m03 - magazine per il destination marketing

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Magazine per il Destination Marketing in Alto Adige luglio / agosto / settembre 2011 03 In caso di mancato recapito restituire al CPO di Bolzano – Poste Italiane S.P.A. – Spedizione in A.B. – 70% NE/BZ, Tassa Pagata/Taxe Perçue con tutti i sensi Il marketing multisensoriale come strumento per una percezione più forte

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alto adige, marketing, destinazione

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Magazine per il Destination Marketing in Alto Adigelugl io  /  agosto  /  s et tembre   20 1 103

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con tutti i sensiIl marketing multisensoriale come strumento per una percezione più forte

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varietà principali di mele vengono coltivate in Alto Adige

da 8.000 frutticoltori su 18.400 ettari di terreno

» LamelaèconsiderataILfruttomultisensoriale, ingradodiattivaretuttii5sensi

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Una questione di percezione“L'omelette di sua nonna probabilmente le piaceva più della poesia da imparare a scuola, e basta questo per far sì che lei la ricordi meglio”, afferma il neuroricer-catore tedesco Manfred Spitzer nell'intervista rilasciata a M. Basta questa afferma-zione per capire quali siano le potenzialità del marketing multisensoriale. Una cosa infatti è certa: il marketing vincente non è quello che punta alla verità assolu-ta, ma all'effettiva percezione delle cose. Da parte di tutti i sensi.

“Indicami e io guarderò, raccontami e io ascolterò, lasciami provare... e ti crede-rò!”. Non è solo la comunicazione ad aver scoperto come rivolgersi ai cinque sensi. Anche nello sviluppo di un prodotto la multisensorialità sta assumendo un ruolo sempre più importante. E il fatto che anche in Alto Adige esistano già delle realtà multisensoriali testimonia la sensibilità e la lungimiranza di alcuni imprenditori, che possono fungere da esempio per altre iniziative simili nella nostra provincia.

Viviamo in tempi in cui gli oggetti vengono caricati di significati. Ma questi signifi-cati devono essere percepibili con tutti i sensi, affinché possa nascere la sensazio-ne di desiderio e di utilità. Se in Alto Adige faremo attenzione a questo, allora po-tremo diventare un posto ricco di significati. E perché no: il posto in cui vivere più desiderato d'Europa.

Christoph Engl, direttore di SMG

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EDITORIAL

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TIS innovation parkVia Siemens 19 | 39100 Bolzano T +39 0471 068301 | F +39 0471 [email protected] | www.tis.bz.it

Iscrizione online: www.tis.bz.it

22.07.2011

TechnologyDay

Energia del futuro

Abteilung 34 - Innovation, Forschung,Entwicklung und Genossenschaft

Ripartizione 34 - Innovazione, Ricerca,Sviluppo e Cooperative

AZ_210x280mm.indd 2 31/05/11 14.32

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BLS – Business Location Alto Adige Spa, Passaggio Duomo 15, 39100 Bolzano EOS – Organizzazione Export Alto Adige, via Alto Adige 60, 39100 Bolzano SMG – Alto Adige Marketing Scpa, piazza della Parrocchia 11, 39100 Bolzano TIS – innovation park, via Siemens 19, 39100 Bolzano

Direttore responsabile: Reinhold Marsoner | Caporedattore: Martin Bertagnolli | Redazione: gabriele Crepaz, Maria C. De Paoli, Philipp gonzales, Bettina König, Jasmin Mathà, Eva Pichler, Barbara Prugger, Cäcilia seehauser | Coordinamento: Ruth torggler | Traduzioni: Paolo Florio | Layout: Lukas Nagler Design Consult: Arne Kluge | Fotografie: oskar Da Riz, Alex Filz, Max Lautenschläger, photo kuadrat, Helmuth Rier, Daniel Werner | Prestampa: typoplus, via Bolzano 57, 39057 Frangarto | Stampa: Karo Druck, Pillhof 25, 39057 Frangarto Per non ricevere più questa rivista è sufficiente inviare una e-mail con il proprio indirizzo a [email protected] presso il tribunale di Bolzano n. 7/2005 del 9 maggio 2005

Sommario

COPertINA: La multisensorialità

8 Che sapore ha la fortuna? Che odore ha la tensione?Emozioni come strumento per catturare l'attenzione del consumatore.

13 Le emozioni rafforzano la memoriail neuroricercatore Manfred spitzer: il marketing mo-derno può imparare molto dalla ricerca sul cervello.

14 Il cervello umano e la percezione Ecco quanta parte di cervello serve alla vista e quanta per gli altri sensi.

15 Il risveglio dei sensiPanoramica delle aziende altoatesine che hanno già scoperto la multisensorialità

16 Il marchio e la luna il pubblicitario Hanno Mayr spiega la necessità di una comunicazione globale.

18 Vietato a chi soffre di vertiginisuedtirol.info si avvale di nuovi video girati ad alta quota per regalare momenti di grande emozione.

20 T-Shirt profumateEcco come le grandi aziende interpretano il concetto di multisensorialità.

22 "La Val Pusteria? Oh sì, ci siamo stati"Florian Kronbichler e la multisensorialità: la componente femminile di Bacco.

mArKetING

23 Cibi & colori, ricetta vincentePerché le caramelle al lampone devono essere rosse e come il colore influenza il consumatore.

26 Da Postal in tutto il mondo La trentennale storia di successo dell'azienda altoatesina Dr. schär.

28 Primo obiettivo: vendere Vi spieghiamo perché le iniziative promozionali dei prodotti dell'Alto Adige funzionano.

32 Finzione versus visione Martello 2020: il paese è in affitto a Bollywood. ovvero: Alto Adige e promozione cinematografica.

eVeNtI

34 IMS, quo vadis?L'international Mountain summit punta a diven-tare l'appuntamento clou della montagna.

Rubriche

6 mailbox 7 made in alto adige30 menti 37 nell'occhio dei media38 mercato

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(jm)

Fino al 2 settembre sull'Alpe di Siusi bambini e genitori potran-no andare alla scoperta dei masi contadini e dei loro abitanti

L'UnIvERSO In FATTORIAAndando di maso in maso

SvILUPPO DI PRODOTTO. I turisti scelgo-no dove passare le vacanze in base a pre-ferenze ed esigenze. È quindi importante che le offerte e i prodotti siano adeguati all'immagine dell'area vacanze. “Il pae-saggio dell'Alpe di Siusi, dall'aspetto for-temente rurale, è una arena a cielo aperto per vacanzieri attivi, e in particolare per

famiglie con bambini”, dice Hubert Unterweger, diretto-re del consorzio turistico Alpe di Siusi Marketing. Se-condo Unterweger il pac-chetto vacanza “Universo in fattoria”, disponibile dal 4 luglio al 2 settembre 2011, si adatta alla perfezione al tar-get dell'Alpe di Siusi: bambi-ni e genitori vanno di maso in maso a scoprire la fattoria e tutto l'universo che gravita attorno. Gli ospiti conosce-ranno mucche e cavalli ma

anche il mondo delle erbe aromatiche, vedranno come il grano diventa farina e impareranno tante cose sulla cultura contadina. www.alpedisiusi.net

DOLOMITES TRAnSFERViaggiare con aereo e pullman

DESTInAzIOnE. Come da consuetudi-ne degli ultimi anni, anche nell'estate 2011 sarà proposto il servizio navetta di andata e ritorno tra l'Alto Adige e gli ae-roporti più vicini. La prima linea colle-ga Bergamo e Verona via Bolzano con la

IL PORTALE DEL MARChIOLa via più veloce verso il marchio

MARkETInG di destinazione e di prodot-to. “ll nuovo portale del Marchio Om-brello Alto Adige permette al richieden-te di trovare subito quello che cerca, ov-vero il marchio di sua competenza”, spiega Hansi Felder, presidente del gruppo ristretto del Marchio Ombrello Alto Adige.A 5 anni dalla creazione, il sito provinciale www.provincia.bz.it/marchio-ombrello è stato adesso rinnovato con l'obiettivo di farlo diventare un por-tale di servizio piuttosto che di sola informazione.

“Nei primi anni il sito aveva anche lo scopo di fornire informazioni sul Marchio Ombrello, adesso invece puntiamo all'usabilità”. Dalla homepage del sito si accede tramite link al Marchio Om-brello e all'emblema di ubicazione “Im-presa dell'Alto Adige”. I marchi del set-tore alimentare – ovvero quelli riservati ai prodotti IGP, ai prodotti di qualità ed ai vini altoatesini – vengono rilasciati dai rispettivi consorzi o dagli uffici pro-vinciali.Attualmente si contano circa 2500 utiliz-zatori registrati dei diversi marchi, rila-sciati a prodotti e servizi tipici dell'Alto Adige oppure a garanzia di provenienza e particolare qualità. www.provincia.bz.it/marchioombrello

Val Gardena (da giugno a settembre) o con Merano (in ottobre). La linea 2 parte da Innsbruck e arriva in Val Gardena via Bressanone; previsto anche un collega-mento con la Val Pusteria. La corsa sem-plice costa 25 euro, andata e ritorno vengono offerti a 39 euro. Per avere altre informazioni su questo servizio soste-nuto dalla Camera di commercio di Bol-zano e da Alto Adige Marketing (SMG), inviate una e-mail a [email protected]

TEChnOLOGy DAy 2011L'energia del futuro

InnOvAzIOnE. Nuove tecnologie per la produzione di energia, efficienza ener-getica e recupero di energia sono solo alcuni degli argomenti che saranno trat-tati durante il Technology Day del 22 lu-glio, quest'anno intitolato “Energia del futuro” e dedicato alle energie rinnova-bili. Il programma prevede in mattinata relazioni di esperti e nel pomeriggio se-minari di approfondimento e workshop. Sempre nel pomeriggio si svolgerà un enertour energetico con visita guidata all'impianto fotovoltaico multitecnolo-gico dell'aeroporto di Bolzano e al siste-ma energetico adottato dalla nuova sede aziendale della Salewa.Il TechnologyDay 2011 si svolgerà il 22 luglio a partire dalle ore 8.30 presso il TIS innovation park. Programma e iscri-zioni sul sito www.tis.bz.it

Fino al 2 settembre sull'Alpe di Siusi bambini e genitori potran-no andare alla scoperta dei masi contadini e dei loro abitanti

MAILBOX

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MADE IN ALTO ADIGE

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creare una varietà di colori, di intensità e di distri-buzione della luce in armonia con le varie zone della piazza. Questa soluzione semplice e pratica, sia sot-to il profilo formale che tecnico, dà vita ad una serie di scenari luminosi che l’architetto Mahlknecht, gra-zie alle lampade FA di ewo, assembla in maniera ar-moniosa. L'azienda altoatesina ewo sviluppa e pro-duce dal 1996 sistemi luminosi di alta qualità ed effi-cienza energetica per spazi pubblici, ed elabora soluzioni di illuminazione globali e sostenibili.www.ewo.com

Committente . . . . . . . . . . . . . . . . . . Comune di CastelrottoArchitetto . . . . . . . . . . . . . . . Hannes Mahlknecht, ortiseiIlluminazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ewo, Cortaccia Realizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . agosto 2010

nell'ambito della riqualificazione della piazza prin-cipale di Castelrotto, l'architetto Hannes Mahlk-necht è riuscito a rimodellare anche la notte avva-lendosi della luce. il progetto si basa su un sistema di illuminazione progettato da ewo: le lampade sono composte da diversi corpi illuminanti che riescono a

Opera: Piazza Kraus a CastelrottoL A S C h E D A

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COPERTINA: Multisensorialità|Contuttiisensi

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in un mondo in cui il classico modo di fare pubblicitàsembra ormai giunto al capolinea, ecco che le emozioni diventanola chiave di volta per attirare l'attenzione del consumatore.

ChE SAPORE hA LA FORTUnA? ChE ODORE hA LA TEnSIOnE?

Testi: Maria Cristina De Paoli Illustrazioni: Veronique Stohrer

Il gusto vaniglia piace a tutti. “Ov-vio, visto che il latte materno – ma anche il latte artificiale – odo-ra di vaniglia”, afferma la ricerca-trice di odori norvegese Sissel

Toolas. Ma non c'è bisogno di andare così indietro nella nostra vita per trovare profumi, rumori, immagini e aromi che risvegliano in noi associazioni immedia-te: l'inconfondibile odore dell'asfalto rovente dopo un breve temporale estivo, il suono festoso delle campane a Pasqua, la prima cucchiaiata di polenta rubata dal pesante tegame in ferro della nonna ma anche la colonna sonora di un film, i granelli di sabbia che scivolano tra le mani, la biancheria fresca di bucato messa a stendere al sole....

Dopo il recente restyling grafico, “Io Donna” - la rivista femminile del Corrie-

re della Sera - propone ogni settimana un ritratto degli autori dei testi e delle foto. Nella loro breve autopresentazio-ne, questi noti giornalisti e fotografi de-vono anche descrivere un profumo o un odore che risveglia in loro emozioni par-ticolari. Ed è sempre sorprendente con-statare quante cose rimangano “impres-se” nel naso delle più diverse persone: il muschio d'Irlanda, un campo di narcisi in fiore, gli alberi di eucalipto australia-ni, la fresca brezza dell'oceano.

Ma non è solo la stampa rosa ad occu-parsi sempre più di esperienze sensoria-li nel tentativo di avvicinarsi quanto più possibile ai propri lettori. In un mercato in cui il classico modo di fare pubblicità sembra ormai giunto al capolinea, in cui prodotti e servizi non sono solo imme-diatamente comparabili ma sono

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nibilità è molto importante”, spiega Lindner. Da qui l'idea di cercare vicino a casa le essenze da utilizzare per il profu-mo Swissôtel, che nei vari alberghi sparsi per il mondo viene messo in circolazione tramite gli impianti di areazione. La fra-granza viene utilizzata anche per le can-dele profumate che vengono regalate come gadget oppure vendute nello shop on line, e funge da base per i cosiddetti guest amenities da bagno come sapone, gel doccia, shampoo, balsamo e lozione per il corpo.

“Si dice che, a distanza di un anno, un odore venga ricordato nel 65% dei casi”, afferma Lilian Roten, Vice President Operations di Swissôtel Hotels & Resorts.

“Tramite l'olfatto quindi offriamo ai no-stri ospiti un elemento di riconoscibilità, che funge anche da filo conduttore della nostra azienda”.

Marketing multisensoriale

Il “filo diretto” che corre tra la percezio-ne sensoriale e il cervello è stato descrit-to dallo scrittore Patrick Süskind nel suo best seller mondiale “Il profumo”, un vero e proprio trattato sulla potenza de-gli odori.

Come sia possibile scatenare precise

reazioni con determinati stimoli, ce lo spiega – dal punto di vista medico – il neu-roricercatore tedesco Manfred Spitzer (vedi intervista a pagina 13): “Ogni perso-na ha un cervello adeguato alle proprie esperienze e reagisce in maniera indivi-duale agli stimoli. Quanto più un'azienda riesce ad avvicinarsi a valori, desideri, azioni e rapporti interiorizzati dei propri clienti, tanto più questi reagiranno allo stimolo”. Ecco al riguardo un episodio significativo: nel reparto vini di un nego-zio sono stati messi in sottofondo dappri-ma una musica popolare tedesca e suc-cessivamente dei brani musicali francesi. Risultato? Nella seconda situazione la vendita di vini francesi è aumentata in maniera esponenziale.

Manfred Spitzer sa però anche che il cervello umano lavora in rete, e che le persone quindi sono raggiungibili attra-verso diversi sensi e canali. “Se un'azienda riesce ad attivare contem-poraneamente più aree cerebrali attra-verso più sensi, ha enormi possibilità di successo presso i propri clienti”.

Su queste conoscenze si basa proprio il cosiddetto marketing multisensoriale, che sta diventando la nuova strada mae-stra verso il consumatore. “Basta connet-tere due canali sensoriali ed ecco che

persino intercambiabili, le emozioni sono diventate la chiave di volta per atti-rare l'attenzione del consumatore. La qualcosa non significa che le tradiziona-li forme di pubblicità non servano più a nulla, ma semplicemente che la gamma delle iniziative di marketing è diventata ancora più ampia. Ecco allora che agli slogan d'effetto, alle confezioni lucci-canti ed al design accattivante oggi si accompagnano superfici dalle trame ac-centuate, suoni particolari e ammiccan-ti note profumate.

Corporate Identity per il naso

Si chiama “Swissôtel Scent”, ed è il pro-fumo con il quale da anni la catena in-ternazionale di alberghi con radici sviz-zere crea la propria Corporate Identity per il naso. I componenti principali di questa particolare fragranza sono l'abete di Douglas, la cedronella, la sal-via sclarea e la lavanda.

“Il nostro profumo si ispira allo slo-gan dell'azienda: A Passion for Perfec-tion”, dice Eva-Maria Lindner, Senior Manager Communication di Swissôtel. La fragranza è il frutto di una cooperazio-ne della catena alberghiera con un grup-po di contadini svizzeri: “Per noi la soste-

COPERTINA: Multisensorialità|Contuttiisensi

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comunicazione sia enormemente au-mentato. Insomma adesso in teoria è possibile stabilire con precisione se un jingle o un nuovo sound logo musicale riescono a comunicare i contenuti voluti. Klepper non ha dubbi: “Il futuro appar-tiene al Corporate Senses”.

A proposito di sound: il cosiddetto audio branding non è certo una novità, però è uno strumento quanto mai attua-le, tant'è che nella sterminata marea di informazioni sta sempre più afferman-dosi come un elemento fondamentale della Corporate Identity. Un'ottima op-portunità insomma per farsi sentire su un mercato ormai saturo, come confer-ma l'istituto per il marketing multisen-soriale.

E come spesso capita, anche stavol-ta la Apple può essere citata come esem-pio vincente. Chi possiede un iPhone lo riconoscerebbe tra mille, quel tipico suono da sms che i geni di Cupertino hanno voluto “infilare” nel loro smart-phone di successo. Quando il messaggi-no è partito, la tonalità avvisa il mitten-te. “Aspetto sempre che suoni, spesso senza rendermene conto”, confessa la proprietaria di un iPhone, che ha subito familiarizzato con la tonalità e non ne potrebbe più fare a meno.

l'attività delle cellule nervose viene decu-plicata”, si può leggere sul sito dell'Istituto per il marketing multisen-soriale Multisense.

“Che sapore ha la fortuna, qual è l'odore della competenza, che suono ha la perseveranza?” Tutte queste doman-de sono state poste a metà settembre scorso da Karsten Klepper, ad dell'Istitu-to Corporate Senses di Monaco, ai parte-cipanti al primo Multisense Forum di Essen. L'istituto bavarese ha sviluppato un procedimento per stabilire quali as-sociazioni scatenano nelle persone odo-ri, colori e sapori. Quello che a prima vi-sta sembra un concetto astratto, è invece relativamente chiaro: “Semplificando al massimo – spiega Karsten Klepper – si sa che il blu in linea di massima ha un effet-to freddo, serio, tecnico e razionale, mentre il rosso è associato alla passione ed al temperamento. Queste impressio-ni peraltro non ci arrivano dalla ricerca, ma da noi stessi che ogni giorno ci con-frontiamo con l'effetto dei colori”.

Le cose non cambiano parlando di odori e rumori. “È possibile anche sco-prire a quali odori e rumori sono collega-te determinate associazioni”. Queste conoscenze dettagliate hanno fatto sì che l'impiego di stimoli sensoriali nella

Il web sensoriale

Un'ulteriore conferma che il marketing multisensoriale sia sempre più in sinto-nia con il nuovo mondo digitale, e che i sensi possano essere utilizzati anche on line, arriva dal danese Martin Lin-dström – consulente del marchio e au-tore di best seller (Brad Sense) – in un'intervista con Multisense. “Prendia-mo ad esempio eBay. Io partecipo a un'asta e vinco: bello, certo, ma non c'è neanche uno straccio di musica per fe-steggiare la mia vincita. E sì che sono molto emozionato per l'impresa: in fin dei conti sono appena riuscito ad acqui-stare un paio di sci a metà prezzo. Per-ché non coronare questo momento di gioia?”

Stessa cosa da Amazon. “Compro un libro, immetto il mio numero di carta di credito ma non c'è nessuna voce che mi dica tramite l'altoparlante che il paga-mento è andato a buon fine. Perché? Ep-pure una cosa così semplice avrebbe un grande significato”. Lindström si chiede anche come risvegliare impressioni ed emozioni tramite un sito web, e far sì che questo diventi piacevole da visitare.

“Quando incontro un sito totalmente ste-rile e inespressivo, questa pessima

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impressione si trasferisce anche sul prodotto”.“

Già dieci anni fa le aziende statuni-tensi DigiScents e Aroma Jet si sono gettate sul proficuo mercato della tecnologia digitale degli odori, susci-tando scalpore. L'idea delle due azien-de a stelle e strisce era quella di svilup-pare dei generatori di odori da applica-re ai computer, dotati di varie essenze di base da miscelare per creare le più sva-riate sfumature: dall'alito nauseabon-do di un drago che sputa fuoco alla puz-za di uno pneumatico surriscaldato, fino ad arrivare all'odore di polvere da sparo di un proiettile appena esploso. E colossi del calibro di Procter & Gamble e Nestlé, per i quali il mondo degli odori è decisamente importante, hanno inve-stito in aziende come DigiScents e Aro-ma Jet.

La fidelizzazione del cliente si avvale della percezione visiva ed uditiva,

dell'olfatto ed il gusto ma anche del tatto. “Il mio senso favorito”, dice Martin Lind-ström. Per il quale una stretta di mano rivelerebbe molto di più di una persona che non il suo aspetto o il suo comporta-mento. “L'importanza del senso tattile è enorme. Ecco perché anche il mio bigli-etto di visita ha una trama che provoca delle sensazioni”, rivela il famoso consu-lente del marchio. La gran parte dei big-lietti da visita non ce l'hanno, perché è una procedura complicata e costosa. “E così facendo si sprecano delle incredibi-li potenzialità”.

Toccare per credere

“Poiché il cervello umano conosce per es-perienza le sensazioni aptiche, la comu-nicazione aptica non deve sempre pro-porre qualcosa di effettivamente tangi-bile”, scrive Multisense. Spesso infatti basterebbe semplicemente far ricordare

com'è qualcosa al tatto. Le aziende che puntano sul marketing multisensoriale dovrebbero quindi occuparsi di quello che il cliente conosce già e quali asso-ciazioni risvegliano in lui determinate cose, invece di lanciagli nuovi stimoli.

In poche parole: la pubblicità sarà tanto più efficace quanto più un mar-chio sarà associato ai ricordi ed alle co-noscenze dei destinatari, radicandosi stabilmente nel cervello del cliente.

“Oggi però il consumatore è anche sma-liziato e si aspetta un valore aggiunto effettivo ed una grande dose di credibi-lità”, ha sentenziato Uli Mayer-Johann-sen di MetaDesign durante il Multisen-se Forum di Essen: “Il cliente vuole es-sere convinto non solo dal punto di vista emotivo ma anche da quello razio-nale. Rispettare questi due aspetti si-gnifica aver creato una comunicazione totale, convincente e in grado di coin-volgere tutti i sensi”.

COPERTINA: Multisensorialità|Contuttiisensi

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Le emozioni rafforzano la memoria. il marketing moderno può imparare molto dalla ricerca sul cervello. Perché, come afferma lo psichiatra e neuroricercatore tedesco Manfred spitzer, “chi si conosce meglio, può utilizzare al meglio le proprie conoscenze”.

manfred spitzer

Manfred Spitzer, classe 1958, è uno dei più noti neuroricercatori tedeschi. Spit-zer ha studiato medicina, psicologia e fi-losofia all'università di Friburgo, dove ha anche ottenuto la specializzazione in psichiatria. Dal 1990 al 1997 è stato pri-mario alla clinica psichiatrica universi-taria di Heidelberg e professore ospite all'università di Harvard. Manfred Spit-zer è dal 1997 titolare della cattedra di psichiatria all'ateneo di Ulm, città nella quale dal 1998 è anche a capo della clini-ca psichiatrica universitaria.

Dove e come vengono immagazzinate nel nostro cervello tutte le esperienze ed emozioni che viviamo attraverso i nostri sensi?A differenza del computer, in cui i dati vengono elaborati e memorizzati separa-tamente, il cervello elabora e immagaz-zina le informazioni tramite un unico processo. I dati viaggiano attraverso le si-napsi tra le cellule nervose del cervello, dove vengono elaborati influenzando in tal modo anche la forza delle sinapsi. E proprio questa modifica della potenza delle sinapsi, chiamata anche neuropla-sticità, è alla base dei processi di appren-

Personalmente non ricordo neanche una delle poesie imparate alle elementari. Però sono in grado di ricordare il sapore che avevano le omelette che faceva mia nonna. Ciò significa che le esperienze sen-soriali si radicano più profondamente nel-la memoria rispetto alle conoscenze che acquisiamo consapevolmente?La permanenza di un'informazione nel-la memoria dipende dalla cosiddetta elaborazione profonda e dalle emozio-ni che vi si accompagnano. L'omelette di sua nonna probabilmente le piaceva più della poesia da imparare a scuola, e basta questo per far sì che lei la ricordi meglio.

Cosa può imparare il marketing dalla ricer-ca sul cervello?A mio parere molto. Oggi la neuroricerca non è altro che autocoscienza nel mi-glior senso della parola. Chi si conosce meglio ha un miglior controllo di se stesso e può utilizzare le proprie cono-scenze per raggiungere determinati obiettivi.

Il consumatore è destinato a subire il mar-keting multisensoriale oppure possiede dei meccanismi che gli consentono di di-fendersi?Anche qui vale quanto ho appena detto. Chi conosce i processi inconsci che ri-guardano la percezione, l'esperienza, il pensiero e le azioni, non li subirà passi-vamente ma anzi li affronterà in manie-ra attiva. È già stato scientificamente provato che, tramite la consapevolezza dei processi inconsci, è possibile con-trastare l'automaticità della loro azione. Pertanto un consumatore che sia “illu-minato” in questo senso può – ma non necessariamente – lasciarsi andare al marketing multisensoriale.

dimento. Queste modifiche, dipendenti dall'uso, riguardano un milione di mi-liardi di sinapsi, si riscontrano nelle tracce di memoria e provocano una me-morizzazione duratura delle esperienze. A seconda delle esperienze, poi, entrano in gioco parti differenti del cervello. In generale si può comunque affermare che questi processi si svolgono in tutto il cervello.

I sensi sono tutti uguali o esiste una scala di valori? Il nostro cervello memorizza più a lungo immagini, rumori, odori o aromi rispetto a qualcosa che percepiamo con il tatto?Difficile stilare una gra-duatoria dei sensi. Innan-zitutto bisognerebbe chia-rire secondo quale criterio dovrebbero essere ordina-ti: la loro velocità, la quan-tità di informazioni, la loro importanza? Ma anche se stabilis-simo dei criteri sarebbe problematico fare una classifica, perché i sensi si bi-lanciano reciprocamente e di fatto non lavorano mai solo per se stessi. Tuttavia, se consideriamo le singole modalità sensoriali tra le più svariate zone del viso, possiamo trovare una risposta alla domanda. Infatti, misurando la percen-tuale di cervello responsabile di ogni modalità sensoriale, risulta che la vista è il più importante senso dell'uomo in quanto un terzo del cervello è addetto all'elaborazione di informazioni visive. E poiché un altro terzo si occupa della motricità, ecco che per tutti gli altri sen-si rimane a disposizione l'ultimo terzo di cervello. Considerando la funzione sociale e la comunicazione, l'udito è forse più importante della vista: le per-sone audiolese infatti sono maggior-mente svantaggiate in questi contesti rispetto ai ciechi. Quando si tratta di giudicare invece, il ruolo più importan-te ce l'hanno l'olfatto ed il gusto, in quanto sono questi sensi a decidere quale cibo fa bene e quale è nocivo.

“Oggi la ricerca sul cervello non è altro che la ricerca di noi stessi”.

"Ogni uomo me-morizza le pro-prie esperienze con l'aiuto di un milione di miliar-di di sinapsi". (mdp)

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COPERTINA: Multisensorialità|Intervista

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Il cervello umano e la percezione

Un terzo del cervello serve per vedere Dopo aver misurato con quali percentuali il nostro cervello si occupa di vista, udito, olfatto, gusto e tatto, è emerso che il senso più importante per l'uomo è la vista. “un terzo del cervello si occupa dell'elaborazione di informazioni visive, un altro terzo è addetto alla motricità e pertanto il rimanente terzo è impegnato con tutti gli

altri sensi”, afferma il neuroricercatore Manfred spitzer. secondo il professore comunque, dal punto di vista della funzione sociale e della comunicazione l'udito è probabilmente più importante della vista. Nella fisiologia dei sensi, i 5 sensi vengono definiti modalità sensoriali. A decretare l'utilizzo di una determinata modalità, secondo quanto afferma la legge sulle specifiche energie sensoriali formulata da Johannes Müller, non è tanto lo stimolo quanto piuttosto l'organo sensoriale con cui esso viene percepito.

COPERTINA: Multisensorialità|Infografica

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dice Mayr, che aggiunge: “In questo modo la percezione del colore del vino passa in primo piano”. La famiglia di vignaioli ha voluto però anche offrire agli ospiti l'opportunità di osservare la produzione. “Su una parete del locale è possibile proiettare colori in movimen-to, che daranno agli ospiti la sensazione ottica di trovarsi in mezzo ad un vigneto o giù in cantina”.

Attraverso una vetrata scorrevole il locale si apre all'esterno, facendo sì che il “fuori” si avvicini al “dentro”: “Qual-che volta si è seduti dentro esternamen-te, altre volte fuori internamente”. Per la parte edonistica del progetto, ovvero per i momenti in cui conta solo il piacere del

vino, i due architetti hanno ideato delle lampade particolari, che avvolgono il lo-cale in una luce dorata creando una sorta di atmosfera da lume di candela.

Luci ed emozioni

“Prendiamo il Balneum di Vipiteno”, esordisce Walter Amort, patron dell'omonima azienda di illuminazione di Bressanone. “Per la zona wellness ab-biamo scelto toni di luce caldi, che ampli-ficano la drammaturgia dell'architettura al pari dell'effetto relax”. Per l'ingresso e la zona spogliatoi invece è stata utiliz-zata un'illuminazione molto più chiara e diffusa.

IMMAGInI FORTI e slogan ficcanti – ma non solo. Per attirare l'attenzione il com-mercio si avvale sempre più spesso di profumi inebrianti e sonorità ammic-canti, calde tonalità di luce e trame intri-ganti. Attraverso i cinque sensi la comu-nicazione moderna punta direttamente al cervello dei consumatori. Il marketing è diventato multisensoriale. Un fenome-no che però si riscontra anche nello svi-luppo di prodotto e nell'architettura, come dimostrano alcuni esempi made in Alto Adige.

Una complessa atmosfera

“Il tema della multisensorialità ha un ruolo decisivo in ogni mio progetto”, dice Lukas Mayr. Nel 2010 l'architetto pusterese, assieme all'amico e collega bolzanino Theodor Gallmetzer, ha pro-gettato un nuovo “spazio enologico” per l'azienda vitivinicola Kobler di Magrè.

“Nel caso specifico si tratta di creare un ambiente che contempla più scenari allo stesso tempo, e in cui i sensi do-vranno essere stimolati in maniera mi-rata”. Il nuovo spazio, che si incastra nell'edificio esistente come una sorta di cofanetto, è destinato ad ospitare degu-stazioni tecniche “e per questo il locale è stato arredato in maniera severa e bianca, quasi come un laboratorio”,

Il risveglio dei sensi. Anche lo sviluppo di prodotto, dopo la comunicazione, ha scoperto l'importanza dei sensi. E così pure in Alto Adige la multisensorialità sta assumendo un ruolo sem-pre più importante, soprattutto per le aziende con prodotti emozionali.

Per aumentare la percezione e far risaltare i colori del vino, i locali destinati alla degustazioni sono stati privati di colore: l'ambiente si presenta totalmente bianco

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h a n n O M ay R . C O M M u n I C a T I O n : E L E M E n T I a P T I C I P E R I V I n I D E L L ' a LT O a D I G E

SULLO SFOnDO bianco e opaco, il di-segno in verde e grigio della foglia di vite si riconosce anche senza guardarlo: le venature e i bordi infatti si sentono al tatto. stessa cosa per la sobria scritta. La nuova brochure di Vini Alto Adige – lo stesso design impreziosirà anche gli altri strumenti pubblicitari – punta su una nuova e particolare tecnica aptica.

“il messaggio è chiaro: l'Alto Adige è un territorio naturale”, dice Hanno Mayr, capo dell'omonima agenzia di comunica-zione che ha sviluppato il concetto su in-carico dell'Eos. “E questo messaggio deve passare non solo attraverso lo sguardo, ma si deve anche sentire quan-do si prende in mano l'opuscolo”. Da qui la scelta per la copertina di una carta dall'effetto naturale ad alta grammatura:

“una copertina plastificata avrebbe rovi-nato tutto”, commenta Mayr. il quale co-munque, malgrado questi riferimenti alla natura, non ha saputo rinunciare ad alcu-ni “special effects”. Le venature e i bordi della foglia, al pari di alcune parti della scritta, si differenziano dal resto per la loro plasticità e per il colore. E anche perché luccicano. È pressoché impossibi-le resistere alla trama, la mano va quasi senza volerlo ad accarezzare la copertina. Mayr parla di “sensazione aptica”.

“L'idea ci ha subito convinto”, conferma thomas Augschöll di Eos. E Hanno Mayr aggiunge: “in Alto Adige la multisenso-rialità è pressoché sconosciuta, esistono tuttavia alcuni clienti che hanno matura-to una spiccata sensibilità in merito”. già anni fa Mayr ha utilizzato, per una cam-pagna del gruppo Leitner di Vipiteno, carta riciclata opaca e applicato lacca sul-le immagini, facendole sembrare delle

“vere” foto incollate. “All'epoca un simile procedimento – ricorda Mayr – era ancora molto impe-gnativo. oggi abbiamo ben altre poten-zialità tecnologiche”. Le quali, peraltro, non devono dare luogo a sconsiderate fughe in avanti nel mondo dei sensi. Non importa che si tratti di una musica di sottofondo o della musica d'attesa al telefono, di pubblicità su carta o di uno spot radiofonico, di un logo o dell'arreda-mento di un ingresso: un marchio ha successo solo quando è rintracciabile in tutti i suoi elementi. “ovvero – chiosa Mayr – quando il marchio è coerente in tutto, dal biglietto da visita all'architet-tura passando per la pubblicità. Le azioni singole sono come un fuoco di paglia. Chi invece segue una linea coerente di-venterà come la luna, che sorge e tra-monta giorno dopo giorno”.

D'altronde ormai da tempo l'illumina-zione non significa più appoggiare o appendere qualche lampada dove capi-ta. “Le fonti di luce sono sempre più destinate a stare sullo sfondo. Solo così si riesce ad influenzare l'inconscio umano e canalizzare l'attenzione”. Oggi la tecnica offre svariate opportunità per catturare più sensi contemporanea-mente attraverso la luce. “Ad esempio noi lavoriamo non solo con diverse to-nalità, ma anche con diverse tempera-ture di luce, a seconda delle richieste che ogni settore formula al progettista”, dice Amort.

“In un museo di norma è meglio man-tenere basso il livello di luce per non danneggiare le opere d'arte”. Precauzio-ni a parte, è necessario garantire un'esposizione emozionale. E qui sta la vera scommessa. In Alto Adige l'impiego emozionale, sensibile della luce è pres-soché sconosciuto. “Non così all'estero”, dice Amort, che tra i tanti progetti è rius-cito a mettere nella giusta luce la Bou-tique Givenchy a Tokio, lo showroom

Prego toccare: la coperti-na della nuova brochure dedicata al vino

COPERTINA: Multisensorialità|Ilrisvegliodeisensi

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della Mìele a Milano e la sede del Wall Street Institut a Shanghai.

Anche l'occhio vuole la sua parte

I suoi dolci sembrano disegnati da un illustratore di libri per bambini. La gam-ma dei colori va dal rosa delicato della mousse ai lamponi al giallo intenso del-la crema al mango fino all'irresistibile marrone della cioccolata, il tutto impre-ziosito da frutti di bosco ricoperti di zuc-chero, glasse colorate e trasparenti de-corazioni di caramello. “I nostri prodot-ti non devono solo piacere, ma anche essere belli da guardare”: spiega così, il pasticciere pusterese Andreas Acherer, la filosofia della sua azienda. Ma torte e praline, creme e trecce lievitate non sono le uniche macchie di colore nella sua pasticceria in via Centrale a Brunico: qui l'occhio viene catturato anche da mazzi di fiori e corone, bouquet e com-posizioni floreali che la compagna di Acherer, la fiorista Barbara Strondl, crea e vende nello stesso negozio. Insomma

un vero e proprio fuoco d'artificio di co-lori e forme, profumi e aromi, che viene ancora più messo in risalto dall'arreda-mento bianco e grigio chiaro.

“Abbiamo scelto di rinunciare a qua-dri, tappeti e qualsiasi tipo di cianfru-saglia per far sì che al centro della sce-na ci siano solo i dolci e i fiori”, raccon-ta il giovane artigiano. Da Acherer quindi anche l'occhio trova la sua parte, però pure il naso non se la passa male: il tipico odore di terra e muffa che spes-so si trova nelle fiorierie, infatti, viene assorbito da un potente impianto di areazione, cosicché nell'aria rimane solo una fragranza che sa di vaniglia e burro, frutta matura e cioccolata ama-ra. E per le orecchie? “Come musica di sottofondo – dice Andreas Acherer – abbiamo scelto delle allegre melodie orientali. A Brunico non si ascoltano da nessuna parte, per cui posso tranquil-lamente dire che il nostro ne-gozio è riconoscibile anche a occhi chiusi”.

Inimitabile lana

L'azienda meranese Jochum & Nesler si è fatta ormai un nome nel mondo dello sport. Dal 2006 la ditta fondata da Bernd Jochum e Christa Flora sviluppa e produ-ce, oltre agli articoli per il kite, anche ab-bigliamento outdoor di alta qualità.Le collezioni JN abbinano con stile tradi-zione e innovazione, impiegando loden, lana cotta e tessuti funzionali in un con-testo completamente nuovo. “Non di-mentichiamo che il loden e la lana cotta sono stati i primi tessuti funzionali, in quanto regolano temperatura corporea, sono resistenti ad acqua e vento, caldi e indistruttibili”, afferma Roswitha Torg-gler, responsabile marketing di Jochum & Nesler. Una giacca a marchio JN colpi-sce non solo per la funzionalità e lo stile, ma anche per la sua straordinaria di-mensione aptica.

“La lana è sempre affidabile, morbida e gradevole. Già il tessuto in sé è un capo-lavoro. Noi facciamo sempre caso sem-pre a come la gente senta il bisogno di toccare con mano i nostri articoli. E tra-mite il tatto si crea un rapporto emotivo con il prodotto”. L'abbigliamento outdo-or di Jochum & Nesler si rivolge a roccia-tori, scialpinisti, freerider, snow kiter, telemarker e a chiunque voglia fare atti-vità fisica all'aperto con qualsiasi tempo. La collezione comprende giacche, panta-loni, felpe e giubbotti.

Ecco l'esempio di come i dolci posso-no essere non solo buoni, ma anche belli da vedere: la pasticceria Ache-rer di Brunico

il tipico odore di terra e muffa che spesil tipico odore di terra e muffa che spesso si trova nelle fiorierie, infatti, viene assorbito da un potente impianto di areazione, cosicché nell'aria rimane solo una fragranza che sa di vaniglia e burro, frutta matura e cioccolata amara. E per le orecchie? “Come musica di sottofondo – dice Andreas Acherer –

il tipico odore di terra e muffa che spes-so si trova nelle fiorierie, infatti, viene assorbito da un potente impianto di areazione, cosicché nell'aria rimane solo una fragranza che sa di vaniglia e burro, frutta matura e cioccolata ama-ra. E per le orecchie? “Come musica di sottofondo – dice Andreas Acherer –

Le giacche di lana Jn: morbide e gradevolida indossare

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BASTA Un CLIC sul bottone verde e in-izia l'avventura. O meglio il volo. Perché il filmato “Culturonda” che trovate sul sito suedtirol.info, fresco di restyling, vi porterà nei cieli dell'Alto Adige per un viaggio di quasi 4 minuti. Come un fal-co scenderete in picchiata dapprima su Castel Tirolo, volteggerete attorno al torrione, al cammino di ronda ed alla cappella del castello prima di fare rotta verso Merano.

Chi soffre anche un po' di vertigini a questo punto deve cominciare a tenersi forte, perché quando si arriva ad alta ve-locità sopra i Giardini di Castel Trautt-mansdorf la testa comincerà veramente a girare: prima in alto sulle cime degli esili cipressi, poi giù in picchiata verso i fiori, così vicino da sentirne quasi il pro-fumo, e infine ancora come un razzo ver-so il cielo, accompagnati dalle note stra-zianti di una fisarmonica.

E dall'alto, da molto in alto, ecco che compare Bolzano, e quindi piazza Walt-her e il duomo. Due piccioni svolazzano tra i graziosi bovindi e i segnali stradali in tre lingue, si aggirano tra i tavolini dei bar e le bancarelle della frutta, tra il fumo di sigarette e l'aroma del caffé, per ascoltare quello che dicono giovani don-ne e maturi venditori.

Legno e ottoni

Lo sguardo ora si gira da un'altra parte: la sfilata della banda musicale di Longomo-so merita una pausa. Il sole del tramonto, ancora caldo, si riflette negli ottoni delle trombe e dei tromboni. Un attimo dopo cambia tutto: ci troviamo nel laboratorio dello scultore gardenese Matthias Vergi-

ner, ad ammirare i suoi veloci e precisi movimenti di intarsio del legno. La sosta però dura poco: è già tempo di sorvolare ripidi prati e scorgere masi solitari e ag-glomerati di case sperdute. Posti dove il fieno viene ancora rivoltato a mano e la legna per l'inverno viene accatastata da-vanti casa. Un ragazzino mangia e segue con lo sguardo il volo di un gracchio alpi-no. Canederli e spaghetti, pietanze con-tadine e alta gastronomia: il viaggio con-sente di mettere il naso in piatti di ogni tipo. E l'acquolina che adesso sentite in bocca non è affatto frutto dell'immaginazione. I vagoni della vec-chia miniera di rame di Predoi sfreccia-no nei cunicoli come se fossero sulle montagne russe, e sui volti dei turisti che sono a bordo si può leggere l'adrenalina. Sudano freddo e si vede; avvolti in man-telline antipioggia di color giallo sgargi-ante, sembrano pescatori dei mari del Nord finiti chissà come sulle Alpi.

Portici e pergolati

Ma è già tempo di riprendere a volare. Lontano, fino alla splendida Glorenza con la sua antica porta, i vicoletti, i porti-ci bassi, le artistiche insegne degli al-berghi. E poi di nuovo a sud, sui vigneti dell'Oltradige che fanno venir voglia di fermarsi sotto i pergolati, prima che il falco – o adesso si tratta di un'aquila? – decolli nel sole del mattino per un ulti-mo volo mozzafiato sulle Dolomiti, su campi innevati e croci di vetta, pareti a picco e crepacci.

A questo punto, per saperne di più sugli aspetti culturali dell'Alto Adige, basta dirigere il cursore sul campo ver-de chiaro che si trova in basso a sinistra dello schermo. Le dodici tappe di “Cul-turonda” vi regaleranno immagini emozionanti e musiche adeguate, non-ché tante informazioni che potrete sca-ricare in qualsiasi momento.

vietato a chi soffre di vertigini. il sito suedtirol.info, fresco direstyling, propone videoclip navigabili su diversi temi. M ha intrapreso un “volo culturale” attraversola nostra provincia che coinvolge più sensi contemporaneamente.

COPERTINA: Multisensorialità|Sitointernet

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BASTA Un CLIC sul bottone verde e in-

restyling, propone videoclip navigabili su diversi temi. restyling, propone videoclip navigabili su diversi temi. MM ha intrapreso un “volo culturale” attraverso ha intrapreso un “volo culturale” attraversola nostra provincia che coinvolge più sensi contemporaneamente.la nostra provincia che coinvolge più sensi contemporaneamente.

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Rappresentano il cuore del nuovo sito suedtirol.info: i filmati navigabili ad alta emozionalità

I n F OC u LT u R O n D a

oltra a “Culturonda”, sul sito web suedtirol.info si possono vedere an-che gli altri videoclip “Per il corpo e per lo spirito” e “trekking & Roccia”, A questi filmati se ne aggiungeran-no prossimamente altri dieci.www.suedtirol.info/emozionialtoadige

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1 | Maloja:maglietteallacannella 2 | Breil:orologiallavaniglia 3 | Chanel: il ventaglio nella rivista 4 | BagnoTermaleHürlimann:fermateiltempo 5 | WeinweltLoisium:lavitainBassaAustria

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Ecco come gli altri marchi & prodotti si distinguono

MALOJA T-Shirt profumate

già da un po' di tempo l'azienda bavarese di abbigliamento Maloja, che deve il suo nome ad una località svizzera dell'Engadina, sta provando a rendere i suoi capi di vestiario

“riconoscibili” anche all'olfatto. tutto è ini-ziato a Natale del 2009 inviando ai partner un berretto in lana color lilla, con stampato un albero di Natale che profumava di can-nella. “L'odore è durato incredibilmente a lungo”, si ricorda ancora uno dei destinatari del gadget. successivamente è stata lanciata sul mer-cato la t-shirt gialla seline, al profumo di pra-ti alpini. Le fibre sono state impregnate con un odore destinato a resistere ad almeno 10 lavaggi. “Questa nuova dimensione piace alle ragazzine, che ne vanno pazze”, afferma Paul Hafen del servizio clienti. Poco interes-sato invece si dimostra il mercato maschile. Attualmente non sono previsti capi d'abbi-gliamento profumati per l'inverno, dicono i responsabili di Maloja. Morale: per ora si tratta solo di una divertente divagazione.

BREIL Orologi di plastica colorati e profumati

Anche Breil è alle prese con gli odori. tutto è cominciato con la rimessa in produzione – inizialmente senza profumi – di una linea di orologi degli anni '80: l'orologio da polso in gomma si chiama Hip Hop ed è pensato come un orologio estivo, allegro e imperme-abile. È ideale da portare al mare e all'aria aperta e profuma di vaniglia, ananas, fiori, li-mone e pesca. “il profumo non è certo eter-no”, commentano alla gioielleria Benetti di piazza Walther a Bolzano, dove gli Hip Hop

vengono venduti a 29 euro. “Fin quando ri-mangono nell'astuccio di plastica il profumo rimane; una volta indossati l'aroma evapora dopo un certo periodo”. Ad ogni modo que-sti orologi alla moda hanno fatto furore: nel 2010 solo in italia ne sono stati venduti più di un milione di pezzi. Morale: a contare sono il design e il basso prez-zo, il profumo è solo un dettaglio.

ChAnEL L'innovativa pubblicità a ventaglio

Non c'è donna che non li conosca: i cam-pioncini di profumo inseriti nelle riviste. Appena aperti, un'ondata di profumo inve-ste il naso della lettrice. Questo tipo di campione però ha sempre un che di artifi-ciale, di appiccicoso e poco fedele al nobile prodotto originale. Chanel allora ha creato qualcosa di molto più elegante e originale su Vogue: un inserto profumato a tutta pa-gina a forma di ventaglio, integrato nella lussuosa rivista di moda, che permette alle lettrici di riconoscere con più sensi il leg-gendario Chanel N. 5. Le strisce ricordano visivamente quelle della profumeria, la sen-sazione aptica suscitata dal ventaglio fa ve-nir voglia di toccarlo mentre dal punto di vista olfattivo chiunque sfogli il giornale ri-marrà colpito. Questa pubblicità è stata premiata con il Mediapreis per gli stampati assegnato dall'agenzia tedesca di pubblicità w&v. sen-tiamo la giurata Marianne Dölz: “Questa idea potrebbe essere sfruttata anche per al-tri prodotti come ad esempio nel settore alimentare, e comunque fa colpo anche in una rivista spiccatamente di lusso come Vo-gue. un esempio eclatante di coinvolgimen-to riuscito del lettore”. Morale: fai qualcosa di diverso dagli altri.

COPERTINA: Multisensorialità|Unosguardooltreiconfini

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hOTEL LAnGhE, PIEMOnTE Il sesto senso per l'ospitalità

“un hotel non è solo un posto dove si dor-me. La differenza la fanno uno standard ga-rantito, la sicurezza e l'ospitalità”, spiega Nico gallina dell'Hotel Langhe, un piccolo albergo piemontese pensato per i gourmet. gallina gestisce una struttura con sole 27 stanze all'insegna del motto “soddisfa i tuoi sensi” come conferma il sito dell'albergo, in cui il menu di navigazione comprende vista, udito, tatto, gusto e olfatto. “Per noi è molto importante – dice il tito-lare – che qui le persone si sentano bene. E le persone, in maniera conscia o inconscia, percepiscono il mondo attraverso i cinque sensi”. E gallina ce l'ha messa tutta: i mate-riali utilizzati e l'illuminazione morbida con-feriscono al suo albergo il calore e l'atmosfe-ra di una casa privata. Per la testiera del let-to è stato usato del feltro, le coperte sono in cachemire e lana. Nel sito comunque, oltre ai tradizionali 5 sensi, ne viene menzionato un sesto: quello per l'ospitalità. Questo “senso” per l'ospitalità significa che da Nico gallina gli ospiti si devono sen-tire a proprio agio. A quanto pare il piccolo 3 stelle ci riesce se, malgrado la posizione in una zona industriale, la gran parte degli ospiti si dichiara più che soddisfatta sui siti web di valutazione. gli elogi più grandi vanno al padrone di casa, che soddisfa tut-

te le richieste dei clienti ed elargisce pre-ziose informazioni sulle cose da vedere e da gustare. Morale: un'idea viene messa in pratica con coe-renza e differenzia un hotel dagli altri.

BAGnO TERMALE hüRLIMAnn La consapevole ricerca di se stessi

“il bagno ha una forte carica meditativa, di-rei sacra, ed è quel che ci vuole, in tempi dominati dallo stress, per cercare il proprio equilibrio”, afferma un visitatore. E la diffe-renza salta subito all'occhio. il bagno ter-male Hürlimann non è la solita struttura spa: i muri delle vasche e delle sale per i trattamenti sono in pietra antica ad arco, enormi botti in legno ricordano che tanto tempo fa qui c'era una birreria e conferisco-no all'ambiente un'atmosfera particolare.il centro balneare si trova in gran parte sot-toterra e anche per questo c'è una ragione: la filosofia del bagno è quella di un rallenta-mento voluto. Non ci sono finestre, gli oro-logi sono rari e il percorso è prestabilito. grazie alla scarsità di fonti di distrazione succede che il visitatore si immerge, si ri-lassa, ritrova se stesso. il viaggio si conclu-de rivedendo le stelle: per 37 euro infatti, i bagnanti in cerca di relax nuoteranno dalle viscere della terra sempre più in alto fino alla piscina sul tetto, all'aria aperta.Morale: spesso il piccolo è grande.

WEInWELT LOISIUM Una straordinaria audio-guida

un mondo dedicato ad un solo prodotto, che risveglia tutti i sensi a cominciare dall'edifi-cio: ambienti, colori ed elementi sono stati concepiti per essere toccati. Nei locali desti-nati alla produzione il profumo è ineguaglia-bile, e alla fine del tour si può anche assag-giare il prodotto finito. siamo nel Weinwelt Loisium di Langenlois, in Bassa Austria. La vi-sita guidata è un'avventura sensoriale di 90 minuti, che passa attraverso un antico labirin-to delle cantine. il percorso è stato disegnato dall'esperto svizzero di musei steiner sarnen e permette di conoscere l'originalità enologi-ca della Bassa Austria, la sua mistica e la sua storia. Degna di nota la straordinaria audio-guida: “La storia viene raccontata dal punto di vista del vignaiolo”, dicono al reparto marke-ting. La voce narrante ha sfumature dialettali che ricordano di trovarsi in Bassa Austria, e trasporta ancor più i visitatori in un altro mondo e in un altro tempo. un effetto che dura ancora oggi, malgrado il commento so-noro non sia più stato modificato dal 2003 in poi. Rispetto alle accoglienti cantine e alla narrazione, l'architettura esterna è decisa-mente contrastante. L'architetto newyorche-se steven Holl ha disegnato un corpo cubico con un inusuale rivestimento in alluminio, destinato a catalizzare l'attenzione. Morale: Loisium è una festa per le orecchie.

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“La Val Pusteria? Ci siamo stati”Florian Kronbichler fa un viaggio a ritroso nel tempo e si rende conto che già sua suocera adottava delle strategie di vendita multisensoriali. Riflessioni sul marketing, tra equivoci e involontarie certificazioni di qualità.

II o non capisco nulla di marketing. Non ci credo ne-anche e, a dirla tutta, ritengo che sia un equivoco. Ovviamente è un problema, quando si deve vendere più di quanto ci sia bisogno. E poi c'è anche la con-correnza, la maledetta concorrenza, che si mette in

mezzo. No, devo ammettere che ci sono abbastanza motivi perché il marketing esista. Il mercato non può essere abban-donato a sé stesso, se si vuole che ne venga fuori qualcosa per qualcuno, qualcosa di più, se possibile. Bisogno dargli una mano, deve darsi delle arie o adulare qualcun altro, meglio se entrambe le cose, e questo dovrebbe essere il marketing. Una volta si chiamava pubblicità. Ma per fare reclame, come per litigare, bisogna essere in due: quello che si fa pubblicità e quello che ci casca. E però bisogna fare in modo che nessuno se ne accorga, perché il gioco funziona finché ci sono solo vinci-tori e nessun perdente. Questo ovviamente non è possibile, ma allora qual è l'alternativa? L'alternati-va sarebbe stato mio suocero, che però è morto la scorsa primavera a 94 anni. Era un vignaiolo e assieme a sua moglie – mia suocera – gestivano una piccola cantina. O per meglio dire: lui faceva il vino e lei lo vendeva. Gli affari andavano discreta-mente, lui credeva nel prodotto, lei nel marketing. Non facevano pubblicità nel senso attuale del termine. E per questo i clienti, prima di comprare, si facevano delle belle degusta-zioni, che mio suocero giudicava indice di scortesia. Alla domanda di com'era il Lagrein quest’anno, rispondeva cor-tesemente con una battuta fatalista: “è così com'è”. Non gli piaceva sofisticare il suo vino, né con la chimica né con le parole. Sua moglie aveva tutt'altro stile. Lei partiva dal principio che i clienti, in quel periodo soprattutto turisti tedeschi in vacanza in Alto Adige, non capissero nulla di vino. O se vo-gliamo dirlo in maniera più elegante: la signora credeva di avere un potere di persuasione maggiore del pur buon vino.

In effetti la sua cordialità era irresistibile. Prima di acqui-stare ci si sedeva assieme a tavola, assaggiando vino e gu-stando piccolezze fatte in casa. La signora ne capiva tanto, della vita in generale e del vino in particolare. Una volta ave-va persino frequentato un corso per sommelier della Came-ra di commercio, e da quel momento aveva aggiunto alla sua naturale eloquenza anche il magniloquente repertorio degli assaggiatori di vini. L'unica persona che non si faceva incantare dal suo “mar-

keting multisensoriale” era suo marito. Lui disprezzava la “fregatura”, come tut-te le chiacchiere che sentiva sul suo vino. Naturalmente non avrebbe fatto mai ca-pire questo a sua moglie davanti agli altri. Per questo lui era troppo educato ed an-che troppo timido. Tuttavia qualche vol-ta, molto raramente, quando sua moglie si assentava per qualche minuto o era per qualche motivo distratta, allora il saggio vignaiolo coglieva al volo l'occasione e di-ceva ai presenti: “Sapete, mia moglie vie-ne dalla Val Pusteria”. Solo questo, e con un tono che chiedeva comprensione. Vo-leva dire: lei viene dalla terra delle patate, e non può farci niente. Ma tra i tantissimi clienti, mai nessuno colse il messaggio. “La Val Pu-steria? Oh sì, ci siamo stati”, dicevano,

“e ci torneremo”. L'ammirazione per mia suocera e per tutto quello che diceva non smise mai di crescere. Mio suocero dovette riconoscerlo: quella che lui vole-va far passare come un'attenuante, in

realtà si era trasformata in una ulteriore certificazione di qualità di sua moglie. E così, in silenzio, l'incompreso si rassegnò alla moderna depravazione.

Florian kronbichler, 59 anni, è giornalista free lance a Bolzano. i suoi editoriali e commenti vengono pubblicati su giornali in lingua tedesca e italiana.

Mar | ke | ting, mul | ti | sen | so | ria | le il; sfrutta le attuali conoscenze della neuroeconomia per rendere l'attività di marketing più efficace ed efficiente. oltre alle possibilità di ottimizzazione di rumori, odori, sensazioni tattili, sapori e forme nell'ambito dei prodotti e relativamente a perce-zione della qualità, semplicità di utilizzo ed estetica, il marketing multisensoriale utilizza le nozioni del potenziamento multisensoriale.

COPERTINA: Multisensorialità|L'opinione

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cucinato e di buona qualità. E c'è anche da aggiungere che l'uomo è un animale abitudinario, almeno per quanto riguar-da colori e sapori: la marmellata ai lam-poni del supermercato è rossa da chissà quanto tempo. Morale: rossa una volta, rossa per sempre.

Insomma è il colore di un cibo a far-ci dedurre quali sono le sue condizioni e quindi a farci decidere se quel prodot-to ci attira o no, ovvero se lo acquistere-

I LAMPOnI FRESChI sono rossi, quelli marci marroni, e poiché è così in natu-ra, ci aspettiamo che anche la confettu-ra di lamponi o le caramelle ai lamponi siano rosse.

Che i cibi debbano avere un ben de-terminato colore per essere più gustosi e appetitosi, è una delle cose risapute da che mondo è mondo. Quando un ali-mento ha un bel colore, automaticamen-te lo giudichiamo maturo, fresco, ben

mo o no. In pratica ci siamo fatti un pre-giudizio, che alle volte si scontra con un sapore non all'altezza delle aspettative. E si può anche arrivare al punto che il semplice aspetto di un alimento condi-zioni anche l'odore e il gusto, ovvero che un cibo abbia un aspetto migliore del sapore e anche viceversa. Il tentativo della Pepsi di lanciare sul mercato una cola priva di colore, trasparente ma dal sapore identico all'originale, è ad »

Cibi & colori, ricetta vincente. “Anche l'occhio vuole la sua parte”, si usa dire, e questo detto popolare è decisamente vero: i colori dei cibi infatti influenzano le nostre scelte di acquisto molto più di quanto si possa credere.

Guaisemancailcolore.Lavorandolafruttailcolorepuòandareperso,esirendenecessarioristabilirlo.Latendenzadeicolorantièdel"ritornoallanatura"

MARKETING

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q u a L I C O L O R I S I O T T E n G O n O C O n I C O n C E n T R a T I D I F R u T Ta E V E R D u R a ?

GIALLO carota, zucca, curcuma, melaROSSO barbabietola, carota nera, bacche di sambuco, bacche di aronia, mirtilli neri, patata americana, ciliegia, ravanelloBLU alghe, cavolo rosso

Questi alimenti coloranti forniscono i tre colori di base e possono essere mischiati a piacere per ottenere la tonalità di colore desiderata.

"Mescolandounconcentratodicavolorossoeunconcentratodizucca,siottieneunatonalitàdiverde"spiegaHanspeterAlber

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Ilconcentratodibarbabietoleconferisceagliorsettidigommarossilatipicacolorazionesgargiante

ta e barbabietola dà ad esempio alle ca-ramelle di gomma un colore rosso fresco e brillante, mentre la stessa sostanza ag-giunta al gelato risulta slavata e lattigi-nosa, con un effetto per nulla appetito-so”. Insomma non è affatto semplice trovare il colore giusto per il prodotto giusto.

In generale il settore alimentare pun-ta sempre più su prodotti naturali, sani e sostenibili, tuttavia nessuno si sogne-rebbe mai di acquistare mai una confet-tura ai lamponi marrone o una cola chi-ara. Anche in futuro insomma i generi alimentari dovranno fare i conti con i co-lori, e il metodo più naturale – ma anche più impegnativo – di farlo si chiama ca-volo rosso, barbabietola & co. “Ad ogni modo il trend va chiaramente in questa direzione”, garantisce Adolf Pircher, sot-tolineando le opportunità e le sfide che attendono questo settore.

in maniera evidente, in quanto secondo il Parlamento europeo c'è il sospetto che possano scatenare allergie o iperattività nei bambini.

Sambuco, barbabietola & co

Il secondo modo di dare colore agli ali-menti arriva dal nostro orto: i concentra-ti di bacche di sambuco, cavolo rosso o barbabietola infatti sono in grado di co-lorare i cibi. In questo caso le tonalità vanno dalle varie sfumature di rosso al verde, dal viola al blu.

“Questi cosiddetti concentrati di frut-ta e verdura coloranti non sono additivi alimentari come i coloranti, e pertanto devono essere trattati e dichiarati come concentrati di frutta”, afferma Hanspeter Alber, tecnologo di bevande ed esperto nel settore degli alimenti coloranti. “Poiché in questo caso non ci sono co-loranti da dichiarare, negli ambienti spe-cializzati si parla di clean labelling”.

Quest'ultimo può essere un ottimo strumento di marketing, però è bene non sotovalutare lo sforzo tecnologico necessario per lavorare con alimenti co-loranti. “Nella realtà quotidiana – rivela Alber – succede che i coloranti artificiali sono i più semplici da utilizzare, quelli naturali sono già un po' più complicati e gli alimenti coloranti sono ancora più difficili da usare, in quanto possono es-sere sensibili al calore e agli acidi, avere il valore pH mutevole oppure essere poco resistenti ai raggi UV. C'è poi da dire – ag-giunge Alber – che alcuni concentrati di frutta e di verdura sviluppano il loro po-tere colorante in maniera diversa a se-conda dei prodotti: il concentrato di frut-

esempio miseramente fallito: secondo i consumatori la cola non può essere che di colore scuro, benché questa tonalità sia stata scelta per puro caso dal suo in-ventore.

Quindi perché le confetture e tante altre cose devono essere colorate? “A causa di vari processo di trasforma-zione come ad esempio la cottura, il co-lore può sbiadire ed il prodotto finale appare privo di sapore, se non addirittu-ra avariato. Ecco allora che per rimedia-re a questa perdita di colore e offrire un prodotto più gradevole alla vista, si ri-corre ai coloranti”, afferma Adolf Pir-cher, responsabile qualità della ditta Iprona di Lana.

Iprona si occupa di lavorazione della frutta per farne concentrati e utilizza anche coloranti naturali. Ci sono poi dei prodotti che a causa della loro composi-zione hanno una colorazione meno in-tensa di quanto si aspetti il cliente, e perciò si rende necessario vivacizzare i colori. “Due casi esemplari sono le be-vande gassate e la margarina, che senza coloranti avrebbero un colore bianca-stro o grigio”, aggiunge Pircher.

Oltre a odore e sapore, quindi, anche il colore gioca un ruolo decisivo nello svi-luppo di un prodotto alimentare. Ma come fa un alimento ad avere il colore “giusto”? In gran parte tramite i coloran-ti come la carotina giallo-arancio oppure il caramello, che dà il tipico colore scuro ai vari tipi di cola. I coloranti sono citati nell'elenco degli ingredienti con il loro nome oppure con un codice E-numerico; al momento quelli consentiti sono una quarantina. Da un anno circa la presenza di alcuni coloranti deve essere segnalata

Il concentrato di barbabietole conferisce agli orsetti di

Rossaunavolta,rossapersem-pre:eccoilde-stinodellacon-fetturadifra-goleolamponi

(ep)

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MARKETING

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LaDr.Schärhaunassortimentodi300prodottisenzaglutine

erché proprio Postal, ci si chiede quando si scor-ge per la prima volta la sede aziendale della Dr.

Schär, produttrice di alimenti senza glutine.

Perché una ditta che opera su tutto il pianeta ha scelto di stare in un paesino di 1.700 anime poco distante da Mera-no? “A questa domanda rispondo a modo mio”, dice sorridendo Ulrich La-durner, che poi appoggia il cellulare sul tavolo e inizia a raccontare. Barba grigia, occhiali da vista e maglione celeste, La-durner è fondatore e presidente della Dr. Schär. Dal suo ufficio la vista spazia dai vigneti prima di Merano all'alta Val d'Adige, da Monte San Vigilio alla Val d'Ultimo, e già questo potrebbe essere un buon motivo per essere qui.

Ladurner inizia il suo racconto dal 1981 e da come tutto ebbe inizio. Mera-nese di nascita, negli anni Settanta la-vorava come droghiere qualificato nel negozio dei suoi genitori. “Lavorando si conosce tanta gente e si imparano tante cose”, ricorda Ladurner di quei tempi, in cui fece una scoperta tanto semplice quanto geniale: “All'epoca per chi soffri-va di celiachia non c'era nulla di buono da mangiare”. Una frase che può essere presa come l'inizio di una straordinaria storia altoatesina di successo.

Da Postal in tutto il mondo

Sonoormai30annichel'aziendaDr.SchärdiPostal

producealimentisenzaglutine:unaricorrenzaidealeperintervistareilfondatoreepresidenteUlrichLadurner

MARKETING

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Sede principale Gruppo Dr. Schär Sede di produzione

Sede di produzione

Ricerca e sviluppo

Sede Dr. Schär Germania

Sede Dr. Schär Spagna

Sede di produzione

Sede di produzione

Sede Dr. Schär USA

Sede Dr. Schär UK

ALTO ADIGE - ITALIA

AREA SCIENCE PARKTRIESTE - ITALIA

DREIHAUSENASSIA - GERMANIA

APOLDATURINGIA - GERMANIA

LYNDHURSTNEW JERSEY - USA

ALAGÓNZARAGOZA – SPAGNA

THELWALLWARRINGTON - INGHILTERRA

LOGANNEW JERSEY - USA

Sede di produzione (in costruzione)

L'aziendaaltoatesinaconsedeaPostalha7filialiin5nazioni

bilimenti sul posto – in Spagna e Stati Uniti. Oggi la Dr. Schär ha 450 dipen-denti e persino un proprio centro di ri-cerca presso l’AREA Science Park di Trieste.

300 prodotti – 5 marchi diversi

A Postal, nel moderno edificio semicirco-lare con facciate in vetro che ospita la sede principale, lavorano quasi 200 per-sone. In Alto Adige nel frattempo la Dr. Schär si è specializzata nel pane senza glutine, producendo 15 milioni di pezzi all’anno su una superficie di cottura di 137 metri quadri e osservando i più rigidi criteri di qualità. La produzione inizia con l’arrivo giornaliero delle materie pri-me. I sacchi bianchi pieni di farina – per lo più farine di riso o di mais, ma anche di grano saraceno o di semi di lino – ven-gono analizzati con cura e solo dopo ri-cevono il marchio di idoneità all’utilizzo. I lavoratori del ciclo produttivo ad alta tecnologia indossano indumenti protet-tivi bianchi ed alcuni di loro – il cosiddet-to gruppo sensoriale – sono incaricati di testare il sapore del pane.

La Dr. Schär commercializza in tutto il mondo 300 prodotti con 5 marchi di-versi: Schär, DS - gluten free, Glutafin, Glutano e TruFree. L’assortimento va dai prodotti secchi senza glutine ai surgelati,

Il marchio Dr. Schär era stato acquistato da Ladurner già due anni prima. Il mar-chio esisteva dal 1922 e doveva il suo nome ad un medico di base di Innsbruck, il dr. Schär appunto, che commercializ-zava prodotti alimentari sani per bambi-ni. Ladurner invece decise di dedicarsi agli alimenti senza glutine.

Negli anni '80 la malattia era appena stata studiata a fondo, arrivando alla conclusione che i cibi senza glutine mig-lioravano di molto la vita dei celiaci. La celiachia, constatarono gli studiosi, è l'intolleranza genetica e permanente del sistema immunitario nei confronti del glutine, che si trova in grano, segale, orzo, avena e spelta e provoca nei sogget-ti colpiti una infiammazione cronica dell'intestino tenue.

La malattia fa sì che non si possano più assumere le quantità necessarie di sostanze nutritive, dando vita a dei feno-meni di carenza. Oggi si presume che una persona su cento sia affetta da celia-chia, e al momento l'unica terapia possi-bile consiste in una rigida dieta a base di prodotti senza glutine.

La prima fornitura di “biscotti sa-voiardi” privi di glutine finì in 50 farma-cie italiane, e da allora l’azienda è anda-ta sempre più in alto come la funivia che sale a Monte San Vigilio. Nel 1990 Dr. Schär diventa leader di mercato in Italia per i prodotti senza glutine, e negli anni a seguire Ladurner sferra con successo l’attacco ai mercati di lingua tedesca, di Inghilterra e Nordeuropa, Europa dell’Est e per ultimo – con proprio sta-

dal pane agli snack e dal müsli alla pasta, che si possono trovare non solo nelle er-boristerie e nelle farmacie ma anche nei negozi di alimentari e nei supermercati. A proposito: gli storici “savoiardi” sono ancora in produzione, però vengono pro-dotti nello stabilimento tedesco di Dreihausen.

Ma Ladurner ha mai pensato di falli-re con la sua Dr. Schär? “No – afferma deciso l’imprenditore 61enne – perché se oggi vendessimo anche solo un deci-mo dei nostri prodotti, continuerei a pensare di aver fatto la scelta giusta”. E sulle sue labbra sboccia un sorrisino di superiorità. A ragione, peraltro, perché anche se “la concorrenza è diventata molto vivace”, come dice Ladurner, la scalata continua. Il fatturato del 2010 si è attestato sui 145 milioni di euro, in America va tutto a gonfie vele e il presi-dente sta già meditando di sbarcare sul mercato asiatico.

Giunti alla fine dell’intervista, per La-durner è tempo di rispondere alla do-manda iniziale sulla sede aziendale:

“L’Alto Adige si trova in posizione strate-gica tra la Sicilia e lo Schleswigholstein. E Postal a sua volta è un buon compro-messo tra Bolzano e Merano. Qui abbia-mo la nostra tradizione, le nostre fonda-menta e la nostra esperienza, ed è qui che siamo apprezzati”. (pg)

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PromozioniinstileMarchioOm-brello:irotaireitotemnell'incon-fondibilevestegraficaAltoAdige

mercato italiano con iniziative di degusta-zione e di vendita, spiega: “Per i prodotti che noi proponiamo alla clientela, le in-iziative promozionali di vendita sono ir-rinunciabili. Grazie a queste misure - in particolare il posizionamento privilegia-to e le degustazioni di più prodotti di qua-lità dell'Alto Adige - è possibile presentare al contempo i nostri prodotti sia al consu-matore che al venditore. In questo modo otteniamo l'inserimento dei prodotti nell'assortimento e facciamo in modo che l'attenzione si posti dal prezzo su qua-lità, gusto, peculiarità ecc.”.

Queste iniziative di solito sono limita-te nel tempo – da due giorni a una settima-na – ma l'obiettivo finale va ben più lonta-no: l'Alto Adige e i suoi prodotti puntano infatti ad essere vicini al cliente ed al com-merciante a lungo e per lungo tempo. Le iniziative targate Alto Adige (vedasi il box) sono in gran parte iniziative collettive, ov-vero non viene propagandato un prodotto in particolare ma un pacchetto: Schüttel-brot, formaggio e speck con l'aggiunta di vino e grappa. Simili promozioni e appa-rizioni congiunte sottolineano il valore aggiunto dei prodotti di qualità dell'Alto Adige e possono essere messe in atto tra-mite ricette, abbinamenti cibi-vino, ma-teriale informativo sulla qualità e sulla provenienza dei prodotti nonché attraver-so giochi a premi in combinazione con la destinazione turistica Alto Adige.

I mercati principali delle iniziative riguardanti i prodotti alimentari altoate-sini sono Italia, Germania, Austria e Sviz-zera; grandi potenzialità vengono rico-nosciute ai mercati di Benelux, Scandi-navia, Usa, Regno Unito, Russia, Polonia e Repubblica Ceca.

In Germania i giochi a premi sono re-golamentati in maniera molto meno complicata che da noi e si accompagnano spesso alle grandi iniziative, come è re-centemente accaduto per il “Mercato al-toatesino” a Kaufbeuren, grazie al quale il vincitore si è portato a casa una vacanza in Alto Adige.

I PRODOTTI ALTOATESInI si vantano di essere dei prodotti di alta gamma e godono di una buona accoglienza pres-so la clientela. Ma c'è un però: tutto que-sto non basta per vendere. Proprio nel settore alimentare i margini di guada-gno sono molto stretti, a fronte di un grande dispendio per garantire fre-schezza e qualità. Le iniziative promo-zionali nel settore del commercio ali-mentare al dettaglio puntano quindi a favorire la vendita, ma anche a esaltarne la validità e offrire al consumatore un motivo in più per comprare.

La promozione delle vendite fa parte delle politiche di comunicazione e serve a promuovere la vendita in tutti i contesti importanti. “Le iniziative si rivolgono a vari destinatari. Da una parte ci sono i commercianti, ai quali iniziative come degustazioni, personale aggiuntivo e as-sistenza professionale promettono mag-giori affari. Dall'altra parte c'è il consu-matore finale, che tramite queste inizia-tive riceve maggiore informazione, possibilmente un prezzo scontato o un'offerta conveniente ed il piacere di ac-quistare”, dice Paul Zandanel, direttore Marketing Support dell'Organizzazione Export Alto Adige (EOS).

A questo si dovrebbero aggiungere delle misure rivolte al personale di ven-dita, al fine di fornire ai venditori dei su-permercati i necessari argomenti e co-noscenze per far sì che vendano in fretta e meglio i prodotti altoatesini. Vengono invece usate con parsimonia, da parte dei rivenditori di prodotti alimentari al-toatesini facenti capo all'EOS, le campa-gne che mirano a vendere un prodotto al prezzo più conveniente. Le misure pro-mozionali di vendita hanno una maggio-re probabilità di successo quando sono in sintonia con le iniziative pubblicitarie e si accompagnano ad esse: in questo caso infatti inducono all'acquisto con conseguente aumento delle vendite.

Florian Pichler dell'agenzia altoatesi-na Hemime, che opera soprattutto sul (cs)

Primo obiettivo: vendere. Alla fine conta solo questo: quanto si vende e quanto si guadagna. Le iniziative promozionali dell'Eos puntano proprio ad aumentare il fatturato dei prodotti altoatesini.

MARKETING

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Ambasciatricicroccantidelgusto:lepresentazionisonoimportantiperilrivenditoreeperilclientefinale

AmbasciatriciAmbasciatriciAmbasciatriciAmbasciatriciAmbasciatriciAmbasciatrici croccanticroccanticroccanticroccanticroccanti deldeldel gusto:gusto:gusto:gusto:lele presentazionipresentazionipresentazionipresentazionipresentazionipresentazioni sonosonosono importantiimportantiimportantiimportantiimportanti perperilil rivenditorerivenditorerivenditorerivenditorerivenditore ee perper ilil clienteclienteclientecliente finalefinalefinale

L E P R O S S I M E I n I z I a T I V EI n P R O G R a M M a

27giugno–10luglio2011Giornate del vino a varsavia (in enoteche selezionate)

InizioottobreMercato dell'Alto Adige presso kAES (Germania)

24–30ottobrePromozione Alto Adige da Spar Austria

settembre–novembre2011Promozione Alto Adige a new york e Chicago

I n I z I aT I V E P R O M O z I O n a L ID I V E n D I T a

iniziativeneiposIniziative con materiale pubblicitario» Degustazioni (con ambasciatori dell'Alto Adige) » Show cooking(con prodotti altoatesini nei negozi)» Stand informativi(prodotti altoatesini)» Settimana o mercato dedicato all'Alto Adige sinergia di diversi gruppi di prodotti per sottolineare la varietà, la qualità e il gusto dei prodotti alimentari

aperturadinegoziconil“mercatodell'altoAdige”Degustazioni con programma

Formazione» viaggi di formazione per commercianti in Alto Adige» Seminari, visite aziendali, serate informative» Formazione del personale di vendita presso il partner commerciale Filmati informativi giornate informative sui prodotti di qualità dell'Alto Adige

seratepericlienticonipartnercommerciali» con la presenza di un testimonial» con show cooking

apparizioninellefieredelcommerciomeglio se con iniziative promozionali

giochiapremi abbinati ad iniziative/promozioni tese ad incentivarela vendita dei prodotti altoatesini

presentazionedell'altoadigeaicommerciantiPresentazione dell'Alto Adige, dei prodotti di qualità e delle possibile promozioni in occasioni di colloquiannuali con i partner commerciali

networkingAccesso ad un'ampia rete di partner e contatticon il mondo del commercio e dei media

viaggididelegazioniincoming&outgoingorganizzazione e coordinamento di trasferte in AltoAdige di partner d'affari oppure viaggi d'affari congiunti nei nuovi mercati

merchandisingstore check e formazione del personale di venditain alcuni Paesi selezionati

revisioneValutazione riguardo ad un incremento delle vendite

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L'ispirato. san Cassiano ha appena 700 abitanti, ma vanta in proporzione il maggior nume-ro di ristoranti stellati dell'Europa intera ed ha in Norbert Niederkofler il primo cuoco altoatesino che è riuscito a conquistare due stelle Michelin.

MENTI

Testo: Philipp GonzalesFoto: Alex Filz

R E S T a u R a n T S T. h u b E R T u S

Hotel Rosa Alpinai-39030 san Cassianotel. 0471 849 [email protected]

"LE DOLOMITI MI hAnnO insegnato ad avere il giusto approccio con la natura, modificando il mio stile”, dice Norbert Niederkofler guardando i Monti Pallidi. Ci troviamo su una terrazza a S. Cassia-no in Val Badia, dove Niederkofler vive e cucina da 15 anni con la sobria consape-volezza di essere uno degli chef dell'Alto Adige. Qui il paesaggio non ha bisogno di ulteriori condimenti: Sass dla Crusc, Piz de Lavarela e Piz Dles Conturines; le rocce torreggiano e in lontananza, in di-

rezione di Lagazuoi e Falzarego, un grande letto fluviale è la concreta testi-monianza di quali forze della natura abbiano caratterizzato questo territorio. Un paesaggio che potremmo definire intenso e ricco di contenuti, proprio come la cucina di Niederkofler. Il cuoco di San Cassiano, 49 anni, è ve-stito con gusto ed ha l'allure da uomo di mondo, rimasto tuttavia attaccato alla propria patria. Niederkofler è tornato in Alto Adige 15 anni fa, lui che all'età di 19 anni era scappato dalla Valle Aurina pensando di non farvi più ritorno. Nor-bert ha imparato il mestiere da Witzig-mann a Monaco di Baviera e quindi la-vorato in Germania, Austria, Usa e Sviz-zera, prima di fare ritorno nelle Dolomiti.

“A dire il vero pensavo di restarci solo un paio d'anni – confessa – ma con il

passare del tempo ho imparato ad ap-prezzare l'Alto Adige”. E così quella che era una semplice pizzeria all'interno dell'Hotel Rosa Alpina a San Cassiano si è trasformata grazie a Niederkofler in un ristorante esclusivo. Quattro anni fa la consacrazione con la seconda stella Michelin. E adesso? “Adesso lavoro per conquistare la terza”.

Vi sembra che Niederkofler stia vo-lando troppo alto? Tenendo conto del-lo sviluppo culinario altoatesino degli

ultimi 15 anni, sembra proprio di no: con 15 ristoranti che hanno ricevuto nel 2011 almeno una stella Michelin, l'Alto Adige è la provincia italiana con il più alto numero di cucine stellate. Ol-tre al St. Hubertus di Niederkofler ci sono altri due ristoranti altoatesini con due stelle: la Trenkerstube dello chef Gerhard Wieser presso l'Hotel Castel a Tirolo e lo Jasmin del giovane Oskar Untermarzoner a Chiusa. La guida

“Gault Millau Alto Adige 2011” da parte sua ha assegnato all'Alto Adige 69 cap-pelli in totale.

Ecco i segreti della cucina di Nieder-kofler: trasparenza, attenzione alle tra-dizioni e qualità. “Per me al primo posto rimane sempre il prodotto: solo dopo arriva la mano del cuoco”. Carne o pesce, un contorno o la salsa giusta, ecco quanto: “Punto all'essenziale”, senten-

zia. E negli ultimi anni questa tendenza si è ulteriormente rafforzata.

“Credo che la linea del mio ristorante sia diventata ancora più chiara”, dice Niederkofler, il quale racconta che dal 2007 le montagne di casa sono diventate

– oltre che fonte d'ispirazione per i suoi piatti – anche terreno di sfogo per il suo corpo: bici da corsa, mountain bike e camminate in estate, sci e fondo in inver-no. Così facendo ha perso la bellezza di 15 chili, si sente sano e tonico e soprat-tutto - dopo la cucina - ha ridotto anche il suo corpo all'essenziale.

I prodotti utilizzati dai suoi 22 colla-boratori nella cucina del Rosa Alpina provengono per metà dai paraggi o co-munque da non molto lontano: un casei-ficio del paese, un coltivatore di erbe aromatiche di Bressanone e una macel-leria di Longega. “Mi basta guardare in faccia una persona, per capire cosa mi sta vendendo”, dice Niederkofler.

A parte questo, non si può negare che qui una grossa mano la danno le Dolomi-ti: l'acqua di fonte, l'aria di montagna, l'atmosfera speciale. E chissà se proprio da questa miscela magica non scaturirà un giorno la terza stella.

"Se qualcuno mi dice che dopo il mio menu da 7 portate ha dormito da dio, è il miglior complimento che possa fare alla mia cucina".

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norbert niederkofler e l'alta gastronomia: "Fino a poco tempo fa in Italia i ristoranti con

le stelle erano poco noti, contavano di più le ricette della nonna e della bisnonna.E si dice-va che se fuori da una trattoria c'erano tanti camion, era segno che là si mangiava bene".

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Luci puntate sulla "macchia". La Val Martello nel 2020? sarà inaffitto a Bollywood. Lo profetizza il giornalista e scrittore ulrich Ladurner nel suo libro “Der Fleck” (La macchia). Ma la visione dell'Alto Adige in materia di promozione cinematografica è ben diversa.

SEDOTTO DA UnA FRAGOLA – o, per dire le cose come stanno, da un intero cesti-no di fragole – nell'anno 2020 un potente produttore cinematografico di Bolly-wood viene convinto dal venostano Mar-tin Prettlhuber a vedere con i propri oc-chi la Val Martello. Inizia così il racconto

“Martell 2020” contenuto nel libro “Der Fleck” (La macchia) del noto giornalista altoatesino Ulrich Ladurner, che lo ha scritto per partecipare ad un concorso di idee bandito nel 2005 dalla Ripartizione alla cultura tedesca e intitolato “Alto Adi-ge 2025 – Visioni culturali”. Il concorso è stato vinto da Ladurner, che ha esternato le sue visioni sul futuro altoatesino tra-mite una serie di racconti ambientati in varie epoche.

Ma come prosegue la storia di Martel-lo e Bollywood? Il boss cinematografico indiano, seppur controvoglia, parte da Mumbai per andare a ispezionare quella che lui chiama “una macchia sulla carti-na geografica” (da qui il titolo del raccon-to). Gli abitanti di Martello intanto, su ordine di Prettlhuber, lo aspettano con tutto ciò che di meglio la valle può offri-

re: donne dal seno rigoglioso in Dirndl e innocenti ragazzine che recitano poe-sie, mercati medievali e sfide tra cavalie-ri davanti e dentro le rovine del castello. Inoltre preparano una torta alle fragole da Guinness dei primati e fanno esibire gli Schuhplattler.

Alto Adige Mecca del cinema?

Malgrado continui a dimostrarsi recalci-trante, il produttore indiano comincia ad apprezzare sempre più quanto vede. Sono specialmente le persone a colpirlo: per nulla professionali ma molto motiva-te, flessibili e soprattutto sincere. Tutto quadra, in qualche maniera. Il produttore realizza che qui può rispar-miare tempo e denaro. Le scenografie ci sono già, la gente del posto non ha biso-gno di provare, basta che facciano quello che fanno nella vita, senza recitare. E così al termine della giornata l'imprenditore indiano è così entusiasta della location che decide di comprarla. Ma gli indigeni non ci stanno, e dichiarano con sdegno di non essere in vendita. In affitto però sì,

dicono dopo aver riflet-tuto, e così concludono un contratto d'affitto con il produttore asiati-co. Con una sola clauso-la: la vallata deve rima-nere così com'è.

L'Alto Adige come set cinematografico per un grande produttore indiano? Lo scenario che Ladurner illustra ai lettori sembra il seguito della “Piefkesaga” (una serie tv satirica degli anni '90), solo che è am-bientata nel Tirolo del Sud e non in quello del Nord e al posto dei turi-sti tedeschi il territorio è

invaso da magnati indiani. Ad ogni modo: è pensabile che la visione di Ladurner possa diventare realtà? E che l'Alto Adige nel giro di 9 anni diventi effettivamente, seppur a noleggio, una fonte di lucro nel business cinematografico?

“Un simile scenario è certamente mol-to divertente e può anche far riflettere, ma è assolutamente improbabile – rassi-cura Ulrich Stofner, direttore di Business Location Südtirol–Alto Adige (BLS), la so-cietà che promuove l'Alto Adige come lo-cation cinematografica – anche se qual-cosa di vero c'è: noi infatti siamo convinti che la nostra provincia sia appena agli inizi di una grande carriera come set cine-matografico. Ma il nostro settore nelle produzioni filmiche va in tutt'altra dire-zione che si chiama professionalità, know how e sviluppo sostenibile”.

L a V I S I O n E D E L G I O R n a L I -S T a u L R I C h L a D u R n E R

Nella sua opera “Der Fleck”, il giornalista di ZEit ulrich Ladurner intraprende un viaggio nell'Alto Adige del passato e in quello di un futuro virtua-le. Nell'arco di 8 capitoli racconta, in stile giorna-listico e romanzesco, fatti e situazioni che si veri-ficano in luoghi diversi e in epoche diverse del passato e del futuro. L'autore illustra con sguardo ricercato, critico e analitico quelle tematiche che a suo parere hanno influenzato lo sviluppo dell'Alto Adige. www.provincia.bz.it/aktionstage(documenti disponibili solo in lingua tedesca)

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MARKETING

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(bk/gc)

L'effetto Alto Adige: "Il 150% dei finanziamenti

deve essere investito sul posto", dice Ulrich Stof-ner, direttore di BLS

I criteri per i finanziamenti cinema-tografici sono stati concepiti in manie-ra strategica, per far sì che lo sviluppo sostenibile della location Alto Adige si concretizzi effettivamente. I progetti sostenuti devono possedere in primis il cosiddetto “effetto Alto Adige”, ovve-ro almeno il 150% del finanziamento ricevuto deve essere investito sul posto. Si tratta quindi di denaro che ritorna nel circolo dell'economia altoatesina, che viene pertanto rafforzata in gene-rale e nel settore filmico in particolare.

Altri requisiti essenziali per riceve-re un finanziamento sono, secondo la legge provinciale, “l'apporto di un con-

tributo culturale” e “la ge-nerazione di un effetto po-sitivo sull'offerta formativa in Alto Adige”. In questo modo si dovrebbe mettere in moto un processo virtuo-so: tanto più forte ed effici-ente diventa il settore filmi-co locale con conseguente aumento delle imprese spe-cializzate, tanto più alte sa-ranno le spese effettuate nelle località che ospitano le riprese.

Professionalità, know how e sviluppo sostenibile.

“Finché punteremo su que-sti fattori, lo scenario dipin-to da Ladurner in “Martell 2020” non si realizzerà”, conclude Stofner.

L'Alto Adige ha in effetti delle grandi potenzialità cinematografiche, e non solo per merito del suo splendido pae-saggio, ma anche per tante cose che al-tri non hanno: la posizione geografica favorevole, la vicinanza alle metropoli mediatiche Milano e Monaco di Baviera, le condizioni meteo stabili ed il bilin-guismo. Un ulteriore – e forte – argo-mento è più recente e si chiama promo-zione cinematografica.

“Questa ci consente di portare in Alto Adige progetti filmici che siano sosteni-bili economicamente e interessanti dal punto di vista artistico. Oltre a creare valore aggiunto, queste produzioni con-sentono alla location cinematografica Alto Adige di svilupparsi in maniera pro-fessionale”, aggiunge Stofner.

Il principale obiettivo: sviluppare le potenzialità dell'Alto Adige come set cinematografico tra Milano e Monaco

Il cameraman Denis Ducroz con il suo assistente durante le riprese del documentario

"Messner“

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IMS, quo vadis? èunodeglieventidispiccodell’AltoAdigeevuolediventarelapiattaformainternazionalepereccellenzanelsettoredellamontagna.Eccocosapensanoalriguardoiprotagonistiegliosservatoridell’InternationalMountainSummit.

SAnDRO FILIPPInI scrive per la “rosea”, ovvero la Gazzetta dello Sport. Che però si occupa quasi per intero di calcio, las-ciando qualche pagina a Formula 1 e ci-clismo. Anzi no: il noto quotidiano spor-tivo si permette anche un esperto di alpi-nismo, tra i migliori del settore. Filippini fa parte del comitato di esperti dell’IMS ed è quindi corresponsabile nella scelta dei contenuti, degli ospiti e dei protago-nisti del Summit.

”L’IMS ha portato una ventata di no-vità nel settore della montagna, e non solo in ambito strettamente alpinistico”, afferma il giornalista. Filippini stigma-tizza il fatto che l’evento – almeno fino ad oggi – sia rivolto più al pubblico tedesco che a quello italiano, ma riconosce e ap-prezza le potenzialità di questo festival della montagna. “Aspetto con ansia la terza edizione, che sarà come un esame

di maturità. Dopo la prima edizione, molto ben riuscita, l’anno scorso è stato difficile superare l’alto livello raggiunto all’esordio. Ma grazie alla tenacia ed allo spirito innovatore degli organizzatori, credo che si possa vincere questa scom-messa per niente facile”.

Un pool di media partner da tutto il mondo

L’idea di un grande evento dedicato all’alpinismo è stata sostenuta fin dall’inizio anche da Reinhold Messner:

“Grazie a questa manifestazione l’Alto Adige può arrivare a conquistare la lea-dership nel settore della montagna, in quanto con le Dolomiti e i suoi grandi scalatori come Eisendle e Gietl è un luo-go perfetto per dare vita ad un concorso di idee. A patto però che venga coinvolta

l’elite alpinistica”. E perché ciò avvenga, nella scorsa primavera assieme al comi-tato di esperti dell’IMS è stato creato un centro di competenza incaricato di os-servare e selezionare i diretti interessati, ovvero il mondo degli scalatori.

Per Mick Fowler, alpinista e presi-dente del British Alpine Club, l’IMS è già ora “un evento di caratura interna-zionale, di un’importanza molto più grande di quanto ci si aspetti da una manifestazione che esiste da appena due anni”. I suoi punti di forza sono l’organizzazione nonché la qualità dei relatori e dei temi trattati, che ne fanno uno degli eventi più considerati del set-tore a livello europeo. Gli organizzatori ci tengono anche a far sapere – e ne van-no giustamente fieri - che già al terzo anno di vita l’IMS è riuscito ad attirare parecchi media partner internazionali:

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AdamOndra

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EVENTI

è fatto da subito un’ottima fama nell’ambito dello sport alpino. Questo festival della montagna rappresenta per Bressanone una ottima opportunità per farci conoscere dal pubblico specializza-to e metterci in mostra su un palcosceni-co internazionale”.

Grandi alpinisti come Reinhold Mes-sner e Hans Kammerlander sono la ga-ranzia che anche in futuro l’IMS sarà uno degli eventi clou nel calendario delle ma-nifestazioni che si svolgono in Alto Adi-ge. Sempre nell’ambito dell’IMS, l’Alpenverein Südtirol (AVS) organizza l’IMS Boulder Festival con la partecipa-zione di star internazionali tra cui alcuni dei migliori boulderer a livello mondiale. Il festival, considerata la giovane età me-dia dei suoi visitatori, rappresenta un tentativo ed un contributo alla realizza-zione di un collegamento tra le varie

oltre a cooperazioni in Italia, Spagna, Polonia e nei paesi di lingua tedesca, i partner arrivano da Corea del Sud, Rus-sia e Usa. Dopo appena due edizioni l'IMS è diventato uno degli eventi princi-pali nel panorama altoatesino. Con un budget di poco più di 500.000 euro è ar-rivato al livello del Jazzfestival; i finanzia-menti sono per metà pubblici e arrivano da Provincia, Comune e Regione.

Il sogno: fare di Bressanone la capitale delle Alpi

E cosa ne pensano i padroni di casa? Al-bert Pürgstaller, sindaco di Bressanone, è convinto che la sua città sia il posto ide-ale per ospitare un festival della monta-gna: “Grazie ad un programma accat-tivante e impegnativo, ma soprattutto alla grande caratura dei relatori, l’IMS si

I M S a LT O a D I G E b R E S S a n O n E , 21-30 O T T O b R E 201 1

1 | Alpinisti partecipanti all'IMS 2011MarkoPrezelj(SLO) JosuneBereziartu(ESP)ChrisSharma(USA) AlexanderHuber(DE)ThomasHuber(DE) DeanPotter(USA)AdamOndra(CZ) StefanGlowacz(DE)ReinholdMessner(IT) BeatKammerlander(AT)

2 | IMS Dibattito 2011»l’alpinismospettacolo»vogliadimontagna-montagnaespiritualità»destinidimontagna

3 | IMS Congresso 2011»poliziaalpina–lasicurezzainmontagna»patrimoniomondialedell'Unesco analogie,retroscena,problemi»laforestaelosportestremo quantosportpuòsopportarelaforesta?

4 | IMS Media»lamontagnacomepalcoscenico Alpinisticomeeroideimedia?

5 | IMS Walk»camminareassiemeaigrandialpinisti

Fanno parte del comitato di esperti dell'IMS: Sandro Filippini (foto sopra) e Mick Fowler, presidente del British Alpine Club (sotto) »

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mondo”. Per il 15enne Wiese insomma, la manifestazione ha raggiunto il suo culmine solo grazie alla disputa della finale di coppa. D’altronde l’inserimen-to di questa disciplina è stato consape-volmente voluto per posizionarsi anche al di fuori degli ambienti alpinistici in senso stretto, spiegano gli organizzato-ri dell’IMS Markus Gaiser e Alex Ploner.Cosa unisce quindi il giornalista della

“rosea” ed il giovane acrobata sulla cor-da? Entrambi sono affascinati dal pae-saggio e dall’idea di una manifestazio-ne di spicco in mezzo alle montagne. A parere di Filippini, l’IMS rappresenta un arricchimento per l’Alto Adige ed una grande chance per i partecipanti:

“Dove lo trovo un altro posto in cui posso fare una camminata al fianco dei grandi nomi dell’alpinismo? Per me è questa in assoluto l’idea vincente”.

generazioni. Sempre con questo obietti-vo nelle palestre sono state tese delle corde per fare esibire gli acrobati che praticano lo Slacklining: in occasione dell’IMS Boulder Festival by AVS, nel 2010 si è svolta la prima storica finale di coppa del mondo di questa specialità, che sarà ripetuta anche quest’anno.

Ad ogni modo il tema della monta-gna non è ancora familiare a tutti i pro-tagonisti dell’IMS, considerato che nel programma di contorno non si parla solo di alpinismo e delle sue domande esistenziali, ma anche di show e intrat-tenimento per teenager come appunto lo Slacklining. Maurice Wiese, uno de-gli slackliner più talentuosi del mondo (l’anno scorso ha vinto a Bressanone), confessa: “Non sono scalatore e quindi non avevo mai sentito parlare dell’IMS prima di partecipare alla coppa del

Regalaspettacoloeuniscelegenerazioni:ilgiovanissimoslacklinerMauriceWiese

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I M S - u n O S G u a R D O S u L L O S h O w b u S I n E S S

L’alpinismo spettacolo: il tema princi-pale dell’iMs 2011, di grande attualità, si deve a Reinhold Messner: “Dopo l’alpinismo dei numeri e quello delle piste, il tema della montagna sta an-cora cambiando”, afferma l’ex scala-tore estremo oggi creatore di musei e visionario. sembra infatti che agli ad-detti ai lavori interessi più l'immagine che non il superamento dei confini, il fallimento o la creatività.“oggi conta chi si mette meglio in mostra: l’effetto è diventata la parola magica di perfezionisti insicuri, che sempre e comunque vogliono che gli altri li vedano come loro stessi voglio-no essere visti”, è lo sconsolato giudi-zio di Messner. i consulenti d’immagi-ne dovrebbero spiegare alle star del momento cosa succede, quando le pareti levigate vengono scalate dal basso e filmate dall’alto.“Chi arrampica in questo modo non si mette in gioco, non prende mai una posizione chiara, si lascia sempre aperta una via di fuga. Ciò che conta è come si affronta la cosa, non quello che suscita in noi”, afferma Messner criticando lo status quo dell’alpinismo moderno. Risultato: dopo l’alpinismo delle piste, adesso è arrivato l’alpini-smo spettacolo.

(mb)

EVENTI

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NELL'OCCHIO DEI MEDIA

Olanda: LibelleSettimanale – 4 pagine dello spe-ciale dedicato all'italia parlano dell'Alto Adige e di tutto ciò che bisogna assolutamente vedere o provare: Ötzi, piazza Erbe a Bol-zano, il Renon, le terme di Mera-no e poi un cocktail al grifonci-no, i dolci della pasticceria strei-tberger e i vini altoatesini. Edizione maggio 2011

Gran Bretagna: GTMensile di costume per l'uomo che sa cosa vuole – Nella parte dedicata ai viaggi, una pagina doppia elenca i motivi per andare in vacanza in Val Badia: le Dolomiti, le stelle Michelin, le scalate, le terrazze panoramiche e gli alberghi esclusivi.Edizione aprile 2011

Germania: BrigitteRivista femminile – un viaggio lungo 15 pagine che suggerisce i più bei po-sti dove passare una vacanza breve. una tappa porta in Alto Adige, dove le lettrici apprezzeranno lo charme di Bolzano bevendo un Martini al bar Jugendstil dell'Hotel Laurin oppure facendo shopping sotto i Portici. Edizione del 19 aprile 2011

Italia: SetteInserto del giovedì del "Corriere della sera"

tre pagine sono dedicate al protagonista della serie televisiva “un passo dal cielo”

terence Hill, il quale racconta cosa ha maggiormente apprezzato dell'Alto Adi-

ge durante le riprese. Edizione del 21 aprile 2011

Belgio: Grande ItalieRivista di viaggi – La rivi-

sta dedicata all'italia riser-va 8 pagine all'Alto Adige come incontro tra le Alpi e il Mediterraneo: il pano-rama, le tre lingue, l'eno-gastronomia, paesi, città

e vallate, architettura mo-derna e antichi masi di montagna. Marzo 2011

Ecco cosa dicono dell'Alto Adige. giornali e riviste scrivono della nostra provincia: “Brigitte” va pazza per lo charme di Bolzano, “grande italie” loda l'architettura moderna e i masi di montagna mentre “Libelle” consiglia il vino altoatesino.

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LA RIMPATRIATA DEL GUSTO. Due altoatesini famosi all'estero sono stati tra i protagonisti del 1° Festival del gusto dell'Alto Adige sul palco principale di piazza Walther: Roland trettl (a sinistra) di Renon, attualmente in servizio nell'Hangar 7 del patron della Red Bull Mateschitz, ed il conduttore Markus Lanz, che ha accompagnato le esibizioni culinarie di tanti chef altoatesini di spicco. La prima edizione del Festival del gusto ha preso il via con un simposio per un pubblico specializzato avente come tema il futuro nel settore alimentare. i tre giorni successivi sono stati invece dedicati al gusto ed al divertimento, con tanti visitatori provenienti dall'italia e dall'estero.

b O L z a n O , I T a L I a

Roland Trettl e Markus Lanz durante la preparazione del "Menu del Festival del Gusto"

MERCATO

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“Un oggetto che non provoca emozioni è

come se non esistesse per il cervello”.

hans-Georg häuselPsicologo e scrittore (*1951)

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