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    NEURALTERAPIA E TERAPIA DEL DOLORE

    1.  LE TECNICHE DELLA NEURALTERAPIA

    Il dolore, in particolare quello benigno, rappresenta il campo d'azione principale della neuralterapia

    come di tutte le riflessoterapie quale anche l'agopuntura. Del resto, l'uso degli anestetici locali in

    Terapia del Dolore, anche al di fuori della cosiddetta neuralterapia, diventa sempre più esteso e studiato

    in tutto il mondo (Meclem, !chnapp, !to"e, #rithvi, #orta, $rner, %avier, &lazer, hen, ma la

    sistematizzazione conferita loro dai neuralterapeuti, a cominciare dai fratelli )unee fino a giungere a

    #eter Dosch, rimane un punto di riferimento irrinunciabile per chi si interessa a queste problematiche.

    #raticamente tutte le patologie dolorose sono suscettibili di trattamento tramite neuralterapia, sia pure

    con percentuali di successo variabili * anche il dolore maligno, almeno in fase iniziale, pu+ rispondere

    positivamente al trattamento neuralterapeutico, anche se le casistiche presenti in letteratura sono

    limitate.

    erranno qui passate brevemente in rassegna le principali tecniche usate in neuralterapia, nonch- le

    loro principali indicazioni terapeutiche. #er chi desidera approfondire tutto l'apparato tecnico dellaneuralterapia, che proviene da varie specialit mediche, ma in particolare dall'ortopedia per quel che

    riguarda le iniezioni intraarticolari e dall'anestesia per i blocchi nervosi, si consiglia di consultare, oltre

    ai testi di queste specialit (/risson, Moore, Di0on, 1innie, il fondamentale 2Manuale di

    neuralterapia2 di #. Dosch e il bellissimo atlante illustrato del figlio Mathias (Dosch M, purtroppo per

    ora soltanto in lingua tedesca. 3'anestetico locale privilegiato dai neuralterapeuti - la procaina, ma

    vengono usati anche la lidocaina, la mepivacaina (arbocaina, la bupivacaina (Marcaina ecc.

    3'anestetico locale non viene mai impiegato a dosaggi anestetici, ma sempre a dosaggi e concentrazioni

    inferiori4 secondo la tecnica impiegata, la quantit varier da un minimo di 5.675.8 cc ad un massimo di

    pochi cc, a concentrazioni di 5.9 7 6 :.

    INIEZIONI SUL CAPO

    !i tratta di iniezioni in punti diversi del capo, da usare in caso di cefalee, epilessia, arteriosclerosi o

    disturbi circolatori cerebrali, vertigini. I principali punti da trattare sono4 sui punti di emergenza dei

    nervi sopraorbitario, infraorbitario e alveolare inferiore, sui punti dolenti parietali e temporali, intorno

    agli occhi, sul processo mastoideo, sul cosiddetto 2punto della carotide2.

    INIEZIONE SUL CENTRO DELL' EPIGASTRIO

    !i effettua tre dita trasverse sotto l'apofisi 0ifoide, alla profondit di ;79 cm. !i usa per tutte le malattiedell'epigastrio, in particolare dello stomaco.

    INIEZIONE NELLE CICATRICI

    #oich- tutte le cicatrici possono essere sedi di campi perturbanti a distanza, vanno infiltrate sempre

    tutte quelle che sono nel segmento interessato, tutte le altre in caso di cattiva risposta alla terapia

    segmentale. 3a cicatrice andr infiltrata tutta, anche in profondit.

     

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    INIEZIONE NEI CORNETTI NASALI

    ome terapia segmentale nelle malattie dei seni paranasali, come ricerca del campo perturbante in caso

    di pregresse riniti o sinusiti croniche, come reflessoterapia generale in caso di asma bronchiale, cefalea

    e dismenorrea.

    INIEZIONI DEI DENTI

    !i tratta di una anestesia parziale dei denti sospetti o di tutti i denti con 5.875.; cc di anestetico sul lato

    buccale e sul lato linguale, con una siringa normale o, possibilmente,con una siringa arpule, come

    quelle usate dai dentisti, che permette una maggiore pressione.

    Dal lato buccale il punto di iniezione sar all'altezza della radice del dente, nella mucosa che congiunge

    l'arcata dentaria alle labbra, dal lato linguale o palatale sar nel periostio all'altezza della radice.

    !aranno infiltrate anche le cicatrici da estrazioni dentarie, in particolare se dolenti alla palpazione.

    3e iniezioni dei denti sono usate come terapia segmentale in tutti i processi infiammatori dei denti e

    della bocca, come le parodontiti, l'alveolite, la stomatite aftosa ecc., come iniezioni7test nella ricerca di

    campi perturbanti dentari4 i denti, insieme alle cicatrici e alle tonsille, sono i più frequenti campi

    perturbanti. 3a ricerca del campo perturbante andr estesa anche a denti devitalizzati,alle tasche

    gengivali, a denti sottoposti a sforzi eccessivi come nei pilastri dei ponti, a denti troppo stretti, alle

    cicatrici postoperatorie o da estrazione, a residui di radici, a cisti o corpi estranei, a stomatiti croniche o

    recidivanti.

    !ar opportuno, in caso di iniezioni di più denti o possibili campi perturbanti, fare delle pause, in modo

    da permettere al paziente di constatare un eventuale 2fenomeno del secondo2 e di identificare quindi lo

    stimolo irritativo.

    INIEZIONE ENDOVENOSA

    $vrebbe le seguenti azioni4 analgesica, antipiretica, antiflogistica, impermeabilizzante sui vasi,

    antiallergica, vasodilatatrice, vasoregolatrice, diuretica.

    3'iniezione di 6 cc di procaina (o altro anestetico locale endovenosa e di poche gocce paravasali -

    considerato il trattamento di base in tutte le malattie della parte superiore del corpo (capo, collo,

    torace.

    3'iniezione non va fatta lentamente, in modo che agisca come un vero 2colpo2 terapeutico sul sistemaneurovegetativo.

    INIEZIONI NEI FORAMI SACRALI POSTERIORI

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    2=locco2 paracervicale o iniezione transvaginale del plesso uterovaginale. >sato come terapia

    segmentale nei disturbi degli organi genitali (p. es. dismenorrea, algie pelviche neurovegetative ecc. o

    come iniezione test (ricerca del campo perturbante quando in anamnesi vi sono interventi chirurgici

    sugli organi genitali, aborti, annessiti.

    INIEZIONI NEI GANGLI SIMPATICI

    6. GANGLIO CILIARE4 con infiltrazione retrobulbare (da evitare se non strettamente necessario* nelle

    malattie oculari.

    8. GANGLIO OTICO4 vicino al ganglio di &asser, al nervo mandibolare e al forame ovale* nelle

    nevralgie mandibolari del trigemino, nelle cefalee di natura sconosciuta.

    ;. GANGLIO SFENOPALATINO4 vicino al nervo mascellare, indicato per nevralgie mascellari del

    trigemino, per riniti vasomotorie o da fieno.

    ?. GANGLIO STELLATO4 poich- tale ganglio controlla tutto il sistema neurovegetativo del capo e degli

    arti superiori, tale blocco - indicato in tutte le patologie di queste regioni che non rispondono a tecniche

    meno invasive.

    9. GANGLIO CERVICALE SUPERIORE E MEDIO4 nell'emicrania e nelle malattie vasospastiche del

    capo.

    @. TRONCO SIMPATICO ADDOMINALE SEC. WISCHNEWSKI O POLO RENALE SUPERIORE4 ha

    azione sui visceri addominali* molto usata dalla scuola sovietica nelle malattie dello stomaco,

    dell'intestino e del fegato.

    A. CATENA SIMPATICA LOMBARE,O "BLOCCO" DEL SIMPATICO LOMBARE4 in tutti i disturbi

    cronici circolatori degli arti inferiori.

    INIEZIONE SUL GRAN TROCANTERE

    on 8 cc di anestetico in caso di co0algia o della cosiddetta periartrite dell'anca o borsite trocanterica. Il

    gran trocantere, che - il punto più alto della coscia con paziente in decubito laterale sul lato sano, -

    quasi sempre dolente in caso di artrosi dell'anca, e la sua iniezione - spesso risolutiva, anche da sola,

    per migliorare co0algie anche inveterate.

    INIEZIONI INTRAARTICOLARI

    >tili in tutte le malattie articolari che non rispondono ai ponfi periarticolari4 artrosi, gotta, dolori

    posttraumatici, artriti.

    $ttenzione soprattutto alla sterilit dell'iniezione, poich- il rischio maggiore - rappresentato dalle

    infezioni (Budolph.

    #er i dettagli tecnici, si rimanda ai testi consigliati in bibliografia (Di0on

    6. SPALLA (Bo"e

    8. GOMITO (Bo"e

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    ;. POLSO (3evinsohn

    ?. ANCA (Clanagan

    9. ARTICOLAZIONE SACROILIACA.

    @. GINOCCHIO (reusch =riner

    A. PIEDE (CAVIGLIA).

    E. INTERFALANGEE DELLE MANI E DEI PIEDI (#almieri

    INIEZIONI INTRA- E PERIARTERIOSE

    6. ARTERIA TEMPORALE4 nelle cefalee vascolari, particolarmente nell'emicrania temporale.

    8. ARTERIA CAROTIDE (evitare l'intraarteriosa.

    ;. PLESSO AORTICO.

    ?. ARTERIA VERTEBRALE (evitare l'intraarteriosa.9. ARTERIA FEMORALE (intra e periarteriosa4 molto efficace nei disturbi circolatori degli arti

    inferiori.

    INIEZIONE INTRAMUSCOLARE

    >sata nei noduli fibromialgici, nelle mialgie, contratture o strappi muscolari, nonch- in tutti i punti

    dolorosi muscolari nel metamero interessato al disturbo.

    INIEZIONE INTRAUTERINA

    ome coadiuvante all'iniezione dei gangli di CranenhFuser* poco usata.

    "BLOCCHI" DEI NERVI

    #remesso che non si tratta di veri blocchi anestesiologici, ma semmai di blocchi parziali, considerando

    la bassa concentrazione e la piccola quantit di anestetico impiegato, i principali sono i seguenti.

    6. NERVO SOPRAORBITARIO4 per nevralgie frontali, cefalee frontali, spasmi palpebrali, orzaioli,

    herpes zoster oftalmico. 3a branca laterale corrisponde al punto /0tra 8 dell'agopuntura cinese, la

    branca mediale al punto escica 6.

    8. NERVO INFRAORBITARIO4 per nevralgie del trigemino (II branca, algie faciali, malattie dei seni

    mascellari, dolori 2reumatici2 della mascella con reperti dentari negativi. Da effettuare con cautela, datala vicinanza con il globo oculare.

    ;. NERVO ALVEOLARE INFERIORE E NERVO MENTONIERO4 in caso di nevralgia del trigemino

    (III branca, dolori del mento e del labbro inferiore.

    ?. NERVI OCCIPITALI 4 nella sindrome cervicale. Il punto di emergenza del nervo grande occipitale

    corrisponde a escica 65 dell'agopuntura, mentre quello del piccolo nervo occipitale corrisponde a

    escicola =iliare 85.

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    9. PLESSO CERVICALE SUPERFICIALE4 nella sindrome cervicale e nel torcicollo.

    @. NERVO FRENICO4 nel singhiozzo ostinato.

    A. NERVO SOVRASCAPOLARE4 nei dolori della spalla.

    E. PLESSO BRACHIALE4 in tutte le forme di nevralgie del plesso brachiale, nonch- in tutte le sindromi

    dolorose del terzo distale del braccio, quali parestesie, insufficienze arteriose, morbo di !udec.G. NERVO RADIALE4 nelle malattie della mano innervata dal nervo radiale.

    65. NERVO MEDIANO4 nella sindrome del tunnel carpale e nelle malattie della mano innervata dal

    nervo mediano.

    66. NERVI INTERCOSTALI: nelle nevralgie intercostali, nell'herpes zoster toracico, nel dolore da

    fratture costali, nel dolore postoperatorio toracico.

    68. NERVO ULNARE4 nelle malattie della zona innervata dal nervo ulnare.

    6;. NERVO FEMORO-CUTANEO LATERALE4 nella meralgia parestesica.6?. NERVO SCIATICO4 nelle sciatiche, nonch- in tutti i disturbi delle estremit inferiori. Il nervo

    sciatico pu+ essere aggredito in diversi punti, nella regione delle radici lombari (3;73?, nel plesso

    sacrale, in regione glutea, sui vari rami periferici (n. tibiale e peroniero comune.

    69. NERVO PUDENDO4 nel prurito anale e vulvare, nelle malattie dello scroto, del pene, della vulva e

    del perineo. In ostetricia nel dolore del periodo espulsivo e per quello da episiotomia.

    6@. NERVI DIGITALI 4 mediante due iniezioni ai margini laterali della base delle dita (delle mani e dei

    piedi, si effettua una anestesia parziale delle dita. #er le malattie e i dolori delle dita.

    ANESTESIA PERIDURALE LOMBARE

    >sata molto raramente in neuralterapia, differisce dalla tecnica anestesiologica soltanto per la quantit

    di anestetico, circa 9 cc. 3e indicazioni principali sono le sciatiche, i dolori da arto fantasma dell'arto

    inferiore, il morbo di !udec degli arti inferiori, le coliche renali, i disturbi circolatori delle estremit

    inferiori.

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    3a neuralterapia classica consiglia di effettuare i ponfi rigorosamente intracutanei, considerandoli più

    efficaci di quelli sottocute, ma - opinione personale dello scrivente che quasi sempre questi ultimi sono

    sufficienti, evitando una stimolazione (si legga dolore quasi sempre eccessiva nel paziente italiano.

    $ sostegno di questa affermazione, la casistica personale riportata nell'ultima parte di questa

    trattazione4 i risultati raggiunti sono stati ottenuti in ?6G casi su 955 con ponfi sottocute, da soli o

    insieme ad altre tecniche* solo raramente, in caso di pazienti ipo7 o anergici, con ponfi intracutanei.

    3'effetto del ponfo si pu+ aumentare insufflando anche aria4 questa tecnica - particolarmente

    consigliata nelle malattie polmonari o cardiache, trattate con ponfi in sede parasternale e

    paravertebrale.

    Molto efficaci sono i ponfi nei punti iperalgici, che vanno sempre ricercati con attenzione, al di l di

    ogni mappa, che sar sempre necessariamente indicativa e approssimativa.

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    delicatezza anatomica della zona, nonch- l'impatto emotivo di una puntura 2nella gola2 in pazienti

    spesso psicolabili, - meglio evitare questa iniezione all'inizio della terapia, e riservarla a quei casi con

    risultati insoddisfacenti con altri metodi.

    INIEZIONE DELLE TONSILLE

    !i effettua sulla tonsilla palatina con un ago lungo circa E cm, tagliando la cannula di plastica che

    protegge l'ago in modo far fuoruscire la punta dell'ago per soli 9 mm4 cosJ facendo diventa impossibile

    pungere in profondit, cosa che potrebbe presentare dei pericoli, data la vicinanza di diverse delicate

    strutture anatomiche. on una buona illuminazione della bocca si pungono i poli superiori ed inferiori

    delle tonsille, iniettando circa 5.9 cc di soluzione. In caso di paziente tonsillectomizzato, si infiltrer la

    cicatrice. /' importante, come per tutte le iniezioni di anestetico nella regione del collo e del capo, es7

    sere certi prima di iniettare di non trovarsi in un vaso arterioso* - quindi necessario aspirare

    ripetutamente, data la potenziale pericolosit di anche piccole quantit di anestetico nel circolo

    arterioso, data la vicinanza con il cervello. In caso si verificasse tale evenienza, che pu+ provocare una

    grave crisi epilettica con arresto respiratorio e coma, bisogner attuare immediatamente tutte le

    manovre rianimatorie del caso, compresa una ventilazione artificiale con 8.

    #er l'iniezione della tonsilla faringea, la tecnica più sicura - quella di 3eger4 si punge, sempre con un

    ago lungo E cm a punta corta, sopra l'ugula al confine tra palato osseo e palato molle, procedendo in

    avanti fino al contatto osseo con la parete posteriore del faringe* l'ago viene ritirato di circa 6 mm e si

    inietta, previa aspirazione negativa.

    3e indicazioni di queste iniezioni sono, come terapia segmentale, in tonsilliti croniche o recidivanti,

    come test in caso di sospetto campo perturbante tonsillare. Il campo perturbante tonsillare - tra i più

    frequenti, ed - da sospettare sempre in caso di anamnesi positiva per scarlattina, tonsilliti ripetute,

    ascessi tonsillari, pregressa tonsillectomia. 

    VACCINAZIONE DI PONNDORF

     

    /' una terapia di stimolazione aspecifica che viene molto usata in &ermania per rafforzare i risultati

    terapeutici o per sbloccare i cosiddetti 2blocchi2 del sistema neurovegetativo di risposta.

    !arebbe soprattutto raccomandabile in tutte le malattie croniche di una certa gravit, come per esempiol'artrite reumatoide, l'artrosi grave, la gotta, le bronchiti, gli eczemi, l'asma bronchiale allergico.

    /' controindicata nella tubercolosi, negli stati cachettici e nella insufficienza renale grave.

    !i effettua con la tubercolina o un'altra forma di vaccino tubercolare, strofinata in un punto del

    segmento che si intende trattare in precedenza scarificato, e va ripetuta ad intervalli di E76? giorni per

    9765 volte. In genere provoca una piccola reazione generale (con malessere, brividi, febbre e cefalea e

    una reazione locale. 3'efficacia - correlata all'intensit della reazione, che comunque scompare in

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    poche ore o il giorno successivo.

    2.  LE SINDROMI DOLOROSE

    engono ora riportate in successione alfabetica le principali sindromi dolorose trattabili con la

    neuralterapia, corredate da alcune indicazioni bibliografiche e dalla sintetica descrizione di alcuni casi

    tratti dalla casistica personale.

    $lcune regole terapeutiche emerse dall'esperienza dei neuralterapeuti sono valide per tutte le sindromi

    e non verranno ripetute.

    6. Il primo approccio terapeutico - in genere la cosiddetta terapia segmentale, iniziando dalle iniezioni

    più semplici e meno invasive, come per esempio i ponfi e le iniezioni intramuscolari.

    8. In caso di mancata risposta alla terapia segmentale - necessario cercare un campo perturbante.

    ;. Hualche volta pu+ essere sufficiente una sola seduta ad avviare la guarigione, ma più spesso saranno

    necessarie più sedute.

    ?.

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    predisposizione individuale a formarle e a percepirle come dolorose. !pesso infatti vi sono gravi ade7

    renze senza alcun disturbo (riscontrate casualmente nel corso di altri interventi o gravi disturbi senza

    aderenze (come capita di osservare ai chirurghi che frettolosamente reintervengono, anche perch-

    qualche volta pressati dal paziente stesso.

    Huasi sempre i 2disturbi2 postoperatori sono riconducibili, piuttosto che ad aderenze, al campo

    perturbante creato dall'intervento stesso, cio- alla cicatrice, che in genere dar all'inizio disturbi locali epoi, in qualche caso, disturbi a distanza. #ertanto, in tutti i disturbi postoperatori sar necessario

    infiltrare dapprima la cicatrice addominale, prima in superficie e poi in profondit. In alternativa o

    insieme al trattamento della cicatrice, sar utile un ponfo o più ponfi nei punti indicati dal paziente

    come dolenti, o trovati dolenti alla palpazione dell'addome4 potr essere utile infiltrare in profondit

    sotto questi ponfi, fino a giungere al peritoneo.

    !olo una minoranza di pazienti che non rispondono a questo approccio terapeutico sar inviato al

    chirurgo, mentre purtroppo avviene il contrario4 il neuralterapeuta attualmente vede soltanto quei

    pazienti che, stanchi di girare inutilmente da un chirurgo all'altro o di peggiorare ad ogni nuovo

    intervento 2terapeutico2 chirurgico, decidono autonomamente di intraprendere altre strade.Cortunatamente la maggior parte dei pazienti con disturbi postoperatori guariscono spontaneamente in

    qualche mese, e diversi chirurghi, resi prudenti dai loro precedenti insuccessi, hanno adottato una

    tattica attendista.

    ARTERITE TEMPORALE DI HORTON

    Huesta grave forma di cefalea, che si presenta con mal di testa, febbre e disturbi agli occhi fino alla

    cecit, deve essere diagnosticata precocemente se si vogliono evitare le complicanze peggiori, in

    particolare quelle oculari. #urtroppo la certezza della diagnosi si pu+ avere soltanto con una biopsia

    dell'arteria temporale, che si presenta ingrossata, serpiginosa, arrossata ed edematosa.3a terapia tradizionale - rappresentata dal cortisone, che migliora drammaticamente il quadro. #u+

    essere utile, in aggiunta alla terapia classica, infiltrare intorno all'arteria con dei ponfi.

    BORSITI

    >n ponfo sopra la borsa interessata o un'infiltrazione con 6 cc di anestetico all'interno della borsa

    interessata potranno essere risolutivi.

    #er essere certi di essere posizionati correttamente all'interno della borsa, aspirare il liquido ed iniettare

    poi l'anestetico.

    3e borse più comunemente interessate sono la prepatellare al ginocchio, la olecranica al gomito, la

    subdeltoidea o subacromiale alla spalla.

    CALLI

    I calli sono tra le cause più frequenti di dolore ai piedi, ma i medici si sono sempre scarsamente

    interessati a questo problema, lasciato con colpevole noncuranza a estetiste e 2callisti2 insieme a quasi

    tutti i problemi del piede.

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    Il callo andrebbe in primo luogo prevenuto, p. es. con scarpe larghe e comode, specie nelle donne, e poi

    tolto,anche perch- i calli, oltre ad essere molto dolorosi, possono diventare dei campi perturbanti4

    Dosch riferisce di una cefalea causata da un callo e guarita solo dopo avere trattato quest'ultimo.

    ve per qualche ragione un trattamento radicale del callo non fosse possibile, infiltrazioni

    neuralterapeutiche ripetute potranno essere di grande giovamento4 al termine il callo sar meno

    doloroso e più morbido, cio- più facile da asportare.

    Ca! . 1# S. L.$ %!a$ a. &.

     

    3a paziente si presentava il 65.68.6GEA lamentando un forte dolore, iniziato diversi anni prima ma

    peggiorato negli ultimi mesi, all'alluce destro, soprattutto quando si metteva le scarpe e la notte. Il

    dolore era di tipo trafittivo, descritto come una scossa elettrica ad insorgenza improvvisa ed irradiato a

    tutto il piede.

    $ll'esame obiettivo rinvenivo alla punta dell'alluce (da dove veniva descritta la partenza del dolore un

    2durone2 subito sopra l'unghia, che risultava dolentissimo alla pressione, insieme con tutta l'unghia. In

    zona metatarsofalangea vi era la cicatrice di un pregresso intervento (di ? anni prima per alluce valgo,

    non dolente alla palpazione, mentre un altro callo dolente era sulla superficie inferiore (flessoria

    dell'alluce.

    /ra pertanto evidente che la causa del dolore erano i due calli, probabilmente in un alluce reso più

    fragile dall'intervento (o dal campo perturbante locale 2cicatrice2.

    Il mio trattamento, visto che la paziente rifiutava di recarsi da un chirurgo per asportare i calli, -

    consistito nell'infiltrazione direttamente nei calli con 5.976 cc di lidocaina 8 :, unitamente ad una

    anestesia dei nervi digitali alla base dell'alluce, ad una endovenosa (6 cc e, nelle sedute successive,all'infiltrazione del tessuto sottoungueale che permaneva molto dolente. $l termine di ogni seduta vi era

    un'anestesia totale del dito con scomparsa del dolore,che ritornava poi il giorno dopo ma via via

    attenuato. $d ogni seduta i due calli erano sempre meno dolenti alla pressione, e gi dopo 9 sedute il

    dolore era riferito come quasi scomparso, soprattutto il dolore notturno. !ono state effettuate 65 sedute

    con cadenza bisettimanale, al termine delle quali il dolore era quasi del tutto scomparso (circa il G5 :

    e la paziente era molto soddisfatta.

    Da rilevare che all' III seduta era comparso (o probabilmente non era stato considerato prima un

    nuovo piccolo callo dolente all'esterno del dito, che veniva infiltrato ed asportato nel corso della seduta,

    e che nel corso della penultima seduta, nel tentativo di ottenere un miglioramento ulteriore, venivaaggiunto all'anestetico del betametasone (? mg, senza rilevare per+ nessun miglioramento aggiuntivo.

    $l follo"7up dopo 6 anno e 8 mesi, il risultato ottenuto persisteva senza ulteriori interventi, poi della

    paziente non ho più avuto notizia.

    /ssendo l'unica paziente da me trattata con questa patologia, poich- in genere preferisco inviare i calli

    da un chirurgo per l'asportazione, non - possibile trarre delle conclusioni serie, ma evidentemente in

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    13/102

      A. efalea associata a patologie non vascolari endocraniche

      E. efalea da assunzione o da sospensione di sostanze esogene

      G. efalea associata ad infezioni e0tracraniche

    65. efalea associata a patologie metaboliche

    66. efalee o dolori facciali associati a patologie del cranio, collo,

      occhio, naso, seni paranasali, denti, bocca o altre

    68.

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    possibile guarirle finch- non si capisce perch- nasce questo bisogno.

    /cco perch-, per quanto a prima vista possa sembrare inutile in una malattia 2sine materia2 come

    questa (ma attenzione a discriminare dalle cefalee essenziali, cio- senza causa organica, quelle poche

    che una causa organica ce l' hanno, come quelle neoplastiche4 attenzione in particolare ai mal di testa

    insorgenti nell' anziano, soprattutto a quelli ingravescenti, una attenzione quasi maniacale alla storia

    del paziente, alla s! storia, qui - essenziale per impostare una strategia terapeutica vincente.

    3a strategia terapeutica convenzionale comprende le terapie farmacologiche, che si dividono poi in

    terapie profilattiche e terapie dell' attacco, e quelle non farmacologiche, quali il biofeedbac, la T/

    (stimolazione elettrica transcutanea, il laser a bassa potenza, l'agopuntura. $ queste si aggiunge a pieno

    titolo il #!!$%&' &%#!%#!%*+', che consiste in primo luogo nell' iniezione endovenosa, che tal7

    volta (non frequentemente pu+ risolvere da sola il caso, seguita da ponfi intracutanei o sottocutanei nei

    punti dolenti del capo, che sono frequentemente punti di agopuntura cinese. I punti più usati sono e7

    scica 6 e 8 e escicola =iliare 6? nella cefalea frontale, escicola =iliare 6 e ; nella cefalea temporale,

    escica 65 e escicola =iliare 85 nella cefalea nucale* il cosiddetto 2 triangolo magico anteriore2 com7

    prende i due punti di emergenza dei nervi sopraorbitari e il centro della radice del naso.

    $lcune forme emicraniche, con dolore temporale pulsante, possono rispondere bene a ponfi intorno

    all'arteria temporale, altre localizzate sopra l' occhio destro possono indicare la presenza di un disturbo

    epatico o biliare, che andr trattato insieme alla cefalea. In caso di cicatrici sul capo, anche di vecchia

    data e che non danno apparente fastidio, - sempre bene infiltrarle, come dimostrato dai casi che citer+

    più avanti. >tile pu+ essere anche, prima di effettuare iniezioni invasive, lo spraK nasale.

    In caso di cefalee resistenti all'approccio finora indicato possono essere indicate le iniezioni del ganglio

    stellato, del ganglio sfenopalatino, del nervo mandibolare. n altro +!s' ci viene recentemente riportato da Bomoli, una ragazza di 6A anni, /lga M., che soffriva

    di emicrania da quando aveva E anni. 3'anamnesi mise in evidenza un piccolo trauma alla radice del

    naso all'et di A anni, guarito senza alcuna apparente conseguenza, tranne una piccolissima cicatrice. 3e

    crisi cefalalgiche divennero con gli anni sempre più intense, ;7? al mese, comprendenti fronte, regione

    occipitale, zigomatica, temporale e retroorbitaria, con nausea, foto7 e fonofobia. $lla visita veniva

  • 8/19/2019 neuralt.doc

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    evidenziata una piccola cicatrice alla radice del naso, molto sensibile alla palpazione4 massaggiandola

    per circa 6 minuto si evocava un dolore simile alle crisi cefalalgiche, che cessava subito dopo. Infiltrata

    la cicatrice con procaina per quattro volte con cadenza settimanale, fin dalla prima infiltrazione la

    paziente non ha più avuto emicrania e dopo @ anni stava ancora bene. #oich- al momento dell'in7

    filtrazione non era in atto un attacco non poteva esserci scomparsa col fenomeno di )unee, ma il

    significato - lo stesso4 la cefalea era sicuramente causata, come prova anche il test di stimolazione,dalla cicatrice.

    Huesti due casi provano, se c' era qualche dubbio, la fondamentale importanza per il neuralterapeuta

    dell'anamnesi, poich- il campo perturbante pu+ essere del tutto o quasi silente, e solo il 2fiuto2 e un po'

    di fortuna talvolta sono in grado di svelarlo.

     

    Ca! . 2# S. A.$ :!4!$ a. 17.

     

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    neuralterapeutico per una co0algia cronica, con una cefalea frontale insorta qualche ora prima.

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    considerati pressoch- sempre espressione di un disturbo dell' articolazione stessa (artrosi o artrite e

    inclusi nella cosiddetta sindrome di osten, una revisione critica (=uraoff di tali disturbi (i più

    comuni sono dolore all'apertura della bocca o alla masticazione, rumori nell'articolazione, limitazione

    funzionale dei movimenti mandibolari e cefalea considera moltissime cause in grado di provocarli, a

    cominciare dai problemi muscolari, quali una eccessiva tensione muscolare, spasmi del massetere, una

    sindrome miofasciale dei muscoli limitrofi, una localizzazione della fibromialgia. Molto rari sono in7vece i veri disturbi generati dall'articolazione, quali artrosi con sofferenza del disco articolare,

    lussazioni o sublussazioni, artriti infiammatorie quali l'artrite reumatoide, l'artrite psoriasica o gottosa.

    $ncora più rare altre eventualit, come fratture, neoplasie, disturbi congeniti.

    /ssendo l'argomento ancora molto controverso, diverse sono le classificazioni diagnostiche proposte,

    come quella di aplan, dell' $merican $cademK of raniomandibular Disorders, del omitato ad )oc

    dell' International )eadache !ocietK ()eadache lassification, che la include nella più moderna

    classificazione delle cefalee e la considera nel grande e complesso capitolo delle 2algie faciali atipiche2

    o delle 2cefalee non classificabili2.

     L! &%#!%#!*! propone di effettuare dei ponfi sui punti dolenti, quasi sempre muscolari* ove ci+ nonfosse sufficiente, si pu+ infiltrare in profondit in zona paraarticolare o direttamente nell' articolazione

    temporomandibolare, che - facilmente raggiungibile con un piccolo ago di lunghezza 6.978 cm.

    Davanti al trago, in corrispondenza del punto di agopuntura Intestino Tenue 6G, si sente una piccola

    fossetta quando il paziente apre e chiude la bocca4 infiltrando questo punto, alla profondit di circa 6

    cm si entra nella capsula articolare e si inietta 5.976 cc di anestetico.

     

    Ca! . # M. A.$ %!a$ a. =

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    $ll' esame obiettivo risultava una dolenzia alla palpazione nel punto indicato dalla paziente come l'

    origine del suo dolore.

    3a %#!*! - consistita in un ciclo di E sedute a cadenza bisettimanale con l' infiltrazione (intra o

    paraarticolare4 - difficile sapere esattamente dove - l' ago, e tutto sommato inutile dell' articolazione

    temporo7mandibolare con Impletol 6 cc (prodotto tedesco della =aKer, non in commercio in Italia, che

    associa procaina a caffeina, che dovrebbe contrastarne gli effetti vagotonici, con la tecnica descrittasopra* contemporaneamente si trattava con ponfi la cervicalgia.

    3a paziente ha avuto un immediato beneficio dopo ogni seduta, qualche volta con scomparsa totale del

    suo dolore, che ritornava attenuato dopo qualche giorno. i - stato un progressivo miglioramento, fino

    alla s+'$!#s! '!% % ''#%, che durava da sei anni, dopo la sesta seduta.

    3a paziente, rivista in seguito più volte per altri dolori, confermava la scomparsa del dolore fino al

    novembre 6GG? (cio- '' / !&&* % 2 $%s*, quando accusava una *%3% #%+**3! insorta da 8 giorni, che

    trattavo con altre due sedute con successo. 3a scomparsa totale del dolore durava E mesi e mezzo, ed al

    suo ritorno, avvenuto pochi giorni fa, riprendevo un nuovo ciclo, che - tuttora in corso (G.G9. 

    DOLORE ARTICOLARE DEGENERATIVO

     

    Il dolore articolare o riferito ad una articolazione - probabilmente il tipo di dolore più diffuso in un

    entro di Terapia del Dolore ambulatoriale, mentre - relativamente più raro in un entro spedaliero o

    >niversitario.

    Huesto - probabilmente il motivo principale per cui questo tipo di dolore - relativamente poco studiato

    e scarsamente compreso nei suoi meccanismi di base, poich- generalmente viene trattato dai medici ge7

    nerali con C$

    anch'esse scarsamente studiate.

    Il #!'#' #! !#*+'!1*'&* % ''#% rimane comunque controverso, fino a spingere qualcuno,

    decisamente controcorrente, a sostenere che il dolore articolare non esiste, esistendo invece il dolore

    dei muscoli e delle altre strutture che circondano l' articolazione (Curter.

    #iù cautamente, probabilmente il dolore articolare 2vero2 esiste, altrimenti non si spiegherebbero i

    successi terapeutici dei più recenti interventi protesici ortopedici, ma - meno diffuso di quanto

    comunemente si crede. Del resto, attribuire all' 2artrosi2 ogni dolore in regioni articolari dell'anziano -

    relativamente più comodo che cercarne la causa specifica, anche se rimane inspiegabile l' alto numero

    di pazienti 2artrosici2 in giovane et che giungono al sottoscritto.

    #robabilmente un atteggiamento più umile e più pragmatico nei confronti del dolore articolare sar più

    utile ad alleviarlo, come iniziano a fare alcuni importanti studiosi ()arness, che al termine di una

    lunga dissertazione sull'argomento, concludono sostenendo che 2la causa del dolore rimane oscura24

  • 8/19/2019 neuralt.doc

    19/102

    soprattutto nella malattia artrosica o 2osteoartrite2 degli anglosassoni, nella quale il 2primum movens2

    sembra essere una degenerazione della cartilagine articolare, che per+ - completamente priva di

    terminazioni nervose che possano condurre il dolore.

    Il dolore (1Ke sembra invece essere trasportato da fibre nervose della capsula articolare e del

    periostio che ricopre le ossa adiacenti alle inserzioni capsulari. In quanto ai recettori responsabili della

    sensazioni dolorose, sono dei recettori non corpuscolati, amielinici, o terminazioni libere, localizzatiprincipalmente nella capsula fibrosa, nel grasso articolare e nelle avventizie delle arterie e delle

    arteriole che irrorano il tessuto articolare.

    !carsissima appare la correlazione tra evidenze radiologiche di malattia e dolore (3a"rence, per cui

    quest' indagine dovrebbe essere effettuata soltanto per escludere altre gravi malattie, mai per 2vedere2 il

    dolore.

    $ltra possibile causa di dolore sembra essere la componente infiammatoria, che - indubbiamente

    presente4 la sinovite iniziale potrebbe essere sostenuta, in uno stadio precoce, da frammenti cartilaginei

    o da prodotti (cristalli, sostanze chimiche ecc. staccatisi dalla superficie articolare. 3a sinoviainfiammata, poich- - priva di terminazione nervose, non pu+ causare direttamente il dolore, ma lo pu+

    fare in maniera indiretta, p. es. tramite la produzione di mediatori dell'infiammazione.

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    d'aiuto. $nche in questo caso, come in tutte le patologie degli arti inferiori, dei ponfi in regione sacrale

    e lombare su escica hanno effetto adiuvante. 3' iniezione intraarticolare - anche qui da riservare ai

    casi difficili4 da ricordare che l' intraarticolare del ginocchio, probabilmente perch- - tecnicamente la

    più semplice fra le intraarticolari, - praticata troppo frequentemente in relazione alla necessit

    terapeutica.

  • 8/19/2019 neuralt.doc

    21/102

    Il ciclo terapeutico - consistito in 65 sedute con ponfi e infiltrazioni intramuscolari (lidocaina 6 : nei

    punti dolenti del ginocchio, corrispondenti ai punti di agopuntura !tomaco ;9, Cegato E, escica 9? e

    escicola =iliare ;?, nonch- ponfi periarticolari sulle articolazioni interfalangee dolenti e 2anestesia2

    delle dita interessate mediante 2blocco2 neuralterapeutico sui nervi digitali.

    !ubito dopo la prima seduta il paziente avvertiva gi un miglioramento, che proseguiva poi

    gradatamente dopo ogni seduta, fino a giungere, al termine del ciclo, ad un miglioramento globale delA5 :4 la gonalgia destra era migliorata circa del @5 :, consentendogli di camminare anche fuori casa

    senza bastone, il dolore alle dita era quasi scomparso, la gonalgia sinistra era completamente

    scomparsa.

    Tornava dopo circa 9 mesi per un altro ciclo di terapia causa una lieve recrudescenza della gonalgia, ma

    soprattutto per prepararsi all' inverno, da lui molto temuto* il risultato alle dita (dolore quasi

    scomparso invece permaneva. Da allora ad oggi (G.G9, ogni sei mesi e nonostante la tarda et si -

    sempre presentato per il 2suo2 ciclo, bench- non ci sia mai stata una vera recidiva del dolore, che anzi

    gradatamente - migliorato fino a comparire soltanto ogni tanto (quando cambia il tempo o quando si

    alza bruscamente dalla sedia ed in forma molto leggera.

  • 8/19/2019 neuralt.doc

    22/102

  • 8/19/2019 neuralt.doc

    23/102

    ad aggravarsi.

    I +#*%#* *!4&'s*+* sono i seguenti4

    N rigidit mattutina

    N dolore nel muovere l'articolazione

    N tumefazione articolare di durata superiore a @ settimane

    N tumefazione di almeno un'altra articolazione, a distanza dalla prima di meno di ; mesi

    N tumefazione articolare simmetrica e simultanea (tranne per le interfalangee prossimali e per le

    metatarsofalangee dei piedi, che possono non essere simmetriche

    N noduli sottocutanei o prominenze ossee sulle superfici estensorie o iu0taarticolari

    N segni radiografici che indicano un processo infiammatorio (compresi segni di artrosi, che non

    escludono la presenza dell' artrite reumatoide

    N 1aaler7Bose positiva ad una diluizione almeno di 6O@?

    N modificazioni istologiche della sinoviale (ipertrofia dei villi sinoviali, proliferazione delle

    cellule sinoviali di rivestimento, infiltrazione di cellule infiammatorie e tendenza alla formazione di

    noduli linfoidi, depositi di fibrina, focolai di necrosi.

  • 8/19/2019 neuralt.doc

    24/102

    farmaci, quali l' acido acetilsalicilico e gli altri analgesici antiinfiammatori non steroidei (C$

    d'oro, gli antimalarici come la clorochina, i corticosteroidi come il prednisone, il prednisolone, il

    metilprednisolone, il triamcinolone ecc, gli immunodepressori come la ciclofosfamide e l' azatioprina.

    In caso di interessamento mono o pauciarticolare sono indicati anche trattamenti locali, come

    l'iniezione intra7articolare di corticosteroidi e la sinoviortesi, che consiste nella iniezione intra7

    articolare di un prodotto chimico (l' acido osmico o radioattivo (radioisotopi per provocare unadistruzione della sinoviale patologica. In caso di gravi distruzioni articolari possono essere indicati

    interventi chirurgici di ricostruzione, ove possibile. #ossono essere d' aiuto, negli intervalli tra un

    attacco acuto e l' altro, trattamenti chinesiterapici e fisioterapici.

    In quanto alla &%#!%#!*! e agli altri trattamenti riflessoterapici, sono potenzialmente utili visto la

    loro documentata attivit antiinfiammatoria (eccherelli, ma mancano purtroppo studi clinici

    sufficientemente vasti per avvalorare tale ipotesi. /' parere personale comunque che vale sempre la

    pena, specialmente nelle forme iniziali o con poche articolazioni interessate, tentare con un ciclo

    neuralterapeutico, secondo le modalit descritte per il 2dolore articolare degenerativo2.

     

    Ca! . 8# D.B. G.$ %!a$ a. ==.

     

  • 8/19/2019 neuralt.doc

    25/102

    della terapia pertanto il dolore e l' eritema erano diminuiti del G5 :, mentre l' edema era dimezzato

    (probabilmente era in parte gi organizzato, e quindi irreversibile. Bivista dopo 6 mese, residuava

    soltanto qualche doloretto ogni tanto, mentre al follo"7up dopo 6 anno e 6 mese ogni dolore era

    completamente scomparso e cosJ anche dopo ; anni e E mesi, nell' aprile del 'G9. Il #*s!' - qui da

    considerare '*$', data la persistenza del risultato per almeno ? anni, e mostra le potenzialit del

    metodo anche in forme infiammatorie croniche, sia pure localizzate come questa. 

    DOLORE NEOPLASTICO

     

    Il dolore da cancro rappresenta la più importante sfida della Terapia $ntalgica, ed il motivo principale

    della nascita delle prime liniche del Dolore negli !tati >niti e dei entri di Terapia del Dolore in

    Italia. gni anno muoiono di cancro nel mondo circa ? milioni di persone (il 65 : di tutte le cause di

    morte, vi sono @ milioni di nuovi pazienti e di questi il A5 : circa soffre di dolore quale sintomo

    principale. Di questi, circa il 95 : ha un dolore da molesto a intenso ed il ;5 : da intenso ad

    insopportabile, e la prevalenza del dolore aumenta con il progredire della malattia. Moltissimi pazienti

    con dolore da cancro avanzato non ricevono una soddisfacente terapia analgesica, per svariati motivi, i

    principali dei quali sono la natura particolarmente complessa del dolore oncologico, una scarsa cultura

    medica in cure palliative e una incomprensibile ritrosia (specie in Italia a prescrivere a dosaggi

    adeguati gli analgesici narcotici che sarebbero necessari, a sua volta dovuta a scarso numero di

    specialit medicinali disponibili sul mercato, a difficolt burocratiche nel prescrivere, al timore quasi

    sempre immotivato degli effetti collaterali e di creare dipendenza e farmacomania.

    3e +!s% principali del dolore da cancro sono la compressione di radici nervose da parte della massa

    neoplastica, la distensione od ostruzione di un viscere cavo, una ostruzione vasale con conseguente

    ischemia, la necrosi, infezione o infiammazione della massa tumorale, fratture ossee patologiche o

    interessamento periosteo del tumore, lesioni da radioterapia o chemioterapia.

    3a %#!*! tradizionale prevede innanzitutto la terapia farmacologica (#iva con las+!! s%;%&1*!%

    !&!4%s*+! raccomandata dall'M!, che prevede ; gradini4

    6 il #*$' 4#!*&' contempla l' uso degli analgesici non oppioidi, detti anche C$

    antiinfiammatori non steroidei, in primo luogo paracetamolo, diclofenac, etorolac, ibuprofen e

    etoprofene*

    8 il s%+'&' 4#!*&' comprende, oltre ai precedenti, gli oppioidi deboli quali la codeina e il

    destropropossifene*

    ; il %#1' 4#!*&' associa ai C$

    soprattutto morfina, preferibilmente per os.

    In associazione o in alternativa si possono usare le %+&*+5% &'& 6!#$!+''4*+5%, che consistono

  • 8/19/2019 neuralt.doc

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    essenzialmente in interventi neurolesivi sui nervi o centri nervosi responsabili del dolore, quali il

    blocco del ganglio di &asser nei dolori trigeminali, il blocco del plesso celiaco nei dolori addominali, la

    cordotomia cervicale percutanea nei dolori di un emilato, la neuroadenolisi pituitaria (

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    27/102

    gradini (da 2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2, e trattato farmacologicamente con

    diclofenac e buprenorfina 6 cpr la sera, che consentiva qualche ora di sonno.

    $lla 3*s*! presentava una enorme cicatrice della mastectomia, con alcuni punti dolenti, una spiccata

    ipotrofia muscolare e le prime due dita rosse ed edematose, oltre che dolentissime. I vari specialisti

    interpellati, dato che i vari e sofisticati esami diagnostici non avevano evidenziato recidive del tumore,

    avevano ipotizzato trattarsi di un dolore da 6*#'s* 's-#!*'%#!*!, sia pure con qualche perplessitdata la distanza (A anni dall'ipotizzato evento causale.

    Huanto a me, risultava evidente un danno ad eziologia ignota del plesso brachiale, in particolare della

    parte radiale, che procurava un dolore in parte da irritazione, in parte da distruzione di fibre nervose

    (cosiddetto dolore da deafferentazione, con un' iniziale algodistrofia riflessa alle prime due dita della

    mano conseguente il danno del plesso.

    3a complessit del quadro algologico nonch- l' intensit dello stesso mi consigliarono un!#'++*'

    %#!%*+' il più possibile integrato, ovvero un ciclo di !s%# a bassa potenza insieme a tentativi con

    &%#!%#!*!, in particolare sulla cicatrice, che sembrava avere un ruolo eziologico. 3a tecnica sceltacon il laser fu quella di orti7alzavara (spot di 65 secondi su tutta la zona algica con frequenza 855

    )z, con 69 sedute prima giornaliere e poi a giorni alterni.

    !ubito dopo la I seduta la paziente si sentiva più 2sciolta2, con una diminuzione del dolore soprattutto

    alle dita, ma il miglioramento durava solo per qualche ora, cosicch- durante la II seduta infiltravo con

    lidocaina 5.9 : (65 cc tutta la cicatrice della mastectomia, ottenendo un netto miglioramento

    immediato.

  • 8/19/2019 neuralt.doc

    28/102

    simpatica riflessa a tutto l'arto superiore.

    >n %s &%#!%#!%*+' sul I molare superiore destro, riferito dolente da circa 8 anni, dava una

    immediata (tipo 2fenomeno del secondo2 sparizione del dolore che durava 85 ore, ma purtroppo, ripe7

    tuto il giorno dopo, inspiegabilmente non dava più alcun risultato. >n nuovo ciclo di laser sui punti

    articolari dolenti (tutte le articolazioni della mano, il polso, il gomito e la spalla dava un progressivo

    lento miglioramento, che dopo 65 sedute era circa del ?5 :, con un risultato pertanto discreto.

  • 8/19/2019 neuralt.doc

    29/102

    novembre. Cino all' ultimo questa signora dallo sguardo dolce ma forte mantenne una invidiabile

    serenit che tutti noi intorno non avevamo.

    Huesto caso mostra in maniera sufficientemente chiara il dramma della malattia neoplastica, la terribile

    altalena di illusioni e disillusioni che provoca, la battaglia talvolta disperata che medici e pazienti sono

    costretti ad affrontare, ed il ruolo potenziale della neuralterapia, insieme a tutte le altre armi, nel

    combattere il sintomo forse più devastante fra tutti, il dolore.

    EPICONDILITE

     

    3' epicondilite radiale o esterna, chiamata anche impropriamente 2gomito del tennista2, -

    probabilmente la più diffusa entesopatia (patologia delle inserzioni ligamentose o tendinee (Cantini.

    $nche il termine epicondilite - per la verit fuorviante, giacch- non si tratta dell'infiammazione

    dell'epicondilo, che - una parte dell'osso radiale, bensJ delle inserzioni tendinee sull' epicondilo dei

    muscoli dell'avambraccio.

    olpisce in genere persone tra i ?5 e i @5 anni, in genere con sovraccarico funzionale dei muscoli

    estensori dell'avambraccio* l' epicondilo costituisce un tender point, poich- - sempre dolente alla

    palpazione, ed il dolore si accentua nel compiere qualsiasi sforzo che implichi il sollevamento

    dell'avambraccio, come alzare una bottiglia od anche il solo bicchiere.

    Meno frequente - l' epicondilite ulnare o mediale, nota come 2gomito del golfista2, che - correlata con

    il sovraccarico funzionale dei muscoli pronatori7flessori che si inseriscono sull' epicondilo mediale o

    epitroclea.

    3a terapia tradizionale prevede, oltre al riposo che per+ quasi sempre - molto difficile da ottenere (gli

    ortopedici riescono ad ottenerlo solo ingessando il braccio, con tutti gli ulteriori problemi che ne

    possono scaturire, una o più infiltrazioni con cortisone. Il problema principale del cortisone locale -

    per+ la sua azione sui tendini, che rende fragili e suscettibili di rotture ()aines4 sarebbe pertanto

    tassativo, dopo una infiltrazione con cortisone, il riposo assoluto dell'arto interessato.

    Il #!!$%&' &%#!%#!%*+' prevede, oltre all' infiltrazione profonda sulle inserzioni tendinee

    interessate, la ricerca e l' infiltrazione dei noduli fibromialgici nei muscoli del braccio e dell'

    avambraccio. Inoltre, possono essere utili dei ponfi nei punti di agopuntura sopra e sotto l' epicondilo,

    compresi quelli controlaterali, secondo il principio terapeutico della cosiddetta *++'! &#!. 3a

    piccola puntura, che qui ricordo brevemente, rappresenta la principale tecnica terapeutica del dolorenell'agopuntura cinese, e si attua ricercando il punto 2centro del dolore2 (in questo caso l'epicondilo e

    il primo punto cinese a valle e a monte di questo (in questo caso &rosso Intestino 6? o 69 a monte,

    &rosso Intestino ?, 9 o 65 a valle* si aggiungono a questi tre punti i tre punti simmetrici sul lato sano e

    si trattano, iniziando dal lato sano e terminando sul lato dolente.

    $pprofitto della parentesi cinese per ricordare anche l' altra importante tecnica da usare in caso di

    dolore lineare lungo un meridiano (p. es. una cervicobrachialgia o una sciatica, la cosiddetta4#!&%

  • 8/19/2019 neuralt.doc

    30/102

     &#!. !i tratta di pungere, sul lato non dolente, il punto 3o del meridiano interessato e quello del

    meridiano a questi accoppiato secondo il rapporto mezzogiorno7mezzanotte (oisin.

    !ar utile ricordare qui questi due punti per ogni meridiano (tabella 8

    TABELLA 2 - P:/) L! %) a0!5:/:a a++!55)a/) +!%! (a 0!(a 4,,!0)!!-4,,a!// 

    uore ( 9 7 = ;A!tomaco (! ! ?5 7 #er @

    Cegato (C C 9 7 IT A

    &rosso Intestino (&I &I @ 7 B @

    Intestino Tenue (IT IT A 7 C 9

    #ericardio (#er #er @ 7 ! ?5

    #olmone (# # A 7 9E

    Bene (B B @ 7 &I @

    Milza #ancreas (M# M# ? 7 TB 9

    Triplice Biscaldatore (TB TB 9 7 M# ?

    escicola =iliare (= = ;A 7 9

    escica ( 9E 7 # A

     

    Ca! . 1># S. D.$ :!4!$ a. ;.

     

    Huesto caso esemplifica bene quanto da me detto sopra circa i pericoli derivanti dall' uso del cortisone,

    poich- mi si presentava nel marzo del 6GG6 per una epicondilite esterna destra insorta da due mesi e

    mezzo giocando a tennis a livello amatoriale.

    /gli giungeva da me perch- aveva sentito che non usavo il cortisone, avendo egli sofferto 8 anni prima

    di una rottura del tendine lungo del bicipite in seguito ad una infiltrazione di cortisone per una

    periartrite della spalla (con risultato sul dolore peraltro ottimo. #rima di me egli si era rivolto ad un

    fisiatra che gli aveva praticato @ sedute di mesoterapia, con un certo miglioramento seguito per+ da una

    ricaduta dopo aver giocato nuovamente a tennis. Da rilevare che questo signore dall'aspetto

    irreprensibile diventava assolutamente irragionevole quando soltanto si accennava a limitare la sua

    attivit tennistica, che evidentemente rappresentava l'unico sfogo della sua vita.

    i era un netto dolore alla pressione dell' epicondilo destro, ed il dolore era irradiato, a partenza dall'

    epicondilo, lungo la faccia esterna dell'avambraccio fino alla mano, e di intensit 2abbastanza forte2 in

  • 8/19/2019 neuralt.doc

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    una scala verbale a 9 gradini (da 2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2.

    Il #!!$%&' - consistito in G sedute a cadenza bisettimanale con Impletol (procaina e caffeina 5.9 :

    in ponfi paravertebrali cervicali (; per parte, sull' epicondilo interessato e sui punti di agopuntura

    uore ;, &rosso Intestino ?, &rosso Intestino 66 e #olmone 9 sul lato dolente.

    Dopo la III e I seduta, nelle quali in mancanza di un sensibile miglioramento avevo infiltrato in

    profondit l' epicondilo con Impletol 8 :, si - avuto un sensibile peggioramento per 87; giorni, seguito

    da un progressivo miglioramento che gli permetteva, nonostante il mio parere contrario, di continuare a

    giocare a tennis.

    $l termine del ciclo terapeutico vi era un $*4*'#!$%&' % >8-78  del dolore, che si manteneva per

    almeno 6 mese e 85 giorni, quando lo rivedevo per una lombalgia acuta che veniva trattata con

    successo con ; sedute di neuralterapia. #oich- si stava trasferendo per motivi professionali in altra citt,

    non ne ho più avuto notizia.

    In conclusione, il risultato in questo caso va valutato buono, considerando che - mancato

    completamente l' altro pilastro nella terapia dell' epicondilite, il riposo, e che la neuralterapia si - quidimostrata superiore alla mesoterapia.

    LOMBALGIA

     

    3a lombalgia, acuta o cronica, ovvero il 2mal di schiena2 o il 2lo"7bac pain2 degli anglosassoni,

    rappresenta una delle più diffuse e difficilmente curabili sindromi dolorose, anche perch- le vere cause

    rimangono spesso sconosciute.

    =ench- generalmente si ritenga causata molto spesso da un' ernia discale a livello lombare, o da

    patologie dell' articolazione interapofisaria (la cosiddetta 2sindrome delle faccette2, o più banalmente

    da una non meglio specificata 2artrosi2 della colonna vertebrale, nella maggior parte dei casi,

    specialmente nelle persone giovani, sono in gioco cause muscolari. $ll' inizio vi - una semplice

    tensione muscolare che poi si evolve in zone di contrattura dapprima asintomatiche e poi via via sem7

    pre più organizzate in noduli (i cosiddetti noduli fibromialgici in stato di latenza o di attivit. I noduli

    in stato di latenza si evidenziano all'esame clinico come 2tenderness points2, cio- punti dolenti alla

    palpazione con un dolore localizzato, ma non dolenti spontaneamente, e punti attivi dolenti alla

    palpazione e spontaneamente con un dolore irradiato o riferito in un'altra regione corporea, i cosiddetti

    2trigger points2 o punti 2grilletto2 (Travell.

    3' inattivazione di tali punti risulta una tappa fondamentale nel trattamento di tutti dolori di origine

    muscolare, quale molto spesso la lombalgia (=aldrK.

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    da reperti che non hanno spesso correlazione con il quadro clinico del paziente, quali segni di artrosi

    vertebrale o ernie del disco. 3'ernia del disco non - sinonimo di lombalgia o di lombosciatalgia, e

    spesso - un reperto occasionale (#ardatscher* talvolta inoltre, anche quando assume un sicuro ruolo

    eziologico, pu+ regredire spontaneamente o in seguito a terapia (=arbiero.

    Il #!!$%&' &%#!%#!%*+' consiste nel cercare i punti o le zone dolorose e praticarvi dei ponfi e

    delle infiltrazioni in profondit, preferibilmente cercando con l'ago di provocare la cosiddetta 2rispostain rapida contrazione locale2 o 2t"itching response24 in questo punto va iniettato circa 6 cc di

    anestetico.

    !e non si hanno risultati soddisfacenti o in mancanza di punti trigger, praticare dei ponfi lungo il

    Meridiano di escica all'altezza del metamero interessato (sia sulla branca interna a 8 dita trasverse

    dalla linea interspinosa, che sulla branca esterna a ? dita, oppure nell' articolazione sacroiliaca, nei

    forami sacrali posteriori, in spazio peridurale per via sacrale o lombare. !i possono anche aggiungere,

    con ago da agopuntura o mediante ponfi, delle iniezioni su punti di agopuntura a distanza, quali Tou

    Mo 8@ (specie nelle lombalgia acuta, Intestino Tenue ;, escica 9579?7@57@8.

     

    Ca! . 11# M. I.$ %!a$ a. =2.

     

    $ questo caso sono legato affettivamente, e voglio citarlo anche se in seguito ne sono occorsi altri

    magari più significativi ed interessanti, perch- si tratta del primo caso da me trattato con la

    neuralterapia e perch- il caso riguardava mia madre. $lla sua buona riuscita devo la prosecuzione della

    pratica neuralterapeutica, da me fino allora appresa solo teoricamente dalla lettura di alcuni testi e dallafrequentazione del più acceso divulgatore in Italia della neuralterapia, #aolo ataldi, che l'aveva a sua

    volta appresa lavorando in un spedale della &ermania.

    /ra l'autunno del 6GE8 ed io, di ritorno a casa per una breve licenza dal servizio militare, trovai mia

    madre a letto per una forte '$!4*! insorta improvvisamente qualche ora prima mentre accudiva alle

    faccende domestiche. na nuova seduta

    come la precedente, aggiungendo un ponfo in zona lombare destra che appariva arrossata e dolente,

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    manipolazioni, elettroterapie e termali (fanghi, bagni, fienagioni, dai blocchi anestesiologici quali le

    peridurali con cortisone, ed infine dai trattamenti chirurgici ove sia individuata una causa suscettibile di

    eradicazione. na T$ effettuata in precedenza aveva evidenziato una ernia discale a destra, cio- dalla parte

    opposta del dolore.

    $l momento della mia 3*s*!, presentava un segno di 3as-gue (dolore scatenato dalla flessione dell' arto

    inferiore esteso sul bacino positivo sia a sinistra che a destra (avvertito a sinistra, segno che - in

    genere indicativo per una irritazione del nervo sciatico, e non vi erano, bench- ricercati punti dolenti

    nella zona riferita dolente* stranamente invece il dolore si scatenava nel togliere la pressione dal gluteo.

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    !tufo di sentirsi prescrivere analgesici che gli rovinavano lo stomaco, questo strano ma simpatico

    paziente voleva essere liberato dal suo dolore senza farmaci, ed io cercai di accontentarlo con un +*+'

    &%#!%#!%*+' di 65 sedute bisettimanali con lidocaina 6 :. .

     

    Bappresentante di commercio, sempre in automobile, nell' agosto 6GG5 veniva per trattare una

    '$'s+*!!4*! %s#! +#'&*+!, insorta circa 65 anni prima come un dolore in zona sacrale saltuario e

    peggiorato da lunghi viaggi in auto* per questo motivo effettuava periodici cicli di massaggi che per+

    non avevano alcuna efficacia. Da più di un mese si era presentato il suo solito dolore sacrale,

    accompagnato da un 2indolenzimento2 alla faccia esterna della coscia e del polpaccio (che facevapensare ad un interessamento radicolare 39, migliorato dal calore e peggiorato dal freddo, tanto da

    costringerlo a 2curarlo2 con un asciugacapelli. Il dolore non era continuo, si presentava soprattutto al7

    l'inizio dei movimenti e poi migliorava, era definito 2leggero2 in una scala verbale a 9 gradini (da

    2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2. Il paziente assumeva saltuariamente degli analgesici

    (naprossene, acido acetilsalicilico senza alcun beneficio, nemmeno temporaneo.

    $lla 3*s*! presentava una dolenzia alla pressione delle apofisi spinose di 3? e 39, una lieve dolenzia

    alla palpazione della zona lombare a destra e un segno di 3as-gue debolmente positivo a destra, tutti

    reperti obiettivi che avvaloravano l' ipotesi di un lieve interessamento radicolare 3?739 a destra* non

    riscontravo nessun altro punto dolente, nemmeno sui punti di agopuntura dei meridiani interessati.Iniziavo pertanto un +*+' &%#!%#!%*+' di G sedute a cadenza bisettimanale con lidocaina 5.9 :4

    infiltrazioni intramuscolari sull'apofisi spinosa dolente e ponfi in zona paravertebrale lombare destra, in

    particolare a livello 3?739, nonch- ponfi sui punti di agopuntura escica 9579?7@5, escicola =iliare

    ;6 e ;?, !tomaco ;@ e sul gran trocantere di destra, lievemente dolente.

    Il dolore scompariva subito e ricompariva il giorno prima della II seduta, dopo la quale vi era un

    miglioramento immediato che proseguiva nei giorni successivi.

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    punti dolenti sulla faccia posteriore della coscia che, infiltrati, davano una sensazione di 2scossa

    elettrica2 lungo la coscia fino al ginocchio4 erano pertanto dei punti trigger. $ll' ultima seduta non vi

    era più dolore, ma permaneva un leggero 2indolenzimento2 in zona lombare e glutea destra.

    Il risultato al termine della terapia, per quanto fosse difficilmente valutabile per la saltuariet dei

    sintomi, sembrava almeno buono, cio- con un miglioramento di almeno il 95 :* rivisto il paziente ;

    mesi dopo, il ''#% era s+'$!#s', e tale scomparsa permaneva ai successivi follo"7up 6 anno dopo e? anni e G mesi dopo. #ertanto, alla luce di un follo"7up di quasi 9 anni, si pu+ affermare che il

    risultato - stato ottimo.

     

    PERIARTRITE SCAPOLO-OMERALE

     

    Il termine di 2periartrite scapolo7omerale2, tuttora impiegato per descrivere qualsiasi dolore della spalla

    e che indicher+ qui anch' io per comodit, non rappresenta una singola patologia bensJ tutta una serie di

    quadri patologici ad eziologie diverse, che brevemente qui ricorder+ anche se non hanno una grande

    importanza dal nostro punto di vista terapeutico, giacch- l' approccio neuralterapeutico prescinde da

    una fine diagnosi, come tutte le riflessoterapie. Dal punto di vista riflessoterapico infatti, poich- si

    agisce non direttamente sugli agenti eziologici, che peraltro quasi sempre ci sfuggono, ma sull' organo

    o sulla funzione malata tramite il sistema nervoso, importante - dapprima individuare quelle malattie

    nelle quali - più indicato un altro tipo di approccio, quale p. es. quello chirurgico* una volta escluse con

    ragionevole certezza queste gravi patologie, una diagnosi d'organo - sufficiente per impostare il nostropiano terapeutico.

    i+ premesso, e che ha valore non solo nella spalla ma in ogni sindrome, sar utile ricordare che il

    termine 2periartrite scapolo7omerale2 - stato coniato da DuplaK nel 6EA8 e conserva tuttora una sua

    validit descrittiva, anche se generalmente oggi si tende a circoscriverlo al reperto radiologico di

    calcificazioni sotto7acromiali.

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    sKndrome2. Huesto conflitto si verrebbe a creare tra il tendine del sottospinoso e l' arco coraco7

    acromiale durante i movimenti di elevazione del braccio, e le cause sono dovute nel 9 : dei casi ad un

    trauma acuto, e nella maggioranza dei casi ad un processo degenerativo e progressivo di un tendine

    sottoposto a microtraumi ripetuti, spesso connessi con un'attivit logorante e ripetitiva (della,

    Minelli. $ parte la rottura acuta pura della cuffia dei rotatori, che si presenta esclusivamente nel

    giovane, sono stati distinti tre s!* !&!'$'-+*&*+* della sindrome4N s!*' I 4 edema e microemorragia della borsa e dei tendini della cuffia 7 clinicamente si

    presenta dolore notturno o diurno dopo sforzo, che scompare con il riposo

    N s!*' II 4 fibrosi della borsa e tendinite del sovraspinoso eOo del capo lungo del bicipite 7 il

    dolore compare anche per sforzi minimi e limita le normali attivit quotidiane

    N s!*' III 4 modificazioni ossee e rotture tendinee 7 il dolore - continuo e sveglia il paziente la

    notte.

    Dal punto di vista funzionale vi - una progressiva limitazione della mobilit articolare, nei primi due

    stadi dovuta all'immobilit antalgica e nel III stadio a fibrosi e alterazioni anatomiche ossee.

    3e *&!4*&* #!*''4*+5% sono sempre negative nei primi due stadi, mentre nel III stadio evidenziano

    sclerosi e lisi subcondrali acromiali e omerali, osteofiti acromiali e acromio7claveari, calcificazioni

    peri7 e intra7articolari4 va per+ sottolineato che le calcificazioni non causano il dolore ma sono solo l'

    epifenomeno della sofferenza tendinea.

    Il #!!$%&' #!*1*'&!% prevede il riposo, il ghiaccio nelle forme infiammatorie, C$

    via generale, infiltrazioni con steroidi (che per+ favoriscono una distrofia tendinea fino a provocarne

    anche la rottura e, superata la fase acuta, riabilitazione motoria mediante rinforzo soprattutto dei

    muscoli elevatori, evitando i movimenti in abduzione che tendono ad aggravare il conflitto acromion7omerale.

    Il trattamento chirurgico infine andrebbe riservato ai casi di rottura tendinea del sovraspinoso, del

    sottospinoso, del capo lungo del bicipite (in relazione anche all' et del paziente e all' importanza del

    dolore e alle lesioni totali o parziali della cuffia (diagnosticate mediante ecografia o Bisonanza

    Magnetica

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    infine della possibilit di un campo perturbante.

    $ conclusione di questa breve trattazione, consiglio di pensare sempre, specialmente quando un

    paziente inspiegabilmente non risponde alla nostra terapia, ad una possibile sindrome di #ancoast.

    3a sindrome di #ancoast rappresenta la triade sintomatologica della sindrome di =ernard7)orner

    (miosi, ptosi palpebrale e enoftalmo omolaterale alla lesione della catena simpatica cervicale con

    aggiunta una cervicobrachialgia dovuta ad una infiltrazione neoplastica proveniente dall' apice

    polmonare. In fase iniziale, specie quando la sindrome di =ernard7)orner - sfumata, pu+ simulare una

    periartrite della spalla. Huesta eventualit, e l' esperienza personale di avere visto molti casi di tale

    sindrome purtroppo a lungo misconosciuti, e riconosciuti quando ormai era troppo tardi, mi ha portato

    a prescrivere di routine, in tutti i casi di periartrite della spalla insorti da più di ; mesi, un esame radio7

    grafico dell' apice polmonare omolaterale al dolore4 fortunatamente nessuno dei casi da me trattati

    aveva lesioni polmonari, ma questo non deve autorizzare ad allentare l' attenzione, data anche la

    semplicit ed il basso costo dell' esame proposto.

     

    Ca! . 1n leggero ''#% !! s!! %s#! era iniziato E anni prima, ma

    da tre mesi (novembre 'G? questo dolore era nettamente peggiorato ed era comparso, sia pure con

    intensit minore, anche a sinistra.

    >na radiografia della spalla aveva rilevato soltanto alcune note artrosiche e 8 mesi prima gli era stata

    praticata una infiltrazione di cortisone in un Beparto rtopedico spedaliero, senza per+ alcun

    beneficio.

    I movimenti delle due braccia, soprattutto a destra, erano dolorosi e gli impedivano di accudire alle

    faccende domestiche, in particolare stirare, pettinarsi e vestirsi* ultimamente il dolore si presentava

    anche la notte, impedendole di dormire bene come al solito. Baccontava inoltre di essere

    inspiegabilmente dimagrita negli ultimi 87; mesi di ?79 g, nonostante l'ottimo appetito. $ll' esame

    obiettivo non ho rilevato nulla di patologico, tranne un solo &' '%&% s +!' &4' % *+**%, el'aspetto generale era particolarmente sano, ma prima di iniziare una terapia ho voluto eseguire degli

    esami ematochimici e un B0 torace, che risultarono normali.

    $ll' esame algometrico, il dolore destro era riferito 2leggero2 in una scala verbale a 9 gradini (da

    2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2, della durata di circa 6? ore al giorno, con un' intensit

    misurata con una scala analogica visiva di !cott7)usisson ($! di 9.9 in media e di G.8 massima* a

    sinistra il dolore era 2leggero2 per un'ora al giorno.

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    Il #!!$%&' &%#!%#!%*+' - consistito in 65 sedute all' inizio bisettimanali, le ultime settimanali,

    con ponfi e iniezioni intramuscolari di lidocaina 5.89 :. 3a concentrazione particolarmente bassa -

    stata dovuta a motivi prudenziali, poich- mi era stata riferita, la prima notte dopo la prima seduta

    effettuata con lidocaina 5.9 :, la comparsa di 2palpitazioni2 inusuali per la paziente.* non si sono più

    ripetute in seguito, e probabilmente erano dovute all' impatto con una terapia nuova in persona non

    abituata ad avere contatti con medici, nonch- ad un peggioramento del dolore avvenuto la prima notte.I punti trattati sono stati il punto dolente sul capo lungo del bicipite, sia a destra che a sinistra, e i punti

    di agopuntura &rosso Intestino ?, 6? e 69 bilaterali, Tou Mo 6;, &rosso Intestino 66 e Triplice

    Biscaldatore 69 solo a destra. Dopo la prima seduta vi - stato un peggioramento di qualche giorno, poi

    un continuo progressivo miglioramento, parallelo alla diminuzione della dolenzia sul capo lungo del

    bicipite. $l termine del ciclo terapeutico il''#% era +'$%!$%&% s+'$!#s' ! s*&*s#! (gi dopo ?7

    9 sedute % ;!s* s+'$!#s' ! %s#!, permanendo soltanto un lieve dolore all' abduzione forzata del

    braccio. !u una scala analogica visiva del #ain Belief (#B! il miglioramento veniva quantificato nel

    G5 :. Il $! medio era 6.E e quello massimo 8.A. Bivista dopo circa ; mesi, vi era stato un ulteriore

    lieve miglioramento. Il risultato persiste dopo circa 8 anni (febbraio 6GGA, confermato da un suo

    nipote giuntomi per un problema analogo.

    Huesto caso indica che la neuralterapia pu+ essere impiegata con successo laddove l' infiltrazione di

    steroidi ha fallito, e che quest' ultima, specie in persone dotate di una buona reattivit alle

    riflessoterapie, non ne inibisce sempre le potenzialit.

     

    Ca! . 1# C. C.$ %!a$ a. =>.

     

    aso trattato dalla collega e collaboratrice Benza =ollettin, che dopo qualche anno di diffidenza nei

    confronti del metodo ha iniziato a praticarlo proprio nei casi di periartrite della spalla, con risultati

    tanto incoraggianti da farne una adepta entusiasta, talvolta anche più del sottoscritto.

    >na signora milanese, molto efficiente e pratica, lamentava nel giugno del 6GG5 una intensa

    riacutizzazione di un suo vecchio dolore alla s!! s*&*s#! ( la paziente era mancina, presente !

    !&&* e trattato con scarsi risultati, oltre che con terapia farmacologica, con cicli di ionoforesi e forni alla

    =ier. Il dolore era riferito come tormentoso e insopportabile da 65 giorni, con impotenza funzionale

    pressoch- completa, giudicato 2fortissimo2 in una scala verbale a 9 gradi (da 2leggero2 a 2il più fortedolore immaginabile2. Il dolore era soprattutto nella parte anteriore della spalla, che si presentava

    particolarmente dolente alla palpazione.

    Il #!!$%&' &%#!%#!%*+' - consistito in un ciclo di 69 sedute, le prime, stante l'acuzie del caso,

    tutti i giorni, poi a giorni alterni, le ultime 8 volte alla settimana. 3'anestetico usato - stato la lidocaina

    8 : 9 cc per seduta, con ponfi su tutti i punti dolenti della parte anteriore della spalla, sul deltoide e, a

    partire dalla I seduta, in zona paracervicale sinistra lungo il meridiano di escica (n. ;.

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    $ partire dalla I seduta si evidenziava un progressivo miglioramento, che raggiungeva 098-9 %

     P!*& R%*%6  e un ritorno della motilit come prima della riacutizzazione.

    Dopo ; mesi,durante i quali vi era stato un ulteriore lieve miglioramento sia del dolore che della

    motilit, la paziente si ripresentava per effettuare un nuovo ciclo per 2prepararsi all'inverno2, che da

    sempre rappresentava un fattore aggravante. enivano pertanto effettuate altre A sedute a cadenza

    bisettimanale, con un ulteriore lieve miglioramento globale, che raggiungeva il G5 :.

    Bivista in seguito più volte, confermava il buon risultato, senza ulteriori terapie, fino al dicembre del

    6GG;, quando ha avuto una recidiva. 3a %#$!&%&1! % #*s!' - stata quindi di 2 !&&* % $%s* a

    partire dalla fine del I ciclo.

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    3a paziente in oggetto, relativamente giovane ma soprattutto senza alcuna patologia in atto o pregressa

    di qualche rilievo, e quindi farmacologicamente 2pulita2, si presentava il 65.9.6GG6 perch- dal giorno

    prima accusava un ''#% $'' *&%&s' !! s!! %s#!, giudicato 2forte2 in una scala verbale a 9

    gradi (da 2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile. Il dolore era continuo 8? ore su 8?, compresa

    la notte, presente anche a riposo ma esacerbato nettamente dal movimento della spalla, insorto

    all'improvviso senza alcuna causa apparente, comparso per la prima volta nella vita e resistente aglianalgesici (cinno0icam cpr assunti nel tentativo di calmarlo.

    $ll' esame obiettivo era nettamente dolente alla pressione la zona anteriore della spalla corrispondente

    al capo lungo del bicipite, nonch- alcuni punti sul deltoide e sulla borsa subacromiale.

    Il #!!$%&' &%#!%#!%*+' - consistito in 8 sedute a distanza di tre giorni con lidocaina 8 :

    infiltrata in profondit sul punto maggiormente dolente (il capo lungo del bicipite e diluita allo 5.9 :

    negli altri punti dolenti, per un totale di ; cc impiegati. !ubito dopo la I seduta vi - stato un immediato

    miglioramento, che ha permesso alla paziente, insieme all' uso di acido tiaprofenico, di dormire bene

    gi dalla prima notte. Huando si - presentata per la II seduta il 6;.9 il dolore era quasi scomparso, e

    permaneva soltanto un leggero dolore alla flessione posteriore del braccio. Bivista dopo altri ; giorni il''#% era +'$%!$%&% s+'$!#s' senza alcun trattamento farmacologico gi dalla II seduta, e da

    allora fino ad ora (E.G9 non si - più ripresentato4 finora pertanto vi - stato un follo"7up positivo di ?

    anni e ; mesi.

    Huesto caso indica che - possibile trattare con risultati immediati e visibili mediante neuralterapia

    anche i casi iperacuti, nei quali p. es. altre metodiche riflessoterapiche come l'agopuntura non hanno

    grande efficacia immediata. In quanto all' uso dei C$

    proscriverli, dato che la loro azione - diversa e complementare alla nostra azione riflessa. Hui in

    particolare si evidenzia che il miglioramento dovuto alla neuralterapia ha reso il dolore, in precedenza

    resistente, sensibile ai C$

     

    Ca! . 1 B. L.$ :!4!$ a. =.

     

    aso molto 2strano2 ma didatticamente interessante, e che riporto per discuterne le implicazioni.

    =. 3., un signore grassoccio e sudaticcio dall' aria sofferente, corrucciata e agitata, giungeva con la suastoria nel marzo del 6GG5. I suoi problemi sembravano iniziare G mesi prima, quando venne ricoverato

    in un reparto cardiologico per un blocco atrio7ventricolare completo con frequenza cardiaca media di

    ;5Omin. Inizierebbe tra l'altro qui un malcelato rancore verso tutti i medici, poich- questo suo disturbo

    non sarebbe stato riconosciuto subito dal suo medico.

    Durante il ricovero gli - stato applicato un pace7maer esterno inserito in una tasca sottocutanea in

    zona pettorale destra, tramite piccolo intervento in anestesia locale. Il piccolo intervento,

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    evidentemente non adeguatamente preparato a livello psicologico, - stato vissuto invece come un'

    autentica aggressione fisica, e pochi giorni dopo, dimesso dall'spedale, iniziava un''#% !! s!!

    %s#! che - progressivamente peggiorato fino a giungere (settembre 'EG ad un blocco articolare

    completo. >n discreto miglioramento del dolore e un notevole miglioramento della motilit veniva

    raggiunto con 8 infiltrazioni di cortisone, seguite da ginnastica e ciclo di mesoterapia (A sedute con

    scarsi risultati.&iungeva da me perch- il dolore era nuovamente peggiorato, tanto da essere presente giorno e notte,

    impedendo il sonno* l' intensit del dolore era giudicata 2forte2 in una scala verbale a 9 gradi (da

    2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2.

    I C$

    una tasca cutanea dove era alloggiato il pace7maer. 3a spalla destra appariva nettamente dolente inzona anteriore e superiore, sia spontaneamente che provocata dalla pressione e da ogni movimento.

    isto l'estrema delicatezza psicologica del paziente e lo stato iperalgico della spalla, nonch- la scarsa

    responsivit alla mesoterapia che deponeva per una debole reattivit, proponevo un ciclo di laser da

    iniziare il giorno successivo e un' *&6*#!1*'&% %s s! +*+!#*+%, che veniva accettata ed effettuata con

    9 cc di lidocaina 5.9 :.

    Il giorno successivo tornava con un sorriso radioso stampato sulle labbra e si dichiarava 2miracolato2,

    poich- il suo ''#% era +'$%!$%&% s+'$!#s' 4* #!&% ! s%! (non aveva voluto dire niente

    subito perch- gli pareva impossibile* sosteneva inoltre che aveva dormito benissimo e che quello era il

    primo giorno senza dolore da ottobre. #oich- da qualche ora era tornato qualche doloretto, ripetevol'infiltrazione nella cicatrice e nuovamente vi era sparizione immediata del dolore. >na III seduta

    veniva effettuata dopo 8 giorni, dopo un giorno di completo benessere ed un ritorno attenuato del

    dolore. Dopo altri ; giorni il dolore alla spalla era quasi assente, ma compariva invece un dolore alla

    cicatrice, che appariva eritematosa e dolente alla palpazione.

    Infiltravo nuovamente la cicatrice, con nuova sparizione immediata del dolore, ma il giorno dopo

    venivo chiamato al telefono perch- vi era stato un netto peggioramento della situazione, con forti dolori

    sia alla cicatrice che alla spalla, nonch- brividi e malessere generale, in assenza di stato febbrile.

    ercavo di calmare il paziente sostenendo che si trattava di una reazione temporanea, ma il giorno

    dopo dovevo recarmi al suo domicilio, bench- il dolore fosse migliorato, nel dubbio di avere causato

    una infezione alla cicatrice, che mi veniva riferita rossa ed edematosa.

    Hui constatavo che la cicatrice appariva meno infiammata della volta precedente, dolente alla

    palpazione solo nel punto centrale, che appariva più pallido e dove si apprezzava in profondit un

    corpo duro e mobile, che il paziente spiegava essere il filo del pace7maer. Bitenendo trattarsi di una

    reazione in via di miglioramento, decidevo di attendere e chiedevo al paziente di tenermi informato.

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    $ questo punto partivo per un periodo di ferie e perdevo contatto con il paziente, che rivedevo

    casualmente nel gennaio del 'G;, '' quindi / !&&* % =8 $%s*. /gli riferiva di essere 4!#*', grazie

    secondo lui ad un ortopedico di Milano che, circa un mese dopo le mie sedute, prescrisse della

    semplice ginnastica in piscina. Dopo altri 69 giorni, durante i quali il paziente si recava in piscina, il

    dolore scompariva e non era più ritornato.

    In conclusione, l'ipotesi più attendibile per spiegare questo caso appare la comparsa del cosiddetto6%&'$%&' % s%+'&' ' 6%&'$%&' * H&%na seconda possibilit per spiegare quanto avvenuto chiama in causa un effetto suggestivo, avvalorato

    dall' efficacia antalgica di una benzodiazepina, cosa quanto mai inusuale. Bimane difficile comunque

    spiegare in questo modo l' immediatezza del risultato, considerando che la mia prima infiltrazione -

    stata effettuata senza prefigurare alcun effetto terapeutico e che comunque altri terapeuti prima di me

    avevano effettuato altre infiltrazioni, con cortisone prima, con iniezioni mesoterapiche poi. $nche l'

    evoluzione del caso fa propendere per la genuinit del fenomeno del secondo, poich- in genere l'effetto

    suggestivo ha un' efficacia che si perde nel tempo.

     

    SCLEROSI MULTIPLA >no studio del QGG (&ibson ha studiato il potenziale ruolo terapeutico della neuralterapia nella sclerosi

    multipla, una grave malattia degenerativa del sistema nervoso. !i tratta di uno studio pilota (

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    locale in trigger points sulla caviglia e sulla calotta cranica, alla frequenza di una7due volte alla

    settimana* i risultati sono stati valutati mediante scala di urtze, D!! (DisabilitK !tatus !core e

    /D!! (/0panded DisabilitK !tatus !core. Il @9 : dei pazienti dello studio pilota e il A@ : dei pazienti

    dello studio in doppio cieco ha mostrato un rapido miglioramento. $l follo"7up (da 8 a ;,9 anni più

    del 95 : dei pazienti ha mantenuto il miglioramento ottenuto.

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    SINDROME FIBROMIALGICA

     

    3a sindrome fibromialgica, o fibromialgia primaria, o reumatismo fibromialgico, rappresenta un'entitnosologica di relativamente recente introduzione ed include tutta una serie di dolori muscolari definiti

    variamente 2mialgie2, 2fibrositi2, 2reumatismi muscolari2, 2miofibrositi2 ecc., con un' incidenza molto

    variabile da studioso a studioso.

    Trattandosi infatti di una forma morbosa estremamente polimorfa nelle sue manifestazioni cliniche,

    molto spesso tra l'altro sfumate, specie nelle fasi iniziali, si tratta di una *!4&'s* difficile, che va

    sospettata in una donna di et media, generalmente ansiosa, spesso con eccesso ponderale, che lamenta

    da molto tempo sintomi dolorosi mal definiti nella sede e nelle modalit. !pesso sono persone con

    storie di depressione alle spalle, lunghe peregrinazioni da una specialista all'altro, con fascicoli di esami

    diagnostici tutti negativi e con mille 2etichette2 diagnostiche, con decine di terapie tentate, tutte

    inefficaci o quasi.

    Il dolore - descritto come diffuso, ma ad una più attenta analisi si riesce a circoscriverlo in sedi

    muscolari ricorrenti, il collo, le spalle, il petto, la schiena, le braccia, le cosce* - spesso influenzato dal

    tempo meteorologico e non ha alcun rapporto con il movimento, che anzi spesso migliora la situazione.

    !pesso vi - in anamnesi una lunga storia di cefalea essenziale, nonch- disturbi del sonno.

    $ll' %s!$% '*%*3' vengono evidenziati Trigger e Tender #oints muscolari in zone quasi sempre

    standard, sui muscoli del collo, delle spalle e paravertebrali.

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    guarirla.

     

    TABELLA ;. - C)/) %)a0!/)+) %((a )%!4 *)@!4)a(0)+a 3Y::9

     

    1. C)/) !@@()0a/!) $lgie generalizzate o rigidit in ; o più sedi

      anatomiche, da almeno ; mesi

      $ssenza di cause secondarie

      /sami di laboratorio e B07grafici nella norma

     

    2. C)/)! 4a00)! #resenza di almeno 9 tender points 

    ;. C)/) 4)!)  ariazione dei sintomi con l'attivit fisica

      ariazione dei sintomi per fattori climatici

      $ggravamento dei sintomi da ansia o stress

      Turbe del sonno

      $stenia cronica

      $nsia cronica

      efalea o emicrania cronica

      !indrome da colon irritabile

      !ensazione soggettiva di 2turgore2

      Impaccio eOo pesantezza agli arti

     

    S devono essere soddisfatti i tre criteri obbligatori, il criterio maggiore e almeno tre criteri minori* se ilpaziente ha solamente ; o ? tender points, sono necessari almeno 9 criteri minori

     

    Tra le molte terapie possibili, le principali sono misure fisiche quali massaggi, bagni caldi e una mode7

    rata attivit fisica* trattamenti farmacologici comprendenti antidepressivi a basso dosaggio, ansiolitici

    se necessari (specialmente quelli ad attivit miorilassante centrale come il diazepam, miorilassanti puri

    (p. es. baclofen e ciclobenzaprina, antiinfiammatori nelle fasi di acuzie* tecniche di rilassamento

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    muscolare come il training autogeno, l' ipnosi e il biofeedbac* tecniche antalgiche come il laser e la

    stimolazione elettrica transcutanea (T/

    riferibili a colon irritabile, insonnia e sindrome ansiosa in terapia con altissimi dosaggi di

    benzodiazepine (lorazepam 8.9 mg 0 ;, anche se il motivo principale della visita era una cefalea

    cronica quotidiana a localizzazione soprattutto frontale. 3a cefalea, presente tutti i giorni specie la

    mattina appena alzata e con esacerbazioni di 87; giorni ogni tanto, era iniziata almeno 85 anni prima e

    la costringeva ad assumere quotidianamente analgesici di tutti i tipi, in particolare 8 ptalidon

    (propifenazone butalbital caffeina al giorno in media. Tutte le varie indagini bioumorali eradiografiche erano negative, n- altre terapie erano state tentate.

    =ench- nessuno fino allora avesse posto il sospetto diagnostico di sindrome fibromialgica, questa

    *!4&'s*, alla luce della storia, dei sintomi lamentati e delle loro modalit, appare la più probabile,

    risultando rispettati tutti i criteri diagnostici sec. Lunus tranne 8 minori.

    /ffettuavo pertanto un +*+' di 6G sedute bisettimanali (dal 8 marzo al 89 giugno, con due pause forzate

    di 6 mese e 69 giorni trattando la +%6!%! e la +%#3*+!4*! mediante ponfi di lidocaina 5.9 : sui

    numerosissimi punti dolenti craniali e nucali, circa 6A76E per seduta. Durante il ciclo terapeutico vi -

    stato un netto miglioramento sia della cefalea che della cervicalgia, con decisa riduzione deglianalgesici dapprima e poi la totale sospensione, con riaccensione della sintomatologia per+ durante le

    due pause (avvenute dopo 9 e A sedute dopo circa 65 giorni. 3e pause effettuate, e la tendenza al

    ritorno della sintomatologia, spiegano l'elevato numero di sedute, da me raramente raggiunto. $l

    termine comunque del ciclo il risultato era da considerare molto buono, sia per la cefalea che per la

    cervicalgia, ambedue quasi scomparse con sospensione di ogni farmaco analgesico4 in particolare la

    cefalea, che datava da 85 anni ed era quotidiana, si era trasformata in un senso di pesantezza ogni tanto.

    Il #*s!' raggiunto - stato mantenuto %# +*#+! 2 $%s* &% +!s' %! +%6!%! % %# +*#+! = !&&' &%

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    +!s' %! +%#3*+!4*!, senza avere effettuato altri tipi di terapie.

    >n II +*+' veniva effettuato dal 8@ ottobre al ; dicembre dello stesso anno per un ''#% * *'

    '$'s+*!!4*+' destro insorto circa ; mesi prima (su una vecchissima base lombalgica, di intensit

    2forte2 in una scala verbale a 9 gradini (da 2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2.

    Il dolore era localizzato in zona lombare e irradiato alla faccia laterale e anteriore della coscia fino al

    ginocchio, raramente irradiato anche alla faccia anteriore della gamba fino alla caviglia. $lla visita vi

    erano molti punti dolenti su tutta la zona riferita dolente, e vi era un segno di 3as-gue positivo a destra.

    I farmaci analgesici assunti erano tutti inefficaci (p. es. diclofenac, etoprofene, acido tiaprofenico, ed

    il dolore era riferito continuo e peggiorato dal movimento (come camminare. >na B07grafia del

    rachide lombosacrale mostrava qualche osteofita su 3; e lieve antelistesi di 3? su 39, lieve co0artrosi

    di destra e osteoartrosi sacro7iliaca prevalente a destra.

    3e sedute sono state 69 a cadenza bisettimanale, con ponfi ed infiltrazioni intramuscolari di lidocaina

    5.9 : sui numerosissimi punti dolenti (processi spinosi 397!6, paravertebrali lombosacrali da 3? a !8,

    punti di agopuntura dolenti omolaterali al dolore escica 9?, 9@ e 9E, !tomaco ;5, escicola =iliare ;5e ;6.

    3a paziente incominciava lentamente a migliorare dalla III seduta, ed io incrementavo la stimolazione

    usando aghi più lunghi e grossi, anche sulle articolazioni sacroiliache, che sembravano in parte

    responsabili, e aggiungendo altri punti, come sulla cresta iliaca, sulla parte esterna del ginocchio, sul

    gran trocantere destro.

    $l termine del ciclo il #*s!' era da considerare molto buono, con una #*1*'&% % ''#% %098

    +*#+!, ma il benessere purtroppo durava s'!&' &! s%*$!&!, e poi il dolore tornava. In seguito, la

    paziente si rivolgeva per lo stesso motivo a vari ortopedici, che diagnosticavano una periartrite dell'anca e infiltravano per tre volte il gran trocantere con cortisone (betametasone4 ogni volta vi era un

    discreto miglioramento che per+ durava circa 6 settimana765 giorni.

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    programmavo un III +*+' neuralterapeutico, con sedute da praticare questa volta ad ogni ritorno del

    dolore.

    3a II seduta - stata effettuata dopo A giorni, durante i quali il ''#% era #%ss'+5? s+'$!#s', con @

    infiltrazioni intramuscolari nei punti sternali e parasternali più dolenti, la III seduta dopo altri 68 giorni

    di benessere, la I dopo 69 giorni, la dopo 6 mese e A giorni, la I dopo ? giorni ,