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MEDIA EDUCATION MEDIA EDUCATION Introduzione alla materia e Introduzione alla materia e inquadramento teorico : inquadramento teorico : concetti e parole chiave concetti e parole chiave TECNOLOGIE COMUNICATIVE E MEDIA EDUCATION TECNOLOGIE COMUNICATIVE E MEDIA EDUCATION A.A. 2009/2010 A.A. 2009/2010 Prof.ssa Eleonora Camaioni Prof.ssa Eleonora Camaioni 1

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION

Introduzione alla materia e Introduzione alla materia e inquadramento teorico : inquadramento teorico : concetti e parole chiave concetti e parole chiave

TECNOLOGIE COMUNICATIVE E MEDIA TECNOLOGIE COMUNICATIVE E MEDIA EDUCATIONEDUCATION

A.A. 2009/2010A.A. 2009/2010

Prof.ssa Eleonora Camaioni Prof.ssa Eleonora Camaioni

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MEDIA EDUCATION: definizioni MEDIA EDUCATION: definizioni

Per Media Education (ME) si intende una disciplina a metà tra le scienze della

comunicazione e le scienze dell’educazione. Pensiamo alle due parole di cui si compone la

locuzione MEDIA EDUCATION

MEDIAMEDIA cosa sono?

EDUCATIEDUCATION ON

cosa si intende?

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION

Medium: mezzo che si interpone, canale attraverso il quale le informazioni sono trasmesse. I media non sono una finestra trasparente sul mondo. I media “mediano” la realtà*.Media: il termine include l’intera varietà dei mezzi di comunicazione: giornali, televisione, cinema, radio, fotografia, pubblicità, musica, videogiochi, internet,. Testi dei media: sono i programmi, le immagini, i film, i siti internet.Mass media: sono i media che hanno la capacità di raggiungere un pubblico molto vasto (cinema, radio, televisione, giornale).Personal media: sono i mezzi di comunicazione di cui solitamente usufruisce un singolo soggetto (personal computer, telefono cellulare, i-pod, consolle videogioco). Social media: spazi di aggregazione dell'informazione e della comunicazione nei quali gli attori dello scambio sono alla pari, e l'attendibilità della fonte avviene attraverso un processo di accreditamento collettivo. Es. Facebook, Twitter, Delicious.

MEDIAMEDIA cosa sono?

*LIVOLSI, Marino (2003), Manuale di sociologia della comunicazione,

Roma-Bari, Laterza Editore.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION

Il significato originale ed etimologico della parola educazione viene dal latino

e-ducere o ex-ducere

che significa letteralmente condurre fuori, quindi liberare, far venire alla luce qualcosa che è nascosto. Processo attraverso il quale l'individuo riceve e impara quelle particolari regole di comportamento che sono condivise nel gruppo familiare e nel più ampio contesto sociale in cui è inserito. Atto, effetto dell'educare o come buona creanza, modo di comportarsi corretto e urbano nei rapporti sociali.

EDUCATIOEDUCATION N

cosa si intende?

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- la parola ai ricercatori e agli studiosi - - la parola ai ricercatori e agli studiosi -

…viene intesa come quel particolare ambito delle scienze dell’educazione e del lavoro educativo che consiste nel

produrre riflessione e strategie operative in ordine ai media intesi come risorsa integrale per l’intervento formativo.

Rivoltella (Carocci, 2001)

… consiste in due aree di saperi ed intervento:

1. prassi educativa, campo metodologico e intervento didattico;

2. riflessione teorica sulle prassi, individuazione obiettivi, elaborazione di metodologie atte a conseguirli, messa a punto di strategie valutative opportune.

Masterman (La Scuola, 1997) 5

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- la parola ai ricercatori e agli studiosi - - la parola ai ricercatori e agli studiosi -

… la media education (educazione ai media), dunque, è il processo di insegnamento e apprendimento centrato sui media; la media literacy (alfabetizzazione ai media) ne è il risultato – altro non è che la conoscenza e le competenze che si acquisiscono in tema di mezzi di comunicazione …

… la media literacy implica il saper “leggere” e “scrivere” i media.La media education si propone dunque di sviluppare sia una comprensione critica sia una partecipazione attiva … è finalizzata a sviluppare le potenzialità critiche creative dei ragazzi e ha dunque inevitabilmente a che fare con l’insegnamento e l’apprendimento. ovvero acquisire una competenza mediale che richiede la comprensione del processo con cui i media sono prodotti, il prendere le distanze dai loro messaggi, la valutazione dei loro linguaggi e i contenuti.

Buckingham (Erickson, 2006)

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- la parola ai ricercatori e agli studiosi - - la parola ai ricercatori e agli studiosi -

ME:

- educazione con i media, considerati come strumenti da utilizzare nei processi edu-comunicativi;

- educazione ai media, comprensione critica dei media intesi non solo come strumenti, ma anche come linguaggio e cultura;

- educazione per i media, rivolta alla formazione dei professionisti.

Giannatelli (Franco Angeli, 2001)

… un modo di leggere e stare nel mondo dei media pensando alla formazione dell’individuo come soggetto ricevente ma anche

emittente di comunicazione. E’ un modo per riportare la persona al centro del processo di formazione e di crescita, dando all’individuo la possibilità attraverso la conoscenza dei

media di vivere consapevolmente la realtà.

Adamoli (Ave editrice, 2007)

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- la parola ai ricercatori e agli studiosi - - la parola ai ricercatori e agli studiosi -

Che cos’è in definitiva la Media Education? Lo scopriamo attraverso le parole di Elisabeth Thoman nella rivista “Media & Values”:

… espressione globale che include tre fasi che conducono il bambino al media empowerment o competenza mediale: FASE 1 - gestire con equilibrio la dieta mediatica, la scelta e il tempo da destinare ai media (tv, internet, cellulari, ...); FASE 2 - far acquisire specifici skills of critical viewing o abilità di lettura dei prodotti audiovisivi: che cosa appare sullo schermo? Come le immagini sono costruite? Che cosa è stato lasciato fuori?; FASE 3 - analizzare i condizionamenti sociali, politici, economici dei media e come si viene influenzati da essi. Cosa c’è dietro lo schermo? Chi ha prodotto le immagini e per quale scopo? Chi ci guadagna?...

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- temi chiave - - temi chiave -

D’AmatoD’Amato3 d della Me

DAVANTI (audiences)DIETRO (produzione)DENTRO (testualità)

MorcelliniMorcelliniME prodotta da un

cambiamento partito dalle persone non dalle fedi politiche o

confessionali. “comunicazionisti vs

educazionisti “

BuckinghamBuckingham4 attenzioni Media

Literacy Representation

Language ProductionAudience

Jacquinot Jacquinot 4 coppie dialetticheentusiasmo e disciplina

educazione a e per i media

specializzazione eintegrazione

antichi e nuovi media

RivoltellaRivoltella5 parole chiave

Ricerca Curricolo Scuola

Contesto MED

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATIONPier Cesare Rivoltella Pier Cesare Rivoltella

5 5 parole parole chiave chiave

CURRICOLCURRICOLOO

MEDMED

RICERCRICERCAA

CONTESTCONTESTOO

SCUOLASCUOLA

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION

La ricerca sulla Media education ha bisogno di passare da una ricerca teorica (nomotetica) a una maggiore attenzione per la ricerca sperimentale: la cosiddetta RICERCA AGITA.

Per RICERCA AGITA si intende quella ricerca che si basa su:

- monitoraggio delle esperienze;

- misurazione dell’incidenza della ME sugli apprendimenti;

- ricerca sulla valutazione;

- revisione dei metodi della ME;

- individuazione e discussione delle questioni didattiche fondamentali.

RICERCRICERCAA

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION

Il problema del curricolo è connesso alla questione concettuale della ME ovvero alla necessità di ripensarne ruolo e funzione in relazione allo sviluppo di media-culture diverse

e sempre in evoluzione nei contesti scolastici.

I due modelli di curriculum fino ad ora proposti sono:

- modello disciplinare per il quale la media education è una materia come le altre, con il suo insegnante e il suo monte-ore settimanale;

- modello trasversale per il quale si tratta di distribuire le competenze media-educative tra le diverse discipline del curricolo.

Forse bisognerebbe leggere la media education come una svolta comunicativa per l’educazione (o meglio ancora per la

cultura digitale)

CURRICOLCURRICOLOO

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION

La scuola è vista come il luogo deputato allo sviluppo della media education ma bisogna trovare direzioni diverse per

fare ME a scuola.

A)Gli spazi consentiti dall’autonomia scolastica, in modo particolare in relazione all’articolazione della quota locale del curricolo;

B)la formazione degli insegnanti, partendo dalla formazione in servizio per giungere alla formazione permanente in servizio.

SCUOLA SCUOLA e…e…

… … oltre? oltre? 13

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION

E’ bene ricordarsi che non si può pensare la ME come fattibile solo in un sistema scuola-centrico per due ordini di fattori:

1)i bambini incontrano le tecnologie soprattutto fuori dalla scuola, costruendo una cultura che è molto diversa da quella

appresa sui banchi;

2)l’attenzione sempre crescente mostrata dai contesti organizzativi del no profit e dell’azienda.

Insomma ci possono essere frontiere altre per la media education!

CONTESTCONTESTOO

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION

MED o M(edia) ED(ucation)Il MED, Associazione Italiana per l’Educazione ai Media e alla Comunicazione, è nato per volontà di un gruppo di docenti

universitari, di professionisti dei media, di educatori (soprattutto della scuola) e si costituisce come luogo ideale di collegamento e di servizio nel dialogo tra esperti e professionisti della comunicazione,

insegnanti ed educatori.

Il MED intende:- porsi come organismo di collegamento tra coloro che sono sensibili alle tematiche

relative all’educazione ai media e coloro che vogliono impegnarsi per una nuova qualità della comunicazione, rispettosa della dignità della persona ed aperta alla solidarietà;

- promuovere lo studio dei media attraverso una prospettiva educativa, nonché la sperimentazione di laboratori e curricoli di educazione ai media e la verifica degli stessi;

- incoraggiare momenti di ricerca e di confronto atti a sviluppare nel territorio un’informazione corretta e democratica;

- favorire un’attenzione critica verso le strutture sociali ed i condizionamenti politici ed economici dei media;

- proporsi come laboratorio di idee e di formazione degli esperti sia del settore dell’educazione sia della comunicazione.

da sito www.medmediaeducation.it

MEDMED

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION MEDMED

MED vuol dire rete, networking.

L’associazione è nata con l’idea di creare una rete di esperienze e di persone e dare origine a un movimento.

Ci sono reti nazionali e reti regionali che attraverso link sociali comunicano tra loro e si parlano. In molti casi vi è

anche una apertura al di là dei confini nazionali con legami alle realtà Inglese, Francese, Portoghese, Austriaca e anche

transoceanica (paesi del Sud America primo fra tutti il Brasile).

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

I principi base

Il concetto principale della Media Education è quello di rappresentazione:

i MEDIA NON RIFLETTONO LA REALTA’, ma la RAPPRESENTANO.

I media sono SISTEMI SIMBOLICI o SEGNICI

Se i media fossero come delle “finestre sul mondo” o riflettessero la realtà,

studiarli sarebbe superfluo come studiare una lastra di vetro. Non si

studierebbero i media in sé e per sé, ma solo gli argomenti e i contenuti

che essi veicolano (es. sport, notizie, fiction).

Lo studio dei media deve essere basato sull’assunto che essi non sono

trasparenti, ma anzi sono capaci di modellare il contenuto dandogli certe

forme caratteristiche.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

I principi base

Uno degli obiettivi fondamentali è quello di

SMASCHERARE la FALSA NATURALEZZA dei MEDIA

La ME sfida la “naturalezza” delle immagini mediali, rivelandone la natura di costrutto attraverso lo studio:

a. delle questioni relative alla PRODUZIONE;

b. delle questioni relative all’IMPATTO IDEOLOGICO delle costruzioni mediali presentate come “buon senso”;

c. delle diverse modalità con cui il PUBBLICO legge e reagisce dinanzi al contenuto mediale.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

I principi base

La ME è principalmente INVESTIGATIVA.

Non cerca di imporre valori culturali specifici. Mira a crescere la comprensione da parte degli studenti dei modi in cui i media

rappresentano la realtà.

L’obiettivo è quello di produrre cittadini ben informati che sappiano formulare i loro giudizi di valore, essa cerca di incoraggiare gli studenti ad esplorare l’insieme di giudizi sulla

base delle informazioni disponibili.

Nel caso dei giudizi di valore, essa cerca di incoraggiare gli studenti ad esplorare l’insieme dei giudizi riguardanti un dato

testo esaminandone le fonti e gli effetti.

Non impone alcun preconcetto su ciò che costituisce tv o cinema o giornali di qualità buona o cattiva. 19

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

I principi base

La ME si costruisce attorno ad alcuni concetti-chiave considerati come strumenti di analisi e non come contenuto alternativo.

Le prime forme di ME erano basate sull’analisi del contenuto dei testi.

Il problema principale nasceva dal fatto che nello studiare i diversi media venivano impiegati principi, concetti e modalità

di investigazione diversi e solo quando ci si rese conto di quanto fosse importante trovare per la ME una propria

specificità concettuale e metodologica essa cominciò ad imporsi come area di studio.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

I principi base

La ME è un processo a lungo termine che dura tutta la vita.

I mezzi di comunicazione sono l’interesse principale per i bambini fin dalla prima età e durano per tutta la vita adulta.

ARTICOLI

“La video-esistenza dei nativi digitali” di Marco Magrini

Nova - 29 gennaio 2009

“Bambini a più dimensioni” di Alessio Jacona

Nova – 14 maggio 2009

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

I principi base

La ME mira a raggiungere non solo la comprensione critica, ma anche l’autonomia critica.

Questo obiettivo produce delle importanti conseguenze sul piano dei contenuti dei corsi, delle metodologie didattiche e della

valutazione.

Non è sufficiente rielaborare o riprodurre le idee e le informazioni che si ricevono: ma è importante per un media educator

incoraggiare le persone che si sottopongono ad una progettualità per creare in loro la capacità e la volontà di

praticare una autonomia critica sempre.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

I principi base

L’efficacia della Media Education può essere valutata sulla base di due criteri generali:

A. la capacità di applicare ciò che si conosce (idee e principi critici) a situazioni nuove;

B. il grado di impegno, interesse e motivazione dimostrato.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

I principi base

La MEDIA EDUCATION parte sempre dall’attualità ovvero cerca

sempre di illuminare le situazioni della vita quotidiana sfruttando l’interesse e l’entusiasmo suscitato dagli eventi di

attualità riportati dai media.

La ME usa a scopo educativo la grande quantità di materiali e di risorse offerta dai media.

Ma non deve limitarsi all’attualità, deve piuttosto usarla per aprire quelle prospettive politiche e storiche di più ampio respiro che i

media in genere ignorano e per esplorare mondi più vasti (storia, cultura, religione, problemi della giustizia, della pace,

del mondo in generale). 24

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Perché studiare i media?

1) pervasività dei media

2) media come mezzi di espressione culturale e di comunicazione

3) media come “fabbrica reale delle notizie”: l’ha detto la tv, l’ho letto su Internet

4) influenza dei mezzi di comunicazione sui processi di socializzazione fin dall’infanzia

5) la convergenza digitale attorno al mezzo computer

6) la globalizzazione della comunicazione

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Obiettivi e condizioni per una ME efficace

- avere idee chiare sugli obiettivi da perseguire

- discutere tali obiettivi con gli studenti, avendo cura di apporre eventuali

modifiche alla luce dei loro comportamenti, priorità ed entusiasmi.

- controllare periodicamente, valutare e revisionare gli obiettivi, enaturalmente alla fine del corso condurre una valutazione più

formale.

Masterman descrive anche come debbano essere gli obiettivi:

ambiziosi, provocatori, aperti e liberanti ma anche precisi e per fare ciò

occorre promuovere un tipo di insegnamento e di apprendimento sui

media rigoroso.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Tre approcci nell’insegnamento dei media

1. Approccio INOCULATORIOINOCULATORIO: i media come agenti di declino

culturale

2. Paradigma delle ARTI POPOLARIARTI POPOLARI: i media come arti popolari

3. Paradigma della RAPPRESENTAZIONERAPPRESENTAZIONE:

i media come sistemi simbolici 27

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Approccio INOCULATORIOINOCULATORIOmedia come agenti di declino culturale

Anni 30-40

Approccio caratterizzato dalla profonda sfiducia nei confronti dei media

“il cinema e […] la stampa […] corrompono sottilmente i gusti e le abitudini delle giovani generazioni” e […] Hollywood possiede

un “qualcosa di contagioso” (Rapporto sull’educazione secondaria, London, 1938)

I media sono visti come una influenza corruttrice o malattia infettiva che minaccia la salute morale e culturale degli individui

soprattutto dei bambini e si nutre di una tradizione anche più lunga di paure e avversioni medio-borghesi nei riguardi dei

divertimenti volgari e scadenti delle classi popolari.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Approccio INOCULATORIOINOCULATORIOmedia come agenti di declino culturale

Anni 30-40 L’idea dei media intesi come malattia infettiva, veicolo di anti-

cultura ha prodotto due diverse reazioni da parte degli insegnanti.

1) i media possono essere ignorati perché irrilevanti, se non addirittura antitetici ai processi e alle funzioni legittime di una

educazione volta a trasmettere e a salvaguardare certi standard culturali

2) la crescente popolarità e pervasività dei media ha spinto la scuola ad avere un ruolo più attivo di resistenza culturale alle vacue reazioni emotive che i media sembrano incoraggiare.

ME come un movimento difensivo e paternalistico il cui obiettivo era quello di introdurre certe forme di cultura popolare nella scuola,

salvo poi respingerle come commerciali, manipolatrici e poco originali.

ME educazione contro i MEDIA.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Paradigma delle ARTI POPOLARIARTI POPOLARI: i media come arti popolari

Anni 50-60Periodo nel quale vi è l’affermazione delle forme culturali

popolari soprattutto del cinema.

Le istanze protezionistiche non vengono tanto abbandonate quanto modificate ed estese. L’acquisizione del senso di discernimento, la capacità di dare giudizi di valore critici, rimaneva l’obiettivo principale, sebbene indirizzato non più contro i media in generale, ma contro alcuni di essi

in particolare.

La svolta decisiva del Movimento delle Arti Popolari fu resa possibile dallo sviluppo delle teorie sul cinema nei tardi

anni ’50.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Paradigma delle ARTI POPOLARIARTI POPOLARI: i media come arti popolari

Anni 50-60

In Francia venero pubblicati i Cahiers du cinéma che legittimarono le teorie filmiche tanto da influire direttamente sulle pratiche educative

dell’Europa e del Nord America. Un grande autore Françoise Truffaut nel 1954 parlò per la prima volta

de La politique des auteursnella quale definì il diverso grado di interesse ed importanza del lavoro di

alcuni registi. Sosteneva lo sviluppo della Nouvelle Vague du cinéma insieme ad altri

autori francesi e americani Godard, Rohner, Riveite, Chabrol, Hitchcock, Fuller, Sirk.

La politique o auteur theory divenne un vero e proprio sistema di valutazione e classificazione del cinema

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Paradigma delle ARTI POPOLARIARTI POPOLARI: i media come arti popolari

Anni 50-60Gli influssi teorici sul cinema ebbero un enorme influsso sulla

MEDIA EDUCATION

Il cinema fu prescelto come arte privilegiata di studio e per tutto il decennio molte istituzioni educative in Europa e nel Nord America si

affrettarono ad introdurre dei corsi sul cinema.

Studi sul cinema: 2 fasi distinte

FASE A scarso interesse

verso i film popolari

FASE B elevazione di alcuni

registi della Hollywood commerciale allo status

di “artisti” seri

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Paradigma delle ARTI POPOLARIARTI POPOLARI: i media come arti popolari

Anni 50-60

Il Movimento delle Arti Popolari da un lato segnò il distacco dall’approccio inoculatorio, ma dall’altro non sempre riuscì a superare certi vecchi

atteggiamenti.

La ME rimase fondamentalmente protezionistica e nell’incoraggiare gli studenti a saper distinguere tra film “buoni” e “cattivi” impose l’idea

che i gusti degli studenti dovessero essere migliorati. Approccio difensivo e di rifiuto, incapace di mobilitare le energie e gli entusiasmi

di insegnanti e studenti.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Perché studiare i media?

Alla luce dei due approcci possiamo domandarci di nuovo

perché studiare o insegnare i media?

A) Per controbilanciare il conformismo e la passività indotti dai media, la vacuità dei valori da questi

offerti e la natura manipolatrice dei loro testi educando gli studenti agli eterni valori e qualità

morali della cultura “alta” dominante;

B) per rendere gli studenti capaci di discriminare tra il buono e il cattivo, tra l’autentico e l’inautentico dei

media.

Entrambe queste due risposte sono state messe in discussione a partire dalla metà degli anni ‘70.

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Approccio della RAPPRESENTAZIONERAPPRESENTAZIONE media come sistemi simbolici

Anni 70

Le metodologie didattiche applicate al mondo del cinema potevano essere applicate anche allo studio degli altri

media: tv e giornali in particolare.

Alcune discipline e teorie vennero in soccorso ai media educator:

SEMIOTICATEORIE sull’IDEOLOGIA

CONTESTI SOCIALI legati alla produzione e al consumo dei media. 35

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Approccio della RAPPRESENTAZIONE RAPPRESENTAZIONE media come sistemi simbolici

Anni 70

SEMIOTICASEMIOTICAVi è un rinnovato interesse per lo studio dei SEGNI e dei SISTEMI

SEGNICI con l’apporto di De Saussure (1916 – Corso di Linguistica generale) nello studio dell’analisi dei testi e dei

fenomeni della cultura popolare ad opera di Roland Barthes.

Pubblicazione del Libro

Mythologies (1957)

raccolta di brevi saggi su diversi aspetti della cultura popolare.

Riflessioni stimolate da media pre-televisivi.

Tradotto nel 1972 in inglese fu usato come strumento ideale per

comprendere la televisione il medium creatore di miti per

eccellenza. 36

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MEDIA EDUCATIONMEDIA EDUCATION- Len Masterman - - Len Masterman -

Approccio della RAPPRESENTAZIONE RAPPRESENTAZIONE media come sistemi simbolici

Anni 70

La SEMIOTICASEMIOTICA viene usata per attaccare apertamente la visione dei media come “finestra sul mondo”, come riflesso neutrale

della realtà esterna.

I media sono attivamente prodotti, i loro messaggi accuratamente codificati.

Sono sistemi segnici che richiedono un’attenta lettura critica e questo fu all’epoca un messaggio alquanto radicale e liberante

in quanto i media tendevano (e tendono) costantemente a glissare sui loro modi di produzione e sulla creazione di

immagini apparentemente “naturali”, di storie “reali” che possono essere facilmente accettate dal pubblico. 37

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Approccio della RAPPRESENTAZIONE RAPPRESENTAZIONE media come sistemi simbolici

Anni 70

La SEMIOTICA SEMIOTICA contribuì all’affermazione del primo principio della ME:

1. la NON TRASPARENZA dei MEDIA: i media non sono la presentazione della realtà, ma la rappresentazione della stessa. I media sono dei sistemi simbolici, non riflessi della realtà che

devono essere accertati tout court, ma linguaggi che richiedono un’attenta opera di lettura e di interpretazione.

2. la QUESTIONE del VALORE: con l’opera di Barthes vengono messe in discussione tutte quelle distinzioni tra oggetti culturali

basate su presunti valori e qualità intrinseche che per anni avevano dominato sia gli studi letterari che quelli sui media.

Cultura alta vs cultura bassa. 38

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Approccio della RAPPRESENTAZIONE RAPPRESENTAZIONE media come sistemi simbolici

Anni 70

IDEOLOGIAIDEOLOGIA

Il concetto di ideologia è stato sempre sfuggente, può riferirsi a qualsiasi insieme di credenze (di tipo fascista o nazista ad

esempio) esplicitamente politiche (generalmente dottrinarie ed inflessibili) o anche appartenere al senso comune così come si

manifesta nelle idee date per scontate e nel linguaggio quotidiano.

La media education in questo periodo vede i MEDIA come “terreno di scontro”, uno scontro nel quale sia gli insegnanti di media

che i loro studenti possono giocare un ruolo importante. 39

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Approccio della RAPPRESENTAZIONE RAPPRESENTAZIONE media come sistemi simbolici

Anni 70 La questione ideologica questione ideologica deriva anche dalla concezione di MITO

data da Barthes ovvero un modo di rappresentazione o un tipo di discorso caratterizzato soprattutto dalla sua “naturalezza”.

Produrre il mito vuol dire realizzare una duplice repressione: quella della storia e quella della politica.

Il mito priva di ogni storia l’oggetto del suo discorso. In esso la storia evapora; è come una domestica ideale: prepara, porta, dispone, il padrone arriva e lei scompare silenziosamente: non resta che rallegrarsi senza domandarsi da dove viene il bell’oggetto. O meglio, può venire solo dall’eternità […] Niente è prodotto, niente è scelto: non resta che possedere questi nuovi oggetti, di cui si è fatta sparire ogni traccia inquinante di origine o di scelta. Tale miracolosa evaporazione della storia è un’altra forma di un concetto comune alla maggior parte dei miti borghesi: l’irresponsabilità dell’uomo.

Roland Barthes, 1962:243

Il mito è sempre una parola depoliticizzata.

Roland Barthes, 1962:236

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Approccio della RAPPRESENTAZIONE RAPPRESENTAZIONE media come sistemi simbolici

Anni 70 Ciò che il mito “dimentica” è che la realtà si forgia dialetticamente,

che è sempre il risultato dell’attività e della lotta umana.

Barthes descrive la funzione del mito come uno “svuotare la realtà”, una perenne fuoriuscita, un’emorragia, un’evaporazione, in breve

un’assenza percepibile.Questi discorsi alti sull’ideologia furono trasferiti nella classi

scolastiche dagli insegnanti di media. Come?

Incoraggiarono gli studenti a mettere in discussione l’esposizione decorativa di “ciò-che-va-da-sé” nei media, a sfidare le

rappresentazioni giustificate dal buon senso, a cominciare a porsi domande su quali interessi i media servono, su come sono

costruiti e su quali rappresentazioni alternative ad essi sono state ignorate.

Furono usate strategie di demistificazione per trattare in classe i testi mediali d’attualità e lavorare con i media contemporanei.

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Approccio della RAPPRESENTAZIONE RAPPRESENTAZIONE media come sistemi simbolici

Anni 70

CONTESTI SOCIALI CONTESTI SOCIALI legati alla produzione e al consumo mediale

Gli anni ‘70 videro anche la crescita dell’interesse verso la sociologia delle comunicazioni di massa e verso lo studio dei contesti sociali all’interno dei quali i testi mediali vengono prodotti e consumati.

Per una migliore interpretazione del testo incominciò ad imporsi la necessità di andare oltre al testo stesso ed esplorare un insieme di

questioni che andavano al di là dei tradizionali confini della critica letteraria e dei modelli di comunicazione.

Inizia lo studio delle istituzioni dei media, delle pratiche, delle routine tipiche dei professionisti del settore, soprattutto dei giornalisti, le questioni relative alla proprietà e al controllo dei media, all’influenza delle fonti di notizie, dei pubblicitari, dei governi, del sistema legale e

del pubblico sulla produzione di significato dei media. 42

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Attualmente nei sistemi educativi europei, possono essere identificati quattro modelli di Media Education:

a. come SETTORE di STUDI SPECIALIZZATO (programma dei media studies);

b. come ELEMENTO coerentemente INSERITO in una DISCIPLINA più TRADIZIONALE (in generale l’insegnamento della madre lingua, ma anche gli studi sociali o la storia dell’arte, del teatro);

c. come ATTIVITA’ condotta attraverso tutto il CURRICULUM. Essa può essere opportunamente integrata nell’insegnamento della lingua, della letteratura, della storia, della geografia. L’ideale sarebbe avere un coordinatore che stimoli e faccia procedere il lavoro interessando anche discipline come le scienze e la matematica;

d. come STUDIO di PARTICOLARI ASPETTI dei MEDIA all’interno di un curriculum integrato generalmente condotto da una equipe interdisciplinare.

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La Media Education negli anni ’90Scopi e obiettivi

La ME negli anni ’80 ha cercato di rispondere ad una serie di trasformazioni della società contemporanea:

- la SATURAZIONE dei MEDIA e l’alto CONSUMO di PRODOTTI MEDIALI da parte degli individui;

- l’INFLUENZA dei MEDIA come INDUSTRIE della COSCIENZA: la loro costruzione della conoscenza sociale; la loro opera di agenda setting; le loro definizioni del significato relativamente dominanti; il loro controllo delle rappresentazioni;

- la CRESCITA di CONTROLLO e MANIPOLAZIONE dell’INFORMAZIONE e la sua DISSEMINAZIONE attraverso i media;

- le crescenti PRESSIONI a livello nazionale e internazionale miranti a privatizzare l’informazione e a trattarla come un bene di consumo qualunque;

- la crescente PENETRAZIONE dei MEDIA nei nostri più vitali processi democratici.

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La Media Education negli anni ’90Strategie e priorità immediate:

- difesa e la trasformazione dei sistemi pubblici di informazione;

- collaborazione sempre più stretta con i professionisti dei media (dalla concezione insegnante vs giornalista all’idea di collaborazione);

- costruzione di reti nazionali ed internazionali di Media Education;

- introduzione dei corsi di base di Media Education come diritto di tutti gli studenti;

- nuovo paradigma per la ME: l’insegnamento critico delle tecniche di marketing;

- “attrezzarsi per l’attualità”: l’impegno al cambiamento continuo.

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La Media Education oggifocus sulla Media Literacy:

Oggi il termine MEDIA LITERACY sembra essere preferito a quello di MEDIA EDUCATION.

MEDIA LITERACY MEDIA LITERACY = = ALFABETIZZAZIONE ai MEDIA ALFABETIZZAZIONE ai MEDIA

Oggi l’estrema attenzione verso i media digitali ha portato alla nascita del

termine

MULTIALFABETIZZAZIONE MULTIALFABETIZZAZIONE o o ALFABETIZZAZIONE MULTIMEDIALE ALFABETIZZAZIONE MULTIMEDIALE

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La Media Education oggifocus sulla Media Literacy:

Il termine Media Literacy si riferisce alle conoscenze, alle capacità e alle competenze richieste per poter usare e interpretare i

media.

Tuttavia la definizione non è semplice. L’alfabetizzazione a cui si fa riferimento non è solo una alfabetizzazione funzionale – cioè della capacità di dare

senso a un programma televisivo o di far funzionare una telecamera.

Non è neppure una specie di “cassetta degli attrezzi” cognitiva che rende le persone capaci di comprendere e di usare i media.

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La Media Education oggifocus sulla Media Literacy:

La MEDIA LITERACY è una forma di alfabetizzazione critica che implica capacità di analisi, di valutazione e di riflessione critica.

Comporta l’acquisizione di un metalinguaggio come mezzo di descrizione di forme e strutture di diverse modalità di

comunicazione e prevede un’ampia comprensione dei contesti sociali, economici e istituzionali della comunicazione, e come

tutto ciò incide sull’esperienza e sulla vita delle persone.

Prevede altresì la capacità di usare e interpretare i media, ma implica anche una comprensione analitica molto più ampia.

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La Media Education oggifocus sulla Media Literacy:

TEORIA SOCIALE delle “alfabetizzazioni”

L’attenzione alla pluralità delle alfabetizzazioni non riguarda solo lamolteplicità delle modalità o dei mezzi di comunicazione, ma anche

la naturaintrinsecamente sociale dell’ALFABETIZZAZIONE e le forme che

l’alfabetizzazione acquisisce nelle diverse culture.

Nel caso della Media Literacy non possiamo guardare all’alfabetizzazione

come se fosse un set di abilità cognitive di cui gli individui in qualche modo

vengono in “possesso” una volta per tutte.

I media sono una parte integrante del tessuto delle vita quotidiana dei minori ed essere consapevoli del fatto che gli individui hanno storie di esperienza con i media che magari si sono verificate in particolari contesti sociali o grazie a particolari

“eventi di alfabetizzazione”.

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La Media Education oggifocus sulla Media Literacy:

Come poter definire la MEDIA LITERACY in modo da poterla anche insegnare?

E’ possibile specificare le parti costitutive della media literacy e identificare in quale modo i ragazzi si aspetterebbero di

acquisirle?

Buckingham riprende la mappa delle “alfabetizzazioni mediali” ma ne individua i limiti considerando la media literacy non come un

modello di apprendimento progressivo, ma un modello di valutazione (assessment)

vedi tabella 3.1 - Cineliteracy: messaggi e valori - pg. 61 di Buckingham.

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In sintesi: La Media Literacy come afferma Roger Silverstone (1999)contempla la “capacità di decifrare, apprezzare, criticare e comporre”, ma richiede anche una comprensione più vasta dei contesti sociali, economici e storici in cui i testi sono prodotti,

distribuiti e fruibili dal pubblico.

L’attenzione all’alfabetizzazione riguarda un argomento che viene spesso trascurato nella ME. Come l’alfabetizzazione implica il

leggere e lo scrivere, così la media literacy deve necessariamente prevedere sia l’interpretazione che la

produzione.

Il modello di apprendimento dei media proposto da Buckingham è finalizzato a fornire un approccio più dinamico e riflessivo che

combina l’analisi critica e la produzione creativa. 51

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La Media Education oggifocus sulla Digital Literacy:

Con l’avvento delle tecnologie digitali anche il concetto di alfabetizzazione si relaziona con la tecnica della

digitalizzazione.

Buckingham ammette che siamo sempre più andando verso la DIGITAL LITERACYDIGITAL LITERACY

ovvero verso una alfabetizzazione non meramente funzionale. Pensiamo ai bambini le capacità che devono avere in relazione ai

media digitali non sono confinate alla ricerca di informazioni, non necessitano di lezioni sull’uso dei media digitali, ma di

risorse che permettano loro di valutare e usare le informazioni in modo critico se devono trasformarle in sapere.

La digital literacy è qualcosa di più che una questione di protezione dei bambini dai pericoli dei media digitali.

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BIBLIOGRAFIA BIBLIOGRAFIA

ADAMOLI, Patrizia, “Oltre il luogo tra virtuale e reale”, in Notarstefano, Giuseppe (a cura di) (2007), Piccoli grandi messaggi. La scelta educativa nel tempo della multimedialità, Roma, Ave. BARTHES, Roland, (1963) trad. it. (a cura di Fabbri P. e Pezzini I.), Mitologie, Parma, Pratiche, 1987. BUCKINGHAM, David (2006), Media Education. Alfabetizzazione, apprendimento e cultura contemporanea, Trento, Erickson. BUCKINGHAM, David (2004), Né con la tv, né senza la tv. Bambini, media e cittadinanza nel XXI secolo, Milano, Franco Angeli. GIANNATELLI, Roberto e P.C. RIVOLTELLA (2001), Mediare i media. Ruolo e competenze del media educator, Milano, Franco Angeli.LIVOLSI, Marino (2003), Manuale di sociologia della comunicazione, Roma-Bari, Laterza Editore.MASTERMAN, Len (1997), A scuola di media. Educazione, media e democrazia, Brescia, La Scuola. MORCELLINI, Mario e Pier Cesare RIVOLTELLA (a cura di) (2007), La Sapienza di Comunicare. 10 anni di Media Education in Italia ed in Europa, Roma, Carocci. RIVOLTELLA, Pier Cesare (2001), Media Education. Modelli, esperienze, profilo disciplinare, Roma, Carocci.

E inoltre per approfondimenti si consiglia la lettura di:

BRUSCHI, Barbara e Alberto PAROLA (2005), Figli dei media, Torino, Sei. MORCELLINI, Mario (2004), La scuola della modernità. Per un manifesto della Media Education, Milano, Franco Angeli.PAROLA, Alberto (2008), Territori mediaeducativi, Trento, Erickson. RIVOLTELLA, Pier Cesare (2006), Screen Generation. Gli adolescenti e le prospettive dell’educazione nell’età dei media digitali, Milano, Vita e Pensiero.

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