it/pag_partnership-141-aldai

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Servizi agli associati

➜ Possibilità per gli eredi di presentare il modello 730 per i soggetti che sono deceduti nell’anno 2019 e comunque entro il termine ultimo di presentazio-ne del modello 730/2020; oltre tale data sarà possi-bile presentare esclusivamente il Modello Redditi Persone Fisiche.

➜ Nuovo limite reddituale di euro 4000 per i figli di età non superiore ai 24 anni: dal 01/01/2019 il nuovo limite reddituale per essere considerati fiscalmente a carico è innalzato a Euro 4.000 per i figli di età non superiore ai 24 anni (rimane di euro 2.840,51 il limite per essere considerati fiscalmente a carico per tutti gli altri soggetti)

➜ Estensione del regime della cedolare secca alle locazioni di immobili ad uso commerciale (clas-sificati nella categoria catastale C/1) e relative per-tinenze locate congiuntamente, limitatamente ai contratti stipulati nell’anno 2019. Al fine del rico-noscimento del regime agevolato è necessario che siano rispettati alcuni requisiti:

– la superficie dell’unità immobiliare di categoria C/1 oggetto di locazione (escluse le pertinenze) non può superare i 600 metri quadri;

– il contratto di locazione deve essere stipulato nel 2019;

– non devono risultare contratti in essere al 15 ot-tobre 2018, tra i medesimi soggetti e per lo stesso immobile, interrotti anticipatamente rispetto alla scadenza naturale.

➜ Spese di istruzione: è aumentato da 786 a 800 euro per studente il limite previsto per la detrazione del 19% delle spese sostenute per la frequenza di scuo-le dell’infanzia (scuola materna), del primo ciclo di istruzione (scuole elementari e medie) e della scuola secondaria (scuole superiori) del sistema nazionale di istruzione (pubbliche o private). Si ricorda che tra le spese detraibili rientrano anche quelle sostenute per l’utilizzo della mensa scolastica e spese pre-post scuola (in quanto essendo servizi scolastici integra-tivi, sono strettamente collegati alla frequenza sco-lastica). Non sono detraibili le spese relative al ser-vizio di trasporto scolastico. Questa detrazione non è cumulabile con quella prevista per le erogazioni liberali alle istituzioni scolastiche per l’ampliamento dell’offerta formativa

➜ Eliminazione della detrazione relativa all’ acqui-sto di alimenti a fini medici speciali in quanto non prorogata per il 2019 non sarà possibile inserire tali spese nel rigo E1;

Principali novità per il 730/2020➜ Detrazione del 50% per il riscatto dei periodi non

coperti da contribuzione (anni di studio previsti per il conseguimento della laurea): l’onere soste-nuto per il riscatto degli anni non coperti da con-tribuzione, può essere detratto dall’imposta lorda nella misura del 50% con una ripartizione in 5 quote annuali di pari importo nell’anno di sostenimento della spesa e in quelli successivi. Possono fruire del riscatto agevolato coloro che al 31 dicembre 1995 non avevano anzianità contributiva.

➜ Detrazione del 50% per l’acquisto e posa in ope-ra di strutture di ricarica dei veicoli alimentati ad energia elettrica: per le spese sostenute dal 01/03/2019 al 31/12/2021 per l’acquisto e posa in opera di infrastrutture di ricarica dei veicoli alimen-tati ad energia elettrica è previsto che l’onere so-stenuto possa essere detratto nella misura del 50% dell’ammontare delle spese sostenute, di ammon-tare comunque non superiore a Euro 3.000, con una ripartizione in 10 rate annuali di pari importo.

➜ Sport Bonus: ai contribuenti spetta un credito d’im-posta in misura pari al 65% delle erogazioni liberali in denaro effettuate nel corso del 2019 per inter-venti di manutenzione e restauro di impianti sporti-vi pubblici e per la realizzazione di nuove strutture sportive pubbliche, anche nel caso in cui le stesse siano destinate ai soggetti concessionari o affidatari degli impianti medesimi. Il credito d’imposta spet-tante è riconosciuto nel limite del 20% del reddito imponibile ed è ripartito in tre quote annuali di pari importo.

➜ Credito d’imposta per bonifica ambientale: per le erogazioni liberali in denaro effettuate per interven-ti su edifici e terreni pubblici, sulla base di progetti presentati dagli enti proprietari, ai fini della bonifi-ca ambientale, compresa la rimozione dell’amianto dagli edifici, della prevenzione e del risanamento del dissesto idrogeologico, della realizzazione o del-la ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate e del recupero di aree dismesse di proprietà pubblica, spetta un credito d’imposta, nella misura del 65% delle erogazioni effettuate. Il credito d’imposta è ri-conosciuto nei limiti del 20% del reddito imponibile ed è ripartito in tre quote annuali di pari importo.

➜ Impatriati: per i contribuenti che hanno trasferito la residenza in Italia a decorrere dal 30/04/2019, i redditi di lavoro dipendente e assimilati concorrono alla formazione del reddito complessivo nella misu-ra del 30%. Tale misura è ridotta al 10% se la residen-za è trasferita in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia. ■

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DI APRILE 202042

Welfare

Il riscatto “agevolato” Il riscatto “agevolato” della laureadella laureaSalvatore MartorelliGiornalista e Consulente previdenziale

La possibilità di riscattare, ai fini pensionistici, il perio-do di studi universitari che hanno condotto al conse-

guimento della laurea è nuova-mente alla ribalta!A farla divenire nuovamente di at-tualità è stata la norma contenuta nel comma 6 dell’articolo 20 del decreto-legge n. 4/2019, conver-tito nella Legge 28 marzo 2019, n. 26 («Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pen-sioni»).Tale norma, senza eliminare i mec-canismi di calcolo preesistenti, ha introdotto una modalità alterna-tiva per determinare l’onere del riscatto di laurea (il cosiddetto “ri-scatto light”). Detta modalità è as-sai meno onerosa di quella attuata fino ad ora ed è valida solo per i pe-riodi di frequenza universitaria che si collocano:• dopo il 1995, per coloro che non

avevano almeno 18 anni di versa-mento a tale data;

• dopo il 2011 per chi, invece, ave-va già raggiunto il requisito dei 18 anni di versamento prima del 1996.

In pratica, in questi casi, l’onere da sostenere per il riscatto di un anno di corso di laurea è pari, secondo la nuova normativa, ad un importo fisso di 5.260,86 euro (per l’anno 2020), rateizzabili senza interessi in 10 anni e deducibili dal reddito.Per determinare quest’importo occorre, infatti, applicare al “mi-nimale” retributivo degli artigiani

e commercianti, per il 2020 pari a 15.942 euro, l’aliquota di computo del 33%.Finora, invece, quest’aliquota di computo si applicava alla retribu-zione lorda percepita negli ultimi 12 mesi di attività. Il vantaggio è evidente: con una retribuzione lorda previdenziale di 70mila euro il risparmio è di ben 17.800 euro, visto che, in preceden-za, il costo di un anno di riscatto era di 23.100 euro circa.La possibilità di accedere al riscatto agevolato non ha particolari limiti in quanto, oltre a non essere sog-getta a termini di scadenza, può essere esercitata a prescindere dall'età anagrafica del richieden-te (non c'è il vincolo di 45 anni, eli-minato dalla legge 26/2019) e non è limitata ai soli soggetti non in possesso di anzianità contributiva al 1995.L’INPS, in un primo momento, ave-va interpretato la norma in modo restrittivo disponendo che il nuo-vo meccanismo di calcolo, che – come appena detto – si affianca a quello “normale”, fosse applicabi-le solo agli anni di corso di laurea che si collocavano nel sistema contributivo, ovvero quelli succes-sivi al 31 dicembre del 1995 per chi non aveva 18 anni di versamenti al 1995 e quelli successivi al 2011 per

chi, invece, alla stessa data aveva più di 936 settimane di contribu-zione .Con la circolare n. 6 del 22 gen-naio 2020 l’INPS ha dato una nuo-va lettura della norma allargando i “cordoni della borsa” ovvero am-mettendo la possibilità di riscatto agevolato del periodo di laurea anche se il periodo di studi si col-loca in tutto o in parte prima del 31 dicembre 1995, ma a una con-dizione: che il soggetto richiedente opti per la liquidazione della pen-sione con il sistema interamente contributivo.In questo modo, anche se il perio-do di studi riscattato si colloca an-teriormente al 31 dicembre 1995, ai fini del calcolo della pensione questa contribuzione verrà consi-derata come “contributiva”.È importante sottolineare che l’op-zione per il sistema contributivo richiede come requisiti:• un’anzianità contributiva al 31 di-

cembre 1995 inferiore a 18 anni;• un’anzianità contributiva pari o

superiore a 15 anni;• almeno 5 anni di contributi dopo

il 31 dicembre 1995 sia effettivi sia figurativi;

• un importo della pensione matu-rato almeno pari 1,5 volte l’asse-gno sociale.

L'opzione per il sistema contribu-

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DI APRILE 2020 43

Welfare

tivo è irrevocabile sia se esercitata al momento del pensionamento sia se esercitata nel corso della vita lavorativa.Non va, poi, dimenticato che, per chi esercita il diritto di opzione, le retribuzioni percepite successiva-mente all’opzione sono assogget-tate ai fini pensionistici al cosiddet-to “massimale contributivo” (pari per il 2020 a 103.055,00 euro). Ciò vuol dire che le retribuzioni supe-riori a questa soglia non sono as-soggettate a contribuzione e non concorrono ad incrementare l’im-porto della futura pensione.

La convenienzaDeterminare in modo assoluto se sia o meno conveniente riscattare in modo agevolato il periodo di laurea non è possibile.I vantaggi, infatti, oltre ad essere condizionati da possibili future in-novazioni legislative circa i requi-siti di età e di contribuzione per il diritto alla pensione di vecchiaia o di anzianità, dipendono dalla storia assicurativa di ciascun lavoratore e dagli sviluppi futuri della propria attività lavorativa. Il riscatto della laurea con il siste-ma agevolato e con il conseguen-te passaggio al sistema di calcolo contributivo è certamente con-veniente per le donne che hanno deciso di andare in pensione con l’Opzione Donna e che hanno bi-sogno del riscatto per maturare i 35 anni di versamento. In questi casi, infatti, la pensione verrebbe comunque calcolata con il siste-ma contributivo a prescindere se si ricorra o meno al riscatto light. Ri-cordo in proposito che l’“Opzione Donna” è la possibilità per le lavo-ratrici dipendenti nate entro il 1961 (per le “autonome” entro il 1960) e in possesso di 35 anni di contribu-ti entro il 2019 di andare subito in pensione optando per il sistema di calcolo contributivo. In questi casi la domanda di riscatto deve essere presentata all’atto del pensiona-

mento, ossia contestualmente alla domanda di pensione recante la scelta della lavoratrice di accesso alla cosiddetta Opzione Donna.Negli altri casi, il riscatto light è ge-neralmente conveniente per chi ha pochi anni di versamento prima del 1996 e che, tramite il riscatto, “compra tempo” ovvero acquisisce il diritto alla pensione anticipata qualche anno prima del pensiona-mento per vecchiaia. In questi casi, il passaggio dal sistema di calcolo misto a quello contributivo non comporta una rilevante riduzione dell’importo della pensione calco-lata con il sistema misto. Occhio, però, al fatto che se si hanno re-tribuzioni superiori a 103.055,00 euro, le quote eccedenti questa so-glia non sono assoggettate a con-tribuzione e non concorreranno ad incrementare l’importo della futura pensione.Il ricorso al riscatto agevolato è, in-vece, assai poco consigliabile (la verifica va fatta, comunque, caso per caso) se il gruzzolo dei contri-buti versati prima del 1996 è rile-vante. Acquisire con il riscatto age-volato il diritto alla pensione con qualche anno di anticipo rinun-ciando al calcolo misto può costare assai caro. Per di più, optando per il calcolo contributivo, le future re-tribuzioni pensionabili sono assog-gettate al “massimale di retribuzio-ne” di cui abbiamo parlato all’inizio. Assai più complesso è, invece, il caso di chi ha iniziato a lavora-re dopo il 1995 e che, per questo motivo, è nel sistema contributivo puro.Nel sistema contributivo non esi-ste, infatti, solo la pensione anti-cipata ordinaria e la pensione di vecchiaia, ma anche la pensio-ne anticipata che si matura a 63 anni (nel 2020 sono 64 per effetto dell’adeguamento alla aspettativa di vita), a condizione che risulti-no versati e accreditati almeno 20 anni di contribuzione “effettiva” e che l'ammontare mensile della pri-

ma rata di pensione risulti essere non inferiore ad un importo soglia mensile, pari a 2,8 volte l'importo mensile dell'assegno sociale (nel 2020 questo valore è di 1.287,52 euro).Se questa ultima prestazione è rag-giungibile, la convenienza di tale riscatto è quasi sempre inesistente perché, salvo il caso in cui si è ini-ziato a lavorare assai presto, la pen-sione anticipata a 64 anni si matura assai prima della pensione antici-pata ricorrendo al riscatto.Ma c’è di più! Se il riscatto riguarda periodo anteriori al 1996 si perde il diritto a questa particolare presta-zione perché non si è più nel siste-ma contributivo puro.

Per chi ha contributi nella Gestione SeparataUna ulteriore valutazione sulla con-venienza del riscatto light va fatta per chi ha almeno un versamento nella cosiddetta Gestione Separata e ha meno di 18 anni di versamen-ti al 1995. In questo caso, infatti, l’interessato può avvalersi della facoltà di computo, riconosciuta dall’art. 3 del Decreto ministeriale n. 282/1996, e dalla Circolare Inps 184/2015. Attraverso il computo nella ge-stione separata è infatti possibile conseguire il diritto alla pensione secondo la normativa prevista dal-la Legge 214/2011 per i soggetti iscritti dal 1° gennaio 1996 alla Ge-stione separata. In pratica il lavo-ratore può accedere alla pensione di vecchiaia a 63 anni e 3 mesi di età (nel 2020, per effetto della co-siddetta “aspettativa di vita”, a 64 anni) a condizione che l'importo pensionistico sia superiore a 2,8 volte l'importo dell'assegno socia-le. In questa ipotesi, la prestazione è calcolata integralmente con le regole del calcolo contributivo e il riscatto del periodo di studi sia in forma agevolata che con il calcolo percentuale appare del tutto inu-tile. ■

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Welfare

Invecchiamento: dall’assistenza Invecchiamento: dall’assistenza familiare all’assistenza familiare all’assistenza professionaleprofessionale

Nella riunione del Consi-glio Nazionale Federma-nager del 29 novembre 2019, illustrando la situa-

zione della previdenza oggi in Ita-lia, avevo dedicato una parte della mia presentazione ai crescenti bi-

sogni di assistenza collegati all’in-vecchiamento. Avevo sottolineato che oggi la spesa pubblica desti-nata alla "Long Term Care" (assi-stenza a lungo termine) vale circa 29,3 miliardi di euro, pari all’1,7% del PIL del 2018 e che l’attuale mo-

dello pubblico di gestione della non autosufficienza presenta un eccessivo sbilanciamento a favore dell’erogazione di prestazioni mo-netarie mentre, invece, si dovrebbe ragionare sulla “presa in carico” del soggetto non autosufficiente.Allo stato attuale, la non autosuffi-cienza è affrontata da singoli e fa-miglie, prevalentemente con l’im-piego dei propri redditi e risparmi per un totale di spesa a loro carico di quasi 20 miliardi di euro. Senza un adeguato sostegno da parte del sistema di welfare pubblico, difficil-mente, in futuro, famiglie sempre più piccole, riusciranno a portare avanti, come oggi, il loro prezioso ruolo di "caregiver".Dal 4 febbraio 2020 è in discussio-ne, in Commissione Lavoro del Se-nato, il Disegno di Legge n. 1461-2019 che mira all’incremento delle tutele nei confronti dei "caregiver". Con il termine "caregiver" familiare si designa colui che si prende cura di una persona cara in condizioni di

Mino Schianchi Presidente Comitato Nazionale di Coordinamento dei Gruppi Pensionati e Vicepresidente ALDAI-Federmanager

Il progressivo allungamento della speranza di vita si accompagna, inevitabilmente, anche a una crescita dei bisogni socio-assistenziali. In Italia la speranza di vita residua a 65 anni è: 19,2 anni per gli uomini e 22,4 per le donne, ma la speranza di vita a 65 anni in buona salute (senza limitazioni funzionali) è 9,4 anni per gli uomini e 9,8 per le donne. Paradossalmente, la non autosufficienza è, quindi, e sempre più spesso, inevitabile conseguenza dell’allungamento dell’aspettativa di vita media. Viviamo dunque più a lungo, ma non necessariamente meglio

29,3 miliardi di eurospesa pubblica destinata alla “Long Term Care”

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Welfare

non autosufficienza. Con questo disegno di legge si riconosce il valore sociale ed eco-nomico dell’attività di cura e di assistenza svolta dal "caregiver" familiare quale risorsa volontaria dei servizi socio-sanitari e sanitari locali di assistenza alla persona e si elencano nel dettaglio i requisiti necessari per accedere ai benefici previsti dalla stessa legge.Il "caregiver" familiare deve farsi ca-rico dell’organizzazione delle cure e dell’assistenza, nonché di ogni altro atto, anche amministrativo, che la persona assistita non è più in grado di compiere. In relazione a tale impegno si prevede il rico-noscimento al "caregiver" familiare della copertura a carico dello Stato, limitatamente a tre anni, dei con-tributi figurativi riferiti al periodo di lavoro di assistenza e cura ef-fettivamente svolto, che vanno a sommarsi ai contributi da lavoro

eventualmente già versati. Si stabi-liscono anche specifiche detrazioni fiscali in favore del "caregiver" fa-miliare per le spese sostenute per l’attività di cura e assistenza.Inoltre, al fine di valorizzare le competenze maturate dal "care-giver" familiare nello svolgimento dell’attività di cura e di assistenza e di agevolarne l’accesso o il rein-serimento lavorativo, si prevede il riconoscimento delle competenze acquisite utili per la certificazione delle stesse, anche ai fini dell’acqui-sizione della qualifica di operatore socio-sanitario o di altre figure pro-fessionali dell’area socio-sanitaria.Ritengo lodevole e positivo il ten-tativo di creare con questo disegno di legge una rete di sostegno per queste figure che oggi in Italia co-stituiscono un esercito invisibile di oltre 7 milioni di persone; persone che rappresentano un valore socia-le ed economico per il Paese e per

le quali il sommarsi dei compiti as-sistenziali a quelli familiari e lavora-tivi può determinare frustrazione e problemi economici.Sarebbe però auspicabile che, ac-canto al formale riconoscimento dei "caregiver" familiari, venissero proposti anche strumenti in gra-do di incentivare e promuovere la costruzione di un mercato del lavoro di cura in cui professionisti, adeguatamente formati, possano rispondere alle esigenze delle fa-miglie e degli assistiti, sollevando i "caregiver" familiari da oneri di cura sempre più gravosi e sempre meno gestibili all’interno delle mura do-mestiche.Una maggiore leva verso prestazio-ni in forma specifica (e non di mero accompagno) potrebbe ridurre i costi e, soprattutto, consentire di dare lavoro “in chiaro”, e a veri pro-fessionisti del settore del "caregi-ving". ■

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Formazione

Per il Presidente Carlo Poledrini, il ruolo di Fondirigenti nello stimolo della domanda di formazione delle imprese è molto importante per garantire la crescita delle competitività delle nostre imprese e della ricchezza del Paese

Le imprese italiane riusciran-no a crescere stabilmente soltanto abbracciando con coraggio la causa dell’inno-

vazione e della digitalizzazione, e migliorando i livelli di formazione manageriale. Muovendo da que-sto assunto, l’Impact Report 2019, messo a punto da Fondirigenti, il più grande fondo italiano per la formazione manageriale, arriva a delle conclusioni estremamente incoraggianti. Nel biennio 2017-2018 il Fondo ha infatti investito 3 milioni di euro in iniziative strategiche volte a spro-nare la domanda di formazione nelle aziende. Lo stimolo ha funzio-nato benissimo, perché ben 2mila imprese hanno risposto, richieden-do 27 milioni di euro di finanzia-mento per piani formativi condivisi su Industria 4.0. Questo significa che 1 euro investito da Fondirigen-ti ha contribuito a generare 9 euro di domanda di formazione mana-

geriale espressa dalle aziende sulla digitalizzazione.“Un risultato che è un pungolo a continuare ad investire – afferma Carlo Poledrini, che di Fondirigen-ti è il Presidente – dobbiamo in-

Carlo Poledrini.

formare e sensibilizzare manager e imprenditori, sui concetti base dell’industria 4.0, con particolare attenzione alle piccole e medie im-prese”. Su questo asset strategico per il

Fondirigenti: ogni euro Fondirigenti: ogni euro investito in formazione investito in formazione ne produce 9 in benene produce 9 in benefficiici

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DI APRILE 2020 47

Formazione

futuro del Paese, il primo Fondo in-terprofessionale a spendere risorse ed energie è stato proprio Fondi-rigenti, espressione di Confindu-stria e Federmanager che associa 14mila imprese e ben 78mila diri-genti e realizza le sue iniziative di concerto con i propri soci. Il Fondo gestisce annualmente cir-ca 25 milioni di euro provenienti dallo 0,30 versato dalle imprese aderenti per il finanziamento dei piani formativi. “Con dirigenti adeguatamente pre-parati, la produttività compie stra-

Impact Report 2019 L’Impact Report 2019 – curato da Giorgio Neglia, Responsabile Studi e Ricerche di Fondirigenti – analizza i risultati del-le iniziative strategiche di Fondirigenti focalizzate sull’asset strategico di Indu-stria 4.0. Dopo aver descritto i principali focus delle iniziative, si esaminano nel detta-glio i risultati qualitativi e quantitativi delle azioni, evidenziandone gli impat-ti sui territori, le imprese, i manager coinvolti e le possibili opzioni di repli-cabilità. L’analisi si basa anche su una survey effettuata in collaborazione con i partner di Fondirigenti nell’im-plementazione dei progetti. Nel complesso emerge un ricco patrimonio di conoscenze, buone pratiche e modellizzazioni che hanno consentito di accrescere la con-sapevolezza di imprese e manager sulla strategicità della digitaliz-zazione, di mappare la readiness e i fabbisogni sulle competenze da sviluppare e di acquisire indicazioni per la messa a sistema di quanto appreso. L’insieme di queste evidenze consente a Fondirigenti di valorizzare positivamente gli investimenti effettuati a supporto dello sviluppo delle competenze manageriali ed offre elementi preziosi per la pro-grammazione delle future iniziative per la diffusione della cultura dell’innovazione nel nostro Paese.

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Formazione

ordinari balzi in avanti – assicura Poledrini –. Ne so-no una prova alcuni studi effettuati sul database delle aziende aderenti al Fondo, e pubblicati dalla rivista Industrial Relations dell’Universi-tà di Berkeley: hanno dimostrato infatti che raddoppiando l’investi-mento in formazione manageriale si accresce la produttività azienda-le del 12 per cento”. Fondirigenti è molto attento alla qualità della formazione che fi-nanzia. “Per questo le valutazioni dei piani formativi sono affidate a commissioni esterne e indipen-denti, che assicurano terzietà e professionalità del giudizio – os-serva il Presidente – inoltre, nell’e-rogazione dei fondi non adottiamo la logica “a sportello”: valutiamo tutti i piani pervenuti e applichia-mo paletti sempre più alti, quanto

a punteggi minimi richiesti”.

In iniziative strategiche, nel bien-nio 2017-2018, sono stati attivati ventuno progetti in nove regioni italiane, coinvolgendo più di mille fra imprese, manager ed esperti. Ma la ripartizione geografica delle iniziative vede una marcata con-centrazione nei territori del Cen-tro-Nord, che del resto è coerente con la densità degli aderenti al Fondo. Ecco perché a luglio 2019 si è deciso di lanciare Progetto Sud, dedicato a quest’area del Paese, che ha un elevato deficit di managerializzazione. Il Fondo ha organizzato un roadshow di incon-tri in Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sardegna e Sicilia, e de-ciso di riservare esclusivamente alle imprese del Sud il 25% degli 8 milioni complessivamente investiti

nel 2019 per la formazione dei di-rigenti.

Infine, c’è il progetto nato per celebrare il ventennale di Fon-

dirigenti, con un occhio al futuro del Paese: si chiama

D20 Leader ed è desti-nato a 100 giovani ta-

lenti, selezionati per fruire di un percorso in tre tappe del tutto gratuito, della dura-ta complessiva di sei mesi. La prima tappa, residenzia-le, per fornire loro una comune base di conoscenze e sti-molarli a fare rete. La seconda è uno

“study tour” all’este-ro, alla scoperta delle

più importanti orga-nizzazioni che, nell’eco-

nomia e nella società, puntino in modo rilevante

sull’innovazione. La terza è un “project work” per sperimentare

quanto è stato appreso e cimentar-si in esperimenti di innovazione. La prima edizione del progetto, ri-servata a 50 giovani, partita a set-tembre 2019 si è appena conclusa. Ma altri 50 giovani hanno iniziato una nuova avventura. Un’iniziati-va unica nel panorama formativo italiano, che intende rispondere a un bisogno fortemente avvertito: aiutiare i giovani a restare nel no-stro Paese. L’esperienza all’estero è preziosa, ma la destinazione finale può e deve essere l’Italia, non più solo l’espatrio. Negli ultimi dieci anni, ha osservato il governatore della Banca d’Italia, l’emigrazione dei giovani dal nostro Paese si è quintuplicata, e quella dei laurea-ti, in particolare, è raddoppiata. La produttività e la capacità impren-ditoriale ne risentono in modo ne-gativo, ha aggiunto Ignazio Visco. Un suggello di legittimazione in-diretto, ma pieno, dell’iniziativa di Fondirigenti. ■

I TEMI STRATEGICI

PER IL 2020

Giovani

Mezzogiorno

Gender gap e inclusività

Beni culturali

Lavoro agile e welfare

Management sostenibile

Digital Divide PMI

Open Innovation

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L’obbligo di pagamenti L’obbligo di pagamenti tracciabili per la detraibilità tracciabili per la detraibilità delle spese delle spese Andrea Borroni Ripamonti Responsabile Comunicazione Assocaaf

La Legge di Bilancio 2020 (Legge n. 160/2019) ha in-trodotto importanti novità.Una che avrà un sicuro e ri-

levante impatto nella vita quotidia-na dei cittadini riguarda l’obbligo, a partire dal 1° gennaio 2020, di usare strumenti tracciabili di pa-gamento per alcune tipologie di spesa.Sottolineiamo, per chiarezza, che la normativa non ha alcun impat-to sulla dichiarazione dei Redditi 2020 (la quale riguarda le spese sostenute nel 2019) ma avrà il suo impatto su il 730 2021 o il Model-lo Redditi 2021, inerenti alle spese sostenute dal 1° gennaio al 31 di-cembre 2020.

Specifichiamo subito che sarà sem-pre possibile pagare in contanti,

ma – così facendo – non si avrà diritto a far valere la detrazione Ir-pef del 19% nella dichiarazione dei Redditi 2021.

Lo scopo, chiaramente intuibile, è la lotta all’evasione e all’elusione fiscale ma apre una serie di criti-cità di natura pratica ma anche di interpretazione attuativa. Si pen-si alla poca informazione legata all’immediata entrata in vigore del-le nuove regole, oppure ad alcuni comportamenti di quanti ancora non sono attrezzati (o rifiutano) i pagamenti tracciati.Lo strumento, infatti, resta forte-mente ridimensionato dalla elimi-nazione delle sanzioni (che sareb-bero dovute entrare in vigore a luglio 2020) verso i commercianti, artigiani o professionisti che non

avessero accettato il pagamento attraverso pos (carte di credito o carte di debito).

Queste perplessità, anche nel ri-spetto dello Statuto del contri-buente, che prevede uno slitta-mento di due mesi dall’entrata in vigore di un nuovo obbligo fiscale, ha portato la Consulta dei Caf (or-gano di coordinamento e rappre-sentazione dei maggiori Caf ita-liani) a richiedere uno slittamento di almeno 60 giorni dell’entrata in vigore dell’obbligo di pagamento. Inizialmente l’orientamento del legislatore era sembrato indiriz-zato ad accogliere una sorta di moratoria. La conversione del De-creto Milleproroghe 2020 (D.L. n. 162/2019), però, ha escluso questa possibilità.

Fisco

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DI APRILE 202050

Fisco

Cosa si intende per strumenti tracciabili?Quando la normativa indica strumenti di pagamento trac-ciabili, indica che il pagamen-to deve avvenire con:

• bancomat o carte di debito• carte di credito• carte prepagate• bonifici bancari o postali• assegni bancari• assegni circolari

I pagamenti in contanti, inve-ce, escludono ogni possibilità di agevolazione fiscale.

Alcune spese sono però esclu-se da questo obbligo.Si tratta di:

• medicinali• dispositivi medici• prestazioni sanitarie erogate da

strutture pubbliche o strutture in convenzione con Sistema sanita-rio nazionale.

Queste prestazioni potranno anco-ra essere pagate in contanti, man-tenendo la possibilità di detrarle nel 730 2021.

Le principali spese da pagare con strumenti tracciabili sono:

• le visite specialistiche sanitarie private

• le rate del mutuo per detrarre gli interessi passivi

• le spese di intermediazione im-mobiliare per l’acquisto dell’abi-tazione principale

• le spese veterinarie

• le spese funebri• le spese scolastiche (iscrizione,

mensa, servizi di pre e post-scuo-la, gite e assicurazioni ecc.)

• le spese universitarie (retta, affitto per studenti fuori sede, ecc.)

• le spese per l’attività sportiva dei ragazzi tra i 5 e i 18 anni

• le spese per le assicurazioni (vita, infortuni, non autosufficienza ecc.)

• le spese per addetti all’assistenza per non autosufficienza

• le erogazioni liberali a favore de-gli istituti scolastici (contributo scolastico)

• l’abbonamento al trasporto pub-blico locale

Come ogni novità, restano al-cuni dubbi non chiariti.

Ad esempio, se si paga con il ban-comat una delle spese che preve-dono l’utilizzo di un metodo trac-ciabile basterà conservare copia della fattura o dello scontrino fisca-le?Il consiglio è conservare anche copia del pagamento POS o altro giustificativo della spesa come l’e-

ANALIZZIAMO NEL MERITO LA NOVITÀ

stratto conto. In questo modo si può fornire al Fisco, in caso di con-trollo, una prova dello strumento tracciato utilizzato per quella spe-cifica spesa.Un altro elemento controverso è se colui che fruisce della detrazio-ne (per sé o per i familiari a carico) deve corrispondere a colui che paga la spesa (dovrà in pratica ri-sultare intestatario della carta o del conto dal quale si effettuano i bonifici).Se la spesa è sostenuta per familiari a carico, la possibilità di detrazione non dovrebbe costituire un proble-ma. Resta dubbio il caso in cui il marito (o la moglie) sostenga la spesa per l’altro coniuge che non è a carico. Il consiglio è di utilizzare carte o conti correnti intestati a chi è inte-stato il documento di spesa (fattu-ra o ricevuta).

Ogni novità porta con sé elementi da chiarire ed ottimizzare.Resta fondamentale non farsi trovare impreparati! ■

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DI APRILE 2020 51

Status… Status… Salute… Salute… SerenitàSerenità

Mario Giambone Presidente Comitato Pensionati ALDAI-Federmanager

La nostra è una legittima aspirazione attinente alla condizione che meglio ri-guarda la cosiddetta “terza

età”, nella quale le necessità si so-vrappongono a nuove esigenze.La consistente compagine di noi senior richiede maggiore atten-zione alle mutate condizioni de-terminatesi per questa categoria di cittadini e ha cercato, da tempo, di avanzare tali opinioni e prote-ste, con manifestazioni espresse in differenti modi, ma quasi sempre esse vengono rese vane dalle con-trastanti argomentazioni “messe in campo” dalle molteplici corren-

ti e da sistemi di propaganda che si alternano ad “arbitrare” questa competizione, come una disputa di natura sportiva! Non parliamo solo dei problemi an-cora sospesi riguardanti l’argomen-to pensioni; qui si tratta di mettere l’accento sulla previdenza, nel sen-so di presagire, avvertire, aspettarsi, annunciare! L’impegno che, nel no-stro Comitato, si intende fortemen-te perseguire è quello di mantenere alta l’attenzione e la coesione, ele-menti essenziali per continuare a sentirsi “parte attiva” e non lasciarsi cullare dalla rassegnazione o, peg-gio ancora, dalla scarsa fiducia nelle

insistenti iniziative che si riescono ad innescare attraverso la costante azione posta in essere da Federma-nager e CIDA.A livello nazionale, e in ogni altra occasione in cui la Politica si lascia avvicinare, le nostre rappresentan-ze sono riuscite a fronteggiare e, forse, disinnescare ulteriori possi-bili iniziative con evidenti carenze costituzionali. Efficace il richiamo che il nostro valoroso e competen-te collega Antonio Dentato non manca di sollecitare anche dalle pagine di questo nostro periodico, quando si propone di mantenere alta l’attenzione nel sostenere “Le buone battaglie dei pensionati” (vedi articolo A. Dentato Dirigenti Industria gennaio 2020) difendendo i nostri diritti e con essi la nostra di-gnità. Deve essere rimarcato come siano state evidenziate le crescenti esigenze economiche e sociali che persistono, unitamente all’apporto

...Sia chiaro che non si rivendicano aspirazioni “edonistiche” come dettate dalle differenti correnti filosofiche che, di questo aspetto, se ne sono occupate! Fateci vivere serenamente gli ultimi anni... senza il timore di continue manovre a nostro danno

Previdenza

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Previdenza

che i senior offrono nell’ambito fa-miliare in termini di sostegno atti-vo, sia nella cura dei nipoti o parenti bisognosi, sia con aiuti non sempre scevri da ulteriori disponibilità mo-netarie. Dobbiamo occuparci dell’“Econo-mia della terza età: consumi, ric-chezza e nuove opportunità”*, come posto recentemente in essere dal Centro Studi Confindustria, che mette in grande evidenza il tema dell’invecchiamento – definendo-lo epocale – considerando le pro-fonde trasformazioni che operano all’interno della società civile e de-gli effetti che derivano dalla consi-stenza demografica. Tema che non viene inteso dalla pubblica opinio-ne come una realtà utile, se non ne-cessaria, a mantenere e valorizzare la doppia posizione di individuo in quanto tale e di valida risorsa per gli effetti di una sua migliore con-dizione.

È ormai evidente come la vita me-dia si stia notevolmente prolun-gando, in maniera alquanto bilan-ciata, in riferimento al genere, e che le previsioni confermano questo trend per i prossimi decenni! Nel nostro Paese viene segnalata una maggiore quota, con incre-mento costante, di soggetti non più giovani in condizione di essere attivi e in grado di creare ricchezza attraverso standard di lavoro e di vita compatibili con l’età, evitando così di invecchiare anche nell’anima ol-tre che nel fisico! Questo rispecchia il fenomeno mondiale che denota, in maniera significativa, il raggiun-gimento e il mantenimento di una consistente longevità.La nota rilevante, quindi, che vale la pena raccogliere e sostenere è ap-punto quella di aspirare e difendere il “diritto di invecchiare”… ma di po-terlo anche fare “bene”, sostenendo però la necessità di contare su mez-

zi e risorse necessari, da precosti-tuire, per una esistenza dignitosa! Salvo poi evidenziare possibili casi di stretta necessità di assistenza do-miciliare che, spesso, restano a solo ed esclusivo carico dei soggetti bi-sognosi. Le conseguenze sono quelle che ci inducono a perseguire la difesa del diritto di non essere espropriati e a smettere di subire continui ten-tativi di “attacco alla diligenza”, di western memoria! Per farlo bisogna mantenere la massima coesione e non disertare la partecipazione. ■

* Nell’edizione digitalewww.dirigentisenior.ittroverete il link al report

del Centro Studi Confindustria

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Vita associativa

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A ManagerNoProA ManagerNoProffit ilit ilriconoscimento alla Virtù Civica riconoscimento alla Virtù Civica “Panettone d’Oro 2020”“Panettone d’Oro 2020”

Di che cosa stiamo parlando? Tutto nasce da una idea di Marcello Garzia nell’ambito del-le iniziative promosse dal Gruppo Valorizza-zione Dei Senior (VDS) per l’invecchiamen-

to attivo e l’impegno nel sociale. Alla fine del 2013 il Gruppo VDS invita a un incontro i soci ALDAI interessati all’invecchiamento attivo con questo messaggio: “Molti di noi, arrivati al termine della propria esperienza lavora-tiva, si interrogano sulle scelte che stanno dietro l’angolo. Abbiamo ancora voglia di poter mettere a disposizione la nostra esperienza, le nostre competenze. Ma come? L’impegno nel sociale rappresenta certamente una scel-ta ricca di opportunità sia per noi che per la società. Una scelta che passa attraverso il benessere personale ed il be-nessere altrui. L’impegno nel sociale promette nuove sfide e la valorizzazione di esperienze che sembrano giunte al capolinea”.In parallelo viene coinvolta l’Associazione Nestore, as-sociazione che si occupa di preparazione al pensiona-mento, insieme scriviamo un progetto (“Outplacement verso il sociale” il suo titolo). L’idea è vincente, il pro-getto è accolto e finanziato: si parte. Vengono coinvolti 40 colleghi in un percorso formativo di preparazione e orientamento al volontariato. Il gruppo dei primi 20, riflettendo sul contributo possibile da offrire al terzo settore, ha un’intuizione forte: perché non presentarsi insieme, anziché singolarmente? Ovvero, perché non

presentarsi come “team” composito di competenze? L’idea pian piano diventa un progetto che decolla: in seno ad ALDAI nasce “ManagerNoProfit”, per poi diven-tare associazione autonoma.In quattro intensi anni di attività ManagerNoProfit spicca il volo: attualmente i soci sono più di 60, fra Mi-lano e Bergamo, e la loro consulenza è ormai arrivata in più di 60 associazioni. E sono diventati talmente bravi da meritarsi di essere tra i vincitori del “Panettone d’O-ro 2020” nell’annuale rassegna e premiazione di uomi-ni e Associazioni dotate di maggiori Virtù Civiche. Il segreto? Coniugare competenza e solidarietà, valoriz-zare esperienze ancora preziose altrimenti destinate a finire nella cantina dei bei ricordi. Una grande soddisfa-zione per i nostri colleghi di ManagerNoProfit e anche per noi di ALDAI che crediamo fermamente nell’impor-tanza di mettere in contatto il mondo del terzo settore con i nostri colleghi pensionati che ancora hanno vo-glia di mettersi in gioco. ■

Vincere un premio fa sempre un enorme piacere. Soprattutto se a vincerlo è un’associazionenata in ALDAI, e ancora di più se ciò che viene premiato è l’aiuto offerto al mondo della solidarietà

Mino Schianchi Presidente Comitato Nazionale di Coordinamento dei Gruppi Pensionati e Vicepresidente ALDAI-Federmanager

Nell’edizione digitalewww.dirigentisenior.it

troverete il link al comunicato stampa

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rEPORTAGE

aTTUALITÀ

sOCIETÀ

tERRITORIO

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I sommelier e la comunicazione del vino in Lombardia

Quando si pensa alla Lombardia e alle sue prin-cipali attività, a pochi – lombardi inclusi – vie-ne probabilmente in mente l’agricoltura e, più in generale, il sistema agroalimentare. Moda,

finanza, design, arredamento e tanti altri settori sono ben più presenti nell’immaginario collettivo rispetto a ciò che riguarda la terra, i suoi prodotti e le tante azien-de che li trasformano. Eppure proprio la Lombardia è la prima regione agrico-la del nostro Paese: produce il 37% del latte, il 42% del riso, il 40% dei prodotti suinicoli. È, in generale, la pri-ma regione italiana per quanto riguarda la superficie dedicata all’agricoltura, con attività che nel com-plesso coprono il 69% del territorio. L’univer-so agricolo e agroalimentare lombardo è un articolato sistema composto nel suo complesso da 50mila aziende alle qua-li dobbiamo aggiungere anche 1.560 agriturismi e 209 fattorie multimediali, realtà sempre più importanti nella pro-mozione di questo importante settore regionale (Fonte dati: Regione Lombardia).Il vino? Anche in questo comparto la Lombar-dia ricopre un ruolo non certo secondario con 42 ti-pologie che possono utilizzare marchi unanimemente considerati di qualità. Con 5 DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita), 22 DOC (Denomi-nazione di Origine Controllata) e 15 IGT (Indicazione Geografica Tipica) significa che più dell’80% della su-

perficie vitata in Lombardia è dedicata a produzioni certificate. Tutto questo articolato mosaico ha sempre più bisogno di essere conosciuto e comunicato al meglio da parte di tutti gli operatori del settore che, quotidianamente, si confrontano con wine lovers sempre più competenti e informati. Un compito che da molti anni svolge anche l’Associazione Italiana Sommelier che proprio in Lom-bardia vede la presenza dal più nutrito numero di Soci: dei circa 40mila iscritti all’Associazione, infatti, quasi 7.000 sono sparsi in tutte le province lombarde. «Oltre 5.000 appassionati e professionisti ogni anno seguono

uno dei circa 60 corsi di primo, secondo o terzo li-vello, che le 11 delegazioni provinciali organiz-

zano» spiega Hosam Eldin Abou Eleyoun (nella foto), da quasi due anni al timone come Presidente di AIS Lombardia, ma con una lunga gavetta alle spalle, avendo guidato la delegazione milanese, la più numerosa e attiva sul territorio lombar-

do, per 8 anni dal 2010 al 2018. «A questo bisogna aggiungere serate a tema, master di

approfondimento, seminari, visite guidate tra i territori più vocati sia in Italia che all’estero». «Siamo molto contenti e al tempo stesso ci sentiamo particolarmente responsabilizzati» continua Hosam El-din. «Cresciamo sempre di più, ma al di là dei numeri cresciamo dal punto di vista qualitativo. Merito di un team che collabora con me molto affiatato e che sta

Alessandro Franceschinigiornalista, sommelier, è direttore responsabile del sito www.aislombardia.it e della rivista associativa Viniplus di Lombardia

Vigneti in Oltrepò Pavese.

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organizzando con grande serietà molti appuntamen-ti un po’ in tutta la regione, anche in province difficili da raggiungere ma che meritano attenzione e cura». L’amore per il vino e per l’arte del servizio e dell’abbi-namento con il cibo non si arresta, anzi, cresce di anno in anno l’interesse da parte degli appassionati, ma an-che dei professionisti. «Siamo un punto di riferimento per tutti. Oggi cresce la consa-pevolezza dell’importanza di avere del personale prepa-rato all’interno della proprie strutture, siano esse ristoran-ti, alberghi o anche aziende vitivinicole. Il turismo legato al mondo del vino, infatti, sta diventando una voce sempre più importante e quindi c’è bisogno di personale qualifi-cato. Non è un caso che molti professionisti che lavora-no in aziende vitivinicole e sono addetti al ricevimento o alle visite in cantina vengano prima dai noi a formarsi frequentando i nostri corsi» continua il presidente di AIS Lombardia.Oggi i sommelier AIS si possono trovare nei supermercati, ma sono richiesti all’in-terno di moltissimi eventi, anche in

contesti inusuali, dove il vino è protagonista e dove è necessaria una spiegazione competente. «Viviamo in un’epoca dove la narrazione e il racconto rivestono sempre più importanza. Anche in AIS formiamo i no-

stri professionisti per far sì che non siano solo dei degustatori molto preparati e informati, ma anche dei comunicatori all’altezza di quello che chie-dono il mercato e il pubblico, sempre più esigenti».AIS Lombardia pubblica una rivista biennale che viene in-viata a tutti i soci, e una guida, Viniplus di Lombardia, una fotografia puntuale della pro-duzione vitivinicola di queste regione grazie al contributo di un nutrito gruppo di degu-statori: è disponibile sia online (www.viniplus.wine) che nell'e-

dizione cartacea, ed è distribuita in 800 ristoranti in tut-ta la Lombardia: «Passione, ricerca e competenza», con-clude Hosam Eldin. «Sono queste le caratteristiche del nostro lavoro. Ogni anno cresce il numero di ristoratori che include nelle loro carte dei vini anche referenze della nostra regione, e questo ci riempie di orgoglio.

Significa che stiamo andando nella giuste direzione. ■

Cantina in Valtellina.

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Cultura e tempo libero

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Storia del clima terrestreStoria del clima terrestre

L'argomento “clima” è di grande at-tualità: riempie le pagine dei gior-nali, gli spazi televisivi, gli scaffali delle librerie, le agende dei politi-

ci e scatena accesi dibattiti.L’ attenzione è però puntata sul futuro del clima. E per quanto riguarda il passato? Tutti abbiamo un’infarinatura sulle oscil-

lazioni climatiche durante le ultime fasi glaciali. Ma queste coprono solo un millesimo del-la vita del nostro pianeta. Forse, capire come la macchina clima-tica che regola la Terra abbia reagito agli stimoli di varia natu-ra che hanno interferito nel cor-so delle ere passate può essere interessante e anche necessario per una migliore comprensione dei fenomeni climatici in gene-rale.C’è una scienza nuovissima che si occupa di ciò ed è la Paleocli-matologia. Fino a una ventina d’anni fa riuscivamo a malapena a distinguere alcune fasi delle recenti glaciazioni. Ultimamen-te i progressi sono stati enormi e stupefacenti.

Oggi siamo in grado di descrivere con ra-gionevole accuratezza l’evoluzione del cli-ma negli ultimi 2-3 miliardi di anni. E non sono mancate le sorprese. Abbiamo sco-perto periodi in cui la temperatura media degli oceani, fino ai più remoti abissi, su-perava abbondantemente i 30 gradi, pe-riodi in cui gli oceani furono interamente ghiacciati, altri in cui ai Poli esistevano fo-reste temperate, e altri in cui l’ossigeno in atmosfera superò il 30% consentendo lo sviluppo di insetti giganteschi. Altri ancora in cui la quantità di anidride carbonica in atmosfera superava di oltre quattro volte quella attuale. Il nostro pianeta ha navigato ora in mari tempestosi, ora in acque tranquille e idillia-che. Conoscere le cause di queste variazioni e padroneggiare la conoscenza del sistema complesso che regola il clima è la sfida per questa nuova branca del sapere. Siamo an-cora ai primordi con poche certezze e mol-te questioni ancora irrisolte. Nell’ incontro del 6 maggio prossimo faremo insieme una fantastica cavalcata nel tempo, ricca di sor-prese e di misteri. ■

L'incontro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zeme - via Larga 31 - Milano

STORIA DEL CLIMA DELLA TERRA DALLE ORIGINI

mercoledì 6 maggio 2020 alle ore 17:00

Per prenotazioni vedi box sottostante.

SAVETHE DATE

Prenotazioni online - www.aldai.itSelezionare il menu EVENTI per visualizzare il calendario mensile. Scegliere l'evento di interesse. Cliccare sul titolo per consultare l'agenda. Registrare la partecipazione compilando i campi obbligatori. IMPORTANTE: inserire il flag (✔) in basso a sinistra per evidenziare il bottone verde.Prenotazioni a mezzo fax: Inviare la comunicazione al numero 02/5830.7557 indicando nell'oggetto il titolo dell'argomento prescelto.Le date pubblicate, nella rivista cartacea, potrebbero variare successivamente alla stampa. Invitiamo i lettori all'aggiornamento tramite le periodiche newsletter, il sito e la rivista digitale.

COME PRENOTARSI AGLI EVENTI DI QUESTO NUMERO

Livio Fasiani Componente del Gruppo Cultura ALDAI-Federmanager

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Cultura e tempo libero

DI APRILE 2020 57

Ornella Scandella IL FUTURO OGGIStorie per orientarsi tra studi e lavoriFrancoAngeli2019pagine 200

I libri del meseRECENSIONE CON PRESENTAZIONE • GDL CULTURA ALDAI

L'incontro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zemevia Larga 31 - Milano

giovedì 7 maggio 2020 alle ore 17:00

Per prenotazioni vedi box a pagina 56.

SAVETHE DATE

Un libro per orientarsi tra studi e lavoriUna delle prime scelte che si affrontano per il futuro è

quella di decidere il proprio percorso scolastico al ter-mine della scuola secondaria di primo grado, intorno ai 13/14 anni. È una scelta impegnativa, perché assu-me il significato dell’imbocco di una strada non solo verso il futuro formativo, ma anche verso il futuro pro-fessionale; una scelta che coincide con l’adolescenza, la fase della vita dove si è già alle prese con il compi-to della transizione dall’infanzia all’età adulta tramite la costruzione di una propria identità. Altre scelte si compiono nella prosecuzione del percorso formativo e professionale, ma questa nei ricordi resta uno spar-tiacque importante. Il libro “Il futuro oggi”, pubblicato di recente da Franco Angeli, indaga su come si compiono queste scelte, su quali fattori incidono su di esse, sul ruolo dei conte-sti di vita, in particolare della famiglia e della scuola. L’autrice lo fa attraverso trenta storie di orientamento di persone soddisfatte del loro percorso professionale e appartenenti al mondo della cultura, dello spettaco-lo, dello sport, della scienza, dell’imprenditoria, della politica (per citarne alcune, Emma Bonino, Cristina Comencini, Sara Anzanello, Simone Moro, Salvatore Natoli), nonché di giovani inseriti in un percorso for-mativo o alle prese con le prime esperienze di lavoro. Sono storie raccolte tramite interviste, durante le quali i protagonisti e le protagoniste hanno narrato situa-zioni, emozioni ed episodi relativi alle scelte fatte, ed espresso riflessioni in merito. Il libro affronta la tematica dell’orientamento in due tempi, giacché dopo la parte narrativa, che si conclu-de con un primo bilancio riflessivo delle storie, propo-ne tre saggi su aspetti specifici, avvalendosi anche di esperti in materia. Il primo (di Laura Nota, Presidente della Società Italiana per l’Orientamento) è dedicato al ruolo dei genitori nell’orientamento dei figli; il secon-

do (dell’autrice stessa, Ornella Scandella) è dedicato al ruolo della scuola e alle sue pratiche orientative; il terzo (di Salvatore Soresi, fondatore della SIO), a quello degli orientatori in genere, con un occhio attento alle risorse personali che le persone attivano nel proces-so di scelta, fino all’indicazione di “7 mosse” affinché l’orientamento possa dare un contributo al raggiungi-mento degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, sup-portando le persone nel fare scelte utili, oltre che per il bene personale, per il bene comune. Nel saggio sull’orientamento a scuola si tratta della didattica orientativa e di tutte le attività che possono concorrere a sviluppare competenze orientative. Tra queste viene richiamata l’esperienza dell’Alternanza Scuola-Lavoro, presente da tempo nel sistema di istru-zione di diversi Paesi dell’Unione Europea per far ac-quisire competenze necessarie all’ingresso nel mondo del lavoro e consentire ai giovani di rimanere compe-titivi.Si anticipano alcune informazioni. Se non si ha, già in tenera età, una determinata inclinazione (il daimon platonico raramente si manifesta in modo netto e preciso, come ad esempio in Mozart), la scelta viene maturata in un processo che può essere più o meno complesso e influenzato da diversi fattori - il ruolo di genitori, quello di insegnanti, di nonni e amici (“il con-testo nutritivo”, come si legge nel libro) -; ma può an-che essere l’esito di eventi casuali, come ci raccontano alcune storie del libro, e/o frutto di capacità personali messe in campo, come ad esempio quella di saper co-gliere le opportunità che il contesto offre.Una cosa è certa. Questo libro è un’autorevole guida per indicare agli insegnanti e ai famigliari il modo con cui offrire un supporto utile ai giovani nella costruzio-ne del loro futuro. Ma può essere anche una fonte di curiosità, di spunti e riflessioni per qualsiasi lettore in-teressato al tema delle scelte di vita, anche nel ripen-sare a quelle personali.

recensione a cura di Renzo Bezza

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Cultura e tempo libero

DI APRILE 202058

Ilaria Li Vigni DONNE E POTERE DI FARE

FrancoAngeli novembre 2019pagine 176euro 23,00

Questo non è un libro sul femminismo! È soprattutto la ricostruzione storica del problema del miglioramen-to della condizione del genere femminile nella vita quotidiana e della assoluta necessità del suo percorso al raggiungimento di una effettiva parità.Non si tratta dunque di una protesta, che pur è eviden-te all’interno, ma della necessità di un miglioramento, dapprima lento e via via sempre più veloce, della con-dizione del genere femminile per raggiungere l’obiet-tivo finale della assoluta parità di possibilità con gli uomini. Parità che potrà essere raggiunta se la natu-rale caparbia volontà femminile sarà condivisa in gran parte come necessità finale anche dall’altro genere. Necessità per una reale effettiva e vivace convivenza, senza la quale tutta la società sarà lenta a cambiare o non cambierà affatto.Tutti hanno il diritto e il dovere di contribuire allo svi-luppo e nulla dovrà ostacolarlo, nulla dovrà opporsi al miglioramento delle condizioni della vita personale e lavorativa, al miglioramento di uno stato che deve sempre impegnarsi in un processo evolutivo. E gli

uguali diritti e doveri ne sono lo sviluppo in embrione. Le richieste di equità di genere ne sono la chiave. Si tratta di favorirne al massimo l’attuazione.E qui, molto opportunamente, l’autrice parla di svolta esistente che deve essere rinvigorita continuamente da nuovo fuoco. La società equa può essere realizza-ta con alcune condizioni. La prima è il capirne la ne-cessità da parte dell’altro sesso, come detto sopra. La seconda è che il genere femminile non deve rilassarsi, ma che neppure può continuare con strappi continui, mentre deve desiderare uno sviluppo determinato da un reale confronto.Il “potere di fare” rappresenta la capacità femminile di essere rappresentate in tutte le istituzioni e di esserne al centro delle decisioni. Al centro, infatti, perché il loro stile di gestione e la loro capacità di una leadership differente incrementerà sicuramente l’efficacia delle attività nelle quali saranno coinvolte, specie in presen-za dell’altro genere. Le carenze dell’uno saranno com-pensate dal comportamento dell’altro. Per raggiungere lo scopo è necessaria la volontà con-giunta di entrambe le parti, il tutto a beneficio di una società migliore perché più equa.

recensione a cura di Mario Garassino

L'incontro si terrà in ALDAIsala Viscontea Sergio Zemevia Larga 31 - Milano

giovedì 14 maggio 2020 alle ore 17:00

Per prenotazioni vedi box a pagina 56.

SAVETHE DATE

VORREI INVIARE UN TESTO ALLA REDAZIONE DI "DIRIGENTI INDUSTRIA"...1) Quale formato è idoneo? Formato word (.doc)2) Quante battute compongono una pagina della

rivista? 2.500 battute spazi compresi3) Come si contano eventuali occhielli, box e

immagini da inserire nel testo? Se sono previsti occhielli, box, immagini e

foto il numero delle battute va ridotto in modo proporzionale

Per l’ottimizzazione dei tempi e per non creare disguidi nell’iter della lavorazione tecnica della rivista invitiamo cortesemente ad inviare alla Redazione i testi in versione definitiva. Il titolo

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Titolo articolo Titolo articoloSommario articolo

Testo articolo 1 pagina, 2.500 battute!

RECENSIONE CON PRESENTAZIONE • GDL CULTURA ALDAI

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Cultura e tempo libero

DI APRILE 2020 59

Gianfranco Minutolo I ROBOT NON SANNO FARE NETWORKING (PER ADESSO)Dodici "take away" su come creare e gestire relazioni interpersonali nell'era digitale

Edizioni Guerini Next novembre 2019Prefazione di Claudio Costamagna

Postfazione di Pietro GuindaniDisponibile on-line (anche formato kindle) e nelle migliori libreriepagine 203 - euro 18,00

Il libro di Gianfranco Minutolo mette in evidenza l'importanza delle relazioni umane in tutti gli ambi-ti, professionali e personali, e fornisce un'intelligente panoramica di come gestire al meglio le relazioni nel mondo digitale. Viviamo in un mondo di contatti vir-tuali con persone che vogliono aggiungersi alle nostre cerchie e che ci consentono di allargare il perimetro di confronto. Tutto ottimo e stimolante, ma può risulta-re difficile da controllare. Questo libro ci fa ricordare lo spirito sano del networking e ci riporta al gusto del fare due chiacchiere davanti a una tazzina di caffè. Mi è sembrato proprio di sentire l’odore del caffè mentre lo leggevo. Minutolo ripercorre la sua esperienza personale e pro-fessionale, con incontri casuali che poi si sono rivelati importantissimi anni dopo in modo naturale. Minutolo ci ricorda il valore della genuinità delle relazioni, quan-

do ci si costruisce nel tempo una rete di fiducia, colti-vando la stima di persone appartenenti a mondi diversi e gustandosi il momento di condivisione di esperien-za. Il networking sano parte da un atto di generosità in cui si offre il proprio tempo a qualcuno per il piacere di conoscersi e si fonda sulla valorizzazione delle ca-ratteristiche individuali. Ecco allora che anche usare la tecnologia aiuta, per ritrovare vecchie conoscenze, per identificare nuovi contatti con gli stessi interessi, per sviluppare idee e per rafforzare la connessione umana, che rimane fondamentale. La gestione delle relazioni personali è infatti un’arte che richiede molte soft skills: l’intelligenza emotiva, la capacità di ascoltare e capire cosa interessa all’altra persona. Se da un lato la pre-disposizione personale all’interazione sociale aiuta lo sviluppo del networking, dall’altro Minutolo ci spiega che si può imparare ed essere efficaci anche spingen-do le personalità più introverse a sviluppare e coltivare una naturale rete di conoscenze. Il capitolo sui "Dodici takeaway sulla gestione delle relazioni interpersonali" è fondamentale!È un libro che sollecita riflessioni e che è utile per tut-ti: per i giovani che devono affrontare un modo com-plesso dove le relazioni personali sono diluite e per gli adulti che possono imparare dalle ingenuità relaziona-li fatte in passato e correggerle.Io mi sono portata a casa, oltre al piacere di leggere un libro stimolante, alcuni suggerimenti pratici per dare maggiore valore alla mia naturale attitudine a socia-lizzare e contribuire: amo l'interazione con le persone ma ho pochissima memoria di nomi e visi. Penso che il libro di Gianfranco Minutolo mi aiuterà a fare meno figuracce e recuperare vecchi amici.

recensione a cura di Silvia Stefini, Consigliere Indipendente, Socio Nedcommunity, Membro Comitato Direttivo Forum Meritocrazia

CORONAVIRUS - FERMIAMOLO INSIEME10 buone regole per fermare l’epidemia ed evitare la paralisi (delle attività) #fermiamoloinsieme

1) Rimani a casa e opera in Smart Working, se puoi (Non uscire assolu-tamente di casa se sei anziano o immunodepresso)

2) Evita strette di mano, abbracci e l’uso promiscuo di bicchieri o bot-tiglie. Pulisci le superfici e gli oggetti con disinfettanti

3) Evita i luoghi affollati4) Evita i contatti ravvicinati e tieniti a distanza di almeno un metro

con tutti, meglio due5) Lava spesso le mani, con prodotti disinfettanti e in modo approfon-

dito per almeno 40 secondi6) Evita di toccarti la bocca, il naso e gli occhi con le mani

7) Utilizza un fazzoletto usa e getta per bocca e naso se starnutisci o tossisci. Altrimenti usa la piega del gomito

8) Arieggia le stanze il più possibile, se si è con altre persone9) Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che non siano

prescritti dal medico10) In caso di dubbio non recarti al pronto soccorso: chiama il tuo me-

dico di base e se pensi di essere stato contagiato chiama il 112.

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DIRETTORE RESPONSABILE Bruno Villani

COORDINATORE DELLA RIVISTA E DEGLI ALTRI MEZZI DI COMUNICAZIONE ALDAI Franco Del Vecchio

SEGRETERIA DI REDAZIONE Ilaria Sartori

COMITATO DI REDAZIONE Michela Bitetti, Sara Cattaneo, Giuseppe Colombi, Franco Del Vecchio, Luciano De Stefani, Paolo Ferrario, Mario Giambone, Silvana Menapace,Fabio Pansa Cedronio, Marco Pepori, Mino Schianchi, Chiara Tiraboschi, Bruno Villani

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HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMEROBruno Villani, Stefano Cuzzilla, Franco Del Vecchio, Sara Cattaneo, Roberto Nava, Giacomo Calligaris, Emilio Locatelli, Paolo Stagnoli, Fausto Ciavatta, Livio Magri, Giuseppe Colombi, Salvatore Martorelli, Mino Schianchi, Andrea Borroni Ripamonti, Mario Giambone, Alessandro Franceschini, Livio Fasiani, Renzo Bezza, Mario Garassino, Silvia Stefini

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