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NEURALTERAPIA E TERAPIA DEL DOLORE
1. LE TECNICHE DELLA NEURALTERAPIA
Il dolore, in particolare quello benigno, rappresenta il campo d'azione principale della neuralterapia
come di tutte le riflessoterapie quale anche l'agopuntura. Del resto, l'uso degli anestetici locali in
Terapia del Dolore, anche al di fuori della cosiddetta neuralterapia, diventa sempre più esteso e studiato
in tutto il mondo (Meclem, !chnapp, !to"e, #rithvi, #orta, $rner, %avier, &lazer, hen, ma la
sistematizzazione conferita loro dai neuralterapeuti, a cominciare dai fratelli )unee fino a giungere a
#eter Dosch, rimane un punto di riferimento irrinunciabile per chi si interessa a queste problematiche.
#raticamente tutte le patologie dolorose sono suscettibili di trattamento tramite neuralterapia, sia pure
con percentuali di successo variabili * anche il dolore maligno, almeno in fase iniziale, pu+ rispondere
positivamente al trattamento neuralterapeutico, anche se le casistiche presenti in letteratura sono
limitate.
erranno qui passate brevemente in rassegna le principali tecniche usate in neuralterapia, nonch- le
loro principali indicazioni terapeutiche. #er chi desidera approfondire tutto l'apparato tecnico dellaneuralterapia, che proviene da varie specialit mediche, ma in particolare dall'ortopedia per quel che
riguarda le iniezioni intraarticolari e dall'anestesia per i blocchi nervosi, si consiglia di consultare, oltre
ai testi di queste specialit (/risson, Moore, Di0on, 1innie, il fondamentale 2Manuale di
neuralterapia2 di #. Dosch e il bellissimo atlante illustrato del figlio Mathias (Dosch M, purtroppo per
ora soltanto in lingua tedesca. 3'anestetico locale privilegiato dai neuralterapeuti - la procaina, ma
vengono usati anche la lidocaina, la mepivacaina (arbocaina, la bupivacaina (Marcaina ecc.
3'anestetico locale non viene mai impiegato a dosaggi anestetici, ma sempre a dosaggi e concentrazioni
inferiori4 secondo la tecnica impiegata, la quantit varier da un minimo di 5.675.8 cc ad un massimo di
pochi cc, a concentrazioni di 5.9 7 6 :.
INIEZIONI SUL CAPO
!i tratta di iniezioni in punti diversi del capo, da usare in caso di cefalee, epilessia, arteriosclerosi o
disturbi circolatori cerebrali, vertigini. I principali punti da trattare sono4 sui punti di emergenza dei
nervi sopraorbitario, infraorbitario e alveolare inferiore, sui punti dolenti parietali e temporali, intorno
agli occhi, sul processo mastoideo, sul cosiddetto 2punto della carotide2.
INIEZIONE SUL CENTRO DELL' EPIGASTRIO
!i effettua tre dita trasverse sotto l'apofisi 0ifoide, alla profondit di ;79 cm. !i usa per tutte le malattiedell'epigastrio, in particolare dello stomaco.
INIEZIONE NELLE CICATRICI
#oich- tutte le cicatrici possono essere sedi di campi perturbanti a distanza, vanno infiltrate sempre
tutte quelle che sono nel segmento interessato, tutte le altre in caso di cattiva risposta alla terapia
segmentale. 3a cicatrice andr infiltrata tutta, anche in profondit.
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INIEZIONE NEI CORNETTI NASALI
ome terapia segmentale nelle malattie dei seni paranasali, come ricerca del campo perturbante in caso
di pregresse riniti o sinusiti croniche, come reflessoterapia generale in caso di asma bronchiale, cefalea
e dismenorrea.
INIEZIONI DEI DENTI
!i tratta di una anestesia parziale dei denti sospetti o di tutti i denti con 5.875.; cc di anestetico sul lato
buccale e sul lato linguale, con una siringa normale o, possibilmente,con una siringa arpule, come
quelle usate dai dentisti, che permette una maggiore pressione.
Dal lato buccale il punto di iniezione sar all'altezza della radice del dente, nella mucosa che congiunge
l'arcata dentaria alle labbra, dal lato linguale o palatale sar nel periostio all'altezza della radice.
!aranno infiltrate anche le cicatrici da estrazioni dentarie, in particolare se dolenti alla palpazione.
3e iniezioni dei denti sono usate come terapia segmentale in tutti i processi infiammatori dei denti e
della bocca, come le parodontiti, l'alveolite, la stomatite aftosa ecc., come iniezioni7test nella ricerca di
campi perturbanti dentari4 i denti, insieme alle cicatrici e alle tonsille, sono i più frequenti campi
perturbanti. 3a ricerca del campo perturbante andr estesa anche a denti devitalizzati,alle tasche
gengivali, a denti sottoposti a sforzi eccessivi come nei pilastri dei ponti, a denti troppo stretti, alle
cicatrici postoperatorie o da estrazione, a residui di radici, a cisti o corpi estranei, a stomatiti croniche o
recidivanti.
!ar opportuno, in caso di iniezioni di più denti o possibili campi perturbanti, fare delle pause, in modo
da permettere al paziente di constatare un eventuale 2fenomeno del secondo2 e di identificare quindi lo
stimolo irritativo.
INIEZIONE ENDOVENOSA
$vrebbe le seguenti azioni4 analgesica, antipiretica, antiflogistica, impermeabilizzante sui vasi,
antiallergica, vasodilatatrice, vasoregolatrice, diuretica.
3'iniezione di 6 cc di procaina (o altro anestetico locale endovenosa e di poche gocce paravasali -
considerato il trattamento di base in tutte le malattie della parte superiore del corpo (capo, collo,
torace.
3'iniezione non va fatta lentamente, in modo che agisca come un vero 2colpo2 terapeutico sul sistemaneurovegetativo.
INIEZIONI NEI FORAMI SACRALI POSTERIORI
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2=locco2 paracervicale o iniezione transvaginale del plesso uterovaginale. >sato come terapia
segmentale nei disturbi degli organi genitali (p. es. dismenorrea, algie pelviche neurovegetative ecc. o
come iniezione test (ricerca del campo perturbante quando in anamnesi vi sono interventi chirurgici
sugli organi genitali, aborti, annessiti.
INIEZIONI NEI GANGLI SIMPATICI
6. GANGLIO CILIARE4 con infiltrazione retrobulbare (da evitare se non strettamente necessario* nelle
malattie oculari.
8. GANGLIO OTICO4 vicino al ganglio di &asser, al nervo mandibolare e al forame ovale* nelle
nevralgie mandibolari del trigemino, nelle cefalee di natura sconosciuta.
;. GANGLIO SFENOPALATINO4 vicino al nervo mascellare, indicato per nevralgie mascellari del
trigemino, per riniti vasomotorie o da fieno.
?. GANGLIO STELLATO4 poich- tale ganglio controlla tutto il sistema neurovegetativo del capo e degli
arti superiori, tale blocco - indicato in tutte le patologie di queste regioni che non rispondono a tecniche
meno invasive.
9. GANGLIO CERVICALE SUPERIORE E MEDIO4 nell'emicrania e nelle malattie vasospastiche del
capo.
@. TRONCO SIMPATICO ADDOMINALE SEC. WISCHNEWSKI O POLO RENALE SUPERIORE4 ha
azione sui visceri addominali* molto usata dalla scuola sovietica nelle malattie dello stomaco,
dell'intestino e del fegato.
A. CATENA SIMPATICA LOMBARE,O "BLOCCO" DEL SIMPATICO LOMBARE4 in tutti i disturbi
cronici circolatori degli arti inferiori.
INIEZIONE SUL GRAN TROCANTERE
on 8 cc di anestetico in caso di co0algia o della cosiddetta periartrite dell'anca o borsite trocanterica. Il
gran trocantere, che - il punto più alto della coscia con paziente in decubito laterale sul lato sano, -
quasi sempre dolente in caso di artrosi dell'anca, e la sua iniezione - spesso risolutiva, anche da sola,
per migliorare co0algie anche inveterate.
INIEZIONI INTRAARTICOLARI
>tili in tutte le malattie articolari che non rispondono ai ponfi periarticolari4 artrosi, gotta, dolori
posttraumatici, artriti.
$ttenzione soprattutto alla sterilit dell'iniezione, poich- il rischio maggiore - rappresentato dalle
infezioni (Budolph.
#er i dettagli tecnici, si rimanda ai testi consigliati in bibliografia (Di0on
6. SPALLA (Bo"e
8. GOMITO (Bo"e
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;. POLSO (3evinsohn
?. ANCA (Clanagan
9. ARTICOLAZIONE SACROILIACA.
@. GINOCCHIO (reusch =riner
A. PIEDE (CAVIGLIA).
E. INTERFALANGEE DELLE MANI E DEI PIEDI (#almieri
INIEZIONI INTRA- E PERIARTERIOSE
6. ARTERIA TEMPORALE4 nelle cefalee vascolari, particolarmente nell'emicrania temporale.
8. ARTERIA CAROTIDE (evitare l'intraarteriosa.
;. PLESSO AORTICO.
?. ARTERIA VERTEBRALE (evitare l'intraarteriosa.9. ARTERIA FEMORALE (intra e periarteriosa4 molto efficace nei disturbi circolatori degli arti
inferiori.
INIEZIONE INTRAMUSCOLARE
>sata nei noduli fibromialgici, nelle mialgie, contratture o strappi muscolari, nonch- in tutti i punti
dolorosi muscolari nel metamero interessato al disturbo.
INIEZIONE INTRAUTERINA
ome coadiuvante all'iniezione dei gangli di CranenhFuser* poco usata.
"BLOCCHI" DEI NERVI
#remesso che non si tratta di veri blocchi anestesiologici, ma semmai di blocchi parziali, considerando
la bassa concentrazione e la piccola quantit di anestetico impiegato, i principali sono i seguenti.
6. NERVO SOPRAORBITARIO4 per nevralgie frontali, cefalee frontali, spasmi palpebrali, orzaioli,
herpes zoster oftalmico. 3a branca laterale corrisponde al punto /0tra 8 dell'agopuntura cinese, la
branca mediale al punto escica 6.
8. NERVO INFRAORBITARIO4 per nevralgie del trigemino (II branca, algie faciali, malattie dei seni
mascellari, dolori 2reumatici2 della mascella con reperti dentari negativi. Da effettuare con cautela, datala vicinanza con il globo oculare.
;. NERVO ALVEOLARE INFERIORE E NERVO MENTONIERO4 in caso di nevralgia del trigemino
(III branca, dolori del mento e del labbro inferiore.
?. NERVI OCCIPITALI 4 nella sindrome cervicale. Il punto di emergenza del nervo grande occipitale
corrisponde a escica 65 dell'agopuntura, mentre quello del piccolo nervo occipitale corrisponde a
escicola =iliare 85.
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9. PLESSO CERVICALE SUPERFICIALE4 nella sindrome cervicale e nel torcicollo.
@. NERVO FRENICO4 nel singhiozzo ostinato.
A. NERVO SOVRASCAPOLARE4 nei dolori della spalla.
E. PLESSO BRACHIALE4 in tutte le forme di nevralgie del plesso brachiale, nonch- in tutte le sindromi
dolorose del terzo distale del braccio, quali parestesie, insufficienze arteriose, morbo di !udec.G. NERVO RADIALE4 nelle malattie della mano innervata dal nervo radiale.
65. NERVO MEDIANO4 nella sindrome del tunnel carpale e nelle malattie della mano innervata dal
nervo mediano.
66. NERVI INTERCOSTALI: nelle nevralgie intercostali, nell'herpes zoster toracico, nel dolore da
fratture costali, nel dolore postoperatorio toracico.
68. NERVO ULNARE4 nelle malattie della zona innervata dal nervo ulnare.
6;. NERVO FEMORO-CUTANEO LATERALE4 nella meralgia parestesica.6?. NERVO SCIATICO4 nelle sciatiche, nonch- in tutti i disturbi delle estremit inferiori. Il nervo
sciatico pu+ essere aggredito in diversi punti, nella regione delle radici lombari (3;73?, nel plesso
sacrale, in regione glutea, sui vari rami periferici (n. tibiale e peroniero comune.
69. NERVO PUDENDO4 nel prurito anale e vulvare, nelle malattie dello scroto, del pene, della vulva e
del perineo. In ostetricia nel dolore del periodo espulsivo e per quello da episiotomia.
6@. NERVI DIGITALI 4 mediante due iniezioni ai margini laterali della base delle dita (delle mani e dei
piedi, si effettua una anestesia parziale delle dita. #er le malattie e i dolori delle dita.
ANESTESIA PERIDURALE LOMBARE
>sata molto raramente in neuralterapia, differisce dalla tecnica anestesiologica soltanto per la quantit
di anestetico, circa 9 cc. 3e indicazioni principali sono le sciatiche, i dolori da arto fantasma dell'arto
inferiore, il morbo di !udec degli arti inferiori, le coliche renali, i disturbi circolatori delle estremit
inferiori.
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3a neuralterapia classica consiglia di effettuare i ponfi rigorosamente intracutanei, considerandoli più
efficaci di quelli sottocute, ma - opinione personale dello scrivente che quasi sempre questi ultimi sono
sufficienti, evitando una stimolazione (si legga dolore quasi sempre eccessiva nel paziente italiano.
$ sostegno di questa affermazione, la casistica personale riportata nell'ultima parte di questa
trattazione4 i risultati raggiunti sono stati ottenuti in ?6G casi su 955 con ponfi sottocute, da soli o
insieme ad altre tecniche* solo raramente, in caso di pazienti ipo7 o anergici, con ponfi intracutanei.
3'effetto del ponfo si pu+ aumentare insufflando anche aria4 questa tecnica - particolarmente
consigliata nelle malattie polmonari o cardiache, trattate con ponfi in sede parasternale e
paravertebrale.
Molto efficaci sono i ponfi nei punti iperalgici, che vanno sempre ricercati con attenzione, al di l di
ogni mappa, che sar sempre necessariamente indicativa e approssimativa.
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delicatezza anatomica della zona, nonch- l'impatto emotivo di una puntura 2nella gola2 in pazienti
spesso psicolabili, - meglio evitare questa iniezione all'inizio della terapia, e riservarla a quei casi con
risultati insoddisfacenti con altri metodi.
INIEZIONE DELLE TONSILLE
!i effettua sulla tonsilla palatina con un ago lungo circa E cm, tagliando la cannula di plastica che
protegge l'ago in modo far fuoruscire la punta dell'ago per soli 9 mm4 cosJ facendo diventa impossibile
pungere in profondit, cosa che potrebbe presentare dei pericoli, data la vicinanza di diverse delicate
strutture anatomiche. on una buona illuminazione della bocca si pungono i poli superiori ed inferiori
delle tonsille, iniettando circa 5.9 cc di soluzione. In caso di paziente tonsillectomizzato, si infiltrer la
cicatrice. /' importante, come per tutte le iniezioni di anestetico nella regione del collo e del capo, es7
sere certi prima di iniettare di non trovarsi in un vaso arterioso* - quindi necessario aspirare
ripetutamente, data la potenziale pericolosit di anche piccole quantit di anestetico nel circolo
arterioso, data la vicinanza con il cervello. In caso si verificasse tale evenienza, che pu+ provocare una
grave crisi epilettica con arresto respiratorio e coma, bisogner attuare immediatamente tutte le
manovre rianimatorie del caso, compresa una ventilazione artificiale con 8.
#er l'iniezione della tonsilla faringea, la tecnica più sicura - quella di 3eger4 si punge, sempre con un
ago lungo E cm a punta corta, sopra l'ugula al confine tra palato osseo e palato molle, procedendo in
avanti fino al contatto osseo con la parete posteriore del faringe* l'ago viene ritirato di circa 6 mm e si
inietta, previa aspirazione negativa.
3e indicazioni di queste iniezioni sono, come terapia segmentale, in tonsilliti croniche o recidivanti,
come test in caso di sospetto campo perturbante tonsillare. Il campo perturbante tonsillare - tra i più
frequenti, ed - da sospettare sempre in caso di anamnesi positiva per scarlattina, tonsilliti ripetute,
ascessi tonsillari, pregressa tonsillectomia.
VACCINAZIONE DI PONNDORF
/' una terapia di stimolazione aspecifica che viene molto usata in &ermania per rafforzare i risultati
terapeutici o per sbloccare i cosiddetti 2blocchi2 del sistema neurovegetativo di risposta.
!arebbe soprattutto raccomandabile in tutte le malattie croniche di una certa gravit, come per esempiol'artrite reumatoide, l'artrosi grave, la gotta, le bronchiti, gli eczemi, l'asma bronchiale allergico.
/' controindicata nella tubercolosi, negli stati cachettici e nella insufficienza renale grave.
!i effettua con la tubercolina o un'altra forma di vaccino tubercolare, strofinata in un punto del
segmento che si intende trattare in precedenza scarificato, e va ripetuta ad intervalli di E76? giorni per
9765 volte. In genere provoca una piccola reazione generale (con malessere, brividi, febbre e cefalea e
una reazione locale. 3'efficacia - correlata all'intensit della reazione, che comunque scompare in
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poche ore o il giorno successivo.
2. LE SINDROMI DOLOROSE
engono ora riportate in successione alfabetica le principali sindromi dolorose trattabili con la
neuralterapia, corredate da alcune indicazioni bibliografiche e dalla sintetica descrizione di alcuni casi
tratti dalla casistica personale.
$lcune regole terapeutiche emerse dall'esperienza dei neuralterapeuti sono valide per tutte le sindromi
e non verranno ripetute.
6. Il primo approccio terapeutico - in genere la cosiddetta terapia segmentale, iniziando dalle iniezioni
più semplici e meno invasive, come per esempio i ponfi e le iniezioni intramuscolari.
8. In caso di mancata risposta alla terapia segmentale - necessario cercare un campo perturbante.
;. Hualche volta pu+ essere sufficiente una sola seduta ad avviare la guarigione, ma più spesso saranno
necessarie più sedute.
?.
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predisposizione individuale a formarle e a percepirle come dolorose. !pesso infatti vi sono gravi ade7
renze senza alcun disturbo (riscontrate casualmente nel corso di altri interventi o gravi disturbi senza
aderenze (come capita di osservare ai chirurghi che frettolosamente reintervengono, anche perch-
qualche volta pressati dal paziente stesso.
Huasi sempre i 2disturbi2 postoperatori sono riconducibili, piuttosto che ad aderenze, al campo
perturbante creato dall'intervento stesso, cio- alla cicatrice, che in genere dar all'inizio disturbi locali epoi, in qualche caso, disturbi a distanza. #ertanto, in tutti i disturbi postoperatori sar necessario
infiltrare dapprima la cicatrice addominale, prima in superficie e poi in profondit. In alternativa o
insieme al trattamento della cicatrice, sar utile un ponfo o più ponfi nei punti indicati dal paziente
come dolenti, o trovati dolenti alla palpazione dell'addome4 potr essere utile infiltrare in profondit
sotto questi ponfi, fino a giungere al peritoneo.
!olo una minoranza di pazienti che non rispondono a questo approccio terapeutico sar inviato al
chirurgo, mentre purtroppo avviene il contrario4 il neuralterapeuta attualmente vede soltanto quei
pazienti che, stanchi di girare inutilmente da un chirurgo all'altro o di peggiorare ad ogni nuovo
intervento 2terapeutico2 chirurgico, decidono autonomamente di intraprendere altre strade.Cortunatamente la maggior parte dei pazienti con disturbi postoperatori guariscono spontaneamente in
qualche mese, e diversi chirurghi, resi prudenti dai loro precedenti insuccessi, hanno adottato una
tattica attendista.
ARTERITE TEMPORALE DI HORTON
Huesta grave forma di cefalea, che si presenta con mal di testa, febbre e disturbi agli occhi fino alla
cecit, deve essere diagnosticata precocemente se si vogliono evitare le complicanze peggiori, in
particolare quelle oculari. #urtroppo la certezza della diagnosi si pu+ avere soltanto con una biopsia
dell'arteria temporale, che si presenta ingrossata, serpiginosa, arrossata ed edematosa.3a terapia tradizionale - rappresentata dal cortisone, che migliora drammaticamente il quadro. #u+
essere utile, in aggiunta alla terapia classica, infiltrare intorno all'arteria con dei ponfi.
BORSITI
>n ponfo sopra la borsa interessata o un'infiltrazione con 6 cc di anestetico all'interno della borsa
interessata potranno essere risolutivi.
#er essere certi di essere posizionati correttamente all'interno della borsa, aspirare il liquido ed iniettare
poi l'anestetico.
3e borse più comunemente interessate sono la prepatellare al ginocchio, la olecranica al gomito, la
subdeltoidea o subacromiale alla spalla.
CALLI
I calli sono tra le cause più frequenti di dolore ai piedi, ma i medici si sono sempre scarsamente
interessati a questo problema, lasciato con colpevole noncuranza a estetiste e 2callisti2 insieme a quasi
tutti i problemi del piede.
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Il callo andrebbe in primo luogo prevenuto, p. es. con scarpe larghe e comode, specie nelle donne, e poi
tolto,anche perch- i calli, oltre ad essere molto dolorosi, possono diventare dei campi perturbanti4
Dosch riferisce di una cefalea causata da un callo e guarita solo dopo avere trattato quest'ultimo.
ve per qualche ragione un trattamento radicale del callo non fosse possibile, infiltrazioni
neuralterapeutiche ripetute potranno essere di grande giovamento4 al termine il callo sar meno
doloroso e più morbido, cio- più facile da asportare.
Ca! . 1# S. L.$ %!a$ a. &.
3a paziente si presentava il 65.68.6GEA lamentando un forte dolore, iniziato diversi anni prima ma
peggiorato negli ultimi mesi, all'alluce destro, soprattutto quando si metteva le scarpe e la notte. Il
dolore era di tipo trafittivo, descritto come una scossa elettrica ad insorgenza improvvisa ed irradiato a
tutto il piede.
$ll'esame obiettivo rinvenivo alla punta dell'alluce (da dove veniva descritta la partenza del dolore un
2durone2 subito sopra l'unghia, che risultava dolentissimo alla pressione, insieme con tutta l'unghia. In
zona metatarsofalangea vi era la cicatrice di un pregresso intervento (di ? anni prima per alluce valgo,
non dolente alla palpazione, mentre un altro callo dolente era sulla superficie inferiore (flessoria
dell'alluce.
/ra pertanto evidente che la causa del dolore erano i due calli, probabilmente in un alluce reso più
fragile dall'intervento (o dal campo perturbante locale 2cicatrice2.
Il mio trattamento, visto che la paziente rifiutava di recarsi da un chirurgo per asportare i calli, -
consistito nell'infiltrazione direttamente nei calli con 5.976 cc di lidocaina 8 :, unitamente ad una
anestesia dei nervi digitali alla base dell'alluce, ad una endovenosa (6 cc e, nelle sedute successive,all'infiltrazione del tessuto sottoungueale che permaneva molto dolente. $l termine di ogni seduta vi era
un'anestesia totale del dito con scomparsa del dolore,che ritornava poi il giorno dopo ma via via
attenuato. $d ogni seduta i due calli erano sempre meno dolenti alla pressione, e gi dopo 9 sedute il
dolore era riferito come quasi scomparso, soprattutto il dolore notturno. !ono state effettuate 65 sedute
con cadenza bisettimanale, al termine delle quali il dolore era quasi del tutto scomparso (circa il G5 :
e la paziente era molto soddisfatta.
Da rilevare che all' III seduta era comparso (o probabilmente non era stato considerato prima un
nuovo piccolo callo dolente all'esterno del dito, che veniva infiltrato ed asportato nel corso della seduta,
e che nel corso della penultima seduta, nel tentativo di ottenere un miglioramento ulteriore, venivaaggiunto all'anestetico del betametasone (? mg, senza rilevare per+ nessun miglioramento aggiuntivo.
$l follo"7up dopo 6 anno e 8 mesi, il risultato ottenuto persisteva senza ulteriori interventi, poi della
paziente non ho più avuto notizia.
/ssendo l'unica paziente da me trattata con questa patologia, poich- in genere preferisco inviare i calli
da un chirurgo per l'asportazione, non - possibile trarre delle conclusioni serie, ma evidentemente in
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A. efalea associata a patologie non vascolari endocraniche
E. efalea da assunzione o da sospensione di sostanze esogene
G. efalea associata ad infezioni e0tracraniche
65. efalea associata a patologie metaboliche
66. efalee o dolori facciali associati a patologie del cranio, collo,
occhio, naso, seni paranasali, denti, bocca o altre
68.
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possibile guarirle finch- non si capisce perch- nasce questo bisogno.
/cco perch-, per quanto a prima vista possa sembrare inutile in una malattia 2sine materia2 come
questa (ma attenzione a discriminare dalle cefalee essenziali, cio- senza causa organica, quelle poche
che una causa organica ce l' hanno, come quelle neoplastiche4 attenzione in particolare ai mal di testa
insorgenti nell' anziano, soprattutto a quelli ingravescenti, una attenzione quasi maniacale alla storia
del paziente, alla s! storia, qui - essenziale per impostare una strategia terapeutica vincente.
3a strategia terapeutica convenzionale comprende le terapie farmacologiche, che si dividono poi in
terapie profilattiche e terapie dell' attacco, e quelle non farmacologiche, quali il biofeedbac, la T/
(stimolazione elettrica transcutanea, il laser a bassa potenza, l'agopuntura. $ queste si aggiunge a pieno
titolo il #!!$%&' &%#!%#!%*+', che consiste in primo luogo nell' iniezione endovenosa, che tal7
volta (non frequentemente pu+ risolvere da sola il caso, seguita da ponfi intracutanei o sottocutanei nei
punti dolenti del capo, che sono frequentemente punti di agopuntura cinese. I punti più usati sono e7
scica 6 e 8 e escicola =iliare 6? nella cefalea frontale, escicola =iliare 6 e ; nella cefalea temporale,
escica 65 e escicola =iliare 85 nella cefalea nucale* il cosiddetto 2 triangolo magico anteriore2 com7
prende i due punti di emergenza dei nervi sopraorbitari e il centro della radice del naso.
$lcune forme emicraniche, con dolore temporale pulsante, possono rispondere bene a ponfi intorno
all'arteria temporale, altre localizzate sopra l' occhio destro possono indicare la presenza di un disturbo
epatico o biliare, che andr trattato insieme alla cefalea. In caso di cicatrici sul capo, anche di vecchia
data e che non danno apparente fastidio, - sempre bene infiltrarle, come dimostrato dai casi che citer+
più avanti. >tile pu+ essere anche, prima di effettuare iniezioni invasive, lo spraK nasale.
In caso di cefalee resistenti all'approccio finora indicato possono essere indicate le iniezioni del ganglio
stellato, del ganglio sfenopalatino, del nervo mandibolare. n altro +!s' ci viene recentemente riportato da Bomoli, una ragazza di 6A anni, /lga M., che soffriva
di emicrania da quando aveva E anni. 3'anamnesi mise in evidenza un piccolo trauma alla radice del
naso all'et di A anni, guarito senza alcuna apparente conseguenza, tranne una piccolissima cicatrice. 3e
crisi cefalalgiche divennero con gli anni sempre più intense, ;7? al mese, comprendenti fronte, regione
occipitale, zigomatica, temporale e retroorbitaria, con nausea, foto7 e fonofobia. $lla visita veniva
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evidenziata una piccola cicatrice alla radice del naso, molto sensibile alla palpazione4 massaggiandola
per circa 6 minuto si evocava un dolore simile alle crisi cefalalgiche, che cessava subito dopo. Infiltrata
la cicatrice con procaina per quattro volte con cadenza settimanale, fin dalla prima infiltrazione la
paziente non ha più avuto emicrania e dopo @ anni stava ancora bene. #oich- al momento dell'in7
filtrazione non era in atto un attacco non poteva esserci scomparsa col fenomeno di )unee, ma il
significato - lo stesso4 la cefalea era sicuramente causata, come prova anche il test di stimolazione,dalla cicatrice.
Huesti due casi provano, se c' era qualche dubbio, la fondamentale importanza per il neuralterapeuta
dell'anamnesi, poich- il campo perturbante pu+ essere del tutto o quasi silente, e solo il 2fiuto2 e un po'
di fortuna talvolta sono in grado di svelarlo.
Ca! . 2# S. A.$ :!4!$ a. 17.
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neuralterapeutico per una co0algia cronica, con una cefalea frontale insorta qualche ora prima.
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considerati pressoch- sempre espressione di un disturbo dell' articolazione stessa (artrosi o artrite e
inclusi nella cosiddetta sindrome di osten, una revisione critica (=uraoff di tali disturbi (i più
comuni sono dolore all'apertura della bocca o alla masticazione, rumori nell'articolazione, limitazione
funzionale dei movimenti mandibolari e cefalea considera moltissime cause in grado di provocarli, a
cominciare dai problemi muscolari, quali una eccessiva tensione muscolare, spasmi del massetere, una
sindrome miofasciale dei muscoli limitrofi, una localizzazione della fibromialgia. Molto rari sono in7vece i veri disturbi generati dall'articolazione, quali artrosi con sofferenza del disco articolare,
lussazioni o sublussazioni, artriti infiammatorie quali l'artrite reumatoide, l'artrite psoriasica o gottosa.
$ncora più rare altre eventualit, come fratture, neoplasie, disturbi congeniti.
/ssendo l'argomento ancora molto controverso, diverse sono le classificazioni diagnostiche proposte,
come quella di aplan, dell' $merican $cademK of raniomandibular Disorders, del omitato ad )oc
dell' International )eadache !ocietK ()eadache lassification, che la include nella più moderna
classificazione delle cefalee e la considera nel grande e complesso capitolo delle 2algie faciali atipiche2
o delle 2cefalee non classificabili2.
L! &%#!%#!*! propone di effettuare dei ponfi sui punti dolenti, quasi sempre muscolari* ove ci+ nonfosse sufficiente, si pu+ infiltrare in profondit in zona paraarticolare o direttamente nell' articolazione
temporomandibolare, che - facilmente raggiungibile con un piccolo ago di lunghezza 6.978 cm.
Davanti al trago, in corrispondenza del punto di agopuntura Intestino Tenue 6G, si sente una piccola
fossetta quando il paziente apre e chiude la bocca4 infiltrando questo punto, alla profondit di circa 6
cm si entra nella capsula articolare e si inietta 5.976 cc di anestetico.
Ca! . # M. A.$ %!a$ a. =
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$ll' esame obiettivo risultava una dolenzia alla palpazione nel punto indicato dalla paziente come l'
origine del suo dolore.
3a %#!*! - consistita in un ciclo di E sedute a cadenza bisettimanale con l' infiltrazione (intra o
paraarticolare4 - difficile sapere esattamente dove - l' ago, e tutto sommato inutile dell' articolazione
temporo7mandibolare con Impletol 6 cc (prodotto tedesco della =aKer, non in commercio in Italia, che
associa procaina a caffeina, che dovrebbe contrastarne gli effetti vagotonici, con la tecnica descrittasopra* contemporaneamente si trattava con ponfi la cervicalgia.
3a paziente ha avuto un immediato beneficio dopo ogni seduta, qualche volta con scomparsa totale del
suo dolore, che ritornava attenuato dopo qualche giorno. i - stato un progressivo miglioramento, fino
alla s+'$!#s! '!% % ''#%, che durava da sei anni, dopo la sesta seduta.
3a paziente, rivista in seguito più volte per altri dolori, confermava la scomparsa del dolore fino al
novembre 6GG? (cio- '' / !&&* % 2 $%s*, quando accusava una *%3% #%+**3! insorta da 8 giorni, che
trattavo con altre due sedute con successo. 3a scomparsa totale del dolore durava E mesi e mezzo, ed al
suo ritorno, avvenuto pochi giorni fa, riprendevo un nuovo ciclo, che - tuttora in corso (G.G9.
DOLORE ARTICOLARE DEGENERATIVO
Il dolore articolare o riferito ad una articolazione - probabilmente il tipo di dolore più diffuso in un
entro di Terapia del Dolore ambulatoriale, mentre - relativamente più raro in un entro spedaliero o
>niversitario.
Huesto - probabilmente il motivo principale per cui questo tipo di dolore - relativamente poco studiato
e scarsamente compreso nei suoi meccanismi di base, poich- generalmente viene trattato dai medici ge7
nerali con C$
anch'esse scarsamente studiate.
Il #!'#' #! !#*+'!1*'&* % ''#% rimane comunque controverso, fino a spingere qualcuno,
decisamente controcorrente, a sostenere che il dolore articolare non esiste, esistendo invece il dolore
dei muscoli e delle altre strutture che circondano l' articolazione (Curter.
#iù cautamente, probabilmente il dolore articolare 2vero2 esiste, altrimenti non si spiegherebbero i
successi terapeutici dei più recenti interventi protesici ortopedici, ma - meno diffuso di quanto
comunemente si crede. Del resto, attribuire all' 2artrosi2 ogni dolore in regioni articolari dell'anziano -
relativamente più comodo che cercarne la causa specifica, anche se rimane inspiegabile l' alto numero
di pazienti 2artrosici2 in giovane et che giungono al sottoscritto.
#robabilmente un atteggiamento più umile e più pragmatico nei confronti del dolore articolare sar più
utile ad alleviarlo, come iniziano a fare alcuni importanti studiosi ()arness, che al termine di una
lunga dissertazione sull'argomento, concludono sostenendo che 2la causa del dolore rimane oscura24
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soprattutto nella malattia artrosica o 2osteoartrite2 degli anglosassoni, nella quale il 2primum movens2
sembra essere una degenerazione della cartilagine articolare, che per+ - completamente priva di
terminazioni nervose che possano condurre il dolore.
Il dolore (1Ke sembra invece essere trasportato da fibre nervose della capsula articolare e del
periostio che ricopre le ossa adiacenti alle inserzioni capsulari. In quanto ai recettori responsabili della
sensazioni dolorose, sono dei recettori non corpuscolati, amielinici, o terminazioni libere, localizzatiprincipalmente nella capsula fibrosa, nel grasso articolare e nelle avventizie delle arterie e delle
arteriole che irrorano il tessuto articolare.
!carsissima appare la correlazione tra evidenze radiologiche di malattia e dolore (3a"rence, per cui
quest' indagine dovrebbe essere effettuata soltanto per escludere altre gravi malattie, mai per 2vedere2 il
dolore.
$ltra possibile causa di dolore sembra essere la componente infiammatoria, che - indubbiamente
presente4 la sinovite iniziale potrebbe essere sostenuta, in uno stadio precoce, da frammenti cartilaginei
o da prodotti (cristalli, sostanze chimiche ecc. staccatisi dalla superficie articolare. 3a sinoviainfiammata, poich- - priva di terminazione nervose, non pu+ causare direttamente il dolore, ma lo pu+
fare in maniera indiretta, p. es. tramite la produzione di mediatori dell'infiammazione.
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d'aiuto. $nche in questo caso, come in tutte le patologie degli arti inferiori, dei ponfi in regione sacrale
e lombare su escica hanno effetto adiuvante. 3' iniezione intraarticolare - anche qui da riservare ai
casi difficili4 da ricordare che l' intraarticolare del ginocchio, probabilmente perch- - tecnicamente la
più semplice fra le intraarticolari, - praticata troppo frequentemente in relazione alla necessit
terapeutica.
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Il ciclo terapeutico - consistito in 65 sedute con ponfi e infiltrazioni intramuscolari (lidocaina 6 : nei
punti dolenti del ginocchio, corrispondenti ai punti di agopuntura !tomaco ;9, Cegato E, escica 9? e
escicola =iliare ;?, nonch- ponfi periarticolari sulle articolazioni interfalangee dolenti e 2anestesia2
delle dita interessate mediante 2blocco2 neuralterapeutico sui nervi digitali.
!ubito dopo la prima seduta il paziente avvertiva gi un miglioramento, che proseguiva poi
gradatamente dopo ogni seduta, fino a giungere, al termine del ciclo, ad un miglioramento globale delA5 :4 la gonalgia destra era migliorata circa del @5 :, consentendogli di camminare anche fuori casa
senza bastone, il dolore alle dita era quasi scomparso, la gonalgia sinistra era completamente
scomparsa.
Tornava dopo circa 9 mesi per un altro ciclo di terapia causa una lieve recrudescenza della gonalgia, ma
soprattutto per prepararsi all' inverno, da lui molto temuto* il risultato alle dita (dolore quasi
scomparso invece permaneva. Da allora ad oggi (G.G9, ogni sei mesi e nonostante la tarda et si -
sempre presentato per il 2suo2 ciclo, bench- non ci sia mai stata una vera recidiva del dolore, che anzi
gradatamente - migliorato fino a comparire soltanto ogni tanto (quando cambia il tempo o quando si
alza bruscamente dalla sedia ed in forma molto leggera.
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ad aggravarsi.
I +#*%#* *!4&'s*+* sono i seguenti4
N rigidit mattutina
N dolore nel muovere l'articolazione
N tumefazione articolare di durata superiore a @ settimane
N tumefazione di almeno un'altra articolazione, a distanza dalla prima di meno di ; mesi
N tumefazione articolare simmetrica e simultanea (tranne per le interfalangee prossimali e per le
metatarsofalangee dei piedi, che possono non essere simmetriche
N noduli sottocutanei o prominenze ossee sulle superfici estensorie o iu0taarticolari
N segni radiografici che indicano un processo infiammatorio (compresi segni di artrosi, che non
escludono la presenza dell' artrite reumatoide
N 1aaler7Bose positiva ad una diluizione almeno di 6O@?
N modificazioni istologiche della sinoviale (ipertrofia dei villi sinoviali, proliferazione delle
cellule sinoviali di rivestimento, infiltrazione di cellule infiammatorie e tendenza alla formazione di
noduli linfoidi, depositi di fibrina, focolai di necrosi.
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farmaci, quali l' acido acetilsalicilico e gli altri analgesici antiinfiammatori non steroidei (C$
d'oro, gli antimalarici come la clorochina, i corticosteroidi come il prednisone, il prednisolone, il
metilprednisolone, il triamcinolone ecc, gli immunodepressori come la ciclofosfamide e l' azatioprina.
In caso di interessamento mono o pauciarticolare sono indicati anche trattamenti locali, come
l'iniezione intra7articolare di corticosteroidi e la sinoviortesi, che consiste nella iniezione intra7
articolare di un prodotto chimico (l' acido osmico o radioattivo (radioisotopi per provocare unadistruzione della sinoviale patologica. In caso di gravi distruzioni articolari possono essere indicati
interventi chirurgici di ricostruzione, ove possibile. #ossono essere d' aiuto, negli intervalli tra un
attacco acuto e l' altro, trattamenti chinesiterapici e fisioterapici.
In quanto alla &%#!%#!*! e agli altri trattamenti riflessoterapici, sono potenzialmente utili visto la
loro documentata attivit antiinfiammatoria (eccherelli, ma mancano purtroppo studi clinici
sufficientemente vasti per avvalorare tale ipotesi. /' parere personale comunque che vale sempre la
pena, specialmente nelle forme iniziali o con poche articolazioni interessate, tentare con un ciclo
neuralterapeutico, secondo le modalit descritte per il 2dolore articolare degenerativo2.
Ca! . 8# D.B. G.$ %!a$ a. ==.
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della terapia pertanto il dolore e l' eritema erano diminuiti del G5 :, mentre l' edema era dimezzato
(probabilmente era in parte gi organizzato, e quindi irreversibile. Bivista dopo 6 mese, residuava
soltanto qualche doloretto ogni tanto, mentre al follo"7up dopo 6 anno e 6 mese ogni dolore era
completamente scomparso e cosJ anche dopo ; anni e E mesi, nell' aprile del 'G9. Il #*s!' - qui da
considerare '*$', data la persistenza del risultato per almeno ? anni, e mostra le potenzialit del
metodo anche in forme infiammatorie croniche, sia pure localizzate come questa.
DOLORE NEOPLASTICO
Il dolore da cancro rappresenta la più importante sfida della Terapia $ntalgica, ed il motivo principale
della nascita delle prime liniche del Dolore negli !tati >niti e dei entri di Terapia del Dolore in
Italia. gni anno muoiono di cancro nel mondo circa ? milioni di persone (il 65 : di tutte le cause di
morte, vi sono @ milioni di nuovi pazienti e di questi il A5 : circa soffre di dolore quale sintomo
principale. Di questi, circa il 95 : ha un dolore da molesto a intenso ed il ;5 : da intenso ad
insopportabile, e la prevalenza del dolore aumenta con il progredire della malattia. Moltissimi pazienti
con dolore da cancro avanzato non ricevono una soddisfacente terapia analgesica, per svariati motivi, i
principali dei quali sono la natura particolarmente complessa del dolore oncologico, una scarsa cultura
medica in cure palliative e una incomprensibile ritrosia (specie in Italia a prescrivere a dosaggi
adeguati gli analgesici narcotici che sarebbero necessari, a sua volta dovuta a scarso numero di
specialit medicinali disponibili sul mercato, a difficolt burocratiche nel prescrivere, al timore quasi
sempre immotivato degli effetti collaterali e di creare dipendenza e farmacomania.
3e +!s% principali del dolore da cancro sono la compressione di radici nervose da parte della massa
neoplastica, la distensione od ostruzione di un viscere cavo, una ostruzione vasale con conseguente
ischemia, la necrosi, infezione o infiammazione della massa tumorale, fratture ossee patologiche o
interessamento periosteo del tumore, lesioni da radioterapia o chemioterapia.
3a %#!*! tradizionale prevede innanzitutto la terapia farmacologica (#iva con las+!! s%;%&1*!%
!&!4%s*+! raccomandata dall'M!, che prevede ; gradini4
6 il #*$' 4#!*&' contempla l' uso degli analgesici non oppioidi, detti anche C$
antiinfiammatori non steroidei, in primo luogo paracetamolo, diclofenac, etorolac, ibuprofen e
etoprofene*
8 il s%+'&' 4#!*&' comprende, oltre ai precedenti, gli oppioidi deboli quali la codeina e il
destropropossifene*
; il %#1' 4#!*&' associa ai C$
soprattutto morfina, preferibilmente per os.
In associazione o in alternativa si possono usare le %+&*+5% &'& 6!#$!+''4*+5%, che consistono
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essenzialmente in interventi neurolesivi sui nervi o centri nervosi responsabili del dolore, quali il
blocco del ganglio di &asser nei dolori trigeminali, il blocco del plesso celiaco nei dolori addominali, la
cordotomia cervicale percutanea nei dolori di un emilato, la neuroadenolisi pituitaria (
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gradini (da 2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2, e trattato farmacologicamente con
diclofenac e buprenorfina 6 cpr la sera, che consentiva qualche ora di sonno.
$lla 3*s*! presentava una enorme cicatrice della mastectomia, con alcuni punti dolenti, una spiccata
ipotrofia muscolare e le prime due dita rosse ed edematose, oltre che dolentissime. I vari specialisti
interpellati, dato che i vari e sofisticati esami diagnostici non avevano evidenziato recidive del tumore,
avevano ipotizzato trattarsi di un dolore da 6*#'s* 's-#!*'%#!*!, sia pure con qualche perplessitdata la distanza (A anni dall'ipotizzato evento causale.
Huanto a me, risultava evidente un danno ad eziologia ignota del plesso brachiale, in particolare della
parte radiale, che procurava un dolore in parte da irritazione, in parte da distruzione di fibre nervose
(cosiddetto dolore da deafferentazione, con un' iniziale algodistrofia riflessa alle prime due dita della
mano conseguente il danno del plesso.
3a complessit del quadro algologico nonch- l' intensit dello stesso mi consigliarono un!#'++*'
%#!%*+' il più possibile integrato, ovvero un ciclo di !s%# a bassa potenza insieme a tentativi con
&%#!%#!*!, in particolare sulla cicatrice, che sembrava avere un ruolo eziologico. 3a tecnica sceltacon il laser fu quella di orti7alzavara (spot di 65 secondi su tutta la zona algica con frequenza 855
)z, con 69 sedute prima giornaliere e poi a giorni alterni.
!ubito dopo la I seduta la paziente si sentiva più 2sciolta2, con una diminuzione del dolore soprattutto
alle dita, ma il miglioramento durava solo per qualche ora, cosicch- durante la II seduta infiltravo con
lidocaina 5.9 : (65 cc tutta la cicatrice della mastectomia, ottenendo un netto miglioramento
immediato.
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simpatica riflessa a tutto l'arto superiore.
>n %s &%#!%#!%*+' sul I molare superiore destro, riferito dolente da circa 8 anni, dava una
immediata (tipo 2fenomeno del secondo2 sparizione del dolore che durava 85 ore, ma purtroppo, ripe7
tuto il giorno dopo, inspiegabilmente non dava più alcun risultato. >n nuovo ciclo di laser sui punti
articolari dolenti (tutte le articolazioni della mano, il polso, il gomito e la spalla dava un progressivo
lento miglioramento, che dopo 65 sedute era circa del ?5 :, con un risultato pertanto discreto.
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novembre. Cino all' ultimo questa signora dallo sguardo dolce ma forte mantenne una invidiabile
serenit che tutti noi intorno non avevamo.
Huesto caso mostra in maniera sufficientemente chiara il dramma della malattia neoplastica, la terribile
altalena di illusioni e disillusioni che provoca, la battaglia talvolta disperata che medici e pazienti sono
costretti ad affrontare, ed il ruolo potenziale della neuralterapia, insieme a tutte le altre armi, nel
combattere il sintomo forse più devastante fra tutti, il dolore.
EPICONDILITE
3' epicondilite radiale o esterna, chiamata anche impropriamente 2gomito del tennista2, -
probabilmente la più diffusa entesopatia (patologia delle inserzioni ligamentose o tendinee (Cantini.
$nche il termine epicondilite - per la verit fuorviante, giacch- non si tratta dell'infiammazione
dell'epicondilo, che - una parte dell'osso radiale, bensJ delle inserzioni tendinee sull' epicondilo dei
muscoli dell'avambraccio.
olpisce in genere persone tra i ?5 e i @5 anni, in genere con sovraccarico funzionale dei muscoli
estensori dell'avambraccio* l' epicondilo costituisce un tender point, poich- - sempre dolente alla
palpazione, ed il dolore si accentua nel compiere qualsiasi sforzo che implichi il sollevamento
dell'avambraccio, come alzare una bottiglia od anche il solo bicchiere.
Meno frequente - l' epicondilite ulnare o mediale, nota come 2gomito del golfista2, che - correlata con
il sovraccarico funzionale dei muscoli pronatori7flessori che si inseriscono sull' epicondilo mediale o
epitroclea.
3a terapia tradizionale prevede, oltre al riposo che per+ quasi sempre - molto difficile da ottenere (gli
ortopedici riescono ad ottenerlo solo ingessando il braccio, con tutti gli ulteriori problemi che ne
possono scaturire, una o più infiltrazioni con cortisone. Il problema principale del cortisone locale -
per+ la sua azione sui tendini, che rende fragili e suscettibili di rotture ()aines4 sarebbe pertanto
tassativo, dopo una infiltrazione con cortisone, il riposo assoluto dell'arto interessato.
Il #!!$%&' &%#!%#!%*+' prevede, oltre all' infiltrazione profonda sulle inserzioni tendinee
interessate, la ricerca e l' infiltrazione dei noduli fibromialgici nei muscoli del braccio e dell'
avambraccio. Inoltre, possono essere utili dei ponfi nei punti di agopuntura sopra e sotto l' epicondilo,
compresi quelli controlaterali, secondo il principio terapeutico della cosiddetta *++'! &#!. 3a
piccola puntura, che qui ricordo brevemente, rappresenta la principale tecnica terapeutica del dolorenell'agopuntura cinese, e si attua ricercando il punto 2centro del dolore2 (in questo caso l'epicondilo e
il primo punto cinese a valle e a monte di questo (in questo caso &rosso Intestino 6? o 69 a monte,
&rosso Intestino ?, 9 o 65 a valle* si aggiungono a questi tre punti i tre punti simmetrici sul lato sano e
si trattano, iniziando dal lato sano e terminando sul lato dolente.
$pprofitto della parentesi cinese per ricordare anche l' altra importante tecnica da usare in caso di
dolore lineare lungo un meridiano (p. es. una cervicobrachialgia o una sciatica, la cosiddetta4#!&%
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&#!. !i tratta di pungere, sul lato non dolente, il punto 3o del meridiano interessato e quello del
meridiano a questi accoppiato secondo il rapporto mezzogiorno7mezzanotte (oisin.
!ar utile ricordare qui questi due punti per ogni meridiano (tabella 8
TABELLA 2 - P:/) L! %) a0!5:/:a a++!55)a/) +!%! (a 0!(a 4,,!0)!!-4,,a!//
uore ( 9 7 = ;A!tomaco (! ! ?5 7 #er @
Cegato (C C 9 7 IT A
&rosso Intestino (&I &I @ 7 B @
Intestino Tenue (IT IT A 7 C 9
#ericardio (#er #er @ 7 ! ?5
#olmone (# # A 7 9E
Bene (B B @ 7 &I @
Milza #ancreas (M# M# ? 7 TB 9
Triplice Biscaldatore (TB TB 9 7 M# ?
escicola =iliare (= = ;A 7 9
escica ( 9E 7 # A
Ca! . 1># S. D.$ :!4!$ a. ;.
Huesto caso esemplifica bene quanto da me detto sopra circa i pericoli derivanti dall' uso del cortisone,
poich- mi si presentava nel marzo del 6GG6 per una epicondilite esterna destra insorta da due mesi e
mezzo giocando a tennis a livello amatoriale.
/gli giungeva da me perch- aveva sentito che non usavo il cortisone, avendo egli sofferto 8 anni prima
di una rottura del tendine lungo del bicipite in seguito ad una infiltrazione di cortisone per una
periartrite della spalla (con risultato sul dolore peraltro ottimo. #rima di me egli si era rivolto ad un
fisiatra che gli aveva praticato @ sedute di mesoterapia, con un certo miglioramento seguito per+ da una
ricaduta dopo aver giocato nuovamente a tennis. Da rilevare che questo signore dall'aspetto
irreprensibile diventava assolutamente irragionevole quando soltanto si accennava a limitare la sua
attivit tennistica, che evidentemente rappresentava l'unico sfogo della sua vita.
i era un netto dolore alla pressione dell' epicondilo destro, ed il dolore era irradiato, a partenza dall'
epicondilo, lungo la faccia esterna dell'avambraccio fino alla mano, e di intensit 2abbastanza forte2 in
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una scala verbale a 9 gradini (da 2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2.
Il #!!$%&' - consistito in G sedute a cadenza bisettimanale con Impletol (procaina e caffeina 5.9 :
in ponfi paravertebrali cervicali (; per parte, sull' epicondilo interessato e sui punti di agopuntura
uore ;, &rosso Intestino ?, &rosso Intestino 66 e #olmone 9 sul lato dolente.
Dopo la III e I seduta, nelle quali in mancanza di un sensibile miglioramento avevo infiltrato in
profondit l' epicondilo con Impletol 8 :, si - avuto un sensibile peggioramento per 87; giorni, seguito
da un progressivo miglioramento che gli permetteva, nonostante il mio parere contrario, di continuare a
giocare a tennis.
$l termine del ciclo terapeutico vi era un $*4*'#!$%&' % >8-78 del dolore, che si manteneva per
almeno 6 mese e 85 giorni, quando lo rivedevo per una lombalgia acuta che veniva trattata con
successo con ; sedute di neuralterapia. #oich- si stava trasferendo per motivi professionali in altra citt,
non ne ho più avuto notizia.
In conclusione, il risultato in questo caso va valutato buono, considerando che - mancato
completamente l' altro pilastro nella terapia dell' epicondilite, il riposo, e che la neuralterapia si - quidimostrata superiore alla mesoterapia.
LOMBALGIA
3a lombalgia, acuta o cronica, ovvero il 2mal di schiena2 o il 2lo"7bac pain2 degli anglosassoni,
rappresenta una delle più diffuse e difficilmente curabili sindromi dolorose, anche perch- le vere cause
rimangono spesso sconosciute.
=ench- generalmente si ritenga causata molto spesso da un' ernia discale a livello lombare, o da
patologie dell' articolazione interapofisaria (la cosiddetta 2sindrome delle faccette2, o più banalmente
da una non meglio specificata 2artrosi2 della colonna vertebrale, nella maggior parte dei casi,
specialmente nelle persone giovani, sono in gioco cause muscolari. $ll' inizio vi - una semplice
tensione muscolare che poi si evolve in zone di contrattura dapprima asintomatiche e poi via via sem7
pre più organizzate in noduli (i cosiddetti noduli fibromialgici in stato di latenza o di attivit. I noduli
in stato di latenza si evidenziano all'esame clinico come 2tenderness points2, cio- punti dolenti alla
palpazione con un dolore localizzato, ma non dolenti spontaneamente, e punti attivi dolenti alla
palpazione e spontaneamente con un dolore irradiato o riferito in un'altra regione corporea, i cosiddetti
2trigger points2 o punti 2grilletto2 (Travell.
3' inattivazione di tali punti risulta una tappa fondamentale nel trattamento di tutti dolori di origine
muscolare, quale molto spesso la lombalgia (=aldrK.
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da reperti che non hanno spesso correlazione con il quadro clinico del paziente, quali segni di artrosi
vertebrale o ernie del disco. 3'ernia del disco non - sinonimo di lombalgia o di lombosciatalgia, e
spesso - un reperto occasionale (#ardatscher* talvolta inoltre, anche quando assume un sicuro ruolo
eziologico, pu+ regredire spontaneamente o in seguito a terapia (=arbiero.
Il #!!$%&' &%#!%#!%*+' consiste nel cercare i punti o le zone dolorose e praticarvi dei ponfi e
delle infiltrazioni in profondit, preferibilmente cercando con l'ago di provocare la cosiddetta 2rispostain rapida contrazione locale2 o 2t"itching response24 in questo punto va iniettato circa 6 cc di
anestetico.
!e non si hanno risultati soddisfacenti o in mancanza di punti trigger, praticare dei ponfi lungo il
Meridiano di escica all'altezza del metamero interessato (sia sulla branca interna a 8 dita trasverse
dalla linea interspinosa, che sulla branca esterna a ? dita, oppure nell' articolazione sacroiliaca, nei
forami sacrali posteriori, in spazio peridurale per via sacrale o lombare. !i possono anche aggiungere,
con ago da agopuntura o mediante ponfi, delle iniezioni su punti di agopuntura a distanza, quali Tou
Mo 8@ (specie nelle lombalgia acuta, Intestino Tenue ;, escica 9579?7@57@8.
Ca! . 11# M. I.$ %!a$ a. =2.
$ questo caso sono legato affettivamente, e voglio citarlo anche se in seguito ne sono occorsi altri
magari più significativi ed interessanti, perch- si tratta del primo caso da me trattato con la
neuralterapia e perch- il caso riguardava mia madre. $lla sua buona riuscita devo la prosecuzione della
pratica neuralterapeutica, da me fino allora appresa solo teoricamente dalla lettura di alcuni testi e dallafrequentazione del più acceso divulgatore in Italia della neuralterapia, #aolo ataldi, che l'aveva a sua
volta appresa lavorando in un spedale della &ermania.
/ra l'autunno del 6GE8 ed io, di ritorno a casa per una breve licenza dal servizio militare, trovai mia
madre a letto per una forte '$!4*! insorta improvvisamente qualche ora prima mentre accudiva alle
faccende domestiche. na nuova seduta
come la precedente, aggiungendo un ponfo in zona lombare destra che appariva arrossata e dolente,
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manipolazioni, elettroterapie e termali (fanghi, bagni, fienagioni, dai blocchi anestesiologici quali le
peridurali con cortisone, ed infine dai trattamenti chirurgici ove sia individuata una causa suscettibile di
eradicazione. na T$ effettuata in precedenza aveva evidenziato una ernia discale a destra, cio- dalla parte
opposta del dolore.
$l momento della mia 3*s*!, presentava un segno di 3as-gue (dolore scatenato dalla flessione dell' arto
inferiore esteso sul bacino positivo sia a sinistra che a destra (avvertito a sinistra, segno che - in
genere indicativo per una irritazione del nervo sciatico, e non vi erano, bench- ricercati punti dolenti
nella zona riferita dolente* stranamente invece il dolore si scatenava nel togliere la pressione dal gluteo.
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!tufo di sentirsi prescrivere analgesici che gli rovinavano lo stomaco, questo strano ma simpatico
paziente voleva essere liberato dal suo dolore senza farmaci, ed io cercai di accontentarlo con un +*+'
&%#!%#!%*+' di 65 sedute bisettimanali con lidocaina 6 :. .
Bappresentante di commercio, sempre in automobile, nell' agosto 6GG5 veniva per trattare una
'$'s+*!!4*! %s#! +#'&*+!, insorta circa 65 anni prima come un dolore in zona sacrale saltuario e
peggiorato da lunghi viaggi in auto* per questo motivo effettuava periodici cicli di massaggi che per+
non avevano alcuna efficacia. Da più di un mese si era presentato il suo solito dolore sacrale,
accompagnato da un 2indolenzimento2 alla faccia esterna della coscia e del polpaccio (che facevapensare ad un interessamento radicolare 39, migliorato dal calore e peggiorato dal freddo, tanto da
costringerlo a 2curarlo2 con un asciugacapelli. Il dolore non era continuo, si presentava soprattutto al7
l'inizio dei movimenti e poi migliorava, era definito 2leggero2 in una scala verbale a 9 gradini (da
2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2. Il paziente assumeva saltuariamente degli analgesici
(naprossene, acido acetilsalicilico senza alcun beneficio, nemmeno temporaneo.
$lla 3*s*! presentava una dolenzia alla pressione delle apofisi spinose di 3? e 39, una lieve dolenzia
alla palpazione della zona lombare a destra e un segno di 3as-gue debolmente positivo a destra, tutti
reperti obiettivi che avvaloravano l' ipotesi di un lieve interessamento radicolare 3?739 a destra* non
riscontravo nessun altro punto dolente, nemmeno sui punti di agopuntura dei meridiani interessati.Iniziavo pertanto un +*+' &%#!%#!%*+' di G sedute a cadenza bisettimanale con lidocaina 5.9 :4
infiltrazioni intramuscolari sull'apofisi spinosa dolente e ponfi in zona paravertebrale lombare destra, in
particolare a livello 3?739, nonch- ponfi sui punti di agopuntura escica 9579?7@5, escicola =iliare
;6 e ;?, !tomaco ;@ e sul gran trocantere di destra, lievemente dolente.
Il dolore scompariva subito e ricompariva il giorno prima della II seduta, dopo la quale vi era un
miglioramento immediato che proseguiva nei giorni successivi.
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punti dolenti sulla faccia posteriore della coscia che, infiltrati, davano una sensazione di 2scossa
elettrica2 lungo la coscia fino al ginocchio4 erano pertanto dei punti trigger. $ll' ultima seduta non vi
era più dolore, ma permaneva un leggero 2indolenzimento2 in zona lombare e glutea destra.
Il risultato al termine della terapia, per quanto fosse difficilmente valutabile per la saltuariet dei
sintomi, sembrava almeno buono, cio- con un miglioramento di almeno il 95 :* rivisto il paziente ;
mesi dopo, il ''#% era s+'$!#s', e tale scomparsa permaneva ai successivi follo"7up 6 anno dopo e? anni e G mesi dopo. #ertanto, alla luce di un follo"7up di quasi 9 anni, si pu+ affermare che il
risultato - stato ottimo.
PERIARTRITE SCAPOLO-OMERALE
Il termine di 2periartrite scapolo7omerale2, tuttora impiegato per descrivere qualsiasi dolore della spalla
e che indicher+ qui anch' io per comodit, non rappresenta una singola patologia bensJ tutta una serie di
quadri patologici ad eziologie diverse, che brevemente qui ricorder+ anche se non hanno una grande
importanza dal nostro punto di vista terapeutico, giacch- l' approccio neuralterapeutico prescinde da
una fine diagnosi, come tutte le riflessoterapie. Dal punto di vista riflessoterapico infatti, poich- si
agisce non direttamente sugli agenti eziologici, che peraltro quasi sempre ci sfuggono, ma sull' organo
o sulla funzione malata tramite il sistema nervoso, importante - dapprima individuare quelle malattie
nelle quali - più indicato un altro tipo di approccio, quale p. es. quello chirurgico* una volta escluse con
ragionevole certezza queste gravi patologie, una diagnosi d'organo - sufficiente per impostare il nostropiano terapeutico.
i+ premesso, e che ha valore non solo nella spalla ma in ogni sindrome, sar utile ricordare che il
termine 2periartrite scapolo7omerale2 - stato coniato da DuplaK nel 6EA8 e conserva tuttora una sua
validit descrittiva, anche se generalmente oggi si tende a circoscriverlo al reperto radiologico di
calcificazioni sotto7acromiali.
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sKndrome2. Huesto conflitto si verrebbe a creare tra il tendine del sottospinoso e l' arco coraco7
acromiale durante i movimenti di elevazione del braccio, e le cause sono dovute nel 9 : dei casi ad un
trauma acuto, e nella maggioranza dei casi ad un processo degenerativo e progressivo di un tendine
sottoposto a microtraumi ripetuti, spesso connessi con un'attivit logorante e ripetitiva (della,
Minelli. $ parte la rottura acuta pura della cuffia dei rotatori, che si presenta esclusivamente nel
giovane, sono stati distinti tre s!* !&!'$'-+*&*+* della sindrome4N s!*' I 4 edema e microemorragia della borsa e dei tendini della cuffia 7 clinicamente si
presenta dolore notturno o diurno dopo sforzo, che scompare con il riposo
N s!*' II 4 fibrosi della borsa e tendinite del sovraspinoso eOo del capo lungo del bicipite 7 il
dolore compare anche per sforzi minimi e limita le normali attivit quotidiane
N s!*' III 4 modificazioni ossee e rotture tendinee 7 il dolore - continuo e sveglia il paziente la
notte.
Dal punto di vista funzionale vi - una progressiva limitazione della mobilit articolare, nei primi due
stadi dovuta all'immobilit antalgica e nel III stadio a fibrosi e alterazioni anatomiche ossee.
3e *&!4*&* #!*''4*+5% sono sempre negative nei primi due stadi, mentre nel III stadio evidenziano
sclerosi e lisi subcondrali acromiali e omerali, osteofiti acromiali e acromio7claveari, calcificazioni
peri7 e intra7articolari4 va per+ sottolineato che le calcificazioni non causano il dolore ma sono solo l'
epifenomeno della sofferenza tendinea.
Il #!!$%&' #!*1*'&!% prevede il riposo, il ghiaccio nelle forme infiammatorie, C$
via generale, infiltrazioni con steroidi (che per+ favoriscono una distrofia tendinea fino a provocarne
anche la rottura e, superata la fase acuta, riabilitazione motoria mediante rinforzo soprattutto dei
muscoli elevatori, evitando i movimenti in abduzione che tendono ad aggravare il conflitto acromion7omerale.
Il trattamento chirurgico infine andrebbe riservato ai casi di rottura tendinea del sovraspinoso, del
sottospinoso, del capo lungo del bicipite (in relazione anche all' et del paziente e all' importanza del
dolore e alle lesioni totali o parziali della cuffia (diagnosticate mediante ecografia o Bisonanza
Magnetica
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infine della possibilit di un campo perturbante.
$ conclusione di questa breve trattazione, consiglio di pensare sempre, specialmente quando un
paziente inspiegabilmente non risponde alla nostra terapia, ad una possibile sindrome di #ancoast.
3a sindrome di #ancoast rappresenta la triade sintomatologica della sindrome di =ernard7)orner
(miosi, ptosi palpebrale e enoftalmo omolaterale alla lesione della catena simpatica cervicale con
aggiunta una cervicobrachialgia dovuta ad una infiltrazione neoplastica proveniente dall' apice
polmonare. In fase iniziale, specie quando la sindrome di =ernard7)orner - sfumata, pu+ simulare una
periartrite della spalla. Huesta eventualit, e l' esperienza personale di avere visto molti casi di tale
sindrome purtroppo a lungo misconosciuti, e riconosciuti quando ormai era troppo tardi, mi ha portato
a prescrivere di routine, in tutti i casi di periartrite della spalla insorti da più di ; mesi, un esame radio7
grafico dell' apice polmonare omolaterale al dolore4 fortunatamente nessuno dei casi da me trattati
aveva lesioni polmonari, ma questo non deve autorizzare ad allentare l' attenzione, data anche la
semplicit ed il basso costo dell' esame proposto.
Ca! . 1n leggero ''#% !! s!! %s#! era iniziato E anni prima, ma
da tre mesi (novembre 'G? questo dolore era nettamente peggiorato ed era comparso, sia pure con
intensit minore, anche a sinistra.
>na radiografia della spalla aveva rilevato soltanto alcune note artrosiche e 8 mesi prima gli era stata
praticata una infiltrazione di cortisone in un Beparto rtopedico spedaliero, senza per+ alcun
beneficio.
I movimenti delle due braccia, soprattutto a destra, erano dolorosi e gli impedivano di accudire alle
faccende domestiche, in particolare stirare, pettinarsi e vestirsi* ultimamente il dolore si presentava
anche la notte, impedendole di dormire bene come al solito. Baccontava inoltre di essere
inspiegabilmente dimagrita negli ultimi 87; mesi di ?79 g, nonostante l'ottimo appetito. $ll' esame
obiettivo non ho rilevato nulla di patologico, tranne un solo &' '%&% s +!' &4' % *+**%, el'aspetto generale era particolarmente sano, ma prima di iniziare una terapia ho voluto eseguire degli
esami ematochimici e un B0 torace, che risultarono normali.
$ll' esame algometrico, il dolore destro era riferito 2leggero2 in una scala verbale a 9 gradini (da
2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2, della durata di circa 6? ore al giorno, con un' intensit
misurata con una scala analogica visiva di !cott7)usisson ($! di 9.9 in media e di G.8 massima* a
sinistra il dolore era 2leggero2 per un'ora al giorno.
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Il #!!$%&' &%#!%#!%*+' - consistito in 65 sedute all' inizio bisettimanali, le ultime settimanali,
con ponfi e iniezioni intramuscolari di lidocaina 5.89 :. 3a concentrazione particolarmente bassa -
stata dovuta a motivi prudenziali, poich- mi era stata riferita, la prima notte dopo la prima seduta
effettuata con lidocaina 5.9 :, la comparsa di 2palpitazioni2 inusuali per la paziente.* non si sono più
ripetute in seguito, e probabilmente erano dovute all' impatto con una terapia nuova in persona non
abituata ad avere contatti con medici, nonch- ad un peggioramento del dolore avvenuto la prima notte.I punti trattati sono stati il punto dolente sul capo lungo del bicipite, sia a destra che a sinistra, e i punti
di agopuntura &rosso Intestino ?, 6? e 69 bilaterali, Tou Mo 6;, &rosso Intestino 66 e Triplice
Biscaldatore 69 solo a destra. Dopo la prima seduta vi - stato un peggioramento di qualche giorno, poi
un continuo progressivo miglioramento, parallelo alla diminuzione della dolenzia sul capo lungo del
bicipite. $l termine del ciclo terapeutico il''#% era +'$%!$%&% s+'$!#s' ! s*&*s#! (gi dopo ?7
9 sedute % ;!s* s+'$!#s' ! %s#!, permanendo soltanto un lieve dolore all' abduzione forzata del
braccio. !u una scala analogica visiva del #ain Belief (#B! il miglioramento veniva quantificato nel
G5 :. Il $! medio era 6.E e quello massimo 8.A. Bivista dopo circa ; mesi, vi era stato un ulteriore
lieve miglioramento. Il risultato persiste dopo circa 8 anni (febbraio 6GGA, confermato da un suo
nipote giuntomi per un problema analogo.
Huesto caso indica che la neuralterapia pu+ essere impiegata con successo laddove l' infiltrazione di
steroidi ha fallito, e che quest' ultima, specie in persone dotate di una buona reattivit alle
riflessoterapie, non ne inibisce sempre le potenzialit.
Ca! . 1# C. C.$ %!a$ a. =>.
aso trattato dalla collega e collaboratrice Benza =ollettin, che dopo qualche anno di diffidenza nei
confronti del metodo ha iniziato a praticarlo proprio nei casi di periartrite della spalla, con risultati
tanto incoraggianti da farne una adepta entusiasta, talvolta anche più del sottoscritto.
>na signora milanese, molto efficiente e pratica, lamentava nel giugno del 6GG5 una intensa
riacutizzazione di un suo vecchio dolore alla s!! s*&*s#! ( la paziente era mancina, presente !
!&&* e trattato con scarsi risultati, oltre che con terapia farmacologica, con cicli di ionoforesi e forni alla
=ier. Il dolore era riferito come tormentoso e insopportabile da 65 giorni, con impotenza funzionale
pressoch- completa, giudicato 2fortissimo2 in una scala verbale a 9 gradi (da 2leggero2 a 2il più fortedolore immaginabile2. Il dolore era soprattutto nella parte anteriore della spalla, che si presentava
particolarmente dolente alla palpazione.
Il #!!$%&' &%#!%#!%*+' - consistito in un ciclo di 69 sedute, le prime, stante l'acuzie del caso,
tutti i giorni, poi a giorni alterni, le ultime 8 volte alla settimana. 3'anestetico usato - stato la lidocaina
8 : 9 cc per seduta, con ponfi su tutti i punti dolenti della parte anteriore della spalla, sul deltoide e, a
partire dalla I seduta, in zona paracervicale sinistra lungo il meridiano di escica (n. ;.
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$ partire dalla I seduta si evidenziava un progressivo miglioramento, che raggiungeva 098-9 %
P!*& R%*%6 e un ritorno della motilit come prima della riacutizzazione.
Dopo ; mesi,durante i quali vi era stato un ulteriore lieve miglioramento sia del dolore che della
motilit, la paziente si ripresentava per effettuare un nuovo ciclo per 2prepararsi all'inverno2, che da
sempre rappresentava un fattore aggravante. enivano pertanto effettuate altre A sedute a cadenza
bisettimanale, con un ulteriore lieve miglioramento globale, che raggiungeva il G5 :.
Bivista in seguito più volte, confermava il buon risultato, senza ulteriori terapie, fino al dicembre del
6GG;, quando ha avuto una recidiva. 3a %#$!&%&1! % #*s!' - stata quindi di 2 !&&* % $%s* a
partire dalla fine del I ciclo.
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3a paziente in oggetto, relativamente giovane ma soprattutto senza alcuna patologia in atto o pregressa
di qualche rilievo, e quindi farmacologicamente 2pulita2, si presentava il 65.9.6GG6 perch- dal giorno
prima accusava un ''#% $'' *&%&s' !! s!! %s#!, giudicato 2forte2 in una scala verbale a 9
gradi (da 2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile. Il dolore era continuo 8? ore su 8?, compresa
la notte, presente anche a riposo ma esacerbato nettamente dal movimento della spalla, insorto
all'improvviso senza alcuna causa apparente, comparso per la prima volta nella vita e resistente aglianalgesici (cinno0icam cpr assunti nel tentativo di calmarlo.
$ll' esame obiettivo era nettamente dolente alla pressione la zona anteriore della spalla corrispondente
al capo lungo del bicipite, nonch- alcuni punti sul deltoide e sulla borsa subacromiale.
Il #!!$%&' &%#!%#!%*+' - consistito in 8 sedute a distanza di tre giorni con lidocaina 8 :
infiltrata in profondit sul punto maggiormente dolente (il capo lungo del bicipite e diluita allo 5.9 :
negli altri punti dolenti, per un totale di ; cc impiegati. !ubito dopo la I seduta vi - stato un immediato
miglioramento, che ha permesso alla paziente, insieme all' uso di acido tiaprofenico, di dormire bene
gi dalla prima notte. Huando si - presentata per la II seduta il 6;.9 il dolore era quasi scomparso, e
permaneva soltanto un leggero dolore alla flessione posteriore del braccio. Bivista dopo altri ; giorni il''#% era +'$%!$%&% s+'$!#s' senza alcun trattamento farmacologico gi dalla II seduta, e da
allora fino ad ora (E.G9 non si - più ripresentato4 finora pertanto vi - stato un follo"7up positivo di ?
anni e ; mesi.
Huesto caso indica che - possibile trattare con risultati immediati e visibili mediante neuralterapia
anche i casi iperacuti, nei quali p. es. altre metodiche riflessoterapiche come l'agopuntura non hanno
grande efficacia immediata. In quanto all' uso dei C$
proscriverli, dato che la loro azione - diversa e complementare alla nostra azione riflessa. Hui in
particolare si evidenzia che il miglioramento dovuto alla neuralterapia ha reso il dolore, in precedenza
resistente, sensibile ai C$
Ca! . 1 B. L.$ :!4!$ a. =.
aso molto 2strano2 ma didatticamente interessante, e che riporto per discuterne le implicazioni.
=. 3., un signore grassoccio e sudaticcio dall' aria sofferente, corrucciata e agitata, giungeva con la suastoria nel marzo del 6GG5. I suoi problemi sembravano iniziare G mesi prima, quando venne ricoverato
in un reparto cardiologico per un blocco atrio7ventricolare completo con frequenza cardiaca media di
;5Omin. Inizierebbe tra l'altro qui un malcelato rancore verso tutti i medici, poich- questo suo disturbo
non sarebbe stato riconosciuto subito dal suo medico.
Durante il ricovero gli - stato applicato un pace7maer esterno inserito in una tasca sottocutanea in
zona pettorale destra, tramite piccolo intervento in anestesia locale. Il piccolo intervento,
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evidentemente non adeguatamente preparato a livello psicologico, - stato vissuto invece come un'
autentica aggressione fisica, e pochi giorni dopo, dimesso dall'spedale, iniziava un''#% !! s!!
%s#! che - progressivamente peggiorato fino a giungere (settembre 'EG ad un blocco articolare
completo. >n discreto miglioramento del dolore e un notevole miglioramento della motilit veniva
raggiunto con 8 infiltrazioni di cortisone, seguite da ginnastica e ciclo di mesoterapia (A sedute con
scarsi risultati.&iungeva da me perch- il dolore era nuovamente peggiorato, tanto da essere presente giorno e notte,
impedendo il sonno* l' intensit del dolore era giudicata 2forte2 in una scala verbale a 9 gradi (da
2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2.
I C$
una tasca cutanea dove era alloggiato il pace7maer. 3a spalla destra appariva nettamente dolente inzona anteriore e superiore, sia spontaneamente che provocata dalla pressione e da ogni movimento.
isto l'estrema delicatezza psicologica del paziente e lo stato iperalgico della spalla, nonch- la scarsa
responsivit alla mesoterapia che deponeva per una debole reattivit, proponevo un ciclo di laser da
iniziare il giorno successivo e un' *&6*#!1*'&% %s s! +*+!#*+%, che veniva accettata ed effettuata con
9 cc di lidocaina 5.9 :.
Il giorno successivo tornava con un sorriso radioso stampato sulle labbra e si dichiarava 2miracolato2,
poich- il suo ''#% era +'$%!$%&% s+'$!#s' 4* #!&% ! s%! (non aveva voluto dire niente
subito perch- gli pareva impossibile* sosteneva inoltre che aveva dormito benissimo e che quello era il
primo giorno senza dolore da ottobre. #oich- da qualche ora era tornato qualche doloretto, ripetevol'infiltrazione nella cicatrice e nuovamente vi era sparizione immediata del dolore. >na III seduta
veniva effettuata dopo 8 giorni, dopo un giorno di completo benessere ed un ritorno attenuato del
dolore. Dopo altri ; giorni il dolore alla spalla era quasi assente, ma compariva invece un dolore alla
cicatrice, che appariva eritematosa e dolente alla palpazione.
Infiltravo nuovamente la cicatrice, con nuova sparizione immediata del dolore, ma il giorno dopo
venivo chiamato al telefono perch- vi era stato un netto peggioramento della situazione, con forti dolori
sia alla cicatrice che alla spalla, nonch- brividi e malessere generale, in assenza di stato febbrile.
ercavo di calmare il paziente sostenendo che si trattava di una reazione temporanea, ma il giorno
dopo dovevo recarmi al suo domicilio, bench- il dolore fosse migliorato, nel dubbio di avere causato
una infezione alla cicatrice, che mi veniva riferita rossa ed edematosa.
Hui constatavo che la cicatrice appariva meno infiammata della volta precedente, dolente alla
palpazione solo nel punto centrale, che appariva più pallido e dove si apprezzava in profondit un
corpo duro e mobile, che il paziente spiegava essere il filo del pace7maer. Bitenendo trattarsi di una
reazione in via di miglioramento, decidevo di attendere e chiedevo al paziente di tenermi informato.
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$ questo punto partivo per un periodo di ferie e perdevo contatto con il paziente, che rivedevo
casualmente nel gennaio del 'G;, '' quindi / !&&* % =8 $%s*. /gli riferiva di essere 4!#*', grazie
secondo lui ad un ortopedico di Milano che, circa un mese dopo le mie sedute, prescrisse della
semplice ginnastica in piscina. Dopo altri 69 giorni, durante i quali il paziente si recava in piscina, il
dolore scompariva e non era più ritornato.
In conclusione, l'ipotesi più attendibile per spiegare questo caso appare la comparsa del cosiddetto6%&'$%&' % s%+'&' ' 6%&'$%&' * H&%na seconda possibilit per spiegare quanto avvenuto chiama in causa un effetto suggestivo, avvalorato
dall' efficacia antalgica di una benzodiazepina, cosa quanto mai inusuale. Bimane difficile comunque
spiegare in questo modo l' immediatezza del risultato, considerando che la mia prima infiltrazione -
stata effettuata senza prefigurare alcun effetto terapeutico e che comunque altri terapeuti prima di me
avevano effettuato altre infiltrazioni, con cortisone prima, con iniezioni mesoterapiche poi. $nche l'
evoluzione del caso fa propendere per la genuinit del fenomeno del secondo, poich- in genere l'effetto
suggestivo ha un' efficacia che si perde nel tempo.
SCLEROSI MULTIPLA >no studio del QGG (&ibson ha studiato il potenziale ruolo terapeutico della neuralterapia nella sclerosi
multipla, una grave malattia degenerativa del sistema nervoso. !i tratta di uno studio pilota (
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locale in trigger points sulla caviglia e sulla calotta cranica, alla frequenza di una7due volte alla
settimana* i risultati sono stati valutati mediante scala di urtze, D!! (DisabilitK !tatus !core e
/D!! (/0panded DisabilitK !tatus !core. Il @9 : dei pazienti dello studio pilota e il A@ : dei pazienti
dello studio in doppio cieco ha mostrato un rapido miglioramento. $l follo"7up (da 8 a ;,9 anni più
del 95 : dei pazienti ha mantenuto il miglioramento ottenuto.
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SINDROME FIBROMIALGICA
3a sindrome fibromialgica, o fibromialgia primaria, o reumatismo fibromialgico, rappresenta un'entitnosologica di relativamente recente introduzione ed include tutta una serie di dolori muscolari definiti
variamente 2mialgie2, 2fibrositi2, 2reumatismi muscolari2, 2miofibrositi2 ecc., con un' incidenza molto
variabile da studioso a studioso.
Trattandosi infatti di una forma morbosa estremamente polimorfa nelle sue manifestazioni cliniche,
molto spesso tra l'altro sfumate, specie nelle fasi iniziali, si tratta di una *!4&'s* difficile, che va
sospettata in una donna di et media, generalmente ansiosa, spesso con eccesso ponderale, che lamenta
da molto tempo sintomi dolorosi mal definiti nella sede e nelle modalit. !pesso sono persone con
storie di depressione alle spalle, lunghe peregrinazioni da una specialista all'altro, con fascicoli di esami
diagnostici tutti negativi e con mille 2etichette2 diagnostiche, con decine di terapie tentate, tutte
inefficaci o quasi.
Il dolore - descritto come diffuso, ma ad una più attenta analisi si riesce a circoscriverlo in sedi
muscolari ricorrenti, il collo, le spalle, il petto, la schiena, le braccia, le cosce* - spesso influenzato dal
tempo meteorologico e non ha alcun rapporto con il movimento, che anzi spesso migliora la situazione.
!pesso vi - in anamnesi una lunga storia di cefalea essenziale, nonch- disturbi del sonno.
$ll' %s!$% '*%*3' vengono evidenziati Trigger e Tender #oints muscolari in zone quasi sempre
standard, sui muscoli del collo, delle spalle e paravertebrali.
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guarirla.
TABELLA ;. - C)/) %)a0!/)+) %((a )%!4 *)@!4)a(0)+a 3Y::9
1. C)/) !@@()0a/!) $lgie generalizzate o rigidit in ; o più sedi
anatomiche, da almeno ; mesi
$ssenza di cause secondarie
/sami di laboratorio e B07grafici nella norma
2. C)/)! 4a00)! #resenza di almeno 9 tender points
;. C)/) 4)!) ariazione dei sintomi con l'attivit fisica
ariazione dei sintomi per fattori climatici
$ggravamento dei sintomi da ansia o stress
Turbe del sonno
$stenia cronica
$nsia cronica
efalea o emicrania cronica
!indrome da colon irritabile
!ensazione soggettiva di 2turgore2
Impaccio eOo pesantezza agli arti
S devono essere soddisfatti i tre criteri obbligatori, il criterio maggiore e almeno tre criteri minori* se ilpaziente ha solamente ; o ? tender points, sono necessari almeno 9 criteri minori
Tra le molte terapie possibili, le principali sono misure fisiche quali massaggi, bagni caldi e una mode7
rata attivit fisica* trattamenti farmacologici comprendenti antidepressivi a basso dosaggio, ansiolitici
se necessari (specialmente quelli ad attivit miorilassante centrale come il diazepam, miorilassanti puri
(p. es. baclofen e ciclobenzaprina, antiinfiammatori nelle fasi di acuzie* tecniche di rilassamento
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muscolare come il training autogeno, l' ipnosi e il biofeedbac* tecniche antalgiche come il laser e la
stimolazione elettrica transcutanea (T/
riferibili a colon irritabile, insonnia e sindrome ansiosa in terapia con altissimi dosaggi di
benzodiazepine (lorazepam 8.9 mg 0 ;, anche se il motivo principale della visita era una cefalea
cronica quotidiana a localizzazione soprattutto frontale. 3a cefalea, presente tutti i giorni specie la
mattina appena alzata e con esacerbazioni di 87; giorni ogni tanto, era iniziata almeno 85 anni prima e
la costringeva ad assumere quotidianamente analgesici di tutti i tipi, in particolare 8 ptalidon
(propifenazone butalbital caffeina al giorno in media. Tutte le varie indagini bioumorali eradiografiche erano negative, n- altre terapie erano state tentate.
=ench- nessuno fino allora avesse posto il sospetto diagnostico di sindrome fibromialgica, questa
*!4&'s*, alla luce della storia, dei sintomi lamentati e delle loro modalit, appare la più probabile,
risultando rispettati tutti i criteri diagnostici sec. Lunus tranne 8 minori.
/ffettuavo pertanto un +*+' di 6G sedute bisettimanali (dal 8 marzo al 89 giugno, con due pause forzate
di 6 mese e 69 giorni trattando la +%6!%! e la +%#3*+!4*! mediante ponfi di lidocaina 5.9 : sui
numerosissimi punti dolenti craniali e nucali, circa 6A76E per seduta. Durante il ciclo terapeutico vi -
stato un netto miglioramento sia della cefalea che della cervicalgia, con decisa riduzione deglianalgesici dapprima e poi la totale sospensione, con riaccensione della sintomatologia per+ durante le
due pause (avvenute dopo 9 e A sedute dopo circa 65 giorni. 3e pause effettuate, e la tendenza al
ritorno della sintomatologia, spiegano l'elevato numero di sedute, da me raramente raggiunto. $l
termine comunque del ciclo il risultato era da considerare molto buono, sia per la cefalea che per la
cervicalgia, ambedue quasi scomparse con sospensione di ogni farmaco analgesico4 in particolare la
cefalea, che datava da 85 anni ed era quotidiana, si era trasformata in un senso di pesantezza ogni tanto.
Il #*s!' raggiunto - stato mantenuto %# +*#+! 2 $%s* &% +!s' %! +%6!%! % %# +*#+! = !&&' &%
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+!s' %! +%#3*+!4*!, senza avere effettuato altri tipi di terapie.
>n II +*+' veniva effettuato dal 8@ ottobre al ; dicembre dello stesso anno per un ''#% * *'
'$'s+*!!4*+' destro insorto circa ; mesi prima (su una vecchissima base lombalgica, di intensit
2forte2 in una scala verbale a 9 gradini (da 2leggero2 a 2il più forte dolore immaginabile2.
Il dolore era localizzato in zona lombare e irradiato alla faccia laterale e anteriore della coscia fino al
ginocchio, raramente irradiato anche alla faccia anteriore della gamba fino alla caviglia. $lla visita vi
erano molti punti dolenti su tutta la zona riferita dolente, e vi era un segno di 3as-gue positivo a destra.
I farmaci analgesici assunti erano tutti inefficaci (p. es. diclofenac, etoprofene, acido tiaprofenico, ed
il dolore era riferito continuo e peggiorato dal movimento (come camminare. >na B07grafia del
rachide lombosacrale mostrava qualche osteofita su 3; e lieve antelistesi di 3? su 39, lieve co0artrosi
di destra e osteoartrosi sacro7iliaca prevalente a destra.
3e sedute sono state 69 a cadenza bisettimanale, con ponfi ed infiltrazioni intramuscolari di lidocaina
5.9 : sui numerosissimi punti dolenti (processi spinosi 397!6, paravertebrali lombosacrali da 3? a !8,
punti di agopuntura dolenti omolaterali al dolore escica 9?, 9@ e 9E, !tomaco ;5, escicola =iliare ;5e ;6.
3a paziente incominciava lentamente a migliorare dalla III seduta, ed io incrementavo la stimolazione
usando aghi più lunghi e grossi, anche sulle articolazioni sacroiliache, che sembravano in parte
responsabili, e aggiungendo altri punti, come sulla cresta iliaca, sulla parte esterna del ginocchio, sul
gran trocantere destro.
$l termine del ciclo il #*s!' era da considerare molto buono, con una #*1*'&% % ''#% %098
+*#+!, ma il benessere purtroppo durava s'!&' &! s%*$!&!, e poi il dolore tornava. In seguito, la
paziente si rivolgeva per lo stesso motivo a vari ortopedici, che diagnosticavano una periartrite dell'anca e infiltravano per tre volte il gran trocantere con cortisone (betametasone4 ogni volta vi era un
discreto miglioramento che per+ durava circa 6 settimana765 giorni.
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programmavo un III +*+' neuralterapeutico, con sedute da praticare questa volta ad ogni ritorno del
dolore.
3a II seduta - stata effettuata dopo A giorni, durante i quali il ''#% era #%ss'+5? s+'$!#s', con @
infiltrazioni intramuscolari nei punti sternali e parasternali più dolenti, la III seduta dopo altri 68 giorni
di benessere, la I dopo 69 giorni, la dopo 6 mese e A giorni, la I dopo ? giorni ,