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IN NNOVAZ ONE ICE CLIMATE-K C C S ANNO XXXI | Giugno/Luglio 2014 N.300 RIVISTA DI CULTURA DIGITALE FONDATA DA GIOVANNI GIOVANNINI SPECIALE EIT ICT LABS ITALY Sped. in Abbon. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n°46) art.1 comma 1 - DCB Roma FUB: ricerca ed innovazione al servizio del Paese Delrio Neorinascimento Italiano

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Uno, nessuno e centomila: verso una gestione unitaria dell’identità digitale

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FUB: ricerca ed innovazione al servizio del Paese

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Speciale

EIT ICT Labs Italy

newsletter del mercoledì: invia una mail a [email protected] per aderire

Direttore responsabile: Maria Pia Rossignaud Direttore scientifico: Derrick de Kerckhove

MILLENIUM s.r.l. Direzione e Redazione: Via Piemonte, 117 | 00187 Roma | Tel. [+39] 06 48 19 145 www.mediaduemila.it

Dal laboratorio alla vitaDal laboratorio alla vita

Uff. AmministrazioneSede legale: Piazza Sallustio, 15A | 00187 Roma | Tel. [+39] 06 48 19 145 | Fax [+39] 06 42 00 17 86C.F. e P.I. 06756090012 | R.E.A. n.1080507

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Dal laboratorio alla vita

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L’Italia dei Geni Inventori per un nuovo Rinascimento

“L’Italia digitale con Renzi si farà”

ICT valore per l’Italia: 100 mld anno (5-8% del PIL)

Pubblico & privato insieme

Coinvolgere-Contaminare territori e cittadini

Assunzioni possibili nel XXI secolo. Ecco le competenze necessarie

Creare e crescere in Europa

Migliorare la vita è il nostro fine

Europa e Formazione

Silicon Valley ecosistema di eccellenza. Il resto del mondo 20 anni indietro

Un mercato legato alla Social Innovation. Dal network al networking

Smart cities o smart communities? La vision e il contributo di AlmavivA

FUB: ricerca ed innovazione al servizio del Paese

N. 300N. 300

Comitato di Direzione:

Enrica Amaturo, Furio Colombo, Luigi Dadda Mario Frullone, Giampiero Gramaglia, Bruno Lamborghini Gianni Letta, Paolo Lutteri, Angelo Raffaele MeoCarlo Mochi Sismondi, Noris Morano, Mario Morcellini Sabrina Mossenta, Francesco Passerini Glazel, Egidio Pentiraro Andrea Piersanti, Cesare Protettì, Gianni Puoti, Mario Ricciardi Pierluigi Ridolfi, Ruben Razzante, Guido Salerno, Leonardo Santi Roberto Saracco, Daniela Viglione, Alberto Vitale

Comitato Editoriale:

Maurice Benayoun, Philippe Cahen, Fabrizio Carotti Marina Ceravolo, Marco Cerrone, Matteo CiastellardiGiovanni Ciofalo, Gianni di Giovanni, Giorgio FontanaCarlo Formenti, Nicoletta Iacobacci, Joi ItoMarco Lanzarone, Sergio Maistrello, Roberto MasieroLella Mazzoli, Michele Mezza, Roberto NataleLuigi Nicolais, Daniele Pitteri, Stefano RodotàLivia Serlupi Crescenzi, Imma Tubella, Vincenzo Maria Vita

Graziano Delrio 6

Paolo Coppola 9

Speciale EIT ICT Labs Italy Roberto Saracco 10

Fabio Pianesi e Gian Mario Maggio 15

Roberto Saracco 22

Maurizio Marchese 31

Marco Senigalliesi 37

Laura Meijere Cristanelli 42

Gert Guri 49

Fabio Carati 50

Derrick de Kerckhove 51

AlmavivA 54

I quaderni di Telèma 57

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Agenda digitale

Siamo dunque al nuovo Rinascimento italiano, la sua visione?La ricerca è fondamentale per un Paese – ma anche per una città, un’a-

zienda, – che intenda rilanciarsi, perché la ricerca è sviluppo ed economia. Il rilancio del nostro Paese passa attraverso l’investimento in cultura, educa-zione e conoscenza. Educazione e ricerca sono i fondamenti di “società della conoscenza” perché solo attraverso l’innovazione e un modo nuovo di pen-sare possiamo tornare ad essere quei “geni inventori” che siamo sempre stati. Ed è questo che mi viene alla mente quando si accostano le parole ricerca e rinascita. Mi viene in mente quando, nel periodo del boom economico del dopoguerra, l’ Italia si conquista sul campo il ruolo di settima potenza indu-striale mondiale, riscattandosi dalla crisi bellica che l’aveva messa in ginoc-chio. Le storie di tanti imprenditori, piccoli e grandi, ce lo insegnano. La capacità di scoprire cose nuove, attraverso processi creativi è ciò che “ha fatto la differenza” e spesso anche il benessere di migliaia di famiglie di lavo-ratori. A questo dobbiamo guardare ed è per questo che occorre tornare a credere nella ricerca garantendo, per esempio, livelli formativi universitari e post universitari di eccellenza, condizioni economiche e lavorative adeguate per coloro che svolgono l’attività di ricerca, meccanismi competitivi e pre-mianti il merito, un adeguato livello di finanziamenti strutturali ed infra-strutturali e canali di comunicazione con il mondo delle imprese per garan-tire la massima ricaduta. La sfida è ambiziosa ma vale la pena raccoglierla.

Quali le priorità per ridurre il gap fra tecnologia e cultura che in Italia è certamente maggiore che nel resto dell’Europa.

La scommessa del Governo è di fare dell’Italia un Paese tecnologicamente avanzato. È per questo che crediamo molto nel progetto dell’Agenda digitale dove sono state declinate le priorità strategiche per quanto riguarda la Crescita Digitale e lo sviluppo di Infrastrutture Digitali. Un progetto che ha alla sua base una strategia che guarda all’utilizzo dei Fondi Strutturali per il periodo 2014-2020 e che punta ad un’Italia in cui il digitale sia la leva del cambiamento del Paese, a servizio di una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Le politiche per il digitale stanno quindi concorrendo a creare un quadro normativo verso la semplificazione e la trasparenza: stiamo varando molti provvedimenti per la digitalizzazione in tutti i campi, dalla giustizia al commercio al fisco.

L’Italia dei Geni Inventori per un nuovo Rinascimento“Il Governo pensa ad un Paese che cresce – spiega a Media Duemila il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio – quando si punta su cultura, ricerca, innovazione e formazione digitale”.

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Cosa significa cultura digitale?Un uso consapevole

e informato delle

tecnologie abilitanti

che oggi Internet mette

a nostra disposizione.

Anna MaseraResponsabile ComunicazioneCameRa

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Agenda digitaleL’Agenda Digitale è un vero piano industriale nel quale l’Italia è chiama-

ta ad attuare interventi strutturali per produrre cambiamento nell’economia, nel tessuto sociale e nelle istituzioni e affrontare l’emergenza del divario di-gitale culturale che ostacola lo sfruttamento delle nuove opportunità del mondo digitale.

Quale strategia possibile per proteggere e sostenere la generazione di nuovi protagonisti?

L’Italia riuscirà definitivamente a rialzarsi quando darà risposte certe e sicure alle nuove generazioni. Il Governo è convinto che con l’aiuto di tutti si possano superare lo scoraggiamento, la disaffezione e la rassegnazione di tanti giovani. I numeri evidenziano che il cammino è ancora in salita. La disoccupazione al 42% e i due milioni e 250 mila ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano, sembra dirci che l’Italia non sia un Paese per giovani. Ed è per questo che il Governo vuole spingere al massimo perché i ragazzi oggi non si arrendano. E per fare questo noi saremo alle loro spalle a sorreggerli, non a parole, come troppo spesso è stato fatto, ma con i fatti perché ciascuno di loro ritrovi il necessario protagonismo. Ed è con questo spirito che a partire dal 1° maggio scorso abbiamo messo in campo il piano Garanzia Giovani che prevede investimenti per oltre 1,5 miliardi di euro per il biennio 2014 / 2015. I destinatari sono proprio i giovani dai 18 ai 25 anni che si collocano nella categoria “Neet” e che in tutta l’Unione Europea sono 7,5 milioni, ovvero il 12,9% dei giovani. Per quel che concerne l’Italia si tratta di un piano che garantisca a tutti i giovani di età inferiore a 25 anni di ricevere un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita dal sistema d’istruzione formale.

Media Duemila

Graziano Delrio | SottoSegretario alla PreSidenza del ConSiglio

7N . 3 0 0 | G i u g n o / L u g l i o 2 0 1 4 |

Sottosegretario alla Presidenza

del Consiglio, segretario del

Consiglio dei ministri e ha

la delega alle Politiche di

Coesione Territoriale e allo

Sport. È stato nominato il 22

febbraio 2014 dal Presidente

del Consiglio Matteo Renzi.

È in politica dalla fine degli

anni novanta: nel 2000 è stato

eletto consigliere della Regione

Emilia Romagna, dove ha

presieduto la Commissione

Sanità e Politiche sociali. Nel

2004 è stato eletto sindaco

di Reggio Emilia e nel 2009 è

stato confermato per il secondo

mandato Vicepresidente

dell’Associazione nazionale

dei Comuni, con la delega

al Welfare e alla Finanza

locale, nell’ottobre 2011

l’assemblea nazionale dei

sindaci lo ha eletto Presidente.

Come sindaco ha presieduto

il Comitato promotore della

campagna per la riforma del

diritto di cittadinanza “L’Italia

sono anch’io” promosso dalle

maggiori organizzazioni sociali.

Ha lasciato gli incarichi di

primo cittadino e all’Anci nel

giugno 2013 in seguito agli

impegni nel governo nazionale.

graziano delrio

Innovazione tecnologica,

fondamentale, per affrontare la questione

della pubblica amministrazione e la

questione energetica. La tecnologia può

trasformare la scarsità in abbondanza.

Siamo nelle condizioni di fare

dell’appuntamento sull’ICT

un grande momento di confronto

con società civile, opinion maker,

classe politica, partiti, soggetti

sociali rappresentativi.

il Premier ha detto:

Noi vogliamo che i nostri cittadini

quando entrano in una pubblica

amministrazione abbiano un

investimento tecnologico per cui

non sia necessario che prendano un

giorno di ferie per fare un certificato.

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Decision Making World Wide Consortium

Derrick de KerckhoveMaria Pia Rossignaud

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AgID lo risolverà?Con l’AgID lavoriamo al piano nazionale per la diffusione della cultura e delle

competenze digitali, strumento utile per un’analisi del contesto. Abbiamo già riunito allo stesso tavolo tutti i portatori di interesse con l’obiettivo di spingere sulle com-petenze digitali e superare, con un’azione condivisa e incisiva, resistenze ed ostacoli.

L’ostacolo più difficile? Finora è mancata la volontà politica, indispensabile per andare avanti. Oggi esiste.

L’era della trasparenza implica un ritorno alla “cultura della vergogna”. Emerge-rà un’aristocrazia per il bene comune, testimone di esempio pubblico?

L’eccesso di trasparenza che caratterizza i nostri giorni, e non parlo solo dell’Italia, si traduce in un eccesso di esposizione dei cittadini verso lo Stato, ma non del contra-rio. La differential privacy, nell’era dei Big Data, è un settore di ricerca determinante perché dall’aggregazione si può risalire all’identità del singolo, argomento già da me affrontato, nel 2012 a Firenze. Garantire la privacy ai cittadini-utenti e poter sempre identificare chi custodisce i dati, sono le priorità di oggi.

Per lei cosa è la cultura digitale?Vuol dire soprattutto capire le potenzialità della digitalizzazione ed anche quanto

i calcolatori siano utili nelle attività dell’uomo. Non bisogna soffermarsi su quanto già esiste, ma capirne il potenziale. In passato abbiamo commesso errori, il PC è stato vissuto come un intruso tra l’uomo e la carta, è indispensabile cambiare ap-proccio e processi.

Governo Renzi e digitalizzazione?Il nostro Premier è determinato, spinge la diffusione della cultura digitale che implica

anche una reinterpretazione della PA. Su questo non ho alcun dubbio. Non è come prima.

Maria Pia Rossignaud

“L’Italia digitale con Renzi si farà”

paolo coppola | deputato pd/professore di informatica

Nel nostro Paese non abbiamo chiaro il significato di ambiente digitale. Resteremo fermi fino a che la maggioranza delle persone (classe dirigente compresa) continuerà a collegarlo unicamente al computer. Veloce, chiaro, “digitale”, così è Paolo Coppola che in una battuta racconta il rapporto tra cultura e tecnologia nel Paese Italia. Sul tema dell’educazione dice:“Il nostro sistema educativo, nonostante le eccellenze, non è ancora attrezzato per affrontare in modo adeguato l’economia della conoscenza. Mancano percorsi formativi legati allo sviluppo delle competenze, del lavoro collaborativo, della creatività, e del pensiero laterale. L’alfabetizzazione informatica ormai è inutile, i ragazzi non ne hanno più bisogno. Questo è il problema”.

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Dal laboratorio alla vitaDal laboratorio alla vita

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e it ict labsICT valore per l’Italia100 mld anno (5-8% del PIL)

L’EIT, l’istituto Europeo per l’Innovazione e la Tecnologia, nasce per ri-spondere al bisogno di aumentare la capacità competitiva dell’Europa sul

mercato. Se infatti l’Europa ha diversi centri di eccellenza a livello mondiale, che sviluppano conoscenza attraverso la ricerca tecnologica in svariati settori, ha meno capacità di altre aree, quali US e East Asia, di convertire la conoscenza in business, attraverso quel processo che si chiama innovazione.

Non sono pochi gli esempi di eccellenza Europea nello sviluppo di cono-scenza, come ad esempio la televisione ad alta definizione, l’MPEG e lo stesso Web che hanno avuto una forte radice di sviluppo europeo, che però non si è poi tradotta in un vantaggio competitivo dell’Europa.

Il Parlamento Europeo costituisce l’EIT nel 2008 come una delle Agenzie dell’Unione Europea e indice tre bandi per affrontare tre aree di conoscenza (KIC: Knowledge Innovation Communities) ritenute strategiche, il clima, l’energia e l’ICT. Queste aree di ricerca vedono in gara diversi consorzi nel 2009 (comprendenti industria, università, centri di ricerca) tra cui vengono selezionati i tre che nel 2010 iniziano le attività.

Nel caso dell’ICT si viene a costituire l’EIT ICT Labs con cinque Nodi di aggregazione dei Partner, rispettivamente Berlino, Eindhoven, Helsinki, Parigi e Stoccolma, e tre poli associati, Budapest, Londra e Trento.

Roberto SaraccoEIT ICT Labs Italy

Trento Node Director

Dal laboratorio alla vita

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i nnovazione tecnologia

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e it ict labse it ict labse it ict labse it ict labse it ict labs

Le attività iniziano “in sordina” per tutto il 2010 anche a fronte di un budget iniziale contenuto in 4,5 milioni di euro, quindi si rafforzano nel 2011 per poi assumere un carattere sempre più industriale nel 2012.

Nel 2011 viene indetto un bando per trasformare uno dei tre poli associati in un Nodo e il consorzio aggregato da Trento si aggiudica il bando diventando il 6 Nodo. Nel 2014 ai sei Nodi se ne aggiunge un settimo, Londra.

L’ICT ha un valore fondamentale nella Società del XXI secolo, sia in se stesso in quanto generatore di prodotti e servizi che hanno un impatto di qualche punto percentuale sul PIL (Europa 6% – European Digital Agenda; Italia 1% con un effetto fino al 7% al 2020 – stime U.Bocconi/Oxford Economics e European Digital Agenda) sia in quanto abilitatore di altri settori e sistema di supporto a quasi tutti i settori, dall’eGovernment al commercio, dalla lo-gistica alle città, dai trasporti alla produzione manufatturiera, dall’education all’intrattenimento.

Questo impatto globale è destinato a crescere ulteriormente: si stima che un’appropriata utilizzazione dell’ICT sia in grado di rendere efficiente un siste-ma-paese per un 5-8% del PIL, circa 100 Mld di anno solo per l’Italia – stime European Digital Agenda Europe 2020.

In effetti è la pervasività dell’ICT che lo rende un elemento fondamentale per l’innovazione in tutti i settori, con conseguente incremento dell’efficienza,

EIT ICT Labs ITaLy

BerlinoEindhoven

HelsinkiParigi

StoccolmaLondra Trento

L’EIT, L’IsTITuTo EuropEo pEr L’InnovazIonE E La TEcnoLogIa, nascE pEr rIspondErE aL bIsogno dI aumEnTarE La capacITà compETITIva dELL’Europa suL mErcaTo.

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liberazione di risorse da reinvestire e aumento del benessere per i cittadini, sia diretto, a fronte di nuovi servizi, sia indiretto a fronte di minori costi e maggiore qualità della vita.

L’ICT in questi (circa) cinquant’anni di vita ha avuto un ritmo di evolu-zione legato prima ai componenti elettronici (legge di Moore, raddoppio della capacità ogni 18 mesi), chip, e quindi alla espansione di capacità e pervasività delle reti (legge di Metcalfe, raddoppio della capacità delle reti ogni 16 mesi). Questa evoluzione non solo è destinata a continuare nei prossimi dieci anni ma sta influenzando l’evoluzione in molti altri settori, come ad esempio la bioingegneria, dove la possibilità di utilizzare in parallelo l’ICT porta a ritmi di evoluzione ancora maggiori (la sequenzializzazione del genoma migliora con un raddoppio di prestazioni ogni 10 mesi).

L’EIT ICT Labs si trova quindi ad affrontare un settore che se da un la-to è estremamente promettente in termini di continua evoluzione, dall’altro comporta, per la sua rapidità e pervasività, delle sfide enormi in termini di competitività. La dinamica mondiale di evoluzione ed i tempi con cui varia il mercato sono più elevati che in altri settori.

Per questo motivo l’EIT ICT Labs ha dei cicli di programmazione delle attività annuali: entro un anno si deve passare dall’idea di innovazione alla sua costruzione e introduzione sul mercato.

Ovviamente, non si parte da zero ma da quel bagaglio di conoscenze e di risultati spesso prototipali che i partner dell’EIT ICT Labs portano in dote e che condizionano anche le attività stesse.

L’EIT ogni anno dispone di un certo livello di finanziamenti da dedicare ai 3 KIC (che diventeranno 5 nel 2015, 7 nel 2017 e 8 nel 2019). Questi fondi sono assegnati per circa il 60% in parti uguali ai 3 KIC e per il restante su base competitiva, attraverso una valutazione dei risultati degli anni precedenti e del business plan su cui sono richiesti i fondi.

Nel 2014, ad esempio, agli ICT Labs sono stati resi disponibili fondi inter-medi tra quelli stanziati per il Climate KIC e quelli stanziati per l’Inno-Energy KIC. Le differenze sono state comunque minime, inferiori al 2%, a riprova dell’eccellenza di tutti e tre i KIC.

Le attività sono pianificate secondo una Strategic Innovation Agenda, costruita entro la fine dell’anno e sulla cui base si sviluppa la call for proposal che pubblicata in aprile, attrae oltre un centinaio di proposte da parte dei partner. Questi ultimi si aggregano in modo dinamico per affrontare un tema d’innovazione.

Le proposte sono esaminate da revisori, interni ed esterni, e quindi sele-zionate sulla base della qualità e dell’impatto sul mercato dal Management Committee entro giugno. Questo permette di definire il business plan per l’anno successivo, che inviato per valutazione ed approvazione all’EIT as-segnerà i fondi a dicembre. Il processo così gestito consente alle attività di partire il 1° gennaio.

L’EIT finanzia, quindi, quanto serve per tradurre in innovazione sul mercato dei semi-lavorati che i vari partner hanno sviluppato negli anni precedenti o hanno in corso di sviluppo con un rapporto tra investimenti pregressi dei partner e investimento di EIT intorno al 75/25.

L’innovazione viene perseguita attraverso tre direttrici: Education, Rese-arch e Innovation (per utilizzare le etichette EIT).

L’education punta a creare una nuova classe imprenditoriale investendo su giovani ad alto potenziale, che selezionati attraverso un processo competitivo

Questo impatto globale è destinato a crescere

ulteriormente: si stima che un’appropriata utilizzazione

dell’ict sia in grado di rendere efficiente un

sistema-paese per un 5-8% del pil…

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arrivano ad accedere a due anni di Master o ai tre di Doctoral School. Il corso di studi si frequenta in Nodi diversi nelle università co-locate. A Trento e a Milano nel caso del Nodo italiano. Inoltre i ragazzi frequentano il Nodo e le aziende collocate partecipando ai progetti dell’EIT ICT Labs.

La Research permette di generare innovazione attraverso un percorso di completamen-to di quanto i partner hanno sviluppato, integrando le tecnologie che questi mettono a disposizione. Le attività di ricerca sono selezionate attraverso il processo competitivo precedentemente descritto.

L’Innovation si basa su una trentina di Business Developers, 5 operano nel Nodo italiano, che hanno il compito di scoprire PMI e startup innovative da accompagnare sul mercato europeo e mondiale fornendo supporti di technology transfer, brevettazione, business model e accesso a finanziamenti.

L’EIT ICT Labs Italy è una associazione costituita da 14 Partner che rappresentano eccellenze in varie aree ICT nazionale, sia sul versante dell’insegnamento, sia su quello dello sviluppo, dell’esercizio e applicazione. Sono quindi un sistema a tutto tondo che permette di gestire in modo completo il processo dall’ideazione alla fruizione collaborando in modo paritetico con le migliori aziende europee facenti parte dell’EIT ICT Labs.

Il cuore operativo del Nodo italiano è a Trento, dove si trova il co-location centre, CLC, a cui si affianca, a partire da marzo 2014 il satellite di Milano.

Qui vengono ospitate le aziende a cui è fornito il supporto, da qui si tengono i contatti con il territorio e con gli altri Nodi e si sviluppa la strategia del Nodo italiano.

Questa deve necessariamente essere in linea con le strategie dell’EIT ICT Labs ma vi è lo spazio per focalizzare le attività sul territorio e per raccordarsi con il contesto dell’in-novazione in Italia.

La scelta prioritaria del Nodo italiano è di investire sui temi della sicurezza e privacy, sull’Identity Management, quale presupposto alla Internet of Everything, su Urban Life and Mobility, sul Future Cloud per gli aspetti collegati all’Open Data e Big Data, sugli Smart Spaces e sulle reti del futuro, in particolare il Software Defined Network con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita. Ovviamente i Partner del Nodo italiano partecipano anche a tutte le altre aree di competenza scelte dagli ICT Labs. Le priorità segnalate sono quelle

Education research innovation

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Il cuore operatIvo del Nodo ItalIaNo

è a treNto, dove sI trova Il co-locatIoN ceNtre, clc, a cuI sI affIaNca,

a partIre da marzo 2014 Il satellIte dI mIlaNo.

su cui si concentra una maggiore focalizzazione e su cui si investe al fine di individuare, se non creare elementi indispensabili all’aggregazione che spingono gli altri Partner di EIT ICT Labs a venire ad operare presso il Nodo italiano.

La presenza della Provincia di Trento nell’ecosistema EIT ICT Labs italiano è fondamentale. La Provincia, infatti, investe da tempo in innovazione, in particolare sull’ICT: oltre 80 Ml di in cinque anni, precisamente dal 2012 al 2016. La sensibilità della Provincia ai temi dell’innovazione si traduce in uno stimolo per tutto il territorio e dunque sperimentazione e crescita dell’economia digitale ne sono il risultato.

Altrettanto importante diventa il nuovo satellite aperto a Milano per la connessione che questo consente con l’area lombarda, e con l’EXPO 2015. In questo ecosistema troviamo la maggior densità di innovazione in Italia e rilevanti investimenti che faranno sentire il loro effetto ben oltre il 2015.

Come indicato, l’ICT ha bisogno di un contesto che si evolve in termini di processi per poter fornire i benefici attesi e al contempo è uno strumento che aiuta ad aumentare l’efficienza dei processi. In molti casi questa evoluzione dei processi richiede un’evoluzione del contesto normativo e qui di nuovo il ruolo della Provincia di Trento è fondamentale, come è stato dimostrato nel settore degli Open Data.

Il Nodo italiano abbraccia tutta l’Italia con una forte presenza in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, dove hanno sedi importanti alcuni dei ns partner. Attraverso il CNR la copertura del territorio italiano diventa ancora maggiore.

Un aspetto importante è che il Nodo italiano si rivolge a tutto il mondo dell’innovazione ICT in Italia per fornire un supporto concreto al suo sviluppo a livello europeo e mondiale. Non si rivolge, quindi, soltanto ai suoi partner. Anzi, questi devono essere visti come punto di appoggio per facilitare la com-petitività diretta ed indiretta dell’ICT.

Comunione di interessi e convergenza di conoscenze un obiettivo da con-dividere e da cui nasce anche questo progetto di collaborazione con Media Duemila, affinché si possa far conoscere meglio e più diffusamente quanto l’EIT ICT Labs Italy sta facendo e può fare nel contesto nazionale.

Nelle pagine a seguire approfondiremo gli aspetti accennati in questa intro-duzione, il punto di partenza è il Nodo italiano che ci permette di proseguire focalizzando l’attenzione sulle tre direttrici: “Education, Research e Innovation”.

stoccolmamadrid Budapest

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EIT ICT Labs ITaLy

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Pubblico&privato insiemeLa genesi del Nodo italiano di EIT ICT Labs è legata alla partecipazione

di alcuni partner italiani, concentrati a Trento, alla competizione indetta dall’EIT (Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia) nel 2009 per la creazione delle cosiddette KICs (“Knowledge and Innovation Communities”), ossia delle part-nership strategiche pan-Europee di medio-lungo termine finalizzate all’innova-zione, come risposta alle sfide della società moderna. In tale occasione, la cordata di EIT ICT Labs si aggiudicò appunto la KIC relativa all’ICT (Information and Communication Technologies), con il coinvolgimento di partner italiani, tra cui la Fondazione Bruno Kessler e l’Università di Trento, che nel 2010 costituirono l’associazione Trento RISE (Ricerca, Innovazione e Sistema Educativo).

Inizialmente, Trento RISE entrò a far parte di EIT ICT Labs come Partner Associato, quindi senza possedere ancora lo status di Nodo a livello nazionale. Nonostante il proprio ruolo limitato, il partenariato italiano si è da subito distinto per impegno, partecipazione e successo nelle attività di EIT ICT Labs.

La creazione ufficiale del Nodo italiano (EIT ICT Labs Italy) risale al 1 Gennaio 2012, a seguito di una competizione interna ad EIT ICT Labs con gli altri Partner Associati dell’epoca, ovvero Londra (LITE, consorzio formato da Imperial College e UCL) e Budapest (ELTE, consorzio formato da Eötvös Lorand University of Sciences, Budapest University of Technology and Eco-nomics, Sztaki Institute, Cisco and GE Healthcare).

Il successo dell’iniziativa Italiana, rispetto agli altri contendenti, può ricon-dursi ad una serie di fattori, tra i quali:– La compagine italiana che, nel frattempo, si era arricchita in maniera pre-

ponderante con l’inclusione di partner importanti come CNR, Engineering Informatica, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Scuola Superiore Sant’Anna, STMicroelectronics, Telecom Italia, riuscendo così a coinvolgere in modo convincente le eccellenze italiane in ambito ICT.

– La caratterizzazione del Nodo italiano, fondata sull’idea di dare particolare attenzione allo sviluppo di tecnologie e servizi in grado di migliorare la qualità della vita dei singoli e delle comunità.

– Il coinvolgimento, oltre che di eccellenti centri di ricerca, università e aziende, dei relativi territori, valorizzandone la capacità di a) farsi tramite dei bisogni della cittadinanza e quindi esprimere nuove domande per l’innovazione, e b) fungere da luoghi di sperimentazione sul campo e validazione delle soluzioni innovative sviluppate da EIT ICT Labs, tramite il coinvolgimento di tutti gli attori rilevanti (utenti finali, loro famiglie, associazionismo, intere comunità, governi locali, etc.).

– L’impegno degli enti regionali afferenti ad i vari partner italiani a sostenere e co-investire nell’iniziativa EIT ICT Labs, a livello italiano (ad esempio, la Provincia Autonoma di Trento ha stanziato 76 Milioni di Euro su cinque anni). Come tutti gli altri Nodi facenti parte di EIT ICT Labs, anche quello italia-

no è dotato di un cosiddetto Co-Location Centre (CLC), ovvero uno spazio fisico deputato non solo alle attività di gestione del Nodo stesso, ma all’incontro, condivisione e lavoro congiunto di tutti i soggetti che ruotano intorno al Nodo stesso: aziende, imprenditori, studenti, ricercatori.

Dal 2012, le attività del Nodo italiano e così la partecipazione nei progetti

Fabio PianesiEIT ICT Labs Research Director

Gian Mario Maggio EIT ICT Labs Italy Co-Location Centre Manager

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congiunti in ambito EIT ICT Labs sono cresciuti in modo preponderante. Di recente, oltre al Co-Location Centre situato a Trento, il Nodo Italiano di EIT ICT Labs si è dotato di un centro “satellite”, localizzato a Milano e dipendente dal Nodo, focalizzato sulle iniziative di ricerca ed innovazione legate ad EXPO 2015.

PartnerI partner del Nodo italiano comprendono istituzioni ed organizzazioni che, nel loro settore, svolgono un ruolo guida nell’ICT a livello nazionale ed internazionale.

Sul lato industriale, si cita Telecom Italia (Core Partner), il maggiore operatore telefonico italiano e attore importante nella scena internazionale; Engineering Informatica (Core Part-ner), la maggiore azienda di software italiana con una forte presenza internazionale; STMicro-electronics (Affiliate Partner), leader mondiale nei sistemi basati su semiconduttori e sensori (es. sistemi embedded); Centro Ricerche FIAT (Affiliate Partner), attore primario nell’ambito automotive e del trasporto intelligente; Reply (Affiliate Partner), azienda informatica e “system integrator” di punta presente in vari mercati internazionali attraverso divisioni specializzate in settori verticali; Poste Italiane (Affiliate Partner) che integra nel suo sistema, oltre a quello postale, business bancari, di telecomunicazioni e di logistica, con un’eccellenza nei sistemi di

Figura 1. La rete

dei partners in Italia

EIT ICT Labs ITaLy

affILIaTEd ParTnErs

CorE ParTnErsITaLIan rEgIons(sMEs, gov., P.a.)

SATELLITE PER L’INNOVAZIONE A MILANO

A partire da Maggio 2014, l’ecosistema EIT ICT Labs in Italia si è arricchito di un centro di innovazione a Milano, che opererà come satellite del Co-Location Centre

di Trento. Il Satellite è ospitato presso CEFRIEL. Milano è uno dei centri più dinamici del panorama, non solo economico, italiano, con una concentrazione molto alta di studenti nelle aree tecniche, ed è un fertile ambiente di incubazione per startup. Milano ospiterà inoltre l’Expo Universale 2015, aprendo una vetrina per tutto il mondo alle attività di innovazione che EIT ICT Labs gestisce nei settori della vita urbana e mobilità, spazi intelligenti e cloud del futuro. Il Satellite di Milano lavora in stretta collaborazione con il Centro Co-Location di Trento e con la sua forte rete di partner composta da eccellenze italiane dell’ICT nei settori dell’alta formazione, ricerca e industria.

I pARTnER dEL

nodo ITALIAno

CoMpREndono

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SvoLgono

Un RUoLo

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InTERnAzIonALE.

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EIT ICT Labs ITaLy

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sicurezza e una presenza capillare a livello territoriale. Infine, la Federazione Trentina delle Cooperative (Affiliate Part-ner), con le sue oltre 500 associate fortemente radicate sul territorio trentino e attive in settori “ICT-intensive” come il commercio al dettaglio, la distribuzione e l’assistenza alla persona, fornisce al Nodo italiano un “ponte” verso le piccole e medie imprese consumatrici di ICT.

Per quanto riguarda gli aspetti di Ricerca ed Alta For-mazione, il Nodo italiano comprende realtà che ben si completano a vicenda, ognuna contribuendo al Nodo con le proprie specificità. Trento RISE (Core Partner) è l’associazione che riunisce la maggiore istituzione trentina di ricerca (la Fondazione Bruno Kessler, con i suoi oltre 300 ricercatori attivi nell’ICT e nel settore Microsistemi) e l’Università di Trento, ed in particolare il Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione (DISI). Il Poli-tecnico di Milano (Affiliate Partner), e il Politecnico di Torino (Affiliate Partner), sono le due maggiori università tecniche italiane, ampiamente riconosciute a livello internazionale per l’eccellente qualità della formazione fornita e della ricerca sviluppata, così come per la loro dimostrata capacità di trasferire verso il mercato la conoscenza generata. Scuola Superiore Sant’Anna (Affiliate Partner), scuola “gradua-te” con un curriculum di eccellenza nell’alta formazione, la ricerca e l’integrazione con il business e l’Università di Bologna (Affiliate Partner), università che include attività di ricerca e di alta educazione in un ampio spettro di aree scientifiche, comprese le scienze umane e l’economia. CNR (Affiliate Partner), l’istituzione nazionale di ricerca, l’attore che, grazie alla sua presenza a livello nazionale ed alla varietà dei suoi istituti, rafforza la dimensione nazionale del Nodo italiano. Il CEFRIEL (Affiliate Partner), ultima aggiun-ta nella compagine del Nodo italiano, rappresenta un punto di eccellenza nell’ICT, in particolare per quanto riguarda gli aspetti di trasferimento tecnologico e collaborazione/consulenza verso le imprese.

Focus del Nodo italianoTramite i suoi partner, il Nodo italiano è attivo in tutte le cosiddette “Innovation Areas” o “Action Lines” di EIT ICT Labs, facendo leva sulle peculiarità del suo partenariato e sulla

ICT per mIglIorare la qualITà della vITa. TramITe I suoI parTner, Il nodo ITalIano è aTTIvo In TuTTe le CosIddeTTe “InnovaTIon areas” o “aCTIon lInes” dI eIT ICT labs.

REPLY

r eply è una realtà leader nel settore della consulenza aziendale nell’applicazione delle

nuove tecnologie di informazione e comunica-zione per lo sviluppo di soluzioni innovative. è una società di Consulenza, systems Integration e application management, specializzata nella progettazione e nell’implementazione di solu-zioni basate sui nuovi canali di comunicazione e sui media digitali. nell’ambito di eIT ICT labs le attività di reply sono particolarmente focalizzate nell’area del Cyber security & privacy.

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Smart eNergy SyStemS

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Figura 2. distribuzione delle attività del nodo italiano secondo le “action lines” di eIT ICT labs

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propria vocazione territoriale per sviluppare soluzioni ICT che migliorino la qualità del vivere quotidiano. Assistiamo, quindi, ad un notevole impegno in settori quali il benessere individuale e la salute, le città intelligenti e la mobilità. Una ulteriore focalizzazione si ha nei settori della Privacy, Sicurezza e Affidabilità dei sistemi informatici, di cui il Nodo italiano detiene la lea-dership a livello di KIC (ospitandone il coordinatore) e dei Big Data, tema quest’ultimo trasversale rispetto a molti ambiti applicativi.

Co-Location Center: concetto e applicazione praticaTramite i propri Nodi, l’EIT ICT Labs gestisce una rete pan-europea di Co-Location Centers. Essi rappresentano il punto focale in cui l’ecosistema del KIC (studenti, innovatori, partner, business developers, talenti, startup, PMI), le loro idee e le loro tecnologie si incontrano e interagiscono dando re-alizzazione fisica all’integrazione tra Alta Formazione, Ricerca e Innovazione/Business, secondo il paradigma del “Knowledge Triangle”, promosso dall’EIT.

I CLC sono il fulcro delle attività di tutto il KIC, stimolando la mobilità tra nodi, l’incontro di persone e idee e l’estrazione di valore da queste ultime.

In futuro le attività di EIT ICT Labs saranno sempre più concentrate nei Co-Location Centre, anche grazie al lancio, previsto entro il 2014, delle cosiddette “High Impact Initiatives” iniziative che, tramite un’appropriata concentrazione di risorse umane, tecnologiche e infrastrutture, sviluppano soluzioni ICT rispondenti a sfide specifiche della società moderna.

Il Co-Location Center di Trento si trova presso il polo tecnologico di Povo, sulla collina “high-tech” sovrastante Trento, ben nota per la concentrazione dell’università, dei centri di ricerca nel settore ICT e di aziende innovative (es. consorzio Semantic Valley).

Il Nodo italiano ha progettato e attivamente promosso sin dall’inizio una politica di co-locazione dei propri partner, ed in particolare di quelli indu-striali, all’interno o nelle strette vicinanze del CLC, mettendo a disposizione spazi e organizzando attività ed eventi che, stimolando la quotidiana con-

divisione di idee, progetti e visione, rendano possibile la realizzazione della visione dei Co-Location Center sopra delineata.

Grazie all’attivo supporto dei partner di Trento RISE, ed in particolare di FBK che ospita il CLC, la politica di co-locazione ha permesso la creazione di una serie di laboratori e strutture gestite da, e con personale di, part-ner quali Telecom Italia (laboratorio SKIL – http://skil.telecomitalia.com/), Engineering (laboratorio ESTRO), Poste Italiane (inaugurazione prevista nel corso del 2014), CRF. La politica di co-locazione si è estesa anche al più ampio “ecosistema” del Nodo italiano, incoraggiando la presenza di medie aziende, tra cui Centro Ricerche GPI e PointGrey, in tal modo ampliando ulteriormente la ca-pacità attrattiva del Nodo italiano.

Infine, il Nodo italiano mette a disposizione una serie di servizi in loco per le attività di “Business Acceleration” ed internazionalizzazione (es. “Soft Landing”). In partico-lare, spazi temporanei per aziende che, provenienti da altri nodi di EIT ICT Labs e sostenute dal Business Developers

POSTE ITALIANE

Poste Italiane, uno dei principali attori eco-nomici italiani (la più grande infrastruttura di

servizi), investe da tempo nel campo della cyber security e delle tecnologie ICT. Recentemente ha dotato il proprio CERT (Computer Emergency Re-sponse Team) di un laboratorio di ricerca, realizza-to a Trento in collaborazione con TrentoRISE, FBK e l’Università di Trento, e di un distretto tecnologico in Calabria, entrambi finalizzati alla realizzazione di progetti R&D in ambito ICT e cyber security. La partecipazione di Poste all’EIT ICT Labs, inoltre, facilita l’applicazione della conoscenza scientifica maturata negli anni alla creazione di prodotti per il mercato, formazione, ricerca e industria.

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Team, intendono localizzarsi in Italia. Per tali aziende, ol-tre agli spazi il Nodo italiano mette a disposizione sostegno attivo per l’inserimento nel tessuto socio-economico ita-liano e locale, le relazioni e le interazioni con stakeholders e agenzie locali (incubatori e agenzie d’innovazione; servizi legali; commercialisti, etc.). Tra i risultati di questa poli-tica estremamente attiva volta a fare del CLC di Trento il punto focale delle attività del Nodo, vale la pena menziona-re l’incremento delle opportu-nità di scambio, di “contami-nazione” e di collaborazione tra innovatori di diversa pro-venienza e cultura; una maggiore incisività nella partecipazione congiunta alle attività di EIT ICT Labs, sia in termini quantitativi (numero di attività con coinvolgimento dei partner del Nodo italiano e di attori dell’ecosistema italiano) che qualitativi (presenza in aree particolarmente importanti quali quelle sulla mobilità territoriale, le città intelligenti, la salute ed il benessere delle persone, privacy e sicurezza); un’aumentata capacità di incidere sul territorio; una maggiore attrattività ed una più qualificata offerta, nei con-fronti degli studenti di master e di dottorato di EIT ICT Labs che, frequen-tando l’ateneo trentino, trovano nel CLC l’ambiente ideale per esercitare e sviluppare le proprie attitudini e capacità nell’ambito dell’innovazione e dell’imprenditorialità.

il Nodo italiaNo mette a disposizioNe uNa serie di servizi iN loco per le attività di “BusiNess acceleratioN” ed iNterNazioNalizzazioNe.

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

Il CNR è il più grande ente pubblico italiano di ricerca con competenza scientifica gene-rale e, in un quadro di cooperazione e integrazione europea, ha il compito di svolgere,

promuovere, trasferire, valutare e valorizzare ricerche nei principali settori della conoscenza, applicandone i risultati allo sviluppo scientifico, culturale, tecnologico, economico e sociale del Paese. La rete scientifica del CNR, composta da 107 Istituti, articolati in 7 Dipartimenti con circa 8.000 dipendenti, si caratterizza per il suo elevato grado di multidisciplinarietà che distingue il CNR da tutti gli altri Enti di ricerca nazionali e lo colloca tra i maggiori a livello internazionale. Le attività di R&D relative all’Information and Communication Technology (ICT) vengono condotte principalmente nel Dipartimento di “Ingegneria, ICT e Tecnologie per l’Energia e Trasporti (DIITET)” che svolge attività scientifiche in aree prioritarie per l’innovazione del Paese con applicazione in molti settori produttivi. Nell’ambito EIT ICT Labs i progetti d’innovazione sono focalizzati sulle tematiche Cyber Physical Systems, Health and Well-being, Future Cloud, Future Networking Solutions, Privacy, Security & Trust, Smart Energy Systems, Smart Spaces.

STMICROELECTRONICS

stmicroelectronics, è fra le maggiori società di semiconduttori al mon-

do con ricavi superiori agli 8 miliardi di dollari nel 2013, offre uno dei portafogli prodotti più ampi del settore e fornisce ai clienti soluzioni innovative per un ampio spettro di applicazioni elettroniche. Quotata alle Borse di New York, Parigi e Milano, ST è un’azienda globale con profonde radici italiane e francesi che ha inve-stito costantemente in Ricerca e Innovazione. In EIT ICT Labs Italy, ST partecipa alle attività di ricerca in essere con contributi che si riferiscono alle aree di innovazione Smart Spaces, Privacy Security and Trust e Smart Energy Systems.

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La politica di co-locazione sviluppata e messa a punto dal Nodo Italiano è stata estesa al satellite milanese di recente costituzione. Parte integrante del Co-Location Center di Trento, il satellite Milanese vede il coinvolgimento del Politecnico di Milano, di Telecom Italia con il suo laboratorio JOL, di CEFRIEL, di Reply, di Fondazione Politecnico e di STMicroelectronics.

Business Development teamParte integrante del Nodo Italiano, il Business Development (BD) team consi-ste in Business Developers che lavorano come cerniera tra il territorio italiano, l’intera partnership EIT ICT Labs e l’Europa. Esso fa parte del Business Deve-lopment Accelerator di EIT ICT Labs consistente in altrettanti gruppi di BD in ognuno dei nodi di EIT ICT Labs, compresi i partner associati di Madrid e Budapest. Nel loro complesso, essi formano una vasta rete europea dedicata all’estrazione di valore dalle attività dei partner e dal più esteso ecosistema intorno ai vari nodi e alla crescita dell’imprenditorialità in chiave e prospettiva europea. Il Business Development team è lo strumento di EIT ICT Labs per integrare i risultati delle proprie Linee di Azione, gli ecosistemi locali e le grandi aziende. Sfruttando la rete dei partner del KIC, i Business Developers ricercano, selezionano, sostengono e aiutano a maturare in chiave europea startup e PMI (400 considerate nel 2013; 70 selezionate e sostenute direttamente).

Dotato di Business Developer di alto profilo professionale, il team italiano offre una serie di servizi alle aziende di EIT ICT Labs, i suoi ricercatori e innovatori così come le startup e le PMI del nostro ecosistema: supporto per business modeling; sviluppo ed esecuzione di piani di trasferimento tecnologico; strategic coaching, tramite lo sviluppo e l’esecuzione di strategie di crescita

aziendale e/o di accesso al mercato; sostegno all’accesso a capitale di investimento; soft landing: facilitazione della localizzazione cross-Nodo di aziende dell’e-

cosistema di EIT ICT Labs.

Esso partecipa attivamente, e svolge un ruolo fondamentale, anche al pro-gramma di “outreach” di EIT ICT Labs, volto a coinvolgere PMI e startup dei paesi dell’Europa centrale e orientale nelle attività del KIC e dei suoi nodi,

ENGINEERING

Engineering è un player globale e il

primo gruppo di system integration in Italia, leader nell’offerta integrata e completa lungo l’intera catena del valore del software: progettazione, sviluppo, servizi di outsourcing, prodotti e soluzioni verticali proprietarie, consulenza IT e strategica, su misura per i modelli di business dei clienti su tutti i mercati. Circa 7.300 specialisti IT, 40 sedi distribuite in Italia, Belgio, Serbia, Sud America (Brasile e Argentina) e Stati Uniti. Engineering ha una presenza consolidata su tutti i mercati verticali e opera attraverso 4 business unit: Finanza, Pubblica Amministrazione e Sanità, Industria e Servizi, Telco & Utilities, supportate da centri di competenza trasversali rispetto alle business unit e dalla Direzione Ricerca & Innovazione che, con circa 250 risorse, ha il doppio ruolo di promuovere la ricerca sul software a livello internazionale e trasferire l’innovazione al ciclo produttivo delle strutture di business.

CEFRIEL

Cefriel, lavora dal 1988 come Centro di Eccellenza per l’Innovazione, Ricerca e Formazione nel campo dell’Information and Communications Technology. L’obiettivo

primario di CEFRIEL è quello di rafforzare i legami esistenti tra mondo accademico e imprenditoriale nel settore. Suoi azionisti sono università (Politecnico di Milano, Univer-sità degli Studi di Milano, Università degli Studi di Milano Bicocca, Università degli Studi dell’Insubria), Enti Pubblici (Regione Lombardia), e 15 importanti aziende multinazionali nei settori ICT e media. Dal 2014 Il Satellite di Milano è ospitato nei locali del CEFRIEL che beneficia di stretti legami con il vicino campus del Politecnico di Milano. I progetti d’innovazione svolti dal CEFRIEL nell’ambito EIT ICT Labs sono focalizzati su EXPO 2015 e sui settori della vita urbana e mobilità, spazi intelligenti e cloud del futuro.

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anche tramite l’utilizzo degli strumenti sopra visti per facilitare la crescita, la localizzazione e di tali aziende sul territorio italiano.

Territorial LabsUna delle idee chiave del Nodo italiano per dare ulteriore concretezza all’enfasi posta sui territori sono i Laboratori Territoriali. Nati come evoluzione ed esten-sione dei Living Labs europei, essi sono risorse a livello territoriale che rendono disponibili a sviluppatori ed innovatori pool permanenti di utenti, di stakehol-der, di infrastrutture e dati territoriali, insieme a esperti in grado di mobilitare tali risorse. Il loro obiettivo è: 1) fungere da piattaforme per la validazione di servizi e applicazioni rivolte al pubblico ed al cittadino sia per quanto riguarda il valore aggiunto da essi fornito ai singoli utenti che i modelli di business; 2) fornire il contesto appropriato per comprendere e affrontare l’eventuale impatto su aspetti organizzativi e governance territoriale; 3) sostenere il marketing delle soluzioni validate grazie alla disponibilità di showcase permanenti e “testimo-nial” reali (gli utenti coinvolti); 4) attrarre ulteriori investimenti per stimolare la generazione di imprenditoria locale. Tali concetti e linee guida sono state implementate nel Nodo italiano tramite i Territorial Lab di Trento RIse (smart Crowds – [http://www.smartcrowds.net] – e Trento H&WB Territorial Lab – [http://www.trentorise.eu/it/health-wellbeing-territorial-lab]) che coprono settori quali i servizi e le applicazioni per il Benessere e la salute, e la più ampia gamma di servizi basati su smartphone e cellulari.

I Territorial Lab di Trento hanno giocato e giocano un ruolo importante nello sviluppo di tale modello di innovazione all’interno di eIT ICT Labs. In particolare, tra gli strumenti che il KIC mette a disposizione degli inno-vatori, troviamo il sostegno alle attività di “sperimentazione di Tecnologie e servizi” che, quando mirate alla validazione con utenti in contesti di vita “reale” vengono progettate ed eseguite dai Territorial Lab presenti all’interno del KIC. Grazie anche alla spinta e sostegno dei Territorial Lab di Trento, eIT ICT Labs ha elaborato specifiche policy relative ai servizi che questi erogano così come relativamente agli standard di qualità relativi. Il risultato è una rete pan-europea di Territorial Lab capaci di offrire servizi altamente professionali di validazione centrata sull’utente, in tutti i paesi in cui si trovi un Co-Location Center del KIC, con procedure e standard uniformi.

TELECOM ITALIA

Telecom Italia è la principale

azienda italiana di telecomunicazioni, che offre in Italia e all’estero servizi di telefonia fissa, telefonia cellulare, telefonia pubblica, telefonia IP, Internet e televisione via cavo. In Telecom Italia le attività di ricerca e sviluppo vengono realizzate dalle funzioni Information Technology, TILab e Innovazione, che presidiano l’analisi delle nuove tecnologie e le attività di ingegnerizzazione delle offerte dei servizi al cliente. Nell’ottica di promuovere un sistema innovativo di relazioni tra aziende e università, Telecom Italia ha adottato il modello dei Joint Open Lab (JOL), veri e propri laboratori congiunti dove la ricerca e la conoscenza accademica si uniscono a know-how ed esperienza industriale. Nel corso del 2013 sono stati inaugurati 7 nuovi laboratori, che vanno ad aggiungersi al JOL SKIL (Semantics & Knowledge Innovation Lab), aperto a Trento nella prima metà del 2011 e collocato con gli EIT ICT Labs.

SMART CROWDS

Smart Crowds è un’iniziativa di Trento RISE finalizzata a coinvolgere i cittadini

nei processi di ricerca e innovazione tecnologica dei servizi di cui essi sono gli utilizzatori finali. Ai cittadini viene offerta l’opportunità di testare volontariamente prototipi di tecnologie ICT, o di partecipare attivamente alla loro ideazione e design.

http://www.youtube.com/watch?v=Im4FSb0-iEM

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Dal laboratorio alla vitaDal laboratorio alla vita

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L’Innovazione richiede un insieme di attori, di attività e di condizioni particolari al contesto per essere portata avanti con successo. Siccome si rivolge, nasce e si sviluppa

in un contesto competitivo mondiale è anche soggetta a tempi molto stretti, a finestre di opportunità entro cui occorre agire.

Questo insieme di ingredienti viene gestito a livello del KIC tramite un lavoro quoti-diano che trova in alcuni momenti una cristallizzazione di piano e in altri, su base setti-manale, una concretizzazione operativa.

A livello di piano si effettua una analisi delle evoluzioni del contesto e degli elementi di forza che la Partnership EIT ICT Labs da un lato offre e dall’altro il posizionamento complessivo rispetto alle strategie Europee, in quanto queste si concretizzano in piani di azione e finanziamento della ricerca, e in evoluzione del contesto regolatorio, che devono essere sfruttati e con cui occorre fare i conti.

Il Piano Strategico triennale 2014-2016 (SIA: Strategic Innovation Agenda – [http://www.eitictlabs.eu/news-events/news/article/eit-ict-labs-strategic-innovation-agen-da- 2014-2106/]) è stato rilasciato dopo approvazione dell’Executive Steering Board e dell’Assemblea a fine 2013 diventando il documento di riferimento per la pianificazione ed esecuzione delle attività nel triennio 2014-2016.

I fondi per le attività di innovazione sono cresciuti nel tempo, come precedentemente rappresentato, arrivando nel 2014 a circa 50 Mld (su un complessivo di 73.4 Mld) che rappresentano una mobilitazione di fondi notevoli se si considera che ad ogni investito da parte di EIT ICT Labs corrispondono all’incirca altri 4 investiti su queste attività da parte dei Partner portando quindi il complessivo di risorse movimentate intorno ai 250 Mld. Il tutto, in termini di persone, rappresenta una mobilitazione di circa 2.000 persone.

Coinvolgere-Contaminare territori e cittadiniRoberto Saracco

Figura 1. SIA – Value

Creation Engine

Summer Schools

University Programmes

Education

Technology Experimentation & Technology Maturation

PhD/Master Theses

Research

Access to finance

Business Development Accelerator

I&E Programmes

Business

T-sh

aped

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Action Lines – Innovation

Health & Wellbeing

Cyber-Physical Systems

Smart Energy Systems

Future Urban Life & Mobility

Smart Spaces

Future Networking Solutions

Future Cloud

Privacy, Security & Trust

Action Lines – Schools

Master School

Doctoral School

Professional School

Catalyst Pool

Inno

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EIT ICT Labs ITaLy

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I fondi sono attribuiti attraverso una call annuale, che si apre a fine marzo per chiudersi a metà maggio. Dopo una fase di selezione, che tiene conto del valore delle proposte, del loro po-tenziale impatto e del portafoglio complessivo che si viene a creare, si procede alla costruzione del business plan per l’anno successivo e alla sua sottomissione all’EIT che lo valuta nel merito e in rapporto agli altri due KIC arrivando, attraverso un processo competitivo, alla attribuzione del budget per l’anno successivo. Le attività iniziano ufficialmente a gennaio dell’anno succes-sivo ma essendo spesso basate su attività pregresse e risultati di ricerca ottenuti dai partner, rap-presentano di fatto una prosecuzione di azioni in corso, che vengono armonizzate e indirizzate in una specifica direzione e con uno specifico target di mercato. Nella costruzione delle propo-ste è fondamentale il coinvolgimento dei Business Developers (articolo pag. 37) che valutano le opportunità di mercato a livello europeo e forniscono i collegamenti con vari stakeholders, e l’acquisizione di tecnologie specifiche, ad esempio con il coinvolgimento di startup.

Il coinvolgimento degli stakeholders è diventato un elemento fondamentale nella co-struzione del Piano di Attività e fornisce uno dei punti di contatto con il territorio. Il Nodo Italiano dedica una cura particolare al collegamento con il territorio. Ad esempio, tramite il ns Partner Università di Bologna, abbiamo coinvolto l’Amministrazione re-gionale in attività nel settore della informatizzazione dei trasporti. In Lombardia stiamo sviluppando un’attività ad Alto Impatto (High Impact Initiative) incentrata sull’ecosi-stema di EXPO 2015. In Trentino, tramite Trento RISE, la Federazione Trentina della Cooperative e il coinvolgimento di startup locali, stiamo sviluppando azioni innovative nell’ambito del commercio al minuto. Inoltre, il nodo di Trento coopera su progetti di innovazione nell’istruzione e sperimentazione dei risultati delle attività EIT ICT Labs con l’Istituto Buonarroti di Trento e con il MUSE, Museo di Scienze Naturali di Trento, luogo ideale per coinvolgere vasti strati della popolazione locale e visitatori in transito.

Le attività di innovazione di EIT ICT Labs sono raggruppate in 8 aree, come rappresenta la figura 2, che tratteremo in dettaglio nelle prossime pagine. Tutte sono collegate con le attività di alta formazione e con quelle di supporto alle piccole e medie imprese e startup. Infatti, come rimarcato in altre parti di questa rivista, se in un mondo in forte evoluzione si deve investire per trasformare i risultati di ricerca in innovazione di mercato, occorre anche formare i nuovi imprenditori al fine di garantire un futuro di innovazione all’Europa e aiutare quanti già in campo che stiano creando innovazione attraverso la propria azienda.

Il mettere a fattor comune questI tre elementI (rIcerca, educatIon e BusIness) aumenta l’Impatto dI eIt Ict laBs.

Europe’s needs and opportunities

figura 2

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Dal laboratorio alla vitaDal laboratorio alla vita

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3CIXTY

3Cixty è un’iniziativa che si caratterizza per l’ampiez-

za del suo impatto in quanto rende disponibili dati fruibili per la costruzione di una va-rietà di applicazioni da parte di terzi, supportando quindi, da un lato l’imprenditorialità innovativa di startup e dall’al-tro promuovendo la disponibi-lità di servizi al cittadino.3cixty rende disponibile una piattaforma e un ecosistema di servizi di base che forni-scono informazioni complete ed eterogenee sulla città e sulla mobilità. Milano duran-te il World Expo 2015 sarà un palcoscenico ideale per dimostrare i risultati acquisi-ti e sperimentarli sfruttando i milioni di visitatori prove-nienti da tutto il mondo. Per dimostrare l’efficacia della piattaforma verranno create Apps per i cittadini e visitatori della città sia direttamente dal progetto sia attraverso un App Challenge organizzato dal Po-litecnico di Milano. Il progetto è sviluppato in collaborazione tra i partner di EIT ICT Labs in Germania, Francia e in Italia.

Il mettere a fattor comune questi tre elementi (Ricerca, Education e Busi-ness) aumenta l’impatto di EIT ICT Labs. Le attività finalizzate all’innovazione possono trovare sbocco e commercializzazione attraverso imprese già presenti sul mercato; al contempo, imprese presenti sul mercato possono fornire tasselli importanti nella costruzione di un’innovazione basata sulla finalizzazione delle attività finanziate da ICT Labs. Queste, infine, sono un terreno ideale su cui i nostri studenti di Master e Dottorato si formano, entrano in contatto con la realtà del mercato e acquisiscono esperienze preziose direttamente sul campo.

La scelta delle 8 aree di investimento è stata effettuata sulla base di criteri esterni (dove l’Europa ha posto le sue priorità) e sulla base di considerazioni interne (dove i Partner di EIT ICT Labs hanno i propri punti di forza e dove i loro piani di investimento concentrano le risorse). Tutto il mondo è in forte evoluzione e tutti i settori merceologici, prodotti servizi e processi/catene del valore, sono coinvolti. L’ICT è un fattore abilitante pressoché ovunque ed è al tempo stesso un prodotto/servizio che rappresenta un 6% del PIL europeo ma che può avere, secondo studi di vari centri di analisi macro economiche, inclusi Harvard e Imperial College, un impatto che arriva all’8% sul totale del PIL, potendo mobilizzare investimenti nei diversi settori di gran lunga maggiori di quelli specifici all’ICT.

In Italia, ad esempio, a fronte di un mercato ICT che si aggira sui 60 Mld anno (telecomunicazione, intrattenimento, software di supporto ai proces-si), l’impatto sul PIL è valutabile intorno ai 120 Mld, quindi due volte tanto e questo rapporto rimane valido a livello europeo. La Comunità Europea nel suo documento Digital Agenda 2020 stima in oltre 100 Mld l’impatto che l’ICT può avere su economie come la Spagna e l’Italia.

Anche se le 8 aree selezionate non sono esaustive, rispetto a quelli che possono essere gli utilizzi e impatti dell’ICT, esse rappresentano comunque una parte significativa del contesto complessivo. Va inoltre notato che cia-scuna di esse abbraccia uno spettro molto ampio di tematiche; forse anche troppo ampio per poter essere affrontato con una sufficiente massa critica. Per tale motivo, nel 2013 EIT ICT Labs ha deciso di identificare un mas-simo di due-tre priorità per area, convogliando su di esse gli investimenti a partire dal 2015, garantendo così ad essi la necessaria massa critica.

Sempre per gli stessi motivi, il Piano di Attività 2015 includerà iniziative pluriennali ad Alto Impatto sull’evoluzione dell’industria europea e sulla vita dei cittadini europei. Tali High Impact Initiatives sono collocate nelle diver-se aree, e saranno quindi descritte in quel contesto.

Passiamo ora a dare qualche dettaglio circa le 8 aree di innovazione, par-tendo dalle tre che sono in qualche modo “trasversali”, per passare poi alle cinque che guardano mercati verticali, descrivendo per ciascuna gli obiettivi e la focalizzazione. Per attività specifiche svolte nel 2013 e in corso nel 2014 si rimanda ai box.

Future CloudLa creazione di uno spazio, per applicazioni e dati, fruibile indipendentemente dalle reti è un obiettivo che va verso la concretizzazione, attraverso soluzioni oggi proprietarie, messe in campo dai grandi player americani, come Google, Amazon e Apple. Il Cloud è uno spazio di servizi che richiede infrastrutture im-ponenti, tutt’altro in linea con quella percezione “eterea” che spesso si associa ad

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una “nuvola”. L’Europa ha enormi interessi in gioco in questo settore perché il Cloud è desti-nato a diventare una vera e propria Rete virtuale, in cui si effettua la comunicazione e si accede ai servizi. La “nuvola”, inoltre, riceve e aggrega i dati prodotti dai cittadini, dalle pubbliche amministrazioni e dalle organizzazioni più disparate, con le conseguenti sfide e opportunità re-lative ad aspetti quali la proprietà dei dati, la sicurezza, l’autenticazione e l’identità, etc. È facile immaginare dunque il vero obiettivo di EIT ICT Labs, non tanto nel Cloud tout court, ma un “Trusted” Cloud, cioè un Cloud “affidabile” su cui far crescere il tessuto economico europeo.

La prima priorità dell’area Cloud di EIT ICT Labs è proprio la crescita di leadership eu-ropea: “Trusted Cloud” basato sull’aggregazione delle diverse infrastrutture già presenti, e in sviluppo, in Europa, con forte attenzione agli aspetti sopra menzionati di sicurezza e proprietà.

Le seconda priorità riguarda i Big Data analytics che trovano nel Cloud, e in particolare nel Multi-Cloud, una collocazione naturale. Su tale priorità è stata lanciata una High Im-pact Initiative volta a valorizzare le enormi quantità di dati in continua generazione. In que-sto settore il Nodo italiano ha una forte presenza potendo offrire un’eccellenza dovuta alla notevole esperienza dei suoi partner nel trattamento dei Big Data territoriali, delle aziende e delle persone. Esperienza e capacità sono già state dimostrate con la “Big Data Challenge 2014” lanciata dal Nodo italiano attraverso il laboratorio SKILL di Trento di Telecom Italia insieme a varie realtà regionali che ha visto la partecipazione di oltre 1000 attori.

Future Networking SolutionsQuest’area intende contribuire ad una leadership europea nel settore delle reti del futuro, nel momento in cui l’attenzione, e il mercato, si spostano dalle grandi infrastrutture (che continueranno ad esistere nei prossimi anni) a reti ai bordi spesso create in modo indipen-dente e con caratteristiche di affidabilità, sicurezza e consumi variabili.

Una priorità è lo sviluppo di soluzioni “Green” per l’accesso mobile, che sempre più cresce-rà in termini di traffico e servizi, evolvendosi dal 4G al 5G. Quest’area è portata avanti tramite un’iniziativa specifica che prevede un affiancamento alle azioni di alcuni Partner industriali nel settore manifatturiero delle telecomunicazioni, anche per gli aspetti di standardizzazione.

Una seconda priorità è lo sviluppo di meccanismi che consentano di utilizzare al meglio tutte le risorse che possono creare un tessuto connettivo. Si sta, infatti, passando da un paradigma di infrastruttura di telecomunicazioni (le grandi reti, compreso l’ultimo miglio) ad un paradigma di tessuto di comunicazione che coinvolge oggetti che oggi sono percepiti come terminali della Rete ma che hanno la capacità di diventare nodi e creare reti auto-nome ai bordi delle grandi infrastrutture in grado di spostare il baricentro del traffico, e soprattutto quello del mercato e dell’innovazione. In questo settore alcuni dei Partner del Nodo di Trento hanno obiettivi di notevole impatto e portano come contributo ambienti di sperimentazione sul campo.

Una priorità è lo svilUppo di solUzioni “Green” per l’accesso mobile, che sempre più crescerà in termini di traffico e servizi, evolvendosi dal 4G al 5G.

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La terza priorità riguarda l’Internet delle Cose, IoT, settore in forte sviluppo in cui l’Europa deve assolutamente conquistare una posizione di leader-ship. L’obiettivo qui è di accelerare l’introduzione dell’IoT sviluppando modelli di business sostenibili.

Privacy Security and Trust

Il tema della privacy, sicurezza e fiducia (PST) è stato popolarizzato dalle rivelazioni relative all’in-trusione di grandi agenzie extra europee nelle co-municazioni e nelle banche dati mondiali. A tutti

gli effetti, questo tema è di fondamentale importanza per tutto il sistema economico e la sua importanza cresce sempre più al crescere della dipendenza del sistema economico, produttivo e della vita stessa dei cittadini dalle strutture informatiche e di telecomuni-cazione. Inoltre, nel contesto europeo la sensibilità verso tali tematiche è ampiamente diffusa tra i singoli cittadini e le comunità.

Gli aspetti di PST sono ovviamente pervasivi e si ritrovano, in modo diverso, in tutte le aree di attività. Si è ritenuto opportuno, tuttavia, creare un’area specifica, trasversale, per costruire quegli elementi infrastrutturali che possano essere poi utilizzati dalle altre aree.

La prima priorità riguarda l’autenticazione e “l’Identity Management”, un aspetto fondamentale in quanto abilitatore della maggior parte dei servizi online a cui il Nodo italiano può offrire eccellenze tecnologiche e operative. Nel 2014 è partita un’attività che

PLAYFUL LEARNING ON THE CLOUD

Il progetto sviluppa strumenti innovativi dedicati ai bambini con disabilità cognitiva (ad esempio, nello spettro autistico) per permettere di arricchire il percorso terapeutico-educativo

e rendere più stimolanti e coinvolgenti le attività con i piccoli pazienti. Due sono i prodotti prin-cipali: la Lampada Magica e un insieme di giochi che utilizzano l’interazione “full body” con schermi medio-grandi. La Lampada Magica trasforma una normale lampada da scrivania in uno strumento di apprendimento e gioco. Usando oggetti fisici che riproducono icone tipiche dei registratori ("play", "stop", "pausa"), i bambini possono interagire con immagini disegnate su un

foglio di carta, registrare voci e suoni, associarle ai disegni e riascoltarle. La Lampada Magica utilizza una telecamera integrata che rileva le azioni del bambino ed è collegata ad un computer che le interpreta. I giochi terapeutico-educativi permet-tono ai bambini di utilizzare il proprio corpo per interagire a distanza con contenuti multimediali presentati sullo schermo (oggetti animati o per-sonaggi virtuali). I gesti e gli spostamenti nello spazio sono riconosciuti attraverso sensori di posizione e movimento. I giochi sono fortemente personalizzabili per rispondere alle esigenze specifiche di ogni singolo bambino. Entrambi i prodotti sono stati testati in modo rigoroso in centri terapeutici e attraverso il supporto di EIT ICT Labs, si stanno esplorando varie strade per portare queste innovazioni sul mercato.

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porterà a sperimentare, negli anni successivi, un vero e proprio centro di Identity Ma-nagement che farà del Nodo di Trento il primo luogo di applicazione a livello europeo.

La seconda priorità è relativa alla protezione delle informazioni personali nei servizi mobili, aspetto questo di notevole rilevanza per lo sviluppo dei servizi.

La terza area di priorità riguarda la cyber security, anche qui con una particolare at-tenzione ai servizi mobili e alle applicazioni online. A Trento sono presenti eccellenze specifiche in tutti questi settori e Poste Italiane, nostro partner, ha costituito un gruppo specifico per gli aspetti di cyber security con servizi CERT. Infine, va evidenziato come il Nodo italiano abbia la responsabilità specifica dell’area PST.

Cyber Physical Systems

Settore cruciale per la competitività europea ha subito, nelle ultime decadi, una progressi-va decentralizzazione delle attività produttive verso paesi con abbondante manodopera a costi contenuti. La progressiva robotizzazione e automazione rimescola le carte in tavola, sia per quanto riguarda i sistemi produttivi che le infrastrutture. Attraverso l’utilizzo di sensori e attuatori embedded negli ambienti e nei sistemi e lo sviluppo di software di controllo sofisticato l’area di attività Cyber Physical Systems (CPS) intende dare impulso alla innovazione e alla riconquista di una leadership europea nel settore della produzione.

CPS è relativamente nuova, se la si concepisce, come è il nostro caso, in termini olistici e di sistema (piuttosto che focalizzandosi su una singola macchina a controllo numerico, o un singolo robot) e la sfida che deve affrontare è creare un approccio sistematico che faccia leva sulla diversità di sistemi in continua evoluzione garantendone un funziona-mento coerente a livello trans-europeo.

Due le priorità: i sistemi produttivi e le infrastrutture critiche. Nel primo settore l’obiettivo è la costruzione di piattaforme che integrino le diverse tecnologie garantendo pianificazione, monitoraggio, workflow management e supporto ai sistemi di business intelligence. Nel secondo ci si focalizza sulla gestione delle infrastrutture idriche e del traffico, aree in cui la sensoristica è in grado di fornire dati che consentono un’efficace gestione delle infrastrutture e l’intervento immediato in caso di problemi.

Future Urban Life and Mobility

L’Europa ha oltre il 50% della sua popolazione presente in ambiti urbani medio grandi (pur non avendo megalopoli come in altre parti del mondo). Le città offrono un ambiente più efficiente dal punto di vista della creazione di valore economico, ma ciò non si accompagna necessariamente ad un mi-glioramento delle condizioni di vita. L’evoluzione tecnologica, e in particolar modo l’ICT, costituisce un fattore abilitante per l’ulteriore aumento di effi-cienza e per la creazione di valore economico; al tempo stesso, può essere uno strumento per migliorare le condizioni di vita dei cittadini, monitorandone le esigenze e modulando le risposte offerte dalla città. Tutte le città ormai si stanno indirizzando verso un paradigma “smart” all’interno del quale esse divengono sistemi dinamici la cui evoluzione può essere indirizzata istante per istante per far fronte alle esigenze dei singoli cittadini e delle comunità.

La prima priorità di Future Urban Life and Mobility (ULM) riguarda il cambio di paradigma nella mobilità urbana, mentre la seconda enfatizza la visione della città come comunità di persone, oltre che di infrastrutture e risorse, protagoniste della sua evoluzione. La prima priorità si rivolge

REAL TIME SECURITY SHIELD

La sicurezza mobile è il segmento di mercato

della sicurezza con il tasso di crescita più alto nel settore. È un componente essenziale per l’infrastruttura delle telecomu-nicazioni e per gli operatori di telefonia europei. La sicurez-za mobile viene affrontata nell’ambito di EIT ICT Labs nel quadro dell’attività Real-Time security shield che, unendo le competenze dei partner di EIT ICT Labs, mira a sviluppa-re un servizio di rilevamento delle frodi assicurando nel contempo la privacy delle co-municazioni effettuate tramite dispositivi mobili.

NEL 2014 È parTITa

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Dal laboratorio alla vitaDal laboratorio alla vita

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all’integrazione dei diversi servizi di mobilità presenti in ambito urbano (e sub-urbano) e al loro adattamento alle esigenze specifiche del singolo utilizzatore. Viene fatta leva su meccanismi di mobility planning che integrano i diversi sistemi di trasporto disponibili monitorati sia tramite sensori che tramite “crowd-sourcing”, questo ultimo estremamente utile per determinare le “effettive” esigenze della comunità.

La seconda priorità parte dal singolo cittadino, con l’obiettivo di farlo diventare pro-tagonista dell’ambiente in cui vive, integrando il suo comportamento in un contesto col-laborativo, utilizzando tecniche di “gamification”, “crowd-sensing” e”crowd-sourcing”.

L’attività ad alto impatto in quest’area è centrata su EXPO 2015. Ai diversi Partner ita-liani coinvolti si aggiungono Partner europei che vedono in EXPO 2015 un palcoscenico ottimale per evidenziare e diffondere i risultati acquisiti, i prodotti e i servizi sviluppati e sviluppabili, per i quali EXPO e il suo ecosistema diventano un laboratorio vivente (vedi sezione Territorial Lab pag. 21) in cui sperimentare e validare “in vivo” le soluzio-ni prodotte. Tramite i propri Partner (CEFRIEL, Polimi e Telecom Italia) direttamente coinvolti in EXPO 2015, il Nodo italiano gioca un ruolo di primo piano che proseguirà

durante tutta l’EXPO e che evolverà negli anni seguenti a partire dai risul-tati e dalle esperienze acquisite per rendere sempre più smart e soprattutto vivibili le nostre città, generando al tempo stesso opportunità di business per startup e PMI.

Health and Well Being

Questa area di attività opera sulla prevenzione primaria con l’obiettivo di promuovere la qualità della vita quotidiana e ridurre i costi dovuti agli interventi di prevenzione secondaria e terziaria. Gli ambiti di intervento riguardano sia la prevenzione di problematiche fisiche (per esempio, ma-lattie cardiovascolari) che mentali. L’attenzione si rivolge quindi a fattori quali lo stress, che può essere rilevato e gestito tramite sistemi ICT; la pro-mozione di migliori abitudini e stili di vita; la rilevazione di segni precoci dello sviluppo incipiente di patologie degenerative. Le sfide sono: la costruzione di sistemi facili da usare nella vita di tutti i giorni che siano presenti ma non intrusivi, e quindi accettabili dal mercato di massa (se infatti non è in genere un problema chiedere ad una persona affetta da una specifica patologia di convivere con sistemi che ne diminuiscano l’impatto è molto complicato farlo con chi non ne percepisce la necessità immediata non essendo “ammalato”); la frammentazione del mercato europeo della salute, che ha radici e approcci molto differenti tra le singole nazioni e anche le singole regioni, limitando i livelli di scala raggiungibili per remunerare gli investimenti che sono quindi, oggi, spesso lasciati alle sole istituzioni pubbliche; sfruttare il differenziale esistente tra Europa e Stati Uniti nello stile di vita per generare un business sostenibile anche nel breve (mentre la medi-cina preventiva porta a risultati nel lungo termine).Le priorità identificate riguardano: la rilevazione automatica di sintomi precoci e il trattamento di anoma-lie che possono avere impatto sulle funzioni cardiocircolatorie, un settore che comporta un costo di 196Mld a livello europeo e che secondo le stime più recenti potrebbe diminuire del 11-16% se si intervenisse per tempo migliorando lo stile di vita.

FI-PPP

Negli ultimi anni la necessità

di un’economia guidata da tecnologie di Internet è emersa non solo nella comunità scien-tifica, ma anche all’interno della comunità imprenditoriale e industriale. EIT ICT Labs ha stabilito una collaborazione strategica con FI-PPP, che mira a stimolare l’adozione di tecnologie Internet del futuro per le piccole e medie impre-se (PMI), per le amministrazioni pubbliche, e le persone, con l’o-biettivo di creare nuove imprese innovative e nuove opportunità di lavoro. Nell’ambito di EIT ICT Labs, FI-PPP opera tramite un ecosistema di “testbeds” situati a Berlino, Trento, Madrid e So-phia Antipolis. FI-PPP supporta l’utilizzo in un anno da circa 25 piccole e medie imprese di una varietà di servizi.

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EIT ICT Labs ITaLy

29N . 3 0 0 | G i u g n o / L u g l i o 2 0 1 4 |

la rilevazione e il trattamento del decadimento cognitivo e affettivo, con attenzione particolare allo stress e alla demenza, che comportano enormi costi sociali, secondo alcune stime 604Mld a livello mondiale in termini principalmente di cure domestiche e di cure strutturate attraverso istituzioni preposte.In quest’area è stata lanciata una High Impact Initiative mirata a migliorare la qualità

della vita lavorativa nel settore del trasporto su ruota, area che costituisce un’importante quota della movimentazione merci in Europa e nella quale le situazioni di stress causano condizioni di pericolo per il guidatore e per gli altri. Attraverso l’introduzione di sensori in cabina guida e di software per l’analisi delle condizioni psicofisiche del camionista, si intende prevenire le situazioni di pericolo migliorando al tempo stesso la salute degli operatori.

Si noti come l’Italia abbia una flotta significativa di autotrasporto su gomma con una concentrazione di ditte proprio in Trentino (circa il 70%).

Smart Energy Systems

Il settore dell’energia si è arricchito di nuove fonti e vede un costante progresso nell’efficien-za delle fonti tradizionali e nella loro conversione e trasporto. È un settore in cui giocano in modo rilevante le politiche energetiche e gli accordi transnazionali a livello mondiale ma è anche un settore critico per tutta l’economia e il benessere sociale in quanto ne costitu-isce un presupposto. Le tecnologie ICT sono entrate prepotentemente in questo ambito e avranno un ruolo sempre maggiore in futuro. L’area si pone l’obiettivo di contribuire alla creazione di un mercato europeo dell’energia attraverso la sperimentazione di soluzio-ni ICT con particolare riferimento alla generazione decentralizzata e a servizi centrati sul cliente finale con intelligenza embedded nei sistemi energetici sia in fase di produzione trasporto sia in fase di utilizzo a cui corrispondono le due priorità di intervento.

Nella prima si affrontano gli aspetti di una comunicazione affidabile e sicura tra unità di produzione e stoccaggio decentralizzate coinvolgendo come stakeholders attori con una pro-duzione di oltre 1GW e aiutando le startup che operano nel settore dei virtual power plant.

Nella seconda si affrontano gli aspetti di utilizzo dell’energia con l’obiettivo di creare servizi facili da utilizzare che sviluppino al tempo stesso la consapevolezza degli utilizzatori finali, in particolar modo nel settore residenziale ma anche guardando ai veicoli elettrici. Per quanto riguarda la consapevolezza si sta sviluppando una collaborazione con l’Istituto

Il settore dell’energIa sI è arrIcchIto dI nuove fontI e vede un costante progresso nell’effIcIenza delle fontI tradIzIonalI e nella loro conversIone e trasporto.

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Dal laboratorio alla vitaDal laboratorio alla vita

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Buonarroti a Trento, una delle eccellenze italiane nel campo dell’innovazione alla istruzione secondaria, che porti a sviluppare attraverso gli studenti delle applicazioni di monitoraggio dei consumi che inducano comportamenti responsabili nell’utilizzatore finale.

L’iniziativa di alto impatto lanciata nel 2014 si focalizza sullo sviluppo di un pilota che integri varie fonti energetiche con una distribuzione attraverso micro-grid coordinate da un sistema di controllo che assicuri la stabilità complessiva. Per questo saranno inte-grate varie tecnologie, inclusi sensori e sistemi di controllo, e sviluppati algoritmi per il bilanciamento ottimale dei carichi. Dal punto di vista del business si cureranno gli aspetti di scalabilità in vista di un’offerta di questi sistemi sul mercato europeo e lo sviluppo di modelli di business adattabili alla variabilità intrinseca del settore dell’energia.

Diversi Partner del Nodo italiano hanno interessi diretti in questo settore; ad esempio Telecom Italia è il secondo maggior utilizzatore di energia elettrica e al tempo stesso ha un accesso capillare agli ambienti domestici potendo quindi fornire servizi per migliorare consapevolezza e utilizzo dell’energia.

Smart Spaces

Elettronica e software sono sempre più presenti negli oggetti di ogni giorno e negli am-bienti che man mano diventano sempre più capaci di “sapere” quali sono gli elementi presenti nell’ambiente, le loro caratteristiche e necessità. È quello che spesso si indica con Ambient Awareness; in questi ambienti ci siamo anche noi. L’obiettivo di quest’area è di sfruttare questa crescente consapevolezza per rendere l’ambiente più piacevole, con-fortevole, ed efficiente per i suoi utilizzatori, sviluppando al contempo opportunità di business per una molteplicità di attori e aprendo uno spazio alla creatività delle startup.

Una prima priorità è rivolta allo Smart Retail Experience, allo shopping visto sia dal punto di vista del negoziante che del compratore. In questo settore è stata lanciata l’I-niziativa Smart Street Retail che ha come obiettivo quello di far leva sia sugli atomi (e quindi lo spazio fisico del negozio e gli oggetti che questo espone/vende) sia sui bit che rappresentano il crescente mondo del commercio online. Questi due mondi oggi sono spesso concepiti in modo separato, con i negozianti che vedono le loro vendite, ma non i costi, diminuire a favore dei grandi negozi online, spesso a base americana.

Se è vero che l’online ha costi inferiori, godendo di fattori di scala impossibili nel retail fisico, è pur vero che la fisicità percepita in un negozio crea una emozione molto più viva nel consumatore. Il rischio è che questo si “innamori” del prodotto in negozio ma lo acquisti online dove può spuntare un prezzo inferiore. L’obiettivo è quello di arricchire l’esperienza fisica con una esperienza aumentata fornita dai bit, che trovi una sua concre-tizzazione nell’acquisto nel negozio fisico per i servizi aggiunti che questo può dare, grazie anche all’ICT. Questa iniziativa vede il Nodo italiano fortemente coinvolto e in parti-colare l’area trentina che può offrire un contatto diretto con varie tipologie di “retail”.

La seconda priorità è rivolta alla Smart Urban Experience raggiunta attraverso la disponi-bilità di informazioni che vengono presentate in modo trasparente a chi ne può aver bisogno nel momento in cui ne ha bisogno. Questo è un complemento di quanto affrontato nell’area Urban Life and Mobility con focus più diretto agli aspetti di “arredamento” della città che ai suoi processi. In questo settore, anche per le vicinanze con Urban Life and Mobility, il Nodo italiano è particolarmente attivo nel bacino milanese, appoggiandosi al satellite.

La terza priorità è relativa agli Smart Buildings che offrono una crescente flessibilità di uso, mediata attraverso nuove soluzioni architettoniche e ad un massiccio utilizzo dell’ICT. In questo contesto si opera per creare soluzioni e sperimentarle su aree pilota, tra cui anche i Colocation Centre e in particolare ci si sta attrezzando a Trento per poter fruire degli spazi del Colocation Centre come di un living lab.

Se è vero che

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Spuntare un

prezzo inferiore.

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EIT ICT Labs ITaLy

31N . 3 0 0 | G i u g n o / L u g l i o 2 0 1 4 |

Quali sono le prospettive di lavoro nell’ambito dell’Information e Communication Technology (ICT) dei prossimi anni? Quanti posti di lavoro sono disponibili in Italia

e in Europa, anche in un momento di crisi come questo? Che tipologie di lavoro sono a disposizione e quali competenze sono richieste e saranno richieste?

Queste domande (e molte altre) sono di drammatica attualità in Italia e in Europa in un momento in cui la disoccupazione in genere – e la disoccupazione giovanile in particolare – toccano livelli preoccupanti (in Italia tasso di disoccupazione 13% e tasso di disoccupazione giovanile 42,3% – Dati Istat, Aprile 2014). Sono quindi anche questioni fondamentali nelle azioni relative alla formazione nel consorzio europeo EIT ICT Labs.

L’ICT è interdisciplinare, pervasivo per definizione in moltissimi settori produttivi. Per esempio: sanità, pubbliche amministrazioni, energia, imprese di servizi ed industria manifat-turiera. In contrasto con le cifre precedenti, recenti indagini nazionali ed europee prevedono addirittura un deficit di personale specializzato, e cioè laureati in ICT pari a 500,000 nel 2015 e fino a 1,3 milioni nel 2020 (vedi figura 1). Per assurdo, in un momento critico per l’occu-pazione giovanile in Europa non abbiamo e non avremo abbastanza laureati per soddisfare la domanda interna europea delle aziende e delle pubbliche amministrazioni.

È interessante però analizzare anche il cambiamento strutturale dei profili e delle com-petenze richieste dai nuovi lavori e imprese in ambito ICT. Il cambiamento della classifica-zione delle occupazioni introdotto con ISCO-081 nel 2011 permette per la prima volta di monitorare e stimare i profili occupazionali ad un nuovo livello di granularità. Tra il 2011 ed il 2012 è stato possibile misurare cambiamenti importanti nel profilo generale della forza lavoro nell’ICT; cambiamento che indica una trasformazione strutturale verso profili professionali più alti, specializzati quali l’architetto e l’analista di sistemi, ma anche verso la maggiore richiesta di competenze trasversali di management, business ed in generale di cultura imprenditoriale. Infatti, mentre complessivamente il comparto ICT è cresciuto del 1,8% tra il 2011 ed il 2012 per quanto riguarda la forza lavoro, questo aumento dipende dallo specifico profilo professionale.In particolare (vedi figura 2A):

Assunzioni possibili nel XXI secolo Ecco le competenze necessarie

Maurizio Marchese Professore Università di TrentoEducation coordinator EIT ICT Labs Italy

1 ISCO: International Standard Classification of Occupations.

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Dal laboratorio alla vitaDal laboratorio alla vita

32 | N . 3 0 0 | G i u g n o / L u g l i o 2 0 1 4

il livello relativo a management, business, architettura ed analisi di sistemi ha visto una aumento del 8,5%;

il livello relativo a programmatori avanzati (ICT practitioners) del 3,7%; il livello relativo ai diplomati ha perso il 3,9%, di cui 2,5% per programmatori (core ICT

practitioners) e fino la 5,1% per tecnici industriali.

Si prevede che questo trend continuerà a crescere nei prossimi anni. In conformità a scenari standard (i.e. lo scenario principale e centrale della figura 2), la tipologia di occupa-zioni inerenti a management, business, architettura ed analisi di sistemi sono ancora attesi in crescita del 44% rispetto al 2011 nell’arco temporale 2011-2020. Offerte di lavoro di livello professionale avanzato (livello ISCO 2) sono previste crescere del 16%, mentre do-vrebbe continuare una riduzione del lavoro più tecnico come conseguenza principalmente di processi di automazione, innovazione, offshoring e aumenti di produttività.

È importante inoltre sottolineare che queste previsioni di richiesta di profili qualificati e di competenze non portano ad una crescita automatica del mercato del lavoro. Le proiezioni sono solo potenziali richieste e per tanto fragili: offerte di lavoro che non riescono a essere soddisfatte anno dopo anno semplicemente potrebbero sparire (progetti non realizzati, ap-palti non sottomessi, innovazioni non introdotte etc.).

Le competenze imprenditoriali quale fattore di sviluppo di nuova imprenditorialità e di nuova occupabilità.

Come abbiamo visto la domanda di competenze ICT continua a crescere ad un ritmo sostenuto. Complessivamente, nonostante la crisi, abbiamo visto la creazione continua di nuovi posti di lavoro. Vi è quindi la necessità di trovare nuovi modi e strumenti per au-mentare quantità e qualità, nonché la rilevanza delle competenze informatiche. Il mercato del lavoro richiede profili professionali molto qualificati e sempre più con competenze decisionali, di leadership e con cultura imprenditoriale. Allo stesso tempo, il ritmo del cambiamento sembra essere ancora in aumento nel campo delle ICT, e nuovi profili conti-nuano a emergere. Una recente ricerca2 all’interno del consorzio EIT ICT Labs – che vede la partecipazione di decine di università e centri di ricerca e le maggiori imprese europee

2 EIT ICT Labs Strategic Innovation Agenda: Blended Life in a Connected World 2014-2016.

1600

1400

1200

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800

600

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0

Th

ou

sa

nd

s

509,000

2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020

274,000

449,000

558,000730,000

913,000

1,346,000

Stagnation

Disruptive Boost

Main Forecast Scenario

Source: empirica

Figura 1. Confronto del numero di posti

mancanti nel settore ICT in tre diversi scenari (ricerca

e-Skills for Jobs in Europe, Empirica,

febbraio 2014)

CoME aBBIaMo

vISTo la DoManDa

DI CoMpETEnzE

ICT ConTInua a

CrESCErE aD un

rITMo SoSTEnuTo.

CoMplESSIvaMEnTE,

nonoSTanTE

la CrISI,

aBBIaMo vISTo

la CrEazIonE

ConTInua DI nuovI

poSTI DI lavoro.

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EIT ICT Labs ITaLy

33N . 3 0 0 | G i u g n o / L u g l i o 2 0 1 4 |

Source: Calculations based on Eurostat LFS data. Some imputations and assumptions apply.

Management, business architecture and analysis

ICT practioners – professional level

ICT practioners – associate/technician

Industry and engineering ICT associate/technician

Total

3,7%

1,8%

-5,1%

-2,5%

Figura 2A

8,5%

Figura 2BSource: empirica forecast based on Eurostat LFS data.

Management, business architecture and analysis

ICT practioners – professional level

ICT practioners – associate/technician

Industry and engineering ICT associate/technician

Total

44,2%

15,5%8,5%

15,9%

10,1%3,7%

-7,8%

-5,8%-2,5%

-24,4%

-16,8%-5,1%

9,3%

3,2%1,8%

nel settore dell’ICT – ha evidenziato la richiesta dei seguenti profili professionali che uni-scono profonde competenze tecniche in campi emergenti con competenze trasversali ed interdisciplinari (quali innovazione, imprenditorialità, lavoro di gruppo e collaborativo, comunicazione, analisi di mercato etc.): Cyber-Security Engineer: esperto in Security Technology, Database Technology, Privacy,

Business Modelling, (Inter-) e National Legislation; Big Data Analyst: esperto in Programming, Statistics, Domain Knowledge, Mathematics,

Privacy, Visualising, Business Modelling, Communication; Interaction Designer: esperto in Interface Technologies, User-driven Design, User Ex-

perience, Living Labs, Multi-disciplinary and distributed Teams, Business Modelling; Cyber-physical Architect: esperto in Sensors & Actuators, Network Technology, Community

Building & Social Networks, Embedded Systems, Internet-of-Things, Business Modelling; Urban Systems Architect: esperto in Converging Technologies, User Experience, Com-

plex System Design, Networks & Services, Business Modelling; Urban Policy;

UnA recente ricercA

All’interno del consorzio eit ict lABs hA evidenziAto lA richiestA dei segUenti proFili proFessionAli che Uniscono proFonde competenze tecniche in cAmpi emergenti con competenze trAsversAli ed interdisciplinAri (qUAli innovAzione, imprenditoriAlità, lAvoro di grUppo e collABorAtivo, comUnicAzione, AnAlisi di mercAto etc.).

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eHealth Architect − ICT Innovations, Domain Knowledge, Ethics, Business Modelling, Persuasion.Molte di queste professioni non corrispondono a posti di lavoro in ambito ICT esclu-

sivo, ma richiedono competenze trasversali – ad esempio nozioni di marketing, di modelli di business, di comunicazione – per essere di supporto a imprese esistenti, imprese appena nate o startup nei nuovi processi e innovazioni.

È, infatti, ormai evidente che la neo – nata imprenditorialità (le startup) avranno un ruolo fondamentale per generare nuova occupazione nei prossimi anni, mentre le grandi aziende stanno “consolidando” – se non riducendo – il numero del loro personale.

La sfida del mondo con una rinnovata imprenditoria deve e può essere vissuta sia come grande opportunità per la creazione di nuovi posti di lavoro generati in diversi settori, sia per lo sviluppo di nuove traiettorie educative al di là dei percorsi tradizionali di studi ICT. Oggi oppor-tunità e necessità producono un terreno ideale per sperimentare metodologie educative, inedite modalità organizzative dell’offerta didattica, ed anche la sperimentazione di curricula aggiornati.

Le iniziative di EIT ICT Labs in ambito ICT Education per sviluppare competenze imprenditorialiLa sfida è riuscire a formare un numero adeguato di professionisti in ambito ICT, per riuscire sono necessarie sicuramente iniziative strutturali a livello nazionale e Europeo che partano sia da un corretto e più coinvolgente orientamento in ambito scolastico, che dalla crescita dell’offerta formativa delle università. La strategia in ambito della alta formazione di EIT ICT Labs si è invece concentrata sulla esplorazione di innovazioni sia metodologiche che di contenuti nei percorsi formativi a livello di Master e di Dottorato. Il focus è quindi principalmente sulla dimensione della innovazione e del miglioramento della qualità dei percorsi piuttosto che sulla quantità numerica degli studenti (per la quale sono per l’appunto necessarie le misure strutturali di cui sopra).

A tal fine, le attuali iniziative di EIT ICT Labs in ambito ICT Education rispecchiano un approccio innovativo che vuole fornire percorsi formativi flessibili e misti (“blended”) per le nuove figure professionali di “technical entrepreneur”. Quest’approccio vuole formare nuovi talenti che siano in grado di coniugare competenze e conoscenze profonde in ambito tecnico ad ampie competenze legate all’innovazione e alla cultura imprenditoriale, i cosiddetti talenti “T-shaped”. Questo tipo di profilo si riferisce a figure professionali molto simili a quelle descritte sopra – per esempio Cyber-Security Engineer, Big Data Analyst, Interaction

La sfida è riuscire

a formare un numero

adeguato di professionisti

in ambito ict.

ALMA MATER STUDIORUM–UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

La ricerca dell’Università di Bologna è internazionale, interdisciplinare e di eccellenza. La competitività è dimostrata dai suoi risultati: circa 11.000 prodotti sviluppati in media ogni

anno, 200 brevetti in portfolio, oltre 91Me€ a livello europeo: nel settimo programma quadro l’Alma Mater è risultato il primo ateneo italiano per finanziamenti ricevuti, secondo un rapporto UE di agosto 2013. L’Università di Bologna dimostra anche un forte legame con il territorio regiona-le, grazie ai sette Centri Interdipartimentali di Ricerca Industriale (con progetti che spaziano dall’agroalimentare alla meccanica, all’ICT, dai materiali e dall’ecodesign industriale alla sicurezza e all’efficienza energetica) ma anche nazionale, partecipando a sei degli otto Cluster Tecnologici Nazionali del MIUR. All’interno della KIC ICT le aree focus dell’Ateneo di Bologna sono: Cyber-Physical Systems, Future Cloud, Smart Spaces, Urban Life and Mobility.

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Designer, Cyber-physical Architect, Urban Systems Architect, eHealth Architect et al. – che hanno quindi competenze profonde in domini tecnici specifici assieme a competenze trasversali relative a business, comunicazione e lavoro collaborativo.

In particolare EIT ICT Labs ha negli ultimi anni lanciato due iniziative strutturali relative a nuovi programmi a livello di Master e di Dottorato. Iniziative che vogliono essere di esem-pio nel rinnovamento dei percorsi formativi Europei per stimolare la cultura imprenditoriale e l’internazionalizzazione. In particolare:la EIT ICT Lab Master School è un nuovo portfolio di programmi di Master (Laurea

Magistrale in Italia) proposto da un consorzio delle principali università e Politecnici Eu-ropei – complessivamente più di venti università membri di EIT ICT Labs. I programmi coprono aree emergenti in ambito ICT quali Service Design and Engineering, Security and Privacy, Internet Technologies and Architetture, Human Computer Interaction and Design, Embedded Systems, Data Media Technologies e Distributed Systems. I program-mi integrano nel loro percorso alcuni elementi innovativi quali:(i) mobilità geografica (gli studenti hanno l’opportunità di frequentare due università

europee nel corso dei due anni del Master); (ii) un importante ed intensivo programma di corsi sull’impresa e l’innovazione tec-

nologica – il cosiddetto Innovation & Entrepreneurship Minor – che introduce nelle competenze degli studenti elementi quali lo sviluppo di business plan, analisi di mercato, lavoro di gruppo in ambienti internazionali e distribuiti;

(iii) partecipazione ad eventi organizzati all’interno del consorzio Europeo quali scuole estive, scuole invernali, competizioni internazionali e workshop tematici;

(iv) un progetto finale di tesi svolto in una delle aziende del consorzio EIT ICT Labs, quali Nokia, Siemens, Philips, Telecom Italia, SAP et al.

Gli studenti che partecipano a questi programmi possono quindi acquisire compe-tenze pratiche ed approfondite in domini scientifici e tecnologici di frontiera, studiando e lavorando in ambienti internazionali (circa la metà degli studenti dei percorsi EIT ICT Labs sono studenti non Europei) in stretto contatto con iniziative di ricerca, innovazione industriali e imprenditoriali quali internati in centri di ricerca industriali, ideas competitions, startup incubators etc. Ad oggi circa 300 studenti europei stanno seguendo la prima edizione di questi percorsi, l’obbiettivo è di arrivare a regime ad una numero di circa 500-600 studenti coinvolti nel percorsi EIT ICT Labs Master School.

la EIT ICT Lab Doctoral School è un nuovo percorso a livello di Dottorato condiviso da un numero di Scuole di Dottorato di Università membri di EIT ICT Labs. Il programma si affianca a eccellenti percorsi di dottorato esistenti e – anche in questo caso – punta a sostenere

la EIT ICT lab MasTEr sChool è un nuovo porTfolIo dI prograMMI dI MasTEr (laurEa MagIsTralE In ITalIa) .

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ed aumentare la cultura e la preparazione imprenditoriale dei dottorandi iscritti in percorsi scientifici-tecnici. Studenti di dottorato iscritti alle Scuole di Dottorato del consorzio possono applicare ed essere selezionati per il percorso EIT ICT Lab Doctoral School che prevede: ((i) un esteso programma di corsi sull’impresa e l’innovazione tecnologica che coprono

i temi legati alla creatività, al riconoscimento di opportunità di business in ambito tecnologico, allo sviluppo di modelli ed idee di business e alla gestione della proprietà intellettuale nella ricerca tecnologica;

((ii) la mobilità geografica per periodi fino a sei mesi degli studenti di dottorato in uno dei nodi e nella rete di centri di ricerca e industrie del consorzio Europeo EIT ICT Labs;

((iii) il supporto finanziario dopo la conclusione del percorso curriculare di dottorato per una esperienza imprenditoriale che si può svolgere sia in una impresa europea sia in un incubatore di startup.L’obiettivo finale è sempre quello di formare la nuova generazione di personale altamen-te specializzato sia in campo tecnologico che manageriale in grado di rispondere alle esigenze delle imprese esistenti e future, ma anche di rafforzare gli ecosistemi regionali di nuova imprenditorialità

Accanto a queste iniziative incardinate nelle principali università e Politecnici Europei, EIT ICT Labs propone e organizza anche un’importante serie di eventi in tutta Europa rivolti a dare l’opportunità a studenti, dottorandi, giovani ricercatori di incontrarsi fra di loro e di incontrare, analizzare e discutere con i principali centri di ricerca e imprese gli scenari dell’ap-plicazione dell’ICT nella società europea e le sfide sia tecnologiche che organizzative che ci aspettano nei prossimi anni. Nel 2014 EIT ICT Labs organizzerà otto Summer School, una per ogni linea di ricerca. In particolare: Cyber-Physical Systems (Trento), Cloud Computing (Helsinki), Future Networking Systems (Stockholm), Future Urban Life and Mobility (Nice), Health & Wellbeing (Eindhoven), Privacy, Security & Trust (Trento), Smart Energy Systems (Karlsruhe), Smart Spaces (Helsinki).

Queste iniziative sono rivolte a tutti gli studenti europei e coinvolgeranno fino a 400 studenti di Master e Dottorato.

la EIT ICT lab DoCToral

SChool è un nuovo

pErCorSo a lIvEllo DI

DoTToraTo ConDIvISo

Da un numEro DI SCuolE

DI DoTToraTo DI unIvErSITà

mEmbrI DI EIT ICT labS.

SCUOLA SUPERIORE SANT’ANNA

la Scuola Superiore Sant’Anna è un istituto universitario pubblico a statuto speciale, che opera nel campo delle scienze applicate: Scienze economiche e manageriali, Scienze Giuridiche,

Scienze Politiche, Scienze agrarie e biotecnologie, Scienze Mediche e Ingegneria Industriale e dell’In-formazione. La Scuola Superiore Sant’Anna ha l’obiettivo di sperimentare percorsi innovativi nella ricerca e nella formazione. 110 docenti e ricercatori vivono e interagiscono con più di 800 allievi ogni giorno, in un continuo scambio culturale e intellettuale. Da qui nascono idee innovative, sviluppate in collaborazione con università, enti, aziende e istituti di ricerca stranieri. 14,5M i fondi per la ricerca, di cui circa 3M da ricerche commissionate e 5,6M da finanziamenti UE e organismi internazionali. La Scuola Superiore Sant’Anna inoltre conta ad oggi 116 brevetti attivi e 41 Spin-Off generate.

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37N . 3 0 0 | G i u g n o / L u g l i o 2 0 1 4 |

➔EIF

➔CollEgamEnto Con lE aCtIon lInEs

➔opEn InnovatIon FunnEl

➔InnovatIon-rEsEarCh-busInEss

➔supporto aglI studEntI ChE voglIano dIvEntarE ImprEndItorI/CrEarE una startup/applICarE lE ConosCEnzE tECnIChE nEll’ambIEntE dI busInEss

➔pErChé l’aCCElEratorE nostro è dIvErso da quEllI EsIstEntI

➔lInkIng pIn bEtwEEn our “young” InnovatIon CommunIty and bIg CompanIEs

➔brIng rEsEarCh produCts to thE markEt

Aiutare l’Innovazione soprattutto quella che si sviluppa con le startup. È questo il lavoro che svolgo da oltre un anno presso il nodo italiano

dell’EIT ICT Labs con la qualifica di Business Developer. Sicuramente può sembrare un termine un po’ abusato. Se guardo l’elenco dei miei collega-menti su LinkedIn trovo una pletora di Business Developer, anche riferito a persone con profili clamorosamente tecnici. D’altro canto a noi italiani piace pensare, a prescindere dall’effettiva collocazione aziendale, che qualsiasi sia la nostra attività, si contribuisca allo sviluppo del Business dell’azienda e quindi siamo tutti un po’ Business Developer. Al contrario la qualifica di Business Developer è particolarmente azzeccata per il ruolo che ricopro all’interno dell’EIT ICT Labs.

In estrema sintesi un BD (Business Developer) cerca di far crescere il mercato di un’azienda. Nel rispetto della missione dell’EIT la crescita deve avvenire su scala Europea, proprio per avere una dimensione in grado di com-petere con un mercato globalizzato: è evidente che una società, per quanto forte ed innovativa, che rimanga entro i propri confini rischia prima o poi di essere copiata e superata da una concorrente che propone le stesse soluzioni su di una più ampia scala internazionale. Noi cerchiamo di trarre vantaggio dal networking Europeo degli oltre 30 BD sparsi su 9 nazioni (7 nodi “core” e 2 nodi “affiliate”) proprio per superare quelle difficoltà che nascono dal frammentato mercato Europeo.

In pratica siamo dei veri e propri sviluppatori di nuove opportunità di Business, “prestati” alle aziende che entrano nell’orbita dell’EIT ICT Labs con l’obiettivo di facilitare e supportare la loro crescita internazionale.

Si potrebbe obiettare che il mercato unico esiste già grazie agli accordi di Schengen. Questi sicuramente hanno aiutato e aiutano tuttora, ma vale principalmente per le grandi aziende; la cosa non è così scontata quando parliamo di PMI e startup. Facciamo un paragone con gli Stati Uniti. Una

Creare e crescere in Europa

Marco Senigalliesi EIT ICT Labs Italy Business Developer

TRENTO RISE

trento RISE è il polo dell’innovazione ICT del Trentino, fondato dall’Università degli Studi di Trento e dalla Fondazione Bruno Kessler. Esso svolge un ruolo di primo

piano nell’ecosistema dell’innovazione trentino, dialogando con i centri di ricerca, il mondo dell’ateneo, le aziende, la pubblica amministrazione. Tra le iniziative di Trento RISE figura TechPeaks – l’acceleratore di talenti, programma pubblico promosso in collaborazione con Trentino Sviluppo. L’obiettivo di TechPeaks è offrire un’opportunità a chi ha talento, attirando giovani da ogni parte del mondo, e facendo del Trentino un hub europeo delle startup nel settore delle nuove Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (ICT).

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➊➋➌➍

startup oltreoceano può immediatamente confrontarsi con un mercato uniforme che nativamente offre 300 milioni di clienti finali, che parlano un’unica lingua e sotto la stessa legislazione. In Europa abbiamo una pletora di legislazioni e tassazioni diverse ed al massimo si mettono insieme non più di 60 milioni di persone che parlano la stessa lingua. Una situazione che certo non incentiva le startup e le piccole imprese con i loro budget limitati a varcare i confini nazionali. Ed è questo il punto debole del ciclo Europeo: una buona preparazione scolastica, un’ottima ricerca, ma proprio quando la ricerca deve diventare Business nascono i problemi, il circolo si interrompe e l’economia ristagna. Quantomeno in Europa, mentre osserviamo che oltreoceano la ricerca diventa molto più facilmente Business con vantaggi per l’intera società americana e, per assurdo, facendo leva su ricercatori ed imprenditori europei trapiantati.

Obiettivo sfidante per l’EIT ICT Labs è che il circolo virtuoso Education-Research-Business si chiuda in Europa. E i Business Developer sono in prima linea per questa attività sostenuta dall’Unione Europea. Non si tratta del solito progetto con contribuzione “a pioggia” a sostegno o delle università o dei progetti di ricerca o delle aziende. Per le ini-ziative dell’EIT, l’Unione Europea ha previsto un contributo decisamente contenuto con un obiettivo chiaro e preciso: università, ricerca ed aziende già ricevono fondi in diversi modi; l’EIT deve fungere da collante, da catalizzatore o anche da facilitatore affinché i tre mondi lavorino in maniera armonica, integrata e sinergica; affinché gli studenti diventi-no ricercatori, la ricerca ed i ricercatori passino ad aziende esistenti o nuove e che queste crescano su scala internazionale facendo leva sull’innovazione proposta dalla ricerca.

I Business Developer non hanno fondi da elargire alle aziende, ma la propria compe-tenza, professionalità e il networking. Il Business Developer è un profilo necessariamente senior e ovviamente deve avere la più ampia competenza possibile sulle tematiche dell’ICT. Deve aver maturato esperienza in aziende, possibilmente di tutte le taglie, dalle startup alle multinazionali, perché dovrà interagire con tutte ed adeguarsi alle diverse dinamiche. Ovviamente le sole competenze tecniche non sono sufficienti: occorre anche esperienza in termini di finanza, mercati e strategie.

Tutte queste competenze oltre alle ottime capacità interpersonali sono il bagaglio neces-sario anche per valutare il livello qualitativo di una società che si incontra: comprenderne la visione e l’approccio; valutare il business plan; analizzare la strategia di mercato; giudicare le prospettive di crescita su mercati internazionali.

L’attività del Business Developer può essere suddivisa in 4 filoni:

1. Sostegno alle startup: tramite un’attività di scouting e di coaching di quelle con maggior impatto innovativo con un duplice obiettivo: porle all’attenzione delle Large Enterprise (per una partnership o un acquisition) e farle crescere a livello europeo (tramite part-nership o canali di distribuzione).

2. Sostegno alle piccole e medie imprese: per renderle più forti sul mercato globale il primo passo è che loro stesse crescano internazionalmente; al tempo stesso, vista anche la rapida obsolescenza dell’innovazione nel campo dell’ICT è necessario proporre alle piccole e medie imprese le tecnologie mature prodotte da università e centri di ricerca affinché le acquisiscano per mantenere un alto livello di innovazione.

3. Sostegno alle grandi imprese: primariamente rivolto alle società partner, ma in seconda battuta a tutte le altre. Le grandi aziende hanno i loro centri di ricerca ed i loro piani

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EIT ICT Labs ITaLy

39N . 3 0 0 | G i u g n o / L u g l i o 2 0 1 4 |

di sviluppo pluriennali; a causa delle loro dimensioni talvolta hanno difficoltà ad inse-guire le tecnologie “disruptive” che sempre più spesso hanno sviluppi velocissimi; sono quindi molto interessate a conoscere le startup innovative e le tecnologie mature dei centri di ricerca con l’obiettivo di fare delle partnership o delle acquisition e grazie ad esse mantenere un elevato livello competitivo internazionale.

4. Sostegno ai centri di ricerca: talvolta le ricerca, anche quella finanziata a livello europeo, nazionale e regionale, produce risultati di altissimo valore, ma che rischiano di restare chiusi in un cassetto. Il BD svolge un’attività di scouting delle cosiddette tecnologie mature e le porta all’attenzione delle PMI e delle Large Enterprise affinché diventino il carburante di queste aziende.

Come si vede alcuni azioni sono assolutamente sinergiche e portano vantaggi a tutti gli attori coinvolti.

In effetti la nostra struttura internazionale (detta Business Development Acceleration team o BDA team) è molto simile ad un “hub” che mette in contatto o relazione startup, piccole e medie imprese, multinazionali, centri di ricerca ed università. E non solo perché l’hub del BDA team si relaziona anche con:

CoRehab è nata nel 2011 da una domanda: come rendere la riabilitazione più piacevole

ed efficace? La prima risposta è arrivata con Riablo (nelle sue tre versioni Stelo, Ubiquo ed Anteo). Con Riablo la riabilitazione si fa giocando ad un videogioco e per vincere basta eseguire i movimenti impostati dal fisioterapista, relazionandosi con un’interfaccia grafica attraverso specifici sensori (pedana di pressione oppure sensori di movimento indossabili). Il fisioterapista controlla la sessione attraverso le Web Applications, impostando i parametri di gioco e controllando i risultati anche da remoto e “in differita”. In questo modo il paziente è sempre controllato anche quando è lontano dal centro di riabilitazione e il fisioterapista è libero di scegliere il momento migliore per valutarne i progressi. Riablo offre inoltre un’ampia possibilità di esercizi da selezionare a seconda delle necessità dei pazienti. E l’affidabilità del sistema è totale: Riablo è stato implementato da tecnici e medici esperti appositamente per il settore della fisioterapia e il prodotto è certificato da studi, test e numerose pubblicazioni scientifiche.

CoRehab si rivolge principalmente a cliniche e centri di riabilitazione. Grazie al supporto del Business Development Accelerator team di EIT ICT Labs, Corehab è stata messa in contatto con la società Finlandese Sensorfit. In una prima fase si è cercato di aiutare le due società per focalizzare un modello di business integrato per individuare ed accedere a nuovi mercati. Entrambe le aziende sono state invitate a diversi incontri per discutere sul modello di business e l’approccio di collaborazione il cui l’obiettivo era quello di trovare una possibile partnership tecnologica e una sinergia di mercato. David Tacconi, CEO di CoRehab, e Marko Kailasuo, CEO di Sensorfit, hanno infine individuato una modalità di collaborazione: svilupperanno una soluzione mobile di CoRehab in grado di rilevare il livello di attività quotidiana utile nel processo di riabilitazione e Sensorfit diventerà partner di vendita di CoRehab nei paesi scandinavi.

COREHAB

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Gli studenti delle Doctoral, Master e Summer School dell’EIT ICT Labs per presentare loro startup e grandi aziende o per facilitare l’internship di studenti presso le aziende stesse;

Imprenditori alla ricerca di idee di business da sviluppare;

Fondi di investimento alla ricerca di promettenti innovazioni da finanziare.

È un’attività sicuramente complessa che va gestita in maniera organica ed organizzata. Ci sono già tutta una serie di programmi ed azioni per sviluppare in maniera coerente

tutte le attività e le relazioni fin qui citate. Necessariamente il BDA team si è dotato di una ampia squadra per sostenere tutte le azioni con ben 5 BD per nodo più alcune risorse addizionali con specifiche funzioni per attività quali l’Access to Finance, la gestione delle Tecnologie Mature, etc.

In Italia al momento l’EIT ICT Labs non è così noto da far spontaneamente nascere richieste dalle aziende di far parte dei programmi in corso; per cui siamo noi BD a fare l’azione di scouting. Siamo in contatto con incubatori ed acceleratori d’impresa così come con i cluster, per incontrare le società che stanno crescendo e sviluppandosi in quegli ambiti. In tutti i casi le iniziative dell’EIT ICT Labs sono viste come complemen-tari a quelle svolte nell’organizzazione visitata. Siamo altresì in contatto con una serie di centri di ricerca ed università che ci propongono i loro spin-off. Ma ci piace anche andare a caccia di “perle grezze” cresciute al di fuori di ambienti protetti di cui solitamente veniamo a conoscenza tramite la nostra rete di collegamenti.

Quando incontriamo un’azienda illustriamo cosa possiamo fare per loro e questo solitamente accende gli entusiasmi di chi abbiamo di fronte. Si tratta di imprenditori e a loro non par vero che ci sia un ente europeo che si propone spontaneamente

POLITECNICO DI TORINO

Il Politecnico di Torino è un ateneo di rife-rimento nel panorama italiano e internazio-

nale per gli studi di ingegneria e architettura. Tradizione e innovazione sono elementi che lo contraddistinguono e che rendono il campus un ambiente stimolante e ricco di opportunità. Nell’ambito imprenditoriale l’I3P – Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino è il principale incubatore universitario italiano e uno dei maggiori a livello europeo. I3P fa-vorisce la nascita di nuove imprese science-based con validata potenzialità di crescita, fondate sia da ricercatori universitari sia da imprenditori esterni, fornendo loro spazi at-trezzati, servizi di consulenza e professionali per avviare la propria attività imprenditoriale collegandoli con un network di imprenditori, manager e investitori.

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EIT ICT Labs ITaLy

41N . 3 0 0 | G i u g n o / L u g l i o 2 0 1 4 |

RSENS progetta, produce e vende sensori innovativi per la misurazione di gas Radon. Il Radon è un gas na-turale radioattivo, inodore, incolore e insapore. È presente in quantità minime ovunque, ma può accumularsi

negli spazi chiusi, diventando così un pericolo per la salute delle persone. Quando una persona inala Radon, le particelle alfa emesse possono lesionare le cellule polmonari. Il Radon è stato riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come il secondo fattore di rischio più importante per l’insorgenza del cancro polmonare.

All’inizio della collaborazione con l’EIT ICT Labs, RSENS offriva il prodotto RStone, uno strumento di misura molto preciso e a basso costo. RStone ha dimostrato di essere un ottimo prodotto, ed è stato destinato all’uso professionale. Dopo vari incontri si è deciso di indirizzare il prodotto a un mercato emergente dei consumer; questo ha richiesto una nuova visione e nuova strategia per costruire un nuovo prodotto che misurasse la qualità dell’aria in generale. Le nuove misurazioni non sono più focalizzate esclusivamente su concentrazioni di gas Radon, ma cominciano a cercare altri tipici inquinanti indoor ed ad integrare parametri ambientali (CO, CO2, temperatura, umidità, etc.)

RSens ha progettato un nuovo prodotto con queste caratteristiche e l’idea è stata presentata alle grandi imprese europee; il feedback è stato molto buono, ma il processo per acquisire la tecnologia o per avviare un processo non si è sviluppato alla velocità prevista. A questo punto, per accelerare il processo, è stato deciso di guardare al mercato statunitense. Attraverso i social media sono stati creati ottimi contatti con imprenditori e grandi aziende che lavorano nel campo della home-automation. Dopo diversi incontri e conference call, due accordi sono stati chiusi, il primo con un distributore locale ed il secondo con una grande azienda statunitense per testare il prototipo del prodotto consumer sulla propria piattaforma di home-automation destinata al mercato statunitense.

RSENS

-turale radioattivo, inodore, incolore e insapore. È presente in quantità minime ovunque, ma può accumularsi

negli spazi chiusi, diventando così un pericolo per la salute delle persone. Quando una persona inala Radon, le particelle alfa emesse possono lesionare le cellule polmonari. Il Radon è stato riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come il secondo fattore di rischio più importante per l’insorgenza del cancro polmonare.

All’inizio della collaborazione con l’EIT ICT Labs, RSENS offriva il prodotto RStone, uno strumento di misura molto preciso e a basso costo. RStone ha dimostrato di essere un ottimo prodotto, ed è stato destinato all’uso professionale. Dopo vari incontri si è deciso di indirizzare il prodotto a un mercato emergente dei consumer; questo ha richiesto una nuova visione e nuova strategia per costruire un nuovo prodotto che misurasse la qualità dell’aria in generale. Le nuove misurazioni non sono più focalizzate esclusivamente su concentrazioni di gas Radon, ma cominciano a cercare altri tipici inquinanti indoor ed ad integrare parametri ambientali

RSens ha progettato un nuovo prodotto con queste caratteristiche e l’idea è stata presentata alle grandi imprese europee; il feedback è stato molto buono, ma il processo per acquisire la tecnologia o per avviare un

per sostenerli e guidarli nella crescita internazionale. Durante l’incontro, segue poi una fase di disamina della società; il BD vuole e deve conoscere tutto: prodotti/servizi offerti, tecnologia, mercato, marketing, fatturato, posizione finanziaria, fornitori, clienti, finan-ziatori, numero di collaboratori, mansioni e impegno temporale, livello dell’innovazione, proprietà intellettuale, ipotesi di crescita, etc.

Possono sembrare tante le informazioni richieste, ma se il BD deve lavorare come se fosse il Business Developer della società stessa c’è bisogno di queste informazioni. Solo così ci si può fare un chiaro quadro della situazione, comprendere le potenzia-lità e confermare i bisogni espressi dalla società.

Una volta tornato nel proprio ufficio e valutata l’azienda come meritevole di sostegno (in questo caso la etichettiamo come “Scouted”) inizia la complessa attività di individuare un BD di un altro nodo europeo che possa sostenerne la crescita presso la sua nazione. Per far questo occorre disporre appunto di tutte le informazioni della società affinché il BD del nodo di destinazione possa comprendere che tipo di supporto necessita l’azienda candidata e se tra i suoi contatti ci siano altre aziende che possano fungere da sponda o supporto. Si tratta di scrivere, telefonare, fare presentazioni; ma vista anche l’ampiezza del settore ICT, occorre interpellare più BD prima di trovare quello che abbia l’opportunità migliore.

Quando un BD di un altro nodo decide di “adottare” l’azienda candidata, essa viene etichettata come “Coached”. Se poi l’azione del nodo di destinazione è così efficace da dare risultati concreti l’azienda viene etichettata come “Success Story”. Il numero delle Success Story è il parametro con cui viene valutata l’efficienza del BDA team. L’obiettivo del 2013 erano 20; nel 2014 saranno 30. Ossia entro la fine di quest’anno 30 società dovranno avere uno sviluppo a livello internazionale grazie al supporto della rete dei BD.

Siamo iN coNtatto coN iNcubatori Ed accElEratori d’imprESa coSì comE coN i cluStEr, pEr iNcoNtrarE lE SociEtà chE StaNNo crEScENdo E SviluppaNdoSi iN quEgli ambiti.

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L’innovazione non è un “prodotto” creato dai laboratori di ricerca. È piuttosto un pro-cesso di trasformazione, rinnovamento, miglioramento di un qualcosa già esistente, o una risposta ad un bisogno che comunque trova la sua realizzazione nel mercato. L’innovazione risponde a un profondo e primordiale bisogno dell’uomo, anzi è proprio un modo di essere: la risposta dell’ingegno all’elaborazione di un continuo adattamento dell’uomo rispetto al contesto. È certamente legata alla tecnologia ed al progresso scientifico, ma va oltre ed investe ogni aspetto della vita delle persone nei più vari ambiti, dal mondo del lavoro alle attività culturali e sociali. L’innovazione la si incontra per le strade, nei negozi, nelle strade, nelle interazioni di ogni giorno, private o pubbliche che siano.

L’innovazione tendenzialmente è destinata a migliorare le condizioni di vita delle per-sone, anche attraverso piccoli, impercettibili passi, che sostengono in maniera costante l’evoluzione. In sintesi, anche se spesso invisibile all’occhio “profano”, ci accompagna e rende non solo possibili, ma meno stressanti numerose attività della nostra vita quotidiana. Prendere un autobus sapendo con certezza l’ora di arrivo è un traguardo reso possibile dalle tabelle elettroniche delle nostre fermate moderne. Fare acquisti in un negozio online, interagire con le persone nel mondo attraverso Internet, sono tutte azioni tecnologica-mente avanzate.

Vince l’ecosistema che coinvolge la genteQuando si parla di ecosistema dell’innovazione si intende il circuito ideale che collega con il mercato una serie di soggetti quali università, centri di ricerca, incubatori d’impresa, industria, imprenditori, investitori, ricercatori, sviluppatori, studenti, enti pubblici. Il senso di ciò sta nella capacità di portare innovazione a tutti e permettere a ogni soggetto del circuito di trovare la propria soddisfazione, perché solo così l’ecosistema sopravvive e si sviluppa.

Migliorare la vita è il nostro fine

Laura Meijere CristanelliEIT ICT Labs Italy

Marketing & Communications Manager

CENTRO RICERCHE FIAT (CRF)

La missione del Centro Ricerche FIAT (CRF), fondato nel 1978, è sviluppare prodotti, processi e metodologie innovative per aumentare la competitività del Gruppo Fiat.

In partenariato con tutti i portatori d’interesse pubblici e privati nel campo della mobilità sostenibile e attraverso una rete di relazioni con oltre 1800 partner accademici e industriali, il CRF partecipa a iniziative di ricerca collaborativa a livello nazionale e internazionale con la finalità di favorire l’applicazione industriale dei risultati della ricerca.

Con un organico di circa 900 dipendenti, il CRF indirizza le proprie attività di ricerca e sviluppo su tre aree: la sostenibilità ambientale, attraverso progetti finalizzati all’aumento dell’efficienza energetica e alla riduzione dell’impatto ambientale su tutto il ciclo di vita del veicolo; la sostenibilità sociale, sviluppando sistemi di sicurezza attiva, passiva, preventiva e cooperativa dei sistemi di trasporto e studiando misure per garantire l’accesso alla mobilità a tutte le persone indipendentemente dalle loro specificità; la competitività economicamente sostenibile, con programmi di miglioramento di prestazioni e funzionalità del veicolo, orientati anche alla riduzione dei tempi di introduzione sul mercato dei risultati della ricerca.

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La tecnologia costituisce per sua natura una delle leve più importanti per creare innovazione. A livello europeo l’EIT ICT Labs costituisce uno dei soggetti istituzionali che più lavora al processo di innovazione nell’area delle tecnologie dell’informazione e comunicazione. Il nodo italiano dell’EIT ICT Labs si è proposto, ed attivato, fin dalla sua costituzione, nel gennaio 2012, per portare i risultati della evoluzione tecnologica a livello di sistema e per misurarli sul territorio. Esso riunisce partner industriali ed accademici di eccellenza nel mondo della ricerca in Italia sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Essendo l’innovazione, come già anticipato, un processo che investe la vita quotidiana delle persone, lavorare al suo sviluppo solo all’interno di centri di ricerca non ha senso. Per questo gli EIT ICT Labs (il KIC) e EIT ICT Labs Italy in particolare portano l’innovazione sul territorio e la misurano sul territorio.

L’innovazione sul territorio avviene attraverso i partner, che sono interes-sati a promuovere i propri progetti, anche grazie al contributo fondamen-tale del soggetto pubblico, in particolare della Provincia di Trento, segno dell’attenzione di un territorio che ne comprende l’importanza. Inoltre il nodo italiano sta lavorando per collegarsi in modo più efficace anche ad altre

il centro ricerche Fiat, insieme ai partner europei di svezia, Germania e paesi Bassi, lavora al proGetto

“car-2-X” sull’autostrada del Brennero a22, con l’oBiettivo di rendere il traFFico più sicuro, diminuire Gli inGorGhi misurare e miGliorare l’interazione tra Gli autoveicoli e l’amBiente circostante…

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realtà territoriali in cui vi è la presenza di nostri partner (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana) e con le relative istituzioni provinciali e regionali.

Impossibile innovare sul territorio senza coinvolgerlo, vale a dire senza creare un rap-porto stabile di collaborazione e reciproca crescita tra centri di ricerca, istituzioni, imprese e utilizzatori finali. Un esempio per quanto riguarda EIT ICT Labs Italy, ben si identi-fica nella collaborazione con la Federazione delle cooperative trentine (partner dell’EIT ICT Labs Italy). Anche gli istituti scolastici sono coinvolti nel processo, l’Istituto tecnico Buonarroti di Trento collabora a dimostrazione che bisogna cominciare già dalle scuole.

La sfera di influenza del nodo si esercita poi anche a livello nazionale e oltre. EIT ICT Labs Italy, infatti, rappresenta il riferimento anche per alcune aree dell’Europa dell’est, tra cui Slovenia, Croazia, Bulgaria, Romania e Grecia. Anche in questi territori, sebbene in modo più limitato, il nodo italiano opera con gli stessi scopi e modalità. L’obiettivo generale in quest’area geografica è di sviluppare partnership di collaborazione interessanti per i paesi dell’UE non appartenenti alla rete EIT ICT Labs in tutti e tre i campi base del modello “triangolo della conoscenza” - l’alta formazione, la ricerca e il supporto a startup e PMI.

Tecnologie digitali dedicate alla cittàL’innovazione sul territorio passa attraverso i diversi progetti focalizzati sull’applicazione delle tecnologie digitali nei vari ambiti che mirano all’ottimizzazione del funzionamento delle città ed al miglioramento della qualità della vita delle persone nel breve e lungo termine.

Per menzionare solo alcuni esempi, RetailerIn è un prodotto sviluppato dal U-Hopper, (startup della comunità di Business di EIT ICT Labs), che consiste in una piattaforma innovativa in grado di monitorare e analizzare in tempo reale i movimenti dei clienti all’interno di un punto vendita. Attraverso dei piccoli sensori collocati sui carrelli o sui cestelli della spesa, RetailerIn riesce a capire come i clienti si muovono all’interno di un supermercato, quali i percorsi più ricorrenti, dove si fermano maggiormente, ed il tempo dedicato alla spesa. In America già da tempo i grandi supermercati cercano di utilizzare le tecnologie dell’informazione, come ad esempio i sensori di eye-tracking per capire cosa guardano le persone sullo scaffale di un negozio. Adesso, grazie a RetailerIn, anche in alcuni supermercati del Trentino arrivano sistemi di sensori con lo stesso scopo: capire meglio il comportamento delle persone nei negozi.

POLITECNICO DI MILANO

Con i suoi quarantamila studenti in ingegneria, architettura e design, il Politecnico di Milano è il principale Ateneo scientifico-tecnologico italiano. L’Ateneo, che ha festeggiato nel

2013 il suo 150-mo anniversario, punta sulla qualità della ricerca scientifica, sull’innovazione della didattica e su un forte rapporto con la fertile realtà economica e produttiva del suo territorio, fa-cendo uso di numerosi centri per il trasferimento tecnologico. Il suo incubatore Poli-Hub promuove lo sviluppo di startup spesso vincenti sul mercato. Partecipa a tre progetti EIT ICT Labs finalizzati ad EXPO 2015: 3cixty, che sviluppa una piattaforma per facilitare lo sviluppo di servizi (anche di tipo sociale) e applicazioni mobili per i visitatori della città; City Data Fusion, che permette di visualizzare il pulsare dinamico della città usando dati sociali (tweets) e telefonici; Streetsmart, che sviluppa applicazioni interattive personalizzate per grandi schermi integrando interazione "a distanza" (basata su gesti e movimenti) e interazione via dispositivi mobili personali.

EIT ICT LAbS ITALy, InFATTI, rAPPrESEnTA

IL rIFErIMEnTO AnCHE PEr

ALCunE ArEE DELL’EurOPA DELL’EST, TrA CuI SLOvEnIA,

CrOAzIA, buLgArIA,

rOMAnIA E grECIA.

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Per quanto riguarda il nodo italiano, un’area dove si genera innovazione sul territorio trentino è rappresentata dalla mobilità. Ad esempio il centro ricerche Fiat, insieme ai partner europei di Svezia, Germania e Paesi Bassi, lavo-ra al progetto EIT ICT Labs “Next Generation Car-2-X”. L’attività nel Nodo Italiano estende il Test Site sviluppato nel progetto europeo DRIVE C2X. Quest’ultimo ha visto la collaborazione di CRF e Autostrada del Brennero - A22 nella sperimentazione di tecnologie ICT per veicoli e in-frastruttura stradale su scenari reali a libero scorrimento. L’obiettivo è rendere il traffico più sicuro, diminuire gli ingorghi, migliorare l’interazione tra gli autoveicoli e l’am-biente circostante per diminuire le situazioni di rischio nella circolazione stradale. I veicoli “dimostratori” sono equipag-giati con sistema di comunicazione a corto raggio, ricevitore satellitare e computer di bordo collegato alla rete veicolo, e formano le cosiddette “reti veicolari” basate sulla comuni-cazione veicolo-veicolo e veicolo-infrastruttura stradale. In questo contesto “Next Generation Car-2-X” si occupa dello scambio dati per la localizzazione precisa delle vetture, un aspetto di fondamentale importanza per applicazioni legate di sicurezza.

Un altro progetto che rientra nell’area della mobilità, ma unisce anche la ricerca nel campo dell’energia, anch’esso situato in Trentino, è quello riguar-dante le “gallerie intelligenti”. Il progetto si propone di risparmiare energia e risorse pubbliche, aumentare la sicurezza di tunnel e gallerie attraverso la cosiddetta “illuminazione adattativa”. Questa costituisce un sistema capace di regolare l’intensità dell’illuminazione nella galleria grazie ad informazioni provenienti da sensori situati all’interno ed all’esterno. In questo modo si diminuisce il rischio di effetto buio/abbagliamento (miglioramento della sicurezza) e si riducono, nello stesso tempo, in modo significativo i consumi (risparmio energetico, fino al 60%). A questo scopo il Trentino è un territorio ideale per la sperimentazione, grazie alla numerosa presenza di tunnel stradali. Accanto agli effetti positivi per il territorio, i tunnel potrebbero diventare così laboratori permanenti, aperti sia a centri di ricerca locali che internazionali, dove svolgere vari tipi di sperimentazione.

Infine una serie di progetti focalizzati sulla città intelligente e sugli spazi intelligenti saranno svolti nel contesto di EXPO 2015 di Milano. Tra questi anche CitySensing, un progetto sviluppato dallo SKIL Lab di Telecom Italia e dal Politecnico di Milano. Già durante la Milan Design Week 2014 CitySensing raccontava come stava cambiando Milano durante i giorni dell’evento, e lo faceva utilizzando i Big Data, ovvero quell’enorme flusso informativo che i suoi abitanti e i suoi visitatori “lasciano dietro di sé” utilizzando il proprio smartphone o muovendosi in città. Utilizzando tecnologie d’analisi d’avanguardia e modelli avanzati di visualizzazione dei dati, CitySensing mostra una prospettiva nuova di quale impatto l’evento abbia avuto su Milano. CitySensing è anche un modo di raccontare la città attraverso la lettura dei dati e delle informazioni che le persone generano: quelle tracce digitali che ognuno di noi lascia ogni volta che compie un piccolo gesto quotidiano, come fare una telefonata, inviare un tweet o utilizzare una bici pubblica.

FEDERAZIONE TRENTINA DELLA COOPERAZIONE

Il Trentino, già riconosciuto come una delle regioni europee con la maggior qualità di vita, diventa un

grande laboratorio “vivo”, a “cielo aperto”, in cui ap-plicare le innovazioni dell’ICT. La Federazione Tren-tina della Cooperazione è un tassello fondamentale di tale strategia. La pluralità di aziende aggregate in Federazione (533 società in vari settori produttivi) ed i suoi oltre 270.000 soci sono infatti un “asset” essenziale per assicurare al nodo italiano di EIT ICT Labs una migliore penetrazione nel territorio e la possibilità di portare l’innovazione sul campo.

Un altro progetto che rientra nell’area della mobilità, ma Unisce anche la ricerca nel campo dell’energia, anch’esso sitUato in trentino, è qUello rigUardante le “gallerie intelligenti”. il progetto si propone di risparmiare energia e risorse pUbbliche, aUmentare la sicUrezza di tUnnel e gallerie attraverso la cosiddetta “illUminazione adattativa”.

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xM L’importanza dei processi decisionaliInnovare significa avere “il polso” della situazione ed entrare in sintonia con i processi decisionali, di evoluzione del territorio, affiancandoli e non entrando in contrapposizione con essi. Innovazione quindi significa anche evoluzione di processi decisionali ed evoluzione del quadro normativo.

Un esempio sul territorio trentino è l’iniziativa del portale “Open data in Trentino”, che permette, tramite un unico punto di accesso, la ricerca, la fruizione, il download di dati o documenti contenenti informazioni pubbli-che prodotte dalle amministrazioni nell’ambito dei propri scopi istituzionali. Obiettivo del portale è quello di promuovere un utilizzo diffuso dei dati, per favorire lo sviluppo di idee innovative.

Il progetto è stato lanciato perché la messa a disposizione del patrimonio informativo pubblico contribuisce all’arricchimento della massa di dati che caratterizzano l’evoluzione di Internet già oggi e sempre più nei prossimi anni. L’allineamento poi della pubblica amministrazione a questi sviluppi cambia il modo di operare della stessa, favorendo risparmi gestionali e, soprattutto, promuove lo sviluppo di servizi con modalità sussidiaria in collaborazione fra pubblico e privato. La domanda di nuovi servizi promuove nuova o rinnovata imprenditorialità centrata sui nuovi bisogni mediati dalla disponibilità delle nuove tecnologie.

Il progetto è gestito dalla Provincia Autonoma di Trento e realizza concre-tamente gli obiettivi di competenza in materia di innovazione. Si avvale del supporto operativo di Informatica Trentina e dei partner di EIT ICT Labs a Trento (Trento RISE) per gli aspetti di ricerca applicativa e innovazione dei servizi del Laboratorio territoriale Trentino, mentre FBK e Università di Trento forniscono il know-how tecnologico e di ricerca a supporto delle attività scientifiche del progetto.

Comunicare e condividere tecnologie e novitàInnovare sul territorio significa coinvolgere i cittadini e per que-sto l’aspetto della comunicazione e la funzione dei media sono fon-damentali. L’innovazione possiede una forza propria che produce il cambiamento della realtà ma, ha, comunque, bisogno di “comuni-care se stessa”: innovare significa divulgare e dunque far conoscere il cambiamento affinché non sia osteggiato e addirittura temuto.

Il processo di comunicazione, quando in campo ci sono tec-nologie “ambiziose”, è difficile perché occorre tenere insieme le esigenze di dialogo con il territo-

CITYSENSING

Ilprogetto CitySensing, sviluppato da JoL

SKIL Telecom Italia, il Politecnico di Milano e l’università di Trento, studia le dinamiche legate agli eventi del territorio, quali la stima della presenza di persone, la loro provenienza, la popolarità di un appuntamento, oppure l’apprezzamento, sia in positivo che in negativo, espresso nei vari social network. Attraverso un cruscotto personalizzato di semplice accesso gli organizzatori di un evento, o gli amministratori pubblici, possono per esempio monitorare in tempo reale la reazione della città e dei suoi visitatori durante l’evento stesso, focalizzando l’attenzione su luoghi o periodi specifici. Il risultato è un’accurata chiave di lettura del territorio, perché statisticamente rilevante, ampia e di gran lunga meno onerosa di qualsiasi strumento di rilevazione statistica basato su un campionamento. CitySensing è già stato utilizzato per misurare il pulsare della città durante le edizioni 2013 e 2014 della Milano Design Week, edizione di autunno 2013 della Milano Fashion Week e l’edizione 2013 del Lucca Comics and Games.

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rio “locale” e le esigenze di diffusione in un più vasto orizzonte “globale”. La comunicazione deve essere “glocale”. Il nodo italiano partecipa, attraverso l’EIT ICT Labs a numerose iniziative di comunicazione a livello nazionale ed europeo, come Cebit (Hannover), Mobile World Congress (Barcellona), ICT2013 (Vilnius), Expo 2015 (Milano).

A livello locale sono vari gli eventi e le occasioni per presentare i progetti realizzati o in corso, condividendo così con gli altri protagonisti del sistema locale e con i cittadini idee, metodologie e risultati raggiunti, non meno importante dare la possibilità di toccare con mano l’innovazione realizzata. Non si tratta, dunque, solo di informare e condividere ma di coinvolgere, trasformando i cittadini da utilizzatori passivi a propositori attivi, guida per l’innovazione.

La Notte dei Ricercatori è invece un’iniziativa promossa dalla Commis-sione Europea, che coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei. È un momento d’incontro tra ricercatori e cittadini utile alla diffusione della cultura scientifica ed alla conoscenza delle professioni legate al mondo della ricerca, in un contesto informale e stimolante. È un’occasione per mostrare ai cittadini l’impatto della ricerca, ed anche per evidenziare che i beneficiari finali della ricerca sono le persone.

Anche l’evento ICT Days che ogni anno si svolge a Trento, è sempre un’occasione per far incontrare studenti, startupper, ricercatori, imprenditori e cittadini e per confrontarsi sulle nuove tecnologie per l’innovazione della società e del territorio.

Un altro appuntamento che si sta consolidando nell’esperienza di EIT ICT Labs Italy è la partecipazione a TEDx, evento di primaria importanza nel mondo dell’innovazione e creatività, dove il nodo italiano porta la propria visione ed esperienza sul futuro digitale.

Infine un’occasione particolare per promuovere l’innovazione sul terri-torio nel campo dello sport è stata la Business Session che EIT ICT Labs ha organizzato durante la Universiade 2013 (dicembre 2013). L’evento era dedicato a mostrare al grande pubblico le tendenze dell’innovazione nello sport nonché ad offrire opportunità di business per le startup e anche per grandi aziende del settore.

Cebit (Hannover)

ICT2013 (Vilnius)

Mobile World Congress (Barcellona)

Expo 2015 (Milano)

Il Mobile Territorial Lab (MTL) è un progetto del Joint open lab Semantics & Knowledge Innovation Lab (JOL SKIL) Telecom Italia, FBK e Trento RISE, per

il trattamento dei Personal Big Data, ovvero di quell’insieme di dati che gli individui generano attraverso i propri smartphone e che trasformano le persone in sensori del territorio, come teorizzato nei modelli Smart City.

Seguendo il modello del Living Lab promosso dall’EIT ICT Labs e dalla Pro-vincia Autonoma di Trento è infatti stata creata una comunità pilota di giovani famiglie che utilizzano smartphone dotati di un software di “sensing” e di una SIM, che raccoglie costantemente informazioni su spostamenti, interazioni e preferenze, fornendo così una mappa dinamica di come viene vissuto un territorio.

MOBILE TERRITORIAL LAB

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Gert Guri, Education Area Manager Trento RISE dal 27 luglio all’8 agosto riunisce 50 studenti che vengono da diversi paesi europei per approfondire temi quali privacy, sicurezza, fiducia. Lo scopo è creare un network tra i diversi attori dell’innovazione creando l’interazione indispensabile fra ricerca, impresa e formazione.

Qual è l’obiettivo della Summer School su Privacy, Security & Trust?La Summer School fornisce gli strumenti per comprendere quando usare le nuove

tecnologie, valutarne i vantaggi, ma anche conoscere il loro impatto sulla sfera personale dei cittadini. Attraverso lezioni, lavori di gruppo, tutoraggio e visite in aziende gli allievi toccheranno con mano l’importanza dei Big Data e, al contempo, apprenderanno il modo con cui rendere questi dati sicuri nella vita digitale, per esempio per quanto riguarda l’identità e l’e-commerce.

L'era elettrica è l'era della trasparenza per eccellenza. Quale Paese già educa i suoi giovani a questo modo di essere cittadini?

L’Istituto europeo per l’innovazione e la tecnologia è nato proprio per educare i giovani di tutta l’Europa, in particolare quelli degli sette nodi che lo costituiscono. La priorità è creare uno standard di trasparenza e di comunicazione per tutti. Non vogliamo un Paese migliore e più veloce degli altri, ma omogeneità tra gli Stati.

Cosa rappresenta per i giovani talenti italiani l’Istituto europeo per l’innovazione e la tecnologia?

Una grande opportunità! Gli studenti possono formarsi in 19 prestigiose università europee nell’ambito delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Inoltre hanno il vantaggio di studiare per due anni in altrettanti atenei e, infine, per un semestre hanno un contatto diretto con le aziende: spesso questo rappresenta la corsia preferenziale al mercato del lavoro.

Luigi Garofalo

Europa e Formazione

Gert Guri | Education arEa ManagEr trEnto riSE

Outreach X-eurOpe

EIT ICT Labs ha lanciato Outreach X-Europe nel 2012/13, programma con l'obiettivo di diffon-dere e promuovere conoscenza e competenze in tutti i paesi europei non ancora direttamente coinvolti in EIT e creando fruttuosi rapporti di collaborazione sul modello: istruzione, ricerca e imprese.

Lo scopo delle attività è di coinvolgere gli stati membri dell'Unione europea dove la corrente EIT ICT Labs non è ancora localizzata. Outreach X-Europe è guidato dal gruppo di Budapest con la partecipazione dei Nodi di Berlino, Helsinki, Trento e l'ufficio Master School di EIT ICT Labs. Il programma intende coinvolgere gli studenti ICT, professori e startup. Le aree dell'iniziativa sono: Studente Opportunità, Attivazione startup, Scouting, Mobilità ed Eventi – Focus. Slovenia, Romania, Austria, Bulgaria e Ungheria hanno partecipato al programma.

La priorità è creare uno standard di trasparenza e di comunicazione per tutti. non vogLiamo un paese migLiore e più veLoce degLi aLtri, ma omogeneità tra gLi stati.

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Fabio Carati, Strategic Business Developer of EIT ICT Labs and Entrepreneur, esperto del settore e al lavoro all’Outreach Program parla di startup nell’Est e nel Sud-Est Europa. Non si può parlare di startup e innovazione se non si considera un territorio come “ecosistema”, che può essere più o meno adatto allo sviluppo. Per esempio, se in un terreno si piantano dei semi, questi possono germogliare e dare frutto, oppure no. L’innovazione è così: se l’ecosistema è predisposto, lo sviluppo è molto più semplice; altrimenti, si fa molta più fatica.

Qual è l’ecosistema che lavora meglio?La Silicon Valley è l’ecosistema per eccellenza, perché è più maturo e ha già una sua

storia. Tutti gli altri, invece, sono in ritardo di vent’anni. Negli Stati Uniti, le corporate e gli stakeholder hanno interesse a far andare avanti il sistema. Quindi, colossi come Oracle e Ibm puntano molto sulle università – che continuano a sfornare cervelli – e questi grossi “imprenditori seriali” hanno interesse a puntare sui giovani, comprando anche piccole startup e idee, sostenendo di fatto tutto l’ecosistema. Accanto a San Francisco, poi, ci sono altri due ecosistemi americani come New York e Boston che hanno fatturati inferiori, ma che comunque pompano continuamente energia vitale nel settore dell’innovazione.

La situazione in Europa e nel resto del Mondo?In Europa abbiamo Berlino e Londra, ma non hanno ancora raggiunto il giusto grado

di maturità, poi ci sono Parigi e la Scandinavia che seguono. Altri ecosistemi interessanti si trovano a Tel Aviv in Israele, in Giappone e in Corea, ma questi possono essere considerati più vicini al ritardo europeo che alla Silicon Valley.

E in Italia?Trento è un centro d’eccellenza che con EIT ICT Lab sta lavorando per accelerare

il processo di innovazione. Gli ecosistemi, però, funzionano bene se ci sono la cultura dell’innovazione, la propensione al rischio degli imprenditori e l’esperienza degli stessi.

Cosa si potrebbe fare?Bisogna formare nuovi imprenditori e indirizzare “venture capital” su startup,

investimenti a rischio ma con grosse prospettive di crescita. Solo così si crea davvero un ecosistema. In Italia bisognerebbe creare una classe imprenditoriale che possa trascinare altri impresari nella logica dell’innovazione, perché abbiamo grosse università, ottimi ingegneri, grandi scienziati e tecnologie avanzate, ma anche delle enormi pecche dal punto di vista del business e del marketing.

Dario Sautto

Silicon Valley ecosistema di eccellenza il resto del mondo 20 anni indietro

Fabio Carati | Strategic BuSineSS Developer of eit ict laBS anD entrepreneur

TrenTo è un cenTro

d’eccellenza che con eIT IcT lab sTa lavorando

per accelerare Il processo

dI InnovazIone.

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Un mercato legato alla Social Innovation network e networking

Sono ad Ideacity (Toronto), un appunta-mento che ogni anno propone 50 progetti innovativi. Discuto con Roberto Saracco che si trova in Europa di Social Innova-tion, il nostro confronto ci porta a parlare di economia, tecnologia, abitudini. Oggi il mercato e la tecnologia seguono le esigen-ze sociali ed è facile per gruppi di perso-ne diffondere prodotti nel mondo. Come nell’oceano le onde si propagano in ogni direzione, capire da dove arrivano è impor-

tante. Ragioniamo sugli acceleratori culturali. EIT ITC Labs di Trento ne è un esempio (al centro è dedicata questa pubblicazione), come il McLuhan Program di Toronto e l’International Network in Cultura & Tecnologia al quale lavoro. Siamo d’accordo: i centri di eccellenza sono indispensabili alla diffusione dell’innovazione.

Oggi ci troviamo ad affrontare un mercato dove il prodotto ha un costo sempre più basso, i giovani diventano diretti concorrenti di piccole e medie imprese. Il mercato è indirizzato dagli interessi delle persone (ciò che la gente fa e ciò che la gente vuole) perché l’abbondanza tecnologica permette un’offerta altrettanto abbondante di servizi la cui conoscenza cresce con il passaparola.

L’innovazione di nicchia, in passato per addetti ai lavori, oggi è a dispo-sizione di tutti. Basta un filmato virale su YouTube, un post su Facebook, un Tweet ed il successo in termini di diffusione di informazione o prodotto può arrivare. Questo stato dei fatti genera il mercato, e ne guida la rapi-da evoluzione perché le aziende sono in grado di conoscere l’utente e fra i competitor nasce consapevolezza. L’aspetto sociale diviene preponderante rispetto al passato.

Un progetto di innovazione sociale che è anche una forma di ingegne-ria sociale. Alcune reti diventano specifiche. Quali sono i paesi in cui questa nuova catena del valore è più sviluppata, Europa, America, Asia?

L’America continua ad avere una forza dirompente che altri paesi non hanno, il sistema di Venture Capital funziona molto bene (vedi articolo pag. 50). La Cina ha potenzialità enormi, un mercato molto grande, ma la lingua lo rende chiuso. L’area di Berlino è interessante perché attrae giovani, molte

RobeRto SaRacco | EIT ICT Labs ITaLy TrEnTo nodE dIrECTor

L’innovazione di nicchia, in passato per addetti ai Lavori, oggi è a disposizione di tutti. Basta un fiLmato viraLe su YoutuBe, un post su faceBook, un tweet ed iL successo in termini di diffusione di informazione o prodotto può arrivare.

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startup la scelgono per insediarsi. È chiaro che i numeri giocano un ruolo fondamentale. L’Europa è un territorio ancora diviso da barriere non solo di differenze legislative e regolatorie, ma culturali. Da questo punto di vista gli USA continuano ad avere un vantaggio.

L’acceleratore culturale dunque serve, in Italia, a mio avviso sono trop-po pochi…

Serve, certamente creare spazio d’incontro. Troppo spesso si creano elites culturali divise dalla massa, creare ponti non è banale. Oggi la massa guida il mercato, la sfida è avere elites con legami attivi che permettono di stimolare le masse velocemente.

Big Data, li abbiamo scoperti insieme. Tu hai definito un salto quantico questo nuovo passaggio culturale. Dove sei adesso?

Lavoro sui Big Data a livello della Rete, quale insieme di risorse da gestire in dipendenza da ciò che serve. Questo è il futuro. Il paradigma si capovol-ge. Prima per l’Operatore la domanda era essenziale ma era anche condi-zionabile (es: tariffa diversa giorno/notte). Oggi la capacità dei terminali è talmente grande che condizionano la Rete e la sua evoluzione. Con il 5G i terminali diverranno essi stessi parte della Rete e in qualche modo avranno il controllo dell’uso delle sue risorse.

La parola magica è SDN, per le società di telecomunicazioni è acronimo di software defined network, per il mondo dei terminali e periferiche, e le aziende che questi producono, è software defined networking. Due modi diversi di vedere o sfruttare una stessa realtà.

La condivisione ha determinato il cambiamento di paradigma. Il file è sempre più spesso nell’edge, l’utente che lo condivide sempre più spesso lo scarica dal telefonino dell’amico, ecco che le pratiche sociali trasformano la Rete.

La paroLa magica è SDN, per Le Società Di teLecomuNicazioNi è acroNimo Di Software DefiNeD Network, per iL moNDo Dei termiNaLi e periferiche, e Le azieNDe che queSti proDucoNo, è Software DefiNeD NetworkiNg.

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I Big Data, soprattutto per persone come te che studiano il sociale, sono una miniera non perché forniscono la rappresentazione del mondo, ma perché forniscono l’informa-zione sulle relazioni fra l’oggetto fisico e chi lo sta usando.

La digitalizzazione dell’oggetto e cioè la sua fisicità diviene meno importante ri-spetto all’uso. Mood sensing – awareness, capire cosa succede in tempo reale, il fu-turo è qui.

Siamo immersi nella proiezione della no-stra stessa immagine molto complessa, una condizione interessante che provo-cherà una nuova condizione politica e sociale. Che tipo di ordine politico pos-siamo immaginare in una cultura della trasparenza, un mio chiodo fisso…

Il discorso politico nel passato dal cen-tro arrivava alla periferia, oggi avviene il contrario. I segnali deboli si espandono dalla periferia al centro. Obama ha vin-to con 30 matematici che esaminavano i Tweet e mandavano messaggi, in diretta, al futuro presidente per dirgli “parla di questo” – “ritorna su quest’altro argomen-to”. Analizzando alcuni discorsi di Obama si ritrovano concetti ripetuti o rafforzati perché i suggeritori indicavano in tempo reale ciò che la gente desiderava sentire.

Oggi il discorso è aperto, non è più tempo di scritti preconfezionati. Rilevare il sentiment determina il successo. La nostra nuova condizione è caratterizzata da strumenti che ci permettono di cogliere in fallo chi non è trasparente, ma attenzione è vero anche il contrario.

Mi piace ripetere che Google è un ottimo strumento per nascondere. Se un risultato è al trecentesimo posto della graduatoria è teoricamente visibile ma praticamente invisibile allo stesso momento. Si noti come non stiamo parlando di nascondere un ago in un pagliaio, metterlo in mezzo ad un tale numero di altri oggetti che diventa invisibile. Qui la cosa è molto più sot-tile: Google potenzialmente nasconde una informazione non in quanto la annega tra mille altre ma perché riesce a proporci prima delle informazioni che rimuovono il desiderio di cercare oltre, che ci danno l’impressione di aver trovato.

Diceva un proverbio dei nostri nonni: “Chi cerca trova”. Il rischio è che oggi strumenti come Google non ci facciano più cercare. Un rischio che potrebbe essere minimizzato se dalla Rete di fili e informazioni si passa alle reti sociali e di cervelli.

Derrick de Kerckhove

Obama ha vintO cOn

30 matematici che

esaminavanO i tweet e

mandavanO messaggi,

in diretta, al futurO

presidente per dirgli

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sSmart cities o smart communities? La vision e il contributo di AlmavivAIntervista ad Alessandra Raffone, Responsabile Progetti di Innovazione e Finanza per l’Innovazione AlmavivA

Da tempo si fa un gran parlare di smart cities e ovunque vi è un grande sforzo anche in termini di finanziamenti per la ricerca, sia pubblici che privati. Qual è la vision di AlmavivA?AlmavivA, da sempre vicina alle esigenze di crescita del nostro Paese, è impegnata in maniera significativa nelle attività di ricerca e innovazione per le smart cities, o meglio ancora per le smart communities, in quanto una smart city è tale solo ove è presente una smart community.

Troppo spesso è data grande attenzione alle tecnologie e infrastrutture hardware, pen-sando che possano fare diventare le nostre città smart e dimenticando che la tecnologia è l’elemento abilitante per soddisfare esigenze e bisogni delle nostre comunità, di oggi, ma anche di domani, secondo un piano strategico lungimirante, che consenta di fare investi-menti che durino nel tempo e creino valore. La tecnologia dovrebbe sempre più diventa-re una commodity – come le strade e l’energia. L’innovazione deve invece avere sempre più un carattere multidisciplinare, per potere fare la differenza sul mercato.

Quali sono i progetti che portate avanti per trasformare questa idea in realtà?A livello nazionale, abbiamo partecipato sia al Bando Cluster tecnologici nazionali sia a quello Smart Cities e ci siamo aggiudicati, insieme a partner prestigiosi, entrambi i Cluster – Tecnologie per le Smart Communities e Trasporti Italia 2020 – nei quali siamo protagonisti in due progetti, oltre a uno dei due progetti approvati dal MIUR sul Cloud del Bando Smart Cities.

Ad aprile scorso, con altri 60 partner prestigiosi, abbiamo sottoscritto la costituzio-ne dell’associazione legalmente riconosciuta del Cluster Trasporti Italia 2020.

Alessandra Raffone

Almaviva è Industrial Associated Partner di ENEA nella piattaforma di ricerca europea sull’energia, EERA - European Energy Research Alliance, fondata da 15 eccellenti Istituti di Ricerca Europea, per stu-

diare e ricercare le tecnologie mirate a combattere i cambiamenti climatici e assicurare una corretta forni-

tura di energia all’Europa e al mondo, in linea con la vision e gli obiettivi di Europa 2020 e Europa 2050.

Con i fondi EERA sono stati lanciati 15 Joint Reasearch Programmes, a cui lavorano oltre 2700 ricer-

catori provenienti dai migliori centri di ricerca europei. AlmavivA partecipa, in tale ambito, al JRP “Smart Cities, Advanced Materials and Processes for Energy Applications, Energy Storage and Fuel Cells and Hydrogen”.

LA PARtECiPAzionE di ALMAvivA ALLE PiAttAFoRME di RiCERCA EuRoPEA PER LE SMARt CoMMunitiES E LE SMARt CitiES

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sSono stata nominata, in qualità di Responsabile Progetti

di Innovazione e Finanza per l’Innovazione, membro del Co-mitato di Indirizzo Strategico e di Gestione del Cluster.

Scopo del Cluster e dei quattro progetti approvati dal MIUR è lo studio e sviluppo di mezzi e sistemi per la mobi-lità di superficie, che rispondano agli obiettivi comunitari Europa 2020 per il trasporto di mezzi e persone, attraverso un’offerta italiana, in grado di contribuire a ridare al nostro Paese la posizione di prestigio che merita.

AlmavivA è partner del progetto “Intelligent Trasportation Systems (ITS) – Italy 2020”, relativo al trasporto intermodale di merci e in tale contesto, essendo sempre impegnata con una posizione di leadership sul mercato ICT dei trasporti, studierà e svilupperà piattaforme ICT per garantire efficienza ed effica-cia del trasporto intermodale nei nodi di scambio.

Il partner scientifico che ci affiancherà maggiormente è il Politecnico di Milano, con cui AlmavivA collabora da tempo su diverse tematiche.

AlmavivA è poi capofila di “Città Educante”, uno dei quattro progetti del Cluster “Tecnologie per le Smart Communities”.

Sarà studiato e sperimentato il ruolo delle tecnologie, in linea con le societal challen-ges dell’Unione Europea, al fine di offrire alla scuola di ogni grado di istruzione – e non solo – quel corpus di sapere, strategie e applicazioni a supporto dello sviluppo delle competenze di cittadinanza attiva, dai bambini fino agli adulti, con progetti life-long learning e nell’ottica di accoglienza delle diversità, contribuendo a colmare il gap esi-stente fra “il concetto tradizionale di scuola ed educazione” e i bisogni educativi delle comunità attuali e future, in un’ottica di reale democrazia della conoscenza.

Siamo inoltre partner in Open City Platform (OCP), un “Progetto Paese”, di cui è capofila l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che mira alla definizione di piattaforme cloud, open, interoperabili e federate, in cui saranno esposti servizi di “Citizen e Ser-vice Marketplace”. Le Marche, l’Emilia Romagna e la Toscana, oltre a 20 comuni ita-liani, si sono impegnate a sperimentare le soluzioni che verranno realizzate e metteran-no a disposizione le loro infrastrutture cloud per la messa a punto del “Cloud federato”. L’obiettivo è quello di trovare nuovi modelli di cooperazione IT fra le amministrazioni. Si configura in tal senso una soluzione unica ed estremamente innovativa, nel panora-ma italiano, fra le Pubbliche Amministrazioni Locali.

Un ampio panorama di attività, quindi, che vede AlmavivA in prima fila Crediamo in questi progetti e riteniamo che le smart communities siano tali solo se davvero “accolgono” tutti i loro membri, tenendo conto delle molteplici e diversificate esigenze, facendo sì che le città siano un luogo bello dove vivere, crescere, lavorare, visitare e fruire di servizi.

Le nostre città, per la loro storia, il loro patrimonio storico e artistico, le loro bellez-ze naturali, meritano questo.

Media Duemila

AlessAndrA rAffone | Responsabile pRogetti di innovazione e Finanza peR l’innovazione almaviva

AlmavivA ha sviluppato il progetto “Context Aware”, cofinanziato

dalla Provincia Autonoma di Trento.

Un’applicazione che ha l’obiettivo di guidare le persone a ridotta mobilità, tenendo conto delle loro

esigenze, segnalando il miglior percorso

negli spostamenti, la presenza di

eventuali barriere architettoniche, punti

di interesse, etc… La soluzione è andata

in esercizio durante i Campionati Mondiali di Sci Fiemme 2013 ed

è una componente significativa di

“Trentino accessibile”, il portale della

Provincia per la mobilità.

ConTexT AwAre

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[email protected] 15.05.2010 17:52 ARC BLACK YELLOW MAGENTA CYAN

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Giugno/Luglio 2014

FUB: ricerca ed innovazione al servizio del Paese

Supplemento al numero 300 di

La Fondazione Ugo Bordoni quale storico ente deputato alla ricerca ha in questi anni acquisito

un patrimonio di conoscenze e competenze che le attribuiscono una posizione di rilievo nel pa-

norama internazionale.

Oggi tali abilità sono al servizio della società. La Fondazione si candida, dunque, al ruolo di

catalizzatore tra mondo della ricerca, contesto industriale ed istituzioni con lo scopo di elaborare

una strategia condivisa e finalizzata all’ottimizzazione di iniziative utili ad evitare frammentazione

e dispersione di risorse.

Alla storica riluttanza del Paese a destinare risorse a ricerca ed innovazione (1,25% nel 2011 a

fronte di una media OCSE del 2,37%), si è in questi ultimi anni affiancata l’aggravante della crisi

globale che ha investito inevitabilmente anche il settore ICT, per questo motivo la FUB ha deciso

di raccogliere le esigenze del comparto al fine di sensibilizzare le istituzioni.

Una serie di incontri con le aziende attive nel comparto, tra cui i nostri soci fondatori (Ericsson,

Poste Italiane, H3G, Telecom Italia, Vodafone, Wind), hanno permesso di fotografare le attività

di ricerca in atto e di evidenziarne le criticità. Questo lavoro di raccolta ed analisi è diventato un

momento di confronto costruttivo durante l’incontro dello scorso aprile presso il CNR.

Lo scenario di eccellenza per la ricerca pubblica è emerso chiaramente. La validità della nostra

ricerca appare indiscutibile: riconoscimenti ai nostri ricercatori; buone posizioni di ranking nel

rapporto costo-ricercatore/produttività-scientifica. Emerge però il limitato impatto che spin-off di

università, enti pubblici di ricerca e privati hanno sull’intero comparto. La definizione di una stra-

tegia condivisa per arrivare ad un punto di equilibrio che soddisfi le esigenze della ricerca, delle

aziende e del cittadino è un dovere per chi ne ha competenza.

Da tempo l’attività della Fondazione si divide tra ricerca e innovazione in un mix che, non dimenti-

cando la centralità della ricerca come momento formativo e di presidio delle conoscenze strategiche,

fa dell’applicazione e dell’implementazione di tali competenze il fulcro della propria azione innovativa

nei confronti, in primo luogo, della Pubblicazione Amministrazione ed anche a tutela del cittadino.

Alessandro Luciano Presidente della Fondazione Ugo Bordoni

Si ringraziano Daniela D’AloisiFabio ForcinaGiacinto MatarazzoFrancesco Matera

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Nei numeri precedenti

IL QUADERNO DI TELÈMA È STATO REALIZZATO DALLA FONDAZIONE UGO BORDONI

Presidente: Alessandro Luciano | Direttore delle Ricerche: Mario Frullone

Come misurarsi la banda, contestare gli Operatori e vivere felici Febbraio 2011

Qualità e Internet mobile. Le verità nascoste? | 1 Marzo 2011

Qualità e Internet mobile. Le verità nascoste? | 2 Aprile / Maggio 2011

La sostenibilità energetica non può fare a meno dell’ICT Giugno 2011

Registro Pubblico delle Opposizioni: un’opportunità per i cittadini e le imprese

Luglio / Agosto / Settembre 2011

L’opt-out nel telemarketing è sempre più realtà: dal telefono alla posta, con uno sguardo verso Internet

Ottobre 2011

PANDORA: l’ICT per il Crisis Management Dicembre / Gennaio 2012

Una nuova generazione di sportelli automatici accessibili e usabili da tutti Febbraio 2012

Campi Elettromagnetici | 1 Marzo 2012

Campi Elettromagnetici | 2 Aprile / Maggio 2012

misurainternet.it Qualità dell’accesso ad Internet da postazione fissa Giugno 2012

Qualità del servizio dati in mobilità: alla partenza la prima esperienza regolamentare

Luglio / Agosto / Settembre 2012

Loudness: questa pubblicità è “troppo forte!” Ottobre 2012

Open Government Data: una roadmap tecnica Dicembre / Gennaio 2013

Un social network a misura della terzà età Marzo / Aprile 2013

TV, un futuro già presente | 1 Maggio 2013

TV, un futuro già presente | 2 Luglio 2013

Smart Community: l’evoluzione sociale della Smart City Settembre 2013

Verso una gestione unitaria dell’identità digitale Ottore 2013

Elottromagnetismo coscienza collettiva regole e necessità Dicembre / Gennaio 2014

Terminali pubblici accessibili per una società più inclusiva Marzo / Aprile 2014

AGCOM - FIEG - FUB progetto informatico antipirateria. Diritti d’autore online Maggio 2014

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FUB: ricerca ed innovazione al servizio del Paese

Una più stretta collaborazione tra ricerca e innovazione è necessaria per mettere a sistema attori pubblici e privati al fine di affrontare sfide tecnologiche e sociali. La Fondazione Ugo Bordoni ha da tempo superato questa dicotomia, mettendo le com-petenze acquisite nelle attività di ricerca a servizio della Pubblica Amministrazione per

la realizzazione di soluzioni innovative per alcuni processi cruciali per il Paese.Anche le istituzioni di ricerca pubblica (università ed enti quali il CNR e l’ENEA) sono impegnate

nel superamento dello iato tra ricerca ed innovazione, come testimonia l’aumento delle unità di tra-sferimento tecnologico (UTT) e degli spin-off, impegnati a commercializzare la ricerca.

È comunque interessante fare alcune considerazioni sullo stato della ricerca in Italia e del rapporto tra università ed Enti Pubblici di Ricerca (EPR) e le aziende.

Negli ultimi decenni l’Italia ha presentato una persistente difficoltà di fare innovazione nel settore ICT.

Nel 2012, la FUB in collaborazione con Cotec ha studiato il ruolo del capitale umano nella filiera ICT e, in particolare, il tema della carenza di competenze (skill shortage) di neolaureati in ingegne-ria (elettronica, informatica, gestionale, di telecomunicazioni) nel settore esaminando il rapporto tra domanda e offerta con un’analisi qualitativa presso un campione caratteristico di università, player delle TLC (Telecom, Fastweb, Wind, Vodafone, 3 Italia, Telespazio, Selex) e fornitori di servizi (Poste, Terna, Enel). La ricerca ha coniugato aspetti quantitativi e qualitativi: sono stati analizzati i dati più recenti sull’offerta e domanda di laureati.

Per quanto riguarda l’università (lato offerta) sono stati stimati dati e tendenze delle immatri-colazioni, percorsi formativi e post formativi. Sono emerse grandi difficoltà di comunicazione tra università e impresa e assenza di obiettivi comuni. L’università rimprovera all’impresa di non essere innovativa e di non riuscire ad assorbire le competenze di alto profilo formate in ambito accademico.

Università e impresa troppo distantiCollaborare per innovare il sistema

Figura 1. Spesa per la ricerca (percentuale del PIL) da OCSE, Main Science and Technology Indicators 2013.

Paese 1981-1985 1986- 1990 1991-1995 1996 -2000 2001 -2005 2006 -2010 2011

UE 15 1.71 1.87 1.80 1.79 1.87 1.98 2.09

UE 28 - - 1.65 1.69 1.75 1.84 1.94

OCSE 2.04 2.21 2.09 2.13 2.21 2.34 2.37

Francia 2.04 2.22 2.32 2.18 2.18 2.17 2.24

Germania 2.45 2.68 2.29 2.32 2.51 2.68 2.88

Giappone 2.47 2.78 2.83 2.91 3.16 3.39 3.39

ItalIa 0.95 1.18 1.08 1.02 1.10 1.21 1.25

Polonia - 0.88 0.72 0.66 0.57 0.63 0.76

Spagna 0.46 0.67 0.83 0.85 1.03 1.32 1.33

Grecia 0.15 0.28 0.40 0.53 0.58 0.59 -

UK 2.24 2.13 1.96 1.79 1.75 1.79 1.77

USa 2.57 2.67 2.56 2.61 2.62 2.80 2.77

di Mario Frullone | Direttore delle Ricerche della Fondazione Ugo Bordoni

e Gabriele Falciasecca | Università di Bologna

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I dottorati prodotti dal sistema universitario risultano quasi sempre eccellenti ma trovano difficoltà a utilizzare le loro competenze nei contesti produttivi

Per quanto riguarda le aziende (lato domanda), i dati hanno consentito di rilevare la stima dei pro-fili professionali maggiormente richiesti dalle aziende. È emerso che esse non riscontrano difficoltà nel reperire candidature anche di alto livello, anche se l’innovazione si configura prevalentemente come un’innovazione nei servizi, sia per il mercato consumer che business. Le aziende lamentano la mancanza nei neoassunti ingegneri di soft skill, ovvero quelle competenze trasversali che hanno a che fare con la relazionalità, la leadership, la predisposizione al cambiamento: il cambiamento dei profili lavorativi in Italia ha avuto come conseguenza che agli ingegneri non vengano più richieste competenze tecniche specialistiche, ma piuttosto la flessibilità di adattarsi facilmente alle diverse esigenze aziendali.

Nel 2011 la spesa per R&S è stata circa di 20 miliardi di euro, pari allo 1,25% del PIL, con un incremento dello 0,95% rispetto al periodo 1981-1985. La quota italiana si trova ancora su livelli nettamente inferiori rispetto alla media europea che è dello 2,09% per UE 15, 1,94% per UE 28 e

Paese Finanziamento EC % Partecipazioni Numero di progetti e coordinamento

Member States 4,569,407,779 € 91,77% 13,258 139

GERMANY 1,070,548,631 e 21,50% 2,558 288

UNITED KINGDOM 273,607,063 e 11,52% 1,471 139

ITALY 506,893,187 € 10,18% 1,613 188

fRANcE 499,115,944 e 10,02% 1,723 153

SPAIN 374,258,420 e 7,52% 1,156 162

NETHERLANDS, The 267,083,547 e 5,36% 707 66

BELGIUM 209,773,416 e 4,21% 599 80

GREEcE 207,301,661 e 4,16% 592 83

AUSTRIA 177,318,075 e 3,56% 502 64

SWEDEN 173,583,971 e 3,49% 480 39

fINLAND 110,409,240 e 2,22% 341 33

IRELAND 81,248,716 e 1,63% 237 29

PORTUGAL 71,971,1,45 e 1,45% 247 17

DENMARK 61,658,09 e 1 1,24% 166 15

POLAND 39,299,010 e 0,79% 187 7

HUNGARY 27,811,964 e 0,56% 129 1

czEcH REPUBLIc 25,243,430 e 0,51% 112 1

SLOvENIA 22,692,313 e 0,46% 87 0

ROMANIA 15,723,358 e 0,32% 82 1

cYPRUS 14,840,930 e 0,30% 48 2

LUXEMBOURG 9,866,052 e 0,20% 36 8

BULGARIA 9,571,894 e 0,19% 62 0

SLOvAKIA 8,800,495 e 0,18% 48 2

ESTONIA 5,205,670 e 0,10% 25 3

LITHUANIA 2,252,863 e 0,05% 19 0

LATvIA 2,090,970 e 0,04% 11 2

MALTA 1,237,793 e 0,02% 10 1

Figura 2. Finanziamento per i paesi membri 2007-2011 (Dati APRE su fonte EU).

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FUB: ricerca ed innovazione al servizio del Paese

2,37% per i paesi OCSE, collocandosi al 19° posto su 23 paesi considerati, risultando superiore in ambito UE alle sole Grecia e Polonia.

Tali fondi sono per il 41,6% di natura pubblica (quota molto più elevata rispetto a Germania, Francia e Inghilterra) e per il 44,7% di natura privata. I contributi dall’estero, compresi i progetti co-finanziati dalla Commissione Europea, costituiscono il 9,8% della spesa complessiva.

Se consideriamo i progetti finanziati dal 2007 al 2011 nell’ambito del tema ICT del VII Program-ma Quadro, il nostro Paese ha ricevuto 506.893.187 € (10,18%) su un totale di 4.979.301.1521 €

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ITC and ageing

ICT for the interprise

Cognitive system and robotics

FET

Trustworthy ICT

ICT for health

Language technologies

Software, service and internet connected object

Embedded system

ICT for learning

ICT for governence and Policy Modelling

ICT for energy efficiency

Nanoelectronics

Micro/nanosystem

ICT for transport

Networked media

Intelligent information management

ICT for inclusion

Future networks and internet

Photonics

Digitale libraries

Organic and large area electonics

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5,20%

Software, service and internet connected object

ICT for transport

Intelligent information management

Future networks and internet

Figura 3. Finanziamento italiano per temi di ricerca (2007-2011) (Dati APRE su fonte EU).

Figura 4. Finanziamento italiano per temi di ricerca (2007-2011) (Dati APRE su fonte EU).Figura 4. Popolazione laureati 15/64 (Fonte: Eurostat).

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finanziati dalla Commissione Europea, risultando il terzo Paese in termini di cofinanziamento ricevuto dopo Germania (21,50%) e UK (11,52%). Nell’ambito di questi progetti, l’Italia conta 1.613 parte-cipazioni, dopo Germania (2.558) e Francia (1.723); gli enti italiani hanno coordinato 188 proposte, secondi dopo la Germania (288 proposte) (Figura 2).

Rispetto ai settori o obiettivi di ricerca, l’Italia si orienta principalmente su tre temi: “ICT and ageing” (14,9%), “ICT for the enterprise” (14,4%) e “Cognitive system and robotics” (13,9%) (Figura 3).

La partecipazione delle PMI (Piccole e Medie Imprese) per il tema ICT rappresenta il 16,1% del totale.L’Italia è uno tra gli ultimi paesi in Europa per quota di popolazione in possesso di un titolo di

istruzione terziaria ultima: (Figura 4) negli ultimi anni si è registrata una crescita, e tra il 2000/01 e il 2011, il numero di laureati è cresciuto del 31,4% (208.000 unità).

La produttività scientifica per l’I-talia è in crescita, crescendo da 3,4 a 3,8 lavori per unità di spesa tra il 2006 e il 2010. Dalla Figura 5 si può notare che la produttività è superiore a quel-la di Francia, Germania e Svezia per quanto riguarda l’Europa e nettamente superiore a quella di Stati Uniti e Giap-pone. È però inferiore sia a paesi di consolidata tradizione scientifica come Gran Bretagna e Olanda, sia ad altri paesi europei e dell’area mediterranea come la Spagna.

Come messo in evidenza all’inizio, la quasi totalità degli atenei (96,3%) si è dotata di UTT come anche gli EPR. La promozione della valorizzazione in

Figura 5. Spesa in milioni di $ a prezzi 2005 e a parità di potere d’acquisto. Fonte: Scopus-SCIval; OCSE-Main Science and Technology Indicators 2013.

Paese

spesa totale spesa pubblica

2006 2007 2008 2009 2010 2006 2007 2008 2009 2010

australia 3,13 3,03 3,51 7,99 8,36 8,99

Canada 3,00 3,20 3,36 3,57 3,79 7,01 7,32 7,43 7,58 7,70

Cina 2,33 2,31 2,35 2,16 2,13 8,05 8,34 8,78 8,08 8,02

Francia 2,10 2,17 2,23 2,25 2,33 5,89 6,05 6,20 6,05 6,55

Germania 1,73 1,76 1,69 1,76 1,78 5,77 5,85 5,50 5,42 5,42

ItalIa 5,43 5,51 3,61 3,83 3,88 7,22 7,86 8,36 8,83 9,15

Giappone 0.95 0,87 0,88 0,97 0,97 4,41 4,28 4,38 4,28 4,45

Corea del sud 1,23 1,22 1,22 1,20 1,21 5,71 5,45 5,28 5,00 5,15

Olanda 3,30 3,47 3,69 4,02 4,08 7,14 7,39 7,39 7,60 7,83

Federazione Russa 1,71 1,57 1,64 1,52 1,66 5,17 4,42 4,45 4,05 4,21

spagna 3,55 3,47 3,44 3,75 4,03 8,00 7,90 7,66 7,83 8,34

svezia 2,14 2,33 2,17 2,47 2,63 8,51 8,58 8,44 8,37 8,42

svizzera - - 3,37 - - - - 13,54 - -

Regno Unito 3,69 3,67 3,75 3,90 4,14 10,20 10,41 10,52 10,51 11,31

stati Uniti 1,46 1,43 1,39 1,42 1,50 5,64 5,70 5,69 5,51 5,52

Figura 6. Stima del contributo fornito, da una serie di caratteristiche strutturali, strategiche ed economiche osservate nel 2011, alla probabilità di registrare un aumento di fatturato sia interno che estero (punti percentuali) – Fonte: Istat 2014.

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FUB: ricerca ed innovazione al servizio del Paese

Il confronto promosso da FUB all’interno del Comitato dei soci fondatori e con alcune aziende che a vario titolo interagiscono con la Fondazione, anche attraverso la stipula di convenzioni o protocolli d’intesa, ha portato all’evidenziazione di alcuni profili di criticità rispetto agli attuali filoni di ricerca finalizzata.

Da un tavolo di lavoro coordinato da FUB nei mesi scorsi, è emersa una generale sottovalu-tazione, da parte delle istituzioni e dei decisori, circa l’importanza strategica che la ricerca può avere per la crescita delle aziende. Troppo spesso queste ultime hanno dovuto fare i conti con l’incapacità della politica e della burocrazia di intercettare idee ed energie virtuose provenienti dal mondo industriale e si sono dovute accontentare di portare avanti iniziative autoreferenziali, alimentate esclusivamente con risorse interne e decontestualizzate da un progetto complessivo per il Sistema Paese.

Le aziende del settore ICT soffrono la frammentazione delle iniziative di ricerca, sganciate da una pianificazione di ampio respiro e incapaci di incidere sulle scelte strategiche delle aziende. In più la mancanza di coordinamento e l’assenza di un “ecosistema dell’innovazione” nell’ambito TLC e IT, rende di fatto sterili e discontinue molte attività di ricerca, condotte in ordine sparso da alcuni sog-getti aziendali. Manca una regia nazionale che evidenzi i settori strategici della ricerca e favorisca le sinergie tra i vari attori, mettendo in atto politiche efficaci e concrete.

Il limite, ormai evidente, della ricerca applicata in Italia risiede nella sua incapacità di di-mostrare e comunicare la propria efficacia. Non si ha contezza di quanto la ricerca applicata italiana contribuisca alla creazione del Pil, inteso come indicatore economico ma anche come parametro di misurazione della qualità della vita. Dire che l’Italia investe in ricerca circa la metà dei best performer internazionali non è di per sé una buona o una cattiva notizia. Il vero nodo da sciogliere è quello di riuscire a dimostrare l’efficacia di quell’investimento, attualmente per-cepito come un costo più che come una leva fenomenale di sviluppo, e la valenza strategica della ricerca per lo sviluppo delle reti e dei servizi digitali. Ci si trova troppo spesso di fronte a progetti di ricerca che riempiono scaffali ma non incidono sulla crescita complessiva del Paese.

Propongo un “Ecosistema di innovazione” per competere sui mercati internazionalidi Ruben Razzante | Professore di Diritto dell’Informazione e della comunicazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma e Consigliere d’amministrazione della Fondazione Ugo Bordoni

chiave economica dei risultati e delle competenze della ricerca scientifica e tecnologica (94,5) e la diffusione di una cultura imprenditoriale della ricerca per il sostegno alle iniziative di spin-off (94,5%) sono i principali macro-obiettivi che caratterizzano la Mission degli UTT.

Da un punto di vista del mercato, le aziende guardano con interesse alla nascita delle startup, spesso portatrici di idee innovative. La legge 221/2012 (Startups Act) è stata pensata con l’obiettivo di aumentare la competitività, facilitare la mobilità sociale, creare posti di lavoro, puntare sulla meri-tocrazia, aiutare lo sviluppo e costruire una nuova cultura imprenditoriale. Da allora la registrazione delle startup segue il ritmo di due al giorno, ma purtroppo hanno scarsa incidenza sul tessuto pro-duttivo sia per numero di imprese che di addetti, tralasciando i bassissimi fatturati.

Una recente analisi empirica della relazione tra strategie e performance (Istat 2014) mostra che le imprese “vincenti” sono accomunate da investimenti in capitale umano, attività innovativa e intense relazioni produttive con altri soggetti: sono quelle imprese che, a prescindere dal settore di attività economica, hanno puntato fortemente sull’ICT (Figura 6).

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Quanta occupazione genera a livello mondiale la ricerca applicata? E in Italia? Quanto business viene generato oggi in Italia grazie alla ricerca? L’unica possibilità che ha la ricerca di essere una leva strategica per la crescita delle nuove generazioni e per il miglioramento della società e della vita di ciascuno di noi è quella di riuscire a dimostrare la sua efficacia rispetto agli indicatori di sviluppo di una nazione.

Un’altra criticità emersa dal nostro tavolo di confronto risiede nell’elefantiasi burocratica che governa il mondo della ricerca e frena ogni slancio creativo. Gli uffici preposti appaiono mossi da un approccio meramente quantitativo e contabile alla ricerca. Gli enti finanziatori appaiono più interessati a verificare gli aspetti amministrativi, piuttosto che i risultati dei progetti e la loro messa a sistema.

Alla luce di tali considerazioni, le aziende sollecitate dalla FUB si sono dette concordi nell’auspica-re un’evoluzione nel rapporto tra innovazione aziendale e ricerca, verso un approccio più sistemico e meno parcellizzato rispetto al passato.

È quindi fondamentale riuscire ad essere parte integrante, come industry e come Paese, in pro-grammi di respiro consortile e comunitario come Horizon 2020, rispetto ai quali istituzioni come il CNR e la Fondazione Bordoni, negli auspici delle aziende partecipanti al tavolo FUB, possono giocare un ruolo importante di facilitazione e aggregazione. D’altronde, il ruolo della ricerca pre-competitiva è ancora più importante per le Telco, rispetto al passato, dato il carattere cross-industry dei temi emergenti.

Diventa dunque obiettivo prioritario la creazione di un ecosistema nel quale pubblica amministra-zione, centri di ricerca, università, grandi, medie e piccole imprese possano collaborare per svilup-pare soluzioni innovative in grado di definire standard tecnologici interoperabili, di rispondere alle esigenze territoriali per offrire servizi evoluti ai cittadini, di investire in asset tecnologici e in innovazioni funzionali che favoriscano l’erogazione di servizi più efficienti. Condizione abilitante per lo sviluppo di tale ecosistema dovrebbe essere una Cabina di regia istituzionale che, insieme ai soggetti industriali e di ricerca, favorisca la definizione e la condivisione di linee guida per far sì che i finanziamenti euro-pei possano portare valore aggiunto sul territorio e mettere a sistema quanto fino ad oggi viene solo testato in contesti protetti o pilota.

L’evoluzione delle telecomunicazioni sta lentamente conducendo verso la “Networked society”, la società connessa dove tutto è interrelato e in grado di mettere in comunicazione le persone, ma anche gli oggetti, generando benefici sociali, economici e ambientali.

Al di là di alcune best practices significative e fortemente innovative per la ricerca nell’area ICT, illustrate dalle singole aziende coinvolte in quest’iniziativa, occorre valorizzare tutti gli esempi virtuosi di cooperazione mirata e stabile tra il mondo imprenditoriale e il mondo accademico. È tuttavia im-prescindibile il supporto da parte degli enti governativi e l’integrazione nelle strategie nazionali delle politiche di sviluppo del settore delle telecomunicazioni, universalmente considerato come uno dei principali fattori chiave di competitività e sviluppo.

Solo dalla capacità di innovare e migliorare continuamente il prodotto nazionale nasce la possibi-lità del sistema produttivo di competere sui mercati internazionali e di distribuire la ricchezza attra-verso il welfare. Alla politica spetta il compito di mettere in campo azioni energiche di semplificazione burocratica e di snellimento e alleggerimento in ambito fiscale e finanziario, al fine di potenziare l’interessamento degli investitori in ambito ICT.

Alle telco si richiede, invece, di riorientare gli investimenti verso le soluzioni innovative, mante-nendo stabilità nelle operation e de-commissionando le soluzioni precedenti; di sviluppare nuovi skill adatti alle nuove tecnologie e ai nuovi servizi; di evolvere verso nuovi modelli di business, senza dimenticare i tradizionali. n

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