natural mind n.7 2012

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1 Econotizie per gli amanti della natura e del bello Anno 2012 • N. 7 in collaborazione con FAITA natural-mind.it Magazine prodotto con energia certificata Muoversi in camper RECEPTION Alberta, natura incontaminata ITINERARI DI I Giochi Olimpici, simbolo di pace, troppo spesso occasione di guerra SFIDE & SPORT Destinati al malgoverno... STILI DI VITA

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L'ecorivista online, completamente gratuita, per gli amanti della natura e del bello

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Econotizie per gli amanti della natura e del bello

Anno 2012 • N. 7

11in collaborazione con FAITA

1in collaborazione con FAITA

1in collaborazione con FAITA

1in collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITA

natural-mind.it

Magazine prodottocon energia certifi cata

Muoversi in camperRECEPTION

Alberta,natura incontaminata

ITINERARI DI

I Giochi Olimpici, simbolo di pace,

troppo spesso occasione di guerra

SFIDE & SPORT

Destinati al malgoverno...STILI DI VITA

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3GRADIREMMO CONOSCERE LA TUA OPINIONE SU natural mind®. PER FORNIRCELA, CLICCA QUI.

Cari lettori,

l’estate è arrivata e, secondo quanto risulta all’Enit, circa otto operatori su dieci dei Paesi oltreoceano hanno registrato aumenti nelle vendite della destinazione Italia, con crescite comprese tra il 12 ed il 35%. Più impalpabile la lettura del mercato europeo, data la sostanziosa abitudine dei turisti del nostro continente a muoversi in macchina, sfuggendo alle statistiche dei tour ope-rator. Le indicazioni parlano, comunque, di un buon affl usso di turisti tedeschi ed austriaci, quelli che risentono meno dell’at-tuale situazione economica. Ancora tutto da vedere il trend degli italiani, ma le notizie che arrivano dalle località di vacanza non sono ottimistiche. Forse, alla fi ne, nella miscela fra turismo inco-ming e turismo interno, si riuscirà a salvare la stagione. Comun-que senza gli acuti che potrebbe consentire un marketing più attivo degli asset turistici dell’Italia, la meta più ambita al mondo secondo i desideri dei turisti ma, di fatto, la sesta scelta. Che facciate vacanza in casa o fuori, questo numero di natural mind© vi offre interessanti articoli e rifl essioni sull’Alberta, paradiso na-turale del Canada, sul turismo all’aria aperta in Sardegna, sui Giochi Olimpici, sulla predestinazione degli italiani al malgover-no, sulla passione per l’auto e su molti altri argomenti, anche per i junior di casa.

Buona lettura.

La redazione

Flebili segnali positivi per il turismo

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20RECEPTION• FAITA HOME BY IRM

Tecnologia avanzata per un miglior comfort• MUOVERSI IN CAMPER

1° Rapporto Nazionale sul Turismo en plein air in Camper e in Caravan

• FIAT PRO MOBILEUN’UTILE APP PER LAVORATORI SEMPRE IN MOVIMENTO

• LE OASI DEL CAMPING IN ITALIA: La Sardegna, bella e solida

• ITALIA, TERRA DEL SOLE E DELL’ARTE: Sardegna, il paradiso a casa nostra44PASSIONI

PICCOLA STORIA DELL’AUTOIl marchio BMW

57IL CLUB NATURAL MINDLA POSTA DEI LETTORI

ITINERARI DI 6

52JUNIOR CLUBIL PULCINO NEROStoria di natura per bambini da 2 a 8 anni

ALBERTA, NATURA INCONTAMINATACartolina dal Canada

natural mind®

Econotizie per gli amantidella natura e del belloPeriodico online del Club

‘natural mind’

Anno 2012 • N. 7

REDAZIONE,COORDINAMENTO E PUBBLICITÀDall’esperienza ultraventennale di

marketing, comunicazione ed edizionedi Make Tailored Advertising Srl

[email protected]

FOTOGRAFIEiStockphoto, Fotolia,

archivi privati,Regione Autonoma della Sardegna,

Ente Foreste della Sardegna

PROGETTO GRAFICOMake Tailored Advertising Srl

Desideri una copia stampata?La puoi ricevere per posta al costo di

euro 3 cad. (escl. spese di spedizione postale).L’off erta è subordinata

alla richiesta di almeno 100 copietotali (minimale di stampa).Se vuoi ricevere una copia

stampata, clicca qui indicandol’uscita desiderata, il numero di pezzi e

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COLOR RICHE LO SMALTO DI L’ORÉAL PARIS

16SALUTE & BELLEZZA

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DESTINATI AL MALGOVERNO...Un destino lungo 800 anni

RICETTE SARDEFregola con le arselle

I GIOCHI OLIMPICISimbolo di pace, troppo spesso occasione di guerra

L’ETA’ DEL NONNOCiao Lorenzo: come nasce un libro

12STILI DI VITA

E-SHOPPING54

A GUSTO MIO42

SFIDE & SPORT48

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ITINERARI DI

6

Et dominabitur a mari usque ad mare, et a fl umine usque ad ter-minos orbis terrarum” (E domi-

nerà dal mare fi no al mare, e dal fi u-me sino ai confi ni del mondo). Questa frase, tratta dalla Vulgata (Ps 72, 8) ed attribuita a re Salomone, viene da uno dei salmi regali a signifi care auspicio di felice ed ampio governo per i so-vrani. Parte della locuzione è visibile sullo stemma del Canada, secondo fra gli stati del mondo per superfi cie dopo la Russia, adagiato fra l’Ocea-no Atlantico e l’Oceano Pacifi co ad occupare il 41% del territorio norda-mericano. Un vastissimo paese con

una densità di abitanti tra le più basse al mondo (3 per km quadrato) ed una enorme quantità di ricchezze natura-li e minerarie grazie alle quali non è stato nemmeno sfi orato dalla reces-sione mondiale degli ultimi anni, anzi! ll Canada è per eccellenza la superpo-tenza estrattiva del pianeta. Evidente-mente per un disegno geologico omo-geneo alla confi nante Russia, il suo sottosuolo ospita in grande quantità praticamente tutti i metalli della cro-sta terrestre e, fra questi, i più prezio-si. Maggior estrattore mondiale d’oro, uranio, alluminio, potassio, il Canada è anche uno dei maggiori produttori di

A mari usque ad mare From sea to seaD’un océan à l’autre

Alberta, natura incontaminata

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ITINERARI DI

7

carbone, fosfati e gas naturale. Inol-tre, notizia non molto nota, le sabbie bituminose della sua provincia Alberta gli conferiscono il grado di sesto pae-se petrolifero mondiale, dopo l’Arabia Saudita. Ma la ricchezza del Canada non si ferma al sottosuolo. Anche le sue vastissime pianure e le stermina-te foreste contribuiscono all’altissimo reddito pro-capite del paese. Il Cana-da è il maggior produttore mondiale di mais ed uno dei maggiori in tutto il settore agricolo. Coltiva ed espor-ta massicciamente orzo, fru-mento, patate, avena, olio di colza, olio di girasole e soia.

Inoltre, è uno dei maggiori produttori ed esportatori di legname, pittoresca-mente trasferito dai boschi impervi alle segherie di valle o addirittura di costa attraverso la libera navigazione dei tronchi sugli innumerevoli fi umi e laghi. Grazie a questa ricchezza d’ac-qua , il Canada è anche al primo

posto mondiale nella produzione di ener-

gia idroelettrica, che addirittu-

ra esporta n e g l i

Stati

Cartolina dalla più bella provincia del Canada

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ITINERARI DI

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Uniti per il 14% circa. E ciò gli consen-te di dipendere molto meno degli altri paesi da fonti energetiche alternati-ve. Le centrali a combustione, quelle atomiche e gli impianti solari ed eoli-ci rappresentano soltanto il 30% cir-ca dell’energia prodotta dal paese. Ugualmente importante, infi ne, l’alle-vamento del bestiame, specie di quel-lo bovino, favorito dagli sterminati pascoli naturali. Così come è ricca la pesca, con i pescosi mari intorno all’i-sola di Terranova a sostenere un set-tore attivo ed effi ciente. Tanta grazia di Dio ha attirato da sempre i coloni provenienti dall’Europa che, incuranti del clima rigido d’inverno ed afoso d’e-state, ci si sono stabiliti volentieri per quel tanto che la severa legge sull’im-migrazione ha consentito. Abitato per millenni dagli aborigeni delle First Na-tions, dopo la scoperta dell’America il Canada è stato teatro di aspre dispute tra inglesi e francesi, fi nché si è evo-luto in una federazione multiculturale

ed uffi cialmente bilingue (in-glese e francese), dopo aver pacifi camente ottenuto la sovranità dall’ultima potenza che lo ha colonizzato, il Regno Unito. Parte importante della fe-derazione è lo stato di Alberta, così nominato in onore della Principessa Louise Caroline Alberta (1848–1939), la quarta fi glia della Regina Vittoria, che fu moglie del Marchese di Lorne, Governatore Generale del Canada dal 1878 al 1883. I nomi della principessa caratterizzano anche alcune famose località della provincia: il lago Loui-se, la cittadina di Caroline ed il monte Alberta. Contraddicendo al motto “A mari usque ad mare”, insieme al Sa-skatchewan Alberta è una delle due sole province canadesi (in totale sono 10 più 3 cosiddetti territori) a non ave-re sbocco sul mare. Ciò non gli im-pedisce, tuttavia, di offrire attrazioni straordinarie al turista, vere e proprie meraviglie della natura. Anzi, è proprio

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ITINERARI DI

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la sua particolare geografi a di grande altopiano con pianure distese in mez-zo alle montagne fra i 650 ed i 1.000 metri sul livello del mare, a conferirgli

paesaggi mozzafi ato. Un paesag-gio spesso impervio ma bellis-simo che corre da nord verso sud per 1.200 km e per 600

da est verso ovest, dove è arginato dalle Montagne

Roc-ciose. C i m e fi no a 3.954 metri s.l.m., (il Monte Robson) ed una co-stellazione di piccoli laghi sparsi fra i tre maggiori, l’Athabasca (7.898 km²) che sconfi na in parte nel Saskatche-wan, il Claire (1.436 km²), il Picco-lo Lago degli Schiavi (1.168 km²), in un reticolato di centinaia di fi umi. 21 paralleli, fra il 49° ed il 60°, e 10 me-

ridiani, fra il 110° ed il 120°, di natura incontaminata, piena di foreste, con una densità abitativa appena superio-re a quella media del Canada (5,5 abi-tanti/kmq) e con città gioiello come Edmonton, il capoluogo (730 mila abi-tanti), e Calgary (1 milione), località sciistica nota in tutto il mondo anche a seguito dei XV Giochi Olimpici Inver-nali del febbraio 1988. Alberta è stata

un’attrazione sin dagli albori del XX secolo per sciatori, scalatori, cam-

peggiatori e normali turisti in cer-ca di quelle fresche sensazioni ed ampi orizzonti garantiti dai suoi magnifi ci parchi natu-rali, come il Banff National Park ed il Jasper National Park nelle Rocky Mountains,

collegati dalla scenografi ca Icefi elds Parkway. 5 dei 14 siti canadesi pro-tetti dall’UNESCO come patrimonio mondiale appartengono alla provin-cia: Canadian Rocky Mountain Par-ks, Waterton-Glacier International

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ITINERARI DI

Peace Park, Wood Buffalo National Park, Dinosaur Provincial Park e He-ad-Smashed-In Buffalo Jump. Molti dei circa 8 milioni di turisti che ogni anno visitano Alberta sono anche at-tratti dalle sue manifestazioni folclo-ristiche. Circa 1,2 milioni di persone frequentano il Calgary Stampede, la celebrazione del Wild West di un tem-po e dei ranch canadesi, mentre cir-ca 700 mila rivivono al Capital Ex (già Klondike Days) di Edmonton l’epopea dei cercatori d’oro. Edmonton era la porta d’accesso alla via tutta cana-dese per le miniere d’oro dello Yukon, l’unica strada che permetteva ai cer-catori di evitare il pericoloso e logo-rante passaggio attraverso il Chilkoot Pass. Un’altra destinazione che attrae

più di 650 mila visitatori ogni anno è la Drumheller Valley, a nord-est di Cal-gary. Oltre ad offrire una ricca storia mineraria, essendo stata una delle più grandi miniere di carbone del Canada occidentale, Drumheller si presenta come la “Capitale Mondiale dei Dino-sauri”. Nelle sale del suo Royal Tyr-rell Museum of Palaeontology si può, infatti, ammirare una ragguardevole quantità di esemplari di dinosauro rin-venuti nella valle, una delle maggiori testimonianze al mondo dei gran-di rettili che popolarono il mondo 60 milioni di anni fa. Infi ne, per chi ama i sapori del vecchio far west america-no, da non trascurare l’Alberta Prairie Railway Excursions, una popolare at-trazione turistica che consente d’im-

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ITINERARI DIbarcarsi su uno dei pochissimi treni a vapore ancora in funzione nel mondo per un viaggio amarcord attraverso la prateria. “Fortis et Liber” è il motto sullo stemma di Alberta, la provincia più ricca del Canada. Forte come la rosa selvatica, libero come il Gufo dal Grande Corno, fi ore ed uccello sim-bolo della provincia.

Ulisse

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STILI DI VITA

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Destinati al malgoverno...

...o possiamo cambiare?

surse ver’ lui del loco ove pria stava, dicendo: «O Mantoano, io son Sordello de la tua terra!»; e l'un l'altro abbracciava.

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!

(Dante: Purgatorio, Canto VI)

Un destino lungo ottocento anni

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STILI DI VITA

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È tanto chiede-re un Paese moderno, a

giusta misura delle aspettative dei cit-tadini, rispettoso dei diritti e dei do-veri, un Paese go-vernato con serietà e rettitudine? A giu-dicare dalle parole rivolte da Sordel-lo al conterraneo Virgilio ottocento anni fa attraverso la penna di Dante, l’impresa appare disperata, se non impossibile. L’Italia attuale continua ad

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STILI DI VITA

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apparire agli italiani ed agli stranieri la stessa nave senza pilota, in balia di una tempesta tanto più grave in quanto le sue dimensioni generali oggi sfuggo-no alla cognizione ed al controllo dei marinai di tutto il pianeta. Ovunque si naviga a vista, cercando di sopravvive-re ai marosi che la tempesta erge ogni giorno, ogni ora, sempre più alti. L’in-tero occidente, Stati Uniti compresi e con l’eccezione di poche nazioni, com-batte una lotta per la sopravvivenza qua e là identifi cata come l’agonia del capitalismo, l’assalto degli speculatori fi nanziari, la guerra del dollaro all’euro ed altre ipotesi di fantasia o, purtroppo, di realtà. Quale che sia il nome, l’origine o la dire-zione della tempesta in atto, sta di fatto che essa ha messo alle strette un siste-ma mondiale che fi no a poco più di die-ci anni fa sembrava avesse raggiunto uno stabile indirizzo di sviluppo verso la ricchezza globale. Purtroppo, non si erano calcolate due novità fondamen-tali. Da una parte, l’avvento di internet e l’effetto domino che avrebbe avuto sulle relazioni economiche, acceleran-

done a dismisura i trend fi no a creare bolle speculative che dapprima hanno gonfi ato l’economia e poi, esploden-do, l’hanno depressa. Dall’altra e nel contesto, l’importanza che ha assunto la speculazione fi nanziaria planetaria, con il sistematico gioco in borsa alla ri-cerca della migliore remunerazione del capitale. Queste novità hanno gioca-to soprattutto a sfavore dei paesi con eccesso di spesa pubblica e con un grosso buco nei conti dello stato, in so-stanza quelli più indebitati. L’Italia, con il suo debito pubblico globale secon-do soltanto a quello degli Stati Uniti, è purtroppo alla testa di tale schiera. Ma la constatazione più triste e preoc-cupante è che una spesa pubblica così esorbitante non è andata a migliorare i servizi per i cittadini, anzi. Oltre che la lista degli stati più indebitati, l’Italia comanda anche quelle dei paesi meno effi cienti in tutti i servizi essenziali: scuola, giustizia, sanità, organizzazio-ne della macchina statale, ecc.Né i soldi spesi sono andati a miglio-rare la competitività del nostro sistema produttivo. Pur avendo la miglior offerta

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STILI DI VITA

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potenziale di turismo nella ineguaglia-bile combinazione di natura e cultura che l’Italia può esibire, siamo scesi dal 1° posto degli anni ’70 come principale destinazione turistica mondiale al 6° dei giorni odierni. E non è andata meglio nei settori universalmente riconosciuti c o m e e c -cel len-za del “Made in Italy”, le famose 4F: Food – cuci-na; Furniture – arredamento e design; Fashion – moda; Ferrari – inteso come tec-nologia avanzata. Anche qui abbia-mo perso

competitività, affari e reddito.Segnati dal destino o semplicemente succubi del malgoverno ? Se crediamo a certi proverbi che sono la saggezza dei popoli, “Faber est suae quisque for-tunae”, ognuno è fabbro della propria sorte. Dunque, più che il destino dob-biamo incolpare i cattivi governanti che abbiamo eletto addirittura per secoli, a giudicare dall’invettiva di Sordello. Ma, sostanzialmente, dobbiamo incolpare noi stessi che li abbiamo eletti.è quindi tempo, l’ultimissimo, per cam-biare e per eleggere gente nuova, affi -dabile, da giudicare in base a ciò che ha saputo fare nella vita ed a provate doti morali e civili. Basta con le chiac-chiere dove, da sempre, primeggiano gli imbonitori.

Tiffany

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SALUTE & BELLEZZA

L’EXPERTISE NEL COLORE DI L’ORÉAL PARISI LABORATORI L’ORÉAL PARIS DISPONGONO DI UN NUANCIER DI PIGMENTI, SFUMATURE ED EFFETTI OTTICI CHE SI ASSOCIANO PER CREARE LE MIGLIORI NUANCE, COPRENDO TUTTA LA GAMMA COLORE. I PIGMENTI DI COLORE CON-TENUTI IN COLOR RICHE LO SMALTO SI DISPERDONO IN MODO ULTRA FINE, IN MODO DA OFFRIRE UN COLORE DALL’INTENSITÀ UNICA.

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SALUTE & BELLEZZA

COLOR RICHE LO SMALTO DI L’ORÉAL PARIS, BRILLANTEZZA LACCATA, 40 COLORI FASHION

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RECEPTION

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FAITA Home by IRMTecnologia avanzata per un miglior comfort

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In un mondo dove tutto cambia rapidamente, il camping sente la necessità di trasformarsi in quel-

lo che i francesi, leader di questo tipo di turismo in Europa, chiamano “hôtellerie en plein air”. L’albergo all’aria aperta al quale ci si riferisce è sostanzialmente una struttura re-cettiva dove il comfort ed i servi-zi hanno molta più importanza e spazio di quelli che avevano per lo spartano campeggiatore del pas-sato. Oggi il camping è in larga parte turismo familiare, appetibile non solo per il vantaggio di prez-zo che offre, ma soprattutto per il rapporto che il prezzo ha con la qualità del servizio e del comfort, ormai indispensabili anche per chi ama il piede nudo nella sabbia. E le case mobili, insieme all’accre-sciuta capacità di entertainment del camping sul modello dei villaggi turi-stici, rappresentano la chiave di volta rispetto al passato, essendo in grado di offrire a tutta la famiglia spazi mo-dernamente ottimizzati. Per questo FAITA Nazionale, la Federazione che

raggruppa gran parte dei circa 2.500 campeggi italiani, ha fatto un accordo con il gruppo francese Benéteau per la produzione nel nuovo stabilimento di Bologna di quattro modelli di case mobili studiati apposta per le esi-genze del mercato italiano e, perciò, contrassegnati con il marchio “FAITA

RECEPTION

21

Mod. Super Mercure, m. 7,50x4, n. 2 camere

Mod. Super Titania, m. 8x4, n. 3 camere

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Home by IRM”. Laddove IRM rappre-senta il marchio del gruppo france-se leader nel mercato europeo delle

case mobili. Le nuove “FAITA Home by IRM” rappresentano l’ultimo gri-do in fatto di tecnologia specifi ca, combinando materiali ecologici e du-raturi con soluzioni abitative di gran-de comfort e praticità per la famiglia ospite. Un motivo in più a favore del turismo all’aria aperta, ormai vicino a rappresentare il 20% della formula di vacanza in Italia.

22

Mod. Titania, m. 8x3, n. 2 camere

RECEPTION

Mod. Super Mercure Riviera, m. 7,50x4, n. 2 camere

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RECEPTION

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RECEPTION

Col patrocinio uffi ciale di Faita Fe-

derCamping, la 30° edizione del

Salone internazionale dell’arre-

do e attrezzature per l’esterno presenterà

delle novità importanti a favore del com-

parto turistico all’aria aperta. Non solo,

infatti, si svolgerà la 4^ edizione di Cam-

ping & Village Show, il più grande appun-

tamento italiano riservato ai gestori del-

la ricettività all’aperto e organizzato da

SUN in collaborazione con l’Associazio-

ne Mondo del Campeggio. Agli operatori

del turismo open-air, espositori, visitatori

professionali e tour operator selezionati,

si presenterà uno scenario rinnovato: 5

Padiglioni attigui, praticamente tutta l’ala

Ovest della Fiera di Rimini occupata dal

SUN, saranno esclusivamente dedicati

alle attrezzature per il settore turistico e

Dal 7 al 9 ottobre, alla Fiera di Rimini SUN e Faita ancora insieme

Page 25: natural mind n.7 2012

ricettivo open-air. Accanto ai padiglioni

dedicati alle case mobili e attrezzature

per il campeggio nella cornice del Cam-

ping & Village Show, ci saranno anche i

padiglioni destinati alle dotazioni per gli

stabilimenti balneari – un comparto che

da solo richiama tra i 6 e gli 8 mila ope-

ratori all’anno e che col mondo del cam-

ping e dei villaggi ha infi nite affi nità di

prodotti e servizi -, il padiglione riservato

ai giochi e allo svago all’aria aperta (gon-

fi abili, giocattoli, castelli, attrezzature per

grandi e piccini), e il percorso espositivo

adibito al benessere ‘in e con l’acqua’,

dove si trovano mini-Spa, idromassaggi,

piscine dentro e fuori terra, sempre più

presenti e apprezzati nelle strutture ricet-

tive. Ciò che si presenterà ai professioni-

sti della fi liera della vacanza all’aria aperta

e in particolare ai gestori della ricettività

all’aperto, sarà quindi un polo espositivo

dal potenziale unico nel Belpaese, all’in-

terno di una fi era che da 30 anni è il più

grande, ricco e completo appuntamento

B2B dedicato ai professionisti dell’arredo

e attrezzature da esterno.

Informazioni sulla fi era SUN:

www.sungiosun.it (solo per operatori, ingresso gratuito

con registrazione cliccando qui)

RECEPTION

25

SUN, 30° Salone internazionale dell’esterno. Rimini Fiera, 7-9 ottobre 201212 padiglioni - 90.000 mq - 700 espositori - 9 comparti espositivi - 25.000 visitatori professionali - operatori da 47 Paesi

Page 26: natural mind n.7 2012

26

RECEPTION

5,6 milioni di turisti all’anno, ita-liani e stranieri, fanno vacanza in camper nel nostro paese se-

condo il Ciset, Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica dell’Uni-versità Ca’ Foscari di Venezia. Un uni-verso fi nora soltanto intuito nei suoi gusti e nelle sue abitudini, mai investi-gato con una seria ricerca demoscopi-ca. Ci ha pensato l’APC, l’Associazio-ne dei Produttori di Camper e Caravan, che nel 2012 ha condotto il primo studio sull’argomento, pubblicando-lo sul proprio sito a metà dell’anno.Sono 41 le aziende associate ad APC, tra produttori di autocaravan, caravan,

componenti e accessori per il turismo en plein air e con-tano più di 4.000 dipen-denti, ai quali vanno aggiunti 3.000 dipendenti della fi lie-ra. Questa i n d u s t r i a p r o d u c e ogni anno circa 13.000 camper, svi-luppando un f a t t u r a t o complessivo superiore ai 600 milioni di euro, di cui il 58% destinato all’export.

Muoversi in CAMPER1° Rapporto Nazionale sul Turismo en plein air in Camper e in Caravan

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27

RECEPTION

Punta di diamante del settore, FIAT Pro-fessional che fornisce la motorizzazio-ne ed il telaio Ducato ad oltre il 50% dei camper prodotti e circolanti in Europa.Il rapporto dell’APC fotografa lo sta-to dell’arte dell’industria caravanning, simbolo del made in Italy all’estero e della vacanza en plein air in camper o caravan. Una modalità di viaggio eco-sostenibile, ricercata da chi vuo-le abbinare

contatto diretto con la natura ed op-portunità di rapido spostamento per se stesso e per la propria famiglia.

Dalla ricerca emerge che l’Italia è la de-stinazione più ambita per la bellezza dei luoghi da visitare rispetto alle principali nazioni europee in cui è più diffusa la cul-tura del camper style, come Germania e Francia. Tuttavia, l’ospitalità en plein air italiana risulta carente sia per le aree di sosta, sia per la facilità di accesso alle strutture ricettive che per i servizi.

La crisi

sta col-pendo anche il settore del caravanning. Infatti, la domanda di veicoli ricreazionali nuovi ha subito nel 2011 una diminuzio-ne del 6,9% rispetto al 2010, con 8.709

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28

RECEPTION

vei-c o l i vendu-ti, di cui 7.010 camper (-7,2%) e 1.699 caravan (-5,7%). Il numero dei camper nuovi im-matricolati a noleggio è rimasto pres-soché costante tra il 2007 e il 2011, attorno al 15% del totale mercato.Raffrontando i camper immatricolati per il noleggio con il calo delle vendite di nuovi camper, si può affermare che il noleggio rappresenta una risposta alla

crisi, un’opportunità che consen-te all’utenza potenziale

di scopri-re il cam-per style. Il Nord O v e s t

d e l l ’ I t a -lia registra i

maggiori mov i -m e n t i di ac-q u i -

sto di c a m p e r

sia nuovi che usati.

Il parco circolante

è compo-sto dal 50,6% di

veicoli con più di 10 anni di anzianità e dal 49,4% con meno di 10. Addi-rittura il 35,6% ha un’età superiore ai 15 anni. A livello europeo, si registra tra il 2010 e il 2011 un incremento del mercato dei camper a confronto con

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29

RECEPTION

quello delle caravan. I Paesi con la più alta densità di camper e caravan ogni 10.000 abitanti sono quelli del Nord e Centro Europa, come rifl esso della tendenza ad avere un rapporto più diretto con la natura e l’ambiente.Confrontando i movimenti dei camper nuovi e usati del 2011, l’Italia, rispetto ai mercati di Germania e Francia, re-gistra il minor numero di veicoli nuovi venduti: solo 47 ogni 100.000 abitanti, contro 87 della Germania e 104 della Francia. In Italia, i volumi del merca-to dell’usato sono maggiori rispetto ai volumi del nuovo: per ogni veicolo nuovo immatricolato ci sono 3,1 veico-li usati, dato molto più elevato rispetto alla Francia (2,6) e alla Germania (2,5).Il camperista italiano è giovane (39 anni) e, nel 50% dei casi, settentriona-le. Il 44% dei camperisti italiani va in vacanza con il proprio animale dome-stico mentre il 9% decide di partire con persone disabili o aventi diffi coltà nei movimenti. Il 76% dei turisti italiani en plein air sceglie la vacanza itinerante e la meta preferita del 50% è il mare. Il camperista straniero, per

lo più tedesco o francese, ha un’età media di 47-48 anni. Il 35% dei tedeschi e il 41% dei fran-cesi portano con sé anche un anima-le domestico, soprattutto cani e gat-ti. Il 52,2% dei camperisti italiani e il 52% dei camperisti francesi optano per soste al di fuori dei campeggi. I tedeschi, invece, prediligono i cam-peggi e gli agricampeggi (55,6%).Tra le migliori mete europee da visita-re l’Italia occupa un posto privilegiato per la bellezza del territorio. Tuttavia essa non compare nei primi posti per l’offerta di strutture ricettive. Nell’opi-nione dei camperisti italiani e francesi

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è la Francia la migliore destinazione europea per l’offerta di aree attrezzate, mentre i tedeschi preferiscono il proprio Paese. L’Italia si posiziona al terzo po-sto nella classifi ca stilata dagli italiani, al quarto in quella dei tedeschi, men-tre non compare tra le quattro destina-zioni preferite dai camperisti francesi.I camperisti italiani consultano inter-net per raccogliere in-

formazio-ni e

per

scegliere le aree di sosta (83%), men-tre gli stranieri usano principalmente il passaparola. I campeggi a pagamento sono visti dagli italiani con fi ducia per-ché ben attrezzati e dotati di servizi. Al contrario, le aree di sosta sono consi-derate meno affi dabili. I turisti stranieri che fanno una vacanza en plein air in Italia sono 2,6 milioni, per 23 milioni di notti e una spesa complessiva di cir-ca 1,2 miliardi di euro. I turisti italiani che viaggiano in Italia in camper, ca-ravan o tenda sono 3 milioni, per 31 milioni di notti e una spesa comples-siva di 1,4 miliardi di euro equivalente, mediamente, a 467 euro a testa per l’intero soggiorno. Il turista straniero in Italia spende in media 462 euro a testa per l’intero soggiorno e circa 54 euro al giorno. I francesi spendono più di quelli tedeschi, i camperisti meno dei caravanisti (minori costi strutturali). Tra i turisti stranieri che scelgono l’I-talia come meta per le proprie vacan-ze en plein air vi sono, nell’ordine, te-deschi, olandesi, austriaci e francesi, che rappresentano complessivamente il 74% del movimento e della spesa per turismo incoming all’aria aperta.

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Sono 10 su 100 i turisti tedeschi diretti in Italia che decidono di trascorrere la propria vacanza en plein air, 5 su 100 nel caso della Francia. Le principali regioni italiane di destinazione dei turisti stra-nieri all’aria aperta sono: Veneto, Lom-bardia, Trentino Alto Adige e Toscana. Le province più visitate: Venezia, Vero-na, Bolzano, Brescia, Genova e Pisa.I turisti italiani che hanno scelto una destinazione estera per un soggiorno en plein air nel 2010 sono stati circa 1 milione. Le loro principali destinazioni sono state Francia, Croazia, Austria,

seguite da Germania e Svizzera. Spa-gna e Grecia risultano le mete prefe-rite da chi viaggia in caravan e tenda.Notevoli le iniziative per promuove-re in Italia la cultura del camper style, del turismo itinerante e della ricetti-vità en plein air, un modo di affron-tare la vacanza moderno, in grado di restituire, in particolare ai bambi-ni, quel pieno contatto con la natu-ra e quel senso di libertà che manca nelle città dove si vive tutto l’anno.

Ulisse

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Anche Fiat Professional sbarca su iTunes presentando una app gratuita pensata per chi uti-

lizza la sua gamma di veicoli com-merciali. “Fiat Pro Mobile” - questo il nome dell’applicazione - conferma la volontà di Fiat Group Automobiles di essere sempre vicino alle esigenze dei propri clienti professionisti offren-do quanto di meglio oggi la tecnologia mette a disposizione, incluse ovviamen-te le nuove funzionalità che si stanno sviluppando nel mercato della telefonia mobile.Disponibile in 5 lingue, prossimamente anche su Google Play, “Fiat Pro Mobile” si aggiunge alle applicazioni di Customer Care già realizzate per i marchi Fiat, Alfa Romeo, Lancia e Jeep, e di queste ere-dita la piattaforma comune che offre agli utenti una serie di servizi davvero utili. Tra questi: “Il tuo profi lo”, dove è possibi-le gestire le scadenze personali e quelle

re-l a -tive al p ropr io veicolo; “Trova una concessionaria”, per scoprire il dealer o l’offi cina più vi-cina; “Contatta Fiat”, che consente di rivolgersi direttamente al Servizio Clienti Ciao Fiat; “Notizie sul traffi co” e “Assi-stenza stradale” per viaggiare tranquilli; “News e promozioni”, per essere sem-pre aggiornati; “Libretto Uso e Manu-tenzione”, una versione specifi ca del libretto informativo di Ducato e Fiorino

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UN’UTILE APP PER LAVORATORI SEMPRE IN MOVIMENTO

Fiat Pro Mobile

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e “Trova il tuo veicolo”, la funzione che, una volta parcheggiato il proprio veico-lo, ne “registra” la posizione. Sarà quin-di facilissimo ritrovarlo accedendo alla funzione “Trova” che indicherà anche il percorso da fare. Inoltre, è stato inserito un servizio spe-cifi co per “Fiat Pro Mobile”, disponibi-le anche sul web: si tratta della “Guida Sincera Fiat Professional” che raccoglie le recensioni dei ristoranti consigliati da

persone che per lavoro viag-giano quoti-d i anamen te . Le trattorie e i ristoranti de “La Guida Sin-cera” oltre a servire ottimi pasti, prestano un’attenzione particolare alle esigenze dei propri clienti che - essendo lavoratori - ne-cessitano di un servizio veloce,

prezzi contenuti e ampi posteggi. L’u-tente può così trovare il ristorante più vi-cino, consultarne le recensioni e gli orari di apertura.Nei prossimi mesi altre funzionalità sa-ranno implementate come, ad esempio, il servizio “Pronta consegna” per trovare subito il veicolo desiderato nelle con-cessionarie della propria zona.

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Le oasi del camping in Italia

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Le isole, si sa, costituiscono un cosmo a se stante per la di-stanza che stabiliscono fra la

mentalità dei loro abitanti e quella del “continente”, come gli isolani defi niscono qualsiasi terraferma. Un passo diverso, più pacato ed arcaico, un approccio diverso alla natura, un rapporto umano più so-lidale, adatto a contrastare un am-

biente non sempre misericordioso e, comunque, più avaro di risorse, un maggior distacco dalla materia, un confronto più paritario fra perso-ne maggiormente abituate a calpe-stare lo stesso suolo ed a patirne gli stessi umori.

Così le isole, così la Sardegna. La seconda isola più estesa del mar Mediterraneo dopo la Sicilia (l’otta-

La SARDEGNA, BELLA E SOLIDA

FOTO GENTILMENTE CONCESSE DALLA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA

E DALL’ENTE FORESTE DELLA SARDEGNA

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va in Europa e la quarantottesima nel mondo) rispecchia fedelmente queste caratteristiche. Anzi le ac-centua dividendosi in tante sotto-isole con storie diverse, comunque accomunate dall’antica saggezza dei pastori e dei contadini celebrata dalla Deledda e, molto tempo prima, dalla civiltà nuragica.

Che parli la lingua sarda, il sassare-

se, il gallurese, il dialetto algherese, il dialetto tabarchino o l’italiano re-gionale della Sardegna, l’abitante dell’isola rimane comunque ancora-to ai valori tradizionali di un territo-rio che è più dell’80% montuoso e collinare.

Un’isola di montanari, dunque, più che di marittimi. Un’isola di pasto-ri e contadini, più che di pescatori.

“INTENDO RICORDARE LA SARDEGNA DELLA MIA FANCIULLEZZA, MA SO-

PRATTUTTO LA SAGGEZZA PROFONDA ED AUTENTICA, IL MODO DI PENSARE

E DI VIVERE, QUASI RELIGIOSO DI CERTI VECCHI PASTORI E CONTADINI SARDI

(…) NONOSTANTE LA LORO ASSOLUTA MANCANZA DI CULTURA, FA CREDERE

AD UNA ABITUDINE ATAVICA DI PENSIERO E DI CONTEMPLAZIONE SUPERIORE

DELLA VITA E DELLE COSE DI LÀ DELLA VITA”.

GRAZIA DELEDDA, NATA A NUORO – PREMIO NOBEL 1926 PER LA LETTERATURA

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Un’isola che, comunque, ha sfrut-tato la propria centralità per svi-luppare rapporti commerciali e

territoriali con tutte le poten-ze che si sono succedute nel Mediterraneo, attraendo ad-dirittura varie-gati insedia-menti.

E questa at-trazione continua tuttora nella for-mula del turismo moderno alla ri-cerca di luoghi belli e caratteristici da offrire al vacanziere. In questa ottica, la Sardegna ha saputo va-lorizzare al meglio il suo patrimo-nio naturale e culturale, ponen-dosi ed attrezzandosi come una delle destinazioni leader di tutto il Mediterraneo.

E tale caratteristica si applica an-che al turismo all’aria aperta dove, malgrado le obiettive diffi coltà lo-gistiche ed il costo elevato del

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Foto © Regione Autonoma della Sardegna

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traghetto per persone e mezzi, la Sardegna rappresenta una delle destinazioni più ricercate da ita-liani e stranieri. La regione, infatti, ospita un buon numero di cam-peggi (102, equivalenti al 3,9% del totale nazionale), sensibilmente più grandi ed ospitali della media italiana essendo in grado di offrire circa 70.000 posti letto (5,1% del totale Italia).

Il mare, i dintorni e le specialità culinarie di località come Arbo-rea, Arzachena, Budoni, Costa Smeralda, La Maddalena (un’isola nell’isola), S. Antioco, Santa Tere-sa di Gallura, per citarne solo al-cune, fanno sognare una straordi-naria vacanza a milioni di persone di tutto il mondo.

Chaperon

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Continuiamo a scoprire la nostra bella penisola e approdiamo sta-volta nella regione che più di ogni altra è un susseguirsi ininter-rotto di insenature, spiagge e scogliere. 1.850 km di litorali che

offrono una varietà di panorami, dalle rocce di granito alle falesie calca-ree, dalle torri di avvistamento alle vestigia di antiche civiltà.

SARDEGNA, IL PARADISO A CASA NOSTRA

Mare caraibico a due passi da casa, fondali variopinti che si intravedono sotto le acque trasparenti, il profumo della flora mediterranea che si mischia al salmastro. L’approdo alla Sardegna stordisce. E, se ci si avventura all’interno, si scopre un mondo altrettanto sorprendente. Come al solito, un paio di spunti per i visitatori:

• Le grotte di Nettuno e del Bue Marino: tra le più grandi e più belle dell’intero Mediter-raneo, si trovano rispettivamente ad Alghero e sulla costa centro-orientale. La prima, lunga oltre 1 km, è raggiungibile sia via mare che via terra. Dopo un percorso fi tto di concrezioni colonnari, si arriva al bacino di un lago alimentato dal mare, chiamato la Reggia, da cui si intravede una spiaggia dalla sabbia bianchissima e, nell’ultima parte della grotta, il terrazzo chiamato Tribuna della musica. La seconda grotta prende il nome dalla foca monaca che fi no a pochi anni fa la popolava. Lunga 5 km e suddivisa in due rami, è visitabile per circa 900 metri. Il ramo sud è formato da un’ampia galleria ricca di stalattiti e stalagmiti, dove penetra l’acqua del mare e sono visibili numerosi laghetti d’acqua dolce; Altro elemento di rilievo la presenza di graffi ti del neolitico: una dozzina di fi gure danzanti incise nelle sue pareti.

• La via dell’olio: un itinerario che conduce alle più profonde tradizioni agro-pastorali dell’isola, tra olivi secolari che crescono ora su declivi vulcanici, ora su spiazzi intrisi di salsedine. Prima tappa ad Alghero e Ittiri. Scendendo a sud, s’incontra il Montiferru, terra vulcanica che chiude a ovest le verdi pianure dell’Oristanese, dove si trovano oltre 700 maestosi esemplari plurisecolari. Dirigendosi verso il cuore dell’isola, meritano una sosta il Sarcidano e l’Ogliastra. Infine, s’arriva all’estremo sud: il Parteolla (con Dolia-nova in testa) è la zona elettiva della produzione di un ottimo extravergine. A Dolianova s’incontra un piccolo museo a tema che ben illustra gli attrezzi e gli strumenti utilizzati nella produzione e nella conservazione dell’olio.

Info su www.sardegnaturismo.it

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Firenze

Perugia

Roma

Bologna

Venezia

Trieste

Trento

MilanoAosta

Torino

Genova

Ancona

L’Aquila

Campobasso

Napoli

Bari

Potenza

Catanzaro

Palermo

Cagliari

VILLAGGIO CAMPING LIDOMaccagno (VA) VILLAGGIO CAMPING BOSCOCannobio (VB)

CAMPING VILLE DEGLI ULIVIMarina di Campo (LI)

CAMPING CANAPAIRio Marina (LI)

CAMPING RESIDENCE AMIATACasteldelpiano (GR)

VILLAGGIO CAMPING LE MARZEMarina di Grosseto (GR)

CAMPEGGIO SUMMERLANDViterbo

HAPPY VILLAGE & CAMPINGRoma

VILLAGGIO CAMPING TESONISMarina di Tertenia (OG)

HOTEL PICCADA & APPARTAMENTI LA GALATEAPalau (OT)

CAMPING MIRAGEBarano d’Ischia (NA)

CAMPEGGIO EUROPATerracina (LT)

LE PALME VILLAGETerracina (LT)

GREEN VILLAGEMarina di Camerota (SA)

RomaRoma

CAMPING CA’ SAVIOCavallino Treporti (VE)

VILLAGGIO DEL SOLEMarina Romea (RA)

PARCO VACANZE RIVAVERDEMarina di Ravenna (RA)

VILLAGGIO DEI PINIPunta Marina Terme (RA)

HOLIDAY VILLAGE FLORENZLido degli Scacchi (FE)

VILLAGGIO PINETAMilano Marittima Cervia (RA)

BolognaBologna

L’AquilaL’Aquila

CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLAMaserno di Montese (MO)

CAMPING VILLAGE DON DIEGOGrottammare (AP)

CAMPING EUCALIPTUSAlba Adriatica (TE)

MilanoMilano

I campeggi preferiti di

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Preparazione:

Mettete le vongole in uno scolapa-sta che introdurrete in un recipiente un po’ più grande, lasciandole completamente immerse nell’acqua fredda corrente per un’ora.

Intanto fate rosolare-tre spicchi d’aglio in una padella abbastanza

A GUSTO MIO

RICETTE SARDETorniamo alla gastronomia regiona-le italiana, occupandoci in questo numero di Sardegna. Regione un po’ misteriosa, chiusa alle infl uenze esterne, la seconda isola italiana per estensione conserva una tradizione saldamente ancorata a sapori sempli-

ci e intensi, di terra e di mare. Nel cor-so della sua storia il tessuto culinario originario è stato in parte completato con specialità derivate dall’infl uenza esercitata dai popoli invasori. Dal ri-cettario regionale abbiamo pescato un classico dell’isola.

FREGOLA CON LE ARSELLEIngredienti:• 1 kg di vongole• 200 g di pomodori pelati• 250 g di fregola (pasta di

semola di grano duro)• 1 lt di brodo di pesce• 100 ml di olio di oliva e.v.o.• 4 spicchi di aglio• pepe q.b.• sale q.b.• 2 cucchiai di prezzemolo tritato

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Epicuro

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RICETTE SARDE

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A GUSTO MIO

capiente. Scolate le vongole, mette-tele a cuocere nell’olio, facendole aprire a fuoco vivace. Poi pulitele dai gusci (lasciandone qualcuna integra per la decorazione fi nale) e fi ltrate con un colino l’acqua di cottura.

In un altro tegame, fate rosolare leggermente uno spicchio d’aglio nell’olio con il prezzemolo, aggiun-gete il pomodoro e lasciate insa-porire qualche minuto. Unite quindi il brodo di pesce e poi la fregola e salate. Versate anche l’acqua delle vongole e, man mano che la frego-la cuoce, aggiungete, se serve, altro brodo bollente. Alla fi ne terminate la cottura aggiungendo le vongole e un po’ di prezzemolo tritato.

Decorate con qual-che arsella col

guscio, condite con un fi lo d’o-

lio crudo, una spolverata di

pepe e servite ben caldo.

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Continua su natural mind® la nostra breve storia dell’automobile. Siamo

alla terza puntata e per chi fosse alla prima lettura ripetiamo che protagonista della nostra storia è il marchio dell’auto, più che il motore, la linea od altri elementi meccanici. In termini tecnici, il marchio è l’associazione fra il nome che contraddistingue il prodotto e la rappresentazione grafica che lo racchiude. Un po’ come una persona, che s’identifica con un nome e con una propria, particolare ed inimitabile figura corporea. In termini moderni, questa

immagine del marchio assume il nome di logo, abbreviazione anglosassone di logotype. Il marchio tende a rimanere identico a se stesso per tutta la vita allo scopo di identificarsi, sempre e con chiarezza, presso il consumatore al quale si riferisce. In un mercato come quello dell’auto ad altissimo tasso di sviluppo tecnologico e di novità, può tuttavia essere necessario un suo periodico re-styling con l’obiettivo di ringiovanirne ed ammodernarne le linee. Salvo necessità di cambiamenti drastici, il re-styling tende comunque a mantenere piena continuità con il

Piccola storia dell’auto

PASSIONI

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“Quando corre Nuvolari mette paura perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura...” (Lucio Dalla, Nuvolari)

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marchio precedente. Il logo del quale trattiamo oggi, in rigoroso ordine alfabetico dopo Alfa Romeo ed Audi, è BMW, acronimo di Bayerische Motoren Werke (Fabbrica Bavarese di Motori), con sede a Monaco di Baviera. La

genesi del marchio e dell’azienda è legata alla produzione di motori per aereo durante la prima guerra mondiale quando l’industria

meccanica tedesca era impegnata a produrre

“macchine volanti” in grado di competere con gli avanzati Sopwith Camel b r i t a n n i c i ,

d e c i s i v i dominatori dei

cieli. Fu Max Friz, un

PASSIONI

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Il marchio BMW

precedente. Il logo del quale trattiamo oggi, in rigoroso ordine

(Fabbrica Bavarese di Motori), con sede a Monaco di Baviera. La

meccanica tedesca era impegnata a produrre

“macchine volanti”

dominatori dei cieli. Fu Max Friz, un

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brillante ingegnere del reparto corse della Daimler, a sviluppare un motore aeronautico a sei cilindri in linea e albero a camme in testa in grado di funzionare a quote molto elevate, ben oltre i 5.000 metri. Per realizzare questo progetto Friz si trasferì presso la Rapp Motorenwerke, licenziataria bavarese della Austro-Daimler alla quale la Daimler tedesca aveva affidato il progetto. Lì incontrò l’ingegnere Josef Popp il quale capì immediatamente la potenzialità del nuovo motore e ne caldeggiò l’adozione a Julius Auspitzer, cofondatore e unico azionista della Rapp Motorenwerke. La società passò poi nelle mani dello stesso Popp il quale realizzò un prototipo del propulsore, ricevendo poi una commessa di 600 esemplari da

parte del governo prussiano. Successivamente, il 21 luglio 1917, la società assunse il nome di Bayerische Motoren Werke GmbH, trasformato poi in Motoren Werke AG (società per azioni), adottando il nuovo marchio costituito da un campo circolare nero con un’elica d’aereo in m o v i m e n t o a l l ’ i n t e r n o , s o v r a s t a t o d a l l ’ a c r o n i m o BMW nei colori nazionali bavaresi bianco, azzurro e oro. Dopo la fine della guerra, alla Germania venne proibita la produzione di aerei e così Popp dette a Friz l’incarico di

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PASSIONI

in Motoren Werke AG (società per azioni), adottando il nuovo marchio costituito

d a l l ’ a c r o n i m o BMW nei colori nazionali bavaresi bianco, azzurro e oro.

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sviluppare motori motociclistici e nautici. Nel 1929 si aggiunse la produzione di un’auto su licenza inglese, la Austin Seven, e poi di altri modelli come la

BMW 320 e la 326. Durante la seconda guerra

mondiale, la BMW si trovò fortemente

impegnata nello sforzo bellico, come gran parte delle aziende tedesche. È’ di quel periodo

la realizzazione di una delle

più classiche motocarrozzette della

storia, la R75. Ma è anche dello stesso periodo l’orribile uso di manodopera a bassissimo costo preveniente dai campi di concentramento di Dachau

e Buchenwald. Il nuovo dopo guerra portò fame e crisi finché la BMW trovò la sua occasione con l’acquisto della licenza di fabbricazione dell’italiana Isetta, una microvettura particolarmente adatta ad un paese in ricostruzione. Seguirono altri momenti di difficoltà finché il 9 dicembre 1959 il magnate tedesco Herbert Quandt, già partecipe dell’impresa, diventò l’azionista di riferimento, posizione che la famiglia tuttora mantiene. Il resto è storia nota. La storia di un marchio e di un’azienda prestigiosi che continuano ad arricchire l’immagine di Monaco di Baviera.

Leonardo

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PASSIONI

BMW 320 e la 326. Durante la seconda guerra

mondiale, la BMW si trovò fortemente

più classiche motocarrozzette della

storia, la R75. Ma è anche

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SFIDE & SPORT

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Come tutti sanno, i giochi olimpi-ci nacquero nella Grecia antica, in quella città di Olimpia della

quale conservano il nome. All’origine il termine olimpiade designava non la manifestazione in sé, ma il periodo qua-driennale fra i giochi ed i greci usavano questo spazio per il computo degli anni.Nel periodo dei giochi veniva sospeso qualsiasi tipo di ostilità in tutta la Gre-cia e questa tregua veniva defi nita Eke-cheiria, un salvifi co momento di pace. La moratoria durò per le 292 edizioni dei giochi antichi, dal 776 a.C. al 393 d.C., quando il cristianesimo divenne la religione uffi ciale dell’Impero Romano. Allora l’imperatore Teodosio I, su spinta del vescovo di Milano Ambrogio, li vie-tò ritenendoli una festa pagana in forza delle manifestazioni religiose che tradi-zionalmente accompagnavano quelle

sportive. Alla fi ne del XIX secolo, il baro-ne francese Pierre de Coubertin volle ri-prendere l’idea. Era c o n v i n t o che la scon- f i t ta francese n e l l a guerra f r a n -c o -p r u s -s i a n a ( 1 8 7 0 -1871) fosse stata determi-nata dalla mancanza di un’adeguata pre-parazione fi sica dei soldati francesi. de Coubertin voleva anche trovare un modo di avvici-nare le nazioni attraverso un leale

I Giochi OlimpiciSimbolo di pace, troppo spesso occasione di guerra

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confronto dei giovani di tutto il mondo nello sport piuttosto che nella guerra. Stimolate anche dalla scoperta delle rovine dell’antica Olimpia ad opera di

archeologi tedeschi, nacque-ro così i

p r i m i G i o c h i

O l i m p i -ci dell’era

moderna ad

Atene, nel 1896. Nell’occasione, il baro-ne de Coubertin dovette accettare una pesante deroga all’antico regolamen-to dei giochi, chiamando a partecipare anche le donne. Nelle prime olimpiadi, infatti, potevano concorrere soltanto maschi liberi di stirpe greca e la neces-sità di dedicare molto tempo agli allena-menti restringeva ulteriormente la par-tecipazione alle classi più facoltose. A partire dal 1924 vennero poi istitu-iti i Giochi Olimpici invernali, che nel 1994 vennero distanziati di due anni

da quelli estivi, e quindi le Paralimpiadi fra persone diversamente abili. Dunque, il minimo comun denomina-tore fra giochi antichi e moderni è l’a-spirazione alla pace. La quale, tuttavia, nella enorme dilatazione del mondo in cui avvengono i giochi moderni non può essere contemplata come assoluta tre-

SFIDE & SPORT

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Simbolo di pace, troppo spesso occasione di guerra

Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris.Nescio, sed fi eri sentio et excrucior.

Odio e amo. Forse ti chiedi per quale motivo io lo faccia. Non lo so, ma sento che accade e me ne dolgo.

(CATULLO: CARME 85 “ODI ET AMO”)

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gua di guerra, per l’impossibilità di congelare tutti i confl itti del pianeta o di escludere i partecipanti di pa-esi belligeranti. Consapevolmente, i Giochi Olimpici moderni si sono li-mitati alla semplice aspirazione alla pace, continuando senza molta con-vinzione a raccomandare la tregua nelle guerre in corso. Hanno voluto comunque dare visibilità allo spiri-to olimpico universale prendendo a proprio vessillo i cinque anelli-con-tinenti intrecciati in campo bianco, che portano i colori presenti nelle bandiere di tutte le nazioni. L’ane-lito olimpico alla giustizia ed all’o-nestà è rafforzato dal motto “Citius, altius, fortius” (Più veloce, più alto, più forte). E questa scelta prudente si è dimostrata molto realistica per-ché la violenza, la sopraffazione ed i rigurgiti della guerra hanno troppo spesso infestato e funestato l’even-to olimpico. I Giochi del 1916 furo-no cancellati a causa dello scoppio della prima guerra mondiale e così avvenne per quelli del 1940 e 1944, a causa della seconda. Inoltre i vin-citori della prima guerra mondiale impedirono alle nazioni sconfi tte di

partecipare alle Olimpiadi del 1920 e lo stesso accadde a Londra nel 1948, con l’unica eccezione dell’I-talia, graziata per aver dichiarato guerra ai tedeschi dopo l’armistizio del 1943. La politica interferì sullo svolgimento delle Olimpiadi anche in altre occasioni. È diventato storia l’atteggiamento ostile di Hitler nei confronti del nero americano Jes-se Owens, reo di aver vinto quattro medaglie d’oro proprio in faccia al Fuhrer, nell’Olimpiade di Berlino del 1936. A causa della cortina di fer-ro, l’URSS non prese parte ai Gio-chi Olimpici fi no alle Olimpiadi di Helsinki del 1952 e dal 1928 in poi organizzò una competizione sporti-va internazionale chiamata Sparta-chiadi alla quale molti atleti comu-nisti scelsero, o dovettero scegliere, di partecipare al posto delle Olim-piadi. I Giochi Olimpici del 1956 furono i primi a venire boicottati. Paesi Bassi, Spagna e Svizzera ri-fi utarono di parteciparvi in segno di protesta per la repressione sovieti-ca della rivolta ungherese del 1956. In aggiunta, Cambogia, Egitto, Iraq e Libano boicottarono i Giochi per

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la crisi di Suez. Un incidente politico di scala minore avvenne durante le cele-brazioni dei Giochi di Città del Messico 1968. Due atleti afroamericani, Tommie Smith e John Carlos, mostrarono il pu-gno chiuso delle Pantere Nere durante l’esecuzione dell’inno statunitense alla cerimonia di premiazione dei 200 metri per denunciare il razzismo USA contro gli afroamericani. Negli anni settanta e ottanta furono ancora i boicottaggi a se-gnare i Giochi. Prima furono i paesi afri-cani ad astenersi dalle Olimpiadi 1976 per protesta contro la tournée della na-zionale neozelandese di rugby nel Suda-frica dell’apartheid. Ai Giochi di Mosca nel 1980 furono invece gli USA, assieme ad altri paesi del blocco occidentale, a rifi utarsi di partecipare a causa dell’in-vasione sovietica dell’Afghanistan. Per reazione, i sovietici ed i loro partner del blocco orientale boicottarono i succes-sivi Giochi di Los Angeles del 1984. Ma il capitolo più nero della storia olimpica venne scritto nel 1972 ai Giochi Olimpi-ci di Monaco di Baviera. Un commando di terroristi palestinesi prese in ostaggio 11 membri della squadra olimpica israe-liana ed il tentativo delle forze dell’ordi-ne di liberarli fi nì in un bagno di sangue.

Morirono tutti gli atleti, cinque terroristi ed un poliziotto. La violenza non si ar-restò lì. Durante le Olimpiadi di Atlanta 1996, una bomba piazzata da Eric Ro-bert Rudolph, un estremista cristiano, nel Centennial Olympic Park uccise due persone e ne ferì più di cento. Le Olim-piadi Invernali di Salt Lake City 2002 fu-rono le prime dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Da quel momento in poi i Giochi richiesero altissimi standard di sicurezza, quelli stessi previsti ma già ampiamente contestati che dovranno proteggere i Giochi Olimpici di Londra 2012. Quando pubblicheremo questo articolo le Olimpiadi saranno già avviate e c’è da augurarsi che lo sport sia l’u-nico protagonista. Rimane, comunque, l’amaro in bocca nel constatare che la violenza e l’odio riescono a contamina-re anche il massimo evento organizzato dall’uomo per celebrare la pace. E non abbiamo parlato dei mali che circon-dano il mondo degli atleti: doping, im-brogli, risse, ecc. D’altra parte, i Giochi Olimpici simboleggiano l’animo umano dove amore ed odio s’intrecciano come i cerchi del suo vessillo.

Olimpia

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JUNIOR CLUB

Le storie di natura che raccontiamo hanno un duplice scopo: divertire i junior di casa e presentare, di volta in volta, una situa-zione che li faccia rifl ettere. La storia seguente parla delle qualità di certe creature, in questo caso un pulcino che veniva scansato da tutti gli abitanti del pol-

laio perché era nero.

Un pollaio è per i pennuti un po’ come sono i paesi e le città per gli uomini. Ci vivono in molti, di

razze ed origini diverse. E questo è spesso causa di litigi e di confron-ti poco gentili perché, magari, uno si sente più bravo o più bello degli al-tri. Questa situazione interessa meno ai piccoli perché loro vogliono soprattutto giocare e nel gioco un compagno vale l’altro. Così succedeva a Pennaland, un grande pollaio dove vivevano insieme più di cento pennuti: oche, anitre, tac-chini e tante galline. Insieme a loro vivevano anche i pulcini che nasceva-no dalle uova covate dalle chiocce di ciascuna specie. Per chi non lo sapesse, la chioccia è la femmina di un pennuto che ad un certo punto della stagio-ne, verso la tarda primavera, sente il bisogno di far nascere dei pulcini. Allora le viene una grande febbre che

riscalda tutto il corpo e lei usa questo calore per riscaldare delle uova, che possono essere anche di altre femmi-ne. Sta sopra a queste uova per una ventina di giorni, fi nché il calore non fa crescere e nascere l’embrione di pulcino che c’è dentro. Ad un certo punto si sente il picchiettio del piccolo che sta rompendo il guscio dell’uovo per uscire. E, alla fi ne, nasce il pulci-no. Nella stagione delle nascite, questi eventi erano molto comuni nel pollaio di Pennaland. Nascevano ochette gialle, tacchinelli bianchi e polletti di tut-ti i colori. Ognuno di questi pulcini tendeva a stare con i piccoli del-la propria specie, ma succedeva spesso che partecipassero tutti insieme al loro gioco preferito: rincorrersi all’interno del pol-laio, strillando ognuno nella sua lingua. Le goffe ochet-

Il pulcino neroStoria di natura per bambini da 2 a 8 anni

ti i colori. Ognuno di questi pulcini tendeva a stare con i piccoli del-la propria specie, ma succedeva spesso che partecipassero tutti insieme al loro gioco preferito:

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te correvano starnazzando “qua, qua, qua” ed altrettanto facevano le piccole anatre. I tacchinelli saltellavano sulle loro lunghe gambe, emettendo un suono gutturale, incomprensibile. I polletti, quasi rotondi appena nati, correvano ruzzolando ogni tre passi e faceva-no “pio, pio, pio”. L’unico che non partecipava ai giochi era un pulcino chiamato semplicemente Pio. Era nato nero come il carbone e gli altri pic-coli, di qualsiasi specie fossero, non lo volevano nemmeno vedere. Non si sa se per paura di un colore misterioso come il nero, che rassomiglia al buio ed alla notte, o per razzismo verso un essere diverso. Fatto sta che il povero Pio viveva un’esistenza molto misera, senza amici e quasi senza mangiare. Infatti, ogni volta che si avvicinava al grano sparso sul terreno del pollaio veniva cacciato a colpi di becco da-gli altri pennuti, grandi e piccoli. Con qualcuno dei pulcini Pio, che era molto coraggioso, aveva provato a mostrare i muscoli. Ma aveva dovuto ritirarsi perché immediatamente arrivava qual-cun altro in soccorso del nemico. Ma venne il giorno in cui Pio poté cerca-

re il suo riscatto. Un grosso falco roteava sempre sopra il pollaio di Pennaland con la manifesta intenzione di scendere in basso e portarsi via un pennuto per mangiarselo. Non l’aveva mai

fatto temendo, forse, la reazio-

ne dell’intero pollaio. Erano così tan-ti che poteva-no sopraffarlo, malgrado lui fosse un gros-s o

rapace,

Un giorno, però, la fame lo spinse all’at-

tacco ed il falco si buttò dall’alto all’interno del pollaio. Atterrò con un grande frastuono di ali e tutti i pen-nuti cercarono immediatamente un ri-fugio, impazziti dalla paura. L’unico che rimase immobile e fi ero di fronte al falco fu il pulcino nero Pio. Non ci sarebbe stata lotta perché il falco era cento volte più grosso di Pio ed aveva artigli e becco enormi. Ma la fi erez-za e la determinazione a combattere di quel moccioso lo impressionò e lo fermò. Fu un attimo determinante per-ché tutti gli altri pennuti capirono che anche un falco può avere paura e si mossero per aggredirlo. Vista la mala parata, il falco se ne ritornò nei suoi cieli e non si presentò mai più. E quel piccolo pulcino nero, scansato da tutti, diventò l’eroe del pollaio di Pennaland.

Fedro

JUNIOR CLUB

cun altro in soccorso del nemico. Ma venne il giorno in cui Pio poté cerca-

re il suo riscatto. Un grosso falco roteava sempre sopra il pollaio di Pennaland con la manifesta

fatto temendo, forse, la reazio-

te correvano starnazzando “qua, qua, qua” ed altrettanto facevano le piccole anatre. I tacchinelli saltellavano sulle loro lunghe gambe, emettendo un suono gutturale, incomprensibile. I polletti, quasi rotondi appena nati, correvano ruzzolando ogni tre passi e faceva-no “pio, pio, pio”. L’unico che non partecipava ai giochi era un pulcino chiamato semplicemente Pio. Era nato nero come il carbone e gli altri pic-coli, di qualsiasi specie fossero, non lo volevano nemmeno vedere. Non si sa se per paura di un colore misterioso come il nero, che rassomiglia al buio ed alla notte, o per razzismo verso un

ne dell’intero pollaio. Erano così tan-ti che poteva-no sopraffarlo, malgrado lui fosse un gros-s o

rapace,

Un giorno, però, la fame lo spinse all’at-

tacco ed il falco si buttò dall’alto

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L’ETA’ DEL NONNOCome nasce un libro

L’età del nonno, dopo quel-la del fi glio e del padre, è l’e-tà defi nitiva. Un’età che,

molto più delle altre, marca il tem-po e che, al suo inizio, può crea-re sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai len-ti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sem-pre più artifi ciali dell’età moderna.L’annuncio del primo nipote in ar-rivo spalanca d’improvviso la pro-spettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamen-te far puntare i piedi nel tentati-vo di fermare il tempo o rallentarlo.Invece, quando ci si accomoda den-tro, si scopre che un nipote rega-la nuovi scopi e traiettorie alla vita,

offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora es-sere. Un fi l rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lo-renzo”, un libro, bello e tenero, ot-timamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da non-no a nipote, dall’ultima generazio-ne della terra alla prima delle stelle.Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi impor-tanti diventando, pagina dopo pagi-na, una sorta di vademecum rigoro-so ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo geni-tori o nonni a fornire risposte con-crete ai tanti perché di fi gli e nipoti.

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“Ciao Lorenzo”,una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle.

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Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-no a migliorare il magazine.

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LA POSTA DEI LETTORI

IL CLUB NATURAL MIND

Buon giorno.

Mi piacerebbe che il mio amico Max

ricevesse la Vostra bella rivista.

Complimenti e saluti.

Annibale

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i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-no a migliorare il magazine.

Ricevevo la Vs. rivista con piacere perchè

molto bella ed interessante. Però da alcuni

mesi non l’ho più ricevuta. Se la producete

ancora, vi pregherei di re-immettermi nel

Vs. indirizzario.

Grazie e cordiali saluti

Mauro

Buon giorno.

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Complimenti e saluti.

Annibale

Mauro

Per favore, la ecorivista natural mind, d’o-ra in avanti dovreste cortesemente inviarla al mio nuovo indirizzo e-mail.Complimenti, è fatta bene ed i contenuti

sono interessanti.Cordiali saluti.Sergio

mesi non l’ho più ricevuta. Se la producete

ancora, vi pregherei di re-immettermi nel

Mi piace.

Per favore inviatela anche al mio

amico nuvolarossa.

Antonio

i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-

Cara Marina, una bella rivi-sta on-line.Spero ti piaccia!ciao

Lorenzo

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natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elet-trica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certifi cati con “100% energia pulita Multiutility”.Certifi care i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica in-teramente prodotta da fonte rinnovabile: la certifi cazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certifi cati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’e-missione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio.

Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che ap-pare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutili-ty S.p.A. registrato a livello europeo e che viene conces-so solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®.

natural mind® è il magazine online che rispetta l’ambiente

I certi� cati RECS (Renewable Energy Certi� cate System) sono titoli che attestano la produzione di ener-gia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economi-che per continuare a produrre energia "verde". I certi� cati RECS sono distinti dall'erogazione � sica dell'elettricità e la loro emissione consente la com-mercializzazione dei certi� cati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente � nanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimo-niando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.