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I giovani che lottano contro la violenza Workshop internazionale per formatori In questo numero

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Transpace Project, A Space to Speak Up Magazine Issue 1 in Italian

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Page 1: Magazine Issue 1 - Italian

I giovani che lottano contro la violenza

Workshop internazionale

per formatori

In questo numero

Page 2: Magazine Issue 1 - Italian

1 A Space to Speak Up

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Production teamEditor – Roy SmithDesign and graphics – The MRS ConsultancyIllustrations and editorial assistant – Jack Robert SmithWe would like to hear from you, the readers, about what you thought of our magazine – and – do you have anything that might help us spread our message.

If so email Roy Smith at [email protected]

Che cos’è il progetto 3

Transpace?

Vittime e violenza: 4 - 15

la ricerca sull’aggressività e la violenza

Profilo di un Partner: 16 - 17

pro mente Alta Austria

Profilo di un formatore: 18

Martin

Prepararsi per Transpace 19 - 21

– il workshop dei formatori a Sofia

Profilo di un formatore: 23

Sabine

Things are GO!

Profilo di un Partner: 24 - 25

Fundacion Intras

Laboratorio con i 26

giovani in Spagna

Cartoni animati e 27 - 28

fumetti – I giovani ci dicono come si sentono

Prossimamente 29

ContentsUno Spazio per Parlare 2

Benvenuti al primo numero della rivista A Space to Speak Up! - Uno Spazio per Parlare!Questa rivista è il primo di almeno Quattro numeri nei quali il progetto Transpace presenterà una vetrina su quello che fanno e raggiungono i giovani partecipanti. Transpace è per giovani con bisogni speciali, vittime di violenza e aggressioni nella vita quotidiana. Ha l’obiettivo di offrire loro degli strumenti per lottare contro questi comportamenti. Il partner capofila del progetto, Fundacion Intras, ne parla più approfonditamente a pagina 3.Noi ci concentreremo su quello che i giovani nel progetto vogliono dire e mostrare di quello che stanno facendo. La maggior parte di quello che leggerete saranno le loro storie, riflessioni, fotografie, immagini e osservazioni su quello che sperimentano e imparano. I giovani faranno anche una Mostra artistica nel 2014 per esprimere la loro creatività. Argomenti ricorrenti nella rivista saranno i profili delle organizzazioni partner e di alcuni formatori che lavorano con i giovani partecipanti. Ogni numero, inoltre, offrirà alle organizzazioni partner e agli stakeholder una piattaforma per far emergere e discutere problematiche riguardanti il loro lavoro. Una sezione che sarà sempre presente sarà una storia raccontata attraverso un fumetto. Non saranno storie ricercate, come potrete vedere in questo numero, e dovremo incoraggiare i giovani a provare. A Space to Speak Up - Uno spazio per parlare sarà disponibile in tutte le lingue dei paesi partner – bulgaro, inglese, Tedesco, ungherese, italiano e spagnolo – come PDF dal sito di Transpace: www.transpaceproject.euMa questo è il nostro primo numero. Abbiamo bisogno del vostro aiuto e dei vostri suggerimenti per sviluppare e migliorare. Roy Smith

Pages 24 to 25

Pages 19 to 21

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Transpace è un partenariato europeo finanziato attraverso il programma Daphne del Direttorato Generale Giustizia della Comunità Europea. E’ nato come risposta a una crescente preoccupazione sull’ampiezza e la varietà delle tipologie della violenza di cui sono vittime bambini e giovani con problemi di salute mentale. L’obiettivo centrale del progetto Transpace è quello di dare degli strumenti a questi giovani per combattere con efficacia la violenza di cui sono vittime nella loro esperienza quotidiana. Il programma ha come focus l’uso dello spazio come concetto fluido e positivo, che permette ai giovani di sviluppare uno spazio intermedio tra la loro realtà interna e il mondo esterno. Possono usare lo spazio per lavorare su concetti come la risoluzione non-violenta dei conflitti, il pensiero divergente, l’interazione sociale, l’auto-riflessione e la crescita. Il programma è stato sviluppato ascoltando le esperienze che i giovani vittime di violenza hanno raccontato sulle loro esperienze e preoccupazioni. Il programma utilizza anche degli strumenti e delle metodologie multi-disciplinari che rese disponibili da ciascuno dei partner europei. Con la conclusione di Transpace, ai giovani partecipanti sarà stata offerta un’opportunità sentirsi orgogliosi di gestire delle difficoltà che altri giovani della loro età non hanno. Capiranno che occorre forza di carattere per chiedere e accettare supporto. Saranno consapevoli che hanno il controllo su come si comportano e avranno degli strumenti per affrontare positivamente atteggiamenti aggressivi e bullismo, sentendosi più forti. Fundacion Intras

lavorare sul concetto di risoluzione non-violenta

dei conflitti

3 Uno Spazio per Parlare

Sara Marcos Ispierto Manager di progettoIntras Foundation

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Uno Spazio per Parlare 4

Questo studio ha come obiettivo una valutazione della prevalenza di atteggiamenti aggressivi tra i giovani con bisogni speciali. Abbiamo paragonato la prevalenza del

tasso di aggressività tra i diversi paesi che prendono parte al progetto Transpace e aumentato la nostra

comprensione attraverso delle interviste con i giovani. La nostra comprensione delle dinamiche degli atti

aggressivi e delle risposte delle vittime ha permesso al progetto di costruire una metodologia innovativa che può essere utilizzata per aiutare i giovani a sviluppare

strumenti per combattere l’aggressività. Alcuni membri dell’équipe del

Dipartimento di Psicologia dell’Università di Maribor che hanno

compilato e scritto la relazione.

Uno studio sull’aggressività e la vittimizzazione tra bambini e giovani con bisogni speciali

Di Sara Tement, Bojan Musil, Ajda Šoštarič and Karin Bakračevič Vukman

Victims and Violence

L’équipe di studio ha attinto a materiale teorico estensivo in quest’area per sviluppare un questionario – lo Strumento di Aggressività e Vittimizzazione. Questo strumento è stato attentamente tradotto in tedesco,

spagnolo, bulgaro, italiano e ungherese e applicato in sei paesi europei nel periodo maggio-giugno 2013. Il lavoro è stato guidato dal Dipartimento di Psicologia, Università di Maribor, Slovenia, con la ricerca sul campo condotta

dai partner di Transpace.

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Che cosa intendiamo per atti violenti e aggressiviDefiniamo la violenza o gli atti aggressivi o di bullismo a scuola come dei fenomeni nei quali una persona è “esposta, ripetutamente e nel corso del tempo, ad azioni negative da parte di una o più persone, attraverso il contatto fisico, le parole o in altri modi” (Olweus,1993). Ciò che intendiamo, quindi, parlando di atti aggressivi, non è un evento singolo ma una esposizione prolungata – e può essere diversa in contesti diversi.

Violenza nel contesto scolasticoL’aggressione fisica è caratterizzata da violenza fisica diretta contro altri, attraverso spinte, colpi o calci. L’aggressione verbale può essere definita come un atteggiamento negativo verso qualcuno espresso

direttamente attraverso dei contenuti (es: dire cose che feriscono o usare nomignoli offensivi) e attraverso un particolare registro (es: urlando a qualcuno o minacciandolo). L’aggressione relazionale è più indiretta e comprende la manipolazione volontaria e tentativi di mettere in pericolo le amicizie di un altro ragazzino o il suo senso di inclusione da parte del gruppo di pari (es: incoraggiare gli altri a non essere amici con dei

compagni di classe o con altri bambini, raccontare bugie). Cyber-bullying: “Aggressione che si manifesta attraverso l’uso del computer (es: e-mail e messaggi istantanei) o il telefono cellulare (es: sms).”

Violenza nel contesto familiare:La vittimizzazione psicologica è caratterizzata dal dire o fare cose che fanno sentire in imbarazzo o in colpa un bambino o un adolescente.Il trascurare comprende un’assenza di cura adeguata nei confronti di un bambino o di un adolescente e l’ignorarne i bisogni. Lo studio ha come focus i bambini che si sono identificati come vittime di atti aggressivi. Le interviste con questi giovani hanno toccato delle situazioni nelle quali sono avvenuti atti aggressivi (negli ambienti scuola e famiglia), la percezione delle vittime di queste situazioni, l’auto-stima delle vittime e il loro benessere generale. Da queste interviste si è ottenuta una comprensione più profonda delle realtà soggettive dei giovani che hanno avuto esperienza di violenza. Nove cornici tematiche e una cornice trasversalesono emerse:

Che cosa succede e perché

5 Uno Spazio per Parlare

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Una bassa auto-stima sembra essere il problema più prevalente e complesso riportato dagli intervistati, apertamente o in modo tacito. Questo può essere considerato come il punto nevralgico che silenziosamente giace alla base della maggior parte delle ragioni o conseguenze relative alla violenza. Il problema appare ampiamente presente in bambini che hanno sofferto varie forme di violenza da parte dei pari e sembra essere altamente correlata a umori depressivi, attacchi di panico, vergogna e addirittura auto-lesionismo. La sfida maggiore nell’affrontare

il problema della bassa auto-stima e del conseguente “comportamento da vittima” è quello di offrire uno strumento a questi ragazzini per pensare a se stessi, articolare se stessi, riflettere su se stessi e asserire se stessi.

Esperienza:Seb ammette di avere un’auto-stima molto bassa, che sembra

essere la causa della sua incapacità di allontanare dalla

sua vita gli aggressori. Se avesse acquisito un meccanismo per

aumentare l‘auto-stima, la sua capacità di far fronte alle

intrusioni nel suo spazio sarebbe certamente migliorata.

Bassa auto-stimaUno Spazio per Parlare 6

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Questo tema è estremamente comune e molto importante perché introduce il fattore delle dinamiche di gruppo e la sua funzione nel perpetrare violenza contro una vittima isolata. Le numerose segnalazioni che un gruppo di giovani ha commesso atti di bullismo,fatto molestie o ridicolizzato un altro giovane indicano che questo è un tema fondamentale da affrontare in qualsiasi tipo di intervento.

Il punto principale da affrontare è la debolezza di un singolo quando aggredito collettivamente da un gruppo. Come può proteggersi contro un gruppo di individui che s’incoraggiano l’un l’altro e che sono protetti socialmente e in altri modi dal carattere anonimo di un gruppo ampio?

Esperienza:Loretta vive un momento difficile con i compagni di

classe; racconta di una serie di episodi successi a scuola. Alcuni compagni una volta le hanno abbassato i pantaloni;

c’è stato poi un episodio in cui la sua borsa è stata nas-costa e, infine, racconta che

alcuni compagni parlano male di lei alle sue spalle. Dice di non stare bene in

classe, perché ci sono troppi intrighi e litigi.

Tutti ce l’hanno con me7 Uno Spazio per Parlare

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Un altro tema importante, percepito come una fonte di incidenti violenti tra ragazzini, è il mettere in giro dei pettegolezzi intenzionalmente. Il pettegolezzo non è fisicamente violento se paragonato a un pugno in faccia, ma può avere un’influenza distruttiva fortissima nella vita e, sotto questo aspetto, va considerato chiaramente violento.

Esperienza:Quando Anna si è trasferita, è iniziato a circolare il falso pettegolezzo che avesse rubato o rotto qualcosa e che

per questa ragione avesse dovuto andarsene. Questo falso pettegolezzo l’ha molto turbata, fino al punto di do-

ver cambiare numero di telefono per poter chiudere i con-tatti con tutti. Quello che è apparso positivo nella risposta di

Anna è che ha provato ad affrontare la cosa apertamente con le persone che avevano creato il pettegolezzo. Loro però non si sono presentati e ora lei li vede come dei codardi.

Si dice che...Uno Spazio per Parlare 8

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Esperienza:Joe avverte la mancanza di uno spazio suo, uno spazio nel quale abitare e dal quale parlare. Si lamenta di non essere incluso nel gruppo di pari e di non essere ascoltato quando cerca di parlare, come se abitasse in uno spazio invisibile, che non gli permette di produrre suoni o immagini. Inoltre, l’invisibilità di Joe si estende alla vita familiare, dove non è invitato a prendere parte alle decisioni della famiglia e sente di dover spartire la madre con quattro fratelli più piccoli, cosa che produce in lui anche un senso di colpa con il quale convivere.

Essere un fantasmaUn altro tema di violenza che compare in molte interviste è quello dell’esclusione sociale attiva: molti giovani raccontano di essere completamente esclusi dai gruppi sociali. L’esclusione sociale generalmente opera come un meccanismo

aggiuntivo di accompagnamento di altri atti violenti e riconferma lo status della vittima come soggetto indifeso e isolato.

9 Uno Spazio per Parlare

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L’evasione dalla realtà è un importante tema legato alla violenza, poiché va oltre l’episodio violento e funziona come meccanismo per fronteggiare le difficoltà nella vita in generale, piuttosto che strettamente come semplice meccanismo di difesa, in particolare contro la violenza. Fuggire, allontanarsi dal mondo o spingere il pulsante “spento” emerge frequentemente nei giovani come reazione alla violenza.

L’evasione dalla realtà è considerata molto di più che semplicemente un chiudersi al di fuori di un episodio violento. E’ piuttosto un modo di essere e, in questo senso, funziona come difesa dalla realtà; contro il lasciare scorrere la vita; contro il sentire la vita per quello che è; e contro il costruire qualcosa di significativo attraverso l’esperienza del positivo e del negativo della realtà.

Evasione dalla realtàEsperienza:Patricia ammette che a volte desidera andare lontano, molto lontano, specie quando non riesce a trovare una soluzione. Questo sembra avvenire a volte al lavoro.

Uno Spazio per Parlare 10

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Questo tema è diverso dai precedenti, poiché non racconta di un particolare tipo di violenza ma suggerisce una soluzione molto lucida, plausibile e altamente creativa. Per questa ragione, appare un tema importante da includere, anche se soltanto tre degli intervistati ne hanno parlato. Ciascuno di loro a suo modo ha suggerito che vorrebbe rispondere a episodi violenti con l’umorismo invece di non dire nulla. Applicare il senso dell’umorismo come scudo di difesa contro l’aggressività non ha l’obiettivo di mantenere la vittima al sicuro, ma va oltre, nel senso di penetrare nello spazio dell’aggressore e cambiarne la struttura. La vittima diviene un soggetto attivo nella risposta alla violenza, compiendo un passaggio fondamentale dall’essere oggetto (dell’aggressione) al divenire soggetto (della reazione contro l’aggressione).

Il potere sovversivo dell’umorismo

Esperienza:Boris dice che vorrebbe rispondere alla

violenza con il senso dell’umorismo, ma quando si trova al centro di una

situazione violenta non riesce a pensare a niente di divertente da dire. E’

soltanto dopo che le parole gli vengono alla mente.

11 Uno Spazio per Parlare

Page 13: Magazine Issue 1 - Italian

Ci sono stati un paio di racconti di forme molto gravi di violenza fisica. L’enfasi in ogni intervento dovrebbe essere centrata sull’insegnamento al gruppo di una sensibilità verso la natura intollerabile della violenza fisica e sulla responsabilità di ogni individuo di intervenire in atti di violenza per cercare di fermarli.

La violenza fisica non contrastata

Esperienza:I compagni di classe di Katy la picchiano regolarmente e lei non ne conosce il motivo. Sembrano anche essersi verificati degli episodi a casa, nei quale il patrigno le ha versato addosso del liquido caldo e la sorella l’ha bruciata con un cucchiaio bollente. Se questi due episodi siano o meno stati intenzionali non risulta chiaro dall’intervista.

Uno Spazio per Parlare 12

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Anche se la maggioranza dei giovani intervistati sono vittime di violenza, c’è un’indicazione che un numero sorprendentemente alto di loro abbia delle tendenze violente, in particolare sotto l’aspetto di rapida perdita del controllo. Un ampio numero di tendenze aggressive riportate dalle ragazze si manifesta con urla, l’arrabbiarsi con delle persone senza un motivo e l’essere impazienti. I ragazzi, invece, parlano di comportamenti fisicamente

violenti in alcuni casi, anche se questa violenza è a sua volta provocata frequentemente da episodi violenti. E’ importante prestare attenzione al problema di mantenere il controllo in una situazione aggressiva e quando al centro di un’interazione intensa.

L’ (auto-) Aggressore?Esperienza:Anton ammette di avere colpito un altro ragazzino e averlo ferito alla testa in modo grave, perché il ragazzino aveva usato nomignoli contro di lui e sua madre. Anton dà l’impressione di avere delle tendenze potenzialmente aggressive, dice di non essere sempre di buon umore, in particolare quando le persone non sono gentili con lui e che a volte si comporta male.

13 Uno Spazio per Parlare

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Esperienza:Carlos si sente a volte a disagio a casa perché il padre è una persona irritabile che si offende facilmente e si arrabbia. In seguito, quando la tensione cresce, tutti cominciano a urlare contro gli altri.

Casa dolce casaIn generale, la violenza in famiglia rimane limitata a urla e pianti in casa, cosa che sembra riflettere le esperienze e l’approccio educativo di genitori e figli. In alcuni casi, i giovani esprimono il desiderio di maggiore indipendenza dai genitori, che sono

naturalmente più protettivi nei confronti dei figli di quanto non sarebbero se questi non avessero bisogni speciali.

Uno Spazio per Parlare 14

Page 16: Magazine Issue 1 - Italian

In conclusioneLa cornice tematica finale comprende l’intero spettro dei temi relativi alla violenza, in relazione alla salute mentale ed ha uno spettro concettuale che eccede i singoli temi di cui si è parlato sopra. L’“alterità” è a volte strettamente collegata a difficoltà di salute mentale o disabilità cognitive e deve essere affrontata come tema separato. Tutti coloro che non rientrano nell’immagine di rappresentazione dominante sono l’”altro”, in particolare persone con problemi di salute mentale e disabilità cognitive.

E’ dunque cruciale per loro imparare a conoscere l’”alterità”, in qualunque forma e incarnazione, in modo da poterla incorporare nella propria realtà emotiva e cognitiva e poter diventare capaci di esprimere l’”alterità” come una posizione soggettiva legittima che merita e ha diritto a un suo spazio.

Essere l’altro15 Uno Spazio per Parlare

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Pro mente Alta Austria ...... Problemi di salute mentale : l’inclusione è la risposta ....Aiuto per le persone con problemi di salute mentaleUna malattia psichiatrica non è un destino a cui rassegnarsi. Più di una su quattro persone in tutto il mondo si trova ad affrontare problemi di salute mentale. Pro mente Alta Austria gestisce circa 150 strutture che forniscono assistenza nella provincia dell’Alta Austria.Per più di 45 anni Pro mente Alta Austria, Associazione per la salute mentale e sociale, ha fornito consulenza e assistenza a persone affette da problemi di salute mentale, con un organico di circa 1500 dipendenti professionali e di ulteriori 260 volontari. Le persone che contattano le strutture di Pro mente Alta Austria sono mediamente di circa 30 000. I servizi sono forniti gratuitamente ai pazienti.

Counselling, alloggio, lavoro e tempo liberoLe attività di Pro mente Alta Austria includono consulenza per le persone con problemi di salute mentale e problemi sociali e per le loro famiglie.Inoltre, alcune strutture in Alta Austria forniscono un’ulteriore assistenza in materia di alloggio, lavoro e tempo libero, e su problematiche relative alle dipendenze. Obiettivo centrale è quello di facilitare l’integrazione di persone con problemi mentali nelle comunità locali. I servizi sono forniti il più possibile in prossimità della zona di residenza del paziente.

Prevenzione e intervento sulla crisiAttività di informazione e prevenzione aiutano a bloccare lo sviluppo di problemi psichiatrici prima che si manifestino. A questo proposito, l’esistenza di linee telefoniche per l’assistenza personale in momenti di crisi mentale è molto importante. La nostra hotline di emergenza psicosociale è disponibile 24 ore 7 giorni alla settimana.

Empowerment - la promozione di indipendenzaIl nostro staff aiuta i pazienti a scoprire i propri punti di forza e a prendere parte attiva nel plasmare la propria vita. Vengono loro offerti conoscenze e strumenti che permettono loro di comprendere la loro situazione e prendere decisioni per se stessi. Le persone con problemi di salute mentale sono spesso oggetto di discriminazione e sperimentano l’esclusione sociale. “Empowerment” significa che imparano a gestire la loro vita, diventando consapevoli delle loro capacità, sviluppando competenze e facendo uso delle proprie risorse individuali e collettive al fine di condurre una vita indipendente.In Transpace stiamo lavorando con i giovani provenienti da Pro mente. Stiamo anche collaborando con organizzazioni del settore socio-sanitario, come ospedali per la salute mentale, scuole e altre istituzioni che lavorano anche con giovani con bisogni speciali.

Uno Spazio per Parlare 16

Profilo Partner

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Il KUK, il reparto creativo di Pro mente ha portato in scena la commedia “Stepping Out” di Richard Harris. Questo lavoro mostra la ballerina di poco successo Mavis che, con la sua pianista,la signora Fraser, conduce un corso di danza per amatori. Una volta alla settimana, otto donne e un uomo, che si sente frustrato, solitario e infelice, si riuniscono per ballare con l’anima. L’impegno di questo gruppo di partecipare a un evento di raccolta di fondi scaccia l’invidia e mette a tacere dispute e litigi. C’è un obiettivo comune in cui si sviluppano non solo il talento, ma anche nuovi atteggiamenti. Ottimismo e gioia ritornano.

17 Uno Spazio per Parlare

Page 19: Magazine Issue 1 - Italian

Uno Spazio per Parlare 18

Il motto del mio lavoro nel Progetto Transpace è: “Molti

partecipanti, strategie diverse, un unico obiettivo: sostenere

e promuovere giovani disabili così che non subiscano

violenza “,

Sono nato nel 1955 a Mönchengladbach . E ‘una

città noiosa vicino al confine olandese nella

parte occidentale della Germania. Ma almeno

c’è un’attrazione: la grande e famosa squadra di

calcio “ Borussia Mönchengladbach “.

Oltre a guardare il “Borussia” sono andato a

scuola in città - ma non mi è piaciuto molto. Ero

molto più interessato a chiacchierare con i miei

amici.

Nel 1974 ho terminato i miei esami finali della

scuola secondaria, rifiutato il servizio militare

obbligatorio, e invece ho lavorato in una casa di

riposo per anziani.

Nel 1976 era giunto il momento di dire addio a

Mönchengladbach e mi sono trasferito a Bonn

- l’ex capitale è ancora il mio posto preferito in

Germania - per iniziare la mia vita di

studente. Ho apprezzato molto la mia

nuova libertà e sono ancora felice della

decisione di diventare un insegnante.

Sto insegnando ormai da più di 25 anni.

Dal 2001 ho lavorato come insegnante nel

centro vocazionale della CJD - Frechen. Si

tratta di un istituto che offre una seconda

possibilità per gli alunni che hanno fallito

nelle loro scuole. Mi piace lavorare lì, anche

se devo guidare 41 chilometri per andare a

scuola! Il tempo in autostrada e insegnare

agli studenti sono una sfida, ma si sviluppano

strategie . Per me parte di questo sviluppo

è stato quello di intraprendere un corso di

formazione per combattere la violenza, il

razzismo, l’aggressività e il bullismo. Essere un

insegnante e un allenatore è una combinazione

perfetta per me.

A parte il lavoro amo fare sport. Gioco a tennis,

pallavolo e faccio corsi di giocoleria. E più

invecchio e più mi piace scalare le montagne

con la mia moto. La scorsa estate sono stato

un po’ orgoglioso di arrivare sulla cima

del “Mont Ventoux “, una tappa del “

Tour de France”, e farlo senza doping e di

sicuro non in “maglia gialla “.

Questo sono io, Martin Kroeber dalla Germania

Page 20: Magazine Issue 1 - Italian

Oltre a passare piacevolmente del tempo insieme, grazie all’ospitalità della Dott.Galabina Tarashoeva e del’équipe del Centro di Salute Mentale “Prof. Nikola Shiokovenski”, i formatori si sono concentrati sulla discussione della metodologia che avrebbero usato e su quello che potevano imparare gli uni dagli altri.

Gabi Tarashoeva, che ha guidato il workshop, ha spiegato: “Ogni bambino ha bisogno di un posto sicuro

per sperimentare sicurezza, calore e ammirazione. Ma ogni bambino ha bisogno anche di lasciare questo paradiso ed esplorare il mondo. I giovani hanno bisogno di sperimentare: per essere piccoli e grandi, fragili e forti. Per

imitazione e attraverso la pratica imparano a liberarsi dai loro ruoli rigidi ed esplorare nuove possibilità. Il contesto del teatro prevede la credibilità sia per il protagonista sia per la sua storia, e fornisce strumenti per riflettere sulla violenza e su come lo spazio può promuovere l’auto - protezione “.

Capire le problematichePrima di cominciare la formazione, ai partecipanti al workshop è stata anche presentata la ricerca condotta

in ogni paese partner, che ha esaminato come si manifestano la violenza e l’aggressività. Per maggiori informazioni, vedere la sezione “Vittime e violenza”, p. 4-15 di questa rivista.

Ci prepariamo per Transpace

Il workshop dei formatori a Sofia ...

Tutti i partner del progetto che lavoreranno direttamente con gruppi di giovani nel progetto Transpace si sono incontrati a Sofia, Bulgaria, dal 24 al 27 settembre 2013. E’ stata loro presentata una metodologia innovativa di psicodramma e

tecniche spaziali transitorie che daranno ai giovani partecipanti degli strumenti per combattere

l’aggressività.

19 Uno Spazio per Parlare

Dr. Gabi Tarashoeva

Dr. Bojan Musil

Page 21: Magazine Issue 1 - Italian

Bojan Musil ha spiegato ai formatori che la ricerca aveva identificato nove diversi temi di comportamento aggressivo, e che aveva guidato lo sviluppo della metodologia sulla quale avrebbero lavorato durante il workshop. I nostri insegnanti sono stati coinvolti in tutti i tipi di esercizi e discussioni. Vedrete che cosa sono e come i nostri giovani potranno essere coinvolti nei prossimi numeri “A Space to Speak Out” - Uno spazio per parlare. Qui di seguito alcuni degli esercizi utilizzati nella formazione:

Creazione di un luogo sicuroIl problemaLa bassa autostima sembra essere molto diffusa e appare come il problema più complesso, che si trova in qualche modo silenziosamente al centro della maggior parte delle ragioni della violenza o delle sue conseguenze. La natura latente di bassa autostima in relazione alla violenza ha molto a che fare con il fatto che essa abbraccia un paesaggio cognitivo ed emotivo complesso il cui “centro” è difficile da individuare, soprattutto in considerazione del fatto che “ il nucleo” di bassa autostima è diverso da un individuo a un altro.Alcuni di questi giovani sembrano aver già vissuto episodi di aggressione domestica/abuso, che non hanno mai imparato ad affrontare, e che quindi persistono. Ogni nuovo atto di violenza ribadisce quindi la normalità di tali episodi e il ruolo.Mantenere il controllo della situazione aggressiva e mantenere la calma è una sfida, come lo è escogitare un modo per creare un rifugio mentale, uno spazio che permetta di riflettere su una situazione intensa come se dall’esterno per poi agire in maniera controllata.

L’attivitàUna tecnica che i formatori hanno esaminato a Sofia è quella del “Castello Magico”.

Eva, Letizia, Natalia e Gustavo sono stati invitati a pensare a un luogo sicuro in cui sono stati o dove vorrebbero essere per sentirsi al sicuro, protetti, amati e stimati.

Sono stati invitati a fare i seguenti esercizi: “Immagina questo posto come il tuo castello, immagina di vederlo e trovare qualcuno (reale dalla tua vita o di fantasia) che verrà a vivere con te in esso:l Chi potrebbe proteggerti / difenderti? “l “Chi potrebbe ammirarti? “l “Chi potrebbe amarti e soddisfare tutte le tue esigenze? “E’ stato poi chiesto loro di organizzare una parte della stanza come questo castello e di disegnarne i confini con una corda.Gabi Tarashoeva, che ha guidato l’attività, ha poi visitato ogni castello a turno. Ha assunto il ruolo di un giornalista, ponendo domande per aiutare il proprietario del castello a presentare se stesso e aumentare le fantasie e le immagini interiori. Le domande ruotavano intorno a come ognuno di loro si sentiva rispetto alla protezione e alla cura nel nuovo spazio disponibile.Poi Eva, Letizia, Natalia e Gustavo sono stati invitati a comunicare tra loro, sulla base della nuova esperienza di forza e autostima.L’atto finale è stato quello di interiorizzare questo luogo sicuro e di tornare alla realtà portando dentro di sé questo Castello Magico.

Uno Spazio per Parlare 20

Page 22: Magazine Issue 1 - Italian

Ulteriori informazioni su come affrontare ed evitare l’evasioneil problema

Scappare, chiudendo fuori il mondo o premendo un pulsante mentale “spento” è una risposta frequente dei giovani che affrontano l’aggressione e la violenza. L’evasione dalla realtà è un tema importante da affrontare all’interno del programma di formazione e la sua importanza deriva dal vederlo come una gruccia, che impedisce di vivere la vita pienamente, evitando lo scontro a tutti i costi. La sfida è quella di trovare uno strumento per i giovani che impedisca loro di scegliere il rifugio nel momento in cui la vita “si mette di mezzo”. La vita va vissuta e un primo passo è quello di sviluppare una strategia per affrontarla invece di ritirarsi.

I formatori hanno esaminato come i giovani possano sviluppare strumenti - apprendere che ci sono non solo persone forti e deboli, che ognuno di noi ha due parti: dare valore e mostrare le parti forti e non vergognarsi delle proprie parti deboli.

L’attività

Questo dimostra solo una parte di ciò che è stato fatto - alcuni esercizi fisici a confronto. Si vedranno altri aspetti di come i ragazzi esplorano l’evasione nei prossimi numeri di “ A Space to Speak Up” - Uno Spazio per Parlare.

I formatori si sono divisi in coppie circa della stessa altezza/peso. In piedi, faccia a faccia, e toccandosi solo con i palmi delle mani. Quando il leader del corso ha dato il segnale, ognuno ha iniziato a premere e spingere le mani del partner. Nessuno aveva il permesso di muovere le gambe. Il compito era quello di far spostare le gambe del partner senza spingere il compagno a terra.

Dopo questo gioco, i formatori hanno cambiato partner, ma ancora una volta con qualcuno di stazza simile. I due partner ora stavano in piedi di spalle l’uno all’altro e toccandosi la schiena. Al segnale dovevano spingere per far spostare il partner in avanti, senza mani, solo spingendo con la schiena e le gambe.

21 Uno Spazio per Parlare

Dopo ogni esercizio il gruppo si è distribuito in cerchio e i partecipanti hanno condiviso la loro esperienza e quello che hanno scoperto o appreso nei loro diversi ruoli.Questi esercizi hanno lo scopo di stimolare la discussione e dei cambiamenti nel comportamento.Quando si lavorerà con i giovani, il gruppo verrà separato in due sottogruppi:1. Mettiti nei panni di bambini fisicamente deboli, vittime2. Mettiti nei panni di bambini fisicamente forti e aggressivi Nei loro sottogruppi rifletteranno su:1. - “Qual è la loro forza non fisica? “ “ Come hanno potuto usarla”?2. - “Qual è la loro debolezza non dal punto di vista fisico?” “Cosa li fa avere paura”?Dopo le discussioni nei sottogruppi, ai giovani verrà chiesto di alzarsi in piedi uno di fronte all’altro e, usando il loro nuovo apprendimento, di impegnarsi in un confronto verbale. I sottogruppi si scambieranno poi di ruolo dopo essersi uniti per condividere e riflettere.

Page 23: Magazine Issue 1 - Italian

PassaparolaDire agli altri quello che facciamoUna parte fondamentale del progetto coinvolge anche i formatori che incoraggiano i giovani e i bambini a utilizzare tecniche artistiche e giornalistiche per esprimere i loro sentimenti e descrivere il proprio spazio. Ai formatori sono state presentate delle tecniche di reporting di comunità che guideranno gli studenti - e i formatori! E per presentare la loro storia a modo loro scegliendo tra scrittura, fotografia, video o audio.

Il lavoro svolto dai ragazzi sarà mostrato in queste pagine nei prossimi numeri. Parleranno di ciò che fanno e queste storie si troveranno in “Uno Spazio per Parlare”, nel sito web del progetto e sulle nostre pagine Facebook e Twitter.

Fateci sapere cosa pensate di quello che i nostri giovani stanno facendo - e se conoscete qualcosa di simile fatecelo sapere.

Blog : Associazione

di ecuadoriani che vivono in

Cantabria

Link a Isabel Canale YouTube http://www.youtube.com/user/ISABELPROJECT

Uno Spazio per Parlare 22

I giovani con difficoltà di

apprendimento diventano Reporters

comunitari

Page 24: Magazine Issue 1 - Italian

Sono nata in Olanda, ma vivo in Italia

dal 1985. Dopo i miei studi in Olanda per

diventare una logopedista, ho lavorato presso

la Scuola di Arte drammatica di Amsterdam

e Arnhem per alcuni anni, nella gestione di

seminari su ‘Formazione Voice’ .

In seguito, in cerca di avventura, ho lasciato

il mio paese nel 1984 con il mio ragazzo, il

mio cane e il mio camper. Il programma era

di viaggiare per un anno in giro per l’Europa,

facendo teatro di strada qua e là. Nei nostri

viaggi abbiamo incontrato una compagnia

teatrale italiana che faceva “teatro in piazza”

in giro per l’Italia e ci siamo uniti a loro.

Questo era il modo più affascinante di vedere

e conoscere l’Italia da nord a sud, con tutti

i suoi meravigliosi borghi e i paesini dove

recitavamo le nostre commedie .

L’esperienza si è conclusa nel 1985, ho

iniziato a lavorare con un lavoro stabile come

insegnante di canto presso il Teatro Centro

Universitario (CUT - Centro Universitario

Teatrale), un centro di corso di teatro , dove

nello stesso tempo ho studiato recitazione.

Ho anche iniziato a lavorare con un’altra

compagnia teatrale chiamata ‘Fonte

Maggiore’ e ho partecipato a molti spettacoli

teatrali e gestito laboratori espressivi per i

bambini nelle scuole.

Dopo questo periodo emozionante, creativo

ma molto impegnativo, le cose sono cambiate

quando ho dato alla luce mia figlia nel ‘94. Una

nuova avventura, molto bella e colorata, si è

avviata. Nel 1995 ho iniziato a lavorare con ‘

BorgoRete ‘ nel settore della salute mentale,

dove sto tuttora lavorando. Mi sono sposata,

trasferita in campagna dove vivo ancora oggi

con la mia famiglia, due gatti, alberi da frutta

e un orto.

I giochi si sono fermati ma l’insegnamento del

teatro sta proseguendo ... Infine quello che era

iniziato per durare un solo anno ..... tornare

alle mie radici un giorno? ...... Non si può mai

sapere!”

23 Uno Spazio per Parlare

Il mio nome è Sabine

Lavoro come formatore a BorgoRete (Italia)

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Cosa facciamo nel progettoFundacion INTRAS ha un duplice ruolo nel progetto TranSpace, in primo luogo funge da coordinatore per garantire il successo dell’attuazione del progetto, con un focus sul mantenere vivi i legami consortili, consentendo un reale sviluppo reciproco di attività e trasferimento di conoscenze, garantendo l’eccellenza nella qualità di tutte le fasi del progetto. Oltre al coordinamento del progetto, INTRAS prenderà parte attiva nello sviluppo e nell’applicazione della metodologia, assicurandosi che il progetto prenda vita in tutti i paesi partner, nonché a Valladolid (Spagna), dove un gruppo di 40 giovani che soffrono di problemi di salute mentale imparerà a proteggersi dalla violenza, acquisendo competenze tecniche e creative.Le comunità con le quali stiamo lavorandoCollaboriamo con organizzazioni nazionali e internazionali

locali che lavorano per migliorare la qualità della vita delle persone con problemi di salute mentale e lottano per la loro piena reintegrazione nella società. Fundacion INTRAS lavora con centri educativi e di formazione e con scuole, palestre e centri sportivi, organizzazioni culturali e associazioni, imprese sociali, centri professionali, centri di consulenza per l’occupazione e la formazione, aziende private, centri sanitari, associazioni familiari e altre fondazioni. Inoltre la Fondazione INTRAS collabora con la rete pubblica di salute mentale e collabora con l’ospedale di psichiatria di Zamora.

Uno Spazio per Parlare 24

Il nostro partner da Valladolid in SpagnaFundacion INTRAS è una organizzazione non-profit dedicata alla ricerca di alta qualità e di intervento nel campo della salute mentale. Si compone di otto centri di formazione in tre province della Spagna con oltre novanta dipendenti tra personale amministrativo, psichiatri, psicologi, assistenti ai bisogni speciali e professionisti nei settori della salute mentale e dell’educazione speciale. Il nostro personale altamente qualificato svolge attività di ricerca e formazione e fornisce pratica clinica. INTRAS pone un forte accento sulla formazione, lo sviluppo di tecniche didattiche innovative e la fornitura di servizi di supporto per i giovani che soffrono di problemi di salute mentale, disturbi comportamentali e difficoltà di apprendimento.

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25 Uno Spazio per Parlare

Calle 61 è un gruppo musicale composto da cinque pazienti dell’Ospedale Mental Health Service in Zamora, Castilla y León, Spagna. Ciò che è più singolare di questa band è che i membri condividono una caratteristica – hanno in comune problemi di salute mentale. I sei membri del gruppo: Toni, Emilio, Juan Luis, Philip, Mikel e Quique, hanno tutti una malattia mentale grave e prolungata. Supportato da Care Complex Dipartimento di Psichiatria presso la Fondazione INTRAS a Zamora e la gestione di servizi sociali Castiglia e León, il gruppo musicale è stato costituito con l’intento di essere uno strumento di riabilitazione.I professionisti della salute mentale presso l’ospedale hanno ritenuto che fossero necessari ulteriori programmi/attività creative e artistiche che agissero come strumenti riabilitativi e terapeutici per le persone con problemi di salute mentale. Incorporando l’amore per la musica dei soci all’interno del loro programma riabilitativo, gli individui sono stati autorizzati a partecipare attivamente e progettare la loro attività. L’équipe di supporto ha ritenuto che fosse indispensabile per il gruppo adattare il servizio alle loro esigenze, in quanto ciò promuove ed esprimere creatività, motivazione e ispirazione, che potrebbe creare inoltre un effetto a catena su vari ambiti della loro vita, compresa l’auto- autostima, il funzionamento cognitivo, la fiducia, le abilità sociali e di elaborazione creativa. Ancora più importante è che il gruppo ama fare musica e questo ha reso la loro musica un successo. I sei membri del gruppo hanno tutti ruoli

diversi ma ugualmente importanti. Toni e Juan Luis suonano la batteria, ma Toni è il cantante. Compito di Emilio è quello di fornire i cori e Filippo suona la chitarra. Mikel e Quique sono responsabili per il suono e la sicurezza.Calle 61 ha creato con successo un album intitolato “Hotel senza stelle” ( “Albergo Sin Estrellas”), che è composto da dieci tracce. Ogni brano è stato scritto e composto da sei membri . Calle 61 ha suonato in concerti locali a Castilla y León, dove l’album può essere acquistato da Fondazione INTRAS e nei negozi online di Buenacompra.Un sito web (http://calle61.intras.es), è stato progettato, che dispone di regolari aggiornamenti e notizie su Calle 61, informazioni, la storia del gruppo, brevi clip delle loro canzoni e il loro album.

Innovazione nella riabilitazione delle persone con malattie

mentali gravi attraverso la musica

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Nella seduta di oggi , abbiamo guardato un video che mostrava come appare il comportamento aggressivo verso gli altri.Il protagonista di questo video si chiama Fito; è una persona che tende a prendere in giro altri, spesso umiliandoli. Dopo aver guardato il video siamo giunti alla conclusione che Fito non è qualcuno a cui vogliamo somigliare.

Non vogliamo essere come FITO

Il suo comportamento lo ha portato a sentirsi solo e a non avere amici, la sua situazione familiare e il rapporto con i genitori è difficile e il suo futuro non sembra brillante, c’è un’alta possibilità che diventerà un criminale.Le frasi e le idee che ci piacevano e che attueremo da ora in poi sono le seguenti:‘Essere consapevoli ciò che abbiamo intorno, cooperiamo in modo da non avere più persone come Fito. Ma se non siamo in grado di gestire le cose da soli, chiediamo aiuto ai nostri genitori e insegnanti».Dobbiamo aiutare le persone come Fito. E ‘ importante non essere semplicemente uno spettatore in situazioni di bullismo. Fito ha bisogno di aiuto, ma anche le vittime di bullismo e molestie ne hanno bisogno.

‘Non essere uno spettatore passivo’

“Non saremo , sarete”

Uno Spazio per Parlare 26

Officina Giovani popoli in Spagna - il nostro primo giorno

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27 Uno Spazio per Parlare

Cartoni animati e fumetti possono aiutare i giovani a raccontare una storia. Inviateci i vostri!

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Uno Spazio per Parlare 28

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29 Uno Spazio per Parlare

Novembre 2013Lavorare con i giovani

per aiutarli a trovare i loro strumenti per la vita.

Sessioni iniziali iniziano in Spagna e Germania

Dicembre 2013 a aprile 2014Laboratori per i giovani che si svolgono in Austria, Bulgaria, Ungheria e ItaliaGiovani e bambini di ogni paese esplorano che cosa possono fare durante “Un giorno nella spazio”

Maggio 2014 -

Luglio 2014Imparare gli uni dagli

altri - visite di scambio

internazionali

Imparare dagli altri mentre partner e

giovani si scambiano visite e scambiano

buone pratiche

Altri giorni nello spazio

Luglio 2014 - Ottobre 2014

Imparare dagli altri e fare noi stessi

Partners e formatori che applicano metodi

ed esperienze di formazione di altri partner

per laboratori con i loro giovani

Laboratori creativi per i giovani, per

incoraggiarli ad esprimere il loro senso dello

spazio

Mostra d’arte per i giovani nel progetto in

ogni paese saranno ospitate sul sito web

Transpace e presenti in “A Space to Speak

Up” (Uno spazio per parlare).

Ottobre 2014Conferenza finale del progetto si svolge nel

Regno UnitoI partner presenteranno i risultati del

progetto agli stakeholder. L’obiettivo

è di fornire alle organizzazioni

interessate esperienze e condividere

pratiche che si possono applicare e

sviluppare altrove, anche con i loro

partecipanti e studenti.

Gennaio 2014I partner si incontrano in Frechen, Germania, per valutare i progressi, riflettendo sulle loro esperienze, mentre si preparano le future attività

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