master of arts in international studies corso di
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Master of Arts in
International Studies
Corso di
Il Dilemma del Prigioniero,
Il Conflitto Arabo - Israeliano, ed Il Dilemma dello Studente
Attori principali del dilemma:
ISRAELE, appoggiato da GRAN BRETAGNA e FRANCIA;
La LEGA ARABA
Il caso è realmente avvenuto (1956) e, quando si arriverà a trattare il dilemma “spiralizzato” (e quindi ripetuto), lo stesso
è tutt’ora in corso
Negli anni 50’ l’Egitto vietò a israeliani e a navi battenti bandiera israeliana di attraversare il Canale di Suez, la penisola del Sinai fu gradualmente trasformata in un’enorme base militare egiziana. A seguito di un patto d’alleanza stretto tra Egitto, Siria e Giordania la minaccia all’esistenza
dello Stato di Israele divenne consistente. Il presidente Nasser, contemporaneamente, dichiarò la nazionalizzazione del Canale di Suez,
preoccupando Francia e Gran Bretagna che videro messi in pericolo i loro approvvigionamenti di petrolio.
Anche se un vero e proprio precedente non si era mai verificato, la tensione era notevole e lo Stato di Israele, sia per i motivi storici che
avevano condotto alla sua costituzione, sia per la notevole sproporzione numerica che lo vedeva in netta minoranza nei confronti dei suoi
avversari, vedeva la minaccia nei propri riguardi estremamente elevata e realmente pericolosa per la sua stessa esistenza. L’appoggio di Francia e
Gran Bretagna risultò decisivo ai fini della scelta della politica da perseguire.
- lo Stato di Israele (sostenuto militarmente anche da truppe francesi e inglesi), costituisce l’attore “A” ;
- La Lega Araba costituita da Egitto, Siria e Giordania costituiscono l’attore “B”;
- la prima azione è stata effettuata da “B” (la nazionalizzazione del Canale di Suez);
- “A” si trova di fronte a due opposte possibilità: condurre un azione militare “preventiva” prima di essere strangolato dallo accerchiamento delle forze arabe che si stavano organizzando ai suoi confini, o tentare di ricomporre il conflitto attraverso mediazioni di tipo politico.
- L’obiettivo prefissato israeliano era quindi il ritiro del blocco navale e la dimostrazione della propria forza militare e della propria determinazione a conservare l’indipendenza, nonostante la sproporzione numerica;
pertanto:
- L’obiettivo della Lega Araba, era la distruzione dello Stato di Israele, per la cui attuazione era necessario il preventivo indebolimento delle potenzialità di reazione israeliane tramite logoramento sia con attacchi mirati da parte dei guerriglieri, sia a livello psicologico attraverso la grande concentrazione di truppe ai confini;
- Per la Lega Araba, indurre Israele ad uno scontro militare, significava avere facile vittoria data l’esiguità delle sue forze. Cosicchè gli arabi iniziarono rapidamente le operazioni nei pressi dei confini israeliani; Israele era all’oscuro delle reali intenzioni dell’avversario, anche se le fonti dell’intelligence reputavano imminente l’attacco. Lo scontro militare diretto, condotto con metodologie tradizionali ed in un ambiente notevolmente ostile sarebbe risultato disastroso per gli israeliani in quanto gli avversari erano in netta superiorità numerica, il rinviare lo scontro tentando la via politica avrebbe significato dare il tempo agli arabi di consolidare la propria rete logistica e trovarsi nelle migliori condizioni per poter agevolmente invadere Israele.
Per cui, considerando il gioco come competitivo e la comunicazione presente, schematizzando in una matrice il punto di vista israeliano si ha:
B
Azione militare Ritiro
A
Azione
militare
4 ; 4
I
4 ; -1
II
Mediazione
politica
Perdita di sovranità ; 4
III
2 ; 2
IV
Sebbene teoricamente la soluzione della mediazione dovrebbe essere per “A”, in termini politici, vantaggiosa quanto l’azione militare, essa è però subordinata all’utilità di “B”, maggiore nel campo dell’azione militare, il campo IV è quindi sconveniente per “B” che opterebbe per il campo III;
l’azione militare, nella particolare fattispecie, risulta per “A” più vantaggiosa del ricorso alla mediazione, dato il clima ostile che circonda la
vita dello Stato di Israele; una dimostrazione di forza militare veniva considerata il miglior deterrente per scongiurare ulteriori minacce. Le
modalità dell’intervento,però, non potevano essere quelle dello scontro convenzionale, pena la disfatta. La tempestività dell’intervento israeliano
divenne di fondamentale importanza,in considerazione delle problematiche organizzative degli avversari; una serie di azioni “lampo” contro punti
vitali del nemico, avrebbe condotto facilmente alla vittoria Israele, cogliendo impreparata la Lega Araba.
Ordinano i nuovi elementi in una matrice si delinea la seguente situazione: :
B
Azione militare Ritiro
A
Azione
Militare
di sorpresa
3 ; 1
I
3 ; 2
II
Mediazione
politica
Perdita di sovranità ; 4
III
2 ; 2
IV
Così la campagna militare che seguì, detta “Campagna del Sinai”, in soli otto giorni vide l’esercito israeliano conquistare la striscia di Gaza e
l’intera penisola del Sinai, fermandosi a 16 chilometri ad est del Canale di Suez. Tuttavia l’azione diplomatica americana e la minaccia dell’intervento
dell’Unione Sovietica fecero fallire l’impresa (inglesi e francesi accettarono il cessate il fuoco subito dopo aver lanciato i propri
paracadutisti su Port Said) e le forze israeliane barattarono i territori conquistati con la libera navigazione nel golfo di Aqaba
Altro esempio che la vicenda medio orientale fornisce, ai fini della presente ricerca, è costituito dalla situazione in atto nei territori dello Stato di
Israele. Presentando tutti gli elementi caratterizzanti la così detta “spiralizzazione” del conflitto, essa
potrebbe rappresentare l’esempio del dilemma del prigioniero che si ripete all’infinito.
Il circolo vizioso che si è costituito, comporta attentati palestinesi da un lato e rappresaglie israeliane dall’altro, immemori dell’evento scatenante,
con una sorta di automatismo, i due avversari si confrontano ormai da anni
Le cause delle ostilità sono pressoché immutate sin dalla fondazione dello Stato di Israele: da un lato la necessità di spazi e sicurezza
israeliana, di contro le rivendicazioni di sovranità palestinesi. I due contendenti, Israele (l’attore “A”) e le organizzazioni nazionaliste
palestinesi (l’attore “B”), reputano verosimilmente in modo analogo l’utilità maggiore dello scontro violento piuttosto che la fiducia nella
mediazione politica.
Volendo impostare in una matrice le rispettive attribuzioni di utilità si ha che:
B
Attentato Mediazione
politica
A
Rappresaglia 3 ; 3
I
4 ; -1
II
Mediazione
politica
-1 ; 4
III
2 ; 2
IV
Le campagne propagandistiche condotte da ambo le fazioni hanno mirato ad una vera e propria demonizzazione dell’avversario ed all’instaurazione di un clima di sospetto e paura generalizzati, sebbene per i contendenti la
soluzione più vantaggiosa dovrebbe essere costituita dalla ricerca bilaterale di mediazione politica, l’assenza di comunicazione fra le parti e la “spiralizzazione” del conflitto, rendono più vantaggioso in termini
“politici”, per le rispettive dirigenze, il ricorso alla violenza (in reazione o finanche in funzione preventiva) piuttosto che alla mediazione.
Il secondo caso:
Il Dilemma dello Studente
Attori principali del dilemma:
Il Professor Curlys;
Gli Studenti Smith e White.
Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale e non voluto dagli autori, pertanto la storia è
solo il frutto dell’immaginazione degli ideatori .
Un Docente di Università, il Professor Curlys, al termine del Corso diede ai due studenti Smith e White un lavoro di ricerca individuale e di
approfondimento su di un argomento, tale ricerca sarebbe valsa come parte del voto finale.
I due studenti si misero d’accordo per reperire quanto più materiale possibile e sviluppare individualmente la ricerca/tesina. Di conseguenza
comprarono dei testi riguardanti l’argomento ed iniziarono congiuntamente a fare delle ricerche su internet. Durante la
“navigazione” gli studenti trovarono esattamente la ricerca/tesina voluta dal Professore con commenti di noti studiosi del campo che
sottolineavano con toni estremamente positivi la buona qualità del lavoro.
- La ricerca/tesina non può essere copiata da tutti e due gli studenti in quanto il Professore se ne accorgerebbe;
- La ricerca/tesina non può essere presentata da entrambi gli studenti anche se modificata, di conseguenza se uno dei due presenterà il lavoro trovato su internet l'altro dovrà rinunciare e dovrà svolgere ex-novo la ricerca;
- La ricerca/tesina, visto il sito "sicuro" se presentata al Professore non sarà individuata come copiata da internet;
- Uno studente non saprà, se non alla pubblicazione dei voti finali, se l'altro ha copiato o meno, ed ovviamente a quel punto non potrà fare nulla per cambiare la situazione.
assunto che:
Il dilemma si sviluppa fra i due studenti sul fatto che se uno copierà e l’altro no il “copiante” massimizzerà 30 ed il non copiante, facendo più
fatica, fra 25 e 29 (ovviamente, essendo molto bravi gli studenti probabilmente prenderebbero 30 comunque, ma questo risultato non
sarebbe esplicativo per l’esempio), se tutt’e due non copieranno otterranno entrambi fra 25 e 29 mentre se copieranno tutt’e due otterranno 0 in quanto
saranno bocciati.
Pur mettendosi d’accordo sull’eventuale fatto di non copiare, gli studenti non avranno mai (fino alla pubblicazione dei voti e quindi troppo tardi
per tornare indietro) la sicurezza che l’altro studente non “tradirà” copiando il lavoro.
A questo punto appare chiaro il dilemma:
Per cui :
White
Prendere
Spunto
Non Prendere
Spunto
Smith
Prendere
Spunto
0 TY ; 0 BS
(0 ; 0)
30 TY ; 25-29 BS
(4 ; 2)
Non Prendere
Spunto
25-29 TY ; 30 BS
(2 ; 4)
25-29 TY ; 25-29 BS
(3 ; 3)
Pertanto gli studenti, seppur di malavoglia in quanto avrebbero dovuto spendere molta fatica, si misero
d’accordo di non copiare (vedasi campo 4), anche se avranno la certezza che nessuno dei due abbia
“tradito” solo quando vedranno i voti, e quindi fino ad allora resteranno con il dubbio…..
Conclusioni
Le applicazioni della teoria dei giochi ed in particolare del “dilemma del prigioniero” alle vicende umane nel corso della storia sono infinite, costituendo, infatti, una schematizzazione
logica di processi razionali di interazione fra una molteplicità di attori dinanzi ad una serie di variabili; essa rappresenta
comunque una valida astrazione ma, come tutti i “sistemi”, non può prendere in considerazione la totalità delle variabili,
fornendo comunque una sorta di linea guida su cui impostare l’analisi dei dati a disposizione.